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STORIA GRECA

(FT0252)

Lezione 8

SPARTA
SPARTA (LACONIA)
Sparta nel Peloponneso
Le guerre messeniche
(VIII-VII sec.)

La lega peloponnesiaca
(VI sec.)
LA COSTITUZIONE DI SPARTA. EUNOMIA
Tucidide I 18.1
… i tiranni degli Ateniesi e quelli del resto della Grecia (…)
furono per la maggior parte, e soprattutto gli ultimi, tranne
quelli della Sicilia, cacciati dagli Spartani: la città degli Spartani,
infatti, dopo la sua fondazione da parte dei Dori che ora la
abitano, essendo stata preda di conflitti interni per il tempo più
lungo che conosciamo, tuttavia fin da tempi antichissimi fu ben
governata ed è sempre rimasta immune dai tiranni. Sono infatti
circa 400 anni, o poco più, dalla fine di questa guerra [= a partire
dalla fine del IX-inizi VIII sec. a.C.] che gli Spartani si servono
della stessa costituzione, e, potenti grazie a questo, hanno
sistemato le cose anche nelle altre città.
LICURGO
Plutarco, Vita di Licurgo, 5.3-4; 6.1-2

Licurgo […] mise subito mano a mutare la situazione esistente


e a trasformare l’ordinamento dello stato, pensando che i
provvedimenti parziali non avessero nessuna efficacia o utilità,
ma si dovesse iniziare un altro regime di vita del tutto nuovo,
come fa il medico con un corpo corrotto e affetto da ogni genere
di malattie, dopo aver modificato e dissolto con medicine e
purganti la sua condizione attuale. 4. Con questo proposito si
recò dapprima a Delfi, dove sacrificò al dio e consultò l'oracolo.
Ne ritornò con quel notissimo responso, in cui la Pizia lo
chiamò 'caro agli dei' e 'dio più che uomo' e alla sua richiesta di
una buona legislazione vaticinò che il dio gli concedeva e
assicurava una costituzione che sarebbe stata di gran lunga la
migliore di tutte.
Plutarco, Vita di Licurgo, 6.1
Licurgo si preoccupò di questo organismo [sc. del Consiglio
degli Anziani] a tal punto da portare da Delfi un oracolo che lo
riguardava e che chiamano retra. 2. Eccone il testo: "Eretto un
tempio a Zeus Sillanio e ad Atena Sillania, organizzate le phylài
e ordinate le obài, istituito un consiglio di trenta anziani,
compresi gli archagètai, di tempo in tempo tenere l'apèlla tra il
Babica e il Cnacione; così presentare le proposte e togliere le
sedute, e all'assemblea del popolo vittoria e potere".

Plutarco, Vita di Licurgo, 29.10


Sparta primeggiò nella Grecia per il buongoverno e la fama,
siccome continuò ad applicare per cinquecento anni le leggi di
Licurgo, le quali non furono modificate da nessuno dei
quattordici re vissuti dopo di lui fino ad Agide figlio di
Archidamo.
Le leggi ‘dettate’ da Delfi (Grande Rhetra)

 Distribuzione dei cittadini in 3 tribù legate all’origine


familiare (phylài) e 5 distretti territoriali (obài)
 Importanza del ‘consiglio degli anziani’ (gherousìa),
30 membri compresi i due re
 L’educazione: agoghé

Elementi più recenti


 I 5 efori (ephoroi); la lista degli efori inizia dal
754/3.
 Il potere degli efori è ampliato con le riforme di
Chilone (556/5).
La società
spartana

Spartiati
Perieci
Iloti
Obbedire

Erodoto VII 104.4


[Demarato parla al re Serse]: Così anche i Lacedemoni, quando
combattono singolarmente, non sono inferiori a nessuno: uniti,
sono i migliori di tutti gli uomini. Infatti, pur essendo liberi,
essi non lo sono in tutto; su di loro c'è un padrone, la legge
(despòtes nòmos), che essi temono molto più di quanto i tuoi
sudditi temano te.

Plutarco, Detti degli Spartani, 71 (Moralia 236e)


Durante una battaglia uno spartano sul punto di sollevare la
spada contro il nemico, non assestò il colpo, perché suonò la
ritirata; quando uno gli chiese perché non aveva ammazzato un
uomo ormai alla sua mercé, rispose: «Perché è più importante
obbedire al comandante che uccidere».
La vita collettiva
Plutarco, Vita di Licurgo, 12
1.I pasti in comune i Cretesi li chiamano andrèia, gli Spartani
phidìtia. […] 3. Si riunivano in gruppi di quindici, poco più o
poco meno. Ciascuno dei commensali portava ogni mese un
medimno di farina, otto congi di vino, cinque mine di
formaggio, cinque mezze mine di fichi e, in aggiunta, una
modestissima quota in denaro per comprare altri alimenti. 4.
Inoltre, quando qualcuno del gruppo offriva in sacrificio delle
primizie, o quando andava a caccia, mandava alla mensa
comune una parte dei frutti o della preda. […] tutti gli altri
erano invece obbligati a essere presenti al pasto comune.
12. Tra le pietanze, più di tutte era apprezzato a Sparta il brodo
nero, tanto che i più anziani non prende­vano neanche un
pezzetto di carne, ma la lasciavano tutta ai giovani, e si
saziavano con una tazza di brodo.
L’educazione
Plutarco, Vita di Licurgo, 16.1; 7-10
1. Il genitore non era padrone di allevare il figlio, ma doveva
prenderlo e portarlo in un luogo chiamato lesche. Là erano in
seduta i più anziani della tribù, che esaminavano il piccolo: se
era ben conformato e robusto, ordinavano di allevarlo e gli
assegnavano uno dei novemila lotti di terra.
7. Appena i fanciulli raggiungevano l’età di sette anni, Licurgo
li prendeva e li divideva in gruppi e, facendoli vivere e crescere
insieme, sottoposti a un regolamento e a una dieta comuni, li
abituava a condividere il gioco e le attività serie. 9. Gli anziani
li osservavano giocare, ed erano soliti provocare delle finte
battaglie e delle rivalità tra loro, notando con cura quale
attitudine naturale avesse ciascuno di loro nell'osare e nel non
fuggire nelle lotte. 10. A leggere e a scrivere imparavano
soltanto nei limiti dell'indispensabile; per il resto, tutta la loro
educazione era rivolta a obbedire disciplinatamente, a resistere
alle fatiche e a vincere in battaglia.
Alcmane (poeta, VII sec.)

Fr. 49
Dormono le cime dei monti e le gole,
i picchi e i dirupi,
e le famiglie di animali, quanti nutre la nera
terra,
e le fiere abitatrici dei monti e la stirpe delle api
e i mostri negli abissi del mare purpureo;
dormono le schiere degli uccelli dalle larghe
ali.
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v=nzyO_Rf9h_8
Ceramica laconica (apice 575 ca)

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