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,3.

LIBRERIA LOESCHER

Boston Medical Library in the Francis A.Countwj


Library of Medicine ^Boston

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TmATTATO
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Digitized by the Internet Archive


"in

2010 with funding from

Open Knowledge Cpmmons and Harvard Medicai School

http://www.archive.'org/details/trattatodeveleni01bois

E'

E L E N

CHE COMPRENDE VARIE DISSERTAZIONI MEDICHE

DEL SIGNOR

BOI^SIER DE SAUVAGES
MEDICO COxMSlGLIERE DEL RE
Primario Protessore
Moi-i^PEiLiER,
di
Mev!B''.o

DI FRANCIA,
Universit' di

Medicna e Botanica nelia


,

dell'Accademia Regale delle Scienze ed Accademico delle Societ' di Ds,L medesimo h'Ogo Upsal, di Stockholm di Londra, della Imperiale
,

Societ Fisico-Botanica di Firenze.


D/IL

TRANCtS IN ITALIANO TRADOTTE E COMNTATE


,

DOTTORE
Dal quale
altre nuove

IN

MEDICINA.
,
.

Dtjfertazioni

moltijjlme n(fte

fi fono aggiunte

TOMO

i
.'

MO

In cui Jl contiene
.-

lA TEORIA GENERALE De' VELENI lA DISSERTAZIONE SULLA RABBIA. XA DISSERTAZIONE iUL MECCANISMO' , MOTO D' MUSCOLI SULLE qualit' DEL FLVXDO NERVEOJ. S LE MOFEJE , ED I VELENI VOLATILI.

NAPOLI MDCCLXXXV. Pres Vincenzio O rsino


s

Cof$ JJcemiti de Superiori,

/r

DISSERTAZIONE
TEORIA GENERALE
Ran
teratura

DE' VELENI:

dovizia di libri evvi in ogni genere di Letpur dimoito la Medicina, , e n' abbonda
il il
;

Ma
dir
leni
-*S%: le

pi importante fra tutti

,,

il

pi utile

pi neceffario, fi il libro de' varii Vecio di quelle tante n?icidiali foftanze, col-

quaggi l'uorao cerca di uccider .altres che contiene la coignizione degli antidoti , che debbonfi adoprare per prefervarci non meno da elfi, ma da quei mali eziandio, che non pofllamo fchivare, quando per rabbiofa ffizza animali velenofi mordendo, ci ammorbano, ed infettano. Egli fi fa da tutti, quanti perfidi mezzi abbiano trovati le ire., le gare, i fofpetti , e l'avidit di regno , ( -tuttiqiunti mantici perpetui , e fucine indefefle d
quali fovente
l'altro

uomo;

e quel libro

medefimo

falfi

appetiti, e di

Itrane follie ) per abbattere, e per iftermina-

uomini coRituiti in cariche, in dignit, ed in governo. La Storia antica, e moderna de'Principi, che fono ftimati feder
re altri

nell'auge dell'opulenza, della felicit


-miniflra
.

e della^ gloria

ne fom^-

un convincente argomento Coloro parimenti che fon collocati in podi (ubiimi, f veggono qualch'altro fituato in pi alto feggio, fi rodono, s'amareggiano, e fi martirizzano in guifa, che non trovando per ogni dove, che inquietitudini, ed anfiet , adoprano delle mille arti le mille per detronizzare il rivale della Fortuna innalzato . Quindi ravvifiamo tuttod albergare
i

timori di ricevere mortiferi veleni

pi ne

fuperbi palag.

2-

D
nelle

R T A Z
,

O N E

I.
,

gi, e

dorate camere
dir
e
:

che nelle rigide fpelonche

e nelle

femplici e povere capanne de' partor.

Ma
Medici
a

mi
e

fi

per chi Voi fcrivete quefto libro ?


i

Per

li

vecchi n

me
.

non

di

ben potrebbono pretendere di dare ricevere da me de' precetti, onde andar inconquali
trilli

tro a

riparar quei

difagi

che

varii veleni in noi produ flato di darlo fuo-

cono
ri

Mio intendimento
li

fulla bella

prima

giovani Medici, acciocch innanzi d'imbarcarf nel vallo pelago della Pratica , fappiano efli fulla materia de' veleni quale fentiero debbano battere e non fi affollino, n fi opprimano colla lunga lettura de' varii libri , ne' quali foventemente fconci errori vi fi veggiono . Oltracci propongo quell'Opera a coloro che Medici non fono: i quali poifono trovare nella medefiraa un dolce pafcolo , anzi un ubertofo campo , da cui ricca melfe ne ricoglieranno. I delitti di propinar i veleni, e ch'avper
:

fon troppo lagrimevoli , e fieri , E fa mai taluno abbia la difavventura , per una efecranda niquita di alcun rivale",, di tracannare qualche malefico beveraggio ; o pure vegga in altrui il terribil malore cagionato da veleno prefo , fapr

vengono tuttod

di leggieri a quali armi ricorrere in s brutto frangente , per fare fronte ad un nimico s\ gagliardo . Quefli due motivi mi fecero ad un tal lavoro accudire , e fono fiati defsi l'incenegli

tivo, onde a compiere

queft:'

Opera m'invogliai.
i

Prima per

di

metter in iftrada

Lettori

fa meflieri

eh' io

efponga la Teora generale de' veleni , e che faccia paflar davanti in rivifla le varie clafsi de* medefimi , affinch ognuno di buon ora refti informato , cofa debba in queft' Opera afpettarfi da me . Per nome di veneno s' intende quell' ente fifico, che in minimifsima quantit produce grandffsimi effetti ; e
fa egli niente

Qualmeno , che toglier la vita ad un uomo che volta difgraziatamente avvenuto, che 'un rimedio dato in alcuna malattia mal a propofito, o pure in dofe flirabocchevole, lunge dal reftituir la falute , ha liberato per fempre da quefta
.

valle di

miferie
.

quell'

infermo

guarito

In tal cafo quel creduto

che fenza quel Recipe farebbe medicamento fi cangiato in


.

veleno.

Ma

non

bene

dir veleno

Deefi quello il fatto, di cui noi parliamo quel liquore giallo che fchizza fuori dalle guai-

ne

Teoria Generale
ne
cielle

djl'

veleni.'
fa

vipere, e che ftillato fulle ferite, non

campare,

ma

aitofsica fubito

un

uomo
il

Debbonfi

altres ciiiamare
,

veleni lar-

fenico,

il

folimato,

vetro d'antimonio

e fimili altri orrofi-

nel facco dello ftomaco , vi , che in dofe fcarrifsima introdotti eccitano tale interno bisbiglio , ficch va a terminare la fcena al cataletto , Per ficcome negli altri mali , cosi molto pu an-

cora nel cafo


la
rie

de'

veleni la particolare difpofizione del corpo

fa vedere, che ficcome per cattivi apparecchi interni piccole medicine tal fiata producono de' grandi incendii; cosi all'incontro gravi veleni non an cagionato alcun cattivo effetto. Il veleno Gallico ne d^ una prova: e'I fa-

tempra di chi vien ofFefo. ravvolgendo, la fperienza

fenzacch io vada tutte

le

fto-

mofo Antonio Cocchi


biofo

afsicura io fteflb del

veleno

del can rab-

Ne' tempi antichi de* Greci ufavafi un veleno che chiamavaf voce che di poi cotanto fi dilat , che fu adattata ad , efprimere ogni veleno in generale Nicandro famofo Poeta e Medico Greco^ avendo meglio di ogni altro autore nel libro de Ther'tacis parlato di parecchie piante, e degli animali velenofi ^
tojpco
.

Egli dice ne d diftinta defcrizione de' varii effetti del tofsico che in coloro che l' an prefo, s'ingroffa la lingua, fi rigonfiana e s'accalorano i labbri, fmuovonfi le gingive, vacilla il cuore, nafcono mille furiofifsirai delirii ; e finalmente i malati perdendo i fenfi, e reftando luttuofamente opprefsi , fi muoiono. Dio.

fcoride

Greco Scrittore medefimamente ntMhro de


tefs

Ther'tacis

^&
ci

AleKphermacis

lungo difcorfo

fui

tofsico
.

ma

niente

v' ag-

giunfe alla defcrizione di effo Nicandro (i)

Diofcoride folamente
ributt fulle

A
(i) Il

2
,

Lambecio

Scrittore di gran fupercilio

prime,

Diofcoride, noverandolo fra le apocrife fcritture. E non altramenti che nelle pubbliche fiere talvolta fon apparite falfe merci a venderfi per preziofe j cos certe opere di alcuno non dozzinale ingegno fi avuta l'albaga di fmaltirle col nome di qualche eia ffico autore. fu cotefta una tentazione al Lambecio , ed un vano prurito di voler Perciocch ei medefimo fcovrendo in feguito le fconciature che cenfurare feco portava una tal opinione; e come altres la dicitura di quello libro corrifpondeva puntualmente alle altre opere di' Diofcoride, indarno fi penIl Cafaubono Inglefe , che ben mantenne t di eflerfi avanzato a tanto Ja fama di valentuomo erudito , con brave ragioni diraoftr, che il libro in cjuiftione fia veranaente di Diofcoride
vilipefe quello libro di

Ma

4
ci fa

I>rSSSRTAZONEl.
fapere,che
fiflatto

nofa. Io non
ci

veleno era il fugo d'una tal pianta Veletrattengo qui alla lunga a difcifrare, qua! forta mai di veleno egli fa che anzi fchiettamente parlando, noi

mi

aggiriamo in una ricerca, da cui malagevolmente f ne pu fpremere il netto Solo per mio difgravio , riferifco la gran lte a pie della pagina (z). Sarei per troppo ardito , f volefsi
.

in
Tuttocch n fieno fraarrite varie antiche cognizioni , ed aflaiffim merc le fiere invafioni de' barbari' popoli ; l'erudizione nondimeno ben comincia, a rifiorire fra noi , e fi fono di Sotterrati diverfi negletti documenti e varii rimafugli di antichit , che fon valevoli a raffoda(2)

libri,

gran rilievo Il perch credo qui fare fegnalato favore il metter in veduta le diverfe opinioni' de' D'otti per impiegar la natura del tolTico degli antichi Taluni fi credettero che il toffico fofle , o la radice dell'aconito, o pure il nappello e Plinio foftenne effer quel veleno che fi trae dall' albero taffo , eh' fimile dimolto all' abete . Ma tuttaddue quefii fentimenti f ne giacciono ora fepolti nel buio loro Peiriocch n la radice dell' aconito , n il nappello fanno divenir feroci e fariof gli uomini , come fa il toffico ed inoltre Nicandro medefimo defcrive efTo toffico feparatamente dal taflb , aggiugnendo che il primo cagiona un grande incendio nel corpo , ed una infiammazione generale , mentre il taffo debb' efler noverato tra' freddi veleni Lo Scoliafte di, Nicandro per farfi firada ad intendere quefia cifra , f ricorfo alla favola di Ercole , il quale avendo uccifo l' Idra ( fpezie di leipente ) con certe freccie che i Greci , fra' quali Omero , chiamarono '^o^x quefte effendo ri mafie avvelenate , dierono origine al nome d toffico j fentenza eh' fiata dapoi famofamente difefa da Girolamo Mercuriale al libro fecondo de' veleni notando quefli , che folevano gli antichi realmente tinger le freccie con i fuchi del nappello, dell' aconito e dell'elleboro per occidere gli animali, e gli uomini. Oltracci dalla lettura delle opere di Galeno , ricavarono taluni faccendieri , che la pianta Helenium ch'egli defcrifie per velenofa , e che ferviva parimenti a tinger benbene le freccie foffe fiato il toffico degli antichi. Ma il celebre Scaligero nel cemento a' due libri di Arifiotile fopra le piante, preffo Giovanni Bauino, ed Arrigo Cherler { Hl/or.P/arttar. Vniverf.. Tom. III. ) ofTerva che l'Elenio non fi numera traile pinte velenofe Che per crede effervi errore nel Tello di Galeno , e doverfi correggere Velenium a-rro twv BeXcv , cio dalle freccie laonde tal parola vale lo fieffo , che il toffico de' Greci nella fentenza di Nicandro, e di Mercuriale. Debb'effcr letta la Differtnzione di Giovanni Wedel data alla luce in Jena nell'anno 1710.5 il cui titolo /e Helei
.

re

punti di

Nr

Teoria Generale
in
ti

de' veleni

.
_ .

"5

tanta variet di pareri trinciare decifione. E f in vri pun-di Storia Naturale gli antichi furono poco efatti e leali, pen-

fate come dovette andar la faccenda in trattar d' un veleno coVoi udifte- la- defcrhzione di Nicantanto pericolofo all'umanit Si fa. ancora che Diofcoride favellando della variet de' vedro leni dice ,. che gli effetti che- da tuttiquanti fj producono, fon laonde non fi potr mai ripefcare cofa fimili a. un di preffo
.
. :

era

il

toffico

de'
.

Greci, intendo
cafsi

la

fempiice getierale defcrizio'.

ae

de'

fintomi

Per ci che riguarda le todo di ripartire i; diver.fi


fon feguite.

generali
,

o pure un certo mefcegliere


il

veleni

noi
,

non dobbiamo

quelle divifioni puramente arbitrarie


.

che da taluni Scrittori

Riefce pi facile e gradevole confiderarli per rela-

zione a. noi-; ftefsi. , e- per rifpetto agli effetti che producono , Perch- Gonfeguiamo un-; tal line, fguriamci di vedere pi uomini per lor mala^ ventura prender varii veleni . Sul principio

non potremo- formar


dalla ifpezione,
e-

idea di ci che n' avvegna . Ma pofciacch dall'evento ne faremo iftruiti- ; egH fi vedr chiarami:ite ch'evvi una. divifion vera de' medefimi; e ( , che taluni lievemente agifcono, e tardan^ente operano; ed altri vi-

lentemente
Innanzi

muovono,
tratto

e prefiamente uccidono

I
i

primi diconfi.
fecondi

v.eknii lenti:; poffenti,

ma

repentini chamavanfi

i veleni lenti meritano particolare confideraa dietro ( e chi fa che non ancora oggid ) da mano traditrice erano efsi adoprati per isbrigare immaturamente dal mondo i Priacipi^ o altri creduti mali arnefi . Imband ivanfi

zone.

Tempo

fplendide e fontuofe tavole

corredate d'una
,.

variet di fquifite
e.

vivande

con tante

falfe

,.

faporetti

profumi,

licori

in

uno
d'

d-ee recare ftupore,


;

che

parola Vlenum ufata non

fi

truovi pref.
,

fo de' Greci

avvegnaccH
,

egli

ben

noto

agli

Eruditi

che Galeno

bench Greco Scrittore morbi, non pure manc

foventi

volte in quelle

nella bella e nobile chiarezza

lunghe defcrizioni de" nella pradazimie ,

ma

dello ftile, ed in quei lurainofi colori che dan nerbo- e rapidit alle ideeezi-andio fece ufo di vocaboli, barbari , fcabrofi , ed ofcuri , e di voci
altres

non purgate,
.

nuove

degli antichi; 1-afciando tutto

il

Quefto ci eh' io dir dovea fuf toffico di pi delle opinioni immaginate fu tal
zibaldoni
,

materia

Le
,

quali, f ip copiafl da' vecchi

prodsrrei unaa

fordinata

e feipita farragine di

notizie

fenza utilit veruna

Dissertazione
..>c'

I.

piattino pure za taluno de vinetti furtivamente s'introtlucea la morte , con mettervi il veleno , che lentamente afTeofrafto ci fa fapere , che gli antichi Greci faisinalTe la vita un lento veneno e fecondo dell' aconito preparavano dal fugo gagliarda , uccideva dopo tre mefi e la varia dofe -pi o men Quefta pianta , di cui quattro, ed anche dopo un anno e due non fo f con verit Plinio abbia fcritto, che fra tutte le altre la pi velenofa , prefenta a' noltri guardi una fingolarifsima propriet, fecondo gli opportuni avvifi del medefimo Teofrafto.
quali
.
:

tanto fugo mortifero nelle foglie, s\ , che non contien ella Viene n tampoco nel fuo ftipite o fulto , coms nelle radici
.

defcritto parimenti quello

candro

nito da Ariftorile, qui di paifaggio fo parola ^lel groffetto errore prefo . dallo Scoliaste di eflb Nicandro, il quale lalfamente scriffe, che

medefimo llerminatorc veleno dell'acoda Diodoro da Sicilia, e dal teft citato Ni-

la radice dell' aconito fomigliantilfima alla radichetta della ram<'na: EJ vero pianta radcula , ei dice , fimilis gramtni . Dall' altra banda e^H non pu niegarfi , che di belle cofe , e di

ravi documenti ci abbia mantenuti confervati il detto Scoliafte: ma f taluno alla rinfufa volefle da quell' opera ripefcar ogni
cofa
per tante verit hza falde tutte quelle notizie e tenere , egli a guifa di colui che folca le torbide acch'egli defcrive que, ad ogni tratto andrebbe a romperfi in qualche fecca.
.;

Oltracci negli anni fcorfi in Italia , e piij in particolare in diverfe Citta della Tofcana, natque, ed a guifa di mala urtiga iniqua ufanza di elfervi varii fabbricatori di fi propag quella
lenti veneni, per togliere da quella vita perfone che loro erano di continuo tarlo al cuore, e che ferabrava come con tante fpi-

ne pungerli, e furarli la fognata felicita. In feguito fi giunfe a profeffarne un mediere-, per foddisfare alle perfidie, od alle vili Vndette di altrui (3). Seppero efl intanto, che l'arfenico degli
(3)

Anche
,

ne'

Ianni fuoi

fi

antempi dell'antica Romana R-epubblica, per giunta a'manarra che prendefTe piede nel debil kffo quefto medefimo
.

Vedeafi abbominevol meftiere di preparare , e di fiamminiftrare i veleni tuttod , che degli uomini pi illnftri, e principali della Citt gran mieIn quella Contere facea la morte , fenza che fiipere fi potefle il come iufione del Senato na onna fchiava rivel , che cenfettanta Dame Ro.

Teoria Generale de veleni.

,?_

antichi, arfenlco cedrino o pure orpimento chiamato da Plinio,, veleno k e da Diofcoride , era corrofivo dimolto , e mortifero Conobbero altres, che mentre alligna nelle fotterranee miniere,.
le pi

la fiamma,

volte mefcolato collo, zolfo; e che quando di color violetto fcarico , il fi ravvifa

fi avvampa, fumo vedefi,

bianchiccio e denfo , t l'odore penetrante ed acutifmo y che fi dee bene fcanfar^ , per eflre un volatile veleno. Perloch tentarono di talmente infievolirlo , ficch non recaffe forti doglieed incomodi repentini ; ma che appoco appocO: tali lente molelie e tardi difordini producefle nella macchina , che i' infelice fi,

confinale in letto, e ne languiffe, infinacch lottando con varii

mali, pagalfe l'amaro tributo famofa acquetta degl' Italiani ,

Ecco

che confifte

la.

cotanta

cio in

una

piccoliffima dofe di
:

arfenico difciolto in ifquifito e ben preparato liquore

o ci che

vale lo f:eflb,in una fcarfiffima foluzione di orpimento fatta ni acqua chiara. Difi poc'anzi che tale malignit fi avefle 1' arfe-, nico degli antichi, non affinch reftino efclufe quelle varie altre
fpecie di arfenichi

fcoverte in varie

volte da
.

moderni dugent
tiitt' i

anni fa
fetiti

le quali fon
fi

benanche velenofe

Di

veleni pof-

in generale f
infufi
y
fi

chi

facciano leggiere foltizioni , o pure fcark formano i velerai a tempo . I quali fondono it
i folidi
,

fangue, corrodono

cosi fattamente avvelenati, rabidi fen

e producono la febbre lenta. vanno al fepolcro.

ed

i:

Non debbo qui tacere , che in altri tempi pi facilmetite na-, fcevano i fofpetti de' veleni nelle morti immat-ure de' Principi ,, che non oggid ; fpecilmente f nella breve carriera della on vita ave0ero eglino avuti di altri, che con emulazione , e eoa
Ma. dopo le pi. la lor Signora manifeftamente rilevato , che mille^ fiate i lenti veleni doveano cercarfi non altrove , che in quei medefimi fontuofi conviti, in quegli fplendidi fravizzi, in quelv
occhi
d'

invidia

guardavano
egli
fi

efatte riflefloni

le-

mane,. tutte a gara erano occupate in cuocere Bevande mortfere , ficchi Per farei puridotta aveano V arte di avvelenare a certi ftabili precetti corrivo f non diceffi , che Tito Livio al libro ottavo delle fue Storie , nel tempo medtfimo che dice che quella fi fu la prima volta , in cui in, Roma fi tratt di caufe di veleni" , mette in qualche dubio quefto gran fatto. Le file parole fono Sicut proditur tamm rs.s , we cut aiS;crmn fi^
. ,
:

dem abrogaverm

exponendtt

e/I

8
le

Dissertazione
menfe deliziofe
,

I.

ed

in

quel!' ingoiare e

bere tanti gagliardi

licori

o fieno tanti faporofi e dolci veleni ; i quali non ifcal, davan folo, ma quafi fuoco abbruciavano. Q^uefta fchiera di difordini formavano nel corpo una putredinofa chiavica, che teneaft dietro la confumazione della macchina (4). La falute degli animali per tal motivo pij ferma della nofba: elfi badano alla fcelta ed alla femplicita de'cibi,n chieggiono

come

noi di ftruggerfi.

ti;

e poflenbeo de<jna di grandi encomii , e di cui non v'ha chi non ne commendi lo ftudio , purch fia ella fchietta e vera, n abbellita da giunte roTnanzefche . Noi non crediamo dover qui
la

Maggior
ftoria

paefe

comprende

ftoria de'

veleni attivi

preferire

i metodi

ftudiati

comporti
fi

alle
i

divifioni
tanti
corpi-,

femplici

fatte dalia
'ciatido

medefima Natura. Se
,

mirino

comin-

dal pi rozzo e vile


,

infino al

pi perfettamente orga-

nizzato
-bili,
fi

troverafsi
:

la

prima gran divifione in minerali, vegeta,

ed animali
Il

ed appunto tre grandi clafsi di potenti veleni

rinvengono.

folimato
,

l'arfenico
,

l'olio di

antimonio

il

vetro dello
Tali.

felfo

varii altri
,

La

cicuta acquatica
,

giufquiamo
^lofe;

l'elleboro,

il

debbonfi noverare fra i mineil nappella, l'aconito, il glaucio , il folano, la mandragora , il colchico ^
,

''afaro, l'elaterio,
alle

ed alcune fpecie di funghi


l'olio

fon piante vele-

quali voglionfi aggiugnere


il

del

tabacco,

l'op-

pio, eh'
veletiofi
.

fuco del papavero. L'afpide,e la vipera fon animali

Riefce per
e

men malagevole
nan
fu

i'iftituire
i^li

fperienze (a

i
Fi

-veleni

minerali

vegetabili, che
:

animali.. Quelli
,

poflbno maneggiare
fchio eh'
'ci efsi

ma

a voler trattare animali

fi

corre

ri-

nell'atto dell' oiTervazione

non mordano: ed oltrac

<lella

ha molto pi luogo la variet del clima , e verno rigido, le beftie s'infermano, il divengon torpide il calore della fiate fi quello che rende
negli animali

ftagione. Q_uando
:

alle

vero veleno che tolfe dal mondo Aleflandro il Grande nel pii tei corfo delle fue ronquifte, nel pi bel -fiore dell'-et fua, -e cos frettolofaniente , fi fu l'aver egli pazzamente afTaffinato f medefimo con tante replicate tazze di vino ed avuto eziandio lo fmoderato difetto d'ogni forta d'intemperanza. Secondo quello che fcrilTe Plutarco, niuno ne'tem.pi antichi precifamente credette elfer morto Aleffandro per veleno meffo
(4)
Il
,

in <}ualche fiafco di vino, tuttocch alcuni fofpetti ne foflero


il

corii

fopra

figlio

d'

Antipatro

Teoria Generale
alle

de'

veleni,

5^

fmarrita fierezza. Perci la foria degli animaguardi una buia fcena pii , a' noftri li velenofi prefenta che non quella de' minerali, e delle piante venefiche.
la

medefime

Dopo
TvQ

quefta prima divifone

rinfrancando
ne'
I

vieppi

le

noflre
.

idee, potremo difcernere altre clafsi reali

medefuni
il

veleni
e

generi, a

mio avvifo, debbonfi notare.


i

veleni vaporofi e

volatili, ch'offendono

nervi dell'odorato ed

capo

tolgo-

no il refpiro. I veleni corrofivi che fi tracannano , e che poi ben prefto producono dolori nello ftomaco,e nelle budella; corrodono, infiammano, e cancrenano. Ed in fine i veleni che s*
delle

intromettono per via d'infufione nel fangue, o fia per la ftrada vene . Non poffo far a meno di non dir qui due parole
Sulla prima da taluni corpi efalano certi fottili vapori, nimi-

fopra ciafcheduna claffe in particolare.

Alfiammella Certe peflilenze agifcono in tal guifa ; e le mofete della vira parimenti nuocciono, con dar fuori uno fpirito elaftico , che difperde il fluido vitale, che incelTant-eniente noi coli'aria refpiriamo .'Medefimamente la polve dell' arfenico che fi peftava , f
.

ci de' nervi, e

flruggitori

diffipatori del
,

fluido nervofo

lora patifce la macchina nella fua fonte


.

cio

nella

il dolore de' rognoni , , e della nota nei Giornale di Medicina. Evvi di pi. Il celebre Jacopo Weffer nell' opera fu della cicuta aquatica ^ racconta che un uomo per un mefe intiero langu , e tanti ma-

nafcere la difficolta nel refpiro

veffica,

ficcome

fi

li

fi

trafle
Il

nata.
fito

dietro per una lettera che ricev, la quale era avvelefamofo Scaligero altres'i neirEfercitazione,che con ifquifcrilfe

giudicio

fulla

fottigliezza

indicibile delle particelle

della materia, alficura efferfi


te

pi

lettere avvelenate
.

il

volte meffe in opra di cofiffatdottiffimo Boerhaave os tai fatti


varii altri
,

negare
fi

Or

quelle notizie fcritte da

confermate
fa pi

dalla favrana autorit de'teft celebrati Scrittorij

non

che

dubiti

della lor faldezza

Io per ora non

flar

a contendere per quello.


peftifero

mi fento voglia di L'opporre come fi metta nelle let-

od in qual foggia la carta fi faccia inzuppare , vapore, e come quefto inoltre non penetri fuori, non isfumi, e non fi fperda; agevolmente rifponder fi puoce. E bene i-ifpcnderebbono quegli uomini culti e gravi poc'anzi raentere tal veleno
di tal

to-

IO
tovati
.

Dissertazione
Perciocch ben
fi

I.

fi

danno varie

efalazioni, le quali forte-

mente

xiftrette

attaccano a diverf corpi; e quando vengon elle tenute chiufe , e feparate dal contatto delle fottiliffime parti

dell'aria, nuocer

non poflono
,

Jor maligna natura

ma ad un tratto poi fpiegano la ed inducono o la morte repentina , o una


:

lurtuola agona

,.

o pure varii altri malori


e

quando
il

l'aria alle

medefime
Si

da

forza

movimento

Quefto

cafo di quelle

lettere, che teneano afcofi de'


fiderare
.

veleni..
il

conferma tutto queflo col volger un p


quegli
altri

guardo

connelle

poderofi

prefentanei

veleni

melTi

torcie Quelle, allorch fi allumavano , merc il calore della fiamma, le venefiche parti con rigoglio nella camera fi difperdevano; e tale vapor di morte eziandio, gittandofi ne' nervi del cuore, ad un tratto ogni moto Ci toglieva e la vita Scaligero medefimo , e Riccardo Mead fan fede eflerfi veramente dati
,
.

fiffiitti

veleni
.

nelle

fiamma che n'avvegna


della
fi

candele , i quali comunicavanfi per mezzo quefto dee recare fupore a chi confider ci

agli uomini da' varii fermentanti vapori, e come diano delle morti repentine a' cavatori delle miniere Tutto e opra de' fall , e di alcune part metalliche infieme mefcolati .
.

quando

fi

mettono
,

in

luogo chiufo a digerire

il

vetriuolo

e
il

lo zolfo infieme

fi

fviluppa uno fpirito, che frugge e

fifla

nervofoj ed poderofanaente mortifero da dire fu i veleni che H tracannano. In buona parte gli ho nominati di fopra ma non tutti agifcono per una forza corrofiva , infiammando o cancrenando lo llomaco , e g* intefiini. Molti di elfi fviluppano certe parti fottiliffime, che da' nervi ad ventricolo s'intromettono nell'intiero nervofo fiftema,' L'oppio ne fomminiftra un efempio. In fine i veleni infufi , o ch'entrano per la firada delle vene , formano 1' ultima clafle La bava del can rabbiofo , il liquore delie guaine de' denti della vipera per le vene fi comu, nicano , merc le morficature I dardi ed i coltelli avvelenati , ufati in molti luoghi, di leggieri s'intendono (5). Un poco del-

fluido

Meno

lo
efempli d coltelli , e di dardi avvelenati fon piene zeppe le (5) forie degli antichi, e de' moderni autori. non poflb difpenfai-mi dal

Di

Ma

dire

Teoria Generale
lo fpirito del fale

de' veleni.
nel

ammoniaco intromelTo
,

fangue

rende
fi

la

macchina
il

si

fcompaginata e rovinofa

che ben piefto

tronca

filo

della -vita.
f

Ma
re
ti
fi

da taluno con pi fqufita minutezza fi voleflero fapetutti dirogli a un tratto. Quan; mai al mondo morbi o fintomi , anche di alieniffima natura Ma f inannoverano, tutti paifano per corredo de' veleni
i

varii accidenti de' veleni

oltre da tali divife

fi

volefle affermare fuUa efiftenza del veleno

prefo,

fi

pu afsicurare fenza ritegno


.

lungi dal vero

che

rendono la

che fi anderebbe troppo , Perciocch poffono intrecciarfi circoftanze tali , cognizione del male da infolubili difficolta atall'

torniata-.

Per non andar


fetti
pili

infinito
,

dir in

un

fafcio

tutt'i

varii afil

cagionati da' veleni


rilevante.
la

e che a noi polTono effere dell' ufo

Molti
e delle

di efsi attaccano il capo,


il

come

l'oppio, lo

giufquiamo bianco e nero, il fumo Per una femplice foglia di giufquiamo bianco bollita per difavventura in brodo, fopravvennero E nelle Tranfazioni Filofo ad una donna delle forti vertigini fiche fi narrano diftintamente le vertigini medefime, il delirio, le irregolarit del polfo ^ e '1 cangiamento del colore -della faccia , cagionati per efferfi mangiate alcune poche frondi del giufLo ftramonio eziandio prefo in qualche dofe , quiamo nero uccide: ma in minor quantit, produce un fonno profondo , ed indi la perdita della loquela . Talvolta alcuni veleni , f non tolgono la vita in un fubito, fan rimanere gli uomini o infani, B 2 o imbecilli. Ne'
ftramonio,
belladonna,
della
calce
,

miniere

-,

dire quello eh' efier avvenuto nella Perfia e Plutarco ancora nella vita di Artaferfe
Statira fua

racconta

il

dottifTimo Senofonte,

Parifatide volendo vendicarfi di

nuora, prefe dalla menfa un taro uccello, e '1 divife per mezStatira avendone mangiato, fu bentofto colpita da acerbiffimi dolori ed ufcita da quella ftanza fi mor convulfa Allora la cameriera di Parifatide confefs, che coftei col veleno avea fatta fregare una parte fola del coltello laonde in tal guifa la Reina fi venne a mangiare

zo. La Reina

porzione avvelenata dell'uccello, e Parifatide trangoggi zo, ch'era fano. Per quefto fatale avvenimento alla detta
la

l'altro

mez-

cameriera in

mezzo
i

di larghe pietre fu fchiacciato


.

il

capo

eh' era la

pena che davano

Periani antichi agli avvelenatori

i
Ne'
vifceri

Dissertazione
il

I.

me

naturali poi fon cagionati fintomi crudelifsimi , co vomito, l'affezione iliaca, l' infiaramagione , che fon ter-

minati colla morte. Per non defrodare i miei Lettori , non faxa f non bene il defcrivere quella dolorofa e tetra fcena avveduta in Montpellier ad un uomo , che in vece di una dramma di cremore di tartaro, trang02"i una dramma di arfenico bianco. Si fenti egli ben predo un interno incendio fu tormentato da un bruciore fortifsimo della bocca e del ventricolo fopravvenne un continuato e fiero vomito, ed un fenfo di affogamen' to. Seguirono il freddo degli eftremi, il pallore del volto, i fu: :

dori freddi, il finghiozzo frequente, la fete indicibile: i polfi fi offervarono piccoli , tardi, ed intermittenti , e'I refpiro faflidio,. fo . Non fi mori egli, f non dopo otto giorni ma al quarto
:

vomit un efcara negra , ed indi- vi s' aggiunfe l'emorragia Negli ultimi periodi del gran male fi crebbero gli affanni , afd
.

facciaronfi

le

convulfioni

dopo
1'

le

quali
,

fin'i

di vivere

In un

altro

uomo che anche

prefe

arfenico

fubito apparve

un vo-

mito mortale, ficcome

riferifce il Salrauth in una delle fue offervazioni della prima centuria. Pel decotto dell'elleboro bianco altres dato per balordaggine , con violento vomito fi fpedi all' altro mondo un uomo . Finalmente de' funghi velenofi varii fo-

no

gli efempli funefli fra noi veduti ; e fi raccontano degli altri da Jldano, e dall' accuratifsirao Le Monier nelle Memorie dell'

Accademia Reale delle Scienze dell'anno 174^. Io non vo di pi toglier la cortina a s brutto teatro. Bafti quefto poco , in cui ho dato un abbozzo delle varie vie del morire per mezzo de' veleni E ficcome s' potuto fcorgere , efsi le pi volte non altre parti offendono, che i nervi, i quali fanno nel noftro corpp ci che le farte compiono in un ben corredato vafcello Quello che dee riputarfi il frutto di queft'
.
.

opera

fi

il

ritrovare
i

gli

antidoti veri per fervirci di fcheri

mo,

per riparare

tanti
fi

malanni che

finecch tal

rimedii

flabilifcano, fa bifogna di

veleni cagionano. Afpi cimenti e

prove e paragone.
'.

rea , n' la pietra di , o indegno , ed ingiufla fuperchieria farebbe in fiffatti morbi che corrono per le pofie , voler ufare di quel gergo , o di quel perditempo di tanii inutili riiiiedii vantati , che
la

fperienza al certo felice


traffico

Ma

i^ Teoria Generale de' veleni, Qui dicafl con ifchietche traggonfi da' boffoli degli Speziali. tezza . Per quanto numerofa Ja Tchiera de' veleni , altrettanto povera e mendica la fcienza degli antidoti ; fcienza che pare ormai fallita in rapporto a quella Soventemente i Medici me^

defimi
pi
,

dove

fi

tratti

di veleni di foppiatto

propinati
,

non poffono
fi

far ufo
..

che di antidoti generali


egli'
fi

a Princiche a fua
il

luogo

defcriveranno
fia

Da

tutto quefto divifamento

dovr conchiudere, che


,

mondo, o

quefto gran teatro

di

efleri
.

prefenta alla nofira

veduta due totalmente diverfe facciate Confiderato per uq verfo, egli fembra un derizioffslmo paef, ed un felice foggiorno mentre per l'altro afpetto ogn'ora ci fpaventa con mille difuraE re forme, ficch pare la patria de' guai , e degli fconcerti ficGome a chi in tempo di primavera fandb in alto colle, vede
: .

valli

piagge , ed amene da un lato verdi prati, ombrofi bofchetti e dall'altro fcerge montuofi dirupi , precipitofi valloni , , orride felv,. e grotte, e fiere; cos chi pondera gli effetti e gli: ufi de' varii corpi trova da una banda tanti utili minerali ,. tanti frutti ed erbe che vagiiono agliuomini di falutiferi rime,. ,.

dii,

e: tanti animali altres, quali per nudrirci, e quali nati pec agevolarci: e dall'altra vi mira tanti minerali,, ed erbe, ed ani* mali , che fono e contengono veleni poflenti e mortiferi , fer-

voli

macchina nofira. Per quefle piaceformano una bella concordia fulla terra: ed i veleni che fembrano s difadatt, nocivi, e fuori di armonia, mofirano anch' elfi un concerto nobiliffimo de' corpi, e varie utilit eziando gli uomini da'medefimi ne ritraggono. Ma, di quefo cos dilicatO' punto fi dovr ragionare a, miglior uopo*

vendo a dare
,

il

crollo alla

e quefte funefte vedute

SS

RTA
D E L
S
I

ONE
R.

If.
,,

DELLA NATURA, E CAGIONE DELLA K ABBIA NELLA QUALE SI CERCA, QUALI POSSONO ESSERE, I PRESERVATIVI, ED I RIMEDI!
G N O

FRANCESCO BOISSIEU
B_M
S:

W AG:

PREMIATA, dall' AeCADEMIA. REGALE DELLE SCIENZE a.


Iscrizioni, e Belle.

Lettere di Tolosa, e comentata. dal pottor in medicina

MICHELE ATTUMONELLI,

i6

A. T DELLE
TRATTATE
IN

MATERIE
Num.
I

QUESTA -SECONDA DISSERTAZIONE.

JL>/regno dell'Autore. Ci che d occafione alla Rabdta-l


Habbia fpontanea , Rabbia comunicata^ Infexione tmmeiata della
Infezione mediata
Perc/j
i
,

II

HI
fal'tva

iin a

V
VI

.^11 e

Due forti di La volatile. La fijfa.


La

ftntvmi fon differenti ^ parti nella bava

vili IX a XII XIII

XIV

XV
XVI
xvii xviii XIX XX e XXI XXII
XXIII

fijfa fi attacca alle carni. della Rabbia. fifa il fermento

Niente ne paffa , f non dopo lungo tvmpo nel fangue', Perch effa tardi a pajfare.

Domande chimiche. Prima domanda^ Seconda domanda.


Perch
effa in Jeguito vi pffa in poco tempo. Effetti del veleno fulla cicatrice. Differenti eletti del veleno nel angue

^uefo veleno in un Jubito coagula Sinromi della fpeflezza. Fievolezza del polfo Freddo del malato .
Laffez.t.a

ti

fangue

XXIV Kxv e XXVI Kxvii a XXX


XXXI XXXII XXXIII

Triflezza.
Moltiplicazione del fermento della Rabbia
dentro Jl volatile del veleno fi fpande di corpi uninMli

xxxiv
i

XXXVI

nervi

xxxvil a XL XLI
XLII
Di'

Origine della luce

..

^7
Digrcjfione fuir ekttnct
,

XLIII a

xlv
XLVI

Qualit del fluido


Il

ter'oofo.

XLViiexLViir fuco nutritivo vi ft ane/a; e quafi non prtjfa. La forza del fluido nervofo crefce ci eh' provato a priori ,
:

&

a pofteriori.

xlix
crefciuta.

SINTOMI DEL SECONDO STADIO DELLA RABBIA. Le li


Forza mufcolare
LI!

Perch il polfo non crefce come le forze , 1^/ [angue d innovo diviene fluido. Sviluppo delle particelle ignee del angue Differenza della forza de' fintomi fecondo Punture vive ^ e dolorofe,

LUI LIV
.

LV

fuggett.

LVI
LVII LVI II LIX

Kefptrazione faftdiofa.

Gran febbre
Tutt'
i

in certi caft

fcnfi Jono cjremamente vivi

LX
LXI
e LXir

Scnfbilit degf Idrofobi.

Gli occhi fon brillanti , e fcintillanti. Priapifmo degl' Idrofobi, Cagione del furore L'orrore dell'acqua nafce da. pi caghnt infieme
.

LXIII

LXIV

LXVI
Lxvir

LXVHl
LXixaLxxr
e

Mucoflt

dell'

efofago^ forgente del veleno riprodotto.

Infezione della faliva per quefa mucofit Irritazione della gola,

LXXii

Lxxiil

LXXIV

azione. Gl'Idrofobi non pojjono efprimere quejafsnf Puzza degli fputi.


Difficolt d' inghiottire
i

LxxveLxxvi
LXXVlI LXXVIII LXXix

folidi

Sete

bruciore

d'urina^
;

cojip azione

Veglia di mordere

fuoi motivi

Lxxx
Lxxxi
Lxxxii Lxxxiii a Lxxxvi LXxxviI e LXXXVIII
'
-

Prurito di mordere. Sputo -frequente.


jltri

motivi della .voglia di mordere.

Vero delirio rado nella Idrofobia, aperture de cadaveri. Cura della Rabbia.
Rirnedi prefervativ,

Rime da

curativi.

Varie ojfervazioni

LXXXIX XCVII XCVIII a CXI cxii a cxxi

xc

AV

i8

AVVERTIMENTO.
Le
piccole note fegnate colle lettere alfabetiche fono dell' au;

tor Franzefe

quelle poi con cifre arabe fon aggiunte

dal

Tra-

duttore.

d:s.

li?

l.'^^,-^'

**

v:^
-s^

^^
-^'^

v:^ ^^

v!'

/31?) xf

DISSE-RTAZiONE
Della
'riitura
,
-

cagione della
ejfere
i

Rabbia

,
^

e/A^ quale fi cerca quali

pojfoio

prefervatvi

ed

rmedii,

DISEGNO DELL'AUTORE.
I.

Li autori che anno fcritto fuUa Rabbia , tra' quali Celio Aureliano, Schenkio,e tra'moderni i Signori 0, Liller, ed Aftruc , non an lafciata cofa da defideIfl'^^^^'i^ rarfi fuUe denominazioni (a) , fintomi (b) , origine (e) ,ed in fine fopra la ftoria diquelh malattia (i).

^^"'^%^

G
(a)
.

2
.

bies .tjfquie

Grace Hydrophob'ta Cylyjfof. Phobodipfos Pheugydron. Latine Rapavor. ^gri Hydrophobi Hygrophobi ^erophobt .Brachypotae
. . .

Hippocr. Pantophobi
(b)
(e)

LyffodeHi , iyi'ppetentia uebemens , atque tir^or potusfine ulla rattorte Omero Iliade lib. IX. v. z^p. Celio Aureliano dice
.

C<Bl.%A'ureliai.

che

il

primo

che ha Icritto di quefto male , flato Democrito Schenkio ha computato un buon numero di autori

come

Salio, Pal-

molto bene fcritto fulla Rabbia Il Signor Aftruc ha compilate, e difpofle buone offervazioni d' Idrofobi di Meynes dopo il quelli di Marueiols dopo tre Medici dello fteffo Signor Barbuty e di paefe Noi le citeremo fovente per fatti , che perfona non ha meglio maneggiato di queflo faggio ProfefTore di Toloia che non pu abbaftanza lodarli (i) La Storia delle malattie una delle parti pi utili ed iflruttive

mario

che an

del"

so
della

DisseitazioneIL
Medicina
di
i
,

an prodotto
ricoglie tutt'
.

poich elJii ci preferita a un occhiara ci che intiere et pi degno: e trapaffando le nerili ed incolte notizie, ne bei fori , onde al pofefTo delle compiute dottrine fi poffa

Ma non quella la ricerca eh' io imprendo a divifare fulla pervenire quiilion cotanto Tentilsta della flcria della Rabbia in cui debbo diciferaf fia quella una malattia antica , re ed al pari dell'altre conofciuta in ogni tempo ; o pure fa un nuovo malore introdotto fra noi dopo 1' et degli antichiiTuni Greci lccome di qualche altro ei pare efer addivenuto. Nel vero la lebbra, morbo il pi orribile e fchifofo, introdotto una volta neir Occidente, per la negligenza e non curanza delle genti fi dilat e propagoffi comunicandofi col contatto a guifa della rogna e della pelle; e non ha che tre fecoli eh' fvanita Il vaiuolo eziandio era malattia dell' intutto ignota a' Greci , e non fu che per le guerre de' Saracini che s'attacc all'Europa, facendo ftrage nelle varie Provincie della inedefima; e dura tuttavia. Anche il mal venereo ha poco pi di trecent' anni che alligna fra noi ,e trionfa dappertutto in coloro, che fcapeflrati fi danno in preda agli ofceni piaceri: e fpecialmente ci s'avviene nelle grandi Citt , dove l'abbondanza dell'oro, i comodi, la libert , e I' efempio cooperano infeme a un tal incendio Veggendof impertanto for, , , , . , .

gere delle malattie nuove di tempo in tempo ,' non pochi Medici antichi e moderni di chiariffima fama, furono di avvifo^ che la Rabbia fa anch' ella un nuovo male ed agli antichi fconofciuto ; tanto pi che fi offerva

un profondo filenzio da Ippocrate 10 per dopo avere col favore


,

fu della raedefma

di attento e fevero
,

efame
trarfi

ben ponde-

rate quelle autorit

degli antichi

dalle quali

potea

notizia della

Rabbia , mi fon propofto moflrare eh' della antichifllma , e eh' fiata in ogni tempo che vi fi trovarono de' cani Anzich un altro punto ci il parer davanti; e fi , che non evvi di cotefte malattie che fogliono dirli nuove e che tolte di mezzo le accidentali , que' mali eh' oggid veggiamo , fempremai fono flati i mali che o , ci che vale lo ftelTo
.
:

jiel

lungo rivolgimento di tanti n fecoli , ed in quefta fua , quafi diffi , et decrepita , fono i medefimi ma dalle il morviglione , la lue venerea fon malattie nuove la lebbra , loro proprie fedi a noi comunicate Iliade di 11 Signor de Sauvages nella nota (e) cita il libro nono della Omero per moflrar T antichit della Rabbia fenza che per egli ne riferifca le parole di lui Ma della fua fcorta io mi avvalfi fulla prima per
ancor giovane
fi

mondo
,

videro

dopo

il

rileggere e riconofcer

vare

i fentimenti del Gran Poeta: ed ebbi campo di tronon pur in quel luogo, ma benanche nel libro ottavo, e nel decimoterzo altres della Iliade , ci eh' ei ne dilfe di cos flrana malattia , ch'egli al certo conobbe, e francamente nomin. M'avvidi pofcia che ancora qualche altro Scrittore avea accennata la medefima rifeflone Per Io elle in tutta quella inchiella io produrr qugli argomenti tratti da'Poe,

ti.

SULLaRaBEIA^
ti
,

21

Scrittori eziandio, che contengano , qualche novit , trapalando quelli che fono sforniti di ogni aria di nuovo j e fon cos rancidi , triti , e volgari , che fembran piuttofto bagatteldi fenle da metterfi in ifprezzo , che occupare le menti di ogni_ uomo
e

da' Filofofi Greci

e da' Latini

no. S'io giunga

al

mio
fon

fine, dilucidando materie,


in denfiffime tenebre involte
acquifli

che in quelle et ri,

mote e non curate rem noi certamente

in tal

campo

fa-

de' bravi

Ma

Celio Aureliano intanto, che rapporta gli argomenti di coloro che io' flenevano 1' antichit della Rabbia fra' quali ei medefimo fi pone , mofra tener in poco conto le teftimonianze di Omero , e de' Poeti tutti^ . io fon molto lungi da una tal credenza Veggionfi in quel divin
, .

pi difficili e fublimi fpeculazioni ,le pi belle e profonde fciereze che divinamente fpajfe vi fi riconofcono , cos ben ordite ed intrecciate , e dove mefcolate e dove fpartite, ficcome moftrato ci anno quei no^ bili ed elevati fpiriti , e que' pellegrini ingegni che l'an comentato Nuli' altro poi moffe Celio Aureliano a non contare le teftimonianze del in cui Gran Poeta, che il vederf quell'Epico poema un nobile teffuto non altro vi giuoca che la favola, la quale applicar non fi dee per iflaPerciocch la bilir i fatti veri . QLiefta oppofzione per a nulla monta poefia di Omero altro non fa , che dipingere ed abbellir le opere della

Poeta

le

Natura

non appagandofi
,

ella delle

bellezze che

fi

veggiono fparfe nel

e grembo della materia , ne raccoglie da ciafcheduna il fommo foave armonia del verfo e colle illufori figure le adorna, e l'animo fce
,

colla
rapi-

il

Ma
va
e
'1

quale intento rimane a quei dolciflimi- concenti. per venir a' fatti fenza pi lungo rigiro di parole,

la

prima pruo-

antichit della Rabbia de' cani , dee prenderli dal libro ottavo della Iliade, dove Omero defcrive ; che dopo una sran battaglia in cui la vittoria piegava dalla parte de Troiani , i

pi precifo

monumento

dell'

Greci animati
lora diffe al

dall

aquila di

Generaliffimo
,

Agamemnone
.

uncinate freccie

avea uccifi

nuove zurre. 1 eucro alavendo egli lanciate otto ma non potea per otto giovani guerrieri

Giove, vennero
,

che

cuotere Ettore cane arrabiriato

ToDtov

Vw

iu'vx^xi

BxKhiv

nv'vx Kvtfrtir^pX'
,

Hunc vero

nequeo percuter^anem rabidum

In quefta femplice defcrizione originalmente qui allegata, noi vi ravla Rabbia de' cani. Poich Teucro volendo far menzione di Ettore, cio di colui che tanta molefiia , e s grande impaccio recava a Greci, noi nomin egli ; ma fecondo la volgar fama, e per difcredito ti chiam cane arrabbiato. Tanto naturale par che gli era, anche in quegli eroici tempi , quefia malattia a' cani pi , che a qualfivoglia altro animale. Chiunque confider poi la ftrettezza delle efpreffioni onde abbifogna 1 Evifiamo pic

22
pico poema' e ben dire, che

DissetitazionfII.
come
i

pi gravi autori fovente an per coilume di dir

le

cole accennando, allorch al fungetto intraprefo

non

s'

appartenoono

pu

Omero della Rabbia in quefio luogo alla sfuggita ragioni, e ne faccia motto come di co'a gi conta e ricevuta ^ alframenti avrebbe dovuta indicare la fua maraviglia, e perfi'.ader l'animo di chi legge , per render credibile un tal novello malore de' cani ficcome foventi volte a buona ragione ei fa , quando produccndo qualche nuovo forano avvenimento, onninamente in quello fi fpazia quello dipinge, e fuor di modo talora di quello fi compiace. Ma fra poco fi far qualche altra diligente
:

confiderazione fu

tal

teftimonianza di

Omero.

Recher in lecondo luogo il racconto del libro nono, e del decmoterzo della ibvrammentovata Iliade, dui quale pi da prelfo fi viene a ritrarre un plaufibile argomento per iftabilir vieppi^i la vecchiezza del mamedile della Rbbia Mentre i Greci Troiani cufiiodivano la Citt tavano di fuggire. Ma Neflore fofiienne , che fi rendefie di nuovo favore.
i

vole Achille.

Al

quale

il

Generaliflfimo

mand
,

per

Ulifie tanti doni

pregandolo quelli che tornafle ad unirfi fecoloro perciocch eranfi i Troiani accampati vicino alle navi ed al muro- ed Ettore veggendofi da Giove favorito, pi non paventava uomini e Dei, effendo da gran Rabbia In vefato. KpaTfp; Zet "h-vra-x SfSyntv , tn^ens enim ipfum rables fubi'tt fine nel libro decimoterzo riferifce il Poeta che Ettore cogli altri focii mont fulle navi , fperando di uccidere i Greci tutti Nettuno allora ufcendo dall'onde, gli animi de' Greci fieffi dcft , ed a' due Aiaci favelch'egli non paventava i forti Troiani, ma ben temea /ifore lando dife m-rabbiato , che a guila di fiamma conducea le fchiere
.

'H?

oy

XyTa-aSn.5

f^Xoy ikXos tyiixovs'Ji

"Ektmp ...
Qi'a hic rabiofus fiammce yar
,

ducit cop'tas

He&oy

Da quefi due altri luoghi , dove lo fteflfo Ettore vien chiamato e da Uli(re,e da Nettuno, arrabbiato, refta ben chiarito, che Omero conobbe la Rabbia , e la defcrif'e col fuo proprio nome Che vai quanto il dire , che in quelle et, ficcomc cranvi de'caiMfrabbiofi, cosi quando volea efpri, .

mere la gran collera Rabbia; paragonando


rore che fuol avere
fo

facea ufo

il

Poeta

di quella

voce

a tal

modo

il
,

forte fdegno d'un

uomo

che fignifica la con quel fu-

un fuggetto
.

quando arrabbia per

eflere fiato

mor-

Aggiungafi un altra non difpregevole ragione la quale ben difaminata , adatta alla nofira inchiefia fi truover.E fi , che r antichit d' una lingua dee conofcerfi dalla dovizia delle voci, dalla propriet delle medefime, e dalla variet de' Dialetti Or chi potr niegare, che tra tutte le lingue ch'unqua vi furono , la fola Greca tal
,
.

da

qualche

cane

nual

SULLA RABBIA.
qual era

y^3
,

viva
le

tempi fublime
a'

di
,

Omero

non
,

fofTe la

pi copiofa
,

la

pm

leggiadra

e capevole

qual molle cera

ed efprimer tutta intiera la Natura ? , Laonde a torto avrebbe il Poeta ninno di Omero fu pi felice ad Ettore attribuite le parole -Kvtsx e \v<f<rSihi , cio rMia e rabbiofo, innanzi data pref cotai voci non gli fi poteano adattare; gi avendoci egli Alle quali due parole io cifa idea del cane arrabbiato y.vvx T^v^mr^px . un tornando , adduco le rifleffioni del celebre Euftazio , con agguigncrvi mio cemento , da cui fi rileva la natura del cane quale fia , e quale lo neceflane flato miferevole in cui fi riduce quando arrabbia j notizie ben

forme
,

di ricever tutte quante Dove trattifi poi di ag-

giunti

a'

Medici

tutti

Euftazio adunque Vefcovo di TefTalonica , fi fu uno di quei campioni , che nel fecolo duodecimo dopo la fruttfera Incarnazione , non prooftante la dechinazione dell'Imperio Greco che gi tendea a sfafciarfi , duffe i dotti comentarii fopra Omero , che dimolto fervirono ad illuftrar nuvx, lo ftudio dell' antichit, e della erudizione. Nota egli, che la parola
e eh' efprime
il

...

valenti

cane
.

trae la fua etimologia a

rxp to
,

ml'w

cio dal!
di ella

rimanendo che vien foftenuta dalla natura la forza, l'intelletto ben pago Il cane appunto, oltre la fua vivacit , quele la fpeditezza de'fuoi moti , che ardore e coraggio gli danno ; ha la bellezza , e quei fentimenti s dolci e piacevoli verfo il fuo padrone, ed vegghiante per gl'intereffi e per la cuftodia di lui, e cerca ad ogni modo di preftargli de' fervigi nelle cacce, e nelle gioftre , e fin paffando cane a nuoto i fiumi e torrenti Perci fu detto niiocv^ qiv\oS<r-i:oi // amante del padrone Se fi rifletta come venga a' piedi^ del fuo Signore e muoa deporre la fua forza, e ad accarezzarlo, abbaflando gli orecchi vendo dolcemente la coda cane Argo di Uliffe^ defcritto da
emare
;

fignificazione

guifa del

Odiffea , di leogien fi comprende, perch Efichio il chiam In fine f gli i affidi la cuftodia della cafa , odi qualche chiasreooia , da lunge conofce ol ftranieri e con latrati od abbaiando, ma aiuto , e cerca di combattere , di guadagnare , o di reipingere i,i nimico e quindi al cane fu eziandio meftb il nome di uXxkT^P , cio dal

Omero

nell'
.

ftta?vav8is

baiare. Da ci fi rileva, che il nome Greco del cane (Hy^v), non fi ''f'^v^ dal perch effo pieno di ardore ama di cacciare, e diftruggere le beine; o perch ardente nell'amore, e dimolto portato alla venere ; ma fibbene perch grande la fua manfuetudine e la fedelt , ed ammirevole il fuo amore verfo il padrone, ficcome a propofito interpret Euftazio.

me

Divien lulle priil cane , quando arrabbia maninconofo, e folitario non abbaia, non latra; ma cammina mormorando, avendo ad ifdegno ogni cibo e la bevanda. Moftra agli ftranieri tutti la fua indole feroce, focofa , e fanguinaria pi di un cane
ben cangia di natura
, .

Ma

trifto

falvatico

Abbafta
.

in filenzio

cammina a guifa di ebbro , ed gli orecchi e la coda Pofcia va, viene; ed infulta gli altri animali , gli uomini,
:

e fin

24
e fin
il

D
Io
fiefib
,

S
.

E R T A Z
.

O N E

IL

padrone

fuo afpetto

Divien l'odio degli altri cani , i quali fuggono temendo de' fuoi aflalti Veggendofi intanto anelare , co-

occhi lagrimanti e polvero/i , andare fcorrendo le frade colla' lingua in fuori quafi arfa e bruciata , e cacciare dalla bocca tanta fchiuma avvealla fine diventando furiofiffimo , ed elTendo relpinto e maltrattalenata to dagli uomini, f ha campo di ritirarfi od internarfi in qualche bofco,
gli

fura dal cofpetto di tutti

fi

abbandona

termina colla morte

Pel-

ragione fu dagli antichiffimi Greci, e da Omero la Rabbia detta XvTTx , o pure Xvttx , -e '1 rabbiofo XlkTtjjtiip vocaboli che fon derivativi del verbo Xoe^v difciogliere. Vivciocchh un cane arrabbiato , quafi fciolle che a

to e libero va fcorrendo
deli
.

forprende gli altri animali, gli uomini, e morj Per efler poi la Rabbia una malattia pi frequente a' cani , che ad altri animali j la voce Xytro-st da' Greci fu precifamente data alla Rabbia de'medefimi lo che fi conferma da ci che fcriffe Diofcoride ( Li b. VII. Cap. 2. ) Can'ts fublto rab'ie corr'tpitur . In quefto fenfo medefimo fu la voce >,j;irr adoprata da' celebri Poeti Tragici Sofocle ed Euripide . Il Poeta Epico , cio Onder , agevol, e Sofocle , che fiori quattro iecoli e pi prima fpian la frada a coftoro del teadell' Era volgare , che tanto difiinfe la nobile maefl dello fiile tro , e la cui fublimit , e dolcezza furono inimitabili ; in una di quelle poche Tragedie non involate dagli fcempii, e dall'ingiurie de' tempi , ed intitolata il Filotete ,n{'z la parola Auo-o-wSais per efp-imere la Rabbia" voce imitata di poi da Plutarco. Medefimamente Euripide, che prefe al, .

tro

cammino

non effendo

fiato

egli cos

gonfio

forte

e fuori del ge,

Eo degli altri .uomini con^e Sofocle ; pi dilicato, anche fi fejv della voce volle ch'cfprimefie

ma

pi elegante

pi dolce

Af<r<r;;f^ff,

ed ugualmente la Rabbia

increfce di andarmi cotanto pi fulle autoGreci Poeti ravvolgendo , avendo a bafianza moche i cani eran l'oggetti a diventar frato , ched' eglino ben conobbero rabbiofi Or f cani arrabbiati eranvi ne' tempi di Omero , cio trenta fecoli a dieci'o j egli pu dirfi a fidanza, che dovette' allora pi volte avvenire , che uomini infelici abbiano ricevute delle morfure, e fieno flati attofficati da'medefimi, per lo che rabbiofi diventarono ancn' elfi Per ifchivar la forza di tante teftimonianze , cento fchermi potrebbono di fiffatta malattia per invertire ed intoriifare li difenfori della novit bidar la noftra credenza, con dire: Voi che ci avete imbandita unamenfa di antichit , dite di grazia, e perch mai non fi fa alcun motto de'fintomi cagionati dal fuo veleno e Ipecialmente dell' orrore dell' acqua ? Ma chi quello chiedeffe , ne vuol troppo Noi per ora fiamo a dimofirare colEd pur lo Ichietto Audio degli antichi Poeti l'antichit della Rabbia troppo , che dovendo Omero defcrivere le ichiere , 1' ordine del campo , tu i fatti d' armi fra i Greci ed i Troiani , ne d quelle notizie , dalle
a
rit degli
antichifi[mi
, . . ,
.

Ma

me medefimo ormai

q^uali

Ma con qual ritraggono varie cognizioni di quegli fcuri tempi animo pretender fi vuole , che abbia dovuto egli a trafmetterci con ogni minutezza tutt' i fintomi, e la ferie regolata de' memorabili accidenti che cagiona il morfo del c&n rabbiofo agl'i uomini , mentre il fuggetto del fuo Poema era di parlare della guerra di Troia? Sarebbe fiata cotefl:auna
quali
fi
.

SULLA Rabbia!

25

fravaganza

Oltracci eflendo la Rabbia


nella

morbo

naturale de' cani

ed a-

Divina Iliade defcritti i luoghi della Grecia e dell* ficcome nell' ammirevole Odiffea partitamente nomina le varie contrade delle nofire due Sicilie ; pu ben Ibfienere chicchefia, che re' detti luoghi della Grecia , ed in quefto noftro Regno , eranvi , ficco-

vendo Omero Afia minore ,

oggid , de' cani rabbiofi Intanto a molti antichiflimi Medici venne in penfiero, ficcome not il medefimo Celio, che Omero nelle allegorie dell' Odiffea aveffe parlato del fintomo diftintivo delia Rabbia, o fia della Idrofoba: e particolarmente avefle ci egli fatto in quella si bella, quando Uliffe, giunto all'Oceano,
.

me

fi

fcendendo nelle fanze di Plutone , dopo aver vifie apparire le anime madre, di Tirefa,' del Generaliffimo de' Greci, del grande Achille , e quelle di tanti nobili Eroi , defcriffe Tantalo j il quale non potea bere, tuttocch le acque di un fiume gli fieffero dappreffo. In quanto a me poffo afficurare , che non vi truovo in quefi:' altra inchiefla quegli fpediti fentieri, che ne' difopra divifati tre efempli della Iliade fi fon ravn fa meflieri vifati^ laonde convien qui parlare con una certa ri ferva ,
di fua
:

s nella immagine accenda dimolto la fantafia , ed afl&curi , e dica Tantalo il Poeta intefe di parlare della Idrofobia ; nella quale afferzone puot'effervi della illufione, e della fallacia molta. Ma innanzi di profferire intorno a queflo argomento il precifo e difficil giudicio, forz' e faminare il racconto di U'iffe , come il defcriffe Omero Pofciacch 1' Eroe d' Itaca fi part da' campi di Troia per tornar in Illa patria, fu da' venti fpinto alle piagge de' Ciconi nella Tracia* donde fuggendo , fu da fiera burafca menato alle fponde dell' Africa , laddoDi quivi ve'eggiando, ve oggi Tripoli , e eh' era la terra de' Lotofagi giunfe alla regione -de' Ciclopi in Sicilia che abitavano in profonde fpee di poi and nell' ifola di lonche fcavate nella vetta di una montagna fi 1' ifola di StronEolo, che per confenfo di Strabene , e di Solino goli Da quefto Re ebbe 1' otre famofo , in cui erano i venti imPofcia approd al paefe de^ Lefirigoni, eh' era Mola di Gaeta, prigionati Quefti crudeli e feroci ficcome intendono Cicerone , Plinio , e Solino

che

fi

di

uomini uccifero ad Uliffe quifi tutt' i compagni ; per cui egli dolente pordopo un anno di dalla quale toffi air ifola di Ponza dalla Dea Circe dimora con Lei , Teppe che ir dovea all' Oceano per confultar Tirefia . Non fi rifiette fin fu ad effo Oceano pervenuto e col giunto, dopo i fagrificj , entr in quelle fedi e dopo i molti Eroi vide Tantalo , che in D

26
Samuel Clarke

Dissertazione
da

IT.
del

in tal guifa viene defcritto


.

Omero

fecondo

la

traduzione

celebre

i Jane Tantalum

'vtr/i

pyaves dolores ftiheimteyn

Stantem in lacu ; hic autem attingebat ad mentum Vdebatur autem fnienti fimilis , ad b'tbendum autem non poterai caperei
enim inclinaret f fenex, bbere cupiens Tttes aqtia peribat abforpta ....
Qj'.otes
,

_Or da qiiefto alquanto lunghetto, ma importante fquittinio del viaggio oi Ulifle, in cui trovaf un femplice racconto delle varie di lui peripezie, fi pu conofcere qual la l'acconcio fenfo della cotanto ormai divolgata allegoria di Tantalo Per onore delle nofre contrade , e per la pie.

na intelligenza della medefima , ognuno dee efer perfuafo, che per l'Oceano d' Uliffe non debba intenderfi il vafo pelago , cerne intendianio oggid^ s perch impoffibile che abbia potuto quell'Eroe con una femplice barca valicar mari si ampli e tempeftfi, lo che il poflbno foltanto ben fornite guerriere navi s ancora perch da prefib al medefimo Oceano vengon mefli dal Poeta i quattro fiumi, cio la palude Stigia, le acque di Cocito il Piriflegeton acque di Caronte", le quali da' e le Poeti tutti furono allogate in Pozzuoli , dove eravi abbondanza di acque calde , e minerali , e torbide, e di tanti fuochi. Giovanni le Clerc nota benanche, che la parola Oceano, fecondo il valore antico Orientale, dinota crater , laciis , lo che ci aiuta a far credere, che Uliffe venne nel noflro Oceano , o fa nel cratere di Napoli Queflo ftefio il fentimento del celebre Letterato Brodeo del Cluverio , e fra' noibi, del fu D.Ja, copo Martorelli Gli Eruditi impertanto , eh' an prefa a fare la ricerca fuU'allegoria di Tantalo non fon iti tutti pel medefimo fentiero ; ma chi fi avviato per una firada, e chi altra traccia ha feguito Che abbia ella gran rapporto coJl'orrore dell'acqua degli arrabbiati, k\ credettero quegli antichi Medici. Ma f alcuno, dietro l'autorit di tali Scrittori, vi voglia veramente intendere una fpczie di arrabbiati Poich io non so indurmici

chi

affermnfTc

che

il

Poeta defcrivendo
,

bei detti

di tanti Eroi

di

lancio ufcilfe poi ad un diverfo fuggetto


dicinali
e di
,

cio a parlare di

torto farebbe

Rabbia avanzerebbe una fcipita e al merito di Omero Pur tuttavia per mio difcarico debbo
,
. .

materie mee gran melenfa notizia

dire^ che in quel pafTo riluce 1' Idrofobia di Tantalo" in certa guifa vi degli arrabbiati Perciocch il delitto di Tantalo , fecondo la favola fi fu j^ non gi l'aver egli fparlato degli Dei , come pare che fi credette

Ovidio, mentre
QiiiVrit

fcriffe

aquas

in

aqttis

Tantah'.s: hoc

illi

' poma fugccia garniU lingua dedit


,
-^

captat

ma

sullaRabbia.
ma
fibbene
1'

27
fuo figliuolo
,

aver con furore e con rabbia uccifo

il

e da,

tolo per pafto agli

Dei medefimi
.

Cicerone nelle fue Tufcolane

fcrifie

che pel furore ebbe Tantalo il gafligo della Idrofobia* lo che vien notaFie bene per qui rammentare , che to nella Enciclopedia Franzefe Omero in quel libro diftende le mire de' mortali , anche di l dal fepolcro
:

e quindi
,

volendo
la

far parola de' gaftighi

vita
ten

fecondo

variet

de'

delitti

a Tantalo pel fuo

che gli Dei danno all'altra rabbiofo fdegno

difegn l'impotenza del bere . L' Illuflre Gherardo Van-Svv'iebravo Scrittore di Pratica Medica, e che tanto plaufo efg per tutta Europa, anche fi fervi della medefima favola per diiegnare i patimenti e le angofcie, che un arrabbiato fofFriva nel non poter bere, tuttocch gran voglia ne aveffe . Nel comento all' aforifmo. 1138. del Boerhaave fcrive cos Interhn mifer ille , Tantali pasnas patkns , deleBabatur bibendi Imaginatone , Ma bafi fin qui 1' aver detto intorno a tale argomento, il quale con una certa equit difaminato par che vienfi a diffipare quella fofca nebbia in cui fembrava immerfo j e vi appare un bel chiarore per far corrifpondere le cognizioni noftre con quelle degli antichi Ed intanto io mi fon ito raggirando per tante s malagevoli firade con Uliffe , per giugner l , dove m,ia mira era di pervenire. Ognuno per full' allegoria di Tantalo fi accomodi a quel partito che pi piace Facciamo un altro conto . Oltre del cane fovente il lupo foggetto ad arrabbiare E' quefio una befiia da tutti gli-altri animali odiata , e di cui ne tremano / per lo che forzato fuggir l'afpetto di elfi , ed efier
attribu e
,
: . . , .
.

abitatore de' bofchi e delle forefie

Tra

tutt'

carnivori e falvatichi

il

Jupo il pi divorato dalla fame e dal difio delle carni j laonde va (correndo le campagne, ed affaltando i chiufi ovili: e quando ci gli riefce indarno , d la caccia alle fiere , ed alla rinfufa ancora trangpggia tutto ci che trova , non eccettuando n carni corrotte , n pelli infradiciate Maraviglia non che ficcome da' Greci fu il lupo chiamato AuJtoe , vo. ce che opportunamente fi trae da Kvnv fciogHere merc le fue caccie , e
. , , cosi per li fuoi cibi , per la tempera , ed in generale vivere , fuole diventar rabbiofo malattia che anche naturale a tal razza , e fu medefimamente conofciuta dagli antichi Poeti Greci. Vaglia per tutti l'autorit dell' eccellente, e celebratiflirao Poeta Teocrito. Quelli in un fuo Idillio cosi fcrifle.

'

le

aflute fcorrerie

pel fuo

modo

di

Perfuaferit quidetn Milon

&" ut lupus Jatim

Jn

rab'tem

agerttur

fcoverta la Rabbia de' lupi dal verfo del Greco Poeta di SiraSe quella delle volpi poi ugualmente gli antichi aveifero faputa,io non ne rattrovo notizia ^ ma ce n" accorgeremo appreffo j rilevandofi evidentemente dagli Scrittori pofleriori

Ed

ecco
.

cufa

Da

Da

28

Da
vare
,

tutta

S S K R T A Z I r queRa difcuffione delle autorit

O N E
de' Poeti

IL
Greci poffiamo
rile-

che in quella et in generale su tal malattia fi fapele quello che fappiam noi cgpid e che il vocabolo "Koro-x fu fulle prime mello pei' efprimcre la Rabbia de' cani; e che dipoi fi trafport a dinotare i fiiriofi sdegni dvgli uomini. (Quando poi crefccndo le oi'ervazioni fi fcovri , che il male della Rabbia era eziandio gagliardo aifalitore di altri animali;
:

vennero voce, o
di
filo

Sa""i Greci nella rifoluzione di aggiLionere al

nome
,

'hvo-ra. la

il

nome

di

quell animale che diveniva rabbiofo

per toglier via

mezzo ogni ofcurit, ed equivoco qualunque. Uno de'diicepoli di Erochiamato Andrea, nomin la Rabbia de'cani jtL'vcXcjo-ov ed altri dif,

fero quella

de' lupi "KvMXvrTov

Ed

in fine
,

per gli

ficffi

motivi molti

Medici antichi, ficcome teflificano Dioicoride Plinio, e Galeno, dando credenza ad una certa pianta cotanto per la fua virt maraviglioia in cu rar coloro che da' cani rabbiofi erano flati accarnati chiamarono tal pianta oc'huTTov Su di quefia io dico per ora che non fo f diafi altra erba per determinar qual fia su cui fi moffa maggiore ed interminabil lite; ma ne parler in luogo pi opportuno Paffiamo alla feconda et, cio a confiderare quello che fulla Rabbia n an detto i Filofofi ed i Medici Greci che di propofito anno fcritto su de' mali Tutti fanno che tempo gi fu quando la Grecia tenne il fupremo grado nella Letteratura Certamente che diAinto Inoe nelle belle arti go tra quella dotta fchiera fi acquifi Democrito che aver date alla luce delle opere Mediche fan ricordanza gli antichi ; e fpecialmente debb'
,

cffer

qui

noverata quella che intitol


.

<?e'

morbi convulfi-vi
,

libro citato

da Celio Aureliano
fede ne'nervi,
tiliffimo
,

Qiiivi egli parl della Rabbia


li

di cui

ne fabil la
vi ca-

come
,

in quelli per
e

quali agilmente vi corre un fluido fotdal

elaftico

brillante, che meflo in difturbo


.

veneno

giona

medefmo Celio fu di avvifo , che il Il tormentofi fintomi primo che fcrifie fulla Rabbia , fi fu Democrito Io che , f egli voglia intendere dai ceto de' Filofofi , io volentieri glielo credo . Democrito inoltre , per conferma del fuo detto , e per far vedere che onninamente ne' nervi fi fpande il veleno rabbiofo , v' aggiunle due principali ragioni. La prima, perch fi vede negli arrabbiati una fenfibilit avanzata
i
:

non pur la luce ed i colori vivaci , ma ficch temono effi fcuotono ad ogni fuono , ad ogni piccolo firepito,ed eziandio ad ogni minimifTimo foffio di aria La feconda ragione fu I' ofTervarfi ne'rabbiofi il priapifmo che da un continuato /limolo che che da altro non nafce fafil a' fiocchetti nervofi delle pudende QLiefi^o tale fintomo fiato da' Medici pofieriori confermato e Plinio fcrifie, che il medefimo non folo dalla Rabbia, ma da' veleni di altri animali ancora fi prodotto. Deeli a Democrito per tanto dare il grande onore, ch'egli pens meglio lulla fede di tal malattia , die altri antichi benanche a lui pofieriori Perciocch chi di effi fi credette , che tal veleno fi filfalfe neUc
nelle fibre
,

fi

me-

SULLA Rabbia.'
.

29
,

mehi'^gi
altra
cerli

chi nel cuore, chi


.

nel

diaframma,

chi nello ftomaco

e chi

in

parte ftabilendolo

Dall' altra banda egli ben

vero

che il celebratiffimo Filofofo onde fi parla , , tanta fiudiata e fopraffina arte meffa nell'albero de' nervi la fede del male , e dopo s ben penfati preparativi , mentre credevamo noi di fentire
qualche buon rimedio
fa
il
,

n pu tadopo aver con


,

narci contenti a cafa con rivelare

grande arcano,
fi

e
,

chiufione
la

fu cotefla

Rabbia medicare^ egli chiede di meche un decotto femplice di origano ricercato fegreto per la cura di tal male. Con '1 in cui Democrito per un certo deftino dimodr
con cui
la
,
.

fievolezza delle fue idee

Vengo

ora a quello fcoglio


fi

nel quale dee girfi ad "urtare, cio


della

al

ve-

Dovrebbonfi qui innanzi fratto ridire , e sfoderare quei gran pregi eh' ofTervanfi nelle opere di quefio ver^ ed ammirabile Maeflro , e di quefio Principe della Medicina ; ma da chi non ha travolto il cervello non fi ftenter a credere, chea elle contengano il buono e'I meglio a faperJ per ben regolare la faPer la qual cofa Iute de' mortali , ed affinch i tanti malori fi fchivino alil noRro Leonardo di Capoa , bench fi creda di aver pi lenno degli tri umini, non fi pu leggere, f non da colui ch'ha gran provvida di
dere f ne' libri d' Ippocrate
parli

Rabbia

pazienza
ftro

Egli con

gran fallo, e con critica


il

canina nel luo Parere


il

ha. attaccata la

Medicina Ippocratica, che

crederefle in buon' ora

Mae-

pi fino dell'Arte: avendola per voluta far troppo da Dittatore, ha Ma ^cofa mai lafciato aperto campo a' Dotti di cenfurar le fue cenfure
.
_

diJfe

Ippocrate
,

della

Rabbia

Si
,

dee

dire pure fchietta

eh' egli

punto
tutt'
i

n poco n' ha fatta parola libri che abbiamo di lui


.

anche leggendofi con ogni 'minutezza

Potrebbe taluno fofpicare e dire, che forfi fanfi perduti alcuni de' libri d' Ippocrate, dove egli di tal male parlava s a dilungo come fa degli alfpecialmente f riflettafi che allora nella Grecia infieriva la crudel tri ; mora , ed eziandio la celebre guerra del Peloponnefo che termin co'fa dopo la grande fconfitta che gii Ateniefi niedefimi ebrovina di Atene bero nel porto di Siracufa;nel tempo delle quali pubbliche calamit molta perdita fi fece di libri Greci, e parecchie delle opere d'Ippocratefmared anche incerrironfi Ma- tutto quello parmi conghietturale fofpetto laonde non vi preflo fede. QLielIo eh' pi agevole a crederfi che to
,
.

alcuni de' fuoi fcolari impofiori , ed altri fabbricatori di frodi letterarie , per accreditar le opere loro o per adempiere altri vilifimi fini , diedono a' lor libri il pomnofo nome di lui : la qual cofa grande imbarazzo rec agli antichi Medici per difiinguere i veri libri da'falfi , ficcome pu
,

Galeno. "il quale tai falfit attribu al vii guache vaniffime favole fpacciarono , e fffatte merci traffero da! paefe della menzogna. E ficcome gli antichi medefimi rifletterono, tali impofure alle opere d'Ippocrate ordite , furono di grave pregiudifar tefiimonianza
de' copifii

lo flefib

dagno

zio

30
fuffiftente
fallo
;

D
;

lE

R T A z
tal

o N E
,

n.
fi

zio alla Medicina


la

poich in

guifa collo ftabile vero

mefcol l'in-

e fcoverte

eh' elle furono

una volta

fofpetta renderono

verit

medefima.

Perci, lafciando- da banda tutto queR, il pi attento efame fulla Natura , ci dee far conchiudere, che l'influenza del clima, che variamente dava azione a' cani di quei paefi , dove flanziava Ippocrate, impediva che
la

giatori

Rabbia in quelle regioni fi fviluppafie,ficcome parecchi moderni Viagcontano avvenire ancora oggid in alcune contrade dell' America

meridionale.

Ed

all'incontro evvi di certe altre regioni, qual' l'ifola di

Creta

detta oggid di

morbo endemico
(

not
l'tum

L'tb.

III.

Candia nel mare Mediterraneo , dove la Rabbia medelimi Celio Aureliano manif-rtamente il Cap. XF. ), H{ec en'tm infida alorum venenoforum anlraade' cani
.

atque pene libera, fola canum rab'.e vexati'r freqtientiffime . vi contribuiva dimolto a non fare si di leggieri fviluppar la Rabbia , la dieta frugale e femplice che allora fi ufava in buona parte della Grecia . Io qm non parlo della feverit Spartana mefla in opra da Licurgo- ma intendo di quella maniera di vivere alla Greca , la
difficls^

Ma

oltre

dell' aria

fplendea

quale generalmente era abbracciata , ed in cui una gran fcxnplicit vi riAllora il vitto delle carni non era cotanto ufuale , quanto il veggiamo oggid fra noi Meno , o per nulla , le pubbliche piazze era.

macelli di animali ripiene ; n i cani aveano opportunit di fovente faziarfi di carni corrotte, e di fangue putiido. QLiindi maravig^a non rechi , f la Rabbia folTe morbo ben rado j fpecialmente in quelliioletta amena dove Ippocrate vivea . Egli 'per notiffimo , che alcuni antichi Medici fi credettero , che
di
tanti

no

della

Rabbia n'aveffe pur Ippocrate parlato nel Tello


01

XVI, l,-

ve
rt
ili

(ppEVTiiioi

B^xyjjxirxi

-^ot^H
:

KadxTtToijL^vct

rprij^ic^iic,:

dove fcriPmnetici par-

'vibibuli Jlrepitu percuffi tremantes

parum

col vocabolo Qcci--)(^UTOTaii parvib'bidi oy^wpotantes volendo eglino, che s'intendefTero gl'Idrofobi. innanzi

Ma

efaminare un tal punto fa duopo che ben c'intendiamo il Lettore ed io. Ebbevi in ogni tempo di quelli, i quali volendo ricercare f nelle opere degli antichi fianvi quelle malattie, delle quali' effi faceano divifo^ dove non le trovavano , traeano termini equivoci da' di loro libri , accomodandoli alle proprie idee. Ma tutto quello a buon conto altro non era, che un pretto volo di fantafa ; la quale nelle Scienze , tuttocch brilli a
, ,

prima
errore.

villa

foventi volte

la

forgente della illufione


e

la

nimica della
1'

verit; un fallace

lampo ch'ai buio rifplende,


avvenne
e la
alle

che

fi

ftrafcina feco

Or

quello

fi

opere

d'

Ippocrate. Quello grand'

uomo

daddovero eflendo
dello della

il ialutevol lume della Medicina, il moprima forgente donde procedettero la fcfenza , e la ragione ; egli parca dilconvenevole che alcuni morbi aveller sfuggito il fuo guardo: che perci col mezzo di una catena di fofifiicherie, fi sforzarono alcuni foflenere che tutto ei vide Ne e di tutto bene fcrifie

flato riputato
,

Pratica

ab-

SULLA Rabbia.
abbiamo due efempli per
le

3^
^

vaiuolo, e 'I fecondo della Rabbia. Il perch in quella guifli, che parecchi Medici off;rvando defcriverfi da lui gli efantemi, e gli antraci, credettero l ftar afcofo il vaiuolo^ cos altri nella vece p^rvivraul immaginaronfi appiattata la Raobia. Ma dicendo quefto, non Io fefTo che voler fare un giuoco balordo di parole? Anzi cofa mai fi dice egli ? Ippocrate nel vero fi fu il pi

mani:

il

primo

del

Medico del mondo, defcrivendofi da lui le malattie ne' lor fegni , nelle lor cagioni, e ne'lor termini fatali: laonde, f pur gli aveffe olTeryati, come mai potea , cos alla sfuggita , e quafi dir per cifre, defia .lecito qui di dire, die il vafcrivere-efTa vaiuolo ?
onefto

Rabbia,

e'I

Mi

Greci , e non ancora dalle regioni Orientali , e dell' Egitto erafi fparfo per V Europa ; ficcome n tampoco quell'altuttaddue bene iguazzatro male deforme e fporco , cio la lebbra vano in quelle contrade dove 1' acque morte , pantanofe , e di cattivo odore ; 1' aria impura , gli alimenti , e le terre medefime ripiene di fancomecch ghi fetenti, e di fozzure li produceano , ed alimentavano. E dopo il fecole quarto frequenti furono i viaggi in quelle Provincie fpecialmente per gli efercizii della mercatura , pel trafporto degli aromati ,
iuolo fu ignoto totalmente
a'

.Ma

pofcia pi al tardi per le guerre facre


.

noftri

rono tai veleni Qiiindi , ficcome io il debbono riputarfi nuovi mali ma a noi Viaggiatori comunicati

diffi fin

dalla

Europei a cala portaprima , quelli non

dalle

proprie fedi per

mezzo de

Riflettendo poi al vocabolo Bpxyuitorxi parvibibult ,che. molto ^fomiglievole alia voce (ps^yo^poi ufata da Polibio, mentre difegna quegl'infermi che fv-ggon /' acqua , "non pu per verun conto intenderfi degli arrabbiati. Ippocrate al- certo in quel Teflo volle collocar piuttofto una fpecie di frenetici, che riporre gl'Idrofobi la qual cofa fu notata da Celio Au:

reliano
:

Celio partitamente al libro IlI.Cap. XV. cosi fcrifparvibtoulos. fe Item Hippocrates magis phrenhicos memoravtt non hydrophobos Tra i moderni il Dottor Jam.es ha molto ben cementato il medefimo ed ecco come fuonano le di lui parole , che ho tratte dal DizioTefto rario Franzefe , le quali mancano nell'edizione Italiana. Mais cet auCommen teur n' a jamais entendu autre chofe par &ox-)(_v^orai felon le taire de Galien , che ceux qui dans le fievres boivent tres rarement , ,, en tres petite quantit; & le paiTage entier fgnifie feulement , qui les phrenetiques qui boivent rarement, en petite quantit , & qui a font afifeftes du plus petit bruit , fon fujets a des tremblemens , ^& l ^U' des convulfions ". DBhnaire univerfel de Medecne, traduit de glois , editton de Paris de /' ann 1747 Tom. quatriem artkle HydrophoDa tutto quefio , fi pu con franchezza conchiudere , che Ippocrate bie non ebbe mai per le mani l'offervazione di qualche uomo refo idrofobo,
,

e da

Galeno

altres

&

&

perch morfo da cane arrabbiato


fofTe
,

r aveffe

bench a' fuoi tempi quei% male vi ; puntino gi fcritto Democrito-. E f egli di tal malat-

5 2
lattia

Dissertazione
.

II.

n'ebbe notizia, fu foltanto per fempiice relazione, fcch non fljm doverla nelle fue opere regiflrare, nelle quali egli tratta della Medicina Pratica, e de' mali che vide ei medefimo Ed ecco meflTo a fquittinio il Teflo d' Ippocrste , ed ifpiegato coj mi-

glior

lume
.

poffibile
,

eh' egli della realt della

Rabbia non

n'

ebbe ocula-

re ofTervazione

per quelle ragioni ch'io a

mio modo mi

fon impegnato

di a'.'durre II valore delle quali le traballi , o pur faldo ftia , il propongo ad ogni (aggio eftimatore del vero . Pochi al certo fi furono quegli antichi , i quali dal paffo tede recitato, vollero rilevare refiflenza dell'Idro-

fobia negli arrabbiati: e quei pochi, quafi con un trafiero dietro una quantit di Scrittori recenti

fifch-io

ch'ammalia,

fi

poco

Io per altro non mi crederei aver adempiuto -d' ora non mi fermaffi a confiderare ci

s Ariflotile quegli acpunto eh' erefie il fuo j Repubblica delle lettere, e che per tanti fecoli fu riguardato come il filo depofitario d' ogni dottrina Daniele le Cierc nele di ogni fcienza
,
.

mio dovere , f per che della Rabbia pendifpotico imperio nella


il

Ariftotile , per provare che la Rabbia negli uomini non appar, che a' tempi di Asclepiade. Ecco le parole che fi leggono prefib lo fieflb Clero tradotte I Cani dice egli , fon /oggetti alla Rabbia , ed alla gotta La prima di quefle malattie li rende furcf gli amraali cui danno di morfo diventano e tutti rabhioj y eccetto r uomo ed ogni Cote/lo morbo fa morire i cani mede/Imi ,
,

la fu2

Storia della Medicina

fece ufo del pafib di

animale

eh

mor/cato per un altro


fi

animai

rabbiofo

eccetto
,

uomo

Molti Scrittori

il quale fono sfiatati nel coraento di queflo Tello ftato quafi affogato da tante riflefTionij ed alla fine fi fon eglino avvifati d'aver buttate tante belle pa:-ole al vento. Vedr =s' io mi afpetti miglior

ventura Egli noto che lo Schenkio , e prima di lui Teodoro Gaza, non potendo fofferire che fi tacciafie la buona fama di Ariftotile, per aver egli fpacciato quel mafficcio errore che 1' uom folo non arrabbia j amenduni cercarono di acccvmodare i fenfi delle di lui parlile. Nacque ci, fccome diffi, dal grido ftrepitofo eh' avea lo Stagirita ; mentre il filofofare di allora , non riducevafi ad altro che ad una neghittofa credulit di ci che
. , ,

lo Schenkio , il cui paffo ho volgarizzato. dice, morfi dal can rabbiofo arrabbiano , ecceito f uomo j non perch alcune non j' arrabbii , ma fbberie perch mlti vengono o fia , che a fola ra-^r^a prefervati dalla medeftma difpopxjone di corpo umana tra gii animali di un tal privile '^io fi gode, ficch morfa da un animale rabbiofo , non arrabbia j la qual cofa a niun a-ltro coiceffa . Ed affinch fi eviraffe la baldanza di certi fpiriti franchi, i quali peren-

Idolo dicea Tutti gli animali,


quefl:'
.

Ma
ei

udiamo

ta di altrui
u.na

potrebbono
;

tale dichiarazione

lo

ma fare frazio rincora di non che dubitare Schenkio adduce in mezzo ci che de' Marfi ,
,,

e de' Siili, popoli cotanto

r.ella

Storia antica famofi e celebrati, ne fcril(ero

SUL
fero gli autori.
fi

|.

Rabbia;
,

33
qua-

quali uomini bench morfi da' Serpanti velenofi

che avcffero avuto un interno antidoto , non eran i^iiga ofFefi di quel Voglio qui notare altres , che anche Giulio Polluce fi avefle creduto il limile, o lo fteflb , fcrivendo con: quodcttnique vero J^^ animai ) a cane rabido fuerh moyfum , interit ^ folus homo non abfque perculo evadit.

veneno

Or
non

ci vero foffe

ci

dovremmo con
,

noi

medefimi

rallegrare

che

porta a piecipixio, o alla morte , s avvien che un cane mordendo infetti, ammorbi, od avveleni taluno* e n perciocch cotefti perfpipi dee far tanto rumore la Rabbia al mondo caciffmii C^hiofatori ci rivelano , di aver noi un interno rimedio da pii
cos pericolofa la ferita

ci

di tutte le
de'

infievolifce e fnerva il veleno il quale , avendolo ci tefificato com' effi dicono, Ariftotile. N a lui deefi per conto veruno dubitare della fede dello Stagirita , poich

razze degli animali


,

cani rabbiafi
e

folo

non ad

altrui fpetta

comandar

le

fefle

nelle

fcienze tutte

Ma

gran merc a quei nobili ingepni , che nel riforgimento delle lettere ci an forniti di lumi utili e ficuri , onde dal dubbiolo il certo fi pu diftinguere e ponendo in non cale quel cieco e vii fervagio che ne' tempi barbari era in voga, anno difcreditate molte bugie e dove era il regno del lapere imbofchito , fi fon dati de' gran tagli , tuttocch terreno ancor rimanga eh' ha meftieri di coltura In quefto incontro al certo ci con :

^vien contraddire un tal fentimento s inftabile e vano , anche che Ariftotii' aveffe cos penfato la qua! cofa a niuno difdetta . Nt n vero
:

cie

gli

uomini
fi

fono

efenti

dall'

arrabbiare

anzich
egli

il

contrario verr

io dicendo, e

ravvifer nettamente dal prol'eguiniento dell'opera.


,

vi

fi

oflerva variet nello fviluppo e ne' fintomi

nafce dalla
.

buona

o rea tempra de' morficati , e da altre accidentali cagioni Ariftotile dall' altra banda, per mio avvilo, non intefe di dire ci che Polluce, e S'chenkio s'immaginarono* perciocch non avrebbe egli fcritto eccetto /' uomo ma fbbene che d-.lle volte 1' uomo non arrabbia Molto potrebbefi qui direj ma bafti qucfto poco.
'^

certamente effere fcacciata e vllipefa l'aK quali per foftenere l'onor vacillante di Ariftotile, an opinato che il paffo poc'anzi riferito, infipido ed affettato com'egli , fa flato mal incaftrato e fenza accortezza o garbo alcuno meflb nel Tefto del Filofofo per lo che eftimano , che non fia egli ge,

inoltre improbabile
certi

e dee
,

tra opinione di

Critici

nuino
re
,

Non fi dubita che molti Profeflfori della Critica, lunge dall'iftruifovente imparano di travalicar i confini della prudenza ; e medefima.

di guatar con difpregio , e con boriofa tracotanza pi autorevoli libri j e fputano fentenze, chiamando al lor Tr-ibu-i _. naie i pi Saggi. per s leggiere difficolt, non pu s tofto un paf-' fo ePere dichiarato fpurio Mirabile cofa nel vero, come Ariftotile dica , the r uom Ibtanto fi goda della propriet di non arrabbiare ma il j volere da ci concliiudere, dunque quel paffo non fuo; ella un afTe <
tutt'
i

mente an per coftumc

Ma

zio-

34

S -E

R T A Z

O N E

IL
.

zione, che per tutt' i verf non pu aver felice paffapoi-to Fie lecito dunque a me di feguir quell' altro fentimento e di credere che alti-amenti debbafi fpiegare la niente del Filolofo Leggefi nel Teflo
, .

latino: Fac'tt rabies fttrorgm,


hom'ine
,

&

q:ite

noinorderint

quiecumque mo/fa fuerint a cane rabiclo, excepto bomlne. Per non logorare il tempo in dedurre gli fpropofiti che ne rifulterebbono fecondo il fenfo fchietto delle parole 'far quefte
,

Intereunt canes hoc morbo ^

&

omnia

rab'iunt

excc.pt o

poche rifleffioni Dice Ariftotile, che i cani le pili volte fon foggetti a due particolari malattie, alle quali Giulio Polluce vi aggiunfe la terza , cio l'angina. Tres funt canum morbi fon le parole del Polluce, rabies , podagra , &" angina Podagra non efl quidem injanabiUs rabies difficillime angina lacthalis , In fecondo luogo fi rileva, che la Rabbia per via di morfo fi comunica a tutti gli altri animali Ed in fine ben due fiate fi ripete excepto hcmine, o fecondo le originali parole 'Jv'Km ncvdp-jTn Chi non forefliere nella Storia Filofofica , ben fa i varii fati delle opere di Aridotile. Per moltiffimi anni furon elle afcofe fotterra ^ dove tra per la longhezza de' tempi, e per 1' umidit del luogo, molte lacune vi fi formarono^ le quali fulla prima da Apellicone, ed indi da un certo Grammatico fiiron riempiute , non indovinando eglino il pi delle volte la mente dello Stagirita E quindi molti luoghi di tai libri fon a i:O per.
,.

e non di rado ofcurit vi fi olferSovente ancora addivenne, che per una certa analogia di lettere i copifii cangiarono alcune voci per lo che i fenf vieppi fi sformarono. Con ragione pu dunque affermarfi , ch'eglino in vece di fcrivere ttp/v av&pMirjf, falfamente mifero ttA^v vSpcoTrs ; ed in tal guifa non fi dee fpiegare excepto bor.iine, ma fibbetiC prias quam bomo.Dlv volle perci Ariffotile che tutti gli animali morficati dal can rabbiofo arrabbiano pi prefio cheTuomo^ nel quale il veneno pi al tardi fi fviluppa In tal modo fi difende 1' onore del Peripato ed una bella ve-

venuti guafii
,

ripezzati

e difformi

va

e dubbiezza di fentenze.
,

rit

fi

ritrae

dal paffo in quiflione


,

Che

perci

non

sa intenderfi

come

non folo di queRo Teffo ma di un' altra autorit di Plutarco fi abufino. Poich, ficcoir.e ben riflette il Dottor James, altro in quel pafh Plutarco non racconta che una controverfa inforta tra due Filolofi le la Natura realmente produca mali nuovi, citando Atenodoro, il quale fofienea che la Idrofobia era la prima volta apparita di Afclea' tempi
certuni
,

piade

Inoltre, f vera foffe quelli notizia che

fi

divulg preffo molti antichi,

che Diogene
effere fiato

Cinico, dugento e pi anni innanzi l'Era Volgare, per addentato da un cagnolino moriffe arrabbiato darebbe fi
il
,

Diogene . Alcuni dicono, fecondo fcrive Francefcantonio Grimaldi, che avendofi egl mangiato un polpo crudo, e non avendolo potuto digerire, f ne mogli

nuovo lume alla non s' accordano

nofira fentenza.
Scrittori

Ma

io diffi
fulla

vera foffe

j-erciocch

antichi

fine

della vita di

sullaRabbia.'
ri
(

35

ammazzafle da f fteffo , tenenmedefimo 77. Suida nella voce Diogenes ) ; altri che il dofi il fiato ( mor per la morfura di un cane (ivi ) ; ed altri che fi fia precipitato Quell'altro bizzarro ingegno da un ponte ( Eliano bijor. var. Ub. Vili. ) di Aleflandro Taffoni al libro quinto de' fuoi Penfieri, dille ancora, che Diogene per voglia d'effere in tutto beftia , cominci a provarfi di manLaerzio HA. VI, j
) ;

altri

che

fi

giar la carne e 'Ipefce

non pure fenza condirgli, ma fenza cuocergli; , tanto che avendo mangiato un polpo crudo, finalmente crep. Nonostante quella difcrepanza , avendo alcuni antichi , come Laerzio riferifce, creduto , che Diogene folle morto per la morficatura di un cane; fi dedurr,
almeno per me, che
a quei

malattia della Rabbia. fi credeva alla veduta , cio al cercare quello che fu della Rabbia illefla n' an regiftrato gli Scrittori Latini , eh' la terza da me divifata et . De' quali autori poche parole qui dir ; perciocch coforo fan buona compagnia a tutt' i tede recitati foftenitori dell' antichit di tal malattia e fa meftieri pur aggiiignere , eh' eglino videro un poco Siccome la Grecia per pi in l, di quello eh' abbian fatto i Greci molti fecoli era fiata la fede d'ogni fcienza ; cosi, per un fiero garbuglio della fcena del mondo , le lettere eranfi introdotte , e gi fplendeano

tempi
altra

Venghiamo

in fine ad

un

nella trionfante
il

Roma

di

cui

figli

xion pur ebbero


i

fato dell'armi, di

maifempre

slargar

diritto taglieggiare neoli fiati altrui : ma tura furon intenti a perfezionare le arti, e le Icienze medehmelepiu ardue e recondite Lafciando per da banda altri Scrittori , piacemi far pa.

merc la voglia , dominio , e senza medefmamente per buona venconfini del

il Gran Plinio folamente. Egli in prima conobbe , che i cani , i lupi , i gatti , e fin anche le murene poffono arrabbiare: fecondo l'autorit del Columella , quando effe murene divengon rabbiole furiofamente dan la caccia agli altri peInoltre aflicura , che il fci SaeviJJime tum peyfequuntur fquamofos pifces mortifero veneno della Rabbia tale ancora fia all'uomo ; e coloro che fon morfi vengon tormentati dal timore dell'acqua. Rabies canum Syrio ardente homini pejtfera , ut diximus , ita morfis laethall aquae metu. (Li,

rola di

ci che n' abbia penfato

Vili. ) Evvi di pi: che nella Tracia, e precifamente nelle pertinenze di fiAbdera, vi fono di molte erbe, delle quali f fi pafcolino i cavalli curamente arrabbiano ficcome all'incontro pel cibo delle piante della PotCirca nia, eh' fu i confini della Macedonia, fi arrabbiano gli afini xAbderam , limitem qui Diomedts vocatur , equi pafli hi fl ammantar ra,
:
-.

&

Lib. XXIV. ) Seppe altres Plinio vaveleno: poich fcrive , che il camminare a dove vi foffe orina di cane rabbiofo , tanto, fio quella fa avvelenare; fpecialmente , f qualche piaga vi fia nella piaiita del piede. Tanta vis mali efl , ut urina quoque calcata rabiofi cams
bte: circa Potnias vero,
rie fpecie di afini. di
(

&

comunicazione piedi nudi in luogo

tal

noceat

maxime ukus habentibus

hib.

XXIX,

fin

3d
Fin buona

D
qui Plinio
,

E R

T A

O N t

IT.

da nobile fpirito qual' egli era , ha camminato Cuh ftrada per venir a capo del fuo intendimento-. Ma feguitando poi tali maraviglie inudite a ragionare e notizie s incredibili racconta , che pochi fi truovano della gente perfpicace che non ridano , o non fi
, ,

facciano beffe della fua fchiettezza. Egli

feri ve,
(

che

la faliva
).

de' gatti fa

arrabbiare

Inv/trrt

ad raiem faliva felium


,

Lib.

XXIX.
il

Che

per cu-

capo del cane , ed apporvi qu<:lla cenere fulla ferita "; oppure che la medefima polve fi prenda in bevanda Chi ha addoffo un cuore di qualche cane viene fuggito da' cani tutti: ed evvi molta utilit nel mangiare il fegato del cane arrabbiato, crudo f fi pofTaj e f n , pu trangoggiarfi cotto in qualfiSe li beva da un cane il latte d'una donna che fi fgravavoglia guifa ta di un mafchio j il cane non arrabbia. Finalmente meffa la lana fporca e fufUcia al luogo del morfo, fra fette giorni guerifce il male. Ma ?.ffinch taluni non fi credano , eh' io abbia infinte quefle tali notizie, eglino poffon leggerle al libro ventinovefimo di Plinio. Q.uefli ancora dopo aver
balla abbruciare
.

rare una morfura di cans rabbiofo

foggiugne che fimile a , vero alfjjon ficura medicina per non fare arrabbiare raEcco le {iie parole Diflat ab eo qui alj/jjon vocatur folis tantum m's mtnoYbus : nomen accepit , qu.od a cane morfos , rab'iem fentire non patitur ( L'tb. XXIF. ). E qui dico di paffaggio, che quefto alyffon di Plinio ben diverf dalla pianta alyffon di Diofcoride, e di Galeno perciocch , fecondo la defcrizione di coftoro , tal erba non avea le frondi , e i rami a foggia della robbia Fu fatta quella rifieflione -dal P. Arduino nelle note a Plinio. Nec Galeni jud ^ ei dice, ec Dlofcorids aXvTTOry etji eadem utrobique orginatio nominis, &" geminae v'tres. Neutrum enimex
defcritte le

virt varie della robbia de' tintovi


il
,

quefta

pianta

&

folla habet , ramofque rublae E tali appunto fon le dottrine, che andavano in voga preffo gli antichi, a puntino regiflrate da Plinio credendofi egli in tal guifa adornare la fua Storia ; mentre io all' incontro mi fon recato a fcorno di farne raccolta pi precifa e pi ftudiata E con buona licenzia di cos autorevole Scrittore , fi pu avanzare , che ne' recitati pafT vi ha pi bugie, che parole. Dall'altro canto deefi a (feri re , cio 1' uftione che Plinio della Rabbia fcrilTe un rimedio che fa al cafo
is
. , . ,

fulla

parte morlcata.
.

Quaedam
.

pjllone fanantur:

privatlm vero canis


potur/t
,

rabi'
ufla

di morjus

Quippe etiam praeualente morbo , expavefcentefqtie


perch
tal

plaga
Se

Hlico llberantuv
fi

Latini che , dalla voce perduta de' cani rabbiofi , che fioca eziandio diviene negli uomini arrabbiati, fi dee dedurre. Ed in fatti ravies quello appunto il vuol dire ^ e la parola ranjus lo (leflb che rauctts da Fedo fi vede il che ufato L' oppofizione poi che molti an fatta, cio che ra-jies e non \7bes tal malore dovrebbe chiamarfi , io la ftiuio una vera freddura da
volelfe cercare
il
,

malattia fa fiata chiamata

da'

Mabies

qual vocabolo non

fi

deriva dal Greco

\vttx

fappfafi

Gram.

SULLA Rabbia.
Si
fa

che

T orrore

tere

(zj:

ma

fi

fia

ne forma il princlpal caratancora allo fcuro in riguardo alla lua na^udella

_^

37

bevanda
ci

ra^ ed alla fua cagione;

e,

ch'

il

pi difpiacevole

per rap-

porto a'fuoi prcfervcitivi ^ ed a rimedii. E ficcome quando^ fi u pi alla ragione che al cafo, dalla cognizione delle cagioni bifo-

gna
ria

efler

condotto a quella de'rimedii , cos dalla lor ricerca,

e teo-

duo p cominciare. In quefto afpettonoi ci ferviremo delle olTervazioni aggiunte da quefr fecolo aquelle de'tempi trafandati^ noi le fupporremo note e prefenti ai Lettore , per non renfa

der

Graramatico
ni
,

Non mi
mai
fi

dilungo d vantaggio fopra


,

altri

Scrittori

Lati-

de' quali

dubitato

eh' aveffero

egli;io

ben

faputo un tal

malore de' cani, e degli uomini. Vi aggiungo folam'jnte un pano dell Apuleio, che cotanto credette alla forza della ruta:, -^^f morfum canis^ rabidi herbae nttas prndus denaricrum fex ex vino l^tatiu: plagae vero nnponantur rutae foli a , trita ciim mel/e , fa'.e , pi^e: liberabitur Chiudafi quella dottiffima fchiera di Scrittori coli' autorit del celebre Teodoro Prifciano , che fu degli ultimi Medici della fetta metodica. Al libro fecondo della prima parte egli defcrive le cagioni, e i fintomi della Rabbia: ma poi,quafi in forf di f, dice, che l'idrofobia delle volte naAffce dal morfo del can rabbiofo , ed altre volte da quello de^ ferpenti
.

&

che g' Idrofobi aerem ferenttm vduti pli'.viofwn peraorrefcvnt Vitare etiam bibendi confuetudinem tentava. Ma di quella quillione dell'antichit della Rabbia non pi: n mi pento d-i averne detto tanto. io mi [z) Affinch meglio s' intenda queflo parlare del de Sauvages ,
ficura ancora
,

Vero veggo coftretto di fare alcune difiinzioni Rabbia fi 1' orrore della bevanda j ma ci non
.

che
fa

il

carattere della
fi

che non

dia

il

me-

Gli efempii fi fentiran pi bafio. Inoltre la ftefia avverfone non di tutti gli animali rabbiofi ; avvegnacch ben fi leggono nella Storia Medica delle olTervazioni , che le volpi^ , ed i cani molte volte nel pi forte della Rabbia , non an avuta crudehlima nimicizia all'acqua* ed oltre del mangiare , an potuto bere molto

defimo fntomo anche in altre malattie

francamente. Si lojj-Whm ancora de' cani arrabbiati tuffarfi negli fi^agni, e nelle fiumane .-Rufcir profittevole fimilmente il faperfi , che la voce Idrofobia ne' tempi antichffimi dinotava la' folennit che annualmente fi pre:ervatl celebrava dagli uomini in ricordanza di efiere un tempo flati che tal voce talla inondazione della terra. Io ben inchinerei a credere ,
innanzi
slla
fi

us neli' efprlinere
,

la

detta fella

ed

in feguito

fii

applicata

Rabbia

38

Dissertazione
,

li.

der voluralnofa qusft' opera


tre ve rinvienfi (3).

compilando e ripetendo ci che

al-

Ci che d occafione
il. La Rabbia o Idrofobia che maniera che accadde al primo che

alici

Rabbia.
da
,

viene
i'

medefima nella

quale fi produce ancora in certi animali , chiamafi fpontanea . Se poi fuffegue al morfo, o toccamento d'un altro animale arrabbiato j ella
e

ebbe

tale

Rabbia

conmiicar^it

.Rabbia fpontanea,

IH.
egli
il

L'uomo rade volte cade nella Rabbia fpontanea intanto non n' aflblutamente efente. Un autore (d) che molto ama niaravigliofo, afficura di aver olTervata cinque volte, o l'av;

ver(3)

Quefta

dagar prima le tare i rimedii


frare
,

vera regola per dirigere Io fludio delle malattie cagioni , ed indi, fecondo la variet delle medefime
la
.

,
,

in-

adatdifcii

Ed oh

fi

poteflero
nel

ligami di tanti diverfi

morbi

farebbe

la

Medicina

arte pi fcura, e pi certa*


.

e molte

volte

Medici non pefcherebbono

torbido Perci dobbiamo ,infifere dietro lo fiudio delle fincere ofTervazioni , e non gi di quelle fortuite , e dubbiofe, le quali piuttofto debbono effer prefe a vile, e fchernite , che meplaufo
fi
.

ritar qualche
la

Dee

fuggirfi altres

che in ifpiegare

fintomi del-

facciano de' fiftemi con cifre, a guil degli edificii fabricati nelle nvole , che altro appoggio poi non anno che la pura im,
.

Rabbia

non

rii

maginazione Per quefti falfi fondamenti gittati da varii Medici vifonae per uno fpirito d'innovazione ancora, che cotanto ha prefo piede , a' tempi noftri , noi pruoviamo s gran carefiia di veri rimedii nella malattia di cui parliamo Tutte quelle fon cattive nuove; ma non abbifogna avvilirfi di fpirito.* e fa meftieri faticare, acciocch fi ftabilifca un medicamento, che aiuti i moti della Natura Molti nel vero an intonata quella fpiacevole fenteuza ; che ogni fatica gittata al vento e che non fi d , n fi pu conofcere antidoto per la Rabbia ma di quefli tali non fi dee tener conto. E di grazia fi fofpenda in Voi ogni giudizio infino a che non fiafi letto tutto il filo del difcorfo, come ordinatamente fi efpone in quella Diifertazione (d) Marcello Donato Hljor. Med. mlrab. lib. 6. cap. i.
. , :
.

sullaRabbia.
verfione per l'acqua, o
in
perforie attaccate

39
^

pure

il

furore unir a queft' avverfione,


.

da febbre maligna, o da frenefia Salmuth, La e Pietro Salio (e) anche rapportano degl'Idrofobi fpontatiei collera, e l'epilelTia an fovente refi i morfi velenofuTimi; quindi che i Curiofi di Natura raccontano, un giovane morficatoun trafporto di collera , aver avuto nel giorno fefi il dita in guente i fintomi della Rabbia, dal che ne mori. Il Signor Yendeli Medico del Duca di Modena conofce un epilettica, che ha
.

due tocchi di coovulfioni in ogni anno , nella fine delle di alcune ore ha un orrore vero alla bevanda. Malpighi (f) ha fatta la floria di una femmina che divenne idrofoba per una moificatura datale dalla figlia prefa da

uno

quali egli per lo fpazio

infulto epilettico (4). ^

IV.

(e) Saggi di Edimburgo Tom. I. pag. 34^. Borelii ceifur. 3. ohferv.^S. Condronch. de Hydy. centur. X. nbfer. JZ.'De ajfeS- partic. Sanchef. p-^J^-

Mfcellan. Natur. curio/, an. lyo.


(f) Oper. poflh. pag.^^. Becker Mcroc.
(4)

Med. Ildano

centur.i.obfeyu.^^.
,

Un
ne''

bollore del' fangue, ed

duce

cani la

Mi

fia

lecito di

un certo fuoco interno negli umori proLo fteflb all' uomo pu avvenire Rabbia Ypontanea provarlo con degli efempii. Coloro die fonfoggettr agli
.

ed 1 mah parte pi rifeccata e calda del fangue umori eziandio che rigirano per li canali , giugnendo al cervello , icompigliano il mirabile magazzino delle idee , e l'anima rapita a formar
afpri
,

dell'umor negro, ben fanno quanti cangiamenti anche nella medefma giornata Ora fi veggon gioviali, e folazzevoli e poi ad un tratto diventano
aiTalti

fi

facciano
,

ne

lor
,

corpi

placidi^

ridenti
,

brulchi
,:

ruvidi

queruli

La

chimere. Ugualmente pu accadere nella fteffa macchina umana, per una degenerazione degli umori, che fi fviluppi una tal malattia, ed una febbre calda, in cui la immaginazione fi fconvolga, e ne nalca i orrore aeiL ed .acqua. Quelle febbri dette velenofe ^ nelle quali un fale coagulatore un fervido principio vi predomina, poffono fviluppare tali aure venenate,
,

che di genio affomiglino a quel volatile che cagiona la Rabbia. Ippocratratta della te al certo, mentre parla di quei frenetici che poco beono febbre emitriteo Medefimamente fecondo Areteo , ella una fpezie di Rabbia fpontanea la lichanchc de' Greci, cio quando talmente fi avvelena il fangue , che fi fa un attacco a' nervi del canale del refpiro , e fi produce quella fpezie di angina fenza tumore, la peffima. di tuttequante Oltracci chiunque s'infuria, o fi adira, f niordefle in quell iflante , comunicherebbe la Rabbia Bosrhaave ancora dir Iblea a'fuoi fludenti, che
,
.

un

^o

Dissertazione
,

II.

gnolino prima di mandarlo ad ammazzare. 5. In ricevere qual che morficatura nel vifo , nelle guance , ove pafla il condotto Stenoniano , alle orecchie dove flanno le parotidi , alle piandole
mafcellari

&c. d'onde

la

bava porrata colla faliva nella boctali


fi

ca. 6. Finalmente ricevendo


feni frontali,
ia

ferite

agli occhi,

al

nafo
nelle

ai
al-

da dove l'umore
il

porta dalle narici pofteriori


(p) ferita

gola. Tale fu

cafo di

Maria Dajonne
il

tem-

pia, la quale per quefla via inghiott

fangue che rigett qualVIII^

che giorno dopo (ic)

Afruc de Hydr. pag. io. fi paragoni il veleno rabbiofo cogli altri veleni, egli al certo 11 lupera tutti nella micidiale velenofit, e nelle vane vie per le quali 11 pu comunicare Ma udite qual bizzarra flravaganza II veleno della vipera arreca la morte f s' intrometta per la via delle vene ; e'I capo medefimo di efla , mezz' ora dopo effere flato troncato e mentre ha ancora qualche refiduo di "vita , f morde ficurameute uccide eflb liquore poi beuto non produce alcun danno immaginabile. Gli animali m.orti per lo niorfo della vipera, fi poffono beniffimo mangiare, ficcome fi fon fatte delle prove fulla pecora, fui coniglio, fui pollafiro , e fu degli altri uccifi da tal veleno Ma nella Rabbia non s'avvien cos Ella fi comunica primamente col morfo dell' animale arrabbiato , ficcome fi dir di qui a poco In fecondo luogo , mangiandof della carne d' una beftia morta arrabbiata , anche fi riceve il contagio Ed in fine mifchia parimenti la Rabbia il fiato vaporofo e caldo del can rabbiofo Qui fa duopo fpiegare , f tal veleno rabbiofo fi comunichi per la via del refpiro , merc le lue particelle volatili, le quali colle mollecole dell' aria meicolate , giungono alle cellette de' polmoni e dalle boccucce delle minime vene afforbite , di col s'intromettono nella circolazione j o pure perch efl'e parti vaporofe mefcolate colla faliva, e dalla bocca Icendendo gi attacchino tutto il muco dell' efofago , ne infettino le glandole , e ne fiabilifcano quivi la lor fede. In quanto a me io mi attengo pi volentieri a quella feconda guifa di comunicazione Non v'ha dubio, che l'aria ftrabocchevolmente lottile, vaga, ed inquieta, in cui fvolazzano tanti corpicciuoli E ficcome il ventricolo in ifmaltendo il cibo,
(p)

(io) Se

parte ne ritiene a pr degli organi dell' animale, e parte ne caccia fuorij


cosi
e
ne'

polmoni parte
fi

dell' aria

fi
.

confuma

nel fangue

s'

intromette

Per la via di effi polmoni , vi entra negli umori la fottiliffima foftanza che a noi d vita ; e per la medefima ftrada fi fa in parte la comunicazione del veleno della peflilenza, del vaiuolo, e degli altri contagiofi mali. I quali veleni benanche fi mefcplano
porzione ancora

manda

fuori

colla

SULLA Rabbia.'
non
biata
v'

51

Vili. Su di che bifogna notare, che la Rabbia acquiftata per infezione immediata della faliva ,. fi manifefta in un fubito ', e molto pili preflo di quella che fi prende per morficature , ove
che
il

fangue

non

la

faliva

,.

Cos Maria Dajonne

non

tard che tre giorni

che poffa infettarfi a divenir arrab-

fette ; i cacciatori, i figliuoli, de' quali parla Cardano, ; che al riferir di Fernelio (q), mangiarono d' un lupo arrabbiato, poco tardarono ; ed i viaggiatori a quali un ofte diede a manin un fubito divennero furiofi , e fi giare Un porco- arrabbiato morfero l'un l'altro. Quella ftoria atteftata: da un ofcuro autore (r) , e non facile^ a crede rfi ; ma in quefta malattia
,>

Le

vral peut quelquefoh

ri ette

pas 'urafemblable

Defpreaux

Infezione mediata,

IX. fangue
ciocch

La Rabbia che in un fubito pi comune quando uno


il

fi

comunica

per.

mezzo del
;

morficato da' cani

pi fovente alle gambe,, ed alle

mani: pi

di

imperrada

quando

un lupo
1'

il

abbracciare
tarda

uomo,
il

di lottare
:

quale ha coftume di alzarfi in piedi , di con lui a faccia a faccia, e con


f

ci di mordergli

vifo

la

faliva

non

infettata, la
,

Rabbia
f

comunemente 40.

giorni a manifeftarft

pi fubito

la

quantit della bava ricevuta maggiore, la fua qualit pi at-, tiva , e f l'ammalato fanguigno o biliofo;pi tardi f fa ba-

va ricevuta meno abbondante , malato freddo o pituitofo (ii).


colla faliva
,

la

fua forza

minore

e f il

G
elle
,

2
,

X.
i

nel ventricolo poi fcendendo

fughi

che colaggli vi

fono, imbratta
biati

Per le morfure de' cani arrab il cafo della Rabbia ed in confeguente pel veleno intromeflb nel fangue, non cos prefto ella fi fviluppa , come per la ftrada della faliva . Per la qual cofa veg-

Quello appunto
,

gendo noi, che il fiato vaporofo dell' animale , fviluppa ad un tratto la Rabbia , deef conchiudere , che merc la faliva fi fa il contagio : avvegnach f accade/Te per la via de' polmoni , cio per mezzo del fangue, pi al tardi fi farebbe lo fviluppo di elfo veneno .
(q)
(rj

Fernel. de abd.

/.
.

2.

e.

14.

Surio
Il

in

Schenhjo

(il)

tempo comunale,

in cui

la

Rabbia

fi

fuole

fviluppare

di

qua-

52
X.
Il

Dissertazione
celebre Baldo
(s)
,

II.

morficato
.

da un
Il

fuo

amato cane
il

non arrabbi che dopo quattro mfi

contadino di cui

Si-

gnor
quaranta giorni
volte
dall' altra

a un dopo quindici o

di

preflo

dopo
ancora

il
fi

morfo

ricevuto
.

Tedici d

manifeftata

parte ci fa fapere , che vi fu un cafo pratico , appar dopo undici mefi dalla morfura . con precifione maggiore parlando , in tre guife fi pu tal veleno fviluppar pi preflo j o per lo tem-

hench molte Riccardo Mead che la Rabbia

Ma

peramento fanguigno
della bava
,

biliolb del

raorficato

o per
II

la

maggior quantit
fi
,

o per

la

fua attivit
,

Egli
fcola
,

ragionevole

che quanto pi predo


fubito vi produce
il

altrettanto pi

male

veleno col fangue In ogni veleno


.

meoltre

la parte groffa e vlfcida, evvi la fottile e vaporofa.

Qaeft in tempo del

morfo all'aura

fi

fperde

Ma
,
.

la

mane

alle

fibre

carnofe legata
fi

fintanto che
fa,

non

afTottigli
le

tenace, e pelante , che riper la legge dell' attrazione quivi rimarr La tempera fanguigna o biliofa la pi
parte
fiffa
,
.

agevole e adatta di tutte


i

altre a quefl:'uopo

Perciocch

ficcome ognun

temperamenti non fon mica effetti delle diverfe mefcolanze degli umori come i Medici della vecchia fcuola foflenevano ; ma naxono dalle diverfe fatture de' folidi , e da' varii gradi di oicillazione de' medefimi , A proporzione che 1' elafiicit delle parti falde maggiore , pi corto far il tempo affinch il veleno fi fviluppi che vai quanto il d-ire , che a proporzione che un fuggetto far d' una t'impra pi biliofa o pi fanguigna; n-e' quali fuggetti altres il fangue vi bolle , e maggior prontezza , brio , ed iiKendii di collera vi appariicono , nel m-ededmo
vari
,
:

rapporto il veleno della Rabbia far pi fubito afibttigliato. Ma coloro che faranno di fibra molle, fievole, ripieni di neri, o fia che anno un lento e^ fiacco temperamento , e che anno bifogno degli argani , affinch divampino in collera , la Rabbia apparir pi tardi Matematici diI rebbono, che il tempo onde ha mefiieri il veleno rabbiofo per manife.

ftarfi,,

in ragion reciproca delJ' elafiicit de' folidi. Dicafi lo fteffo della quantit e dell'attivit della bava.
cafi
,

Si

danno pe-

r di molti

che

il

c^ne avendo morficato

in parte effa bava ; e poi mordendo t arrivar infin col, dove gli era di mefiieri

abbia cacciata di nuovo., lo fcarfo veleno non podi


frcfco
,
:

o pure che fanguinando


e fuori

dimolto la ferita , col fangue torn indietro il veneno , do, poca porzione ne rimafe per pen^etrare negli umori
.

gemen-

Aggiungafi a

queflo la difuguale poffanza del veleno iflefTo , fecondo il vario tempo che dall'animale arrabbiato fi ricevuto il morfo Si compruova quella teora con quel luttuofiflfmo cafo avvenuto in Inghilterra, ficcoftie fi leg-

ge prefTo Riccardo
(s)

Mead

TraB. de venenh Tentam,


1008.

3, )

Un

giovane
uo-

Mattioli / Dio/cor. pag.

53 ^ gnor Haguenot porta la ftoria, (t) non <livent idrofobo che doFabrizio Itdano (u) vide una Dapo quattro mefi e mezzo ma, alla quale la Rabbia torn periodicamente da fette in fette anni per lo fpazio 'di anni trenta (12). Il Sig. Ghirac vedde un
.

SULLA Rabbia."

gQ.

mattino fu morfo da un can rabbiofo: e feiiza tener cont delprefe nella mattina iftefla , fecondo gli ftabilimenti gi fatti , una giovane in ifpofa Tutto quei giorno f la pafs in feftevole alleaggiugnendovi nella gria , in danze , fpiritofi , ed in bere licori prima notte i grand' incendii di amore . Il fangue in quegli empiti talmente fi vampo, che il veleno fviluppandofi , e quell'uomo perdendo la briglia della ragione, infier fulla fpofa ; la quale la mattina vegnente fi ti-ov nel letto, con grande fpettacolo j accanto allo fpofo morta, avendo ^r.addomine tutto aperto per le morfure ricevute . E qui luogo di fare un' altra brieve rifleffione , fpeffo da tenerfi davanti gli occhi, per conofcere a quali forane immaginazioni gli uomini pi culti e dotti fogliono inciampare Al certo non fi dee dar la taccia a Galeno, che al libro feflo de locis affeils feri (Te, che la Rabbia fia apparita dopo un anno dalla morficatura ma ben da maravigliare come D.iolcoride , Avicenna, Orftio , e S.almuth dicano che fia comparfa dopo fette, e dodici anni; e per riferfa di Schmidio dopo venti anni, ed anche dopo trenta ficcome narra Pietro Sorelli Quefti fon curiofiflimi racfui

uomo

la ferita

conti

ingegno inventati per trattene!" folazzevole la brigata; e ben paiono di avere dell'aria di finzione de' Poeti, i quali alor agio po/Ton creare plaufibili idee ma fi difdice poi a' Medici il lafciarfi fchernire da tiiJi tredde olfervazioni , dovendo efli rapprefentare la v^erit fchietta , n di bugie frodata. Se mai fi debbano fcufaie tali autori, egli avvenne per qualche fpontanea Idrofobia, fntomo di altro male, che poi fi adatt a qualche innocente raorfo tanti anni per a dietro
,

begli

fcherzi

d'

ricevuto
(t)

Efratto della Societ Regale di Montpel. 1730. p. 7.

Fabrizio Ildano centur. V. obferv. S. (12) Nel mefe di Agofo dell'anno 1581. appunto, una Dama fu morfa nei braccio finiftro da un animale arrabbiato . Pochi giorni dapoi, la
(u)
ferita
fi

guar

Dopo
,

fett'

anni cominci a fentire de' dolori nello


,

fteffb

luogo del morfo


e da orrore per

quali furon fucceduti da malinconia


.

fete

debolezza,

li cibi Non ebbe 1' abborriniento dell' acqua , anzich continuamente ella bevea . Con alcuni pochi rimedii effendofi rifanata dopo un altro fettennio apparirono i medefimi fintomi Guerita che fu , nel terzo fettennio ebbe un altro affalto del male Nell'anno feguente n* ebbe due; tre nell'anno ventefimoterzo , e cinque altri alfalti nell'anno
. .

ap.

54

Dissertazione

II.

giovine mercatante di Montpellier, che non arrabbi chedieci anni dopo il ritorno di Ollanda , dov' era dimorato , dopo effere iato morficato nel tempo ifteflb che il fuo fratello minore; egli
feppe la morte tragica
Ja

di coftui accaduta quaranta giorni dopo morficatura (x) . Chambourigaud (y) ^ morficato da urilupo nel Febraio del 174(5. flava affai bene di falute ^ e potava. Ja fua vigna il 33. giorno; un contadino imprudente- che paffa-

loro

gli diffe a propoiito della fua difavventura, che il tale e taerano morti della Rabbia fei meli dopo la loro morficatura. Roberto fentendo quella propofizione appena tornato in fua cafa divenne meflo , penferofo , ed infaftidito le fue cicatrici s'in-

va
le

,,

fiammarono

fopravenne la febbre, fi cav fangue quattro volte nello fpazio di 12. ore,, cominci ad avere l'abborrimento all'acqua, e gli altri fintomi della Idrofobia ; finalmente il quinto giorno fi appicc per dar termine, diceva egli, a fuoi patimenti. Tra coloro che fon morficati , uopo diftinguere que' che fono all' ignudo , da quei che noi fono che attraverfo le veflimenta (z),, non effendo le morficature
di
gli
fatto fufcrittoad Ildano.nettamente la reputo una chimeraNoi , fenza la fcorta della diligenza critica , fovente falliamo ne' noflri giudizi!. Io non mi avanzo a foflenere, che il citato autore abbia commeffo agl'inchioftri tal racconto, affinch con quei colori la fua pintura agli occhi dell'attonita moltitudine pi vaga folTe riufcita . Qui' non fi niega il fatto da Ildano riferito . Ma come prover egli , che tutte quelle varie fcene debbono effere fiate cagionate da quel morfo antico, e che in pochi d fi cur a perfezione , e non da altra interna malattia ? (x) Ho molte altre olfervazioni d' Idrofolia ma niente anno di fingolare che non fr trova in quelle che fono flampate , e che perci an acqui ftata pi autorit per effer citate (y) Memorie della Societ Regale . ivi . pafs in mezzo d' uni nume(z) Un Lupo durante il verno del 171 8 rofo gregge di montoni , e ne morde un buon numero a diritta , ed a
j
,

una maniera orribile,

appreflb

che fu nell'anno 1604..

quando querto

Ma

io tutta qucfta interpretazione,

manca
alla

ma

la

lana

li
,

preferv tutti

La
e

piccola pecorella fu morficata


lafci di

mafcella inferiore
nella

and

mare

non

cadere otto giorni

Rabbia: ci ch'ella ebbe di /ingoiare fi , che batteva i fuoi denti durante le acce/fioni con una forza forpi-endente Mor ai terzo giorno
.
.

dopo

55 dannofe che a ragione della bava f i denti dell' animale anno da attraverfare gli abiti groffi, efli vi lafciano in quefti tutquefta ta la loro bava, e l'ammalato non avr la Rabbia . In maniera Anna Chabrier , e Giovanni Montagt-ion tnorficati al braccio, febbene fino all'offo, dal medefimo lupo che Roberto, ma moricati a traverfo de' loro abiti, ne furono liberi, ugualre
:

SULLA Rabbia.

mente che
icati
:

diciaffette abitanti di

Meynes

eh' erano^ flati


,

mor-

ma

io

non ho offervazione propria

n storia alquanto

efatta di morficature fatte alle

veramente arrabbiato , almeno quando non fi

mani o al volto da un animale che non fa fiata feguita dalla Idrofobia, ricorfo a' rimedi!, de quali noi parle-

remo

XII. Tutto ci che noi abbiamo detto En qui , ci dimoRra con chiarezza che nella bava confifle il veleno delia Rabbia, e eh' egli s' intromette o per le vie naturali della faliva , o per
le ferite.

Trovanfi nondimno
caldo
(a)

tre

offervazioni che
poffa

ci

fan crede-

re, che quefto veleno


la pelle. Mattioli

per aver vedute due perfone infette da un folo .fchizzo di bava (13); ed un autore (b) attefla, che un uoed abbondante
Infinuarfi
afficura

(a) Mattioli in Dofcor pag. loOp. (15) Oltre delle morficature , e della faliva de' rabbiofi , fi dee temere ancora il converfare con effi , potendo qualche schizzo di bava faltars alla bocca altrui , ed infettar la faliva ifteffa. Parecchi Medici eziandio an cicalato dimolto, e fono flati in gran confufione ed imbroglio per

decidere
chi

fegUenti punti. Se
il

il

nocumento

refpiro fuo, o
,

fudore dell'arrabbiato toccandofi, nuoccia: f ref il veleno fi atfia l'aria cVefTx efpirano
:

rimanga il fangue ripurgato, o pure gli umori tutti s'infettino: le il mangiare della carne di qualche animale mor. to per Rabbia porti rfchio e fmili altre quiftioni eglino an moffe.Var
tacchi foltanto alla faliva
e

rie opinioni e
ti
.

dicere

fi

fono fchierate,'e
cafi

fi

fon formati de' diverfi parti-

Ma
,

ci
<li

eh' io poflb
trilli

afficurare in queft' infrangenti


,

dopo tante
gli

tefii-

monianze mori ed
,

e fortunofi

fi

che

rigori

ecceffi vi ti-

guardinghi

far fenfo fu di noi, e dobbiamo altres effer puote Perciocch il non aver paura di tal malore farebbe lo ftelTb che fargli un folenne invito, affinch ci vegna tantofto a vifitare e mai ufa rigori fuperflui chi con diligenza cerca di terserfi lunge da un male, che non fuole portar rifpetto a chicchefia.
i

fofpetti

debbono
fi

il

pi che

(b)

Matteo

di

Grado

cotifil.

82.

IL chiamato Coquerano, arrabbi per aver introdotta la mano nella gola di un lupo idrofobo fenza efferne (lato morficato (14). Io fo per de'Cerurici,che an porto fovenrcye fenza pcicolo il dito nella boera Ai perfone , di' et^'t credevano non aver altro che una fquinanzia, come quel contadino di cui il Signor Haguenot ne teflfe la ftoria,e che due giorni dopo era nel colmo della Rabbia: una tal differenza nafce forf perch la faliva dell'uomo non s'infetta a un di preffo come quella del lupa, fopratutto allorch'egli nell'ultimo periodo della Rabbia

$6

Dissertazione

uomo

di riguardo

Perch
XIII. Il

s'mtom'f

fon tfferenn
de'

numerose

la

veemenza

fintomi varia molto fecotr.

do la quantit ed attivit del veleno ricevuto i.crefcendo amendue ne' fuggetti a ragion del loro temperamento, come l'abbiamo infinuauo ( num.lX, ) 2. In ragione del genere dell'animale che morde; eflendo il refto' uguale, il veleno dei lupo pi attivo di quello del cane
,

(e)

e quefto
,

lo

pi di quello

dell*
di-

uomo

fi

veduta

per efempio

uaa

zitella morficata al

(14)
tica

Il

regl-flro

fincero delle ofTei'vaz'otii


in tutti gli Scrittori
del fapere
fi

fi

il

vei'o

piano

della

Tvi'^

credono di veder pi d^i tutti in ogni le pi triviali elTi prendano de' grofl sbagli : ed altri all'incontro veggionfi zoppicanti in crederfi quelle illufioni e deliri, che la femplicit de' talenti ha raefli in voga. Io non fo qui intendere , come mai pofTa reggere quello che fcrive il Signor de Sauvages bench per detto altrui Cio che un uomo avefie avuto il coraggio , e fofTe fiato di petto s fado , eh' abbia introdotta la mano fin
cofa
;

medica; ma non ci. Alcuni Dittatori

fi

fruovato

un

ugual giudi-

bench talvolta nelle materie

E un lupo drrabbiato, dal quale per altro non fu morfo pure noi fappiamo, che degli animali , e degli uomini tutti, ciafcheduno cerca fuggire dal terribil ceffo del lupo, anche quando non arrabbiato. Si pu qui riflettere , che de' Medici autori colui , che infilza ed anTmaffa tai fogni bizzarri e ftrani egli cercolle oflTervaiioni veritiere tamente fimile a quel lavoratore di campi , che coi buon grano milchia
nella gola di
.

i!

loglio, la felce,
/

vepri, ed altre erbe inutili o nocive della

fua pol-

ieffione
(e)

Pietro Salio ha creduto Jo fieflb.

sullaRabbia;
nere,
gli

41
di

umori

de' quali (g)

i.

tendono pi alla corruzione (h)

F
.

temente imbracciato lo feudo per fofienerla . Ed in fatti nella fefta Edizione del Sijlema Naturale cos il Linneo fi fpiegato Chiama il cane, il lupo canis cauda incurva / e la volpe can'ts cauda Jnt/rorfum recurva
:

Per quello fiftema iflefTo ha avuta la forte .di tutti can'ts cauda reBa quei lavorieri^ che dopo aver fatta una luminofa comparfa al mondo, fono poi per difgrazia iti a finire allo Spedale Diftefamente ne ha fcritto
.

Signor Buffon, nella Storia Naturale Tom. Vili. me fia lecito di dirne qualche poco^ Affinch gli animali fi poflano dire della fleffa fpezie, non baflevole la fomiglianza delle parti efterne , ed interai? , f non fi combinino ancoAll' iftinto dobbiamo ricorrere ra i rapporti .degli umori e dell'iftinto per fare un tal giudizio. Se fi accoppiano, e f generano, fi debbono ftimare fimili . Or il lodato Signor de Buffon allev una lupa di due o tre mefi con un maftino .della fliefla et Rinchiufi foli in un gran cortile , fenza conofcere altro individuo de' lor fimili , furono cufioditi col per tre anni Cominciarono .allora a litigare, effendo intanto la lupa pi feroce, pi debole, e '1 cane pi manfiieto , ma pi forte. S' inafprirono fi crebbero Je zuffe i litigi e non oftante gli ftimoli dell' amore , divennero pi intrattabili ; ed alla fine termin Ja fcena , che il cane amcontro
il
, . .
.

Inoltre il niedefimo Buffon a due volponi fece appreifache ftavano in caldo. Il volpone davvicino fiutando la cagna ,, non moftrava .defider'io alcuno di volerfi accoppiare t e bench non inferociffe , maifempre diede a divedere una piena indifferenza <)uefle fon tutte prove convincenti , che ci fan tenere per una fola la fentenza fiancheggiata s^al Linneo. Altri adunque fon i motivi, per li quali il cane, il lupo, e la volpe fono gli animali i pi foggetti ad arrabbiare , e non gi la fomiglianza della fpecie , come par che fi credette il Signor Van-Svvieten ( Comment. % 113^''' Boeriaave ). Lupi amem , vnpes , ei dice, canbus jat's fimilia ammalia , etiam fatis frequenter rabiofa fiv.nt Non fi dee qui tacere un errore di Galeno , quando fcriffe al libro fefl:o ile locis affetiis ; che i cani foli , e non altre beftie inciampar poObno nella Rabbia ; nel qual fentimento fu ciecamente feguito dal Fracaflori ( de morbis contagio' fis ). M? la fperienza dimoira il contrario: d io non intendo , come mai r eruditiffimo Girolamo Mercuriale fcufi Galeno ifieffo con dire , che forfi a' tempi fuoi non fi era ancora fcoverta la Rabbia negli altri aniavvegnach quando non altro mali ballerebbe 1' autorit fola di Teocrito-, che a chiari fenfi nomin la Rabbia de' lupi (g) Linneo Fauna Svecic. p, 5.
la
.

mazz

lupa

re delle cagne

&

(h) Ofiervafi

che gli animali

carnivori

anno

gli

umori pi

difpofli
alla

4^
lano quando

D
fi

E R T A Z
,

N E

II.

di quelli degli altri animali

aprono

carnivori (5). 2. le loro viicere efaun fentore forte e fpiacevole . 3. non


fu-

alla eorrjjziore
Jenofi
,

Il

SIgrtor

Mead

TraSl. de vpera nota, che g' infetti ve,

come

la

tarantola, lo fcorpione
infetti.

la

vipera

fon tutti carnivori,


della

mangiando
tanea
fia

altri

[6) In udire da

me, che

la

prima e potente cagione


il

Rabbia fpon-

continuo delle carni non vorrei che mi veniflc innanzi qualche Pitagorico, o alcun altro auflero poco amico, non che nimico di tal cibo, e faglia in bigoncia , e declami contro 1' ufo delle medefime poich ad ognuno dall'altra parte ; fon noti gl'inconvenienti che nafcono dalla fchietta dieta dell'erbe Nel vero r ufo di quelle rende la macchina fievole , ed inerte alla fatica , il volto fi vefe di pallore, e'I corpo tutto fi difpons a delle ferofe malattie. Se fi dica , che gli uomini antediluviani viveano di erbe , di frutti e grani- alti-a era allora la terra, diverfo il clima , pili foflanziofi i vegevitto
. ,

ne' tre dianzi

nominati animali

medefimi Ma mettendoci in veduta il corpo dell'uomo, remo. che la iruttura iHeffa de' vifceri , ne porta a dover ufare I cibi fervendo per dar nutrimento al corpo , dovran mantenere
tabili
.

conofcele
1'

carni.
equili-

e promuovere lo fviluppo degli organi . Or fra tutt' i , fon quelle che contengono maggior quantit di parti nutritive , e faranno adatte e proprie per quegli animali ch'an bifogno di nutrizione , ma contengono poco luogo a poter ricevere molti cibi . L'

brio delle parti

cibi le carni

uomo
tarfi

ha uno ftomaco iblo, e corti gl'inteftini perci de'cibi puri erbacei , come fanno i bovi, i montoni,
cani,
i

non pu conteni

cammelli

An-

lupi, e le volpi , che anno il ventriglio men grande di tutti gli altri , fon cofiretti a far ufo di fangue , di carne , di pefci , e di grani affinch, n l'erbe fole cagionino malattie di' languore , n ;e carni fchiette fviluppino mali putridi, il migliore flato quello di noi
i
.

che

Ma

ch'abbiam avuto in forte di abitare quefta bella parte della terra , cio l'Europa, ficcome fu notato dal nobiliflfimo Millord Bacone nella fua Steria della 'vitale della morte. Noi mefcoliam.o le carni, ed i vegetanti. L acqua, l'erbe, e le mineftrc vanno a temperare, inacquare , e raddolcire que' fali mordaci , ed agri che fi fviluppano dalle carni e da'
altri,
fluidi del corpo. Se fi oda dappertutto lodare ilfentimento di Pitagora , che impofe a' fuoi feguaci la dieta dell' erbe per intendere un tale enigj ma non fi dee dar retta alle ricercate interpretazioni di Schmidt , di Antonio Cocchi, e di altri ma deefi credere che la metempficofi ch'egli

dagli Egiziani apprefe, fu la cagione per cui artatamente dJfapprovaffe 1' uccider gli animali , ficcome diftefamente vien efaminato dal Bayle nel

Dizionario

artic.

Pitac^ora

dal

Cudwort
q^ui,

ne] fiflema

intellettuale

Ma

torniamo in iftrada. Dicendofi

che

il

raangiarfi carne dal ca-

,S

u
la

j-

J-

Rabbia."
elfendo
(i)
il

43
fangue
Elli

fodatio

che con molta


vifc-ofo,

difficolt,

lor

eftrema*

mente
ne
,

pelle

denfiflma

(7).

pi

fovente

dal

lupo

e dalla volpe

fia

prirna cagione

'dell'

intendere dell'ufo ftrabocclievole e cattivo delle akali nei cx)rpo pi nuoce in un'ora, che

Rabbia , fi dee medefime. L'abbondanza


della

1'

acidp per l'intiero gir


vi

'di un

anno. Egli
j

certo ancora, che ne'cibi


fali
,

non
;
.

debbono abbondare
infieme gli
ele.-

gli olii

le terre,

e l'acqua medefima

ma

tutt'

menti deono
carni
,

(Ter allogati

coq mirabil

teniipra

1' abbondanza de' fali orinofi che fi e quindi n'avvengono le putride malati rende falata e fetida Peggio addiviene f fi mangino carni groffe , rancide , e corrotte , tie come le pi volte i tre detti animali fanno. Lo ftomaco par che le ricufi a gnifa di un veneno; la bile Iguaina un fale venefico, ftruggitore era

per
fi

Allorch li eccede nelle fviluppano , putc il fiato ^

l'orina
.

deliffimo del l'angue

e nafce quindi

una gran
fi

febijre
,

cani arrabbiati
ftar fermi,

nel vero di calore abbruciar le

membra

fentono

non fanno

dimoftrano

un mortale accefo fuoco . (i) Emaflatica e/per. p. pa^.^^. fi a. mancanza della (7) La feconda cagione della Rabbia n* cani trafpirazione infenfibile , eicrei-ione ben neceflaria ne' corpi animali , perch affieme col vapore acquol ella fepara dagli umoi-i tate parti faline^ La trafpirazione cutanea non mica effetto di quell' impeto e liffiviali
tutt'
i

fegni di

che

il

fangue riceve dal cuoi e


e

effend <juel

momento

rifratto dalie tante

refiftenze

tortuofit de" canali


,

ed inoltre

rnerc la fottigliezza invifibi-

quelle molecole fiffafe

che benbene aflbmiglianfi a tanti tubi capillari , fono ma effetto folamente dell' aria , che penetrando ne' pori , le medefime afforbe ed imbee. Quefta feparazione intanto, per lo cui mezzo la macchina animale fi fcarica di tante impurit , manfa onninamente ne' cani. Perciocch il teffuto della lor pellC ftrettiffimo, i vafi efalanti vengon premuti e chiufi dalia durezza delle fibre cutanee" che perci 1' aria non vi pu agire n le lue mollecole poflbno penetrarIn quella guifa Impertanto che ne' corpi umani per la mancanza di vi tal ripurgo della pelle nafcono varie malattie , come reumatifmi , podaJe de'vafi cutanei
,
.

gre
ni

febbri putride
fife

convulfioni

e delle altre
fi

cos iion potendofi ne' ca-

purificare

infiammatoria , e cagioni la Rabbia Quefta offer, vazione fu in generale fatta dal Boerhaave , e pi in particolare da Riccardo Mead ( Frati,, de "venenis Tentam. III. (le cane rabido ) , le cui prette parole stimo dovere di qui riferire Originem indagatmuf cate^ai hujus horrendorum morborum , obfervo rabem in cane a febre veheemente ef. obfervo etiam non fudare eanes.- fequtur , ut quum fermento alifici . quo canis fanguis agitatur , non pofftt quemadmodum in aliis animalibur in fuperjciem corporis exomrari . E pi b^fio Ipfecanif in hoc fatu afpeBui
. . .
.

fangue , di leggieri che attacchi i nervi

potr produrre una particolar febbre

f.

44
gnori Airuc

i5

E R

T A

o N E

ir.

te arrabbiano nel verno, ficcome teftificano le oflervazioni de' Si-

Lifler, Rivalier &c. ^ (Iasione in cui i lupi fon tormentati dalla fame, accalorati interiormente e dove l'elettri; ,

cifmo maggiore (8 j.
febrem prodt
apit
i

5. 1

corpi puzzolenti delle pecore morte di


pefrendenfque inhat obvis
.

ReBa

ferus eurfttat
,

caenofa ex

ore propendet lingua : gra'Ves eeuli


.

lacryms pieni

non cibum

0 potum

e mafllmameil, divora ,e vi cagiona un interno incendio jlpecialmente in tempo di verno quando effo appetito fraboc chevole , e 1' elettricifmo maggiore Ma fviluppiamo , il pii che per noi fi pu , queflo importante punto Gli animali fon foggtti ad un (8) te ne'

La

terza ed ultima cagione della


,

Rabbia net cani

lupi

fi

la

fatne che talvolta

li

continuo fiat di perdita


nire

f del cibo non s' , mori. L'indole acrimcniofa

ed in poco tempo anderebbe la macchina a fi* intrometta , che riparar pofla le perdite degli u

che per l'inedia il fangue acquifl:a,il rot, to equilibrio tra' folidi e cavi del ventricolo , e le parti vicine , fon la
cagione della

moe da cofifFatto rimelTo equilibrio nafce quel che dal cibo noi fentiamo. Il celebre deGorter vi aggiugne la bile ^ la quale unita con altri fughi acri dello ftomaco , infieme vi formano un maravigliofo difTolvente In fatti in alcuni animali, e fpecialmente ne' cani, f fi premala borfetta del fiele, una porzione pi pigra , e crafTa della bile fcende negl' intefini ; e l'altra pii fciolta , potente , e volatile va a fcaricarf dentro il facco del ventricolo Ci infame
,
:

mentaneo

riftoro

oltre ha luogo ancora in tutti


finria
.

quegli animali
1'

la

cui

voracit grandif-

Il

Wale
^

nello ftomaco di un cane

bile vi

trov

ed altri Ofiervatori
ne' cani
il

morto per fame , ftagnante la an rinvenuta eziandio dentro il ven-

cricolo del lupo.


ficch

e ne' lupi la fame per lungo tempo durata , fangue irrorato da un dolce chilo, che ne aflTottigli le agriffime parti non riceve refrigerio, merc la bile, ^ e lo ftomaco che avendo slegati i fuoi fali , quelli con ferocia par che logorano, e mordono le tunidhe la bile iftcffa , dico , fi mette in gran bollore , e cagiona la febbre, il furore , e la Rabbia. Perch poi nella ftagione ad verno la fame fia maggiore che nella fiate ci nafce , non dal perch in

Or quando

non viene

lof

tal

tempo meno

di

umori efcono

dal corpo, efTendo


,

vali efalanti

della

pelle focchiufi dalla

prefenza del freddo

onde

la

maggior

quantit

del

langue che nel corpo vi fta, pi umore digeftivo fepara nello flomaco ; ma fibbene dal perch le fibre tutte del corpo meffe in maggior tuono, ed animate dal freddo, producendo le feparazioni abbondevolmente , pi chilo vi fi richiede per effer la maffa del fangUe, e le forze rinfrancate. Se dunque maggiore di verno la fame, pi agevolmente potr nafcere
la

Rabbia,

Ma

U L L A
,

R A

B B
fi

A.

45
di
ftate

pefte, l'acque ftagnanci

delle quali effe

nutricano in tempo

voltlam carta. Si afegna medefimamente dal Signor de Sauvages , per render arrabbiati gli animali , il maggior elettricifmo del verno . Per perch nel prointendere il quale articolo , poche parole qui premetto

Ma

,_

greflb dell' opera dovraflene diffufamente parlare . II fluido elettrico , ch' ^ftivato ed con altra fottiliflma il medefimo fuoco elementare

Manza

Natura , e '1 principio eh' entra nelbench non fia dappertutto ugualmente _dila compofizione de' corpi , fperfo E' certo altres che non tutt' i corpi contengono ugual quantit di elettricifmo ; e quelli che ne an meno, ricevono elettricit da quelli che ne an di pi ! Il corpo animale riceve molta elettricit per comunicazione. Il calore poi nocivo dimolto al rauno del detto^ fluido;^ ed al contrario il vapor elettrico facilmente fi ricoglie ne' tempi _e ne' luoghi freddi; e quindi ne' luoghi del Nof t , comecch agghiacciati , dall
unito
,

l'

anima

di

tuttaquanta

la

globi incendiari! , e tante continue bodileguano le lunghe tenebre, ed illuminano' Chi non , fprovveduquelle regioni ne' tempi -della perfetta ofcurifade to delle cognizioni Natur'ali pu rintracciare j perch mai il calore nuoccia cotanto al fluido elettrico, e dall'altra banda tanto gli fia favorevole il freddo. Per l'intelligenza di tal punto dir, che 1' aria un corpo eletelettricifmo
reali
fi ,

producono
quali

tanti

aurore

le

col

di luce . L, ace che riceve dentro di f tanti torrenti , incontro della clafle de' corpi anelettrici; che perci dall'aria prende 1' elettrico vapore , e lo difperde in que' luoghi , dove tali acquidofi conduttori vi mancano, e 1' aria afciutta Io fiffa, e ferma .Ora fe-

trico per natura


all'

qua

fvaporazione dell' acqua . Dove grande , l i vapori yie^ maggiormente faglono nell'atmosfera, ed in confeguente in tai luoghi l'elettricit fi fperde. Per la qual cofa ne' luoghi del Nort, dove nella mancanzai del Sole i freddi, ed i gieli fono grandinimi, poca la fvaporazione; ed in queir aria agghiadata ben fi raccogliono i torrenti del vapor elettrico .

condo

la variet de'
i

climi

diverfa la

fpirano

venti

dove

il

calore

Dall' altra parte ne' luoghi caldi ed umidi , dove i venti fon varn e fpefl, e le nebbie ed i nuvoli non di rada rendon l'aere torbido e fofco^

meno abondevole fi T ettricifmo Adunque nel tempo del verno


,

raercecch

1'

r aria fredda ed afcmtta

la

quantit del fluido elettrico in eflfa grande, e copiofaraente fi comunica alla macchina degli animali . Il quale fluido inoltre per la forza ed ofcillazione maggiore della fibra in detta ftagione, talmente fi rifcuote e malattia fi ravviva, che cagiona un interno fuoco, atto a far nafcere una

infiammatoria, una gran febbre, e la Rabbia negli animali . Perci fi legpi fredde della ge nelle Relazioni de' Viaggiatori , che nelle regioni Ruffia, in tempo di verno i cani frequentemente divengon rabbiofi ; e nella Siberia dove le nevi e'I ghiado foglion tener il terreno coverto per molti mefi dell'anno , i cani anche arrabbiano e per quello juelle genti varie erbe

anno

4(5
fiate
(,k)
1

D
le

S S

E R T A 2
,

O N E

II.
,

difpongono

e poflbno generare nel lor corpo


infetti

far nalcere differenti

fono oflTervati nel cervello, ne' r'^ni , e ne' feni di coloro eh' erano morti per Rabbia, oltre i vermicelli rolli , che fempre 11 veggono nella loro glandola del Vercellon al di mezzo dell' efofago.
fi

vermi,

ferpentati, che

V. Le

circ'.'ftan e

della

Rabbia fpontanea

uell'

uomo

flrano un gran nioto nel fluido nervofo, e nelle beftie

dimo, una gran

corruzione di umori. Quanto a' vermi che il Signor de Sauit credeva cagionaffero colla loro irritazione la Rabbia; bench egli confefla averli icrupolofamente cercati ne' cadaveri di animali

ne che fviluppa

morti arrabbiati, fenza trovarli; io loro uova : quafi fempre ne' feni frontali ,
perci arrabbiano
(p).,

ci

paiono
capre
,

effetti della

corruzio-

le

e nel

ne anna condotto coledoco, e non


e le pecore

Rahanno tentate per ovviare alle morfure di quefti animali . Una d tali erbe dalla Siberia in quell'anno appunto ftata mandata in Parigi al Si gnor Buffon , come un vantato antidoto contro la Rabbia .
(k)

La

divifione che un autore fa della Rabbia in auflrale

e fetten-

trionale a

ragione

delle ftagioni
:

e de'climi caldi e freddi

mi fembra
fianca
(p)
,

poco utile
tre cagioni

quella
le

che f ne fa

dove oflervafi, in Rabbia mut0 , e Rabbia


j

non ne diftingue
fin
'

fpecie,

ma
,

folamente.

gradi.
baftevoli

Le

ora fpiegate
e

fon pi che
,

per

corrt

prendere

origine .della Rabbia


,

Ipontanea

ed a puntino effe
.

corrifpon

dono
ci

colla Filofofa pi falda


,

colle ofservazioni

Ma

parecchi

Medi-

moderni fi an creduto fomigliantcmente , che in tal malattia vi avefsero molta parte i vermi , che ne' cani fovente , ne' lupi , e nelle volpi non d,i rado truovanfi negl' inteftini , e tal fiata fon chiuf come in invogli, a guifa di bitorzoli glandulofi ripieni di minuti e roffigni vermi, ed anche di groffi e folti mucchi di lombrichi. comincer da Ariftotile, il quale Per mentovare prima gli antichi nella lua Storia degli animali Icrifse che le fiere tutte anno un verme Plinio fotto la lor lingua, donde nafce il lor furore, e la falvatichezza poi al libro ventinovefimo della Storia Naturale, defcrive, che fotto la lingua de' cani fi ritrovi un verme, che f da* cagnolini non fi svelle , cagiona in effi la Rabbia : che poi fu cotefto da' Greci chiamato Xvttx , o Aurra , quale appunto il nome della Rabbia. ferMi/c /?</, dice Plinio, ej in lingua canuta , qui "vocatur a Craecis Kvttx , quo exempto infantilfui
antichi
e
, , .

taiulis

nee rabidi fiunt

net fajlidum fentiunt

U L L A

S.

A B B
.

t^f

labbia comunicata
VI.

La Rabbia

in

due maniere

fi

all'altro, o perch la falva dell'

uomo

comunica da un fuggetto immediatamente infet-

ta Plinio medefimo ancora al libro ottavo , poggiato alla lubrica autorit del Columella , erafi avanzato a dire , che f a' cagnolini ne' quaranta d dalla nafcita fi tolga F ultima articolazione delk coda , ed il nervo altres , che fcendendo dalla fpina, arriva alla eftremit della coda iftefla, i cani non arrabbiano. Columella au5lor eft , fon le fue parole , 7? quadragefimo die quam Jtt natus , cajlretur morfu cauda , fummufque ejus articulus ^uferatur , fequen nervo exemlo , nec caudam crefcere , nec canes rahidos
fieri. Il
til

P. Arduino nella nota a tal luogo colla fcorta di Plinio, and a rifcontrare il Columella: e trov che quello Scrittore, die fuori, e vental

notizia per una rozza dicera di certi pa fiori


,

Et

ut plurimi pa-

fiores affrmant

morlms buie generi Molti Scrittori avean creduto , che quel corpo che nel cane fotto la Jingua ha le divife del verme, foffe noli' altro che un grumo fanguigno ^ o pure un lunghetto polipo nelle vene ranine formato. Ma Cafferio fi fu il primo, il quale in un'op?ra che vedde la luce pubblica nell'anno lip, prov che quello pretefo verme , era un vero mufcolo meffo dalla Natura fotto la lingua de' cani, affinch effi poteffero comodamente lambire.
rabies arcetur
,

laetifer

Ulifle

Aldrovando,

e Cafparre a

corpo vermicolare

ifteffo, folTe

Reyes conobbe^ro , e un groflb refe, ed un

feriffero

che quel

pleflb di

Dopo tutti quefti il Signor Morgagni , il pi laboriofo , e curato fra gli antichi e moderni Notomifti , che non s' intertenne nello ftretto fentiero d'aprir cadaveri umani, ma fece marciar di pari la No-

nervi. '1 pi ac-

tomia dell' uomo e quella degli animali , volle anche far pruova della fua fcrupolofa minutifTima diligenza in far tagli, divifioni, ed efami nel detto corpo vermicolare che fi giace nella lingua de' cani . Egli dopo aver tagliati a tal fine quindici cani di diverfa grandezza e di varia et ,

Verme,

avea nominato effi collantemente trov ci che Plinio che nell'ultimo ch'era d'un macellaio , e da cui per avventura era flato fvelto , bench nelfun marchio, o fegno fotto della lingua vi aveffe offervato In rapporto alla lunghezza di tal corpo , ne' cain quattordici di fuori
.

ni

grandi

il

trov di tre dita


a

e ne'

mezzani

di

llatura di

due
;

La
vale

fi-

gura lunga
e s'impianta;

guifa di fufo dalla parte anteriore


,

affottigliato

dire pi fottile

e pi

acuto
filo

laddove nella punta della lingua termina,

di dietro appoco appoco contraendofi , fi tendinofo e bianchiccio, uguale per lo pi ai corpo donde uciva. Cammina inoltre in mezzo a' mufcoli iliperficialdalla

ma

parte

riduce

come

in figura di

48
la dalla
il

Dissertazione

H.

bava dell'animale; o ipure la bava di eflb infetta fubito fangue mediante un morfo, ed in feguito l'infezione fi comu/-

nica alla faliva.

mente, toccando
pellicola o

1'

eflerna

membranetta
le
fi

che involge

la

lingua;

la

quale
,

membrana

efterna

recida afleme eo' due mufcoll vicini

vedefi apparire quel corpo a guifa di

un lombrico compoflo
.

di due parti,

e di un altro roflb Sull'ufo che ha poi tale corpo, che fta lotto la lingua del .cane , cosi ragiona il lodato Morgagni { Ds jedibus , caiifis morboi-tim &c. Ite, I. Epj. Vili. .35. ) Qi^<e cum itaftnt , prficlive ^ejt ntelligere hoc tllud effe , licei uermis non fit , pr -verme tamen a canum lingua .dmebatur fic pariter Intelligitiir , nec ejje nervum cum Condronchio , &" .aliis vifum neque ullius vicini mufeuii partir. Num vero ipfum mufiuJus fn , quod Cajferius credebat ad lingendam datus , an potius mixtum ex multiplipi fubjiantiae genere peculiare corpus , quo pr longitudine tenuior ca-ium lingua firmeiur ., fuifque in nwtibus ad'

di un pezzo bianco,

&

_,

&

juvetur

medio relinquo , praefertim cum ignorem /ja&enus, quid difcriminis in animantibus tributum Jt , linguae motibus inter eos ctines quibus ,ej exemtum^ caeteros intercedat Torniamo a noi. Dopo che per la gran pazienza ed incomprenfibile fatica de' moderni fi fono fparfi tanti fudori per rintracciar la nafcita gli sviluppi e l' indo,,

nunc quidem

in

num

aliis pariter certis

& &

j,

le degl'infetti

e de'

vermi per
.,
.

lo innanzi prefi a vile e schifati


e

fi

.offervato che in molti animali

pi in quei che arrabbiano


,

elfi
ne""

in

gran numero vi annidano


cafalinghi
,,

Si

fon trovati nel caprio, ne' cervi


nelle lepri
.

gatti

e ne' falvatici
,

nell' iftrice,,
,

e nelle

pecore;

ma

pi fpecialmente ne' cani nc^ lupi Ne' cani , e pi ne' e nelle volpi bracchi fi {^on veduti de' lombrichi bianchi o lattati, lunghi, non ritondi, ma falcati, che allungayanfi., e fi fcorciavano a lor piacimento : fovente eran tenacemente appiccati all' interna tunica degrintefUii , ed aven-

do
le

la tefta

come una
vi

freccia. Il .chiariflimo Redi

ne' lobi de'

polmoni

d'

ama volpe

olTerv alcune tuberoft glandolofe e bianche, ciafcuna del-

quali racchiudeva
1'

un lombrichetto
,

fecero campeggiare quella forta di

Filofofia

Quelle e mille altre oflervazioni , che onninamente ripetea da'


tanti

vermini
.animali
del
.

origine di varii fenomeni


tal

e di

morbi
,

altres

de' corpi de'

A
;

modo
il

fi

credette che la generazione era


la

opera

vermi
,

feme

che

vainolo,

fcabbia

la lue
; i

venerea

la tifichezza

la
le

pedilenza, ogni marciume o fuppurazione


idatidi
fi

veleni tutti,

e finanche

nafceflro da tal razza di


,

piccoli viventi..

da

ripet la

yeudo

ragiorlato fu de'

Rabbia degli animali e degli uomini . Il vermi che trovanli ne' cani, e ne' cadaveri eziandio

merci ancora Signor de Sault atai

57 un arrabbiato giovane languire per lo fpazlo di un mefe in una Rabbia fcoperta , e poi guarire ; ciocch non s' oflervato dopo i morfi degli altri animali. 3.1n ragionedel_ feffo: nelle femine idrofobe , generalmente parlando , i fintomi fono man violenti , che negli uomini le quattro donne di Meynes morirono tranquillamente (e) i due uomini, de quali fi fa raen2one nella medefima opera, dovettero effer legati (15). 4. Il refto effendo uguale , la forza della Rabbia corrifponde alla for^

SULLA Rabbia

to (d)

da.

ha. Noi offerviamo la fteffa conell' altre malattie acute , che , , fono sforzi che fa la natura per liberarfi dalle materie morbifiche (i(5j: dunque il pericolo effendo eguale, gli sforzi fono proza ordinaria del fuggetto che
fa nelle
1'

pleurisie

frenefie

porzionali alla poenza motrice. 3. Se l'animale eftremamente

H
()
IJl.

irri-

delf ^ccad. l6gg. Signor AR'ruc Diifert. de tydropk ., (iS) II fenomeno perch le femmine anno' i finfomi della Rabbia pri cor miti , che non gli uomini nafce dalla particolare orditura del lor p. Elle anno la coft'ituzione delle fibre molto debole, la membrana cellulofa pi di graffo ripiena, le offa pi:i molli, la forza del corpo minore, e che ferva precifo rapporto con quella del pollo ^ il quale bench
(e)
II
^

...

pi

celei'e,

tuttavia pii
,

fievole

fi

ravvifa
i

tale

tempra

alle

femmine

fu neceffaria

perch dovendo cedere


;

vfceri e la

pelle dell'addomine per


la cagio-

dar luogo all'utero gravido


le altre parti del corpo.

la

medefima

ftruttura facea bifogno in tutte


frale
;

Or

tale compleffione dilicata e

ne per cui

fintomi della Rabbia

pi leggieri

fi

offerva.no

effendo

le

inchinate a de' mali che nafcono da calore , e meno particelle focofe contengono negli umori , e minore eziandio io firopiccio delle parti {16) Non tutte le malatte avvengono in Ogni et, ed in ogni difpo

femmine
.

inoltre

men
.

fizione di corpo. degli


altri

e io fteffo dicali le polmone non an lUogo ugualmente in tutt i luggetti. Ed egli chiaro, che le innammag'oni pi di leggieri fi producono in coloro eh' an corporatura pi forte, temperamento pi fanguigno, e fluidi pi denfi e lifeccati ; e ne' quali con facilit nafcono de travafanienti nella cellufofa membrana, e fi formano benanche delle colli-

Le

pleurise o fcarmane
,

morbi infiammatorii

Rabbia

Nella quazioni, effendo ne' corpi adulti la fecchezza la lima del calore fi veggiono i caratteri veri d' un male infiammatorio , e troveremo verificate le medeiime leggi delle altre infiammazioni.
.

^8
irritato (f),

BlSSBRTAZIONEir.
,

lcature

non folamenre fa pi grandi, e pi numerofe raof. perci egli comunica pi veleno , ma ancora in ra
il

gion della collera


rienza, e
le f

veleno dee effere pi attivo


il

come
.

i'

efpe

ragioni che ne rapporteremo


la

perfuaduno
e

6.

Fi

nalmente
dante

Rabbia

nel

fuo pi alto grado nel


il

tempo del
pi abbon

la Tnorficatura

o dell'infezione,
,

veleno effendo
e
la

e pi efaltato

T irritazione

forza del corpo effendo

maggiori, il veleno agir pi prefto, e pi fortemente, nella ra^ gion ccmpofa di quella di tutte quelle condizioni. Donde facilmente conckTderi,che gl'Idrofobi debbono differire molto tra lo=
To, come effettivamente offervad.

Due

/offe i part nella bava.

La

volatile.

comporta di due parche bifogna diftinguere; cio d'una fifl,ch' quella fchiumoia e glutinofa che cade fotto i fenfi , 1' altra volatile ed ignea, che facilmente fvapora. QLiefta produce verifimilmente delle punture vive fimil agli (imoli del fuoco , che Giovanna Dajonne,
t

XIV. La bava dell'animale arrabbiato

Maria

Beliffier di

Meynes

rifentivano fubito alle loro piaghe;


infettare
:

ed effendo calda e copiofa, ella pot

ammalati del Mattioli artraverfo la pelle mente svapora nel tempo della morficatura
appreffo, in che

ma
.

Coquerano,e gli quelta comuneNoi vedremo pi

modo
che
fi

la

parte
,

fiffa

arreftandofi 40. giorni den-

tro la piaga

fi

renda volatile

produca dopo quello tempo un


nelle vifcere
del

fuoco divorinte

diffonde

malato

cagio-

Piandogli finli punture, che lo tormentano continuamente

La
(f) In ogni tempo
fi

rpuarc'ata la
,

morficatura degli animali


.

e degli

uomjni

irritati, fisnza cffer air, 'biari


i.

come velenofa

Becker

in

Microc.

Med
vato*

IJoan. cent.

obj.

86. oltre gli efempii citati

EtmuUero gnor Mortimer.

lo da per certo jpa^, 432.

(m) 1' anno oflerTranJaS. Philofoph. dal Si*

sullaRabbia;
La
fjfa.

i9

XV. Quando la bava nnn n calda j ne abbondevole, ne fommamente attiva, e che cosi punture alla parte morficata non vi cagiona, quefta piaga non differifce dalle piaghe ordinarie, e noa
velenofe;
ella

arriva in

cos'i

poco tempo ad una

si

perfetta guafi

rigione, che gli ammalati, o per meglio dire i morficati, curano facilmente fopra gli avvenimenti futuri (17) j
di

afsi-

vi

ha

fieno totalmente dimenticati della cagione, e della occafione della Rabbia , quando ne fono attaccati (g) .

pochi che non

fi

Un

male futuro verfo di cui non fi vede difpofizione alcuna, n f ne fcorge verun fegno , ferifce poco lo fpirito delle perfona occupate nella cura di vivere alla giornata , dir voglio de' contadini che fono per lo pii^i efpofti a tali forte di morfirnoifempre fperimentamo , che quando la pafTiani bene j noi\ penfiama
a potere divenir malati.

La

i' (17) Il feguto delle morfure degli animali arrabbiati per nulla ^ verfo da tutte le altre forti di punture , o di ferite . Siccome in ogni ferita fulla prima fi fente il dolore, e n' efce del fangue perla rottura de' vafi,n altro fi offerva; cos i cani rabbiofi mordendo, tagliano e rompo-

no co' denti le fibre , e i vafi,e i nervi j la qual rottura all'anima prefenta queir ingrata fenfazione , che mal grado foffre, e che s'impegna di togliere. In quefte poche parole confifte la teora cotanto intralciata del dolore, che altro non , che un'azione pi o men gagliarda fugli organi de fencio fu i nervi . Tutto ci che muove i medefimi dilicatamente, con fi temperatura, e con mollezza, egli cagione di piacere, un fentimen,

to dolce e caro : ficcome all'incontro ci che urta con veemenza,, cagione di dolore. Dopo qualche tempo i vali naturalmente ritirandofi, comincia a fentirfi nuovo dolore, che nafce-dalle {tirature delle fibre adiacenti , che produce 1' arroffimento ne' lembi Allora i' iffluffo del fangue maggiore , il moto crefciuto , e le pulfazioni augumentate delle rninimc Pofcia fi vede ufcire un arteriuzze, vi cagionano la febbre, e'I calore
. .

che dura finch la piaga fi cicatrizza, e fana Ma la parte tenace e fiffa del veleno, che rimane a guifa di glutine attaccata alle fibre folide , fa fiare per qualche tempo il morficato in quiete ed in perfetta pace Alla pur fine rendendofi volatile, e ne'nervi intromettendofi: produce rorrorofa fcena de' tanti fintomi.
liquore tenace
,

bianchiccio

e craflb

(g)

Mead

de rabiflo cane pag. 88.

do

Dissertazione
La
XVI. La
parte
fijfa fi

IL

attacca alle carni.

fifla

e vifcofa della

bava

eh'

fenza difEcol,

t il

veicolo del veleno, s'intromette dentro le carnature

fi

attacca alla fuperficie


alle

inuguale

della piaga

fi

attacca

eziandio

parti folide nella iftelTa maniera, e per la


fi

medefima meccain

nica che l'olio o un liquore graffo

appicca al teffuto di
,

pan-

no

perch n

il

fangue che ne fcorre

n la fuppurazione che

fopravviene ben pretto, n i digerivi che fi foprammettono, poffono toglierla, e che a capo di 40. giorni ella ci dona fegni di fua prefenza , ( poich fenz' alcune cagioni evidenti la cicatrice s'infiamma, fi rileva a guifa di ricamo, e qualche volta fi riapre );
fi

rifentono le medefime
vedefi infine
ufcire

fuoco

punture , fimili agli ftimoli del una fante virulenta , forieri tutti

delia Rabbia vicina.

Ejfa

il

fermento della Rabbia,

no

XVII. Quefta bava glutinofa contiene evidentemente il veledella Rabbia , ma molto inviluppato , e che ha bi fogno di

una lunga cozione, o preparazione per divenir atto a, produrre quefto effetto, poich quefto efferto tarda si lungo teippo a mail volatile pu svaporarfene fenza eh' effa pefda la fua nifeftarfi virt. In fatti la bava antica diffeccata 'fopra gli abiti prima che
:

fi

foffero

portati

alla
,

rivenditrice

fopra un cg^ello di cacpii

cia arruginito (h)


cr m.-inicare

ed abbandonato da

anni

, ,

non lakia

di

la

lobbia, s' mefco'ata


e

colla faliva

infinuata

ancora dentro una piaga. Q_uindi che una goccia di marcia ca-

vata da una puftola variolofa,


r difiVccata (i),

cufiodita dentro gli sfilacele pe,

come
f

fi

fa

nella Georgia

ed in qualche Pro-

vincia d'Inghilterra,

a capo d'un anno s'innefta, intromettendofi

(h) Coelus

^ure. C.

i.

Schenk de

veneti,

Mod.

Stloftac,

S attrae

fpeci-

men
(i)

3.

obi.

^.

Tran/atJ. Phihfoph. I733.

SULLA Rabbia.'
clofi

denl-ro

una puntura

fatta

al

braccio

6i produce otto giorni

dopo

(k)

fintomi forieri del vaiuolo (iB).


nel f non f dopo lungo tempo

Nienti? ne pajfa

fangue

.bava paffafle fubto dalla piaga nella maffa dovrebbe fvegliare la R-abbia in un iflante ; , perciocch vedeli da' fintomi, che quando il veleno pronto ad agire dentro la piaga, infetta il fangue nel medefimo giorno, e neir ifteffo tempo la Rabbia comparifce ; avendo aUronde ofiervato, che quando la bava immediatamente mefcolata colla faora noi liva, non tarda che pochi giorni a svilupparfi (Vili)

XVIII. Se quefta
fangue
ella

del

vedremo

pii^i

appreffo

infettato, il veleno corpo, ed infetta nel che (Juefta bava lafciata dentro la piaga non produce alcun effetto per lo fpazio di uno o due mefi ^ bifogna che vi fia ritenuta fotto una forma che non gli permetta d' infettare il fangue in tutto quello tempo ; ed in fatti una bava glutinofa fin-

(XXVIII) che dal momento che il fangue fi fpande in meno d' un'ora per tutto il tempo medefimo la faliva. Adunque giac-

tantoch conferva ia fua vifcofita , pu elTer imbevuta ed attacficcome il graffo s'attacca al drappo, che non fi dilata f non ad alcune linee all'intorno: effa pu refiftere al
carfi-alla piaga,

fangue ed alla linfa che

le

paffano accanto
,

come

attaccata pi

fortemente

a'folidi

che

a'fluidi

Quindi

che una macchia

di

a cagione della loro, denfit (1). graffo non n difcioira, n tol-

ta dall'acqua.

La

teoria fu di cui noi ci

fondiamo, oltre

l'efpe-

riea-

(k)

Nel

173:5. le crofte del vaiuolo


a'
,

eflendo fiata inoculata quattordicefimo giorno


la rofola
.

bambini

il

efendo flato
del

marcia medefima che dopo il l'intervallo del tempo riempiuto daldiffeccate

vaiuolo

o non
,

la

vide

TranfaB;
parte

Philofo-ph.

(18)

La

glutinofa
,

veneno
il

della

Rabbia rimane

per molto

tempo
re,
cTie

alle fibre j^llegata

finch
altre

fangue infetta.
fi
.

Non

deefi

per crede-

certe parti s, ed

n degli umori

attacchino,'

non

ef-

fendovi ragione alcuna che tal fentenza confermi Si pu fare un paragone_ tra ci che accade al vaiuolo, e al veleno onde parliamo. Amenduni fi polfono repirtre eoise fermenti che producono de' lor fimili
(1)

Hamberger

e/,

phj/f.

i%6. 187.

I S S E R. T A Z I ^} O N E IL rienza, aimoftrata a lun^o ne^'li elementi di tifica del Signor Harnb.=rger ( . i8d. 187. ) {19).

Perforza dell'attrazione era nota in qualche modo ad alcuni de*" Filolofi antichi bench ne ignoraflero eglino le leggi colle quali opera^ va^, (jiovanni Keplero conobbe ancora ofcuramente quefia propriet [ig)

La

ne
ito

corpi
iftelTo
il

colla
,

medefma

cerc difcifrare

concetto

ma

fenza tanti

artifiziofi .velami,

Quemoti de" pianeti promulg con onor


.

Cayalier Newton ; ed in feguito ebbevi de' Signori Keill , ,_Keine e degli altri , che \ queda tal forza e delle fue leggi fi fon ferviti nella fpiegazione de' varii fenomeni naturali. Nel vero ne fon tante- pruove la gravit de' corpi la durezza, la mollezza , 1' elafticit di alcuni altri, la rifrazione e rifleffione della luce, l'unione delle particelle del mercurio, e l'attacco di certi fluidi e delle mollecole dell' aria a' corpi medefimi Perci- lo fleffo Newton nelle fue Qullmi oittchecoU
W'iftlion
,
..

fommo

la

forza

attraente

intraprefc

di fp legare
,

varii
,

dell'uomo, come la fecrezione ^lamberger alle leggi note- fin


delle quali

la

nutrizione
,

fenomeni della macchina e degli altri. Qiorgio

allora

vi aggiunfe i altre particolari,

foventemente il Signor de Sauvages nelle fue opere mediche le n avvale , e qui precifamente dalle medefime ripete I' attacco della bava del cane al luogo della morficatura fenza che nel fangue s' intrometta.. Debbono effere brevemente quelle leggi qui notate per lo rilchiaramento. del Tello.

Fnmieramente i fluidi il attaccano a' folidi che fono fpecificamentspi gravi di elfi- ed a quegli altres che anno gravit fpecifica uguale E quanto pi i detti fluidi s' avvicinano- alla gravit fpecifica del folido,, tznto pi fortemente con quello fi attragaono i Hanlberger Elementi d sijica ^^. 157-. 158. yg,.Q jj Q j^g^ j _ jj, mercurio perch ha minor ^ gravit fpecifica dell' oro fi attacca all'ora , ; ma non fi appicca egli al legno Se^ allo fleflo oro s'attrarr applichino il l'acqua
.. ..

fi

mercurio

mercuiio,, e rimarr l'acqua efclufa ria fi attacca al piombo allo


'I
,

..

Ma
e ad

mi

fi

dir:
metalli

perch
,

il

mercu-

fl:agno

altri

quali anno

gravit fpecifica ? La rifpofta pronta . La gravit fpeelementi di un corpo non fempre fi giudica da quella i un gfan volume e fovente bench un corpo fia di minore gravit fpecifica eli un fluido^* tuttavia le minimiffime parti fan maggiore. N'abbiam 1' elempio per le mani di una nave,, che nel mare galleggia, e poi di ac
di^ elfo

minore

cifica degli

qua nempiendofi, fi fommerge che il piombo Qiiindi oflervando noi melTo nel mercurio prima nuota indi dopa' eiTerfene imbeuta, va al fondo ; dobbiam conchiudere che il piomba ( e \o fteffa dicafi dt tutti , gli altri metalli che col mercurio fi amalgamana ) , fieno di maggior gravit fpecifica del mercurio msdefmio Meritano- di efler qui riferite le
..

,,

pret-

U L L A

A B B

A."

6^

Perch ejja tardi a pajfare

XIX.
fa

Si

tratta
in

adunque

di

trovare nella compofizlone di que-

bava, ed

quella del corpo

umano,

il

motivo per

cui

una

mucofira infipida e glutinofa, che non in iftato d'irritare una piaga per un mefe e pi di fogglorno eh' cffa vi fa , pofla d. venire un velno terribile che in un fubito infetter il fangue
e fopratutto
la

faliva

pi

toflo

la

mucofita

della

gola

e produrr gli flrani

fintomi della Rabbia. Per venirne a capo i principii della Meccanica , e della Fifica , ficcome offerva Boe(

rhaave

Oratio

8. )

(m) non badano

La Chimica,

la

Piro-

tecnica elettrica poflbno folo darci qualche lume, fopra tutto al


gior.
prette parole di
tur lignum
,

Hamberger
,

del paragrafo
,

charta

linteamina

Cum tgt151. della fua Fifica Jpongia &c, , fi aqua repUantur jubfi'
.

deant in aqua j hemque argentum , plumbum , flatnnum mercurio repleta , fubfideant in mercurio-^ paniculae folidae lgui , chartae^ lrteaminum, fpongiae &c. particul/s aquae, particuae metallicae argenti^ plumbl^Jamniy

&

erunt fpecfice gravores Or ficcome di quefle leggi fi avvalfe il Signor de Sauva^es per Ifpiegare le azioni particolari de' medicamenti , la falita de' fluidi ne' tubi
capillari
,

tnercurii particulis

e la variet delle fecrezion

che

fi

fanno

nella

macchina

dell'

uomo*

perch la bava, o '1 veleno rabhiofo dalle parti folide rimanga attratto, ed al fangue od agli umori non fi comunichi , tuttocch quefti vi paffino di fopra Pi la gravit fpecifica della bava s'avvicina a quella delle fibre, che non s'
a'

medefimi principii

egli

ricorre per dichiarare

fluidi del corpo i Intanto il Signor Mufchembio negli EleFfca Toip. I. Gap. XVIir. , e nel libro altres Elfai de Phy ftque pag. 5 ,7. molti argomenti ha recati contro le leggi di Hamberger, co* quali Alberto Haller cerc confutare il fiftema della fecrezione del medefimo , ficcome ^uote leggerfi , e nelle note alle Prelezioni Accademi. che del Boerhaave , e nel gran corpo della Fifiologia meJefimamente. Ma ficcome tali argomenti altro non provano , che fovente fluidi denf fi attacchina a' corpi di minor pefo fpecifico j di leggieri a' medefimi fi rifponde, diftinguendo la gravit fpecifica in ragione della mole , ed in

accollano

menti

di

Hamberger. (m) Rabiofus canis quo deducit hominem ? Quid anatome quid hmnorum (Ognitio, quid perfpsclus eorum circuitus quid Mathefis, quid Plyfica juvat y
i<5.

quella delle parti componenti , come balla leggere gli Scolii del paragrafo

fi

notato
della

poc' anzi
Fifica di

Ma

per ora

j-

Dissertazione
rifchiarata e
1'

II.

f^ioruo d'oggi che s'

una

e l'altra

(20),

Do(20) Fin qui quali fieno ,


fi

ini

Je.

cWaramente divifato ,, donde nafca Ja Rabbia ne' cavie di comunicazione di tal veleno, e come quefo ri'
.

manga Affato ed attratto dalle fibre folide del luogo morfcato Deefi ora venire alla fpiegazione di tante bizzarre apparenze che fi veggiono negli
quando effo veleno fi fviluppa Certamente in ogni tempo i una certa curiofit a tutti gli uomini comune, e per affodare fij d'una ben ferma teora il metodo della cura da tenerf , vi fono andati maifempre fpeculando e riieditando E chi porge un' occhiata alle varie Scuole de' medefimi , vedr quanti ingegnofi ffiemi fi fienoarrabbiati
,
.

Medici,

e per

fchierati

quante ragioni

fi

fon lambiccate

meni
ga
ta
,

e-gli

effetti

della Rabbia:
,:

ma

effendofi- poi

per intendere i varii fenomeffi a coppella ,.fi fono

trovati infuffiftenti

che
e'I

e confinati nella regione de'fogni. Ed egU non fi nieNatura le pii^ volte ci tenga la verit la fcorcio la luce foflegno dell'animo, cos riporta, e di mille buccie fafciata, che
la
,

,.

noi

confinati

nel

gufcio

di

quella

fecciofa

terra
.

gaifa

di

chi

fi

truova nella nebbia, poco poffiamo difiinguere Ma altri dal dlfagio deli' imprefa non inviliti avendo- pi penetrev^ole la veduta , an chiefto di metter in chiaro tutta la ferie de'fintomi di cofffatta malattia Il Signor de Sauvages , fccome f-ato uno di quei chiariffimi Medici che nella
,,
.

ha dati fuori de' gloriofi penfamenti ; cos il fifema eh' ha propofto fulle cagioni , e fulla cura della Rabbia , ha avuta gran voga, ed lavorato con bella maeflra,
egli
l primo principio da cui egli trae le confeguenze fi la Chimica fcienza Ja pi bella, vaga , e maravigliofa , e fenza cui non fi pu agevolmente operare j e la Medicina in avviluppati fentieri , ed in confufi
fi aggii-erebbe Qui non fi parla di quella fcienza vana , e contante millantere profeffata da alcuni, che con mifieriofi colori an fatto vifia di faper cofe di molto rilievo: ma s'intende di quella nobiliffima
,'

teora de' mali

labirinti

lenza
ne a

la

cui fcorta

terminare. Il che a noi in vei'


,

poco felice fine tante opinioni mediche anderebbofecondo principio fi la dottrina dell' elettricifmo ha fvelato un mondo nuovo, ed ha fcoverto unsi gr?.n
a
paffi

e perfezione ha recato alla fcienza che non folo per le utili cognizioni eh' ila fomminiftrate, ma eziandio per quel maravigliofo fcroUoche fuole reca^ re, pu togliere varie infermit da' corpi umani Le applicazioni di

lecreto

eh' a
.

gran

ornafliento

della

Natura

Anzi evvi

di

pi

quefti

due grandi principi!

fi

vedranno appoco appoco,

sullaRabbia.
Domande Chimiche,
I.

<^5

Doma?ida.

X.Y. Ella una verit ben riconofciuta in queflo fecolo , che ogni fugo elirarto da un corpo animale , almeno da un quadrupede, e che ne ha per un giorno provate Je forze vitali, eifendo confervato in un luogo preflb a poco del calore del corpo umano, fi altera col tempo , di modo che per infipido che folle, e buono per la nutrizione, acquifta nondimeno fapore, odore, e

cangia di colore, e di confftenza; e da

fiffo

e glutinofo

ch'egli

, diviene fluido e volatiliiTimo, penetrante, e proprio a cagionare, f fi prenda internamente, mali di cuore (nj, naufee , e

fincopi; e
egli

fe finalmente fi diftilli al minimo grado di fuoco (o), fomminiftra una gran quantit di fale alcalino volatile , di

olio,

odi
,

zolfo

fetido, e

di- fosforo

(p).

Cos\

tutt'i noftri liquidi,

camminano lentamente dentro gli organi fecretorii tendono a quel moto inteftino che fa una tale corEgli vero che il moto progreflivo del fangue disvia ruzione ixi pane quefto movimento inteftino che nafce dalla fcambievole
foprattutto quelli che
.

attrazione delle particelle del mifto,eche la feparazione continua chi il fa dentro i colatoi delle parti efcrementizie le pi corrotte
,

depura

il

fangue (q)

ed impedifce
,

la

putrefazione

(r)

ma

o dimora in un luogo , conie arriva agli emuntorii, alle cancrene, alle fiflole, alle carie, vi diviene puzzolente, e predo o tardi vi s'imputridifce alterancofi ruieiTo (angue, f qualche veleno o fermento marcendofi infettato l' ha XXL La bava un liquore animale, e firanlero al corpo, u-

fubao che

ari

liquore rifiagna

maao
(n)
(oj

eh' fiata gi

preparata, e rifcaldata nella gola


I^

dell' ani-

ma-

Boerhaave tyfphor. 85. CUryiiae Tom. 2. pag. 288.

(p) P. '.efaBio pr effe&u ultimo dat alea putrida , foetidofque alcalinos volatiles h'/es , numquam acida , nec fpiritofa inflammabilia , qualis ejl

fpiritus vini
(q)
(r)

Sthal. Theor.

fed quidem phofphorica. Boerhaave Chem. Tom. 1. pag. 105. med. pag. 610.

Conjitutio corporis
eft
.

humani

ex

fua

mixtiefie

penitijjms

conuptionibits

tota obnoxia

Sthal.

<^^

Dissertazione
,

II.

male arrabbiato
fuperficie del

ed ora arrecata
,

corpo

dove
,

dentro una piaga quafi nella vafi fono frettiffimi , e perci la

circolazione lentiffima

il calore mezzano tra quello quello del fangue farebbe dunque molto frano^ ch'efla non vi provaffe prefio o tardi i cangiamenti a' quali ogni liquore de' quadrupedi pefci,. uccelli &c. foggetto in fmiili cir. ^ cofanze (21)

dove

dell'aria,

(21) Ecco il primo gran fenomeno cHe dee efaminarfi qual' la ra<^ gione per cui il veneno o la bava del cane arrabbiato ,. fi trattenga per quaranta e pi giorni nella ferita fenza recare minimiffimo danno j e poi^ a guifa di repentino incendio , fviluppa una. cotanto maligna malattia ? Si dee in ogni conto far ricorfo alla Chimica,
:

Tutt i corpi della Natura ch'ai noftro guardo s'apprefentano , col rrvolgimento del tempo fon' foggetti a de' varii cangiamenti j ma non tutti nel modo ifteflb. I corpi inerti , eroe i metalli , i femimetalli , gir

zom, le ten-e , i fali , e le pietre che noi camminando premiamo , pof lono difcioglierfi folamente e ricevere cangiamento nella difpofizione va^ , ria delle parti Ma ben diverfamente mutano i corpi organici , o vegetabili, o' animali che fieno Non v' ha pianta, che fvelta da terra quando verdeggia, che tenendofi all'arra efpofla non fi guarti medefimae ; mente non v corpo animale, che non s'imputridifca . La putrefazione
. .

non

mica diverfa dalla fermentazione; anzich l'ultimo grado avanzato_ di quefl-a Le parti dell' aria fon quelle che nelle dette foftanze im.

prigionate e riftrette, fan forza col lora elatere allargate , fan ; e quindi che nuova aria vi entri, onde il moto , il rigonfiamento delle particelle, e lo icjoglierfi delle mcdefime n'avviene. Gli^ effetti della fermentazione, e della putrefazione variano infra loro. Se non s'ottenga un fak alcalino volatile o urinofo, non pu dirfi u-n corpo elTet; putrefatto. Se cofiffatte adunque fono le mutazioni che fi fanno nelle parti anima^

maraviglia non fia f la bava , o la parte inerte e paniofa del vedel cane, che nell'atro del morfo fi comunica parte e nafce dalla fierofa del fangue, che a guifa di chiara d'uovo fi rapprende e fi ofcura; ie la bava, ripeto, vifcofa il e fi/fa com'ej'la , meflTa in luogo , dove
li
,
,

neno

l'angue facile a guafiarfi

s'imputridifca,
la

ma dopo

fenfibile

fpazio
,.

d'

appoforza del caldo e l'aria altres co appoco vi agifcono, e l'affottigliano , onde un'aura velenofa sbrigane flou, nell'interao fi comunica.

tempo. Mcrcecch agevolmente

U L L A

R A

TB

^7

IL Doma fida.
XXII. Qimnto pi un iiquore m picciol volume,
':

glutinofo

untuofo
,

cutlod-

to dall'aria,

meno

rifcaldato
,

tanro

pi

tarda a marcire

cosi

il

graffo del poTCo


di

prova molto tardi queiia forra


rancido,

bench non (alato , corruzione che lo fa divenir


all'

fecondo
guifa
,

ch'egli

meno

efpoflo
il

aria ed al calorede'
,

In
ci

quella

trovanfi

dentro

petto degl'idropici
lor baffo
,

moc-

biancaftri

ed

una

linfa

gialla nel

ventre
al

che vi

reliano per molti meli fenza corromperfi


aria;
flo

effeiido

riparo dell'
denti, efpo-

quandoch un pezzetto
;

di carne lafciato
,

traili

in una corrompe nei termine di otto o dieci giorni &c^ Sarebbe dunque iiuiravigliofo che la bava rimafta r piccola quantit dentro una cicatrice, non efpofla all' aria , vifcofa com' ella , non pu tardarvi trenta o quaranta

air aria ed al calore della bocca


il

fi

rende

putrido

notte

fangue travafto
,

fi

giorni, e qualche volta pi meli

fenz' alreranl
,

foprattutto in
al ireddo (*}.

una parte, come


Ferch

la

mano o

la

gamba

efpofla

ejja

in feguito vi pijfa

in poco tempo,,

XXIII. Siccome 1' acqua non fi gonfia , n bolle che appoco appoco a proporzione ch' efpofta ad un fuoco fucceffivamen te pi grande , o pi lungo tempo ad un fuoco uniforme ; ma quando
I
2

'Una

OSSERVAZIONE.
(*)

Nel mefe

Ottobre del 1741.


di

il

cHa di Alais dopo aver fentiti ni , e dopo aver per lo fpazio


ribrezzi
,

de' dolori

nominato Rieu cherico della Baad una gamba da quindici giorogni


notte de'
,

una fettimana provati


fi

calori

e de' fudori

alternativamente
,

accorge che non pote-

va determinarfi a fciacquare i bicchieri e fi ritira dalia credenza piangendo j chiamato rifponde con una voce afpra ; fi fofpetta ammalato , dice di n; f gli offre un brodo lo tracanna con molta pena e flraordi=i nari e contorfioni Egli ne bevve ancora fino alla morte fi fofpetta male alla gola , ma niente fi vede al fondo della bocca Fu fegnato quella fera , replicandofi il falafTo il d feguente era molto accalprato , cacciava.
.
: .

gran

<58

I 5 5 " R T A Z I N E II. ha concepito un grado dererminato di calore in modo, che non pu oltrepaflare ; fi gonfia allora fenfibilmente, e bolle quafi in un fubito , ci che accade ancora al mu'lo che fi

una volta

ella

difpone a fern^en tare non altramenti che i liquori animali efpofli ad una digeftione o movimento inteftino delle particelle del fuoco elementare, ch' l'agente di tutti quelli movimenti fpon:

un tratto, dopo il tempo richiedo , fegni della in quella maniera la carne , che dopo alcuni giorni femplicemente tenera, mortificata, e buona a mangiarfi , diviene in un giorno s\ differente da quel eh' era la fera,
loro putrefazione
:

tanei, danno in

eflendo puzzolente

marcita

ed ancora velenofiffima

Ejjett't

del vele-ao fulla cicatrice.

XXIV. La bava
tardi giungere al e

rimafta nella piaga dee


la

dunque, o
corruzione

prefto,
fi

termine nel quale

fua

efalta,

fi manifefta per le ragioni di fopra narrate , e produrre in quefta parte allora gli effetti di un veleno alcali- volatile, igneo, e fulfureo cio a dire irritarla ed infiammarla , far riaprire la
:

ci-

gran quantit di fudore, fputava continuamente una falva Inanca e fchiu-

mofaj trem tutto il t?mpo eh' ebb^ il braccio fuori del letto; non avendo giammai calore pi acre, n febbre pi forte La fera a quattro ore fopravviene una fpaventevole inquietitudine quattro perfone ftentavano impedire di fuggirfene al nome di Dio alcnetevi, diceva agli alianti, di menare il fiato verfo di me, e chiudete tutto, affinch non entri aria alcuna nella camera Allora fi foche mi di ftrano incomodo fpett la Rabbia e qualche cofa fcopr dell'origine di quello male. fi
.

ro

Circa due ore di notte la febbre, i fudori, le agitazioni furiofe fi crebbevolere morficar tutti ; tentava menar la fua bava fopra ; minacciava quelli che lo tenevano , o che fi avvicinavano non rifpcttava che fuo ; padre ; aveva pertanto tutta la fua ragione pregava Iddio continuamente;
,

alcune ore avanti aveva ricevuti i Sacramenti frinfe tra i fuoi denti il ; dito del Prete che gli fece 1' Unzione fopra le labbra, egli ne fece fubi-

Finalmente le convulfioni tornarono per tre volte, in mor a mezza notte Relazione comunicata dal Signor G. Il cane arrabcelebre Medico biato l avea morficato alla gamba la pronta guarigione della ferita /' a.

to le fue feufe

una
^

delle quali

'^

veva

fatto dimenticare

SULLA Rabbia.
cicatrice
,

6p
di
,

difFonderfene in parte

fotto

la

forma
folidi

una fanie
mefce
co'

virulenta, mentre che T altra parte refa fcorrevole

volatile, di
fi

minor gravita
fluidi

fpecifica
,

che
e

il
s

fangne
infinua

ed

che vi circolano
fi

nel tefluco

delle fibre ner-

vofe, che vi

trovano (22).
.

Differenti ejfetti del veleno nel /angue

che infetter ben che la maggior , parte de' veleni della clafTe degli animali; effetti che in dilferenti tempi della malattia appariranno contrarli tra loro , ma che dipendono originalmente da quefla medefima cagione, e fono in

XXV. Ecco un
gli

veleno preparato
e produrr
i

efaltato

preRo

umori

medefimi

effetti

feguito variati per lo concorfo delle cagioni motrici che vano- nel corpo vivente . Bifogna dunque bene diftinguere
,

fi

tro-

il

tem-

p in quefta malattia, e foprattutto il principio e l'accrefcimento, che durano due o tre giorni dallo f^ato d forza e vigore del male , nel quale dopo uno o due giorni il malato perifce, XXVI. Non vi alcun veleno animale conofciuto, che ricevuto nel corpo non produca de' fintomi che dinotano fpeffezza di
fangue
:

(s)

ribrezzi, la

picciolezza

l'inuguaglianza del pol-

l'abbattimento delle forze, la triftezza , e '1 de, lirio, formano il principio di quefle malattie, dell' ifteflb modo che quello delle febbri maligne, della pefte,&c.(2 3) Perquefo gli
fo, le fincopi

au(22) Si comprende da chlccheffia , in quale gufa fi pu il veneno rabbiofo aflbttigliare La fua parte glutinofa mentre nel luogo del morfo f ne giace, vien tenuta in continuo movimento , ed in determinato grado di
.

merc le ofcillazioni delle fibre , le frequenti contrazioni de' mue'I giro eziandio che vi fanno i fluidi. Quefte cagioni di leggieri l'aiTottigliano, l'accalorano, e la corrompono; per lo che ella fi fprigiona, e la fila azione efercita Ogni azione bench piccola, pu produrre de'grancalore
,

fcoli,

purch il tempo che impieghi ad agire, lungo e continuato. Finch la materia del veleno groflblana, la ua azione nulla: ma toflo che fi affottiglia, la piaga fuppura, e'I marciume efce fuori; la parte volatile perdendo la forza di eflfer dalle fibre attratta, col fluido nervofo
di
effetti,

e col fangue
.

fi

mefcola
.

(s)

Riccardo

(23) In

Mead de Fenenls'^ Raglivi de Tarantula certo modo fi pu intendere il primo effetto

del veleno rabbie-

yO

IT. I S S E TI T A Z I D N E autori, i quali erano imbevuti delle falfc regole della Chimica, credendo la propriet degli acidi di eflere di coagulare il fangue, ne concludevano che quefli veleni dovevano efler acidi Ma ben.

ch negl'infetti freddi ed iimidi

come

lo fccrpione

la

for-

maniera che nelle piante, trovanfi mediante i' tmalifi, de' liquori, che danno nel medefimo tempo de' fogni d'un fale acido, e di un fale alcalino, ed urinofo ; no-n men vero che nell'uomo, e ne' quadrupedi neffun liquore ad eccezione del
dell' ifteffa

mica,

cliilo,

e del latte, a cagione della loro origine vegetabile, pc^ quel brieve tratto di tempo che fotto tal forma nel corpo vi

fan-

bofo
bri

confronto con ci eh' av\'iene nelle febmaligne altres,^ che tiittodi olTerviamo nella Pratica medica. Ma dichiamola con ifchiettczza egli pur difficile , che un Medico pofla in queRe ricerche, ed in tali dilpute colpir il bianco , f non fia fcevro da certi ciechi pregiudizii , e lolo incenfa taluni libri j che una volta eran nelle mani della buona gente Fa mefieri fapere, ben pefare la faldezza del penfare de' moderni, come vedraffi di qui a "poco intanto fi pu afficurare , che in quella guifa che principia una febbre velenofa , comincia Io fviluppo della Rabbia Ho ben pili volte offervate di cotefte febbri , nelle quali fulla prima fi ravvifeta una efirema debolezza-, ed un abbandono generale della macchina e quindi una denfit ed -un -coagulo -prodotto in tutta la .linfa I fudori nel corfo di tai febbri fono fiati fpelTi e copiofi, merc il feparamento della parnel
,

fangue

col

fare

pedilenziali

nelle

te Tettile da

convulfioni

quella pi raddenfata ed altri fintomi , che


tal

indi

fi

fon affacciati terminati che

il

delirio

'le
.

non

fon

colla

morte

piano di malattia alla Rabbia ^ fi pu afficurare che li veleno , torto che fi fviluppa e dal luogo del morfo fi difiacca, induce repentinamente ne' liquori bianchi un coagulo al pari del veleno che cagiona le febbii maligne.
,

Applicando un

Ma
ceve
il

oltre di

fffatto

paragone

avvi parimenti molta fomiglianza tra


,

il

"veleno della

Rabbia,
all'

e quello del

contagio della
,

mal venereo. Nel vero ficcome chi rivirulenza Gallica fulla prima fi attacca il veneno
,

all'uretra

efierno della ghianda


,

od

alle i]andole

deli'
,

anquinaqJia

ove

fi

lei'ma per molti d

ed afconde una fina radice

che rendendoli

potente e fermentando, getta nuovi rami che con pertinacia van piglianCjo pofTeflb , e fi aumentano , finch diventando corrofivo produce luppurazinne nella parte , ed infezione ne' luoghi interni , e fpecialmente ne' vah bianchi ; medefimamente il veleno rabbioso dopo efiere fiato Gccult(^
fi

fviluppa, riapre la piaga,

.e

all'interiore

fi

comunica.

SULLA Rabbia.
flanno (t), altro

71
fale

che quando la putjefazione ha preceduto , fono Tempre volatili: dunque la bava del cane arrabbiato debbe certanaente aver queftoalcali
,

non da affolutamente che un

carattere (24)

..

^^efo 'veleno in un

fub'ito coagula

ti

fangue
a coagulare
il

XXVII.

Ma

eifa

non-

men

propria a fpeifare

fanft)

GeofFroy

Ma ter.

Med. Tom.

2. pajjiyyj.

(24) Oggetto di grandi ricerche ftato maifempre tra' Medici , che na tura abbia il veneno del cane arrabbiato . ElTendo tal bava di natura irritante ed agre dimolto
,

ella

o debb'
.

effer ridotta

al

genere de'

fali

acidi

o
in
la

pure

alla

claffe

degli

alcalini

Egli-

intanto

dubbiezza da veruno , che i Tali acidi ~e che variano fovente , perch diverfo il grado di volatilit de' L* medefimi , ed' avvi eziandio certe particolari propriet in loro ftefi acido vitriolico , che lo Sthall fi credette effer 1' elemento eh' entra nella ed in cui effi fi rifolvono , per poco compofzione di tutt' i fali acetofi
,
. ,

pu effer meffa coflituifcono una claffe fo-

non

quale per altro ha. maggiore affinit coir acqua. , ma meno per che l'acido marino; che altronde dee dirfi pi debole dell'acido vitriolico, e del nitrofo medefiraanientc . Il fale alcalino dall'altra banda anch' egli un prodotto di un. fale volatile,; e parlando precifamente dell'alcali animale , queffo ha un sapore agriffimo- , un odore che penetra , e folleva un aura fottiliffima , che fiimola e produce la
fi

allontana dall' acido nitro^To

il

to^e. Inoltre l'alcali fi chiama animale, perciocch, dalle fofanze anima,'meffe alla diftillazione, ed alla putrefazione , abbondevolmente fi cacciaMa lafciamo quefto La bava dell' animale rabbiofo dee contenere un fale alcalino. E bench molti liquori acetofi mefcolati col fangue, lo raddenfino , come fra gli altri fanno lo fpirito di vetriuolo , lo spirito di fai marino , e di fai nitro , ficcome teflificano il noflro Saglivr , Eller , e degli altri autori ; allo 'ncontro il nitro medefimo , che moltct lunge dai' di agro abbonda i' aceto , il fugo dell' agrefl:o, e del limone , raddenfare , difcioJgono potentemente il fangae Le parti animali tutte ,
li
. , .

del latte in

fuori

fon foggette ad imputridirfi


volatili alcalini

ed ifprgionano in queir
il

atto molti fali

fpiriti

Laonde

veneno del cane^coil

mecche bava di un corpo animale, ed gue ifteffo Si compruova', che i' olio
.

altres
di-

alcalina, raddenfer.
,

fan-

tartaro per deliquio


,

il

fale

di

artemifia

di

rofmarino tra

gli
,

alcali

fiffi

e lo fteffo dicafi

de'volatili,

inducono fpeffezza nel fangue


di Pitcarne

fecondo gli opportuni avvifi di Petit ^ e

72
fangue e
la

Dissertazione
linfa
,

IL

propofzione che quantunque iembrafTe para-

doiTo ai Chimici del principio i quelto fecolo , pure oltre i'evidenza de' fatti che caratterizzano quefio coagulo nelle perfone che anno ricevuto quefto veleno nel tempo del fuo fviluppaincnto , conofconfi molti alcali che coagulano il fangue nel ba-

cino

(u) tali
,

fono gli alcali

filli

del
,

puIeggIo,deI timo, dei


,

rof-

marino

del

te,
l'

della bettonica
ifteffo
,

fraffino

melifia &c. l'alcali

oliofo volatile,

fpirito
i

volatile del fale

ammoniaco; ma

ben poco
li,

il

fuoco

elTendo al di

Chimici an riguardato come un alcafopra del 55. grado del termometro del Signor
che
lo fpirito di vino
,

Reaumur,

lo rende denfo; lccome

il

quale
.

non alrramenti che il fuoco non , ne acido, n alcali (x) XXVIIL Ma quando benanche la teoria non (ervifle per noi, la fperienza prova che nel principio della Rabbia , il fangue
coagulato nei fecondo giorno , come dicono li Signori Dulignon, Aud, e Kochevalier (y). Si cav fangue all'idrofobo, e iu trovato fecco , e denfo . E ficcome noi non poffiamo ragionevoldi

mente
latile

attribuire quello

cangiamento
,

che alla parte


fi

alcalino-vo

e fosforica della bava

eh' effendo difciolta

mefcolata

fangue che paffa a traverfo la cicatrice (z) ; cos\ non veggiamo altra cagione in quefto cafo che poffa meglio produrla.
col

XXIX. La bava refa liquida e volatile, occupa piti fpazio. Il Signor Newton (a), ed in feguito il Signor Hales {h) an offervato, che i corpi pii fiiTi venendo a corrompeifi o a fermentare,acquifterebbono in feguito la maffima volatilit, forza efpanfiva , ed elafticita . La bava dee adunque fpanderfi , lafciarfi portare al fangue, ed alla linfa, ficcome l'infogna difciolta, il graffo fquagliato, lafcianfi trarre dal bucato, e dalle terre graffe, colle

qua-

Med. pag. 4. Boerhaave Cbem. t, 2. pag. l^p. (x) Emaft. pag. 141. (y) Aftruc de Hydr. pag. 15. (z) Du-Hamel Mem. deW.^ccad. 174^. La vegetazione degl' inncfi , e quella degli artigli inneftati fopra la tefta de' galli , pruova affai , che
(u)

Pitcarn. Elem.

il

fangue circola atn-averfo la cicatrice


(a)

Quaej. Opt. 31. (b) Stat. de veget. , e anali/i dell' aria

SULLA Rabbia
quali
togllefi
la

73

XXX. Or

macchia, e che anno pi di gravita fpeclfica (e). quefto mefchiamento del veleno volatilizzato col

il corpo , fi fa in pochiffimo tempo ; perciocch quando noti fi fijpponelTe altro nell'interno della cicatrice, che de' vafi faoguigni affai ftretti per non lafciar paffare i glo betti, che l'uno dopo l'altro, come provato (d) , che in quevafi il fangue corre almeno 75. linee per minuto, o 450. fti

fangue di tutto

pollici per ora; chiaro


il

che per mezzo della circolazione tutto

fangue dee effere prefto infettato.

Sintomi della fpeflzza


Fievolezza del polfo,

^XXI. La fpeflezza di un fluido fi mlfura dalla forza che bfogna impiegare per divider le parti ; refifte adunque il fangue raddenfato alla fua divifione , fecondo il grado della fua fpeffezza: or per circolare e paffare dal tronco ne' rami, bifogna che fi divida in altre tante colonne ; refifier dunque alle forze che lo fpingono proporzionalmente alla fua vifcofit Le contrazioni del cuore fi fanno dall' ecceffo della fua fprza fopra la relften.

la

za del fangue. per la quale

Dunque
il

la forza
refifle

del cuore refta la fieffa, quel-

fangue

effendo accrefciuta, le contrazio-

ni del cuore faranno

numerofe
polfo

ci che

altrettanto
far

meno
lento

forti ; cio a dire pi lente, e meno torna lo feffo, altrettanto numerofe , ma profonde fi dedurr indi facilmente perch il

meno

o piccolo , e frequente , poich la grandezza del polfo rfponde alla quantit del fangue che in un dato tempo cfpreffo dal cuore htW aorta , ma quefta quanti,

raro

t proporzionevole alla profondit delle contrazioni del cuore, e al loro

numero

l'altro,

in un dato tempo, e per gli principii pofti, l'uno o tuttaddue affiejne debbono diminuire (25}.

K
(e)

Fred-^

Hamberger Eem. Phyf. Macular,


efp.

deletto:

&c.

iS6.

iSj.

(d) Enafiatica

io. pag.

60.

dlla vita

(25) Dal tartare del polfo fi ottengono infallibili ndizii delLi fimetria ed i Medici che fono desinati a speculare con prcmurofa dili:

74

Dissertazione
Freddo del malato

II.

^XXXIX.
fit,

Quello
di
,

Il calore in ragion compofla della diretta della dendella duplicata della velocit de'corpi che fi flrofinano (e). Q corpo proviene dallo ftrofnamento de' fluidi co' foli;

e de'folidi fra loro {i6)

ma

la

forza,

del

cuore reftando
la

genza
tanza
gere
ella
,

gli ordigni fniffim 3el

offervazioni
.

Il

corpo umano , ne ritraggono effi da tali cognizioni de' mali interni della pi rilevante imporvoler poi tanto innanzi eftollere una cotal dottrina , mifuranvarie
i

dofi da certuni
f

moti

della fiftole e della diaflole al


trifti

dondolo
-

per. ifcor-

accordino, e per ifpacciare i buoni o ^a dir il vero , una fcaltrita aftuzia


e

auguri! delle malattie;


da.

od almeno una opinione

fievoli

flfe

ragioni foftentata

vegghiamo d' intendere ! perch s' infievolifca il polfo nel primo Rabbia Fa meflieri ch'ognuno fi rammenti di quelle ferme leggi, gi defcritte da Ugenio e da Criftiano Wolfio nella fua Meccanifadio della
.

Ma
.

Se quella velocit che ha il fansue ne' vafi minori arteriofi I' aveffe nelle arterie grandi, non vi farebbe "urto di parti, ed i fluidi con moto aguale pel corpo anderebbono in giro. le velocit del langue fono a ragion inverfa de' diametri de' vafi; fcch quello dell'aorta urtando nelle colonne anteriori , colla differenza delle velocit pigner ne' lati donde
ca
,

Ma

nafce
:

fanque fcorrevole ,meno di celerit perde ma s' raddenfato come avviene pel rimefcolamento della bava ve.lenofa di gi refa volatile, pi refiftenza opporr al fangu che dal cuore di continuo ne corre nelle arterie t quindi maggior celerit dovr perdere , e minori faranno le battute del polfo (e) Herman. Phoron. prop. 85. lib. 2. (z) l fecondo effetto che fi ravvila nel principio dello fviluppo della
la

pulfazione

Qiiando
,

il

Rabbia,
lati
fi

oltre della debolezza del polfo, fi un freddo, di cui effi malagnano. Ma prima d' intracciare donde nafca il freddo, fa mefh'e^ ri toccar lievemente , come s'ingeneri il calore del fanque . Egli fi crede un immediato effetto dello- fropiccio de' fluidi co' fofidi a vicenda e nel vero ci perfuadono qucfa opinione le violente e rozze fregagioni che fanno tal fiata in qualche parte del corpo. Si ofTerva ben pretto nafcere un foverchio calore . JVTa il fluido elettrico quello che fi fcuote e d movimento agli umori tutti per cui 1' animale fi rifcalda . Eflervi
: ,

abbondevolmente queflo fluido, tante fperienze de' moderni l'an meffo fuori di dubio , ficcome per me altrove fi o/ferver Egli perci entrando nel cavo de' polmoni coli' aria che s' ifpira , ne' vafi s'intromet.

nell aria

te.

U L L A
velocita del
.,

R.

A B B

A.'

^5
inipedifce a divi-

la

ftefla

(f),

la

l'angue

reciprocamente come la
1'

radice della Tua

fpeflezza

della forza che

derli (g) ; e intanto il calore del corpo , di cui la denfiti non in ragione inverfa della fpeflezza, o fofie accrefciuta , farebbe

della forza che


fciuta

l'impedifce a dividerli; e

f
,

la denfita
il

accre-

per la fteiT

cagione
cosi

che

la
,

rallenta
e

fua
icQ

velocita di
la la

nuovo diminuifce
;

nell'iflefia

quadrato della ragione che crefreddo che fen-

fua denfit

il

calore far fmpre reciprocamente conafce


efl
il

me
te

radice della fua vifcofit, d'onde


a'

l'ammalato (27), Quanto


fngue in

ribrezzi,

K
'te.
Il

fono coavulfivi La/.

tal

foggia ravvivato

fi

aina,

fen corre per le arterie,


'

annaffiando gentilmente e confortando le

ramento
.;

indi con affiduo rigifenna o s' incaglia , lafciando dappertutto femi di Porzione di quello e '1 calore da quel fuoco elettrico fi cagiona vita s' infinua ne' varii rami de^ nervi ed altra, merc l'urto interno, ne fcappa dalla pelle . Ma le per^mala ventura eiTo fluido elettrico ne' polmoni non fi fpargeffe, fi niega alle varie membra il ri (toro , e '1 corpo diviene oppilato e bollo o f il fangue in qualche canale fi ritardafe , ficch la macchina non vegna ad effere rinfanguinata tollo manca la ialute la forza , il calore, perciocch fi guafia e s'interrompe la neceffaria circolazione Adunque le; contnue battute de' canali arteriofi , e le frequen- ti contrazioni del cuore e de' mufcoli , fon quelle cagioni che tengono il fuoco ei^fitrico in movimento. Perci veggiamo, che quanto maggiore la quaritit di elfo fuoco e quanto maggiore il quadrato della fua velocit, pi far la fua forza, e l'effetto prodotto: e medefimaTiiente , confervando i corpi la velocit in ragione della denfit , la parte roffa del fangue , comecch pi pefante e denl'a che il fiero , vieppi riterr il moto ricevuto, e di maggior calore far capace. In tal modo con
,

membra

mai non

fi

quella fpiegazione cos femplice e cos chiara

fi

fpiegano

varii feno-

fermenti , alle fcliiette fregagioni , e ad altri ideali penfamenti , che furon trovati , mentre il buon gufio delle fcienze mediche andava efule e ramingo , e dato avea orrevole luogo alle arguzie , ed a' fofifmi
del calore
,

meni

fenza ricorrere

a'

f)

Boerhaave aphor.
Il

(^75.

fangue pi glutinofo dee effer confiderato rifpetto la fua refiften* za, come una malfa pi grande a muoverfi per la fieifa forza; ma la velocit eh' effa concepir lar reciproca alla radice della fua malfa, fenza di che la medefmia forza viva non vi fi troverebbe
(g)
.

Signor de Sauvages foventemente ufa in tutta quella -teoria delia Rabbia un linguaggio matematico, delle quali fublimi dottrine
il

(27) Perciocch

7^

Dissertazione
LaJJez^a.

II.

mufcolare fi efegue o per 1' affi'.iffb del fangue nel teffuto de' mufcoli , o colla erprcffione del medefimo fuori del lor teffuto ; ma il fangue elfendo glutinofo e
Il

XXXIII.

movimenti)

rallentato arriver pi lentamente

ed

in

minor quantit

in

un
:

lentamente o in minor quantie t dal mufcolo, fuppofto che la forza motrice non accrefca un opra, di cui l'efecuzione richiede o pi tempo, o pi d forza motrice, chlaraafi difficile; e quando quella difficile o non
,

dato tempo

far efpreffo piti

ufata, r efperienza fa vedere che n.on

fi

fa

che in diverfi tempi,


far difficile,

e con ineguaglianza e
fi

dunque

il

movimento mufcolare
^

far

con turbolenza ed inegualit; cio a dire

ch'egli p-

tr^

He egli era amantiffirrio , non mi rimarr io d fargli la corte e d fegure le medefune sue traccie Ma il far in guisa , che non mi renda aftruso a coloro che non an fiitcato dimolto in quef^e specukiiioni , ed" in tali ammirevoli scienze A' dr noflri veg-giamo e-riandio d-a parecchi
,
.

clalfici

autori adoperate le

Matematiche
fleflb
.

nella Filiologia

e nella Medici-

na. Io
le

sfuggo' di qui proporre dimoRrazioni

tratte dsi calcolo differenziail

ed integrale, perch farebbe Io


delle
alla

che

dipavrirmr dal fnggetto, ed

un andar cogliendo

dell'Algebra fublime-

Qual ufo abbiano quefle applicazioni mofche Medicina, Dio lo fa. Ma ci fia detto di paf.
..

%giofreddo nel nofrc corpo, a mio avvifo, da tre cagioni pu efer prodotto , o perch fluido elettrico fi perde , o perch particelle frigorifiche
Il

o perch in fine la velocit del fangue fi rende minore . , celebre Signor Pitot Franzefe ha ad evidenza mo!^rato nelle Meccaniche y che le velocit de fluidi rnoffi da una fleffa cagione , fono inverfas

introducono

Il

mente

in ragione della radice quadrata delle denfit


fa

Se

la

denfit del fan,

gue negli arrabbiati

a quella
,

che

fi
:

avvi fa nello flato naturale


.

come

4, faranno

le

velocit

come a

ne del quadrato della velocit ; fecondo s' detto , in ragion inverfa duplicata delle dendf ; far coflan temente il calore benanche fecondo il quadrato inverfo delle denfit medefime. Che vai quanto a dire y che crefcendo la denfit del fangue negli arrabbiati fi augumenter proporzionevol mente il iun quadrato, e fi diminuir il grado del calore^ dal che vien prodotto il fenf del freddo, che dall'anima allora fi perce pilce , quando 1' aiione del fluido elettrico ne' nervi fi rende n^inore-r
,
,

3 e le velocit

Ma

effendo

il

calore in ragio-

sullaRabbia
ts^-efler picciolo,

'^J
il

ineguale

to del cuore, e degli altri

tremulo ; e tale fark mufcoli (28).

movimen-

Tri'
{%%) II movimento mufcolare fi efegue non per Faffluffb del fangue nel teflito de' mufcoli, o colla efpreffione del medefimo fuori del lor tefTuto; ma tutta opra del fluido che anima i nervi .il CavWier Newton il pi prande e raro ingegno che fia mai comparfo al mondo per decoro ed iftruzione della fpecie , nell'Ottica al libro terzo, pretende che i nervi fieno ripieni di quel fluido elamico , che univerfalmente fi truova ne' corpi , e
,

riempie eziandio lo fpazio mondano


nafce la gravit ne' corpi
.

dal quale fluido

Ecco

le

parole del

Newton

fol'tda effe pgno , non ntemipte ab ufque uno trans medli aetherei per ea un'iformiter , nam obJntSltones nervorum paralyfn induextremo ad alterar/t propagetiir Quo atitem fatt's uniforma fmt ex'iflimo ea pollucida effe fingtila : cunt quarnvls reflexoms liim'tn'ts in cylindraccis ipforum fup'erfictebus , ut totus albus. ner'vus ( ex captllamentis permulth compofitus ) apacus vtdeatur, La teoria Newtoniana viene comunalmente abbracciata Cos il Newton E ficcome i oggid , intendendofi per fluido elafiico la materia elettrica

varum cap.illamenta fingula

&

&

com' egli eflrma , quaed.z^. ): 2Vertmiformta j' ut motus vi-,


,

&

fili

applicati al conduttore elettrizzato

della

attratti , e s' increfpano ; non altramenti le fcorcia" gon riempiute di quefto tale fluido, fi attraggono fra loro j e fenza fupperch il mufi:olo fi contras , Con quefti faldi principii no te. porre con Boerhaave vafi convergenti Idraulici fi fpiegano tutt i i nomeni dell' azione mufcolare Una bella e filofofica Diflertazione comfi.
,

macchina elettrica , vengon fibre de'mufcoH , allorch ven,

pofe il Signor de Sauvages su quello punta, la quale per comodo pubblico ho voluta aggiugnere alla fine di quefto Tomo Intanto applicando tutto quello alla debolezza che fentona gli arrab.

biati

egli

fi

Avvegnach
li

comprende che la denfit dove il fangue fi rappiglia ,


, ,

della
la

linfa

ne

fia
fi

la

circolazione

cagione . fminora per

vafi piccoli come fono fpecialmente i fottiliffimi, molli, e vifcbiofi del cervellone pi fcarfa la fecrezione del fluido nervofo in quell'emporio. E i-icorder io ancora , che ficcome fi fon tmovate febbri di si maligna e velenofa natura , che ad un tratto a'n faccheggiato 1' erario delle forze ( effendo propriet d molti veleni, al dir di Galeno, di concentrare, o di-

cos il volatile della bava rab-biofa concentrando o di)n fperdeodo il fluido nervofo, i nervi,, maflcci o fottiliffimi che fieno , effendo congegnati con maravigliofa architettura , perdono la loro ftretta

fperdere gli fpi riti

corrifpondenza, e nafce l'abbandonamento del corpo pere , come colla laffezza e colla denfit del fangue
ftezza
,

Ma

chi defidera fala

fia

congiunta

tri-

meco ora ne vesna

78

t)

E R

T A

>J

li.

Tri/czza

XXXIV.
to
le
il

L' efperlenza fa
al

vedere, che l'anima


e

fenfibile
in

all'

incomodo del corpo,


materie

quale ella unita,


queflo

che

quello

fla-

principio della vita (h) fa differenti sforzi per liberarfi dal-

che

cagionano

incomodo

(2;;),

Ma

il

coagulo,

Hdrophobca ) efficaadjuta , Jota ejl qtiae eneyuando , ai'.t expellendo a maligno liberat In fanandis tandem morbis prncipatuin obtinet Natura &c. Boerhaav. Orat. 8. Qj.iid quid in
{/j)

xAn vitae aBont mputanca


certe

virulentae luh
utalg

cia ?

Ht'.jus

Jtperjtes

facultas

antidoto
.

fanis edit acliones fanas

id in morbcfis edit aBiones vitiatas Noi non prendiamo partito fulla efiftenza del principio della vita chiamato Natura da' Medici ci che noi qui diciamo effendo conforme a quel chi dicono tutt' i Medici , febbene di fetta differente , come Cheyne Portefiel, e Sthal da una parte, HofFman e Boerhaave dall'altra. Frideric. Hofimanh. de natura morbonim medicatyice j Boerhaave Orat. FUI. (zg) La ricerca di alcuni fenomeni del corpo umano, egli un campo
, .

COSI imbrogliato

che poco fugo di utile


,

fi

ritrae

Si
fa

veggiono fchierate
chi s'abbia vitto-

tante ingegnofe opinioni


ria
.

ma

ai

far de' conti

non

fi

Signor de Sauvages impertanto avendo rifguardate le Matematiche come 1 albero della fapienza , impieg le medehme nella invefrigazione. delle verit Mediche ,' avendo innanzi concepito un alto difguflo contro il gergo ambiguo degli altri fiftemi delle Scuole. Ed in fatti 'tutte le fue
Il

Opere, e Difiertazioni altro in buona parte non ifpirano , che calcoli, e dottrine di proporzioni Di queRe neceffarie munizioni effendofi egli ben fornito , adott il fiflema cotanto famofo dello Sthall , e difefe che l'ani.

ma

la cagion motrice del cuore e che quando la macchina corporea vien travagliata da qualche malore , ella fi sforza di liberamela nel qual impegno dell'anima confilono tutte le malattie. Il cuore non fi pu muovere , fegue r autore , dal folo fluido nervofo ^ n tampoco dal fangue che placidamente cammina per le vene , e va poi a metter foce in efib , in cui ringorgando , non fi Ragna o fi ritarda ma fi fpreme e fgorga con maggior empito di quello onde entrato vi era Per lo che T anima nel corpo prefedendo , la cagione , e la origine primiera di, tutt'i moti , fieno liberi naturali e vitali
:
,

Ma
ia
di

da
,

una parte
fua culla
,

a tal ffiema

de Sauvages die un favorevole accoglimento del quale pu dirfi che ne fchiant gl'infantili fuoi lineail

menti nella

verifimile

medefima , per condurlo a quello flato di matiirezper cui fiato ammirato e riverito da varii Medici
dall

SULLA Rabbia^
lo
,

7P

rallentamento del fangue Tono mali di tanta maggior tema, quanto refercizio delle funzioni, e la ftefl vita dipendono
ed
i!

dal

movimento

affai

fangue fpeffo e rallentato

rapido di quello fluido ; dunque quando il veggonfi fopragiungere degli sbadi,


il

gliamenti e {tiramenti, eccellenti mezzi per dividere

fangue, e
ac-

banda Ja voce Jclla ragione dee conffTare , ch'egli avendo for Natura una calda fantasa , nella ricerca della cagione del moto E qui del cuore , fu trafportato nelle regioni vifionarie dell' entufiafmo non ho ribrezzo di dire , che la Nofologia del Signor de Sauvages , pera con gran difegno compilata, ha la difavventura di non poter eflere dolce
dall' altra

tifa dalla

pafcolo in quello che riguarda la fpiegazione di ci che debbafi dir Natura nel noftro corpo , f non da chi ha gufto troppo cattivo . Son tante le

dopo averne egli innanzi lunghiffimamente parlata nelle due DiiTcrtazioni fulla infiammazione , e fulla natura della febbre, che riefce quella una lettura feccantiffima e da dar noia ad ogni pi flemmatico Lettore .E fa meftier qui perfuaderfi , che i grandi uomini non fieno mica fempre impeccabili Il volerfi da lui diftinguere nell'anima umana la libert , e la natura due propriet diverripetizioni che ne fa in ogni principio di clafie,
,
.

fe, a guifa di
Scolallici
,

quelle antiche forze di fimpata e di antipata difefe dagji^ o delle forze di attrazione e di ripulfone mefle in voga da* Newtoniani, oltre dell'effere un fotti! inganno, benanche un bel giuo
.

co di parole

AI
non
fi

certo troppo aftrufo

veggiono
,

Galenici
rotta da'

Per ogni dove quefio punto d Fifiologia Goderonfi la vittoria per molto tempori non litigi e pofcia i Fermentici , che fi credette eiTere gi flati mefi in Meccanici de' quali il gonfaloniero era il Gran Boerhaaye .
,

meglio del lor trionfo, ecco ufcir in campo gli Sthalliant garantiti da non pochi Metafifici, quali fi oppofero a* ,Boerhaaviani ; e Per gk con tutt'i lor caftelli in aria, fecero eglino non piccol partito Sthalliani medefimi , bench buona gente, non an avuta miglior fortuna j

Quando

era

il

an ritrovati pi contradditori che lodatori ; e'I lor fifiema dagli Halleriani in brieve tempo ha avuto il crollo. Laonde in quefia folta fel va di dubbiezze, fi dar a me licenza di afferire , che non vi ha meflieri di credere , che diverfo dalla orditura degli altri mufcoli fia il mirabile lavoriero del cuore e niegar non fi puote , che tuttaddue infieme , cio li fangue venofb e'I fluido de'nervi, fieno d quel moto continuato la cagioneStabilendofi in elfo cuore molta forza di contrazione, e fuperiore ad ogni elatere, capiremo come quelle vive moffe de' detti fluidi, pofTan produrre
, :

quel

perenne

movimento

Trattenghiam

dunque

Io

fupore

e baltt

per ora.

8o
accelerare
iftefla
il

E R T A 2

O N E

IL

fuo corfo, de' tremori della pelle che dividono dell* maniera il fangue , e lo rifcaldano nelle parti pi efpofte

condenfamento (30). Bench la forza motrice di un uomo refti la ftefTa in f 5 f gli fi viene ad opporre una r^efiftenza o a caricarlo di
al

XXXV.
pefo
la
,

un
f

allora

il

fuo

movimento

gli

fi

rende

difficile

come

fua forza fofle sminorata ) in ragione del pefo oppofto , cio a dire fi fente altrettanto fievole; ma effendo debole aftienfi

d'ogni rapido
oftro
(i)

movimento

fi

fente pefante
,

come quando

fof-

fia.

diviene trillo, e penfierofo

foprattutto quando

venendo da una cagione nafcofla, gli annunzia una il fanpue effendo fpeffo , l'ammalato fi fentira pefante, fperimentera l'aria della fteffa maniera, avr delle
la

fievolezza

malattia.

Dunque

iaffezze, far trifto,

e penfierofo (vedete

il

XXV.

(31).

XXXVI.
Celio Aurei. nfueta quaerela a'yts tamquam auflrm. (30) Gli sbadigliamenti degli arrabbiati con poca rifleffione fi capifco* no . Mentre noi fiamo per aTonnarci , il fangue manca di fluido nervofo . La parta , o il vifcliio del celabro quell'organo che dal fangue eflb fpiriio fepara ; ma non pu trarne tanto , ficch bafi per produrre di e notte i moti ed i fenfi E quando il fluido nervofo fcarfeggia , il
()
'

fangue
fi

fa

come una gruma


finch rifrancati

I'

uomo
il

fi

ripofa e

dorme
,

nel quale flato


bel

rimane,

gli

fpiriti, dalla quiete all'azione di

nuovo

ne pafla. In tempo eh'


chiudonfi
il
,

vicino

fonno medefimo

in quella guifa che

le palpebre perch ingrolTata la glandola lagrimale, comprimefi mufcolo elevatore della palpebra fuperiore e lo debilita, per lo che il foie orbicolare agifce pel rifolverfi di varii mufcoli del corpo , e per j cos r agire degli antagonifli , nafcono i varii sbadigliamenti ; fenomeni che nel primo periodo della Rabbia fi oflei-vano , merc la detta gruma del

fangue, e

'1 diflipamento del fluido de' nervi. (31) Il corpo e r anima bench fieno due foflanze diverfiflme , fon per rosi ftrettamente anite fra loro , che non fi pu fare mofl^a alcuna

nel corpo , che quedo non inchini la fua compagna , o la fua padrona VI pofibno eflcr nell' animo de' cenni , che il corpo non ubbidifca. Egli per certo che ficcome in varia guifa la macchina nofira im pallata , nafce quinci V indole diverl Dove il fluido de' nervi mobiIiflmo , e che di leggieri fi accende a guifa di fuoco e rapido ne vola, fgorgano gli fregolati moti, ed i ciechi e furibondi appetiti Dall'altra
, . .

anda vi ha di altri fuggetti che patifcono inopia ne' nervi di fluido perofo. Benavventurofa cofa ella aver fortito un corpo formato con tal

mac

U L L A

A B B
,

I
il

A.
fangue che
eifa
fi

^i
fpelTa,

XXXVI.
Jafcia
fierofira
fi

L' efperienza fa vedere


la

che

andare

fua fierofit pi abbondantemente: or quando

fepara dal fangue in

maggior copia

dee

entra-

le pi copiofamente ne'tubi fecretorii del genere de' linfatici , che partono /dlie arterie^ e quefti debbono feparare una pi grande abbondanza. di umori -fierofi , come l'orina, il fudore , la faliva, 1' ammalato fuderk (.k) pi copiofaScc. Dunque in quefto fiato ma il fuo fudore far freddo , oriner aflai , e faliver mente,

molto pi

(1) (3

2). Quefto fiato fuole durare da un giorno e

mez-

l'anima fenta una tranquilJk di umori, ed un'armonia da quefta variet di orditura, nafcono le diverfe tempre depli uomini. Si rayvifano certuni foavi, e compiacenti, gli atti brufchi , e ed altri all'incontro fi veggiono lo fdegno effendo in loro cofe forcftiere
maeftra
,

fcch

di parti.

falvatichi

e difobbli^anti

Dopo
te

qufte

brievi,

ma

importanti premelTe

profeguiam.o
.

il

cammino,

ragioniamo un, poco della

triftezza degli arrabbiati

mio dire con chiaro efempio. . voglie, ed azioni, fol perch fi cangiano
quello

pu autenticare Ognuno di noi foventmenfe muta


Si
i

venti

e le ftagioni
ci

Il firoc,

co

merc

fuoi nuvoli, le piogge


.

e le tfmpefle,

La tramontana, merc il timori rende gli atomi del fuoco pi fpiritofi e vivaci , difnebbia la mente , A. buon conto tutto effetto della fcarica l' intelletto da' brutti vapori variet dell'atmosfera. I giovani che anno un- fangue pi di fpiriti ripiedi nebbie, e di
-,

rende fcuri pieni fuo fereno ed afciutto

no
che

fon allegri
la

e gai

cafa minaccia rovina,

vecchi che fentono pefarf la vita addelfo , e maifempre fon incontentabili, ed ogni pie.

col fiato r

anno per un tuono


,

Ogni volta che


e

in noi

fi

fpirazione

ci

fentiamo

malinconi-ci

pi leggiera, e noi ci aiir redditur' den' Jor , pondus corporum in aere, mnuitvr fi rarior angcticr .,\m6{- il VvoI^ fio nella fua Aerometria. Da tutti quelli efempli egli fi rileva, che sii arrabbiati dallo fiato lano e fefievole in cui erano , fentendofi ridotti "ad

rende

ella

dov l'aria fentiamo pi svvo .Si


:

fminora la nuvolofa

tra,

fi

-aver nel lor fangue


fa
,

e ne'lor nervi
,

ritardata la .circolazione

infralita la

un veleno, eh' ha condenfata la linmacchina , e che in una parola

ha prodotto un male interno ed occulto; eglino faranno pieni di noia, di. timore, e di trifiezza , e cadranno in un totale avvilimento. (k) Manina totumq.corpus-^pemuijfe, ' frigido fudo>-e madtiijfe.Lidei-.o.^.T,
(1)

Sudartum
.

ori

admovebeut ut J'ajivara
'\:

^ere?

Rivaji^lt.

in ./epid;. torrrr i.

l.rp^o jlumne ermpentem ablerp.-zi$. Afiruc. p. 7. ter copiofe m'inxit.

Sepulch.^

I.

/?.

215,

(32) Egli un fenomeno parimenti


''

delle febbri

velenofg

il

vederfi le
ori-

...

u,

82 D I S S E R T A 2 I O N, E !! zo fino a tre giorni , fin al qual tempo l'ammalato bava fenza affatto mordere; ed a quefto grado fi da il nome di R/7^Z'/^ r/7. ta. Noi fra breve entreremo ne'principii che fervono a fpiegare il fecondo^ e fovente ultimo flato chiamato Rabbia bianca ^ in cui qualche volta l'ammalato morde, ed ancora fcbiuma.
Mohplicazious del' fermento della Rabbia.

XXXVir. Il veleno alcali- volatile , fulfureo, ed igneo , che quefta bava putrida fomminiftra in poco tempo a tutta la maffa del fangue, per lo quale la fua circolazione rallentata, dee
svegliare
tutt'
i

in

quella

maffa
fono

uri

movimento

inteftino

al

quale

quando diminuifcono nel moto (1) ma un tal fermento dee accelerarla molto per tre o quattro giorni che vi agifce dopo la mefcolanza dell' illefla maniera , e perle medefime ragioni che la putrefazione di un frutto fi comunica a tutta la intiera catafta da vicino in" vicino , la can.
inclinati
;
,

fughi

animali

creorne copiofe
,

'I

fiidore

abBondevofe

Le
,
.

particelle del fuoco

oltre del

ino una cagione principale , Q_uando i canali fi rallentano ^ fi accrefcono le dette fecrezioni Intanto noto -che tutte le feparazioni fi fanno dal fiero del fangue: ficch effendo la parte rolla del medefimo rap pigliata , e feparandoiene.il fiero la faliva , le orine, ed i fudori pi francamente ufciranno dal corpo Qj.li anche mi cade in concio di dire, che. tale fudore debb' efiere di notabiliffimo danno agli arrabbiati, perciocch fi perder della molta umidit dal corpo , e poche parti agri e lifiiviali egli ftrafciner fecolui . Laondc'il sangue che dentro a' vafi arteriofi o venofi rigira, rimarr privo di quel dolce umido che l' inacquava , e temperava le parti falfugino-

moto perenne
per cui
il

e progreffivo degli
fi

umori

fangue

mantiene diiciolto
.

fe

ed oltracci pi carico di falc refler

ed

in confeguente eferciter

progreffo del male maggiori impeti di turgenza . Avverte il Redi , che coloro che fabbricano il fai comune, veggiono tuttod, che le acque
nel

ialmafire

quanto pi a forza , giormente falmaftre divengono:


(1)

di e

fuoco o di iole fvaporano , tanto magcontinuando io fvaporamento , le caldaie,


priftefi

Sthal

fi

fircpito
no)i

per

la

maraviglia che fermentazione

gli
,

che

moderni , i quali an fatto tanto non ha giammai luogo nel' fangue

fui

parola della corruzione,

eh' tanto

comune.

SULLA Rabbia.'
crena a fuoi contorni , e che i fermenti fermentativi accelerano la fermentazione de' vegetabili

XXXVIII. Una
bia ad

un animale,

goccia di bava, la iftato di svegliare la Rabil quale in confeguenza dar per quattro o

ciafcheduna goccia della quale piti libre. di bava, avr |a Itefla forza, e propriet "che la prima, come 1' efperien^ za fa vedere,. Dunque ogni goccia di bava velenofa cagiona la produzione di pi migliaia di fimili goccie . Se la propagazione di quefto veleno fi facefle per divifione,la millefiraa goccia non avrebbe che lamillefima parte della forza della prima* ci cK* contro l' offervazione E' dunque per moltiplicazione che queOr un corpo che muta i mirti in fua foftanfo veleno crefce za', e che. cosi fi multiplica chiamafi fermento, e f ci fuccede

cinque giorni

per via di putrefazione

dicefi

putrido (m)

dunque

la

bava

dell'animale arrabbiato un vero fermento putrido. Efla agifce fecondo la meccanica degli altri fermenti , che altri anno pro-

vimento
delle

curato fpiegare. Si pu con Boerhaave concepire, che quefto mointeftino che produce la corruzione, viene dal rapido e

fcambievole avvi&ihamento delle molcole del mifio, foprattutto faline ed ignee , che anno i^l rapporto- con quelle del fermento ; o volendofi cercare la cagione meccanica , pu averfi
ricorfo ai piccioli
toerfe quelle

mv'i

voriicofi,'

rie'

centri de' quali credonfi

im-

molecole (33).
'

%
.

XXXIX.

pregne di puro e fehetto fale . Ippo, trovanfi parlando de' fudori freddi , ne ha fempremai fatto un mal preAforirmo 34. della quarta Sezione fagio (m) Il Signor Boullet nella Dillertazione fiil/a mohtpUca^ione de' fermenti Attribuivanfi per 1' addietro t-utte funzioni de' noftri fluidi alla fermentazione, la quale non ha mai luogo nel fangue. Il Signor Hecquet volendo correggere quefto abufo , caduto in un ecceffo oppofto , profcrivendo ogni mavimento inteftino de' noftri fluidi , non accoraendof di quello , che li rende puzzolenti , e li volatilizza , e che fi chiama corruzione , putrefazione , &c. Cos quando io parlo di fermento, non fi dee credere , ch'io intenda per >quefta parola una materia foltanto capace di accelerare la fermentazione ^ ma ancora intendo quella eh' capevole di accelerate' Jp icorruzi^ne, dellS' quale' non fi pu affatto nie^ar la efiftenza. (33) i velenQ-del vaiuolo, .della lue venerea, e della Rabbia, fon veri
crate
in
. .

p-rima -di sequa ripiene

84

D
XXXIX.
I
i

E R T A z

O N E

IL
,

mirti,

fermenti non trasmutano in lor foftanza che quei quali fono difpofti a trasmutarfi, ma pi al tardi fenza il
di

concorfo
di

quello
;

fermento
pel fatta

Or

cani

anno

loro
,

liquori

quefta Torta

concorfo delle cagioni occafionali

delle

IV. V. ) anche anno elfi qualche volta, foprattutto in Inghilterra (n),dove i lupi mancano, la Rabbia fpontanea la loro nutrizione, i loro efercizii, le
(
,

quali noi

abbiamo

menzione

loro paffiorii pofbno- generare- qjuefta corruzione.


v' ha alcun individuo , fia elemento, che non altramenti- difFerifca da ogni altro, che per lo numero, fecondo i principi! del Leibniz fo); dunque fcondo il concorfo delle differenti cagioni e circoftanze,ciafcun veleno o fermento animale della ftelfa fpezie , in maggior ragione

XL. Nel mondo materiale non


fia

corpo,

del medefimo genere, debbe avere qualche cofa di differente di ogni altro, e foprattutto differenti propriet perciocch quefta ; quafi r unica via per diftinguerle (34) Cerchiamo dunque
.

eiocfei-menti

che fi nioItipUcano , trafmutancfo i licori in lor natura , ifpiegare detto cangiamento, delle leggi delle fermentazioni in fuori
altra fpiegazione che

Pei-

ogni

fi adduca in mezzo , o che fi finga , far fenza grae fenza alcun colore di verifimiglianzra Sovente eziandio fu domandato come quefte fermentazioni fi generino . li Signor de Sauvages Io av^ vita qui fopra j ma poich epli non ne fa minuto efame , firao che fi

zia

debba fviluppare alquanto meglio un tal fuggetto Ed innanzi tratto fa mdtieri rilovvenu-fi , che due forze attive noi abbiamo nella Natura 1 attrazione , ed un effetto- di effa , cio la elafiicit . Con tale fermento della bava non tutte le particelle del fangue anno del rapporto ma fiB; bene le particelle falrne. Il Newton beniffimo una tal forza attraente di..

ftinfe

pollent

vi- magna attraSiva .Acidomm partculae ei dice qua coypora dtffolvunt confifit earum aBivitas organa fenfuum agitant , perpimgunt N fi dee efcluder f aria ciocch niuna fermentazione pu produrfi fenza lei. Tutte quefle fottilif. fime particelle inoltre di fali comecch poffano agevolmente produrre de' gran moti porranno la macchina in gran bollore e fcompiglio (n) Negli altri paefi fi potrebbe immaginare che la Rabbia ficcome il vaiuolo:, ferapre prefente in qualche fuggetto* ma non fi pu afficurare perch i lupi che 1' anno fuggono il noftro efame

ne'
,

l'ali

acidi

C^*

in-

&

hac vi

&

&

Wolf. Cofmolog. 247. (34) Il noflro de Sauvages per provare che il veleno della Rabbia ben diyerfo dalle altre vclenofe foftanze , accenna un argomento tratto da una
(o)

U L L A

A B B

A.

^5

quelli della fcabbia, ciocch difting.ue il veleno della Rabbia da pefte, e dello fcorbuto, &c. vaiuolo,
Ili

Germania

ma

della gran una fublime Metafifica Il Signor Leibniz, quel grande ingegno a dar gloria e laquell' anima eletta a magnanime imprefe della Natura, Filofofia, e a penetrare negli arcani profondifllmi
.

'

alla

fabil

egli

non

effervi

nel

mondo

delle foftanze fimili fra loro

merc-

diftefo , e noquel principio della ragione fufficiente ; principio viAPI^i i-ftello bilmente ampliato da Griftiano Wolfio.Non fi dee dar retta al AA/olfio che il Leibniz folTe l'inventore di una tak dottrinail quale fi crtdb , fi poich preffo gli antichi autori trovanfi delle chiare efpreffioni , onde ragione fufrileva aver eglino avuta un idea di quella, che noi dichiamo lccome non pu nfegarfi avei-efaputo il Divino^ Platone, l'uomo,
_

ficiente;
le cui

fublimi idee fovente


.

il

fecero volare, e fortire da'confim delle no,

ftre

Ne' noftri tempi Leonardo Eulero eh' flato uno de cevara Ficol medefimo principio ha chiedo di fpiegare lebri Matematici generale abu!o, colofofici punti, bench non abbia egli fatto un cotanto me fi vede praticato dal Wolfio,il quale al certo dee dirfi il vero fmucognizioni
,

lacro del Leibriizio

Con
lle

idee le pi grandi ed elevate

quelle nobili e fublimi vedute della ragione fufficiente con quee con quefto piano di filofofare fchief,

to in f,
rare,' f
fi

ma

fuori della sfera degli

altri,

nel

mondo

fianvi delle follanze


:

debbano elle diftinguere e mentre fi idee, s'inalza con rapidi voli nelle regioni' delle aili'azioni .pib non mira , pi non vede e guatando col quel!' altro interminabile teatro de poffibili , ivi fi fpazia , ivi ed ivi fi confonde , e a contempla Ma fei fperde Il Samuel Clarke fiato per il fuo gran contradditore. cohdo me chi s' avanzaffe a dire , che due fofianze poflano avere ,non pur le note caratteriftiche, ma eziandio l'effenza individuale , o il prin, : , .

intraprefe il Leibniz a dicifeUmili fra loro ed in qual guifa divide da quelle corporee e bale
,

cipio d' individuazione


fra loro
,

, fecondo fi efpreffe il celebre darebbe fuori una propofzione che ftrugge

Locke
f

fimiliflFime
.

Or quando
ro
rii
,

le anzidette note caratteriftiche

fi

medefima veggiono diverle


.

fra lo-

la

Chi confider i vadebbono i fuggetti eziandio efler diffomiglievoli veleni, bench non ne ravvifi i minimiffimi elementi, vi fcorge per variet negli effetti Gli effetti , e i fintomi che cagiona il morfo
.

.della

vipera Ibn ben diverfi da- quelli del- veleno della pelle, e qiTsfii nicr;te comparabili con quei fintomi che fon prodotti dagli altri veleni . Ognun fa che qui conffie lo ftudio della Medicina; cio nell'apprendcre la

floria del corfo de'

mali

sbriga diverfamente dagli


flantaneo
,

al

pi di

perci , avvegnach il veleno rabbiofo fi veleni ; poich quello della^ vipera quafi pochi giorni, e quello della Rabbia di molti d>,
.

Che

altri

ed

8^
//

Dissertazione
volatile del veleno f\ [paride dentro

II.

nervi,

XLI. Combinando tutt' i fenomeni , fembra eflere il volariie d^l veleno della Rabbia, nato dalla corruzione della bava, una foftanza eftremamente fotrile, tlaltica, e rara, da non uguagliarfi, che al fuoco elementare unito alle parti fulfuree ed alcaline dell'animale. QLiefto veleno, prodotto perla putrefazione che d^ tre foflanze, che anno molto rapporto a quello elemento. I fa-

dicono Sthal , e Boerhaave anche infpida , q acida , d efpofla al fuoco, un fai alcali akrettanto pi acre e pi abbondante, quanto il fuoco flato pi lungo e pi forte ogni foflanza fulfurea, come ha fatto vedere il grand'Hombergio (p) , il fuoco elementare , o la materia della luce unita ad un graffo animale, o ad un bitume: ed in fine i fosfori animali fono anche una materia ignea , o un fuoco elementare unito a' fali alcalini che r umidit dell' aria fonde ed infiamma tali fono i
li

alcali-volatili

fiffi

fon tutti

opre del fuoco

cosi ogni pianta

fosfori cavati

dagli efcrementi, dall' orina, &c. (33).


'

..

Ori-

ed anche di mefi
le

il

primb par
,

c&

ha di mira

il

fegato

il

fecondo"

orrore invincibile all'acqua j fi dee conchiudere che il veleno del can rabbiofo , non per lo numero iblamente , ma per le qualit, e per lo grado, diverfo, fia dail

glandole dell'elofago

qtrale- oltracci cagibiia'

'un

gli

'

altri
(p)

veleni..
dell'

Mem.

Accady
il

af.

1710.
della

(35) Aifottigliato
egli
il
fi

vekno

Rbbia

a guifa

di elettrico vapore

corpo.

domanda da' Medici, per quale via, o per qui canali ne infetti Due frade foladi comunicazione abbiamo nella nolra macchina
i

animale:

vafi

venofi aflbrbenti minimiflimi della pelle, ed

nervi
,"

Elfer-

vi nella cute di cotefte vene che

imbeono
altre

le

fottili

particelle

a 'foggia

di que' vafellini dell'erbe, lo dimoftrano l'azione


curiali
,

de' bagni, gli


e
,

nti in er-

le

intromilfioni

di varie

minerali

Ma
del
la

({uefle

iflefie

fperienze fan yedere

tempo,
fi

affinecch nella

medefimamente macchina quei corpi vi entrino. Dunque non


s'

vaporofe foflanze. che vi fi richiede

ftrada delle

vene quella per cui

intromette
leggi
li

il

veleno rabbiofo

Ci
ria

compruova dando una occhiata alle celerit che an gli umori in girando* per
al
!

Idrauliche, ed alla vacanali; le quali leggi cotet-

tanto andavano a cuore

de Sauvages, e Ton' ilafe delle con mo^^tmtnu-

U L L A

A B B

A.'

87
.

Origine della luce de Corpi anm/ili

XLII. La putrefazione produce


in
tutt'

tutte quefte foftanze, e le ru-

nifce; il. fuoco elementare, fecondo

mifti,

con

ifpecialita

negli animali che fono

Boerhaave, trovandofi fparfo molto


"Ctli

fulfurei, effendo dotato di

una

grati forza di attrazione, sveglia

un

tal

movimento

inteftino di corruzione, di
il

fecondo Sthal,

la fermentazione

primo grado:

egli in

feguito fviluppafi, e

indi nafce l' infiammabilit ; che le 'budella an ritenuti , bench VanHehnont aificuri il fatto; ma almeno quella' de' vapori d'una latrina lungamente turata , alla quale s'approlTimi una torcia, ficcome attefta un autore degno di fede ( Boerhaave ) (q) ; ins'attacca

a quefte diverfe fofanze


de' flati,

non

forf

di que' fuochi folletti che,

fi

folievano da' luoghi dove

cadaveri
de-

tezza Sviluppate dal Cavalrer Newton, .che ir non fi pu pii innanzi . Sulla prima le velocit del fangue che muovonfi per canali di diverfa ampiezza , fono in ragion inverfa di quelle In fecondo luogo le velocit mede.

e fono fime fono in ragione fudduplicata delle lunghezze de' vafi ifteffi in ragion comporta al'tres delle battute delle arferie , e- della radice quarDa* tutte quefte ta della quantit del fangue che fi rattruova nel corpo belle leggi egli fi deduce , che negli#?||^timi vafi fanguiferi , debba effere

piecoliflima la velocit degli


Ripiegar la

prflezza

umori che per non fon le vene al caio di con cai apparifcono e fi fviluppan'o i fintomi della
:

Rabbia

..

Laonde

il

celebre

Alfonfo
.

Borelli

ed indi

Riccardo
i

Mead

nel fuo

nervi fieno il mezzo di tal comunicazione In effi rapidamente fugge e vola quel fluido , eh' come il corriere , che porta a' mufcoli forza , movimento , e fenfazione Perch non rimarr luogo a dubrtarfi , che non pure il veleno
Trattatello fu

veleni, gi intraprefero a dire, che

della

Rabbia
,

ma

tutte le

foftanze velenofe
.

in generale

s'infinuano ne
fatto
,

nervi
fi

e fanno de' varii attacchi

Merita ogni attenzione quel


il

che

legge nelle Tranfazioni Filofofiche preffo

lodato

Mead. Effendo un
,

cane fiato morfo dal ferpente a campanello cotanto in quelli tempi reia eh elio famcfo , non palfarono quindici minuti fecondi dopo la morfura cane fi mor
.

(q)

Per

quefte parole
;

UH fenomeno

noi non pretendiamo altra cofa fignificare n del noftro fuggetto ricercarne la cagione .

ch-

D I S S E IR T A 2 I O N E IL uomini o degli animali fon marciti (r); indi quelle fcintill^ che rendono con ifcoppio i gatti che fi ftrofinano , ed i cavalli ftrigliati in tempo di verno (s) e quelle che altres'i danna gli uomini pettinandofi ,o ftropicciandofi il vifo,e fpoglian^8
degli
;

dofi

camiciuola nella medefima ftagione (t). Indi que' che fomminiftrano , fenza foccorfo dell'arte, tutt' i corpi che marcifcono , come le radiche dell' olivo, le tefle de' pefci,
fosfori

della loro

r orina

delle gravide rifcaldata, 1' orina ordinaria , la carne. Strana origine della putrefazione, dice il Signor Foatenelle, per una materia celefte, e s'i lurainofa (3<^)'.
-s"!

Di(r) Offervaz. curiof. pag. 55. t. r. Nlvem glacemque fcm'tHlas emittere j accendere , imo homifreidam aquam inflammubilem , fplritus animare iiem ipfum in igri-vomam machitiam , lethiferat eruSantem flamnas poffe converti , adeo flupenda fes ejl , ut ad quafvis aniles fabulas cum loco reGraves. ieganda potius , quam credenda videretur (s) Oflervaz. curiof. ffic. t.z.p.^o. Giornale de" Saggi, Settembre 1(583. (t) Id. lSy. p. i$o.Go\-n. de'Saggi, Maggio ljp. Id. 1583. Giugno. mandar fuori molti corpi, e fpecialmente luce che fogliono (3<5) La animali in luogo fcuro , naice da quella cagion medefima , die quaggi

&

fenomeni dell' elettricifmo PercioccH non v'ha parte non penetri e nori riempia quel fuoco, di cui inzup-" pato ogni corpo. Che anzi' nel noflro l'pazio Planetario niuna foftanza v' , percui non ila il fuoco difufo,e che fi muove con celerit incredibile.
produce
nel
i

tanti

mondo,

cui

fi quella che in diverfa guine riceve , eflcndo opaca e buia di L'aria lo rifua natura, e que' raggi eh' a lei s' apprefentano li guafla ceve e lo trafporta y ed capace eziandio d' infocarli , ma non tutta ; avvegnach quella che nel giorno s'infervora, la notte il freddo e l'omL'acciaio lo riceve, ma non trafmette , ficcome dall' bra l'intiepidifcono

La

particolare
fa

difpofizione

d|5j.%corpi

fa

lo

imbere

La

terra

pbco

banda Io trafmettono i corpi diafani.. Tutte le foftanze zolforate fono di fuoco elementare imbeute, perch Ibn accendibili. E per la ragione iflefl'a il corpo umano e di ogni animale ne dee altres imbere ; polche molte materie contiene nel iuo fangue , le quali fon pabolo del fuoco. II fu^co per-ci 1' inefaufta forgente di tanti fosfori animali Da quefto ifl-efTo principio nafcono quelle fcintille, che a guifa di tante forfore lucide efcono crofciando dal pelo de' gatti, quando con man gagliaro quelle fcintille minute che fpiccano (Gialla da fi frega loro la ichiena dura felce, alle percof'ie del focile. E finalmente, ficcome da' capelli de
altra
.

bambini

di

calda temperatura
i

bonfi fpiegare

fuochi folletti o fatui

sbrigano talvo'ia l*iammelle ; dosi deb,^ che 'fon veri fuochi elettrici , e :...,,-.. >-.,. vg-'
fi-

sullaRabbia.
D'tgreJJtone

Bp

fM

elettricit,

XLIII. Tuttocci che fi fcoverto in quefto fecolo fopra 1' prova eflervi nelF uomo , e negli animali una fimile , materia che brilla, ftimola., e eh' dotata d'una gran forza di L'artificio, o flrofinamento dicuififerattrazione e di ripulfione ve per farla comparire, non la crea, non facendo altro che imquindi nafce , che primerle un movimento eh' efla non avea girando il globo elettrico velocemente , fi riefce meglio a farla apparire: i corpi animali la rifiutano fovente a' fregamenti imiiediati, bench elfi ftefll ne abbiano pi degli altri corpi della medefima denfita (37). Il Signor Hauksbe aveva gi oflervato
elettricit
. :

ne'
putrefazione
,

Veggionfi fovente

attorno

de' chniteri

La

ficcome

altra

lume a de' vermini lucenti j egli per puro effetto della materia fosforica che abbonda nelle acque ifteffe, la quale materia fi fviluppa dalle parti bituminofe e faline che in copia vi fon Ideile acque del mare. La flefla foftanza fosforica produce il lume ne' pema non cos Parr quefta una digrefTione a certuni fti ed io ho voluto con quelle poche parole preparar gli animi de' meno fperti , per farmi ftrada a mofirare le forze dell' elettricifmo , da cui col Signor de Sauvages vedremo fpiegati i fenomeni pi importanti della Rabbia
lofofi aveflero attribuito fifFatto
.

(37) Gran fegreto fi fvelato , e lunga materia fi fomminifirata a' Filofofi nel rapido moto , e nella progreffione delle fiammelle, e della luce elettrica, eh' effendo prima inceppata ne' corpi, merc il moto della mac-

china

fi

ravviva

Infiniti

libri
,

fi

fono dati

ifchiarire quefto vafo

mare

e per renderlo

alle fiampe , non folo per giovevole pafcolo dell' onefia

curiofit dell'uomo

Le

varie utili notizie da

vegnenti. Ma Per non oi'curare

i vantaggi della fanit. compilate , faranno per regifirarfi nelle note in queRo luogo mi fi' conceda di dirne qualche poco. j

ma

eziandio per promuovere

me

le giufle lodi date al Mufchembr , e ad Hamberger, tuttaddue chiariffimi Fihci , certamente che debb' effer taciuta quella opinione , in cui a cafo ed alla cieca elfi decifero, che l' elettricifmo non fia

mica
fo

un

rovinofo

prodotto del principio


j

fuoco
,

ma

di

altra

incerta
le

foftanza
,

Que-

lunge dallo

fchiarir
,

confufa la verit

non

flato ricevuto

ne ha vieppi non da quei pochi che ri-

idee

man.

p
ne' capelli

Dissertazione
umani,
e

IL

nelle budella

del

bove

quefta virt attrat-

tiva, e ripulfii^a, fenza alcuna precedente elettrizzazione. Il Signor

Gray
mangono
abbagliati dal maravlglofo Io non riferir gli argomenti loro, eflendomi paruti infufficienti e mal immaginati j e fon eglino caduti nelle tenebre, per aver confufo il fuoco artificiale, impuro, e tardo, col fuoco elettrico, puriffmio , e rapido ne' moti fuoi Nel vero li fiocchi elettrici producono l'incendio ne' corpi piccoli ac.

cendibili
gi

guardati col prifma


j

fi

vede

la

lor luce dviderfi ne'

fette

rag-

colorati
.

e mofrano in
altres

una parola

le

propriet

tutte

del

vero

fuo-

co

un' altra foRanza fottiliffima , la quale fi ravvifa tofio che fi fenta l'odore che manda il conduttore elettrico. Egli fembra un odor fosforico, acetofo, od altro fmile, fecondo le varie fpecie de'corpi che
v'

Ma

fi

le

Il Signor Cavaliere D.Giovanni Vivenzio Primo Medico del- Protomedico del Regno , che nella Fifica Sperimentale e nel far uo delle macchine, delle quali ne poffiede doviziofa raccolta, pu beniffinio gareggiare cu' primi diligenti , e dotti Fifici OfTervatori , traile altre fue belle opere date alla luce , ultimamente ci ha fornito di una elegante traduzione dall' Inglefe di due Diirertazioni, una fuUa Teoria, e Pratica della Elettricit Medica del Signor Tiberio Cavallo nofiro compatriota, Membro della Societ Regale di Londra e l'altra della forza della Elettricit nella cura della fuppreffione de' mefirui del Chirurgo Giovanni Birch . Alle quali Difiertazioni premette egli una Iftoria della detta Elettricit Medica , opera utile dimolto, con grand' ingegno compilata, e che mette come in veduta tutto quanto da' diverfi Scrittori di varie Nazioni fi detto ed in varii tempi fiato oflervato Or il tefi nominato Signor Cavallo , chiedendo determinare in che confitta la natura vera del fluido elettrico, cos fcrive dopo aver accennati alcuni fperimenti.Quefi efperimenti anno indotte varie perfone a fupporre che il fluido elettrico flogifto , un acido, o pure un compofto di ambidue. Ma confiderando , che in quei cafi 1' azione del fluido elettrico , come un acido , o flogifio, fommamente piccola , e confderando ancora la violenza con

elettrizzano.
e

LL.MM.,

cui elfo pafTa a traverlo

le

fofl:anze de'

corpi

la cui

fuperficie gene-

ralmente bruciataio liquefatta in picciol grado* iembra perci pi naturale il fofpettare che i fopra riferiti effetti fieno prodotti di quella quantit di principio o acido o infiammabile , che il violento paff'aggio e la fuga del fluido elettrico ef:rae dagli altri corpi, piuttofl:o che confiderare eflere l'elettrico fluido ifleflb un acido, o un principio infiammabile, lo che per altri efperimenti fembra effere molto improbabile,, .N vorrei che
fi

tuttiquanti dal

creda che tanti torrenti di luce fparfi per le varie fofianze, fi derivino diflemperarfi in cosi fottiliflimi raggi il fole , che ci veg-

giamo dintorno ardere

perpetuamente

ma

deefi affermare

che detta foftan-

sullaRabbia.'
Gray
diverfe
la
:

pi

refe

trizzato

pi fenfibile per l'uomo intiero, dopo averlo eletvi erano degli uomini (u) che cacciavano fcintiiJe da
del lor corpo
.

parti

Il

Signor

Du-Fay ha

infegnato

il

modo
ler

di farne cacciare a

tutti gli

uomini.

I Signori Bofe

Mol-

Mufchembroek anno trovato quello di fare urtare ne' corpi , due torrenti oppofti di materia elettrica , che fanno in piccolo

ci

ftanza fu gi nel

principio degli efleri


,

vo e zampillante corpo vimento.


Se
varia
de'
fi

fia

dflFuTa nella materia, e da quel vda quel perpetuo fuoco forza riceve e mo-

fattura

fcuopra della variet ne' fenomeni elettrici , de' corpi , e della diverfa quantit
.

egli
,

effetto della e della lunohezza

L'Abate Nollet nell'opera intitolata Recerches elettn'ques medefimi che un caldaio perch contiene poca malfa , elettrizzato che caccia de' gran fiocchi lucenti j lo che non avviene f vegna elettrizfia Elettrizzati inoltre due pezzi di ferro zato un pezzo di ferro maflccio di vario pefo , uno di cinquanta libre, e l'altro di ott'oncie: quello fecondo, ch'avea la figura di un parallelepipedo, dopo un minuto fecondo cacciava delle fcintille elettriche j mentre il pezzo grande non dava fuori delle fcintille j f non dopo fei minuti fecondi , Una volta per eh' abbia un corpo di mafia grande ricevuta la materia elettrica, niaooiori effetci afficura
, , ,
.

ti

grandi dimoftrer. lunghezza del corpo molto varia ancora 1' elettricifmo nello che fono d accordo le Monnier, il Nollet, e gli Accademici di Parigi Il Signor le Monnier dopo aver elettrizzata una zona di piombo , e dopo forza de' fiocchi ^ dividendola in varie piccole zone averne notata la e di tutte facendone una lunga; quefta elettrizzata di nuovo, mapoior
,

e fiocchi pi

La

elet--

tricifmo mofirava

Da
che
fi

propriet fi due quelle comunica al corpo umano


_

pu dedurre
,

che
,

dee nel celabro

il fluido elettrico e ne' nervi piuttofio

intrometterfi

mucilagine

in

che in altre parti , La fofianza di effi a ruila d'una cui il fangue vi porta una linfa bianca, e quefii mede-

fimi vafi linfatici comparifcono

come

tanti filetti fottililfimi

Ne

rifulta

quindi un fiftema, che non ha tanto di pefo, come le altre parti falde Sono inoltre i nervi lottili e lunghi, e' perci 1' elettrico vapore di leggieri s'infinua , e quindi inceffantemente fi rinnova , merc i continui

Ma

moti del cuore , de' polmoni, de' canali e '1 fregamento del fnoue non balla quello folo cio il poco pefo e la lunghezza de' nervi vi fi richiede un altro principio, onde fpiegare un s maravigliofo feno,
,

meno ;
(u)

di che altrove opportunamente fi parler Giornale de' Saggi Settembre i68^.

P2
ci

S
i
,

E R r A Z

O N E
.

IL
Il

che vi farebbono ber Kiihn di Berlino

fuochi del fuhnine (38) ha mofrato il primo,


l'

Signor Le la pol-

come un uomo
,

elettrizzato accendeva lo fpirito di vino,

acquavite

vere del cannone coli' avvicinare fempliceraente il dito. XLIV. Tutto ci porta a credere (x) , che la materia elettrica e un fluido fottilijjmo che rijiede dappertutto al di dentro , come

d
ri

di fuori de' noflri corpi


fluido
e
J-

godendoft

d'

una perfetta

continuit

Quefto
{39)

venti egli

abbondantiffimo neiruomo; e negli animali vipi attivo , ed in maggior copia , che ne' cadaveg'^^tti

morti

efendo fregati

fcintillano

ma non
dan-

(38) r baleni, e le folgori, che fcrofcianclo noi


folti

veggiamo

ftrifciare ne'

bene affomiglianfi a quelle fcintille , che lancianfi da' conduttori elettrizzati j ed a quei fuochi elettrici altres che fi comunicano ad altri corpi che fono in iflato di difetto Da quefta elettrica natura delle folgori , nafcono tutte quelle portentofe apparenze che tuttod oiferviamo e che da Plinio al libro fecondo della Storia Naturale, furono con pi di maraviglia, che di verit regiftrate. Nella terza Dif,
,
.

e fcuri nuvoli

fertazione di quefto
(x)

Tomo primo, pi chiaramente ne ragioneremo. Nollet Saggio pag. 1^4. {9) .1^ corpo umano oltre del naturale elettricifmo che ha , riceve la elettricit per comunicazione . Se fulla eflremit lunga del conduttore fi pongano diverfe ioftanze come 1' uccello 1' acqua mercurio , 1' uovo , le piante verdi ma meno quelle acquifteranno grande elettricit j f ne comunicher al vetro corpi idioelettrici allo zolfo , e ad altri , Ognuno in tal guifa fi perfuade che il corpo noftro debba effer meflb nella prima clafle Anzich riflette il dotto Signor Tiberio Cavallo nella Opera intitolata Teora Pratica clelf Elettricit Medica parte e , terza , che i fluidi del corpo umano dell' fono migliori conduttori elettricit , che l' acqua un tubo di vetro del Prendete , ei dice diametro di quafi -^ di pollice , e fei pollici in circa lungo j o
, , ,
: .

piuttolo

due
,

di

tali

tubi

efattamente
di
efl
,

diametro
te

che

fi

tenendo riempia di
e

uno
quel

per

fluido

uguali in lunghezza , ed in una eflremit nell' acqua , faL' acqua riempir fu'bito il tu-

bo in virt dell'attrazione capillare particolarmente f il tubo tengafi inchnato alla iuperficie dell' acqua Fate che T altro tubo riempiafi nella felfa guifa di fangue , o Ora caricate di altro fluido del corpo umano una ooccia elettrica, ed il circuito per cui dev'e/Tere fcaricata , fate he fia formato da uno di quelli tubi , alle cui eftremit adattar fi poflbno
,
.

fottili

fili

metallici in

modo

tale

che tocchino

il

fluido contenuto

in effo.

SULLA Rabbia.
danno affatto lume (y).

?^

In fatti vi manca quello ftropiccio inde'fluidi,ede'folidi, che la vita mantiene, e che la putreterno fazione non i , che in feguito . Giornalmente fi va difingannando delle refrizioni , che i Signori Gray , e Du-Fay avean dato all'elettricit: l'umidita ifteffa non i'impedifce (40). Il Signor

Ha.
fo, e le braccia di una perfona , eh' defiderofa di praticare refperimeaIn quefli maniera, f la boccia fi fcarichi pii volte, mutando alterto nativamente , cio una volta quello ripieno di acqua , ed un' altra quello
.

ripieno di fangue , e cos in feguito, fi vedr che la fcoffa far pil fenfibile, qualora il circuito vien formato dal tubo ripieno di qualche fluido del corpo umano, che quando fi fa ufo del tubo ripieno di acqua,,. Nella nota poi fi aggiugne , che ci fembra efler il motivo , per cui molte volte gli

uomini,
altri

e gli

animali fono

flati

fulminati nelle campagne a prefe-

renza di

corpi . Da quelle verit ben chiare, egli fi comprende che la opinione fpeciofa del Signor Louis Cerufico dell Ofpedale di Parigi , ficcome egli fpiega nel libro intitolato Offervazjoni fulla Elettricit nelT anno 1747- , la
tutta tratta dalla fantafia
e che quando fi legge con tutt' i colori com' ; dipinta nel libro, pu fervire di divertimento, e di ben ordito romanzo. Egli pretende mofrare afciuttamente , che il vapore elettrico non pu

attraverfare la fofianza del nollro corpo

puote

che folamente comunicar fi credo n io mi efTer neceffario che adduca e confuti i di lui argomenti , che non anno al certo fondamento veruno., e fon immaginati contro le regole del verifimile. Aggiugner folamente una offervazione , che quegli animali che fon uccifi dalle fcoffe elettriche, e quegli uomini altres morti , per fiati colpiti effere dalle folgori quando fi tagliano , dimoftrano de,

ma

alle

parti

efterne

od. alla

fua

fuperficie

fangue, legno della rarefazione e del difturbo nella maffa del medefimo Qui il Cerufico voga , ondeggia , ed ufa ricorre alla impegni , onde poter ficuro arrivar in porto de' grandi
gli
aiTefi

e de' rappigli

del

preffione dell' aria

ed

all' ijjterrotto
,

rigiro de' fluidi

Ma

mentre cerca
quello
parti-

di colorire tutte le

alh^ circoftanze

rimane foffermato da

buio, che confeflare che i fluidi del noftro corpo dieno libero e fpedito paflagglo al fuoco elettrico. (y) Memor. delT ^ccadem. Du-Fay. (40) Non mi ritrarr di farvi chiaro i varii effetti dell'umidit in avea rapporto all' elettricifmo Il Signor Bofe ProfeflTore di Wirtemberg pretefo, che la materia elettrica vegna rifratta, allorch l'aria del luogo
colar

fenomeno:

e contentafi innanzi reftar nel

dove

fi

fanno gli fperimenti


:

umida

o pure
,

re efaJazioni

laonde

fecondo egli eftimava *

nuocciono

pregna d altre firanieal ricoglimento


del

94-

Dissertazione
(z)
fi

II.

Hales
Jo
:

ne oflerv
tiri

gli

effetti

ne'globetti del fangue di


,

unmu-

fangue ad una perfona elettrizzata bacino una pioggia di fcintille.


f

porta feco nel

(a) , che non altro f non il o la materia della luce attaccata a qualche parte fulfurea , non fegue nel corpo indifferentemente ogni forio ho fovente fperimentato nella fperienza di ra di direzione Leyden , ch'egli feguiva il corfo de'nervi fecondo la lunghezza del braccio fino alla fpina del dorfo (4ij,chefcuotevaaflaifortemente:

XLV. Quefio

fluido elettrico
,

fuoco elementare

acdel vapor elettrico noni pure le parti acquidofe , ma eziando il L'Abate Nollet allo nicoziana, o di altra erba qualunque
.

fumo

del-

la

incontro

fofleneva che l'umido nuoce allora, quando fi attrae egli dal globo o dal cilindro che fi gira- ma non gi quando nell'aria , fenza umettare la macchina. Al propofito egli aggiugne , che collo fpirito del terebinto

unto il globo, od il cilindro, l'elettricifmo non fi fminora, n fi diftrugge ficcome f vi fia porzione bench minima di acqua , il tubo mai D. Giovanni Vivenzio nella fua Il Signor Cavaliere diventa elettrico Storia della Elettricit Medica alla pagina 6/^., con ben faldo divifamen.

to
ri

con ifquifito giudicio fcrive , e decide fu quefta variet di pareQLianto meno perfone, ei dice, fono nella flanza dove operafi , tanto far pi abbondante 1' elettricit , e quanto pi diftanti fieno dalla macchina La rel'pirazione di molte perfone in un luogo , foprattutto s' rende 1' aria condottrice , cio atta ad eflere attraverfata dal angufto fluido elettrico a proporzione, che fi trova impregnata di particelle vaporofe: giacch quando pura ed afciutta , come ben noto, annoverata
,

,,

tra'
ec.

corpi elettrici per natura . Oltre tutto ci , 1' eftremit de' capelli fon tanti mezzi d'attrarre il fuoco elettrico dal conduttore . Debbo aggiupnere ancora , che le particelle dell'acqua nuocciono alla irradiazione de' corpi idiolettrici avvegnacch divengon a foggia di tanti piccoli con,

del fuoco fi- difperdono ; ma non mi far che a' corpi anelettrici , o che acquiftano la elettricit per comunicazione, l'umidit non fi oppone mica j anzich pi di legHo creduto dover notare quefia gieri far acquiftare 1' elettrica materia affinecch i 'poco guardinghi non credano, che 1 uutiliffima circofi:anza

duttori

per

li

quali le parti
,

fcrupolo di dire

mido
(z)

r
la

generale nuoccia alla felice riufcita de' fenomeni . Emafiat. Efper. 13. . 11. 12. (a) Nollet Saggio, pag. 137. 14(5. ipo. nel(41) La fcoffa di Leyden la prima volta truovata dal Mufchembr anno 1 745 , non ifcuote ogni parte del corpo confufamente ; ma entra
in

materia elettrica pi

in

particolare

fecondo

le

direzioni

de' nervi

U L L A
il

accelerando pochiffimo
fegiiente

polfo (42),

A B B I A.' mi cagionava

P5
l'intiera notte

un infogno accompagnato da dimenamenti, daideejclie


ra-

mo

In qualche macchina delle mezzane di grandezza, quando in me medefiho quefia fcofla offervata , ho conolciuto, che lo fcotimento fi dava air intiero nervofo fiftcma ; e pi in particolare a' nervi , inviluppati come in andirivieni , delle vifcere . Leggafi l'Appendice aggiunta all'o-

pera dell'Abate Nollet intitolata Recerches etettriques augumento del pol(42) Varie diffenfioni de' Medici fi fon fentite full' fo merc la elettrizzazione, alcuni dall' un canto- affermandolo , ed altri, incolpandone la poca diligenza de' primi, dall'altro Fan niegato. Io non

mi fermer punto
tutte
tal le

ad annoverare

molto
,

meno
ed
i

a ridire

una
_

per^

una
fu

fperienze fatte, le loro circoflanze


;

varii

loro

effetti

da che non durer fatica il Lettore a trovarne i vivi e minuti dettagli nel ruolo de' libri de' Fifici , e fpecialmente nell' opera cotanto accreditata della Storia dell Elettricit Medica , compofta dal Cavai ier Vivenzio Baller di dire , che il Signor Mauduit Dottor Reggente della Facolfuggetto, e lungo tempo logorerei
..

t di

Medicina

di Parigi in

una Memoria

tura ce
,

e fuirufo del fluido elettrico, confiderato

fu gli effetti generali, fulla nacome medicamento , di-

che

elettricit pofitiva accelera le pulfazioni quaf nella

proporzione
l'irri-

di preffo che fei ad ottanta; effetto,

che offerv variare


.

fecondo

tabilit della perfona, la fua difpofizione particolare, la forza della

mac-

china elettrica , e lo fiato dell' atmosfera Che la negativa ne diminuifce al contrario il numero nella proporzione di due ad ottanta, fecondo l'offervazione di Dalibar. Il medeCmo Autore nell'anno 1777- ? in prefenza di molti fcelfe fra un gran numero di perfone uno , nel quale il polfo fembrava battere con maggior regolarit . In un minuto primo le^ fue

dopo ci fatta agire la macchina elettrica, videro afcendere le pulfazioni a fettantaquattro , e cos ancora avvenne in un fecondo efperimento : tolta poi la bacchetta di comunicazione dal primo conduttore, furono in un minuto primo offervatp le pulfazioni ridotte di nuovo a feffantanove . Ci non olante nel Giornale di Parigi
pulfazioni erano feffantanove
:

fi

de'

17. Febraio del 1782. fu pubblicata

una

lettera del
,

Canonico

Sans,.

nella quale d parte di aver fatte delle fperienze


fi

il

rifultato

delle quali

fu, che r elettricit tanto negativa , che pofitiva non aument, n dila velocit del fangue , e per confeguenza quella del polfo a Il Cavalier Vivenzio dopo aver ufata una particolar premurofa diligenza, cos conchiude . Bafia il dire che il rifultato di varie fperienze ri-

minu

petute

tanto quando agiva con


,

fomma

forza

la

macchina
,

che quando
l'
,

era un poco debole


pofitiva accelera
il

fi

fu di aver coflantemente veduto

che

elettricit

polfo in alcuni aella proporzione

di

due

tre ad

ot-

p6

IL rapidamente l'una l'altra fi fuccedevatio , da punture vive fimili a cjuelle che provanfi avvicinando il dito alla barra di ferro cietuizzata; finalmente una fenfibilita atta a fcommuovere i'iateio corpo; ci che reiterato fovente, m'ha convinto, che il fluido nerveo fiffatta materia elettrica , che quefti artifici! mettono in un cosi gran movimento.

Dissertazione

Qualit del fluido nervo/o.

XLVI. Le

noftre fibre fon tutte nervofe

il

feofo Io

fa ve-

dere (43); tutte effendo fecche fon come le corde de'violin, den(e, e tanto pi trafparenti , quanto effe fono pi fine ; e fono i fili pi fertili o lunghi del corpo. La luce cie il Signor New-

ton (b) ha fatto vedere

elfere

s"i

neceffaria all'uomo per la vita (44), e pro-

ottanta
ottanta

, ,

In altri di quattro,

o
1'

di cinque ad ottanta, finah-nente di fei ad

oflervato avendo che


,

aumento
.

delle pulfazioni fiegue fenipre

il

temperamento 1' cit , quantunque


eauivoci
i

et

ed

il

k^o

In riguardo poi alla


,

negativa
flati

elettri-

diverfi fperimenti ne avefli fatto


,

fono

fin

ora si

riiultati

che niente di ficuro pofTo affermare .

Mi
ili

tutta la fua

fon alquanto efieio fu di un tal punto ; ma ampiezza- Ed intanto mi ho prefa

nemmeno
tal

1'

ho fatto

briga, per far indella

tendere fenza inciampo d'altrui.,


il

come mai

nel

pi forte

Rabbia

polfo non

fi

crefca di velocit con determinato e

precifo rapporto

agli

moti Queflo era il fentimento del Boerhaave eh' egli efpone nelle Iftituzi^ni mediche . 301 , dove dic ,Adeoque vdetur non abfonum ejft ex cerebro ejujque propaginibtis paulattm formari corpus folidum , totu'/nque Allo 'ncontro Alberto Mailer colla fua Scuola , dopo reex nevvs fieri plicate fperienze ha pretefo atterrare un tal fiftema , pretendendo che una -^buona parte degli organi animali fieno infenfibili , perch non compoft
altri
(4,?)
:

da'
le

nervi.

Tali fono
la

meningi,
(h)

pleura,

il

fecondo Haller, i tendini, peritoneo, e degli altri.


il

le offa,

il

perioftio

Newton

ha creduto che

fluido nerveo era la materia della

luce.

;44) La luce od il fuoco elettrico ben pu dirfi l'anima e la vita di tutta juanta la Natura j per cui tutto fi produce, refpira, e fi rinnovella ^ eh' entra ne' corpi tutti j e fenza lei niente gli efferi farieno . Se fi
confiderino
terra
talli
,

fi

fenomeni che nelie srotte profonde.o nelle vifcere della tutti n cagioj.e la luce Le tormazioni de mee de' minerali , le fotterranee fermentazioni , i fenomeni della cai

tanti

ravvil'ano, di

la-

sullaRabbia.
e propria a ricrearlo, fecondo
le

P7

dimoftrazioni de' Signori Mairan, e Rizzer (e) un fluido fottiiiflmo d'una elafticit perfetta, che fi muove con altretranro pi di rapidira ne'corpi, cjuanro fo, e pi omogenei o tralparenri: il fluido elertrico materia ma carica di zolfi animali nell'uomo; ella realmente fi porta lungo un filo di ferrose dentro il fuo telfuto (d), con una velocita almeno trenta volte pi grande di quella del fuono ( che va tuttavia con una velocita di 1073. pi^di per Si era gi pr varo , che il fluido nerveo dovea avefecondo ) re almeno quefta velocit per poter contrarre il cuore, e gli alnon fi ritroverebbe n la loro forza tri mufcoli, fenza di che jmmenfa dimpftrata da Borelli , n la prontezza incredibile de' fapendo ognuno loro movimenti, dopo l'impero della volont

no

effi

pi denf

la

fteflfa

dover avere delle particelle eftremamente

fottili

per poter

facil-

N
,

men-

lamita , i "baleni , i tuoni , i folgori , le aurore Ijoreali , e fin i tifoni medefimi e gli oragani fon effetti die nafcono da una medenma cagione. Credevanf per l'addietro i tifoni prodotti delle tempefre, e de' venti impetuofi e contrarli: ma meffi al paragone le piccole trombe artifiziali nell'acqua, con quelle dell' atmosfera , non vi fiata dubbiezEa a credere , che tai fenomeni non fieno effetti de' nuvoli elettrici , che cercano diffondere e proNon maraviglia, f il fuoco elettrico fpandendof pagare l'elettricifrao nelle vifcere della terra , produca le forti e violente fcoTe del tremuoto,
.

e le tante divifioni delle terre. Sicilia, Lipari, Capri, Ifchia,


c3ie
fi

Proci ta
,

d'ivifero

dal

continente
.

fecondo

ben

tefifca

Strabone

ne fono

una convincente pruova

Ma

il

benefzio maggiore io reca


,
.

o fia alle piante ne della pianta

il fuoco elettri<;o ai corpi oi-ganici , ed agli animali Per lo medefimo fi fa la fruttificaziole antere ne fono interiormente penetrate ; e quella lot-

tiliffima foftanza

compie la generazione, ed eziandio la intiera vegetazione. Parlando della nolira macchina, il calore e la fluidit del langue,
,

il

moto

,
.

e la forza de'

elettrico

nervi fono effetti del medefimo fluido claflico ed quante volte viene effo fuoco impedito , ficch non pu fcori

rere liberamente, naicono

vi

nel
,

cervello

vifcero

mali di debolezza, e primario della vita


il

le
,

paralifi

Se

fi

truo-

ne' nervi
,

follanza
i

anelettrica

che
fenfi

vaglia a difperdere

fluido elettrico

fi

perderanno

Bioti, ed
(e)

Comm.

in diverfa guifa, fecondo la variet delle cagioni. ^cad. Bononienf.


,

(d)

eia

Il Signor le Monnier Mera, Emafatica pag. 302, 304.

dell'

Accad. ij^, Mercur. di

Fran'

p8 mente

Dissertazione
traverfare
i

II.
f

filetti,

che non danno paflaggio,

non

alla

luce, ed al calore (45).


//

fuco nufritho vi ft aneja

quaf non p^Jfa.

XLVII. Non bifogna temere , che quello fluido fcappi facilmente dal corpo (e) , n che feguiti altra direzione fuori di quella de' filetti nervofi , non altramenti, che il fluido elettrico non fi diffonde da un lunghifllmo filo di ferro ne' corpi, che lo
toccano
ftretti
:

(f)

egli affetta di

feguire

corpi

pi lunghi

e pi
,

cos'i

una cantina

di

piombo venti volte pi lunga

ed

altrettante pi fretta d'un' altra, d venti volte pi di elettricit fotto l'ifteflb volume.

Sarei troppo lungo f bifognaffe


folo fluido, che
tefta,

pu

trafportare

il

far vedere fentimento

che quello

il

dall' eftremit

alla

Hales

in f fiieffo prova. Il Signor ha gi penfato effer egli il veicolo degli frepiti,chefi fentono da una eflremit all'altra del corpo, quando uno fi gratta l'orecchio, il ginocchio, foprattutto verfo la fera; ed all'ac-

colla celerit che ciafcuno


(g)

crefcimento della fua velocit, e della fua quantit debbonfi attribuire gli effetti SI buoni (h) , che pericolofi (i) , che i paralitici e gl'infanti annodati an rifentito nelle operazioni elettriche (45).

XLVIII.
(43)
(e) (f)

Che

plaufibili
Il
Il

il fluido nervofo veramente fia fimile al fuoco elettrico argomenti fi dimoftrer nella terza Differtazione . Signor Nollet , Saggio pag. 175. Signor le Monnier, ivi f

con

(g) (h)

Emajat. efper. g. n. 27. Il Signor Nollet , Le Cat de Roven


di

Kratzeinfiein de Halle

Medici

Norimberga,
.

e quelli di
:

Londra, anno guariti, o


Tranfazioni Filofofiche

follevati per
fi

elettrizzazione molti paralitici


beli'
(i)

nelle

rapporta

un
dofi

efempio

Intanto il Signor d'Opelmayer infermo in et di jo. anni , eflenposto tra due globi elettrici , s'elettrizz s fortemente , che fei giorni dopo divenne paralitico ci che 1' impetuofit imprefla al fluido , uervofo pu aver prodotto, effendo troppo forte per lui poche (4(5) Per terminare 1? note a (juefta digreflonc full' elettricit ,
.

altre

S U L L A R A B B r A." pp XLVIII. Del redo l' efiftenza del fluido nervofo provara non folamente dall' efperienza di Bellini fopra i nervi diafram-

2
al

ma.
certo
fi

fono fcoverti ma quanti utili ancora fcaturifcano di qua , non dagli apparati elettrici occorre farne lungo dvifamento .. Ricorder foltanto , che da ran tempo an cercato i Fifici di farne applicazione alJa Medicina per acconcio ed agio dell'uomo , e per curare varie malattie. In tutti coloro che fi elettrizzano, vedefi la trafpirazione crefciuta, e divengono e/Ti pi lep^ieri e fi fentono pi fnelli . Il Signor Pivati , Verati Italiani JaJlabert , de' Sauvages , Morand , de Ja Sone Francefi ; il Dottor Hart , Himfel Warton , Wilfon , Jacopo Fergufon in Inghilterra j de Haen ,' A]lemand
. :

altre

parole

rimangono

a dire

Grandi fenomeni

altri

in

Germania

anno

fatte delle felici cure nelle paralifi

ed , ed in tante

altre malattie.

Da' nimici dell' elettrcfmo fi oppone l'evento funefto del Sianor Opelmayer, il quale per la elettrizzazione fi mori. Ma il Signor Bofe in una lettera fcritta da Witemberg nel!' anno 175^., e diritta all'Abate NoJlet , con una copia di rifpofta di un uomo degno eh' affifeva al detto infermo, alficura che i'apoplefia accaduta, non dovea mica attribuirfi
all'elettricifmo
plettici
ferti
,

e de' quali innanzi


.

perciocch era egli aflai flato foggetto a degl'iniUlti apo^ fenzacch fi foffe elettrizzato , ne avea ,
lof-

di varii altri

Or
tanti

io

non mi fermer
,
.

a cenfurar coloro
terra con

che in quefto

luto fare da cenfori


Elettricit

e buttar a

una

fola parola

arnoo an vole fatiche di

Il Cavalier Vivenzio nella tefl uomini illuftri citata Storia della Medica, cosi conchiude pag. 43. Avendo acquiftate le pi potenti ed efatte_ macchine elettriche che fatte fi fono fin ora in
,

Loncon

dra con compiuti apparecchi per efeguire tutti gli elperimenti elfi gli firumenti per ben amminifl:rare 1' elettricit ne' varii cafi

'medici

che tanti valentuomini aveano , , fcritto, tentare fempre pi l'elettricit, fecondo il metodo da' Sianori Cavallo, le Birch prefcritto , in varie e diverfe malattie. Senza
particolar-

non ho

trafcurato

animato da ci

mente riferire le iftorie e trafcrivere i giornali baller qui accennare che un favio Medico in Caferta reft per mezzo della elettricit uuarit di uno ftupctfe della deflira mano, che da molto tempo lolfriva che un
,

dotto, e rifpettabile Religiolb matifmo del deliro braccio ;

fi

cur di un pertinace, e tormentofo reuche un lavio , ed eiperto Colonnello


S.

Corpo degl'Ingegneri Militari


fimil dolore nelle fcapole

di

M.

del

Cefarea, refio libero da un con-

che dall' ultima campagna di Boemia lo , tormentava; che una Signora addetta al fervizio delle LL. AA. RR. fu fa. nata da una fuppreiione eie' mellrui, che da undici mefi foffriva e che non avea a verun altro rimedio ceduto j e finalmente che la noftra Au-

loo
inatici
,

Dissertazione
,

II.

da quelle di Alefandro Stward fopra la midolla fpinadelle ranocchie che io ho reiterate ; ma da quelle che il Signor Walter fece fare fopra due femine di frefco decapitate a

Lipfick, quando introducendo uno ftilo dentro la midolla fpinale di fopra in baffo, le dita della mano fi convellevano: nelle beccherie io ho fatte le medefime fperienze fopra de' montoni,
e fu

delle capre
sii,

quando premeva col


fi

coltello
.

la

mi-

dolla da gi in

gli

occhi

voltavano &c. (k).

La
gufa Signora , e Padrona non ritrov altro compenfo per un violento reumatico dolore nelle corte fpurie del finiftro Iato che rendevate tormentofe le intere notti , che con ufare l'elettricit , dalla quale reft perfettamente guarita
,
.

tutte quefte offervazoni, e dopo tante altre ch'Io taccio , e che poffono ieggerfi ne' varii Scrittori, e nell' opera pi volte citata del Cavalier Vivenzio ; egli fi pu conchiudere , che la elettricit non debb' efler

Dopo

bandita dalla clafTe degli utili

rimedi!

ed da difiderare
,
.

rendo degli fconcerti nella macchina noftra ne , tantofto fi ricorra alla fi.ia efficacia
orecchi a coloro
,

fottopofti

a tale

che occorapplicazio-

fa meftieri porger gli fcatenano contro ; poich non fanno eglino i metodi particolari da doverfi adoperare; n fi an fatto un ricco teforo alle lor menti della ferie di tante felici cure perfezionate da Medici famofi , Io non la finirei mai , f riandar voleffi partitamente , dire quello , che in pr della nofira fentenza fi fcrit-

che oggid alla balorda

gli

to

Tanto maggiormente dcono

crefcere

noflri

impegni verfo
:

di quefta

meaicina, quanto pili agramente fi vede ella appugnata , ma- non gi vinta I cervelli troppo caparbi! non fan mai piegare ma le fecche, e gli
.

fcogli

(k)

fon preparati per loro . Un' oflervazione che ora


in

Matematica
del
di

Ginevra
.

fluido nervofo cui

ho apprefa da un celebre Profeflbre di conferma molto il fentimento fopra il carattere Li z6. Dicembre 1747. mi fi conduffe un uomo, il
,

braccio deliro era paralitico pi di quindici anni . Dopo diverlx tentativi m' accorfi, che non folamente eccitava de' moti convulfivi viviffimi ne' mufcoli paralitici quali effi erano attaccati .

ma ancora io facevo muovere le parti , alle Allora elettrizzai il mio ammalato una o due ore di feguito ogni giorno , e non folamente gli ho reftituito il fenlb, ed i diverfi moti del pugno , delle dita, del cubito &c. , ma quello jftefTo gomito eh' era atrofiato ha ripigliato tutto il fuo buon effere . Vi mando la copia dello fiato del braccio fatta dal Signor Guiot , uno de noRri Maeftri Chirurgi Li io. Gennaio 1748. l'ammalato beve bexiiffimo , e prende il fuo cappello col braccio paralitico Sccfottofcritto I...
,
.

U L L A

R
&

A B B

A.
eh'

lOI
provato

La forza

del fluido tiervofo crefcs : et a pofteriori a priori ,

pnncipii,l veleno della Rabbia tuuo pieno di materia luniinofa o elettrica, dovr a ragione dell'affiniche ha col fluido nerveo , ed alla denfita delle fibre nervot

XLIX.
,

Pofti

quefti

f, infinuarfi

d'ogni dove ne' nervi

vi

fi

trova,

come

vedefi

il

ed unirfi col fluido, che gi fuoco lucido del dito, e quello del,

la barra

prima divergenti nell'aria , riunirfi colle loro punte, e divenir convergenti (47): ma la quantit di un Algido
elettrica

elaftico crefcendo in

un

ifteffo

fpazio

1'

elafticita

1'

attivit

debora addotte , e per quegli argomenti eziandio ne^ egli dee afFermarfi che il fuoco elettrico nervi vi corre pi che in altre parti. Per non difibmiglievoli motivi crederemo ancora , che tutte quelle vaporofe e fottiliffime foftanze , che ad un tratto rivengono coloro, fpecialmente delle donne ifleriche , che patifcono nella nervatura , ofFendendofi in effe il refpiro , e cadendo in pro(47) Per che altrove
le
fi

ragioni

fin

reciteranno

fondo, e quali difperatiffimo fvenimento tutte fiffatte medicine, il ridico, non agifcono per altre vie , che per quella degli fpiriti , e de' nervi . Egli quefto un paragone ben dritto , e fodo ; e f per tanto tempo fi

creduto

della vecchia Scuola , che quefti volatili e fpiritofi liquore anodino , il fale volatile oliofo di Silvio , lo fpirito di bezoartico, lo fpirito di corno di cervo , e quello di fale ammoniaco , agiflero per la ftrada delle vene fucchianti , e ne' condotti del langue ; oggid n' mancato il plaufo a tal f.lofofare : ed opinioni s
da'

Medici
il

rimedii

come

Aerili e

confanno col dilicato gufto de' moderni. Medici fovente trovando del buio nel volere difcifrare gl'interni groflbJani ordigni della macchina noftra; far pii
fi
,

mal condite

mal

fi

Non mancher

qui di dire, che

agevole urtar nelle tenebre intorno al fiftema de' nervi , nell'interna ftruttui'a de' quali noi c'imbattiamo in varii burroni da non effer dalla mente noftra comprefi . Ma ci non fa , che non dobbiam afferire col confenfo de' migliori, che realmente evvi del fluido ne' nervi, e che le foftanze tutte di particelle volatili compofte debbano allogarfi ne' medefimi s'egli cos, gran plaufo faremo per ifpevare , allorch avanzeremo a

difendere, che ficcome

e cefalici per diritto fentiero i rimedii cordiali , agifcono ne' nervi ; cos la bava del cane rabbiofo, lefa fottile , fosforica, e vaporofa , debba medefmamente ne' nervi riceverfi , e di quivi pr
tutt'
i

durre

tormentofi fintomi dello ftato acutiffimo della Rabbia.

e IL I02 debbono crefcere almeno neiriieflb rapporto, e fecondo Boerhaave nella ragione di qualcuna delle funzioni della loro vicinanza. I principii anzidetti , 1' urto violento de' due fiocchi riuniti , il fanno in quefta maniera fupporre: i fintomi della Rabbia il faranno ancora meglio fentire (48).

Disse RTAzoN

SINTOMI DEL SECONDO STADIO

DELLA RABBIA.
L. Le velocita de' fluidi elaftici mefl in vibrazione , fono in ragion fudduplicata delle loro elafticita, fecondo i principii di New

ton

LI.

^ueft. off te. num. 21. Supponendo ora , che


eh'

1'

elaflicita del

fluido

nervofo dial

avea prima di venga quadrupla di quella della Rabbia, i refli eflendo eguali , la fua leno
egli
:

unirfi

vefar

velociti

doppia dell'ordinario i fintomi ci faran conghietturare dalla loJoro veemenza , che quefta eJaiticita in alcuni Idrofobi molto pi grande di quella, che qui non la fupponiamo.

Forza mufcolare
LII.

crefcuta.

Ogni moto mufcolare vien

efeguito

dal fluido nervofo

ed
detto fin qui , egli (48) Tutto quello eh' ftato . Noi fin ora abbiamo fviluppato
il
,

preludi della

inalattia della Ral^bia

non con deboli

indizii

n per mezzo di conghietture ricercate, i fegni, od i patimenti , che morfi dal can rabbiofo , che foolion falla prima fperimentar coloro fentono un male, che naice da una certa ipeffezza, e da un quagliamento tali fono la fievolezza del polfo , il freddo lo flato indotto nel fangue
,
:

poi il veleno refo debole della macchina , e la triftezza, e la noia. e ne' nervi intromeffo , produce la funefla leena di tanti fintovolatile Furono deffi fpiemi , per li quali 1' arrabbiato fi trae in difperazione curan' gati dal oran Boerhaave nell' aforifmo I138. de cognofcendis , Quelli fintomi far ora con attentiffima diligenza a diflami^is morbis
.

Ma

&

nare

rienza di tutt'

ne lo

cominciando col mettere innanzi gli occhi tutto quello che la fpeVeggiamoi tempi ci fa fapere al propofito della Rabbia fviluppo , e tentiamo di riconofcere la fua natura , da cui forge il
.

metodo

di

ben curarla.

I03 A B B I A. S U L L A ed proporzlonevole alla forza di quefto fluido , f le refiftenze fono le fteffe; ma la forza de' fluidi pofti in moto, in ragion
comporta
le

di quella d^lle
:

loro denfit
il

(1),

e della duplicata del-

loro velocit
,

dunque

fluido de' nervi

avendo

per efem-

due volte pi di denfit , e due pi di velocita , la fua forza far otto volte pi grande , e intanto li mufcoli che Io riceveranno con qufte condizioni, fi muoveranno otto volte pi
pio

fortemente (4p).
Ter(1)

(4p) altrove

del fecondo perodo della Rabbia, pi che Quelle fcienze Signor de Sauvages sfodera la fua Matematica intanto non Iblamente non fi deono annullare ", n sbandire ; ma o^nun conofce , che dalle medefime la medicina rifugio non folo , ma follievo riceve , e fplendore Lo fprezzo delle Matematiche nafce da certe opima alle opnioni invecchiate , che trovanfi negli animi de' poco intefi pofizioni , ed agi' improperii fulminati cotanto malignamente contro a s Adunque lo nobil fuggetto ; gi da varie erudite penne fi foddisfatto zelo che taluni mofii-ano per lo fudio delle ofTervazioni, egli o fuperfluo , perch uomo non v' che le ftrapazzi e l'offenda ; o finto per
il
.

Erman. Phoronom. Nel divifo de' fintomi

il rancore conceputo contro le moderne teore. Ripigliando per da capo l'interrotto filo del primiero difcorfo ,- ognuno pu comprendere , che per lo mefcolamento del vneno' nel fangue , rimane non che invertita ed intorbidata la malfa degli umori , e- fpecial-

tnafcherare

mente de' linfatici ; ma fomigliantemente il fluido fottiliffimo de' neryi^ Voglio qui notare ci che io in paffando e fenza molto fquittinio ho ravvifato nella prefente teoria Tutt' i fluidi allorch divengono volatili e vaporofi , fi rendono eziandio elaftici. Ne da una chiara conferma r acqua , nella quale tuttocch non fi pofla efercitar prelfura allorch in vafe cedevole fi chiude , elaftica dimolto la medefima fi rende difciolta in vapori Or dunque il volatile della bava dee effer un fluido
, . .

elafl:ico

e fecondo il

far parimenti quella de' mufcoli.

velocit, e
del

le
,

Newton

forza de' fluidi, i quadrati delle femplici denft, ficcome ugualmente fon d'accordo i feguac e quegli del Leibniz . Con ci a puntino fi fpiega come

rapportq che alla

elafticit ferba la

Le

forze fono fecondo

negli arrabbiati tanto di forza


di fortemente legarli

fi

produca

ficch fon obbligati gli aflanti

Ne ha parte eziandio in quello 1' apprendere che ne fa la mente . Perciocch dove fi ftima averfi un male incurabile , ed un molefto infortunio , fi tiene in moto ed in vigore il fluido de' nervi In tali difavventure , ed in s brutti frangenti i cordogli , e le fmanie martirizzano
.

io

104

Dissertazione
Perch
il
,

II.

polfo no7i crcfce come le forze.

LUI. Se noi fupponiamo


so

che

il

fangue

fia

flato

pi glutino-

allo

sviluppo del veleno, che non era in tempo difanita (50)


.

refta

lo fpirito , per Io che la macchina tutta fi mette in ifcompiglio. fi fentiranno nella terza Diflerdella forza de' mufcoli , di belle cofe

Ma

tazione

(50) Comecch in quefio mio comento fulla Rabbia mi fono io flu diato di adunar materia , e di raccoglier notizie ed argomenti , difficili a trovarfi , e giovevoli a fapsjrfi j xlove fpecialmente vi ha de' luoghi ofcuri , de' paffi difafirofi , far con qualche garbo e naturalezza sfaT?illare
il

fommo

e l'ottimo
,

ifcorta quegli

autori

maneociiando i mali i vuto -parlare in chiofando

N prender per da laperfi in tal malattia che fenza lecita alcuna infilzano il vero e 'i falfo, pi fegreti. QLiel fenomeno intanto di cui avrei do.

il

paragrafo ventifettefimo della Differtazione

r efporr
Si

in

quefto luogo.

fcraziato

nota nel Giornale Enciclopetiico, che tal fiata falaiTandofi qualche diuomo refo rabbiolo , s' veduto nel bacino apparire fulla fu-

perficie del fangue

cotenna , a guifa di quelle che noi fo, o che fon infermi per pleurilia , polmonia , infiammatorio . Quefia offervaed in generale per qualunque male decide quella lite cotanto agitata zione fatta nel fangue degli arrabbiati della cotica ne' mali d'infiammazione. Non fi pu ricotrere per ifpiegaavvegnach in molte malattie re tale fenomeno al calore del malato

una

crofta

gliamo veder

in coloro

non

di

calda origine

fi

offervata

come

nel reumatifmo, e nella podagra.


F'ifico'tnedche

'1

Sioiior
Off.

V erati
Vi.
,

nelle

fue Offer-va-^ioni

tricit

nel fangue di
,

un'uomo che
vide cKe
il

rio

ed un'affezione erpetica
,

lenza buone linee di groifezza non fi da caldo si fiirabocchevole

una malato avelfe febbre nel noftro, interno , anche

intorno alla eletpativa un tumore fluflTionacotenna la quale avea dieci


.

Oltrecch
ne' fiiorbi
,

che giunga a quagliarne

il

fiero

Che

perci

ro del fanoue

in quella guifa che dal tartaro rigenerato fi fcioglie il fiee dalla ioluzione del nitro fi sfibra la cotenna pleujitica-

.cosi allo incontro la foluzione dell'allume, lo fpirito acetofo del vctriuoe'I medefimo efiratto delle canterelle lo rappigliai fall fifii lifiiviofi, lo

no
falfi

in

dell'

modo, che fi riduce in foggia di gelatina. Qui dove fa bifogno applicazione per diriggere il raziocinio , e per non mettere de' paffi . Con tai merci fi poflono analizzare le idee , e Ichiarir quella
fi

materia per cui mille ripie^^hi

fon truovati. Siccome per tanti

fali

eh'

ab

SULLA Rabbia."
refla
li
:

io$

ancora una forza quadrupla al fluido nervofo, ed a'mufcodunque il cuore efdei cuore, per fuperare quefta refiftenza

fondo accrefciuto di forza, re fi fiera a quefto condenfaniento, che andava ben toflo ad arreftare la circolazione, e a terminar la vira; l'ammalato dunque fortiia da quefto ifato di fievolezza, di laffezza, di gravezza
fila
,

e di freddo

poich

ii

fafigue ripigliera la

fluidit

e la velocit

(m) (51),

Jl

fangue dhiuovo diviene fluido,

LIV. La
tuffo,
le

velocita di un fluido qualunque fpinto da

uno

ftan-

nelle ftefle fezioni o aperture in ragion fudduplicara del,

forze applicate allo ftantuffo (n)


il

Il

cuore uno ftantuffo che


la

fpinge

fangue in tutto
la

il

corpo

dunque

celerit del {an-

gue,

forza del cuore divien quadrupla, far doppia in tutt*

O
abbiam nominati
,

i
'1

vali

fi

raddenfa

la

linfa

e
la

fiero
fi

cos

per la
,

parte al-

calina e volatile del veleno della bava , cotica . La quale nuota al fangue roflb

linfa

coagula
altres
.

ed

al fiero

Il

forma la movimeri'

to continuo del fangue ifteflb fa, che ne' vafi efla non fi generi. (m) QLielli che pretendono fpiegare la febbre , l'accrefcimento delle battute de' vafi , e della velocit del fangue che fopraviene a quefto fl:ato di
fpeffezza,

fuppongono comunemente
,

.,

fon dilatati

le

loro molle diftefe,

il

che da quello fangue fpeflb cuore non iafciando di agire


effi

i
,

vafi

non

oflante le refiftenze, e quel eh' di pii

rimettono in feguito con pih di forza


tenderle
Il
;

credono, che quelle molle fi che non vi ha di bifogno pei"


,

ci eh'

affurdo

Signor
,

Pitcarne ha
,

ofTervato
il

ch^ certi liquori


d'artemifia
,

come il-^ugo d
coagulano
il

menta
leno
?

certi fali
,

come
jl

fai
,

alcali

fan-

gue arteviofo

non

velenofo

Sarebbe quefta un' affinit

con

tal ve-

(51J I fluidi mofl da una fteffa forza pel medefimo ordine di canali, acquiftano le velocit reciproche alle gravit fpecifiche Secondo quella
.

legge gli elementi

pi tardamente andrebbono in giro . Ma merc le leggi delle refiflenze il contrario s' avviene. Quando il fangue roffb fi refo pi tegnente , poich le fue molecole non fono feparate da quelle di fiero , pi lentamente fi muove e quinci il cuore minor impulfo ricevendo, pi debolmente fi contrarr , e del pan corri-^
roffi del

fangue

fponderanno le battute delle arterie (n) Il Signor Pitot, Memor. dell' Accadem. J735.
.

io5
3

Dissertazione
Ma
,

IL

la Fifca e' infegna , che il calore al fanguigni (52). d Colto del trigefimo quinto grado rende il fltr^ue pi fcorrevole^ e che quarto calore ne avvicina di tanto pi, quanto la ve-

vafi

locita de\ fangue


(

'1

fregamento
la

de

vali

pi confiderevole

XXXII.). Dunque polche

velocita, e'I fregamento de' vafij

a del {angue fono aumentati , e che il calore per gradi fi accrefciuto, il fngue dee per gradi ripigliare , e ancora fuperare
in feguito- la fua primiera fluidit
tiglia, e lo rifcalda
,

eflendo la forza

che

l'alTot-

maggiore che Hello

(tato fano (53)

Svi(ji) Non efrendomi io propello si largo campo in quefte mie note di ragionare Tu qualunque propofizione del noflro Autore, non far cos diJicato , ed auftero di qui addurre la dimoftrazione Algebraica di quefto teorema cotanto alla Fifiologia neceffario , che a puntino fi applica al
al fangue e fu fodamente ftabilito dal Signor contenter di dire , che per fapere la quantit d' un fluido efce da Un tubo fi dee tener conto della e che efercita del moto locit, del tempo, e della gravit fpecifica Ja forza motrice

cuore che d gl'impulfi


4

Pieh'

tot

Mi

ve*
fe-

Ma

condo il prodotto della mafia nella celerit ^ dunque componendo amendune le ragioni j faranno le forze che s' impiegano a muover un fluido della mafia per un tubo, in ragion compofta del tempo e del quadrato della velocit o fia che la velocit far fecondo la radice quadrata
, ,
:

della forza . Molriflme cofe potrei qui aggiugnere per far vedere le varie applicazioni di quefto utiliflmo teorema Idraulico* ma il poco da me detto far baftevole per far intendere il grande che ci an lafciae tuttod riceviamo ancora Dichiamola pure tt i veri Matematici ,
*

Fra noi

altri

giacer
la

maifempre

a terra

la

gloria della fottil Fifiologia

finattantocch

giovent fiudiofa non fi accenda di Una nobile emulazione di voler apprendere piti che fpetficialmente le Scienze Matematiche , e Fifiche (53) Jacopo Keill ( dopo Alfonfo Borelli ) avendo cnfiderata la elfcit dell'aria , la quale fi crefce in ragione delle prefTioni , e del calore altres conchiufe che per la prefi'ra che riceve, e pel caldo inter^

ao nofiro eziandio

lecole del fangue. Dall'altra

il fuo elatere , e divife mantenga le mobanda i due famofi Bernoulli, Jacopo, e Da. liiele , avendo opinato che la fluidit ne' corpi nafce dal movimento , delle particelle credettero che un interno bollore quello fia , che la fi fluidit Opinioni fon cotelle che debbono efere del fiingUe produca onninamente ributtate e poco plaufo ne debbono fperare gli Autori loro N con quefto intendo di difcreditare cos nobili fuggetti j percio,

ella

eferciti

ch folle farebbe colui

il

quale alle pubbliche fiere

altro Ibfferir

non vokfle

SULLA Rabbi

Ai

107

Sviluppo delle pamcelle ignee del /angue.


I^V. Il calore, e l'attrito fvilLippano ne'mifti fulfurei una piii gran quantit di particelle di fuoco , e di particelle elettriche ; ma il fangue un fluido di quefta forta, dunque il fregamento ed il calore aumenteranno la quantit, ed in confeguenza T attivit del fluido elettrico , o del fluido nervofo cos'I le forze mufcolari anderanno crefcendo fin a che tutte quelle particelle faranno sviluppate quello ci che accade negl' Idrofobi (54)-.
:

O
lefle,

Df-

che merci brillanti, e di valore. Vero per, che fifFatta aria elafica nel fangue non fi trova ed contraddizione il dire , che di un fluido , che velocemente fi muove , poflano le parti fue aver un moto di fermentazione ; io che pienamente fi dimoftrato da Pietro Mufchembr nella Fi/tea al Tomo primo Quella fentenza poi , che venne foftenu* ta dal Boerhaave , cio che debba ammetterfi medefmamente nelle partida chi imbeuto delle leggi celle del fangue , un moto di rotazione del moto rotatorio efpofte colla pi fcjiiifita analifi dal celebre Leonardo Eulero , vien ella avvilita Per In che a determinare un tal punto , fi dee riferire la fluidit del fangue al movimento continuo , ed al fluido elettrico II volatile della bava fulle prime io raddenfa iJ moto de' nervi , de' mufcoli , e del cuore di nuovo 1' afTottigliano Queflo punto non che troppo difficile ,-- ed malagevole Li colpir il vero. Due ingegnofe opinioni fi fono fchierate in quefta inchieda alcuni credendo la bava rabbiofa efTer un veleno diflblvente ed altri un coagulante, fecondo che ftimavano eglino, ch'ella fquagliava , o legava il fangue. perch io non veggio ftabil alcuni principii di quelle fentenze , confeffo pi volentieri , che la diverfit de' fuppofti nata dall' oirervare il fangue degli arrabbiati ne' diverfi periodi del male e noter eziandio che quefto veleno fa una colliquazione , ed indi rompe le parti del fangue , e '1 rende fluido e fottile. Taccio altri argomenti.
.
_,'

Ma

(54) Siccome per lo moto , ne' corpi inerti Ci fviluppano le parti del fuoco nafcofto , e '1 calore fi produce cos e non altramenti s' avviene ne' corpi animali , e nella macchina dell' uomo Quando il fuoco che l fviluppa ha un precifo rapporto, e corrifponde a quello che s'intromette, noi fentiam un caldo uniforme Se per qualunque cagione fi arrefia , o fminora 1' ufcita fua , avremo freddo. Negli arrabbiati , perciocch fi molti ffime particelle fi dan fuori , il calore dovr crefcere a proporzione. Il veleno inoltre feguendo ad agire , ne far rimanere la maifa del fan, .
.

fo8

Dissertazione
Djfere7iza della forza de fintomi fecondo
i

II.

fuggett

LVI. Negli uomini freddi e pituitofi , le Ebre de' quali fono lente, lo ftropiccio pi fievole, la quantit del fluido nervo!" intanto i flui minore nello fteflb modo che la fua elaficit pu eflere dunque , cha di pi afliderati fono pi atti a fpeflarfi
;
:

il

coneorfo delle cagioni abbia tanto condenfato

il

faague, che le

forze vitali, bench accrefciute,

ma

in

ranno capaci reftituire la fua fluidit malato, ed allora il fangue ftentatido ad ufcire dalle arterie, le eftremita delle quali fono molto {lrette,ed.eflendovi per condotto dalla contrazione delle vene , e del cuore y fi dovranno trovars .dopo la morte le arterie piene di fangue, come oflerv il Signor Tauvry(o),e durante tutta la malattia qualche furore vi far nel.lo fpirito dell'ammalato, il fuo polfo far picciolo , ed il fuo corpo freddo, come quello del contadino, di cui fi fa menzione
nelle

minor rapporto, non faavanti la morte dell' am-

Memorie

della Societ. Regale (1730)

ed in taoti altri (5 5).


Furi-

glie privata

'I

calore infine andr a ceffare. Qiiindi


fi

lo che altra volta


(o)

difle
,.

,,

eh' proprio de' veleni


il

conlpruova quelfi o di concentrare , o

di difperdere gli fpiriti

cio

fluido de' nervi

Mem.
Le
,

dell'

ccadem.
,

\6<^g.
la

(55)

malattie feguono
nerboruti

ternpra

del corpo
pili

Coloro che fon di

avviene tal fiatain certuni eh' effendo fiati morfi dal cane , per aver eglino la fibra di licata dimolto , e fievole, malgrado il volatile del veleno intromeffb , e Ja forza de' mufi;oli , il fangue non fi- fci-oglie ,. ma rimane in buon parte quagliato nelle arterie , fecondo g]i avvifi di peritifilmi Notomici. Egli noto , che ordinariamente dopo la morte il fangue fi ricoglic nelle vene , e poco ne refia nelle arterie , ficcome ne teftifica il celebre Morgagni.* ma dove fi tratta del male della Rabbia, i vafi arteriofi , pi che altri canali ne fon rigpnfi.ati , lo che fu notato chiaramente dal BrO' giano l , dove parla- de' veneni Accade ancora che per altro- principio tutt' oppofio al primo le arterie fi trovino piene , e q,uafi vote- fi rinvengano le vene. Siccome fi tliffe pi innanzi q.uando gli arrabbiati a gran paffi corrono per gir 3 , morte , gli umori tutti fi fciolgono laonde non fi fermano ne' vafi del polmone , ma vengon ricevuti nel ventricolo fmiflro , donde ben di legfibra elamica e

anno fintomi

gravi

Ma

sieri

SULLA Rabbia?
Funfure vive^ e dolorofe.

fof

LVII. L' urto


rifpettiva;

de' corpi
il

ma

pi&

come il quadrato della loro velocita fangue fpinto dal cuore va rapidamente, e

quello ch' fpeffo dentro le arterie lentamente, pi la differenza delle velocita , o la velocita rifpettiva grande , e pi 1' urto delle colonne del fangue violento ^ Or da queflo urto dpende il battimento o la dilatazione delle arterie, lo fviluppamento delle particelle del fuoco , lo ftira:mento dolorofo delle fibre Dunque quefio urto dee Jiervofe , prima affiderate dal freddo fvegliare in tutto il corpo calori acri, punture vive, fimili a'
.

colpi del fuoco, o a quelli de' corpi elettrizzati tono vivamente gl'idrofobi (p) (5-5)

come

li

rifen-

^^occh manca
. Quivi poi fagriano, e quivi s'Incagliano , pcFforza al cuore~ per poterli fpingere nelle vene , il qual pafTaggo intieramente fi fa per la forza del medefimo. Quelle verit non fon bilbgnofe di lunga pruova , eflendo ammeffe da tutti j n fa meftiei

gieri

pafTa-no nelle arterie


la

opprimerle di citazioni
di quiftioni rancide
,

, e

di offerVazioni per mille altri gi fcritte

noi pi fredde del ghiaecio iflefib . balli r aver detto tutto quello che pofa anche in generale piacere a'Dotti, e riufeir a' giovani ben utile , e gradevole. dtf' (p) In paroxiftnis aeger corpus- univerfum fiamma quaft penetrari
e che fon

&

feciari fentiebat

....

cium

fiamma urgehat

conflriSlum: pe6us

,-

conjrl&a

que pr accordi a

Aftruc. pag. ip.


fcilicet aefluSy in

Die tenia novum fymptoma fupervenit, intolerandus

quo

torpus univerfum quafi igneis fpiculis perfodi fentiebat . Aftruc. pag. l6, P eBoris angujiam , praecordiorum ardorem , ae/um , conftriBionem infolt'

tam, atrscijfmos partium dolores quafl ab igneis fpiculis perfoderenttir . Id,pag. i8. L'Idrofobo di Edimburgo fi fentiva divorata dalle fiamme. Saggi di Edirab. Tom. i. pag. 343. d fuori quelle (5) Quando una macchina elettrica ban caricafeintille che da' Fifici chiamanfi fpontanee , alle quali avvicinando la Biano fi fentono delle punture quando certi nuvoli denfi fon pregni per ecccffo di vapor elettrico, producono i baleni, ch' il medefimo fluido che pafla in que' luoghi d' aria, dove minor elettricifmo fi contiene Medelmamente il corpo dell" arrabbiato effendo pieno di fluido fottiJe e velenofo,^ quefto urter in alcune parti, e far k cagione delle puntur " vive eh' effi l'offrono-.
, ,

^'i^.

Dissertazione
Refpir azione
fajltd'tofa
.

IL

LVIII. La
ia quale
i

facilita della

rerpirazione dipende dalla facilita colfi

mufgoli

del

petto

muovono

(57), da quella dell'


aria

dilucidare la gran torma de' fintomi che patifcono gli (57) Seauendo a arrabbiati, ci fi preferita ora quella difficolt ch'elfi foffrono nel refpiro, quella interna fmania che li crucia, e quel fenfo di fuffogamento che ge-

nera in
zi

elfi

un

faflidio
il

invincibile

tratto, che

refpiro

non

fi

fa

Fa duopo per che fi dichiari innanperch T aria entra nel petto , e pel

fuo elatere , o per la fua forza dilata la cafla del medefimo j ma fibbene perch le code vengono innalzate da' mufcoli intercoftali , e l'aria per Niuno potr mai figurarfi quali Jeoge di equilibrio entra ne' polmoni acerbe quiftioni fi fieno agitate fu dell' ufo vero de' mufcoli intercoftali e come fi fieno a vicenda caninamente accarnati e lacerati i due autore.

Signor Haniberger, e '1 Signor Haller , pretendendo Boerhaave, che amendue gli ordini de' mufcoli intered efterni vagliano per innalzar le cofte ; mentre nell' alcoftali interni tro partito Giorgio Haraberger, e '1 Signor de Sauvages foftengono a fpada tratta, che i foli mufcoli efterni fieno gli elevatori, e gl'interni deb Se fi faccia l'applicazione banfi chiamare depreflbri delle cofte medefime Nelle de' principii della Meccanica , fi pu decidere quefto gran litigio leve le potenze , e le refiftenze fon in ragion inverfa delle diftanze dal
voliffimi Fifiologi
il
il

fecondo dopo
,

il

punto di appoggio. S potentia ve&i Jve l.omodromo five


,

heterodyor,o

ap'

pl'icata

podus in alia extremttate y rationem recprocamdilantia' ab lypomoclio ad pondus habet. E' quefto un teorema dimoftrato nelOltracci : la Meccanica da Wolfio al Tomo fecondo della Matematica . potentla quae trahit oblique ejl ad ea>n trahens ad perpendiculum , utfmm
ftijentat
-,

nm

Wolfio nello fteflb luogo. onduli inciinaticnis ad fmum totum Tanto i mufcoli efterni , quanto g' interni anno la fituazione delle fibre in uifa , che poffono avere la m'aflima forza nell' agire. Quella fituazione 's obliqua delle fibre, ha iervito per l'augumento di tal forza; perch cffendofi crefciuta la diftanza dal corpo della vertebra , nella proporzione medefima dovr farfi 1' accrefcimento della potenza Se tali fibre
. .

pi obliquamente foflTero allogate, il. fno dell'angolo d' inchinazione^ farebbe minore in rapporto al feno tutto, e perci la forza farebbe pi debole Se inoltre le fibre foffero fituate meno obliquamente , o in un angolo che fi accoftaffe al retto; abbench il ieno d'inclinazione fofle vici.

no

alla

lunghezza
in

del

feno tutto

tuttavia perch

maggior ragione

onde la forza riufcirebbe maggiorefminora la diftanza dal punto di fi


ap.

stJLLA Rabbia.'
aria che

"hi
la trachea ed i

debbe entrare nella glottide (58)^ e dilata re

poi'
pofenza ander a fcemarfi pi toflo , che a crefcere . A* tengono , il pi acconcio per efercitare la Potrebbonfi qui ancora sfoderare i tanti argomenti tratti pi gran forza dall' Analifi fulla feria maffima che poflbno avere le quantit , le quali con Un certo ordinato e precifo rapporto crefcono j e poi di nuovo di-

appoggio

la

dunque

il

fto

eh' efle fibre


.

minuifcono.

Qiiefli tali

problemi

li

rifolvono

di Cartefio, ficcome queftofi efpreffe nella fua

metodo
di

di determinare le tangenti

delle

Giovanni Uddenio , quando tratta che anno radici uguali ; oltre di quello che ne fanno gli Scienziati nell* Analifi fublime, quando applicano il calcolo Differenziale alla foluzione de* Problemi Tra gli altri fu maneggiato Un s nobile argomento dal Signor Leibniz ^ al quale f noi deffimo il Principato fra i viventi in limili fcienze , glielo daremo certamente coli' univerfale confenfo di tutta Europa. I melenfi-^ e neghittofi Profeflbri ^ gente feminatrice di errori, non appkudifcono fimili raziocinii, e quai fetidi efcrementi gli anno in orrore . Ma egli Un gran che finch non fi giugne a ripulire g' ingegni; da quella ruggine e fcoria delle vecchie Scuole , maifempre gli uo mini faranno allo fcufo delle belle cognizioni Poi j da ci che fi moflra altrove , i mufcoli intercoftali efterni ficcO"= me quando fi contraggono inalzano le cofte , g' interni mufcoli vengono
.

Matematici col metodo i Geometria in parlando dei curve* e colla maniera eziandio del modo di udurre Tequaziioni

vitale, cercheranno accorciarfi, ed abbafleran medefime. Leggafi la Fifiologia di Hamberger al Capitolo V. (58) Dilatato il petto metc l' innlzaniento delle cofte , e molto pi per r abbaffamento del diaframriia , rimane molto fpazio tra la pleura che interiormente vefte effe cofie , e la fuperfici eftern de' polmoni , i quali effendo premuti dall' aria eh' entra per la laringe nella cavit de' medefimi j fi' gonfieranno i polriioni j e quefta la ifpi razione. I polmoni altres fi accofteranno dimolto aila detta pleura, finch fi pu comprimere r aria toracica , come vien chiamata d Defagugliers , Hamberger, Hales , e dal de Sauvages Se il petto non fi dilataffe, l'aria atmosferica , e l toracica ferberebbono un perfetto equilibrio , ficcome dimoftra
diftratti
,

e colla forza fifiCa e

no

le cofte

il

Wolfi neir Aerometria


1'

non ptrebbono
,
.

perciocch
dell'
fii

aria toracica

fi

rarefa
i
l'

e perde di forza

atmosfera pu dilatare
riftretta
i

polmoni

In fine
,

polmoni. Ma comune , quando effi polmoni gongonfiarfi


,

1'

ria

anno

di

nuvo

aria del torace

quefta riacquifta la fua for,

za; ed
ftali

polmoni

altres

sforzandof di ftrignerfi
,

interni abbaffando le cofte

nafcer quella

ed i mulcoli intercoche tutti dicono efpira-

zione

Con

quefto chiaro ragionare

fi

viene a comprendere di leggieri

la

gran
fun-

112 polmoni,

Dissertazione
e dalla

li.

nell'Idrofobia al

refpirata (^p): ora principio del fecondo grado, i dolori impedifcodell' iftefs' aria

temperatura

no molto i movimenti de' mufcoli del petto ; 1' infiammagione del fondo della gola j o almeno per fua irritazione impedifce

moni rende
ne,
f

quello della laringe, e della trachea ; il calore cocente de' pol^ fubito l'aria troppo calda ed inutile alla refpirazio-

non

rinnovata da frequenti ifpirazioni:

dunque dal conGran

corfo di quefte cagioni la refpirazione debb'elTere faftidiofa {60),

funzione cotanto Intralciata della noftra macchina , cio il refpiro ; e coti viene ad introdurre nella fpiegazione de' fenomeni della fi vita la vera Fifica, refa ormai per lungo tratto innanzi vile, e negletNe'tempi andati le ipotefi erano il genio de' Medici , e quefte erano ta
bello accordo
.

le

loro delizie
.

Dobbiamo

perci

congratularci della

felicii

de'

tempi

nofri

(50) Niente pi neceffario per lo buono refpirare , quanto la qualit ottima dell' aria . Noi non viviamo , perch i polmoni vengono refi "onfii da un'aria che in le medefima pefante j ma perch ella elafti-

pregna eziandio di un fottiliffimo fluido, che i movimenti, e 1^ Se 1' elatere merc il rimefcolamento degli ftranieri cor* picciuoli in lei fi sminori , e le detto fluido vitale fi fiifi o fi difperda , l'uomo non pu campare affatto. Si compruova quello da tanti fperimen che il ridirle qui , ninna ti , e da varie oflervazioni fatte da' moderni , Solo qui aggiungo , che ficcome tefificano il Valloda recherebbe a me lisneri , e'I Linneo, gli animali muoionfi f vengan mefl in luogo riTommafo Derliam Canonico di Windfor racconta parimenti che chi ufo i pefci f vengan pofti in qualche pifcina, dove l'aria non vi pu giuocare , ficuramente fi muoiono , abbifognandovi per la lor vita una fottie che paifi per gli pori minimi dell'acqua. Qiiindi iiffima aria ri fratta
ca
,

vita mantiene

comincia ad intendere , e perch mai le Mofete , o fieno quelle mortifere cfalazioni che forgono in certi luoghi , producono quegli effetti cotanto luttuofi che noi veggiamo. Ma di ci altrove me n-e difcaricher. {66) Premefle da me quefl:e tre necelfarie annotazioni fui refpiro , e
fi
,

full' aria

in generale, fo
.

ritorno agli oggetti brutti e tetri


la

cio

a' fin-

tomi
lore
verfi
,

della Rabbia

Negli arrabbiati

difficolt del refpiro nafce dal do-

e dalla fenfibilit avanzata delle fibre de' mufcoli neceffarii a muoripieni di fuoco , e dall' aria , che nell' entrare ne' polmoni
,

di un fangue tutto infiammato


locit

tantofio

perde di elafticit

e dalla ve-

maggiore che ha il fangue medefimo ne' vafi arteriofi de' polmoni . Che r anima eferciti dominio fulla funzione del refpirare , non fi Ma non defla la .cagione unica , e fola del continuo jnai dubbitato
.

mo=.

SULLA Rabbia.
Gran febbre
iti

113

certi' cafi

LIX. Ne'fuggetti giovani ardenti, e

biliofi, il

fluido

pi ab-

P
movimento
fcoli
,

bonmeccanica azione de' varii mu-

del petto

aria del torace , e dell' atmosfera. Signor de Sauvages , dopo il gran ruolo di tanti altri Sthalliani , ficcome il rnoto del cuore , cos credette che dall' anima il Io ancora ben credo , continuato refpiro nafceffe che Alberto Haller , lunge dal riguardar Tempre la verit come una meta luminofa , merc una interna pugna , ed una turbolenza di fentimenti , una incoftanza quafi fra due formidevoii fcogli coftituito , credette quell'anima iftefla, che cotanto egli avea vilipefa in i (piegare i movimenti del cuore , della cagion vera , e compiuta refpirazione efier la Checch ne fa di quello , gli certo che 1' anima vi ha parte nella funzione del refpirare , e che ne dirige i gradi fecondo i bifogai della vi Quando i mufcoli del petto fentono dolore , 1' uomo non far delta Nelle pleurisle o fcarmane elfendo i polmoni inle grandi ifpirazioni fiammati , e delle volte i mufcoli intercodali , perciocch nel follevamento delle colle quelle parti fortemente fi diflraggono, per lo dolore gl'in fermi fanno piccole, ma 'frequenti relpirazioni Se li confideri come negli arrabbiati le fibre tutte fono in iftato di eretifmo , di tenfione , di fenfibilit , e di dolore; non altramenti accader il refpiro, che piccolo,
il

ed

Sono i nervi e maravigUofo concerto dell'


.

la

Ci non

oftante

il

e frequente

male, l'aria nell'entrare nel petto perde aflaif1' aria acci pofla mantenere il fuo , elatere , ha meftieri di un grado precifo e determinato di rarefazione , fecondo quello che dimoflra Daniele Bernoulli Se tale rarefazione dimolto fi avanzi , reciprocamente la forza elaflica fi srainora Per eflendovi negl' infelici rabbiofi uno fviluppo di particelle di fuoco , ed un calore
Inoltre in tale (lato di
la

fimo

fua elallicit

Avvegnach

crefciuto , e maggiormente nelle fauci , ugualmente che nell'efofago , nella laringe, e nella trachea, merc la infiammagione che non di rado attacca tutti quelli luoghi ; 1' aria fi rifcalder in un tratto , e perder ben

predo la forza elafiica Anche i xani , allorch agonizzano per si brutta malore, anno il refpiro difficoltofo Si oflervato medefimamente , che dove ne' cadaveri degli arrabbiati fi trovato gonfiore nel canale del refpiro , ficch l'aria incontrava llrettezza nel cammino, pii malagevolmente , e con illento pi grande que' miferi refpiravano . Di qua fi ritrae un altro calzante argomento Perciocch la velocit colla quale l'aria in paffando per la trachea entra ne' polmoni , fecondo l'ampiezza della medefeia. Or eflendo le forze che v'abbifognano per muover i fluidi in ra.

gio.

t4
pi caldi
,

D
il il
fi

B
,
i

R T A
folidi
s'

Z
pi

O N B
,

IL
:

Sondante e pi

que
ri

pi mobili infiaimma pi facilmente duncuore moflb da forze pi grandi, e trovando delle minotefi
i

elaftico

fluidi

fangue difeccatd

refiftenze,

muover
nelT

pi
pi

demente
cita e
di

ftringendofi, o

veloce; cio a dire, o pi profonfrequentemente; o .con pi di velo-

frequenza

ifleffo

tempo

ma

Ja

fofza

del

poifo

delle arterie corrifponde a quella del cuore, dell'ifteflo


il

modo che

numero
per

te

delle loro battute; dunque le arterie batteranno pi fora ragione della loro elevazione, o a ra"?ione della frequenza,

tuttaddue

afleme

(i)-.

Se

fi

mifuri

fu

quefto

piede
la

gione duplicata delle velocit che debbono efl avere ne fegue , che mer ce lo ftringimenro del canale, l'aria perder di celerit, e meno in confeguente potr entrarne nelle cellule de' polmni quando al contrario i ; medefimi negli arrabbiati an pi bifogno di aria elafiica , per potere
fpingere il fangue affollato ne' vafi , e refo eziandio pi denfo Ecco perch la macchina chiede di aiutarfi col favore delle refpirazioni piccole, e frequenti. In fine la velocit maggiore del fangue per gli polmoni, dee noverarfi
.

per terza cagione del refpiro difficoltofo negli uomini divenuti

rjbbiofi

Olferviam lo fteffo in coloro che fanno de' grandi sforzi , o che velocemente corrono. Dopo picciol tempo fentono un ambafcia , che dinota 1' affollamento del fangue ne' polmoni. Non difficilmente ancora s'intender perch la voce, non pure ne' cani rabbiofi, ma benanche negli uomini arrabbiati , fi perda o divenga fioca donde nacque il nome latino ra-^ bies L'aria dee liberamente uicire da' polmoni per produrre quel gufto tremolamento nelle corde vocali ^ e fare eziandio quel proporzionevole rimoombo e ftrepito ne' ventricoli della laringe, onde la voce ne forge
,
.

Ne' malati
l

de'
1'

quali
aria
,

fi

parla, la tenfione della gola e delle parti


elafiica del

vicine,

calore

men

cano quei triemiti voce

de' quali

ha meflieri la natura

convenevole, non fanno che fi produper conformare la ,

(<5i) Se fi domanda a' Medici di diverfa Setta cofa febbre , ed in che confifie la fua natura; chi dir un calore crefciuto , un fermento che ftimola ; altri un polfo pi veloce del naturale- e qualch' altro fofter-

una improporzione delle forze vitali a quelle de' mufcoli voPeggio, e pi battaglie fentirete, f vi veniffe la voglia di fapere, da che nafce la febbre , o qual' la fua cagione efce un numero s grande di opinioni , che reca fommo fpavento Si giunto a
fia
. :
.

che lontari

difendere

che

tutte

le

febbri

fieno

cagionate

dall'

anima
il

Fa

pudel-

re

il

brutto

vedere

tanta variet di pareri nel punto

pi

effenziale

sulla^Rabbia."
la febbre, ella
fi

113

trover grandiffiina a quefti fuggetti,

come

of-

fervafi

qualche volta (q).

Tutf'

/enfi fono tflremamente vivi.

fluido nervofo determinato impetuofaraente verfo Te diftruginovimenti delle quali fervono a cacciare , gere la cagione che irrita jcos ogni animale che fi fente bruciaquelli che la ritira e la fcuote rapidiffimamente re la zampa anno un offo nella gola , fanno tut gli sforzi di tolTe , di naufee, ed ufano tutte le attitudini che convengono per inghiottire o ributtare quello turacelo. Dell'ifteflo modo, fecondo che certe parti fono pi vivamente irritate che le altre, il fluido
11
i

LX.

parti

P
della

ner-

Medicina. Perci fi richiede una fomma finezza d'ingegno, una fo dezza nell' oflervare , ed una chiarezza d mente nel fare i giufti rapporti. Io fono flato maifempre col Signor de Sauvages fu quefto punto, e^ e ho creduto che nella detta im proporzione di forze confifla la febbre che le febbri maligne , tuttocch non portino un moto molto avanzato re' polfi , grande per la debolezza del corpo , e 1' abbandonamento delche non fi fidavano di alzai.' la macchina. Ho veduti di quegl' infermi un femplice braccio. Con quefla dottrina fi pu intendere, ed unire quelche gli arla variet di pareri de' Medici , avendo certuni detto rabbiati an febbre grande , ed altri che ne an poco , o niente affatto . Quando il veleno rabbiofo 11 refo fottile a fegno , che come un aura ha penetrato ne ngrvi , inceppata la linfa, e fnervata la macchina j non molta apparir la febbre , ma la malattia far nervina , e pi gagliarda : fccomc per lo contrario quando il veleno pi vifcofo , ficch raddenfa gli umori pi grofTplani , allora il cuore viene irritato e {limolato , onde le celeri e frequenti contrazioni nafcono , eh' ci che febbre diciaNe' mo , mentre le forze de' mufcoli fono per altro verfo infievolite temperamenti biliofi , e fanguigni , ed in quegl' infermi che anno i folidi ed irritabili , pi facilmente l produrr la febbre pi contrattili avea la feb(q) Il Cberico della Bada d' Alais che mor arrabbiato , bre pi forte che mai fi pu avere. Roberto (X) aveva ancora una gran febbre quel giorno che fu fegnato quattro volte in 12. ore. Clemente citato da deSauIt , dice aver vift otto arrabbiati , ad uno de' quali gli fece tirare circa due libre di fangue in un folo falaffo , fenza che il fuo polfo fminorafTe , ed il fangue zampillava ancora due piedi fuori del
: , . , .

letto

Oferv, 20. tm, 5.

ili
nervofo
fi

D
fe ci

fe

R T A
,

o N E
i

IL
che ivi ter-

muove
,

ne'

nervi

e fa agire

mufcoli

minano:
delle
i

avverafi in un organo de' fenfi, l'ammalato avr (f)


degli
,

abbagliamenti , ovvero creder intendere o il rumore del tuono (s) egli avr il guardo feroce , la voce minaccevole , digrigner i denti , impugner fortfrmente le coverture,farh di tutto il fuo corpo contorfioni flupende, avrh de' tremori violenti; tutt' i movimenti che chiamanfi convulfivi ogni volta che non fi vede il fine , giudicanfi in volon tarli (z^. Sen.
vertigini
del
fifchi

vento

(r) L'Idrofobo di Fdimburgo gridava , che tutto ci che lo circondava , girava con Una rapidit flraordinaria , un momento dopo eh' egli non vedeva pi gli oggetti. Saggi Tom. i. pag. 34^. (s) Sujurros modo, ttnnltifque aurium percipieat, modo fulminei venti foiiitu pertenefaBus o/ita feneflras cubiculi diligentijjime claudi curabat . Rivalier in Sepulcbret. Tom. i. pag. 215. (6-2,) Traili tanti moti crefciuti de' nervi , fra' tremori varii che fi ravvifano negli organi degli arrabbiati , non pofTb tacere di fare fpeciale ricordanza delle vertigini, e de' tintinni difpiacevnli , e de' fufurri difgumerc ftofi eh' efii foffrono , che fon effetti delle commozioni irregolari,

&

il

fluido
deefi

nervofo
fapere
,

ripieno

del

volatile
,

fosforico

veleno

Sulle

pri-

me
faffi

che

le

vertigini

nell'organo del cervello, bafe e

non na'cono da uno fconcerto che fondamento dell'intiera nervatura;


.

ina fono effetti del diflurbo ne' nervi degli occhi


^uefti
gli

Tal'

1'

orditura
fi

di

ammirevoli organi
, .

de' fenfi,

che

le

minime

fcofle che

fanno da-

efleriori obbietti imprimono nel lor fondo le immagini di qiie'corpi raggianti Cofiffatte immiagini , che fon vivaci , lun-.inoie , e colorite, e fono fcotimenti al nervo ottico comunicati , mutano di f;to nella retina, fecondo la varia direzione di efi raggi L'anzidetta retina altres tuttaquanta fenfibile ; e perci noi ben pofframo rimirar gli oggetti in qualfivogjia fituazione. E quante volte alcuna cagione flraniera fi giace, o nell'umor vitreo, o in effa retina, che impedifca il libero , e fpedito pafiggio a' raggi colorati ; vedrafli quel dell' occhio Juogo corrifpondcnte tutto fcuro a poca diflanza e fuori dalla fantafia fi concepiranno t[uelle macchie annerite efier fomigHevoh a degl' incetti. Intanto ficcome nello flato naturale variando le fituazioni delie immagini e de' lumi, noi comprendiamo efferfi mofli gli oggetti; non altramenti fe una interna cagione vi fia che fcuota i nervi, e colle molfe di quefli fi cangino i fiti dritti e regolari delle dette immagini Negli arrabbiati grande o de' detti lumi ecco nate le vertigini
. , , ,
.

mobilit e

fenfibilit

de'

nervi, e

'1

fluido nervofo ripieno

di

fotti!

SULLA Rabbia
Setfiblit

iif

degr Idrofobi .

LXT. La

fenfibilitk

proporzionata alla forza, colla quale il


il

fluido nervofo ritorna veifo

cervello (^3)

alla

tenfione
delle

t\\

veneno tumultuofamente vi corre ne' medefuTii


.

gli

agita

con-

velle

O
,

che ci
de' fiioi

fi

accada nella lente crifiallina

ligamenti , o che s' produrranno le vertigini fi Di leggieri ncora s'intendono i tintinni e i fiifijrri degli orecchi Eulero con fodiffimi argomenti ha provato , non Il Signor Leonardo molto lungi ef'er il meccanifmo degli orecchi da quello degli occhi teft Ognuno di noi nello flato di fanit non fente alcun fijfi.irro accennato ne' proprii orecchi , perch le parti tutte fono temprate con maravigliofa
difuguali
retina

mofla dalle contratture avvegna merc de' moti della


,
.

morbofamente

armonia: la quale torto che s'interrompe, e gli umori non rigirano con piacevole moto, ma una parte riceve un urto maggiore dell' altraj quella che pi fortemente fi muove e fcuote, ne' nervi dell'udito cagioner quel

timpano , ed il fangue che compie i fuoi giri ne' Dovrebbono quefte Tafi fanguiferi del timpano medefimo , e del labirinto cagioni far nafcere un fuono continuato, e malagevole agli uomini farebbe r affbnnarfi Pur tutto ci, nulla fi fnte Ma negli arrabbiati effendo pi tef i nervi dell'interno dell'orecchio, le vibrazioni faran pi numedel
.

Nello rumore tromba uditoria


.

fiato di

fanit di d_

e di

notte muovefi l'aria della

come quelle che ferbano la ragion fudduplicata , o fia della radice , quadrata de' gradi della tehfione : come anche anno maggior movimento del f;ngue . Tutto quello dichiara la cagione de' tintinni eh' eglibuftevoli no fperimentano qui dati fon QLiefti principii pi che per intendere le altre commozioni nervine Tutt' i moti convuUvi
rofe
.

negli

arrabbiati
,

nafcono

dalla
fi

fenfibilit,

e dalla

tenfone
ifleriche
,

crefciuta de'

e negli uoche fon foggetti a quafi tutt' i moti , fecondo che i varii nervi ne fieno affetti. Anzi uop' iapere , che quafi gii arrabbiati tutti fi muoiono con una convulfione e queir uomo infelice oriuolaio di Ginevra , eh' morto qui in Napoli nel mefe di Luglio di queft'anno 1785 , dopo aver ricevuto un morfo nella mano da un fuo cane eh' era arrabbiato , dopo quarantotto giorni dalla morfura fi mor con una gran convulfione. La malattia fi sbrig in poco tempo.

nervi

ncn altramenti che


,

oflerva nelle

femmine

mini ipocondriaci

L' avanzata ienfibilit degli arrabbiati concei'ta beniffimo colle fecondo le quali fi fanno le fenfazioni nel corpo noftro ; e fpiega ferch eglino fuggano l'aria, e lajuce medefima . Sulla prima la forza pi
((5^)
,

leggi

xi8
piega;

Dissertazione
,

l.

delle fibre nervofe

e al grado di attenzione

cIk l'anima

v'

imdi

ma

il

fluido nervofo

avendo pi

di velocit, e per pi

pi grande che rifiede nervi , nata dalla maggior quantit di fluido nervofo intromeflb nella lor foftanza, dichiara le fcofle maggiori che debbo, no recarfi al cervello; e la tenfione maggiore altres che procede dal medefimo principio, e che a vicenda fa la fenfibilit, fpiega il dolore. Ma effendo la pi fenfibile fra tutte le altre nervofe Ja retina dell' occhio membrane, e che vieppi mantiene le fcoffe ricevute; la impreflione della buon conto, ficcome gli occhi in tutti luce renderaffi molto dolorofa. di un fuoco che gli anima, e gli animali fono i fenfi efteriori ripieni cos allorch fon pieni di un nuovo vapore li rende brillanti e vivi , non potran fentire il lume. produrr l'effetto medefimo ; perciocch nello ftato di falutc L'aria premendo ella la fuperficie del noftro corpo da pi che trentamila libre Mufchenibr , Defadi pefo (anzi fecondo i calcoli de' Signori Mairan gugliers , Nollet , e degli altri , con pefo maggiore di trentadue mila libre) merc la fenfibilit crefciuta , non potr il corpo dell'idrofobo un Non fi pu tacere , che parecchi de' Fifici aveanfi tantp pefo foftenere creduto non darli prefTura di un fluido fu d' un folido immerfo , foftenenma quanto fia un tal penfare dofi l'una 1' altra le particelle dintorno ; lontano dal vero con varie ragioni e con ifperienze fi moftrato da s* Gravefande e dal Wolfio nell' Idroftatica al Tomo fecondo delie Opere Matematiche. Or in quella guifa che gli occhi non foffrono l'impreffione della luce, nel modo ifteifo il corpo dell'idrofobo "non potr che con dolore fentir la prefTione dell' aria Se quefla fofle agitata , o fia fc vi fpiraffe del vento , allora con maggior incomodo potr fentire cotale impreflone, poich l'aria mofla , fecondo la ragione duplicata della veloci-

fi

crefce ella di
i

forza
gli

Quelli fon

motivi, per
le

quali gli arrabbiati


,

curano di far chiudere


il

fineftre

per

ifcanfare

non an ripofo, proper quanto poflbno la

prefllone crefciuta dell'aria.


fenfo nelle fibre nervofe
fi

Da
fa

quel principio di Medicina al certo, che fecondo il determinato rapporto della lor
attivi.

tenfione, nafce l'orrore che gli arrabbiati anno per gli corpi

Noi

fappiamo che quanto pi una parte del noftro coi-po tefa , altrettanta maggiore fenfibilit in effa abbiamo , e dolore maggiore fperimentiamo quando vien ella ftjmolata , od in qualunque maniera toccata Certi abitanti dell' ifola di Martinica, come riferifce Thibault , anno tanta fenfiche per piccola puntura fono forprefi dalle convulfioni . bilit nelle fibre In ogni infi.ammagione , perciocch vi ha tenfione , fi foffre eziandio del dolore Per la qual cola g' idrofobi avranno orrore della luce , dei ven. ,
.

to.

SULLA Rabbia.'
forza, nell'andare o venire,- diftende di vantaggio anima che fente la funeft cataflrofe che fi prepara
i
,

iip
nervi
,

e T
s

non

oc-

cupa che nel male prefent o futuro


le

dunque

ella attenta al-

menome lomma
.

impreffioni

e per tutte quefte

ragioni la fenfibilit
lor
,

LXII. Quando
diviene pi acuto

i
,

nervi fono ertreraamente

teCi

il

tuono
fenfa:

le

loro vibrazioni pi frequenti

le

zioni cangiano fpezie

imprefTione

come i dolorofa ^ come

fuoni

divengono dolorofe ogni ma f fopra un dito infiammato


,

anima teme, e con ragione, ogni impreflione dolorofa , e confeguenza l'uomo tutto quello che pu 3 e che conviene

fa

in

al fuo
Jftafo

1k)

tton

della femplice aria, e de' colori vivaci. Il Signor de Sa\).lt{ Differta' de la Rage , Riccardo Mead ( De cane rabido ,e'l Dottor James rac)

De' fimili un vero orrore per la luce ed altri ne rapfatti leggonfi nel Giornale di Medicina al Tomo terzo, porta il Fischer ( De miro fenfuum augmenfo).C\ che fa la luce, il fanno
contano che
gli

arrabbiati anno

1
li

colori vivi

come

il

bianco,-

il

roflb,- il

giallo

e qualch' altro,

qua-

gran numero di raggi Si confermai tutto quefto dall' fTef vare ancora , che in altre malattie , delle quali il corredo fono flati il furore e la tenfione de' nervi , nato r orrore della luce , e de' colori Nelle ifleriche donne fi tal fiata ravvifato 1' abborrimento di ef'a luce Il vento , o qualunque mofTa di
tutti riflettono
.

aria,

il

fuono
,

Io flrepito

arrabbiati

e fono da noverarfi

per la ragion medefriia; fono traile cagioni del furore

difpiacevoli agli
,

ficcome an no-

tato
altri

Morgani (De fedi bus,


autori
.

&
il

caufts morborurm

&c. Tom. I.), James, ed

Ed
gli
il

aggugne
fa
.

che che

fommo tormento
che
bafti
f gli

arreca agli arrabbiati

molo

Un

Signor Hunauld ( Dijfert. de la Rage ), qualunque minimifllmo fliidrofobo non fofFeriva il foccamento del polfa
laon-

face
fin

Medic^

qui l'aver detto fu della fenfibilit degli arrabbiati;

de a ragione, e con avveduto configlio Celio Aureliano die a loro una particolare nomenclatura Eglino nel vero anno in orrore 1' acqua , ficcome poco apprefib fpiegheremo : abborrifcono la luce, l'aria, il vento, il fiato degli aflanti , il fuono, ogni flrepito, ed ogni toccamento che anche" leggiermente pofTa fmuovere od irritare i nervi e'I lor corpo per lo che debbono efler chiamati Pantofobi , ficcome Celio diffe pardla eh' j erprime l'orrore di ogni cofa:. In tal guifa s'intendono i mifteri di tanti
.

aftrufi
la

nomi

,
.

co'

quali

linguaggi

Greco

,-

ed

Araba an

l'ef

venerabile'

Medicina

120

Dissertazione
:

IT.

flato pef evitarla

che dee effer fommamente fenfibiie , e che fofFre crudelmente per ogni dove dovr temere vivamente tutto quello che pu caufargli delle nuove imcos debbe avvolgerfi , preflloni e covrirfi colle fue coverl'

dunque

idrofobo

te, o portare
fineftre

le

mani innanzi
;

li

fuoi

occhi

far

chiudere

le

per evitar l'impreffione del giorno fopra la retina. Egli

far

(t)

Aerofobo

e dee

ufare

le

ftelTe

precauzioni per non inl

tendere alcuno ftrepto efterno, per evitare che non

cammini

gravemente nella camera. In alcuni,


di cui

ne' quali
il

l'organo del tatto

pi dilicato, faranno pi attenti; tale era

Medico idrofobo,

parla Celio (u)

me
fuoi

agli occhi di

che fupplicava gli affiftenti colle lagrinon avvicinarfi , ed avendo intefa una delle
,

fue lagrime cafcare fopra di

mont

in furore

ftracci

veftimenri. In fine altri temeranno tutto, echiameranl Pan-

tofobi. In Napoli

un uomo

effendo flato morficato


tra gli
altri

da qualche

tempo da una
pi
fifle,

vipera, ebbe

fintomi

l'

orrore del gior-

no^ o l'Aerofobia,

Il veleno della vipera ha delle parti molto che certe del veleno idrofobico; ma fembra per quello fmtomo averne di elettriche o di molto volatili; e le agitazioni, i furori, i capricci di quelli che la Tarantola ha punto, fembrano farne fofpettare altrettanto del veleno diqueftoragno(<54): Cosi hench in generale gli fpiriti volatili cavati dagli animali

fluido

per la Chimica non fieno tutti proprii ad agitare, e rarefare il nervofo , vi fono per delle foftanze molto analoghot che
.

lo fanno
latili

Ma
,

in che

modo

caratterizzare

le

altre foftanze vo,

vaporo f

che concentrano

raffrenanp quefto fluido

che
(t)

Idcirco lumina detorquens a luce, abd'ttum

nelttas

converte bat

Quia ardentes
.

oculi fuffeSit

manibui "uultum verfi4S tefanguine igne a diur-

&

na

luce perftringebantur

Idem.

Tra quelli di Meynes 1' uno f portar via le candele nel tempo della comunione, non potendo foffrir la luce ; l'altro non pot fofferire l'eftrema unzione che fopra un piede , mentre il menomo toccamento lo faceva fremere , e tremare (u) Celio Aureliano cap. iz. argomen. \6/\) Al Tomo fecondo di. quell'Opera far vedere cpn chiari quanto fia lontana dal vero la credenza .che fi tenuta per molto ti
. ,

tempo

fui

veleno della Tarantola

i2i che ad uh certo grado di forza , come il caibro , il fumo delJe piume, il laudano arrecano gli fpafimi , le agitazioni, i farorij Je convulfioni ifteriche; ed avendo maggior grado di forza, co-. riie il vapore delle mofete (^5) , il fumo dello zolfo, non folamente ammazzano gli uomini e gli animali , ma smorzano inNoi fiamo ancora all' ofcuro tieramente la fiamma e '1 fuoco fopra quello fusgetto. Le fpericnze di Hales ( Statc. de Veget,
.

SULLA Rabbia.

pag. 255.
egli

an

dato

qualche

lume fopra quella

materia-.

Se

dunque vero

ci che fento

per una lettera di Berlino, che

la Rabbia, pare

attualmente riguardai in Inghilterra il mufchio come utile nelche debbe agire concentrando il volatile del veleno, e raffrenando la fuga del fluido nervofo, come certe umielettrica
d'

dita graffe foffocano la virt

[66)

forf

i'

Elettrome,

tro che

Signori Leroy, e

Arcy anno

di frefco trovato

fa-

ciiitera io

ftudio di tutte quefte cofe (y).

Q_

Gli

[6^) Nella terza DifTerfazione di queflo Tomo primo fi efaminer di giunta co' veleni volatili l'origine delle mofete; e dopo che fi faran meffe in veduta le varie oppinioni , conofcer in quale di effe noi dofi

vremo

arrolarci.

{66) Nelle Tranfazion Filofofiche leggonfi delle ^ici cure fatte col favore del mufchio, non folo della Idrofoba, ma benanche della pazza, dell' epilefsa , e di altri confimili mali , ne' quali vi fi vede accompa-

gnato

il

furore, ed un generale fconvolgimento dell'intiero nervofo


di ci nella cura della
.

fifte-

Rabbia (7) Il Waitz, e l'Abate Nollet molto an travagliato per k invenzione dell' Elettrometro Il Nollet iflrefTo, dopo avei' raccontati i varii tentativi fatti su quarto ftromento conchiufe , poterfi dire in generale , che r Elettrometro quale dovrebb'elTere per meritare un tal nome, un iftromcnto molto difficile ad immaginarfi a' tempi noftri , e forf ancora troppo preflo il penfarlo Ci non oftante il celebre Lane beniflmo l'invent per regolare , e mifurare la violenza della fcoffa da darfi colla boccia armata ne' varii cafi medici defcritIl Signor Tiberio Cavallo ha to un tale fl:i-omento nella fua opera Teoria , e Pra-tca della Elettrici' t Medica ed un altro pi comodo e pii ficuro Elettrometro ne defcrive il Signor Cavalier Vivenzio nella Storia della Elettricit Medica alla pagina ^i il quale firomento gli fu inviato dal Signor Dollondcon degli altri per applicare la dtta elettricit all' ufo medico.
. . ;

ma.

Ma

122

DrSSERTAZIONElL
Gli
occhi fono brillanti e fc'mtillanti^
Il fluido

nervofo non pu eflere pi abbondante e pi tempo gli ftrofinamenii de' mufcoli pi violenti, che l'uomo non fia pofto in uno flato vicino a quello delt
attivo, e neirifleflb
elettrizzazione:
i

LXIII.

fuoi fpiriti

fi

mettono

in

movimento,

di

mo*

do che

foggetto alle veglie,, ed a' fogni ; e per poco che fa di un temperamento vivo, egli trafpira copioramente,,il fuo polfo fi accelera, ogni corpo che gli fi avvicina gli cagiona una
egli

fenfazione dolorofa

due torrenti
fo in

di
il

e f per l'efperienza di Leyden egli riceve , materia elettrica, ad u tratto fcoflb e mof;

tutto

fuo corpo
:

efce del fuoco


darfi

da

tutt'

fiocchi ner-

vofi della fua pelle

non pu

che vi fieno nel nervo otti-

co, eh' molto grofiTo, e che forma la retina, alcuni fimili trat ti luminofi che rendono gli occhi delFidrofobo ardenti, vivi, e
fcinrillanti (x)

come

tanti autori l'an veduti


.

>

come

fi

vede

di notte negli animali gli pi elettrici

Pra^ifmo degV

Idrofobi,.

LXIV. Da una parte il calore del veleno mefcolato col liquor feminale, dee renderlo pi acre,, pi pungente; dall'altra l'orina pi ardente dee irritare le veffichette feminali , e tutt' i nervi che anno pi d fenfibilitar aggiungete a ci che il ventre coftipato nell'Idrofobia;, tutte quefle caufe concorrendo, potranno eccitare in quefle veffichette l'iflefla irritazione che cagiona T erezione, ed il lanciamento; le quali eifendo come forzate in uno
flato

Mera, della Societ Reale ^ ann, 1730- Etmaller pag. 4:53. Bifogna che gli ftrofnamenti , i colpi fubitanei elettrizzino i nervi ; donde verrebbe quel cerchio luminofo e colorito come la coda del pavone, che come oflerva Newton ( quaejl. opf io- ) vedefi la notte f uno fi ftrofina il canto dell' occhio , e quelle ftelle che (r veggono a chiara luce, f uno riceve un colpo full' occhio ? Le lucciole divengono luminofe e come elettriche, precifamente quando fi accalorano e fi fa che per mezzo di quella luce le femmine che non polTono volare , moftrano ai mafchi dove die fono
(x)
,

SULLA Rabbia.
flato cos'i
fter, e

123
(y)
,

deplorabile, formano

il

priapismo,

come Celio

Li-

Rivalier (z) l'an offervato (58). 2

LXV.
extenjo

(y)

Bonet. Sepulchret.

Tom.
.

i. pag.

215. Veretri frequens


11.

cum

feminis nvoluntarto

jaSu

Coel. t^urel. cap.

(z) De -vetiilo accepi , praeter horrenda ffmptmnata qttae fujlnuerat priapijmo ardentem uxori conrubuiffe l'tberofque mordile ; verum innoxie omnia.. Rivalier in fepulchfet. Bonet. Pochi giorni fono una cagna durante 1' atto venereo fu veduta da pi perfone con gli occhi lucenti e brillanti nell* ofcurit come due torchi , o come quelli de' gatti che in quefto flato fi raflbmigliano agli fmeraldi, e che il verno, quando l'animale pi elettrico e calorofo, brillano di vantaggio. Sarebbe egli naturalmente elet-

trizzato

&

? G' idrofobi il fono ffi ? Niimqiiid epilepja aphrodiftaca , tteratis affriBibus , eleBrica vi canes Unde nani in hae amatoria rabie fpafmi , morfus ut iit feles imbuii ?

ilydropiobj/a ?

L'Inverno dell'anno 174^.3 Maura) nel Paefe di Vaud un uomo mordue anni e mezzo prima da un cane arrabbiato , arrabbi la notte Tuttaddue morirono non delle fue nozze , e morfic al feno fua moglie molto dopo (8) Non 1 foli uomini arrabbiati, ma ancora le femmine idrofobe pa* tilcono le involontarie erezioni de' genitali Si chiama nelle femine //oNe e fatiriafi mana e da I/inneo teligona negli uomini priapifnio che i fan menziong^di tal fintomo ne' rabbiofi ugualmente gli antichi moderni S<frittori Democrito fin da' tempi fuoi non I' ignor egli ; e Lufitano nella fettima flato eziandio notato da Amato tra' modrni centuria,, e dal Martino Lifter ( de hydvophobia /'I13. ) QLieflo fecondo
ficato
.
.
.

autoi'e nel

bu

mo lo attrivero noi credette effetto del male della Rabbia che agli arrabbiati in Amili frangenti foleanfi applicare: ed' egli noto cbe le canterelle eh' entrano nella compofzione di quella detergere il moccio dell' pafta j an forza .di attaccare le frade dell' orina uretra, e poi flimolare tai luoghi merc I' orina iflefla refa ardente , donde il priapifmo nafce Per f noi confideriamo, che Von in tutt' tempi, fpecialmente in quei di Democrito, fi fece ufo delle dette canterelle, e degli epifpaflici nella malattia della Rabbia , e n tampoco nelle altre,
,

a'

velficanti

e tuttavia
tal

ravvifato il priapifmo negli arrabbiati ; non far al certo fi incomodo un prodotto delle canterelle ma un fintomo del male*. Preffo r liluflre Van-Swie"fen fi nominano due altre oflervazioni , una racconta , che dell' Hernandez Il primo autore e 1' altra -del Boneto un arrabbiato negli ultimi tre d di fa a malattia foffr delle polluzioni continue ficcome nota eziandio il Signor de Sauvages nelIl Boneto poi la nota (z) a quefto paragrafo fcrive che un uomo di et di anni fer, ,
. .

124
rende fofpetti
:

Dissertazione
fono parofiflimi
;

II.

LXV. or idrofobi

raa la paura contnua

cosi gl'idrofobi fofpettano de' loro

migliori ami-

ci,
tanta, eflfendo travagliato da' fegulti del veleno rabbiofo , per foddisfare flimoli cocenti del priapifmo, ed al veder la donna eflendo accefo di ardentiffima voglia , unir fi volle con fua mogliera . Un arrabbiato , e di gi rcfo idrofobo, di cui fa parola Amato Lufit9.n0, nello spazio di una
agli

giornata fola

aggiungono
titamente
Vili.
)

ebbe trenta polluzioni Signori Boerhaave , Mead


.

A
,

Jan-res

quefta fchiera di Scrittori vi s' e '1 Morgagni, i quali ,

di concerto teflificano,
il

elTer
(

un fintorao
[edibus

degl*
caufis

idrofobi

il

priapifmo. Parlib.

Morgagni
,

De

&

morbonim &c.

i.EpiJ.

aver ei medefimo in due cadaveri d' idrofobi , de' quali ne fece la fezione , trovati i due corpi cavernofi dell' afta benbene infiammati j laonde ben s' intende il priapifmo , perciocch ben fi fa , che tutattefa

tocci che ftimola


iioni
,
,

ed in-ita tai luoghi, cagiona la erezione.


,

Le

convul1'

epilefiie

ficcome

afferma Areteo

medefmamente

ar-

fenico
tlarfi

lo che per , eonofcer altrove efler una falfa credenza Comunque fia , le prette parole di Plinio fono ( Lib. XXIV. ) venerem impetus inhbent , eoque maxime phalangiis adverfantar ; quorum morftis genitale exaltre

ed alcuni altri veleni producono lo feffo fintomo . retta a Plinio , anche certi ragni velenofi fan Io fteffo
ragioni
fi
.

f voleft

^d

citant

Afibdato un tal punto , ognun comprende come gli fiimoli che cagioBa il fangue infiammato, l'orina rifcaldata, le feccie trattenute, ed i nervi fenfibiliffimi degli arrabbiati, rifiagno producano il del fanpue ne' corpi cavernofi L'erezione al certo non fi fa da'due muicoli detti erettori, avvegnach per la fituazione , quefii non poffono eriggere la verga. Sono Je minime guaine nervofe delle vene delle pudende quelle che fi ftrin gono in tal incontro, ed impedifcono che il fangue dalle arterie nelle cellette de' corpi fpugnofi condotto , faccia ritorno e s' imbocchi nelle vene L crina da f medefima , quando fi fta nella veffica , premendo la
, . .

pube , ftimola e cagiona la erezione il che fi vede anche ne' ragazzetti: ma quando calda, e pungente, vieppi far valevole a produrre il priapifmo. Maggiormente crefcer il medefimo incomodo, merc la fenfibilit della nervatura, e la firettezza del ven-^re. Fa
,

profl:ata all' oiTo del

mefiieri per che nel

tempo medefimo

vi

agrfca lo sfintere dell'ano

alfre-

tramenti
dita

le

feccie ufcendo fuori, la

detta

preffura

cefferebbe
.

Tali

quenti polluzioni fono di danno indicibile agli arrabbiati Siccome la perftrabocchevole del feme in coloro fani , cagiona Jo che fon ipoffamento della macchina ; cosi negli arrabbiati il corpo diverr pili

debole

crefceranno le vertigini , ed i rumori difpiacevoli negli orrecchi. , Ql' idrofobi medefimi le pi volte muoionfi convulfi ed attratti , ma con quel

SULLA
ci
,

A B B

A.

non vogliono

pigliar
;

niente

dalle loro

125 mani temendo fem-

credono che tutti -quelli eh' entrana, anper forzarli a bere d' acqua alla mano ^effendo ci per efl pi peggio che f li fi portaffe il veleno. In atti Roberto domandava iftanteraente del veleno prima che fi appiccaife , e la vifta del fiero del fuo fangue il fiicea fremere .
pre qualche forprefa

no un bicchiere pieno

Si

polfono vedere le precauzioni che la diffidenza

loro fa ufare

nella ftoria dell'idrofobo di Marvejols (a).


fi pu meglio paragonare lo fiato del loro fpiriche a quello di certe perfone che temono ecceflvajneate di elTere vellicati^ grattati fotto i piedi, o a' reni &c. Io conofc un Officiale ragionevoliffimo dall' altra parte , che in un' affeni-

LXVI. Non
,

to

crudelmente, f qualcheduno fi foffe feduil mondo u fa di coloro che di foffrire il che fi menerebbero pi torto per la fineftra folleticamento: d'altri che tremerebbaro per le punture della eletblea

avrebbe

(offerto

to affai vicino a lui per toccarlo: tutto

,,

tricit >

dopo averle fovcnte

provate..

Cagione del furore

LXVIL Qi:iand'o un agente ci cagiona, o ci dee cagionare del male che noi crediamo non aver meritato y e che ce lo caufii
volontariamente , la collera s'impadronifce del nofiro fpirito ; e unifce fi f. all'improvvifo in noi fi fa quella offefa , il terrore alla collera ed all'odio, che fe;ifipre va unito: e f i' offefa ci pare inevitabile, fi mette in campo la difperazione. Ora l'uomo rife nte tanto piiii vivamente una offefa , fia fifica , fia morale , quanto egli pi fenfibile , e tanto pi f ne vendica , quanto
fi

crede faperore in forza {6^/}.


fo-rta di

Dunque

l'idrofobo che foffre crudelEfT

quella

convellimenti che nafcona da debolezza d corpo difcioJgono in copiofi fudori ; ed evacuando parimenti del tanto

fi

licor fe-

minale
(a)

pi velocemente fi afVettano per l'altro mondo. Aftruc pag, i8. {6g) Le idee, fpirituali o materiati che fieno, nel cervello , come n^ un palagio, fi alloggiano e fi ftabilifcono ; e di qua rendono accorta 1' anima delle cofe fignificate Il perch baftevolmente fiam conQOtti.ad litendere , come ''"imprimano ^tiei tali caratteri , che letti poi dalla
,
.

126
delmente
in
i

Dissertazione
tutte le fue parti, che

II.

non

afpetta che una tragica

morte
mente,

^contadini (b) eflendo nsU' ufo di affogarli dentro due

maQuando
Fan capire ci eh' indicato per efil . e lei s' apprefentano , poi la fantafia fopita , o il ceivello turbato, noi nel medefifconcerto veggiam involte ogni forta d' idee gi innanzi ragunate ne'
a

mo
non
fi

ricettacoli

ne' l'crbatoi del celabro

Nel turbamento
fegreti

del
,

ifcorre a fuo

buon grado per


fermandofi
quel

gli gabinetti

capo, l'anima o per le cellette


piace
;

del proprio cervello

in talun penftere

come
di

a lei

ma

difordina e
fi

fi

fconvolge

mirabile

arredo

cui

doviziofa la

fantafia, e

fanno delle belle tele, o de' bei lbgni_ chimerici


, ,

anOra neir atto che gli arrabbiati cominciano ad inorridir 1' acqua no un furore s rigogliofo e sfrenato che merc de'ligami fi debbono teBafilio- Valentino, Paracelio, ed ElmoHte credettero che il furibonnere do Archeo quello fia, che agitato e commoflo vegna dal veleno del cane , Il Signor Hunauld { Difsertation fur la Rage) afT'er donde nal'ce il furore Icioglimento ed uno fviluppo altro non efl'ere il veleno rabbiolb, che uno
. .

delia bile, da' quali principi! di fali acidi, aE;giurita la grande rarefazione fintomi . Giovanni Ravelly benanegli fpieaa il furore e gli altri gravi

che in una particolare Diiertazione fu quefta malattia fcrife , che il fermento che capiona 1' Idrofobia compoflo i. lottiliffime particelle folide eflremamente, faline, e quali iynce le quali tai movimenti eccitano nell'interno., che quafi accenaono tutto il corpo, e V infiammano. In fine il

celebre Si"nor de Buffon vuole come anche quello della vipera

non in
,

altro confiflere cosiffatto


,

veneno

ed

veleni tutti in generale

che nelle

mollecole orpaniche femoventi , -mefle in azione ed efaltate j le quali ficcome fono la cagione della generazione , dello sbrigamento de' vermi , delcosi pofibno le med^'ime cagionare le fermentazioni e deli' etervelcenze tutti quei gravi fintomi che nafcono da efli-.

il veleno cella Rabbia avendo riscaldato e mofTb il Il fatto fia, che fangue , e refe eziandio fenfibiliflime le fibre nervofe della macchificcome tante volte da me fi detta e ridetta quefia lezione , nafce na quindi che divengono gli arrabbiati turiofiffimi Agli alfalti di quefii conturbatori , non pofibno refiftere tai malati. Eglino fi veggiono mal ridotti e per cagione de' lufir.ghevoli e libati -laonde s'inviperifcono s fattamente,
.

faflidiofi oogetti

che li van fufcitando Ne abbiamo un paragone in coloro che fon ipc'condriaci , o di un Saturnino temperamento .Con una fola occhiata, con una piccola voce di loro dilpregio, e con un timore, fi eccitano gravi tumulti, fiere maninconie, e furie durevoli e molefle. gl'idrofobi era in ufo anche al tem(b) Il modo barijai'o di affogare
.

po

di

Palmario

Et

noflra aetate^zQ tig\,vulgus ea tentatos

dum

nullo
ini'

remedio

rejiitui pojje

reputai

vitae pariter ac mcio firangulatu Jnem

p.

U L L A

A B B

llj

che vede eh' egli incurabile , che non lo (caricano delle catene o de' ligami > e che non l'inquietana che per is^rzarlo a bere ed a mangiare , ci eh' per lui peggio che la di odio, morte; dovrk dare tute' fegni di collera, di terrre il tutta unito , feiiza ^*difperazione , e di fpirito di vendetta che f ne vede la ragione , chiamad furore ; cos'i l' idrofobo foprattutto quando fi vorrk forzare a bere, o che l'offenderanno col tatto per la gran luce e ftrepita , entrer, in furore contro tutto ci che trovera,concro i fuoi amici, e contro femedefimo. Quindi che noi veggiamo degli ammalati , a'quali fi fanno delle operazioni dolorofe e lunghe , come 1' applicazione del ferro rovente fopra tutto l'oflb della gamba cariato, f efli anno tutte le loro forze , e fentono che la operazione inevitabile , noa poflbno impedirfx a digrignare denti , e di mordere eoa frematerafle
)
,
,, :

mito

le loro

coverte durante l'operazione

(e).,

II

orrore

deir acqu a nafce da pi cagioni injieme

..

LXVIIL. Quel che F idrofobo teme il pi coflan temente bevanda; egli ne fente vivamente il bifogno a cagione del fuoco che lo divora,, dell'acrimonia delle materie falineebiliofe che fono nelle fue vifcere e delle follecitazioni de' fuoi amici ; ma egli ne ha una ripugnanza infuperabile ; e poich conferva quali
,.

fempre la ragione, e la prefenza dello


fona
fta

fpirito, vi

fono delle

rf.

gi.
Sarebbe da bramarfi cRe inumanit..
..

fi

faceffe

una punigi one

efemplai-e per que

(e)

Nelle grandi paffioni, come- nella collera, nella difperazione


,

ficcome

-nell'epileffia

il
fi

fluido nervofo fpinto

con gran

forza,

nelle parti,, ed ia

namenti debbona mettere tutte le


.

fanno violenti ftrofinamentr de" folidi ; ma quefti flrofiparticelle ignee in azione fvilupparlcj ed ancora elettrizzarle , rimettere in moto- i fermenti che la mancanza

confeguenza

,.

del
ti

movimento inteftino fopifce, foprattutto quelle che confiftono in. paralcaline, fulfuree, ed ignee r e da qui nafce che il timore degli afledii de'tremuoti &c. (Veglia delle febb; putride e maligne ( teflimonia Baglivi Prax. pag.i'So.y^ ch* quella che fi cagion' al mercatante di Montpellier,,

dendo

e a Roberto risvegli la Rabbia; che la collera, e l'epileflia renanno potuta cagionare 1' Iumori pi acri pii ip^net &c drofobia ipontanea (iii).
gli
,,

,,

328

Disserta
di

gioni fufncienti

quefta

z ripugnanza
li

ione
,

II.

che
(70).

ci

reRa a cercare

Jafciandoci fen-spre condurre per

fatti

Mu.
malattia d -evi punto pi importante e quello lo fcoglio colunga e faflidiofa imprefa tanto ftrano e celebrato -che non poffianio fchivare , cio 11 dichiaraarrabbiati , de' fluidi degli la cagione dell' abborrimento re qual' anno peix) tanto orroi quali tuttocch foffero tormentati da gi'an fete re di bere, che fi contentano efier privi dell' acqua, che il famofo Lirico Poeta Pindaro nelle fue Ode chiam dolce dono degli Del .'Non poffo difpenfarmi per di prima avvertire, che noi tutti mentre anfanti ci affatichiamo di ripefcare le cagioni , aguzzi pure l' ingegno noftro quanto pi puote i guardi fuoi giammai potr penetrar il buio onde fon aflediati i fenomeni naturali:e mentre andiamo rintracciando le cagioni , faremo foffermati fulla bella prima j e f non vogliamo dare de' paffi falfi, certi dotti errori , e certi f non vogliam ifpacciare per verir affodate pregiudizii^ dovrem confefiare che le cagioni delle cofe e de' fenomeni della Natura , ficcome ci fono, flati per lo innanzi , cos faran mai Tempre per noi ignote. I fenfi noftri -finiti non permettono che fi fappia pi in l de' generali effetti Noi nel mondo veggiamo tanti fenomeni che fono in varii efferi , ed in diverfe foflanze fi ravvifano L' elettricifmo , e l'attrazione delle particelle della materia, cofa mai foji eglino? Son tan(70)

Qui
,

fl

il

e dilicato della
,

fi

parla

qui

fta

la

ti

effetti

delle
la

ofcure
forza

ed

aftrufe
,

cagioni

Newton medellmo

altro
le

tenne

attraente

che

per

: e pure quefii effetti per cagioni de' particolari lamita, i baleni, i tuoni,

fteffi

della

un pretto Natura , fi

non per , fenomeno naturatengono da noi

elettricifmo.
infiniti

Le

forze

altri, fon effetti

. In tal guifa le forze della caaurore boreali, i tremuoti , fono effetti dell* centripete, la gravit, la durezza, l'elatere , ed tanto l' elettricifmo, quanto dell'attrazione.

fenomeni

le

Ma

r attrazione fono effetti Or dunque mentre fi

anch'

effi

cerca da noi Ja

cagione

deH' orrore

dell'

acqua
dell'

degli arrabbiati, non intendiamo di fquittinare quella cagione

eh' pri-

ma

ad agire

ma

fi

domanda qual cangiamento prodotto


veleno
,

nel -corpo

idrofobo

fintomo. Non fi pu ftabilir cofa d fodo,n fi pu rifchiarire fin nel di dentro quello punto, f prima non fi confiderino gli fvariati pareri che fon corli fui fenomeno caratterifiico della Rabbia per poter raddrizzare quello confufo labirinto . Io narrer fedelmente il meditato dagli altri efponendolo con tutto il nerbo e luftro maggiore , prima di aprire il pi verifimile fen
e eh' effetto del
,

dia origine a tal fpeciofo

ti mento.

Molti antichi

fi

cr-edettero,

che

l'

orrore dell'acqua
,

ne materiale che agifce

nell' efofago

ir.a

dalla

non nafcefle da cagioimmaginazipne guafta-, k


qua.

SULLA Rabbi
volgo, ftato per molto

Ai

i2p

quale perch agli arrabbiati fa dentro dell' acqua veder 1' immagine di quel cane che mordette ; quella trifta e funefta veduta fi quell' oftacolo, che loro impedifce di bere , contentandofi rimaner pi tofto eftinti per Jo grande ardore della fete. Quefto fentimento corredato dai fufFragio del
les abhorrere in poetilo canes
: e Baccio fcrifle: Vidi egotaFra abigendos ex cubiculo exclamare gli Arabi Medici Avicenna, ed Averroe, a' quali tenne dietro benanche Salmuth , aggiunfero di pi , che nella bava -e nelle orine de' rabbiof tante fiate fi fon veduti di certi animaletti fimili a puntino a quelli , da' ed inoltre che una donna gi quali elfi arrabbiati erano fiati addentati refa idrofoba cacci dalle prti diretane certi pezzi di carne a guifa di

tempo applaudito
,

ac

tanti cagnolini
fi

Olti-ecch

racconta Etmullero

che da molti Scrittori


,
.

era

creduto

che
1'

g'

idrofobi
,

muovono
latra

il

lor corpo

a foggia di

quelle rabbiofe beftie


,

dalle quali furon morfi

ed atteggiano Se la morfu-

ra fu da

un cane

arrabbiato
i

ed abbaia

torce

ii

mufo

come

Quefio vuol dire Celio con quelleparo canina invalutio , vox latrabilis Se il morfo ftato da un gattOjl'arle QLundi Guglielmo Corabbiato chiede di graffiare , come ufano i gatti
nello fpafimo cinico fanno
:

cani.

le

e l'autore di tutti gli ftrani e maravigliofi racconti Pietro Borelli, ci


lafciato nelle lor
,

an

carte

che un

uomo merc

la

morficatura

di

un

cart

rabbiofo

ed i principali caratteri del cane , che al folo od^ore conolcea gli amici ch'andavano a vifitarlo , fenza Il Rodio , e 'I dpttiflimo che veduti , o che fentiti parlare gli aveflc Atanagio Kirker , fcriffero medefimamente , che un idrofobo cercava a

talmente

acquift la

tempra

tutta pofia offender coli' unghie chiunque

preflb
il

f gli fofle meffo un p da Etmullero per vuole efier un penfare pi fodo il credere , che veleno del cane altro non fia che un fermento , il quale nella parte
.

fpiritofa, e nel fangue eziandio del morficato

imprime

le

operazioni

me-

defime, che anno quegli animali che mordono . Vaglia in fine fra gli altri l'autorit del chiariflmo autore Martino Lifter. Il quale nella quarta Efenitai^ione Medicinale tenne per fentenza ben ficura , che gli animali velenofi in generale imprimono gli fpeciali caratteri del lor contagio e che g' idrofobi cos refi pel morfo del c4tre dell' cane , abbaiare , cani , e chieggono di tracannare voracemente come i di lambir piuttofto che bere ^nimalia venenata Le fue parole fono
.

contagii fui charaBeres

proprios

In hydrophobia a canis rabiof , cnfejfus latratus : item deglutiendi canina voracitas item lambendi potius, quam bibendi , ajftdua linguae exert.ione aptitudo Quefta la fpofizione della prima fentenza per ifpiegare l'orrore dell' acqua degli arrabbiati. Nel vero leggendofi gli autori che di propofito anno fcritto fulla
: .

& peculiare^ imprimere haud rarum morfu & antiquis & ncentibus aucoribus
eft

Rabbia

voi troverete foventemente


.

fchierate

con

graa

pompa

con
isfar-

I^a^
isfario
quefl:;-

DrSSERTA"ZIONE
da

IT.

me

ridette, e

mille altre opinioni che G tacciono. Dalle

carte aerea, dove noa di rado la fpilorcerla e la tralcuratezza dell' etk noftre fi poggia, eglino an ripefcati tanti tei racconti e s mirabili noPerciocch velle , facendo guiia della falce fenaiia di ogni erba fafcio
.

, avendo domandato- a' medefimi , s' era vero che vedeano l'immagine del cane nell' acqua ;effi fdulcialmente afficurarono di niente vedere. Si pu aggiugnere per -conferma di ci, che non tutt' i fluidi fon capevoli di rifletter le immagini, ma quelli foltanto che Ibn pellucidi. L'acqua pu s bene paraoonarfi con qualfiafi fpecchio ; anzich defia fu che die origine agli decotti, i giulebbi non po/Tono ribattere i fpecchi artificiali j G' infufi fimulacri degli obbietti , perch fono dcfli opachi. E ci non o ftante gli arrabbiati niente poffon bere tuttocch non moflrino quefti detti fluidi immagine veruna di cane. "Oltracci mille argomenti fi fon prefi , ed innumerevoli tentativi fi fon fatti per indurre gli arrabbiati a bere, e ne' vafi coverti, e con de' tubi fottiii affinch n acqua effi vedeflero , ma il tutto f^mpre riufc indarno Au qualunque ideata immagine

egli

certo

che Salio Diverl'o

che medic varii arrabbiati

dunque
n

la cagione della
.

Idrofobia

nell' cfofngo

del_

rabbiofo

ella fantafia

meno

fi

cibi folidi altre- qualche volta nel pi colmo fon potuti inghiottire , ci che d nuovo efcJude
I

del
,

non male

e ftrugge
antichi

Ja fognata

immagine del cane. Celio Aureliano mentov ancora un


,

altra

fentenza di

una corporea' malattia, ma ad una forte paflione di animo, ad -uno icon volgimento d' idee, e ad una fantafia refa guafta , per cui -credendo eglino che V acNel vero quando alla noflua nuoccia loro , l'abborrifcono e la temono fotto le ftra anima col toczzo della fenfazione fi rapprefenta un ogg^ttp divife del male , ecco forgere un repentino moto per fuggirlo e per ri" ;gettarloT per tener da lungi e cacciare un si poderofo nimico. Paffione e perturbazione, perch l'animo patilce e fi turba la fua noi chiamiamo quiete. Vedefialloi-a che dall'interno alla circonferenza del corpo fi gitta

Medici

quali l'orrore dell' acqua attribuivano

non

certuni

con empito

ributtare quel nimico male fcrcte e fenza de' trafporti

affolla quafi che 1' anima ufcir voleffe a Egli pur certo, che avvi delle collere dinon , ma che fon le mlle della macchina , altramenti che le vele ne' vafcelli fervono di ali per aiutarle a gran viaggi . Ma nella-'Rabbia il furore unito coli' avverfione de' fluidi eccede i
il

fangue

col

fi

limiti del convenevole

e ferve

come

tal

volta
.

le

vele

medefime
^

va-

gliono a far perire e menar a naufragio le navi G,li antichi, medefimi offervandovi del tempo fenfibile tra la morfura e lo fviluppo dd veneaio, annoverarono 1' Idrofobia traile tarde paflloni dell'animo ifl^v'flb. Ma' Sed bis qui haec a\Jekint confi fcaglia contro coforo Celio , dicendo J4titien*ium no . ,temm a^^pettrt , itti deieBart Jiotu , ^cut etidm man.

StTLLARABBfA
.

i ?^-

iere r ntferts quadam nafcmtr pajftone. Timor en'rm psy coHfxnfum antmaie quo fit ut coi-povalem effe paffionen eorpori compatientis nafci perfpicimr iydiopfwicjtn manife/le ptrluceat. Et antecedens morfus , ex quo caufa de-

non anima. { Lib.III. cap.l^.) fcendh , utique corporis futt , an creduto dover giudicaIl feconda fiftetrta di altri Scrittori , che fi T cori pi agio e con certezza migliore su gli eventi di quello veln(^. e che non fi fon fatti ftrafcinare dalla piena di tanti teft recitati^ autori abbeverati alla torbida fonte della fama popolare , fiato che 1' orroregli ardelia bevanda non prodotto da immagine alcuna di cane che rabbiati ravvifaffero, n da fconvolgimento di fantasa ; ma da infiamma_

&

gione delle fauci, e del faringe, e del canale


perciocch, nel

dell'

efofago

le quali

vie>.

1' rigonfie e addolorate ,. impedifcono inghiottire. Qiieft' altra opinione al certo migliore della prima , e fuperiore all'anzidetta tolta dal volgo; ma non franca d' infuperabili^dif-

tempo medefimo fon

^colt. In piimo
delle fauci

luogo

mai

fi

veduto che
I'

le

fchiette

e dell' efofago an cagionato

orrore dell' acqua

pi violente e maligne della parte interna di efib finanche infiammatorie, bench fi renda difficiliffimo il bere eie pi volte ventricolo , non fi vede: ii richiuda onninamente la via delia difcefa nel quel forte orrore della bevanda , e quel montar in collera ed in furo-

infiammazioni nelle angine efofago,. o fia nelle:

Ed inoltre , fanno gli arrabbiati , come che folamente detto abborriraento per gli fluidi , e non per li cibi folidi che anzi fi offervato che parecchi rabfeiofi nel maffimo tormento della Idrofobia ,, poterono, agevolmente tranre
all'

afpetto folo dell' acqua


fi

come mai

fpiegher

-egli

,.

goggiare ogni forta di cibo.. In terzo luogo Pietro Salio Diverfo,dopo aver annullata la fentenza di Aezro, di Baccio, e d coloro cheallaimmaginaztone attribuivano l'Idrofobia , adduce un'altra opinione, che ftimo dovere qui riferire. Egli dice i, the il tanto orrore per l'acqua nafee da una certa naturale antipatachc

anno gli arrabbiati, ben- conofcendo eglino, che la bevanda ed effi fluidi in generale, loro crefcere farebbono il male. Io per ora non^ mi fio a contendere su tal forza d antipata , che cotanto era in pregia preflb
dle Scuole in que" tempi appunto,, qaando gli uomini pafcevanfi di io-^ fenza nulla conchiudere, e tediavano la gente con quelle fecche filate di barbarici vocaboli. Solamente dico , che non mai vero che i fluidi e la bevanda recano del danle parole, litigavano su delle lievi quifiioni le la cura deli^ arrabbiato . Anzi parecchi antichi Medici tutte vie folcano adoprare, acci i rabbi ofi s'indacefTero al bere. Al riferire di: Artorio ,, folevano effi antichi chiuder gli arrabbiati in un facco,. indi

no per

pittavano in un pozzo affinch in tal guifa ftanda nell'acqua, foffero obbligati a bere per forza Oltrecch evvi di non pochi efempli preffo Aeilo medefimo , che tante volte g' idrofobi fon guariti coll'efiere ftati tuf,.
.

1^1
fati

Dissertazione
nel bagno.

IT.

A'tempi di efib Salio in vero regnavano nella rplegazlone de' naturali fenomeni le foize dell' antipata, e della fimpatia. N io qui fc rondi pafiaggio fo parola di ci che fi credette Ulifle Aldrovando,feguendo
leandro, di Plinio, di Galeno, di Avicenna, la fentenza di Ariftotile, 'di di Gefnero, e di Jonfton , che tutt' infieme aveano fpacciato, che le vipere fi moriffero, (e la faliva dell' uomo elk tracannaflero : n ci da altro fi derivava, che dalla forza dell'antipatia , che tra la faliva iftefla,
le beflie velenofe

vi

pafTa

lo

che

fi

trovato

falfo

falfffimo

dal

pru-

dentiffimo Redi. Il quale per quindici di continuati avendo fatta riempiere la bocca di fei vipere di faliva da alcuni uomini ^ elle in quel tempo
fletter

meglio del folito


per tornare alla fentenza di Salio
,

Ma
fce
il

avanzafldofi da lui che

'

anti-

pata tra il veleno,e l'acqua produce l' Idrofobia , pu mai menarfi buona qiiefla fpiegazione ? Egli lo fteffo che dire , che l'orrore dell' acqua na-

da una crudele nimicizia veleno rabbiofo, e l'acqua


,

iftefl'a

da una dilcordia ed odio implacabile tra Ben lunge di efiire fciolto il pro.

aggiungono nuove tenebre in grazia della luppofizione ,e reinnanzi . Ma io credevo che Safta la difficolt all' impiedi come lio avffie avute maniere pi gioconde , e non gi che con una Infinga, e con un p di forza occulta avelie egli voluto appagare , e tenerci contenavendo qui ti , fenza poi altio dire, che quello feffo , che fi cerca. Or fcritto quefi^o poco, fenz' altro iaidugio paiTiam pia oltre nella noftra diblema
vi
s'
,

fputa

quarto autore a venire in -mfira ^ il Signor Tauvry che ha propoun fifiema qualificato , con cui 1' orrore dell' acqua e '1 furore degli arrabbiati ha chiefio di farci intendere Egli avendo tagliati molti cadaveri , gli parve di veder nel fegato le marche dell' ofFefa j onde rileva , che la bile, comecch da tal vifccro fegregata , debba effcr infetta dal veleno La bile medefima cosi guafla , irritando il duodeno , di leggieri La faliva meper la valvola del piloro faglie ed inonda il ventricolo dtfimamente , altro fugo neceilario per Io buon digerire calando gi nello ftomaco , e quivi trovando la bile agra e velenofa , -colla medefima fi mefcola e rimane anch' ella infetta e degenerata Quello che poi accade nel mentre nel ventricolo guafl^o cibo , v putride foflanze vi allignano, avviene eziandio per lo meicolamento della bile e della faliva infieme. Gli effetti de' cibi corrotti nello llomaco fono i rutti brucianti ed alcalini , r ir.cli-nazione al vomito , e tal volta il vomito medefmo . Gli fltffi fenomeni fi ravvifano in quefto -fiato della Rabbia . I detti fuchi
Il

fto

df generati

acri

e fiimolanti
dell'

irritano

il

ventriglio

per lo

che

rigo-

giano
a
qLiel

nel condotto
car,ale,

efofago, s'attaccano a gujfa

<li

vifchio o

pania
difcio-

lo fcorticano

e l'infiammano:
1'

e quindi
,

nafce quell'orro-

re per gli

alimenti., e partitameute per

acqua

mercecch quefia

SULLA Rabbia:;
(doglie que'
fall

133

che nella bile e nella faliva infieme vi fi contengono . Inoltre, fegue il Signor Tauvry , quello veleno rabbiofo ha una natura difTolvente , e che rompe le parti del fangue. I vafi venofi per tal fine^

poco contenerne , rimanendo il fangue diffipato da' continui fudori, dalle abbondanti orine, ed eziandio dagli efcreati . II pih rifecca, t e groflb fi refler nelle arterie , che merc le continue lor .battute ,

dovranno

far aflbttigHato

Adunque
al

il

kngue
,

cos

fcjolto

negli

arrabbiati

rapi-

damente ne correr
prcffure
,

cervello

e col facendo

degl' irritamenti e delle

i moti convulfivi , e fpecialmeate il furore . notare qui che in quello divifamento del Signor Tauvry piti che alla faldezza de' fatti , fi d corpo a certe propofzioni intefTute e congegnate per far innanzi un centone, che una regolata fpiegazione della

nafceranno

Or

deefi

tutte le altre parti riceve

Idrofobia. gli fenza efitazione fi avanza a dire, che il fegato prima di il veleno : ma ci troppo arditamente e fenza il
fi

menomo fondamento
preffioni
,

dice. Perciocch negli arrabbiati truovanfi

k
nel
in

im-

che fon
,

feguiti del

fentero eziandio
tri viiceri
.

nell'

veleno, non pure nel fegato, epiploon , nel pericardio , ne' polmoni
fi

ma
,

mcal-

ed
fi

Come
?

dunque
il

prover egli

che

primi attacchi

faccia-

no

al

fegato

idrofobi, v'an trovato


quella non
rabbiofi,

i Notomifti nelle fezioni de' cadaveri deoi' detto fegato corrotto pi che le altre Darti? legittima deduzione: perciocch non folamente ne'cadaveri de*

Forfi

perch

Ma

ma

in generale ne' cadaveri tutti

il

fegato,

merc
.

la

fua flaccida

natura, e gli mirti della bile, fi guada e fi corrompe Oltrecch un' offervazione , bench groflblana , fatta dagli antichi Medici , atterra intieramente quefto fiftema. Effi fi credevano che folfe efficace rimedio e vero

antidoto per g' idrofobi il fiele del lupo arrabbiato ed il fegato medefimamente del can rabbiofo. Qiiefto pregiudizio per lunga pezza radicato nelle menti degli antichi , dimollra non effere fecondo il lor penfamento
,

poich f tale foffe, dovt'anfi nel fegato i principii dell'attacco velenofo vieppi render rabbiofi coloro che ne faceano ufo ma ci non fi verificava affatto ;> Adunque il Signor Tauvi7 , mentre vuole fi:abilire una nuova fpiegazione , egli moflra che ignorava totalmente le vere oflervazioni della Rabbia- e che quinci non maraviglia che abbia propella una mirabile llravaganza cio il fiftema fin ora efpofio Poco diverfo da quefto fentimenlo fi quell' altro penfamento che ci
:
:

e fes remecles il Signor Hunauld ( Differtaton fur la Rage , Chateau-Gontier l'JX4- ) Egli dice, che ficcome a' metalli fquagliati , al nitro ed allo zolfo diiciolti , aggiuntavi una piccola porzione di acqua , nafce un bollore 3 ed uno fcoppioj cos l'acqua unendof e mefcolandof col-

rec

le acetofe

particelle

della

bile,

tale

ne' viiceri

degli arrabbiati
iftefla
fi

io che la
:

Natura

produrrebbe un bisbiglio ed un incendio che non finirebbe che colla morte per quella che loro d l'orrore per l'acqua. In
,
:

134

Dissertazione

IL

In quirrfo luogo debb' eflere difaminata la fcntenza del ceJebratiffim Riccardo Mead , uomo di vada erudizione e di gi-an letteratura , che dee certamente efler noverato traili pi* bravi Medici degli ultimi noflri
la fna memoria venerabile ed onorata preHb la gente di Lettere. Egli di s bravo ingegno arricchito, e di tante belle cognizioni e rare doti ornato , chiefe i dar nuovo lume , e proporre pi plaulibili e peregrine idee fu di (juefto bizzarro fenomeno e dopo aver corfe colla fua mente le parti del corpo umano, e tutti gli oggetti teneftri eziandio,e trovatili non baftevoli ad ilpiegare l'orrore dell'acqua ; ne lafcia noi al:

tempi; per cui

tri

minuti viventi confinati


vola
a'

fui

deftre, e fnelle fen

cieli, e dalle azioni della

piccol gufcio di quella terra, e con ali vivaci, Luna, e del Sole ripete
.

la cagione dell' abborrimento de' fluidi degl' idrofo'bi Egli nota ancora, che buona parte delle malattie periodiche e nervine della macchina unxana ripetono l'origine da que' due luminari per lo che i medefimi co'

loro iafluffi agiranno fu i nervi degli arrabbiati . Non niega , che vi co fpirino benanche altre meccaniche e raorbofe cagioni che traggono in convellimento i nervi efofagei, e e altre parti del canale del deglutire ina ftabilifce ed afficura ancora non potere fifFatte interne cagioni agire ,
,.

fe tale

giunta efterna cio 1' azione della Luna non vi s'aecoppii . li fonda su i principii del Newton ja rapporto alla gravitazione fcambievole de' pianeti di quello Solare fiftema, i quali talmente agilcoBo , che fi mantengono in quell'equilibrio che noi veggiamo Mainniua
,

Mead

fi

alti-o

moto
,

della

Natui-a

meglio

poflarao

feorgere

la

verit

di quelle

quanto nelle maree , le quali f vengano attentan^ente ofTervate faran conofcere il mirabile concert-o eh' evvi tra' moti loro,, e le azioni della Luna pi che del Sole. Se dunque ne' moti grandi noi ravvifiamo chiaramente che la Luna opera quale dubio vi debb' elTere , e quale ; ripugnanza fi dovr credere che vi fia nell' afferire , che i morbi periodici^ fion avvengono nella guifa medefinwi^Le oftriche fono pi foflanziofc pi ripiene in tempo di plenilunio, che nelle quadrature; le purghe del1

forze

utero nelle

femmine

in ogni mefe lunare

le

paralifi

periodiche

g''
,

Jiterifmi, e l'epileffie,

non nafceranno da
,

altro

principio.
fillche

Con

quefio ammirabile apparecchio di fublimi

cognizioni, e do-

po tante belle vedute ch'egli fchiera tuttetratte da' Principii Matematici del Gran Newton che ben a dilungo il Mead efamina nell'opra il cui titolo i as imperio Solis , ac Ltmae in compara humana moybis inde ortundis / il medefimo ci fa fapere che in quegli arrabbiati infelici , a' quali , egli ebbe l'infortunio di affifiere ofTerv che pi della met di efli l'offr gli fpafimi dell'orrore deiracqua, o a puntino nel d del plenilunio,, o pure un giorno innanzi. E f l'influlfo Lunare folo baflevole a fviluppare un tale mortifero fintomo, quando per altro un interno efficacif, ,

&

fimo veleno vi agifee

al certo la fola

bench grande cagione interna

noi,

SULLA Rabbia.
hittm praegrejfts, aut accurate pieni lunlum qtium ejfet
,

?5

noi poti-a strigale , f 1' efleriore aiuto della Luna non -vi s' aggiunga , P^rlujlrando hijorias aeqyorum , quibi^ adful in deplorando hvc Jtatu , ob' fervavi pitti quam dmidium numerum tentatos fittjjs fpafrais hydropho-

aut die ante


alt qua

Quod

fi bic

caufa fimul agit, effica-x dicendus ejfet , wo poffet non interna caufa faepe etiam non expectato externe auxilio foras prodire . ( Tentam. HI. de Cane rabido ) . Ne aggugne il Mead un altra ragione - L' azione della Luna pi toftor
inflp.xus

Lunae

foum

quia interna forte

magna

nel fluido nervofo

fi

terreftre non potr ella fmuovere i fluidi grofll, ma si bene impiegher i fuoi moti fui fluido elettrico , elaftico, e mobiliffimo , qu^il' quello de' nervi , il quale far ben capevole di ricevere de' gran moti dalle minime imprefloni . Perci tutte le malattie

do queir infiuflb deboli ffimo f i corpi vengon tratti dal centro

efercitajche nel fangue ^roflblano perciocch effenabbia di mira alla gran forza con cui fi ,

periodiche e

convulfiv^
.

Ibno nervine

quale per lo

appunto

fi

anche

quella della Rabbia

Dopo quella brieve frofiTone del fiftema del Mead , debbo qui dire ci che vi in contrario Niuno al certo ofer niegare la fcambicvole azione de' gran corpi di quefl-o noflro ffteraa^ Neppure potr dubitarli, che dall' azione de' due il movimento regolato delle maree nettamente nafca luminari, e fpecialmente dalla Luna: ma ci non bafta per conchiudere, che ugualmente dal medefmo principio avvegnano li moki fenomeni ne*
.

corpi organici . Non vero che le oftrche fieno foftanziofe nella Luna piena pi, che nelle quadrature e nel novilunio: e f ci accaduto, egli nato perch col lume meglio effe fi poffono nutricare . Li Medici altres an provato che le purghe meftrae delle donne , l' epileflle , e le r.ltre teft nominate malattie
2;a
,

non dipendano
lil
,

dal corpo della


.

Luna

Lo

fleffo ragionare fiducialmente poti- applicai-fi alla Idrofobia

s' la for-

dell'attrazione quella clie agifce

fluido nervofo

perch non v' agi-

fce

che le maree che riconofcono uns tal cagione, fon elle continue e regolari. All'incontro le paralifi , l'epileffie, e l'Idrofobia fi veggiono , quando ffiche cagioni morbofe fon precedute , ed accompagnano t^ malori . Si aggiunga non rimaner chiaro , per?

fempre

Laddove noi oflerviamo

ch nel barometro non vi accada cangiamento alcuno fetto debba offervarfi nel fluido de' nervi
.

ma

foltanto tal' ef-

fobia

ecco dato termine; a'fiflemi pi celefbr, e propofti per ifpiegar la Idro* Or che diremo di tante difcoi-danze di pareri ? e come ravviferejno la verit in mezzo a tanti varii penfieri che fi trovano fpacciati da. quello e da quel Medico, contrarli fra loro ,e che uno diftrugge 1' altro?
.

Ed

lo mi fon contentato in quella ota di darne un faggio , come meglio per me fi potuto, acci per ora fi tenga in conto la indicibile variet iklle idee . Noi dunque fatti cauti e guardinghi a colto d' altrui , ed iftruit

I3<^

l>ISSERTAZIONE
Mucofifa

II.

deir e/ofogOj forbente del veleno riprohfih.

LXXIX. La bava dell'animale arrabbiato ha infettato il fangue d'un uomo (XXIII); il fangue condotto dalla circolazione in tutto il corpo dovrebbe dunque egli infettare tutti gli umori ; frattanto ne infetta un folo , o almeno in quella maniera che bifogna per renderlo velenofo , per cangiarlo in fermento idrofobico: l'efperienza l'attefta, poich la bava, o la fola faliva che cacciera da ora in avanti quefto uomo, quella che potr comunicare la Rabbia ad altri (d) . In fatti non verifimile che di tanti autori che anno fcritto fopra la Rabbia , qualcheduno non abbia oiTervato, s'ella s'attacchi pel fudore , per lo
;

liquor feminale, per lo fangue, latte


gliaffe

Scc.

Supporto eh'

efla

fi

pi-

in

quefta maniera, attefo che ha dovuto accadere

aduna

molte altre perfone fan di toccar la mano tutta fudante degl'idrofobi, teftimonio Lifter, di maneggiarli il braccio per fegnarli , di avere degli fchizzi del loro fangue ; accaduto ad idrofobi confermati di aver commercio colle loro mogli
infinita di

(LXIV),

la

maggior parte eflendo travagliati dal priapismo;


citati

in; ,

taH'to gli autori

atteftano,
,

che ci

ftato

Le
che

oflervazioni di Fernelio
il

e di Surio (

impunemente VIII) non provano

fangue e la carne
f

del

quelli che ne

mangiarono, n quella
la

lupo abbia cagionata la Rabbia a de' porci a' Viaggiatori, non


fi

non avendo fatto davano il fiele del lupo arrabbiato per antidoto in quefto male, dai che bifogna credere, ch'eglino non dubitaffero punto che labile fia e feritefta,e ancora la faliva
fu
,

determinando conto di ci

eh' effi

mangiarono.

Gli antichi

(e)

te

di

veleno (71). Quanto al latte io ignoro fulla fede del Boerhaave

ti peravventura di ci eh' evvi di pi fragile , o di maggior rilievo ia tutta quefta controverfia , -cercheremo ora metterla ad efame per le vie mi gliori.

(d)
(e)

La Rabbia non fi comunica che per la bava dell' animale. Palmario faceva prendere per lo fpazio di tre giorni il fangue
.

di*

fcccato del can rabbiofo

(71) Nell'annotazione (15) fi diffc in generale, che del veleno fabbiofo noi dobbiamo effer guardinghi il pi che fi pu ma perciocch in quefto
:

luO"

U L L A
veleuofo
fo

R
:

A B B
forfi

^
,

I37
egli

rhaave che
teoje
,

Io

crede

voleva

dire

cli^

lo

ci eh' io

non

difficolt

di confeflare.

LXX.

luogo il Signor de Sauvages con piU precifione entra nello fqittinio del niedefimo articolo , qui defi egli vieppi dilucidare. Negli Atti dell'Accademia delle Scienze dell' .anno 1707. fi legge, ch'eflendoli cavato fsinguc un idrofobo, per eflerfi gittata a terra porzione di effo , un cane che ne lamb , arrabbi ben prefto. Anche prefTo del volgo gira quella opinione,

ma ci non femche i cani arrabbiano , f beono del fangue umano' pre vero. L'altra offervazione di Fabrizio Ildano , il quale fcrive che un giovane in et di anni venti , effendo flato graffiato el pollice della mano da un gatto arrabbiato , febbene picciolafcorticatura fi folTe fatt^ Hoffraann nella pelle dopo qualche tempo fi mor parimenti idrofobo inoltre racconta che un lupo rabbiofo mordette un uomo, il .quale ne'di y.egnenti volle unirfi colla moglie ; per lo toccamento del corpo con lei, o per lo feme velenofo, tuttaddue arrabbiarono , bench l'uom folo nefof: , . ,

fe

morto

Qui anche eome rimedii


fozzi

fi

domanda,
fiele

quali fieno gli effetti cagionati a chi prendeffe


,

il

del lupo
,

od

il

fegato del can rabbiofo

ambedue

accomodare allo flomaco per lo lorp fapore , per I' odore naufeofo , ed abbominevqdel danno , f yeramente tali foftjinze recano potr le : avvegnach fidanza , che oltre delle morfure e della faliva , vi fieno dirfi a realt altre vie di comunicazione, contro quello che crede il nofiro de Sauvages In altri tempi , nulla curandofi i pericoli , con froate ficura ingordamente i rabbiofi fi beveano i fieli de' lupi per refiftere agli effetti, del xiiortaliffimo veneno ma la fortuna non era loro favorevole, e ri mancano ben toflo fcherniti Palmario per afftcura aver villa fcanfar la niorte a parecchi cittadini, coll'avereffi ufato il fegato di quel cane arrabbiato medefimo, che dato avea il morfo E ci che ne di ife Plinio , gi da me fi notato nella Storia antica della Rabbia , che com,e vanguardia io meffi nella prima nota Fino da' tempi fuoi Galeno previde la inutilit di tal creduto rimedio, per non dir di peggio Per altro meno da temere dei fegato cotto, che del crudo , poich il fuoco che dagli antichi Medici chiamava^ il domatore de' veleni, maifempre dlflrugge le venefiche particelle Nelle Tranfazioni Filofofiche all'incontro fi nota, che un ragazzetto di nove anni ^or idrofobo , perch mangioffi interamente il fegato di quel cane che il iriord: e Riccardo Mead racconta altres , aver egli veduto perir un fanciullo pel fegato di un cane che trangogai : bench non ifcriva eqli , f detto fegato era cotto o crudo Quelle oflervazloni ci debbono vieppi confermare in quella opinione che fin dalla nota (13) io avanzai, cio che Ja Rabbia fia un male che non porta rifpetto a chicchefia . Egli degli
e fcortefi

medicamenti

e da

non

poterfi affatto

fpi-

138

Dissertazione
Se
la

II.

LXX.

faliva

il

fol

umor velenofo

non bifogna

dar-

ne la colpa al fangue , perch foniminiftra iiidiftintainente i. materia di tutti gli umori Non dunque che il colatoio ftef.

fo della faliva

della mucofitk della gola odell'efofago, quello chd

ma che per la loro unione divengono velenofe (f);cio a dire, che la bava del
riunifce le materie poco nocevoli feparatamente,

lupo alcalizzata, e volatilizzata avendo, bench fottoquefla forma e difperfa nella malfa del fangue , molto di analogia o di rapporto per la figura delle molecole a quelle che coftituifcono que. bava o mucofit dell' uomo ; dee in quefto colatoio , ove il giro del fangue la porta fuccelTivamente, unirvifi, come le moila

lecole faline d' un ranno riconcentrando le loro fimili , fi riunifcono e formano de'criftalli, la di cui propriet differentiffma da quelle del ranno ; ovvero , ficcome il veleno del vaiuo-

lo impiantato nel braccio, va affettando determinatamente alcune

glandole miliari della pelle per riprodurvifi j o in fine come le mollecole delle canterelle inghiottite e mefcolate al fangue^noti
fi

unifcono intimamente e non fi difciolgono , che per l'orina, non infiammano confeguentemente che le vie orinarfe. LXXI. G' idrofobi fi lamentano per la maggior parte di uti male
,

fpiritl franchi

quale qui

mi

pai'e il

certe cautele

ma non

fi

parla poi cos

Signor de SauVages , il difprezzare quando s' inciampa per qualche ,


.

mala ventura in un male cos miferevole Gran diverfit vi pafla fra il provare uno fcuro e tempeftofo nembo ftando in nave nell' oceano, ed il fare delle fparate e delle millantere fu quel periglio , mentre con tutto
il

bell'agio

fi

fta

affifo

fui

lito.
fale
il
,

(f) Alcune gocce


foiiO

di fpirito di

e altrettanto di mercurio
.

divifi
2.

due rimedii

uniti
.

formano
.

fijblimato corrofivo

Boerh.

Tom.

Pag-.^i2,.
,

Ciafcheduna parte ha i fuoi fuchi differenti dagli altri , e i fuoi colairritano vile fteffe droghe che non pungono la punta della lingua vamente il di mezzo, altre la baie, ed altre la gola. Vedete Ray Hij. Piantar, T. i. Tali fono tra gli ultimi le foglie della margheritina, del ranuncolo a foglie ritonde , le radiche della mercorella , dell' afparago &c. altri non agifcono punto nella bocca , ma folamente nel ventricolo tale la fciarappa , la gomma gutta , che per poter agire bifogna che fiano difciolte , e quelli tali medicamenti non trovano i loro mcdrui che in
toi
:

certe parti

SULLAR.AEB1A
male
(g)

1^9

uoa difficolta d' iaghiottire ; la loro gola s'infiamma fovente; dopo la inorte trovali il di fopra dell' efofago livido o cancrenato; la loro bocca efente d' infiammazione, e la lingua conferva la fua morbidezza e la fua umidie l' efofago fono t &c. . Or la Notomia infegna che la gola , fparfe di glandola febacee o cavita di Ruifchio , che fi aprono in quefto condotto per tubi capillari , ne' quali fi fepara una njucofita denfa e bianca ( che molte perfone cacciano a. digiuno toffendo , fottb la forma di grani lunghi due linee , ed una larghi, che peflandofi fi trovano giallicci, e di una puzza piti che acre ) ; io ho vedute due perfone che il credevano tifiche per averne cacciato ; ma quefto incomodo , s' tale , non di alcuna confeguenza. Tutt' i fenomeni fembrano dire, che quefte glandola febacee fono l'origine delia bava velenofa dgl" idrofobi la bava o la faliva ordinaria che cacciano in quautit, trae il fuo veleno da quefta forgente (72),.
e di
.,

nella gola,

S
.

7^

Tato morbi decurfu de Jlr angui attens (g) Teftiraonjo iJ Signor Afruc Anton. Julian. alii Mejnenfes &c,. Vefenju in gutture conquejlus- e/i di r apertura de' cadaveri 87. Hidrophgbi non timent ^0quam , fed timgnt cruciatum tnternum a^ aquji nam ab humidorum ajj'urnptone tnagnopere loedi angujlari, nduSiim "ueluti f fujfocari femiunt , ac proinde jure , magna cunt ratione timent &c. Petr. Safius de affeBib. paytic. pag, 354. Roberto avea prima d' appiccarfi affai male alla gola , e il collo gli
.

&

&

&

&

Wa

molto gonfiato
,

{jz) Ella una propriet fmgolariffiraa de' varii veleni


dverfe parti del corpo
fpiegate
.

i'

attaccarfi

31

merc quelle leggi

dell'

attrazione altrove

dame
,,

Ih tal guifa il veleno variololo , il rnorbillare , lo fcabbiofo avranno particolare genio colla pelle; il fifilitico colle offa, il reumatico colla mufcolatora, l'artritico colle articolazioni . Per la ragion medefim^ molti Medici , fra' quali Boerhaave , fi credettero che il veleno della vipera, bench infetti il l'angue e '1 fluido de' nervi, ,con ifpecialit fi depo ne al fegato, e produce T itterizia; il veleno della tarantola attacca i nervi yl'aipide cagiona il fonno; il roipo il tumore y lo fcorpione la febbre acuta e le convulfioni; il lepre marino la tifichezza polmonale; e le canterelle le vie orinarle. Ma di quefti punti opportunamente fi ragioner nella Storia degli animali velenofi , dove vedrafli , quanto la mag-

gior parte di quefte credute propriet de' veleni animali^ non

fi

acconia-

dine colle offerv anioni

Ma

I4C}

Dissertazione

Ih

hfe^ione della fnlva per quejla mucofif

LXXlI. Neir uomo

quefta mucofit difciolta dalla

fall va

chtf

noi
s' dubbio che gli altri veleni attacchino i detti luoghi, fono {taper di accordo maifempre i Medici in credere, che il veleno del rabbiofo cane fi alloghi in parte determinata del corpo . Mai_ qual contrafto mai, e quale difcrepanza di pareri in iftabilire tal lugo ? Evvi un nu*
tiiero

Ma

ti

innumerabUe
,

di

opinioni

propofte da qualificati autori, ciafcuno

de' quali

con una battera di argomenti cerca di metter in facco le altrej Io Ibltanto acci niente manchi alla compiuta intelligenza di quefta maDemocrito , ficcome io diflattia , vedr di qui brievemente accennarle fi nella Storia antica della Rabbia , ftabili ne' nervi la fede del male . Alcuni difcepoli' di Afclepiad, veggendo il difturb'o lilla mente de'rabbioche nelle meningi, le quali cotne invogli perfetti fi, e credendo altres ciioprono il cervello , fieno collocate le pafTioni che amareggiano lo fpiri to j in dette membrane appunto fpacciarono che il veleno della Rabbia fi fiffi. Altri fcriffero cne ftanziaflTe nello flmaco e nelle budella, argomentandolo dalla fete indicibile degli arrabbiati , e d' vomiti che nafcdrio
.

dagl'irritamenti di tai luoghi. Artemidoro feguace di ErafftratGi


,

Me-

dico ed amico di Augufto , come anche Artorio affermarono ne' rabbioli patir folamente il ventricolo , ficcome indicano i continui Vomiti che fovente fon biliofi^ e per un certo confenfo difiero che foflfero affette del pari
le

meningi del celabro Altri ravvifando il finghiozzo, che tante fiate tormenta g' idrofobi fcriflero che il veleno attaccaffe il diaframma Efefioj il cuore, fettatore di Ateneo volle che negli arrabbiati patiflTero il capo e gl'ilii. Ma comecch la bava di tai miferi il diaframma, lo ftomaco pu fenia temenza di fallo afllcurare , che 1' efofago velnofa , fi particolarmente fia attaccato, e fpecialmente le glandole del medefimo, le quali occupano il liiogo di mezzo tra la membt-ana villofa e la mufco.

Quefla fentenza quella che foftiene il Signor de Sauvages, e coniente bene co' fintomi co' fenomeni della Rabbia Ma non colpirebbe il vero chi credeffe, che 1' effag foltanto rimati* ga infetto , e le altre parti del corpo , e gli umori eziandio reflino riavvegnach nella Rabbia il primo purgati merc di quel forte attacco male fi fa nella parte morfa , indi ne' nervi e nel fangUe, e pofcia nella gela , nel qual tempo infermo tutto il corpo. Stimo proprie le parole, Praepatitur enim ea che difie Celio Aureliano ( Lik IIL Cap. XIV. ) pers ^ qitae 7norfu fuerh vexata , unde initium denique pajjtonem fumere neino ne.^a/ Pathur eniin totnm corpus, quod probanms ex bis quae finguH d xsi-mit Cum enim ali alias ajferUnt pati partes^ omnes pati conjit-enttir
Jofa.
:

A B B a; 14I S L L A ihghittramo tanto vegghianti che dormendo, dee fcender , a cagione del pendio, nello ftomaco, ove realmente effafalefue rovine; ( cosi trovafi il canale deirefofago, e lofotnaco infiamraati ); almeno che negli sforzi per ifputare,e nelle naufee,una parte non vada nella bocca; ci che accade continuamente, perch gl'idrfobi fputano fempre , o inchinano il capo per faliValii

re. Nelle befie che

portano
,

la tefta

bafl

foprattutto

quando

fono ammalate

e idrofoba

quella bava pafla pi

per la gola,

fanno vedere

il e infetta pi la faliva che lo ftomaco , ficcome i fintomi che la morficatura fatta da u e da ci nafce ; umO arrabbiato itien terribile che quella di un cane j o di

un lupo ( Xill. II. )i LXXIII. Le glandole febacee

dell*

efofgo

noti

poflon

efler rifen-

ripiene di quefto veleno alcalino ed igneo , eh' effe

non ne
e
f
fi

fate

tano le ofFefe , e non rie divengano pi , e che finalmente non s' infiammino
alcali al di

fenfibili
,

pi ingrot
applicafl

come

che s'inghiotte fenza attenzione ^ fottile e fcorrevole com' ella , debbe infinuarfi ne' tubi capillari di quefte glandole, com' proprio di tutt' i liquori a riguardo di fimili tubi; e a cagione dell'affinit ch'fla ha con quella mucofit, dee difciglierla, renderla fcorrevole , caricarfene, ovvero portarne una parte dall' efofago nello ftomaco i
fopra;
la faliva
,

uh poffente

ma

dunque

liquori dello ftomaco faranno fubito infettati


irritazione della gol ai

E' un aflloma chimico (h) , che i corpi fallni coh= mifura che fi difciolgono; cosi gli alcali fiffi, e gli acidi fteffi,come l'olio del vetriuolo, bollono .per Taffufione dell'acqua; il fosforo del Signor Hombergio accendefi per l'umidit dell'aria ; la pietra infernale non brucia che le parti
eentratiiliini agifcono a

LXXJV.

che l umettano; la calce viva quafi s'infiamrna per rafFufion dell'acqua; la faliva fOpra lo fpiritO di fale ammoniaco d un fetente odore ; l' acqua fopra i metalli fciolti li fa fulminare que:

fi

fon
(h)

tutti

o corpi

flini ,

o corpi pieni
i

di parti

di

fuoco
ea-

Saa non agunt

niji

[stufa

142

Dissertazione
il

H.
veleno
dee svifall va lo difcioglie.

come

venemo

della

Rabbia

dunque

quello

luppare tutta la fua attivit

mifura che la

G' Idrofobi non pojfono efprlmere quefla

azione f sf

LXXV. Gl'idrofobi che confervavano il pi la loro ragione, dimandati intorno la fenfazione che la faliva fvegliava nella loro gola , anno detto eh' elTa non confifteva in un cattivo gufto, rna in un non fo che 5 eh' era per e0i peggiore della morse (i),e peggio di tutto quello che fi pu immaginare ; che non era loro poffibile d'inghiottire; che il palfaggio era chi ufo (k) (1); che le voglie di vomitare , e i mali del cuore glie ne impe.e divano; che bevendo fi fufFocavano^ LXXVI. Ricordiamoci che 1' acqua pura refpinta con orrore nel fuo entrare nella gola quando fi anno delle frequenti ha fi naufee ; che nell' angina eh' pi bafia delle tonfille ,
una pena,
e

una ripugnanza fortilTima ad inghiottire; 'ma nella

Idrofobia, oltre queite due cagioni, ve ne fono due altre che concorrono ; cio l'ecceffiva fenibilitk di quella parte, eh' effendo
qualfifia caufa
efler toccata da Giuliano di Meynes (m) fremeva, e tremava alla pi leggiera unzione de' piedi,

pi refa, e pi dolorofa di ogni altra,


,

non pu
.

fenza entrare in eonvulfione

.confervando beniffimo la prefenza dello fpirito

Che

cofa fareb-

be

flato

ci foffe fortito alla gola:'


il

dito verfo

noftro occhio,

Se un amico porta il fuo in quel punto noi ferriamo le pal:

pebre, ed allontaniarno la teda

il

timore dei male

fa fare

tutt'i

nio()

Interrogeitus a

Medico num ab ingrato fapore

pfrtJeret aqua metus^

refpondit f caufam piane rfefc'iye , f cum filmina voluptate ultima vice i' vifum kiffe , interim tanto odio folida liquidaque jam aeminari, ut eorum

per ferve non pojfet abfque Ij/pothimia Rocher. Jam propriam faltvam aegre qiiidem deglutiebat , quod ipft, ut nobis feria niultoties ajfeveravit, vpl niorle pejus eyat .... falivanj deglutire ti horrendum fuit ; proinde ac J
.

Corton ex Liflero , de Sault , &:c. ipfo momento inferret Hydrophobos plurimo! in faucibus fir,v7gulationii fenjum experiri Aftruc. Pietro Salio &c. (1) Aftruc, pag. 15. ^m) Giuliano Dajonne di Meynes, &c.
mortem
(k.)
.

SULLA Rabbia.
movimenti per
evitarlo
,

143
.

che la fenfazione ftelTa farebbe L'ultima cagione di queft'orrore , non il cattivo gufto di quefta bava, poich quando ella ne aveffe^ la gola non giudica de'fapori; ma un'altra fenfazione che non pu fffe che incognita fino a quel termine all'idrofobo, ed in maggior ragione agli afTiftenti,
a'

quali per confeguenza egli


;

non

pii

comunicar
1'

l'

idea che

im-

perfettiffimamente

In che

modo

efprimer

idea della fenfazio-

ne propria della fiena a chi non l'ha mai guftata? Non il fuo amarore che difpiace, gli olivi ne anno di pi; n il fuo pun gere, il pepe punge affai pi. Ch' ci dunque, che rivolge lo ftomacojfa fremere ^ sveglia de' mali di cuore quando fi prende^ o pure quando fi odora r E' quefta fenfazione propria jdi cui nofi
fi

pu aver idea che per propria efperienza (73)

(73) Voltiamci indietro richiamando alla memoria i vari raggiri de e nel tempo Medici , per intender 1' orrore dell' acqua degli arrabbiati Io iftruttO pet medefimo le tante debolezze in cui fon eglino incorf buona ventura di ci che v'ha di poco rilievo ne' riferiti fiftem.i mi difpongo ora a darvi una folzione a rhodo mio del noftro inviluppato e Quando fi abbia a camminare colla faldezza del^^ combattuto fenomeno noi non troveremo chi poffa chiamarfi pago delle fragili le ragioni fpiegazioni , recate da me nella nota (7) Chi ha inoltre qualche buon fapor negli ftudii medicinali , conofce quanto gli argomenti, in fu de' quali fi ed importuni. Venghiamo perifla ciafehedun di effi , fieno fallaci ^
.

ci a cOnofcete quali fiano quefie tali Cagioni . Non intendo qui di prender a mio carico , di toccare tutti gli argomenti , e n pure mezzana mente illuftrarli ; ne accenner in generale i pi luminofi ,

Io foftengo
tafia,

che l'orrore dell*acqua degli arrabbiati dipenda , e dalla

fan*

e dalla fenfibilit, da

Un impedimento

neli' inghiottire

il

quak
,

e producono i fluidi fciolgono il veleno attaccato col j una fenfazione dolorofiffima. Quefta vafiet di cagioni, a mio avvifo ha Sulle prime quelrecati tanti intrighi per la dichiarazione del fenomeno la eh' io Vengo a proporre , la forza della fantafia , che dal fottiliflimo Cardano fi volea che fofTe. nel corpo il principio de' beni e de' mali fifi-* abbench aveffe egli fatto il cattivo paragone colla immaginazione ci che prodce le macchie del feto . Qiiemadmcdum phantafia per fptrhuum influxum , fcrilTe Cardano , in foetu efl caufa effeclrix omnium macularum
nafce dal perch
.

rum

corpore principium effe omnium bonO' Signor de Sault ofTerv , che 1 Idrofobia le pi volte accade a* rozzi 'ed a' contadini e non a coloro che fi fan reggere dalia ragione . Il Signor de Sauvages altres conobbe una fin
eo
, ,

ita

quoque fortius in

proprio
.

malorumque cenfendum

ejl

Il

mia

144

R T A Z

II.

Puzza

degli /put,

LXXVII. E' probabilmente l'umor


daiitemente dalle glandole febacee
bifogna attribuire l'odore forte, che
fi

fetido

che
al

ufciva
,

abbon-^

della

gola
fenti

quello
fiato

al

quale
unvi

di

Roberto

Coloro che ne' bordelli , nelle bettole vinarie , e nelle bifche divengon ebbri e forfennati , merc lo fconvolgimento ne' nervi degli occhi veggiono gli obbietti raddoppiati j ma chi ha gli occhi ftravolti abbench avefle ancora i nervi fenza concerto , pur tuttavia vede un folo oggetto , perch il fenfo del tatto, e la ragione correggono l'errore degli occhi Se dunque gli arrabbiati, per l'anticipazione delle idee, abborrifcono i fluidi , nafceci da una certa fanatica credulit , o dal perch leguono la lor fgntafia , e non la ragione . Diftefamente , e con diligenza di quefl^ cagione della fantafia ne ha fcritto il citato Signor de Sault.
ella

Mina , mente

la

quale avea oiTore per la bevanda

ma
.

ci

non

ofrante

ingorda-

bevea facendo

foi'za

a f

medefima

La feconda idonea cagione della Idrofobia fi la fenfibilit delle fibre nervofe della gola La Rabbia rjon una morale malattia , n tampoco un male fchietto appiccato al canale del deglutire avvegnach negli an.

ginofi una difficolt nel bere ed un

impedimento

fi

ravvila

giammai V
il
.

orrore e

'1

timor.e de' fluidi

Fa

meflieri

dilHnguere

negli arrabbiati

timore e l'orrore del bere, dall'impedimento dell'inghiottire Siccome efli fuggono la luce e l'aria, perch i nervi ottici e tutta la nervatura
in generale fenfibllilfima;cosl l'acqua perebbe ftimola co'raggi fuoi
i

riflefii
fi

nervi degli occhi

recher a'rabbiofi un grande abborrimento


di tracannare. Il celebre

Tvja

non

dee

altres efcludere

l'impedimento
,

Morton
,

riferifce,

che

un idrofobo lodando l' acqua efortava f medefimo a bere ma noi potea Somigliantemente un loidato arrabbiato perorando diceva a f medefiii'iO
che
1

acqua era

fiata

la fua delizi^
fi:ato

e che pur' tutto ci in quello

che giammai avea avuti de' nimici, rniferevole, cotanto dell'acqua temea .
,

racconta, che un fanciullo di la*te refo idrofobo oflerQj.iefl:' ultima aborriva le poppe della madre, dalle quali l'ucci ava yazione dimoflra , che oltre l'afpetto dell'acqua vi fi richiede un impedimento neir efofago, eh' la terza cagione della Idrofobia Tale difficolt xonfifte non folamente nella infiammagione , e nella tenfione de nervi di quefla parte^ ma jiafce certamente dall' acqua la quale fcendendo colag-

In fine l'autore

ifieflb

gi, fcioglie a guifa di niefiriiO , il veneno attac-cato alle glandole della gola, glandole che Ibno fiate .si bene defcritte d.al Moi^agni. L'azione de' 1' ac^ua ii meflruo corpi fi crefce a proporzione della lor piccolezza
:

di

SULLA Rabbia:
di

145

Calix di Meynes(n}; una fimile materia fcorre continuamente nello (lomaco, vifcero pi che nervofo e fenfibilifTimo , di cui le fenfazioni fono cos'i difficili a fpiegarl per termini giudi, come quelle della gola degl' idrofobi ; egli non pu eh' eflere (piacevolmente affetto per lo veleno, da dove feguono le naufe , i vomiti , le cardialgie, le
agli fputi di

Chamboungaud , ed

Anna

fincopi, &c.
tito
,

le quali foprattutto

raddoppiano dopo aver inghiot-

alla fola propofizione di bere

T
i tutt'
i

D'tf.

veleno difciolto, le moUecot le velenofe faranno pi attive , e maggior dolore recheranno Chiunque una volta foia ha fperimentati quelli si grand' incomodi, non potr vedere cofa fluida fenza un grande -orrore me pare , che in tal guifa l
fall.

Per lo

clie

eflendo da efTa

il

d la loluzione del fenomeno^ e quando gli uomini perfpicaci non fieno con oftinatezza prevenuti in contrario , non potran chiuder gli occhi al

lume di quefte chiare ragioni^ Rimane a difcifrare perch gl'idrofobi non anno per ifleffo orrore che per li fluidi lo che un fenomeno
,

gli

cibi

folidi

lo

fingolariffimo an-

che fuori della Rabbia. Il Signor Van-Swieten conghiettura che fra' tanti mufcoli addetti ad ingliiottire vi ha di certi che fervono per tracannare i
fluidi , ed altri per inghiottire i folidi . Ma ci non fi accorda coU'offervazione, e colla ragione. Quando i cibi debbono entrare nel faringe, e gi la via a' polmoni chiufa dall'epiglottide, e la ftrada alle narici dal velo palatino , fa duopo che detto faringe fi apra. Il quale ampliato che fia , potr dare il pal^aggio ugualmente a' fluidi , eh' a' folidi medefimi .

Boerhaave per ifpiegare tal fenomeno in altre malattie , credette che quando i mufcoli dilatatori fi debilitano, fi chiuda il faringe. I cibi folidi , merc le parti rozze ed acuminate , ben potranno ampliarlo la qual forza mancher onninamente a' fluidi Ma parlando della Rabbia, r affare non s' avvien tesi Il Signor Lazerme ( TraS. de morbis capts internts Cap. X. ) pens, che la faliva fia inviluppata da' cibi, onde non potr ella irritare le fibre tefe dell' efofago Signori Van-Swieten , e I
,

Mead

ftimarono effer una convulfione dell'efofago quella , che tale dverfit produca Ma f 1' efofago tefo e convulfo , perch non s' irrita ugualmente per gli ibi , -che per la bevanda ? Per la qual cofa fi potr pi rettamente rifpondere, che i fluidi intanto fi abborrifcono , in quanto che fciolgono il veleno , e ne crefcono l'azione ; quale forza difcioglientc
.

manca
(nj

dell' intutto a' cibi

Sfuta multa putrida gxtreanit

i4<^

Dissertazione
Difficolt d' inghionire
i

IL

foitdi^

LXXVIII.. L'idrofobo non pu ne meno, che con moka


ficolta

dif-

zuppa, i frutti, &c. ; {a perch 1' efofago fovente infiammato o riiiretto da una fpezie di convulfione; molti anche fi lamentano di una forta di ftrangolamento ; o perch quefti alimenti an fempre qualche fpezie di umidit, che fempra la. bava velenofa , o infine perch elfi rinnovano l'idea de' liquidi si terribile per loro. Intanto per ragione , e per compiacenza elfi fi sforzano prenderne; ma fi guardano bene di manicarli , per paura d'inghiottire la faliva, che la mafticazione fa colare ; eff l'inghiottono precipitofamente , e con una fpezie di furore j smorfiando , come quelli che anno l' angina, x
inghiottire gli alimenti molli,
la

come

Sete

ardore d" urina

cofltpazone

..

LXXIX.
di chilo

G' idrofobi reflando fenza nutrimento


,
,

niehte pafla
l'

nel lor fangue


,

ci eh' neceifario per prevenire


e
la

al-

corruzione degli umori ; le loro vifcere debbono vieppii^iaccalorarfi,e la loro bile divenir pi fofca: la bevanda fomminiftra all'orina un veicolo che la rende
calefcenza

l'acrimonia

chiara, e la tempra
efperienza del Bellini
falina
,

quando quello veicolo manca


,

fecondo

1'

efla

diviene rofla
,

liffiviale

pungente

irrita

il

a colore di mattoni , collo della veffica , e pro-

duce la difficolt d'orinare: gl'idrofobi fono foggetti a tutti quelli mali. Gli efcrement debbono ancora mancare; e quelli che fono nelle budella, per mancanza di umidit, non pofbno ufcire; e da qui nafce la coftipazione . Il calore della febbre , del veleno, il furore frequente, l'acrimonia del fangue debbono fvegliare un'^ aridit, ed un fuoco nelle vifcere, che cagiona una fete proporzionale; ma l'orrore d'inghiottire importa molto fopra
il

bifogno di bere

Vp

SULLA Rabbia.'
Voglia d mordere ; fttoi motivi

S47

LXXX, La

le

febbre

che accompagna
i

fovente

quefta malattia,

pi volte,

come
pi

negli altri cali, fogge.tta a

ogni giorno, durando


fcaldati
,

quali gli
,

fpiriti tutt'
i

folidi

tefi

e cos'i
;

raddoppiamenti fono pi agitati, pi rii fintomi , loprattutto i


dolori
uniti all'ecceffiva

dolori

debbono raddoppiare

come

fenlibilita, alla forza

dell'ammalato, ed alia fua d ifpera zi on e, portano al furore; non forprendente che ne' raddoppiamenti fi trafporta contro gli affilienti e contro f medefimo. Il Signor Rivalier avendo foltanto dimandato a Dumas, perch temeva l'acqua, quelli gett fopra di f uno fguardo minaccevole, e barbottando tra i fuoi denti, voltandogl'il dorfo fubitamente , e gettandoli
,

colla faccia in gi fopra

il

ietto

morfc e
.

mand

in

pezzi il

Il contadino, di cui fuo fazzoletto , e batt col piede la terra 1' afTicurava digrignando i pigli la cura , il Signor Haguenot

denti, ch'egli divorerebbe un efercito


rio grandiffimo di

che
,

fi

fentiva un defidealtri
,

mordere

e lo diceva
in furore.
la

ficcome molti

fenza effere in quel


accelTi

momento

Molti, che negl'


loro ragione (o)
,

ifteffi

della

Rabbia confervano anche


vedere che oltre
il

la

prefenza dello fpirito, afficurano che quello non dipende da


ci che
ci

effi,

fa

furore, vi ha un'altro motivo

che

gli

fpinge a mordere
Prurigo di mordere. Spuazione frequ^nfe,

veleno cbe infetta pi o m^no la faliva , punge e da qui nafce in parte che gli arrabbiati , o falivano continuamente , o fputano incefanremenre a dritta e a
Il

LXXXI.

tutta la bocca;

manca

ma

quefto pungimento fvcglia in


,

effi

zicore nelle gingive

che non mitigato 2

una forta di pizche mordendo e digri-

fo)

Coeterum Hydi-ophobos
c.rapotes
,

cmr/ii'.m

probe

conjc'tos
,

e^Je

atqne rattonis

&

liberfats vere
tibtis

quarac^viarn.
,

octdh
.

ft'.-nbundi zideantur
zp?.

afpc&u trucs "voce minaces ac ardeaIn quo omnes nojrae h'noriae mire con-

cordata

Afciuc. pag.

148
grignando

Dissertazione
i

II.

Noi ne abbiamo un efempia nella dentizione degl'infanti che per un fimile prurito mordono il capezzolo delle mammelle delle loro nutrici , o fi contentano di premere le
denti.
,

e ficcome il prurito ci forza a gratqualche volta infino all' effufione del fangue , dell' iikflb modo quello degli arrabbiati li porta a loro mal grado a mordere: quello un movimento che la volont efercita , ma che

loro gingive col fonaglio;

tare

non

libero; che per la ragione

e la religione poflbno

mo-

derare

come

le

altre

paffioni^

j^hrt motivi della voglia di mordere^

LXXXIL
tra gli

Oflrvafi effettivamente che la Rabbia bianca


quelli
delle Citta che

il

furore di mordere pi ordinario agli animali che all'uomo; e

anno pi di educazione che i contadini,, fono anche meno inclinati a mordere. Il Signor deSault (p) avendone veduto un buon numero a Bordeaux in quello cafo , s'era anche perfuafo, che quella cofa non fuccedeva giammai, e che quelli che fi dan,

uomini

e d'impero fopra loro

fteffi

,.

no cura a fpiegar queflo fenomeno la pigliano molto inutilmente. Ma cento oflervazioni diftruggono quella opinione: la vola glia di mordere ancora pi forte ne* bruti , perch per
,

fituazione
fcola pi

naturale della

loro

tefla

la

mucofita

dall'

efofago

abbondantemente nella loro gola , e la irrita pi poffentemente. Pi cagioni concorrono a formare rifteflb effetto, e gli autori fi fanno mal a propofito una legge di dedurli tutti da una fola cosi oltre le due che noi poco fa abbiamo aflegnate , il lupo che fece tanta firage a Meynes era anche portato a morficare per la fame , poich nello fpazio di alcune ore fi mangi tranquillamente fino alle offa due groffi cani di mandra, l'ifteffo giorno che affali ventidue perfone.
:

VTero
(?)

^^' 3^^'

^'""'

'"

SULLA Rabbia."
Vero dslmoy vara nelf Idrofoba..

^Af

LXXXIII. Gli autori anno accurato troppo generalmente, che la Rabbia confifteva in un delirio, non prendendone per fegno di delirio che l' orrore della, bevanda, e la voglia di mordere ma bifognerebbe allora confondere fotto quefto nome le
:

modificazioni dell'anima che fono molto differenti tra loro una vertigine ci fa penfare che tutto gira,, ed il prurito ci porta fino ad infanguinarci il giudizio del vertiginofo, e dello fcabbio: :

fo corrifponde alla dirpofizio-ne de' loro organi de' fenfi,


fi

come
..

del-

convenuta cheti la retina^ e delia pelle; n per lo delirio Or neldifordine dee avere la fua fede nel cervello medefima la maggior parte degl' idrofobi le fibre nervofe y bench tutte falite ad un tuono pij alto, fono tuttavia all'unifono, e queflae

tenfione rende le idee pi forti , ed i giudizii pi pronti , ma. non meno efatti , n meno: corrifpondenti alle impreffioni deg^li
obbietti efteriori.

Ci non imped fce che alcuni idrofobi non abbiadella febno delirato foprattutto durando il raddoppiamento bre, per la ftefla ragione che gli altri febbricitanti qualche volta delirano; e da qui dipendono quelle sregolate immaginazioni,, delle quali foprattutto gli autori Arabi (q) fanno menzione (r). anno foAlcuni idrofobi aggravati dalla caufa del loro male gnato o an creduto vedere nelT acqua il cane che l' avea niorficato (s), a i fuoi efcrementi ^ ficcorae grifteffi Medici (t)

LXXXIV.

,.

,.

pre(<j) A[lruc des Hydr. pecuaymm canem devoravit .... Mane cafu deprehenfus ej in quille devorans Aflruc pa^. 6. j nr forza della tua. Aezia fa l'iftona d'un Filofofo idrofobo , che per guari . dell' acqua , ragione formont la ripugnanza eh' egli aveva' Molti degli arrabbiati afficurano , che f non fi ritenefleto ^ eg,lino divorerebbero tutti gli affiftenti .
..

qtn ovili adiacsbat jugulavit flaula canem: altemm. tran-^

&

eh

Boerhaave ^'phor, 700^ rmnt,.. Rhafes e. 30. foL 5. 2. ^ttamen mterdumyubt omnia in pejur per intervalla defipere , atqus lupum canemve quafi inftlientem. quandoqite:
(r)
(^)

imaginart
it).

Avi-.-nna

e.

7.

tr,

4.

Avenzoar Li. tu

a.

Satmuth.

centri;., obj.^i^

50

Dissertazione
,
:

II.

prevenuti da qualche ipotefi

anno creduto vedere de' cagnolini neir orina degl'idrofobi alcuni malati anno forf ancora fognato eh' effi erano trasmutati in cani , e ne an imitato il fenibiante ed i latrati (u): ma pi fovente gli autori an voluto
gli

ingrandire

obbietti
il

ed abbeHire le favole
,

e ficcome

gl'idro-

fobi fuggono

giorno

foprattutto

per

bere nell' ofcurita Q

mettono , come fi dice, foora le quattro zampe ficcome i cani in quella maniera che faceva Corton.j e che a cagione dell'aridit e della -flogofi della loro trachea,
ti
effi

anno

ne' lor

tormen-

gettati

-de'
,

gridi (x)

tea eflere
lli

che

rauco

gemiti , di un tuono che non polugubre ; che perci fi fon prefi quede'

gridi

per urli.

Ma

dall'altra parte
,

altre quelle de'

Medici di Maruejols

molte ollervazioni , anno ben verificato

fra le
,

che

la

maggior parte degl' idrofobi nel tempo ifteflb che i di loro gridi ed occhi fembrano minacciofi , e ancora nell' iirefiTo temp che i cani gli li prefentano confervano la loro ragione , e &
-,

loro

prefenza

di"

fpirito

LXXX.

fecondo
le

le

teftimonianze di
dalle quali
eh' elle

Pietro Salio, e del Signor Afiruc.

LXXXV.
ricava
,

Se

fi

raccolgano tutte
dell'

circoftanze

,
;

fi

-che le

forze

uomo

fono

limitate

tanto

fi confumano e fi fpoffano , quanto pi fi fanno de' movimenti, e quanto fi ha pi febbre; che negridrofobi , per mancanza di nutrimento efle non fi riparano punto; che notte e giorno fi perdono; e che il fluido nervofo, ficcome l'aria, fi diltrugge ^finalmente e fi diffipa; o che l'infiammazione de'folid, e la fecchezza de' fluidi aumentando il fregamento , moltiplicano b refifienze oppofte alla circolazione, fi vedr chiaramente, perch

pi

'

quefta malattia acuta; cio a dire lofa e breviffima.

eh' ella pi che peiico-

LXXXVI.
-gliarfi

Il

pericolo della vita tanto pi grande


il

quanto
qtie-

le forze desinate a fare circolare

fangue s'avvicinano adaggaa-

con quelle che refiftono al fuo corfo, imperocch da

(u)
-bilis

Lifler of. i. Bordi! &c. Coe!. Aurei.


..
. ,

cent,

3. of. 6S.

''Canina nvoluto -vox

latra-

(x)

Imo clangofa vocferatione atrattim <ilulat:tmq^Ue quodammod

esprimere

Aftruc.

351 morte ne fegue; ma nella Idrofoba quanto fi vogliano fuperioriche folfero le prime , la perdita irreparabile che f ne fa , le riduce molto prefto a quella uguaglianza e cos\ molti idrofobi fon tolti di vita in tre o quattro giorni , fecondo la forza de' fintomi ( XIII. ). La durata d'una malattia altrettanto minore, quanto la ineguaglianza tra le forze della Natura , e quelle
fia

SULLA Rabbia.
,

uguaglianza

della materia morbifica pi grande ;o vero

mente
ti

alla attivit della cagione morbifica


,

fi

quanto proporzionalfanno de' pi violen-

grandi perdite di forza per correggerla ed nell'Idrofoba, la cagione effendo attiviffima, gli sforzi del cuore, e di tutt'i mufcoli fono ecceffivi,,e per quello le forze molto predo eftenuate ; o vero f f ne guai^ifce , ci eh' molto raro per queft violenti sforzi , la caufa della masforzi
e

delle pi

efpellerla;

ma

lattia fubito

diftruttaj e cos la malattia breve (74).

(74) Quello che

a'
il

Medici reca maggior onore


prefagio della malattia.
,

nelle affiftenze

agi' ire-

fermi
tora

fi

il

far

di vero ne

reggiamo

tut-

di

quefti fpiriti
de'
,
:

a quali

fioccano

mali ma cala ben prefto il quando ne' fatti veggiono i malati mille miglia lontani da detti loro Nel male della Rabbia radiffime volte efl Medici fono rimalli delafi ; poich difperando eglino di poter prefcrivere rimedio ficufpecral mente' ro , maifempre intonavano lo fpiacevole decreto di morte In fatti SaliO' allorch 1' infermo gi fi tr-uova aver 1' orrore dell' acqua Diverfo ricogliendo le varie forie degli arrabbiati fino a' tempi iuoi Cum enim ab eo tempore- atra per tot [aecula y nullam cos conchiufe Br.biiiraus hijloram attejantem, conjirmatam Rab'tem fanatam futjfei in dub'mm m'thi vocatur de fide horiim Scriptorur/t .' quod fi vero hi ex hoc mordell' efito
tofi

dalla bocca continui pronoflici vivaciffimo brio a quefti fpii"^-^

Profeti
.

,,

bo falvat fint

in

eam
.

eo

fententtmn

ut incipienti
fcritto

oyi

progreffo morbo

avea / xAquae metu eppreffif,, in anguflo fpes efl 5^'Scribonio Largo diffe parimenti r Quum liquoremtiment, latratus edunt , fpafmoque vexantur y horum nemo ita correptus ^ -quantum ego fcio, ekpeditus efi Per non da erederfi, che qualcheduno

reluBatum

fin

Anche Cornelio Celfo

&

non la fcappi anche quando apparito l' orrore dell ae-^ qua- ed un avvenimento particolare defcriffe Elmonzio , non Non fi pu dubitare eh' effendo la Idrofobia graviffimo male pu giudicarfi l'efito che pericolofiffimo, e le pi volle mortale: ma votra mille cafi
, , ,

glionfi alcune circoflanze notare

per giudicarne pi nettamente.

orro-

re de' fluidi deefi fofpicare quante volte la

ed

il

cane era nel colmo del male, e

morfura non fiata leggiera, Ma come pi vicino al morire


.

fi

co-

1^2

Dissertazione
jperture e cadaveri

II.

LXXl^VII.
juale

Un

noi l'abbiamo defignato,e

veleno alcalino-volaiile, e tutto di fuoco , tal clie gli aiatichi avrrebbono chia-

mato
IR

vages

conofcerk egli, f un cane rabbiofo? II fentrete dal Signor de Sauma io debbo dire , che legni a' quali al paragrafo riovantePmo cagion davano fidanza gli antichi Medici fono o fallaci , o incerti . Oribafio , e qualch'altro Scrittore difdi efempio Aez.io, Paolo Egneta
:

fero

che fi dee applicare alla ferita , o fa al luogo del morib un pezzo di pane inzuppato nel vino, o pure nelle noci contufe j x^uale pezzo dopo averlo tenuto per poco tempo , fi d poi a mangiare a qualche galliattacla quale f muore , egli un fegno evidente che il veleno na

tato

alle

fibre della

parte morfa. Fra gli

Arabi Avicenna benanche

fi

av-

alfe di un metodo fimile ; ed egli dava la medefima parta tenuta fui luooo della raorficatura ad un cane qualfivoglia, il qu-jle f non la volea mangiare, o pure tracannandola f moriva, era fegno ben certo, fecondo
lui
, ,

della efiftenza del veleno

Il

Boerhaave, di eterna e gloriofa

memoI135.
)

ria

con

bella

maniera

defcrifle la

Rabbia

de' cani

..^'phorijnw

Inc'ipiertis

primis, quibits tetrae l^ds cautela nititur : fiunt trijes, falitar! i, f abfcondentes , muti qtioad atratum , murmurantes tamen, cibum ptumque omneyn a-dv er fante s j in i<jnotos quoslibet mcmores , & reverentes , auresberi tamen adhnc irruentes , irati
rabie't

Jgna funt haec

&

&

caudamque

'dimittentes
tis

, ,

fomnolentormn injar incedente!

haSenus

primus

mcrfufque tum except&s per iettiofus quideni , non vero peffimus ej-. 1 fntomi poi del fecondo fiato ne' cani rabbiofi fecondo Boerhaave medefimo fono i feguenti Dein anhelare , linguam exe/ere.,fpumam plurimam emittere , hiare ,-'nunc fegniter tft femifcpiti , nunc fubito celeriter incedere, nec re6a femper via, max ne herum qutdem ampliws agno/cere y oculos haber demijfos , lacrj/mofos^ pulverulentos , linguam plumbeo habere hic fecundus ej gradus mali, furere colore , fubito gracitefcere , infanire quem vix triginta horis ferunt , quin moriantur = Morfus hoc tempore fere

gradus mali

adejl

-,

infanabilis : quo vero animai vehementiiis furit morti prcpius efi , eo morfus lethalior , acutior

diutius

creans violentijjima
Il

&

malo laboravit , fymptomata citijjime

cantra-.

fi , che chi morfo da animale arrabbiato non pu cifer ficuro non aver ricevuto contagio, effendovi de' fatti

peggio in quefia malattia


fi

da' quali

raccoglie , che il veleno fi fviliippato molti mefi dopo la Jacopo Caranta , che diede il Trattato de morfu canis rabidi ilove chiede di ftabilire una infufliftente teora , fabbricata fecondo il gu-

morfura

SULLA Rabbia.
cancrenare nello tamente: quindi
fteffo

153

iato ealdo di quarto grado (y), non pu mancare a dffipare per gli fudori e per la trafpirazione (z) l'umidit del corpo, e diroccarlo, difciogliere ir (angue , e fondere il gratfume, e d'infiammare

che inaia pi immediaHenrico Brechfeld, Bonnet (a), e i Signori dell'Accademia Reale delle Scienze , anno generalmente trovato merc l'apertura de'cadaveri. I. Il cervello,

tempo

le

parti
,

perch Gapivaccio

il

principio della midolla fpinale


i

tutt'i

mufcoli pi feccati del


.

folito,

membri
che
il

aflbttigliati

il

pericardio fecco ILI! faogue cos


dell'

difciolto

freddo

ifteffo

aria

noi potea

coagulare
.ci

fto cattivo di que' tenjp , ed ammette la Rabbia fpontanea ; fi mo fle a pubblicare tal fua opericciuola per una ftoria funefla di un uomo refe ar? rabbiato dopo tre mefi dal morfo , oltre di altri efempli che adduce . Nelle Tranfazioni Filofofche fi racconta , che in Irlanda nel mefe di Ot?

tobre dell'anno i6jg. due fanciulli, uno di dieci, e l'altro di nove anlavarono la tefia ad un cane ch'era flato morficato d.a un altro caiji , rabbifoy iria che il primo fanata la piaga era gi guerito. Circa il mefe di Maggio dell'anno feguente lSo. , i due ragazzetti cominciarono a fentire de' dolori nell' addomine , in guifa tale che dal pi baffo del ven
ni
tre falivano fin fopra

T umbilico

Nel mefe

di

Luglio

amenduni ebbero
da deli-

degli fcioglimenti del ventre bench leggieri , rna accompagnati Gianto il dolore al ventricolo , ufcirono in quii di animo
.

campo

le

convulfioni

le

quali crebbero fino alla fine di Agofto,

quando ebbero ug

in ifvenimenti al folo afpetto s grande all'acqua, che cadevano medefima Di effi qn,ello ch'avea l'et di anni dieci, abbaiava co me un cane. Non dur quefo fntomo che un oraj ed effendone fcampati , nel mefe di Settembre di nuovo entrambi divennero furiof , il quale Finalmente guerirono flato miferevoe il fofferirono quafi una fettiraana. coir ufo del mercurio di vita , o fa polvere bianca che precipita dal butirro di antimonio difciolto in molta acqua ed inoltre coli' antin7onio Io darei una mentita al triaca di Venezia . ifleffo mefcolato con della Signor James f cofffatto ftrepitofo racconto mettefli in dubbioj ma qua Icuno che non credeffe , che un carte morfo e guarito abbia potuto comu-

orrore
della

nicare
tri

il

veleno
,

a'

due ragazzetti

in

quefto cafo potrebbe

come

in

aL

eziandio
(y)

ibfpettare della
.

Rabbia fpontanea
la

(z) II

Gapivaccio Signor Nollet ha ofTervato che


,

feraplice elettrizzas^ionej fenza


gli

commozione
mali
(a)
.

fa

trafpirare affai

abbondantemente

uomini

e gli

ani^.

Sepulchret. Tom, I. ann.

lpg

54
ci ch'
fte

DlSSERT 'AZINE
comune
,

II.

alle

perfone morte

di
:'

febbre

maligna

di

ptf*

una gran corruzine anche il cadavere di Giovanna Dajorine , che non ebbe la Rabbia che due giorni, era puzzolente e putrido in quindici ore di tempo nel forte del verno IH. Tutto il graffo de' mufcoli, dell' epiplooti, del mefentero difciolto e diffipato. IV. La veffichetta del fiele ripiena di una bile verdaflray come fi vede ne' bovi mrti per la difenteria peililen7.iale ch' corfa V. Lo ftomac tapezzato di mocfua tunica villofa marcita ; il di ci di uri bruno fcuro ; la; fopra del fegato che ivi tocca, livido ; la parte di dentro dell'efofago infiammata; 1' afpera arteria attaccata d'infiammazione; una porzione del pericardio come bruciata, dice Capivaccio per queIl Signor Vendel aflQcur aver vedullo veleno tutto di fuoco te molte ulcere nella gola di uri carie che avea tutt' i fintomi della Rabbia, e che l'aveva uccifo per quella cofa. Il Sig. Zuvinger di Bafilea rapporta negli Efeneridi di Germania l'apertura del cada:vero di un arrabbiato, nel quale trov j oltre: delleltre cofe, uri gran roflbre nell'intervallo niembranofo degli anel^ arteria: probabilnieate refofago, di cui egli non li dell' afpra parla, era dell' ilieflb modo infiammato , ci che conferma ivi effr la fede principale del veleno. LXXXVIII. Ecco quali Lno gli effetti della bava di un animale arrabbiato fopra Uri uomo che 1' ha ricevuta per una piaga, da dove a capo di quaranta giorni e.Ila palfta dentro il fuo fangue, ed in feguto riprodotta nelle glandole febce della gola ma per gli effetti ^ che fimi le tav ^ o per meglio dire, che il velno concentrato in quelle glandole febacee^fa fopra la gola e io flomaco , fi coricepifce che la bava del cane ha perduto molto della fua forza, fia in mefcolarfi colla faliva, fia fvaporando le fue part ignee all' ufcire dalla gola dell' animale, fia finalmente diminuendo di malfa nella piaga da dove
&c.
dinota
.

il

fangue
.

la

trae fuori in gran

parte

rintuzzando
infetta

forf

la

fua
la
le

attivit
faliva

Or f la bava di un dell' uomo (Vi), egli

cane

immediatamente evidente che in qualche minuto

glandole febacee dell' efofago ne faranno infettate j e quello veleno confervando tutta la fu attivit ^ e moltiplicandofi in pochi giorni, dovr produrre anjora in

pochi giorni

l'Idrofobia

come

SULLA Rabbia.'
.come r efperienza

i^^

vedere (Vili). Quefto accordo fcambievole tra la teoria , e 1' offervazione conferma affai un jfentme.nto, al quale non manca al preferite che di vedere accordare r efperienza colla prattica ; ci che noi ora intraprenderemo
fa

fenza trattare

fegni diagnoftici e prpnoftici^ che tanti

altri

an-

no minutamente meffo

in chiaro

^ura

della

Kabbia.

LXXXIX. Gli oggetti che fi debbono ^avere quando qualcuna ^ flato morficato da un animale arrabbiato, o ha prefa f infezione immediata per qualunque via che fi fia, fono; I. di levare s' IL d' impedirlo ad agire. I primi foccoffi poffibile il veleno
:

i rimedii curativi. Per levarlo bifogna che fia in tal luogo , come quando non yi che una piaga .edema infettata; s' di gi paffatp colla fapu che impedirlo ad agire li va nella gola , non fi per, fia che non abbia infettato che una piaga, fia che abbia nel medefimo tempo infettata la faliva, la prudenza vuole che s'impieghino neirifeflTo tempo i mezzi che pofTono adempiere a que/lg

faranno

rimedii preferyativi ,gli altri faranno

due indicazioni (75)?


(75) Tutt'i bei difcorfi che gli eruditi Medici fanno fu de' mali nelle lor confulte e nelle cattedre, e tanti ingegnofi fftemi che tutto il dipoi yeggiamo fchierati ne' libri loro , allorch non fono diretti alla falute
curiofi ragionamenti poco o nulla confacenti , fi riducono a j dell'uomo. Oggid da qualche penna franca , e di animo fupedore alla Medica politica fi fcritto non poco fulla fallacia non nieno de' principii di quefla Scienza, che fulla incertezza de' tanti medicamenti , non effendofi ridotto tutto il capitale de' bravi Medici moderni, e

degl' infermi

all'utile

tutta quella fterminata farragine di medicine antiche

che a poco pi d'

una dozzina di rimedii buoni ed

efficaci

e gli altri fervendo al traffico

ed alia mercatanzia degli Speziali pi , che alla fanit de' malati ^ Si , bandita altres gran parte di quegl' immenfi Recipe de' noftri vecchi Pacert^e ciance e bagattelle ; e benfono ributtati tanti ogli putridi, ch'erano non ha guari la delizia de' Medici , tante compfizioni , e diverfi beveraggi peftiferi , ftrani, incogniti , inuditi, barbari di nome e di effetto, che toglievano l'appetenza , faceano un guazzabuglio nello ftomaco , corrompevano il fangue ,

dri, troppo facili in preftar credenza a

anche

fi

e fior-

15^
e ftorplavano
.

t)lSSkTAZrONEl.
, , ,
.

ed uccidevano pi infermi di quello non avrebbon fatto i mali medefimi Io non dubito , che da quella carefia di veri rimedi: , fon nate quelle voci negli Scettici , di voler atterrare intieramente la Medicina fin a riputarla arte d' intrighi d' illufoni e di fallacie Mei bravate tali me punto non muovono: e defi la Medicina , tuttocch fcar-

medicamenti , dichiarare come il pi potente aiuto a noi Altiffimo , onde la Natura ha meftieri ne' fegreti fuoi lavori per poter combattere e vincere il male. Vero , che fovente la Natura medefima fi colei da cui nafce la guarigione, e da lei medefima dipende la buona o trifla ientenza j ma in certe gravi malattie, e ne' veleni
feggi di buoni

donato

dall'

intromefli nella macchina animale , non pu lei fola far tutto, abbifognano de' rimedii , onde fi agevoli l'efpulfione del morbofo .

ma

vi

Quan-

ptova non vi fofTe , una convincente ne fomminifira il male Rabbia. Ella le pi vlte fi ride di cento Medici e di mille rimedii e fpeffo quelle medicine che ne' tempi andati fi adoperavano contro tal veneno , pi tofio fefvivano di minifiri e di fergenti della morte, che di aiuto contro del male. Si veduto che un cane veramente rabbiofo mordendo un uomo , lo fa arrabbiare e perire. Gran beneficio perci recherebbe alla umanit chi trovaffe ln rimedio da poter vincere uil s potente ed attaccaticcio veleno, e faccfle campare chi do'vefl'e morire Impofiibile io veggio, o parmi vedere noverata la gran fila delle mediai cine, che fi fono propofte da' varii Medici antichi e moderni per la cura della Rabbia. Truovo la materia s difcorde e turbata,- che gran noia recherei f tutto ridir volefT . Nientedimeno , innanzi di raccontare quelle poche ed efficaci medicine , colle quali con molta ficurezza fi pu e guerire , e fecondo che la violenza e la celerit di la Rabbia curare i pi principali metodi di cura da' varii quefio gran male il richiede Medici prodotti qui efporr Innanzi tratto convien fapere , che nella guifa medefima, e collo ftefT metodo di cura fi debbe trattare quella Rabbia nell'uomo eh' nata dalla morfura del cane , che quella che fi sbrigata- merc i morfi de' luo che fia ella altres pi , delle volpi, de' gatti, e degli altri animali Sviluppata per lo contagio della faliva fenza morfo alcuno Io diffi lo sbaglio di Galeno altrove ( nella nota ( 5 ) , che fi credette che i cani foli fi poteflero arrabbiare. Parecchi Scrittori anno compilate diverfe'Differtazioni , e varii Trattati fu della Rabbia cagionata dalle morficature Nel vero Giovanni Bauino die alla luce un Trattato de' varii animali de Radi e luporum j nel quale efpone ancora, come molte volpi divennero rabbiofe per averfi divorato un porco arrabbiato. Giovanni Ravelly (T*-<?/t de la Rage Parif. lp. 12. ) deferi ve medefimamente la Idrofobia nata dalla morfura d' una lupa rabbiofa prefcrivendo benanche un metodo di cura di cui verr a parlare in apprelfo Lo Schenkio al libro fettinio fa parola di un mulo arrabbiato. Il Padre Attaiiagio Kirker nei

do

altra

della
:

'

fua

tere

animali diventarono rabbiofi Not. ad Ethper averfi mangiato un gatto. Il celebre Nicsol Cirillo ( per- una muller. Tom. IL ) racconta la Rabbia che venne ad un giovine difamina con chiarezza Giovanni Melchior II tutto morfura di gatto Verdries Medico Tcdefco, che pubblic il Trattato de veneno camm aecjuthaliorum animalium rabidonm, che va in fondo alla fua opera de Qiiefte autorit e citazioni le ho volute qui metcorports rto mentis ma affinecch fi conofca non per gravare ed opprimere la materia
fuo Trattato della Pefte
,

SULLA
fcrive

A B

A.

157

che molti

&

&

come dagli autori mancano a me


te
fieno

fi

defcritta la
agli
altri

Rabbia degli animali


ancora
,

Del

reflo

non

ed

offervazioni^

come veramen-

ed i gatti eziandio. ed i porci , e gli afni , particolarmente , eh' effendo ftato un porco addentato da un can rabbiofo , effo arrabbi ; e ftando chiufo nel porcile azzann gli per lo che tutti arrabbiarono , e tutti inferociti fi sbranaroaltri porci arrabbiati

Debbo

dire

no. In

che allora quando fi ha la difgrazia di ricever qualche morfo dal cane , o da altro animale fpecialmente in tempo di ftizza anche non arrabbiato , non fi rifchi a trafcurare z morfura.
fine
fi

perfuada chicchefia

Ci an dato qaefto buOn avtifo


tanti fecoli
hiibet

Medici moderni

e
:

lo

fcrifle

a dietro

il

celebratiffimo Cornelio Celfo

ornai s

fere

ancora morfus

quoddam virus , dife egli , e fece eco al medefimo eziandio Ilaano. Ogni bava alterata dalla collera ha del velenofo ficcome diflefamente ef^iiin Erfnanno Federico Teichmeyer nella fua Difputa , che porta
,
:

de morfu canis non rabidi pemiciofo titolo Intanto per venir a noi , fa dopo toccar qui Hevemente le Vane riiedicine, che inutili o perniciofe fi fono trovate. Debbo prima far motto del rimedio che gi dd volgo ricevette de' gran plaufi , e che fu conCofifFatto rimedio il fidentemente defcritto ed approvato da Palmario pelo del cane medefimo che ha morficato , applicato fui luogo del morfo , e proprio atto il quale con una forza fimpatica , o quafi magnetica , ad attrarfi tutto il yeneno Ne' tempi da noi 'lontani grande credenza fi
il
. .
.

e Galeno fra gli antichi , e Boerhaave eziarr-dio tra' moderni bench in altro incontro , credettero a fimili fiorielle Il rofpo da Boerhaave iftefo vien tenuto per buon rimedio , e valevole ad attrarre il veleno della pefte fidato egli ad una fecondo lui coftante fperienza degl' Italiani , eftima che l' olio dello fcorpione fia unico at-

dava a

tali

forze attraenti
,

-^

traente del veneno che nafce dalle punture di tali infetti . Anche tempi per a dietro davafi fiducia alla cotanto decantata polvere fimpatica , che credevano fanar le ferite in diftanza , mettendovi una porzione della me-

defima in fu d'un pannolino intinto nel fangue fgorgato da quella ferita. Ma tai racconti da' Medici di fano giudicio fi ftimano pure novellette ^ Si tolto in parte quefto pregiudizio nel male della Rabbia pofciacch UH valente Medi-co di Roftoc in una Differtazione f;ampata anni fono fu quefto fuggetto , ha moftr^to clre non pure inutile , ma eziandio pernisiofa

158
ciofa

Dissertazione
r applicazione
del

il.

pelo del can rabbiofo fui luogo morfo . Altri pi creduli uomini preftarono fidanza a certe pietre, che fi affermava trovarfi nel capo di alcuni ferpenti nell' Indie , le quali pietre applicate fui

morfo
;

del

cane, delle vipere


fi
fi

e degli

afpidi

ferviffero
,

di

f cu-

riflmo antidoto

che

appiccafiero a guifa di coppette


fof'e

fi

ftaccailero

quando

tutto

il

veleno
il

fucciato
,

o tutta

la

velenofit

imbevuta

Ma

l'ingenuo Redi,

Vallifneri

'1

Mead, an provata con

replicati

do autore precifamente
fcaltri s di
fte

fperimenti l'inutilit, e la vanit delle cotanto ftimatc pietre. Il feconafficura , che fia una mera impolura de' molto
leo'^ieri

Indiani per ingannar gli Europei , che fi penfano non poter ,effer dalle altre Nazioni ingannati . Egli dice inoltre, che quedi

flinco

non fono n pietre , n offa o della tibia del bove ,


,

ferpenti

ma

pezzetti di offe
,

dello
e di

fotto le braci

ardenti abbronzati
.

Quella o preftigio maravigliofo , come vogliam fuperftizione , o magica fattura chiamarlo, che vi era in Ifpagna ^ in cui prefentavanfi certi uomini, che pretendevano guerire gli arrabbiati col fiato, e che chiamavanfi faludado' nel Tomo terzo res , vieti confutata dal P. Girolamo Feyoo Benedettino della fua Critica Univerfale al primo Difcorfo j e bene in quella funzione vi covava una fcaltrita manifattura. Nelle Tranfazioni Filofofiche n. ipi. il Cavalier Teodoro Majerne che f fi tagli dalla feda di un gallo vecchio una piuma , e fi fcrifle applichi fui morfo j f il cane arrabbiato, il gallo rigonfier e perir, egli fegno , che e la perfona morfa ftar bene f il gallo non muore il cane non era rabbiofo . In fine in Ollanda , al dir di Boerhaave , eravi un vecchio Medico , che parlando del modo di curar la Rabbia , cos Si quts a cane rabido morfus ejl , impone vulneri haleces fulitos , diceva Si putruerint applica aliai recentes , " retine per vigintiquatuor horas Se fi doy?c Janantur hfdrophobi , vel certe non incidunt in aquae metum veffe predare qualche fiducia a tal rimedio, farebbe foltanto pel fai marino, il quale come antiputrido, pu impedire il cangiamento del veneno: 1' acqua l'alfa applicata e '1 Sionor du Hamel fcriffe a tal propofito , che alla ferita, non fa fviluppar la Rabbia. Ma veonendo a narrare i varii metodi tenuti dagli antichi Medici per curar la Rabbia , forza eh' io rivada da pi alti principii ; e racconti fulk prime ci che Diofcoride , e Celio Aureliano lafciarono regiftrato d'un vecchio Medico Temifone chiamato. Il quale effendo fiato morfo Icherzo del dal cane, ooni volta che volea feri vere fu del male, per uno cafo com' io penfo , inciampava ne' fintomi della Rabbia j la qual circoftanza vien riferita dal fecondo autore . Diofcoride ( Lib. VI. cap. ^6. ) Themifcnem quorttmdam fermonibus a cane demorfum fuijje y cos fcriffe aliorum vero fama in Imnc furorem incidijfe , quod amico aquam expavepoi limati
e ridotti
alla figura
,
:

per lo pi ovale ~e lenticolare

&

'

/senti inferviffet

ac offcitm exhihuiffet

Ma

Celio

Lib. III. cap.

l6.

dif-

SULLA
diffe
:"

R AB

a;

I^^

jfntquorum aiitem Medtcorum nullus tjltus tradidii curatiottem . ^junt denique Thmlfonem quemdarh -volenteyyi non potuijfe : fqaidem ex rabido cane quondam fuerat vunratm , etfi ejus curai onem affumeret meti' Sicch f eamdem laberetur te , quipp fcripiums continuo admonhus in niuno degli antichi prefcrifle alcun metodo di medicai;^ l Rabbia i il pri.

mo da noverarf far Democrito.Quefti , fiCcme io diffi nella nota prima , precett il decotto di oriEgli gano , credendo che ci fofTe fufficiente per guarire un arrabbiato non previde, che quello fuo rimedio non combinava con quella malattia, Se il veleno rabdi cui rie vea formato innanzi un ragionevole fifema biofo fi comunica a' nervi j ed eccita un tumulto ed un incendio nel
. .

che rifcalda ed affuodovr temprar, pii muove e punge? Ariftdffen poca cura fi prende di dar da bere agli arrabbiati j anzich piuttofto proibiva e toglieva 1' acqua a' medefimi j ma in vece di quella fi avvaleva de' crifteri terhperanti e blandamente purga-

corpo

come mai

potr verfi fiducia

all'

origano
,

ca lo ftoraac, rnette pabolo alla

fiamma

dove

tivi
fi

affinch in tal guifa piacevolmente la quantit degli


i

umori minuit

pur bello il vedere ^ che fra' moderni Medici fi fon trovati di quegli eh' n confrrnat e lodata quefla precifa fentenza , dicendo che r orrore dell' acqua fia dalla Natura medefima cagionato , acciocch i rabbiofi f ne privaffero ^ e piuttofto cafcafTero di fete . Pietro Tullio Bafib fi avSali j e'I Signor Htinauld fono di quefta credenzia valea nel medicare de' rimedii Che faceflero ftarnutire , ed altres de' crifteri mitiganti . Negro amico di coftui facea prendere l' elleboro bianco .
foffe

Ed

gli

udemo dop
coppe
,

le. replicate

cavate di fangue

nel fecond o terzo di

dopo

il

morfo, dava

dopo l'applicazione delle il medefimo elleboro:


.

ed Agatino che fcrifle particolarmente fu di tal piatita j benanche vuole che della ftefTa fi avvalgano i Medici per curar la Rabbia Udiamo ora quello che ne pens Celfo Egli vuole fulla prima , che e f quefto non fia nervofo n fi adoperino le coppe fui luogo del morfomfclof j fi applichi il fuoco dove quefto iion pute iifarfi ^ fi faccfa ima cavata di fang Quando la parte piagata di bene immergere
.

acqua lavi la ferita j e dopo eflerne ufcit ftima buon propofto far bere un poderofo vino j che avanzando i moti , proprio ad efpellere il venen; Ma f iion oftante quefti aiuti, langue r infermo prima , e ppfcia , quafi riggliofo rampllo ^ fi fviluppa 1' orroi-e dell'acqua: allora Onninamente all' improvvlfo fi debbe l'arrabbiato tuffare in una pifcina j dove far potentemente ri fcoflb dall'acqua fredda. La quale bagnatui-a acciocch non induca ftirnienti ne' nervi ^ n conil

rriorfcato

nel

bagn

acci

l'

vulfioni^ far feguita da

uri

che pu leg^erfi prefl

if

altro bagno di olio caldo; Taccio capitolo medefimo al libro quinto


,

il

di

pi,

ventifette-

jGm.

Ognun vede

dal detto fin qui, quanto

poco di buono poffa

afpettarfi da'

i6

Dissertazione
Rimedii prefervap'tvi
,

II,

E' cofa eflenziale prima di efporre il malato alle cru. che debbono prefervare dalla Rabbia, di afficurarr^ f il cane che 1' ha morfo era arrabbiato I fegni da' quali fi riconofce j fono differenti, feconda ch'egli al primo, o che al fecondo grado della Rabbia: al primo egli fi allontana, fi perde, non bee, n mangia ( ci che rion vero del lupo , che la fame eia Rabbia nello fleffo tempo il fanno ufcre dal bofco, ed entrare nell'abitato ) gl'animale triftp, n abbaia, ma folamente grugna egli porta la tefta, gli orecchi e la coda baffa ,
deli operazioni
.
:

XG

ha

gli occhi feroci

morde

itidiftintamente

foreftieri

nel

metodi, efTendo la maggior parte di efT inutili, frivoli, ed infipidi. il Cielo , e vegna in mente a qualcun di noi di feguire il rimedio prefcrjtto da Lorenzo Heifter , non ubbidiremmo il quinto comandamento d' Iddio , e faremmo noi al certo rei di omicidio Egli vuole nella fua Ciruga , che con follecitudne iftantiffima e baldanzofamente fi fucciaffe il luogo morficato , acci il veleno fi diftacchi di col e quello medicamento cosi rio , tale autore ficuramente il tolfe da ci che fi dice del veneno delle vipere , e degli afpidi , il quale fucclato da chicchefia , non attoffica alcuno j e gli venne eziandio ricordata quella Storia de'Marfi,e di Siili antichi. Qiiefto Cerufico allorch avanz tale preferi zione , o non avea letto o pure per obblivione fi era dimenticato , che Ja bava del- cane arrabbiato efercita la fua mortifera malizia pi velocqr mente quando s' innefa colla faliva , lo che noi fa il veneno della vipera Io dunque dopo un cosi diflefo preludio , per proporre una maniera facile e ragionata da curar la Rabbia , mi atterr alle poche ma efficaci medicine
re.ctati

Ma guardi

La

cura debb' effere efierna


,

ed interna

II

veleno
.

fi

attacca nel prin-

forma in feguito una piaga Quella la cruda piaga e avvelenata piaga , a cui non vale licore , non vale impiafro che trafcurata , I' uomo s crudelmente opprime , e '1 conduce a fegno , che difperato muore. Qiiefia dee effer medicata, ed la efterna cura. In fecondo , quando il veleno comincia ad infinuarfi , 1' infermo fi rende folingo perch ogni diletto , ogni compagnia prova nemica , lempre aggiugnendo al petto pii gravi penfieri e poi quanto pi fta , pi fi graNe fentirete va , e pare al fin eh' andar innanzi pi troppo non polfa
cipio al luogo morfo
e
,
:

ora la deiicrizione.

SULLA
medefimo tempo
la

Ra:bbia.'

l6l

gente di cafa: al fecondo grado anfa, ha la voce raucajurlafenza cagiane, caccia la lingua, che fembra di piombo , manda fuori una bava fpefla ed abbondante; ora cammina,

mali

ferma andando qua e l come ftordito, affalendo gli anibench pia forti di f; cosi tutti gli altri cani il temono e fuggono al fuo avvicinamento f s' inzzuppi un pezzetto di pane o di carne nella bava o nel fangue della piaga che ha fatta, gli altri cani a' quali fi dar, lo ricuferanno Da quelli feora
fi
:

gni
fia

fi

potr per conghiettura diftinguere

la

morficatura ricevuta

velenofa (e) on.;per la prudenza vuolejche nei dubbio un poco ragionevole , fi metta la cofa al peggio XCI. In quefto cafo, f la piaga ia lontana dalle vie della
e

faliva

delle lagrime, l'unico prefervativo di

togliere

tutta

bava, perch quefto veleno glutinofo fi attacca cosi intimamente alle carni, che nelfuno deterfivo e fupputativo, fecondo che l'efperienza ha fatto vedere, in iftato di fepararla. Per quefto effetto bifogna badare che 1' operazione non abbia delle confeguenze altrettanto funefte, quanto le ne poffono ragionevolmente dal veleno afpettsre dunque fecondo il grado della Rabbia dell' animale, fecondo il tempo della morficatura, e fecondo il numero e la validit de' fegni che fi anno della fua Rabbia, 'bifogna impiegare i pi dolci, o i pi afpri de' foccorfi feguenti. Se uno o due dita, 'eftremit dell' orecchio, o del nafo Scc. fono frate morficate , bifogna toglierle dal corpo col rafoio,ocon altro iftromento tagliente, lafclar colare per qualche tempo il fangue, lavare la piaga e i contorni coU'acqua carica di fai marino, ed un p di aceto &c. ed in feguito medicarlo nella maniera ordinaria Bifogna fare lo fteflb alle parti carnofe, come alla polpa delle braccia &c. purch non fi rifchi di tagliare de' grofll vafi, de' nervi, de' tendini &c.,o con i biftour o colle forbici tagliare attorno la piaga, effendo verifimile che la bava de'denti ftata afciugata principalmente a' bordi della ftefla, prima che abbia penetrato fino al fondo, f quefto fi pu fenza pericoloXGII. Se la mano, il gomito, il piede, o la gamba fono ftala parte infettata dalla
:

X
morficatura fiata fatta a trarerfo degli abiti groffi nvunemente non li dee tanto temere.
(e)

te
,

Quando

la

co

1^2
te

Dissertazione
fofle arrabbiato,
la

IL

fortemente mal trattate, s'i profondemente esifovente mafticate^ ftracciate dall' animale , che non fi pofTono praticare quefte in1' ciiioni, o che dall'altra parte fia moralmente fieuro, che anila prudenza vuole che fi pratichi fecondo mutilazione di quefti membri al di fopra delle piaghe, innna a che un pi gran numero d' efperienze abbia conteftata l'efficacia de'rimedii curativi, o prefervatlvi, de' quali noi par-

male

l'arte

leremo pi

baflo
il veleno fi fpande a poco a poco nel tefper alcune ore, a guifa delle macchie dell'olio

xeni. Ma come
futo delle carni
ne' drappi; e

come

in certe parti

una incifione non

fi

pu fare

fenza pericolo a

mezzo

pollice pi lontano di quello che avreb-

be potuta
rire

innanzi, egli importante di non far diffes' poffibile; ci che lo fovente , quando non fi tratta, che di tagliare uno o due dita. Per gli altri cafi bifogna necelTariamente il foccorfo di un Cerufico. XCIV. Se la cancrena e la carie d un determinato membro ha delle aperazioni cosi crudeli , il veleno della Rabbia che ha delle confeguenze affai pi funefte , dee con maggior ragione
praticarfi

l'operazione di un iftante,

determinarci

Se il veleno dell'animale arrabbiato ricevuto dentro una piaga , s'infinuafle il medefimo giorno ne'vafi , come quello della vipera (d) , chiaro che non folamente quefie operazioni , ma ancora tutte
ci
le applicazioni degl' iftrumenti e de' rimedii cerufifopra la parte morficata farebbono inutili, differendoli uno o
;

due minuti
velocit di
fto

poich
pollici

il

fangue girando ne' fuoi piccoli vafi colla


per minuto
(
fi

fei

XXIX

farebbe ben prequefti

arrivato alle parti, da dove


il

non

pu per
le

mezzi

eftir*

par

veleno
ci

XCV. Tutto
prattutto
s'

che difecca e calcina

carni infettate

fo-

un acido corrofivo che diftrugge l'acrimonia

alcali-

na
(d)

Secondo
fi
:

ofTervazione della Societ di Londra

il

veleno della Vi,

pera

l'pande dal

mezz' ora egli jeno del mal venereo e idrofobico


della infezione
.

pugno lungheflb mefcola dunque fi

il

braccio fino al cuore

in

meno
al

di

al ,

fangue

ci che

non accade

ve-

prima

che abbia covate

nel luogo

SULLA Rabbia;
na
del veleno
,

itfj

non folamente previene

la

putrefazione o efa[ta-

zione di quefta materia , ma ancora la fepara dal corpo per la caduta dell'^fcara, e cosi potrebbe efere adoperato. Tali fono i cauterii attuali e potenziali, foprattutto l'acqua forte, lo fpirito del fale , &c. e la foluzione del mercurio, del quale s' imbevere
la
fi

piaga

per

mezzo

di

un piumaccio

ma

quefti

mezzi

come

vede, non fono n ficuri,n

meno

crudeli che le mutilazioni.

-XCVI. Quanto alle fcarificazioni si vantate, effe non poffono a far ufcire pi abbondantemente il fangue ; ci che non preferva intieramente , poich il fangue non conduce quefla bava al cuore , bench egli circoli nella piaga , e nella cicatrice per lo fpazio di mefi, e anni prima che la Rabbia fi manifefti;
fervire che

e perch quello veleno

fi

attacca alle

parti

folide

che

1'

in-

fiamma nel tempo

dei fuo fviluppamento (y*^).

XGVII.

(j6) Riccardo Mead tanto in una Tua operccuola intitolata : curai:' cena morfus canis rabidi^ quanto nel Trattato de Venens Tentam.o. raofra tener poco conto delle mutilazioni , delle aduftioni , e delle fcarificazioni anzich, gli dice, adoperando il fuo metodo di curare, fempre aver veduto il medefimo effetto fa che la piaga fi era mantenuta aperta o che fi foffe da f medefima cicatrizzata e ci in tal guifa dee avvenire: avvegnach , fecondo gli efiima , il veleno non per altre vie 11 comunica alle interiori parti , che per quelle de' nervi . Noi altrove abl)iamo evidentemente provato che i nervi in realt fon i mezzi di tale comunicazione ^ ma certo altres che quefto non accade in iftante , altramenti i fintomi della Rabbia in un fubito fi offerverebbono laddove
:

veggendofi il contrario , fi dee dire che la parte fifla del veleno fi appicca tenacemente alle folide fibre , e di l s' infinua ne' nervi Non pu dunque il Signor Mead recare in mezzo argomento, onde fi dimofri che le aduftioni, e le fcarificazioni fieno da abolirfij dpo che fpecialmente fi fon veduti de' tanti buoni effetti , e da innumerevoli prove e riprove tali operazioni fi fon refe d' una manifella utilit . Io prima di dire il mio fchietto fentimento , propon- pel comodo de' Lettori Je principali
.

autorit degli Scrittori Medici,


la cura di <juefto

In fatti Cornelio Celfo in parlando deldi Plinio


il

male della Rabbia, dopo l'autorit

vecchio

loda'

grandemente l'applicazione del fuoco fulla parte morficata; e cos conchiude in favore del medefimo : Detnde fi locus neque nervofus, neque fculofus ejl , vulnus jd, adurendum ejl , Parecchi Medici moderni eziandio approvano e commendano quefta operazione, avvertendo ancora , che le

mw

adufticmi fieno profonde.

Nel vero

q^uindi

fi

prender

animo

di dire, che
f

1(^4
f dalla

Dissertazione
,

II.

vecchia empirica alla figlia di Sebaftiano Q.uil"nci'i fi foflero Fatte pi profonde le aduftioni nella gamba, dopo aver quivi avuti cinque mor da un can rabbiofo , non farebbe ella la mifera andata al mondo di l, fi per ci che Ildano nella offervazione ottantefma fefta ne dice n Da:

niele Perin

il
,

quale morfo nel


s

tempo

della meffe da

un gatto non cre-

duto arrabbiato

leggiermente nel pollice deftro

medefimo
re
,

fpiega vix epdermis offenfa fuit , f la profonda aduftione fi foffe efeguita.


fi

che ficcome Ildano , arebbe terminato di vive-

animali velenofi ancora , gli antichi Medici preoperazione ed affinecch tra gli tanti efempli io ne fcelga ed adduca qualcheduno , Aezio nelle morficature di quel velenofo ferpente che afpide fi chiama, di cui a fuo luogo parler, prima di applicar rimedio alcuno fulla ferita, che fecondo lui fi erano l'acqua marina , il centauro , o la mirra mefcolata coli' oppio in ifcarfa dofe , altro non adoperava che le coppe fcarificate Ne' tempi pi antichi Ariftotile rigettando altri rimcdii , ordinava la mutilazione della parte nella moraltri

Ne'morfi degli

cettarono la

fteffa

fura dell' afpide


alle

aduflioni

II

Girolamo Mercuriale tra' moderni vi credette dimolto morfo del Dipfa ( fpezie di velenofo ferpente defcritto
da Diofcoride ) , bene curare col
Lufitano, Roritrae

dagli antichi Naturali

che veniva riputato incurabile , fecondo quello che parecchi autori raccontano , fi pot
delle aduflioni, e delle fcarificazioni
( Phtlof.
.

mezzo

In fine

Amato

Experim. ) , e '1 Dottor te quefia operazione ne'morfi delle vipereancora dal fuoco vivo fu della parte , e fi

berto Boyle

Mead

lodano medefimamenbeneficio
la
fi

Un
1'

altro
,

efcara

quale dopo che

fa ftare aperta la ferita , o la piaga lungo tempo; la qual co, viene da' cordati Medici precettata per lo fpazio di molti mefi . Che f mai ella fi andalfe a chiudere , obbligato il Medico farla riaprire coir applicazione di qualche leggiero corrofivo unito al comune digefiivo. fa

caduta

Fa duopo parimenti lavare fpelfo la parte con dell'aceto , e mettendovi porzione della triaca, delle forze mediche del quale rimedio, opportunamente f ne parler nel fecondo Tomo. Solo qui aggiungo, che la ifieffa triaca la precett Galeno nel morfo del Dipfa Elideo Paduano , preffo Etmullero , dopo le fcarificazioni applicava alla ferita le cipolle peliate, ed unite con una porzione di mele, o pure in luogo del mele vi mette
.

la

triaca

Amato
,

Lufitano

Centur. V.

dopo
,

le

fcarificazioni nel

mor-

avvalea d' un cataplasma di cipolla , aglio , triaca , e di fermento infieme ; foggiugnendo che con quefio fol rimedio guar un fanciullo morficato . Affinch poi la parte offefa fi purghi di quel veleno , vuole Sennerto che fi apra un cauterio , o nel luogo del morfo , o in altro a quello vicino.
lavata la parte col vino caldo
fi

fo del cane

cataplasmi

vantati rimedii di coppe fcarificate, adufiioni, mutilazioni, unguenti e cauterii , che farem noi ? Io fon ficuro , che f dopo un morfo di animale rabbiofo , che fembra piccola cofa in f , fi
tanti
,
,

fra

pre-

SULLA Rabbia.
XCVII. Per
potrebbono
fare
ci che riguarda le ligature
de'

i<?5

membri
,

che

per dar

tempo

alla mutilazione

che conven-

gono molto per rapporto a'veneni che infettano in un fubito il fangue, non pare che in quello cafo effe fieno neceffarie , poich che quando la bava volatilizzatail fangue non infettato , dopo un raefe i circa nulladimeno niente impedifce di ado-^^

prarle.

_
Rimedit curativi
.

XCVIir. Se la morficatura (yillj, o le lagrime paffano


fioni

nelle parti da

neceffarie

per eflirpar
;

il

poco , velno

fi
,

dove la fa II va fcola poffono praticare le incie

quando
s\

fi

poteffe

il

male
a'

gi prefo

in quello cafo bifogna adunque


la

aver

ricorfo

rimedi! curativi, che non riefcono giammai


fi

bene, che quan-

do
fia

adoperano fubito dopo


infetta
.

morficatura, in qualche parte che

fiata

che due mezzi di guarire le ma^ anno per origine una materia morbifica , o un veleno ; il primo di efpellerlo, il fecondo d'impedirlo ad agire, o ci eh' r ifteffo di correggerlo. La natura o il meccanifmo fembrano agire nella Rabbia per efpellere il veleno; perciocch la piaga fi riapre, fuppura, manda una fanie virulenta ; T animale fuda, vomita, e bava continuamente: in quella vifta i Medici an dovuto tentare i fuppurativi , i fudoriferi , i volattie

XCIX. Noi non conofclamo


che

pi-ecettafie al

morficato

che

fi

tagliaffe egli la

parte morfa

-^ midoh uno o

punta del nafo , o dell' orecchio , fecondo che vorla Signor ^e Sauvages ; non dubiterei che ne faremmo noi Medici , e tacitamen^,% manifeftamente beffati e fcherniti . Chi far colui, che vorr tagliarfi e le dita, e la punta del nafo? E peggio accader, f cffendo il morficato perfona di qualche condizione , chiamer in configli varii Medici e Cerufici : vi avr di quegli che feguendo le orme del Signor Mead , fentendo proporre la ny,itilazione di qualche membro , fogghign eranno eglino a cos vana propofta , e ad una cos forte fparata Che perci , quando inciampi nelle mani noflre qualche cafo ai quelli far bene applicare pi coppe fui luogo del morfo , affinch fanguini di^ molt o la parte , e con quel fangue che fcola , e con quelle fibre che fi tagliano, il veleno fi pofla almeno in parte, frauovere, fuori ufcire
dita
il
,

due

rebbe

j66 S S E R T A Z I O N E I II. mirivi, e i falivanri; ma refperienza ha fatto vedere En quii , che tutti quefti foccorfi cos'i bene indicati , fon tutti infuffi. f f n'eccettuinogli ultimi; anche la Natura per cJenti (yy)-^ parlare in linguaggio ricevuto, infifte di vantaggio alla falivazione

C. Riguardo alla correzione del veleno,


te con
cui
fi

il

carattere incendian-

manifefa abbaftanza merc

le

fiamme dalle quali


l'am-

(77) Allorch i Medici s' iml)attono a dover curare certe rnalattie perkolofe oltremodo, manca a' medefmi il confueto vivacilTimo brio che foglion avere in medicar quei mali de' quali non che le cagioni ma gli adatti rimedii ne conoicono" e mille argomenti prerdono , e mille vie battono per potere il verace medicamento rinvenire Ci avvenuto
,
.

nella malattia della

Rabbia

moderni

Profefbri

dopo ^verc

a chiare

che gli tanti fpe^ifici , e le tante polveri ti^ecantate degli antichii, non aveano valore alcuno, u virti medicinale, t:ominciarono ad Tjfar ogni prova per ifcorgere da qual clafi di medicamenti f ie ritraefle profitto contro il veleno rabbiofo . Tentarono i diuretici , i diaforetici , gli emetici Veggiam noi ora , cofa pofTa afpeti catartici Il Dottor Mead fi dichiara in favore di quelle metarfi da tutti ij,uefli dicine che promuovono le orine, e dalle medefime compofe il fuo fpeciJEco Egli oflTerva in primo Juogo -che Diofcoride, e Galeno tennero per Ijcuro antidoto di tal veneno le ceneri de' granchi del fiume , che preparavanfi mettendo tali animali in vafe di rame, ed abbruciandoli con fuoco fatto da' tralci della brit)nia bianca . Davanfi coteRe ceneri alla dofe di una o di' due cucchiaiate al giorno , aggiugnendovi un p di genziana , o pure d'incenfo , e fe'guendo un tal metodo di cura per quaranta
,
, .
..

note conofciuto

giorni. E' quella


tifebbrile
,

davano tanta virt anmoderni ^ la ^juale radica credevano valer dimolto eziandio nel male della Rabbia , che ficcome diffe Palmario, maifempre porta la compagnia della ria febbre. L'altro medicamento, del quale Plinio ndla Stq^jrtvTaturale , ed il P. Boccone parimenti tra' novelli, ne raccontano de' prodigi, fi la fpugna t'ella rofa falvatica o canina, detta in latino cftiorrhodon , Nota il Signor Ray in parlando della diflribuzion metodica degli animali , che tale fpugna ^Itra cofa non , che una efcrefcenza che ii fa nell'anzidetta rofa falvatica , non diflbmigliantemente che fi formano le noci galle nelle querftefla

genziana a cui

gli antichi
i

non

la vilipendono n

meno

cie

ed inoltre che recifa e fpaccata che


ed abbarbicati per tutto
olle
ali xi tonde
il verno e fofche, f

fia

fiffatta

efcrelcenza
,

ritrovafi

una materia vilcofa piena zeppa di vermini larghetti


tati
j

dove ftanno acquattrafmutandof in


ren-

indi

nella fiate
Il

farfalle

Jie

volano.

Signor Van-Swieteti

suLXA. Rabbia.
rende
al

-j
le

mio

dire vera e precifa teftimonianza

con

fai*

faper

cite

moderni Medici, non anno ftabilita tale virtir'contro Che perci io fo prlTaggio all' la Rabbia in quefto millantato rimedio colle canterelle , Il quale era comporto e preparato antidoto del Baccio le quali anche oggid nel Regno di Ungheria fi adoprano in quefti bifoGli Ungheri le tengono fervate nell'aceto, e oni , e a non ifcarfa dofe poi ne fan prendere all'arrabbiato quattro, e cinque, ed anche fei dentro Io fpirito di vino, fecondo la natura pii o men gagliarda e ri Tenti ta del medefimo. In tal foggia prefe , dicono, che non fi arreca veriin incoma foltanto deflb un rimedio che potentemente promuove le modo orine . Non debbo tralafciare in dire , che Avicenna- con fronte crefpa e
fperiervze fatte da'
. .
.

difpettofa giunfe a vantare

che

un

idrofobo arrivaffe ad orinar


alle

faii-

gue

farebbe egli libero dal male.

Dopo il Mead fifs

novero

di

tante medicine diuretiche


,

quali

il

Signor

ebbe egli talento di defcriverc il fuo deferittadal la pianta Lichen terreftris fpecifico , medefimo Signor Ray ( Hiflor. Piantar, pag. 177. ) , ed al certo diuretica . La unifce col pepe , e la chiama polvere antilijfa . N vale cofiffatto fpecifico folamente per gli uomini , ma benanche per gli altri aniinnanzi gli fguardi fuoi il quale altro non , che
E' flato defcritfo quello metodo di cura da Giorgio Dam che affieme con alcune annotazioni vien regiftrato nelle Tranfazioni Filofofiche al mefe tJ Febraio lpS. pag. 4$;. e feg. Per non dilungarmi troppo , rapporter l' efiratto fatto, che ho trovato negli Atti degli Eru-

mali rabbiofi
pier
,

diti

di Lipfia de]
le

i6pp.

al

mefe di Marzo

Tomo

Ecco

fonanti parole che leggonfi in quegli Atti


,

^ Si

terzo alla pagina 427. cani exhibendum hoc

^re^nedium

aure ejtts fanguis prius detrahendus efl , deinde canis probs atque a paflu cohibendus totam noEem, aut maxtmam diei par' tem y antequam et propinetur , mixtum laBi, aut jtifculo tepido , Si pecus aliquod admorfum fuerit, fanguis etiam mittendus efl , idque probe abluetJ'
e?e

abluendus

attemperanda liomiablutio' faffam, fiein faciei , aut manuum , vel partis laefae. Expedit etiam ut -vefles , quibus hdutus fuit admorfus , laventur Fin qui gli Eruditi di Lipfia Ma non ofante tutte quefie precifioni e minutaglie , non v' ingombri di ma raviglia il fentire che d'altronde, che da tale fpecifico fi debba prendere il rimedio della Rabbia. Non v' chi s'apponga gi d i nfol to , e poifa acquietarfi in quefto antidoto perciocch ebbevi di varii efempli incontrario, da' quali fi rileva che varie volte fi dato tale rimedio; e perch non rintuzzava la caufa poco ha giovato . Quel fanciullo, ficcome me, defimamente rapporta l'Illufire Van-Swieten, elfendo fiato forato al pollice da' denti d' un cane , tutto che avefle ufato per quaranta di alla dofe d' una dramma la volta l'antidoto del Mead, prendendo eziandio dieci bagni di mare; dopo diciannove meli con affanni di cuore , e fopra ogni do

dum

dofts

autem magnitudini , aut virihus ejus


efl

efl

nibus tandem propinandum

pofl fangunis miffionem

&

i<58 dolore,

Dissertazione
fi

II.

vide crudelmente morir arrabbiato.

Adunque
alle

dal fin

qui detto

apparifce, che non

dobbiamo aver molta fidanza

n tampoco alla cura del Signor Mead , pi oculati, de' pi dotti, e de' pi difcreti Medici dell'Inghilterra. Paffo ora a' diaforetici. Egli fi pretende, che con quefii medicamenti impulfo dalle interiori parti , afla pelle rimanga pi aperta fi dia un finecch quel veleno che nell' interno del corpo infinuato , o che nel luogo del morfo appiccato tenacemente fi pofla aflbttigliare , ed ufcir fuori Da ci fi mofl Giovanni Ravelly ( Tratte de la Rage ) a pre, ,
.

medicine diuretiche, tutto che egli fia fiato uno de'

fi'a gli altri rimedii le preparazioni antimoniali diaforetiche , Egli noto che l'antimonio crudo compofto dello zolfo , e della foperciocch efpofte al fuoco manda un fumo violetto fanza metallica che ha l'odore del zolfo, e fciolto nell'acqua regia, depone una polvere nella foluzione della medefima acqua f fi cii' zolfo vero: ed inoltre o pure il nitro , fi depone la parte metallica, iTtetta il fale di tartaro la quale il regolo femplice di antimonio j e f tale precipitazione fafT merc il ferro, o lo fagno, formeraiTi il regolo d'antimonio marziale, e'I regolo gioviale. Alcuni de' Chimici fi credettero che l'antimonio foff un mercurio vero, che comincia a cangiarfi in natura di metallo, avvegnach egli fi unifce ugualmente all'oro, come il mercurio. Ha lo ftibio forza di muovere il vomito- ma allorch fi mefchia col nitro in copia , fi former quel gran rimedio che flibjo diaforetico nitrofo fi chiama, die

fcrivere

non muove
depone
fibiato.
al

il

vomito, ma
bianca

il

fudore;

il

quale inoltre difciolto in acqua,


,

fondo una

polvere

falina

che

tatti

chiamiamo

jiitro

Non
fi

ofiante l'attivit di tai diaforetici

fon veduti quei buoni e defiderati effetti per


llil

antimoniali, pur tuttavia non la elpulfione del veleno .

luogo del morfo, non potr efferne di col afibttigliato fi comprender di leggieri , che molto meno di profitto potr attenderfi da' vomitivi, dalle purghe, eda'falaffi. Serviranno tutti quefii rimedii a difeccare la macchina, ingroffare gli umori, * -forfi eziandio a metter in maggior azione effo veleno. II conobbe^ tutQi-iefio fiflato

e fmoffo

Per

la

qual cofa

to quefto il noftro celebre fu Niccol Cirillo , e lo regiftr per svvifo. Sunt , qui ad hoc "uinis depellendum , uttmtur emeticis ^
ticis

&

comune
cathar-

medkamentis . Sed fi verum fateri velimus , nonnifi ad perniciofam Fa un'altra ofTervazione il medefimo autore, ch'effendofi aegri jaBuram f fi dovefne' cadaveri degli arrabbiati trovate le vene vote di lngue miglior configlio farebbe iftituire l' artefe cavar fangue ad un rabbiofo riotomia , che la flebotomia Si unquam fanguis , fon le fue parole, i
. , , .

rabq/s

e/i
.

ediicendus
refto
,

per arteriotomiam potiui


la

quara phlebotomiam educi

Ja febbre

efiendovi benanche , che grande e forte in molti cafi fi ravvifa ; ed avvegnach pei* gli tanti inconvenienti inforti , e per la malagevolezza eziandio , l' opedeberet

Del
,

quando

Rabbia

fi

fviluppata

ra

SULLA Rabbia.
razione dell' arteriotoraia effendo ita oggid intieramente in corfo del gran male , non l'ara f non bene il trar fangue
difufo
all'
,

i5^
nel idrofobo ,

tanto pi che varii buoni efempli fi fon veduti . I Signori Poupart , e Berger, che faranno accennati in appreflb dal Signor de Sauvages , ebbero gran fiducia a' falaflfi. Io aggiungo , che il primo fa menzione di una

che dopo eflere fiata moria dal can rabbioib , fi guer coi trarli allo fvenimento all'ufanza Galenica , ed alimentandofi per un anno intiero con pane e acqua. Che medicina fevera Il Signor Beroep

donna

fangue

fin

negli Atti dell'Accademia del 1705?.

attefta che di

molte perfone mor-

-f, e poi idrofobe, due

'

fi falvarono colla fegna alla fronte. qui fa meflieri di accennare un altro medicamento , che non ha guari fu divulgato come grande fpecifico contro tal veleno . Volevo io tacerio ma perch gran rumore fece allorch fu pubblicato , non far difdicevole alla materia che fio trattando , f a riferirlo io m'inoltro. Que-

poffedcva un contadino di Slefia . E fi un infetto mcfCa de' coleopteri , e chiamato Me/oe , che malamente flato confuib collo fcarafaggio comune . Due fpecie di tali infetti vi fono , il Meloe prpfcarabaeits di Linneo , e '1 Melos majals , Quelli forftp

fegreto

il

da Linneo nell'ordine

mano

il

te ne' prati

principale ingrediente del detto fpecifico . Trovanfi ordinariamennelle colline apriche, dove fi cibano di veratro , o pure , e
,

di Napoli . Debbonfi raccogliere pi afciutti e ficcome al menomo toc- camento fchizzano un liquore odorofo , eh' l' ingrediente pi clTenziale dello
de' ranuncoli e

non fon

radi nelle

campagne

nel mefe di

Maggio,

e ne'giorni

fpecifico^ cos affinch tale licore

non efca, debbono prenderfi non

colle dita,

ma

riponendoli in un vafe di vetro , o di terra . La ricetta poi fecondo alcuni , la feguente Prendonfi ventiquattro di tali infetti confervati nel mele; due oncie di triaca ; due dramme di legno di ebano-

con due

fufcellini

una dramma di radice di ferpentaria Virginiana


di

una dramma

di limatura

piombo,

venti granelli di agarico.

Di

quella compofizione poi f ne

dramma , o meno , fecondo la varia et e'I diver. , mezza perlona morfa dopo che avr prefo il rimedio , dee per ventiquattr' ore aflenerfi- dal mangiare , e per dodici ore dal bere Sempre pi poi ha prefo piede quello metodo, ed flato da alcuni commendato affai. Anzi il Signor Carlo Traugott Schvyarts Medico di Slefia in una
d una dramma
fo feflb

La

DifTertazione da lui fcritta due anni fono in difefa di quello rimedio , traile moltilfime felici cure, ne riferifce una, il cui fuggetto era fiato egli medefirao . Dice eh' effendo fanciullo di circa dieci anni fu alfalito da un
groflb cane,
il quale lo gett a terra, ftracciogli le fus calze, e gli diede cinque ferite alle gambe , e dopo addentogli le braccia in pi luoghi Il fratello fi mife a buttar? delle glebe di terra addofb al cane , ficch quefio gli corle appreffo , ed alti-o danno non gli rec , che lacerargli per di dietro Je fue vefti Il cane allora ufci di quel giardino , e fi avvent su d' una truppa di gente che tornava dalla Chiefa Sulla prima morde

il

IL 17 r ammalato fi fente bruciare, e per le punture che raflbmigliano a' colpi del fuoco, noi fiamo anche portati naturalmente ad abbattere quefto fuoco per gli mezzi , che la fete ineftinguibile ifpira agl'idrofobi, non oftante i tormenti ecceiTivi che la bevanda loco cagionale quefta fete ardente , che
zi
gli fa fare tanti sfor-

Dissertazione

ripugnanza (e) ; ma finalmente la fenfazione orribile eh' elfi provano ancora inghiottendo la loro faliva, prevale fopra la bevanda da rinfrefcarli. Bifogna dunque prima che l'ammalato abbia quella ripugnanza , premunirlo contro il proaimo incendio colle bevande le pi rinfrefcanti, eco'bagni l pi frequenti;e come l'efperienza ha fatto vedere, che gli sforzi che la Natura fa per la contrazione del cuore , de' vali , de' murcoli , tutti violenti che fieno, non ballano per eftirpare
per vincere
la

loro

quc
il

Sagref-ano
5

ndi due donne e quattro contadini


.

dopo alcuni

altri

Signor Traugott Schwarts fi alz alla me-glioj e con urli e grida corfe piangendo a raccontare la fua difgrazia alla madre Si chiam il Medico pafore , il quale nella mattina alla digiuna gli fece prendere un bolo formato con un verme di Melo, e con mele, proibendogli il mangiare e '1 bere. Un ora dopo fi fent egli affacani
II
. ,

ed in fine fu uccifo

da un dolore fordo ne' reni , cui tenne dietro una ritenzione di orina cos grande , che in tutta Ja giornata non pot cacciarne che qualche goccia , e con infoiTribili dolori j effendo intanto quelle fue fcarfe crine grolfe affai e fmil-i ad una materia oliofa o mucofa , fenza per veruna tintura di l'angue. La fera poi le orine divennero copiofe , e '1 paflore gli permife di mangiare e bere fecondo il folito. La notte fcguente placidainente dorm Riguardo alle ferite, dopo di averle ben lavate , il pafiore altro non vi mife , che un p di zucchero in polvere con un tantino di zafferano, e con queflo fempHcc rimedio, e colle ligature nello fpazio di fette giorni fi rimarginarono le ferite. Tutti quegli altri poi ch'erano fiati morfi dal medefimo cane, furono ben trattati e curati ma quegli altri cani eh' erano fiati morficati , tutti diventaron rabbiofi Qiiefia i floria , onde J' autore prova la Vera e gran virt medicinale dello fcarabeojenon quefio un rimedio nuovo, ma da tanti anni comprovato con offervazioni anzi il Signor de Sauvages beniffimo Jo nomina nella fua Kofologia Adunque dovrebbonfi quefti vermi in molto numero andarfi cercando jier poterne poi dave una convenevole dofe nel bifogno Ci per non fa ,, che non fi dia altra ficura medicina, di cui parler pi baffo. (e) Vedete appreflb i Signori Aftruc, e Lifter l'artifizio che adoperano gr idrofobi per vincere la loro ripugnanza .
lire
,
. :

SULLA Rabbia.
quefto glutlnofo veleno
,

tyi

che nel tempo ifteflb dmlnuifcono fucceflivamente le forze ^ bifogna calmarle o moderarle co' narcotici, anodini, e nel temoo ifteflb calmare e raflettare lo fpirito dell' ammalato, l'agitazione del quale accrefce quefti sforzi per tutt'i mezzi che la morale pu ifpirare. (78) CI. Ma bifogna confeffare che quefti rinfrefcant e calmanti noti
e

badano per diftruggere

la

materia morbifica, quando

efla

fi

ff-

fata

(78) Negli ann- andati gran lite fi mofle in Francia fulla natura veta del male della Rabbia , poich la buona parte de' Medici folleneva cHe il veleno dopo avere coipurcati gli uniori e'I fluido de' nervi , fi attaccaffe
alla gola,
fra' quali

producefle la bava, e generaffe tant' altro veleno^ e gli altri , Signori Nugent , e le Camus , difendevano all' incontro che che come un pretto male la malattia non dovea altramenti confiderarfi , convulfivo ; laonde la cura dovea intraprenderfi per mezzo de' rimedii antifpafrnoaici , quali fono fpecialmente il mufchio,e l'oppio Io dopo aver
i
.

efpofle con
ta

ritenuti giudizi! le tante ragioni


il

dalle quali

mi
all'

fon augurali

buona riufcita, per dimoftrare che


,

veleno rabbiofo

efofago

at-

non entrer piU in quella lizza, e metter in villa partitamente ogni minuzzolo di cofa che quelli detti autori anno fcritto. Solo vedr chiarire, qual profitto pu afpettarfi mai dal detto ufo dell' oppio , e del mufco
tacca
.

e quivi la fua principal fede ferma e ftabilifce

Egli pur noto che in ogni malattia ma de' nervi, i Medici foglion ricorrere
li

,
.

in cui evvi fconcerto nel


leggieri rimedii oppiati
,

fiitei

a'

qua-

fermano quei tumulti , e quei difordinati movimenti del fluido nervo Ecco perch Bartolomeo de Moor tenne per ficuri fpecifici contro fo della Rabbia , non folo i rimedii diaforetici , ma fimilmente i narcotici come quelli che inducono una quiete ed una placidezza nel corpo , e diminuifcono quelle avanzate fenfbilit , quelle tenfioni Itraordinarie nelle fibre nervofe , e pofibno eziandio pungoli dolorofi minuire Ma ognun vede, che fi dee in queflo luogo difiinguere; e che altro fia il trovar un rimedio nel tempo che il rabbiofo fla nel colmo del fuo male, e de'fuoi tormenti ^ ed altro il vedere di ftabilir un medicamento , ed un antidoto, che conjinciato a dare da dopo che fi ricev il morfo , non facefle Or chi quello il volefle attendere dall' oppio, avan la Rabbia fviluppare Che perci di qualche legzerebbe al certo una bubbola , una barattera
. .
. .

giero oppiato

dello flato acutiffimo di, grandi difturbi de' nervi L' idrofobo , perch fi vede a fimil termine condotto , n pofa d , n notte , e '1 fonno lungi fugge , e mai non fi raccoglie In quel tempo , come il diffi taiun oppiato pu con ogni prudenza preicriverfi , avendo riguardo al clinel

io ben

mi

avvalerci
a'

tenapo

quella malatta per dar calma

ma

ed alJe temperature diverfe de' fuggetti Egli pur noto che coloro che fi affuefanno a tal rimedio , non ricevono dalla pochifilma dofe quegli utili, che rifentono coloro che non l'anno in ufo. Il Signor Cha.
.

172 ma,

Dissertazione

II.

ras una volta prefe di oppio dodici granelli ed afficura aver conofciuto ; un altro, che folca prenderne trentafei acini: e di pi nelle Tranfazioni Filolofiche fi fa precifa menzione del Signor Loveloik , il quale effendo

nel corto fpazio di tre giorni , tracann roz , Altri allo 'ncontro con pochi acini ne fon morti . Il perch nel bifogno potr prenderfi , o un granello del laudano oppiato, o' una pilola dello florace di Silvio, o alcune" goccie del laudano liquido del Sidenham , o qualche altra preparazione di fmil fatta .
granelli di oppio
.

tormentato da gran febbre

ora a quell'altra medicina, la quale ricev de' gran plaufi menpubblicata , fpecialmente in udirfi da' Medici amanti di novit, che nelle parti da noi cotanto ri mote quali fono le eilreme dell'Alia, , era con tanto profitto fomminifrata e quefla appunto fi agli arrabbiati
tre fu
;

Vengo

mufchio Deefi innanzi fapere , che la migliore e maggior parte di quello mufco in quelle lontane regioni fi ritrova e partitamente il pii ,
il
.

fcelto nel Regno di Butan , onde poi a Patna , Citt Mefi trafporta tropoli^ di Bengala. Si eftrae il medefmo da un animale , che a un di preffo come una groffa pecora fenza le corna , e con due orecchie dritte ,^ avendo fotto la pancia una veffica grande quanto un uovo , ma pi

vicina alle parti genitali, che all'umbilico. Dopo che l'animale uccifo, recide detta veffica , da cui il mufco fi cava , che allora fomiglievole al fangue quagliato , che innanzi di legarfi fi fa fvaporare . Se la <lma veffica fenza la evaparazi'one fi legaffie e poi dopo qualche tempo , riaprendofi fi voleffie odorare il mufchio contenuto, cagionerebbe gran nocumento al cervello, e fchizzerebbe il fangue dalle narici, merc la violenza dell'odore. Leggafi la defcrizione del Signor Tavernier ne' Viaggi
fi

alle

com' giungano ne' nervi, e raffi-enino ed afbrbano 'il fluido nervofo. Pernon maraviglia, f nel male della Rabbia il mufchio fia fiato cotanto celebrato I Cinef ne an formato dal medefimo un buono fpecifco. In Inghilterra dal Regno di Tong-Kin o~-Tunkin come dicono gli , Europei , e eh' r ultima regione nell'ulteriore penifola dell'India, giunto quefio antidoto , comporto di mufco e di cinabro come fi fentir poco apprelfo dal Signor de Sauvages Tanto in quefio Regno di Tun,

di

fi

Indie, Parte feconda, libro terzo, capitolo decimofettimo . rileva, quale e quanta fia la fpttigliezza di tali particelle

Or
e

quin-

elle

ci

qiiin

cia

che ficcome afferma Tavernier, quafi cosi grande come la Franquanto parimenti nel vallo Impero della Cina, nulla oliando il cH\/^^^^ e temperato, che fembra una primavera eterna; pur tuttavia la Rabbia ben fovente vi fi produce In quelle regioni la Medicina prende luci rimedi dall' erbe 1 dalle gomme , e dalle radici de' varii vegetabili che loghono adoperare quei , Pratici che fanno nel tempo ifieffo da
,
,
. ,

Me-

t^

L L A
1'

Rabbia;
della

fata e concentrata nelle

gkndole febacee
effetto di ci
'l

gola
Jia

;.

efll

7j pot
,

fono foltanto arreftare

ch'ella

di

volatile
:

quando
ch
effi

infetta folam-ente il fangue e

fluido nervofo

benfi-

non fieno &

tralafciarfi

non

bifogna

intieramente

dare .

CIL Noi abbiam veduta


fuoi

pi

grandi

effetti

nella

che il gola

veleno;.

della
1'

Rabbia

fa

che

orrore

dell'

ac-

qua che ne proviene il fin tomo il pi foymidevole , e l'origine di molti altri , quando egli non faceiJe altra cofa , che privar r ammalato della bevanda e della nutrizione fenza quefo fin tomo la Rabbia farebbe una febbre maligna,, o una malattiar ordinaria r falaffi , i rinfrefcanti , o fimili rimedii bafterebbono dunque f infezione delle glandole febacee della gola per queflo veleno che vi fi attacca fpecifcamente, ci che quella maf fi poteflero adunque lattia ha di proprio, e di caratreriftico nettare quefle glandole di quefta mucofit , la quale fola capat ce di moltiplicare j determinarej, e far agire il veleno, fi mette: :

,,

reb^^

Medcr , da Speziali , e da Cerufici j ma negli ultimi tempi merc il lot* converfare cogJr Europei , fi fono i' Gnefi alquanto dirozzati , ed anno introdotto medefimamente qualche rimedio minerale e di attivit , quale fpecialmente il cinabro , che l'uhifcono c-ol mufchio , o che fia mufchio' verace , o- almeno quell-o che fi- trae dal caprio, che chiamano odorifero
con tutto quefto ancora la Medicina Ginefe nella fua infanzia, fpecialmente f fi eonfiderir , che la bafe s della lor Botanica, che della lorocotanto decantata Sfigmica, poggiata fuUa cognizione dell' Afl:rorogia non eflendovi parte a-nimale',^ vegetabile, o minerale, cfie non fia da efll ripofia fctto r infiuffo di qualche pianeta , fegno , o coftellazione celefte E quando fi dee prfcrivere quefto antidoto a' morficati da' cani , a loro fa mefiieri oflervare innanzi le benigne' o maligne influenze' delle ftelle e fpecialmente la fituazione della Luna. Queflo l'ho detto qui di paflfaggio per certi Vifionai-ii ^ i- quali- credonfi che la Medicina Ciriefe fia net pi alto grado di fcienza , e di dottrina-, e fono cos invafati in pr di tale Nazione, che paiono farnetici. Ma per conchiudere fu del detto fpeeifico della Rabbia , ognun comprende , che il mufco pu effere di profitto quando- la piaga fi- invelenita , ed^ nata la Idrofobia e '1 furoi'e, Allora tale profumo pu giovare per calmare le turbe inforte ne' nervij ma il volere fperare che il mufco cominciato a dare da dopo il morfo^
,.

Ma

,-

,.

,-

poffa abbattere

il

veleno,, al certo farebbe eotefta una vana lufinga

1 S S E SI T A Z I O N E 0. 1^4 rebbe intieramente il morfcato a falvo dell'Idrofobia ; non atran)enti,o che fi fana, o che fi previene il renefrao, e h difuria, impedendo la formazione 4i certe materie acri neil' uretra , e

nelle

budella.

conofce miglior rimedio per produrre queflo effi mercurio, p lotto la forma d' upa pomata applicata alla pelle, o fotto quelle del mercurio dolce (f)} della pafi sa che nacea , dell' etiope minerale preil interiormente l'yp) qae{ rimedi! reiterati qualche tempo, faimo ufcirc dalle glandola icofita che ivi fh-^nano ; e codelia gola e della bocca, le me il mercurio agifce lungo tempo, e.^li in iitato di tenerla
fe-tto,

CIIL -Non
che
il

moltof nette

e di renderle
;

per queiio incapaci


5

di

dar
col

alloggio

al veleno idrofobico

perch finalmente

febbene

mercurio mol^
.

Julius -) de morhis contagiofis l. VII. Lutei 1578. in ( ha parlato dell' ufo del mercurio in unguento nella Rabbia , pag. 2 38. Ravelly Trattato della Rabbia in iz. i6g6. configlia fimilmente le preparazioni mercuriali , conne il mercurio dolce , ,il cinabro aio. o 12. granelli, con altrettanto di occhi di granci , e di gufci di oftriche,il

(f) Palmarlus

(q^uarto

tutto in bolo. Tranf. Filo/I

(jp) Dopo tanti e s diverfi racconti fatti potr ficuramente interrome non vi far mai fperanza di fentire da Voi, che per taluno , e dire vi flet mefib a findacare le opinioni altrui , quale fia il rimedio vero e ficuro della Rabbia? Voi dite, che fenza taccia, non fi poffono dal Medico precettare le aduftionijCd i troncamenti delle parti; che non fi debdalle purghe , da' medicamenti be fperar profitto da'falaffi j da' vomitivi che promuovono il fudore , e le orine ; ficcome molto poco da Iperare "dalle medicine anticonvulfive , traile quali debbon effer prima numerate
, : ,

il

che pu qualunque mrfcrto dal cane trav perloche non maraviglia f l'altre io lafcio, e f lei fodel fepolcro Queflo unico e folo antidoto fcoverto da' Medici di fenno , dola lodo p che a tentone per molto tem.po eran iti provando e riprovando quefto e quel rimedio , fi l'unzione formale del mercurio fatta in guila ,
fceglierolla tale
:

mufchio ne una 5 e
.

l'oppio.

qUale dunque
,

dovremo

attenerci

Io fceglieron<

Il veleno rabbiofo nelle glandolo dellaonde quando fi promuove detta fe^rezione innanzi che la Rabbia fi manifefli al certo fi evita , che il dctto veleno poffa in quelle fedi rimaner fiffo e fermato ; che anzi il medefimo rimedio affottiglier li fieri e la linfa , ed affieni colla bava far

che polla promuovere


la gola
,

la

falivazione.
attacca
;

e nelle fall vali

fi

ufcir fuoi-i quelle

parti venefiche

che nel corpo vengon introdotte

La
pri

SULLA K.ABBIA.
prima autorit
Aflruc
,

I75
del
.

eh' io adduco
tal

in quefta inchiefla,

fi

famofo Signor
fi in

il

quale fu

punto cosi ha lafciato fcritto


,

Quin imo

re

gravi

conJe5uyis locus fit

inani fundamento j praefertim fali'Ujze , proritant , copiofum quoque 'virus educere itaque inde morfis ab animali va'* bido , utilem credimus ptyalifmum moderatum j five iterato ufu panacea mercurialis , ftve quod [atius ejl levi fed repctita unguenti Neapolitani
'.

fialagoga ,five falivantia proficua cenfemus ,nec cum enim virus hydrophobicum prae analogia nfideat confequens ej remedia , quae uberem falivae fiuxum

inunBione cieatur. Egli pur neceflario a fapere innanzi tratto , che i Galenici volevano, che il mercurio agifle merc il freddo di quarto gl-ado , e che per tal fi-* ne fofle un vero veleno , poich confuma e ftruggc il calore naturale I
.

Chimici
il

fi

credettero

che

il

medcfimo operafle

per

mezzo

di

un
:

alcali

,-

quale allorch nel noftro corpo s'imbatte con qualche acido, quello rimane afforbito , e poi fi caccia fuori pei* mezzo della falivazione ma fg particelle acidofali non incontra , acquifia una natura corrofiva , urta e rompe'
i

vafi , e fa le veci di un gran veleto . lafciando ormai quelle baie e novellette antiche , veggiamo cofa pu fare 1' unzione del mercurio a chi ha ricevuto un morfo dal cane
.

Ma

Subito dopo detta morficatura , facendo prima una cavata di fangue,ed indi ripulendo le prime vie con qualche purga , prncipieraffi a flrofinare' Col detto unguento che fole non potfebbon Le particelle del mercurio
, ,

pori della pelle , avvegnach il lor pefo fpecificamente fupera quello de' vafellini , laonde fi offerva eziandio che internariiente' prefo , precipita gi per gl'inteflini , n s' infmua ne' vafi del chilo ; le
infinuarfi per gii

particelle del

mercurio io dico , fciolte in parti minirniffime , ed unite con quelle del graflume onde fi forma 1' unguento e medfimamente col- le particelle del fudore o della trafpirazione , fi renderanno con ffFatta unione di minor pefo fpecifico , e faranno adatte merc le leggi dell' at^
,

trazione, da infinuarfi ne' vafi e nel fangue. Quivi poi accrefceranno i moti degli umori j e fonderanno i niedefimi j per' la qual via dimolto fi giova contro il veleno della Rabbia . Siffatto venen
allorch dalle fibre della parte morfa fi va a fpilluzzico infinuando , raddenfa la linfa , e quaglia gli umori , onde forge prima qliella tiepidezza nel malato , ed indi fi veggiono quelle ingorde manincone altrove peif

me
do

defcritte

Il
,

mercurio

perciocch rende
fl:iito

il

e fcorrevole

di quello che lo

naturale comporterebbe
forza
.

fangue dieci volte pi flui* giover


,

in quello flato della

Rabbia

Cofffatta

al

mercurio

fi

produce,

merc
che
ne'
i

leggi del moto , corpi moflfi da una


le

reciproca delle mafie, f

dimoflra da' Meccanici , medefima forza ricevono le velocit in ragion non fi abbia riguardo alle refifl:enze; ma che poi
e delle refiftenze
.Si

mezzi

refifenti
.

le

dette velocit le confervano

in ragion diretta delle


alla

malTe

ifteffe

li

mercurio comecch

meno

fuperficie contiene in rapporto

iy6
molto della non fa che

Dissertazione
linfa fia

IL
,

portata in queflo colatoio


,

quefta

linfa
ig

paflar
fi

rapidamente

eifa

non

potr

acquiftarvi

mucoft che dee naturalmente ivi trovar/i, attefo che quefla mucoft non acquila la fua acrimonia e confiftenza,.che per lungo foggiorno che vi fa, come 1* orina e la bile, che dentro i tubi fecretojii fono limpide e trapropriet che

offervano nella

fparen-ti

acquiftano nelle
,

veffiche che le ritengono


effe

tanto

pi

di colore e di acre

quanto

maniera che ^,li che dimorando negl' interini


fa

dimorano di vantaggio; e dellifefefcrementi non acquiiano la loro confidenza,


vi
craffi
.

Or

per nettare le glandola

febacee della gola


le

non

neceflario

procurare uno fcolo fenfibi-

dalla bocca eh' fogge-tto a molti inconvenienti , e che non potrebbe continuare altrettanto lungo tempo quanto bifogna ; .bada foprattutto, prima che la Rabbia fi dichiari di fare fcolare
fi

quefta mucoft a mifura che

fi

feparajC impedirla che vi ftagni.

Per adempiere quefte differenti indicazioni jfubito dopo la morficatura, li metter Tamnialato alla dieta lattea,, e f il fuo ffomaco oftante le preparazioni che fi potrebbono far il comporta, non precedere, fi avr ricorfo a' brodi rinfirefcanti alterati colla lattuga, colla porcellana, coli'acetofa; fi daranno la fera due bicchieri il tutto preceduto dal purgativo il pi dolce ^ colla manna, col fale di Glauber, e conalcuni bicchieri d'acque minerali; avendo continuato quelli brodi per dieci o dodici giorni, fi fo-

diemulfione,

{lerrebbe raegiio

il latte, o il fiero, .o le creme Scc. che fi conlinueranno per mefi intieri: mediante quelli rinfrefc^n ti fi rintuzze-

r
pi-opria maffa
fiero e della

alla
jt\

di
,

linfa

vie

quella delle particelle del fangue roffo , e di quelle meno refitenze incontrer ; ed inoltre ferbcr la

velocit con pi di forza, perch ha pi mafia inerte, cio pi foflanza capevole di rnantener l' impulfo ricevuto. Polli quelli principii , che da me potrebbopfi comprovare col mezzo di argomenti tratti dalla Meccanica , e dalia dottrina delle fuperficie che an proporzione colla quantit di materia , refter dimoftrata la gran forza difciogliente che gode quello ri. medio il quale forma una delle armi principali della Medicina. N per
,

altro giova a' feguiti del

glia que' coaguli

mercurio fi ^eflruo proprio che lo ellicgue.

mal veriereo , f non perch fcioglie ed aflbttiIn fine il che anche il veleno Gallico fuole produrre attacca alle glandolo falivali, perch in quelle ledi truov^ \\a
,
.

SULLA Rabbia:
. l'acrimonia del
.

177

veleno nel cafo venga a mefcolarfi col faague, manchereb-" fi preverr la fuga de' fluidi, che quello veleno non be d'accendere , e s' impedir all' argento vivo, bench dato a fcarfe dofi e da tempo in tempo , di fvegliare alcun calore Dal
di

Tegnente che 1' ammalato far (lato purgato, per prepararlo femore al latte o a' brodi , fuppofto che quella preparazione neceflTaria, fi comincer l'ufo de bagni domestici, che fi repliche-

ranno

fera e mattina , non dando che alcuni giorni di rpofo, per lo fpazio di mefi intieri fecondo la prudenza del Medico. CIV. Ma da' primi giorni fi medicher la piaga col digeftivo

ordinario caricato d' un terzo di pomata mercuriale ordinaria , o tal quale fi adopera per la rogna o pel mal venereo; e da due in due giorni all' ulcir dal bagno fi ftrofineranno i contorni
della piaga con
tr applicare

mezza dramma o una


iafciar palfare

di

quella

pomata
tra

fi

po-

meno o

pi

tempo

ciafcuna fre-

gagione a mifura che bifogner continuarle pi lungo tempo; ma la Rabbia dee manifeflarfx ben predo, bifi conghiettura, che
fogna affrettare
le

frofinazioni,

crefcerne

la

dofc

fenza

te-

mere una
dere

leggiera falivazione,

che nelF ifleflb tempo fi faccia pren. due giorni mezzo fcrupolo di mercurio dolce , o quindici granelli di etiope minerale per acceledelle depurazione la glandole della gola , offervando rare le fteffe precauzioni , che per guarire le malattie veneree per eftinzione ; ma per 1' una e 1' altra di quelle malattie il meto~do delle unzioni pare preferibile a quello delle fole preparazioni mercuriali prefe per bocca. evi. Egli neceflario di tener la piaga aperta, e di far duimpedifce
,

CV. Niente

per bocca

da

due

in

efito al

almeno per quaranta giorni, per dare un veleno, che l'argento vivo per quello pu ottenere. CVII. Quanto a' bagni fi debbono preparare coli' acqua comune , alla quale fi potrebbe aggiungere un pugno di fai marirare la fuppurazione

no, che per e prevenirne

la
la

fua acidit pu diftruggere

gli

alcali

del
1'

corruzione

per
f

la
fi

lleffa

ragione

veleno, acqua del


.

mare potrebb'
(80) L' altro

effere

adoperata

trovalfe pronta

(80)

Z
gran medicamento
,

Del redo
,

cui dee molto

fidarfi

nella

Rabbia
fi

178
fi

Dissertazione
Il

II.

la bagnatura
.

grande avanzata dell'arrabbiato. L'idrofobo mal trova in terra , e mal in acqua fchermo. Il Signor Hunauld ne adduce molti efempli. Un idroed un altro , menfobo mal foffriva che il Medico gli taRaffe il polfo potea foftenere il toccamento tre avea gli occhi pregni di pianto , non tielle lagrime, che dagli occhi fuoi cadevano: ed in fine un altro arrabbiato , mentre giunto era a quello fiato , che fu il termine en:remo alla
chi
fenfibilit

maiferapre approvata e commendata fin da' tempi antiinconveniente , che fembra che ribatti il bagno , fi la

avendogli il Parroco menate di fopra alcune goccie di acqua con tanto impeto , che gli alianti tutti s'intimorirono. Quefi fatti flrani recati ancora da Niccol Cirillo , confermano il difpia cimento e 1' orrore che debbono avere g' idrofobi in volerfi tuffar nel? acqua. Per quelli faldi motivi furono da molti autori disIoJate le bagnature nella Idrofobia All' incontro tutti gli altri Medici moderni an te-

partenza
fanta
,

rifalt

commenmedefime per efficaciffimo rimedio e furono eziandio date da ElmoHte , da Forefio , da Schenkio e da altri buoni Scrittori. Fa duopo per , che qui fi faccia una diftinzione I bagni fi debbono cominciare il giorno appreflb che fi ricevuto il morfo , e debbon poi accompagnare l'unzione mercuriale j nel qual tempo nel vero il morficato n ha timore dell'acqua, n la fenfibilit crefciuta del corpo. Quello intanto che fi dee afibdare fi f detti bagni debbano effer caldi o freddi , f dolci o di acqua marina Celio Aureliano parla di certuni Medici , che prefcriveano agli arrabbiati le calde bagnature e ne' tempi nofiri un dotto autore Inglefe nelle Tranfazioni Filofofiche , di cui fa chiara ricordanza il Signor Mead , benanche volea che g' idrofobi fi foffero fatti bagnare neli' acqua calda * ^^!i^a frgdi'.m baneuni -povos occluditi calidum antem referat. Altri Menute
le
, , .
, . :

tal parere, volendo difendere , che i bagni che mettono in azione il veneno,e che infralifcono e fpofl^ano le forze della macchina , onde meno potr ella opporfi al mortaliffimo veleno. L'anzidetto Signor Hunauld prefcrivca i bagni in que-

dici

fi

fono fcatenati contro


,

caldi

fieno nocevoli

guifa Facea egli ligare firetramente 1' infermo ignudo e'I mettea nel bagno pofcia buttar gli facea di fopra cinquanta o felfanta fecchie d acqua. Negli Atti dell'Accademia Reale delle Scienze fi fcritto che f gli arrabbiati venivan bagnati in poca quantit di acqua , di maniera che poco elfi fi raffreddavano , lunge dai curarfi , la malattia vie pi s* inafpriva al contrario f 1' acqua era ben fredda , ficch eglino rimean
fla
. , : ,
:

agghiadati , gran benefcio ne ricoglievano . Vero che col freddo di tai bagni la trafpirazione in quell' atto par che fi fminori ma nelle ore feguenti la medefma fecrezione della pelle fi crefce. Quello fi fu il moti-

vo

mezzo
fcritto

per cui le fregagioni furono eziandio commendate perciocch col loro la trafpirazione fi avanza , checch in contrario ne abbia

Jacopo Keill

Fey/pirationem, die' egli

nec inhibeP

nsc promovet
(titls.

SULLA Rabbia.
cutir perfricatto
.

179

fi

oflervi qui, che le

parimenti approvate da Celio ( Li. III. Curandos hydrophobos convenit Jacere loco mcdiocrher (alido , atqiie lucido adhibha artkulorum defrtcatione , ferziaios etiam infomnes ujque ad io dico , laxamentum temporale Ma per iRabilire la tempera dell' acqua che dovendofene prendere trenta o quaranta bagni affieme coli' unto del mercurio, i medefimi debboneffer apparecchiati in gui(a,che introducano umido nel corpo , rinvigorifcano i nervi , e difciolgano gli arrefti linfatilaonde fari bene che ii ci , ed i quagliamenti che s' inducpno nel fiero
oofl
: . ,
:

medefime ftrofinazionl vennero Cap. XVL) , il quale cos fpie

morficato fulla prima entri nel bagno tiepido , acci fi rallenti la pelle , fi difoppilino le minime boccucce delle vene , od i pori cutanei , e fi af In feguito , poich la tiepidezza deli" forba , e s' infinui molta umidit
.

acqua rallenterebbe dimolto le fibre , e debiliterebbe la macchina , fi potr aggiugnere a quel tiepido bagno molt' acqua frefca , la quale dar riftoro al corpo , e '1 far ritornare nel priftino fuo vigore L' altro quefito che fanno i Medici fi , f 1' acqua debba effer dolce, o marina. Il Signor Mead ( loc. cit. ) fta al partito di quelli,, che preconJtr!r> fcrivono l'acqua fiumana. Preffio aquae in /uperficiein corporis , . minintorumque tubulorum a /rigore bona ija praejlant . tio fibrarum Si aquam marinam dicas dulci graviorem , ea quidem minima , duobus- , tribufve immer/tonibus differentia ejl j ma/ore autem fontanae /rigore , /onAltri poi an tana enim /olet-eligi ad hunc /copum , abunde compenfatur pretefo 5 che li detti bagni fieno di acqua marina, la quale merc le partirefiftere alla celle acidofali , e zolforate , e bituminofe che tiene , vale a forza alcalina del veleno rabbiofo. E dove l'acqua del mare non pronmefcolanta , effi Medici vogliono , che fi fupplifca coli' acqua comune , dovi una porzione di fale. Il Signor Morinor negli Atti dell'Accademia Reale del lyop. riferifcc , che una donzella di et di anni venti a un di preflb , effendo fiata morfa dal cane arrabbiato , ed eflendo divenutst fu melfa in un vafo di acqua di fiume , dove eravi fciolto uno idrofoba ed ivi fu tante volte immerfa , che priva di fenfi morta ftaio di fale

&

ficcome fu lafciata (lare. N guari pafs di tempo ch'ella maravigli come guardando l' acqua , non avea pi alcun timore ed orrore della medefima Io qui benanche dico , che fi dee diDal morfo ricevuto fino allo fviftinguere il diverfo tempo della cura Juppo del veleno, comecch il forte noftro appoggio fi nella unzione che far bene in tale circoftanza del mercurio, io aifermo e foftengo ufare gli fpefli bagni dolci in quella guifa che gli ho defcritti poc'anzi.
quafi appar
, ,

rivenne

fi

Ma

quando poi la fortuna , eh' la fola recatrice e rapitrice de'beni , faRabbia fi fviluppaffe o pure quando avvenire che talun infelice non foffe fiato dal principio opportunamente medicato e foffe idrofobo divenuto^ in s brutto infrangente al certo io feguirei ben volentieri il configlio di que' Medici^ che vogliono, che gl'idrofobi fi atterriffero nell'
ceffe che la
,

atto

i8o
refto

Dissertazione
non
fi

II.

dee preferire,
neceflarii

brerebbero

per

che altrettanto che quefti bagni femrafiferenare il malato , di cui bifogna

procurare la tranquillit per tutt' i mezzi , e queft'ifteffo motivo potrebbe autorizzare delle pratiche , alle quali il pregiudizio

ha dato del credito , tale che 1' ufo de' gufci delle oftriche ia polveri fottili e non calcinate (g) , alla dofe di qualche fcrupolo in una frittura ; rimedio di cui in cafcun paefe qualcheduno fa comunemente un fecreto potrebbe dare ancora la fi polvere delle zampe, e degli occhi de' gamberi (hi, l'aliflon (i) di Galieno a poco a poco in un brodo, e il Lichen terrejr cinercus {Rati hij. pag, no.) cosi lodato dal Signor Hansloane e
:

Mead

fenza eccettuare qualche


di

pizzicata della polvere (k) ver-

mifuga

Palmario;

la

radice della quercia, e lo (lagno col mi-

tridate si decantato dal Majerne,e daGrew;ma lungi di fidarfi. a quefti rimedii, foprattutto agl'incendianti come il pepe, il mtridate , le polveri calcinate &:c. non bifogna adoperare i pi dolci, che per raficurare un'ammalato che non crederebbe guarire

fenza di ci

cviir.
buttano in mare; avvegnach pij da tal timore, che dalla falfetine il beneficio del bagno. Udite la defcrizione del Boerhaave. Stat'tm pofi nfelcnem magno cum apparati! , metu incuffo , Jaepe mnitando ^ tandem praecpitem in mare vel fluvium dando, aliquanditt jtibmerfum temendo , itert'm mergendo id reperendo a/iciuoties cum tifdem cmnino ehatto chi
fi
, ,

dell'acqua nafce

cumjlantijs y ?<?j enm fanare fpiritfm turbando , cutt funejlus exitus homins pojl morfum naufragi ,

non

aquam falfam^
horis
(

do,

multis

natantis

ficque diu fluFtibus fubmerfi


(g) (h)

tamen pqftea hydrophobi

^'phor.

I143.

Ravelly, Defaulr. Efchrione, Galieno, Oribafo le vantano calcinate. (i) Si d con molto pepe agifce come un falivante il quale Vedete leTranf. Filof. Scc. l^-j. num. ipr. (k) Polvere di Palmario che fi trova in Default , Sennerto , e in molte altre Farmncopee R, Foliof. Ruthae, Verbenae, Plantag. Salviae , Polipodii , Abfinrhii , Melyflbphyli , Betonicae Hyperici , Centaur. mi, nor, ad partes aequales fiat pulvis Dofs dr. 5. i. Altri vi aggiungono il_ terzo della polvere di Vipera. melitis Linn. Il Millefolio trag. e il Pigliate due dramme di Lichen cinereo terrefire altrettanto di Lichinis , vikolae flore mulcofo, altrettanto di pepe nero, il tutto in polvere, pel, .
.

quattro dof

Gourdon Tranf.

Philof.

1735.

SULLA Rabbia;
CVIir. Se
portati
re
i

ii
fi

la

Rabbia
,

fi

manifefta prima che vi

abbiano ap-

foccorfi

de'quali noi
iftan te la

nel

medefimo
;

abbiamo parlato y bifogna applicapomata mercuriale ufare de' bagni (1),


,,

e dell' mulfioni

e ficcome la

gola gi infettata, e nello flo-

fatte

poflbn effere ricevuti de' mocci velenofi , dopo aver malato una o due cavate di fangue copiofe, bifogna farlo vomitare il pi dolcemente che fi pu;poi-ch qui fitratta d'una

maco

vi

al

malattia infiammatoria, che attaccher fubito l'efofago, e lo

fto

maco; nulladimeno
o precipitato

pi efperienze

l'infiammazione innanzi che fi foffe 13110(0-), comporto coli' argento vivo, e coli' acido del vetriuolo, votava non folaraenre per sy e gi, ina ancora per la falivazione di quelle materie velenofe y e guariva ancora degli uomini , e degli animali di gi attaccati dall' orrore dell' acqua ; non bifogna privarfi d' un foecorfo , qualunque violento

(m) avendo fatto vedere, che formatagli Turbith minerale,'

bene indicato. La dofe da 4. granelli fi pu dare 7. o 8. grani tre giorni in fila , e s'^ per precauzione , reiterarla tre volte il mefe CIX. Dopo quefto vomitivo , bifogna , s' poffibile, far bre dell' acqua nitrata al malato j dell' emulfoni &c. continuare
che
fia (o)
5

d'altronde

s\

infino a 6,; agli animali

la

ftrofinazione
,
.

ogni

giorno

fopra la parte morficata

e farlo

entrare

giorno

buoo grado o mal grado, nel bagno due volte al Egli ancora buono di rinfrefcarlo con de'lavativr con
di
la

acqua

e aceto ; e avendolo cosi vefTato tutta quietarlo la fera per mezzo d' uno narcotico.

giornata

CX.

Si

trovano degl'idrofobi

freddi (p) elieriormente

e
e'ie

Vi fon alcuni efempli d' idrofobi guariti per li bagni Vedete (I) Van-Helmont pag. 178. 47. Foretto li. io. of. 27. 28. Tulpio //^. i. cjjfeyv.o. Schenchio eie Venenis Le Meni, dell' Accadem. lgg. Efli COrt. .

figliano d buttare g' idrofobi

acqua fredda , e lafciarli a bere , e A temere d' annegarfi . Celfo configlia di farli pafTare da uri bagn freddo i un bagno d' olio (m) Tranf. Filofof. arni. 1731. (n) GeofFroy Mat. Med. Tom. 1. pag.257. (o) Palmario ha veduti de' contadini preffvar^ daJla labbia pei'
nell'
.

mezzo

de' catartici-emetici

violenti.

(p)

Tale era

il

glio di

Mj

P.

di Quella Citt

eh' era

flato

iOf=

iS2
che anno
il

Dissertazione
polfo
s
:

il. cattivo, che oltre l'orrore del

bagno,

ffll

in quefto cafo bifogna attenerfi agli .zL vi cafcano in fincop tri rimedii , e foftenere le forze, dividere ancora il fangue fpef-

fo al

primo grado

della malattia
fcillitico, la

per qualche fudoiifero

ed ia
adope^-

quefto cafo l'aceto


rati;

triaca iftelTa

debbon

effer

ma
,

il

pi fovente, foprattutto al fecondo grado, la febbre

jneglio

il calore si forte, che non vi niente di che fare delle abbondanti cavate di fangue (q), edi reiterare i bagni ; poich quanto yna picciola quantit d'acqua capace di riaccefdere un gran fuoco, altrettanto una gran quantil'acqua fecondo tutte le fperient iiecelTaria per ismorzarlo ze moderne, aflbrbifce rapidamente quelle parti di fuoco, conofciute fotto il nome di materia elet.rica ; ella ritieije l'elettrizzazione lunghiffimo tempo, e quefto fluido venendo ad umettare una barra di ferro, o altro conduttore dell' elettricit , intercet? ta in quello luogo tutta la materia elettrica e da ci forf na-

veemente, ed

fce

ijl

cattivo ,eiFetto dell'umidit fopra

neryi, (8i)

da un gatto arrabbiato ; ci fu nel 1749. In que? alcun animale arrabbiato. Qucfo fialiuolo in et di 6. o 7. anni, mor fenza alcun furore, n voglia di
morficato alle

gambe
fi

fio

contorno ngn
.

era udito parlare di

mordere
(q)
.vate di

Si

fangue

anno alcuni efempli d'Idrofoba guarite dopo abbondanti caM. Poupart , Hiftor. dell' Accad. i6pp. M. Berger van
.

le fegne alla fronte. (81) In poche parole cerco qui di reftrignere il metodo femplice di cura da ufarfi dopo il morfo d' una beftia quaifivoglia arrabbiata . Sul luogo del., pi coppe affinch poflfa fanguinare 1 ia morlcatura fubito fi applichino parte , Dopo fi applichi il digerivo .comune , e tutte le vie fi debbono adoperare acci la piaga ftia aperta ; mefcolandovi eziandio a tale dige-

fava foprattutto

fivo

un poco dell'unguento mercuriale , il quale valer a rifrangere il Neil' atto medefimo , che Vereno radicato nelle falde fibre di effa piaga quefta cura efiernamente fi tratta , fi cominci , dopo una cavata di iangue e di una purga, l'unzione di mercurio; e debbonfi introdurre nel corpo per lo meno tre once di argento vivo , eftinto in quella porzione di graf= Contemporaneamente fi uferanno i bagni nella maniefo che fi richiede
.
.

j-a

che di fopra
il

fi

fpiegata

to

di pi da adoperarli,

fi

non s' itnpedir che il pialato falivi . Tufcrileva dal detto nelie antecedenti note.

SULLA Rabbia
Offevnja'x.Qne

183

CXI. Quattro uomini de' contorni di Bordeaux nel 1701." furono morficati dalFifteflo lupo nel raedefmio giorno durante il tutti quattro vanno i mare j e ritotigran freddo del verno nanojcome ficuri de.lla loro curagione. Alcuni giorni dopo Dmen'wo l'uno de' quattro, rifente un dolore Tordo alle fue cicatri* ci, elle divengono dure, fi rialzano in ricamo; in poco d'ora egli ha tutt'i fintomi delia Rabbia, come anche il nominato Cr/^, efi muoiono arrabbiati. Cauftot il terzo eh' era in camicia, quando crudeliffimamente , e Guiraud fua il lupo lo morfic al braccio compagno, che aveva quattro morficature al braccio oltre molte piccole , rifentono in quel tempo de' dolori alle loro cicatrici M. de Sauh che li vide due giorni dopo la morte de' due pri-* mi, trova in loro i fintomi forieri della Rabbia fubito fa ap:
:

plicare fopra la cicatrice

e fopra tutto
,

il

braccio
fa

una dramma
per tr
fi fi

e mezza di unguento

mercuriale

ciocch

reiterare

giorni confecutivi; dalla terza fregagione le cicatrici

appianaro*
riftabili; di
gior^

no

(r),fi

ammollirono,

il

dolore fini,

il

coraggio
e

pi egli fece pigliare a ciafcuno una

dramma
;

mezza ogni

no del Turbith per

quelli tre giorni


,

in feguito fece fare delle

fregature di due in due giorni

e gli

ammalati furono

perfetta-

mente

guariti

de Saniti Ojjerv, 2.

Ojfervazwne

II*

CXII. Un gatto verifimilmettte arrabbiato morde il fuo Padrone alla gamba fi ammazza il gatto , e fi medica il Padrone come i due uomini fopradettij egli non ebbe alcun male* Ojfer:

vaf.

4. pi alla diffufa.

imttiediatamente coil Veleno idrofobico cagione della fua gran denfit, che i miasmi acri e corrofivi di quefti veleni ne fono affbrbiti e inviluppati ? Non k per quefto meccanismo che fi cangia in fublimato corrofivo,, in mercu(r)

L' argento vivo corregge


venereo. E' quefio
foi-fi

me

il

rio

dolce

e in

panacea L'Offervaiione

5?.

conferma

juefto

q^u

it4

E R

T A Z

N s

II.

Ojfervazione
jCXIII.

III.

cane

Una Dama di Bordeaux fu morficata alla che avea molti fegni della Rabbia ; ne ebbe
;

mano
efla

da un
ftefla

medefi-

ma

de' terribili

fu

trattata colle lleffe

fregagioni

colla

polvere, dopo effere fiata ai mare, e prefe i gufci d'oftrica calcinati; e fu giiarita , Lo Qffo ojjerv. 3. che fi pu vedere pi a lungo.
Ojferuax.ioie IV.

CXIV. Un numero
:

di cani furon morficatida un catie arrabbiato: alcuni caddero dopo nella Rabbia con orrore della bava , e con

pi prefe di Turbith fi diedero a quelli ed agli altri altri fegni minerale fubito tre giorni confecutivi in feguito, due o tre volte in un mefe; di due che avevano la Rabbia dichiarata , ne guari ^no avendo prefo il Turbith due o tre volte , il fecondo non avendolo prefo che una volta; e quegli a' quali non f ne diede affatto, fi morirono arrabbiati; gii altri furono prefervati daL la Rabbia. Si afficura lo feffo fatto di un'alU'o num.ero arKora^. Tran/. File/, de' 3. di Giugno 1735.

Ojfervazione V.

CXV. Una
te alla

figliuola di

quattordici anni morficata

crudeiraea-

polpa della gamba, la piaga effendo quafi mortificata, elun mefe ; vomila pigli il Turbith minerale quattro volte Un fanciullo di dieci anni fu morfo da un t , e fu guarita

cane arrabbiato che gli fece quattjo buchi alla gamba; pigli il Turbith (s) minerale, fu medicato col digeRivo, e le fue ferite

non
dofe falivare,ma prefi fette granelli per volta, facevano bere copiofamente i cani Quefla dofe , bench convenevole in 'Inghilterra e quella ancora che noi abbiam detta avanti ( CIX ) , febbenc prefcritta dagli autori i pi Saggi , troppo avanzata ; quella che M. JBertrand ha data da un granello & due^ fufficiente foprattutto in Provenza.
(s)

eh'

uomini effendo divifa non gli


Si dava agli
,

fei

fette granelli

di

Turbith minerale

fac-ea

S
rion ebbero ulteriori

U L L A

A B B

A*
Ibtd.

I85

confeguenze. Tran/. Filofof,


Ojfervazione VI.

un -giovane in et di diciott'anni fu mor. in un luogo, 'dove molti altri cani morirono arrabbiati; fei giorni dopo divenne malinconico, fu de^^ bole, ebbe de' triemiti , e de' fogni ; fud molto per 1' ufo del Turbith minerale reiterato per tre giorni in fila, alla dofe di

CXVI.

A Tamwort

ficato al braccio

da un cane

quattro granelli colla triaca, e con altre droghe fudorifere;,ed anper (quello rimedio la piaga f cicatrizza, d ancora del corpo
:

ed egli guari.

Ojfervaxone VII.

CXVII. Al mefe di Maggio 1744. M. Bertrand Medico di Marfiglia preferv dalla Rabbia cinque perfone per le fregagioni mercuriali. Quefti erano tre uomini eh' erano ftati morficati alla
e due femine che lo erano flato alla che un cavallo, che il medefimo cane avea morficato , e che mor arrabbiato : durante lo fpazio di tr giorni quelle cinque perfone pigliarono p. bagni al mare, ed avendoli terminati , M.Bertrand non trovando che la cavata di fangue e

mano

al

braccio

fpalla

nel

tempo

ifteflb

foffe

indicata, fece pigliare a ciafcun

uomo
:

due granelli

di

Tur-

bith minerale,

ed un granello a ciafcuna femina ; tutti furono votati copiofamente per fopra e baffo egli le mife in feguito all' ufo della polvere di Palmario, ed un giorno si , ed uno n
fece lrofinare
alla

li

con una
e
al

dramma d'unguento
,

mercuriale

gli

uomini

femine tanto al braccio che alla fpalla per lo fpazio quafi d' un mefe fece riaprire le piighe, e le fece fuppurare il pi lungo teinpo che gli fupoffibile, mercecch tutti an goduta fino al prefente una buona falute..
le
:

mano

cubito

Ojferva%one Vili,

CXVIII.

L' Editore d'un 4ibro tutto

nuovo
a

al

mefe

di

Maggio

i8(5

Dissertazione
:

II.

gio 1747- (t) medic uno fcolare,a cui un cane arrabbiato aveva fatte due piaghe alla mano, fecondo il metodo di M.de Sauh
colle

unzioni mercuriali, e colla polvere di Palmario per lo fpaegli afficura


,

zio di venti giorni

che quefto fcolare

non ebbe

alcun

rifentimento
riferite

e flava bene ancora di falute quattro

med
altri

dopo. Egli
minerale
fimili
,

cita delle

curagioni fatte nel

1741. per lo Turbith

in

una Diflertazione di M. James, e di


Filofofiche del

tolte dalle Tranfazioni

1744.
,

OJfervaztoni /opra g' idrofobi guariti pel mercurio


libro del Signor

ejlratte

dal

James - Diz.

della

Med. T,

4.

CXIX. Nel 1734. un


forata in

fanciullo di dieci anni ebbe la gamba quattro luoghi da un cane arrabbiafo Se gli diede il
.
:

Turbith minerale, e la canfora a piccole dofi egli fa bene Il cane mori arrabbiato a capo di dieci giorni. Un gran cane era fiato morfo da un altro cane arrabbiato; la Rabbia lo prefe il Luned'i f gli diede lo fteifo giorno il Turbith dentro del butirro; il Marted e Mercoled fi reiter; il Venerd and a caccia. Un cane arrabbiato morfic in pii luoghi la cagna Spagnuoia dell'autore; ella fu medicata coli' unguento mercuriale, pigli quindici giorni in fila il Turbith a piccole dofi in qualit d'alterante. Ogni giorno lo bagnavano nell'acqua fredda, ed ella fu tfente dalla Rabbia. Altri cani morficati nell' ifteflb tempo dal primo, furono medicati colla decozione di quattro oncie
:

.u

limatura fina di ftagno colf aglio, colla triaca, e colla ruta ; elfi divennero arrabbiati nel d'i quindicefmo, e perirono. Un cane Irlandefe della razza del lupo, fi gett fopra la ragazza del fuo Padrone, la fcompigli, forf la fquarci, e fi midi

ma

fe

il

capo nella fua gola


che
1'

pij

volte
;

fi

diede a quefa ragazza


si

il

Turbith minerale colla canfora


riofi

ci che fece degli effetti

fu-

ebbe a lafciare
,

che
del

per

aver
,

rlcorfo

all'

unguento
,

mercuriale

alle

pillole

Rufo

e ancora a' bagni

me-

diante che la ragazza

non ebbe alcun male

Un
(t)

Tra5, de Mor/'ts Qa}>ft!s

Domini di La^rme

SULLA Rabbia;
Un
ni
:

187

fanciullo di quattordici anni era flato morficato dieci gior-

prima da un cane arrabbiato le fue ferite erano lividiffime: Turbith a gran dofe , e ftette bene Un altro morficato dall' ifteffo cane, non avendo ufato quello rimedio-, mori arrabbiato a capo di qualche giorno Si portato di Tunquin una polvere rolTa, della quale i Ginefi fanno gran cafo nell' Idrofobia ; ella comporta di ventiegli pigli del
. .

quattro granelli di cinabro naturale, altrettanto dell'artificiale, mufchio,da pigliarfi due volte in un mefe d'intervallo. M. Wrench , e molti altri in Inghilterra , ne anno fatte lo danno con un bicchiere d' dell' efperienze che fono riufcite
e fedici di
:

rifojO di altro. Al mercurio, ch'entra per le tre quarte nella compofizione del cinabro , bifogna attribuire principalmente la virt di quello rimedio Cinefe. Quelle oflervazio-

acqua vite

di

ni reiterate in Inghilterra, e di cui


affai

pi gran

numero

il Signor James afficura aver confermate in diverfe Citt^ di Francia ,

fopra quelle della Gina, non ci permettono di dubinon s' abbia nell' argento vivo un cosi gran rimedio contro la Rabbia, che contro il mal venereo, contro la rogna, e contro ahri veleni animali, che fi comunicano per lo contatto immediato de' liquori infettati. CXX. Nell'Aja la meta di Settembre 1741., il Gherico dell'

poggiate

tare che

Abbad'ia

in

et^ di
;

diciott'
la

anni

fu

morficato

alla

gamba da
,

un cane
de' dolori

della cafa
.

piaga fu predo cicatrizzata, non ne fece


li
,

alcun- cafo
alla

Sent verfo

10,0

12. di Ottobre de' fuochi

a quella

gamba

ci eh' egli

attribuiva al freddo ed
:

che avea fofferto qualche tempo prima da' 20. mefe fi fent ciafcuna notte de' tremori feguiti dal cali 26. fi accorfe che avea la voce afpra , lore , e dal fudore e eh' egli non potea rifolverfi a fciacquare i bicchieri, dicendo per eh' egli non avea del male ; egli aveva ancora affai mangiato la mattina, avea bevuto pure del vino. Li 27. non pot alzarfi dal letto, f gli trov la febbre; gli cavarono fangue; quando fi tratt di pigliare un brodo, egli non pot inghiottirlo che dopo molta pena , e dopo contorfioni , che forprfero tutti . A IO. ore di mattina egli fudava groffe goccia, cacciava in ogni momento una faliva bianca e fchiumofa in poca quanumidit
dell' ifteffo
:

tit;

iS8
tit^;

Dissertazione
avendo cacciato
il il

li.

fuo braccio dal letto nel

tempo che

gli
:

trem per tutto il tempo che fu fcoverto giammai non fi era trovata una febbre pi forte , n un calore pi acre , che quefta gran fudata avrebbe dovuta temperare avendo riguardato nella bocca, non vi fi vide niente e l'ammalato dimandato f aveva del male alla gola, diffe che n. A quattr' ore della fera, bench egli foffe (tato fegnatodi nuovo ed aveffeprefo un lavativo umettante, i medefimi fntomi regnavano, e di pi era in una inquietitudine fpaventevole quattro perfone erano continuamente occupate ad impedirlo di fuggirfene Pregava gli affiflenti di non mandare il loro fiato fopra-di lui, di non lafciar entrare la menoma aria nella camera , effendone, diceva, molto incomodato. Verfo le due ore di notte la febbre, i fudori, e le agitazioni erano eflreme; egli minacciava di mordere ognuno, fputacchiando continuamente verfo la faccia di quelli che il ritenevano, non rifpettando che fuo padre. Aveva pure tutta la fua ragione r pregava Dio continuamente alcune ore prima aveva ricevuti tutt' i Sacramenti ; ed avendo morficato ,
taftavano
polfo,
:

ma
no

fenza ferire,
,

il

dito del Prete che gli a-nminirtrava l'Eftre-

ma Unzione
iftefib

glie
,

ne

avea fatte

fubifo le fcufe

Quefto
.

gior-

Per quello pene orribili , del brodo che fi tratta dell' acqua , bench egli avelTe ktc e gran defiderio di bere, egli non ne potea, foflener la veduta . In fine verpigli

ma con

fo

e mori. , feguente, la Signora Abbadefl s'accorfe che una eagnolina che amava molto , e che la faceva
cafc nelle convulfioni

mezza notte

La

notte de' ly. di Dicembre

coricare a' fuoi piedi nel proprio letto , era in grande agitazione, e che da tempo in tempo le grattava le piante de' piedi co' denti la mattina ella trov quefta eagnolina trifta , e bagnata di fudore; avendola voluta accarezzare, ella ne fu morficata al dito indice di ciafcheduna mano ; 8. o io. altre perfone ne furono morfe nel corfo della giornata , ma tutte in luoghi coverti, e non vi furono che le fole ferite della Signora Abbadeffa ,
:

dalle

quali

ufci

fangue
,

de' fegni della

Rabbia

erano accorti che da


fto, e di
SI

8.

Finalmente quef'a cagna diede tanto che furono obbligati di ammazzarla. Si giorni in qua quefto animaluccio era tri.

cattivo

umoresche

aflaliva

tutt' i

cani, grandi e piccoli

SULLA Rabbi
coli
eh'

a.

18^^

entravancj

nell'

Abbadia
fi

che
le
,

non mangiava quafi


a partire due giorni
fue piaghe

niente.
trizzate

La Signora Abbadefla
:

determin
,

dopo per mare


;

quando

efla

parti

erano cicaquaft
di calore:

ma

vi reftava

un dolor fordo
,

che

fi

edendeva

fino

alla

met
,

d^l braccio
e quefti

con- qualche
fi

fenfazione

quefto dolore prattutro,


pigli nel
affette
,

fuochi

facevano fentire

deil' ifteffa marfor-

niera alla pianta de' piedi, ed alle


era-

gambe

la

pianta de' piedi

in
,

mare

un continuo fuoco ; al fecondo bagno avendo fatto ftrofinare coliar fabbia

eh' ella
le

pard
fart-

la piaga della

mano
i

deftra

fr

riapr
i'

cacci rtiolto

gue;

ci

che fece difparire

dolori e

fuochi eh' ella vi fenti-

va. Quelli d'elle altre parti difparvero ancora ; ma noi eflendo che fopiti nella mano manca, alcuni giorni dopo quelli fi rirfHovarono, e fi accrebbero confiderevolmente . Il Signor Giberf, Medico di raro merito, e' che unifce una ^ran fagacit ad una efperienza confumata , fece delle profonde riflefTioni fopra quefH
fintomi,

che fecondo

iriolte

oflervazioni che ne avea

erano" i

forieri troppo certi della Idrofobia:


fto'

egli giudico, chequefto fune-

e che

elTer congelato ed' arredato dentro" la piaga;, sviluppa e non palfa dntro al fangue che verfo ii quarantefima giorno , e che in tal guifa notf era impoffibile di diftruggerlo prima che non fi fofle fparfo. Per quello effetto egli

veleno doveva

non

fi

f applicare

levata poco

tempo dopo,

pietra,e'rcauterio fopra le cicatrici; l'efcarafatta fu e fi fecero tutto all' intorno con una
fi

lancetta delle fcarificazionr, dalle quali

fece

ufcire

molto

fat-

gue; e giudicando che T argento vivo poteva bene diftruggere un veleno , il quale eofti il venereo attacca la faliva , egli fi determin a caricare il digeftivo di molto unguento' mercuriale"

medicare hhho quefte piaghe . Il fucceffo fupoich lo fteflb giorno i dolori ed i , fuochi fi calmarono f e 2'. o 3; giorni dopo continuando quefti medicamenti , tutti quefti fintomi difparvero intieramente', dopo che per non tralafciar niente , non lafci di Far prendere fera e mattina, per 12. giorni mezza dramma de' gufci delle oftriche
eoii cui egli fece

per la

fua

afpettativa

calcinate, e ridotte in polvere fina


tifane

e d'ordinare

il

fiero,

e le

rinfrefcamt

Finalmente'

il

quarantefirao

giorno

venne

ipo

Dissertazione
,

IT.

fenza accidente

e la Signora Abbadeffa
e.

infinp a

queflo giorno

gode una fanit perfetta

Rabbia ha dell' egli ne ha pi

abbiamo detto, che il veleno de4Ia con tutt'i velni animali ( XLI ); ma col venereo, che cogli altri. I. Il venereo e l'idrofobico reftano qualche volta nafcodi ne' corpi per lo fpazio di anni intieri. II. Il venereo fi prende per li liquori feminali o per la faliva, e avendo covato lungo tempo nel corpo , egli infetta di nuovo i liquori feminali , e la mucofita della gola e del pal'idrofobico fviluppato nel corpo , porta molto fulla mulato
Tegue da ci che noi
affinit
:

Ne

cofita della gola

non

lafcia

di attaccare

liquori feminali

almeno
to
tutti gli

fiflato

fintomi poflbno farlo fofpettare, III. Il venereo tannon incendia il fangue ; ma in cambio egli infetta ,

umori
il

linfatici:

l'idrofobico per la fua parte volatile,


fiflato

agifce

fopra

fangue, e
;

per quefto, egli

fi

riproduce nel'

la mucofit
ci
:

della gola

ambidue proc^ucono

de' dolori

reumati-

quando inveterato , l' idrofobico quando recente, tuttaddue fono un poco coagulanti , e un poco corrofivi.
il

venereo
bagni

IV.
ti

reiterati

fanno
;

fovente

difparire

tutt'

fintomi

efterni del

mal venereo

quelli della Rabbia. Il

anno ancora qualche volta calma. veleno del mal venereo s' infinua luneffi

gheflb pel
vi
fi

fiifa

tratto dell' uretra fino alle veffichette feminali ; e fovente fenza paflare pi innanzi per lo fpazio di pi

mefi che dura una gonorrea: quello della Rabbia non cfce dalla piaga prima in circa 40. giorni , non oftante la luppurazione V. Finalmente l'uno e l'altro intieramente diftrutto dal mercurio ; e dopo molte ricerche ignoro che quello rimedio fia an.

cora mancato
dichiarata
,

eflendo ancora applicato

quando
la

la

Rabbia

s'

era

ci

che verifica

felicemente

predizione del

Gran

Boerhaave a queft' oggetto. Nec defperandum de inveniendo tam fviguhris veneni


/antdoto.

ftngular't

Apor.

114^.

DIS-

DISSERTAZIONE
SOPRA IL MECCANISMO MOTO DE' MUSCOLI E SULLE QUALIT' DEL FLUIDO NERVOSO

DEL SICjNOR

FRANCESCO BOISSIER
B E
S

AUTA GE
lH

COMENTATA DAI DOTTOR

MEDICINA

MICHELE ATTUMONELLL

T A VMATERIE DELLE
'TRATT^ft.TE IN QIJESTA

TERZA DISSERTAZIONE

D.
Moto

'Efifiz'toni

de termini
.

Ntina.

fipo

.z

Struttura de mufcol't
de" mufcoli.

V
il

iv x

xi a xiii

Principio da cui dipende

moto de mufcoli
de mufcoli
7iel

Cagioni

fenomeni del

,moJ:o

Celerit del movimento.


"Kicrefcimento o gonfiamento del mufcolo

xiv a xvill xix a xxil xxiii a Xxvi


fuo
cor-

po. Diminuzione del volume de mufcoli.

XXVII e XXVIII xxix, e xxx


jn

Efperienza fui p^ff^ggto del


mufcoli.

fangue
.

.travevfo

d^

XXXI, e xxxii xxxiii, e xxxiv Celerit del fangue nel mufcolo, xxxv a xxxvil xxx vi li Infufficienza del fangue per produrre queflo moto. Prontezza de' movimenti. xxxix
Colore del mufcolo in contr.a^onc
Infuffcienza della linfa nervofa.
.

XL
'

Qualit del fluido nerveo

Sottigliezza de' canaletti i^ervoft

Forza.

"

Durezza

del mufcolo

XLI a xlv SLVi, e XLVil XLVIII XLIX

PJilaffamento

L
LI a

Forza del movimento.


Tenacit y
e

LV

forza

de' mufcoli.

LVI

Gxvj

fpj

rs

RTA Z
de termim.

ON

SOPRA IL MECCANISMO E MOTO DE' MUSCOLI E SULLE QUALIT' DEL FLUIDO NERVOSO.
Definizioni

^^^^'^^Jf^
^'%v^'^|e^,^ 1^ ^ o ^ "^ o f^, I f /^
^^^-o^s-^f^^C^

chiama murcoio un
i

fafcetto di filamenti car-

nofi,

quali

raccorciandofi, fervono a

muo^
.

vsre le diverfe parti dei corpo animato n. Tutt' i mufcoli comporti dquefi

fila-

addo.mandati fibre, fono cedevoli, ma elaftcii , roffi nel mezzo, e bianchi nelle loro '^'i'^^^'^^y^ eftremita, e quivi prendono il nome di fibre

menti

tendinofe o apeneurotiche . QueRe fibre poi fon cinte da una guaina procedente dalla membrana cellulofa o pinguedinofa, dalla quale tutto il mufcolo rivefiito . (i) III. I mufcoli fiano per lo pi divifibili in pi falcetti , f.,

parati fra di loro per

mezzo

di

una lamina cellulofa

pi

grof-

B
(i)

b
il

i.
capo chiama,

Gli antlclri Medici diflinguevane in ogni raufcolo

to dapoi punto Jffo , il i<entre o fia il corpo , e la coda o pure il punto mobile Le tante fibre e fi.brille dalle quali vien comporto padaun mufco.

Jp, non fono arteriofe, ficcome era il ientimento di Galeno, quafi che vi pofTa fcorrere dfl fangue ro0b di dentro , avvegnach molte fibre del ventri.

Dl5S.ni. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, Ciafchedun farcetto fi fuddivide in fibre , e eiafcheduna fibra in fibrille , o filamenti capillari . Tutte quefte parti confervano la generale architettura del totale , quando il mufcolo femplice ; ma quando quefli mazzetti di fibre fono difpofti % due o tre di quelli fafcetti divergenti , come ne' mufcoli bicipiipj^
.

fa

ti

tricipiti

no

feparati da

ficcome quando due o tre un anello tendinofo, come

di

quelli

fafcetti

fo-

ne' digaftrici;

quando

parimente quefte fibre fono difpofte a foggia d penna ordinate ad un aff , come ne' mufcoli penniform ; o a raggi , ed a venmufcoli fi dicono coni-' taglio j come nel diaframma ec; quefti
pofti.

IV.

mufcoli femplici anno

le

loro fibre o rette


circolari, e
sfinteri,
ec.

come negl'intercoftali; o che volta fpirali, come nel cuore, negli


fopra un piano,
Struttura de

o pofate anche qual-

mufcoli

V. Oltre le fibre, che fono la parte principale de' mufcoli ^ non ve n' alcuno che non riceva nella fua coinpofizione, delk
ar.*

triclo

e degl'
lol-

Intefli

nere nella

foftanza

dimoftfan noh conteche paiono bianchiccie alcun fangue i Molto' meno da credere che le!
,

dette fibre fieno nettamente tanti rami

nervofi

no

in

Verun luogo
,

le

fibre

nervee
.

dovunque
,

abbench non vi manchi' mufcolo fi punga o fi il


bruttura
de' ten-

ftictioli

vedefi egli

contrarre

difomiglievole la

innumerevoli fiAn quiftionato dimolto i Nototrette fi dividono a guifa del mufcolo fieno le medefim:! mifii f le fibre che compongono ciafcherlun mufcolo che quelle che formano il tendine: e^l famofo Albino accuratiffimo Scrit^ tore modernamente difefe , che la fibra ificffa j carnofa divenga e tendi- nofa t altra difcrepanza vi pafla, che il tendine pi fitto e pi fortCj ma a-> l quale pi molle, roflfigna , e tenera fi ravvifa , che la carne menduni aventi la medelma fuftanza . Alberto Mailer allo incontro pogdini
,

quali, per cos rozzamente dirlo


.

benanche in

giato a quel fuo fiftema, che i tendini non ricevono i fili la carne, che non an forza irritabile come le fibre carnofe,
"diverfa fia la foftanza dell'uno

nervofi
fi

come

credette che

dere a coloro rhe godono te novit

veruna difficolt

mi
,

lalcer

Querto fiftema lafciamolo crementre io fenza fcomodo e fenza perfuadere la fentenza di Albino , che ha
e dell'altra.
j

avuti pi feguaci

meglio

fi

accorda colle offervaziorn

ip$ E SULLE aUALITA* DEL FLUIDO NERVOSO. delle vene, de' nervi, ed anche de'vafi linfatici; e quefto amma^ffo tutto infie-me capace di accorciarfi , propriamenLa membrana cellulol^ verte immediatamente te il mufcolo Da quefla partono tutto il mufcolo, e quivi fpeifo adipofa Q lamine, :Che penetrando il mufcolo producono la divifioiie de fafcetti, e delle fibre mcdefime di elTi , divenendo quefta membrana fempre pi fottile, fino a perderfi in filamenti cellulofi,i c|Nuali cingono le fibre,5 e inicme le collegano.
arterie
,
,

j,

,.

VI. Tutt'

vafi

fanguigni fono fufficientemente confpicui fot-

to

la

membrana comune
divengono

ed
,

efterna

dove

formano
nell'

de'

comde'

baciame-Hti detti anaftomofi


jntfcoli
della

ma

infinuandofi

interno

capillari

ed ivi accompagnando le efpanfioni

membrana cellulare,, dopo aver formata una fpecie di rete ad angoli retti e molto fottile , le arterie fi murano in vene , quelle -tornano fuori dal .mufcolo accanto appunto alle arterie I vafi linfatici ancora fanno la che vi conducono il fangue flefTa gita , ma non fi trovano facilmente che ne' mufcoli dei
.

collo

della faccia ec.


.,

effi entrano indifferentemente ne' In quanto a' nervi mufcoli da pi parti., e nell' entrarvi perdono la loro pi forte membrana. Si dividono quefti pure in filamenti capillari, difiribnendofi per tutta la teffitura del mufcolo , dove aflai preRo fi riducono impercettibili,, e incapaci ad effe-r altrameati ritrovati" tuttavolta la fenfibilita di ogni fibra carnofa , venendo punta o irritata., ci manifefia, che quelli filamenti nervofi traverfano,

VII.

penetrano
Vili.
e le

tutte le fibre.

quefta fruttura, che cade

fiotto

fenfi

il

raziocinio,

non poche altre cofe, le quali fono in gran parte arbitrarie , o veramente imma ginate per favorire un qualche fiftema Cosi appunto fi pu di-,
re de'
vafi

oiTervazioni microfcopiche aggiungono

romboidali delle fibre,


,

de' freni

nervofi

regolar-

gonfiamenti ovali de' vafi fanguigni, e delle cellule bislunghe delle fibre motrici e de' filamenti nervofi. IX Si poflbno anche nettere in quefta categoria i globetti del fangue pieni di un' aria elaftica ; i liquidi eterogenei fuppofti tanto nel fangue, che ne' nervi, e che fono flati creduti capaci
trafverfali
de'

mente

di

produrre fra di loro efFervefcenza

la

materia

fottile

del

Car-

ip6

DlSS.III.

SUL MECCANISMO E

MOTO

DE*

MUSCOLI,
altri
foftitui-

Caricfio, o altra qualunque in luogo di quefta da


ta (2).

X.

Un

tempo

(lato .creduto, che foflero neceffarie tutte que-

fle ipotefi per render ragione del

moto

de'

mufcoli

e de'

loro

fenomeni. Prefcntemente
;

accorgiamo quanto elle per tale effetto fieno deboli ma non potendo fpiegare tanti mai'aviglioli fenomeni , fenza far capitale di qualche fuppofizione , altro non fi defidera j che di potergli fciogliere con minori fuppofizioni
ci

Moro
Xr.
I

rs

mufcoli

mufcoli fono dotati di due forti di contrazione mofi raccorciano; una la contrazione elaftica, l'altra la contrazione vitale, o propriamente detta mufcolare. Da que(le due forze feparatamente , o congiuntamente , unite alla grato, per cui
vita ed impulfione efterna
^

dipendono

moti

di

tutte le noftre

parti, e ne procedono quelle combinazioni, che in tutti gli efercizii,

mente

li fanno diftinguere. Allorch fi piega volontariacapo in avanti, certo che il principia di quello moto confifle nella gravita medefima della teda I mufcoli deftina-

moti

il

ti

re

Nello fpiegare i Medici l'intralciata funzione dell' azion mufcolaan formato uno fterminato numero d' immaginarie invenzioni o di Ordigni a lor piaciniento Tutte queRe ipotefi poi non feriza ragione da altri gentiliffimi autori fono fiate meffe in dubbio, o piirc derife , o nofi
(2)
, ,
.

accettate, Daniele Bernouni avea creduto, che le fibre trafverfali nervee che fono variamente intagliate , cngendo ftrettamente le fibre mufcolari , che la ne formino tante veffichette. Alfonfo Borelli ftim pi proprio macchina mufcolare rettamente s' intende nella contrazione de'mufcoli fatche pi rigonfie, epicrtq, ti al di fuori a guifa di figure romboidee ,
,

diveifiero

Il

dottiffimo Keill
,

^e mottt mufculorum

me

piantata un' ipotefi

che

globetti del fangue altro

avendo falle prinon fieno , che


;

particelle di aria cinte e torniate da una crolla languigna

che nelle ul-

time borfette

quelli attrago veflichette giugnendo gli fpiriti animali gonfi fortemente la detta eroda fanguigna, e la unifcono a loro feffi^ laonde l'aria liberata, fi dirada, e nafce quindi l'azion mufcolare. Quando poi il fangue e gli Ipiriti fanno un nuovo invoglio , o facchetto da chiudere e refiriiigcre l'aria un'altra volta ; allora fi d fine all'azione del mu-. fcolo Taccio altre ipotefi
,
^
,

ti

a foftenerla dritta, non le

E SULLE aUALITA* DEL FLUIDO NERVOSO.' imprimono moto alcuno ,

Ip7
e

altro

non fanno che moderare il di lei abbaflamento. Non fi pu negafe, che anche anteriormente agivano ^ febbene non ce ne accorgeffimo; ma la loro azione eifendo graduatamente diminuita, perci fi fono slentati , e fi fon refi fufcettibili di allungamento,
il mufcolo buccinatore d' uno de' lati tagliato, vede quello dell'altra parte contrarfi,e tirare verfo f le labbra, fenz;a che l'anima vi abbia influenza veruna; in quello cafo la contrazione elaftica la fola che agifce , non avendovi la mufcolare parte veruna; e quella contrazione elaftica ha luogo tanto ne' viventi , quanto ne' morti di corto tempo, XIII. Ma quando un mufcolo , i di cui antagonifti non ceffando di agire , alza un membro contro la direzione del pefo, o fi contrae a difpofizione della volont,, o pure conformementa

XIL Quando
fi

rilaflato,

a qualche

neceflit

che

la

paflione faccia

fentire

allora dive-

nendo quefto pi gonfio e forte, a raifura che maggiormente Ci fcorcia , agifce e fi muove di una maniera tutt' affatto diverfa
da quella che porterebbe la gravitb., 1' elafticita , o l'impulfa fleriorey e quella la vera contrazione mufcokre-Principio da cui dipende
il
6=-

moto demufcoii,:

XIV. La contrazione de' mufcoli dipende d un principio che manca ne' cadaveri Non fi potr giammai provare , che il tremolamento delie carni, dei cuore di una ranocchia non^ fia 1
.-

effetto della elafticita

namento violento
ziorie
fia

delie
,

promoffa e meffa in azione dallo slonta' part, dal freddo dell'aria,- dall' evapora;

degli

umori
^

e da fimili altre cagioni


,

o veramente non'
,

l'effetto

della impulfione

della Comprefione

dello ifrofi>

namento

elettrico

E' neceffario pertanto confeflare effervi de' cafi , ne' quali fen> za pruova veruna fi prefume , che alcune parti feparate dal totale che componevano, reftino private di vita ; ma fi dovrebbe effere pi rfervati fopra tal giudizio , da che fi fa , che varie
porzioni
d' infetti

vivono anche feparate


produce
l'

che

in

elfi

quefta
in altri
ani'-

mutilazione di membri

iftelTo

effetto

che fa

^pS

DlSS. IH. SUL MECCANISMO E MOTO DB* MUSCOLI, animali la feparazione dell'uovo, o del feto dal corpo delle lo ro madri (3) XV. I moti mufcolari , de' quali l'uomo ha in f il principio fintanto che vive, fonodidue forti, come lo fono le fue azioni (yVolJif Theol.P.L): quefie fono, o naturali, o libere Libere fi dicono quelle che fono determinate da una cognizione del bene^ o del male , che ne viene dall' effettuarle , d' onde ne nafce un atto volontario per efeguirle . Naturali poi fon quelle che vengon determinate da una idea confufa del piacere , o del difpiacere che ne pu rifultare ; e quella idea, e pi fpeflb ancora X
. .

alTuefazione

eccita l'inclinazione naturale,

oT appetita

fenfitivo

a produrle.

XVI. La maggior parte de'noftri moti fono .midi , o fia che tengono del naturale, e del libero; ma varie circoftanze ne rendono alcuni arbitrarli, altri necelfarii Quei che mantengono la vita e l'integrit dell'uomo, e che fon neceffarii ad ogni fecondo, a ogni minuto, o in ogni giorno della vita, non fono ar.

bi.

animali forniti come noi di fangue , di vafi di fibre atj? (^') no le fenfazioni , e '1 fentiraento, che poi il manifeftano merc de' moti cfteriori ma fa meftieri , che vi fia ancora nel corpo organizzato un centro folo , od un appoggio, dove pofan finire e ridurfi Tutte le fcofife; e q^uindi tutti quei viventi che nci--fcymano un tutto perfetto ed un armona di parti come nell* uomo e che all' incontro anno pi centri diverfi , non fono cos fenfifivi. Ci chiama qui quell'importantiflimo fenomeno de' polipi del Trembley che comunque tagliati , feguono a vivee non anno fponre, anzi crefcono a gai fa di pianta , poco lentono dopo le pii diligenti onervazioni fi contanee mozioni Il perch chiufo , che quelli detti polipi altro non fieno, che tanti corpi membra^ nofi , che non contengono organi di animali, bench digerifcano il cibo^ ma che quei granelli che fono al di dentro ed al di fuori appiccati a

Tutti

gli

quella

membrana
,

al

certo

fon

tanti

piccoli
^

animaletti

quali

di

Ja feparati

avviene che confur mano il cibo, che amano la luce , e che moftrano godere uno bench fcarfo fentimento Medefimamente alle lucertole, ed alle vipere, f fi recida qualche parte del corpo , non perdono efle la vita , Lo fieflb dicafi delle vefpe , delle tartarughe , de' pefci , i quali perch fi allontanano
il

facco polipofo perde Ja vita

e quinci

dalla noflra orditura

an poca fenfazione
bel fuggetto preflb

fervazioni
ffelta

fu

quefto

il

Sono da leggerf tante utili of? Bonnet nella Contemplazioni

Natura,

E
bitrarii,

SULLE qualit' DEL FLUIDO NERVOSO

Ipp

fuorch negl'intervalli di quefti fecondi, di quefti minati, e di quelli giorni . Tai moti elfendo fofperi pi lungo tempo, come accade nella refpirazione trattenuta pi oltre di due

minuti, facciamo
la

gli

ultimi sforzi per riprenderla, interelfandoci

vita;

ma

noi la fofpendiamo ad arbitrio per lo

tempo

di

qual-

che fecondo anche fenza penfarci * Lo fteflb accade dello fgravio de' flati, o degli efcrementi, del mangiare, e del bere In quanto a' moti indifferenti alla vita, quefti fona comunemente arbitrarli;

ma

fono abituati

come

per efempio l'aprire


,

'1

fer-

rare delle palpebre, noi gli facciamo fenza rifletterci

ed anche

fenza volerli

XVII. In ogni corpo animato

ritrovali

il

defiderio di efiftere^

e di ben efiftere, ed un' inclinazione invincibile pel bene, vero , o apparente * L' appetito del piacere, e 1' averidone del dispiacere
,-

fono
i

principii di tuttequante le noftre azioni,

e di

tuttiquanti

moti mufcolari
i

attivi

per

rapport

a noi

mede-v

fimi,

non elfendo

pafllvi
,

prupriarncnte
,

Le

idecj tanto diftinte


i

che confufe

nazioni, e infieme
ci rifleffione
.

noftri

moti

moti d quefta forte.determinano quelle incliquantunque non Ci faccia a-

nervi fono l'organo delle noftre percezioni a idee j di maniera che i nervi di una qualche parte' fono affolutamente incapaci ad eccitare quefte' percezioni, la medefima non
i

Ma

riceve altramenti
ralifia, della

XVIII.

moto veruno; tale il cafo della perfetta pafmcope, e della morte: (4). nervi fono deftinati a trafmetter le impreffioni
del-

un^ (4) Comecch quefa ^ che qui tratta il Signor de Sauvages , materia di troppo diffidi digeftione, non fi debbono efigere da me dimoE quivi flrazioni evidenti in quello che far per dire in quefta nota
, .

fi

vuole

come

ih tante altre difpute filofofch


lin

feguire

le
,

forme
acci
fi

pili

giudiziofe de' verifimiji intrecci con


fa fperare

bel

filo

di difcorf
de'

pof-

qualche buon frutto

La
,

diftinzione

moti in

lier

b vo*.

lontarii, in naturali o
i

Medici

ed in mi/i^elh viene' ftabilita da tutt n occorre che tal punto pi a lungo il replichi qui , Gi fi

macchinali

tutt'i moti li za apparentemente , e non davvero ne ; ma dall' altra banda fi dee dire He si lievi 5 che poffon fervirc pi

fa, che gli Sthalliani

ripetono dall'anima, ed in confeguen-

ammettono

efli

quefta triplice divifio*

che propongono argomenti e dottri* prefto a barattar parole , e farebbono

203
gni
.

DiSS.III.

SUL MECCANISMO E MOTO Dk' MUSCOLI,


,

delle parti fino al cervello

a produrvi le idee de' noftri bifoi

Servono
bifogni
,

ancora

trafmettere

moti, relativamente

a'

Boftri

dal cervello alle parti; e quefta

mutua

corrifpon-

denza il ligame della vita, perch 1' azione mufcolare ferve a prendere tutto quello che ci neceflario , come fono gli alimenti, a cambiargli in noftra foftanza , ficcome a difenderci da quanto ci pu nuocere, ed a mantenere la noflra efiftenza , e il noftro bene ftare; e tutte le noftre corporee azioni dipendono da queflo . Niente adunque per i' uomo vi di pi degno, che
indagarne
il

meccanifmo.

sbadigliare la gente diftppa'ffiona'ta, f ardiflero elle di apparire to. Intanto niuno potr niegare , che il moto del refpiro , o

a
fia

mercail

mode'

vimento
mufcoli
il

del diaframnia, e de' mufcoli dell' addomine , come anche motori delle corte , noi? fieno da noverarfi fra' moti mirti .
del cuore
fia
,

Che

per certo , a tener cuore dal continuo movi mento fuo , come pu far ceflare le mani mentre fon in moto in fine che quefti altri moti liberi fi .diano, e dipendano dalla volont nortra , niuno oler piegarlo allorch fi rifletta ; che V appetito ragionevole egli nafce dalle diftinte rapprefentazioni delle cofe , lo che in noi fi fa merc l'intelletto j che quanto maggior bene V intelletto manifefta , altrettanto pi fortemente v' motivo di defiderioj ed ancora quel-

moto

naturale alla macchina

iiaffi

quando

fi

confideri

che nuno pu fermare

il

Ma

ragione rapprefenta come un bene , delle volte il fenfo e 1' im. Quindi la volont non pu il dimrtrano come un <male effr forzata da erterna cagione ad agire , quando fecondo le rapprefentan1' anima quella che determina f medefze della ragione ella defidera Perci la libert ella una facolt deli' ma , e fpontaneamentc agiice ente intelligente di eleggere fpontaneamente traili molti poffibjli o conDa ci fi rileva che i motivi di tingenti , ci che giudica effer ottimo In quel'olere non tolgono la libert , ma s bene pofTono rtar con lei
lo che la

maginazione

che realmente debbanfi ammettere o fi? in noi , oltre de' moti mirti e naturali , benanche i moti liberi Ricca miniera eh' che r anima s' uniC:;e a quell' oggetto che a lei piace quefia di dottrine buone , e lu di cui dovrebbon i giovani Medici anche nella lor focofa et , pofarfi con maturczza , acci pollano ritrarne
fta

guifa

panni

che

refii

dimortrato

quelle giufle confeguenze che nafcono

dalla

Natura
,

Perciocch

le

idee

qualora fon infilzate o

ammontate

1'

una

full' altra

ficcome prefio entr^-

^0

CQs torto fcappanp via

E SULLE Q.LALITA' DEL FLUIDO NERVOSO.'


Cagioni y e fenomeni del moto de mufcolt.

201

XIX. Poffiamo

fare agire tutt'

mufcoli

1'

azione de' quali

indifferente alla vita,

come fono

quelli delle braccia, dellegam.

La be , e della lingua , quando fi fieno a tal moto efercitati volont quella che determina tutti queii moti , e li regola riguardo al tempo, o alla durata , e alla forza della quale fiamo capaci , come pure rifpetto al numero , ed all' ordine delle contrazioni mufcolari. XX. PoITiarao ancora accelerare, o ritardare per utt certo tempo il moto di quei mufcoli, l'azione de* quali folamente d tempo in tempo neceflaria alla vita , purch quefte mutazioni per altro fieno limitate agl'intervalli preferirti ( XVI.) , e che
da noi
durle
.

fia

fiata acquifata

da infinito
li

tempo
refti

la

facilit

di

efe-

guirie, o che da una forte pafiione

determinato a pro-

confufa d' u'n male , abbiamo una inclinazione invincibile per quel che ci partorifce un gran bene; la pafhone pu accrefcere, o diminuire de' movimenti divenuti per le cir-

Una

pafTione

fuppone la percezione

di

un bene

fenfibile; e ficcome noi

meno intereffanti, per eccitarne o accelerarne alcuni altri pi allora necelTarii. Quindi che la collera accelera ed inalza i movimenti del cuore per animare tutti gli organi neceil'arii alla
coftanze
noftra vendetta
,

e fa trafcurare
il

per

lungo
il

tempo

le

funzioni

meno

urgenti,

come

mangiare, ed

bere,

XXJ. E' certamente un errore il prendere per automatici quei moti che fono determinati nel' uomo da un principio che fente
i

fuoi bifogni,

che

li

varia a

norma

della fua percezione, e che

proporziona alle fue forze, ed alle fue inclinazioni. Una macchina inanimata pu ella mai fare de' movimenti , che non fieno prodotti da delle impulfioni di agente efteriore ? Pu ella variare nel cafo non previfto d'una minaccia, d'un filenzio inli

giuriofo, o
riarfi,

d'

una mancanza

di

dovuto

rifpetto

Pu

ella

infu-

e piangere

come

fanciulli

nell'elfere

abbandonati in una
gli

fcura folitudine? Quello farebbe

non conofcere
par

automati. La
ceia

cieca

ammirazione che

il

volgo ha

fimiii opere Meli' arte,

201
cefla

DrSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO De' MUSCOLI imuiantinenre quando riconolce le molle, dalle quali
^

tali

movimenti e operazioni dipendono., XXI/. Ciafchedun effetto corrifponde

alla fua caufa

e quefta

pu effer riconofciuta dal rapporto che trovafi. tra efla e quello. Cosi l'armonia, che fi trova tra le noftre azioni mufcolari ^ e le nollre inclinazioni ( che non effendo manifefte o avvertite, fi confondono colle nollre neceffitk e paffioni, ed effendo diflinramente conofciute

conofcere

il

principio, e la caufa di
,

pio quello
ne' cadaveri,

che

chiamano- nofre volont ), ci dee far tali azioni. Q^jeffo princifecondo 1' offervazione del Borelli manca
fi
,,

ne' quali

la difpofizione

degli organi,

per un qual-

che tempo al meno, non tanto cambiata


durre
de'

da

non poter proche le fo-

moti, non mancandovi

allora per efeguirli,

le forze motrici..

Celeri fa del movimento-

XXni. L''uomo pu
omero,

nelle fpazio di
1'

un minutO'
parte

gare circa a quattro volte

inferior

del" braccio

fecondo pieverfo T

e in queft' azione il mufcolo bicipite fi raccorcia incirca a tre pallici; ficch fatta da otta volte quella gita, tra lo
fcorciarfi
e
il

diftenderfi,

fi

calcola che percorra,

o mifuri uno

fpazio di due piedi in

un minuto fecondo.

XXIV. Se la mafia che vieft mofla da quelF azione far di quattro libbre, quella forza fi rende uguale a quattro libbre pefo che cada dall'altezza di quattordici pollici in circa, ovvero a un pefo di /^66.. libbre che cada dall'" altezza d' un piede;
e ficcome la forza ordinaria dell'uomo, la quale non pu efl'ele aumentata da macchina veruna, i fettanta libbre in- cii'ca portata ali 'altezza di un piede in un minuto fecondo, la forza che efercita allora il bicpite la decimaqunta parte di tutta
intiera quella forza, che un artefice aifuefatto ad impieg.ire. Bernoulli Hydro:^y}rtm, num. 5.. e

ordinariamente
p..

XXV. Non in potere dell' uomo augunientare la mafia del fua braccio; pu per altro caricarlo di maggior pefo, ma allora noi potrk mai muovere , f non con delie celerit proporzionata-

E SULLE dUALirV DEL FLUIDO NERVOSO.

203

tamenre minori. In que(ii limiti pu anclie variare le celerit a fuo talento, e pu fofpendere ; reiterare a fua voglia queft moti

(5).
Scorcame?to del mufcolo.

XXVI. Quando un mufcolo


zo
di abbreviarfi

fi

contrae,

fi

abbrevia, o

fa
,

sfor--

d'un terzo in circa della fua lunghezza e della o meno, a norma dell' intenGtk di queflo sforzo ta eh' ei trova a poterfi muovere.
-,

pii

facili-

^crejc ime rito ,

gonfarnemo

tk'l

mufcolo nel fuo corpo

mufcolo fi muove, muovafi anche con fanoniafcia di gonfiare nel fuo centro o corpo, ed a proporzione della lunghezza che perde , cr^jfce in larghezza e in profondita. -La fleffa malia, che di lunga divenuta sferoide, non occupa perci uno fpazio maggiore. La pelle che

XXVII. Quandi)

il

cilita

e fenza sforzo,

Ticuopre

il mufcolo impedifc il giudicare dei fuo fcorciamento , onde giudicandone dalla larghezza aumentata , fi crede che ingrandifca, ed occupi maggiore fpazio, XXVin. Pu anche accadere, che quello gonfiamento z mu-

fcolo il faccia comparire pi groffo affolutamente di quello che avanti appariva , bench poi il volume effettivo fia realmente minuito , perch il gonfiamento apparente alcuna volta mag-

giore in proporzione -della fua vera diminuzione

C
(5)

.2

D'

Le

oflervazioni le pi
i

comuni

fan conofcere a noi la gran celerit

che anno quanto f

mufcoli ne'lor movimenti, tanto f fi conlderino gli animah, ponga mente agli uomini. QLiando un corridore ienza freno fi

fugge, in

-volte la fua

corre quanto tre d' una met d'un minuto fecondo, lunghezza. Or quale velocit di contrazione ne' mufcoli farem per dare a barberi sfrenati ? Lo fteffo rileveremo quando fi rile lepri anno i cani levrieri .quando corrono flette alla velocit che nelle lor fughe, ed ancora gli uomini medefimi . Da coloro che con rifi pretende, che un mufcolo fi pu -contrarre in mefieffione calcolano no d'un n:iinuto terzo- Io che vorrei , che per lo appreflb fi te/.eue .

meno

-,

snente

>

204

DlSS.III.

SUL MECCANISMO

E-

MOTO

de'

MUSCOLt,

Diminuzione del volume de mufcoli.

XXIX.
do
il

Si giudica della vera

mutazione del volume immergenTe

braccio riiaffato in una brocca di acqua, perch


fi

allora,

dovr conclufi minore; ma f remeremo accertati che l'acqua non fi fia alzata punto, refta evidente , che dal braccio non fi far partito fluido alcuno, fenza che almeno non ve ne fia per altra via rientrato altrettanto. Il mufcolo contraendofi, fpreme u^^?^ porz.ione di fluido^ ma certamente^e fcaccia meno di quello chs d' aftronde gliene vien riconfiafi

contraendo fortemente il pugno, o bocchetta della brocca, l'acqua


dere che,
il

oflervera, che nel beccuccio

abbaflata^
fatto

volume

del braccio

fi

la

dotto
rienza

grandiffima ^vecauzonp, ho reiterata quefta fpeed ho concepito per giulliflma la confeguenza che ne avea dedotta il Gliflbnio , cio , che nell' iftante nel quale la
,

XXX. Con

ma

contrazione comincia a farfi, il volume del mufcolo diminuifca; che dopo qualche fecondo di tempo , l'acqua al/.andofi per gradi, il volume del mufcolo ritorni Io fteflb , e finalmente anche maggiore di prima.
Efperienza, fui pftjfaggio del

fangue

a travsrfo

de''

mufcoli

XXXI. Nel cavar fangue a qnalche oerfona dal braccio, fi offerva molto fpefb che facendole frequerrrem-^nte afficolare e (Iringere il pugno , il fangue eh' efce dalla vena fpilla con pi forza o fia , eh' efce in egual tempo maggior abbondanza , che a pugno fciolto; molto meno poi n'efce a pugno fempre pil
,.

ugualmente ferrato.

XXXII. Combinate
re, che
il

ga da
* che
gioif

effi

quelle ofifervazioni , ^i pu da efie dedurfangue nell' iftante del'a contrazione de' mufcoli venrapidamente foremuto nelle vene , e che paiimente n*

cfca pi di quello,
nel

che in egual tempo ne rientra


il

dalle arterie;

rilalfamento confecutivo

fanone art^rofo trovando


,

nelle vene gi vote

meno
f la

di

refiftenza

vi

fi

fcavichi

in

magpaifa-

abbondanza;

ma

contrazione perfiHe, poco fangur pu

E SULLE (IUALITA' DEL FLUIDO NERVOSO."


paiTare

a traverfo del mufcolo

pochiffimo fangue pu

il

20$ mu-

fpremere nelle vene, effendo impedito in parte alle arterie poterveio fcaricare: quefto per non impedifce , che il fangue arteriofo non fi accumuli e crefca nelle arterie fino a fare aumentare il volume del braccio ; tanto pi , che lo fgravio del
fcolo
il

fansue venofo fuori del braccio 'to'

refla

diminuito

Colore del mufcolo in contrazione

XXXIII. OiTervato
vo
e

il

colore di

un mufcolo

in

un animale

vi-

fcoperto da' fuoi integumenti , non fi vedrk fenfibilmente variare di colore, tanto nella contrazione che nel rilafciamentOj

o inanizione, quando per non fia un mufcolo voto e trafparente, come lo il cuore del)/?. -anguille, il quale comparifce molto pi roffo nella fua diaftola,e pallido allorch
elfo
il

fangue da

fcagliato fuori, o

fia

nella fiflole. Per altro la

maggiore,

minor dofe
do
di calore

del fangue che ritrovafi ne

mufcoli, non pu diftin-

guerfi in altra

manieraj che mediante un maggiore o minor gra=

{6).

LV. Per l'iilantaneo abbaiamento dell'acqua nell'efperienza del Gliffonio, mi parfo che il volume de' mufcoli nel con'

XXX

diminuifca ne' primi momenti di un decimo , febbene una mifura non fi poffa dire fiata prefa efattaraente . In quella fuppofizione neceflario eh' efca dal mufcolo quella quantit di fangue che concorreva a fare la decima parte dei fuo volume ; ma il mufcolo contraendofi con una celerit di due piedi per fecondo , bifogna dunque che il fangue fia fpinto fuori del mufcolo con quella celerit appunto, o poco di verfa, quantunque ei ne debba perdere una porzione nel fuo cammino per le vene , a cagione deli' inerzia del fangue antecedente .
trarfi

tal

{6)

Una

l>ella

fcelfa

di

offVrvazon

fu

di

tal

punto

che
ne'

for-

merebbe una quintefienza di quanto

ftato

^do

ed

inculcato

libri

fi^ potrebbe ben fare da quefl' opera di HaHer che comprende, una , aione di fperienze fullc diverfe parti irritabili.

colle-

205

DlSS.III.

SUL MECCANISMO E
Celerit del

MOTO

De'

MUSCOLI,
.

fangue

nel mufcolo

ranocchio nelSignor Hales di un novaatefimo di pollice per fecondo , che viene ad effcre 2160. volte minore tlella celerit colla quale un mufcolo fi contrae , e che Ipreme il fangue dalla fua teffitura, o fia dal fuo corpo. Se i globetti del fangue fon tutti di un diametro uguale tanto nel topo che nell'
celerit del. fangue ne'mufcoli del la inazione
,

XXXV. La

parfa

al

elefante

fecondo

le

offervazioni ^i

Leuwenoeck

e f

paflano

ugualmente uno
verifimile
fieno
del

sfilato

dietro l'altro in tutte le ultime aneiiuz-

ze de' pi pccoli animali, conie ranocchi ed altri, comuarifce come le ultime arteriuzze dell' uomo e del ranocchio

medefimo calibro , e che-i! fangue vi fcorra collo nel tempo della quiete de'mufcol , e che con celerit uguali (a fpinto o fcacciato ne^ moti mufcolari , operando quefte azioni ugualmente rapide> XXXVI. Il fangue dell'uomo nelle pi grandi arterie non cammina generalmente con celerir maggiore di quella di un mezzo
feflb

moto

piede per fecondo, perch quefto lo fpasio prcfb a poco a quello che neir arteria aorta pu occupare il fxngue fcagliato , e contenuto dal finillro ventricolo del cuore Dunque quefa celerit preffo a poco la quarta parte di quella , colla quale un mufco.

lo

fi

contrae. Il fangue per che dalle arterie pafla nelle fue ra


,

mificazioni
faggi
,

fi

rallenta

in

ragion reciproca della fomrna de' pafquefte


fuppofizioni

fia

delle divifioni

XXXVII.
verifimili,
ta la
il

norma

di

che

fon

molto

fangue -arteriofo non pu imprimere al venofo tutcelerit eh' egli ha all' ufcire dal mufcolo contratto ; dunegli

que la celerit eh' te ottenerla dalla defimo .

acquifia

e colla quale egli Q^ce


fi

deb-

celerit colia

quale

contrae

il

mufcolo me-

Jtjfufficenza del

/angue per produrre quelo moto

XXXVin.
che
il

Dalla fuddetta proponzione fi pu inoltre dedurre, fangue non fia il fluido agente de^moti muicolari , e che per

E SULLE QUALIT* DEL FLUIDO NERVOSO.


per produrre ci
derfi pi
,

20/

vi

fia

neceflario

u
,

fluido

il

quale Tr

muova

con una rapidit tutto affatto diverfa


e 'dovendo di fpazto in
rialzare
ifpazlo

perch dovendo eflb rene

tardo nel paflre a traverlo varie vefcichette bislunghe,


reftringerie
,

alternativamente

o gonfiarle,, tanto pi dovr rallentare il fuo moto, e per confeguenza renderfi Tempre meno capace ad efeguire i det-, ti moti ne'mufcQi.
Pronte-^^^a de* movimenti

XXXIX.
tario, o
dini
fia

la

Prodigiofa veramente la prontezza del moto voloncelerit colla quale quello moto ubbidir agli or-

della volont,
aliai

muovendo

noi

.'f-'lla

ftefla facilita

prontez-

za le palpebre

vicine alla fede dell'anima, che le dita de*

piedi che da feflanta volte ne fono pi di quelle lontane. L'efecuzione d quefti moti iftantanea , quantunque per effer ultimati vi fi richieda un qualche tempo Bifcgna dunque che il
.

fluido efecutore di

quefti

moti
,

zo che paffa dal capo a piedi

dovendo percorrere quello fpaabbia una celerit prodigiofa e


j,

pi grande di quella che ha

il

fuono

Infujp,cien%a dalla linfa nervo/a,

XL. 1/ acqua

un fluido due o tre volte


fi

meno

glutinofo

fpreme dalla midolla fpinale , e dal cervello; la celerit di efla relativa alfe forze che la fpingono,e fi {a. che nell'aria ella pu avere una celerit capace di percorrere orizontalmente uno fpazia doppio dell' altezza del recipiente, o del vafo da cui fcaturifce. Se bifognaffe che i' acqua fi muoveife con una celerit ^uguale a quella del fuonO' > ella dovrebbe efifer premuta da una forza forprendente , come quella prodotta da una conferva alta 2140. piedi , ed anche dovrebbe in quello cal muoverfi nel voto ; imperocch ninna forza co
nofciuta

pi fcorrevole della linfa che

farebbe

capace d
.

farla

fcorrere

colla

detta celerit a

traverfo de'tub capillari

La

forza che farebbe necelria a pro-

durre

queft'^ efftto,,
li

fup^rerebbe di gran lunga la tenacit deVafi

d'ogni ipecie^ e

farebbe torta crepare..

2oS

DlSS.

III.

SUL MECCANISMO E

MOTO

DE*
.

MUSCOLI,

Qualit del fluido nevveo

XLI. L' acqua premuta dall' altezza di tredici piedi, perde tre decimi della fua celerit allorch pafla da un orifizio di tre linee di diametro; e f korre in canali d' una linea di diametro, ella ne perde tanto di pi , quanto la circonferenza aumenta ia rapporto al calibro; di maniera che la fuddetta altezza none capace di farla fcorrere fenfibilmente a traverfo un tubo d'un quarto di linea di apertura in circa Per farne fcaturire. il doppio da un orifizio di tre linee , bifogna quadruplicare l' altezza del recipiente che dee premerla. Ma che ci vorrebbe mai, f fi vokfle ch'ella fcorrefle con una celerit uguale a quella colla qua.

le

fi

muovono
ahgufti
,

mufcoli

e a

traverfo canali
de'

cos'i

prodigiofa?

mente

come fono

quegli

filamenti nervofi

Una

grandini ma preffione vero la fa fcappar fuori da'pori dell'oro ; ma moltifsimo non oftante vi corrt da queita fpecie di dillilla-

zione
gl'

alla celerit del


d'

fuono
.

come ne poffono ben

giudicare.

intendenti

Jdroftatica (7)

XLII.
(7) Non fa mefiefi cK* io rechi moite prove per far conofcet-e , che il Huido ncrveo non ha una natura acquofa o mucillaginofa , tutto che 1* fnga ffer egli un umore blando, ed una fottilifiima linfa. Talvolta neche fi gli animali di frefco uccifi da buon Notomifla , egli vero , veduto efalare dalle cellette del cervello , e ria' nervi eziandio un fotti vapore, che poi ragunato , ha avute le divife dell' acqua; ma quegli era un fluido che nel vero ufciva dalle minime arteriuzze , le quali minimiffime arterie penetrano in quei nafcondigli della ludanza del celabro, Tutto aftatto diverfo il vero fluido che anima i nervi e ne' nervi avendo a' fianchi le ofievvazion di quelle trilli ma ftefl Il dir pure lattie che fan guerra e fufcitano battaglie fiere nella macchina umana , allorch coftei fortemente convull'a, o che li vede pcitire di frenefia, di mana , e di altre s fatte amare fcia^ure ; non potr clubitarfi , che quel tempeflofo apparato , e quei vigon,)li aflalti non poiono nafcere da un fempHce umor acquidolo che fcorra per gli nervi , e eia tanta energia a' medelmi. Egli certo che le ultime arterie della fcorza del cervello contengono, un fottiliffimo l'angue , che quindi pafa neiie fibre della fufanza midollare, perciocch non evvi nella macchina aiiimale vafellino alcuno che termini in una cieca e folida fibra , la qual cola uifturbefeb
. .
:

be

SULLE QUALIT* DEL FLUIDO NERVOSO.

20^

XLIJ. Newton ha dimolirato che la celerit degli ondej^giamenti de' quali un fluido fufcettibile , proporzionato alla radice della rarit delle Tue particelle, e a quella della loro elafticita prete iniieme ; onde la celerit delia luce eflendo 700,000. volte piti grande di quella del i"uono , bi fogna che la rarit delferma la medefima elaiicita , 45^0, fia , le molecule della luce Goo , 000, eoo di volte pi grande che quella dei veicolo del fuono , o che , ferma la medefima rarit , i'elafticit della luce fia 490 mila millioni pi grande , che non quella di quello
veicolo (8)
.

XLIII. Un fluido altrettanto pi raro , quanto il Tuo pe(o occupa uno fpazio maggiore; ma perch ci pofl accadere biIbgna , o che 1 fue molecule lieno divif^ in tante particelle

D
,

d
:

pia

be il glrema del fangue e produrrebbe riflagno negli umori ma quello medefmo fangue fottiliffimo o juefta linfa , ferve ad irrorare ed annaffiare le fibre nervole e nutrirle, fccome la linfa ia generale quella the produce ogni nutrizione nel corpo. Perci f fi recida midolla allungata , e col microlcopio col fi guardi , vedraffi un volatile vapore, che ad un tratto ;fi dilegua e le il cervello Ipogliato d' fuoi invogli fi ten.ga appefo in un vale di vetro dove V aria non agifca , dopo pochi d , di tutta quella malfa o pafa alcuni pochi vafi lecchi vi rimarranno . Per lo che reftando annullata quefta opinione , ad altre fugofe fentenze noi farem paflTaggio . (8) Traile utili confeguenze dedotte dall' applicazione del calcolo alle fcienze Aftronomiche , non fi riput fra le minime quella, che prima d* ogni altro die fuori Giandomenico Caffini , indi Boemero , Edmondo Halley e varii altri Matematici ed Agronomi , ftabilendo il tempo che
-b.
:

giugnere dal Sole fin a noi che viviamo quaggi Il iulk prime fi difcofi da tale illazionema gli altri in feguito ne riprefero animo , e vollero tal fiftema fofteneSi era ofTervato che mentre l'intigno latellite di Giove s'immerge re nell'ombra del medefimo, ciuafi ftelfe in denfo fumo od in folta caligine, il fuo lume ch'avea dal Sole perde, e dagli occhi noftri fi aiconde. Ma quando Giove in congiunzione col Soie , piti al tardi il pi vicino fatellite efce dall'ombra del medefimo , che non nella ppofizione : ficch fi determinato, merc di tali oUervazioni, che la luce in correre per gli
la luce

impiega

Caffini in vero per molte ragioni

impiega otto minuti fecondi e poco pi per venire dal corpo terra, o per defcrivere un raggio dell'orbita terreflre a pie del vero fovente vuol pullulare il dubio j onde Maraldi , vago richieditofpazii celefti,
folare alla
.

Ma

2IO

DlSS.in. SUL
,

MECCAMISMO

MOTO

DE'

MUSCOLI,
,
,

che non d Solamente fie lecito a me di aggiugnere che i Fifici medefimi an voluto far il paragone fra la velocit della luce e quella del fuono; dello che ne fa parola il Signor de Sauvages nel Tefto. Ma varie dubbiezze, e diverfi equivoci fi fon trovati in decidere un tal punto, talch, fecondo alcuni Cenfori ella fi ftiinata cotefla ricerca da varie nuvole ombreggiata Nel vero, a mio avvifo, fi debbe per determinare la celerit della luce, flabilir prima la vera difanza dal Sole a noi e di quanti diametri terreftri fia la medefima in fecondo fi dee alfodare la vera lunghezza del detto diametro, o pure del femidiametro della terra la qual lunghezza nafce dal faperfi la intiera circonferenza , e la
a quefti
calcoli

re delle lodi

diverfe difficolt oppofc


ridirle
.

quello luogo

il

,,

longitudine eziandio di ciafchedun grado,, i quali, nel liftema pi vcrifimile che la terra abbia la figura di uno sferoide lato-, fon diverfi fra loro , perciocch pi corti fi deono riputare nell'equatore dove vi maggiore curvit,, e pi lunghi ne' poli, laddove la terra ifieffa men curva Or chi non Icarfo di notizie Fifiche ben fa come fanno di gran difpute cotefi perfpicaci Filofofi, i quali non di rado^ fi. pafcono di fumo , e fovente lavorano non altrove , che nella fucina della fantafia Egli pur noto come diverfe e varie fieno le lor mifure prefe, quali flra.,

ne e fvariate conchiufioni fienfi fatte in determinare i gradi della circonferenza della terra dopo i lunghi e penofi viaggi e nelle regioni fredde del Nort e nella zona torrida efpofa a' diretti sbattimenti della luce,, talmente che parecchi non ignobili Matematici mentre afpettavanfi che quei flianchi e laffi Accademici aveflero da' detti lor viaggi portate ricche merci di virtute , conchiufero che la terra aveffe una irregolare figura ; laonde darebbefi in tal guifa un addio a tante fatiche e
,.

la diflanza

iudori fparfi fulle lunghezze de' gradi , del femidiametro terrefire , e fulvera degli affri da noi. Taccio di farne pi motto fu di queputito
j

fto dilicato

ed altro faprebbe dire chi ne fa pi di


,

me

Peggio
re
, ,

e pi gravi quiftioni voi fentirete


1'

f fiirete vogliofi
.

di fape,

quali fpazi ciefcriva

aria mofiTa dal corpo fonoro

Halley con Newton,. Piccai-di, e verfe mifure La pi grande di GafTeudo, il nel corto fpazio di un minuto fecondo, deferiva 147:5 piedi Parigini ^ la pi breve di Cafl^ni che dice, che ne corra 1038. piedi E tale gran, variet appunto vi dee paflare, allorch fi riflette che il fuonO' fi crefce 1' efal'azioni e li fminora di velocit , merc il vario elatere dell' aria
,
.

fini

Ugenio

CafGaffendo varii altri ^ an fatte diquale vuole che il fuono-

,,

ed
fia

venti

Ma

di

grazia mettiamo

che realmente
,

la velocit della luce

come fcrive il Si700, 000 volte maggiore che quella del fuon gnor de Sauvages tutto che fecondo altri calcoli da molti Matematici variamente venga fl:abilita chiaramente egli ne deduce da quel Newtoniano teorema quanto grande fia la rarit e la elaflricit della luce medefiraa j quafi infinitamente formontanda la rarit e la denfit deli'
,
,

aria

SULLE dU ALITA" DEL FLUIDO NERVOSO


particelle
fia

7fr
pii

pi piccole, o che ciafcuna di elle

tanto

pic-

cola quanto la rarit

rarefazione

viene ad elTere pi gran-

de. Perch, ficcome fi fa , che i piccoli anelli anno, a proporzione della loro maifa, pi- di forza ripulfiva , o pi di vertice, che i grandi , parimente le molecule de' fluidi elaftici , vale a dire che fcambievolmente 11 rifpondono , anno tanta maggior forza per allontanarfi le une dalle altre , quanto fono pi picDunque f un fluido produce delle ondulazione due volte cole pi veloci di un altro che Ha. della medefima eiafticita , ne.

ceflario

che le fue molecule leno quattro


, ,

volte

pi piccole

di

quelle dell' altro

XLIV. Da
^ccefi
fi

quello dipende

che
,

la luce eccitata da' vegetabili

il fumo , o quel che da' medefim efala avanti che abbiano prefa fiamma ; perch fenza far conto <3eila lua grandiflima eiafticith, ella una materia infinitamente pi fottiie. XLV, L'efperienz$ chimiche fanno vedere, che corpi i qua-

fpande pi celeraraente

che non fa

groflb

vapore

ed intimamente afibttigliati , come dalla li fono flati attenuati fermentazione o dalla putrefazione , fi trasmutano tofto in liquidi fenza eiafticita, come il mufto in vimo , la carne in marcia ; ma a mifura che quefto aifottigliamento di parti diviene pi perfetto , vi una porzione di quel corpo che rendefi etereo , infiammabile, o fia elaft^ico , e luminofo come la fiamma, perch quelle particelle avendo moltifsima forza ripulfiva , fono perci divenute affai pi piccole Se dunque le molecule fono tanto pi elaftche, quanto fono pi piccole, ne fuccedera fecondo il principio del Nev/ton , che le celerit de' fluidi elaftici faranno come le radici quadrate della loro rarit, o della fottigliezza delle loro molecule; e reciprocamente la piccolezza delle molecule de' fluidi elaftici far come il quadrato della loro celerit ; di manierach, f 1' efperienza fa vedere che il fluido elettrico percorre 4280. piedi per minuto fecondo, come facile a ricavarlo dall' efperienze del Sig. Le Mounier ( Mem. dell' Accad. Reale i74<5. ) in tempo che il fuono non ne fa che il quarto, vale a dire 1070. per fecondo; faremmo in iftato di conchiuder, che il fluido elettrico fia comporto di particelle x|uattro volte
.,
-.

pi piccoli di quelle

dell' aria,

fia

del veicolo del fuono.

Amraet-

212

mettendo

DlSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, che il fluido elettrico cammini colla fteffa velocita

della luce, ne viene, che le

molecule che lo compongono fieno 833. volte pi piccole di quelle dell'ariane anche altrettanto pi
claftiche
.

Sottigliezza de canaletti neruoft,

XLVI. Il migliore traili microfcopii non pu dlfcernere voto, o condotto alcuno nelle fibre tiervofe ; tutta volta la loro trafparenza , fpecialmente quando Tono afciugate, dimoftra, che un fluido tanto dilicato , quanto la luce , vi trovi un facile paiTag* gio , fapendo che la medefima ve lo trova facilmente; e che il muove almeno pi rapidamente ne'corp, quanto fono pi denfi, o fia per confeguenza , che 1' abbia pi libero il paffaggio in
quelli
,

che anno per

gli

noftri fenfi

pori pi

piccoli {9)

xLvir.
{p)

Non

in quefta nota fu)la fottigliezza indicibile de' fottiliffimi canaletti


fi

faprebbon qui darmi una mentita in ci che far per divifare nervo-

quando in queffo cimento, oltre molte armi , fi ufi la legge dell'ana , logia, ch' la pi propria, la pi familiare, e la pi fpedita . Dubitarono alcuni , f veramente debbanfi ammettere i canaletti fcavati nelle fibre de' nervi , quando i microfcopii noi Jimoflrano ; ed oltracci par
un certo termine eftremo nelle fatture de' vafi dei corpo, altramenti le fibre infievolite, non potrebbono foftenere le preflure che dalle mozioni de' mufcoli , e dal giro degli umori ne nafcerebbero Ma quefto fistema non potr difenderfi , allorch ciafcheduno intenta rifleffione vi adopra: perciocch i nervi nafcono dalle ultime fibre della
che vi debba effere
.

fustanza midollare del cervello, e di l al certo fi feparer il fotti Jiflimo fluido. Non per ifcreditar punto alcuno io dico, che quelle fentenae che furono fpacciate tempo fa ; che i nervi da* ventricoli t\ cervello , o dal pleflb coroideo , o dalla pia madre traeifero gli fpiriti , non fon oggid

per ricever plaufo

Ed

a che

mai

fare

la

madre Natura

tanti

belli

ma

inviluppati lavorieri nell' organo del cervello , f cos groflamente Ja fecrezione del fluido nervofo li faceffe ? Qltrecch ella una legge ben costante , che il fistema animale nella tela cellulofa ha gli umori lenti e
vi ha i fluidi , che velocemente fi muovono r n che il fottiliffimo fluido de' nervi pofla con uguale fpeditezza muoverfi.per canaletti liberi, che per fustanze fpugnofe , come erano da alcuni figurati i nervi. Nelle piante, dove i vafi foventefon fi interrotti da una cellulofa tela , fi produce nel vero un movimento^ ma
grolfi
;

ma

ne' vafi poi

egli

pare

pofllbile

egli tardo e kntiifimo

E SULLE Q.UALITA* DEL FLUIDO NERVOSO. XLVII. Ci fiamo di gi avveduti efler rKceffario che
,

213
i

nerpaf.

vi

per poter efeguire

le

fenfazioni

tali

moti

dieno

il

faggio a un fluido che abbia una prodigiofa celerit . E' ancora evidentemente necelfario , ch'efsi dieno il pafso ad un fluido le
di cui particelle

eludono l'attivit de'microfcopii

che moltipli-

volume de' corpi anche pi di feifanta milioni di volte. Adunque un fluido di quefta forte molto rarefatto ed elaftico e perci fi dee conchiudere , che il fluido ( XLIII, e XLV )
cano
il
:

nerveo,
propriet

le
.

efifte

debba necelfariamente avere

le

due enunciate

Forza

XLVIIL Ogni
trarfi
,

mufcolo che opera


;

o che

fa

forza per cori-

e in quefto la contrazione mufcolare molto diverfa dalla elaftica. Ogni corda fciogliendofi , diviene

diviene pi forte

pi cedevole e groffa;

ma

mufcoli

al

contrario gonfiando, die pi fortemen-

Vengono pi duri
crefce allorch
fi

e quella durezza unita al loro gonfiamento,

mantengono pi lungo tempo

te fon contratti

Durezza del mufcolo

XLIX. La

latitudine del mufcolo

non pu

crefcere in fcapito

che fi trovi ammaflata verfo il mezzo di eflb una maggior quantit di fibre, e che il mufcolo contratto con maggior forza non impedifca di pi il paleggio del fangue a traverfo la fua tefltura ( XXXII. ). Ma il (angue arteriofo effendo obbligato a trattenervifi in copia , fa sforzo condella fua lunghezza fenza

tro le pareti de* fuoi vafi pi di

quello
la

paffava liberamente; di

modo

che

augumenrare in ragione dello sforzo , avvicinarfi al ventre del mufcolo , t delio sforzo che gue per gonfiarle (l)
.

che faccia quando vi durezza del mufcolo dee che impiegano le fibre per
fa il fan-

R'f-

(io) In questo fquittinio pi che altrove i Medici anno fGherati diyerfi intioienti, alcuni credendo che il mufcolo fi gonlii atlla fua azio-

no

214

DlSS.

III.

SUL MECCANISMO E
amento Rlnjf

MOTO
.

DE*

MUSCOLI,

L. Ogni
re fpazio di
fenfibilit

moto mufcolare
tempo
quei
dell'

pi forte, o continuato per maggio,

in

dati
Io

maniera che quando


po, arrivano a

foffrire

un dolore , o. una un tal moto, di sforzo venga continuato per troppo temuna fpezie d' infiammagione, la qual co=
ordinario

produce

mufcoli operatori

di

fa

o pallido dlvegna^ ed altri negando intieramen e qualunque crefcimento di volume del . Pochi fon coloro che ignorano quali difpute fon paflate traili, due pi bravi Fifiologi de' nostri tempi , il Signor Hal ler , e '1 Signor Hambergerj e che boriofo contradditore fa stato il fecondo al primo, talvolta nel vero ufando dilicatezza nel motteggiare, e ^ar la burla, ma altre fiate prorompendo in cenfure e morti pungenti , cotanto eziandio parlando delle lue -bravure , e paoneggiandofi della fua abilit j in una parola fpiranre pi vendetta e furore, che oifera Armi fon cotefte che non poflono far aver ragione, quando fi ha il torto. In quefto punto del cangiamento del colore il Signor Hamberger feguendo Boerhaave , flato di avvifo, che in ogni azione il mufcolo , da rubicondo, egli fi turba, fi fcolora , e s' impalliciilce j mentre all'incontro Haller ha foftenuto , che refti il color fuo non mutato. Ed ecco fnalancata di nuovo una grande armera, cui ioglion ricorrere coloro che fentonfi trafitti per ogni lieve cenfura che falfi a' lor fentimenti: non fi fa rifparmio in tal incontro di punture indiicrete e di parole oltraggiofe Ma ben la opinione del Signor Haller dalle fperienze fofienuta , fenza intacco alcuno. Nel cuore degli aniniali maggiori , dove evvi di molti il colore non ftrati di fibre, o ch'egli fia nella fifole o nella diaftole , ne r onda del fangue ricevuta nel ventricolo, fi il rofiore , o fi muta j quando viene fpinta , fa il pallore Inoltre negl'intefiini, allorch agifcono , n meno fi fa mutazione di colore: e fi offervato parimenti , che i vafi i quali paf^ano per gli varii lacerti mufcolof , fono maifempre ugualmente ripieni di fangue , o eh' ef mufcoli fieno in contrazione , o

Me,

e cangi di colore
di

cangiamento mufcolo medefimo


te tal

colore,

In rapporto poi all'altro punto, f fi crefca di volume a dire di n . .Quafi della met il m\x fcolo fi rende pi breve nella fua azione , ma di certo non divien turgido del doppio; e poi i lacerti mufcolari fi accollano all' aff del mulcolo, in guifa che merc la contrazione e'I reftringimento di effi lacerti , nain rilafciamento
il
.

mulcolo, dobbiam avvezzarci

fcono
f elfi

tra'
fi

medelimi degli fpazii

quali rimarrebbon chiufi ed appianati,

gonfiaflero.

E
fa

SULLE qualit' DEL FLUIDO NERVOSO.


le

215
late-

ultime arteriuzze tro.vandofi ralm3nte pi del folito, le fibre nervee di effe


accade, perch
gio, rifentono quefta

premute
tefe

di

vantag-

incomoda

fituazione

L'

urto del fangue

arteriofo in ciafcheduna pulfazone

divien pi forte a cagione di

quella re fi (lenza
to
,

la qual cofa produce

e battito, accidenti tutti


la

pofo, e per

inanizione

che non ceffano Si aggiunga a ci


il

maggior calore, ftiramen^ f non per lo ri,

che fecondo la

forza della contrazione, e fecondo

numero

de" mufcoli contrat-

e 1' uomo fi acti , fi confuma pi o meno di forze motrici , corge di quefto difpendio, perch fopravanzando quefto difpen dio la quantit delle forze, che in ciafchedun giorno pu rialTumere , rifente una debolezza ed una lafitudine, che a ben con fiderarla altro non , che un confufo defiderio di riparare le

fue forze col ripofo

e col fonno (11)

Forza del movmenfa^


Lf. Se fi giudlcaffe dello sfrzo totale , che fa T uomo contraendo un mufcolo, mediante il pefo eh' ei foftiene , e per Y altezza alla quale in un dato tempo lo foUeva , non fi direbbe il vero. Il deltoide nell'uomo impianta verfo l'alto il fuo tendine cos'i obbliquamente, che tirata una perpendicolare dal punto di appoggiadella cavita glenoide dell' omoplata
alla

direzio-

quarantefima parte della lunghezza del braccio, prefa da detto punto di appoggio fino alla meta delle dita dove fi pu portare a braccio tefo un pefo

ne

d quefto tendine

viene ad

eflere

la

di quindici libbre. Dunque il deltoide folo alzando quefto pefo, non ha folamente una forza mifurata da quefte quindici libbre,

ma

altezza, di

il

quaranta volte pi, cio a dire \ libbre doo* portandolo alF un piede in un minura fecondo. LII. Ora dunque a mifura che il deltoide fi contrae, o che braccio fi alza, f la perp.mdicolare tirata dal punto d'appog-

gio alla direzione del peo non ifcorcia , vi bifognera una forza per continuare quefto moto , maggiore di quella che vi abbi-

(ii) Leggaf

r annotazione

alfa Differtazione fulla Rabbia pagina

yj

4ove

fi

parl della lafiezza, e dei

movimenta mufcolare.

2l6

DlSS.

III.

SUL MECCANISMO E

MOTO

DE*

MUSCOLI,
il

bifogni per cominciarlo; perch quando fi piega e allorch 1' angolo che delcrive i' omoplata ,

braccio fopra

acuto,

tefo il mufcolo non fi trova tanto cedentemente, ond' che vi bifogna una

con eifa piti quanto lo era antenuova forza per te-

nerlo contratto.

LUI. la querti sforzi d mufcoli le fibre tnotrici s'increfpano per una potenza, che le allontana dalla loro ordinaria direzione. Ora quefta potenza, qualunque fi fia , non fa in quel medefimo
t^mpo che
e
fi

la

met

del

cammino

percorfo dal

pefo

nel!'

alzarli;

che quando una potenza in equilibrio con un pefo , neceflrio ch'ella fia tanto maggiore del medefimo pefo, quanto ella mifura un minore Ipazio di quello che nel medefimo tempo percorre il pefo; in confeguenza di ci la potenza, che
fa,

contrae

1200. libbre , o fia il dopil deltoide fa uno sforzo di pio di quello flato da noi citato. LV. Ma quello non tutto ; il deltoide un mufcolo com-

pcfto di pi fafcetti, che s' inierifcono obliquamente ad un tendine comune, e che agifcono con una forza medefima, febbene

con diverfa

efficacia,

perch la tiratura obliqua

meno

efficace

della retta iu ragione del feuo dell' angolo d' inclinazione al fe-

no rutto.

LV. E ficcome i fuddetti fafcetti fono tanti mufcoli penniformi, le fibre motrici de' quali fono anch' efle inclinate all' afle loro comune; acciocch quelle fibre poflano alzare la ftefla porzione di pefo , bifcgna che impieghino molta maggior forza di quella che converrebbe loro f foffero retti . Secondo il calcolo del Bcrelli ( Proporzione 82. cap. 15. ) necelfario che la for* za del deltoide per quelle due ragioni fia pi grande di quella
fiata da

noi
di

ftbilita, nel

rapporto di

^07

780

cio a dire

che

13510; ovvero, non contando che una piccola pane di quei foffi-egamenti , che il Borelli ha trafcurati, fia di 1400. libre in circa, che corrifponde a cento volte pii di quella dei pefo che il mufcolo alza (12).
fia

libbre

Te(12) Coloro che fentono lezioni contnue nella Storia Medica, e leggo" libri che nendano ed inculchino faggi precetti di Pratica , ben veggiono quale fi vanti eflere la gran forza de' mufcoli, non pure nello flato

no

E SULLE aUALITA'

DEL FLUIDO

ItERVOSO."
.

217

Tenacit , e forza de

miifcolt

fcoli,

LVI. Non bifogna certamente confondere la o la refiflenza che oppongono ad eflere


i

tenacit
ftrappati

de'
,

mucolla

forza motrice; n figurarfi che


piij

mufcoli pofiano alzare un pefo


foftenere

grande di quello, eh'

effi

fieno in iflato di

per la

propria loro tenacit; perch la tenacit Tempre maggiore della forza

motrice

Per convincere non

fi

debbe

far

altro che at-

ad un tendine , il quale abbia il medefimo numero di fibre, che fi trovano nel corpo del mufcoio, fi trover che un tendine di una linea di
taccare de' pefi fucceffivamente Tempre maggiori

diametro foftiene prima che giunga a lrapparfi , pi di 200. libDunque i diverfi tendini de' mufcoli penniformi , bre di pefo che compongono il deltoide , e che fi attaccano fucceffivamente all'omero, avendo infieme pi di dieci linee di taglo trafverfale, foiterrebbono un pefo dieci volte maggiore di quello che realmente pu queflo mufcoio alzare. LVII. Non fi pu difendere che il corpo del mufcoio abbia meno tenacit che il fuo tendine, perch 1' efperienza fa vedere, che ne'faltatori i quali fanno violenti sforzi con i mufcoli deila pianta del piede, pi torto in effi fi rompe l corda grande,
.

fia il tendine d'Achille, che i mufcoli della pianta nel loro corpo , quantunque foffrino lo sforzo medefimo. LVIII. Avendo fpiegati i fenomeni della contrazione mufcolare, fupponendo che il mufcoio fi abbrevii per una forza ad ef-

fo

t di fanit ed in certi fuggetti in particolare, ma medefimamente in alcune ftrane nervine malattie . Non fa duopo ch'io qui partitamente ad

ognuno

glielo dimoflr

Nel grave infulto del mal caduco


,

ed in quelle
i

fcoffe fiere de' mufcoli della ganafcia

fi

fon talvolta rotti

denti--

e fio-

come racconta
forti

il

Dottor Mead
tal

ferza mufeolare in

guifa

fi

un uomo frenetico e che a romper tutto crebbe


,

ad

maniaco , Ja a un tratto
.

ligami da' quali era avvinto , il furore miferamente il trafle Nei lollevare inoltre de' gran pefi, tanta la violenza fiata de' mufcoli dell" omero che quello fi difiratto dalla cavit della fcapula : e quando in generale fi faceffero de' grandi sforzi , o fi alzaflero da taluno de' grofli corpi , Dio fa che gliene avverrebbe ,
,

2l8

DlSS.

Ili

SUL MECCANISMO E

MOTO

de'

MUSCOLI,

rimane ora da cercare d' onde gli venga quella forza, e con qual meccanifmo fi "efegua qjefto abbreviamento. LIX. La forza che contrae i mufcoli vien loro mediante icafo intrinfeca, vi rali de' nervi; e
f
fi

'1

veicolo d effa, confifte in

un
di

fluido; perch

taglino, o

fi

leghino fortemente

nervi

un

mufcolo

non folaraente la parte al di fotto della legatura perde il fentimento , ma il mufcolo fteflb perde ogni moto , e fovente il

membro
guito
fi

refo cosi paralitico


florce
:

fi

eflenua, diviene freddo, ed in


effendo

fe-

mufcoli
,

fleffori

pi

forti

e pii nu-

merofi degli eftenfori


clallicit

li

debbono
vi refifta

raccorciare

per

loro propria
deflro, che

quando
che
,

nuli' altro
il

LX.
il

Si fa

nervo diaframmatico, tanto


,

il'

finiflro

effendo ligato

che refla fra la legatura ed il diaframma riprincipiare fi fa od anche una perfona a cui fia (lato recentemente tagliato il capo, fecondo V efperienza iftituita in Lipfia, ed infinuato uno itilo nella midolla fpinale, le parti inferiori fi veggono entrare
:

premuro in quella parte di eifo diaframma , fi vede il moto del ancora che avendo un ranocchio,

in convulfione; ed infinuandolo verfo allora le mandibule che fi muovono

il
.

forame occipitale, fono

re che quelli fenomeni

fuccedono,
,

Ora non fi pu concepinon per mezzo d' un fluimuicoii


la

do, che traverfando ce (13).

nervi

porti

ai

forza motri-

LXI. Per

mezzo

di altre fperienze

noto pure,

che lgata
far-

(13) Che le fila de' nervi fieno i mefTaggieri de' fenfi e de' moti dell' animale, non v'ha chi l'ignori; febbene lia alquanto dubbiofo e fcuro il modo , onde faffi quello mirabii magiflero. Delle fenfazioni ne far parola pi abbaflb . Qui loltanto fi dee ragionare de' movimenti de* mufcoli . Egli non fi dubita, che f un nervo qualfivoglia s'irriti o fi punga, quel mufcolo dove tal nervo fi sfiocca , fi contrae e fi convelle . Tagliato un nervo, fi perde non pure il fenfo , ma eziandio il moto in quel membro. Irritandofi la fpinale midolla n' avverranno le convulfioni generali ; ma f pria di fare tal cimento , fi tagli talun filo nervofo , quel membro fole non fi conveller, di cui fi recifo il nervo . Ed in fine, dove fi xavvifa convulfione , per ifiimolo forte o per puntura di qualche nervo, quando fi prefo il ripiego di tagliar il medefimo, fi tolta la convulfione ifiefTa
.

Ma

E SULLE Q.UALITA' DEL PLUIDO NERVOSO. 2lp V arteria aorta defcendente , adattatoci anche un legnetto perch refti con efTo meglio ferrata, e prefa feparata da ogni fila-

mento di quei nervi che nafcono no fopra di effa, 1' animale a cui
jicucito

fotto de' reni, e che


fiata fatta

fi

getta-

che

fia

nel ventre,

fi

una tal ferve per lungo tempo

iigatura,
de' fiioi

pie-

Ma quefi nervi agifcono , non percli ubbidendo efT a* comandamenti dell'anima, immantinente ofcillano a guifa di tante corde tefe , lo chefu una ftorta credenza di non pochi Medici j ma s bene perch ne' nervi evvi de' fluidi fottiliffimi, una volta chiamati fpiriti animali , feparati nel cervello dalla parte pi pura e raffinata del l'angue, i quali fluidi fon ^uei corrieri fpediti , che "volano e portano alle parti il fenfo , ed a' Ninna azione puote darfi , fenza mufcoli la forza e '1 movimento che vi fia il libero commercio trai cervello ed effi nervi . L' apoplela toglie in un fubito tutt'i fenfi , ed i moti -volontarii e pure la medefini da altro non nafce , che da fangue diffufo fui cervello , e che preme la fuflanza del medefimo la quale preflura nafcendo delle volte da fiero ne' ventricoli ricolto , ed eziandio da fangtie ragunato ne' "vafi del celabro i quelli divenendo gonfii , efercitano preffione in quella molle mafia. Adunque la vita dell' uomo , eh' una continuata fiera di moti , fi ha quando il cervello libero ed i nervi poffono di leggieri fare il trafporto delle efterne impreflloni ad elfo ^ o pure quando il fluido nervofo
. ,
:

-,

da'
Il

nervi de' fenfi

fi

Ipedifce alla volta del cervello

Naturale ha mefib su un fifleraa, con cui ha niegato che il cervello abbia quell' ufo , che da tutti fin ora creduto, ci che fia il noflro comune fenforio j ma vuole e difende fi che piuttofto fia un organo infenfibile, e che faccia le veci di uno fchietto terreno , che a' nervi d nutrimento . II vero centro de' fentimenti , fecondo queflo Storico Naturale, il diaframma; la cui fquifita fenfibilit ficch ogni ferita, per piccola che fia , che fi fa nel cen^ grandiflma tro o nella circonferenza di cofiffatta membrana , eccita fiere convulfion, e non di rado fopravviene lo fpiacente fantafma cella morte Dall'altra banda, efaminandof tvtt' i varii affetti dell'animo, e gl'interni nofl:ri fentimenti trovCTaffi che tutti maifempre an la fede nella membrana mu-' fcolofa del diaframma. Le naufee , e le fincopi fembrano cominciare da qtiefia parte: ma nel cervello non evvi alcun fegno di fentimento Anzich nel feto , in cui per la mancanza del refpif nell'utero, ed un fanciuUino nel quale dopo pochi d dalla nafcita, il moto del diaframma niente o pur debole , noi non vi ravvifiamo fentimento ed i ragazzetti fanno de' moti per femplici guife meccaniche. Moltiffime oppofzioni fono ftate fatte al fiftema del Signor- Buffon ; ma egli ben prefume d
,
. ., .

SigTior de Buffon nella fua Storia

fifpondervi

22 O
piedi

DlSS.lII.
Jiingo

SUL MECCANISMO E
non perde
il

MOTO
'1

De'

MUSCOLI,
,

di effi f non tempo. Quefta cofa dimoflra-, che l' influflb immediato del fangue non necefiario al moto de' mufcoli, quantunque il /angue porti a' mufcoli , ed a' nervi una linfa neceffaria a tenergli in una debita mollezza, ed a rifcaldarli; condizioni tali, che venendo a mancare, debbe finalmente anche mancare ne' mufcoli ogni fenfo, ed ogni moto. LXIJ. Ma quale mai quel fluido , che palfa per gli nervi con tanta celerit, quale quella capace a produrre moti cosi

pofteriori, e

fenfo, e

moto

dopo

rapidi

e cosi forti?
fi

XXXIX,
i

L.

Sarebbe

egli
e

forf

la

linfa nervea, che

fpreme dalla midolla fpinale,


nervi, ed a
farli
:

dal cervel-

lo, che ferve a nutrire

crefcere ?

Non

vi

apparenza veruna che ce lo poa far credere mentre quando ella folle tanto fluida quanto 1' acqua, abbiamo gi veduto, che non pu far altro, che annafl^iare i nervi per umettargli, e nutrirli , la qual cofa probabilmente fi efegue da efla a traverfo i pori inzuppandoli dal di fuori all' interno , in quella guifa appunto che il crifiallino fi nutrica nella fua borfetta, alla quale vi e credenza che non appartenga vafo veruno Non ferve per
.

produrne un tal moto, che quello fluido , il quale inzuppa i nervi, fia perenne, e continuato dal cervello fino a mufcoli ; le egli una quantit grande, non mai pofTibile che produca
in
forza ; perch alla fine la forza de' fluidi prodotto della loro mafia mohiplicat^ col quadrato della loro celerit limitata , f la mafia che vi dee pafiare come pur troppo dee eflfere , emendo il cahbro infinitamente
confifie nel
:

elfi

la

richiefia

Jlretto, necefiario che vi fcorra della quale la linfa non capace

con una velocit forprendente, La forza che pogiammai


.

imprimere quella celerit , romperebbe piuttofio molto facilmente i nervi medefimi, a motivo degl'impedimenti e foflregamenti immenfi, che i fluidi vifcofi deono foffrire , alefla

trebbe ad

lorch

fono

fpinti

dentro

de'

canali

eccefilvamente

angufti

(XL. )(i4}.
LXiir.
voler noverare l terminata fafngh'a degli errori che fon corfi (14) per iRabilir la natura del fluido nerveo , che come invifibile , non pu
efler

miga per verun uomo oflervato,

egli

vi bilbgnerebbe

g^-an

tempo

u-

221 E SULLE aUALITA' DEL FLUIDO NERVOSO. LXIII. Se fi pretenda inoltre, che il fluido nerveo aglfca dilatando le vefFichette bislunghe, che fi fuppongono per queft' effetto ne' filamenti de^ nervi, o nelle fibre de'mufcoli, ficcome i fluidi diilendono i vafi per ogni verfo , le fibre circolari , co^

me fono quelle del cuore, faranno rigonfiate tanto all' infuori ^ che al di dentro; o f necefario, che almeno fi gonfiino di dentro, quanto porta il bifogno di reflringere interamente la cavita finiftra del cuore, che contiene all' in circa due oncie di fangue, vi parimente neceflaria una fimile quantit d fluido nerveo, che concorra nella tefltura di quelli mufcoli, e quella
a ciane
che abbiano qualche aria di veriprodurranno fentenze maifempre firn il e, anzich molto vi fi fentir che puzzer d'inezia . Io metto in non cale quell~opinioni rancide fecondo le quali da parecchi Scrittori veniva difefo , che il fluido nervofo fofle il medefimo nitro che fvolazza od in pei- l'atmosfera, o un fai volatile oliofo , o Io zolfo del fangue, fine quello fpirito acido univerfale che raantien pregna la gran mafia dell
fi
, , ,

anche a chiufi occhi , fi conofcono che fon lievi, , da dozzina . Pi tofto da poiar un poco fu quell'altro fiftema, ir quale bench peravventura fia di antichi natali, avvegnach diftefamcnte venne defcritto da Galeno al titolo fulla utilit della refpira-^io' ne tuttavia egli ha avuti non pochi moderni feguaci del pi alto rango de' Filofofi , e Matematici. Ognun comprende, ch'io intendo parlare de celebratiffimi uomini il Keill, il Senac , il Leibniz , il Bernoulli, l'Hamberger. Coftcro tutti di concerto credettero che 1' aria , o pure una 'o~
aria
;

le
,

quali opinioni

puerili

Ilanza elaftica al par di lei, formi la materia degli fpiriti nervofi: enei vero ad una elaftica lanugine la raffomigli il Gran Leibnizio , che per poco venne a difcoftarfi dagli altri. Gli antichi volevano che per le narici , per r offb cribrofo o per mezzo del refpiro , 1' aria fottile s' infinualTe nel cervello , e defle l'origine al fluido de' nervi. In fiffatte.reti non cadr chi a' giorni noftri s'intende qualche poco di Notomia. Spac,

ciarono gli autori dianzi riferiti con tanta ardenza tal fentimento , lenza ben pefarlo fulle bilancie della ragione perciocch avrebbon eglino ben ; vivangato, che non evvi flrada aperta dalle narici nel celabro , n tampoco nel fangue vi ha aria elaftica , la quale oltracci ha le particelle fue Dierono molto pi groffe ed irregolari di figura di quelle dell' acqua
.

faggi princi-pii fu di tal punto

Filici

di

quefto

fecolo

quando dopo
.

molte mature
fpJritrT3rvofi

rifleffioni
,

ftabilirono

fia

la

medefima fuftanza
dell'
.

che la materia onde formanfi gli Sono da che compone la luce

leggerfi le quiftioni

Ottiche
recate

incomparabile

Newton

le

cui parole al-

trove furono da

me

DlSS. IH. SUL MECCANISMO E MOTO De' MUSCOLI, Ma neppure tutto quefto fufficiente: a ciafcheduna pulfazione neceflario che quefto fluido nerveo vi vada con una celerit

222

capace di far falire


za verticale
(

il

fangue

dell'

aorta

fette

piedi

di altez-

E/per. i. 2., 3. e 4. ) . E' neceflario dunque che la celerit colla quale il fluido nerveo vi giunge, fia
Emaftctt.

tanto maggiore di quella, che pu foftenere


di fangue,

una
,

fimil

colonna

quanto l'apertura

de' canali

nervofi

quefto ventricolo,

pi piccola

di

quella dell'

vanno a aorta . Quella


che

dell'aorta d'un
linee
verfi
.

mezzo pollice quadrato in circa, o fia di 72 I nervi poi che vanno al cuore fono si piccoli , che i. antichi Anatomifti anno creduto, che non ve ne foflero;
del

fupponendo che quelli


vina

abbiano in tutto nervofe fono pi piccole della diecimillionefima parte d' un quarto di lirica , perch f ci non foffe, vi farebbono de' Microfcopii, che gli fcuoprirebbero facilmente Bifognerebbe dunque che la celeventricolo
fniftro

linea di taglio trafverfo, gli orifizii delle fibre

rit

di quello

fluido fopravanzafle
il

2880

millioni

di volte quel-

fangue alla detta altezza , vale a dire eh' effendo capace di percorrere orizontalmente venti piedi per feOra condo, facefle 57(^00 millioni di piedi in ciafcun fecondo non vi che la luce, o il fluido elettrico, che pofla traverfare con quella velocita corpi cosi denfl come i nervi , fenza metla che

pu alzare

tergli in pezzi.

LXIV.

nervi nella loro origine fono


e

infinitamente

molli

divengono pure polputi


.

morbidi dopo la loro efpanfione ne' mufcoli, e nel loro pafggio , quantunque involti in membrane affai grofle Effi nel corpo vivo non anno alcuna elafticitk
perch mentre la vena tagliata a traverfo
tra
fi

fenfibile,

raccorcia
liga-

quafi della meti della fua lunghezza, prefa

due
,

forti
il
1'

ture fatte

1'

una

dall'altra in

diflanza di

tre
;

pollici

nervo
efpefia

non
fiato

fi

raccorcia neppure di una


fi

nona parte

e
,

fecondo

rienze di altri non

raccorcia niente affatto

quando
in

non
iflato

prima

fiirato, e per

confeguenza

fiato

mefib
.

di

rifentire

elaterio.

Come mai dunque

nervi

cosi

deboli

refifte-

ranno all'azion violenta della linfa fenza

lacerarfi

nella loro ori-

gine, e nella loro inferzione ne' mufcoli? LXV. Continuamente fi vede-, che quella iporefi

contradet-

ta

E SULLE QUALIT
ta

DEL FLUIDO NERVOSO.

223

avendo bifogno per ifpiegar. ci delle vefcichette bislunghe per l'abbreviamento de'mufcoU, non pu eller a meno che refti molto rallentato quel fluido, il quale anche per s medefimo non pu concepire la necelTaria celedalle offervazioni
,

e di pi

rit

per fimili moti.


Sia una vefllca

LXVI.

MN

nel

fondo
fia

d'

un recipiente
1'

tutto ^ieno di acqua all'altezza

X:

l'orifizio d'ingreflb

dell'

acqua nella veffica


ce di ufcire per
ufcira cke

M,

e l'orifizio di efito

N:
all'
.

acqua

in ve-

con una celerit relativa


relativa

con una celerit

ad

MMX - --

altezza
-

X,noa

NN+MM

(
^

Bermully ^

Hydrodfnnm

p. 145. . 8. ) . Se l'orifizio d'ingreflb uguale = N, l'altezza generatrice della celerit doa quello d' efito po aver traverfata la veffica, far la met dell'altezza del recipiente ; o vero dovendo l'acqua ufcire con dieci gradi di celerit, fuppofia quella veffica, non ufcir che con fette (15). LXVII. Supponendo poi due veffiche in fila, l'acqua che non aveva perduti che tre decimi della fua celerit, non gliene remerebbe che la met , e cosi di feguito ammettendo un maggior

nu(15) In una nota della Dlflertazone fulla Rabbia io avanzai a dire che l'applicazione dell' Analifi fublime alla Medicina non par che molto conduca; e cos qualora da noi s'intenda per la Pratica Medica, o per
nelle varie infe^-mit Altrove poi diffi che per guftare le utili teore de' migliori autori di Medicina , evvi di bifogno delle Matematiche, e delle Fifiche fcienze E chi mai ardir dubile prefcrizioni de' rimedi!
. .

comprendono quefle cognizioni e molti utili fi ion ritratti merc l'efercizio delle medefime , e fpecialmente merc l'aiuto dell' Analifi fpeciofa perciocch dove prima eravi di bifogno di tante pa; role e di molta carta per rifolver un problema oggid con poche equatarne
?

Gran

paefe

a quei problemi che in niim modo potevanfi altramenti rifolvere . Si fu quefto uno de' gran benefizii che a noi il primo Francefco Vieta Franzefe ci rec , togliendo l'efpreflioni numeriche dell'antica Aritmetica coffica , e metten-

zioni

fi

ottiene

l'

intento

e dafli la foluzione eziandio

doci in via del calcolo letterale , il quale ha di vantaggio , che fi polfono le lettere pi di leggieri porre a calcolo, e fi poffono parimenti efprimere le quantit ignote, che fon quelle da determinarfi per ifciogliere un

problema. Outgred, Harriot , Bombell , Cartefio vi faticarono dimolto prima," ma varii moderniflimi vi fon feguiti . Infiniti altri vantaggi fi fon

224 DrSS.lII. SUL MECCANISMO E MOTO DE' MUSCOLI, numero di veflchette ( BernouUy Hjdrodj/nsm Seti. 9. Regni7. ). Ora i nervi di qualche groffezza, della quale il nervo Iciatico pofteriore, ragliati in tempo che l'animale vive, non foniminiftrando in un ora di tempo una gocciola di quello liquido, come mai ne potrebbono fomminilrare due oncie per fecondo,
.

e con la fuppofta

neccffita

necelTaria a contrarre
flato

il

mu(colo(XL,
gli
tol-

eLXII), fpecialmente dopoch far

necefiariamente pi ral-

lentato da migliaia di vefcichette, due fole delle quali

gono la met della fua celerit originale? LXVIII. Quelle difficult fono infuperabili , quando almeno non fi truovi ne' nervi un fluido elaftico , o quafi tanto agile
e fottile, quanto
il

fliido elettrico;

fi

trovino da fuperare
di

anche delle difficolt ammettendo quella forta per non faranno capaci di combattere quella

fluido

eflc'

opinione

tanto

.evidentemente, o almeno non faranno tanto oppolle a' fenomeni e regole dell'Idraulica, da non la poter accettare; tanto pi he tai difficolt dipendono pi toflo dall' ofcurit generale nella
fon rilevati poi dalla invenzione del calcolo delle Fluflloni , o del calcoIo Differenziale, ed Integrale, inventati dal Newton , e dal Leibniz , non folo in determinare i problemi de' maffimi e minimi , e nelle quadratunel metodo delle tangenti , ed in mille altre forte di problemi dell' Analifi ; ma medefimamente in rifolvere i punti pi belli e pi peregrini della Fifica razionale, come il moto variabile, il moto de* pendoli , le forze centrali, il moto di rotazione, le refiftenze de' mezzi, e degli alti-i Fa pure il brutto il vedere , che i Medici i quali fon chiamati i Dottori ^lla Fifca , fon efli i primi che ignorano i fondi veri della Fifica medefima , la quale bafe e foftegno della Teora Medica. La gente laggia, che ben fa diftinguere l'oro dall'orpello, non pfj niegare la verit di quefte ragioni. Ne' tempi andati per effer taluno Dottore in Fifca , e nella teoretica Medicina, non avea meftieri di molta jiitica Con un poco di caldo innato, quattro qualit Peripatetiche, un umido radicale, e con un furibondo archeo fi fpiegava tutto. Ma per poter ora aver il guRo de' moderni libri Fjfici e Medici fi richieggono apparati Aritmetici, Geometrici, Analitici, Fifici , Meccanici, Anatomici f v' abhifognano cognizioni d' Idroflatica d'Idraulica di Dinamica. Bti! fo ch'io qui tocco una corda dirguflofa; ma l'amore del vero fi dee prer.'rre. E' quefla una giuftifica pel Signor de Sauvages , il quale cotanto l dilettato di tali fcienze per ufo della tcara Medica
re delle curve
, . . ,
,

la quaie
dell'

225 E SULLE qualit' DEL FLUIDO NERVOSO." troviamo riguardo all' efiftenza di eflb nel corpo ci
amn fono uh

di fettant' anni , che un braccio paralitico Si pungeva con degli aghi profonfenza moto, e fenza fefo damente fenza eh' ei niente fentifle ; d' altronde per avea le dita contratte, ed il raggio faceva un angolo molto manifefto coir omero , ed i mufcoli erano molto vifibili a motivo della Le prime tre ekctrizzazioni fatte ogni giorno fua magrezza C013 due o 'tre fuhninazioni, non produflero veruna mutazione alla riferva di certe vive punture all' originale del braccio fotto l'omoplata, quantunque non fi eftraeffero fcintille , f noti dall' alto della collottola ; onde pareva che il fluido elettrico determinato da quelle fcintille a gettarfi pia abbondevolmente Eella midolla fpinaie, non trovaffe oftacolo che all' origine del nervo brachiale oftrutto , e perci fi portafle alquaRto abbondevolmente , e per violenza in quei foli nervi, ne' iquali cagionavanfi le fopradette punture. LXX. Queft' uomo al termine di qualche giorno ricuper gra-

uomo LXIX. Elettrizzavo

uomo

avea da venticinque

anni a quella
.

parte

diiataraemte

il

fenfo

e'I

moto

tanto

delle

dita della

mano

medefima, che del raggio , il quale ogni giorno pi .ven.ne da effo portato fempre pi alto , vi concorfe il calere., e ricuper
quella intiera falute,
fecero pi patenti

come accadde

a tanti altri
,

fiati
;

elettrizzati
le

dal Signor Jaliabert, Pivati, da


,

me

da

altri

vene

fi

e fpar ogni
il

lividezza

LXXI.
vo
il

mezzo

corfo della cura

mi

divertivo

ad eftrarre
,

delle fcintille a quello fuggetto da diverfi fuo mufcoli

ed ave-

piacere di

vedere Rendere, e ferrare qualunque dito ch'io

voluto, fecondoch io efiraevo le fcintille da' loro muOra ficcome il bicipite, facendo il bracfleflbri cio in quefto tempo un angolo retto col radio , era ancora riavefli

fcoli efienfori e

oflervare che cangiamenti


^Izarfi

levato in fuori, efiraevo da elfo molto fpeflb delle fcintille per accadevano , e veddi il fuo tendine
in tale angolo intorno ad

un pollice,
fi

ed

diverfi

fafci

del mufcolo produrre un increfpamento

inuguale

nella
in
in

pelle, e

rimpiccolire

come
,-

il

mufcolo
i

fofle
:

riftretto

tutta la
princi-

fua eftenfone

ed in tutt'

fuoi falcetti

dubbitai

pio

^l6 DlSS.lII. SUL MECCANISMO E DE' MUSCOLI, pio d'ingannarmi, e che il mufcolo fi foiVe nafcofto fotto i mufcoli vicini, allorch moftrava di fcemare il volume; ma di poi
^

MOTO

mi

^afficurai

molto bene, che diminuiva reahiiente


la

bench non

re intendeffi

ragione.

LXXlL
darmi
nel
fuafi
la

fcolTa

Altre volte efiendomi elettrizzato da me fleffo, nel fentendo un cofpo che dalle mani fi Rendeva ,

fino alle vertebre del dorfo , facihiiente mi perche dal filo di ferro elettrizzato partifle un fluido elettrico, che ficuramente fecuiralTe il cammino de* nervi Un Sa.

momento

vio
le

llraniero

affai

verfato in quefte materie

cui

feci

note

mie

rifieffioni,

mi

rifpofe che

tutte

1'

efperienze confermavapofteriore

no quefo mio penfiero. LXXIII- A quelF oggetto

fepara

il

nervO'

fciatico

ad un cane vivo in maniera, che refiaffe foll-^vato per l'elremitli inferiore, ed avendolo elettrizzato allo fcuro, offervai che
cosi

ragliato gittava de' filamenti di luce, e


le
fcintille

che
.

il

cane

fenti-

va vivamente
allora
,

che

gli

fi

cfiraevano

Mi fovvenns

che a Strasburg era fiata elettriz ata una perfona nel gli veniva cavato fangue dal braccio , e che la fonte del fangue era luminofa, cafcando efib come pioggia di fuoco nel bicchiere , e che venendo toccata colle dita la fonte del fangue^ fi eccitava una puntura full' apertura della vena Sperimentai elettrizzando due perfone al buio, ciafcheduna del-

tempo che

le

quali teneva l'efiremita d' un

tubo di verro

voto

d'aiia, e

vidi, nel

momento

ch'era cagionata in effe la fcoffa,

un grande

il voto di quefio tubo , mifurai il numero dei battiti del cuore fopra fette perfone, tanto avanti, che nel tempo della elettrizzazione , e trovai che il battito del cuore

fplendore in tutto

diveniva in queft' ultimo tempo pi frequente


circa.

di

un

quinto in
tro-

LXXIV, Non ho
vaffe

dubitato, che nel corpo

umano non

fi

un

fluido

fimile a quello che al di fuori

della fua

efiftenza; perch, da che

un

filo

dava tanti fegni lunghiflimo produce

maggior fuoco e commozione,

pi corto, in ragione della fua lunghezza , come farebbe di venti volte , f venti volte pi lungo, neceffario che in quefta lunghezza vi fia una quantit proporzionata di fi aldo elettrico meffo in

che un altro

rao-

E SULLE

aUALITA DEL FLUIDO NERVOSO.


vi
fi

227
venu-

moto, e
tana
.

tutto quello che

trova

non

certamente

<li vetro che fi fh-ofina fino alF eftremir pi lonAltre fperienze anno fatto penfare nella fefla maniera Mr. Nollet, ed altri, non dubitando quelli che il fluido elettiico non rifieda in tutt'i corpi, e particolarmente ne' corpi animati ^ Mr. Fay aveva gi oflervato , che f ftraeva pi materia elettrica da un animale vivo, che da un altro morto ; co-

to dal globo

ficch cavando pi fcintille dal primo , che dal fecondo, non ne viene egli in confeguenza che i fofFregamenti de' vafi fufdtino la materia elettrica, e la mettano in moto? LXXV. Ma quefto fluido elettrico, che fi truova perennemente nel noftro corpo, non fempre nello (iato di efpanfione ; vi bifogna un foffre^amento eftemo per eftrarne delle fcintille anno il fangue da' gatti, da' cavalli e dagli nomini che molto vivo, ed i folidi molto elaftci: f ne fon veduti alcuni che camminando, gittavano fcinti-lle dalle gambe, altri le girtavano dalla faccia fropicciandofel , Quefto fluido adunque -ora
,

fiflb

ora

volatile ed efpanfivo
al

obbligandolo a
il

fpanderfi

ed

comparir

di fuori l'elafiicita, ed

vivo fropicciamen-

ma non per quello lafcia di efiftere, e di muoancora, quando non vi concorre l'attrazione, u veggionfi vifibili fcintille; non paffa certamente -dal non efiftere all' efiftenza, e veggiamo che a forza di fregare con pi preftezza certi
to delle parti;
verfi

corpi ,
fi

le

facciamo maggiormente comparire

Perch mai

non

truovera egli nel corpo umano, elfendovene fempre nell' aria che ci circonda e ci penetra , fecondo le Tecentiffime olTervazioni del Signor le Monnier; e tramandandone il corpo umano,

come portano refperienze,in maggior

quantit, che l maggior


lu-

parte degli altri corpi, tanto vegetabili, che minerali?

LXXVI.
roinofo,

11

fluido elettrico

adunque non effenzialmente

folamente quando fi trova ammaffato in un pennaccbio , o eh' meffo in un moto rapidiffmo per mezzo del fregamento Quefto fluido non aderente neppure a tutt' i corpi con la fleffa intenfita o forza, fcappando egli con maggior veemenza da alcuni corpi, che da altri; e venendo a concentrarfi in quelli , con i quali ha maggior attrazione, e perci da quelli per farlo fcappare v^ abbifogna una forza maggiolo
.

ma

Te:

228
re
!

DlSS.IJI.
tali

SUL MECCANISMO E
che
fi

MOTO

DE'

MUSCOLI,
elettrici

fono quei corpi

addimandano
,

per codi
~

municazione, efendo necelTario che un altro


elettrico gli

torrente

fluido
,

penetri per eccitare


fiflato

e mettere in

moto

quello

che vi

fi

truova
I

(i<5).

LXXVJI.
i

corpi
il

di

fua

rendono per forza


fpande
affai

fiuido elettrico contenuto

natura elettrici effendo fofFregati, ed allora quefto


;

lungi

come

dal centro alla

circonferenza

("1(5) Dopo che per tante ragioni ref^a chiaro che fi debba ammettere ne'" Bervi un fluido, invifibile, mobiliffimo, elaR-ico , e raro non fi fien; ter a conofcere che tale fofianza il fluido elettrico dappertutto nella materia difFufo. Egli fi fa che alcuni corpi fon pregni del vapor elettrico per eccefb , ed altri per difetto ; n di quefo "fenomeno altra ' la cagione, che la forza varia di attrazione, fccome ci ha avvifato il Cav.
a> eerto per gli Newtoniani il magazonde prendono effi s fovente le merci per regalare a noi la fpiegazione de' varii fenomeni Ma non bafia egli quefto foi principio
:

Nev^ ton

e tale forza attraente


,,

zino^ favorito

generale per poter intendere, perch il fluido elettrico dal fangue tacchi al cervello ed a'nervi ; e non gi, slk ofl , al graffume

fi
,

atalla

membrana cellulofa, e a delle altre . Egli fi dee riconofcere una fcwza particolare ne' minimi elementi delle fuftanze materiali, onde procede pei che diverfaraente s' imbee ed "attrae il' vapor elettrico. E quello il rileconfronto con ci eh' avviene nella elettricit delle cal, fcoverta fulle prime daJ Signor Symmer Inglefe ^ indi comprovata dall'Abate Nollet in Parigi. Allorch due calze di feta fi metton una full' altra ad un braccio ignudo, aoaiupnendovi lo Aropicelo, nello Itaccamento, dan fuori delle fcintil'le elettriche II lodato Nollet ha fcoverto poi merc le fue particolari oflervazioni , che la maflima elettricit aequifiano quelle calze che anno un negro colore, o pure bench non fieno di tale tintura , che fieno fiate infufe nella no^
ze o de' panni di feta
. ,
,.

veremo

^dal fare

la quale entra nella eompofizione del color nero . Or al mira. , re s belle apparenze, ficcome da una banda fi conofce , che la elettrici-

ce galla

eh' efce dalla

detta feta
,

non

tutta

propria

ma

nata nel corpo


fi

umaofferfi

no ed
ufi;

indi

comunicata
il

la

qual verit manifefiamente


f
il

avvi fa

vando che

fenomeno fuccede
fi

braccio

fia

nudo,

e lo flropiccio

cosi dall'altra parte

conchiuder, che
.

per

attrarre l'elettricifm^

vi fi richiede una fingolare difpofizione delle particelle della noce galla, che forma un ingrediente del colorito nero Perch dunque non potr affermarfi lo fteflb del cervello > al quale organo, ad onta di tutte le altre parti , toccata in forte una particolare forza di attrarli dal fangue
il

fluido elettrico

ed indi comunicarlo

a'

nervi

Adiin-

incontra un conduttore
di cui

SULLE (QUALIT* DEL FLUIDO NERVOSO. come un filo di ferro, ne ,


vi

225

fegue la
la

direzione rapidamente, dimanierach


origine ftuata al

forma

un torrente,

globo elettrico,, e la fine alla ftremiperci non che all' eftremita pi ti dello fteffo conduttore lontana del globo,, eh' egli produce de' fiocchetti luminofi , e verfo la fteflo globo non produce, che una piccola comparfa di
:

.Se accade, che fi eftragga una fcintilla in una certa didanza dal conduttore, immantinente vedefi fparire quella luce , che fi trovava all'efiremita apporta, per ben lontana ch'ella fia. LXXVIII. Il filo di ferro, condutLore della elettricit, pu traluce

verfare anco molti campi


diverfifllmi
,

portare

elettricit

fopra

corpi

medefirae anche rugiadofe ; ma quantunque non, lafci di far parte del fuo torrente elettrico , trova per fenza dubbio maggior facilita a feguitare le tortuofiper fino all'erbe
ta del

fuo conduttore
^
.

che a fcappare

gettarfi fu

corpi

cir-

convicini

LXXIX,
Adunque la materia elettrica fcorrer pergUnervf: ma per qtiegrinvogt membrane che cingono la lor fuftanza non potr indi 1' elettricifma
,

delle

fortire

e
ir

difperderfi

L' anima che ha per propria fede

il

cervello uman.^

Principe di fpotico, l'abitatore di alta sfera, ella vuole, ella comanda ; e vedefi che a punto in quel momento per quel!' arnionia di part, per quelle palefi ed occulte ruote che lavorano dentro noi , e formano
e ch'
gli aiTcdi

e la bll'a catena . corpo noflit>; vedefi, in quel momento , io dicea,. che corrifponde a quel tale volere dell' anima , il_ moto_ della macchina. E dall'altra parte , qusndo^ ne' fiocchetti nervafi diramati nele ne' varii apparecchi degli organi de' fenfi > fi_ riceve efterna, mpreffione, quella bcntofto al cervello fi comunica ; ed in quel punto ancora corrifponde il precifo penfiero deiranima Perci i pi faggi FimefTaggieri , e fentinelle lofofi confrderarono maifempre fenfi , come che fanno de'fervigi a noi Io non iftimo di addurre gli argomenti di Alberto Mailer contro l'elettricifmo dei corpo umano , e di rifpondere partitamente a' medefijiii perciocch io non vo diffunulare, che non anla pelle
, . .

no
che

effi

tanta faldezza
la

onde meritino di

efler

qui propofli

Egli certo,

morte non ce l'avefle grand' uomo il nobile animo di


f

cos preflo furato, avrebbe avuto quefto in tutta quefta materia dell ritrattarfi

elettricifmo animale, ficcome avea

dichiarato

nel

pubblico

manifefto

dove dava avvifo


luce
.

della

nuova edisdane di Fillologiaj che dar dovea

alla

230
.

Djss.III.
tutti

sul meccanismo e motode'muscou',


zolfo,
le

LXXIX. Lo

refine,

l'ambra,
,

la

cera di Spafulfuree
,

gna, corpi
ria

ripieni di

parti infiammabili, e

non

fon eglino conferve di fluido elettrico

come fono

della mateverifimile

luminofa, che coftituifce


ritengano
il

la

fiammaf'
nello

Non

egli

ch'effi

fluido

elettrico

itato

fiUo,

come

la

polvere da fchioppo ritiene la fiamma; e non

(ia,
,

gamento
di

e la forza di
,

un
e

altro fluido elettrico


rarefacela

che il che a
e

foffre-

guifa
lo fac-

una

fcintilla

fvilupp

quello

fluido,

cia operare? Sviluppato che

za centrifuga

o l)a , appunto, che fuccede

fia quello fluido, acquifta una foruna efpanfione incredibile in quella guifa -ali' aria fviluppata dalla fermentazione ,0

dalla putrefazione,

LXXX. Non
trico

fi

dareLb'egli
afl^inita,

tra certi

corpi

ed

il

fluido elet-

una

tal

quale

fia

per

la

denfiti,

fia

per

la

fi-

gura delle loro molecule, in virt di che i corpi attraggono a f maggior fluido -elettrico difperfo nell'aria^ di quello che facfluidi fono pii^i aderenti a quei corciano altri? E' vero che pi, i quali anno una denfita pi analoga alla loro, e nel cori

po umano quella regola


nerveo; perci
il

generale

la
,

bile

pi
faliva

pefante

in

ifpecie dell'oriria, l'orina della faliva

la

del fluido

quelli fono pi gravi delle parotidi, e la midolla

fegato ha maggiore gravit fpecifica de' reni , fpinale pi


parti

leggiera di tutte quelle altre parti, LXXXl. Per quella ragione ancora

le

che
,

debbo*

no
ilo

foi-mar la bile,

non

fi

feparano che nel fegato

quelle del-

la orina che ne' reni, e quelle che

Tierveo,

non

fi

fluido per fepararfi

debbono comporne il fluicertamente un feparano che nel cervello in un feltro, bi fogna che vi abbia una mag:

Ugualmente a

gior aderenza di quella che haveifo di altri, poich tutti, e non fi fepara che da quello.

fi

prefenta

LXXXII.

Il

fluido elettrico
,

diverfo in diverfi corpi.


',

fioc-

fono pi turche anno traverfato il ferro chinetti, la luce elettrica del vetro pi bianca, e le icintilla Se fi predi fede al <;he da elfo partono, anno l'odore di aglio Signor Pivati, ciafchedun corpo elettrizzato, fecondo le particelle diverfamente odorifere , e fecondo le refine che contiene , Ibmminiftra fiocchi di colore, e di odore diverfo a traverfo anche
chetti elettrici
.

che un

E SULLE Q.U-ALITA' DEL FLUIDO NERVOSO. 23I La luce poi , che non molto diverglobo i vetro
.

fa dal flido elettrico y anch' effi , Newton, d diverfo colore nella

fecondo

le

offervazioni di
diverfi corpi;
lo

fiamma
e

di

zolfo la produce blo,

il

fego giallo 8cc.


elettrico
,

Non
la

egli

che verifimile
da'

che

il

fluido

dunque pi fiamma ripetano


che
gli

quelle diverfe qualit dalle

molecule

fulfuree y

attraggono
quali tra-

vegetabili, da' minerali, e dagli


?

animali, per

verfano

LXXXIII. Non ne viene


combinazione
ed

per altro in confeguenza

di

quella

maggior lo abbiano pi fiiTo, o fia fluido elettrico, che altri, ma che meno volatile; perch il medefimo fluido elaftico , quanto pi caricato di molecule eterogenee, tanto meno ha d'elatere y
attrazione, che alcuni corpi abbiano
in quella guifa che
1'

aria

perde una parte della fua elafticith

quando

carica di

vapori aquei, o fulfure.


,
i

LXXXIV.

Gertifllma cofa

che

le particelle

diverfe della luil

ce fono di diverfa

grandezza
fono
le

quelle

che
,

producono

color

roflb fono verifimilmente le


bili,
le

pi grandi pi
piccole

perch e

meno

refrangi-

pavonazze

le pi refrangibili ,

anno maggior facilita nel deviarle dalla loro direzione, a motivo che avendo meno d malfa le attraggono pi facilmente E' ancora ugualmente verifimile , che ii fluido elettrico non folo abbia delle molecule eterogenee quanperch
corpi vicini
,

to la luce, e che quello del corpo

umano o
groflb
,

degli animali,
e

fia

diverfo da quello dell'aria, e

fia

pi

meno

attivo a
fulfuree ^

cagione della fua combinaTiione con della che fono affatto proprie dei?!i animali-

particelle

LXXXV.
dell'

Il

fluido elettrico dunque, o puro

come

quello

c-mblnato ad altre foftanze come quelpenelo degli animali Il fluido elettrico puro dee finalmente trare tutt' corpi, ed innnuarfi anche nel fangue , dove per via di fperienze ft trova v'LXXTi); ma portato con elfo fangue al cervello, vi dee per ragione di affinit, della quale abbiamo fopra parlato, attrarre e legare altre molecule pi grolle e meno
aria, o

mlRo,
.

'

attive,

ma

che fono proprie per aver adefione


,

ai

filamenti ner

voi, quantunque fol'di

per ifcorrere e feguitare le

loro p{ione

rofita fenza allontanarfene, fuorch

nel cafo di una grande efpan-

2 32
fione

DlSS.in. SUL

MECCANISMO
;

MOTO
,

De' MUSCOLI,
nervofi, febluce
,

predotta ne' corpi vicini


dal
altro

e quefti

filamenti
e

bene fieno penetrabili faranno gi da verun


grofie

fluido fluido

elettrico

dalla
di

noi
pi

compoflo

particelle

donde viene che quel paralitico, di cui abbiamo avanti parlato, non rifentiva veruna impreffione fulbraccio nel corfo de' primi tre giorni , e rifentiva delle punture all' odgine de' nervi brachiali? Non egli verifmiile , che ci accadefle mediante una materia , che oftruifle i nervi , capace d' impedir il paflaggio al fluido elettrico ?

(LXVill).

Ma

LXXXVJ. Una forte oomprefficne fu nervi , e la loro legatura potr facilmente lafciar paflare il fluido elettrico puro , effendo molto pi lottile, che il fluido elettrico mifto, o irapuro, o fia quello che in apprefTo fi chiamer da v\o fluido ne ri

njeo;

e ci render

la

ragione delle fperienze fatte

fopra

il

ner-

vo diaframmatico

nelle perfone fiate decapitate

(LX).

anno offervato, facendo 1' non elfer neceffarlo di premerlo fbtto la legatura verfo il diaframma, ma che il femplice ftropicoiamento fatto per qualunque verfo fopra di dfo, ravviva la fua contrazione. Ci dunque non dipende che dal rianimare il fluido elettrico Il Signor Hales ha olfervato, come fi pu vedere nella fua Emaftatica, che flropicciandoci in certi tempi dietro gli orecchi, ed rifentefi alrre parti ancora, on tremolamento fpafmodico , che fi flende per tutto quel lato del corpo; fi fa che le fregagioni ravvivano alcuna volta le parti intorpidite, e quafi paralitiche; la qual cola certamente non fi ottiene , se non per mezzo di promuovere e far agire il
Diverfi abililTimi Fifici
indicato efperimento fui nervo diaframmatico,
.

LXXXVII.

.,

fluido nerveo.

altro mai fignificano quelle fcintille clie ofquando uno fi ifrega alquanto forte il canto dell'occhio? Se quello fenomeno dlpendefie dalla retina, da che nafce che quel mendico, il quale dimandava la elemofina colla zucchetta del fuo cranio alla mano, e che per un poco di mangia fi lafciava toccare la dura madre , allorch gli veniva

LXXXVIII. Che

fervanfi al buio,

n poco compreflb

il cervello , vedeva una infinit di fcintille ? Potrebbefi egli dunque credere, che il fluido nerveo, o elettrico, Sfoffe mcfb in moto, e refo eiaflico per la detta prelTione ?

quel-

E SVLLE QTJALITA' DEL FLUIDO NERVOSO."


Quella viva luce che gitrano
i

233

gatti nello
fteffe
,

fcuro,

fpecialmente

quando fono
le lucciole
,

in

caldo, e che nelle

circoftanze
i

tramandano

ed altri vermini luminof

cocomeri^arini &c.
i

corpi tutti trafparenti, e che lafciano vedere


f foflero nudi
,

loro nervi

come

che in altre

non fon elleno apparenze d'una luce elettrica, parti non fi fcuopre a cagione della loro opacit.
varie fperienze del Signor Hales, fappiamo ef-

LX5^XIX. Per
fervi de' vapori

che tolgono
la

la elafticit all'aria, in quella gui.

Cosi appunto le mofete o fiamma puzze fmorzano fubito la fiamma, fofFogano gli animali, e fanjo fparir la luce elettrica; perch f fi faccia paflare un filo di ferro ben elettrizzato-a traverfo un pozzo , o una cantina dove fi trovi una esalazione di mofeta ; a condizione che il filo profa eh' altri diftruggono

fegua al

d'i

la

merfa in

tal

con la fua lunghezza o direzione , la parte iravapore non tramander veruna fcintilla , bench

dall'una e l'altra parte f n'eftragga. La mofeta quella certamente che aflbrbifce il fluido elettrico efterno di quel filo , mentre 1' interno continua il fuo viaggio al coperto d' ogni impreffione e forza della mofeta (17). g

XG

LE MOFETE, ED

VELENI VOLATILI.

(17) Debbo ora, conforme il giufto metodo il richiede , e ficcome e*' impegna a fare il Signor de Sauvages ragionare delle Mofete , chiamate in latino Mephftes , ed eziandio conviene far parola de' veleni vola,

tili

mento

Moltiffimi fono flati gli Scrittori che an maneggiato quello argo1' an fatto degnamente e con giuftezza ; ma ben pochi coloro che d"" idee , effendo flati molti di effi foggetti a parecchi brutti imbarchi , ed altri fi fon rimafi per via In mezzo ad una frotta d' autori qualche aiuto mi prometto io dover dare alla Giovent fludiofa, qualora li
. .

conduca a

fine ci

fidanza io entro in viaggio nire .

che vo meditando fu tal materia Con quefta bella , che fpero doverlo fra breve con utilit for.

Niuno pu con miglior


fete
,

fucceflb oflervare

varii

fenomeni

delle

mo-

notarne i diverfi accidenti, quanto un Napoletano, il quale ha una facile ed opportuna occafione d fcorgere, non pure quelle paffaggiere che veggionfi tal fiata nelle pertinenze del Vefuvio , ed ufcire da' tore

renti

detti

comunemente

le

jave

iquanto

da

quella

perenne

e famofa
ino

DlSS.III. SUL MECCANISMO E DE* MUSCOLI, eh' da prefTo al Jago di Agnano , chiamata da noi altri la Grotta de' cani Qli non fo lunghi rigiri in volere defcrivere prima la mofeta di Anfato, mentovata gi da Cicerone, e da Plinio , laddove quello fecondo feri (Te in Irpinis ^tnfamSli ad Mepiytis aedem lacum, quem qui intravede moriuntur nel qual luogo giace un laghetto nel cui mezzo con rimbombo gorgoglio furge l' aequa torbida, e negra , che d fuori un puzzo, che foventemente fentefi a molte miglia n tampoco jni dilungo in far parola delle mofete del Telefe nel Sannio, o di quel-

34

MOTO

jnofeta,

-^

Balli eh' io dica , che la Grotta de' cani fiata la pi maravigliofa fralle altre e ben conofciuta dagli antichi Scrittori , fpecialmente da Strabene E' cotefla una grotta fita a man dritta mentre da Napoli fi va al lago di Agnano ; nel quale lago , tempo a dietro non viveano pefei di forte alcuna , perciocch le acque eran limaceiofe , torbide, e fetenti- ma ora fi veggiono contenere quantit di molti pefci avvegnach le acque fue fon divenute meno fetide tuttavolta per fotterranee vie verfo la ripa fuperiore , anche oggid vedefi ufeire da due buche l'acqua forgiva. Il terreno della Grotta de'cani contiene molto umido- e maifempre che vi fono flato, vi ho trovata di dentro dell' acqua. Prima che la porta della medefima fi apra , ftando al di fuori , e guatando attentamente per di fotto, vedefi ufcir un fumo da terra , il quale dopo e/Terfi alzato ad un' altezza di un palmo a un di preflb , per proprio pefo ricade nel terreno ifteffo Chiunque da me ha udito dire , che quella mofeta , o quella puzza , fia in una grotta non fi creda che qual; che profondo e fcuro antro ripieno di pericoli fi debba penetrare, o che qualche gran caverna tenebrofa fi debba per ritorte vie fcendere ; ma deffa una grottieella dell'altezza d'un uomo, pochi piedi larga , e lunga
. , . , .

le di SinuefTa

di pi . Io non ifiar a ripetere qi quelle ofTervnzion e quelle tante fperienzc , che vi an fatte in quefio luogo varii Naturlifii ci eh' dir venuto in concio di offervare a me medefimo nelle varie volte che col fono fiato. Egli certo, per fentimento comune, che tutti gli animali
, :

un p

qualunque Ipezie quivi muoiono o che fieno quadrupedi , uccelli , o che nell'aria vivono per qualche pezza come le anguille j o che fien amfibii, infetti, o vermini. Il tempo non lo ftefib Poich una di tartaruga mefa da me, bafiva dopo diciotto m.inuti , e poi fi mor
di
,

pefci

ed altre fette minuti j e cos difeorrendo di altri animili . Le frefche e verdi erbe e le piante pofie in quella mefitica atmosfera divengon flofcie e gialleggianti ; e le grofie torcie di pece allumate apprelTate nel medefimo luogo, ben prello
,

parecchie rane

certe duravan

in

vita dodici

altre dieci

mometro
che
il

e '1 Terfiate ancora vi ho portato il Barometro , per fipere quai cangiamenti fi avvifavano E ficcome da una banda ho conofciuto vero verifllmo quello che gli autori aveano detto ,
fi

ipegnono. Soventi
,

Barometro non dimoftra

fenfibile

mutazione

cosi

dall'altra

p"^
dirli

E SULLE aUALITA* DEL FLUIDO NERVOSO.'


dirfi
.

235

francamente , e fcnza fare cattiva accoglienza a veruno, che fui TerBiometro molti Scrittori an prefa una veffica per lanterna Nel vero fulla fede del fu P.D.Gio:Maria della Torre, dotto ediligentiflimo Fifico ,io bencredevo che 1' atmosfera mefitica dimoftraJTe chiari i fegni del freddo , ficcome varie volte egli fcrifie nelle fue opere ; ma avendovi avvicinato il Termometro, conobbi che il mercurio s'alzava per molti gradi , moftrando effervi del caldo . E poi chiunque fta nella Grotta de' cani all' impiedi , fente di fotto benbene il caldo del terreno , che dimolto acgroti piedi medefimi. In fine pofando fui pavimento della ftefla una boccia o un bicchiere pieno di acqua di calce , vedefi con ammi razione, che la calce fi precipita ^ e l'acqua potabile 41 rende . Prima di riferire il pi verifimile fentimento fulla cagione di cotefto gran fenomeno , non far peravventura impropria cofa , eh' io in brievi parole efponga le Angolari opinioni degli autori , tralafciarido quelle che come frivole , vane, e di poco pregio, da f medefime fi annullano. Epicuro adunque credette che la terra tuttaquanta ella , accoglie nel fuo vafto feno varie e quafi infinite fpecie di foftanie, fenza che una dia impaccio all'altra ; delle quali certe fon amiche agli \nimali, ed al tre nocevoli, come fra gli altri il fetore de* carboni , '1 puzzo altres della lucerna allorch fi fmorza . Laonde quelle particelle le quali anno conformit colla figura o colla bruttura di quelle degli animali , giovano a quefti ; e quelle che fono diflimili, recano la morte . Ma niuno al certo rimarr pago di una fpiega cosi fmilza ed afciutta, quale ce la propone Epicuro. Il dire, che nel grembo fuo accoglie la terra parti utili e nocive, dondei buoni o cattivi effetti n' avvengano , ella un afftrzione che patifce inopia di ragione. Di qui pu darfi giudizio ancora del fentimento di Galeno, il quale ftim, che ficcome nel pane , ne' frutti, ne'pefci,ed in alanimale , ed all' intri cibi v' ha una qualit ben amica della macchina contro nelle canterelle v' una qualit potentemente nimica; non altramenti in alcune forte d aria fi trova un principio amico al corpo , ed in altre un principio di peftilenza e di veneno Altri furono di fentimento, che le mofete altra cofa non folTero , che tanti aliti divenuti peftiferi e venenofi , per effere flati lungamente fotterra racchiufi; che di poi rotti gli fpragli per ifcoppio fotterraneo , eoa
calora
ta
,

empito efalaffero fuori . Certuni vollero che vi ufcifle nella Grotta^ de' * cani una aura velenofa di arfcnico . Io mi rimango di dirne di pii elTendo gli altri fentimenti poco nobili , poco leggiadri , e non affai
chiari
.

Paflamo a contrade di maggior luce, colla fperanza di che miniera , onde fi poffa ornare di pi preziofe gemme

fcovrlt'e qualla

fpiegazfone

degli effetti delle mofete , e de' veleni tutti volatili . Si a chiare te ben conofciuto , che tutt' i fenomeni , i quali fi producono dalle
fete,

no-

moche

nafcono

altres dall' ^r/.-r

/Jp

come

la

chiamano g 2.

moderni

Fifici ,

de' MUSCOLI, 23<f DlSS. IH. SUL MECCANISMO E Il fignifi che Ruberto Boyle Gentiluomo Inglefe chiam aria fatti-^ia cato vero di quefta voce ftato un fuggetto di alte difpute , le quali richieggono parimenti la venerazione da noi dovuta . Non mancher qui di metter in mofra quella si rilevante dottrina , onde fi pofla fare giufta idea di ci che s' intenda per aria fifla Accenner prima alcun poco de' principii dove fi poggia quefta teoria. L'aria dell'atmosfera, eh' un fluido fottile, ed elaftico , per lo che
. . ,

MOTO

s'

infinua ne' pori di tutt'


,

corpi

ed eziandio
fi

ne' fluidi

altres

pe

fante e grave
Il

ficcome per pruova

conofciuto da'

moderni

Filofofi

Cavalier
natura

Newton
,

nelle quiftioni Ottiche, niente volle decidere fu del-

la figura delle particelle di

un

tal

fluido;

ma

fulla

fua

origine, e fulla

di lei

egli eftim che le parti dell'aria elementare fieno le


il

medefime,
,

che quelle dell'etere, denfo diviene, quanto

quale difFufo per tutti gli fpaxii celefti


dalla terra, da'pianeti,o dal
fole ci
,

e pii

pii

allontaattra-

niamo; onde

di leggieri

egli

fpieg

1'

origine della gravit


,

dell'

zione , della rifrazione Dilfe poi il medefimo


fottilifllme diventino
.

e della

velocit della luce


,

e dell'elatere dell'aria.

Newton
e

che pu nafcer

1'

etere

1'

aria elemen,

tare, f le particelle fuperficiaii de' corpi vengano attenuate in guifa


,

che

comincino inoltre ad efercitare una forza ripellente fra di lorq Quindi egli difiinfe Varia apparente, che nafce quando le parti de' folidi o pure i fottili vapori fi affottigliano e non godono di tanta forza di ri pul fione dell' ti;-/* reale ed elementare, che fi ha quando effe particelle vie pi fi attenuano , ed anno gran foraa ripellente ; ma tuttaddue quefle fpecie di aria non fono un fluido particolare , ma s bene fi formano dall' affottigliamento delle particelle de' corpi fecondo li varii gradi Or pofciach il Boyle dimoer che da' corpi folidi potevan eiTer pro, , ,

da quell'aria che noi fiatamo ; dietro Newton , fi cominciarono a fare diverfe fperienze su di quefti fluidi elaflici , che fi fon chiamati arie levafiffe ^ e che poi il Signor Macquer gli ha nominati Gas. Secondo
dotti

alcuni fluidi elafiici

diverf
il

quello fentimento, e dietro

fiftema del

fono aflegnati alle medefime diverfi nomi; infiammabile , fi fono difinte Varia nifrofa , Varia acida ^ e V aria alcalina, le quali poffono effere aria mefitica, poich fon nocive e recano la morte agli animiih che le refpirano. Adunque quel vapor foffocante che forge dal terreno
rie origini di

quefte arie,

fi

e quindi dal Dottor Prieflley, oltre AtV aria

della Grotta de' cani

egli un'aria fifla, un vapore che nafce dalle , fermentazioni de' minerali che fon chiufi colaggi , e dee dirfi aria mefitica . V' molta fomiglianza altres con quell'aria , che efce da liquori fermentanti, e col vapore del carbon foflile, e col fummo del mufl:o che

fermenta ; poich in tutti quedii Gas zoni acccf:.

fi

efl:inguono le candele

ed

tiz-

Ma

per ifviluppare

il

p iU che per

me

fi

pu

quello punto

comincia.

E
clamo
a

SULLE Q.UALITA' DEL FLUIDO NERVOSO.


,

237
le
fia

partire
fifle
,

diramare in varii

tronchi
fi

fchiere

tutte

fpecie

delle arie

de'
,

Gas

affinecch

comprenda quale
fi

fpezie

quella

della Grotta de' cani

ed in quale guifa col

producano

tutt' i

ni

. Primieramente il vapor fofFocante della detta grotta , quella fpezie di aria fattizia, che chiamafi aria infiammabile, notata dal Cav. Lowther nelle fue miniere in Cumberlandia , e poi defcritta dal

fenomenon di

Cavendish
ftagno
le
,

il

quale not
,

che

la

medefima

fi

produce
.

dal ferro
Il

dallo

e dal zinc

fciogliendoli coli' acido

vitriolico

Prieftley vol-

anche da' carboni ed eftrarla dalle foftanze vegetabili ed animali, ed oflerv traile altre circoflanze, che un pezzetto di legno di_ quercia fecco del pefo di dodici grani , con un calor repentino , diede a un d prefTo una veffica di montone pregna di aria infiammabile . Inoltre 1
.

aria infiammabile ha

un lezzo

mente fecondo
time
e le piante
.

le varie

forte e fpiacevole , ma appuzza^ diverfafoftanze minerali, vegetabili, ed animali, le ul-

danno un Gas molto pi fetente , che non i minerali , Quello Gas di leggieri s' avvampa ; ma molto pi quando prodotto per una effervefcenza forte e violentn, che non per una efferfcenza debole e tarda V Anche l'aria infiammabile reca la morte agli animali con ugual prontezza, che l'aria fiffa mefitica , ma ci non fa che che ficcome 1 fieno le fteife perciocch fi conofciuto chiaramente
delle quali
,

aria mefitica
bile

un poco pi pefante
.

dell' aria

comune

l'

aria

infiamma-,

dimolto pi leggiera Cavandofi la fcintilla elettrica nell'^ aria fifla , quella fi vede di un colore pi puro ed inalbato ; ma nell' aria infiammabile ella di un colore fiammeggiante e pi rubicondo ;_ la quale circoQanza fervir in appreflb . Finalmente l' aria infiammabile nafce dall' unione di un vapore acido e di un flogifto che viene aflbrbito potentemente dall' acqua ; laonde divien quella un aria atta al refpiro. Ricav il Prieftley ancora il Gas infiammabile dagli olii , come da quello delle- ulive, dall'olio di trementina, e dallo fpirito del fale ammoniaco. L'aria infiammabile adunque pi leggiera dell' atmosferica, ed oltre a ci fi accende ; le quali circoflanze dimoftrano eh' ella ben di-

verfa dall'aria della mofeta di Agnano N tampoco il Gas mefitico Io fteflb che

l'aria

nitrofa

cos chia-

mata

dal Prieftley, la quale la


il

prima volta fu fcoverta da Stefano Hales.


fpecie di aria
di leggieri
fi

Ofterv

Prieftley che quefta

ottiene

dal

rame, dall'ottone, dallo ftagno, dall'argento, dal mercurio , e da altri corpi col folo acido nitrofo . Queft' aria cagiona una grande diminuzione , ed un forte calore nell' aria comune Il fuo odore fortiffimo , e di molto fi avvicina all' odore dello fpirito del nitro che fuma L'aria infiammabile mefcolata coli' aria nitrofa , d fuori una fiamma verde , quando vi fi metta il fuoco 1' olio del vetriuolo , e lo fpirito del nitro mefcolati , benanche producono 1' aria nitrofa Le piante preferro, dal
. : .

fio

muoiono

in queft' aria

come anche

gli

animali

nel

pefo

fpecifico

poi

238

DlSS.in. SUL

MECCANISMO E MOTO

De'

MUSCOLI,

poi Ilaria comune, e la nitrofa iftefla non differifcono .E deefi altres avvertire , che la fcintilla elettrica tratta riell' aria nitrofa , fi fminora ad un quarto della fua quantit prima, la quale diminuzione della fcintilla avviene parimenti merc il mefcolamento della limatura del ferro , o dello zolfo, od eziandio del fegato di effo zolfo. Per lo che paragonandofi quelle propriet con quelle dell'aria delle mofete , egli fi dir, che fono diverfe nelle loro qualit Benanche fi trov il modo di cavare u*
.

altra fpecie di

aria detta acida, dallo fpirito del fale

vapore che
tit di

fi

fublima, quando

fui

fai

comune

fi

verfi

una

ed ancora da quel piccola quan-

olio di vetriuolo concentrato. Ha queft' aria acida molta attrazione o affinit col flogifio, in guifa che lo eflrae da molte fuftanze che il contengono, e forge quindi l'aria infiammabile. In rapporto alla gravit fpecifica , detta aria acida fembra un p pi pefante dell' aria co-

mune.

Or tornando a quell'aria fifla che forma le mofete, il difficile fi lo fpiegare per qual principio ella, eh' un vapore fottile, elafiico, e per poco pii pefante dell' aria comune , faccia morir gli animali , e le piante, e fmorzi ancorale groffe fiaccole accefe*
fi
i

quali fenomeni a puntino


i

oflervano nella Grotta de' cani.

Qui accenner prima

varii

fiftemi

Signor Landriani in un fuo Trattato su di tal materia , fofienne che le varie fpeze d aria fiffa fon in f una fola cola, ed una medefimafofianza , la quale forma diverfe fpezie fecondo la^difibluzione de' varii acidi, talvolta contenendo un fale ammoniaco vitriolico , altre fiate un nitro ammoniacale . Il Signor Abate Felice Fontana Fifico di grandilfimo riguardo , nelle fue Ricesxhe fifiche fu! Para fiffa ^ credette che tutta l'acidit che in tale aria noi ravvifiamo , nafce dall' olio del vetriuolo che in effa viene drfciolto : e quando l' aria fiffa viene fpogliata di tale fuftanza acida vetriolica , fi riduce all' aria comune feparata dal fuo acido particolare, il quale la cagione della falubrit dell'aria Il Signor Lavoifier di avvifo, che fccome 1' aria comune cangiafi in aria fiffa j cos quella altro non , che la combinazione dell' aria comune , e del flogifl:o . In fine tutti quefi Signori , avendo per condottiera , com' efli dicono, la fperienza , riguardano 1' aria comune come un corpo elementare femplice, e l'aria fiffa come una foftanza compofia , All' incontro il Signor Priefl:ley pretende, che l'aria fiffa fia un corpo femplice elementare, e che l'aria atmosferica fia una foftanza comporta .Quelle contrariet di pareri, e tutti quelli varii ripieghi che fi fon prefi da' Fifici, ciafcheduno de' quali chiede di fvaligiar V altro , e di beffare e dar la berta agli altri fifiemi quelle conti-ariet , io dicea , lunge di recar bel pregio , fon ridondanti in vitupero , e difcapito dell' arte . Ma per quale ragion mai 1' aria fiffa nociva cotanto alla refpirazicne? Quel Fifico famofo , e quel bel genio inventore il Dottor Prieftky } not fulla prima , ch la refpirazione , non toglie all' aria V elatere,
Il
.

E SULLE
u
la

aUALITA' DEL FLUIDO NERVOSO.


:

2?^

rende alcalina

ma

fi

debbe

ella

confiderare

come un

proceflo flo-

di^ cui abbonda 1 flogifto di comunicare all' aria quel fi macchina animale Adunque l' aria atmosferica , o fia 1 aria vitale , _di1' aria deflogiltica^ vien flogiftica merc il refpiro ; e fi ottiene eziandio Gii ta , cio fcevra da quel principio infiammabile con cui fi attaccava. animali mentre fon porti in un aria , dove altre beftie fon morte per averla refpirata innanzi lunghiffimamente, muoiono in iuante convulu , nella merc g' irritamenti che qualche foftanza ofile fa a' lor polmoni

refpirazione

medefima guifa che fon

attaccati dalle altre fpezie

aria

fattizia

co-

me

dall'aria fiffa, dall'infiammabile, dal vapore del carbone, e dal! aria nitrofa, e dalle altre. Secondo il Dottor Prieftley, l'aria acida e'I flo-

gifto coftitaifcono

aria
gli

due ingredienti fono

infiammabile, che ammorza elementi componenti l'aria

fiamma; e tali comune, avvegnala


fifla fi

ch colla fola agitazione nell'acqua fenza altra giunta , l'aria gia in un'aria atta al refpiro. Io per , proponendo con ogni riverenza altro fentmento ,
cotefto teft accennato
,

can-

diverfo da
,

non intendo

di

dileggiare tale

fiftema

il

qual

ha

il

fuo

campo,

e la fuperfizie occupata

da

bella

vernice, e da viva-

ciffimi artificiali colori; n ho cuore d torgli tutt' i fuoi pregi ,^ che ben mi trarrei io addoflb una tempefta fonora di argomenti , e di nemici Dico foltanto che la fentenza di quei Ffici Italiani , che fi ali creduta l'aria comune come femplice , e l'aria fi/Ta come compofta, nou defla da biafimarf , n difarmata di pruove ingegnofe , o di ragione
.

Prieftley, qualunque. II dico fchiettamente il fiftema fin ora efpoHo del ha un brio che abbaglia , ma non convince N fi dee credere , che tutt' i bei fiftemi e le nobili invenzioni fi facciano, e fian chiufe folamenta negli oltrgmonti ; e la bella Italia poi , nuda , barbara fia , ed in difgra: .

zia di

Minerva

Intanto parmi fulle prime indubitata cofa , che 1' aria dell' atmosfera i moti la vera elementare; e che quando le fermentazioni , il calore , de' mifti difprigionano certe fottiliffime parti, quefte elTendo elaftiche , formano li Gas , o le arie fifle . L' aria comune giova agli animali , ed
a feconda de' corpi

organici

1'

aria fifla gli uccide

La prima dun-

que

l'elemento
il

Inoltre

necefPario e naturale; la feconda un prodotto fattiziOt Signor Prieftley pretende eflervi la gran fomiglianza fra il fluie
'1

do

elettrico

flogifto

Se dunque

1'

aria

fifla

toglie

la

vita

perch
ci

eflendo pregna del detto flogifto,

non puote

aflTorbirne dell' altro

lo fteflb che dire, che amazza perch carica aireccefib di luce, o di fluido elettrico; la quale confeguenza tutta piena di magagne, e fembrafcon-

vogliere l'ordine naturale. Nella ota (44) alla feconda Diflfertazione

im-

DE* MUSCOLI, DlSS.IIT. SUL MECCANISMO E impegnai di addurre varie pruove per convincere chicchefa che la luce l'anima della Natura. Io credo al contrario^ che le niofete agifcono perciocch aflbrbono ed affogano il vapor elettrico , onde que' luoghi che contengono aria fffa, non pofTon fomminiflrare elettrlcifmo a' polmoni , onde s' infinui nel fangue per formare il fluido nervofo. E di ci vi ha delle ragioni . Il fluido elettrico pel caldo e per l'umido fi diminuifce e quindi il conduttore della macchina f fi rifcaldi cilindro che fi il ruota perde la fua elettricit . Il luogo dell' atmosfera mefitica nella

140

MOTO

grotticella di
:

Agnano

umido

e caldo, e

perci fenza- fluido

elettrico.

Pi io pi volte mi fon abbaflato al pavimento di quella mofeta di -Agnano per refpirare per cortiflfimo tempo quel vapore ^ e cofantemente ho ravvifato che tal fluido velenofo fente un acetofo puzzolente lo che di leggieri ognuno ofTerver quando fi abbaffa al terreno che fla fuori la porta di effa Grotta dove il vapore leggiermente offenfivo Or le particelle degli acidi anno una gran forza attraen,

il difle il Cavalier Newton. Amofete fon veri veleni volatili , avvegnach per 1' umido e pel calore o difperdono, o per l'acido forte afforbono e fiflano il fluido elettrico cotanto alla vita neceflario . Non vale diverfa ragione per le altre arie fifle , poich le medefime a un di prefTo fono le fteire,e variano folo ne' diverfi gradi di gravit fpecifica , e nella variet delle particelle che li affottigliano dalle fermentazioni de' diverfi minerali tutte per anno : la forza di effere deftruttive del fluido elettrico ed in confeguenza del

te, fpecialmente verfo la luce, ficcome


le

dunque

fluido de' nervi

La
fifla

fcintilla elettrica

dell'aria
fi

nitrofa

piccolilfima

quella dell' aria

inalbata

e torbida

vede quella

dell' aria infiam-

mabile; le quali fperienze dimofrano , che fcarfeggia nel filo elettrizzato il vapor elettrico; ed intanto d fuori quelle fcintille, in quanto che n' pregno di detto vapore , e non fi d il tempo affinch venga egli afforbito e diftrutto . Pi conferma il mio fentimento quella fptrienza che il Signor de Sauvages accenna nel Teflo Le piante pel medefimo principio patifcono ne' luoghi mefitici ; ma f eflt fieno atte a purificar l'aria , allorch per gli fuochi per 1' efalazioni, e per gli tanti fiati e rcfpiri degli animali, ella fi guafta e fi rende fifla, non pu darfi affoluta decifione. Buoni Fifici pretendono, che r erbe tutte e fpecialmente le verdi frondi depurano 1' aria , e la rendono vitale in tempo di giorno , fpecialmente quando fono i d fereni ; ma fiffatta falutare operazione viene fofpefa nel buio della notte ed ancora quando le piante fon ombreggiate da fabriche vicine . I fiori poi ,
,

ed i frutti efalano un aria guafta, e di d, e di notte In fine fi comprende, perch le torcie allumate fubjtamente fi fmorzano nelle mofete, poi.

ch r aria quella che aflTorbe tutti g' impuri corpicciuoli che da dentro la fiamma efcono, e di pi ribatte la detta fiamma al pabolodintorno ; ma quando fi confider che il rapore della mofeta , tutto che ela,

fti-

E SULLE qualit' DEL FLUICK) NERVOSO." 24I XC. Il vapore della raofeta penetrando neirinterno del corpo umano molto pi porofo, non pu egli diftruggere, o afforbire
il

fluido

nerveo, e cagionargli una morte

fubitanea
nella

fmile a.

quella che Tiberio fece fofFrire a due fchiavi

Agnano
lla

detta la Grotta del cane ? medefima ragione, che i vapori

Non
fetidi

dipende

mofeta di forf da quein ifveni-

fanno cadere

ftico, umido, minerale, e caldo, que' tali impuri corpicciuoJi non effendo afforbiti, anzi nuove parti vaporofe ed eterogenee effendo aggiunte, e di pi con rigoglio il vapor mefitico fagliendo^ per tutte quefle cagioni talmente fi affollano nella fiamma le parti impure, che ad un tratto la fpegnono. Avviene ancora, che l'aria fifta fi*a^r^*b diffipa il fi.ioco della

fiamma medefima. Stringiamo le vele . Quando fi ha 1 infortunio od in qualfivogliano arie fattizfe , to nelle mofete
,

di
i

tantofio efporli

all'

aria

fi-efi:a

che ravviver

nervi

rimaner affoga Medici debbono la macchina Se


.

ci non bafti
del corpo, e

un abbondante falaffo , le ftrofinazioni , 1' acqua frefca. fii quando rivenuto le bevande acide e diluenti, faranno i ri,

medii veri ed

efficaci

Voi meco
ri

finqu fiete venuti


.

nati dalle fermentazioni

Ognuno

fentendo ripetere i varii mortiferi vapopotr feco fleffo fare quefta riflef,

non vo diifimulala quale prima che io prenda congedo da Voi , o tacere Se i vapori de' minerali che in f non eran velenofi , fermentando recano la morte ; che dovr dirfi del fumo dell' arfenico il quafatto conofcere , le un minerale micidialiffimo ? Varie offervazioni an Quindi non dobbiamo che r odore di tal fumo , ad un tratto uccide reftar maravigliati in udire, che il detto volatile veleno prefo nel tabacco, repentinamente ha tolti di vita gli uomini j e che incorporato nelle candele di cera o di fego , ha difperfo nelle flanze infoffribili puzze che in fubito uomini fenza fperanza di fcampo , fon caduti a terra morti Lo fteflo dicafi di tutte le altre puzze , come di quelle de' cadaveri , del le acque fetenti , e delle fentine. E quanti trifci cafi non vi fono di fug getti morti pel fumo de carboni e della mandragora , i quali fopifcono fubitamente tutt' i fenfi, ed inducono 1' apoplefia ? Anzi i medefimi acuti odori rendono l'aria pefiifera , e nuocciono alia lenit. Negli Efemeridi de' Curio di Natura fi legge, che tre nocchieri fi morirono pel forte odore degli' aromi , che fecoloro portavano . Gli odori del mufco , dello Zafferano , de' garofani , ammazzano gli animaletti , che refpirano quell' aria j e '1 celebre Triller ci fa fapere , come una donzella in fubito mor , per aver dormito in un luogo , dove vi era una quantit di viole .
fione
re
,
. .

DlSS.IIL SUL 242 nimento, o fincope?


to fimili
?

MECCANISMO E MOTO
I

DE*

MUSCOLI,
effetti

narcotici

non producon eglino


offervato
,

molluce

XCr.

I Signori

Hales, e
e

Newton an
,

che

la

e r aria pura ricreano

rallegrano

che

al

contrario nell'

uomini divengono deboli e languidi , Ci probabilmente non fuccede f non perch , come ftato penfato, quefti due fluidi riftorano, e mantengono il fluido ner, veo Da quefto chiaramente s' intende, perch l' aria della cara pagna rinvigorifca, e rifiori gli eftenuati dalle lunghe malattie,
.

ofcurit delle prigioni gli

fia

tanto
Il

pii

fana dell'aria delle Citt.

le Monnier ha oflervato, che l'aria viva e ferena, e parimente l'aria piovofa e frefca porta de' fegnali ,

XCII.

Signor

di elettricit

Un uomo

fofpefo

dei

cordoni di feta in un
la

giardino
terra,
fi

all'aria

fcoperta, e tre piedi fopra

fuperficie della

e calda, ed vento di mezzo giorno impedifcono tale elettrizzazione, o diflruggono la elettricit. Non egli per quefta medefi ma ragione, che il vento di mezzo giorno rende i corpi gravi e deboli , perch non avvalora che poco, o punto il fluido de' nervi ? xeni. Dalle fperienze parimente del Signor le Monnier ricavau che il fluido elettrico nelle fue vibrazioni ha una velocit quattro volte maggiore di quella del fuono, e forf anche mol-

elettrizza da f

medefimo;

ma

l'aria

umida

il

to di pi;
lafticit,

ma

le

fperienze

non fon
gli

arrivate

poterla

pi

in

l feguitare.

Bifogna dunque per

principii di

o piccolezza delle fue molecole, fra giore di quella delle particelle dell'aria; ma la grande attivit del fluido elettrico ci fa penfare che fi approflimi molto alla
luce
.

Newton, che 1' due volte mag-

fluido perennemente s'introduce ne' nervi, ma ne riempie tutta la parte loro midollare in uno flato di iilTainento,e vi viene a formare una colonna continuata, ed infinitain ciafcun filamento. Se accade toccare, anche pi leggiermente che fi poffa, uno di quelli filamenti nervofi nella fua eflremit, queflo flui-

XCIV. Quello

mente

elaflica

XCV.

do

fcintille,

fui corpo adiacente, ma fenza produrre punture, n perch non fi trova in iftato di efpanfione ; tuttavolta in quel medefimo iflante vi fi produce una mutazione nella

agifce

op.

E SULLE OVALIT* DEL FLUIDO NERVOSO."


,

243

ppofla eftremit, o nel cervello, e la percezione di quelle mutazioni, chiamafi f^nfa-x.tone Le perfone elettrizzate fono infini,

tamente fenfibili per qualche corfo di tempo , e coloro che fono molto foggetti a fofFrire il folletico, fono in uno flato motto proffimo a quello degli elettrizzati;
il

femplice contatto
v'

dei

piede di una mofca lo fufcita fubito

Niente
le

che

nella

prontezza fomigli la fenfazione, perch

impreffioni

fatte

ad

una colonna

di

fluido elaftico

fi

tramandano

fenza

ftropiccia-

mento,
liflime

e fenza

perdita alcuna di

moto
come
,

a
1'

diftanze

confiderabi-

XGVI.

In ogni fluido elaftico,

aria
fia

la

luce, tro-

vanfi delle molecole di diverfb

elatere

naturalmente ed
eguali

effenzialmente fono capaci di produrre in tempi


diverfo di vibrazioni.

numero

XGVII. Per un dato tempo fi poflTono confiderare fopra divernorma del fentimento d Mr, de Mairan , parlando egli delle molecole dell'aria. Ora f fi confiderino come proprie
fi

tuoni, a

a formare i fette colori primitivi , ciafcuna fecondo la propria grandezza e refrangibilita , quelle che fono d' un tuono deter-

minato effendo melfe in moto dall' impreflone de' corpi efterni, confervano le loro vibrazioni , e le comunicano alle altre del tuono medefimo , perch le loro vibrazioni fono cofpiranti , e
ci dall'organo efterno
fino all'interno

comune,

eh' la fede

dell'anima,
za
dell'

quale per quefto efterne impreffioni,


la

mezzo

percepifce ogni differende' mufcoli,

XCVIII. Per
prefi

inveftigare

il

meccanismo dei moto

due

fibre

carnofe,

poi altrettante di canape, ed altre di f-

ta, parallele
lla

tutte da una delle loro eftremita,e da que, legate medefima avendole attaccate ad un filo di ferro elettrizzato,

veddi fubito ciafcheduno- di quei fili allontanarfi fra di loro, codue raggi fi allontanano, o partono da un centro comune; fecondariamnte quando la elettrizzazione era pi forte, o pi

me

debole, l'angolo fra effi facevafi maggiore, o minore. Anche il Signor Gravefand avea fatta la medefima efperienza nel voto. Indi legai tuttaddue 1' eftremit di quelli fili, ed avendogli elettrizzali, in vece di paralleli eh' erano, li veddi allontanarfi 1*

uno

dall'altro in

forma curva

e le concavita di quelle curve

^\

ri-

244 DlSS. III. SUL MECCANISMO E MOTO DE''muSCOLI, riguardavano; e quando impiegavo un folo fafcetto di fimili filamenti colle due eftremita legate, venivano a raflbmigliare il tendine di un mufcoloje vedevo che il centro o ventre fi gonfiava , e che i tendini andavano Tempre pi ad awicinarfi, quanto pi la elettrizzazione facevafi maggiore, e quant'erano minori
di pefo.

Avendo anche

fatto attaccare
il

un pefo

al

tendine infe-

riore, l'elettrizzazione

follevava.

Volli fperimentare ci che fuccedeva a quefti filamenlegandoli di fpazio in ifpazio , ed ebbi il piacere di vederli feparare fra di loro , formando delle linee molto curve tra una legatura e l'altra; onde facilmente comprefi che f gl'intervalli
ti

XCIX.

foffero flati
gliati
li

molto
quali
.

piccioli

gonfiamenti
ne'

fi

farebbono raflbmiallorch
fi

a delle piccioliffime grinze, od increfpature trafverfali, tafi

appunto
C.

oflervano

mufcoli

trovano

in contrazione

Non
,

dubitai altramenti che la pofizione di quef:e fibre traf-

il Signor Winslow diffe eflTer collanti , non doveffe produrre delle coflanti increfpature nei diverfi ftrati delle fibre che concorrono a formare i mufcoli , in maniera che la parte

verfe

che

convefia della ruga inferiore fi annidi nella parte concava dell' anteriore , per mezzo di che quelle fibre ed i piani ch'effe compongono , effendo ripiegati, confervano fra di loro lo fl^effo parallelifino, che avevano avanti quello corrugamento , il quale per

tanto dee portare impedimento al corfo del fangue che ritrovafi Iti quei vafi che folTrono quelle fieffe piegature: poich le piegature de' vafi, fecondo
fo de' fluidi

non
,

elettrici

cofa

non fucceda

, ritardano non poco il corche vi paffano , quantunque la (leffa fecondo s'Gravefande,a riguardo di quelli che

il

Michelotti

fono elettrici.
di

CI. Nel primo ifiante della contrazione de' mufcoli , le fibre quefi non poffono aggrinzarfi e fare sforzo di awicinarfi ai , loro tendini , lenza che il fangue non fia premuto con tutta la
^

forza del mufcolo;e ficcome le valvole


nelle

il

determinano ad entrar

vene che
tal
il

ivi

anno origine, piuttofio che a correre indie.

tro, ed a ritornare nel

che un
fervalo,

tronco delle arterie , rimane evidente fangue gonfiera pi rapidamente , come gi fi oftronco delle vene , ed il mufcolo diminuirli di volu-

me.

E SULLE

Q.U

alita' DEL FLUIDO NERVOSO.


il

245

me; od

al

pi refter

medefimo
.

fin

a tanto, che per una con-

non fi fia nelle arterie il fangue , Ma ai fluido elettrico non fuccede che vi entrano , anamaflato quello che accade ai fluidi pi groflblani il fluido elettrico traverfando la porofira de' corpi tanto folidi che fluidi , non rivolume il crefce il loro volume pi di quello che accrefca dell'acqua una porzione di Tale in efla bene fciolto , purch la
trazione troppo prolungata
:

quantit di

quello

non

oltrepafl

limiti

della

perfetta

fatu-

razione. GII.

della contrazione dei

ne poflbno dedurre tutt'i fenomeni la prontezza, e celerit de' loro moti ; perch ficcome il fluido nerveo riempie continuamente le fibre de' nervi ,_le quali fi confondono con
quelli principi
f

Da

murcoli,ma foprattutto

efle

ad

motrici o carnofe , una volta che quefto fluido venga meflb in moto, egli dee proporzionatamente al quadrata della fua nuova celerit dilatare, ed increfpare le fibre motrici, ravvicinandone i tendini con celerit reciproche alle loro refifibre
effer

Henze
ci

immaginare come il motore che imprimere quefta celerit al fluido nerveo; ma quante cofe mai vi fono , che da noi non fi. poflbno immaginare, e non oftante efiftono ? Le azioni dell' En te Supremo fopra tutte le parti dell' Univerfo toccano anche meno i noftri fenfi , e pure da queflo principio unicamente dipendono i moti che confervano i Pianeti fufliciente per noi il

CHI. E' vero che non fi anima , eflendo fpirituale

fa
,

poffa

fapere

che ci eh'

proporzionato ad un effetto
la

,
.

fenza del

quale l'effetto non accade^ efferne quello noftri mufcoli corrifpondono alla volont ,

caufa

moti
,

de'

ed ai difideri , tanto diftinti , che confufi di quell'Eflere penfante che ci anima ( XIV., e XV. ); e queft'Effere vegnendo ad agir meno fopra di noi, come accade negli fvenimenti, e ne' languori ,
alle paffioni

od a non agire altramenti in modo veruno, come fuccede nella morte , nelle quali occafioni i moti del corpo diminuifcono , o celTano intieramente non fi pu far a meno di non riguardar;

come l'effetto dell'azione di queft'Eflere penfante. GIV. Dall' efperienze fiam anche condotti a ftabilire , che anima ha la potenza d' inviare il fluido nerveo ne' filamenti
li

i'

di

un

24^ DlSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, uu nervo determinato fenza mandarlo in altri , perciocch noi muo- iamo a noftro beneplacito un mufcolo determinato piuttofto che un altro ; e per quefto flato neceflario che i tronchi
nervofi foflcro ifolati
fin
,

e fenza

ramificazioni
le le

dalla loro origine


fi

agli organi, perch altramenti

colonne del fluido


arterie, dalle

fareb-

bono
co
fa
fi

divife; e perci

fi

vede, che

quali
d'

il

tron-

divide

manda

de'

rami

ai

mufcoli antagonifti
la

parte,

non fono organi

proprii a trasmettere
,

una iftefi forza motri-

procurare al fangue , che trova troppa refiftenza a traverfare un mufcolo allorch trovafi in contradone , un canale di derivazione nel corpo del fuo antagonifta, che allora ritrovafi libero. CV. Non creder che veruno , dopo quello ch'abbiamo efpofoltv^nto pofTono
fia per obiettarci , che il fluido nerveo con troppa facilit , abbandonerebbe i nervi medefimi , e da elfi fuggirebbe . Realmente f ne perde, e probabilmente di quefta perdita ne profitta la pinguedine che rivede tutt' i mufcoli , e tutte le loro fibre ; e da quefto forf deriva la grandi ffima infiammabilit di

ce in un luogo determinato

ma

fio

efla.
il

Apparentemente quefto umore


,

allorch

fi

fonde mediante
,

calore di un

moto mufcolare troppo durevole

ferve a ripa-

riconducendolo al torrente della circolazione . Verifimilmente per motivo della fcarfa circolazione di quefto fluido elettrico o nerveo, accade pure che le membra paralitiche

rarne le perdite fatte

do

fi

dimagrino, e veggano gonfie ,

faccianfi atrofiche,

e crefciute

di

quantunque non di ravolume per un abbondanza

di fierofit.

Ma

me

fuccede

a quegli

d'altronde, quando realmente ne fcappafle , cotrafpirazione de' quali per lo ftrofina, la


e
fine di

ci circonda luminofa , l' aria che rimpiazzarlo. Ma perciocch que un fluido elettrico puro , ma mifto , z proporzionato ai pori della foftanza midollare de' nervi , perch non pu egli eflervi ritenuto, o dalle pareti pi denfe , che \i

mento

rendefi

elettrica

ne contiene tanto alla fto fluido nerveo non

veftono, o in virt della medefima fua attrazione con quella parte midollare?

evi. Molto pi evvi da temere per parte del torrente medefimo di quefto fluido capace d' impiegare tanta forza per dilatare ed increfpare
i

mufcoli, che a motivo della loro reazione non


offen-

E SULLE aUlLITA' DEL FLUIDO


teri

NERVOSO.
,

247
e ne alil

offenda violentemente la parte n^idoUare del cervello


la

economia

Ma

per tutte

1'

efperienze pare che

fluido

elettrico

gi
fia

meflb in moto, allorch parte dal centro per gli fuo rageferciti Tempre la fua forza per una direzione medefima , o verfo l'oppofta parte ; non offervandofi mai , per qualunque
fiocchi
faccianfi retrogradi
dell' elettricit
i
.

refiftenza oppofta ai
effl

verfo

lumnofi della materia elettrica, eh' il centro raggiante , o verfo l'ori-

gine
rare

La

prelfione laterale

non

capace di alte-

fili

di

un cordone

di canapa, del quale

uno

fi

pu

fervi-

re in queft' occafione per condurre l'elettricit, febbene flati fie-

no ammolliti, fecondo l'offervazione


lo che accade alla luce
,

del Signor

Hauksbee Quel.

lo

fteffo

accade al fluido elettrico

cio

che quantunque cammini fettecentomila volte pi prefto del fuono, con tutto ci non offende mica i pi teneri petali di un
fiore

CVII.

Non

vi

dunque altramenti da temere


in incendio
i

che

quello
li

fluido igneo

metta

corpi

perch generalmente

maggior violenza rilegga ne' pennacchi elettrici, e nell'efiafi elettrico, tuttavolta non fi rifente fenfibil calore ; che quantunque egli accenda lo fpirito di vino fcaldato , non ne viene che fi debba dire eh' egli fteffo abbia concepito
lo fpirito di

fa, che febbene la

quel grado di calore dallo fpirito del vino: l'olio di faffafras, e nitro accendonfi fcambievolmente , tuttoch avanti
foffero pi caldi dell'atmosfera.

non

Non

dico per cheli fluido

nerveo troppo fortemente agitato a forza di qualche corfa , di una contenzione di fpirito , da un colpo di Sole &c. non poffa
alla
fine profciugare i nervi , ed il cervllo . ritrovato il cervello ne' maniaci, e negl'idrofobi tanto profciugato , che mi

Ho

anno
il

ci fatto credere: ma in fanit l'umido del quale abbonda cervello lo mette generalmente al coperto d' un tale accidente.

CVIII. Vi refterebbe da fpiegare, perch il fluido elettrico allontani fra di loro nella detta maniera le fibre ma per ifpiegar quefto farebbe neceffit 1' abbracciar uno de' fiftemi che vi fono fu tale argomento e parrebbe che i vortici del Signor
:

Molieres poteffero effere molto adattati ad ifpiegar una fimil cofa ma quefto farebbe un allontanarfi troppo dalla idea
di
:

Abate
che

mi

fono ftabilita; e perci refto contento di partire da un'


ifpe-

248

DlSS.

III.

SUL MECCANISMO E
,

MOTO

DE* MUSCOLI,

Ifperienza verificata in buona Filca

fenza effer nel dovere fin

all'ultimo anello di fpiegare tutta la catena ; avendo dato ragione di quanto eravi di pi importante. CIX. La fulminazion elettrica capace di far morire iflantaneamente diverli animali de' pi grandi , con dilatare e far creed i loro mufcoli ; in fegue, veduto d'altronde , che una leggiera fcintilla che determina nel mufcolo bicipite il rapido influiTo di quello fluido, fa contrarre il mufcolo, bench oftrutto e difeccato,da una paralKa di venticinque anni. Egli facile dunque a concepire , che un influlfo rapido di quefto fluido , ma non, gik troppo violento, ne' mufcoli rilaffati, il fof^rega mento de' quali rivefte, fia per effer cali diminuito dalla pinguedine che pace a contrarli proporzionatamente alla forza , che il motore
i

pare in un

momento

loro vafi

la di quella forza abbiani

avr impiegata fopra di queflo fluido. ex, E ficcome dipende da noi l' impiegare maggiore nor forza nei far girare rapidamente un globo, o nello
re un tubo elettrico
,

o mi-

ftrofina-

piegata

fa

pi

meno
il

che a proporzione della forza in ci imallontanare , ed anche in un ifiante a


i

nofiro piacimento fofiermare


te dipende

filetti

elettrizzati
i

cosi

egualmenviefi

da noi

poter moderare
il

moti

de'

mufcoli.
,

CXI. Quantunque

fluido n^erveo fia elettrico

non ne

ne in confeguenza che elettrizzando un debban rendere iftantaneamente tutte le


ceflario che
il

uomo
fue

infievolito, gli
;

forze

perch nela qual

fluido elettrico puro

fi

fepari

prima nel cervello,


;

e che
mali.

poi

fi

colleghi con delle molecule fulfuree

cofa

domanda

tempo ugualmente, che per le quantunque il fluido elettrico puro


del
,

altre fecrezioni anitraverfi

liberamente

tutte le pani

e fpecialmente

nervi

in

quella guifa che an--

che facilmente f ne parte , non pu fenfibilmente accrefcere la potenza motrice, (ebbene poffa far operare quelli medefimi moti violentemente , qualora venga determinato a portarfi in una maggior copia verfo di un mufcolo, che verfo di un altro. CXII. Nello fiato di ripofo, e d'inazione de' mufcoli, le forze fono diftribuite proporzionevolmente alle parti, come pure l' il 1' fluido nerveo. Ora quefta difl:ribuzione non fa, che mantener
equilibrio fra le

membra,

la qual cofa facilita

raoltiflTimo l'azio-

ne

E SULLE QUALIT DEL FLUIDO NERVOSO,"


me loro
;

24^

poich la forza che reRa defalcata ad un raufolo antagonifta, viene impiegata a fare agir l'altro che il tiene in hif
lancia . Un pefo tolto da una parte della ftadera, aumenta del doppio la forza dell'altra parte alla quale fi aggiugne. CXIII. In quanto alla forza aflbiuta, che ammirafi nel moto de'mufcoli , e ch^ dalle feflanta fin alle cento volte al di fopra della forza apparente, ella dee trovarfi tutt' intiera nel fluL do motore . Ora le fperienze ci fan vedere , che tra i diverft fluidi che poflfono penetrare i nervi , l'elettrico il folo che poCfa fomminiftrare forza si grande . Ho vedute dygento guardia del Re che fi tenevano per le raani,if:antaneamente tutte fcolTe, e molto fconcertate da una fola fcint^la elettrica fiata eftratt^ da una di effe, CXIV. I fluidi tutti fono foggetti a foffrire dei fofFregamenti grandi paflando per li vafi capillari . Per quefta ragione i vini , ed altri liquidi non paflano a traverfo le doghe delle botti, che fen-za dubbio veruno contengono nella loro teflltura una infinit di canaletti. Il fluido elettrico folo quello che pufcorrere fen^ za foffrire il contrailo de' fofFregamenti ^ anche per canali eftre? mamente anguRi, e fuperiormerjte anche alla luce , perch que^ fa non dotata di una tale propriet, f non ne' corpi trafpap renti. Si fa per una fperienza del Signor Jallabert , che l'acqua la quale paflando per de' tubi capillari, non cadeva che in piom-

bo ed a cento gocciole
ne
tale la

acquiftava per mezzcj deli' elettrizzazio

velocit diufcire in filamenti continuati, e phe

forma

vano
gliere

parabola.
il

CXV. Dunque
ai fluidi

fluido elettrico
i

ha anche
.

la

propriet di to-

ordinarli

loro fofFregamenti

Ma

come mai

p?

trebbe ci produrre,
infinitamente piccole

s'egli ftefFo

non

foffe

comporto

di sferette

ed in confeguenza infinitamente elamiche? , Quelle reciprocamente refpingonfi con forze centrali , le quali fono grandiffime in quelle , le fuperficie delle quali fono infini-

tamente- grandi rifpetto alla loro mafifa

Newton ha
quefti
fuperficie

offervata ne' piccoli

pezzi

di calamita

Tal' la propriet che perciocch ,

anno tanta pi forza

de' grandi, quanto elfi anno maggior relativamente alla loro maffa. I globett elettrici dun-

que

effen do fiati

confiderat,

ugualmente che
I
i

quelli

delia luce

tan-

<

250

DlSS.

TII.

tante sfere infinitamente piccole a

SUL MECCANISMO E MOTO De'muSC 8cc. norma delle conghietture


effef dotati

del.

Signor Mairan, debbono


fezione, e nello rteflb

di

quella forza elamica a per,

tempo

repulfiva

la

quale produce in edi

un moto prodigiofamente celere, e fenza patir foffregamenti. CXVL In qualche macchina che venga impiegata , eflendo noto e determinato il motore, viene ad eflei' anche determinato il pi grand' effetto poffibile di effa e fi fd cht tutto quefto effetto ^ in parte od intiero ^ trattandofi di macchina Idraulica ,
,

dee ritrovarfi nella forza del fluido che la

muover

E'ftat dun-

que

neceffiia affolut,

qualunque
fi
t

fiafi

la

forza del

moto

de' tnu-

fcoli, ch'ella tutta

almeno

trovafle

nel fluida de' filamenti de

nervi ^ che la trasnettond ma quefta forzai relativamente alla mafla riducefl quafi a niente: dunque e fiata neceflaria ch'ella fi
trovafle

tutta nella celerit del fluido


,~

motore* Or dunque
cutt' i

co-

me

fi

dimoflrat
j

non eflndovi
tutti

fra

fluidi^ che l'elet-

trico

il

quale poffa trasmettere fenza fcapito alcuno la celerit


gli altri, per

ch'ha ricevuta, richiedendo


(o

paflare
:

at

traver-

nervi colla neceflaria celerit, immenfi sforzi


pef efeguire
effetti

vedefi,

che
-che

aflblutamente
pofjbil
il

grandiffimi

colla

pi

piccola
,

forza, noti

pu

eflereftato fapientemente

impiegato

fluido elettrico

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TOMO PRIMO

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