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LIBRERIA LOESCHER
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TmATTATO
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http://www.archive.'org/details/trattatodeveleni01bois
E'
E L E N
DEL SIGNOR
BOI^SIER DE SAUVAGES
MEDICO COxMSlGLIERE DEL RE
Primario Protessore
Moi-i^PEiLiER,
di
Mev!B''.o
DI FRANCIA,
Universit' di
dell'Accademia Regale delle Scienze ed Accademico delle Societ' di Ds,L medesimo h'Ogo Upsal, di Stockholm di Londra, della Imperiale
,
DOTTORE
Dal quale
altre nuove
IN
MEDICINA.
,
.
Dtjfertazioni
moltijjlme n(fte
fi fono aggiunte
TOMO
i
.'
MO
In cui Jl contiene
.-
lA TEORIA GENERALE De' VELENI lA DISSERTAZIONE SULLA RABBIA. XA DISSERTAZIONE iUL MECCANISMO' , MOTO D' MUSCOLI SULLE qualit' DEL FLVXDO NERVEOJ. S LE MOFEJE , ED I VELENI VOLATILI.
/r
DISSERTAZIONE
TEORIA GENERALE
Ran
teratura
DE' VELENI:
dovizia di libri evvi in ogni genere di Letpur dimoito la Medicina, , e n' abbonda
il il
;
Ma
dir
leni
-*S%: le
,,
il
pi utile
pi neceffario, fi il libro de' varii Vecio di quelle tante n?icidiali foftanze, col-
quaggi l'uorao cerca di uccider .altres che contiene la coignizione degli antidoti , che debbonfi adoprare per prefervarci non meno da elfi, ma da quei mali eziandio, che non pofllamo fchivare, quando per rabbiofa ffizza animali velenofi mordendo, ci ammorbano, ed infettano. Egli fi fa da tutti, quanti perfidi mezzi abbiano trovati le ire., le gare, i fofpetti , e l'avidit di regno , ( -tuttiqiunti mantici perpetui , e fucine indefefle d
quali fovente
l'altro
uomo;
e quel libro
medefimo
falfi
appetiti, e di
uomini coRituiti in cariche, in dignit, ed in governo. La Storia antica, e moderna de'Principi, che fono ftimati feder
re altri
e della^ gloria
ne fom^-
un convincente argomento Coloro parimenti che fon collocati in podi (ubiimi, f veggono qualch'altro fituato in pi alto feggio, fi rodono, s'amareggiano, e fi martirizzano in guifa, che non trovando per ogni dove, che inquietitudini, ed anfiet , adoprano delle mille arti le mille per detronizzare il rivale della Fortuna innalzato . Quindi ravvifiamo tuttod albergare
i
pi ne
fuperbi palag.
2-
D
nelle
R T A Z
,
O N E
I.
,
gi, e
dorate camere
dir
e
:
e nelle
Ma
Medici
a
mi
e
fi
Per
li
vecchi n
me
.
non
di
ben potrebbono pretendere di dare ricevere da me de' precetti, onde andar inconquali
trilli
tro a
riparar quei
difagi
che
cono
ri
Mio intendimento
li
fulla bella
prima
giovani Medici, acciocch innanzi d'imbarcarf nel vallo pelago della Pratica , fappiano efli fulla materia de' veleni quale fentiero debbano battere e non fi affollino, n fi opprimano colla lunga lettura de' varii libri , ne' quali foventemente fconci errori vi fi veggiono . Oltracci propongo quell'Opera a coloro che Medici non fono: i quali poifono trovare nella medefiraa un dolce pafcolo , anzi un ubertofo campo , da cui ricca melfe ne ricoglieranno. I delitti di propinar i veleni, e ch'avper
:
fon troppo lagrimevoli , e fieri , E fa mai taluno abbia la difavventura , per una efecranda niquita di alcun rivale",, di tracannare qualche malefico beveraggio ; o pure vegga in altrui il terribil malore cagionato da veleno prefo , fapr
vengono tuttod
di leggieri a quali armi ricorrere in s brutto frangente , per fare fronte ad un nimico s\ gagliardo . Quefli due motivi mi fecero ad un tal lavoro accudire , e fono fiati defsi l'incenegli
queft:'
Opera m'invogliai.
i
Prima per
di
metter in iftrada
Lettori
fa meflieri
eh' io
efponga la Teora generale de' veleni , e che faccia paflar davanti in rivifla le varie clafsi de* medefimi , affinch ognuno di buon ora refti informato , cofa debba in queft' Opera afpettarfi da me . Per nome di veneno s' intende quell' ente fifico, che in minimifsima quantit produce grandffsimi effetti ; e
fa egli niente
Qualmeno , che toglier la vita ad un uomo che volta difgraziatamente avvenuto, che 'un rimedio dato in alcuna malattia mal a propofito, o pure in dofe flirabocchevole, lunge dal reftituir la falute , ha liberato per fempre da quefta
.
valle di
miferie
.
quell'
infermo
guarito
veleno.
Ma
non
bene
dir veleno
Deefi quello il fatto, di cui noi parliamo quel liquore giallo che fchizza fuori dalle guai-
ne
Teoria Generale
ne
cielle
djl'
veleni.'
fa
campare,
ma
aitofsica fubito
un
uomo
il
Debbonfi
altres ciiiamare
,
veleni lar-
fenico,
il
folimato,
vetro d'antimonio
nel facco dello ftomaco , vi , che in dofe fcarrifsima introdotti eccitano tale interno bisbiglio , ficch va a terminare la fcena al cataletto , Per ficcome negli altri mali , cosi molto pu an-
de'
fa vedere, che ficcome per cattivi apparecchi interni piccole medicine tal fiata producono de' grandi incendii; cosi all'incontro gravi veleni non an cagionato alcun cattivo effetto. Il veleno Gallico ne d^ una prova: e'I fa-
le
fto-
veleno
Ne' tempi antichi de* Greci ufavafi un veleno che chiamavaf voce che di poi cotanto fi dilat , che fu adattata ad , efprimere ogni veleno in generale Nicandro famofo Poeta e Medico Greco^ avendo meglio di ogni altro autore nel libro de Ther'tacis parlato di parecchie piante, e degli animali velenofi ^
tojpco
.
Egli dice ne d diftinta defcrizione de' varii effetti del tofsico che in coloro che l' an prefo, s'ingroffa la lingua, fi rigonfiana e s'accalorano i labbri, fmuovonfi le gingive, vacilla il cuore, nafcono mille furiofifsirai delirii ; e finalmente i malati perdendo i fenfi, e reftando luttuofamente opprefsi , fi muoiono. Dio.
fcoride
Ther'tacis
^&
ci
AleKphermacis
lungo difcorfo
fui
tofsico
.
ma
niente
v' ag-
Diofcoride folamente
ributt fulle
A
(i) Il
2
,
Lambecio
prime,
Diofcoride, noverandolo fra le apocrife fcritture. E non altramenti che nelle pubbliche fiere talvolta fon apparite falfe merci a venderfi per preziofe j cos certe opere di alcuno non dozzinale ingegno fi avuta l'albaga di fmaltirle col nome di qualche eia ffico autore. fu cotefta una tentazione al Lambecio , ed un vano prurito di voler Perciocch ei medefimo fcovrendo in feguito le fconciature che cenfurare feco portava una tal opinione; e come altres la dicitura di quello libro corrifpondeva puntualmente alle altre opere di' Diofcoride, indarno fi penIl Cafaubono Inglefe , che ben mantenne t di eflerfi avanzato a tanto Ja fama di valentuomo erudito , con brave ragioni diraoftr, che il libro in cjuiftione fia veranaente di Diofcoride
vilipefe quello libro di
Ma
4
ci fa
I>rSSSRTAZONEl.
fapere,che
fiflatto
nofa. Io non
ci
veleno era il fugo d'una tal pianta Veletrattengo qui alla lunga a difcifrare, qua! forta mai di veleno egli fa che anzi fchiettamente parlando, noi
mi
aggiriamo in una ricerca, da cui malagevolmente f ne pu fpremere il netto Solo per mio difgravio , riferifco la gran lte a pie della pagina (z). Sarei per troppo ardito , f volefsi
.
in
Tuttocch n fieno fraarrite varie antiche cognizioni , ed aflaiffim merc le fiere invafioni de' barbari' popoli ; l'erudizione nondimeno ben comincia, a rifiorire fra noi , e fi fono di Sotterrati diverfi negletti documenti e varii rimafugli di antichit , che fon valevoli a raffoda(2)
libri,
gran rilievo Il perch credo qui fare fegnalato favore il metter in veduta le diverfe opinioni' de' D'otti per impiegar la natura del tolTico degli antichi Taluni fi credettero che il toffico fofle , o la radice dell'aconito, o pure il nappello e Plinio foftenne effer quel veleno che fi trae dall' albero taffo , eh' fimile dimolto all' abete . Ma tuttaddue quefii fentimenti f ne giacciono ora fepolti nel buio loro Peiriocch n la radice dell' aconito , n il nappello fanno divenir feroci e fariof gli uomini , come fa il toffico ed inoltre Nicandro medefimo defcrive efTo toffico feparatamente dal taflb , aggiugnendo che il primo cagiona un grande incendio nel corpo , ed una infiammazione generale , mentre il taffo debb' efler noverato tra' freddi veleni Lo Scoliafte di, Nicandro per farfi firada ad intendere quefia cifra , f ricorfo alla favola di Ercole , il quale avendo uccifo l' Idra ( fpezie di leipente ) con certe freccie che i Greci , fra' quali Omero , chiamarono '^o^x quefte effendo ri mafie avvelenate , dierono origine al nome d toffico j fentenza eh' fiata dapoi famofamente difefa da Girolamo Mercuriale al libro fecondo de' veleni notando quefli , che folevano gli antichi realmente tinger le freccie con i fuchi del nappello, dell' aconito e dell'elleboro per occidere gli animali, e gli uomini. Oltracci dalla lettura delle opere di Galeno , ricavarono taluni faccendieri , che la pianta Helenium ch'egli defcrifie per velenofa , e che ferviva parimenti a tinger benbene le freccie foffe fiato il toffico degli antichi. Ma il celebre Scaligero nel cemento a' due libri di Arifiotile fopra le piante, preffo Giovanni Bauino, ed Arrigo Cherler { Hl/or.P/arttar. Vniverf.. Tom. III. ) ofTerva che l'Elenio non fi numera traile pinte velenofe Che per crede effervi errore nel Tello di Galeno , e doverfi correggere Velenium a-rro twv BeXcv , cio dalle freccie laonde tal parola vale lo fieffo , che il toffico de' Greci nella fentenza di Nicandro, e di Mercuriale. Debb'effcr letta la Differtnzione di Giovanni Wedel data alla luce in Jena nell'anno 1710.5 il cui titolo /e Helei
.
re
punti di
Nr
Teoria Generale
in
ti
de' veleni
.
_ .
"5
tanta variet di pareri trinciare decifione. E f in vri pun-di Storia Naturale gli antichi furono poco efatti e leali, pen-
fate come dovette andar la faccenda in trattar d' un veleno coVoi udifte- la- defcrhzione di Nicantanto pericolofo all'umanit Si fa. ancora che Diofcoride favellando della variet de' vedro leni dice ,. che gli effetti che- da tuttiquanti fj producono, fon laonde non fi potr mai ripefcare cofa fimili a. un di preffo
.
. :
era
il
toffico
de'
.
Greci, intendo
cafsi
la
ae
de'
fintomi
generali
,
veleni
noi
,
non dobbiamo
zione a. noi-; ftefsi. , e- per rifpetto agli effetti che producono , Perch- Gonfeguiamo un-; tal line, fguriamci di vedere pi uomini per lor mala^ ventura prender varii veleni . Sul principio
idea di ci che n' avvegna . Ma pofciacch dall'evento ne faremo iftruiti- ; egH fi vedr chiarami:ite ch'evvi una. divifion vera de' medefimi; e ( , che taluni lievemente agifcono, e tardan^ente operano; ed altri vi-
lentemente
Innanzi
muovono,
tratto
e prefiamente uccidono
I
i
primi diconfi.
fecondi
ma
repentini chamavanfi
i veleni lenti meritano particolare confideraa dietro ( e chi fa che non ancora oggid ) da mano traditrice erano efsi adoprati per isbrigare immaturamente dal mondo i Priacipi^ o altri creduti mali arnefi . Imband ivanfi
zone.
Tempo
corredate d'una
,.
variet di fquifite
e.
vivande
con tante
falfe
,.
faporetti
profumi,
licori
in
uno
d'
che
fi
truovi pref.
,
fo de' Greci
avvegnaccH
,
egli
ben
noto
agli
Eruditi
che Galeno
foventi
volte in quelle
ma
dello ftile, ed in quei lurainofi colori che dan nerbo- e rapidit alle ideeezi-andio fece ufo di vocaboli, barbari , fcabrofi , ed ofcuri , e di voci
altres
non purgate,
.
nuove
il
Quefto ci eh' io dir dovea fuf toffico di pi delle opinioni immaginate fu tal
zibaldoni
,
materia
Le
,
prodsrrei unaa
fordinata
e feipita farragine di
notizie
Dissertazione
..>c'
I.
piattino pure za taluno de vinetti furtivamente s'introtlucea la morte , con mettervi il veleno , che lentamente afTeofrafto ci fa fapere , che gli antichi Greci faisinalTe la vita un lento veneno e fecondo dell' aconito preparavano dal fugo gagliarda , uccideva dopo tre mefi e la varia dofe -pi o men Quefta pianta , di cui quattro, ed anche dopo un anno e due non fo f con verit Plinio abbia fcritto, che fra tutte le altre la pi velenofa , prefenta a' noltri guardi una fingolarifsima propriet, fecondo gli opportuni avvifi del medefimo Teofrafto.
quali
.
:
tanto fugo mortifero nelle foglie, s\ , che non contien ella Viene n tampoco nel fuo ftipite o fulto , coms nelle radici
.
candro
nito da Ariftorile, qui di paifaggio fo parola ^lel groffetto errore prefo . dallo Scoliaste di eflb Nicandro, il quale lalfamente scriffe, che
medefimo llerminatorc veleno dell'acoda Diodoro da Sicilia, e dal teft citato Ni-
la radice dell' aconito fomigliantilfima alla radichetta della ram<'na: EJ vero pianta radcula , ei dice , fimilis gramtni . Dall' altra banda e^H non pu niegarfi , che di belle cofe , e di
ravi documenti ci abbia mantenuti confervati il detto Scoliafte: ma f taluno alla rinfufa volefle da quell' opera ripefcar ogni
cofa
per tante verit hza falde tutte quelle notizie e tenere , egli a guifa di colui che folca le torbide acch'egli defcrive que, ad ogni tratto andrebbe a romperfi in qualche fecca.
.;
Oltracci negli anni fcorfi in Italia , e piij in particolare in diverfe Citta della Tofcana, natque, ed a guifa di mala urtiga iniqua ufanza di elfervi varii fabbricatori di fi propag quella
lenti veneni, per togliere da quella vita perfone che loro erano di continuo tarlo al cuore, e che ferabrava come con tante fpi-
ne pungerli, e furarli la fognata felicita. In feguito fi giunfe a profeffarne un mediere-, per foddisfare alle perfidie, od alle vili Vndette di altrui (3). Seppero efl intanto, che l'arfenico degli
(3)
Anche
,
ne'
Ianni fuoi
fi
antempi dell'antica Romana R-epubblica, per giunta a'manarra che prendefTe piede nel debil kffo quefto medefimo
.
Vedeafi abbominevol meftiere di preparare , e di fiamminiftrare i veleni tuttod , che degli uomini pi illnftri, e principali della Citt gran mieIn quella Contere facea la morte , fenza che fiipere fi potefle il come iufione del Senato na onna fchiava rivel , che cenfettanta Dame Ro.
,?_
antichi, arfenlco cedrino o pure orpimento chiamato da Plinio,, veleno k e da Diofcoride , era corrofivo dimolto , e mortifero Conobbero altres, che mentre alligna nelle fotterranee miniere,.
le pi
la fiamma,
volte mefcolato collo, zolfo; e che quando di color violetto fcarico , il fi ravvifa
bianchiccio e denfo , t l'odore penetrante ed acutifmo y che fi dee bene fcanfar^ , per eflre un volatile veleno. Perloch tentarono di talmente infievolirlo , ficch non recaffe forti doglieed incomodi repentini ; ma che appoco appocO: tali lente molelie e tardi difordini producefle nella macchina , che i' infelice fi,
Ecco
che confifte
la.
cotanta
cio in
una
piccoliffima dofe di
:
o ci che
vale lo f:eflb,in una fcarfiffima foluzione di orpimento fatta ni acqua chiara. Difi poc'anzi che tale malignit fi avefle 1' arfe-, nico degli antichi, non affinch reftino efclufe quelle varie altre
fpecie di arfenichi
fcoverte in varie
volte da
.
moderni dugent
tiitt' i
anni fa
fetiti
le quali fon
fi
benanche velenofe
Di
veleni pof-
in generale f
infufi
y
fi
chi
facciano leggiere foltizioni , o pure fcark formano i velerai a tempo . I quali fondono it
i folidi
,
fangue, corrodono
ed
i:
Non debbo qui tacere , che in altri tempi pi facilmetite na-, fcevano i fofpetti de' veleni nelle morti immat-ure de' Principi ,, che non oggid ; fpecilmente f nella breve carriera della on vita ave0ero eglino avuti di altri, che con emulazione , e eoa
Ma. dopo le pi. la lor Signora manifeftamente rilevato , che mille^ fiate i lenti veleni doveano cercarfi non altrove , che in quei medefimi fontuofi conviti, in quegli fplendidi fravizzi, in quelv
occhi
d'
invidia
guardavano
egli
fi
efatte riflefloni
le-
mane,. tutte a gara erano occupate in cuocere Bevande mortfere , ficchi Per farei puridotta aveano V arte di avvelenare a certi ftabili precetti corrivo f non diceffi , che Tito Livio al libro ottavo delle fue Storie , nel tempo medtfimo che dice che quella fi fu la prima volta , in cui in, Roma fi tratt di caufe di veleni" , mette in qualche dubio quefto gran fatto. Le file parole fono Sicut proditur tamm rs.s , we cut aiS;crmn fi^
. ,
:
dem abrogaverm
exponendtt
e/I
8
le
Dissertazione
menfe deliziofe
,
I.
ed
in
quel!' ingoiare e
licori
o fieno tanti faporofi e dolci veleni ; i quali non ifcal, davan folo, ma quafi fuoco abbruciavano. Q^uefta fchiera di difordini formavano nel corpo una putredinofa chiavica, che teneaft dietro la confumazione della macchina (4). La falute degli animali per tal motivo pij ferma della nofba: elfi badano alla fcelta ed alla femplicita de'cibi,n chieggiono
come
noi di ftruggerfi.
ti;
e poflenbeo de<jna di grandi encomii , e di cui non v'ha chi non ne commendi lo ftudio , purch fia ella fchietta e vera, n abbellita da giunte roTnanzefche . Noi non crediamo dover qui
la
Maggior
ftoria
paefe
comprende
ftoria de'
veleni attivi
preferire
i metodi
ftudiati
comporti
fi
alle
i
divifioni
tanti
corpi-,
femplici
fatte dalia
'ciatido
medefima Natura. Se
,
mirino
comin-
infino al
pi perfettamente orga-
nizzato
-bili,
fi
troverafsi
:
la
ed animali
Il
rinvengono.
folimato
,
l'arfenico
,
l'olio di
antimonio
il
vetro dello
Tali.
felfo
varii altri
,
La
cicuta acquatica
,
giufquiamo
^lofe;
l'elleboro,
il
debbonfi noverare fra i mineil nappella, l'aconito, il glaucio , il folano, la mandragora , il colchico ^
,
''afaro, l'elaterio,
alle
del
tabacco,
l'op-
pio, eh'
veletiofi
.
Riefce per
e
men malagevole
nan
fu
i'iftituire
i^li
fperienze (a
i
Fi
-veleni
minerali
vegetabili, che
:
animali.. Quelli
,
poflbno maneggiare
fchio eh'
'ci efsi
ma
fi
corre
ri-
<lella
ha molto pi luogo la variet del clima , e verno rigido, le beftie s'infermano, il divengon torpide il calore della fiate fi quello che rende
negli animali
ftagione. Q_uando
:
alle
vero veleno che tolfe dal mondo Aleflandro il Grande nel pii tei corfo delle fue ronquifte, nel pi bel -fiore dell'-et fua, -e cos frettolofaniente , fi fu l'aver egli pazzamente afTaffinato f medefimo con tante replicate tazze di vino ed avuto eziandio lo fmoderato difetto d'ogni forta d'intemperanza. Secondo quello che fcrilTe Plutarco, niuno ne'tem.pi antichi precifamente credette elfer morto Aleffandro per veleno meffo
(4)
Il
,
corii
fopra
figlio
d'
Antipatro
Teoria Generale
alle
de'
veleni,
5^
fmarrita fierezza. Perci la foria degli animaguardi una buia fcena pii , a' noftri li velenofi prefenta che non quella de' minerali, e delle piante venefiche.
la
medefime
Dopo
TvQ
rinfrancando
ne'
I
vieppi
le
noflre
.
medefuni
il
veleni
e
generi, a
veleni vaporofi e
volatili, ch'offendono
nervi dell'odorato ed
capo
tolgo-
no il refpiro. I veleni corrofivi che fi tracannano , e che poi ben prefto producono dolori nello ftomaco,e nelle budella; corrodono, infiammano, e cancrenano. Ed in fine i veleni che s*
delle
intromettono per via d'infufione nel fangue, o fia per la ftrada vene . Non poffo far a meno di non dir qui due parole
Sulla prima da taluni corpi efalano certi fottili vapori, nimi-
Alfiammella Certe peflilenze agifcono in tal guifa ; e le mofete della vira parimenti nuocciono, con dar fuori uno fpirito elaftico , che difperde il fluido vitale, che incelTant-eniente noi coli'aria refpiriamo .'Medefimamente la polve dell' arfenico che fi peftava , f
.
ci de' nervi, e
flruggitori
diffipatori del
,
fluido nervofo
cio
nella
il dolore de' rognoni , , e della nota nei Giornale di Medicina. Evvi di pi. Il celebre Jacopo Weffer nell' opera fu della cicuta aquatica ^ racconta che un uomo per un mefe intiero langu , e tanti ma-
veffica,
ficcome
fi
li
fi
trafle
Il
nata.
fito
dietro per una lettera che ricev, la quale era avvelefamofo Scaligero altres'i neirEfercitazione,che con ifquifcrilfe
giudicio
fulla
fottigliezza
pi
lettere avvelenate
.
il
negare
fi
Or
confermate
fa pi
non
che
dubiti
flar
od in qual foggia la carta fi faccia inzuppare , vapore, e come quefto inoltre non penetri fuori, non isfumi, e non fi fperda; agevolmente rifponder fi puoce. E bene i-ifpcnderebbono quegli uomini culti e gravi poc'anzi raentere tal veleno
di tal
to-
IO
tovati
.
Dissertazione
Perciocch ben
fi
I.
fi
danno varie
mente
xiftrette
attaccano a diverf corpi; e quando vengon elle tenute chiufe , e feparate dal contatto delle fottiliffime parti
dell'aria, nuocer
non poflono
,
lurtuola agona
,.
quando
il
l'aria alle
medefime
Si
da
forza
movimento
Quefto
cafo di quelle
veleni..
il
guardo
connelle
poderofi
prefentanei
veleni
melTi
torcie Quelle, allorch fi allumavano , merc il calore della fiamma, le venefiche parti con rigoglio nella camera fi difperdevano; e tale vapor di morte eziandio, gittandofi ne' nervi del cuore, ad un tratto ogni moto Ci toglieva e la vita Scaligero medefimo , e Riccardo Mead fan fede eflerfi veramente dati
,
.
fiffiitti
veleni
.
nelle
candele , i quali comunicavanfi per mezzo quefto dee recare fupore a chi confider ci
agli uomini da' varii fermentanti vapori, e come diano delle morti repentine a' cavatori delle miniere Tutto e opra de' fall , e di alcune part metalliche infieme mefcolati .
.
quando
fi
mettono
,
in
il
vetriuolo
e
il
lo zolfo infieme
fi
fifla
nervofoj ed poderofanaente mortifero da dire fu i veleni che H tracannano. In buona parte gli ho nominati di fopra ma non tutti agifcono per una forza corrofiva , infiammando o cancrenando lo llomaco , e g* intefiini. Molti di elfi fviluppano certe parti fottiliffime, che da' nervi ad ventricolo s'intromettono nell'intiero nervofo fiftema,' L'oppio ne fomminiftra un efempio. In fine i veleni infufi , o ch'entrano per la firada delle vene , formano 1' ultima clafle La bava del can rabbiofo , il liquore delie guaine de' denti della vipera per le vene fi comu, nicano , merc le morficature I dardi ed i coltelli avvelenati , ufati in molti luoghi, di leggieri s'intendono (5). Un poco del-
fluido
Meno
lo
efempli d coltelli , e di dardi avvelenati fon piene zeppe le (5) forie degli antichi, e de' moderni autori. non poflb difpenfai-mi dal
Di
Ma
dire
Teoria Generale
lo fpirito del fale
de' veleni.
nel
ammoniaco intromelTo
,
fangue
rende
fi
la
macchina
il
si
fcompaginata e rovinofa
tronca
filo
della -vita.
f
Ma
re
ti
fi
da taluno con pi fqufita minutezza fi voleflero fapetutti dirogli a un tratto. Quan; mai al mondo morbi o fintomi , anche di alieniffima natura Ma f inannoverano, tutti paifano per corredo de' veleni
i
fi
prefo,
fi
che
rendono la
che fi anderebbe troppo , Perciocch poffono intrecciarfi circoftanze tali , cognizione del male da infolubili difficolta atall'
torniata-.
infinito
,
dir in
un
fafcio
tutt'i
varii afil
Molti
e delle
come
l'oppio, lo
giufquiamo bianco e nero, il fumo Per una femplice foglia di giufquiamo bianco bollita per difavventura in brodo, fopravvennero E nelle Tranfazioni Filofo ad una donna delle forti vertigini fiche fi narrano diftintamente le vertigini medefime, il delirio, le irregolarit del polfo ^ e '1 cangiamento del colore -della faccia , cagionati per efferfi mangiate alcune poche frondi del giufLo ftramonio eziandio prefo in qualche dofe , quiamo nero uccide: ma in minor quantit, produce un fonno profondo , ed indi la perdita della loquela . Talvolta alcuni veleni , f non tolgono la vita in un fubito, fan rimanere gli uomini o infani, B 2 o imbecilli. Ne'
ftramonio,
belladonna,
della
calce
,
miniere
-,
dire quello eh' efier avvenuto nella Perfia e Plutarco ancora nella vita di Artaferfe
Statira fua
racconta
il
dottifTimo Senofonte,
nuora, prefe dalla menfa un taro uccello, e '1 divife per mezStatira avendone mangiato, fu bentofto colpita da acerbiffimi dolori ed ufcita da quella ftanza fi mor convulfa Allora la cameriera di Parifatide confefs, che coftei col veleno avea fatta fregare una parte fola del coltello laonde in tal guifa la Reina fi venne a mangiare
zo. La Reina
porzione avvelenata dell'uccello, e Parifatide trangoggi zo, ch'era fano. Per quefto fatale avvenimento alla detta
la
l'altro
mez-
cameriera in
mezzo
i
il
capo
eh' era la
i
Ne'
vifceri
Dissertazione
il
I.
me
naturali poi fon cagionati fintomi crudelifsimi , co vomito, l'affezione iliaca, l' infiaramagione , che fon ter-
minati colla morte. Per non defrodare i miei Lettori , non faxa f non bene il defcrivere quella dolorofa e tetra fcena avveduta in Montpellier ad un uomo , che in vece di una dramma di cremore di tartaro, trang02"i una dramma di arfenico bianco. Si fenti egli ben predo un interno incendio fu tormentato da un bruciore fortifsimo della bocca e del ventricolo fopravvenne un continuato e fiero vomito, ed un fenfo di affogamen' to. Seguirono il freddo degli eftremi, il pallore del volto, i fu: :
dori freddi, il finghiozzo frequente, la fete indicibile: i polfi fi offervarono piccoli , tardi, ed intermittenti , e'I refpiro faflidio,. fo . Non fi mori egli, f non dopo otto giorni ma al quarto
:
vomit un efcara negra , ed indi- vi s' aggiunfe l'emorragia Negli ultimi periodi del gran male fi crebbero gli affanni , afd
.
facciaronfi
le
convulfioni
dopo
1'
le
quali
,
fin'i
di vivere
In un
altro
prefe
arfenico
fubito apparve
un vo-
riferifce il Salrauth in una delle fue offervazioni della prima centuria. Pel decotto dell'elleboro bianco altres dato per balordaggine , con violento vomito fi fpedi all' altro mondo un uomo . Finalmente de' funghi velenofi varii fo-
no
gli efempli funefli fra noi veduti ; e fi raccontano degli altri da Jldano, e dall' accuratifsirao Le Monier nelle Memorie dell'
Accademia Reale delle Scienze dell'anno 174^. Io non vo di pi toglier la cortina a s brutto teatro. Bafti quefto poco , in cui ho dato un abbozzo delle varie vie del morire per mezzo de' veleni E ficcome s' potuto fcorgere , efsi le pi volte non altre parti offendono, che i nervi, i quali fanno nel noftro corpp ci che le farte compiono in un ben corredato vafcello Quello che dee riputarfi il frutto di queft'
.
.
opera
fi
il
ritrovare
i
gli
mo,
per riparare
tanti
fi
malanni che
finecch tal
rimedii
flabilifcano, fa bifogna di
prove e paragone.
'.
rea , n' la pietra di , o indegno , ed ingiufla fuperchieria farebbe in fiffatti morbi che corrono per le pofie , voler ufare di quel gergo , o di quel perditempo di tanii inutili riiiiedii vantati , che
la
Ma
i^ Teoria Generale de' veleni, Qui dicafl con ifchietche traggonfi da' boffoli degli Speziali. tezza . Per quanto numerofa Ja Tchiera de' veleni , altrettanto povera e mendica la fcienza degli antidoti ; fcienza che pare ormai fallita in rapporto a quella Soventemente i Medici me^
defimi
pi
,
dove
fi
tratti
di veleni di foppiatto
propinati
,
non poffono
fi
far ufo
..
a Princiche a fua
il
luogo
defcriveranno
fia
Da
mondo, o
di
efleri
.
veduta due totalmente diverfe facciate Confiderato per uq verfo, egli fembra un derizioffslmo paef, ed un felice foggiorno mentre per l'altro afpetto ogn'ora ci fpaventa con mille difuraE re forme, ficch pare la patria de' guai , e degli fconcerti ficGome a chi in tempo di primavera fandb in alto colle, vede
: .
valli
piagge , ed amene da un lato verdi prati, ombrofi bofchetti e dall'altro fcerge montuofi dirupi , precipitofi valloni , , orride felv,. e grotte, e fiere; cos chi pondera gli effetti e gli: ufi de' varii corpi trova da una banda tanti utili minerali ,. tanti frutti ed erbe che vagiiono agliuomini di falutiferi rime,. ,.
dii,
e: tanti animali altres, quali per nudrirci, e quali nati pec agevolarci: e dall'altra vi mira tanti minerali,, ed erbe, ed ani* mali , che fono e contengono veleni poflenti e mortiferi , fer-
voli
macchina nofira. Per quefle piaceformano una bella concordia fulla terra: ed i veleni che fembrano s difadatt, nocivi, e fuori di armonia, mofirano anch' elfi un concerto nobiliffimo de' corpi, e varie utilit eziando gli uomini da'medefimi ne ritraggono. Ma, di quefo cos dilicatO' punto fi dovr ragionare a, miglior uopo*
vendo a dare
,
il
crollo alla
SS
RTA
D E L
S
I
ONE
R.
If.
,,
DELLA NATURA, E CAGIONE DELLA K ABBIA NELLA QUALE SI CERCA, QUALI POSSONO ESSERE, I PRESERVATIVI, ED I RIMEDI!
G N O
FRANCESCO BOISSIEU
B_M
S:
W AG:
MICHELE ATTUMONELLI,
i6
A. T DELLE
TRATTATE
IN
MATERIE
Num.
I
II
HI
fal'tva
iin a
V
VI
.^11 e
XIV
XV
XVI
xvii xviii XIX XX e XXI XXII
XXIII
Niente ne paffa , f non dopo lungo tvmpo nel fangue', Perch effa tardi a pajfare.
^uefo veleno in un Jubito coagula Sinromi della fpeflezza. Fievolezza del polfo Freddo del malato .
Laffez.t.a
ti
fangue
Triflezza.
Moltiplicazione del fermento della Rabbia
dentro Jl volatile del veleno fi fpande di corpi uninMli
xxxiv
i
XXXVI
nervi
xxxvil a XL XLI
XLII
Di'
..
^7
Digrcjfione fuir ekttnct
,
XLIII a
xlv
XLVI
ter'oofo.
XLViiexLViir fuco nutritivo vi ft ane/a; e quafi non prtjfa. La forza del fluido nervofo crefce ci eh' provato a priori ,
:
&
a pofteriori.
xlix
crefciuta.
Perch il polfo non crefce come le forze , 1^/ [angue d innovo diviene fluido. Sviluppo delle particelle ignee del angue Differenza della forza de' fintomi fecondo Punture vive ^ e dolorofe,
LUI LIV
.
LV
fuggett.
LVI
LVII LVI II LIX
Kefptrazione faftdiofa.
Gran febbre
Tutt'
i
in certi caft
LX
LXI
e LXir
Gli occhi fon brillanti , e fcintillanti. Priapifmo degl' Idrofobi, Cagione del furore L'orrore dell'acqua nafce da. pi caghnt infieme
.
LXIII
LXIV
LXVI
Lxvir
LXVHl
LXixaLxxr
e
Mucoflt
dell'
LXXii
Lxxiil
LXXIV
LxxveLxxvi
LXXVlI LXXVIII LXXix
folidi
Sete
bruciore
d'urina^
;
cojip azione
Veglia di mordere
fuoi motivi
Lxxx
Lxxxi
Lxxxii Lxxxiii a Lxxxvi LXxxviI e LXXXVIII
'
-
Vero delirio rado nella Idrofobia, aperture de cadaveri. Cura della Rabbia.
Rirnedi prefervativ,
Rime da
curativi.
Varie ojfervazioni
xc
AV
i8
AVVERTIMENTO.
Le
piccole note fegnate colle lettere alfabetiche fono dell' au;
tor Franzefe
dal
Tra-
duttore.
d:s.
li?
l.'^^,-^'
**
v:^
-s^
^^
-^'^
v:^ ^^
v!'
/31?) xf
DISSE-RTAZiONE
Della
'riitura
,
-
cagione della
ejfere
i
Rabbia
,
^
pojfoio
prefervatvi
ed
rmedii,
DISEGNO DELL'AUTORE.
I.
Li autori che anno fcritto fuUa Rabbia , tra' quali Celio Aureliano, Schenkio,e tra'moderni i Signori 0, Liller, ed Aftruc , non an lafciata cofa da defideIfl'^^^^'i^ rarfi fuUe denominazioni (a) , fintomi (b) , origine (e) ,ed in fine fopra la ftoria diquelh malattia (i).
^^"'^%^
G
(a)
.
2
.
bies .tjfquie
Grace Hydrophob'ta Cylyjfof. Phobodipfos Pheugydron. Latine Rapavor. ^gri Hydrophobi Hygrophobi ^erophobt .Brachypotae
. . .
Hippocr. Pantophobi
(b)
(e)
LyffodeHi , iyi'ppetentia uebemens , atque tir^or potusfine ulla rattorte Omero Iliade lib. IX. v. z^p. Celio Aureliano dice
.
C<Bl.%A'ureliai.
che
il
primo
che ha Icritto di quefto male , flato Democrito Schenkio ha computato un buon numero di autori
come
Salio, Pal-
molto bene fcritto fulla Rabbia Il Signor Aftruc ha compilate, e difpofle buone offervazioni d' Idrofobi di Meynes dopo il quelli di Marueiols dopo tre Medici dello fteffo Signor Barbuty e di paefe Noi le citeremo fovente per fatti , che perfona non ha meglio maneggiato di queflo faggio ProfefTore di Toloia che non pu abbaftanza lodarli (i) La Storia delle malattie una delle parti pi utili ed iflruttive
mario
che an
del"
so
della
DisseitazioneIL
Medicina
di
i
,
an prodotto
ricoglie tutt'
.
poich elJii ci preferita a un occhiara ci che intiere et pi degno: e trapaffando le nerili ed incolte notizie, ne bei fori , onde al pofefTo delle compiute dottrine fi poffa
Ma non quella la ricerca eh' io imprendo a divifare fulla pervenire quiilion cotanto Tentilsta della flcria della Rabbia in cui debbo diciferaf fia quella una malattia antica , re ed al pari dell'altre conofciuta in ogni tempo ; o pure fa un nuovo malore introdotto fra noi dopo 1' et degli antichiiTuni Greci lccome di qualche altro ei pare efer addivenuto. Nel vero la lebbra, morbo il pi orribile e fchifofo, introdotto una volta neir Occidente, per la negligenza e non curanza delle genti fi dilat e propagoffi comunicandofi col contatto a guifa della rogna e della pelle; e non ha che tre fecoli eh' fvanita Il vaiuolo eziandio era malattia dell' intutto ignota a' Greci , e non fu che per le guerre de' Saracini che s'attacc all'Europa, facendo ftrage nelle varie Provincie della inedefima; e dura tuttavia. Anche il mal venereo ha poco pi di trecent' anni che alligna fra noi ,e trionfa dappertutto in coloro, che fcapeflrati fi danno in preda agli ofceni piaceri: e fpecialmente ci s'avviene nelle grandi Citt , dove l'abbondanza dell'oro, i comodi, la libert , e I' efempio cooperano infeme a un tal incendio Veggendof impertanto for, , , , . , .
gere delle malattie nuove di tempo in tempo ,' non pochi Medici antichi e moderni di chiariffima fama, furono di avvifo^ che la Rabbia fa anch' ella un nuovo male ed agli antichi fconofciuto ; tanto pi che fi offerva
fu della raedefma
di attento e fevero
,
efame
trarfi
ben ponde-
degli antichi
dalle quali
potea
notizia della
Rabbia , mi fon propofto moflrare eh' della antichifllma , e eh' fiata in ogni tempo che vi fi trovarono de' cani Anzich un altro punto ci il parer davanti; e fi , che non evvi di cotefte malattie che fogliono dirli nuove e che tolte di mezzo le accidentali , que' mali eh' oggid veggiamo , fempremai fono flati i mali che o , ci che vale lo ftelTo
.
:
jiel
lungo rivolgimento di tanti n fecoli , ed in quefta fua , quafi diffi , et decrepita , fono i medefimi ma dalle il morviglione , la lue venerea fon malattie nuove la lebbra , loro proprie fedi a noi comunicate Iliade di 11 Signor de Sauvages nella nota (e) cita il libro nono della Omero per moflrar T antichit della Rabbia fenza che per egli ne riferifca le parole di lui Ma della fua fcorta io mi avvalfi fulla prima per
ancor giovane
fi
mondo
,
videro
dopo
il
rileggere e riconofcer
vare
i fentimenti del Gran Poeta: ed ebbi campo di tronon pur in quel luogo, ma benanche nel libro ottavo, e nel decimoterzo altres della Iliade , ci eh' ei ne dilfe di cos flrana malattia , ch'egli al certo conobbe, e francamente nomin. M'avvidi pofcia che ancora qualche altro Scrittore avea accennata la medefima rifeflone Per Io elle in tutta quella inchiella io produrr qugli argomenti tratti da'Poe,
ti.
SULLaRaBEIA^
ti
,
21
Scrittori eziandio, che contengano , qualche novit , trapalando quelli che fono sforniti di ogni aria di nuovo j e fon cos rancidi , triti , e volgari , che fembran piuttofto bagatteldi fenle da metterfi in ifprezzo , che occupare le menti di ogni_ uomo
e
e da' Latini
al
mio
fon
in tal
campo
fa-
de' bravi
Ma
Celio Aureliano intanto, che rapporta gli argomenti di coloro che io' flenevano 1' antichit della Rabbia fra' quali ei medefimo fi pone , mofra tener in poco conto le teftimonianze di Omero , e de' Poeti tutti^ . io fon molto lungi da una tal credenza Veggionfi in quel divin
, .
pi difficili e fublimi fpeculazioni ,le pi belle e profonde fciereze che divinamente fpajfe vi fi riconofcono , cos ben ordite ed intrecciate , e dove mefcolate e dove fpartite, ficcome moftrato ci anno quei no^ bili ed elevati fpiriti , e que' pellegrini ingegni che l'an comentato Nuli' altro poi moffe Celio Aureliano a non contare le teftimonianze del in cui Gran Poeta, che il vederf quell'Epico poema un nobile teffuto non altro vi giuoca che la favola, la quale applicar non fi dee per iflaPerciocch la bilir i fatti veri . QLiefta oppofzione per a nulla monta poefia di Omero altro non fa , che dipingere ed abbellir le opere della
Poeta
le
Natura
non appagandofi
,
ella delle
bellezze che
fi
e grembo della materia , ne raccoglie da ciafcheduna il fommo foave armonia del verfo e colle illufori figure le adorna, e l'animo fce
,
colla
rapi-
il
Ma
va
e
'1
quale intento rimane a quei dolciflimi- concenti. per venir a' fatti fenza pi lungo rigiro di parole,
la
prima pruo-
antichit della Rabbia de' cani , dee prenderli dal libro ottavo della Iliade, dove Omero defcrive ; che dopo una sran battaglia in cui la vittoria piegava dalla parte de Troiani , i
pi precifo
monumento
dell'
Greci animati
lora diffe al
dall
aquila di
Generaliffimo
,
Agamemnone
.
uncinate freccie
avea uccifi
nuove zurre. 1 eucro alavendo egli lanciate otto ma non potea per otto giovani guerrieri
Giove, vennero
,
che
ToDtov
Vw
iu'vx^xi
BxKhiv
nv'vx Kvtfrtir^pX'
,
Hunc vero
In quefta femplice defcrizione originalmente qui allegata, noi vi ravla Rabbia de' cani. Poich Teucro volendo far menzione di Ettore, cio di colui che tanta molefiia , e s grande impaccio recava a Greci, noi nomin egli ; ma fecondo la volgar fama, e per difcredito ti chiam cane arrabbiato. Tanto naturale par che gli era, anche in quegli eroici tempi , quefia malattia a' cani pi , che a qualfivoglia altro animale. Chiunque confider poi la ftrettezza delle efpreffioni onde abbifogna 1 Evifiamo pic
22
pico poema' e ben dire, che
DissetitazionfII.
come
i
le
non
s'
appartenoono
pu
Omero della Rabbia in quefio luogo alla sfuggita ragioni, e ne faccia motto come di co'a gi conta e ricevuta ^ alframenti avrebbe dovuta indicare la fua maraviglia, e perfi'.ader l'animo di chi legge , per render credibile un tal novello malore de' cani ficcome foventi volte a buona ragione ei fa , quando produccndo qualche nuovo forano avvenimento, onninamente in quello fi fpazia quello dipinge, e fuor di modo talora di quello fi compiace. Ma fra poco fi far qualche altra diligente
:
confiderazione fu
tal
teftimonianza di
Omero.
Recher in lecondo luogo il racconto del libro nono, e del decmoterzo della ibvrammentovata Iliade, dui quale pi da prelfo fi viene a ritrarre un plaufibile argomento per iftabilir vieppi^i la vecchiezza del mamedile della Rbbia Mentre i Greci Troiani cufiiodivano la Citt tavano di fuggire. Ma Neflore fofiienne , che fi rendefie di nuovo favore.
i
vole Achille.
Al
quale
il
Generaliflfimo
mand
,
per
pregandolo quelli che tornafle ad unirfi fecoloro perciocch eranfi i Troiani accampati vicino alle navi ed al muro- ed Ettore veggendofi da Giove favorito, pi non paventava uomini e Dei, effendo da gran Rabbia In vefato. KpaTfp; Zet "h-vra-x SfSyntv , tn^ens enim ipfum rables fubi'tt fine nel libro decimoterzo riferifce il Poeta che Ettore cogli altri focii mont fulle navi , fperando di uccidere i Greci tutti Nettuno allora ufcendo dall'onde, gli animi de' Greci fieffi dcft , ed a' due Aiaci favelch'egli non paventava i forti Troiani, ma ben temea /ifore lando dife m-rabbiato , che a guila di fiamma conducea le fchiere
.
'H?
oy
XyTa-aSn.5
"Ektmp ...
Qi'a hic rabiofus fiammce yar
,
ducit cop'tas
He&oy
Da quefi due altri luoghi , dove lo fteflfo Ettore vien chiamato e da Uli(re,e da Nettuno, arrabbiato, refta ben chiarito, che Omero conobbe la Rabbia , e la defcrif'e col fuo proprio nome Che vai quanto il dire , che in quelle et, ficcomc cranvi de'caiMfrabbiofi, cosi quando volea efpri, .
facea ufo
il
Poeta
di quella
voce
a tal
modo
il
,
uomo
un fuggetto
.
eflere fiato
mor-
Aggiungafi un altra non difpregevole ragione la quale ben difaminata , adatta alla nofira inchiefia fi truover.E fi , che r antichit d' una lingua dee conofcerfi dalla dovizia delle voci, dalla propriet delle medefime, e dalla variet de' Dialetti Or chi potr niegare, che tra tutte le lingue ch'unqua vi furono , la fola Greca tal
,
.
da
qualche
cane
nual
SULLA RABBIA.
qual era
y^3
,
viva
le
tempi fublime
a'
di
,
Omero
non
,
fofTe la
pi copiofa
,
la
pm
leggiadra
e capevole
ed efprimer tutta intiera la Natura ? , Laonde a torto avrebbe il Poeta ninno di Omero fu pi felice ad Ettore attribuite le parole -Kvtsx e \v<f<rSihi , cio rMia e rabbiofo, innanzi data pref cotai voci non gli fi poteano adattare; gi avendoci egli Alle quali due parole io cifa idea del cane arrabbiato y.vvx T^v^mr^px . un tornando , adduco le rifleffioni del celebre Euftazio , con agguigncrvi mio cemento , da cui fi rileva la natura del cane quale fia , e quale lo neceflane flato miferevole in cui fi riduce quando arrabbia j notizie ben
forme
,
giunti
a'
Medici
tutti
Euftazio adunque Vefcovo di TefTalonica , fi fu uno di quei campioni , che nel fecolo duodecimo dopo la fruttfera Incarnazione , non prooftante la dechinazione dell'Imperio Greco che gi tendea a sfafciarfi , duffe i dotti comentarii fopra Omero , che dimolto fervirono ad illuftrar nuvx, lo ftudio dell' antichit, e della erudizione. Nota egli, che la parola
e eh' efprime
il
...
valenti
cane
.
rxp to
,
ml'w
cio dal!
di ella
rimanendo che vien foftenuta dalla natura la forza, l'intelletto ben pago Il cane appunto, oltre la fua vivacit , quele la fpeditezza de'fuoi moti , che ardore e coraggio gli danno ; ha la bellezza , e quei fentimenti s dolci e piacevoli verfo il fuo padrone, ed vegghiante per gl'intereffi e per la cuftodia di lui, e cerca ad ogni modo di preftargli de' fervigi nelle cacce, e nelle gioftre , e fin paffando cane a nuoto i fiumi e torrenti Perci fu detto niiocv^ qiv\oS<r-i:oi // amante del padrone Se fi rifletta come venga a' piedi^ del fuo Signore e muoa deporre la fua forza, e ad accarezzarlo, abbaflando gli orecchi vendo dolcemente la coda cane Argo di Uliffe^ defcritto da
emare
;
fignificazione
guifa del
Odiffea , di leogien fi comprende, perch Efichio il chiam In fine f gli i affidi la cuftodia della cafa , odi qualche chiasreooia , da lunge conofce ol ftranieri e con latrati od abbaiando, ma aiuto , e cerca di combattere , di guadagnare , o di reipingere i,i nimico e quindi al cane fu eziandio meftb il nome di uXxkT^P , cio dal
Omero
nell'
.
ftta?vav8is
baiare. Da ci fi rileva, che il nome Greco del cane (Hy^v), non fi ''f'^v^ dal perch effo pieno di ardore ama di cacciare, e diftruggere le beine; o perch ardente nell'amore, e dimolto portato alla venere ; ma fibbene perch grande la fua manfuetudine e la fedelt , ed ammirevole il fuo amore verfo il padrone, ficcome a propofito interpret Euftazio.
me
Divien lulle priil cane , quando arrabbia maninconofo, e folitario non abbaia, non latra; ma cammina mormorando, avendo ad ifdegno ogni cibo e la bevanda. Moftra agli ftranieri tutti la fua indole feroce, focofa , e fanguinaria pi di un cane
ben cangia di natura
, .
Ma
trifto
falvatico
Abbafta
.
in filenzio
cammina a guifa di ebbro , ed gli orecchi e la coda Pofcia va, viene; ed infulta gli altri animali , gli uomini,
:
e fin
24
e fin
il
D
Io
fiefib
,
S
.
E R T A Z
.
O N E
IL
padrone
fuo afpetto
Divien l'odio degli altri cani , i quali fuggono temendo de' fuoi aflalti Veggendofi intanto anelare , co-
occhi lagrimanti e polvero/i , andare fcorrendo le frade colla' lingua in fuori quafi arfa e bruciata , e cacciare dalla bocca tanta fchiuma avvealla fine diventando furiofiffimo , ed elTendo relpinto e maltrattalenata to dagli uomini, f ha campo di ritirarfi od internarfi in qualche bofco,
gli
fi
abbandona
Pel-
ragione fu dagli antichiffimi Greci, e da Omero la Rabbia detta XvTTx , o pure Xvttx , -e '1 rabbiofo XlkTtjjtiip vocaboli che fon derivativi del verbo Xoe^v difciogliere. Vivciocchh un cane arrabbiato , quafi fciolle che a
to e libero va fcorrendo
deli
.
forprende gli altri animali, gli uomini, e morj Per efler poi la Rabbia una malattia pi frequente a' cani , che ad altri animali j la voce Xytro-st da' Greci fu precifamente data alla Rabbia de'medefimi lo che fi conferma da ci che fcriffe Diofcoride ( Li b. VII. Cap. 2. ) Can'ts fublto rab'ie corr'tpitur . In quefto fenfo medefimo fu la voce >,j;irr adoprata da' celebri Poeti Tragici Sofocle ed Euripide . Il Poeta Epico , cio Onder , agevol, e Sofocle , che fiori quattro iecoli e pi prima fpian la frada a coftoro del teadell' Era volgare , che tanto difiinfe la nobile maefl dello fiile tro , e la cui fublimit , e dolcezza furono inimitabili ; in una di quelle poche Tragedie non involate dagli fcempii, e dall'ingiurie de' tempi , ed intitolata il Filotete ,n{'z la parola Auo-o-wSais per efp-imere la Rabbia" voce imitata di poi da Plutarco. Medefimamente Euripide, che prefe al, .
tro
cammino
non effendo
fiato
egli cos
gonfio
forte
Eo degli altri .uomini con^e Sofocle ; pi dilicato, anche fi fejv della voce volle ch'cfprimefie
ma
pi elegante
pi dolce
Af<r<r;;f^ff,
ed ugualmente la Rabbia
increfce di andarmi cotanto pi fulle autoGreci Poeti ravvolgendo , avendo a bafianza moche i cani eran l'oggetti a diventar frato , ched' eglino ben conobbero rabbiofi Or f cani arrabbiati eranvi ne' tempi di Omero , cio trenta fecoli a dieci'o j egli pu dirfi a fidanza, che dovette' allora pi volte avvenire , che uomini infelici abbiano ricevute delle morfure, e fieno flati attofficati da'medefimi, per lo che rabbiofi diventarono ancn' elfi Per ifchivar la forza di tante teftimonianze , cento fchermi potrebbono di fiffatta malattia per invertire ed intoriifare li difenfori della novit bidar la noftra credenza, con dire: Voi che ci avete imbandita unamenfa di antichit , dite di grazia, e perch mai non fi fa alcun motto de'fintomi cagionati dal fuo veleno e Ipecialmente dell' orrore dell' acqua ? Ma chi quello chiedeffe , ne vuol troppo Noi per ora fiamo a dimofirare colEd pur lo Ichietto Audio degli antichi Poeti l'antichit della Rabbia troppo , che dovendo Omero defcrivere le ichiere , 1' ordine del campo , tu i fatti d' armi fra i Greci ed i Troiani , ne d quelle notizie , dalle
a
rit degli
antichifi[mi
, . . ,
.
Ma
me medefimo ormai
q^uali
Ma con qual ritraggono varie cognizioni di quegli fcuri tempi animo pretender fi vuole , che abbia dovuto egli a trafmetterci con ogni minutezza tutt' i fintomi, e la ferie regolata de' memorabili accidenti che cagiona il morfo del c&n rabbiofo agl'i uomini , mentre il fuggetto del fuo Poema era di parlare della guerra di Troia? Sarebbe fiata cotefl:auna
quali
fi
.
SULLA Rabbia!
25
fravaganza
morbo
ed a-
Divina Iliade defcritti i luoghi della Grecia e dell* ficcome nell' ammirevole Odiffea partitamente nomina le varie contrade delle nofire due Sicilie ; pu ben Ibfienere chicchefia, che re' detti luoghi della Grecia , ed in quefto noftro Regno , eranvi , ficco-
oggid , de' cani rabbiofi Intanto a molti antichiflimi Medici venne in penfiero, ficcome not il medefimo Celio, che Omero nelle allegorie dell' Odiffea aveffe parlato del fintomo diftintivo delia Rabbia, o fia della Idrofoba: e particolarmente avefle ci egli fatto in quella si bella, quando Uliffe, giunto all'Oceano,
.
me
fi
fcendendo nelle fanze di Plutone , dopo aver vifie apparire le anime madre, di Tirefa,' del Generaliffimo de' Greci, del grande Achille , e quelle di tanti nobili Eroi , defcriffe Tantalo j il quale non potea bere, tuttocch le acque di un fiume gli fieffero dappreffo. In quanto a me poffo afficurare , che non vi truovo in quefi:' altra inchiefla quegli fpediti fentieri, che ne' difopra divifati tre efempli della Iliade fi fon ravn fa meflieri vifati^ laonde convien qui parlare con una certa ri ferva ,
di fua
:
s nella immagine accenda dimolto la fantafia , ed afl&curi , e dica Tantalo il Poeta intefe di parlare della Idrofobia ; nella quale afferzone puot'effervi della illufione, e della fallacia molta. Ma innanzi di profferire intorno a queflo argomento il precifo e difficil giudicio, forz' e faminare il racconto di U'iffe , come il defcriffe Omero Pofciacch 1' Eroe d' Itaca fi part da' campi di Troia per tornar in Illa patria, fu da' venti fpinto alle piagge de' Ciconi nella Tracia* donde fuggendo , fu da fiera burafca menato alle fponde dell' Africa , laddoDi quivi ve'eggiando, ve oggi Tripoli , e eh' era la terra de' Lotofagi giunfe alla regione -de' Ciclopi in Sicilia che abitavano in profonde fpee di poi and nell' ifola di lonche fcavate nella vetta di una montagna fi 1' ifola di StronEolo, che per confenfo di Strabene , e di Solino goli Da quefto Re ebbe 1' otre famofo , in cui erano i venti imPofcia approd al paefe de^ Lefirigoni, eh' era Mola di Gaeta, prigionati Quefti crudeli e feroci ficcome intendono Cicerone , Plinio , e Solino
che
fi
di
uomini uccifero ad Uliffe quifi tutt' i compagni ; per cui egli dolente pordopo un anno di dalla quale toffi air ifola di Ponza dalla Dea Circe dimora con Lei , Teppe che ir dovea all' Oceano per confultar Tirefia . Non fi rifiette fin fu ad effo Oceano pervenuto e col giunto, dopo i fagrificj , entr in quelle fedi e dopo i molti Eroi vide Tantalo , che in D
26
Samuel Clarke
Dissertazione
da
IT.
del
Omero
fecondo
la
traduzione
celebre
i Jane Tantalum
'vtr/i
Stantem in lacu ; hic autem attingebat ad mentum Vdebatur autem fnienti fimilis , ad b'tbendum autem non poterai caperei
enim inclinaret f fenex, bbere cupiens Tttes aqtia peribat abforpta ....
Qj'.otes
,
_Or da qiiefto alquanto lunghetto, ma importante fquittinio del viaggio oi Ulifle, in cui trovaf un femplice racconto delle varie di lui peripezie, fi pu conofcere qual la l'acconcio fenfo della cotanto ormai divolgata allegoria di Tantalo Per onore delle nofre contrade , e per la pie.
na intelligenza della medefima , ognuno dee efer perfuafo, che per l'Oceano d' Uliffe non debba intenderfi il vafo pelago , cerne intendianio oggid^ s perch impoffibile che abbia potuto quell'Eroe con una femplice barca valicar mari si ampli e tempeftfi, lo che il poflbno foltanto ben fornite guerriere navi s ancora perch da prefib al medefimo Oceano vengon mefli dal Poeta i quattro fiumi, cio la palude Stigia, le acque di Cocito il Piriflegeton acque di Caronte", le quali da' e le Poeti tutti furono allogate in Pozzuoli , dove eravi abbondanza di acque calde , e minerali , e torbide, e di tanti fuochi. Giovanni le Clerc nota benanche, che la parola Oceano, fecondo il valore antico Orientale, dinota crater , laciis , lo che ci aiuta a far credere, che Uliffe venne nel noflro Oceano , o fa nel cratere di Napoli Queflo ftefio il fentimento del celebre Letterato Brodeo del Cluverio , e fra' noibi, del fu D.Ja, copo Martorelli Gli Eruditi impertanto , eh' an prefa a fare la ricerca fuU'allegoria di Tantalo non fon iti tutti pel medefimo fentiero ; ma chi fi avviato per una firada, e chi altra traccia ha feguito Che abbia ella gran rapporto coJl'orrore dell'acqua degli arrabbiati, k\ credettero quegli antichi Medici. Ma f alcuno, dietro l'autorit di tali Scrittori, vi voglia veramente intendere una fpczie di arrabbiati Poich io non so indurmici
chi
affermnfTc
che
il
Poeta defcrivendo
,
bei detti
di tanti Eroi
di
cio a parlare di
torto farebbe
Rabbia avanzerebbe una fcipita e al merito di Omero Pur tuttavia per mio difcarico debbo
,
. .
dire^ che in quel pafTo riluce 1' Idrofobia di Tantalo" in certa guifa vi degli arrabbiati Perciocch il delitto di Tantalo , fecondo la favola fi fu j^ non gi l'aver egli fparlato degli Dei , come pare che fi credette
Ovidio, mentre
QiiiVrit
fcriffe
aquas
in
aqttis
Tantah'.s: hoc
illi
captat
ma
sullaRabbia.
ma
fibbene
1'
27
fuo figliuolo
,
il
e da,
Dei medefimi
.
fcrifie
che pel furore ebbe Tantalo il gafligo della Idrofobia* lo che vien notaFie bene per qui rammentare , che to nella Enciclopedia Franzefe Omero in quel libro diftende le mire de' mortali , anche di l dal fepolcro
:
e quindi
,
volendo
la
vita
ten
fecondo
variet
de'
delitti
difegn l'impotenza del bere . L' Illuflre Gherardo Van-Svv'iebravo Scrittore di Pratica Medica, e che tanto plaufo efg per tutta Europa, anche fi fervi della medefima favola per diiegnare i patimenti e le angofcie, che un arrabbiato fofFriva nel non poter bere, tuttocch gran voglia ne aveffe . Nel comento all' aforifmo. 1138. del Boerhaave fcrive cos Interhn mifer ille , Tantali pasnas patkns , deleBabatur bibendi Imaginatone , Ma bafi fin qui 1' aver detto intorno a tale argomento, il quale con una certa equit difaminato par che vienfi a diffipare quella fofca nebbia in cui fembrava immerfo j e vi appare un bel chiarore per far corrifpondere le cognizioni noftre con quelle degli antichi Ed intanto io mi fon ito raggirando per tante s malagevoli firade con Uliffe , per giugner l , dove m,ia mira era di pervenire. Ognuno per full' allegoria di Tantalo fi accomodi a quel partito che pi piace Facciamo un altro conto . Oltre del cane fovente il lupo foggetto ad arrabbiare E' quefio una befiia da tutti gli-altri animali odiata , e di cui ne tremano / per lo che forzato fuggir l'afpetto di elfi , ed efier
attribu e
,
: . . , .
.
Tra
tutt'
carnivori e falvatichi
il
Jupo il pi divorato dalla fame e dal difio delle carni j laonde va (correndo le campagne, ed affaltando i chiufi ovili: e quando ci gli riefce indarno , d la caccia alle fiere , ed alla rinfufa ancora trangpggia tutto ci che trova , non eccettuando n carni corrotte , n pelli infradiciate Maraviglia non che ficcome da' Greci fu il lupo chiamato AuJtoe , vo. ce che opportunamente fi trae da Kvnv fciogHere merc le fue caccie , e
. , , cosi per li fuoi cibi , per la tempera , ed in generale vivere , fuole diventar rabbiofo malattia che anche naturale a tal razza , e fu medefimamente conofciuta dagli antichi Poeti Greci. Vaglia per tutti l'autorit dell' eccellente, e celebratiflirao Poeta Teocrito. Quelli in un fuo Idillio cosi fcrifle.
'
le
aflute fcorrerie
pel fuo
modo
di
Jn
rab'tem
agerttur
fcoverta la Rabbia de' lupi dal verfo del Greco Poeta di SiraSe quella delle volpi poi ugualmente gli antichi aveifero faputa,io non ne rattrovo notizia ^ ma ce n" accorgeremo appreffo j rilevandofi evidentemente dagli Scrittori pofleriori
Ed
ecco
.
cufa
Da
Da
28
Da
vare
,
tutta
O N E
de' Poeti
IL
Greci poffiamo
rile-
che in quella et in generale su tal malattia fi fapele quello che fappiam noi cgpid e che il vocabolo "Koro-x fu fulle prime mello pei' efprimcre la Rabbia de' cani; e che dipoi fi trafport a dinotare i fiiriofi sdegni dvgli uomini. (Quando poi crefccndo le oi'ervazioni fi fcovri , che il male della Rabbia era eziandio gagliardo aifalitore di altri animali;
:
vennero voce, o
di
filo
nome
,
'hvo-ra. la
il
nome
di
mezzo ogni ofcurit, ed equivoco qualunque. Uno de'diicepoli di Erochiamato Andrea, nomin la Rabbia de'cani jtL'vcXcjo-ov ed altri dif,
fero quella
Ed
in fine
,
per gli
ficffi
motivi molti
Medici antichi, ficcome teflificano Dioicoride Plinio, e Galeno, dando credenza ad una certa pianta cotanto per la fua virt maraviglioia in cu rar coloro che da' cani rabbiofi erano flati accarnati chiamarono tal pianta oc'huTTov Su di quefia io dico per ora che non fo f diafi altra erba per determinar qual fia su cui fi moffa maggiore ed interminabil lite; ma ne parler in luogo pi opportuno Paffiamo alla feconda et, cio a confiderare quello che fulla Rabbia n an detto i Filofofi ed i Medici Greci che di propofito anno fcritto su de' mali Tutti fanno che tempo gi fu quando la Grecia tenne il fupremo grado nella Letteratura Certamente che diAinto Inoe nelle belle arti go tra quella dotta fchiera fi acquifi Democrito che aver date alla luce delle opere Mediche fan ricordanza gli antichi ; e fpecialmente debb'
,
cffer
qui
<?e'
morbi convulfi-vi
,
libro citato
da Celio Aureliano
fede ne'nervi,
tiliffimo
,
di cui
ne fabil la
vi ca-
come
,
in quelli per
e
elaftico
veneno
giona
medefmo Celio fu di avvifo , che il Il tormentofi fintomi primo che fcrifie fulla Rabbia , fi fu Democrito Io che , f egli voglia intendere dai ceto de' Filofofi , io volentieri glielo credo . Democrito inoltre , per conferma del fuo detto , e per far vedere che onninamente ne' nervi fi fpande il veleno rabbiofo , v' aggiunle due principali ragioni. La prima, perch fi vede negli arrabbiati una fenfibilit avanzata
i
:
non pur la luce ed i colori vivaci , ma ficch temono effi fcuotono ad ogni fuono , ad ogni piccolo firepito,ed eziandio ad ogni minimifTimo foffio di aria La feconda ragione fu I' ofTervarfi ne'rabbiofi il priapifmo che da un continuato /limolo che che da altro non nafce fafil a' fiocchetti nervofi delle pudende QLiefi^o tale fintomo fiato da' Medici pofieriori confermato e Plinio fcrifie, che il medefimo non folo dalla Rabbia, ma da' veleni di altri animali ancora fi prodotto. Deeli a Democrito per tanto dare il grande onore, ch'egli pens meglio lulla fede di tal malattia , die altri antichi benanche a lui pofieriori Perciocch chi di effi fi credette , che tal veleno fi filfalfe neUc
nelle fibre
,
fi
me-
SULLA Rabbia.'
.
29
,
mehi'^gi
altra
cerli
nel
diaframma,
e chi
in
parte ftabilendolo
vero
che il celebratiffimo Filofofo onde fi parla , , tanta fiudiata e fopraffina arte meffa nell'albero de' nervi la fede del male , e dopo s ben penfati preparativi , mentre credevamo noi di fentire
qualche buon rimedio
fa
il
,
grande arcano,
fi
e
,
chiufione
la
fu cotefla
Rabbia medicare^ egli chiede di meche un decotto femplice di origano ricercato fegreto per la cura di tal male. Con '1 in cui Democrito per un certo deftino dimodr
con cui
la
,
.
Vengo
al
ve-
Dovrebbonfi qui innanzi fratto ridire , e sfoderare quei gran pregi eh' ofTervanfi nelle opere di quefio ver^ ed ammirabile Maeflro , e di quefio Principe della Medicina ; ma da chi non ha travolto il cervello non fi ftenter a credere, chea elle contengano il buono e'I meglio a faperJ per ben regolare la faPer la qual cofa Iute de' mortali , ed affinch i tanti malori fi fchivino alil noRro Leonardo di Capoa , bench fi creda di aver pi lenno degli tri umini, non fi pu leggere, f non da colui ch'ha gran provvida di
dere f ne' libri d' Ippocrate
parli
Rabbia
pazienza
ftro
Egli con
ha. attaccata la
Mae-
pi fino dell'Arte: avendola per voluta far troppo da Dittatore, ha Ma ^cofa mai lafciato aperto campo a' Dotti di cenfurar le fue cenfure
.
_
diJfe
Ippocrate
,
della
Rabbia
Si
,
dee
eh' egli
punto
tutt'
i
Potrebbe taluno fofpicare e dire, che forfi fanfi perduti alcuni de' libri d' Ippocrate, dove egli di tal male parlava s a dilungo come fa degli alfpecialmente f riflettafi che allora nella Grecia infieriva la crudel tri ; mora , ed eziandio la celebre guerra del Peloponnefo che termin co'fa dopo la grande fconfitta che gii Ateniefi niedefimi ebrovina di Atene bero nel porto di Siracufa;nel tempo delle quali pubbliche calamit molta perdita fi fece di libri Greci, e parecchie delle opere d'Ippocratefmared anche incerrironfi Ma- tutto quello parmi conghietturale fofpetto laonde non vi preflo fede. QLielIo eh' pi agevole a crederfi che to
,
.
alcuni de' fuoi fcolari impofiori , ed altri fabbricatori di frodi letterarie , per accreditar le opere loro o per adempiere altri vilifimi fini , diedono a' lor libri il pomnofo nome di lui : la qual cofa grande imbarazzo rec agli antichi Medici per difiinguere i veri libri da'falfi , ficcome pu
,
Galeno. "il quale tai falfit attribu al vii guache vaniffime favole fpacciarono , e fffatte merci traffero da! paefe della menzogna. E ficcome gli antichi medefimi rifletterono, tali impofure alle opere d'Ippocrate ordite , furono di grave pregiudifar tefiimonianza
de' copifii
lo flefib
dagno
zio
30
fuffiftente
fallo
;
D
;
lE
R T A z
tal
o N E
,
n.
fi
poich in
mefcol l'in-
e fcoverte
una volta
fofpetta renderono
verit
medefima.
Perci, lafciando- da banda tutto queR, il pi attento efame fulla Natura , ci dee far conchiudere, che l'influenza del clima, che variamente dava azione a' cani di quei paefi , dove flanziava Ippocrate, impediva che
la
giatori
Rabbia in quelle regioni fi fviluppafie,ficcome parecchi moderni Viagcontano avvenire ancora oggid in alcune contrade dell' America
meridionale.
Ed
Creta
detta oggid di
morbo endemico
(
not
l'tum
L'tb.
III.
Candia nel mare Mediterraneo , dove la Rabbia medelimi Celio Aureliano manif-rtamente il Cap. XF. ), H{ec en'tm infida alorum venenoforum anlraade' cani
.
atque pene libera, fola canum rab'.e vexati'r freqtientiffime . vi contribuiva dimolto a non fare si di leggieri fviluppar la Rabbia , la dieta frugale e femplice che allora fi ufava in buona parte della Grecia . Io qm non parlo della feverit Spartana mefla in opra da Licurgo- ma intendo di quella maniera di vivere alla Greca , la
difficls^
Ma
oltre
dell' aria
fplendea
quale generalmente era abbracciata , ed in cui una gran fcxnplicit vi riAllora il vitto delle carni non era cotanto ufuale , quanto il veggiamo oggid fra noi Meno , o per nulla , le pubbliche piazze era.
macelli di animali ripiene ; n i cani aveano opportunit di fovente faziarfi di carni corrotte, e di fangue putiido. QLiindi maravig^a non rechi , f la Rabbia folTe morbo ben rado j fpecialmente in quelliioletta amena dove Ippocrate vivea . Egli 'per notiffimo , che alcuni antichi Medici fi credettero , che
di
tanti
no
della
XVI, l,-
ve
rt
ili
(ppEVTiiioi
B^xyjjxirxi
-^ot^H
:
KadxTtToijL^vct
rprij^ic^iic,:
parum
col vocabolo Qcci--)(^UTOTaii parvib'bidi oy^wpotantes volendo eglino, che s'intendefTero gl'Idrofobi. innanzi
Ma
efaminare un tal punto fa duopo che ben c'intendiamo il Lettore ed io. Ebbevi in ogni tempo di quelli, i quali volendo ricercare f nelle opere degli antichi fianvi quelle malattie, delle quali' effi faceano divifo^ dove non le trovavano , traeano termini equivoci da' di loro libri , accomodandoli alle proprie idee. Ma tutto quello a buon conto altro non era, che un pretto volo di fantafa ; la quale nelle Scienze , tuttocch brilli a
, ,
prima
errore.
villa
foventi volte
la
la
nimica della
1'
verit; un fallace
che
fi
ftrafcina feco
Or
quello
fi
opere
d'
uomo
daddovero eflendo
dello della
il ialutevol lume della Medicina, il moprima forgente donde procedettero la fcfenza , e la ragione ; egli parca dilconvenevole che alcuni morbi aveller sfuggito il fuo guardo: che perci col mezzo di una catena di fofifiicherie, fi sforzarono alcuni foflenere che tutto ei vide Ne e di tutto bene fcrifie
flato riputato
,
Pratica
ab-
SULLA Rabbia.
abbiamo due efempli per
le
3^
^
vaiuolo, e 'I fecondo della Rabbia. Il perch in quella guifli, che parecchi Medici off;rvando defcriverfi da lui gli efantemi, e gli antraci, credettero l ftar afcofo il vaiuolo^ cos altri nella vece p^rvivraul immaginaronfi appiattata la Raobia. Ma dicendo quefto, non Io fefTo che voler fare un giuoco balordo di parole? Anzi cofa mai fi dice egli ? Ippocrate nel vero fi fu il pi
mani:
il
primo
del
Medico del mondo, defcrivendofi da lui le malattie ne' lor fegni , nelle lor cagioni, e ne'lor termini fatali: laonde, f pur gli aveffe olTeryati, come mai potea , cos alla sfuggita , e quafi dir per cifre, defia .lecito qui di dire, die il vafcrivere-efTa vaiuolo ?
onefto
Rabbia,
e'I
Mi
Greci , e non ancora dalle regioni Orientali , e dell' Egitto erafi fparfo per V Europa ; ficcome n tampoco quell'altuttaddue bene iguazzatro male deforme e fporco , cio la lebbra vano in quelle contrade dove 1' acque morte , pantanofe , e di cattivo odore ; 1' aria impura , gli alimenti , e le terre medefime ripiene di fancomecch ghi fetenti, e di fozzure li produceano , ed alimentavano. E dopo il fecole quarto frequenti furono i viaggi in quelle Provincie fpecialmente per gli efercizii della mercatura , pel trafporto degli aromati ,
iuolo fu ignoto totalmente
a'
.Ma
noftri
rono tai veleni Qiiindi , ficcome io il debbono riputarfi nuovi mali ma a noi Viaggiatori comunicati
diffi fin
dalla
dalle
mezzo de
Riflettendo poi al vocabolo Bpxyuitorxi parvibibult ,che. molto ^fomiglievole alia voce (ps^yo^poi ufata da Polibio, mentre difegna quegl'infermi che fv-ggon /' acqua , "non pu per verun conto intenderfi degli arrabbiati. Ippocrate al- certo in quel Teflo volle collocar piuttofto una fpecie di frenetici, che riporre gl'Idrofobi la qual cofa fu notata da Celio Au:
reliano
:
Celio partitamente al libro IlI.Cap. XV. cosi fcrifparvibtoulos. fe Item Hippocrates magis phrenhicos memoravtt non hydrophobos Tra i moderni il Dottor Jam.es ha molto ben cementato il medefimo ed ecco come fuonano le di lui parole , che ho tratte dal DizioTefto rario Franzefe , le quali mancano nell'edizione Italiana. Mais cet auCommen teur n' a jamais entendu autre chofe par &ox-)(_v^orai felon le taire de Galien , che ceux qui dans le fievres boivent tres rarement , ,, en tres petite quantit; & le paiTage entier fgnifie feulement , qui les phrenetiques qui boivent rarement, en petite quantit , & qui a font afifeftes du plus petit bruit , fon fujets a des tremblemens , ^& l ^U' des convulfions ". DBhnaire univerfel de Medecne, traduit de glois , editton de Paris de /' ann 1747 Tom. quatriem artkle HydrophoDa tutto quefio , fi pu con franchezza conchiudere , che Ippocrate bie non ebbe mai per le mani l'offervazione di qualche uomo refo idrofobo,
,
e da
Galeno
altres
&
&
r aveffe
bench a' fuoi tempi quei% male vi ; puntino gi fcritto Democrito-. E f egli di tal malat-
5 2
lattia
Dissertazione
.
II.
n'ebbe notizia, fu foltanto per fempiice relazione, fcch non fljm doverla nelle fue opere regiflrare, nelle quali egli tratta della Medicina Pratica, e de' mali che vide ei medefimo Ed ecco meflTo a fquittinio il Teflo d' Ippocrste , ed ifpiegato coj mi-
glior
lume
.
poffibile
,
Rabbia non
n'
ebbe ocula-
re ofTervazione
mio modo mi
fon impegnato
di a'.'durre II valore delle quali le traballi , o pur faldo ftia , il propongo ad ogni (aggio eftimatore del vero . Pochi al certo fi furono quegli antichi , i quali dal paffo tede recitato, vollero rilevare refiflenza dell'Idro-
fobia negli arrabbiati: e quei pochi, quafi con un trafiero dietro una quantit di Scrittori recenti
fifch-io
ch'ammalia,
fi
poco
Io per altro non mi crederei aver adempiuto -d' ora non mi fermaffi a confiderare ci
s Ariflotile quegli acpunto eh' erefie il fuo j Repubblica delle lettere, e che per tanti fecoli fu riguardato come il filo depofitario d' ogni dottrina Daniele le Cierc nele di ogni fcienza
,
.
Ariftotile , per provare che la Rabbia negli uomini non appar, che a' tempi di Asclepiade. Ecco le parole che fi leggono prefib lo fieflb Clero tradotte I Cani dice egli , fon /oggetti alla Rabbia , ed alla gotta La prima di quefle malattie li rende furcf gli amraali cui danno di morfo diventano e tutti rabhioj y eccetto r uomo ed ogni Cote/lo morbo fa morire i cani mede/Imi ,
,
la fu2
animale
eh
animai
rabbiofo
eccetto
,
uomo
Molti Scrittori
il quale fono sfiatati nel coraento di queflo Tello ftato quafi affogato da tante riflefTionij ed alla fine fi fon eglino avvifati d'aver buttate tante belle pa:-ole al vento. Vedr =s' io mi afpetti miglior
ventura Egli noto che lo Schenkio , e prima di lui Teodoro Gaza, non potendo fofferire che fi tacciafie la buona fama di Ariftotile, per aver egli fpacciato quel mafficcio errore che 1' uom folo non arrabbia j amenduni cercarono di acccvmodare i fenfi delle di lui parlile. Nacque ci, fccome diffi, dal grido ftrepitofo eh' avea lo Stagirita ; mentre il filofofare di allora , non riducevafi ad altro che ad una neghittofa credulit di ci che
. , ,
lo Schenkio , il cui paffo ho volgarizzato. dice, morfi dal can rabbiofo arrabbiano , ecceito f uomo j non perch alcune non j' arrabbii , ma fbberie perch mlti vengono o fia , che a fola ra-^r^a prefervati dalla medeftma difpopxjone di corpo umana tra gii animali di un tal privile '^io fi gode, ficch morfa da un animale rabbiofo , non arrabbia j la qual cofa a niun a-ltro coiceffa . Ed affinch fi eviraffe la baldanza di certi fpiriti franchi, i quali peren-
Ma
ei
udiamo
ta di altrui
u.na
potrebbono
;
tale dichiarazione
lo
ma fare frazio rincora di non che dubitare Schenkio adduce in mezzo ci che de' Marfi ,
,,
r.ella
SUL
fero gli autori.
fi
|.
Rabbia;
,
33
qua-
che avcffero avuto un interno antidoto , non eran i^iiga ofFefi di quel Voglio qui notare altres , che anche Giulio Polluce fi avefle creduto il limile, o lo fteflb , fcrivendo con: quodcttnique vero J^^ animai ) a cane rabido fuerh moyfum , interit ^ folus homo non abfque perculo evadit.
veneno
Or
non
ci vero foffe
ci
dovremmo con
,
noi
medefimi
rallegrare
che
porta a piecipixio, o alla morte , s avvien che un cane mordendo infetti, ammorbi, od avveleni taluno* e n perciocch cotefti perfpipi dee far tanto rumore la Rabbia al mondo caciffmii C^hiofatori ci rivelano , di aver noi un interno rimedio da pii
cos pericolofa la ferita
ci
di tutte le
de'
infievolifce e fnerva il veleno il quale , avendolo ci tefificato com' effi dicono, Ariftotile. N a lui deefi per conto veruno dubitare della fede dello Stagirita , poich
cani rabbiafi
e
folo
non ad
altrui fpetta
comandar
le
fefle
nelle
fcienze tutte
Ma
gran merc a quei nobili ingepni , che nel riforgimento delle lettere ci an forniti di lumi utili e ficuri , onde dal dubbiolo il certo fi pu diftinguere e ponendo in non cale quel cieco e vii fervagio che ne' tempi barbari era in voga, anno difcreditate molte bugie e dove era il regno del lapere imbofchito , fi fon dati de' gran tagli , tuttocch terreno ancor rimanga eh' ha meftieri di coltura In quefto incontro al certo ci con :
^vien contraddire un tal fentimento s inftabile e vano , anche che Ariftotii' aveffe cos penfato la qua! cofa a niuno difdetta . Nt n vero
:
cie
gli
uomini
fi
fono
efenti
dall'
arrabbiare
anzich
egli
il
contrario verr
io dicendo, e
vi
fi
nafce dalla
.
buona
o rea tempra de' morficati , e da altre accidentali cagioni Ariftotile dall' altra banda, per mio avvilo, non intefe di dire ci che Polluce, e S'chenkio s'immaginarono* perciocch non avrebbe egli fcritto eccetto /' uomo ma fbbene che d-.lle volte 1' uomo non arrabbia Molto potrebbefi qui direj ma bafti qucfto poco.
'^
certamente effere fcacciata e vllipefa l'aK quali per foftenere l'onor vacillante di Ariftotile, an opinato che il paffo poc'anzi riferito, infipido ed affettato com'egli , fa flato mal incaftrato e fenza accortezza o garbo alcuno meflb nel Tefto del Filofofo per lo che eftimano , che non fia egli ge,
inoltre improbabile
certi
e dee
,
tra opinione di
Critici
nuino
re
,
Non fi dubita che molti Profeflfori della Critica, lunge dall'iftruifovente imparano di travalicar i confini della prudenza ; e medefima.
di guatar con difpregio , e con boriofa tracotanza pi autorevoli libri j e fputano fentenze, chiamando al lor Tr-ibu-i _. naie i pi Saggi. per s leggiere difficolt, non pu s tofto un paf-' fo ePere dichiarato fpurio Mirabile cofa nel vero, come Ariftotile dica , the r uom Ibtanto fi goda della propriet di non arrabbiare ma il j volere da ci concliiudere, dunque quel paffo non fuo; ella un afTe <
tutt'
i
Ma
zio-
34
S -E
R T A Z
O N E
IL
.
zione, che per tutt' i verf non pu aver felice paffapoi-to Fie lecito dunque a me di feguir quell' altro fentimento e di credere che alti-amenti debbafi fpiegare la niente del Filolofo Leggefi nel Teflo
, .
&
q:ite
noinorderint
quiecumque mo/fa fuerint a cane rabiclo, excepto bomlne. Per non logorare il tempo in dedurre gli fpropofiti che ne rifulterebbono fecondo il fenfo fchietto delle parole 'far quefte
,
&
omnia
rab'iunt
excc.pt o
poche rifleffioni Dice Ariftotile, che i cani le pili volte fon foggetti a due particolari malattie, alle quali Giulio Polluce vi aggiunfe la terza , cio l'angina. Tres funt canum morbi fon le parole del Polluce, rabies , podagra , &" angina Podagra non efl quidem injanabiUs rabies difficillime angina lacthalis , In fecondo luogo fi rileva, che la Rabbia per via di morfo fi comunica a tutti gli altri animali Ed in fine ben due fiate fi ripete excepto hcmine, o fecondo le originali parole 'Jv'Km ncvdp-jTn Chi non forefliere nella Storia Filofofica , ben fa i varii fati delle opere di Aridotile. Per moltiffimi anni furon elle afcofe fotterra ^ dove tra per la longhezza de' tempi, e per 1' umidit del luogo, molte lacune vi fi formarono^ le quali fulla prima da Apellicone, ed indi da un certo Grammatico fiiron riempiute , non indovinando eglino il pi delle volte la mente dello Stagirita E quindi molti luoghi di tai libri fon a i:O per.
,.
e non di rado ofcurit vi fi olferSovente ancora addivenne, che per una certa analogia di lettere i copifii cangiarono alcune voci per lo che i fenf vieppi fi sformarono. Con ragione pu dunque affermarfi , ch'eglino in vece di fcrivere ttp/v av&pMirjf, falfamente mifero ttA^v vSpcoTrs ; ed in tal guifa non fi dee fpiegare excepto bor.iine, ma fibbetiC prias quam bomo.Dlv volle perci Ariffotile che tutti gli animali morficati dal can rabbiofo arrabbiano pi prefio cheTuomo^ nel quale il veneno pi al tardi fi fviluppa In tal modo fi difende 1' onore del Peripato ed una bella ve-
venuti guafii
,
ripezzati
e difformi
va
e dubbiezza di fentenze.
,
rit
fi
ritrae
Che
perci
non
sa intenderfi
come
non folo di queRo Teffo ma di un' altra autorit di Plutarco fi abufino. Poich, ficcoir.e ben riflette il Dottor James, altro in quel pafh Plutarco non racconta che una controverfa inforta tra due Filolofi le la Natura realmente produca mali nuovi, citando Atenodoro, il quale fofienea che la Idrofobia era la prima volta apparita di Afclea' tempi
certuni
,
piade
fi
che Diogene
effere fiato
Cinico, dugento e pi anni innanzi l'Era Volgare, per addentato da un cagnolino moriffe arrabbiato darebbe fi
il
,
Diogene . Alcuni dicono, fecondo fcrive Francefcantonio Grimaldi, che avendofi egl mangiato un polpo crudo, e non avendolo potuto digerire, f ne mogli
nofira fentenza.
Scrittori
Ma
io diffi
fulla
vera foffe
j-erciocch
antichi
fine
della vita di
sullaRabbia.'
ri
(
35
ammazzafle da f fteffo , tenenmedefimo 77. Suida nella voce Diogenes ) ; altri che il dofi il fiato ( mor per la morfura di un cane (ivi ) ; ed altri che fi fia precipitato Quell'altro bizzarro ingegno da un ponte ( Eliano bijor. var. Ub. Vili. ) di Aleflandro Taffoni al libro quinto de' fuoi Penfieri, dille ancora, che Diogene per voglia d'effere in tutto beftia , cominci a provarfi di manLaerzio HA. VI, j
) ;
altri
che
fi
non pure fenza condirgli, ma fenza cuocergli; , tanto che avendo mangiato un polpo crudo, finalmente crep. Nonostante quella difcrepanza , avendo alcuni antichi , come Laerzio riferifce, creduto , che Diogene folle morto per la morficatura di un cane; fi dedurr,
almeno per me, che
a quei
malattia della Rabbia. fi credeva alla veduta , cio al cercare quello che fu della Rabbia illefla n' an regiftrato gli Scrittori Latini , eh' la terza da me divifata et . De' quali autori poche parole qui dir ; perciocch coforo fan buona compagnia a tutt' i tede recitati foftenitori dell' antichit di tal malattia e fa meftieri pur aggiiignere , eh' eglino videro un poco Siccome la Grecia per pi in l, di quello eh' abbian fatto i Greci molti fecoli era fiata la fede d'ogni fcienza ; cosi, per un fiero garbuglio della fcena del mondo , le lettere eranfi introdotte , e gi fplendeano
tempi
altra
Venghiamo
in fine ad
un
nella trionfante
il
Roma
di
cui
figli
fato dell'armi, di
maifempre
slargar
diritto taglieggiare neoli fiati altrui : ma tura furon intenti a perfezionare le arti, e le Icienze medehmelepiu ardue e recondite Lafciando per da banda altri Scrittori , piacemi far pa.
il Gran Plinio folamente. Egli in prima conobbe , che i cani , i lupi , i gatti , e fin anche le murene poffono arrabbiare: fecondo l'autorit del Columella , quando effe murene divengon rabbiole furiofamente dan la caccia agli altri peInoltre aflicura , che il fci SaeviJJime tum peyfequuntur fquamofos pifces mortifero veneno della Rabbia tale ancora fia all'uomo ; e coloro che fon morfi vengon tormentati dal timore dell'acqua. Rabies canum Syrio ardente homini pejtfera , ut diximus , ita morfis laethall aquae metu. (Li,
rola di
Vili. ) Evvi di pi: che nella Tracia, e precifamente nelle pertinenze di fiAbdera, vi fono di molte erbe, delle quali f fi pafcolino i cavalli curamente arrabbiano ficcome all'incontro pel cibo delle piante della PotCirca nia, eh' fu i confini della Macedonia, fi arrabbiano gli afini xAbderam , limitem qui Diomedts vocatur , equi pafli hi fl ammantar ra,
:
-.
&
Lib. XXIV. ) Seppe altres Plinio vaveleno: poich fcrive , che il camminare a dove vi foffe orina di cane rabbiofo , tanto, fio quella fa avvelenare; fpecialmente , f qualche piaga vi fia nella piaiita del piede. Tanta vis mali efl , ut urina quoque calcata rabiofi cams
bte: circa Potnias vero,
rie fpecie di afini. di
(
&
tal
noceat
hib.
XXIX,
fin
3d
Fin buona
D
qui Plinio
,
E R
T A
O N t
IT.
da nobile fpirito qual' egli era , ha camminato Cuh ftrada per venir a capo del fuo intendimento-. Ma feguitando poi tali maraviglie inudite a ragionare e notizie s incredibili racconta , che pochi fi truovano della gente perfpicace che non ridano , o non fi
, ,
feri ve,
(
che
la faliva
).
de' gatti fa
arrabbiare
Inv/trrt
Lib.
XXIX.
il
Che
per cu-
capo del cane , ed apporvi qu<:lla cenere fulla ferita "; oppure che la medefima polve fi prenda in bevanda Chi ha addoffo un cuore di qualche cane viene fuggito da' cani tutti: ed evvi molta utilit nel mangiare il fegato del cane arrabbiato, crudo f fi pofTaj e f n , pu trangoggiarfi cotto in qualfiSe li beva da un cane il latte d'una donna che fi fgravavoglia guifa ta di un mafchio j il cane non arrabbia. Finalmente meffa la lana fporca e fufUcia al luogo del morfo, fra fette giorni guerifce il male. Ma ?.ffinch taluni non fi credano , eh' io abbia infinte quefle tali notizie, eglino poffon leggerle al libro ventinovefimo di Plinio. Q.uefli ancora dopo aver
balla abbruciare
.
foggiugne che fimile a , vero alfjjon ficura medicina per non fare arrabbiare raEcco le {iie parole Diflat ab eo qui alj/jjon vocatur folis tantum m's mtnoYbus : nomen accepit , qu.od a cane morfos , rab'iem fentire non patitur ( L'tb. XXIF. ). E qui dico di paffaggio, che quefto alyffon di Plinio ben diverf dalla pianta alyffon di Diofcoride, e di Galeno perciocch , fecondo la defcrizione di coftoro , tal erba non avea le frondi , e i rami a foggia della robbia Fu fatta quella rifieflione -dal P. Arduino nelle note a Plinio. Nec Galeni jud ^ ei dice, ec Dlofcorids aXvTTOry etji eadem utrobique orginatio nominis, &" geminae v'tres. Neutrum enimex
defcritte le
quefta
pianta
&
folla habet , ramofque rublae E tali appunto fon le dottrine, che andavano in voga preffo gli antichi, a puntino regiflrate da Plinio credendofi egli in tal guifa adornare la fua Storia ; mentre io all' incontro mi fon recato a fcorno di farne raccolta pi precifa e pi ftudiata E con buona licenzia di cos autorevole Scrittore , fi pu avanzare , che ne' recitati pafT vi ha pi bugie, che parole. Dall'altro canto deefi a (feri re , cio 1' uftione che Plinio della Rabbia fcrilTe un rimedio che fa al cafo
is
. , . ,
fulla
parte morlcata.
.
Quaedam
.
pjllone fanantur:
rabi'
ufla
di morjus
plaga
Se
Hlico llberantuv
fi
Latini che , dalla voce perduta de' cani rabbiofi , che fioca eziandio diviene negli uomini arrabbiati, fi dee dedurre. Ed in fatti ravies quello appunto il vuol dire ^ e la parola ranjus lo (leflb che rauctts da Fedo fi vede il che ufato L' oppofizione poi che molti an fatta, cio che ra-jies e non \7bes tal malore dovrebbe chiamarfi , io la ftiuio una vera freddura da
volelfe cercare
il
,
da'
Mabies
fi
\vttx
fappfafi
Gram.
SULLA Rabbia.
Si
fa
che
T orrore
tere
(zj:
ma
fi
fia
_^
37
bevanda
ci
e,
ch'
il
pi difpiacevole
per rap-
porto a'fuoi prcfervcitivi ^ ed a rimedii. E ficcome quando^ fi u pi alla ragione che al cafo, dalla cognizione delle cagioni bifo-
gna
ria
efler
e teo-
duo p cominciare. In quefto afpettonoi ci ferviremo delle olTervazioni aggiunte da quefr fecolo aquelle de'tempi trafandati^ noi le fupporremo note e prefenti ai Lettore , per non renfa
der
Graramatico
ni
,
Non mi
mai
fi
altri
Scrittori
Lati-
de' quali
dubitato
eh' aveffero
egli;io
ben
faputo un tal
malore de' cani, e degli uomini. Vi aggiungo folam'jnte un pano dell Apuleio, che cotanto credette alla forza della ruta:, -^^f morfum canis^ rabidi herbae nttas prndus denaricrum fex ex vino l^tatiu: plagae vero nnponantur rutae foli a , trita ciim mel/e , fa'.e , pi^e: liberabitur Chiudafi quella dottiffima fchiera di Scrittori coli' autorit del celebre Teodoro Prifciano , che fu degli ultimi Medici della fetta metodica. Al libro fecondo della prima parte egli defcrive le cagioni, e i fintomi della Rabbia: ma poi,quafi in forf di f, dice, che l'idrofobia delle volte naAffce dal morfo del can rabbiofo , ed altre volte da quello de^ ferpenti
.
&
che g' Idrofobi aerem ferenttm vduti pli'.viofwn peraorrefcvnt Vitare etiam bibendi confuetudinem tentava. Ma di quella quillione dell'antichit della Rabbia non pi: n mi pento d-i averne detto tanto. io mi [z) Affinch meglio s' intenda queflo parlare del de Sauvages ,
ficura ancora
,
Vero veggo coftretto di fare alcune difiinzioni Rabbia fi 1' orrore della bevanda j ma ci non
.
che
fa
il
carattere della
fi
che non
dia
il
me-
Gli efempii fi fentiran pi bafio. Inoltre la ftefia avverfone non di tutti gli animali rabbiofi ; avvegnacch ben fi leggono nella Storia Medica delle olTervazioni , che le volpi^ , ed i cani molte volte nel pi forte della Rabbia , non an avuta crudehlima nimicizia all'acqua* ed oltre del mangiare , an potuto bere molto
francamente. Si lojj-Whm ancora de' cani arrabbiati tuffarfi negli fi^agni, e nelle fiumane .-Rufcir profittevole fimilmente il faperfi , che la voce Idrofobia ne' tempi antichffimi dinotava la' folennit che annualmente fi pre:ervatl celebrava dagli uomini in ricordanza di efiere un tempo flati che tal voce talla inondazione della terra. Io ben inchinerei a credere ,
innanzi
slla
fi
us neli' efprlinere
,
la
detta fella
ed
in feguito
fii
applicata
Rabbia
38
Dissertazione
,
li.
al-
Ci che d occafione
il. La Rabbia o Idrofobia che maniera che accadde al primo che
alici
Rabbia.
da
,
viene
i'
medefima nella
quale fi produce ancora in certi animali , chiamafi fpontanea . Se poi fuffegue al morfo, o toccamento d'un altro animale arrabbiato j ella
e
ebbe
tale
Rabbia
conmiicar^it
.Rabbia fpontanea,
IH.
egli
il
L'uomo rade volte cade nella Rabbia fpontanea intanto non n' aflblutamente efente. Un autore (d) che molto ama niaravigliofo, afficura di aver olTervata cinque volte, o l'av;
ver(3)
Quefta
vera regola per dirigere Io fludio delle malattie cagioni , ed indi, fecondo la variet delle medefime
la
.
,
,
in-
adatdifcii
Ed oh
fi
poteflero
nel
morbi
farebbe
la
Medicina
e molte
volte
torbido Perci dobbiamo ,infifere dietro lo fiudio delle fincere ofTervazioni , e non gi di quelle fortuite , e dubbiofe, le quali piuttofto debbono effer prefe a vile, e fchernite , che meplaufo
fi
.
ritar qualche
la
Dee
fuggirfi altres
che in ifpiegare
fintomi del-
facciano de' fiftemi con cifre, a guil degli edificii fabricati nelle nvole , che altro appoggio poi non anno che la pura im,
.
Rabbia
non
rii
maginazione Per quefti falfi fondamenti gittati da varii Medici vifonae per uno fpirito d'innovazione ancora, che cotanto ha prefo piede , a' tempi noftri , noi pruoviamo s gran carefiia di veri rimedii nella malattia di cui parliamo Tutte quelle fon cattive nuove; ma non abbifogna avvilirfi di fpirito.* e fa meftieri faticare, acciocch fi ftabilifca un medicamento, che aiuti i moti della Natura Molti nel vero an intonata quella fpiacevole fenteuza ; che ogni fatica gittata al vento e che non fi d , n fi pu conofcere antidoto per la Rabbia ma di quefli tali non fi dee tener conto. E di grazia fi fofpenda in Voi ogni giudizio infino a che non fiafi letto tutto il filo del difcorfo, come ordinatamente fi efpone in quella Diifertazione (d) Marcello Donato Hljor. Med. mlrab. lib. 6. cap. i.
. , :
.
sullaRabbia.
verfione per l'acqua, o
in
perforie attaccate
39
^
pure
il
da febbre maligna, o da frenefia Salmuth, La e Pietro Salio (e) anche rapportano degl'Idrofobi fpontatiei collera, e l'epilelTia an fovente refi i morfi velenofuTimi; quindi che i Curiofi di Natura raccontano, un giovane morficatoun trafporto di collera , aver avuto nel giorno fefi il dita in guente i fintomi della Rabbia, dal che ne mori. Il Signor Yendeli Medico del Duca di Modena conofce un epilettica, che ha
.
due tocchi di coovulfioni in ogni anno , nella fine delle di alcune ore ha un orrore vero alla bevanda. Malpighi (f) ha fatta la floria di una femmina che divenne idrofoba per una moificatura datale dalla figlia prefa da
uno
IV.
(e) Saggi di Edimburgo Tom. I. pag. 34^. Borelii ceifur. 3. ohferv.^S. Condronch. de Hydy. centur. X. nbfer. JZ.'De ajfeS- partic. Sanchef. p-^J^-
Med. Ildano
centur.i.obfeyu.^^.
,
Un
ne''
duce
cani la
Mi
fia
lecito di
un certo fuoco interno negli umori proLo fteflb all' uomo pu avvenire Rabbia Ypontanea provarlo con degli efempii. Coloro die fonfoggettr agli
.
ed 1 mah parte pi rifeccata e calda del fangue umori eziandio che rigirano per li canali , giugnendo al cervello , icompigliano il mirabile magazzino delle idee , e l'anima rapita a formar
afpri
,
dell'umor negro, ben fanno quanti cangiamenti anche nella medefma giornata Ora fi veggon gioviali, e folazzevoli e poi ad un tratto diventano
aiTalti
fi
facciano
,
ne
lor
,
corpi
placidi^
ridenti
,
brulchi
,:
ruvidi
queruli
La
chimere. Ugualmente pu accadere nella fteffa macchina umana, per una degenerazione degli umori, che fi fviluppi una tal malattia, ed una febbre calda, in cui la immaginazione fi fconvolga, e ne nalca i orrore aeiL ed .acqua. Quelle febbri dette velenofe ^ nelle quali un fale coagulatore un fervido principio vi predomina, poffono fviluppare tali aure venenate,
,
che di genio affomiglino a quel volatile che cagiona la Rabbia. Ippocratratta della te al certo, mentre parla di quei frenetici che poco beono febbre emitriteo Medefimamente fecondo Areteo , ella una fpezie di Rabbia fpontanea la lichanchc de' Greci, cio quando talmente fi avvelena il fangue , che fi fa un attacco a' nervi del canale del refpiro , e fi produce quella fpezie di angina fenza tumore, la peffima. di tuttequante Oltracci chiunque s'infuria, o fi adira, f niordefle in quell iflante , comunicherebbe la Rabbia Bosrhaave ancora dir Iblea a'fuoi fludenti, che
,
.
un
^o
Dissertazione
,
II.
gnolino prima di mandarlo ad ammazzare. 5. In ricevere qual che morficatura nel vifo , nelle guance , ove pafla il condotto Stenoniano , alle orecchie dove flanno le parotidi , alle piandole
mafcellari
&c. d'onde
la
ferite
agli occhi,
al
nafo
nelle
ai
al-
da dove l'umore
il
gola. Tale fu
cafo di
Maria Dajonne
il
tem-
Afruc de Hydr. pag. io. fi paragoni il veleno rabbiofo cogli altri veleni, egli al certo 11 lupera tutti nella micidiale velenofit, e nelle vane vie per le quali 11 pu comunicare Ma udite qual bizzarra flravaganza II veleno della vipera arreca la morte f s' intrometta per la via delle vene ; e'I capo medefimo di efla , mezz' ora dopo effere flato troncato e mentre ha ancora qualche refiduo di "vita , f morde ficurameute uccide eflb liquore poi beuto non produce alcun danno immaginabile. Gli animali m.orti per lo niorfo della vipera, fi poffono beniffimo mangiare, ficcome fi fon fatte delle prove fulla pecora, fui coniglio, fui pollafiro , e fu degli altri uccifi da tal veleno Ma nella Rabbia non s'avvien cos Ella fi comunica primamente col morfo dell' animale arrabbiato , ficcome fi dir di qui a poco In fecondo luogo , mangiandof della carne d' una beftia morta arrabbiata , anche fi riceve il contagio Ed in fine mifchia parimenti la Rabbia il fiato vaporofo e caldo del can rabbiofo Qui fa duopo fpiegare , f tal veleno rabbiofo fi comunichi per la via del refpiro , merc le lue particelle volatili, le quali colle mollecole dell' aria meicolate , giungono alle cellette de' polmoni e dalle boccucce delle minime vene afforbite , di col s'intromettono nella circolazione j o pure perch efl'e parti vaporofe mefcolate colla faliva, e dalla bocca Icendendo gi attacchino tutto il muco dell' efofago , ne infettino le glandole , e ne fiabilifcano quivi la lor fede. In quanto a me io mi attengo pi volentieri a quella feconda guifa di comunicazione Non v'ha dubio, che l'aria ftrabocchevolmente lottile, vaga, ed inquieta, in cui fvolazzano tanti corpicciuoli E ficcome il ventricolo in ifmaltendo il cibo,
(p)
(io) Se
polmoni parte
fi
dell' aria
fi
.
confuma
nel fangue
s'
intromette
Per la via di effi polmoni , vi entra negli umori la fottiliffima foftanza che a noi d vita ; e per la medefima ftrada fi fa in parte la comunicazione del veleno della peflilenza, del vaiuolo, e degli altri contagiofi mali. I quali veleni benanche fi mefcplano
porzione ancora
manda
fuori
colla
SULLA Rabbia.'
non
biata
v'
51
Vili. Su di che bifogna notare, che la Rabbia acquiftata per infezione immediata della faliva ,. fi manifefta in un fubito ', e molto pili preflo di quella che fi prende per morficature , ove
che
il
fangue
non
la
faliva
,.
non
fette ; i cacciatori, i figliuoli, de' quali parla Cardano, ; che al riferir di Fernelio (q), mangiarono d' un lupo arrabbiato, poco tardarono ; ed i viaggiatori a quali un ofte diede a manin un fubito divennero furiofi , e fi giare Un porco- arrabbiato morfero l'un l'altro. Quella ftoria atteftata: da un ofcuro autore (r) , e non facile^ a crede rfi ; ma in quefta malattia
,>
Le
ri ette
pas 'urafemblable
Defpreaux
Infezione mediata,
IX. fangue
ciocch
fi
comunica
per.
mezzo del
;
mani: pi
di
imperrada
quando
un lupo
1'
il
abbracciare
tarda
uomo,
il
di lottare
:
ci di mordergli
vifo
la
faliva
non
infettata, la
,
Rabbia
f
comunemente 40.
giorni a manifeftarft
pi fubito
la
quantit della bava ricevuta maggiore, la fua qualit pi at-, tiva , e f l'ammalato fanguigno o biliofo;pi tardi f fa ba-
la
fua forza
minore
e f il
G
elle
,
2
,
X.
i
fughi
che colaggli vi
fono, imbratta
biati
Per le morfure de' cani arrab il cafo della Rabbia ed in confeguente pel veleno intromeflb nel fangue, non cos prefto ella fi fviluppa , come per la ftrada della faliva . Per la qual cofa veg-
Quello appunto
,
gendo noi, che il fiato vaporofo dell' animale , fviluppa ad un tratto la Rabbia , deef conchiudere , che merc la faliva fi fa il contagio : avvegnach f accade/Te per la via de' polmoni , cio per mezzo del fangue, pi al tardi fi farebbe lo fviluppo di elfo veneno .
(q)
(rj
Fernel. de abd.
/.
.
2.
e.
14.
Surio
Il
in
Schenhjo
(il)
tempo comunale,
in cui
la
Rabbia
fi
fuole
fviluppare
di
qua-
52
X.
Il
Dissertazione
celebre Baldo
(s)
,
II.
morficato
.
da un
Il
fuo
amato cane
il
contadino di cui
Si-
gnor
quaranta giorni
volte
dall' altra
a un dopo quindici o
di
preflo
dopo
ancora
il
fi
morfo
ricevuto
.
Tedici d
manifeftata
parte ci fa fapere , che vi fu un cafo pratico , appar dopo undici mefi dalla morfura . con precifione maggiore parlando , in tre guife fi pu tal veleno fviluppar pi preflo j o per lo tem-
Ma
peramento fanguigno
della bava
,
biliolb del
raorficato
o per
II
la
maggior quantit
fi
,
o per
la
fua attivit
,
Egli
fcola
,
ragionevole
altrettanto pi
male
meoltre
morfo all'aura
fi
fperde
Ma
,
.
la
mane
alle
fibre
carnofe legata
fi
fintanto che
fa,
non
afTottigli
le
tenace, e pelante , che riper la legge dell' attrazione quivi rimarr La tempera fanguigna o biliofa la pi
parte
fiffa
,
.
altre a quefl:'uopo
Perciocch
ficcome ognun
temperamenti non fon mica effetti delle diverfe mefcolanze degli umori come i Medici della vecchia fcuola foflenevano ; ma naxono dalle diverfe fatture de' folidi , e da' varii gradi di oicillazione de' medefimi , A proporzione che 1' elafiicit delle parti falde maggiore , pi corto far il tempo affinch il veleno fi fviluppi che vai quanto il d-ire , che a proporzione che un fuggetto far d' una t'impra pi biliofa o pi fanguigna; n-e' quali fuggetti altres il fangue vi bolle , e maggior prontezza , brio , ed iiKendii di collera vi appariicono , nel m-ededmo
vari
,
:
rapporto il veleno della Rabbia far pi fubito afibttigliato. Ma coloro che faranno di fibra molle, fievole, ripieni di neri, o fia che anno un lento e^ fiacco temperamento , e che anno bifogno degli argani , affinch divampino in collera , la Rabbia apparir pi tardi Matematici diI rebbono, che il tempo onde ha mefiieri il veleno rabbiofo per manife.
ftarfi,,
in ragion reciproca delJ' elafiicit de' folidi. Dicafi lo fteffo della quantit e dell'attivit della bava.
cafi
,
Si
danno pe-
r di molti
che
il
in parte effa bava ; e poi mordendo t arrivar infin col, dove gli era di mefiieri
dimolto la ferita , col fangue torn indietro il veneno , do, poca porzione ne rimafe per pen^etrare negli umori
.
gemen-
Aggiungafi a
queflo la difuguale poffanza del veleno iflefTo , fecondo il vario tempo che dall'animale arrabbiato fi ricevuto il morfo Si compruova quella teora con quel luttuofiflfmo cafo avvenuto in Inghilterra, ficcoftie fi leg-
ge prefTo Riccardo
(s)
Mead
3, )
Un
giovane
uo-
53 ^ gnor Haguenot porta la ftoria, (t) non <livent idrofobo che doFabrizio Itdano (u) vide una Dapo quattro mefi e mezzo ma, alla quale la Rabbia torn periodicamente da fette in fette anni per lo fpazio 'di anni trenta (12). Il Sig. Ghirac vedde un
.
SULLA Rabbia."
gQ.
mattino fu morfo da un can rabbiofo: e feiiza tener cont delprefe nella mattina iftefla , fecondo gli ftabilimenti gi fatti , una giovane in ifpofa Tutto quei giorno f la pafs in feftevole alleaggiugnendovi nella gria , in danze , fpiritofi , ed in bere licori prima notte i grand' incendii di amore . Il fangue in quegli empiti talmente fi vampo, che il veleno fviluppandofi , e quell'uomo perdendo la briglia della ragione, infier fulla fpofa ; la quale la mattina vegnente fi ti-ov nel letto, con grande fpettacolo j accanto allo fpofo morta, avendo ^r.addomine tutto aperto per le morfure ricevute . E qui luogo di fare un' altra brieve rifleffione , fpeffo da tenerfi davanti gli occhi, per conofcere a quali forane immaginazioni gli uomini pi culti e dotti fogliono inciampare Al certo non fi dee dar la taccia a Galeno, che al libro feflo de locis affeils feri (Te, che la Rabbia fia apparita dopo un anno dalla morficatura ma ben da maravigliare come D.iolcoride , Avicenna, Orftio , e S.almuth dicano che fia comparfa dopo fette, e dodici anni; e per riferfa di Schmidio dopo venti anni, ed anche dopo trenta ficcome narra Pietro Sorelli Quefti fon curiofiflimi racfui
uomo
la ferita
conti
ingegno inventati per trattene!" folazzevole la brigata; e ben paiono di avere dell'aria di finzione de' Poeti, i quali alor agio po/Ton creare plaufibili idee ma fi difdice poi a' Medici il lafciarfi fchernire da tiiJi tredde olfervazioni , dovendo efli rapprefentare la v^erit fchietta , n di bugie frodata. Se mai fi debbano fcufaie tali autori, egli avvenne per qualche fpontanea Idrofobia, fntomo di altro male, che poi fi adatt a qualche innocente raorfo tanti anni per a dietro
,
begli
fcherzi
d'
ricevuto
(t)
Fabrizio Ildano centur. V. obferv. S. (12) Nel mefe di Agofo dell'anno 1581. appunto, una Dama fu morfa nei braccio finiftro da un animale arrabbiato . Pochi giorni dapoi, la
(u)
ferita
fi
guar
Dopo
,
fett'
fteffb
fete
debolezza,
li cibi Non ebbe 1' abborriniento dell' acqua , anzich continuamente ella bevea . Con alcuni pochi rimedii effendofi rifanata dopo un altro fettennio apparirono i medefimi fintomi Guerita che fu , nel terzo fettennio ebbe un altro affalto del male Nell'anno feguente n* ebbe due; tre nell'anno ventefimoterzo , e cinque altri alfalti nell'anno
. .
ap.
54
Dissertazione
II.
giovine mercatante di Montpellier, che non arrabbi chedieci anni dopo il ritorno di Ollanda , dov' era dimorato , dopo effere iato morficato nel tempo ifteflb che il fuo fratello minore; egli
feppe la morte tragica
Ja
di coftui accaduta quaranta giorni dopo morficatura (x) . Chambourigaud (y) ^ morficato da urilupo nel Febraio del 174(5. flava affai bene di falute ^ e potava. Ja fua vigna il 33. giorno; un contadino imprudente- che paffa-
loro
gli diffe a propoiito della fua difavventura, che il tale e taerano morti della Rabbia fei meli dopo la loro morficatura. Roberto fentendo quella propofizione appena tornato in fua cafa divenne meflo , penferofo , ed infaftidito le fue cicatrici s'in-
va
le
,,
fiammarono
fopravenne la febbre, fi cav fangue quattro volte nello fpazio di 12. ore,, cominci ad avere l'abborrimento all'acqua, e gli altri fintomi della Idrofobia ; finalmente il quinto giorno fi appicc per dar termine, diceva egli, a fuoi patimenti. Tra coloro che fon morficati , uopo diftinguere que' che fono all' ignudo , da quei che noi fono che attraverfo le veflimenta (z),, non effendo le morficature
di
gli
fatto fufcrittoad Ildano.nettamente la reputo una chimeraNoi , fenza la fcorta della diligenza critica , fovente falliamo ne' noflri giudizi!. Io non mi avanzo a foflenere, che il citato autore abbia commeffo agl'inchioftri tal racconto, affinch con quei colori la fua pintura agli occhi dell'attonita moltitudine pi vaga folTe riufcita . Qui' non fi niega il fatto da Ildano riferito . Ma come prover egli , che tutte quelle varie fcene debbono effere fiate cagionate da quel morfo antico, e che in pochi d fi cur a perfezione , e non da altra interna malattia ? (x) Ho molte altre olfervazioni d' Idrofolia ma niente anno di fingolare che non fr trova in quelle che fono flampate , e che perci an acqui ftata pi autorit per effer citate (y) Memorie della Societ Regale . ivi . pafs in mezzo d' uni nume(z) Un Lupo durante il verno del 171 8 rofo gregge di montoni , e ne morde un buon numero a diritta , ed a
j
,
appreflb
quando querto
Ma
manca
alla
ma
la
lana
li
,
preferv tutti
La
e
mafcella inferiore
nella
and
mare
non
Rabbia: ci ch'ella ebbe di /ingoiare fi , che batteva i fuoi denti durante le acce/fioni con una forza forpi-endente Mor ai terzo giorno
.
.
dopo
55 dannofe che a ragione della bava f i denti dell' animale anno da attraverfare gli abiti groffi, efli vi lafciano in quefti tutquefta ta la loro bava, e l'ammalato non avr la Rabbia . In maniera Anna Chabrier , e Giovanni Montagt-ion tnorficati al braccio, febbene fino all'offo, dal medefimo lupo che Roberto, ma moricati a traverfo de' loro abiti, ne furono liberi, ugualre
:
SULLA Rabbia.
mente che
icati
:
diciaffette abitanti di
Meynes
mor-
ma
io
n storia alquanto
mani o al volto da un animale che non fa fiata feguita dalla Idrofobia, ricorfo a' rimedi!, de quali noi parle-
remo
XII. Tutto ci che noi abbiamo detto En qui , ci dimoRra con chiarezza che nella bava confifle il veleno delia Rabbia, e eh' egli s' intromette o per le vie naturali della faliva , o per
le ferite.
Trovanfi nondimno
caldo
(a)
tre
offervazioni che
poffa
ci
fan crede-
per aver vedute due perfone infette da un folo .fchizzo di bava (13); ed un autore (b) attefla, che un uoed abbondante
Infinuarfi
afficura
(a) Mattioli in Dofcor pag. loOp. (15) Oltre delle morficature , e della faliva de' rabbiofi , fi dee temere ancora il converfare con effi , potendo qualche schizzo di bava faltars alla bocca altrui , ed infettar la faliva ifteffa. Parecchi Medici eziandio an cicalato dimolto, e fono flati in gran confufione ed imbroglio per
decidere
chi
fegUenti punti. Se
il
il
nocumento
refpiro fuo, o
,
fudore dell'arrabbiato toccandofi, nuoccia: f ref il veleno fi atfia l'aria cVefTx efpirano
:
rimanga il fangue ripurgato, o pure gli umori tutti s'infettino: le il mangiare della carne di qualche animale mor. to per Rabbia porti rfchio e fmili altre quiftioni eglino an moffe.Var
tacchi foltanto alla faliva
e
rie opinioni e
ti
.
dicere
fi
fono fchierate,'e
cafi
fi
Ma
,
ci
<li
eh' io poflb
trilli
dopo tante
gli
tefii-
monianze mori ed
,
e fortunofi
fi
che
rigori
ecceffi vi ti-
guardinghi
far fenfo fu di noi, e dobbiamo altres effer puote Perciocch il non aver paura di tal malore farebbe lo ftelTb che fargli un folenne invito, affinch ci vegna tantofto a vifitare e mai ufa rigori fuperflui chi con diligenza cerca di terserfi lunge da un male, che non fuole portar rifpetto a chicchefia.
i
fofpetti
debbono
fi
il
pi che
(b)
Matteo
di
Grado
cotifil.
82.
IL chiamato Coquerano, arrabbi per aver introdotta la mano nella gola di un lupo idrofobo fenza efferne (lato morficato (14). Io fo per de'Cerurici,che an porto fovenrcye fenza pcicolo il dito nella boera Ai perfone , di' et^'t credevano non aver altro che una fquinanzia, come quel contadino di cui il Signor Haguenot ne teflfe la ftoria,e che due giorni dopo era nel colmo della Rabbia: una tal differenza nafce forf perch la faliva dell'uomo non s'infetta a un di preffo come quella del lupa, fopratutto allorch'egli nell'ultimo periodo della Rabbia
$6
Dissertazione
uomo
di riguardo
Perch
XIII. Il
s'mtom'f
fon tfferenn
de'
numerose
la
veemenza
do la quantit ed attivit del veleno ricevuto i.crefcendo amendue ne' fuggetti a ragion del loro temperamento, come l'abbiamo infinuauo ( num.lX, ) 2. In ragione del genere dell'animale che morde; eflendo il refto' uguale, il veleno dei lupo pi attivo di quello del cane
,
(e)
e quefto
,
lo
pi di quello
dell*
di-
uomo
fi
veduta
per efempio
uaa
zitella morficata al
(14)
tica
Il
regl-flro
fi
il
vei'o
piano
della
Tvi'^
credono di veder pi d^i tutti in ogni le pi triviali elTi prendano de' grofl sbagli : ed altri all'incontro veggionfi zoppicanti in crederfi quelle illufioni e deliri, che la femplicit de' talenti ha raefli in voga. Io non fo qui intendere , come mai pofTa reggere quello che fcrive il Signor de Sauvages bench per detto altrui Cio che un uomo avefie avuto il coraggio , e fofTe fiato di petto s fado , eh' abbia introdotta la mano fin
cofa
;
fi
fruovato
un
ugual giudi-
E un lupo drrabbiato, dal quale per altro non fu morfo pure noi fappiamo, che degli animali , e degli uomini tutti, ciafcheduno cerca fuggire dal terribil ceffo del lupo, anche quando non arrabbiato. Si pu qui riflettere , che de' Medici autori colui , che infilza ed anTmaffa tai fogni bizzarri e ftrani egli cercolle oflTervaiioni veritiere tamente fimile a quel lavoratore di campi , che coi buon grano milchia
nella gola di
.
i!
loglio, la felce,
/
fua pol-
ieffione
(e)
sullaRabbia;
nere,
gli
41
di
umori
i.
F
.
temente imbracciato lo feudo per fofienerla . Ed in fatti nella fefta Edizione del Sijlema Naturale cos il Linneo fi fpiegato Chiama il cane, il lupo canis cauda incurva / e la volpe can'ts cauda Jnt/rorfum recurva
:
Per quello fiftema iflefTo ha avuta la forte .di tutti can'ts cauda reBa quei lavorieri^ che dopo aver fatta una luminofa comparfa al mondo, fono poi per difgrazia iti a finire allo Spedale Diftefamente ne ha fcritto
.
Signor Buffon, nella Storia Naturale Tom. Vili. me fia lecito di dirne qualche poco^ Affinch gli animali fi poflano dire della fleffa fpezie, non baflevole la fomiglianza delle parti efterne , ed interai? , f non fi combinino ancoAll' iftinto dobbiamo ricorrere ra i rapporti .degli umori e dell'iftinto per fare un tal giudizio. Se fi accoppiano, e f generano, fi debbono ftimare fimili . Or il lodato Signor de Buffon allev una lupa di due o tre mefi con un maftino .della fliefla et Rinchiufi foli in un gran cortile , fenza conofcere altro individuo de' lor fimili , furono cufioditi col per tre anni Cominciarono .allora a litigare, effendo intanto la lupa pi feroce, pi debole, e '1 cane pi manfiieto , ma pi forte. S' inafprirono fi crebbero Je zuffe i litigi e non oftante gli ftimoli dell' amore , divennero pi intrattabili ; ed alla fine termin Ja fcena , che il cane amcontro
il
, . .
.
Inoltre il niedefimo Buffon a due volponi fece appreifache ftavano in caldo. Il volpone davvicino fiutando la cagna ,, non moftrava .defider'io alcuno di volerfi accoppiare t e bench non inferociffe , maifempre diede a divedere una piena indifferenza <)uefle fon tutte prove convincenti , che ci fan tenere per una fola la fentenza fiancheggiata s^al Linneo. Altri adunque fon i motivi, per li quali il cane, il lupo, e la volpe fono gli animali i pi foggetti ad arrabbiare , e non gi la fomiglianza della fpecie , come par che fi credette il Signor Van-Svvieten ( Comment. % 113^''' Boeriaave ). Lupi amem , vnpes , ei dice, canbus jat's fimilia ammalia , etiam fatis frequenter rabiofa fiv.nt Non fi dee qui tacere un errore di Galeno , quando fcriffe al libro fefl:o ile locis affetiis ; che i cani foli , e non altre beftie inciampar poObno nella Rabbia ; nel qual fentimento fu ciecamente feguito dal Fracaflori ( de morbis contagio' fis ). M? la fperienza dimoira il contrario: d io non intendo , come mai r eruditiffimo Girolamo Mercuriale fcufi Galeno ifieffo con dire , che forfi a' tempi fuoi non fi era ancora fcoverta la Rabbia negli altri aniavvegnach quando non altro mali ballerebbe 1' autorit fola di Teocrito-, che a chiari fenfi nomin la Rabbia de' lupi (g) Linneo Fauna Svecic. p, 5.
la
.
mazz
lupa
re delle cagne
&
(h) Ofiervafi
carnivori
anno
gli
umori pi
difpofli
alla
4^
lano quando
D
fi
E R T A Z
,
N E
II.
aprono
alla eorrjjziore
Jenofi
,
Il
SIgrtor
Mead
come
la
tarantola, lo fcorpione
infetti.
la
vipera
mangiando
tanea
fia
altri
[6) In udire da
me, che
la
Rabbia fpon-
continuo delle carni non vorrei che mi veniflc innanzi qualche Pitagorico, o alcun altro auflero poco amico, non che nimico di tal cibo, e faglia in bigoncia , e declami contro 1' ufo delle medefime poich ad ognuno dall'altra parte ; fon noti gl'inconvenienti che nafcono dalla fchietta dieta dell'erbe Nel vero r ufo di quelle rende la macchina fievole , ed inerte alla fatica , il volto fi vefe di pallore, e'I corpo tutto fi difpons a delle ferofe malattie. Se fi dica , che gli uomini antediluviani viveano di erbe , di frutti e grani- alti-a era allora la terra, diverfo il clima , pili foflanziofi i vegevitto
. ,
nominati animali
medefimi Ma mettendoci in veduta il corpo dell'uomo, remo. che la iruttura iHeffa de' vifceri , ne porta a dover ufare I cibi fervendo per dar nutrimento al corpo , dovran mantenere
tabili
.
conofcele
1'
carni.
equili-
e promuovere lo fviluppo degli organi . Or fra tutt' i , fon quelle che contengono maggior quantit di parti nutritive , e faranno adatte e proprie per quegli animali ch'an bifogno di nutrizione , ma contengono poco luogo a poter ricevere molti cibi . L'
cibi le carni
uomo
tarfi
ha uno ftomaco iblo, e corti gl'inteftini perci de'cibi puri erbacei , come fanno i bovi, i montoni,
cani,
i
non pu conteni
cammelli
An-
lupi, e le volpi , che anno il ventriglio men grande di tutti gli altri , fon cofiretti a far ufo di fangue , di carne , di pefci , e di grani affinch, n l'erbe fole cagionino malattie di' languore , n ;e carni fchiette fviluppino mali putridi, il migliore flato quello di noi
i
.
che
Ma
ch'abbiam avuto in forte di abitare quefta bella parte della terra , cio l'Europa, ficcome fu notato dal nobiliflfimo Millord Bacone nella fua Steria della 'vitale della morte. Noi mefcoliam.o le carni, ed i vegetanti. L acqua, l'erbe, e le mineftrc vanno a temperare, inacquare , e raddolcire que' fali mordaci , ed agri che fi fviluppano dalle carni e da'
altri,
fluidi del corpo. Se fi oda dappertutto lodare ilfentimento di Pitagora , che impofe a' fuoi feguaci la dieta dell' erbe per intendere un tale enigj ma non fi dee dar retta alle ricercate interpretazioni di Schmidt , di Antonio Cocchi, e di altri ma deefi credere che la metempficofi ch'egli
dagli Egiziani apprefe, fu la cagione per cui artatamente dJfapprovaffe 1' uccider gli animali , ficcome diftefamente vien efaminato dal Bayle nel
Dizionario
artic.
Pitac^ora
dal
Cudwort
q^ui,
ne] fiflema
intellettuale
Ma
che
il
,S
u
la
j-
J-
Rabbia."
elfendo
(i)
il
43
fangue
Elli
fodatio
difficolt,
lor
eftrema*
mente
ne
,
pelle
denfiflma
(7).
pi
fovente
dal
lupo
e dalla volpe
fia
prirna cagione
'dell'
intendere dell'ufo ftrabocclievole e cattivo delle akali nei cx)rpo pi nuoce in un'ora, che
1'
'di un
anno. Egli
j
non
;
.
debbono abbondare
infieme gli
ele.-
gli olii
le terre,
e l'acqua medefima
ma
tutt'
menti deono
carni
,
(Ter allogati
coq mirabil
teniipra
1' abbondanza de' fali orinofi che fi e quindi n'avvengono le putride malati rende falata e fetida Peggio addiviene f fi mangino carni groffe , rancide , e corrotte , tie come le pi volte i tre detti animali fanno. Lo ftomaco par che le ricufi a gnifa di un veneno; la bile Iguaina un fale venefico, ftruggitore era
per
fi
l'orina
.
e nafce quindi
una gran
fi
febijre
,
cani arrabbiati
ftar fermi,
membra
fentono
non fanno
dimoftrano
un mortale accefo fuoco . (i) Emaflatica e/per. p. pa^.^^. fi a. mancanza della (7) La feconda cagione della Rabbia n* cani trafpirazione infenfibile , eicrei-ione ben neceflaria ne' corpi animali , perch affieme col vapore acquol ella fepara dagli umoi-i tate parti faline^ La trafpirazione cutanea non mica effetto di quell' impeto e liffiviali
tutt'
i
fegni di
che
il
effend <juel
momento
refiftenze
ed inoltre
che benbene aflbmiglianfi a tanti tubi capillari , fono ma effetto folamente dell' aria , che penetrando ne' pori , le medefime afforbe ed imbee. Quefta feparazione intanto, per lo cui mezzo la macchina animale fi fcarica di tante impurit , manfa onninamente ne' cani. Perciocch il teffuto della lor pellC ftrettiffimo, i vafi efalanti vengon premuti e chiufi dalia durezza delle fibre cutanee" che perci 1' aria non vi pu agire n le lue mollecole poflbno penetrarIn quella guifa Impertanto che ne' corpi umani per la mancanza di vi tal ripurgo della pelle nafcono varie malattie , come reumatifmi , podaJe de'vafi cutanei
,
.
gre
ni
febbri putride
fife
convulfioni
e delle altre
fi
purificare
infiammatoria , e cagioni la Rabbia Quefta offer, vazione fu in generale fatta dal Boerhaave , e pi in particolare da Riccardo Mead ( Frati,, de "venenis Tentam. III. (le cane rabido ) , le cui prette parole stimo dovere di qui riferire Originem indagatmuf cate^ai hujus horrendorum morborum , obfervo rabem in cane a febre veheemente ef. obfervo etiam non fudare eanes.- fequtur , ut quum fermento alifici . quo canis fanguis agitatur , non pofftt quemadmodum in aliis animalibur in fuperjciem corporis exomrari . E pi b^fio Ipfecanif in hoc fatu afpeBui
. . .
.
f.
44
gnori Airuc
i5
E R
T A
o N E
ir.
Lifler, Rivalier &c. ^ (Iasione in cui i lupi fon tormentati dalla fame, accalorati interiormente e dove l'elettri; ,
cifmo maggiore (8 j.
febrem prodt
apit
i
5. 1
ReBa
ferus eurfttat
,
caenofa ex
lacryms pieni
non cibum
0 potum
e mafllmameil, divora ,e vi cagiona un interno incendio jlpecialmente in tempo di verno quando effo appetito fraboc chevole , e 1' elettricifmo maggiore Ma fviluppiamo , il pii che per noi fi pu , queflo importante punto Gli animali fon foggtti ad un (8) te ne'
La
lupi
fi
la
li
ed in poco tempo anderebbe la macchina a fi* intrometta , che riparar pofla le perdite degli u
che per l'inedia il fangue acquifl:a,il rot, to equilibrio tra' folidi e cavi del ventricolo , e le parti vicine , fon la
cagione della
moe da cofifFatto rimelTo equilibrio nafce quel che dal cibo noi fentiamo. Il celebre deGorter vi aggiugne la bile ^ la quale unita con altri fughi acri dello ftomaco , infieme vi formano un maravigliofo difTolvente In fatti in alcuni animali, e fpecialmente ne' cani, f fi premala borfetta del fiele, una porzione pi pigra , e crafTa della bile fcende negl' intefini ; e l'altra pii fciolta , potente , e volatile va a fcaricarf dentro il facco del ventricolo Ci infame
,
:
mentaneo
riftoro
quegli animali
1'
la
cui
voracit grandif-
Il
Wale
^
bile vi
trov
ed altri Ofiervatori
ne' cani
il
e ne' lupi la fame per lungo tempo durata , fangue irrorato da un dolce chilo, che ne aflTottigli le agriffime parti non riceve refrigerio, merc la bile, ^ e lo ftomaco che avendo slegati i fuoi fali , quelli con ferocia par che logorano, e mordono le tunidhe la bile iftcffa , dico , fi mette in gran bollore , e cagiona la febbre, il furore , e la Rabbia. Perch poi nella ftagione ad verno la fame fia maggiore che nella fiate ci nafce , non dal perch in
Or quando
non viene
lof
tal
tempo meno
di
umori efcono
vali efalanti
della
onde
la
maggior
quantit
del
langue che nel corpo vi fta, pi umore digeftivo fepara nello flomaco ; ma fibbene dal perch le fibre tutte del corpo meffe in maggior tuono, ed animate dal freddo, producendo le feparazioni abbondevolmente , pi chilo vi fi richiede per effer la maffa del fangUe, e le forze rinfrancate. Se dunque maggiore di verno la fame, pi agevolmente potr nafcere
la
Rabbia,
Ma
U L L A
,
R A
B B
fi
A.
45
di
ftate
nutricano in tempo
voltlam carta. Si afegna medefimamente dal Signor de Sauvages , per render arrabbiati gli animali , il maggior elettricifmo del verno . Per perch nel prointendere il quale articolo , poche parole qui premetto
Ma
,_
greflb dell' opera dovraflene diffufamente parlare . II fluido elettrico , ch' ^ftivato ed con altra fottiliflma il medefimo fuoco elementare
Manza
Natura , e '1 principio eh' entra nelbench non fia dappertutto ugualmente _dila compofizione de' corpi , fperfo E' certo altres che non tutt' i corpi contengono ugual quantit di elettricifmo ; e quelli che ne an meno, ricevono elettricit da quelli che ne an di pi ! Il corpo animale riceve molta elettricit per comunicazione. Il calore poi nocivo dimolto al rauno del detto^ fluido;^ ed al contrario il vapor elettrico facilmente fi ricoglie ne' tempi _e ne' luoghi freddi; e quindi ne' luoghi del Nof t , comecch agghiacciati , dall
unito
,
l'
anima
di
tuttaquanta
la
globi incendiari! , e tante continue bodileguano le lunghe tenebre, ed illuminano' Chi non , fprovveduquelle regioni ne' tempi -della perfetta ofcurifade to delle cognizioni Natur'ali pu rintracciare j perch mai il calore nuoccia cotanto al fluido elettrico, e dall'altra banda tanto gli fia favorevole il freddo. Per l'intelligenza di tal punto dir, che 1' aria un corpo eletelettricifmo
reali
fi ,
producono
quali
tanti
aurore
le
col
di luce . L, ace che riceve dentro di f tanti torrenti , incontro della clafle de' corpi anelettrici; che perci dall'aria prende 1' elettrico vapore , e lo difperde in que' luoghi , dove tali acquidofi conduttori vi mancano, e 1' aria afciutta Io fiffa, e ferma .Ora fe-
qua
fvaporazione dell' acqua . Dove grande , l i vapori yie^ maggiormente faglono nell'atmosfera, ed in confeguente in tai luoghi l'elettricit fi fperde. Per la qual cofa ne' luoghi del Nort, dove nella mancanzai del Sole i freddi, ed i gieli fono grandinimi, poca la fvaporazione; ed in queir aria agghiadata ben fi raccogliono i torrenti del vapor elettrico .
condo
la variet de'
i
climi
diverfa la
fpirano
venti
dove
il
calore
Dall' altra parte ne' luoghi caldi ed umidi , dove i venti fon varn e fpefl, e le nebbie ed i nuvoli non di rada rendon l'aere torbido e fofco^
raercecch
1'
la
quantit del fluido elettrico in eflfa grande, e copiofaraente fi comunica alla macchina degli animali . Il quale fluido inoltre per la forza ed ofcillazione maggiore della fibra in detta ftagione, talmente fi rifcuote e malattia fi ravviva, che cagiona un interno fuoco, atto a far nafcere una
infiammatoria, una gran febbre, e la Rabbia negli animali . Perci fi legpi fredde della ge nelle Relazioni de' Viaggiatori , che nelle regioni Ruffia, in tempo di verno i cani frequentemente divengon rabbiofi ; e nella Siberia dove le nevi e'I ghiado foglion tener il terreno coverto per molti mefi dell'anno , i cani anche arrabbiano e per quello juelle genti varie erbe
anno
4(5
fiate
(,k)
1
D
le
S S
E R T A 2
,
O N E
II.
,
difpongono
fono oflTervati nel cervello, ne' r'^ni , e ne' feni di coloro eh' erano morti per Rabbia, oltre i vermicelli rolli , che fempre 11 veggono nella loro glandola del Vercellon al di mezzo dell' efofago.
fi
vermi,
ferpentati, che
V. Le
circ'.'ftan e
della
Rabbia fpontanea
uell'
uomo
corruzione di umori. Quanto a' vermi che il Signor de Sauit credeva cagionaffero colla loro irritazione la Rabbia; bench egli confefla averli icrupolofamente cercati ne' cadaveri di animali
ne che fviluppa
morti arrabbiati, fenza trovarli; io loro uova : quafi fempre ne' feni frontali ,
perci arrabbiano
(p).,
ci
paiono
capre
,
effetti della
corruzio-
le
e nel
Rahanno tentate per ovviare alle morfure di quefti animali . Una d tali erbe dalla Siberia in quell'anno appunto ftata mandata in Parigi al Si gnor Buffon , come un vantato antidoto contro la Rabbia .
(k)
La
e fetten-
trionale a
ragione
delle ftagioni
:
mi fembra
fianca
(p)
,
poco utile
tre cagioni
quella
le
che f ne fa
non ne diftingue
fin
'
fpecie,
ma
,
folamente.
gradi.
baftevoli
Le
ora fpiegate
e
fon pi che
,
per
corrt
prendere
Ipontanea
ed a puntino effe
.
corrifpon
dono
ci
colle ofservazioni
Ma
parecchi
Medi-
moderni fi an creduto fomigliantcmente , che in tal malattia vi avefsero molta parte i vermi , che ne' cani fovente , ne' lupi , e nelle volpi non d,i rado truovanfi negl' inteftini , e tal fiata fon chiuf come in invogli, a guifa di bitorzoli glandulofi ripieni di minuti e roffigni vermi, ed anche di groffi e folti mucchi di lombrichi. comincer da Ariftotile, il quale Per mentovare prima gli antichi nella lua Storia degli animali Icrifse che le fiere tutte anno un verme Plinio fotto la lor lingua, donde nafce il lor furore, e la falvatichezza poi al libro ventinovefimo della Storia Naturale, defcrive, che fotto la lingua de' cani fi ritrovi un verme, che f da* cagnolini non fi svelle , cagiona in effi la Rabbia : che poi fu cotefto da' Greci chiamato Xvttx , o Aurra , quale appunto il nome della Rabbia. ferMi/c /?</, dice Plinio, ej in lingua canuta , qui "vocatur a Craecis Kvttx , quo exempto infantilfui
antichi
e
, , .
taiulis
U L L A
S.
A B B
.
t^f
labbia comunicata
VI.
La Rabbia
in
due maniere
fi
uomo
ta Plinio medefimo ancora al libro ottavo , poggiato alla lubrica autorit del Columella , erafi avanzato a dire , che f a' cagnolini ne' quaranta d dalla nafcita fi tolga F ultima articolazione delk coda , ed il nervo altres , che fcendendo dalla fpina, arriva alla eftremit della coda iftefla, i cani non arrabbiano. Columella au5lor eft , fon le fue parole , 7? quadragefimo die quam Jtt natus , cajlretur morfu cauda , fummufque ejus articulus ^uferatur , fequen nervo exemlo , nec caudam crefcere , nec canes rahidos
fieri. Il
til
P. Arduino nella nota a tal luogo colla fcorta di Plinio, and a rifcontrare il Columella: e trov che quello Scrittore, die fuori, e vental
Et
ut plurimi pa-
fiores affrmant
morlms buie generi Molti Scrittori avean creduto , che quel corpo che nel cane fotto la Jingua ha le divife del verme, foffe noli' altro che un grumo fanguigno ^ o pure un lunghetto polipo nelle vene ranine formato. Ma Cafferio fi fu il primo, il quale in un'op?ra che vedde la luce pubblica nell'anno lip, prov che quello pretefo verme , era un vero mufcolo meffo dalla Natura fotto la lingua de' cani, affinch effi poteffero comodamente lambire.
rabies arcetur
,
laetifer
Ulifle
Aldrovando,
e Cafparre a
corpo vermicolare
ifteffo, folTe
feriffero
che quel
pleflb di
Dopo tutti quefti il Signor Morgagni , il pi laboriofo , e curato fra gli antichi e moderni Notomifti , che non s' intertenne nello ftretto fentiero d'aprir cadaveri umani, ma fece marciar di pari la No-
tomia dell' uomo e quella degli animali , volle anche far pruova della fua fcrupolofa minutifTima diligenza in far tagli, divifioni, ed efami nel detto corpo vermicolare che fi giace nella lingua de' cani . Egli dopo aver tagliati a tal fine quindici cani di diverfa grandezza e di varia et ,
Verme,
avea nominato effi collantemente trov ci che Plinio che nell'ultimo ch'era d'un macellaio , e da cui per avventura era flato fvelto , bench nelfun marchio, o fegno fotto della lingua vi aveffe offervato In rapporto alla lunghezza di tal corpo , ne' cain quattordici di fuori
.
ni
grandi
il
e ne'
mezzani
di
llatura di
due
;
La
vale
fi-
gura lunga
e s'impianta;
affottigliato
dire pi fottile
e pi
acuto
filo
di dietro appoco appoco contraendofi , fi tendinofo e bianchiccio, uguale per lo pi ai corpo donde uciva. Cammina inoltre in mezzo a' mufcoli iliperficialdalla
ma
parte
riduce
come
in figura di
48
la dalla
il
Dissertazione
H.
bava dell'animale; o ipure la bava di eflb infetta fubito fangue mediante un morfo, ed in feguito l'infezione fi comu/-
mente, toccando
pellicola o
1'
eflerna
membranetta
le
fi
che involge
la
lingua;
la
quale
,
membrana
efterna
un lombrico compoflo
.
di due parti,
e di un altro roflb Sull'ufo che ha poi tale corpo, che fta lotto la lingua del .cane , cosi ragiona il lodato Morgagni { Ds jedibus , caiifis morboi-tim &c. Ite, I. Epj. Vili. .35. ) Qi^<e cum itaftnt , prficlive ^ejt ntelligere hoc tllud effe , licei uermis non fit , pr -verme tamen a canum lingua .dmebatur fic pariter Intelligitiir , nec ejje nervum cum Condronchio , &" .aliis vifum neque ullius vicini mufeuii partir. Num vero ipfum mufiuJus fn , quod Cajferius credebat ad lingendam datus , an potius mixtum ex multiplipi fubjiantiae genere peculiare corpus , quo pr longitudine tenuior ca-ium lingua firmeiur ., fuifque in nwtibus ad'
di un pezzo bianco,
&
_,
&
juvetur
medio relinquo , praefertim cum ignorem /ja&enus, quid difcriminis in animantibus tributum Jt , linguae motibus inter eos ctines quibus ,ej exemtum^ caeteros intercedat Torniamo a noi. Dopo che per la gran pazienza ed incomprenfibile fatica de' moderni fi fono fparfi tanti fudori per rintracciar la nafcita gli sviluppi e l' indo,,
nunc quidem
in
num
& &
j,
le degl'infetti
e de'
vermi per
.,
.
fi
elfi
ne""
in
Si
gatti
e ne' falvatici
,
nell' iftrice,,
,
e nelle
pecore;
ma
pi fpecialmente ne' cani nc^ lupi Ne' cani , e pi ne' e nelle volpi bracchi fi {^on veduti de' lombrichi bianchi o lattati, lunghi, non ritondi, ma falcati, che allungayanfi., e fi fcorciavano a lor piacimento : fovente eran tenacemente appiccati all' interna tunica degrintefUii , ed aven-
do
le
la tefta
come una
vi
polmoni
d'
ama volpe
quali racchiudeva
1'
un lombrichetto
,
Filofofia
vermini
.animali
del
.
e di
morbi
,
altres
A
;
modo
il
fi
opera
vermi
,
feme
che
vainolo,
fcabbia
la lue
; i
venerea
la tifichezza
la
le
veleni tutti,
e finanche
piccoli viventi..
da
ripet la
yeudo
ragiorlato fu de'
Rabbia degli animali e degli uomini . Il vermi che trovanli ne' cani, e ne' cadaveri eziandio
57 un arrabbiato giovane languire per lo fpazlo di un mefe in una Rabbia fcoperta , e poi guarire ; ciocch non s' oflervato dopo i morfi degli altri animali. 3.1n ragionedel_ feffo: nelle femine idrofobe , generalmente parlando , i fintomi fono man violenti , che negli uomini le quattro donne di Meynes morirono tranquillamente (e) i due uomini, de quali fi fa raen2one nella medefima opera, dovettero effer legati (15). 4. Il refto effendo uguale , la forza della Rabbia corrifponde alla for^
SULLA Rabbia
to (d)
da.
ha. Noi offerviamo la fteffa conell' altre malattie acute , che , , fono sforzi che fa la natura per liberarfi dalle materie morbifiche (i(5j: dunque il pericolo effendo eguale, gli sforzi fono proza ordinaria del fuggetto che
fa nelle
1'
pleurisie
frenefie
H
()
IJl.
irri-
delf ^ccad. l6gg. Signor AR'ruc Diifert. de tydropk ., (iS) II fenomeno perch le femmine anno' i finfomi della Rabbia pri cor miti , che non gli uomini nafce dalla particolare orditura del lor p. Elle anno la coft'ituzione delle fibre molto debole, la membrana cellulofa pi di graffo ripiena, le offa pi:i molli, la forza del corpo minore, e che ferva precifo rapporto con quella del pollo ^ il quale bench
(e)
II
^
...
pi
celei'e,
tuttavia pii
,
fievole
fi
ravvifa
i
tale
tempra
alle
femmine
fu neceffaria
vfceri e la
la
medefima
Or
ne per cui
pi leggieri
fi
offerva.no
effendo
le
inchinate a de' mali che nafcono da calore , e meno particelle focofe contengono negli umori , e minore eziandio io firopiccio delle parti {16) Non tutte le malatte avvengono in Ogni et, ed in ogni difpo
femmine
.
inoltre
men
.
e io fteffo dicali le polmone non an lUogo ugualmente in tutt i luggetti. Ed egli chiaro, che le innammag'oni pi di leggieri fi producono in coloro eh' an corporatura pi forte, temperamento pi fanguigno, e fluidi pi denfi e lifeccati ; e ne' quali con facilit nafcono de travafanienti nella cellufofa membrana, e fi formano benanche delle colli-
Le
pleurise o fcarmane
,
morbi infiammatorii
Rabbia
Nella quazioni, effendo ne' corpi adulti la fecchezza la lima del calore fi veggiono i caratteri veri d' un male infiammatorio , e troveremo verificate le medeiime leggi delle altre infiammazioni.
.
^8
irritato (f),
BlSSBRTAZIONEir.
,
lcature
non folamenre fa pi grandi, e pi numerofe raof. perci egli comunica pi veleno , ma ancora in ra
il
come
.
i'
efpe
perfuaduno
e
6.
Fi
nalmente
dante
Rabbia
nel
tempo del
pi abbon
la Tnorficatura
o dell'infezione,
,
veleno effendo
e
la
e pi efaltato
T irritazione
maggiori, il veleno agir pi prefto, e pi fortemente, nella ra^ gion ccmpofa di quella di tutte quelle condizioni. Donde facilmente conckTderi,che gl'Idrofobi debbono differire molto tra lo=
To, come effettivamente offervad.
Due
La
volatile.
comporta di due parche bifogna diftinguere; cio d'una fifl,ch' quella fchiumoia e glutinofa che cade fotto i fenfi , 1' altra volatile ed ignea, che facilmente fvapora. QLiefta produce verifimilmente delle punture vive fimil agli (imoli del fuoco , che Giovanna Dajonne,
t
Maria
Beliffier di
Meynes
ammalati del Mattioli artraverfo la pelle mente svapora nel tempo della morficatura
appreffo, in che
ma
.
modo
che
fi
la
parte
,
fiffa
tro la piaga
fi
renda volatile
fuoco divorinte
diffonde
malato
cagio-
La
(f) In ogni tempo
fi
rpuarc'ata la
,
e degli
uomjni
come velenofa
Becker
in
Microc.
Med
vato*
IJoan. cent.
obj.
sullaRabbia;
La
fjfa.
i9
XV. Quando la bava nnn n calda j ne abbondevole, ne fommamente attiva, e che cosi punture alla parte morficata non vi cagiona, quefta piaga non differifce dalle piaghe ordinarie, e noa
velenofe;
ella
arriva in
cos'i
si
perfetta guafi
rigione, che gli ammalati, o per meglio dire i morficati, curano facilmente fopra gli avvenimenti futuri (17) j
di
afsi-
vi
ha
fieno totalmente dimenticati della cagione, e della occafione della Rabbia , quando ne fono attaccati (g) .
fi
Un
male futuro verfo di cui non fi vede difpofizione alcuna, n f ne fcorge verun fegno , ferifce poco lo fpirito delle perfona occupate nella cura di vivere alla giornata , dir voglio de' contadini che fono per lo pii^i efpofti a tali forte di morfirnoifempre fperimentamo , che quando la pafTiani bene j noi\ penfiama
a potere divenir malati.
La
i' (17) Il feguto delle morfure degli animali arrabbiati per nulla ^ verfo da tutte le altre forti di punture , o di ferite . Siccome in ogni ferita fulla prima fi fente il dolore, e n' efce del fangue perla rottura de' vafi,n altro fi offerva; cos i cani rabbiofi mordendo, tagliano e rompo-
no co' denti le fibre , e i vafi,e i nervi j la qual rottura all'anima prefenta queir ingrata fenfazione , che mal grado foffre, e che s'impegna di togliere. In quefte poche parole confifte la teora cotanto intralciata del dolore, che altro non , che un'azione pi o men gagliarda fugli organi de fencio fu i nervi . Tutto ci che muove i medefimi dilicatamente, con fi temperatura, e con mollezza, egli cagione di piacere, un fentimen,
to dolce e caro : ficcome all'incontro ci che urta con veemenza,, cagione di dolore. Dopo qualche tempo i vali naturalmente ritirandofi, comincia a fentirfi nuovo dolore, che nafce-dalle {tirature delle fibre adiacenti , che produce 1' arroffimento ne' lembi Allora i' iffluffo del fangue maggiore , il moto crefciuto , e le pulfazioni augumentate delle rninimc Pofcia fi vede ufcire un arteriuzze, vi cagionano la febbre, e'I calore
. .
che dura finch la piaga fi cicatrizza, e fana Ma la parte tenace e fiffa del veleno, che rimane a guifa di glutine attaccata alle fibre folide , fa fiare per qualche tempo il morficato in quiete ed in perfetta pace Alla pur fine rendendofi volatile, e ne'nervi intromettendofi: produce rorrorofa fcena de' tanti fintomi.
liquore tenace
,
bianchiccio
e craflb
(g)
Mead
do
Dissertazione
La
XVI. La
parte
fijfa fi
IL
fifla
e vifcofa della
bava
eh'
fenza difEcol,
t il
fi
inuguale
della piaga
fi
attacca
eziandio
medefima meccain
appicca al teffuto di
,
pan-
no
perch n
il
n la fuppurazione che
fopravviene ben pretto, n i digerivi che fi foprammettono, poffono toglierla, e che a capo di 40. giorni ella ci dona fegni di fua prefenza , ( poich fenz' alcune cagioni evidenti la cicatrice s'infiamma, fi rileva a guifa di ricamo, e qualche volta fi riapre );
fi
rifentono le medefime
vedefi infine
ufcire
fuoco
punture , fimili agli ftimoli del una fante virulenta , forieri tutti
Ejfa
il
no
XVII. Quefta bava glutinofa contiene evidentemente il veledella Rabbia , ma molto inviluppato , e che ha bi fogno di
una lunga cozione, o preparazione per divenir atto a, produrre quefto effetto, poich quefto efferto tarda si lungo teippo a mail volatile pu svaporarfene fenza eh' effa pefda la fua nifeftarfi virt. In fatti la bava antica diffeccata 'fopra gli abiti prima che
:
fi
foffero
portati
alla
,
rivenditrice
ed abbandonato da
anni
, ,
non lakia
di
la
colla faliva
infinuata
ancora dentro una piaga. Q_uindi che una goccia di marcia ca-
come
f
fi
fa
nella Georgia
ed in qualche Pro-
vincia d'Inghilterra,
(h) Coelus
^ure. C.
i.
Schenk de
veneti,
Mod.
Stloftac,
S attrae
fpeci-
men
(i)
3.
obi.
^.
SULLA Rabbia.'
clofi
denl-ro
una puntura
fatta
al
braccio
dopo
(k)
Nienti? ne pajfa
fangue
.bava paffafle fubto dalla piaga nella maffa dovrebbe fvegliare la R-abbia in un iflante ; , perciocch vedeli da' fintomi, che quando il veleno pronto ad agire dentro la piaga, infetta il fangue nel medefimo giorno, e neir ifteffo tempo la Rabbia comparifce ; avendo aUronde ofiervato, che quando la bava immediatamente mefcolata colla faora noi liva, non tarda che pochi giorni a svilupparfi (Vili)
XVIII. Se quefta
fangue
ella
del
vedremo
pii^i
appreffo
infettato, il veleno corpo, ed infetta nel che (Juefta bava lafciata dentro la piaga non produce alcun effetto per lo fpazio di uno o due mefi ^ bifogna che vi fia ritenuta fotto una forma che non gli permetta d' infettare il fangue in tutto quello tempo ; ed in fatti una bava glutinofa fin-
(XXVIII) che dal momento che il fangue fi fpande in meno d' un'ora per tutto il tempo medefimo la faliva. Adunque giac-
tantoch conferva ia fua vifcofita , pu elTer imbevuta ed attacficcome il graffo s'attacca al drappo, che non fi dilata f non ad alcune linee all'intorno: effa pu refiftere al
carfi-alla piaga,
le
paffano accanto
,
come
attaccata pi
fortemente
a'folidi
che
a'fluidi
Quindi
di
ta dall'acqua.
La
fondiamo, oltre
l'efpe-
riea-
(k)
Nel
bambini
il
efendo flato
del
vaiuolo
o non
,
la
vide
TranfaB;
parte
Philofo-ph.
(18)
La
glutinofa
,
veneno
il
della
Rabbia rimane
per molto
tempo
re,
cTie
finch
altre
fangue infetta.
fi
.
Non
deefi
per crede-
certe parti s, ed
n degli umori
attacchino,'
non
ef-
fendovi ragione alcuna che tal fentenza confermi Si pu fare un paragone_ tra ci che accade al vaiuolo, e al veleno onde parliamo. Amenduni fi polfono repirtre eoise fermenti che producono de' lor fimili
(1)
Hamberger
e/,
phj/f.
i%6. 187.
I S S E R. T A Z I ^} O N E IL rienza, aimoftrata a lun^o ne^'li elementi di tifica del Signor Harnb.=rger ( . i8d. 187. ) {19).
Perforza dell'attrazione era nota in qualche modo ad alcuni de*" Filolofi antichi bench ne ignoraflero eglino le leggi colle quali opera^ va^, (jiovanni Keplero conobbe ancora ofcuramente quefia propriet [ig)
La
ne
ito
corpi
iftelTo
il
colla
,
medefma
cerc difcifrare
concetto
ma
fenza tanti
artifiziofi .velami,
Cayalier Newton ; ed in feguito ebbevi de' Signori Keill , ,_Keine e degli altri , che \ queda tal forza e delle fue leggi fi fon ferviti nella fpiegazione de' varii fenomeni naturali. Nel vero ne fon tante- pruove la gravit de' corpi la durezza, la mollezza , 1' elafticit di alcuni altri, la rifrazione e rifleffione della luce, l'unione delle particelle del mercurio, e l'attacco di certi fluidi e delle mollecole dell' aria a' corpi medefimi Perci- lo fleffo Newton nelle fue Qullmi oittchecoU
W'iftlion
,
..
fommo
la
forza
attraente
intraprefc
di fp legare
,
varii
,
la
nutrizione
,
allora
foventemente il Signor de Sauvages nelle fue opere mediche le n avvale , e qui precifamente dalle medefime ripete I' attacco della bava del cane al luogo della morficatura fenza che nel fangue s' intrometta.. Debbono effere brevemente quelle leggi qui notate per lo rilchiaramento. del Tello.
Fnmieramente i fluidi il attaccano a' folidi che fono fpecificamentspi gravi di elfi- ed a quegli altres che anno gravit fpecifica uguale E quanto pi i detti fluidi s' avvicinano- alla gravit fpecifica del folido,, tznto pi fortemente con quello fi attragaono i Hanlberger Elementi d sijica ^^. 157-. 158. yg,.Q jj Q j^g^ j _ jj, mercurio perch ha minor ^ gravit fpecifica dell' oro fi attacca all'ora , ; ma non fi appicca egli al legno Se^ allo fleflo oro s'attrarr applichino il l'acqua
.. ..
fi
mercurio
..
Ma
e ad
mi
fi
dir:
metalli
perch
,
il
mercu-
fl:agno
altri
quali anno
gravit fpecifica ? La rifpofta pronta . La gravit fpeelementi di un corpo non fempre fi giudica da quella i un gfan volume e fovente bench un corpo fia di minore gravit fpecifica eli un fluido^* tuttavia le minimiffime parti fan maggiore. N'abbiam 1' elempio per le mani di una nave,, che nel mare galleggia, e poi di ac
di^ elfo
minore
cifica degli
qua nempiendofi, fi fommerge che il piombo Qiiindi oflervando noi melTo nel mercurio prima nuota indi dopa' eiTerfene imbeuta, va al fondo ; dobbiam conchiudere che il piomba ( e \o fteffa dicafi dt tutti , gli altri metalli che col mercurio fi amalgamana ) , fieno di maggior gravit fpecifica del mercurio msdefmio Meritano- di efler qui riferite le
..
,,
pret-
U L L A
A B B
A."
6^
XIX.
fa
Si
tratta
in
adunque
di
bava, ed
umano,
il
motivo per
cui
una
mucofira infipida e glutinofa, che non in iftato d'irritare una piaga per un mefe e pi di fogglorno eh' cffa vi fa , pofla d. venire un velno terribile che in un fubito infetter il fangue
e fopratutto
la
faliva
pi
toflo
la
mucofita
della
gola
fintomi della Rabbia. Per venirne a capo i principii della Meccanica , e della Fifica , ficcome offerva Boe(
rhaave
Oratio
8. )
La Chimica,
la
Piro-
Hamberger
,
del paragrafo
,
charta
linteamina
Cum tgt151. della fua Fifica Jpongia &c, , fi aqua repUantur jubfi'
.
deant in aqua j hemque argentum , plumbum , flatnnum mercurio repleta , fubfideant in mercurio-^ paniculae folidae lgui , chartae^ lrteaminum, fpongiae &c. particul/s aquae, particuae metallicae argenti^ plumbl^Jamniy
&
erunt fpecfice gravores Or ficcome di quefle leggi fi avvalfe il Signor de Sauva^es per Ifpiegare le azioni particolari de' medicamenti , la falita de' fluidi ne' tubi
capillari
,
tnercurii particulis
che
fi
fanno
nella
macchina
dell'
uomo*
perch la bava, o '1 veleno rabhiofo dalle parti folide rimanga attratto, ed al fangue od agli umori non fi comunichi , tuttocch quefti vi paffino di fopra Pi la gravit fpecifica della bava s'avvicina a quella delle fibre, che non s'
a'
medefimi principii
egli
fluidi del corpo i Intanto il Signor Mufchembio negli EleFfca Toip. I. Gap. XVIir. , e nel libro altres Elfai de Phy ftque pag. 5 ,7. molti argomenti ha recati contro le leggi di Hamberger, co* quali Alberto Haller cerc confutare il fiftema della fecrezione del medefimo , ficcome ^uote leggerfi , e nelle note alle Prelezioni Accademi. che del Boerhaave , e nel gran corpo della Fifiologia meJefimamente. Ma ficcome tali argomenti altro non provano , che fovente fluidi denf fi attacchina a' corpi di minor pefo fpecifico j di leggieri a' medefimi fi rifponde, diftinguendo la gravit fpecifica in ragione della mole , ed in
accollano
menti
di
Hamberger. (m) Rabiofus canis quo deducit hominem ? Quid anatome quid hmnorum (Ognitio, quid perfpsclus eorum circuitus quid Mathefis, quid Plyfica juvat y
i<5.
quella delle parti componenti , come balla leggere gli Scolii del paragrafo
fi
notato
della
poc' anzi
Fifica di
Ma
per ora
j-
Dissertazione
rifchiarata e
1'
II.
una
e l'altra
(20),
ini
Je.
cWaramente divifato ,, donde nafca Ja Rabbia ne' cavie di comunicazione di tal veleno, e come quefo ri'
.
manga Affato ed attratto dalle fibre folide del luogo morfcato Deefi ora venire alla fpiegazione di tante bizzarre apparenze che fi veggiono negli
quando effo veleno fi fviluppa Certamente in ogni tempo i una certa curiofit a tutti gli uomini comune, e per affodare fij d'una ben ferma teora il metodo della cura da tenerf , vi fono andati maifempre fpeculando e riieditando E chi porge un' occhiata alle varie Scuole de' medefimi , vedr quanti ingegnofi ffiemi fi fienoarrabbiati
,
.
Medici,
e per
fchierati
quante ragioni
fi
fon lambiccate
meni
ga
ta
,
e-gli
effetti
della Rabbia:
,:
ma
effendofi- poi
trovati infuffiftenti
che
e'I
e confinati nella regione de'fogni. Ed egU non fi nieNatura le pii^ volte ci tenga la verit la fcorcio la luce foflegno dell'animo, cos riporta, e di mille buccie fafciata, che
la
,
,.
noi
confinati
nel
gufcio
di
quella
fecciofa
terra
.
gaifa
di
chi
fi
truova nella nebbia, poco poffiamo difiinguere Ma altri dal dlfagio deli' imprefa non inviliti avendo- pi penetrev^ole la veduta , an chiefto di metter in chiaro tutta la ferie de'fintomi di cofffatta malattia Il Signor de Sauvages , fccome f-ato uno di quei chiariffimi Medici che nella
,,
.
ha dati fuori de' gloriofi penfamenti ; cos il fifema eh' ha propofto fulle cagioni , e fulla cura della Rabbia , ha avuta gran voga, ed lavorato con bella maeflra,
egli
l primo principio da cui egli trae le confeguenze fi la Chimica fcienza Ja pi bella, vaga , e maravigliofa , e fenza cui non fi pu agevolmente operare j e la Medicina in avviluppati fentieri , ed in confufi
fi aggii-erebbe Qui non fi parla di quella fcienza vana , e contante millantere profeffata da alcuni, che con mifieriofi colori an fatto vifia di faper cofe di molto rilievo: ma s'intende di quella nobiliffima
,'
labirinti
lenza
ne a
la
cui fcorta
poco felice fine tante opinioni mediche anderebbofecondo principio fi la dottrina dell' elettricifmo ha fvelato un mondo nuovo, ed ha fcoverto unsi gr?.n
a
paffi
e perfezione ha recato alla fcienza che non folo per le utili cognizioni eh' ila fomminiftrate, ma eziandio per quel maravigliofo fcroUoche fuole reca^ re, pu togliere varie infermit da' corpi umani Le applicazioni di
lecreto
eh' a
.
gran
ornafliento
della
Natura
Anzi evvi
di
pi
quefti
fi
sullaRabbia.
Domande Chimiche,
I.
<^5
Doma?ida.
X.Y. Ella una verit ben riconofciuta in queflo fecolo , che ogni fugo elirarto da un corpo animale , almeno da un quadrupede, e che ne ha per un giorno provate Je forze vitali, eifendo confervato in un luogo preflb a poco del calore del corpo umano, fi altera col tempo , di modo che per infipido che folle, e buono per la nutrizione, acquifta nondimeno fapore, odore, e
fiffo
e glutinofo
ch'egli
, diviene fluido e volatiliiTimo, penetrante, e proprio a cagionare, f fi prenda internamente, mali di cuore (nj, naufee , e
fincopi; e
egli
fe finalmente fi diftilli al minimo grado di fuoco (o), fomminiftra una gran quantit di fale alcalino volatile , di
olio,
odi
,
zolfo
fetido, e
di- fosforo
(p).
Cos\
camminano lentamente dentro gli organi fecretorii tendono a quel moto inteftino che fa una tale corEgli vero che il moto progreflivo del fangue disvia ruzione ixi pane quefto movimento inteftino che nafce dalla fcambievole
foprattutto quelli che
.
attrazione delle particelle del mifto,eche la feparazione continua chi il fa dentro i colatoi delle parti efcrementizie le pi corrotte
,
depura
il
fangue (q)
ed impedifce
,
la
putrefazione
(r)
ma
o dimora in un luogo , conie arriva agli emuntorii, alle cancrene, alle fiflole, alle carie, vi diviene puzzolente, e predo o tardi vi s'imputridifce alterancofi ruieiTo (angue, f qualche veleno o fermento marcendofi infettato l' ha XXL La bava un liquore animale, e firanlero al corpo, u-
fubao che
ari
liquore rifiagna
maao
(n)
(oj
eh' fiata gi
dell' ani-
ma-
(p) P. '.efaBio pr effe&u ultimo dat alea putrida , foetidofque alcalinos volatiles h'/es , numquam acida , nec fpiritofa inflammabilia , qualis ejl
fpiritus vini
(q)
(r)
Sthal. Theor.
fed quidem phofphorica. Boerhaave Chem. Tom. 1. pag. 105. med. pag. 610.
Conjitutio corporis
eft
.
humani
ex
fua
mixtiefie
penitijjms
conuptionibits
tota obnoxia
Sthal.
<^^
Dissertazione
,
II.
male arrabbiato
fuperficie del
ed ora arrecata
,
corpo
dove
,
circolazione lentiffima
il calore mezzano tra quello quello del fangue farebbe dunque molto frano^ ch'efla non vi provaffe prefio o tardi i cangiamenti a' quali ogni liquore de' quadrupedi pefci,. uccelli &c. foggetto in fmiili cir. ^ cofanze (21)
dove
dell'aria,
(21) Ecco il primo gran fenomeno cHe dee efaminarfi qual' la ra<^ gione per cui il veneno o la bava del cane arrabbiato ,. fi trattenga per quaranta e pi giorni nella ferita fenza recare minimiffimo danno j e poi^ a guifa di repentino incendio , fviluppa una. cotanto maligna malattia ? Si dee in ogni conto far ricorfo alla Chimica,
:
Tutt i corpi della Natura ch'ai noftro guardo s'apprefentano , col rrvolgimento del tempo fon' foggetti a de' varii cangiamenti j ma non tutti nel modo ifteflb. I corpi inerti , eroe i metalli , i femimetalli , gir
zom, le ten-e , i fali , e le pietre che noi camminando premiamo , pof lono difcioglierfi folamente e ricevere cangiamento nella difpofizione va^ , ria delle parti Ma ben diverfamente mutano i corpi organici , o vegetabili, o' animali che fieno Non v' ha pianta, che fvelta da terra quando verdeggia, che tenendofi all'arra efpofla non fi guarti medefimae ; mente non v corpo animale, che non s'imputridifca . La putrefazione
. .
non
mica diverfa dalla fermentazione; anzich l'ultimo grado avanzato_ di quefl-a Le parti dell' aria fon quelle che nelle dette foftanze im.
prigionate e riftrette, fan forza col lora elatere allargate , fan ; e quindi che nuova aria vi entri, onde il moto , il rigonfiamento delle particelle, e lo icjoglierfi delle mcdefime n'avviene. Gli^ effetti della fermentazione, e della putrefazione variano infra loro. Se non s'ottenga un fak alcalino volatile o urinofo, non pu dirfi u-n corpo elTet; putrefatto. Se cofiffatte adunque fono le mutazioni che fi fanno nelle parti anima^
maraviglia non fia f la bava , o la parte inerte e paniofa del vedel cane, che nell'atro del morfo fi comunica parte e nafce dalla fierofa del fangue, che a guifa di chiara d'uovo fi rapprende e fi ofcura; ie la bava, ripeto, vifcofa il e fi/fa com'ej'la , meflTa in luogo , dove
li
,
,
neno
s'imputridifca,
la
ma dopo
fenfibile
fpazio
,.
d'
appoforza del caldo e l'aria altres co appoco vi agifcono, e l'affottigliano , onde un'aura velenofa sbrigane flou, nell'interao fi comunica.
U L L A
R A
TB
^7
IL Doma fida.
XXII. Qimnto pi un iiquore m picciol volume,
':
glutinofo
untuofo
,
cutlod-
to dall'aria,
meno
rifcaldato
,
tanro
pi
tarda a marcire
cosi
il
fecondo
guifa
,
ch'egli
meno
efpoflo
il
aria ed al calorede'
,
In
ci
quella
trovanfi
dentro
petto degl'idropici
lor baffo
,
moc-
biancaftri
ed
una
linfa
gialla nel
ventre
al
che vi
effeiido
riparo dell'
denti, efpo-
quandoch un pezzetto
;
di carne lafciato
,
traili
in una corrompe nei termine di otto o dieci giorni &c^ Sarebbe dunque iiuiravigliofo che la bava rimafta r piccola quantit dentro una cicatrice, non efpofla all' aria , vifcofa com' ella , non pu tardarvi trenta o quaranta
fi
rende
putrido
notte
fangue travafto
,
fi
fenz' alreranl
,
foprattutto in
al ireddo (*}.
la
mano o
la
gamba
efpofla
ejja
in feguito vi pijfa
in poco tempo,,
XXIII. Siccome 1' acqua non fi gonfia , n bolle che appoco appoco a proporzione ch' efpofta ad un fuoco fucceffivamen te pi grande , o pi lungo tempo ad un fuoco uniforme ; ma quando
I
2
'Una
OSSERVAZIONE.
(*)
Nel mefe
il
de' dolori
calori
e de' fudori
alternativamente
,
va determinarfi a fciacquare i bicchieri e fi ritira dalia credenza piangendo j chiamato rifponde con una voce afpra ; fi fofpetta ammalato , dice di n; f gli offre un brodo lo tracanna con molta pena e flraordi=i nari e contorfioni Egli ne bevve ancora fino alla morte fi fofpetta male alla gola , ma niente fi vede al fondo della bocca Fu fegnato quella fera , replicandofi il falafTo il d feguente era molto accalprato , cacciava.
.
: .
gran
<58
I 5 5 " R T A Z I N E II. ha concepito un grado dererminato di calore in modo, che non pu oltrepaflare ; fi gonfia allora fenfibilmente, e bolle quafi in un fubito , ci che accade ancora al mu'lo che fi
una volta
ella
difpone a fern^en tare non altramenti che i liquori animali efpofli ad una digeftione o movimento inteftino delle particelle del fuoco elementare, ch' l'agente di tutti quelli movimenti fpon:
un tratto, dopo il tempo richiedo , fegni della in quella maniera la carne , che dopo alcuni giorni femplicemente tenera, mortificata, e buona a mangiarfi , diviene in un giorno s\ differente da quel eh' era la fera,
loro putrefazione
:
tanei, danno in
eflendo puzzolente
marcita
ed ancora velenofiffima
Ejjett't
XXIV. La bava
tardi giungere al e
dunque, o
corruzione
prefto,
fi
fua
efalta,
fi manifefta per le ragioni di fopra narrate , e produrre in quefta parte allora gli effetti di un veleno alcali- volatile, igneo, e fulfureo cio a dire irritarla ed infiammarla , far riaprire la
:
ci-
mofaj trem tutto il t?mpo eh' ebb^ il braccio fuori del letto; non avendo giammai calore pi acre, n febbre pi forte La fera a quattro ore fopravviene una fpaventevole inquietitudine quattro perfone ftentavano impedire di fuggirfene al nome di Dio alcnetevi, diceva agli alianti, di menare il fiato verfo di me, e chiudete tutto, affinch non entri aria alcuna nella camera Allora fi foche mi di ftrano incomodo fpett la Rabbia e qualche cofa fcopr dell'origine di quello male. fi
.
ro
Circa due ore di notte la febbre, i fudori, le agitazioni furiofe fi crebbevolere morficar tutti ; tentava menar la fua bava fopra ; minacciava quelli che lo tenevano , o che fi avvicinavano non rifpcttava che fuo ; padre ; aveva pertanto tutta la fua ragione pregava Iddio continuamente;
,
alcune ore avanti aveva ricevuti i Sacramenti frinfe tra i fuoi denti il ; dito del Prete che gli fece 1' Unzione fopra le labbra, egli ne fece fubi-
Finalmente le convulfioni tornarono per tre volte, in mor a mezza notte Relazione comunicata dal Signor G. Il cane arrabcelebre Medico biato l avea morficato alla gamba la pronta guarigione della ferita /' a.
to le fue feufe
una
^
delle quali
'^
veva
fatto dimenticare
SULLA Rabbia.
cicatrice
,
6p
di
,
difFonderfene in parte
fotto
la
forma
folidi
una fanie
mefce
co'
volatile, di
fi
minor gravita
fluidi
fpecifica
,
che
e
il
s
fangne
infinua
ed
che vi circolano
fi
nel tefluco
vofe, che vi
trovano (22).
.
che infetter ben che la maggior , parte de' veleni della clafTe degli animali; effetti che in dilferenti tempi della malattia appariranno contrarli tra loro , ma che dipendono originalmente da quefla medefima cagione, e fono in
XXV. Ecco un
gli
veleno preparato
e produrr
i
efaltato
preRo
umori
medefimi
effetti
feguito variati per lo concorfo delle cagioni motrici che vano- nel corpo vivente . Bifogna dunque bene diftinguere
,
fi
tro-
il
tem-
p in quefta malattia, e foprattutto il principio e l'accrefcimento, che durano due o tre giorni dallo f^ato d forza e vigore del male , nel quale dopo uno o due giorni il malato perifce, XXVI. Non vi alcun veleno animale conofciuto, che ricevuto nel corpo non produca de' fintomi che dinotano fpeffezza di
fangue
:
(s)
ribrezzi, la
picciolezza
l'abbattimento delle forze, la triftezza , e '1 de, lirio, formano il principio di quefle malattie, dell' ifteflb modo che quello delle febbri maligne, della pefte,&c.(2 3) Perquefo gli
fo, le fincopi
au(22) Si comprende da chlccheffia , in quale gufa fi pu il veneno rabbiofo aflbttigliare La fua parte glutinofa mentre nel luogo del morfo f ne giace, vien tenuta in continuo movimento , ed in determinato grado di
.
merc le ofcillazioni delle fibre , le frequenti contrazioni de' mue'I giro eziandio che vi fanno i fluidi. Quefte cagioni di leggieri l'aiTottigliano, l'accalorano, e la corrompono; per lo che ella fi fprigiona, e la fila azione efercita Ogni azione bench piccola, pu produrre de'grancalore
,
fcoli,
purch il tempo che impieghi ad agire, lungo e continuato. Finch la materia del veleno groflblana, la ua azione nulla: ma toflo che fi affottiglia, la piaga fuppura, e'I marciume efce fuori; la parte volatile perdendo la forza di eflfer dalle fibre attratta, col fluido nervofo
di
effetti,
e col fangue
.
fi
mefcola
.
(s)
Riccardo
(23) In
yO
IT. I S S E TI T A Z I D N E autori, i quali erano imbevuti delle falfc regole della Chimica, credendo la propriet degli acidi di eflere di coagulare il fangue, ne concludevano che quefli veleni dovevano efler acidi Ma ben.
come
lo fccrpione
la
for-
maniera che nelle piante, trovanfi mediante i' tmalifi, de' liquori, che danno nel medefimo tempo de' fogni d'un fale acido, e di un fale alcalino, ed urinofo ; no-n men vero che nell'uomo, e ne' quadrupedi neffun liquore ad eccezione del
dell' ifteffa
mica,
cliilo,
e del latte, a cagione della loro origine vegetabile, pc^ quel brieve tratto di tempo che fotto tal forma nel corpo vi
fan-
bofo
bri
confronto con ci eh' av\'iene nelle febmaligne altres,^ che tiittodi olTerviamo nella Pratica medica. Ma dichiamola con ifchiettczza egli pur difficile , che un Medico pofla in queRe ricerche, ed in tali dilpute colpir il bianco , f non fia fcevro da certi ciechi pregiudizii , e lolo incenfa taluni libri j che una volta eran nelle mani della buona gente Fa mefieri fapere, ben pefare la faldezza del penfare de' moderni, come vedraffi di qui a "poco intanto fi pu afficurare , che in quella guifa che principia una febbre velenofa , comincia Io fviluppo della Rabbia Ho ben pili volte offervate di cotefte febbri , nelle quali fulla prima fi ravvifeta una efirema debolezza-, ed un abbandono generale della macchina e quindi una denfit ed -un -coagulo -prodotto in tutta la .linfa I fudori nel corfo di tai febbri fono fiati fpelTi e copiofi, merc il feparamento della parnel
,
fangue
col
fare
pedilenziali
nelle
te Tettile da
convulfioni
indi
fi
il
delirio
'le
.
non
fon
colla
morte
piano di malattia alla Rabbia ^ fi pu afficurare che li veleno , torto che fi fviluppa e dal luogo del morfo fi difiacca, induce repentinamente ne' liquori bianchi un coagulo al pari del veleno che cagiona le febbii maligne.
,
Applicando un
Ma
ceve
il
oltre di
fffatto
paragone
il
"veleno della
Rabbia,
all'
e quello del
contagio della
,
mal venereo. Nel vero ficcome chi rivirulenza Gallica fulla prima fi attacca il veneno
,
all'uretra
od
alle i]andole
deli'
,
anquinaqJia
ove
fi
che rendendoli
potente e fermentando, getta nuovi rami che con pertinacia van piglianCjo pofTeflb , e fi aumentano , finch diventando corrofivo produce luppurazinne nella parte , ed infezione ne' luoghi interni , e fpecialmente ne' vah bianchi ; medefimamente il veleno rabbioso dopo efiere fiato Gccult(^
fi
.e
all'interiore
fi
comunica.
SULLA Rabbia.
flanno (t), altro
71
fale
che quando la putjefazione ha preceduto , fono Tempre volatili: dunque la bava del cane arrabbiato debbe certanaente aver queftoalcali
,
carattere (24)
..
^^efo 'veleno in un
fub'ito coagula
ti
fangue
a coagulare
il
XXVII.
Ma
eifa
non-
men
propria a fpeifare
fanft)
GeofFroy
Ma ter.
Med. Tom.
2. pajjiyyj.
(24) Oggetto di grandi ricerche ftato maifempre tra' Medici , che na tura abbia il veneno del cane arrabbiato . ElTendo tal bava di natura irritante ed agre dimolto
,
ella
o debb'
.
effer ridotta
al
genere de'
fali
acidi
o
in
la
pure
alla
claffe
degli
alcalini
Egli-
intanto
dubbiezza da veruno , che i Tali acidi ~e che variano fovente , perch diverfo il grado di volatilit de' L* medefimi , ed' avvi eziandio certe particolari propriet in loro ftefi acido vitriolico , che lo Sthall fi credette effer 1' elemento eh' entra nella ed in cui effi fi rifolvono , per poco compofzione di tutt' i fali acetofi
,
. ,
non
quale per altro ha. maggiore affinit coir acqua. , ma meno per che l'acido marino; che altronde dee dirfi pi debole dell'acido vitriolico, e del nitrofo medefiraanientc . Il fale alcalino dall'altra banda anch' egli un prodotto di un. fale volatile,; e parlando precifamente dell'alcali animale , queffo ha un sapore agriffimo- , un odore che penetra , e folleva un aura fottiliffima , che fiimola e produce la
fi
il
to^e. Inoltre l'alcali fi chiama animale, perciocch, dalle fofanze anima,'meffe alla diftillazione, ed alla putrefazione , abbondevolmente fi cacciaMa lafciamo quefto La bava dell' animale rabbiofo dee contenere un fale alcalino. E bench molti liquori acetofi mefcolati col fangue, lo raddenfino , come fra gli altri fanno lo fpirito di vetriuolo , lo spirito di fai marino , e di fai nitro , ficcome teflificano il noflro Saglivr , Eller , e degli altri autori ; allo 'ncontro il nitro medefimo , che moltct lunge dai' di agro abbonda i' aceto , il fugo dell' agrefl:o, e del limone , raddenfare , difcioJgono potentemente il fangae Le parti animali tutte ,
li
. , .
del latte in
fuori
ed ifprgionano in queir
il
fpiriti
Laonde
mecche bava di un corpo animale, ed gue ifteffo Si compruova', che i' olio
.
altres
di-
alcalina, raddenfer.
,
fan-
il
fale
di
artemifia
di
rofmarino tra
gli
,
alcali
fiffi
e lo fteffo dicafi
de'volatili,
72
fangue e
la
Dissertazione
linfa
,
IL
doiTo ai Chimici del principio i quelto fecolo , pure oltre i'evidenza de' fatti che caratterizzano quefio coagulo nelle perfone che anno ricevuto quefto veleno nel tempo del fuo fviluppaincnto , conofconfi molti alcali che coagulano il fangue nel ba-
cino
(u) tali
,
filli
del
,
rof-
marino
del
te,
l'
della bettonica
ifteffo
,
fraffino
oliofo volatile,
fpirito
i
ammoniaco; ma
ben poco
li,
il
fuoco
elTendo al di
Chimici an riguardato come un alcafopra del 55. grado del termometro del Signor
che
lo fpirito di vino
,
Reaumur,
il
quale
.
non alrramenti che il fuoco non , ne acido, n alcali (x) XXVIIL Ma quando benanche la teoria non (ervifle per noi, la fperienza prova che nel principio della Rabbia , il fangue
coagulato nei fecondo giorno , come dicono li Signori Dulignon, Aud, e Kochevalier (y). Si cav fangue all'idrofobo, e iu trovato fecco , e denfo . E ficcome noi non poffiamo ragionevoldi
mente
latile
attribuire quello
cangiamento
,
alcalino-vo
mefcolata
fangue che paffa a traverfo la cicatrice (z) ; cos\ non veggiamo altra cagione in quefto cafo che poffa meglio produrla.
col
XXIX. La bava refa liquida e volatile, occupa piti fpazio. Il Signor Newton (a), ed in feguito il Signor Hales {h) an offervato, che i corpi pii fiiTi venendo a corrompeifi o a fermentare,acquifterebbono in feguito la maffima volatilit, forza efpanfiva , ed elafticita . La bava dee adunque fpanderfi , lafciarfi portare al fangue, ed alla linfa, ficcome l'infogna difciolta, il graffo fquagliato, lafcianfi trarre dal bucato, e dalle terre graffe, colle
qua-
Med. pag. 4. Boerhaave Cbem. t, 2. pag. l^p. (x) Emaft. pag. 141. (y) Aftruc de Hydr. pag. 15. (z) Du-Hamel Mem. deW.^ccad. 174^. La vegetazione degl' inncfi , e quella degli artigli inneftati fopra la tefta de' galli , pruova affai , che
(u)
Pitcarn. Elem.
il
SULLA Rabbia
quali
togllefi
la
73
XXX. Or
macchia, e che anno pi di gravita fpeclfica (e). quefto mefchiamento del veleno volatilizzato col
il corpo , fi fa in pochiffimo tempo ; perciocch quando noti fi fijpponelTe altro nell'interno della cicatrice, che de' vafi faoguigni affai ftretti per non lafciar paffare i glo betti, che l'uno dopo l'altro, come provato (d) , che in quevafi il fangue corre almeno 75. linee per minuto, o 450. fti
fangue di tutto
^XXI. La fpeflezza di un fluido fi mlfura dalla forza che bfogna impiegare per divider le parti ; refifte adunque il fangue raddenfato alla fua divifione , fecondo il grado della fua fpeffezza: or per circolare e paffare dal tronco ne' rami, bifogna che fi divida in altre tante colonne ; refifier dunque alle forze che lo fpingono proporzionalmente alla fua vifcofit Le contrazioni del cuore fi fanno dall' ecceffo della fua fprza fopra la relften.
la
Dunque
il
la forza
refifle
fangue
numerofe
polfo
ci che
altrettanto
far
meno
lento
forti ; cio a dire pi lente, e meno torna lo feffo, altrettanto numerofe , ma profonde fi dedurr indi facilmente perch il
meno
o piccolo , e frequente , poich la grandezza del polfo rfponde alla quantit del fangue che in un dato tempo cfpreffo dal cuore htW aorta , ma quefta quanti,
raro
numero
l'altro,
in un dato tempo, e per gli principii pofti, l'uno o tuttaddue affiejne debbono diminuire (25}.
K
(e)
Fred-^
deletto:
&c.
iS6.
iSj.
(d) Enafiatica
io. pag.
60.
dlla vita
(25) Dal tartare del polfo fi ottengono infallibili ndizii delLi fimetria ed i Medici che fono desinati a speculare con prcmurofa dili:
74
Dissertazione
Freddo del malato
II.
^XXXIX.
fit,
Quello
di
,
Il calore in ragion compofla della diretta della dendella duplicata della velocit de'corpi che fi flrofinano (e). Q corpo proviene dallo ftrofnamento de' fluidi co' foli;
ma
la
forza,
del
cuore reftando
la
genza
tanza
gere
ella
,
offervazioni
.
Il
corpo umano , ne ritraggono effi da tali cognizioni de' mali interni della pi rilevante imporvoler poi tanto innanzi eftollere una cotal dottrina , mifuranvarie
i
dofi da certuni
f
moti
dondolo
-
per. ifcor-
fievoli
flfe
ragioni foftentata
vegghiamo d' intendere ! perch s' infievolifca il polfo nel primo Rabbia Fa meflieri ch'ognuno fi rammenti di quelle ferme leggi, gi defcritte da Ugenio e da Criftiano Wolfio nella fua Meccanifadio della
.
Ma
.
Se quella velocit che ha il fansue ne' vafi minori arteriofi I' aveffe nelle arterie grandi, non vi farebbe "urto di parti, ed i fluidi con moto aguale pel corpo anderebbono in giro. le velocit del langue fono a ragion inverfa de' diametri de' vafi; fcch quello dell'aorta urtando nelle colonne anteriori , colla differenza delle velocit pigner ne' lati donde
ca
,
Ma
nafce
:
fanque fcorrevole ,meno di celerit perde ma s' raddenfato come avviene pel rimefcolamento della bava ve.lenofa di gi refa volatile, pi refiftenza opporr al fangu che dal cuore di continuo ne corre nelle arterie t quindi maggior celerit dovr perdere , e minori faranno le battute del polfo (e) Herman. Phoron. prop. 85. lib. 2. (z) l fecondo effetto che fi ravvila nel principio dello fviluppo della
la
pulfazione
Qiiando
,
il
Rabbia,
lati
fi
oltre della debolezza del polfo, fi un freddo, di cui effi malagnano. Ma prima d' intracciare donde nafca il freddo, fa mefh'e^ ri toccar lievemente , come s'ingeneri il calore del fanque . Egli fi crede un immediato effetto dello- fropiccio de' fluidi co' fofidi a vicenda e nel vero ci perfuadono qucfa opinione le violente e rozze fregagioni che fanno tal fiata in qualche parte del corpo. Si ofTerva ben pretto nafcere un foverchio calore . JVTa il fluido elettrico quello che fi fcuote e d movimento agli umori tutti per cui 1' animale fi rifcalda . Eflervi
: ,
abbondevolmente queflo fluido, tante fperienze de' moderni l'an meffo fuori di dubio , ficcome per me altrove fi o/ferver Egli perci entrando nel cavo de' polmoni coli' aria che s' ifpira , ne' vafi s'intromet.
nell aria
te.
U L L A
velocita del
.,
R.
A B B
A.'
^5
inipedifce a divi-
la
ftefla
(f),
la
l'angue
reciprocamente come la
1'
fpeflezza
derli (g) ; e intanto il calore del corpo , di cui la denfiti non in ragione inverfa della fpeflezza, o fofie accrefciuta , farebbe
l'impedifce a dividerli; e
f
,
la denfita
il
accre-
per la fteiT
cagione
cosi
che
la
,
rallenta
e
fua
icQ
velocita di
la la
nuovo diminuifce
;
nell'iflefia
fua denfit
il
me
te
ribrezzi,
K
'te.
Il
tal
foggia ravvivato
fi
aina,
ramento
.;
indi con affiduo rigifenna o s' incaglia , lafciando dappertutto femi di Porzione di quello e '1 calore da quel fuoco elettrico fi cagiona vita s' infinua ne' varii rami de^ nervi ed altra, merc l'urto interno, ne fcappa dalla pelle . Ma le per^mala ventura eiTo fluido elettrico ne' polmoni non fi fpargeffe, fi niega alle varie membra il ri (toro , e '1 corpo diviene oppilato e bollo o f il fangue in qualche canale fi ritardafe , ficch la macchina non vegna ad effere rinfanguinata tollo manca la ialute la forza , il calore, perciocch fi guafia e s'interrompe la neceffaria circolazione Adunque le; contnue battute de' canali arteriofi , e le frequen- ti contrazioni del cuore e de' mufcoli , fon quelle cagioni che tengono il fuoco ei^fitrico in movimento. Perci veggiamo, che quanto maggiore la quaritit di elfo fuoco e quanto maggiore il quadrato della fua velocit, pi far la fua forza, e l'effetto prodotto: e medefimaTiiente , confervando i corpi la velocit in ragione della denfit , la parte roffa del fangue , comecch pi pefante e denl'a che il fiero , vieppi riterr il moto ricevuto, e di maggior calore far capace. In tal modo con
,
membra
mai non
fi
fi
fpiegano
varii feno-
fermenti , alle fcliiette fregagioni , e ad altri ideali penfamenti , che furon trovati , mentre il buon gufio delle fcienze mediche andava efule e ramingo , e dato avea orrevole luogo alle arguzie , ed a' fofifmi
del calore
,
meni
fenza ricorrere
a'
f)
Boerhaave aphor.
Il
(^75.
fangue pi glutinofo dee effer confiderato rifpetto la fua refiften* za, come una malfa pi grande a muoverfi per la fieifa forza; ma la velocit eh' effa concepir lar reciproca alla radice della fua malfa, fenza di che la medefmia forza viva non vi fi troverebbe
(g)
.
Signor de Sauvages foventemente ufa in tutta quella -teoria delia Rabbia un linguaggio matematico, delle quali fublimi dottrine
il
(27) Perciocch
7^
Dissertazione
LaJJez^a.
II.
mufcolare fi efegue o per 1' affi'.iffb del fangue nel teffuto de' mufcoli , o colla erprcffione del medefimo fuori del lor teffuto ; ma il fangue elfendo glutinofo e
Il
XXXIII.
movimenti)
ed
in
minor quantit
in
un
:
lentamente o in minor quantie t dal mufcolo, fuppofto che la forza motrice non accrefca un opra, di cui l'efecuzione richiede o pi tempo, o pi d forza motrice, chlaraafi difficile; e quando quella difficile o non
,
dato tempo
fi
fa
e con ineguaglianza e
fi
dunque
il
movimento mufcolare
^
far
ch'egli p-
tr^
He egli era amantiffirrio , non mi rimarr io d fargli la corte e d fegure le medefune sue traccie Ma il far in guisa , che non mi renda aftruso a coloro che non an fiitcato dimolto in quef^e specukiiioni , ed" in tali ammirevoli scienze A' dr noflri veg-giamo e-riandio d-a parecchi
,
.
clalfici
autori adoperate le
Matematiche
fleflb
.
nella Filiologia
e nella Medici-
na. Io
le
che
un andar cogliendo
dell'Algebra fublime-
Qual ufo abbiano quefle applicazioni mofche Medicina, Dio lo fa. Ma ci fia detto di paf.
..
%giofreddo nel nofrc corpo, a mio avvifo, da tre cagioni pu efer prodotto , o perch fluido elettrico fi perde , o perch particelle frigorifiche
Il
o perch in fine la velocit del fangue fi rende minore . , celebre Signor Pitot Franzefe ha ad evidenza mo!^rato nelle Meccaniche y che le velocit de fluidi rnoffi da una fleffa cagione , fono inverfas
introducono
Il
mente
Se
la
a quella
,
che
fi
:
come
4, faranno
le
velocit
come a
ne del quadrato della velocit ; fecondo s' detto , in ragion inverfa duplicata delle dendf ; far coflan temente il calore benanche fecondo il quadrato inverfo delle denfit medefime. Che vai quanto a dire y che crefcendo la denfit del fangue negli arrabbiati fi augumenter proporzionevol mente il iun quadrato, e fi diminuir il grado del calore^ dal che vien prodotto il fenf del freddo, che dall'anima allora fi perce pilce , quando 1' aiione del fluido elettrico ne' nervi fi rende n^inore-r
,
,
3 e le velocit
Ma
effendo
il
calore in ragio-
sullaRabbia
ts^-efler picciolo,
'^J
il
ineguale
movimen-
Tri'
{%%) II movimento mufcolare fi efegue non per Faffluffb del fangue nel teflito de' mufcoli, o colla efpreffione del medefimo fuori del lor tefTuto; ma tutta opra del fluido che anima i nervi .il CavWier Newton il pi prande e raro ingegno che fia mai comparfo al mondo per decoro ed iftruzione della fpecie , nell'Ottica al libro terzo, pretende che i nervi fieno ripieni di quel fluido elamico , che univerfalmente fi truova ne' corpi , e
,
Ecco
le
parole del
Newton
fol'tda effe pgno , non ntemipte ab ufque uno trans medli aetherei per ea un'iformiter , nam obJntSltones nervorum paralyfn induextremo ad alterar/t propagetiir Quo atitem fatt's uniforma fmt ex'iflimo ea pollucida effe fingtila : cunt quarnvls reflexoms liim'tn'ts in cylindraccis ipforum fup'erfictebus , ut totus albus. ner'vus ( ex captllamentis permulth compofitus ) apacus vtdeatur, La teoria Newtoniana viene comunalmente abbracciata Cos il Newton E ficcome i oggid , intendendofi per fluido elafiico la materia elettrica
&
&
&
fili
della
attratti , e s' increfpano ; non altramenti le fcorcia" gon riempiute di quefto tale fluido, fi attraggono fra loro j e fenza fupperch il mufi:olo fi contras , Con quefti faldi principii no te. porre con Boerhaave vafi convergenti Idraulici fi fpiegano tutt i i nomeni dell' azione mufcolare Una bella e filofofica Diflertazione comfi.
,
pofe il Signor de Sauvages su quello punta, la quale per comodo pubblico ho voluta aggiugnere alla fine di quefto Tomo Intanto applicando tutto quello alla debolezza che fentona gli arrab.
biati
egli
fi
Avvegnach
li
della
la
linfa
ne
fia
fi
la
circolazione
vafi piccoli come fono fpecialmente i fottiliffimi, molli, e vifcbiofi del cervellone pi fcarfa la fecrezione del fluido nervofo in quell'emporio. E i-icorder io ancora , che ficcome fi fon tmovate febbri di si maligna e velenofa natura , che ad un tratto a'n faccheggiato 1' erario delle forze ( effendo propriet d molti veleni, al dir di Galeno, di concentrare, o di-
cos il volatile della bava rab-biofa concentrando o di)n fperdeodo il fluido nervofo, i nervi,, maflcci o fottiliffimi che fieno , effendo congegnati con maravigliofa architettura , perdono la loro ftretta
corrifpondenza, e nafce l'abbandonamento del corpo pere , come colla laffezza e colla denfit del fangue
ftezza
,
Ma
fia
congiunta
tri-
78
t)
E R
T A
>J
li.
Tri/czza
XXXIV.
to
le
il
L' efperlenza fa
al
fenfibile
in
all'
che
quello
fla-
che
cagionano
incomodo
(2;;),
Ma
il
coagulo,
Hdrophobca ) efficaadjuta , Jota ejl qtiae eneyuando , ai'.t expellendo a maligno liberat In fanandis tandem morbis prncipatuin obtinet Natura &c. Boerhaav. Orat. 8. Qj.iid quid in
{/j)
virulentae luh
utalg
cia ?
Ht'.jus
Jtperjtes
facultas
antidoto
.
id in morbcfis edit aBiones vitiatas Noi non prendiamo partito fulla efiftenza del principio della vita chiamato Natura da' Medici ci che noi qui diciamo effendo conforme a quel chi dicono tutt' i Medici , febbene di fetta differente , come Cheyne Portefiel, e Sthal da una parte, HofFman e Boerhaave dall'altra. Frideric. Hofimanh. de natura morbonim medicatyice j Boerhaave Orat. FUI. (zg) La ricerca di alcuni fenomeni del corpo umano, egli un campo
, .
COSI imbrogliato
fi
ritrae
Si
fa
veggiono fchierate
chi s'abbia vitto-
ma
ai
non
fi
Signor de Sauvages impertanto avendo rifguardate le Matematiche come 1 albero della fapienza , impieg le medehme nella invefrigazione. delle verit Mediche ,' avendo innanzi concepito un alto difguflo contro il gergo ambiguo degli altri fiftemi delle Scuole. Ed in fatti 'tutte le fue
Il
Opere, e Difiertazioni altro in buona parte non ifpirano , che calcoli, e dottrine di proporzioni Di queRe neceffarie munizioni effendofi egli ben fornito , adott il fiflema cotanto famofo dello Sthall , e difefe che l'ani.
ma
la cagion motrice del cuore e che quando la macchina corporea vien travagliata da qualche malore , ella fi sforza di liberamela nel qual impegno dell'anima confilono tutte le malattie. Il cuore non fi pu muovere , fegue r autore , dal folo fluido nervofo ^ n tampoco dal fangue che placidamente cammina per le vene , e va poi a metter foce in efib , in cui ringorgando , non fi Ragna o fi ritarda ma fi fpreme e fgorga con maggior empito di quello onde entrato vi era Per lo che T anima nel corpo prefedendo , la cagione , e la origine primiera di, tutt'i moti , fieno liberi naturali e vitali
:
,
Ma
ia
di
da
,
una parte
fua culla
,
a tal ffiema
de Sauvages die un favorevole accoglimento del quale pu dirfi che ne fchiant gl'infantili fuoi lineail
menti nella
verifimile
medefima , per condurlo a quello flato di matiirezper cui fiato ammirato e riverito da varii Medici
dall
SULLA Rabbia^
lo
,
7P
rallentamento del fangue Tono mali di tanta maggior tema, quanto refercizio delle funzioni, e la ftefl vita dipendono
ed
i!
dal
movimento
affai
fangue, e
ac-
banda Ja voce Jclla ragione dee conffTare , ch'egli avendo for Natura una calda fantasa , nella ricerca della cagione del moto E qui del cuore , fu trafportato nelle regioni vifionarie dell' entufiafmo non ho ribrezzo di dire , che la Nofologia del Signor de Sauvages , pera con gran difegno compilata, ha la difavventura di non poter eflere dolce
dall' altra
tifa dalla
pafcolo in quello che riguarda la fpiegazione di ci che debbafi dir Natura nel noftro corpo , f non da chi ha gufto troppo cattivo . Son tante le
dopo averne egli innanzi lunghiffimamente parlata nelle due DiiTcrtazioni fulla infiammazione , e fulla natura della febbre, che riefce quella una lettura feccantiffima e da dar noia ad ogni pi flemmatico Lettore .E fa meftier qui perfuaderfi , che i grandi uomini non fieno mica fempre impeccabili Il volerfi da lui diftinguere nell'anima umana la libert , e la natura due propriet diverripetizioni che ne fa in ogni principio di clafie,
,
.
fe, a guifa di
Scolallici
,
quelle antiche forze di fimpata e di antipata difefe dagji^ o delle forze di attrazione e di ripulfone mefle in voga da* Newtoniani, oltre dell'effere un fotti! inganno, benanche un bel giuo
.
co di parole
AI
non
fi
veggiono
,
Galenici
rotta da'
Per ogni dove quefio punto d Fifiologia Goderonfi la vittoria per molto tempori non litigi e pofcia i Fermentici , che fi credette eiTere gi flati mefi in Meccanici de' quali il gonfaloniero era il Gran Boerhaaye .
,
meglio del lor trionfo, ecco ufcir in campo gli Sthalliant garantiti da non pochi Metafifici, quali fi oppofero a* ,Boerhaaviani ; e Per gk con tutt'i lor caftelli in aria, fecero eglino non piccol partito Sthalliani medefimi , bench buona gente, non an avuta miglior fortuna j
Quando
era
il
an ritrovati pi contradditori che lodatori ; e'I lor fifiema dagli Halleriani in brieve tempo ha avuto il crollo. Laonde in quefia folta fel va di dubbiezze, fi dar a me licenza di afferire , che non vi ha meflieri di credere , che diverfo dalla orditura degli altri mufcoli fia il mirabile lavoriero del cuore e niegar non fi puote , che tuttaddue infieme , cio li fangue venofb e'I fluido de'nervi, fieno d quel moto continuato la cagioneStabilendofi in elfo cuore molta forza di contrazione, e fuperiore ad ogni elatere, capiremo come quelle vive moffe de' detti fluidi, pofTan produrre
, :
quel
perenne
movimento
Trattenghiam
dunque
Io
fupore
e baltt
per ora.
8o
accelerare
iftefla
il
E R T A 2
O N E
IL
fuo corfo, de' tremori della pelle che dividono dell* maniera il fangue , e lo rifcaldano nelle parti pi efpofte
condenfamento (30). Bench la forza motrice di un uomo refti la ftefTa in f 5 f gli fi viene ad opporre una r^efiftenza o a caricarlo di
al
XXXV.
pefo
la
,
un
f
allora
il
fuo
movimento
gli
fi
rende
difficile
come
fua forza fofle sminorata ) in ragione del pefo oppofto , cio a dire fi fente altrettanto fievole; ma effendo debole aftienfi
d'ogni rapido
oftro
(i)
movimento
fi
fente pefante
,
come quando
fof-
fia.
foprattutto quando
venendo da una cagione nafcofla, gli annunzia una il fanpue effendo fpeffo , l'ammalato fi fentira pefante, fperimentera l'aria della fteffa maniera, avr delle
la
fievolezza
malattia.
Dunque
e penfierofo (vedete
il
XXV.
(31).
XXXVI.
Celio Aurei. nfueta quaerela a'yts tamquam auflrm. (30) Gli sbadigliamenti degli arrabbiati con poca rifleffione fi capifco* no . Mentre noi fiamo per aTonnarci , il fangue manca di fluido nervofo . La parta , o il vifcliio del celabro quell'organo che dal fangue eflb fpiriio fepara ; ma non pu trarne tanto , ficch bafi per produrre di e notte i moti ed i fenfi E quando il fluido nervofo fcarfeggia , il
()
'
fangue
fi
fa
I'
uomo
il
fi
ripofa e
dorme
,
rimane,
gli
nuovo
vicino
fonno medefimo
le palpebre perch ingrolTata la glandola lagrimale, comprimefi mufcolo elevatore della palpebra fuperiore e lo debilita, per lo che il foie orbicolare agifce pel rifolverfi di varii mufcoli del corpo , e per j cos r agire degli antagonifli , nafcono i varii sbadigliamenti ; fenomeni che nel primo periodo della Rabbia fi oflei-vano , merc la detta gruma del
fangue, e
'1 diflipamento del fluido de' nervi. (31) Il corpo e r anima bench fieno due foflanze diverfiflme , fon per rosi ftrettamente anite fra loro , che non fi pu fare mofl^a alcuna
nel corpo , che quedo non inchini la fua compagna , o la fua padrona VI pofibno eflcr nell' animo de' cenni , che il corpo non ubbidifca. Egli per certo che ficcome in varia guifa la macchina nofira im pallata , nafce quinci V indole diverl Dove il fluido de' nervi mobiIiflmo , e che di leggieri fi accende a guifa di fuoco e rapido ne vola, fgorgano gli fregolati moti, ed i ciechi e furibondi appetiti Dall'altra
, . .
anda vi ha di altri fuggetti che patifcono inopia ne' nervi di fluido perofo. Benavventurofa cofa ella aver fortito un corpo formato con tal
mac
U L L A
A B B
,
I
il
A.
fangue che
eifa
fi
^i
fpelTa,
XXXVI.
Jafcia
fierofira
fi
che
andare
maggior copia
dee
entra-
le pi copiofamente ne'tubi fecretorii del genere de' linfatici , che partono /dlie arterie^ e quefti debbono feparare una pi grande abbondanza. di umori -fierofi , come l'orina, il fudore , la faliva, 1' ammalato fuderk (.k) pi copiofaScc. Dunque in quefto fiato ma il fuo fudore far freddo , oriner aflai , e faliver mente,
molto pi
(1) (3
mez-
l'anima fenta una tranquilJk di umori, ed un'armonia da quefta variet di orditura, nafcono le diverfe tempre depli uomini. Si rayvifano certuni foavi, e compiacenti, gli atti brufchi , e ed altri all'incontro fi veggiono lo fdegno effendo in loro cofe forcftiere
maeftra
,
fcch
di parti.
falvatichi
e difobbli^anti
Dopo
te
qufte
brievi,
ma
importanti premelTe
profeguiam.o
.
il
cammino,
mio dire con chiaro efempio. . voglie, ed azioni, fol perch fi cangiano
quello
venti
e le ftagioni
ci
Il firoc,
co
merc
e le tfmpefle,
La tramontana, merc il timori rende gli atomi del fuoco pi fpiritofi e vivaci , difnebbia la mente , A. buon conto tutto effetto della fcarica l' intelletto da' brutti vapori variet dell'atmosfera. I giovani che anno un- fangue pi di fpiriti ripiedi nebbie, e di
-,
no
che
fon allegri
la
e gai
vecchi che fentono pefarf la vita addelfo , e maifempre fon incontentabili, ed ogni pie.
col fiato r
in noi
fi
fpirazione
ci
fentiamo
malinconi-ci
pi leggiera, e noi ci aiir redditur' den' Jor , pondus corporum in aere, mnuitvr fi rarior angcticr .,\m6{- il VvoI^ fio nella fua Aerometria. Da tutti quelli efempli egli fi rileva, che sii arrabbiati dallo fiato lano e fefievole in cui erano , fentendofi ridotti "ad
rende
ella
fminora la nuvolofa
tra,
fi
e ne'lor nervi
,
ritardata la .circolazione
infralita la
ha prodotto un male interno ed occulto; eglino faranno pieni di noia, di. timore, e di trifiezza , e cadranno in un totale avvilimento. (k) Manina totumq.corpus-^pemuijfe, ' frigido fudo>-e madtiijfe.Lidei-.o.^.T,
(1)
Sudartum
.
ori
admovebeut ut J'ajivara
'\:
^ere?
Rivaji^lt.
in ./epid;. torrrr i.
Sepulch.^
I.
/?.
215,
delle febbri
velenofg
il
vederfi le
ori-
...
u,
82 D I S S E R T A 2 I O N, E !! zo fino a tre giorni , fin al qual tempo l'ammalato bava fenza affatto mordere; ed a quefto grado fi da il nome di R/7^Z'/^ r/7. ta. Noi fra breve entreremo ne'principii che fervono a fpiegare il fecondo^ e fovente ultimo flato chiamato Rabbia bianca ^ in cui qualche volta l'ammalato morde, ed ancora fcbiuma.
Mohplicazious del' fermento della Rabbia.
XXXVir. Il veleno alcali- volatile , fulfureo, ed igneo , che quefta bava putrida fomminiftra in poco tempo a tutta la maffa del fangue, per lo quale la fua circolazione rallentata, dee
svegliare
tutt'
i
in
quella
maffa
fono
uri
movimento
inteftino
al
quale
quando diminuifcono nel moto (1) ma un tal fermento dee accelerarla molto per tre o quattro giorni che vi agifce dopo la mefcolanza dell' illefla maniera , e perle medefime ragioni che la putrefazione di un frutto fi comunica a tutta la intiera catafta da vicino in" vicino , la can.
inclinati
;
,
fughi
animali
creorne copiofe
,
'I
fiidore
abBondevofe
Le
,
.
oltre del
ino una cagione principale , Q_uando i canali fi rallentano ^ fi accrefcono le dette fecrezioni Intanto noto -che tutte le feparazioni fi fanno dal fiero del fangue: ficch effendo la parte rolla del medefimo rap pigliata , e feparandoiene.il fiero la faliva , le orine, ed i fudori pi francamente ufciranno dal corpo Qj.li anche mi cade in concio di dire, che. tale fudore debb' efiere di notabiliffimo danno agli arrabbiati, perciocch fi perder della molta umidit dal corpo , e poche parti agri e lifiiviali egli ftrafciner fecolui . Laondc'il sangue che dentro a' vafi arteriofi o venofi rigira, rimarr privo di quel dolce umido che l' inacquava , e temperava le parti falfugino-
moto perenne
per cui
il
e progreffivo degli
fi
umori
fangue
mantiene diiciolto
.
fe
ed
in confeguente eferciter
progreffo del male maggiori impeti di turgenza . Avverte il Redi , che coloro che fabbricano il fai comune, veggiono tuttod, che le acque
nel
ialmafire
di e
Sthal
fi
fircpito
no)i
per
la
gli
,
che
fui
eh' tanto
comune.
SULLA Rabbia.'
crena a fuoi contorni , e che i fermenti fermentativi accelerano la fermentazione de' vegetabili
XXXVIII. Una
bia ad
un animale,
goccia di bava, la iftato di svegliare la Rabil quale in confeguenza dar per quattro o
ciafcheduna goccia della quale piti libre. di bava, avr |a Itefla forza, e propriet "che la prima, come 1' efperien^ za fa vedere,. Dunque ogni goccia di bava velenofa cagiona la produzione di pi migliaia di fimili goccie . Se la propagazione di quefto veleno fi facefle per divifione,la millefiraa goccia non avrebbe che lamillefima parte della forza della prima* ci cK* contro l' offervazione E' dunque per moltiplicazione che queOr un corpo che muta i mirti in fua foftanfo veleno crefce za', e che. cosi fi multiplica chiamafi fermento, e f ci fuccede
cinque giorni
dicefi
putrido (m)
dunque
la
bava
dell'animale arrabbiato un vero fermento putrido. Efla agifce fecondo la meccanica degli altri fermenti , che altri anno pro-
vimento
delle
curato fpiegare. Si pu con Boerhaave concepire, che quefto mointeftino che produce la corruzione, viene dal rapido e
fcambievole avvi&ihamento delle molcole del mifio, foprattutto faline ed ignee , che anno i^l rapporto- con quelle del fermento ; o volendofi cercare la cagione meccanica , pu averfi
ricorfo ai piccioli
toerfe quelle
mv'i
voriicofi,'
rie'
im-
molecole (33).
'
%
.
XXXIX.
pregne di puro e fehetto fale . Ippo, trovanfi parlando de' fudori freddi , ne ha fempremai fatto un mal preAforirmo 34. della quarta Sezione fagio (m) Il Signor Boullet nella Dillertazione fiil/a mohtpUca^ione de' fermenti Attribuivanfi per 1' addietro t-utte funzioni de' noftri fluidi alla fermentazione, la quale non ha mai luogo nel fangue. Il Signor Hecquet volendo correggere quefto abufo , caduto in un ecceffo oppofto , profcrivendo ogni mavimento inteftino de' noftri fluidi , non accoraendof di quello , che li rende puzzolenti , e li volatilizza , e che fi chiama corruzione , putrefazione , &c. Cos quando io parlo di fermento, non fi dee credere , ch'io intenda per >quefta parola una materia foltanto capace di accelerare la fermentazione ^ ma ancora intendo quella eh' capevole di accelerate' Jp icorruzi^ne, dellS' quale' non fi pu affatto nie^ar la efiftenza. (33) i velenQ-del vaiuolo, .della lue venerea, e della Rabbia, fon veri
crate
in
. .
84
D
XXXIX.
I
i
E R T A z
O N E
IL
,
mirti,
fermenti non trasmutano in lor foftanza che quei quali fono difpofti a trasmutarfi, ma pi al tardi fenza il
di
concorfo
di
quello
;
fermento
pel fatta
Or
cani
anno
loro
,
liquori
quefta Torta
delle
IV. V. ) anche anno elfi qualche volta, foprattutto in Inghilterra (n),dove i lupi mancano, la Rabbia fpontanea la loro nutrizione, i loro efercizii, le
(
,
quali noi
abbiamo
menzione
corpo,
del medefimo genere, debbe avere qualche cofa di differente di ogni altro, e foprattutto differenti propriet perciocch quefta ; quafi r unica via per diftinguerle (34) Cerchiamo dunque
.
eiocfei-menti
che fi nioItipUcano , trafmutancfo i licori in lor natura , ifpiegare detto cangiamento, delle leggi delle fermentazioni in fuori
altra fpiegazione che
Pei-
ogni
fi adduca in mezzo , o che fi finga , far fenza grae fenza alcun colore di verifimiglianzra Sovente eziandio fu domandato come quefte fermentazioni fi generino . li Signor de Sauvages Io av^ vita qui fopra j ma poich epli non ne fa minuto efame , firao che fi
zia
debba fviluppare alquanto meglio un tal fuggetto Ed innanzi tratto fa mdtieri rilovvenu-fi , che due forze attive noi abbiamo nella Natura 1 attrazione , ed un effetto- di effa , cio la elafiicit . Con tale fermento della bava non tutte le particelle del fangue anno del rapporto ma fiB; bene le particelle falrne. Il Newton beniffimo una tal forza attraente di..
ftinfe
pollent
vi- magna attraSiva .Acidomm partculae ei dice qua coypora dtffolvunt confifit earum aBivitas organa fenfuum agitant , perpimgunt N fi dee efcluder f aria ciocch niuna fermentazione pu produrfi fenza lei. Tutte quefle fottilif. fime particelle inoltre di fali comecch poffano agevolmente produrre de' gran moti porranno la macchina in gran bollore e fcompiglio (n) Negli altri paefi fi potrebbe immaginare che la Rabbia ficcome il vaiuolo:, ferapre prefente in qualche fuggetto* ma non fi pu afficurare perch i lupi che 1' anno fuggono il noftro efame
ne'
,
l'ali
acidi
C^*
in-
&
hac vi
&
&
Wolf. Cofmolog. 247. (34) Il noflro de Sauvages per provare che il veleno della Rabbia ben diyerfo dalle altre vclenofe foftanze , accenna un argomento tratto da una
(o)
U L L A
A B B
A.
^5
quelli della fcabbia, ciocch difting.ue il veleno della Rabbia da pefte, e dello fcorbuto, &c. vaiuolo,
Ili
Germania
ma
della gran una fublime Metafifica Il Signor Leibniz, quel grande ingegno a dar gloria e laquell' anima eletta a magnanime imprefe della Natura, Filofofia, e a penetrare negli arcani profondifllmi
.
'
alla
fabil
egli
non
effervi
nel
mondo
merc-
diftefo , e noquel principio della ragione fufficiente ; principio viAPI^i i-ftello bilmente ampliato da Griftiano Wolfio.Non fi dee dar retta al AA/olfio che il Leibniz folTe l'inventore di una tak dottrinail quale fi crtdb , fi poich preffo gli antichi autori trovanfi delle chiare efpreffioni , onde ragione fufrileva aver eglino avuta un idea di quella, che noi dichiamo lccome non pu nfegarfi avei-efaputo il Divino^ Platone, l'uomo,
_
ficiente;
le cui
il
ftre
Ne' noftri tempi Leonardo Eulero eh' flato uno de cevara Ficol medefimo principio ha chiedo di fpiegare lebri Matematici generale abu!o, colofofici punti, bench non abbia egli fatto un cotanto me fi vede praticato dal Wolfio,il quale al certo dee dirfi il vero fmucognizioni
,
Con
lle
quelle nobili e fublimi vedute della ragione fufficiente con quee con quefto piano di filofofare fchief,
to in f,
rare,' f
fi
ma
altri,
nel
mondo
debbano elle diftinguere e mentre fi idee, s'inalza con rapidi voli nelle regioni' delle aili'azioni .pib non mira , pi non vede e guatando col quel!' altro interminabile teatro de poffibili , ivi fi fpazia , ivi ed ivi fi confonde , e a contempla Ma fei fperde Il Samuel Clarke fiato per il fuo gran contradditore. cohdo me chi s' avanzaffe a dire , che due fofianze poflano avere ,non pur le note caratteriftiche, ma eziandio l'effenza individuale , o il prin, : , .
intraprefe il Leibniz a dicifeUmili fra loro ed in qual guifa divide da quelle corporee e bale
,
Locke
f
fimiliflFime
.
Or quando
ro
rii
,
fi
fra lo-
la
Chi confider i vadebbono i fuggetti eziandio efler diffomiglievoli veleni, bench non ne ravvifi i minimiffimi elementi, vi fcorge per variet negli effetti Gli effetti , e i fintomi che cagiona il morfo
.
.della
vipera Ibn ben diverfi da- quelli del- veleno della pelle, e qiTsfii nicr;te comparabili con quei fintomi che fon prodotti dagli altri veleni . Ognun fa che qui conffie lo ftudio della Medicina; cio nell'apprendcre la
mali
al
pi di
perci , avvegnach il veleno rabbiofo fi veleni ; poich quello della^ vipera quafi pochi giorni, e quello della Rabbia di molti d>,
.
Che
altri
ed
8^
//
Dissertazione
volatile del veleno f\ [paride dentro
II.
nervi,
XLI. Combinando tutt' i fenomeni , fembra eflere il volariie d^l veleno della Rabbia, nato dalla corruzione della bava, una foftanza eftremamente fotrile, tlaltica, e rara, da non uguagliarfi, che al fuoco elementare unito alle parti fulfuree ed alcaline dell'animale. QLiefto veleno, prodotto perla putrefazione che d^ tre foflanze, che anno molto rapporto a quello elemento. I fa-
dicono Sthal , e Boerhaave anche infpida , q acida , d efpofla al fuoco, un fai alcali akrettanto pi acre e pi abbondante, quanto il fuoco flato pi lungo e pi forte ogni foflanza fulfurea, come ha fatto vedere il grand'Hombergio (p) , il fuoco elementare , o la materia della luce unita ad un graffo animale, o ad un bitume: ed in fine i fosfori animali fono anche una materia ignea , o un fuoco elementare unito a' fali alcalini che r umidit dell' aria fonde ed infiamma tali fono i
li
alcali-volatili
fiffi
fon tutti
fosfori cavati
..
Ori-
ed anche di mefi
le
il
primb par
,
c&
ha di mira
il
fegato
il
fecondo"
orrore invincibile all'acqua j fi dee conchiudere che il veleno del can rabbiofo , non per lo numero iblamente , ma per le qualit, e per lo grado, diverfo, fia dail
glandole dell'elofago
'un
gli
'
altri
(p)
veleni..
dell'
Mem.
Accady
il
af.
1710.
della
(35) Aifottigliato
egli
il
fi
vekno
Rbbia
a guifa
di elettrico vapore
corpo.
domanda da' Medici, per quale via, o per qui canali ne infetti Due frade foladi comunicazione abbiamo nella nolra macchina
i
animale:
vafi
nervi
,"
Elfer-
imbeono
altre
le
fottili
particelle
a 'foggia
nti in er-
le
intromilfioni
di varie
minerali
Ma
del
la
({uefle
iflefie
tempo,
fi
affinecch nella
ftrada delle
intromette
leggi
li
il
veleno rabbiofo
Ci
ria
compruova dando una occhiata alle celerit che an gli umori in girando* per
al
!
U L L A
A B B
A.'
87
.
mifti,
con
ifpecialita
una
un
tal
movimento
inteftino di corruzione, di
il
fecondo Sthal,
la fermentazione
primo grado:
egli in
feguito fviluppafi, e
indi nafce l' infiammabilit ; che le 'budella an ritenuti , bench VanHehnont aificuri il fatto; ma almeno quella' de' vapori d'una latrina lungamente turata , alla quale s'approlTimi una torcia, ficcome attefta un autore degno di fede ( Boerhaave ) (q) ; ins'attacca
non
forf
fi
cadaveri
de-
tezza Sviluppate dal Cavalrer Newton, .che ir non fi pu pii innanzi . Sulla prima le velocit del fangue che muovonfi per canali di diverfa ampiezza , fono in ragion inverfa di quelle In fecondo luogo le velocit mede.
e fono fime fono in ragione fudduplicata delle lunghezze de' vafi ifteffi in ragion comporta al'tres delle battute delle arferie , e- della radice quarDa* tutte quefte ta della quantit del fangue che fi rattruova nel corpo belle leggi egli fi deduce , che negli#?||^timi vafi fanguiferi , debba effere
prflezza
umori che per non fon le vene al caio di con cai apparifcono e fi fviluppan'o i fintomi della
:
Rabbia
..
Laonde
il
celebre
Alfonfo
.
Borelli
ed indi
Riccardo
i
Mead
nel fuo
nervi fieno il mezzo di tal comunicazione In effi rapidamente fugge e vola quel fluido , eh' come il corriere , che porta a' mufcoli forza , movimento , e fenfazione Perch non rimarr luogo a dubrtarfi , che non pure il veleno
Trattatello fu
della
Rabbia
,
ma
tutte le
foftanze velenofe
.
in generale
s'infinuano ne
fatto
,
nervi
fi
che
lodato
Mead. Effendo un
,
cane fiato morfo dal ferpente a campanello cotanto in quelli tempi reia eh elio famcfo , non palfarono quindici minuti fecondi dopo la morfura cane fi mor
.
(q)
Per
quefte parole
;
UH fenomeno
noi non pretendiamo altra cofa fignificare n del noftro fuggetto ricercarne la cagione .
ch-
D I S S E IR T A 2 I O N E IL uomini o degli animali fon marciti (r); indi quelle fcintill^ che rendono con ifcoppio i gatti che fi ftrofinano , ed i cavalli ftrigliati in tempo di verno (s) e quelle che altres'i danna gli uomini pettinandofi ,o ftropicciandofi il vifo,e fpoglian^8
degli
;
dofi
camiciuola nella medefima ftagione (t). Indi que' che fomminiftrano , fenza foccorfo dell'arte, tutt' i corpi che marcifcono , come le radiche dell' olivo, le tefle de' pefci,
fosfori
della loro
r orina
delle gravide rifcaldata, 1' orina ordinaria , la carne. Strana origine della putrefazione, dice il Signor Foatenelle, per una materia celefte, e s'i lurainofa (3<^)'.
-s"!
Di(r) Offervaz. curiof. pag. 55. t. r. Nlvem glacemque fcm'tHlas emittere j accendere , imo homifreidam aquam inflammubilem , fplritus animare iiem ipfum in igri-vomam machitiam , lethiferat eruSantem flamnas poffe converti , adeo flupenda fes ejl , ut ad quafvis aniles fabulas cum loco reGraves. ieganda potius , quam credenda videretur (s) Oflervaz. curiof. ffic. t.z.p.^o. Giornale de" Saggi, Settembre 1(583. (t) Id. lSy. p. i$o.Go\-n. de'Saggi, Maggio ljp. Id. 1583. Giugno. mandar fuori molti corpi, e fpecialmente luce che fogliono (3<5) La animali in luogo fcuro , naice da quella cagion medefima , die quaggi
&
fenomeni dell' elettricifmo PercioccH non v'ha parte non penetri e nori riempia quel fuoco, di cui inzup-" pato ogni corpo. Che anzi' nel noflro l'pazio Planetario niuna foftanza v' , percui non ila il fuoco difufo,e che fi muove con celerit incredibile.
produce
nel
i
tanti
mondo,
cui
fi quella che in diverfa guine riceve , eflcndo opaca e buia di L'aria lo rifua natura, e que' raggi eh' a lei s' apprefentano li guafla ceve e lo trafporta y ed capace eziandio d' infocarli , ma non tutta ; avvegnach quella che nel giorno s'infervora, la notte il freddo e l'omL'acciaio lo riceve, ma non trafmette , ficcome dall' bra l'intiepidifcono
La
particolare
fa
difpofizione
d|5j.%corpi
fa
lo
imbere
La
terra
pbco
banda Io trafmettono i corpi diafani.. Tutte le foftanze zolforate fono di fuoco elementare imbeute, perch Ibn accendibili. E per la ragione iflefl'a il corpo umano e di ogni animale ne dee altres imbere ; polche molte materie contiene nel iuo fangue , le quali fon pabolo del fuoco. II fu^co per-ci 1' inefaufta forgente di tanti fosfori animali Da quefto ifl-efTo principio nafcono quelle fcintille, che a guifa di tante forfore lucide efcono crofciando dal pelo de' gatti, quando con man gagliaro quelle fcintille minute che fpiccano (Gialla da fi frega loro la ichiena dura felce, alle percof'ie del focile. E finalmente, ficcome da' capelli de
altra
.
bambini
di
calda temperatura
i
bonfi fpiegare
sbrigano talvo'ia l*iammelle ; dosi deb,^ che 'fon veri fuochi elettrici , e :...,,-.. >-.,. vg-'
fi-
sullaRabbia.
D'tgreJJtone
Bp
fM
elettricit,
XLIII. Tuttocci che fi fcoverto in quefto fecolo fopra 1' prova eflervi nelF uomo , e negli animali una fimile , materia che brilla, ftimola., e eh' dotata d'una gran forza di L'artificio, o flrofinamento dicuififerattrazione e di ripulfione ve per farla comparire, non la crea, non facendo altro che imquindi nafce , che primerle un movimento eh' efla non avea girando il globo elettrico velocemente , fi riefce meglio a farla apparire: i corpi animali la rifiutano fovente a' fregamenti imiiediati, bench elfi ftefll ne abbiano pi degli altri corpi della medefima denfita (37). Il Signor Hauksbe aveva gi oflervato
elettricit
. :
ne'
putrefazione
,
Veggionfi fovente
attorno
de' chniteri
La
ficcome
altra
lume a de' vermini lucenti j egli per puro effetto della materia fosforica che abbonda nelle acque ifteffe, la quale materia fi fviluppa dalle parti bituminofe e faline che in copia vi fon Ideile acque del mare. La flefla foftanza fosforica produce il lume ne' pema non cos Parr quefta una digrefTione a certuni fti ed io ho voluto con quelle poche parole preparar gli animi de' meno fperti , per farmi ftrada a mofirare le forze dell' elettricifmo , da cui col Signor de Sauvages vedremo fpiegati i fenomeni pi importanti della Rabbia
lofofi aveflero attribuito fifFatto
.
(37) Gran fegreto fi fvelato , e lunga materia fi fomminifirata a' Filofofi nel rapido moto , e nella progreffione delle fiammelle, e della luce elettrica, eh' effendo prima inceppata ne' corpi, merc il moto della mac-
china
fi
ravviva
Infiniti
libri
,
fi
fono dati
mare
e per renderlo
curiofit dell'uomo
Le
i vantaggi della fanit. compilate , faranno per regifirarfi nelle note in queRo luogo mi fi' conceda di dirne qualche poco. j
ma
me
le giufle lodi date al Mufchembr , e ad Hamberger, tuttaddue chiariffimi Fihci , certamente che debb' effer taciuta quella opinione , in cui a cafo ed alla cieca elfi decifero, che l' elettricifmo non fia
mica
fo
un
rovinofo
fuoco
,
ma
di
altra
incerta
le
foftanza
,
Que-
lunge dallo
fchiarir
,
confufa la verit
non
flato ricevuto
idee
man.
p
ne' capelli
Dissertazione
umani,
e
IL
nelle budella
del
bove
Gray
mangono
abbagliati dal maravlglofo Io non riferir gli argomenti loro, eflendomi paruti infufficienti e mal immaginati j e fon eglino caduti nelle tenebre, per aver confufo il fuoco artificiale, impuro, e tardo, col fuoco elettrico, puriffmio , e rapido ne' moti fuoi Nel vero li fiocchi elettrici producono l'incendio ne' corpi piccoli ac.
cendibili
gi
fi
vede
la
fette
rag-
colorati
.
e mofrano in
altres
una parola
le
propriet
tutte
del
vero
fuo-
co
un' altra foRanza fottiliffima , la quale fi ravvifa tofio che fi fenta l'odore che manda il conduttore elettrico. Egli fembra un odor fosforico, acetofo, od altro fmile, fecondo le varie fpecie de'corpi che
v'
Ma
fi
le
Il Signor Cavaliere D.Giovanni Vivenzio Primo Medico del- Protomedico del Regno , che nella Fifica Sperimentale e nel far uo delle macchine, delle quali ne poffiede doviziofa raccolta, pu beniffinio gareggiare cu' primi diligenti , e dotti Fifici OfTervatori , traile altre fue belle opere date alla luce , ultimamente ci ha fornito di una elegante traduzione dall' Inglefe di due Diirertazioni, una fuUa Teoria, e Pratica della Elettricit Medica del Signor Tiberio Cavallo nofiro compatriota, Membro della Societ Regale di Londra e l'altra della forza della Elettricit nella cura della fuppreffione de' mefirui del Chirurgo Giovanni Birch . Alle quali Difiertazioni premette egli una Iftoria della detta Elettricit Medica , opera utile dimolto, con grand' ingegno compilata, e che mette come in veduta tutto quanto da' diverfi Scrittori di varie Nazioni fi detto ed in varii tempi fiato oflervato Or il tefi nominato Signor Cavallo , chiedendo determinare in che confitta la natura vera del fluido elettrico, cos fcrive dopo aver accennati alcuni fperimenti.Quefi efperimenti anno indotte varie perfone a fupporre che il fluido elettrico flogifto , un acido, o pure un compofto di ambidue. Ma confiderando , che in quei cafi 1' azione del fluido elettrico , come un acido , o flogifio, fommamente piccola , e confderando ancora la violenza con
elettrizzano.
e
LL.MM.,
le
fofl:anze de'
corpi
la cui
fuperficie gene-
ralmente bruciataio liquefatta in picciol grado* iembra perci pi naturale il fofpettare che i fopra riferiti effetti fieno prodotti di quella quantit di principio o acido o infiammabile , che il violento paff'aggio e la fuga del fluido elettrico ef:rae dagli altri corpi, piuttofl:o che confiderare eflere l'elettrico fluido ifleflb un acido, o un principio infiammabile, lo che per altri efperimenti fembra effere molto improbabile,, .N vorrei che
fi
tuttiquanti dal
creda che tanti torrenti di luce fparfi per le varie fofianze, fi derivino diflemperarfi in cosi fottiliflimi raggi il fole , che ci veg-
perpetuamente
ma
deefi affermare
sullaRabbia.'
Gray
diverfe
la
:
pi
refe
trizzato
pi fenfibile per l'uomo intiero, dopo averlo eletvi erano degli uomini (u) che cacciavano fcintiiJe da
del lor corpo
.
parti
Il
Signor
Du-Fay ha
infegnato
il
modo
ler
di farne cacciare a
tutti gli
uomini.
I Signori Bofe
Mol-
Mufchembroek anno trovato quello di fare urtare ne' corpi , due torrenti oppofti di materia elettrica , che fanno in piccolo
ci
ftanza fu gi nel
fia
dflFuTa nella materia, e da quel vda quel perpetuo fuoco forza riceve e mo-
fattura
fcuopra della variet ne' fenomeni elettrici , de' corpi , e della diverfa quantit
.
egli
,
L'Abate Nollet nell'opera intitolata Recerches elettn'ques medefimi che un caldaio perch contiene poca malfa , elettrizzato che caccia de' gran fiocchi lucenti j lo che non avviene f vegna elettrizfia Elettrizzati inoltre due pezzi di ferro zato un pezzo di ferro maflccio di vario pefo , uno di cinquanta libre, e l'altro di ott'oncie: quello fecondo, ch'avea la figura di un parallelepipedo, dopo un minuto fecondo cacciava delle fcintille elettriche j mentre il pezzo grande non dava fuori delle fcintille j f non dopo fei minuti fecondi , Una volta per eh' abbia un corpo di mafia grande ricevuta la materia elettrica, niaooiori effetci afficura
, , ,
.
ti
grandi dimoftrer. lunghezza del corpo molto varia ancora 1' elettricifmo nello che fono d accordo le Monnier, il Nollet, e gli Accademici di Parigi Il Signor le Monnier dopo aver elettrizzata una zona di piombo , e dopo forza de' fiocchi ^ dividendola in varie piccole zone averne notata la e di tutte facendone una lunga; quefta elettrizzata di nuovo, mapoior
,
e fiocchi pi
La
elet--
tricifmo mofirava
Da
che
fi
pu dedurre
,
che
,
intrometterfi
mucilagine
in
che in altre parti , La fofianza di effi a ruila d'una cui il fangue vi porta una linfa bianca, e quefii mede-
come
Ne
rifulta
quindi un fiftema, che non ha tanto di pefo, come le altre parti falde Sono inoltre i nervi lottili e lunghi, e' perci 1' elettrico vapore di leggieri s'infinua , e quindi inceffantemente fi rinnova , merc i continui
Ma
moti del cuore , de' polmoni, de' canali e '1 fregamento del fnoue non balla quello folo cio il poco pefo e la lunghezza de' nervi vi fi richiede un altro principio, onde fpiegare un s maravigliofo feno,
,
meno ;
(u)
P2
ci
S
i
,
E R r A Z
O N E
.
IL
Il
Signor Le la pol-
come un uomo
,
acquavite
vere del cannone coli' avvicinare fempliceraente il dito. XLIV. Tutto ci porta a credere (x) , che la materia elettrica e un fluido fottilijjmo che rijiede dappertutto al di dentro , come
d
ri
godendoft
d'
una perfetta
continuit
Quefto
{39)
venti egli
abbondantiffimo neiruomo; e negli animali vipi attivo , ed in maggior copia , che ne' cadaveg'^^tti
morti
efendo fregati
fcintillano
ma non
dan-
veggiamo
ftrifciare ne'
bene affomiglianfi a quelle fcintille , che lancianfi da' conduttori elettrizzati j ed a quei fuochi elettrici altres che fi comunicano ad altri corpi che fono in iflato di difetto Da quefta elettrica natura delle folgori , nafcono tutte quelle portentofe apparenze che tuttod oiferviamo e che da Plinio al libro fecondo della Storia Naturale, furono con pi di maraviglia, che di verit regiftrate. Nella terza Dif,
,
.
e fcuri nuvoli
fertazione di quefto
(x)
Tomo primo, pi chiaramente ne ragioneremo. Nollet Saggio pag. 1^4. {9) .1^ corpo umano oltre del naturale elettricifmo che ha , riceve la elettricit per comunicazione . Se fulla eflremit lunga del conduttore fi pongano diverfe ioftanze come 1' uccello 1' acqua mercurio , 1' uovo , le piante verdi ma meno quelle acquifteranno grande elettricit j f ne comunicher al vetro corpi idioelettrici allo zolfo , e ad altri , Ognuno in tal guifa fi perfuade che il corpo noftro debba effer meflb nella prima clafle Anzich riflette il dotto Signor Tiberio Cavallo nella Opera intitolata Teora Pratica clelf Elettricit Medica parte e , terza , che i fluidi del corpo umano dell' fono migliori conduttori elettricit , che l' acqua un tubo di vetro del Prendete , ei dice diametro di quafi -^ di pollice , e fei pollici in circa lungo j o
, , ,
: .
piuttolo
due
,
di
tali
tubi
efattamente
di
efl
,
diametro
te
che
fi
tenendo riempia di
e
uno
quel
per
fluido
uguali in lunghezza , ed in una eflremit nell' acqua , faL' acqua riempir fu'bito il tu-
bo in virt dell'attrazione capillare particolarmente f il tubo tengafi inchnato alla iuperficie dell' acqua Fate che T altro tubo riempiafi nella felfa guifa di fangue , o Ora caricate di altro fluido del corpo umano una ooccia elettrica, ed il circuito per cui dev'e/Tere fcaricata , fate he fia formato da uno di quelli tubi , alle cui eftremit adattar fi poflbno
,
.
fottili
fili
metallici in
modo
tale
che tocchino
il
fluido contenuto
in effo.
SULLA Rabbia.
danno affatto lume (y).
?^
In fatti vi manca quello ftropiccio inde'fluidi,ede'folidi, che la vita mantiene, e che la putreterno fazione non i , che in feguito . Giornalmente fi va difingannando delle refrizioni , che i Signori Gray , e Du-Fay avean dato all'elettricit: l'umidita ifteffa non i'impedifce (40). Il Signor
Ha.
fo, e le braccia di una perfona , eh' defiderofa di praticare refperimeaIn quefli maniera, f la boccia fi fcarichi pii volte, mutando alterto nativamente , cio una volta quello ripieno di acqua , ed un' altra quello
.
ripieno di fangue , e cos in feguito, fi vedr che la fcoffa far pil fenfibile, qualora il circuito vien formato dal tubo ripieno di qualche fluido del corpo umano, che quando fi fa ufo del tubo ripieno di acqua,,. Nella nota poi fi aggiugne , che ci fembra efler il motivo , per cui molte volte gli
uomini,
altri
e gli
animali fono
flati
renza di
corpi . Da quelle verit ben chiare, egli fi comprende che la opinione fpeciofa del Signor Louis Cerufico dell Ofpedale di Parigi , ficcome egli fpiega nel libro intitolato Offervazjoni fulla Elettricit nelT anno 1747- , la
tutta tratta dalla fantafia
e che quando fi legge con tutt' i colori com' ; dipinta nel libro, pu fervire di divertimento, e di ben ordito romanzo. Egli pretende mofrare afciuttamente , che il vapore elettrico non pu
puote
che folamente comunicar fi credo n io mi efTer neceffario che adduca e confuti i di lui argomenti , che non anno al certo fondamento veruno., e fon immaginati contro le regole del verifimile. Aggiugner folamente una offervazione , che quegli animali che fon uccifi dalle fcoffe elettriche, e quegli uomini altres morti , per fiati colpiti effere dalle folgori quando fi tagliano , dimoftrano de,
ma
alle
parti
efterne
od. alla
fua
fuperficie
fangue, legno della rarefazione e del difturbo nella maffa del medefimo Qui il Cerufico voga , ondeggia , ed ufa ricorre alla impegni , onde poter ficuro arrivar in porto de' grandi
gli
aiTefi
e de' rappigli
del
ed
all' ijjterrotto
,
Ma
mentre cerca
quello
parti-
di colorire tutte le
alh^ circoftanze
rimane foffermato da
buio, che confeflare che i fluidi del noftro corpo dieno libero e fpedito paflagglo al fuoco elettrico. (y) Memor. delT ^ccadem. Du-Fay. (40) Non mi ritrarr di farvi chiaro i varii effetti dell'umidit in avea rapporto all' elettricifmo Il Signor Bofe ProfeflTore di Wirtemberg pretefo, che la materia elettrica vegna rifratta, allorch l'aria del luogo
colar
fenomeno:
dove
fi
umida
o pure
,
re efaJazioni
laonde
nuocciono
94-
Dissertazione
(z)
fi
II.
Hales
Jo
:
ne oflerv
tiri
gli
effetti
unmu-
(a) , che non altro f non il o la materia della luce attaccata a qualche parte fulfurea , non fegue nel corpo indifferentemente ogni forio ho fovente fperimentato nella fperienza di ra di direzione Leyden , ch'egli feguiva il corfo de'nervi fecondo la lunghezza del braccio fino alla fpina del dorfo (4ij,chefcuotevaaflaifortemente:
XLV. Quefio
fluido elettrico
,
fuoco elementare
acdel vapor elettrico noni pure le parti acquidofe , ma eziando il L'Abate Nollet allo nicoziana, o di altra erba qualunque
.
fumo
del-
la
incontro
fofleneva che l'umido nuoce allora, quando fi attrae egli dal globo o dal cilindro che fi gira- ma non gi quando nell'aria , fenza umettare la macchina. Al propofito egli aggiugne , che collo fpirito del terebinto
unto il globo, od il cilindro, l'elettricifmo non fi fminora, n fi diftrugge ficcome f vi fia porzione bench minima di acqua , il tubo mai D. Giovanni Vivenzio nella fua Il Signor Cavaliere diventa elettrico Storia della Elettricit Medica alla pagina 6/^., con ben faldo divifamen.
to
ri
con ifquifito giudicio fcrive , e decide fu quefta variet di pareQLianto meno perfone, ei dice, fono nella flanza dove operafi , tanto far pi abbondante 1' elettricit , e quanto pi diftanti fieno dalla macchina La rel'pirazione di molte perfone in un luogo , foprattutto s' rende 1' aria condottrice , cio atta ad eflere attraverfata dal angufto fluido elettrico a proporzione, che fi trova impregnata di particelle vaporofe: giacch quando pura ed afciutta , come ben noto, annoverata
,
,,
tra'
ec.
corpi elettrici per natura . Oltre tutto ci , 1' eftremit de' capelli fon tanti mezzi d'attrarre il fuoco elettrico dal conduttore . Debbo aggiupnere ancora , che le particelle dell'acqua nuocciono alla irradiazione de' corpi idiolettrici avvegnacch divengon a foggia di tanti piccoli con,
del fuoco fi- difperdono ; ma non mi far che a' corpi anelettrici , o che acquiftano la elettricit per comunicazione, l'umidit non fi oppone mica j anzich pi di legHo creduto dover notare quefia gieri far acquiftare 1' elettrica materia affinecch i 'poco guardinghi non credano, che 1 uutiliffima circofi:anza
duttori
per
li
quali le parti
,
fcrupolo di dire
mido
(z)
r
la
generale nuoccia alla felice riufcita de' fenomeni . Emafiat. Efper. 13. . 11. 12. (a) Nollet Saggio, pag. 137. 14(5. ipo. nel(41) La fcoffa di Leyden la prima volta truovata dal Mufchembr anno 1 745 , non ifcuote ogni parte del corpo confufamente ; ma entra
in
materia elettrica pi
in
particolare
fecondo
le
direzioni
de' nervi
U L L A
il
accelerando pochiffimo
fegiiente
polfo (42),
A B B I A.' mi cagionava
P5
l'intiera notte
mo
In qualche macchina delle mezzane di grandezza, quando in me medefiho quefia fcofla offervata , ho conolciuto, che lo fcotimento fi dava air intiero nervofo fiftcma ; e pi in particolare a' nervi , inviluppati come in andirivieni , delle vifcere . Leggafi l'Appendice aggiunta all'o-
pera dell'Abate Nollet intitolata Recerches etettriques augumento del pol(42) Varie diffenfioni de' Medici fi fon fentite full' fo merc la elettrizzazione, alcuni dall' un canto- affermandolo , ed altri, incolpandone la poca diligenza de' primi, dall'altro Fan niegato. Io non
mi fermer punto
tutte
tal le
ad annoverare
molto
,
meno
ed
i
a ridire
una
_
per^
una
fu
varii
loro
effetti
da che non durer fatica il Lettore a trovarne i vivi e minuti dettagli nel ruolo de' libri de' Fifici , e fpecialmente nell' opera cotanto accreditata della Storia dell Elettricit Medica , compofta dal Cavai ier Vivenzio Baller di dire , che il Signor Mauduit Dottor Reggente della Facolfuggetto, e lungo tempo logorerei
..
t di
Medicina
di Parigi in
una Memoria
tura ce
,
che
proporzione
l'irri-
fecondo
mac-
china elettrica , e lo fiato dell' atmosfera Che la negativa ne diminuifce al contrario il numero nella proporzione di due ad ottanta, fecondo l'offervazione di Dalibar. Il medeCmo Autore nell'anno 1777- ? in prefenza di molti fcelfe fra un gran numero di perfone uno , nel quale il polfo fembrava battere con maggior regolarit . In un minuto primo le^ fue
dopo ci fatta agire la macchina elettrica, videro afcendere le pulfazioni a fettantaquattro , e cos ancora avvenne in un fecondo efperimento : tolta poi la bacchetta di comunicazione dal primo conduttore, furono in un minuto primo offervatp le pulfazioni ridotte di nuovo a feffantanove . Ci non olante nel Giornale di Parigi
pulfazioni erano feffantanove
:
fi
de'
una
lettera del
,
Canonico
Sans,.
il
rifultato
delle quali
fu, che r elettricit tanto negativa , che pofitiva non aument, n dila velocit del fangue , e per confeguenza quella del polfo a Il Cavalier Vivenzio dopo aver ufata una particolar premurofa diligenza, cos conchiude . Bafia il dire che il rifultato di varie fperienze ri-
minu
petute
fomma
forza
la
macchina
,
che quando
l'
,
fi
che
elettricit
di
due
tre ad
ot-
p6
IL rapidamente l'una l'altra fi fuccedevatio , da punture vive fimili a cjuelle che provanfi avvicinando il dito alla barra di ferro cietuizzata; finalmente una fenfibilita atta a fcommuovere i'iateio corpo; ci che reiterato fovente, m'ha convinto, che il fluido nerveo fiffatta materia elettrica , che quefti artifici! mettono in un cosi gran movimento.
Dissertazione
XLVI. Le
il
feofo Io
fa ve-
dere (43); tutte effendo fecche fon come le corde de'violin, den(e, e tanto pi trafparenti , quanto effe fono pi fine ; e fono i fili pi fertili o lunghi del corpo. La luce cie il Signor New-
elfere
s"i
ottanta
ottanta
, ,
In altri di quattro,
o
1'
aumento
.
il
et
ed
il
k^o
negativa
flati
elettri-
fono
fin
ora si
riiultati
Mi
ili
tutta la fua
nemmeno
tal
1'
ho fatto
come mai
nel
pi forte
Rabbia
polfo non
fi
precifo rapporto
agli
moti Queflo era il fentimento del Boerhaave eh' egli efpone nelle Iftituzi^ni mediche . 301 , dove dic ,Adeoque vdetur non abfonum ejft ex cerebro ejujque propaginibtis paulattm formari corpus folidum , totu'/nque Allo 'ncontro Alberto Mailer colla fua Scuola , dopo reex nevvs fieri plicate fperienze ha pretefo atterrare un tal fiftema , pretendendo che una -^buona parte degli organi animali fieno infenfibili , perch non compoft
altri
(4,?)
:
da'
le
nervi.
Tali fono
la
meningi,
(h)
pleura,
il
le offa,
il
perioftio
Newton
ha creduto che
luce.
;44) La luce od il fuoco elettrico ben pu dirfi l'anima e la vita di tutta juanta la Natura j per cui tutto fi produce, refpira, e fi rinnovella ^ eh' entra ne' corpi tutti j e fenza lei niente gli efferi farieno . Se fi
confiderino
terra
talli
,
fi
fenomeni che nelie srotte profonde.o nelle vifcere della tutti n cagioj.e la luce Le tormazioni de mee de' minerali , le fotterranee fermentazioni , i fenomeni della cai
tanti
ravvil'ano, di
la-
sullaRabbia.
e propria a ricrearlo, fecondo
le
P7
dimoftrazioni de' Signori Mairan, e Rizzer (e) un fluido fottiiiflmo d'una elafticit perfetta, che fi muove con altretranro pi di rapidira ne'corpi, cjuanro fo, e pi omogenei o tralparenri: il fluido elertrico materia ma carica di zolfi animali nell'uomo; ella realmente fi porta lungo un filo di ferrose dentro il fuo telfuto (d), con una velocita almeno trenta volte pi grande di quella del fuono ( che va tuttavia con una velocita di 1073. pi^di per Si era gi pr varo , che il fluido nerveo dovea avefecondo ) re almeno quefta velocit per poter contrarre il cuore, e gli alnon fi ritroverebbe n la loro forza tri mufcoli, fenza di che jmmenfa dimpftrata da Borelli , n la prontezza incredibile de' fapendo ognuno loro movimenti, dopo l'impero della volont
no
effi
pi denf
la
fteflfa
fottili
per poter
facil-
N
,
men-
lamita , i "baleni , i tuoni , i folgori , le aurore Ijoreali , e fin i tifoni medefimi e gli oragani fon effetti die nafcono da una medenma cagione. Credevanf per l'addietro i tifoni prodotti delle tempefre, e de' venti impetuofi e contrarli: ma meffi al paragone le piccole trombe artifiziali nell'acqua, con quelle dell' atmosfera , non vi fiata dubbiezEa a credere , che tai fenomeni non fieno effetti de' nuvoli elettrici , che cercano diffondere e proNon maraviglia, f il fuoco elettrico fpandendof pagare l'elettricifrao nelle vifcere della terra , produca le forti e violente fcoTe del tremuoto,
.
Proci ta
,
d'ivifero
dal
continente
.
fecondo
ben
tefifca
Strabone
ne fono
Ma
il
il fuoco elettri<;o ai corpi oi-ganici , ed agli animali Per lo medefimo fi fa la fruttificaziole antere ne fono interiormente penetrate ; e quella lot-
tiliffima foftanza
compie la generazione, ed eziandio la intiera vegetazione. Parlando della nolira macchina, il calore e la fluidit del langue,
,
il
moto
,
.
e la forza de'
elettrico
nervi fono effetti del medefimo fluido claflico ed quante volte viene effo fuoco impedito , ficch non pu fcori
vi
nel
,
cervello
vifcero
le
,
paralifi
Se
fi
truo-
ne' nervi
,
follanza
i
anelettrica
che
fenfi
vaglia a difperdere
fluido elettrico
fi
perderanno
Bioti, ed
(e)
Comm.
(d)
eia
dell'
Fran'
p8 mente
Dissertazione
traverfare
i
II.
f
filetti,
non
alla
XLVII. Non bifogna temere , che quello fluido fcappi facilmente dal corpo (e) , n che feguiti altra direzione fuori di quella de' filetti nervofi , non altramenti, che il fluido elettrico non fi diffonde da un lunghifllmo filo di ferro ne' corpi, che lo
toccano
ftretti
:
(f)
egli affetta di
feguire
corpi
pi lunghi
e pi
,
cos'i
una cantina
di
ed
altrettante pi fretta d'un' altra, d venti volte pi di elettricit fotto l'ifteflb volume.
pu
trafportare
il
che quello
il
dall' eftremit
alla
Hales
in f fiieffo prova. Il Signor ha gi penfato effer egli il veicolo degli frepiti,chefi fentono da una eflremit all'altra del corpo, quando uno fi gratta l'orecchio, il ginocchio, foprattutto verfo la fera; ed all'ac-
crefcimento della fua velocit, e della fua quantit debbonfi attribuire gli effetti SI buoni (h) , che pericolofi (i) , che i paralitici e gl'infanti annodati an rifentito nelle operazioni elettriche (45).
XLVIII.
(43)
(e) (f)
Che
plaufibili
Il
Il
il fluido nervofo veramente fia fimile al fuoco elettrico argomenti fi dimoftrer nella terza Differtazione . Signor Nollet , Saggio pag. 175. Signor le Monnier, ivi f
con
(g) (h)
Kratzeinfiein de Halle
Medici
Norimberga,
.
e quelli di
:
follevati per
fi
nelle
rapporta
un
dofi
efempio
Intanto il Signor d'Opelmayer infermo in et di jo. anni , eflenposto tra due globi elettrici , s'elettrizz s fortemente , che fei giorni dopo divenne paralitico ci che 1' impetuofit imprefla al fluido , uervofo pu aver prodotto, effendo troppo forte per lui poche (4(5) Per terminare 1? note a (juefta digreflonc full' elettricit ,
.
altre
S U L L A R A B B r A." pp XLVIII. Del redo l' efiftenza del fluido nervofo provara non folamente dall' efperienza di Bellini fopra i nervi diafram-
2
al
ma.
certo
fi
fono fcoverti ma quanti utili ancora fcaturifcano di qua , non dagli apparati elettrici occorre farne lungo dvifamento .. Ricorder foltanto , che da ran tempo an cercato i Fifici di farne applicazione alJa Medicina per acconcio ed agio dell'uomo , e per curare varie malattie. In tutti coloro che fi elettrizzano, vedefi la trafpirazione crefciuta, e divengono e/Ti pi lep^ieri e fi fentono pi fnelli . Il Signor Pivati , Verati Italiani JaJlabert , de' Sauvages , Morand , de Ja Sone Francefi ; il Dottor Hart , Himfel Warton , Wilfon , Jacopo Fergufon in Inghilterra j de Haen ,' A]lemand
. :
altre
parole
rimangono
a dire
Grandi fenomeni
altri
in
Germania
anno
ed , ed in tante
altre malattie.
Da' nimici dell' elettrcfmo fi oppone l'evento funefto del Sianor Opelmayer, il quale per la elettrizzazione fi mori. Ma il Signor Bofe in una lettera fcritta da Witemberg nel!' anno 175^., e diritta all'Abate NoJlet , con una copia di rifpofta di un uomo degno eh' affifeva al detto infermo, alficura che i'apoplefia accaduta, non dovea mica attribuirfi
all'elettricifmo
plettici
ferti
,
perciocch era egli aflai flato foggetto a degl'iniUlti apo^ fenzacch fi foffe elettrizzato , ne avea ,
lof-
di varii altri
Or
tanti
io
non mi fermer
,
.
a cenfurar coloro
terra con
che in quefto
e buttar a
una
fola parola
Il Cavalier Vivenzio nella tefl uomini illuftri citata Storia della Medica, cosi conchiude pag. 43. Avendo acquiftate le pi potenti ed efatte_ macchine elettriche che fatte fi fono fin ora in
,
Loncon
dra con compiuti apparecchi per efeguire tutti gli elperimenti elfi gli firumenti per ben amminifl:rare 1' elettricit ne' varii cafi
'medici
che tanti valentuomini aveano , , fcritto, tentare fempre pi l'elettricit, fecondo il metodo da' Sianori Cavallo, le Birch prefcritto , in varie e diverfe malattie. Senza
particolar-
non ho
trafcurato
animato da ci
mente riferire le iftorie e trafcrivere i giornali baller qui accennare che un favio Medico in Caferta reft per mezzo della elettricit uuarit di uno ftupctfe della deflira mano, che da molto tempo lolfriva che un
,
fi
di
M.
del
che dall' ultima campagna di Boemia lo , tormentava; che una Signora addetta al fervizio delle LL. AA. RR. fu fa. nata da una fuppreiione eie' mellrui, che da undici mefi foffriva e che non avea a verun altro rimedio ceduto j e finalmente che la noftra Au-
loo
inatici
,
Dissertazione
,
II.
da quelle di Alefandro Stward fopra la midolla fpinadelle ranocchie che io ho reiterate ; ma da quelle che il Signor Walter fece fare fopra due femine di frefco decapitate a
Lipfick, quando introducendo uno ftilo dentro la midolla fpinale di fopra in baffo, le dita della mano fi convellevano: nelle beccherie io ho fatte le medefime fperienze fopra de' montoni,
e fu
delle capre
sii,
coltello
.
la
mi-
dolla da gi in
gli
occhi
La
gufa Signora , e Padrona non ritrov altro compenfo per un violento reumatico dolore nelle corte fpurie del finiftro Iato che rendevate tormentofe le intere notti , che con ufare l'elettricit , dalla quale reft perfettamente guarita
,
.
tutte quefte offervazoni, e dopo tante altre ch'Io taccio , e che poffono ieggerfi ne' varii Scrittori, e nell' opera pi volte citata del Cavalier Vivenzio ; egli fi pu conchiudere , che la elettricit non debb' efler
Dopo
rimedi!
ed da difiderare
,
.
rendo degli fconcerti nella macchina noftra ne , tantofto fi ricorra alla fi.ia efficacia
orecchi a coloro
,
fottopofti
a tale
che occorapplicazio-
fa meftieri porger gli fcatenano contro ; poich non fanno eglino i metodi particolari da doverfi adoperare; n fi an fatto un ricco teforo alle lor menti della ferie di tante felici cure perfezionate da Medici famofi , Io non la finirei mai , f riandar voleffi partitamente , dire quello , che in pr della nofira fentenza fi fcrit-
gli
to
crefcere
noflri
impegni verfo
:
di quefta
meaicina, quanto pili agramente fi vede ella appugnata , ma- non gi vinta I cervelli troppo caparbi! non fan mai piegare ma le fecche, e gli
.
fcogli
(k)
Matematica
del
di
Ginevra
.
ho apprefa da un celebre Profeflbre di conferma molto il fentimento fopra il carattere Li z6. Dicembre 1747. mi fi conduffe un uomo, il
,
braccio deliro era paralitico pi di quindici anni . Dopo diverlx tentativi m' accorfi, che non folamente eccitava de' moti convulfivi viviffimi ne' mufcoli paralitici quali effi erano attaccati .
ma ancora io facevo muovere le parti , alle Allora elettrizzai il mio ammalato una o due ore di feguito ogni giorno , e non folamente gli ho reftituito il fenlb, ed i diverfi moti del pugno , delle dita, del cubito &c. , ma quello jftefTo gomito eh' era atrofiato ha ripigliato tutto il fuo buon effere . Vi mando la copia dello fiato del braccio fatta dal Signor Guiot , uno de noRri Maeftri Chirurgi Li io. Gennaio 1748. l'ammalato beve bexiiffimo , e prende il fuo cappello col braccio paralitico Sccfottofcritto I...
,
.
U L L A
R
&
A B B
A.
eh'
lOI
provato
La forza
pnncipii,l veleno della Rabbia tuuo pieno di materia luniinofa o elettrica, dovr a ragione dell'affiniche ha col fluido nerveo , ed alla denfita delle fibre nervot
XLIX.
,
Pofti
quefti
f, infinuarfi
vi
fi
trova,
come
vedefi
il
ed unirfi col fluido, che gi fuoco lucido del dito, e quello del,
la barra
prima divergenti nell'aria , riunirfi colle loro punte, e divenir convergenti (47): ma la quantit di un Algido
elettrica
elaftico crefcendo in
un
ifteffo
fpazio
1'
elafticita
1'
attivit
debora addotte , e per quegli argomenti eziandio ne^ egli dee afFermarfi che il fuoco elettrico nervi vi corre pi che in altre parti. Per non difibmiglievoli motivi crederemo ancora , che tutte quelle vaporofe e fottiliffime foftanze , che ad un tratto rivengono coloro, fpecialmente delle donne ifleriche , che patifcono nella nervatura , ofFendendofi in effe il refpiro , e cadendo in pro(47) Per che altrove
le
fi
ragioni
fin
reciteranno
fondo, e quali difperatiffimo fvenimento tutte fiffatte medicine, il ridico, non agifcono per altre vie , che per quella degli fpiriti , e de' nervi . Egli quefto un paragone ben dritto , e fodo ; e f per tanto tempo fi
creduto
della vecchia Scuola , che quefti volatili e fpiritofi liquore anodino , il fale volatile oliofo di Silvio , lo fpirito di bezoartico, lo fpirito di corno di cervo , e quello di fale ammoniaco , agiflero per la ftrada delle vene fucchianti , e ne' condotti del langue ; oggid n' mancato il plaufo a tal f.lofofare : ed opinioni s
da'
Medici
il
rimedii
come
Aerili e
confanno col dilicato gufto de' moderni. Medici fovente trovando del buio nel volere difcifrare gl'interni groflbJani ordigni della macchina noftra; far pii
fi
,
mal condite
mal
fi
Non mancher
agevole urtar nelle tenebre intorno al fiftema de' nervi , nell'interna ftruttui'a de' quali noi c'imbattiamo in varii burroni da non effer dalla mente noftra comprefi . Ma ci non fa , che non dobbiam afferire col confenfo de' migliori, che realmente evvi del fluido ne' nervi, e che le foftanze tutte di particelle volatili compofte debbano allogarfi ne' medefimi s'egli cos, gran plaufo faremo per ifpevare , allorch avanzeremo a
e cefalici per diritto fentiero i rimedii cordiali , agifcono ne' nervi ; cos la bava del cane rabbiofo, lefa fottile , fosforica, e vaporofa , debba medefmamente ne' nervi riceverfi , e di quivi pr
tutt'
i
durre
e IL I02 debbono crefcere almeno neiriieflb rapporto, e fecondo Boerhaave nella ragione di qualcuna delle funzioni della loro vicinanza. I principii anzidetti , 1' urto violento de' due fiocchi riuniti , il fanno in quefta maniera fupporre: i fintomi della Rabbia il faranno ancora meglio fentire (48).
Disse RTAzoN
DELLA RABBIA.
L. Le velocita de' fluidi elaftici mefl in vibrazione , fono in ragion fudduplicata delle loro elafticita, fecondo i principii di New
ton
LI.
1'
elaflicita del
fluido
nervofo dial
avea prima di venga quadrupla di quella della Rabbia, i refli eflendo eguali , la fua leno
egli
:
unirfi
vefar
velociti
doppia dell'ordinario i fintomi ci faran conghietturare dalla loJoro veemenza , che quefta eJaiticita in alcuni Idrofobi molto pi grande di quella, che qui non la fupponiamo.
Forza mufcolare
LII.
crefcuta.
efeguito
ed
detto fin qui , egli (48) Tutto quello eh' ftato . Noi fin ora abbiamo fviluppato
il
,
preludi della
indizii
n per mezzo di conghietture ricercate, i fegni, od i patimenti , che morfi dal can rabbiofo , che foolion falla prima fperimentar coloro fentono un male, che naice da una certa ipeffezza, e da un quagliamento tali fono la fievolezza del polfo , il freddo lo flato indotto nel fangue
,
:
poi il veleno refo debole della macchina , e la triftezza, e la noia. e ne' nervi intromeffo , produce la funefla leena di tanti fintovolatile Furono deffi fpiemi , per li quali 1' arrabbiato fi trae in difperazione curan' gati dal oran Boerhaave nell' aforifmo I138. de cognofcendis , Quelli fintomi far ora con attentiffima diligenza a diflami^is morbis
.
Ma
&
nare
rienza di tutt'
ne lo
cominciando col mettere innanzi gli occhi tutto quello che la fpeVeggiamoi tempi ci fa fapere al propofito della Rabbia fviluppo , e tentiamo di riconofcere la fua natura , da cui forge il
.
metodo
di
ben curarla.
I03 A B B I A. S U L L A ed proporzlonevole alla forza di quefto fluido , f le refiftenze fono le fteffe; ma la forza de' fluidi pofti in moto, in ragion
comporta
le
di quella d^lle
:
loro denfit
il
(1),
loro velocit
,
dunque
avendo
per efem-
due volte pi di denfit , e due pi di velocita , la fua forza far otto volte pi grande , e intanto li mufcoli che Io riceveranno con qufte condizioni, fi muoveranno otto volte pi
pio
fortemente (4p).
Ter(1)
(4p) altrove
del fecondo perodo della Rabbia, pi che Quelle fcienze Signor de Sauvages sfodera la fua Matematica intanto non Iblamente non fi deono annullare ", n sbandire ; ma o^nun conofce , che dalle medefime la medicina rifugio non folo , ma follievo riceve , e fplendore Lo fprezzo delle Matematiche nafce da certe opima alle opnioni invecchiate , che trovanfi negli animi de' poco intefi pofizioni , ed agi' improperii fulminati cotanto malignamente contro a s Adunque lo nobil fuggetto ; gi da varie erudite penne fi foddisfatto zelo che taluni mofii-ano per lo fudio delle ofTervazioni, egli o fuperfluo , perch uomo non v' che le ftrapazzi e l'offenda ; o finto per
il
.
il rancore conceputo contro le moderne teore. Ripigliando per da capo l'interrotto filo del primiero difcorfo ,- ognuno pu comprendere , che per lo mefcolamento del vneno' nel fangue , rimane non che invertita ed intorbidata la malfa degli umori , e- fpecial-
tnafcherare
mente de' linfatici ; ma fomigliantemente il fluido fottiliffimo de' neryi^ Voglio qui notare ci che io in paffando e fenza molto fquittinio ho ravvifato nella prefente teoria Tutt' i fluidi allorch divengono volatili e vaporofi , fi rendono eziandio elaftici. Ne da una chiara conferma r acqua , nella quale tuttocch non fi pofla efercitar prelfura allorch in vafe cedevole fi chiude , elaftica dimolto la medefima fi rende difciolta in vapori Or dunque il volatile della bava dee effer un fluido
, . .
elafl:ico
e fecondo il
velocit, e
del
le
,
Newton
forza de' fluidi, i quadrati delle femplici denft, ficcome ugualmente fon d'accordo i feguac e quegli del Leibniz . Con ci a puntino fi fpiega come
elafticit ferba la
Le
fi
produca
Ne ha parte eziandio in quello 1' apprendere che ne fa la mente . Perciocch dove fi ftima averfi un male incurabile , ed un molefto infortunio , fi tiene in moto ed in vigore il fluido de' nervi In tali difavventure , ed in s brutti frangenti i cordogli , e le fmanie martirizzano
.
io
104
Dissertazione
Perch
il
,
II.
che
il
fangue
fia
flato
pi glutino-
allo
refta
lo fpirito , per Io che la macchina tutta fi mette in ifcompiglio. fi fentiranno nella terza Diflerdella forza de' mufcoli , di belle cofe
Ma
tazione
(50) Comecch in quefio mio comento fulla Rabbia mi fono io flu diato di adunar materia , e di raccoglier notizie ed argomenti , difficili a trovarfi , e giovevoli a fapsjrfi j xlove fpecialmente vi ha de' luoghi ofcuri , de' paffi difafirofi , far con qualche garbo e naturalezza sfaT?illare
il
fommo
e l'ottimo
,
ifcorta quegli
autori
N prender per da laperfi in tal malattia che fenza lecita alcuna infilzano il vero e 'i falfo, pi fegreti. QLiel fenomeno intanto di cui avrei do.
il
r efporr
Si
in
quefto luogo.
fcraziato
nota nel Giornale Enciclopetiico, che tal fiata falaiTandofi qualche diuomo refo rabbiolo , s' veduto nel bacino apparire fulla fu-
cotenna , a guifa di quelle che noi fo, o che fon infermi per pleurilia , polmonia , infiammatorio . Quefia offervaed in generale per qualunque male decide quella lite cotanto agitata zione fatta nel fangue degli arrabbiati della cotica ne' mali d'infiammazione. Non fi pu ricotrere per ifpiegaavvegnach in molte malattie re tale fenomeno al calore del malato
una
crofta
gliamo veder
in coloro
non
di
calda origine
fi
offervata
come
'1
Sioiior
Off.
V erati
Vi.
,
nelle
fue Offer-va-^ioni
tricit
nel fangue di
,
un'uomo che
vide cKe
il
rio
ed un'affezione erpetica
,
Oltrecch
ne' fiiorbi
,
il
fiero
Che
perci
ro del fanoue
in quella guifa che dal tartaro rigenerato fi fcioglie il fiee dalla ioluzione del nitro fi sfibra la cotenna pleujitica-
.cosi allo incontro la foluzione dell'allume, lo fpirito acetofo del vctriuoe'I medefimo efiratto delle canterelle lo rappigliai fall fifii lifiiviofi, lo
no
falfi
in
dell'
modo, che fi riduce in foggia di gelatina. Qui dove fa bifogno applicazione per diriggere il raziocinio , e per non mettere de' paffi . Con tai merci fi poflono analizzare le idee , e Ichiarir quella
fi
fali
eh'
ab
SULLA Rabbia."
refla
li
:
io$
ancora una forza quadrupla al fluido nervofo, ed a'mufcodunque il cuore efdei cuore, per fuperare quefta refiftenza
fondo accrefciuto di forza, re fi fiera a quefto condenfaniento, che andava ben toflo ad arreftare la circolazione, e a terminar la vira; l'ammalato dunque fortiia da quefto ifato di fievolezza, di laffezza, di gravezza
fila
,
e di freddo
poich
ii
fafigue ripigliera la
fluidit
e la velocit
(m) (51),
Jl
LIV. La
tuffo,
le
uno
ftan-
Il
fpinge
fangue in tutto
la
il
corpo
dunque
gue,
O
abbiam nominati
,
i
'1
vali
fi
raddenfa
la
linfa
e
la
fiero
fi
cos
per la
,
parte al-
calina e volatile del veleno della bava , cotica . La quale nuota al fangue roflb
linfa
coagula
altres
.
ed
al fiero
Il
forma la movimeri'
to continuo del fangue ifteflb fa, che ne' vafi efla non fi generi. (m) QLielli che pretendono fpiegare la febbre , l'accrefcimento delle battute de' vafi , e della velocit del fangue che fopraviene a quefto fl:ato di
fpeffezza,
fuppongono comunemente
,
.,
fon dilatati
le
il
i
,
vafi
non
ci eh'
affurdo
Signor
,
Pitcarne ha
,
ofTervato
il
come il-^ugo d
coagulano
il
menta
leno
?
certi fali
,
come
jl
fai
,
alcali
fan-
gue arteviofo
non
velenofo
con
tal ve-
(51J I fluidi mofl da una fteffa forza pel medefimo ordine di canali, acquiftano le velocit reciproche alle gravit fpecifiche Secondo quella
.
pi tardamente andrebbono in giro . Ma merc le leggi delle refiflenze il contrario s' avviene. Quando il fangue roffb fi refo pi tegnente , poich le fue molecole non fono feparate da quelle di fiero , pi lentamente fi muove e quinci il cuore minor impulfo ricevendo, pi debolmente fi contrarr , e del pan corri-^
roffi del
fangue
fponderanno le battute delle arterie (n) Il Signor Pitot, Memor. dell' Accadem. J735.
.
io5
3
Dissertazione
Ma
,
IL
la Fifca e' infegna , che il calore al fanguigni (52). d Colto del trigefimo quinto grado rende il fltr^ue pi fcorrevole^ e che quarto calore ne avvicina di tanto pi, quanto la ve-
vafi
'1
fregamento
la
de
vali
pi confiderevole
a del {angue fono aumentati , e che il calore per gradi fi accrefciuto, il fngue dee per gradi ripigliare , e ancora fuperare
in feguito- la fua primiera fluidit
tiglia, e lo rifcalda
,
eflendo la forza
che
l'alTot-
Svi(ji) Non efrendomi io propello si largo campo in quefte mie note di ragionare Tu qualunque propofizione del noflro Autore, non far cos diJicato , ed auftero di qui addurre la dimoftrazione Algebraica di quefto teorema cotanto alla Fifiologia neceffario , che a puntino fi applica al
al fangue e fu fodamente ftabilito dal Signor contenter di dire , che per fapere la quantit d' un fluido efce da Un tubo fi dee tener conto della e che efercita del moto locit, del tempo, e della gravit fpecifica Ja forza motrice
Pieh'
tot
Mi
ve*
fe-
Ma
condo il prodotto della mafia nella celerit ^ dunque componendo amendune le ragioni j faranno le forze che s' impiegano a muover un fluido della mafia per un tubo, in ragion compofta del tempo e del quadrato della velocit o fia che la velocit far fecondo la radice quadrata
, ,
:
della forza . Molriflme cofe potrei qui aggiugnere per far vedere le varie applicazioni di quefto utiliflmo teorema Idraulico* ma il poco da me detto far baftevole per far intendere il grande che ci an lafciae tuttod riceviamo ancora Dichiamola pure tt i veri Matematici ,
*
Fra noi
altri
giacer
la
maifempre
a terra
la
finattantocch
giovent fiudiofa non fi accenda di Una nobile emulazione di voler apprendere piti che fpetficialmente le Scienze Matematiche , e Fifiche (53) Jacopo Keill ( dopo Alfonfo Borelli ) avendo cnfiderata la elfcit dell'aria , la quale fi crefce in ragione delle prefTioni , e del calore altres conchiufe che per la prefi'ra che riceve, e pel caldo inter^
ao nofiro eziandio
il fuo elatere , e divife mantenga le mobanda i due famofi Bernoulli, Jacopo, e Da. liiele , avendo opinato che la fluidit ne' corpi nafce dal movimento , delle particelle credettero che un interno bollore quello fia , che la fi fluidit Opinioni fon cotelle che debbono efere del fiingUe produca onninamente ributtate e poco plaufo ne debbono fperare gli Autori loro N con quefto intendo di difcreditare cos nobili fuggetti j percio,
ella
eferciti
il
altro Ibfferir
non vokfle
SULLA Rabbi
Ai
107
O
lefle,
Df-
che merci brillanti, e di valore. Vero per, che fifFatta aria elafica nel fangue non fi trova ed contraddizione il dire , che di un fluido , che velocemente fi muove , poflano le parti fue aver un moto di fermentazione ; io che pienamente fi dimoftrato da Pietro Mufchembr nella Fi/tea al Tomo primo Quella fentenza poi , che venne foftenu* ta dal Boerhaave , cio che debba ammetterfi medefmamente nelle partida chi imbeuto delle leggi celle del fangue , un moto di rotazione del moto rotatorio efpofte colla pi fcjiiifita analifi dal celebre Leonardo Eulero , vien ella avvilita Per In che a determinare un tal punto , fi dee riferire la fluidit del fangue al movimento continuo , ed al fluido elettrico II volatile della bava fulle prime io raddenfa iJ moto de' nervi , de' mufcoli , e del cuore di nuovo 1' afTottigliano Queflo punto non che troppo difficile ,-- ed malagevole Li colpir il vero. Due ingegnofe opinioni fi fono fchierate in quefta inchieda alcuni credendo la bava rabbiofa efTer un veleno diflblvente ed altri un coagulante, fecondo che ftimavano eglino, ch'ella fquagliava , o legava il fangue. perch io non veggio ftabil alcuni principii di quelle fentenze , confeffo pi volentieri , che la diverfit de' fuppofti nata dall' oirervare il fangue degli arrabbiati ne' diverfi periodi del male e noter eziandio che quefto veleno fa una colliquazione , ed indi rompe le parti del fangue , e '1 rende fluido e fottile. Taccio altri argomenti.
.
_,'
Ma
(54) Siccome per lo moto , ne' corpi inerti Ci fviluppano le parti del fuoco nafcofto , e '1 calore fi produce cos e non altramenti s' avviene ne' corpi animali , e nella macchina dell' uomo Quando il fuoco che l fviluppa ha un precifo rapporto, e corrifponde a quello che s'intromette, noi fentiam un caldo uniforme Se per qualunque cagione fi arrefia , o fminora 1' ufcita fua , avremo freddo. Negli arrabbiati , perciocch fi molti ffime particelle fi dan fuori , il calore dovr crefcere a proporzione. Il veleno inoltre feguendo ad agire , ne far rimanere la maifa del fan, .
.
fo8
Dissertazione
Djfere7iza della forza de fintomi fecondo
i
II.
fuggett
LVI. Negli uomini freddi e pituitofi , le Ebre de' quali fono lente, lo ftropiccio pi fievole, la quantit del fluido nervo!" intanto i flui minore nello fteflb modo che la fua elaficit pu eflere dunque , cha di pi afliderati fono pi atti a fpeflarfi
;
:
il
il
faague, che le
ma
in
ranno capaci reftituire la fua fluidit malato, ed allora il fangue ftentatido ad ufcire dalle arterie, le eftremita delle quali fono molto {lrette,ed.eflendovi per condotto dalla contrazione delle vene , e del cuore y fi dovranno trovars .dopo la morte le arterie piene di fangue, come oflerv il Signor Tauvry(o),e durante tutta la malattia qualche furore vi far nel.lo fpirito dell'ammalato, il fuo polfo far picciolo , ed il fuo corpo freddo, come quello del contadino, di cui fi fa menzione
nelle
Memorie
glie privata
'I
difle
,.
,,
cio
Mem.
Le
,
dell'
ccadem.
,
\6<^g.
la
(55)
malattie feguono
nerboruti
ternpra
del corpo
pili
avviene tal fiatain certuni eh' effendo fiati morfi dal cane , per aver eglino la fibra di licata dimolto , e fievole, malgrado il volatile del veleno intromeffb , e Ja forza de' mufi;oli , il fangue non fi- fci-oglie ,. ma rimane in buon parte quagliato nelle arterie , fecondo g]i avvifi di peritifilmi Notomici. Egli noto , che ordinariamente dopo la morte il fangue fi ricoglic nelle vene , e poco ne refia nelle arterie , ficcome ne teftifica il celebre Morgagni.* ma dove fi tratta del male della Rabbia, i vafi arteriofi , pi che altri canali ne fon rigpnfi.ati , lo che fu notato chiaramente dal BrO' giano l , dove parla- de' veneni Accade ancora che per altro- principio tutt' oppofio al primo le arterie fi trovino piene , e q,uafi vote- fi rinvengano le vene. Siccome fi tliffe pi innanzi q.uando gli arrabbiati a gran paffi corrono per gir 3 , morte , gli umori tutti fi fciolgono laonde non fi fermano ne' vafi del polmone , ma vengon ricevuti nel ventricolo fmiflro , donde ben di legfibra elamica e
anno fintomi
gravi
Ma
sieri
SULLA Rabbia?
Funfure vive^ e dolorofe.
fof
de' corpi
il
ma
pi&
come il quadrato della loro velocita fangue fpinto dal cuore va rapidamente, e
quello ch' fpeffo dentro le arterie lentamente, pi la differenza delle velocita , o la velocita rifpettiva grande , e pi 1' urto delle colonne del fangue violento ^ Or da queflo urto dpende il battimento o la dilatazione delle arterie, lo fviluppamento delle particelle del fuoco , lo ftira:mento dolorofo delle fibre Dunque quefio urto dee Jiervofe , prima affiderate dal freddo fvegliare in tutto il corpo calori acri, punture vive, fimili a'
.
colpi del fuoco, o a quelli de' corpi elettrizzati tono vivamente gl'idrofobi (p) (5-5)
come
li
rifen-
^^occh manca
. Quivi poi fagriano, e quivi s'Incagliano , pcFforza al cuore~ per poterli fpingere nelle vene , il qual pafTaggo intieramente fi fa per la forza del medefimo. Quelle verit non fon bilbgnofe di lunga pruova , eflendo ammeffe da tutti j n fa meftiei
gieri
opprimerle di citazioni
di quiftioni rancide
,
, e
noi pi fredde del ghiaecio iflefib . balli r aver detto tutto quello che pofa anche in generale piacere a'Dotti, e riufeir a' giovani ben utile , e gradevole. dtf' (p) In paroxiftnis aeger corpus- univerfum fiamma quaft penetrari
e che fon
&
feciari fentiebat
....
cium
fiamma urgehat
conflriSlum: pe6us
,-
conjrl&a
que pr accordi a
quo
torpus univerfum quafi igneis fpiculis perfodi fentiebat . Aftruc. pag. l6, P eBoris angujiam , praecordiorum ardorem , ae/um , conftriBionem infolt'
tam, atrscijfmos partium dolores quafl ab igneis fpiculis perfoderenttir . Id,pag. i8. L'Idrofobo di Edimburgo fi fentiva divorata dalle fiamme. Saggi di Edirab. Tom. i. pag. 343. d fuori quelle (5) Quando una macchina elettrica ban caricafeintille che da' Fifici chiamanfi fpontanee , alle quali avvicinando la Biano fi fentono delle punture quando certi nuvoli denfi fon pregni per ecccffo di vapor elettrico, producono i baleni, ch' il medefimo fluido che pafla in que' luoghi d' aria, dove minor elettricifmo fi contiene Medelmamente il corpo dell" arrabbiato effendo pieno di fluido fottiJe e velenofo,^ quefto urter in alcune parti, e far k cagione delle puntur " vive eh' effi l'offrono-.
, ,
^'i^.
Dissertazione
Refpir azione
fajltd'tofa
.
IL
LVIII. La
ia quale
i
facilita della
mufgoli
del
petto
muovono
dilucidare la gran torma de' fintomi che patifcono gli (57) Seauendo a arrabbiati, ci fi preferita ora quella difficolt ch'elfi foffrono nel refpiro, quella interna fmania che li crucia, e quel fenfo di fuffogamento che ge-
nera in
zi
elfi
un
faflidio
il
invincibile
tratto, che
refpiro
non
fi
fa
Fa duopo per che fi dichiari innanperch T aria entra nel petto , e pel
fuo elatere , o per la fua forza dilata la cafla del medefimo j ma fibbene perch le code vengono innalzate da' mufcoli intercoftali , e l'aria per Niuno potr mai figurarfi quali Jeoge di equilibrio entra ne' polmoni acerbe quiftioni fi fieno agitate fu dell' ufo vero de' mufcoli intercoftali e come fi fieno a vicenda caninamente accarnati e lacerati i due autore.
Signor Haniberger, e '1 Signor Haller , pretendendo Boerhaave, che amendue gli ordini de' mufcoli intered efterni vagliano per innalzar le cofte ; mentre nell' alcoftali interni tro partito Giorgio Haraberger, e '1 Signor de Sauvages foftengono a fpada tratta, che i foli mufcoli efterni fieno gli elevatori, e gl'interni deb Se fi faccia l'applicazione banfi chiamare depreflbri delle cofte medefime Nelle de' principii della Meccanica , fi pu decidere quefto gran litigio leve le potenze , e le refiftenze fon in ragion inverfa delle diftanze dal
voliffimi Fifiologi
il
il
fecondo dopo
,
il
heterodyor,o
ap'
pl'icata
podus in alia extremttate y rationem recprocamdilantia' ab lypomoclio ad pondus habet. E' quefto un teorema dimoftrato nelOltracci : la Meccanica da Wolfio al Tomo fecondo della Matematica . potentla quae trahit oblique ejl ad ea>n trahens ad perpendiculum , utfmm
ftijentat
-,
nm
Wolfio nello fteflb luogo. onduli inciinaticnis ad fmum totum Tanto i mufcoli efterni , quanto g' interni anno la fituazione delle fibre in uifa , che poffono avere la m'aflima forza nell' agire. Quella fituazione 's obliqua delle fibre, ha iervito per l'augumento di tal forza; perch cffendofi crefciuta la diftanza dal corpo della vertebra , nella proporzione medefima dovr farfi 1' accrefcimento della potenza Se tali fibre
. .
pi obliquamente foflTero allogate, il. fno dell'angolo d' inchinazione^ farebbe minore in rapporto al feno tutto, e perci la forza farebbe pi debole Se inoltre le fibre foffero fituate meno obliquamente , o in un angolo che fi accoftaffe al retto; abbench il ieno d'inclinazione fofle vici.
no
alla
lunghezza
in
del
feno tutto
tuttavia perch
maggior ragione
stJLLA Rabbia.'
aria che
"hi
la trachea ed i
poi'
pofenza ander a fcemarfi pi toflo , che a crefcere . A* tengono , il pi acconcio per efercitare la Potrebbonfi qui ancora sfoderare i tanti argomenti tratti pi gran forza dall' Analifi fulla feria maffima che poflbno avere le quantit , le quali con Un certo ordinato e precifo rapporto crefcono j e poi di nuovo di-
appoggio
la
dunque
il
fto
minuifcono.
Qiiefli tali
problemi
li
rifolvono
metodo
di
di determinare le tangenti
delle
Giovanni Uddenio , quando tratta che anno radici uguali ; oltre di quello che ne fanno gli Scienziati nell* Analifi fublime, quando applicano il calcolo Differenziale alla foluzione de* Problemi Tra gli altri fu maneggiato Un s nobile argomento dal Signor Leibniz ^ al quale f noi deffimo il Principato fra i viventi in limili fcienze , glielo daremo certamente coli' univerfale confenfo di tutta Europa. I melenfi-^ e neghittofi Profeflbri ^ gente feminatrice di errori, non appkudifcono fimili raziocinii, e quai fetidi efcrementi gli anno in orrore . Ma egli Un gran che finch non fi giugne a ripulire g' ingegni; da quella ruggine e fcoria delle vecchie Scuole , maifempre gli uo mini faranno allo fcufo delle belle cognizioni Poi j da ci che fi moflra altrove , i mufcoli intercoftali efterni ficcO"= me quando fi contraggono inalzano le cofte , g' interni mufcoli vengono
.
Matematici col metodo i Geometria in parlando dei curve* e colla maniera eziandio del modo di udurre Tequaziioni
vitale, cercheranno accorciarfi, ed abbafleran medefime. Leggafi la Fifiologia di Hamberger al Capitolo V. (58) Dilatato il petto metc l' innlzaniento delle cofte , e molto pi per r abbaffamento del diaframriia , rimane molto fpazio tra la pleura che interiormente vefte effe cofie , e la fuperfici eftern de' polmoni , i quali effendo premuti dall' aria eh' entra per la laringe nella cavit de' medefimi j fi' gonfieranno i polriioni j e quefta la ifpi razione. I polmoni altres fi accofteranno dimolto aila detta pleura, finch fi pu comprimere r aria toracica , come vien chiamata d Defagugliers , Hamberger, Hales , e dal de Sauvages Se il petto non fi dilataffe, l'aria atmosferica , e l toracica ferberebbono un perfetto equilibrio , ficcome dimoftra
diftratti
,
no
le cofte
il
non ptrebbono
,
.
perciocch
dell'
fii
aria toracica
fi
rarefa
i
l'
e perde di forza
atmosfera pu dilatare
riftretta
i
polmoni
In fine
,
1'
ria
anno
di
nuvo
za; ed
ftali
polmoni
altres
sforzandof di ftrignerfi
,
nafcer quella
zione
Con
fi
la
gran
fun-
112 polmoni,
Dissertazione
e dalla
li.
nell'Idrofobia al
refpirata (^p): ora principio del fecondo grado, i dolori impedifcodell' iftefs' aria
temperatura
no molto i movimenti de' mufcoli del petto ; 1' infiammagione del fondo della gola j o almeno per fua irritazione impedifce
moni rende
ne,
f
quello della laringe, e della trachea ; il calore cocente de' pol^ fubito l'aria troppo calda ed inutile alla refpirazio-
non
funzione cotanto Intralciata della noftra macchina , cio il refpiro ; e coti viene ad introdurre nella fpiegazione de' fenomeni della fi vita la vera Fifica, refa ormai per lungo tratto innanzi vile, e negletNe'tempi andati le ipotefi erano il genio de' Medici , e quefte erano ta
bello accordo
.
le
loro delizie
.
Dobbiamo
perci
congratularci della
felicii
de'
tempi
nofri
(50) Niente pi neceffario per lo buono refpirare , quanto la qualit ottima dell' aria . Noi non viviamo , perch i polmoni vengono refi "onfii da un'aria che in le medefima pefante j ma perch ella elafti-
pregna eziandio di un fottiliffimo fluido, che i movimenti, e 1^ Se 1' elatere merc il rimefcolamento degli ftranieri cor* picciuoli in lei fi sminori , e le detto fluido vitale fi fiifi o fi difperda , l'uomo non pu campare affatto. Si compruova quello da tanti fperimen che il ridirle qui , ninna ti , e da varie oflervazioni fatte da' moderni , Solo qui aggiungo , che ficcome tefificano il Valloda recherebbe a me lisneri , e'I Linneo, gli animali muoionfi f vengan mefl in luogo riTommafo Derliam Canonico di Windfor racconta parimenti che chi ufo i pefci f vengan pofti in qualche pifcina, dove l'aria non vi pu giuocare , ficuramente fi muoiono , abbifognandovi per la lor vita una fottie che paifi per gli pori minimi dell'acqua. Qiiindi iiffima aria ri fratta
ca
,
vita mantiene
comincia ad intendere , e perch mai le Mofete , o fieno quelle mortifere cfalazioni che forgono in certi luoghi , producono quegli effetti cotanto luttuofi che noi veggiamo. Ma di ci altrove me n-e difcaricher. {66) Premefle da me quefl:e tre necelfarie annotazioni fui refpiro , e
fi
,
full' aria
in generale, fo
.
cio
a' fin-
tomi
lore
verfi
,
della Rabbia
Negli arrabbiati
e dalla fenfibilit avanzata delle fibre de' mufcoli neceffarii a muoripieni di fuoco , e dall' aria , che nell' entrare ne' polmoni
,
tantofio
perde di elafticit
e dalla ve-
maggiore che ha il fangue medefimo ne' vafi arteriofi de' polmoni . Che r anima eferciti dominio fulla funzione del refpirare , non fi Ma non defla la .cagione unica , e fola del continuo jnai dubbitato
.
mo=.
SULLA Rabbia.
Gran febbre
iti
113
certi' cafi
biliofi, il
fluido
pi ab-
P
movimento
fcoli
,
del petto
aria del torace , e dell' atmosfera. Signor de Sauvages , dopo il gran ruolo di tanti altri Sthalliani , ficcome il rnoto del cuore , cos credette che dall' anima il Io ancora ben credo , continuato refpiro nafceffe che Alberto Haller , lunge dal riguardar Tempre la verit come una meta luminofa , merc una interna pugna , ed una turbolenza di fentimenti , una incoftanza quafi fra due formidevoii fcogli coftituito , credette quell'anima iftefla, che cotanto egli avea vilipefa in i (piegare i movimenti del cuore , della cagion vera , e compiuta refpirazione efier la Checch ne fa di quello , gli certo che 1' anima vi ha parte nella funzione del refpirare , e che ne dirige i gradi fecondo i bifogai della vi Quando i mufcoli del petto fentono dolore , 1' uomo non far delta Nelle pleurisle o fcarmane elfendo i polmoni inle grandi ifpirazioni fiammati , e delle volte i mufcoli intercodali , perciocch nel follevamento delle colle quelle parti fortemente fi diflraggono, per lo dolore gl'in fermi fanno piccole, ma 'frequenti relpirazioni Se li confideri come negli arrabbiati le fibre tutte fono in iftato di eretifmo , di tenfione , di fenfibilit , e di dolore; non altramenti accader il refpiro, che piccolo,
il
ed
la
Ci non
oftante
il
e frequente
male, l'aria nell'entrare nel petto perde aflaif1' aria acci pofla mantenere il fuo , elatere , ha meftieri di un grado precifo e determinato di rarefazione , fecondo quello che dimoflra Daniele Bernoulli Se tale rarefazione dimolto fi avanzi , reciprocamente la forza elaflica fi srainora Per eflendovi negl' infelici rabbiofi uno fviluppo di particelle di fuoco , ed un calore
Inoltre in tale (lato di
la
fimo
fua elallicit
Avvegnach
crefciuto , e maggiormente nelle fauci , ugualmente che nell'efofago , nella laringe, e nella trachea, merc la infiammagione che non di rado attacca tutti quelli luoghi ; 1' aria fi rifcalder in un tratto , e perder ben
predo la forza elafiica Anche i xani , allorch agonizzano per si brutta malore, anno il refpiro difficoltofo Si oflervato medefimamente , che dove ne' cadaveri degli arrabbiati fi trovato gonfiore nel canale del refpiro , ficch l'aria incontrava llrettezza nel cammino, pii malagevolmente , e con illento pi grande que' miferi refpiravano . Di qua fi ritrae un altro calzante argomento Perciocch la velocit colla quale l'aria in paffando per la trachea entra ne' polmoni , fecondo l'ampiezza della medefeia. Or eflendo le forze che v'abbifognano per muover i fluidi in ra.
gio.
t4
pi caldi
,
D
il il
fi
B
,
i
R T A
folidi
s'
Z
pi
O N B
,
IL
:
Sondante e pi
que
ri
pi mobili infiaimma pi facilmente duncuore moflb da forze pi grandi, e trovando delle minotefi
i
elaftico
fluidi
fangue difeccatd
refiftenze,
muover
nelT
pi
pi
demente
cita e
di
ftringendofi, o
frequenza
ifleffo
tempo
ma
Ja
fofza
del
poifo
modo che
numero
per
te
delle loro battute; dunque le arterie batteranno pi fora ragione della loro elevazione, o a ra"?ione della frequenza,
tuttaddue
afleme
(i)-.
Se
fi
mifuri
fu
quefto
piede
la
gione duplicata delle velocit che debbono efl avere ne fegue , che mer ce lo ftringimenro del canale, l'aria perder di celerit, e meno in confeguente potr entrarne nelle cellule de' polmni quando al contrario i ; medefimi negli arrabbiati an pi bifogno di aria elafiica , per potere
fpingere il fangue affollato ne' vafi , e refo eziandio pi denfo Ecco perch la macchina chiede di aiutarfi col favore delle refpirazioni piccole, e frequenti. In fine la velocit maggiore del fangue per gli polmoni, dee noverarfi
.
rjbbiofi
Olferviam lo fteffo in coloro che fanno de' grandi sforzi , o che velocemente corrono. Dopo picciol tempo fentono un ambafcia , che dinota 1' affollamento del fangue ne' polmoni. Non difficilmente ancora s'intender perch la voce, non pure ne' cani rabbiofi, ma benanche negli uomini arrabbiati , fi perda o divenga fioca donde nacque il nome latino ra-^ bies L'aria dee liberamente uicire da' polmoni per produrre quel gufto tremolamento nelle corde vocali ^ e fare eziandio quel proporzionevole rimoombo e ftrepito ne' ventricoli della laringe, onde la voce ne forge
,
.
Ne' malati
l
de'
1'
quali
aria
,
fi
vicine,
calore
men
de' quali
ha meflieri la natura
(<5i) Se fi domanda a' Medici di diverfa Setta cofa febbre , ed in che confifie la fua natura; chi dir un calore crefciuto , un fermento che ftimola ; altri un polfo pi veloce del naturale- e qualch' altro fofter-
una improporzione delle forze vitali a quelle de' mufcoli voPeggio, e pi battaglie fentirete, f vi veniffe la voglia di fapere, da che nafce la febbre , o qual' la fua cagione efce un numero s grande di opinioni , che reca fommo fpavento Si giunto a
fia
. :
.
che lontari
difendere
che
tutte
le
febbri
fieno
cagionate
dall'
anima
il
Fa
pudel-
re
il
brutto
vedere
pi
effenziale
sulla^Rabbia."
la febbre, ella
fi
113
come
of-
fervafi
Tutf'
fluido nervofo determinato impetuofaraente verfo Te diftruginovimenti delle quali fervono a cacciare , gere la cagione che irrita jcos ogni animale che fi fente bruciaquelli che la ritira e la fcuote rapidiffimamente re la zampa anno un offo nella gola , fanno tut gli sforzi di tolTe , di naufee, ed ufano tutte le attitudini che convengono per inghiottire o ributtare quello turacelo. Dell'ifteflo modo, fecondo che certe parti fono pi vivamente irritate che le altre, il fluido
11
i
LX.
parti
P
della
ner-
Medicina. Perci fi richiede una fomma finezza d'ingegno, una fo dezza nell' oflervare , ed una chiarezza d mente nel fare i giufti rapporti. Io fono flato maifempre col Signor de Sauvages fu quefto punto, e^ e ho creduto che nella detta im proporzione di forze confifla la febbre che le febbri maligne , tuttocch non portino un moto molto avanzato re' polfi , grande per la debolezza del corpo , e 1' abbandonamento delche non fi fidavano di alzai.' la macchina. Ho veduti di quegl' infermi un femplice braccio. Con quefla dottrina fi pu intendere, ed unire quelche gli arla variet di pareri de' Medici , avendo certuni detto rabbiati an febbre grande , ed altri che ne an poco , o niente affatto . Quando il veleno rabbiofo 11 refo fottile a fegno , che come un aura ha penetrato ne ngrvi , inceppata la linfa, e fnervata la macchina j non molta apparir la febbre , ma la malattia far nervina , e pi gagliarda : fccomc per lo contrario quando il veleno pi vifcofo , ficch raddenfa gli umori pi grofTplani , allora il cuore viene irritato e {limolato , onde le celeri e frequenti contrazioni nafcono , eh' ci che febbre diciaNe' mo , mentre le forze de' mufcoli fono per altro verfo infievolite temperamenti biliofi , e fanguigni , ed in quegl' infermi che anno i folidi ed irritabili , pi facilmente l produrr la febbre pi contrattili avea la feb(q) Il Cberico della Bada d' Alais che mor arrabbiato , bre pi forte che mai fi pu avere. Roberto (X) aveva ancora una gran febbre quel giorno che fu fegnato quattro volte in 12. ore. Clemente citato da deSauIt , dice aver vift otto arrabbiati , ad uno de' quali gli fece tirare circa due libre di fangue in un folo falaffo , fenza che il fuo polfo fminorafTe , ed il fangue zampillava ancora due piedi fuori del
: , . , .
letto
ili
nervofo
fi
D
fe ci
fe
R T A
,
o N E
i
IL
che ivi ter-
muove
,
ne'
nervi
e fa agire
mufcoli
minano:
delle
i
abbagliamenti , ovvero creder intendere o il rumore del tuono (s) egli avr il guardo feroce , la voce minaccevole , digrigner i denti , impugner fortfrmente le coverture,farh di tutto il fuo corpo contorfioni flupende, avrh de' tremori violenti; tutt' i movimenti che chiamanfi convulfivi ogni volta che non fi vede il fine , giudicanfi in volon tarli (z^. Sen.
vertigini
del
fifchi
vento
(r) L'Idrofobo di Fdimburgo gridava , che tutto ci che lo circondava , girava con Una rapidit flraordinaria , un momento dopo eh' egli non vedeva pi gli oggetti. Saggi Tom. i. pag. 34^. (s) Sujurros modo, ttnnltifque aurium percipieat, modo fulminei venti foiiitu pertenefaBus o/ita feneflras cubiculi diligentijjime claudi curabat . Rivalier in Sepulcbret. Tom. i. pag. 215. (6-2,) Traili tanti moti crefciuti de' nervi , fra' tremori varii che fi ravvifano negli organi degli arrabbiati , non pofTb tacere di fare fpeciale ricordanza delle vertigini, e de' tintinni difpiacevnli , e de' fufurri difgumerc ftofi eh' efii foffrono , che fon effetti delle commozioni irregolari,
&
il
fluido
deefi
nervofo
fapere
,
ripieno
del
volatile
,
fosforico
veleno
Sulle
pri-
me
faffi
che
le
vertigini
Tal'
1'
orditura
fi
di
ammirevoli organi
, .
de' fenfi,
che
le
minime
fcofle che
fanno da-
efleriori obbietti imprimono nel lor fondo le immagini di qiie'corpi raggianti Cofiffatte immiagini , che fon vivaci , lun-.inoie , e colorite, e fono fcotimenti al nervo ottico comunicati , mutano di f;to nella retina, fecondo la varia direzione di efi raggi L'anzidetta retina altres tuttaquanta fenfibile ; e perci noi ben pofframo rimirar gli oggetti in qualfivogjia fituazione. E quante volte alcuna cagione flraniera fi giace, o nell'umor vitreo, o in effa retina, che impedifca il libero , e fpedito pafiggio a' raggi colorati ; vedrafli quel dell' occhio Juogo corrifpondcnte tutto fcuro a poca diflanza e fuori dalla fantafia fi concepiranno t[uelle macchie annerite efier fomigHevoh a degl' incetti. Intanto ficcome nello flato naturale variando le fituazioni delie immagini e de' lumi, noi comprendiamo efferfi mofli gli oggetti; non altramenti fe una interna cagione vi fia che fcuota i nervi, e colle molfe di quefli fi cangino i fiti dritti e regolari delle dette immagini Negli arrabbiati grande o de' detti lumi ecco nate le vertigini
. , , ,
.
mobilit e
fenfibilit
de'
nervi, e
'1
di
fotti!
SULLA Rabbia
Setfiblit
iif
degr Idrofobi .
LXT. La
fenfibilitk
cervello (^3)
alla
tenfione
delle
t\\
gli
agita
con-
velle
O
,
che ci
de' fiioi
fi
ligamenti , o che s' produrranno le vertigini fi Di leggieri ncora s'intendono i tintinni e i fiifijrri degli orecchi Eulero con fodiffimi argomenti ha provato , non Il Signor Leonardo molto lungi ef'er il meccanifmo degli orecchi da quello degli occhi teft Ognuno di noi nello flato di fanit non fente alcun fijfi.irro accennato ne' proprii orecchi , perch le parti tutte fono temprate con maravigliofa
difuguali
retina
morbofamente
armonia: la quale torto che s'interrompe, e gli umori non rigirano con piacevole moto, ma una parte riceve un urto maggiore dell' altraj quella che pi fortemente fi muove e fcuote, ne' nervi dell'udito cagioner quel
timpano , ed il fangue che compie i fuoi giri ne' Dovrebbono quefte Tafi fanguiferi del timpano medefimo , e del labirinto cagioni far nafcere un fuono continuato, e malagevole agli uomini farebbe r affbnnarfi Pur tutto ci, nulla fi fnte Ma negli arrabbiati effendo pi tef i nervi dell'interno dell'orecchio, le vibrazioni faran pi numedel
.
fiato di
fanit di d_
e di
come quelle che ferbano la ragion fudduplicata , o fia della radice , quadrata de' gradi della tehfione : come anche anno maggior movimento del f;ngue . Tutto quello dichiara la cagione de' tintinni eh' eglibuftevoli no fperimentano qui dati fon QLiefti principii pi che per intendere le altre commozioni nervine Tutt' i moti convuUvi
rofe
.
negli
arrabbiati
,
nafcono
dalla
fi
fenfibilit,
e dalla
tenfone
ifleriche
,
crefciuta de'
e negli uoche fon foggetti a quafi tutt' i moti , fecondo che i varii nervi ne fieno affetti. Anzi uop' iapere , che quafi gii arrabbiati tutti fi muoiono con una convulfione e queir uomo infelice oriuolaio di Ginevra , eh' morto qui in Napoli nel mefe di Luglio di queft'anno 1785 , dopo aver ricevuto un morfo nella mano da un fuo cane eh' era arrabbiato , dopo quarantotto giorni dalla morfura fi mor con una gran convulfione. La malattia fi sbrig in poco tempo.
nervi
oflerva nelle
femmine
mini ipocondriaci
L' avanzata ienfibilit degli arrabbiati concei'ta beniffimo colle fecondo le quali fi fanno le fenfazioni nel corpo noftro ; e fpiega ferch eglino fuggano l'aria, e lajuce medefima . Sulla prima la forza pi
((5^)
,
leggi
xi8
piega;
Dissertazione
,
l.
e al grado di attenzione
cIk l'anima
v'
imdi
ma
il
fluido nervofo
avendo pi
di velocit, e per pi
pi grande che rifiede nervi , nata dalla maggior quantit di fluido nervofo intromeflb nella lor foftanza, dichiara le fcofle maggiori che debbo, no recarfi al cervello; e la tenfione maggiore altres che procede dal medefimo principio, e che a vicenda fa la fenfibilit, fpiega il dolore. Ma effendo la pi fenfibile fra tutte le altre nervofe Ja retina dell' occhio membrane, e che vieppi mantiene le fcoffe ricevute; la impreflione della buon conto, ficcome gli occhi in tutti luce renderaffi molto dolorofa. di un fuoco che gli anima, e gli animali fono i fenfi efteriori ripieni cos allorch fon pieni di un nuovo vapore li rende brillanti e vivi , non potran fentire il lume. produrr l'effetto medefimo ; perciocch nello ftato di falutc L'aria premendo ella la fuperficie del noftro corpo da pi che trentamila libre Mufchenibr , Defadi pefo (anzi fecondo i calcoli de' Signori Mairan gugliers , Nollet , e degli altri , con pefo maggiore di trentadue mila libre) merc la fenfibilit crefciuta , non potr il corpo dell'idrofobo un Non fi pu tacere , che parecchi de' Fifici aveanfi tantp pefo foftenere creduto non darli prefTura di un fluido fu d' un folido immerfo , foftenenma quanto fia un tal penfare dofi l'una 1' altra le particelle dintorno ; lontano dal vero con varie ragioni e con ifperienze fi moftrato da s* Gravefande e dal Wolfio nell' Idroftatica al Tomo fecondo delie Opere Matematiche. Or in quella guifa che gli occhi non foffrono l'impreffione della luce, nel modo ifteifo il corpo dell'idrofobo "non potr che con dolore fentir la prefTione dell' aria Se quefla fofle agitata , o fia fc vi fpiraffe del vento , allora con maggior incomodo potr fentire cotale impreflone, poich l'aria mofla , fecondo la ragione duplicata della veloci-
fi
crefce ella di
i
forza
gli
Quelli fon
motivi, per
le
fineftre
per
ifcanfare
Da
fa
quel principio di Medicina al certo, che fecondo il determinato rapporto della lor
attivi.
tenfione, nafce l'orrore che gli arrabbiati anno per gli corpi
Noi
fappiamo che quanto pi una parte del noftro coi-po tefa , altrettanta maggiore fenfibilit in effa abbiamo , e dolore maggiore fperimentiamo quando vien ella ftjmolata , od in qualunque maniera toccata Certi abitanti dell' ifola di Martinica, come riferifce Thibault , anno tanta fenfiche per piccola puntura fono forprefi dalle convulfioni . bilit nelle fibre In ogni infi.ammagione , perciocch vi ha tenfione , fi foffre eziandio del dolore Per la qual cola g' idrofobi avranno orrore della luce , dei ven. ,
.
to.
SULLA Rabbia.'
forza, nell'andare o venire,- diftende di vantaggio anima che fente la funeft cataflrofe che fi prepara
i
,
iip
nervi
,
e T
s
non
oc-
dunque
menome lomma
.
impreffioni
ragioni la fenfibilit
lor
,
LXII. Quando
diviene pi acuto
i
,
teCi
il
tuono
fenfa:
le
le
imprefTione
fuoni
anima teme, e con ragione, ogni impreflione dolorofa , e confeguenza l'uomo tutto quello che pu 3 e che conviene
fa
in
al fuo
Jftafo
1k)
tton
della femplice aria, e de' colori vivaci. Il Signor de Sa\).lt{ Differta' de la Rage , Riccardo Mead ( De cane rabido ,e'l Dottor James rac)
De' fimili un vero orrore per la luce ed altri ne rapfatti leggonfi nel Giornale di Medicina al Tomo terzo, porta il Fischer ( De miro fenfuum augmenfo).C\ che fa la luce, il fanno
contano che
gli
arrabbiati anno
1
li
colori vivi
come
il
bianco,-
il
roflb,- il
giallo
e qualch' altro,
qua-
gran numero di raggi Si confermai tutto quefto dall' fTef vare ancora , che in altre malattie , delle quali il corredo fono flati il furore e la tenfione de' nervi , nato r orrore della luce , e de' colori Nelle ifleriche donne fi tal fiata ravvifato 1' abborrimento di ef'a luce Il vento , o qualunque mofTa di
tutti riflettono
.
aria,
il
fuono
,
Io flrepito
arrabbiati
e fono da noverarfi
difpiacevoli agli
,
ficcome an no-
tato
altri
&
il
caufts morborurm
Ed
gli
il
aggugne
fa
.
che che
fommo tormento
che
bafti
f gli
molo
Un
Signor Hunauld ( Dijfert. de la Rage ), qualunque minimifllmo fliidrofobo non fofFeriva il foccamento del polfa
laon-
face
fin
Medic^
de a ragione, e con avveduto configlio Celio Aureliano die a loro una particolare nomenclatura Eglino nel vero anno in orrore 1' acqua , ficcome poco apprefib fpiegheremo : abborrifcono la luce, l'aria, il vento, il fiato degli aflanti , il fuono, ogni flrepito, ed ogni toccamento che anche" leggiermente pofTa fmuovere od irritare i nervi e'I lor corpo per lo che debbono efler chiamati Pantofobi , ficcome Celio diffe pardla eh' j erprime l'orrore di ogni cofa:. In tal guifa s'intendono i mifteri di tanti
.
aftrufi
la
nomi
,
.
co'
quali
linguaggi
Greco
,-
ed
Araba an
l'ef
venerabile'
Medicina
120
Dissertazione
:
IT.
che dee effer fommamente fenfibiie , e che fofFre crudelmente per ogni dove dovr temere vivamente tutto quello che pu caufargli delle nuove imcos debbe avvolgerfi , preflloni e covrirfi colle fue coverl'
dunque
idrofobo
te, o portare
fineftre
le
mani innanzi
;
li
fuoi
occhi
far
chiudere
le
far
(t)
Aerofobo
e dee
ufare
le
ftelTe
cammini
ne' quali
il
Medico idrofobo,
me
fuoi
agli occhi di
che fupplicava gli affiftenti colle lagrinon avvicinarfi , ed avendo intefa una delle
,
mont
in furore
ftracci
tofobi. In Napoli
un uomo
da qualche
tempo da una
pi
fifle,
vipera, ebbe
fintomi
l'
no^ o l'Aerofobia,
Il veleno della vipera ha delle parti molto che certe del veleno idrofobico; ma fembra per quello fmtomo averne di elettriche o di molto volatili; e le agitazioni, i furori, i capricci di quelli che la Tarantola ha punto, fembrano farne fofpettare altrettanto del veleno diqueftoragno(<54): Cosi hench in generale gli fpiriti volatili cavati dagli animali
fluido
per la Chimica non fieno tutti proprii ad agitare, e rarefare il nervofo , vi fono per delle foftanze molto analoghot che
.
lo fanno
latili
Ma
,
in che
modo
caratterizzare
le
vaporo f
che concentrano
che
(t)
nelttas
converte bat
Quia ardentes
.
oculi fuffeSit
&
na
luce perftringebantur
Idem.
Tra quelli di Meynes 1' uno f portar via le candele nel tempo della comunione, non potendo foffrir la luce ; l'altro non pot fofferire l'eftrema unzione che fopra un piede , mentre il menomo toccamento lo faceva fremere , e tremare (u) Celio Aureliano cap. iz. argomen. \6/\) Al Tomo fecondo di. quell'Opera far vedere cpn chiari quanto fia lontana dal vero la credenza .che fi tenuta per molto ti
. ,
tempo
fui
i2i che ad uh certo grado di forza , come il caibro , il fumo delJe piume, il laudano arrecano gli fpafimi , le agitazioni, i farorij Je convulfioni ifteriche; ed avendo maggior grado di forza, co-. riie il vapore delle mofete (^5) , il fumo dello zolfo, non folamente ammazzano gli uomini e gli animali , ma smorzano inNoi fiamo ancora all' ofcuro tieramente la fiamma e '1 fuoco fopra quello fusgetto. Le fpericnze di Hales ( Statc. de Veget,
.
SULLA Rabbia.
pag. 255.
egli
an
dato
qualche
materia-.
Se
dunque vero
ci che fento
la Rabbia, pare
attualmente riguardai in Inghilterra il mufchio come utile nelche debbe agire concentrando il volatile del veleno, e raffrenando la fuga del fluido nervofo, come certe umielettrica
d'
[66)
forf
i'
Elettrome,
tro che
Signori Leroy, e
Arcy anno
di frefco trovato
fa-
ciiitera io
Q_
Gli
[6^) Nella terza DifTerfazione di queflo Tomo primo fi efaminer di giunta co' veleni volatili l'origine delle mofete; e dopo che fi faran meffe in veduta le varie oppinioni , conofcer in quale di effe noi dofi
vremo
arrolarci.
{66) Nelle Tranfazion Filofofiche leggonfi delle ^ici cure fatte col favore del mufchio, non folo della Idrofoba, ma benanche della pazza, dell' epilefsa , e di altri confimili mali , ne' quali vi fi vede accompa-
gnato
il
fifte-
Rabbia (7) Il Waitz, e l'Abate Nollet molto an travagliato per k invenzione dell' Elettrometro Il Nollet iflrefTo, dopo avei' raccontati i varii tentativi fatti su quarto ftromento conchiufe , poterfi dire in generale , che r Elettrometro quale dovrebb'elTere per meritare un tal nome, un iftromcnto molto difficile ad immaginarfi a' tempi noftri , e forf ancora troppo preflo il penfarlo Ci non oftante il celebre Lane beniflmo l'invent per regolare , e mifurare la violenza della fcoffa da darfi colla boccia armata ne' varii cafi medici defcritIl Signor Tiberio Cavallo ha to un tale fl:i-omento nella fua opera Teoria , e Pra-tca della Elettrici' t Medica ed un altro pi comodo e pii ficuro Elettrometro ne defcrive il Signor Cavalier Vivenzio nella Storia della Elettricit Medica alla pagina ^i il quale firomento gli fu inviato dal Signor Dollondcon degli altri per applicare la dtta elettricit all' ufo medico.
. . ;
ma.
Ma
122
DrSSERTAZIONElL
Gli
occhi fono brillanti e fc'mtillanti^
Il fluido
nervofo non pu eflere pi abbondante e pi tempo gli ftrofinamenii de' mufcoli pi violenti, che l'uomo non fia pofto in uno flato vicino a quello delt
attivo, e neirifleflb
elettrizzazione:
i
LXIII.
fuoi fpiriti
fi
mettono
in
movimento,
di
mo*
do che
foggetto alle veglie,, ed a' fogni ; e per poco che fa di un temperamento vivo, egli trafpira copioramente,,il fuo polfo fi accelera, ogni corpo che gli fi avvicina gli cagiona una
egli
fenfazione dolorofa
due torrenti
fo in
di
il
e f per l'efperienza di Leyden egli riceve , materia elettrica, ad u tratto fcoflb e mof;
tutto
fuo corpo
:
da
tutt'
fiocchi ner-
non pu
co, eh' molto grofiTo, e che forma la retina, alcuni fimili trat ti luminofi che rendono gli occhi delFidrofobo ardenti, vivi, e
fcinrillanti (x)
come
>
come
fi
vede
Pra^ifmo degV
Idrofobi,.
LXIV. Da una parte il calore del veleno mefcolato col liquor feminale, dee renderlo pi acre,, pi pungente; dall'altra l'orina pi ardente dee irritare le veffichette feminali , e tutt' i nervi che anno pi d fenfibilitar aggiungete a ci che il ventre coftipato nell'Idrofobia;, tutte quefle caufe concorrendo, potranno eccitare in quefle veffichette l'iflefla irritazione che cagiona T erezione, ed il lanciamento; le quali eifendo come forzate in uno
flato
Mera, della Societ Reale ^ ann, 1730- Etmaller pag. 4:53. Bifogna che gli ftrofnamenti , i colpi fubitanei elettrizzino i nervi ; donde verrebbe quel cerchio luminofo e colorito come la coda del pavone, che come oflerva Newton ( quaejl. opf io- ) vedefi la notte f uno fi ftrofina il canto dell' occhio , e quelle ftelle che (r veggono a chiara luce, f uno riceve un colpo full' occhio ? Le lucciole divengono luminofe e come elettriche, precifamente quando fi accalorano e fi fa che per mezzo di quella luce le femmine che non polTono volare , moftrano ai mafchi dove die fono
(x)
,
SULLA Rabbia.
flato cos'i
fter, e
123
(y)
,
deplorabile, formano
il
priapismo,
come Celio
Li-
LXV.
extenjo
(y)
Bonet. Sepulchret.
Tom.
.
i. pag.
cum
feminis nvoluntarto
jaSu
(z) De -vetiilo accepi , praeter horrenda ffmptmnata qttae fujlnuerat priapijmo ardentem uxori conrubuiffe l'tberofque mordile ; verum innoxie omnia.. Rivalier in fepulchfet. Bonet. Pochi giorni fono una cagna durante 1' atto venereo fu veduta da pi perfone con gli occhi lucenti e brillanti nell* ofcurit come due torchi , o come quelli de' gatti che in quefto flato fi raflbmigliano agli fmeraldi, e che il verno, quando l'animale pi elettrico e calorofo, brillano di vantaggio. Sarebbe egli naturalmente elet-
trizzato
&
? G' idrofobi il fono ffi ? Niimqiiid epilepja aphrodiftaca , tteratis affriBibus , eleBrica vi canes Unde nani in hae amatoria rabie fpafmi , morfus ut iit feles imbuii ?
ilydropiobj/a ?
L'Inverno dell'anno 174^.3 Maura) nel Paefe di Vaud un uomo mordue anni e mezzo prima da un cane arrabbiato , arrabbi la notte Tuttaddue morirono non delle fue nozze , e morfic al feno fua moglie molto dopo (8) Non 1 foli uomini arrabbiati, ma ancora le femmine idrofobe pa* tilcono le involontarie erezioni de' genitali Si chiama nelle femine //oNe e fatiriafi mana e da I/inneo teligona negli uomini priapifnio che i fan menziong^di tal fintomo ne' rabbiofi ugualmente gli antichi moderni S<frittori Democrito fin da' tempi fuoi non I' ignor egli ; e Lufitano nella fettima flato eziandio notato da Amato tra' modrni centuria,, e dal Martino Lifter ( de hydvophobia /'I13. ) QLieflo fecondo
ficato
.
.
.
autoi'e nel
bu
mo lo attrivero noi credette effetto del male della Rabbia che agli arrabbiati in Amili frangenti foleanfi applicare: ed' egli noto cbe le canterelle eh' entrano nella compofzione di quella detergere il moccio dell' pafta j an forza .di attaccare le frade dell' orina uretra, e poi flimolare tai luoghi merc I' orina iflefla refa ardente , donde il priapifmo nafce Per f noi confideriamo, che Von in tutt' tempi, fpecialmente in quei di Democrito, fi fece ufo delle dette canterelle, e degli epifpaflici nella malattia della Rabbia , e n tampoco nelle altre,
,
a'
velficanti
e tuttavia
tal
ravvifato il priapifmo negli arrabbiati ; non far al certo fi incomodo un prodotto delle canterelle ma un fintomo del male*. Preffo r liluflre Van-Swie"fen fi nominano due altre oflervazioni , una racconta , che dell' Hernandez Il primo autore e 1' altra -del Boneto un arrabbiato negli ultimi tre d di fa a malattia foffr delle polluzioni continue ficcome nota eziandio il Signor de Sauvages nelIl Boneto poi la nota (z) a quefto paragrafo fcrive che un uomo di et di anni fer, ,
. .
124
rende fofpetti
:
Dissertazione
fono parofiflimi
;
II.
LXV. or idrofobi
migliori ami-
ci,
tanta, eflfendo travagliato da' fegulti del veleno rabbiofo , per foddisfare flimoli cocenti del priapifmo, ed al veder la donna eflendo accefo di ardentiffima voglia , unir fi volle con fua mogliera . Un arrabbiato , e di gi rcfo idrofobo, di cui fa parola Amato Lufit9.n0, nello spazio di una
agli
giornata fola
aggiungono
titamente
Vili.
)
A
,
Jan-res
di concerto teflificano,
il
elTer
(
un fintorao
[edibus
degl*
caufis
idrofobi
il
priapifmo. Parlib.
Morgagni
,
De
&
morbonim &c.
i.EpiJ.
aver ei medefimo in due cadaveri d' idrofobi , de' quali ne fece la fezione , trovati i due corpi cavernofi dell' afta benbene infiammati j laonde ben s' intende il priapifmo , perciocch ben fi fa , che tutattefa
Le
convul1'
epilefiie
ficcome
afferma Areteo
medefmamente
ar-
fenico
tlarfi
lo che per , eonofcer altrove efler una falfa credenza Comunque fia , le prette parole di Plinio fono ( Lib. XXIV. ) venerem impetus inhbent , eoque maxime phalangiis adverfantar ; quorum morftis genitale exaltre
ed alcuni altri veleni producono lo feffo fintomo . retta a Plinio , anche certi ragni velenofi fan Io fteffo
ragioni
fi
.
f voleft
^d
citant
Afibdato un tal punto , ognun comprende come gli fiimoli che cagioBa il fangue infiammato, l'orina rifcaldata, le feccie trattenute, ed i nervi fenfibiliffimi degli arrabbiati, rifiagno producano il del fanpue ne' corpi cavernofi L'erezione al certo non fi fa da'due muicoli detti erettori, avvegnach per la fituazione , quefii non poffono eriggere la verga. Sono Je minime guaine nervofe delle vene delle pudende quelle che fi ftrin gono in tal incontro, ed impedifcono che il fangue dalle arterie nelle cellette de' corpi fpugnofi condotto , faccia ritorno e s' imbocchi nelle vene L crina da f medefima , quando fi fta nella veffica , premendo la
, . .
pube , ftimola e cagiona la erezione il che fi vede anche ne' ragazzetti: ma quando calda, e pungente, vieppi far valevole a produrre il priapifmo. Maggiormente crefcer il medefimo incomodo, merc la fenfibilit della nervatura, e la firettezza del ven-^re. Fa
,
tempo medefimo
vi
alfre-
tramenti
dita
le
detta
preffura
cefferebbe
.
Tali
quenti polluzioni fono di danno indicibile agli arrabbiati Siccome la perftrabocchevole del feme in coloro fani , cagiona Jo che fon ipoffamento della macchina ; cosi negli arrabbiati il corpo diverr pili
debole
crefceranno le vertigini , ed i rumori difpiacevoli negli orrecchi. , Ql' idrofobi medefimi le pi volte muoionfi convulfi ed attratti , ma con quel
SULLA
ci
,
A B B
A.
non vogliono
pigliar
;
niente
dalle loro
credono che tutti -quelli eh' entrana, anper forzarli a bere d' acqua alla mano ^effendo ci per efl pi peggio che f li fi portaffe il veleno. In atti Roberto domandava iftanteraente del veleno prima che fi appiccaife , e la vifta del fiero del fuo fangue il fiicea fremere .
pre qualche forprefa
no un bicchiere pieno
Si
loro fa ufare
LXVI. Non
,
to
crudelmente, f qualcheduno fi foffe feduil mondo u fa di coloro che di foffrire il che fi menerebbero pi torto per la fineftra folleticamento: d'altri che tremerebbaro per le punture della eletblea
avrebbe
(offerto
,,
tricit >
provate..
LXVIL Qi:iand'o un agente ci cagiona, o ci dee cagionare del male che noi crediamo non aver meritato y e che ce lo caufii
volontariamente , la collera s'impadronifce del nofiro fpirito ; e unifce fi f. all'improvvifo in noi fi fa quella offefa , il terrore alla collera ed all'odio, che fe;ifipre va unito: e f i' offefa ci pare inevitabile, fi mette in campo la difperazione. Ora l'uomo rife nte tanto piiii vivamente una offefa , fia fifica , fia morale , quanto egli pi fenfibile , e tanto pi f ne vendica , quanto
fi
Dunque
quella
convellimenti che nafcona da debolezza d corpo difcioJgono in copiofi fudori ; ed evacuando parimenti del tanto
fi
licor fe-
minale
(a)
pi velocemente fi afVettano per l'altro mondo. Aftruc pag, i8. {6g) Le idee, fpirituali o materiati che fieno, nel cervello , come n^ un palagio, fi alloggiano e fi ftabilifcono ; e di qua rendono accorta 1' anima delle cofe fignificate Il perch baftevolmente fiam conQOtti.ad litendere , come ''"imprimano ^tiei tali caratteri , che letti poi dalla
,
.
126
delmente
in
i
Dissertazione
tutte le fue parti, che
II.
non
morte
mente,
maQuando
Fan capire ci eh' indicato per efil . e lei s' apprefentano , poi la fantafia fopita , o il ceivello turbato, noi nel medefifconcerto veggiam involte ogni forta d' idee gi innanzi ragunate ne'
a
mo
non
fi
ricettacoli
Nel turbamento
fegreti
del
,
ifcorre a fuo
gli gabinetti
in talun penftere
come
di
a lei
ma
difordina e
fi
fi
fconvolge
mirabile
arredo
cui
doviziofa la
fantafia, e
anOra neir atto che gli arrabbiati cominciano ad inorridir 1' acqua no un furore s rigogliofo e sfrenato che merc de'ligami fi debbono teBafilio- Valentino, Paracelio, ed ElmoHte credettero che il furibonnere do Archeo quello fia, che agitato e commoflo vegna dal veleno del cane , Il Signor Hunauld { Difsertation fur la Rage) afT'er donde nal'ce il furore Icioglimento ed uno fviluppo altro non efl'ere il veleno rabbiolb, che uno
. .
delia bile, da' quali principi! di fali acidi, aE;giurita la grande rarefazione fintomi . Giovanni Ravelly benanegli fpieaa il furore e gli altri gravi
che in una particolare Diiertazione fu quefta malattia fcrife , che il fermento che capiona 1' Idrofobia compoflo i. lottiliffime particelle folide eflremamente, faline, e quali iynce le quali tai movimenti eccitano nell'interno., che quafi accenaono tutto il corpo, e V infiammano. In fine il
non in
,
veneno
ed
che nelle
mollecole orpaniche femoventi , -mefle in azione ed efaltate j le quali ficcome fono la cagione della generazione , dello sbrigamento de' vermi , delcosi pofibno le med^'ime cagionare le fermentazioni e deli' etervelcenze tutti quei gravi fintomi che nafcono da efli-.
il veleno cella Rabbia avendo riscaldato e mofTb il Il fatto fia, che fangue , e refe eziandio fenfibiliflime le fibre nervofe della macchificcome tante volte da me fi detta e ridetta quefia lezione , nafce na quindi che divengono gli arrabbiati turiofiffimi Agli alfalti di quefii conturbatori , non pofibno refiftere tai malati. Eglino fi veggiono mal ridotti e per cagione de' lufir.ghevoli e libati -laonde s'inviperifcono s fattamente,
.
faflidiofi oogetti
che li van fufcitando Ne abbiamo un paragone in coloro che fon ipc'condriaci , o di un Saturnino temperamento .Con una fola occhiata, con una piccola voce di loro dilpregio, e con un timore, fi eccitano gravi tumulti, fiere maninconie, e furie durevoli e molefle. gl'idrofobi era in ufo anche al tem(b) Il modo barijai'o di affogare
.
po
di
Palmario
Et
dum
nullo
ini'
remedio
rejiitui pojje
reputai
p.
U L L A
A B B
llj
che vede eh' egli incurabile , che non lo (caricano delle catene o de' ligami > e che non l'inquietana che per is^rzarlo a bere ed a mangiare , ci eh' per lui peggio che la di odio, morte; dovrk dare tute' fegni di collera, di terrre il tutta unito , feiiza ^*difperazione , e di fpirito di vendetta che f ne vede la ragione , chiamad furore ; cos'i l' idrofobo foprattutto quando fi vorrk forzare a bere, o che l'offenderanno col tatto per la gran luce e ftrepita , entrer, in furore contro tutto ci che trovera,concro i fuoi amici, e contro femedefimo. Quindi che noi veggiamo degli ammalati , a'quali fi fanno delle operazioni dolorofe e lunghe , come 1' applicazione del ferro rovente fopra tutto l'oflb della gamba cariato, f efli anno tutte le loro forze , e fentono che la operazione inevitabile , noa poflbno impedirfx a digrignare denti , e di mordere eoa frematerafle
)
,
,, :
mito
le loro
(e).,
II
orrore
..
LXVIIL. Quel che F idrofobo teme il pi coflan temente bevanda; egli ne fente vivamente il bifogno a cagione del fuoco che lo divora,, dell'acrimonia delle materie falineebiliofe che fono nelle fue vifcere e delle follecitazioni de' fuoi amici ; ma egli ne ha una ripugnanza infuperabile ; e poich conferva quali
,.
fpirito, vi
fono delle
rf.
gi.
Sarebbe da bramarfi cRe inumanit..
..
fi
faceffe
(e)
ficcome
-nell'epileffia
il
fi
con gran
forza,
nelle parti,, ed ia
fanno violenti ftrofinamentr de" folidi ; ma quefti flrofiparticelle ignee in azione fvilupparlcj ed ancora elettrizzarle , rimettere in moto- i fermenti che la mancanza
confeguenza
,.
del
ti
movimento inteftino fopifce, foprattutto quelle che confiftono in. paralcaline, fulfuree, ed ignee r e da qui nafce che il timore degli afledii de'tremuoti &c. (Veglia delle febb; putride e maligne ( teflimonia Baglivi Prax. pag.i'So.y^ ch* quella che fi cagion' al mercatante di Montpellier,,
dendo
e a Roberto risvegli la Rabbia; che la collera, e l'epileflia renanno potuta cagionare 1' Iumori pi acri pii ip^net &c drofobia ipontanea (iii).
gli
,,
,,
328
Disserta
di
gioni fufncienti
quefta
z ripugnanza
li
ione
,
II.
che
(70).
ci
reRa a cercare
fatti
Mu.
malattia d -evi punto pi importante e quello lo fcoglio colunga e faflidiofa imprefa tanto ftrano e celebrato -che non poffianio fchivare , cio 11 dichiaraarrabbiati , de' fluidi degli la cagione dell' abborrimento re qual' anno peix) tanto orroi quali tuttocch foffero tormentati da gi'an fete re di bere, che fi contentano efier privi dell' acqua, che il famofo Lirico Poeta Pindaro nelle fue Ode chiam dolce dono degli Del .'Non poffo difpenfarmi per di prima avvertire, che noi tutti mentre anfanti ci affatichiamo di ripefcare le cagioni , aguzzi pure l' ingegno noftro quanto pi puote i guardi fuoi giammai potr penetrar il buio onde fon aflediati i fenomeni naturali:e mentre andiamo rintracciando le cagioni , faremo foffermati fulla bella prima j e f non vogliamo dare de' paffi falfi, certi dotti errori , e certi f non vogliam ifpacciare per verir affodate pregiudizii^ dovrem confefiare che le cagioni delle cofe e de' fenomeni della Natura , ficcome ci fono, flati per lo innanzi , cos faran mai Tempre per noi ignote. I fenfi noftri -finiti non permettono che fi fappia pi in l de' generali effetti Noi nel mondo veggiamo tanti fenomeni che fono in varii efferi , ed in diverfe foflanze fi ravvifano L' elettricifmo , e l'attrazione delle particelle della materia, cofa mai foji eglino? Son tan(70)
Qui
,
fl
il
e dilicato della
,
fi
parla
qui
fta
la
ti
effetti
delle
la
ofcure
forza
ed
aftrufe
,
cagioni
Newton medellmo
altro
le
tenne
attraente
che
per
: e pure quefii effetti per cagioni de' particolari lamita, i baleni, i tuoni,
fteffi
della
un pretto Natura , fi
elettricifmo.
infiniti
Le
forze
. In tal guifa le forze della caaurore boreali, i tremuoti , fono effetti dell* centripete, la gravit, la durezza, l'elatere , ed tanto l' elettricifmo, quanto dell'attrazione.
fenomeni
le
Ma
anch'
effi
cerca da noi Ja
cagione
deH' orrore
dell'
acqua
dell'
eh' pri-
ma
ad agire
ma
fi
nel -corpo
idrofobo
fintomo. Non fi pu ftabilir cofa d fodo,n fi pu rifchiarire fin nel di dentro quello punto, f prima non fi confiderino gli fvariati pareri che fon corli fui fenomeno caratterifiico della Rabbia per poter raddrizzare quello confufo labirinto . Io narrer fedelmente il meditato dagli altri efponendolo con tutto il nerbo e luftro maggiore , prima di aprire il pi verifimile fen
e eh' effetto del
,
ti mento.
Molti antichi
fi
cr-edettero,
che
l'
orrore dell'acqua
,
nell' efofago
ir.a
dalla
SULLA Rabbi
volgo, ftato per molto
Ai
i2p
quale perch agli arrabbiati fa dentro dell' acqua veder 1' immagine di quel cane che mordette ; quella trifta e funefta veduta fi quell' oftacolo, che loro impedifce di bere , contentandofi rimaner pi tofto eftinti per Jo grande ardore della fete. Quefto fentimento corredato dai fufFragio del
les abhorrere in poetilo canes
: e Baccio fcrifle: Vidi egotaFra abigendos ex cubiculo exclamare gli Arabi Medici Avicenna, ed Averroe, a' quali tenne dietro benanche Salmuth , aggiunfero di pi , che nella bava -e nelle orine de' rabbiof tante fiate fi fon veduti di certi animaletti fimili a puntino a quelli , da' ed inoltre che una donna gi quali elfi arrabbiati erano fiati addentati refa idrofoba cacci dalle prti diretane certi pezzi di carne a guifa di
tempo applaudito
,
ac
tanti cagnolini
fi
Olti-ecch
racconta Etmullero
era
creduto
che
1'
g'
idrofobi
,
muovono
latra
il
lor corpo
a foggia di
ed atteggiano Se la morfu-
ra fu da
un cane
arrabbiato
i
ed abbaia
torce
ii
mufo
come
Quefio vuol dire Celio con quelleparo canina invalutio , vox latrabilis Se il morfo ftato da un gattOjl'arle QLundi Guglielmo Corabbiato chiede di graffiare , come ufano i gatti
nello fpafimo cinico fanno
:
cani.
le
an
carte
che un
uomo merc
la
morficatura
di
un
cart
rabbiofo
ed i principali caratteri del cane , che al folo od^ore conolcea gli amici ch'andavano a vifitarlo , fenza Il Rodio , e 'I dpttiflimo che veduti , o che fentiti parlare gli aveflc Atanagio Kirker , fcriffero medefimamente , che un idrofobo cercava a
talmente
acquift la
tempra
preflb
il
f gli fofle meffo un p da Etmullero per vuole efier un penfare pi fodo il credere , che veleno del cane altro non fia che un fermento , il quale nella parte
.
imprime
le
operazioni
me-
defime, che anno quegli animali che mordono . Vaglia in fine fra gli altri l'autorit del chiariflmo autore Martino Lifter. Il quale nella quarta Efenitai^ione Medicinale tenne per fentenza ben ficura , che gli animali velenofi in generale imprimono gli fpeciali caratteri del lor contagio e che g' idrofobi cos refi pel morfo del c4tre dell' cane , abbaiare , cani , e chieggono di tracannare voracemente come i di lambir piuttofto che bere ^nimalia venenata Le fue parole fono
.
proprios
In hydrophobia a canis rabiof , cnfejfus latratus : item deglutiendi canina voracitas item lambendi potius, quam bibendi , ajftdua linguae exert.ione aptitudo Quefta la fpofizione della prima fentenza per ifpiegare l'orrore dell' acqua degli arrabbiati. Nel vero leggendofi gli autori che di propofito anno fcritto fulla
: .
& peculiare^ imprimere haud rarum morfu & antiquis & ncentibus aucoribus
eft
Rabbia
fchierate
con
graa
pompa
con
isfar-
I^a^
isfario
quefl:;-
DrSSERTA"ZIONE
da
IT.
me
ridette, e
carte aerea, dove noa di rado la fpilorcerla e la tralcuratezza dell' etk noftre fi poggia, eglino an ripefcati tanti tei racconti e s mirabili noPerciocch velle , facendo guiia della falce fenaiia di ogni erba fafcio
.
, avendo domandato- a' medefimi , s' era vero che vedeano l'immagine del cane nell' acqua ;effi fdulcialmente afficurarono di niente vedere. Si pu aggiugnere per -conferma di ci, che non tutt' i fluidi fon capevoli di rifletter le immagini, ma quelli foltanto che Ibn pellucidi. L'acqua pu s bene paraoonarfi con qualfiafi fpecchio ; anzich defia fu che die origine agli decotti, i giulebbi non po/Tono ribattere i fpecchi artificiali j G' infufi fimulacri degli obbietti , perch fono dcfli opachi. E ci non o ftante gli arrabbiati niente poffon bere tuttocch non moflrino quefti detti fluidi immagine veruna di cane. "Oltracci mille argomenti fi fon prefi , ed innumerevoli tentativi fi fon fatti per indurre gli arrabbiati a bere, e ne' vafi coverti, e con de' tubi fottiii affinch n acqua effi vedeflero , ma il tutto f^mpre riufc indarno Au qualunque ideata immagine
egli
certo
dunque
n
la cagione della
.
Idrofobia
nell' cfofngo
del_
rabbiofo
ella fantafia
meno
fi
cibi folidi altre- qualche volta nel pi colmo fon potuti inghiottire , ci che d nuovo efcJude
I
del
,
non male
e ftrugge
antichi
Ja fognata
altra
fentenza di
una corporea' malattia, ma ad una forte paflione di animo, ad -uno icon volgimento d' idee, e ad una fantafia refa guafta , per cui -credendo eglino che V acNel vero quando alla noflua nuoccia loro , l'abborrifcono e la temono fotto le ftra anima col toczzo della fenfazione fi rapprefenta un ogg^ttp divife del male , ecco forgere un repentino moto per fuggirlo e per ri" ;gettarloT per tener da lungi e cacciare un si poderofo nimico. Paffione e perturbazione, perch l'animo patilce e fi turba la fua noi chiamiamo quiete. Vedefialloi-a che dall'interno alla circonferenza del corpo fi gitta
Medici
non
certuni
con empito
affolla quafi che 1' anima ufcir voleffe a Egli pur certo, che avvi delle collere dinon , ma che fon le mlle della macchina , altramenti che le vele ne' vafcelli fervono di ali per aiutarle a gran viaggi . Ma nella-'Rabbia il furore unito coli' avverfione de' fluidi eccede i
il
fangue
col
fi
e ferve
come
tal
volta
.
le
vele
medefime
^
va-
gliono a far perire e menar a naufragio le navi G,li antichi, medefimi offervandovi del tempo fenfibile tra la morfura e lo fviluppo dd veneaio, annoverarono 1' Idrofobia traile tarde paflloni dell'animo ifl^v'flb. Ma' Sed bis qui haec a\Jekint confi fcaglia contro coforo Celio , dicendo J4titien*ium no . ,temm a^^pettrt , itti deieBart Jiotu , ^cut etidm man.
StTLLARABBfA
.
i ?^-
iere r ntferts quadam nafcmtr pajftone. Timor en'rm psy coHfxnfum antmaie quo fit ut coi-povalem effe paffionen eorpori compatientis nafci perfpicimr iydiopfwicjtn manife/le ptrluceat. Et antecedens morfus , ex quo caufa de-
non anima. { Lib.III. cap.l^.) fcendh , utique corporis futt , an creduto dover giudicaIl feconda fiftetrta di altri Scrittori , che fi T cori pi agio e con certezza migliore su gli eventi di quello veln(^. e che non fi fon fatti ftrafcinare dalla piena di tanti teft recitati^ autori abbeverati alla torbida fonte della fama popolare , fiato che 1' orroregli ardelia bevanda non prodotto da immagine alcuna di cane che rabbiati ravvifaffero, n da fconvolgimento di fantasa ; ma da infiamma_
&
dell'
efofago
le quali
vie>.
1' rigonfie e addolorate ,. impedifcono inghiottire. Qiieft' altra opinione al certo migliore della prima , e fuperiore all'anzidetta tolta dal volgo; ma non franca d' infuperabili^dif-
^colt. In piimo
delle fauci
luogo
mai
fi
veduto che
I'
le
fchiette
pi violente e maligne della parte interna di efib finanche infiammatorie, bench fi renda difficiliffimo il bere eie pi volte ventricolo , non fi vede: ii richiuda onninamente la via delia difcefa nel quel forte orrore della bevanda , e quel montar in collera ed in furo-
Ed inoltre , fanno gli arrabbiati , come che folamente detto abborriraento per gli fluidi , e non per li cibi folidi che anzi fi offervato che parecchi rabfeiofi nel maffimo tormento della Idrofobia ,, poterono, agevolmente tranre
all'
come mai
fpiegher
-egli
,.
goggiare ogni forta di cibo.. In terzo luogo Pietro Salio Diverfo,dopo aver annullata la fentenza di Aezro, di Baccio, e d coloro cheallaimmaginaztone attribuivano l'Idrofobia , adduce un'altra opinione, che ftimo dovere qui riferire. Egli dice i, the il tanto orrore per l'acqua nafee da una certa naturale antipatachc
anno gli arrabbiati, ben- conofcendo eglino, che la bevanda ed effi fluidi in generale, loro crefcere farebbono il male. Io per ora non^ mi fio a contendere su tal forza d antipata , che cotanto era in pregia preflb
dle Scuole in que" tempi appunto,, qaando gli uomini pafcevanfi di io-^ fenza nulla conchiudere, e tediavano la gente con quelle fecche filate di barbarici vocaboli. Solamente dico , che non mai vero che i fluidi e la bevanda recano del danle parole, litigavano su delle lievi quifiioni le la cura deli^ arrabbiato . Anzi parecchi antichi Medici tutte vie folcano adoprare, acci i rabbi ofi s'indacefTero al bere. Al riferire di: Artorio ,, folevano effi antichi chiuder gli arrabbiati in un facco,. indi
no per
pittavano in un pozzo affinch in tal guifa ftanda nell'acqua, foffero obbligati a bere per forza Oltrecch evvi di non pochi efempli preffo Aeilo medefimo , che tante volte g' idrofobi fon guariti coll'efiere ftati tuf,.
.
1^1
fati
Dissertazione
nel bagno.
IT.
A'tempi di efib Salio in vero regnavano nella rplegazlone de' naturali fenomeni le foize dell' antipata, e della fimpatia. N io qui fc rondi pafiaggio fo parola di ci che fi credette Ulifle Aldrovando,feguendo
leandro, di Plinio, di Galeno, di Avicenna, la fentenza di Ariftotile, 'di di Gefnero, e di Jonfton , che tutt' infieme aveano fpacciato, che le vipere fi moriffero, (e la faliva dell' uomo elk tracannaflero : n ci da altro fi derivava, che dalla forza dell'antipatia , che tra la faliva iftefla,
le beflie velenofe
vi
pafTa
lo
che
fi
trovato
falfo
falfffimo
dal
pru-
dentiffimo Redi. Il quale per quindici di continuati avendo fatta riempiere la bocca di fei vipere di faliva da alcuni uomini ^ elle in quel tempo
fletter
Ma
fce
il
'
anti-
pata tra il veleno,e l'acqua produce l' Idrofobia , pu mai menarfi buona qiiefla fpiegazione ? Egli lo fteffo che dire , che l'orrore dell' acqua na-
iftefl'a
da una dilcordia ed odio implacabile tra Ben lunge di efiire fciolto il pro.
aggiungono nuove tenebre in grazia della luppofizione ,e reinnanzi . Ma io credevo che Safta la difficolt all' impiedi come lio avffie avute maniere pi gioconde , e non gi che con una Infinga, e con un p di forza occulta avelie egli voluto appagare , e tenerci contenavendo qui ti , fenza poi altio dire, che quello feffo , che fi cerca. Or fcritto quefi^o poco, fenz' altro iaidugio paiTiam pia oltre nella noftra diblema
vi
s'
,
fputa
quarto autore a venire in -mfira ^ il Signor Tauvry che ha propoun fifiema qualificato , con cui 1' orrore dell' acqua e '1 furore degli arrabbiati ha chiefio di farci intendere Egli avendo tagliati molti cadaveri , gli parve di veder nel fegato le marche dell' ofFefa j onde rileva , che la bile, comecch da tal vifccro fegregata , debba effcr infetta dal veleno La bile medefima cosi guafla , irritando il duodeno , di leggieri La faliva meper la valvola del piloro faglie ed inonda il ventricolo dtfimamente , altro fugo neceilario per Io buon digerire calando gi nello ftomaco , e quivi trovando la bile agra e velenofa , -colla medefima fi mefcola e rimane anch' ella infetta e degenerata Quello che poi accade nel mentre nel ventricolo guafl^o cibo , v putride foflanze vi allignano, avviene eziandio per lo meicolamento della bile e della faliva infieme. Gli effetti de' cibi corrotti nello llomaco fono i rutti brucianti ed alcalini , r ir.cli-nazione al vomito , e tal volta il vomito medefmo . Gli fltffi fenomeni fi ravvifano in quefto -fiato della Rabbia . I detti fuchi
Il
fto
df generati
acri
e fiimolanti
dell'
irritano
il
ventriglio
per lo
che
rigo-
giano
a
qLiel
nel condotto
car,ale,
<li
vifchio o
pania
difcio-
lo fcorticano
e l'infiammano:
1'
e quindi
,
nafce quell'orro-
re per gli
acqua
mercecch quefia
SULLA Rabbia:;
(doglie que'
fall
133
che nella bile e nella faliva infieme vi fi contengono . Inoltre, fegue il Signor Tauvry , quello veleno rabbiofo ha una natura difTolvente , e che rompe le parti del fangue. I vafi venofi per tal fine^
poco contenerne , rimanendo il fangue diffipato da' continui fudori, dalle abbondanti orine, ed eziandio dagli efcreati . II pih rifecca, t e groflb fi refler nelle arterie , che merc le continue lor .battute ,
dovranno
far aflbttigHato
Adunque
al
il
kngue
,
cos
fcjolto
negli
arrabbiati
rapi-
damente ne correr
prcffure
,
cervello
e col facendo
i moti convulfivi , e fpecialmeate il furore . notare qui che in quello divifamento del Signor Tauvry piti che alla faldezza de' fatti , fi d corpo a certe propofzioni intefTute e congegnate per far innanzi un centone, che una regolata fpiegazione della
nafceranno
Or
deefi
Idrofobia. gli fenza efitazione fi avanza a dire, che il fegato prima di il veleno : ma ci troppo arditamente e fenza il
fi
menomo fondamento
preffioni
,
k
nel
in
im-
che fon
,
feguiti del
fentero eziandio
tri viiceri
.
nell'
veleno, non pure nel fegato, epiploon , nel pericardio , ne' polmoni
fi
ma
,
mcal-
ed
fi
Come
?
dunque
il
prover egli
che
primi attacchi
faccia-
no
al
fegato
i Notomifti nelle fezioni de' cadaveri deoi' detto fegato corrotto pi che le altre Darti? legittima deduzione: perciocch non folamente ne'cadaveri de*
Forfi
perch
Ma
ma
il
fegato,
merc
.
la
fua flaccida
natura, e gli mirti della bile, fi guada e fi corrompe Oltrecch un' offervazione , bench groflblana , fatta dagli antichi Medici , atterra intieramente quefto fiftema. Effi fi credevano che folfe efficace rimedio e vero
antidoto per g' idrofobi il fiele del lupo arrabbiato ed il fegato medefimamente del can rabbiofo. Qiiefto pregiudizio per lunga pezza radicato nelle menti degli antichi , dimollra non effere fecondo il lor penfamento
,
poich f tale foffe, dovt'anfi nel fegato i principii dell'attacco velenofo vieppi render rabbiofi coloro che ne faceano ufo ma ci non fi verificava affatto ;> Adunque il Signor Tauvi7 , mentre vuole fi:abilire una nuova fpiegazione , egli moflra che ignorava totalmente le vere oflervazioni della Rabbia- e che quinci non maraviglia che abbia propella una mirabile llravaganza cio il fiftema fin ora efpofio Poco diverfo da quefto fentimenlo fi quell' altro penfamento che ci
:
:
e fes remecles il Signor Hunauld ( Differtaton fur la Rage , Chateau-Gontier l'JX4- ) Egli dice, che ficcome a' metalli fquagliati , al nitro ed allo zolfo diiciolti , aggiuntavi una piccola porzione di acqua , nafce un bollore 3 ed uno fcoppioj cos l'acqua unendof e mefcolandof col-
rec
le acetofe
particelle
della
bile,
tale
ne' viiceri
degli arrabbiati
iftefla
fi
io che la
:
Natura
produrrebbe un bisbiglio ed un incendio che non finirebbe che colla morte per quella che loro d l'orrore per l'acqua. In
,
:
134
Dissertazione
IL
In quirrfo luogo debb' eflere difaminata la fcntenza del ceJebratiffim Riccardo Mead , uomo di vada erudizione e di gi-an letteratura , che dee certamente efler noverato traili pi* bravi Medici degli ultimi noflri
la fna memoria venerabile ed onorata preHb la gente di Lettere. Egli di s bravo ingegno arricchito, e di tante belle cognizioni e rare doti ornato , chiefe i dar nuovo lume , e proporre pi plaulibili e peregrine idee fu di (juefto bizzarro fenomeno e dopo aver corfe colla fua mente le parti del corpo umano, e tutti gli oggetti teneftri eziandio,e trovatili non baftevoli ad ilpiegare l'orrore dell'acqua ; ne lafcia noi al:
tri
fui
piccol gufcio di quella terra, e con ali vivaci, Luna, e del Sole ripete
.
la cagione dell' abborrimento de' fluidi degl' idrofo'bi Egli nota ancora, che buona parte delle malattie periodiche e nervine della macchina unxana ripetono l'origine da que' due luminari per lo che i medefimi co'
loro iafluffi agiranno fu i nervi degli arrabbiati . Non niega , che vi co fpirino benanche altre meccaniche e raorbofe cagioni che traggono in convellimento i nervi efofagei, e e altre parti del canale del deglutire ina ftabilifce ed afficura ancora non potere fifFatte interne cagioni agire ,
,.
fe tale
giunta efterna cio 1' azione della Luna non vi s'aecoppii . li fonda su i principii del Newton ja rapporto alla gravitazione fcambievole de' pianeti di quello Solare fiftema, i quali talmente agilcoBo , che fi mantengono in quell'equilibrio che noi veggiamo Mainniua
,
Mead
fi
alti-o
moto
,
della
Natui-a
meglio
poflarao
feorgere
la
verit
di quelle
quanto nelle maree , le quali f vengano attentan^ente ofTervate faran conofcere il mirabile concert-o eh' evvi tra' moti loro,, e le azioni della Luna pi che del Sole. Se dunque ne' moti grandi noi ravvifiamo chiaramente che la Luna opera quale dubio vi debb' elTere , e quale ; ripugnanza fi dovr credere che vi fia nell' afferire , che i morbi periodici^ fion avvengono nella guifa medefinwi^Le oftriche fono pi foflanziofc pi ripiene in tempo di plenilunio, che nelle quadrature; le purghe del1
forze
utero nelle
femmine
le
paralifi
periodiche
g''
,
Jiterifmi, e l'epileffie,
non nafceranno da
,
altro
principio.
fillche
Con
cognizioni, e do-
po tante belle vedute ch'egli fchiera tuttetratte da' Principii Matematici del Gran Newton che ben a dilungo il Mead efamina nell'opra il cui titolo i as imperio Solis , ac Ltmae in compara humana moybis inde ortundis / il medefimo ci fa fapere che in quegli arrabbiati infelici , a' quali , egli ebbe l'infortunio di affifiere ofTerv che pi della met di efli l'offr gli fpafimi dell'orrore deiracqua, o a puntino nel d del plenilunio,, o pure un giorno innanzi. E f l'influlfo Lunare folo baflevole a fviluppare un tale mortifero fintomo, quando per altro un interno efficacif, ,
&
al certo la fola
noi,
SULLA Rabbia.
hittm praegrejfts, aut accurate pieni lunlum qtium ejfet
,
?5
noi poti-a strigale , f 1' efleriore aiuto della Luna non -vi s' aggiunga , P^rlujlrando hijorias aeqyorum , quibi^ adful in deplorando hvc Jtatu , ob' fervavi pitti quam dmidium numerum tentatos fittjjs fpafrais hydropho-
Quod
fi bic
caufa fimul agit, effica-x dicendus ejfet , wo poffet non interna caufa faepe etiam non expectato externe auxilio foras prodire . ( Tentam. HI. de Cane rabido ) . Ne aggugne il Mead un altra ragione - L' azione della Luna pi toftor
inflp.xus
Lunae
foum
magna
fi
terreftre non potr ella fmuovere i fluidi grofll, ma si bene impiegher i fuoi moti fui fluido elettrico , elaftico, e mobiliffimo , qu^il' quello de' nervi , il quale far ben capevole di ricevere de' gran moti dalle minime imprefloni . Perci tutte le malattie
efercitajche nel fangue ^roflblano perciocch effenabbia di mira alla gran forza con cui fi ,
periodiche e
convulfiv^
.
Ibno nervine
quale per lo
appunto
fi
anche
Dopo quella brieve frofiTone del fiftema del Mead , debbo qui dire ci che vi in contrario Niuno al certo ofer niegare la fcambicvole azione de' gran corpi di quefl-o noflro ffteraa^ Neppure potr dubitarli, che dall' azione de' due il movimento regolato delle maree nettamente nafca luminari, e fpecialmente dalla Luna: ma ci non bafta per conchiudere, che ugualmente dal medefmo principio avvegnano li moki fenomeni ne*
.
corpi organici . Non vero che le oftrche fieno foftanziofe nella Luna piena pi, che nelle quadrature e nel novilunio: e f ci accaduto, egli nato perch col lume meglio effe fi poffono nutricare . Li Medici altres an provato che le purghe meftrae delle donne , l' epileflle , e le r.ltre teft nominate malattie
2;a
,
non dipendano
lil
,
Luna
Lo
s' la for-
fluido nervofo
fce
che le maree che riconofcono uns tal cagione, fon elle continue e regolari. All'incontro le paralifi , l'epileffie, e l'Idrofobia fi veggiono , quando ffiche cagioni morbofe fon precedute , ed accompagnano t^ malori . Si aggiunga non rimaner chiaro , per?
fempre
ch nel barometro non vi accada cangiamento alcuno fetto debba offervarfi nel fluido de' nervi
.
ma
fobia
ecco dato termine; a'fiflemi pi celefbr, e propofti per ifpiegar la Idro* Or che diremo di tante difcoi-danze di pareri ? e come ravviferejno la verit in mezzo a tanti varii penfieri che fi trovano fpacciati da. quello e da quel Medico, contrarli fra loro ,e che uno diftrugge 1' altro?
.
Ed
lo mi fon contentato in quella ota di darne un faggio , come meglio per me fi potuto, acci per ora fi tenga in conto la indicibile variet iklle idee . Noi dunque fatti cauti e guardinghi a colto d' altrui , ed iftruit
I3<^
l>ISSERTAZIONE
Mucofifa
II.
LXXIX. La bava dell'animale arrabbiato ha infettato il fangue d'un uomo (XXIII); il fangue condotto dalla circolazione in tutto il corpo dovrebbe dunque egli infettare tutti gli umori ; frattanto ne infetta un folo , o almeno in quella maniera che bifogna per renderlo velenofo , per cangiarlo in fermento idrofobico: l'efperienza l'attefta, poich la bava, o la fola faliva che cacciera da ora in avanti quefto uomo, quella che potr comunicare la Rabbia ad altri (d) . In fatti non verifimile che di tanti autori che anno fcritto fopra la Rabbia , qualcheduno non abbia oiTervato, s'ella s'attacchi pel fudore , per lo
;
Scc.
Supporto eh'
efla
fi
pi-
in
aduna
molte altre perfone fan di toccar la mano tutta fudante degl'idrofobi, teftimonio Lifter, di maneggiarli il braccio per fegnarli , di avere degli fchizzi del loro fangue ; accaduto ad idrofobi confermati di aver commercio colle loro mogli
infinita di
(LXIV),
la
in; ,
atteftano,
,
che ci
ftato
Le
che
oflervazioni di Fernelio
il
e di Surio (
fangue e la carne
f
del
quelli che ne
mangiarono, n quella
la
non avendo fatto davano il fiele del lupo arrabbiato per antidoto in quefto male, dai che bifogna credere, ch'eglino non dubitaffero punto che labile fia e feritefta,e ancora la faliva
fu
,
determinando conto di ci
eh' effi
mangiarono.
Gli antichi
(e)
te
di
ti peravventura di ci eh' evvi di pi fragile , o di maggior rilievo ia tutta quefta controverfia , -cercheremo ora metterla ad efame per le vie mi gliori.
(d)
(e)
La Rabbia non fi comunica che per la bava dell' animale. Palmario faceva prendere per lo fpazio di tre giorni il fangue
.
di*
(71) Nell'annotazione (15) fi diffc in generale, che del veleno fabbiofo noi dobbiamo effer guardinghi il pi che fi pu ma perciocch in quefto
:
luO"
U L L A
veleuofo
fo
R
:
A B B
forfi
^
,
I37
egli
rhaave che
teoje
,
Io
crede
voleva
dire
cli^
lo
ci eh' io
non
difficolt
di confeflare.
LXX.
luogo il Signor de Sauvages con piU precifione entra nello fqittinio del niedefimo articolo , qui defi egli vieppi dilucidare. Negli Atti dell'Accademia delle Scienze dell' .anno 1707. fi legge, ch'eflendoli cavato fsinguc un idrofobo, per eflerfi gittata a terra porzione di effo , un cane che ne lamb , arrabbi ben prefto. Anche prefTo del volgo gira quella opinione,
ma ci non femche i cani arrabbiano , f beono del fangue umano' pre vero. L'altra offervazione di Fabrizio Ildano , il quale fcrive che un giovane in et di anni venti , effendo flato graffiato el pollice della mano da un gatto arrabbiato , febbene picciolafcorticatura fi folTe fatt^ Hoffraann nella pelle dopo qualche tempo fi mor parimenti idrofobo inoltre racconta che un lupo rabbiofo mordette un uomo, il .quale ne'di y.egnenti volle unirfi colla moglie ; per lo toccamento del corpo con lei, o per lo feme velenofo, tuttaddue arrabbiarono , bench l'uom folo nefof: , . ,
fe
morto
fi
domanda,
fiele
il
del lupo
,
od
il
ambedue
accomodare allo flomaco per lo lorp fapore , per I' odore naufeofo , ed abbominevqdel danno , f yeramente tali foftjinze recano potr le : avvegnach fidanza , che oltre delle morfure e della faliva , vi fieno dirfi a realt altre vie di comunicazione, contro quello che crede il nofiro de Sauvages In altri tempi , nulla curandofi i pericoli , con froate ficura ingordamente i rabbiofi fi beveano i fieli de' lupi per refiftere agli effetti, del xiiortaliffimo veneno ma la fortuna non era loro favorevole, e ri mancano ben toflo fcherniti Palmario per afftcura aver villa fcanfar la niorte a parecchi cittadini, coll'avereffi ufato il fegato di quel cane arrabbiato medefimo, che dato avea il morfo E ci che ne di ife Plinio , gi da me fi notato nella Storia antica della Rabbia , che com,e vanguardia io meffi nella prima nota Fino da' tempi fuoi Galeno previde la inutilit di tal creduto rimedio, per non dir di peggio Per altro meno da temere dei fegato cotto, che del crudo , poich il fuoco che dagli antichi Medici chiamava^ il domatore de' veleni, maifempre dlflrugge le venefiche particelle Nelle Tranfazioni Filofofiche all'incontro fi nota, che un ragazzetto di nove anni ^or idrofobo , perch mangioffi interamente il fegato di quel cane che il iriord: e Riccardo Mead racconta altres , aver egli veduto perir un fanciullo pel fegato di un cane che trangogai : bench non ifcriva eqli , f detto fegato era cotto o crudo Quelle oflervazloni ci debbono vieppi confermare in quella opinione che fin dalla nota (13) io avanzai, cio che Ja Rabbia fia un male che non porta rifpetto a chicchefia . Egli degli
e fcortefi
medicamenti
e da
non
poterfi affatto
fpi-
138
Dissertazione
Se
la
II.
LXX.
faliva
il
fol
umor velenofo
non bifogna
dar-
ne la colpa al fangue , perch foniminiftra iiidiftintainente i. materia di tutti gli umori Non dunque che il colatoio ftef.
fo della faliva
ma che per la loro unione divengono velenofe (f);cio a dire, che la bava del
riunifce le materie poco nocevoli feparatamente,
lupo alcalizzata, e volatilizzata avendo, bench fottoquefla forma e difperfa nella malfa del fangue , molto di analogia o di rapporto per la figura delle molecole a quelle che coftituifcono que. bava o mucofit dell' uomo ; dee in quefto colatoio , ove il giro del fangue la porta fuccelTivamente, unirvifi, come le moila
lecole faline d' un ranno riconcentrando le loro fimili , fi riunifcono e formano de'criftalli, la di cui propriet differentiffma da quelle del ranno ; ovvero , ficcome il veleno del vaiuo-
glandole miliari della pelle per riprodurvifi j o in fine come le mollecole delle canterelle inghiottite e mefcolate al fangue^noti
fi
unifcono intimamente e non fi difciolgono , che per l'orina, non infiammano confeguentemente che le vie orinarfe. LXXI. G' idrofobi fi lamentano per la maggior parte di uti male
,
fpiritl franchi
quale qui
mi
pai'e il
certe cautele
ma non
fi
mala ventura in un male cos miferevole Gran diverfit vi pafla fra il provare uno fcuro e tempeftofo nembo ftando in nave nell' oceano, ed il fare delle fparate e delle millantere fu quel periglio , mentre con tutto
il
bell'agio
fi
fta
affifo
fui
lito.
fale
il
,
di fpirito di
e altrettanto di mercurio
.
divifi
2.
due rimedii
uniti
.
formano
.
fijblimato corrofivo
Boerh.
Tom.
Pag-.^i2,.
,
Ciafcheduna parte ha i fuoi fuchi differenti dagli altri , e i fuoi colairritano vile fteffe droghe che non pungono la punta della lingua vamente il di mezzo, altre la baie, ed altre la gola. Vedete Ray Hij. Piantar, T. i. Tali fono tra gli ultimi le foglie della margheritina, del ranuncolo a foglie ritonde , le radiche della mercorella , dell' afparago &c. altri non agifcono punto nella bocca , ma folamente nel ventricolo tale la fciarappa , la gomma gutta , che per poter agire bifogna che fiano difciolte , e quelli tali medicamenti non trovano i loro mcdrui che in
toi
:
certe parti
SULLAR.AEB1A
male
(g)
1^9
uoa difficolta d' iaghiottire ; la loro gola s'infiamma fovente; dopo la inorte trovali il di fopra dell' efofago livido o cancrenato; la loro bocca efente d' infiammazione, e la lingua conferva la fua morbidezza e la fua umidie l' efofago fono t &c. . Or la Notomia infegna che la gola , fparfe di glandola febacee o cavita di Ruifchio , che fi aprono in quefto condotto per tubi capillari , ne' quali fi fepara una njucofita denfa e bianca ( che molte perfone cacciano a. digiuno toffendo , fottb la forma di grani lunghi due linee , ed una larghi, che peflandofi fi trovano giallicci, e di una puzza piti che acre ) ; io ho vedute due perfone che il credevano tifiche per averne cacciato ; ma quefto incomodo , s' tale , non di alcuna confeguenza. Tutt' i fenomeni fembrano dire, che quefte glandola febacee fono l'origine delia bava velenofa dgl" idrofobi la bava o la faliva ordinaria che cacciano in quautit, trae il fuo veleno da quefta forgente (72),.
e di
.,
nella gola,
S
.
7^
Tato morbi decurfu de Jlr angui attens (g) Teftiraonjo iJ Signor Afruc Anton. Julian. alii Mejnenfes &c,. Vefenju in gutture conquejlus- e/i di r apertura de' cadaveri 87. Hidrophgbi non timent ^0quam , fed timgnt cruciatum tnternum a^ aquji nam ab humidorum ajj'urnptone tnagnopere loedi angujlari, nduSiim "ueluti f fujfocari femiunt , ac proinde jure , magna cunt ratione timent &c. Petr. Safius de affeBib. paytic. pag, 354. Roberto avea prima d' appiccarfi affai male alla gola , e il collo gli
.
&
&
&
&
Wa
molto gonfiato
,
i'
attaccarfi
31
dell'
attrazione altrove
dame
,,
Ih tal guifa il veleno variololo , il rnorbillare , lo fcabbiofo avranno particolare genio colla pelle; il fifilitico colle offa, il reumatico colla mufcolatora, l'artritico colle articolazioni . Per la ragion medefim^ molti Medici , fra' quali Boerhaave , fi credettero che il veleno della vipera, bench infetti il l'angue e '1 fluido de' nervi, ,con ifpecialit fi depo ne al fegato, e produce T itterizia; il veleno della tarantola attacca i nervi yl'aipide cagiona il fonno; il roipo il tumore y lo fcorpione la febbre acuta e le convulfioni; il lepre marino la tifichezza polmonale; e le canterelle le vie orinarle. Ma di quefti punti opportunamente fi ragioner nella Storia degli animali velenofi , dove vedrafli , quanto la mag-
fi
acconia-
Ma
I4C}
Dissertazione
Ih
fall va
chtf
noi
s' dubbio che gli altri veleni attacchino i detti luoghi, fono {taper di accordo maifempre i Medici in credere, che il veleno del rabbiofo cane fi alloghi in parte determinata del corpo . Mai_ qual contrafto mai, e quale difcrepanza di pareri in iftabilire tal lugo ? Evvi un nu*
tiiero
Ma
ti
innumerabUe
,
di
opinioni
de' quali
con una battera di argomenti cerca di metter in facco le altrej Io Ibltanto acci niente manchi alla compiuta intelligenza di quefta maDemocrito , ficcome io diflattia , vedr di qui brievemente accennarle fi nella Storia antica della Rabbia , ftabili ne' nervi la fede del male . Alcuni difcepoli' di Afclepiad, veggendo il difturb'o lilla mente de'rabbioche nelle meningi, le quali cotne invogli perfetti fi, e credendo altres ciioprono il cervello , fieno collocate le pafTioni che amareggiano lo fpiri to j in dette membrane appunto fpacciarono che il veleno della Rabbia fi fiffi. Altri fcriffero cne ftanziaflTe nello flmaco e nelle budella, argomentandolo dalla fete indicibile degli arrabbiati , e d' vomiti che nafcdrio
.
Me-
dico ed amico di Augufto , come anche Artorio affermarono ne' rabbioli patir folamente il ventricolo , ficcome indicano i continui Vomiti che fovente fon biliofi^ e per un certo confenfo difiero che foflfero affette del pari
le
meningi del celabro Altri ravvifando il finghiozzo, che tante fiate tormenta g' idrofobi fcriflero che il veleno attaccaffe il diaframma Efefioj il cuore, fettatore di Ateneo volle che negli arrabbiati patiflTero il capo e gl'ilii. Ma comecch la bava di tai miferi il diaframma, lo ftomaco pu fenia temenza di fallo afllcurare , che 1' efofago velnofa , fi particolarmente fia attaccato, e fpecialmente le glandole del medefimo, le quali occupano il liiogo di mezzo tra la membt-ana villofa e la mufco.
Quefla fentenza quella che foftiene il Signor de Sauvages, e coniente bene co' fintomi co' fenomeni della Rabbia Ma non colpirebbe il vero chi credeffe, che 1' effag foltanto rimati* ga infetto , e le altre parti del corpo , e gli umori eziandio reflino riavvegnach nella Rabbia il primo purgati merc di quel forte attacco male fi fa nella parte morfa , indi ne' nervi e nel fangUe, e pofcia nella gela , nel qual tempo infermo tutto il corpo. Stimo proprie le parole, Praepatitur enim ea che difie Celio Aureliano ( Lik IIL Cap. XIV. ) pers ^ qitae 7norfu fuerh vexata , unde initium denique pajjtonem fumere neino ne.^a/ Pathur eniin totnm corpus, quod probanms ex bis quae finguH d xsi-mit Cum enim ali alias ajferUnt pati partes^ omnes pati conjit-enttir
Jofa.
:
A B B a; 14I S L L A ihghittramo tanto vegghianti che dormendo, dee fcender , a cagione del pendio, nello ftomaco, ove realmente effafalefue rovine; ( cosi trovafi il canale deirefofago, e lofotnaco infiamraati ); almeno che negli sforzi per ifputare,e nelle naufee,una parte non vada nella bocca; ci che accade continuamente, perch gl'idrfobi fputano fempre , o inchinano il capo per faliValii
portano
,
la tefta
bafl
foprattutto
quando
fono ammalate
e idrofoba
per la gola,
fanno vedere
il e infetta pi la faliva che lo ftomaco , ficcome i fintomi che la morficatura fatta da u e da ci nafce ; umO arrabbiato itien terribile che quella di un cane j o di
dell*
efofgo
noti
poflon
efler rifen-
non ne
e
f
fi
fate
tano le ofFefe , e non rie divengano pi , e che finalmente non s' infiammino
alcali al di
fenfibili
,
pi ingrot
applicafl
come
che s'inghiotte fenza attenzione ^ fottile e fcorrevole com' ella , debbe infinuarfi ne' tubi capillari di quefte glandole, com' proprio di tutt' i liquori a riguardo di fimili tubi; e a cagione dell'affinit ch'fla ha con quella mucofit, dee difciglierla, renderla fcorrevole , caricarfene, ovvero portarne una parte dall' efofago nello ftomaco i
fopra;
la faliva
,
uh poffente
ma
dunque
E' un aflloma chimico (h) , che i corpi fallni coh= mifura che fi difciolgono; cosi gli alcali fiffi, e gli acidi fteffi,come l'olio del vetriuolo, bollono .per Taffufione dell'acqua; il fosforo del Signor Hombergio accendefi per l'umidit dell'aria ; la pietra infernale non brucia che le parti
eentratiiliini agifcono a
LXXJV.
che l umettano; la calce viva quafi s'infiamrna per rafFufion dell'acqua; la faliva fOpra lo fpiritO di fale ammoniaco d un fetente odore ; l' acqua fopra i metalli fciolti li fa fulminare que:
fi
fon
(h)
tutti
o corpi
flini ,
o corpi pieni
i
di parti
di
fuoco
ea-
niji
[stufa
142
Dissertazione
il
H.
veleno
dee svifall va lo difcioglie.
come
venemo
della
Rabbia
dunque
quello
mifura che la
azione f sf
LXXV. Gl'idrofobi che confervavano il pi la loro ragione, dimandati intorno la fenfazione che la faliva fvegliava nella loro gola , anno detto eh' elTa non confifteva in un cattivo gufto, rna in un non fo che 5 eh' era per e0i peggiore della morse (i),e peggio di tutto quello che fi pu immaginare ; che non era loro poffibile d'inghiottire; che il palfaggio era chi ufo (k) (1); che le voglie di vomitare , e i mali del cuore glie ne impe.e divano; che bevendo fi fufFocavano^ LXXVI. Ricordiamoci che 1' acqua pura refpinta con orrore nel fuo entrare nella gola quando fi anno delle frequenti ha fi naufee ; che nell' angina eh' pi bafia delle tonfille ,
una pena,
e
Idrofobia, oltre queite due cagioni, ve ne fono due altre che concorrono ; cio l'ecceffiva fenibilitk di quella parte, eh' effendo
qualfifia caufa
efler toccata da Giuliano di Meynes (m) fremeva, e tremava alla pi leggiera unzione de' piedi,
non pu
.
Che
cofa fareb-
be
flato
dito verfo
noftro occhio,
il
fa fare
tutt'i
nio()
Interrogeitus a
refpondit f caufam piane rfefc'iye , f cum filmina voluptate ultima vice i' vifum kiffe , interim tanto odio folida liquidaque jam aeminari, ut eorum
per ferve non pojfet abfque Ij/pothimia Rocher. Jam propriam faltvam aegre qiiidem deglutiebat , quod ipft, ut nobis feria niultoties ajfeveravit, vpl niorle pejus eyat .... falivanj deglutire ti horrendum fuit ; proinde ac J
.
Corton ex Liflero , de Sault , &:c. ipfo momento inferret Hydrophobos plurimo! in faucibus fir,v7gulationii fenjum experiri Aftruc. Pietro Salio &c. (1) Aftruc, pag. 15. ^m) Giuliano Dajonne di Meynes, &c.
mortem
(k.)
.
SULLA Rabbia.
movimenti per
evitarlo
,
143
.
che la fenfazione ftelTa farebbe L'ultima cagione di queft'orrore , non il cattivo gufto di quefta bava, poich quando ella ne aveffe^ la gola non giudica de'fapori; ma un'altra fenfazione che non pu fffe che incognita fino a quel termine all'idrofobo, ed in maggior ragione agli afTiftenti,
a'
non
pii
comunicar
1'
l'
idea che
im-
perfettiffimamente
In che
modo
efprimer
ne propria della fiena a chi non l'ha mai guftata? Non il fuo amarore che difpiace, gli olivi ne anno di pi; n il fuo pun gere, il pepe punge affai pi. Ch' ci dunque, che rivolge lo ftomacojfa fremere ^ sveglia de' mali di cuore quando fi prende^ o pure quando fi odora r E' quefta fenfazione propria jdi cui nofi
fi
(73) Voltiamci indietro richiamando alla memoria i vari raggiri de e nel tempo Medici , per intender 1' orrore dell' acqua degli arrabbiati Io iftruttO pet medefimo le tante debolezze in cui fon eglino incorf buona ventura di ci che v'ha di poco rilievo ne' riferiti fiftem.i mi difpongo ora a darvi una folzione a rhodo mio del noftro inviluppato e Quando fi abbia a camminare colla faldezza del^^ combattuto fenomeno noi non troveremo chi poffa chiamarfi pago delle fragili le ragioni fpiegazioni , recate da me nella nota (7) Chi ha inoltre qualche buon fapor negli ftudii medicinali , conofce quanto gli argomenti, in fu de' quali fi ed importuni. Venghiamo perifla ciafehedun di effi , fieno fallaci ^
.
ci a cOnofcete quali fiano quefie tali Cagioni . Non intendo qui di prender a mio carico , di toccare tutti gli argomenti , e n pure mezzana mente illuftrarli ; ne accenner in generale i pi luminofi ,
Io foftengo
tafia,
fan*
e dalla fenfibilit, da
Un impedimento
neli' inghiottire
il
quak
,
e producono i fluidi fciolgono il veleno attaccato col j una fenfazione dolorofiffima. Quefta vafiet di cagioni, a mio avvifo ha Sulle prime quelrecati tanti intrighi per la dichiarazione del fenomeno la eh' io Vengo a proporre , la forza della fantafia , che dal fottiliflimo Cardano fi volea che fofTe. nel corpo il principio de' beni e de' mali fifi-* abbench aveffe egli fatto il cattivo paragone colla immaginazione ci che prodce le macchie del feto . Qiiemadmcdum phantafia per fptrhuum influxum , fcrilTe Cardano , in foetu efl caufa effeclrix omnium macularum
nafce dal perch
.
rum
corpore principium effe omnium bonO' Signor de Sault ofTerv , che 1 Idrofobia le pi volte accade a* rozzi 'ed a' contadini e non a coloro che fi fan reggere dalia ragione . Il Signor de Sauvages altres conobbe una fin
eo
, ,
ita
quoque fortius in
proprio
.
malorumque cenfendum
ejl
Il
mia
144
R T A Z
II.
Puzza
degli /put,
fetido
che
al
ufciva
,
abbon-^
della
gola
fenti
quello
fiato
al
quale
unvi
di
Roberto
Coloro che ne' bordelli , nelle bettole vinarie , e nelle bifche divengon ebbri e forfennati , merc lo fconvolgimento ne' nervi degli occhi veggiono gli obbietti raddoppiati j ma chi ha gli occhi ftravolti abbench avefle ancora i nervi fenza concerto , pur tuttavia vede un folo oggetto , perch il fenfo del tatto, e la ragione correggono l'errore degli occhi Se dunque gli arrabbiati, per l'anticipazione delle idee, abborrifcono i fluidi , nafceci da una certa fanatica credulit , o dal perch leguono la lor fgntafia , e non la ragione . Diftefamente , e con diligenza di quefl^ cagione della fantafia ne ha fcritto il citato Signor de Sault.
ella
Mina , mente
la
ma
.
ci
non
ofrante
ingorda-
bevea facendo
foi'za
a f
medefima
La feconda idonea cagione della Idrofobia fi la fenfibilit delle fibre nervofe della gola La Rabbia rjon una morale malattia , n tampoco un male fchietto appiccato al canale del deglutire avvegnach negli an.
impedimento
fi
ravvila
giammai V
il
.
orrore e
'1
Fa
meflieri
dilHnguere
negli arrabbiati
timore e l'orrore del bere, dall'impedimento dell'inghiottire Siccome efli fuggono la luce e l'aria, perch i nervi ottici e tutta la nervatura
in generale fenfibllilfima;cosl l'acqua perebbe ftimola co'raggi fuoi
i
riflefii
fi
Tvja
non
dee
altres efcludere
l'impedimento
,
Morton
,
riferifce,
che
un idrofobo lodando l' acqua efortava f medefimo a bere ma noi potea Somigliantemente un loidato arrabbiato perorando diceva a f medefiii'iO
che
1
acqua era
fiata
la fua delizi^
fi:ato
che giammai avea avuti de' nimici, rniferevole, cotanto dell'acqua temea .
,
racconta, che un fanciullo di la*te refo idrofobo oflerQj.iefl:' ultima aborriva le poppe della madre, dalle quali l'ucci ava yazione dimoflra , che oltre l'afpetto dell'acqua vi fi richiede un impedimento neir efofago, eh' la terza cagione della Idrofobia Tale difficolt xonfifte non folamente nella infiammagione , e nella tenfione de nervi di quefla parte^ ma jiafce certamente dall' acqua la quale fcendendo colag-
In fine l'autore
ifieflb
gi, fcioglie a guifa di niefiriiO , il veneno attac-cato alle glandole della gola, glandole che Ibno fiate .si bene defcritte d.al Moi^agni. L'azione de' 1' ac^ua ii meflruo corpi fi crefce a proporzione della lor piccolezza
:
di
SULLA Rabbia:
di
145
Calix di Meynes(n}; una fimile materia fcorre continuamente nello (lomaco, vifcero pi che nervofo e fenfibilifTimo , di cui le fenfazioni fono cos'i difficili a fpiegarl per termini giudi, come quelle della gola degl' idrofobi ; egli non pu eh' eflere (piacevolmente affetto per lo veleno, da dove feguono le naufe , i vomiti , le cardialgie, le
agli fputi di
Chamboungaud , ed
Anna
fincopi, &c.
tito
,
le quali foprattutto
T
i tutt'
i
D'tf.
veleno difciolto, le moUecot le velenofe faranno pi attive , e maggior dolore recheranno Chiunque una volta foia ha fperimentati quelli si grand' incomodi, non potr vedere cofa fluida fenza un grande -orrore me pare , che in tal guifa l
fall.
Per lo
clie
eflendo da efTa
il
d la loluzione del fenomeno^ e quando gli uomini perfpicaci non fieno con oftinatezza prevenuti in contrario , non potran chiuder gli occhi al
lume di quefte chiare ragioni^ Rimane a difcifrare perch gl'idrofobi non anno per ifleffo orrore che per li fluidi lo che un fenomeno
,
gli
cibi
folidi
lo
fingolariffimo an-
che fuori della Rabbia. Il Signor Van-Swieten conghiettura che fra' tanti mufcoli addetti ad ingliiottire vi ha di certi che fervono per tracannare i
fluidi , ed altri per inghiottire i folidi . Ma ci non fi accorda coU'offervazione, e colla ragione. Quando i cibi debbono entrare nel faringe, e gi la via a' polmoni chiufa dall'epiglottide, e la ftrada alle narici dal velo palatino , fa duopo che detto faringe fi apra. Il quale ampliato che fia , potr dare il pal^aggio ugualmente a' fluidi , eh' a' folidi medefimi .
Boerhaave per ifpiegare tal fenomeno in altre malattie , credette che quando i mufcoli dilatatori fi debilitano, fi chiuda il faringe. I cibi folidi , merc le parti rozze ed acuminate , ben potranno ampliarlo la qual forza mancher onninamente a' fluidi Ma parlando della Rabbia, r affare non s' avvien tesi Il Signor Lazerme ( TraS. de morbis capts internts Cap. X. ) pens, che la faliva fia inviluppata da' cibi, onde non potr ella irritare le fibre tefe dell' efofago Signori Van-Swieten , e I
,
Mead
ftimarono effer una convulfione dell'efofago quella , che tale dverfit produca Ma f 1' efofago tefo e convulfo , perch non s' irrita ugualmente per gli ibi , -che per la bevanda ? Per la qual cofa fi potr pi rettamente rifpondere, che i fluidi intanto fi abborrifcono , in quanto che fciolgono il veleno , e ne crefcono l'azione ; quale forza difcioglientc
.
manca
(nj
i4<^
Dissertazione
Difficolt d' inghionire
i
IL
foitdi^
dif-
zuppa, i frutti, &c. ; {a perch 1' efofago fovente infiammato o riiiretto da una fpezie di convulfione; molti anche fi lamentano di una forta di ftrangolamento ; o perch quefti alimenti an fempre qualche fpezie di umidit, che fempra la. bava velenofa , o infine perch elfi rinnovano l'idea de' liquidi si terribile per loro. Intanto per ragione , e per compiacenza elfi fi sforzano prenderne; ma fi guardano bene di manicarli , per paura d'inghiottire la faliva, che la mafticazione fa colare ; eff l'inghiottono precipitofamente , e con una fpezie di furore j smorfiando , come quelli che anno l' angina, x
inghiottire gli alimenti molli,
la
come
Sete
cofltpazone
..
LXXIX.
di chilo
niehte pafla
l'
al-
corruzione degli umori ; le loro vifcere debbono vieppii^iaccalorarfi,e la loro bile divenir pi fofca: la bevanda fomminiftra all'orina un veicolo che la rende
calefcenza
l'acrimonia
chiara, e la tempra
efperienza del Bellini
falina
,
fecondo
1'
efla
diviene rofla
,
liffiviale
pungente
irrita
il
duce la difficolt d'orinare: gl'idrofobi fono foggetti a tutti quelli mali. Gli efcrement debbono ancora mancare; e quelli che fono nelle budella, per mancanza di umidit, non pofbno ufcire; e da qui nafce la coftipazione . Il calore della febbre , del veleno, il furore frequente, l'acrimonia del fangue debbono fvegliare un'^ aridit, ed un fuoco nelle vifcere, che cagiona una fete proporzionale; ma l'orrore d'inghiottire importa molto fopra
il
bifogno di bere
Vp
SULLA Rabbia.'
Voglia d mordere ; fttoi motivi
S47
LXXX, La
le
febbre
che accompagna
i
fovente
quefta malattia,
pi volte,
come
pi
quali gli
,
fpiriti tutt'
i
folidi
tefi
e cos'i
;
dolori
debbono raddoppiare
come
dell'ammalato, ed alia fua d ifpera zi on e, portano al furore; non forprendente che ne' raddoppiamenti fi trafporta contro gli affilienti e contro f medefimo. Il Signor Rivalier avendo foltanto dimandato a Dumas, perch temeva l'acqua, quelli gett fopra di f uno fguardo minaccevole, e barbottando tra i fuoi denti, voltandogl'il dorfo fubitamente , e gettandoli
,
il
ietto
morfc e
.
mand
in
pezzi il
Il contadino, di cui fuo fazzoletto , e batt col piede la terra 1' afTicurava digrignando i pigli la cura , il Signor Haguenot
che
,
fi
fentiva un defidealtri
,
mordere
e lo diceva
in furore.
la
ficcome molti
momento
ifteffi
della
la
effi,
fa
che
gli
fpinge a mordere
Prurigo di mordere. Spuazione frequ^nfe,
veleno cbe infetta pi o m^no la faliva , punge e da qui nafce in parte che gli arrabbiati , o falivano continuamente , o fputano incefanremenre a dritta e a
Il
LXXXI.
tutta la bocca;
manca
ma
effi
fo)
Coeterum Hydi-ophobos
c.rapotes
,
cmr/ii'.m
probe
conjc'tos
,
e^Je
atqne rattonis
&
liberfats vere
tibtis
quarac^viarn.
,
octdh
.
ft'.-nbundi zideantur
zp?.
afpc&u trucs "voce minaces ac ardeaIn quo omnes nojrae h'noriae mire con-
cordata
Afciuc. pag.
148
grignando
Dissertazione
i
II.
Noi ne abbiamo un efempia nella dentizione degl'infanti che per un fimile prurito mordono il capezzolo delle mammelle delle loro nutrici , o fi contentano di premere le
denti.
,
e ficcome il prurito ci forza a gratqualche volta infino all' effufione del fangue , dell' iikflb modo quello degli arrabbiati li porta a loro mal grado a mordere: quello un movimento che la volont efercita , ma che
tare
non
e la religione poflbno
mo-
derare
come
le
altre
paffioni^
LXXXIL
tra gli
il
anno pi di educazione che i contadini,, fono anche meno inclinati a mordere. Il Signor deSault (p) avendone veduto un buon numero a Bordeaux in quello cafo , s'era anche perfuafo, che quella cofa non fuccedeva giammai, e che quelli che fi dan,
uomini
fteffi
,.
no cura a fpiegar queflo fenomeno la pigliano molto inutilmente. Ma cento oflervazioni diftruggono quella opinione: la vola glia di mordere ancora pi forte ne* bruti , perch per
,
fituazione
fcola pi
naturale della
loro
tefla
la
mucofita
dall'
efofago
abbondantemente nella loro gola , e la irrita pi poffentemente. Pi cagioni concorrono a formare rifteflb effetto, e gli autori fi fanno mal a propofito una legge di dedurli tutti da una fola cosi oltre le due che noi poco fa abbiamo aflegnate , il lupo che fece tanta firage a Meynes era anche portato a morficare per la fame , poich nello fpazio di alcune ore fi mangi tranquillamente fino alle offa due groffi cani di mandra, l'ifteffo giorno che affali ventidue perfone.
:
VTero
(?)
^^' 3^^'
^'""'
'"
SULLA Rabbia."
Vero dslmoy vara nelf Idrofoba..
^Af
LXXXIII. Gli autori anno accurato troppo generalmente, che la Rabbia confifteva in un delirio, non prendendone per fegno di delirio che l' orrore della, bevanda, e la voglia di mordere ma bifognerebbe allora confondere fotto quefto nome le
:
modificazioni dell'anima che fono molto differenti tra loro una vertigine ci fa penfare che tutto gira,, ed il prurito ci porta fino ad infanguinarci il giudizio del vertiginofo, e dello fcabbio: :
come
..
del-
convenuta cheti la retina^ e delia pelle; n per lo delirio Or neldifordine dee avere la fua fede nel cervello medefima la maggior parte degl' idrofobi le fibre nervofe y bench tutte falite ad un tuono pij alto, fono tuttavia all'unifono, e queflae
tenfione rende le idee pi forti , ed i giudizii pi pronti , ma. non meno efatti , n meno: corrifpondenti alle impreffioni deg^li
obbietti efteriori.
Ci non imped fce che alcuni idrofobi non abbiadella febno delirato foprattutto durando il raddoppiamento bre, per la ftefla ragione che gli altri febbricitanti qualche volta delirano; e da qui dipendono quelle sregolate immaginazioni,, delle quali foprattutto gli autori Arabi (q) fanno menzione (r). anno foAlcuni idrofobi aggravati dalla caufa del loro male gnato o an creduto vedere nelT acqua il cane che l' avea niorficato (s), a i fuoi efcrementi ^ ficcorae grifteffi Medici (t)
LXXXIV.
,.
,.
pre(<j) A[lruc des Hydr. pecuaymm canem devoravit .... Mane cafu deprehenfus ej in quille devorans Aflruc pa^. 6. j nr forza della tua. Aezia fa l'iftona d'un Filofofo idrofobo , che per guari . dell' acqua , ragione formont la ripugnanza eh' egli aveva' Molti degli arrabbiati afficurano , che f non fi ritenefleto ^ eg,lino divorerebbero tutti gli affiftenti .
..
&
eh
Boerhaave ^'phor, 700^ rmnt,.. Rhafes e. 30. foL 5. 2. ^ttamen mterdumyubt omnia in pejur per intervalla defipere , atqus lupum canemve quafi inftlientem. quandoqite:
(r)
(^)
imaginart
it).
Avi-.-nna
e.
7.
tr,
4.
Avenzoar Li. tu
a.
Satmuth.
centri;., obj.^i^
50
Dissertazione
,
:
II.
anno creduto vedere de' cagnolini neir orina degl'idrofobi alcuni malati anno forf ancora fognato eh' effi erano trasmutati in cani , e ne an imitato il fenibiante ed i latrati (u): ma pi fovente gli autori an voluto
gli
ingrandire
obbietti
il
ed abbeHire le favole
,
e ficcome
gl'idro-
fobi fuggono
giorno
foprattutto
per
mettono , come fi dice, foora le quattro zampe ficcome i cani in quella maniera che faceva Corton.j e che a cagione dell'aridit e della -flogofi della loro trachea,
ti
effi
anno
ne' lor
tormen-
gettati
-de'
,
gridi (x)
tea eflere
lli
che
rauco
gemiti , di un tuono che non polugubre ; che perci fi fon prefi quede'
gridi
per urli.
Ma
dall'altra parte
,
Medici di Maruejols
fra le
,
che
la
maggior parte degl' idrofobi nel tempo ifteflb che i di loro gridi ed occhi fembrano minacciofi , e ancora nell' iirefiTo temp che i cani gli li prefentano confervano la loro ragione , e &
-,
loro
prefenza
di"
fpirito
LXXX.
fecondo
le
le
teftimonianze di
dalle quali
eh' elle
LXXXV.
ricava
,
Se
fi
raccolgano tutte
dell'
circoftanze
,
;
fi
-che le
forze
uomo
fono
limitate
tanto
fi confumano e fi fpoffano , quanto pi fi fanno de' movimenti, e quanto fi ha pi febbre; che negridrofobi , per mancanza di nutrimento efle non fi riparano punto; che notte e giorno fi perdono; e che il fluido nervofo, ficcome l'aria, fi diltrugge ^finalmente e fi diffipa; o che l'infiammazione de'folid, e la fecchezza de' fluidi aumentando il fregamento , moltiplicano b refifienze oppofte alla circolazione, fi vedr chiaramente, perch
pi
'
LXXXVI.
-gliarfi
Il
quanto
qtie-
(u)
-bilis
cent,
3. of. 6S.
latra-
(x)
esprimere
Aftruc.
351 morte ne fegue; ma nella Idrofoba quanto fi vogliano fuperioriche folfero le prime , la perdita irreparabile che f ne fa , le riduce molto prefto a quella uguaglianza e cos\ molti idrofobi fon tolti di vita in tre o quattro giorni , fecondo la forza de' fintomi ( XIII. ). La durata d'una malattia altrettanto minore, quanto la ineguaglianza tra le forze della Natura , e quelle
fia
SULLA Rabbia.
,
uguaglianza
mente
ti
fi
grandi perdite di forza per correggerla ed nell'Idrofoba, la cagione effendo attiviffima, gli sforzi del cuore, e di tutt'i mufcoli fono ecceffivi,,e per quello le forze molto predo eftenuate ; o vero f f ne guai^ifce , ci eh' molto raro per queft violenti sforzi , la caufa della masforzi
e
delle pi
efpellerla;
ma
lattia fubito
a'
il
nelle affiftenze
agi' ire-
fermi
tora
fi
il
far
di vero ne
reggiamo
tut-
di
quefti fpiriti
de'
,
:
a quali
fioccano
mali ma cala ben prefto il quando ne' fatti veggiono i malati mille miglia lontani da detti loro Nel male della Rabbia radiffime volte efl Medici fono rimalli delafi ; poich difperando eglino di poter prefcrivere rimedio ficufpecral mente' ro , maifempre intonavano lo fpiacevole decreto di morte In fatti SaliO' allorch 1' infermo gi fi tr-uova aver 1' orrore dell' acqua Diverfo ricogliendo le varie forie degli arrabbiati fino a' tempi iuoi Cum enim ab eo tempore- atra per tot [aecula y nullam cos conchiufe Br.biiiraus hijloram attejantem, conjirmatam Rab'tem fanatam futjfei in dub'mm m'thi vocatur de fide horiim Scriptorur/t .' quod fi vero hi ex hoc mordell' efito
tofi
Profeti
.
,,
bo falvat fint
in
eam
.
eo
fententtmn
ut incipienti
fcritto
oyi
progreffo morbo
avea / xAquae metu eppreffif,, in anguflo fpes efl 5^'Scribonio Largo diffe parimenti r Quum liquoremtiment, latratus edunt , fpafmoque vexantur y horum nemo ita correptus ^ -quantum ego fcio, ekpeditus efi Per non da erederfi, che qualcheduno
reluBatum
fin
&
non la fcappi anche quando apparito l' orrore dell ae-^ qua- ed un avvenimento particolare defcriffe Elmonzio , non Non fi pu dubitare eh' effendo la Idrofobia graviffimo male pu giudicarfi l'efito che pericolofiffimo, e le pi volle mortale: ma votra mille cafi
, , ,
orro-
ed
il
fi
co-
1^2
Dissertazione
jperture e cadaveri
II.
LXXl^VII.
juale
Un
veleno alcalino-volaiile, e tutto di fuoco , tal clie gli aiatichi avrrebbono chia-
mato
IR
vages
conofcerk egli, f un cane rabbiofo? II fentrete dal Signor de Sauma io debbo dire , che legni a' quali al paragrafo riovantePmo cagion davano fidanza gli antichi Medici fono o fallaci , o incerti . Oribafio , e qualch'altro Scrittore difdi efempio Aez.io, Paolo Egneta
:
fero
che fi dee applicare alla ferita , o fa al luogo del morib un pezzo di pane inzuppato nel vino, o pure nelle noci contufe j x^uale pezzo dopo averlo tenuto per poco tempo , fi d poi a mangiare a qualche galliattacla quale f muore , egli un fegno evidente che il veleno na
tato
alle
fibre della
fi
av-
alfe di un metodo fimile ; ed egli dava la medefima parta tenuta fui luooo della raorficatura ad un cane qualfivoglia, il qu-jle f non la volea mangiare, o pure tracannandola f moriva, era fegno ben certo, fecondo
lui
, ,
Il
memoI135.
)
ria
con
bella
maniera
defcrifle la
Rabbia
de' cani
..^'phorijnw
Inc'ipiertis
primis, quibits tetrae l^ds cautela nititur : fiunt trijes, falitar! i, f abfcondentes , muti qtioad atratum , murmurantes tamen, cibum ptumque omneyn a-dv er fante s j in i<jnotos quoslibet mcmores , & reverentes , auresberi tamen adhnc irruentes , irati
rabie't
&
&
caudamque
'dimittentes
tis
, ,
haSenus
primus
mcrfufque tum except&s per iettiofus quideni , non vero peffimus ej-. 1 fntomi poi del fecondo fiato ne' cani rabbiofi fecondo Boerhaave medefimo fono i feguenti Dein anhelare , linguam exe/ere.,fpumam plurimam emittere , hiare ,-'nunc fegniter tft femifcpiti , nunc fubito celeriter incedere, nec re6a femper via, max ne herum qutdem ampliws agno/cere y oculos haber demijfos , lacrj/mofos^ pulverulentos , linguam plumbeo habere hic fecundus ej gradus mali, furere colore , fubito gracitefcere , infanire quem vix triginta horis ferunt , quin moriantur = Morfus hoc tempore fere
gradus mali
adejl
-,
infanabilis : quo vero animai vehementiiis furit morti prcpius efi , eo morfus lethalior , acutior
diutius
creans violentijjima
Il
&
cantra-.
fi , che chi morfo da animale arrabbiato non pu cifer ficuro non aver ricevuto contagio, effendovi de' fatti
da' quali
raccoglie , che il veleno fi fviliippato molti mefi dopo la Jacopo Caranta , che diede il Trattato de morfu canis rabidi ilove chiede di ftabilire una infufliftente teora , fabbricata fecondo il gu-
morfura
SULLA Rabbia.
cancrenare nello tamente: quindi
fteffo
153
iato ealdo di quarto grado (y), non pu mancare a dffipare per gli fudori e per la trafpirazione (z) l'umidit del corpo, e diroccarlo, difciogliere ir (angue , e fondere il gratfume, e d'infiammare
che inaia pi immediaHenrico Brechfeld, Bonnet (a), e i Signori dell'Accademia Reale delle Scienze , anno generalmente trovato merc l'apertura de'cadaveri. I. Il cervello,
tempo
le
parti
,
perch Gapivaccio
il
tutt'i
folito,
membri
che
il
aflbttigliati
il
difciolto
freddo
ifteffo
aria
noi potea
coagulare
.ci
fto cattivo di que' tenjp , ed ammette la Rabbia fpontanea ; fi mo fle a pubblicare tal fua opericciuola per una ftoria funefla di un uomo refe ar? rabbiato dopo tre mefi dal morfo , oltre di altri efempli che adduce . Nelle Tranfazioni Filofofche fi racconta , che in Irlanda nel mefe di Ot?
tobre dell'anno i6jg. due fanciulli, uno di dieci, e l'altro di nove anlavarono la tefia ad un cane ch'era flato morficato d.a un altro caiji , rabbifoy iria che il primo fanata la piaga era gi guerito. Circa il mefe di Maggio dell'anno feguente lSo. , i due ragazzetti cominciarono a fentire de' dolori nell' addomine , in guifa tale che dal pi baffo del ven
ni
tre falivano fin fopra
T umbilico
Nel mefe
di
Luglio
amenduni ebbero
da deli-
degli fcioglimenti del ventre bench leggieri , rna accompagnati Gianto il dolore al ventricolo , ufcirono in quii di animo
.
campo
le
convulfioni
le
quando ebbero ug
in ifvenimenti al folo afpetto s grande all'acqua, che cadevano medefima Di effi qn,ello ch'avea l'et di anni dieci, abbaiava co me un cane. Non dur quefo fntomo che un oraj ed effendone fcampati , nel mefe di Settembre di nuovo entrambi divennero furiof , il quale Finalmente guerirono flato miferevoe il fofferirono quafi una fettiraana. coir ufo del mercurio di vita , o fa polvere bianca che precipita dal butirro di antimonio difciolto in molta acqua ed inoltre coli' antin7onio Io darei una mentita al triaca di Venezia . ifleffo mefcolato con della Signor James f cofffatto ftrepitofo racconto mettefli in dubbioj ma qua Icuno che non credeffe , che un carte morfo e guarito abbia potuto comu-
orrore
della
nicare
tri
il
veleno
,
a'
due ragazzetti
in
come
in
aL
eziandio
(y)
ibfpettare della
.
Rabbia fpontanea
la
(z) II
commozione
mali
(a)
.
fa
trafpirare affai
abbondantemente
uomini
e gli
ani^.
lpg
54
ci ch'
fte
DlSSERT 'AZINE
comune
,
II.
alle
perfone morte
di
:'
febbre
maligna
di
ptf*
una gran corruzine anche il cadavere di Giovanna Dajorine , che non ebbe la Rabbia che due giorni, era puzzolente e putrido in quindici ore di tempo nel forte del verno IH. Tutto il graffo de' mufcoli, dell' epiplooti, del mefentero difciolto e diffipato. IV. La veffichetta del fiele ripiena di una bile verdaflray come fi vede ne' bovi mrti per la difenteria peililen7.iale ch' corfa V. Lo ftomac tapezzato di mocfua tunica villofa marcita ; il di ci di uri bruno fcuro ; la; fopra del fegato che ivi tocca, livido ; la parte di dentro dell'efofago infiammata; 1' afpera arteria attaccata d'infiammazione; una porzione del pericardio come bruciata, dice Capivaccio per queIl Signor Vendel aflQcur aver vedullo veleno tutto di fuoco te molte ulcere nella gola di uri carie che avea tutt' i fintomi della Rabbia, e che l'aveva uccifo per quella cofa. Il Sig. Zuvinger di Bafilea rapporta negli Efeneridi di Germania l'apertura del cada:vero di un arrabbiato, nel quale trov j oltre: delleltre cofe, uri gran roflbre nell'intervallo niembranofo degli anel^ arteria: probabilnieate refofago, di cui egli non li dell' afpra parla, era dell' ilieflb modo infiammato , ci che conferma ivi effr la fede principale del veleno. LXXXVIII. Ecco quali Lno gli effetti della bava di un animale arrabbiato fopra Uri uomo che 1' ha ricevuta per una piaga, da dove a capo di quaranta giorni e.Ila palfta dentro il fuo fangue, ed in feguto riprodotta nelle glandole febce della gola ma per gli effetti ^ che fimi le tav ^ o per meglio dire, che il velno concentrato in quelle glandole febacee^fa fopra la gola e io flomaco , fi coricepifce che la bava del cane ha perduto molto della fua forza, fia in mefcolarfi colla faliva, fia fvaporando le fue part ignee all' ufcire dalla gola dell' animale, fia finalmente diminuendo di malfa nella piaga da dove
&c.
dinota
.
il
fangue
.
la
parte
rintuzzando
infetta
forf
la
fua
la
le
attivit
faliva
cane
glandole febacee dell' efofago ne faranno infettate j e quello veleno confervando tutta la fu attivit ^ e moltiplicandofi in pochi giorni, dovr produrre anjora in
pochi giorni
l'Idrofobia
come
SULLA Rabbia.'
.come r efperienza
i^^
vedere (Vili). Quefto accordo fcambievole tra la teoria , e 1' offervazione conferma affai un jfentme.nto, al quale non manca al preferite che di vedere accordare r efperienza colla prattica ; ci che noi ora intraprenderemo
fa
fenza trattare
altri
an-
no minutamente meffo
in chiaro
^ura
della
Kabbia.
LXXXIX. Gli oggetti che fi debbono ^avere quando qualcuna ^ flato morficato da un animale arrabbiato, o ha prefa f infezione immediata per qualunque via che fi fia, fono; I. di levare s' IL d' impedirlo ad agire. I primi foccoffi poffibile il veleno
:
i rimedii curativi. Per levarlo bifogna che fia in tal luogo , come quando non yi che una piaga .edema infettata; s' di gi paffatp colla fapu che impedirlo ad agire li va nella gola , non fi per, fia che non abbia infettato che una piaga, fia che abbia nel medefimo tempo infettata la faliva, la prudenza vuole che s'impieghino neirifeflTo tempo i mezzi che pofTono adempiere a que/lg
faranno
degl' infermi
all'utile
efficaci
ed alia mercatanzia degli Speziali pi , che alla fanit de' malati ^ Si , bandita altres gran parte di quegl' immenfi Recipe de' noftri vecchi Pacert^e ciance e bagattelle ; e benfono ributtati tanti ogli putridi, ch'erano non ha guari la delizia de' Medici , tante compfizioni , e diverfi beveraggi peftiferi , ftrani, incogniti , inuditi, barbari di nome e di effetto, che toglievano l'appetenza , faceano un guazzabuglio nello ftomaco , corrompevano il fangue ,
anche
fi
e fior-
15^
e ftorplavano
.
t)lSSkTAZrONEl.
, , ,
.
ed uccidevano pi infermi di quello non avrebbon fatto i mali medefimi Io non dubito , che da quella carefia di veri rimedi: , fon nate quelle voci negli Scettici , di voler atterrare intieramente la Medicina fin a riputarla arte d' intrighi d' illufoni e di fallacie Mei bravate tali me punto non muovono: e defi la Medicina , tuttocch fcar-
medicamenti , dichiarare come il pi potente aiuto a noi Altiffimo , onde la Natura ha meftieri ne' fegreti fuoi lavori per poter combattere e vincere il male. Vero , che fovente la Natura medefima fi colei da cui nafce la guarigione, e da lei medefima dipende la buona o trifla ientenza j ma in certe gravi malattie, e ne' veleni
feggi di buoni
donato
dall'
intromefli nella macchina animale , non pu lei fola far tutto, abbifognano de' rimedii , onde fi agevoli l'efpulfione del morbofo .
ma
vi
Quan-
ptova non vi fofTe , una convincente ne fomminifira il male Rabbia. Ella le pi vlte fi ride di cento Medici e di mille rimedii e fpeffo quelle medicine che ne' tempi andati fi adoperavano contro tal veneno , pi tofio fefvivano di minifiri e di fergenti della morte, che di aiuto contro del male. Si veduto che un cane veramente rabbiofo mordendo un uomo , lo fa arrabbiare e perire. Gran beneficio perci recherebbe alla umanit chi trovaffe ln rimedio da poter vincere uil s potente ed attaccaticcio veleno, e faccfle campare chi do'vefl'e morire Impofiibile io veggio, o parmi vedere noverata la gran fila delle mediai cine, che fi fono propofte da' varii Medici antichi e moderni per la cura della Rabbia. Truovo la materia s difcorde e turbata,- che gran noia recherei f tutto ridir volefT . Nientedimeno , innanzi di raccontare quelle poche ed efficaci medicine , colle quali con molta ficurezza fi pu e guerire , e fecondo che la violenza e la celerit di la Rabbia curare i pi principali metodi di cura da' varii quefio gran male il richiede Medici prodotti qui efporr Innanzi tratto convien fapere , che nella guifa medefima, e collo ftefT metodo di cura fi debbe trattare quella Rabbia nell'uomo eh' nata dalla morfura del cane , che quella che fi sbrigata- merc i morfi de' luo che fia ella altres pi , delle volpi, de' gatti, e degli altri animali Sviluppata per lo contagio della faliva fenza morfo alcuno Io diffi lo sbaglio di Galeno altrove ( nella nota ( 5 ) , che fi credette che i cani foli fi poteflero arrabbiare. Parecchi Scrittori anno compilate diverfe'Differtazioni , e varii Trattati fu della Rabbia cagionata dalle morficature Nel vero Giovanni Bauino die alla luce un Trattato de' varii animali de Radi e luporum j nel quale efpone ancora, come molte volpi divennero rabbiofe per averfi divorato un porco arrabbiato. Giovanni Ravelly (T*-<?/t de la Rage Parif. lp. 12. ) deferi ve medefimamente la Idrofobia nata dalla morfura d' una lupa rabbiofa prefcrivendo benanche un metodo di cura di cui verr a parlare in apprelfo Lo Schenkio al libro fettinio fa parola di un mulo arrabbiato. Il Padre Attaiiagio Kirker nei
do
altra
della
:
'
fua
tere
animali diventarono rabbiofi Not. ad Ethper averfi mangiato un gatto. Il celebre Nicsol Cirillo ( per- una muller. Tom. IL ) racconta la Rabbia che venne ad un giovine difamina con chiarezza Giovanni Melchior II tutto morfura di gatto Verdries Medico Tcdefco, che pubblic il Trattato de veneno camm aecjuthaliorum animalium rabidonm, che va in fondo alla fua opera de Qiiefte autorit e citazioni le ho volute qui metcorports rto mentis ma affinecch fi conofca non per gravare ed opprimere la materia
fuo Trattato della Pefte
,
SULLA
fcrive
A B
A.
157
che molti
&
&
fi
defcritta la
agli
altri
Del
reflo
non
ed
offervazioni^
come veramen-
ed i gatti eziandio. ed i porci , e gli afni , particolarmente , eh' effendo ftato un porco addentato da un can rabbiofo , effo arrabbi ; e ftando chiufo nel porcile azzann gli per lo che tutti arrabbiarono , e tutti inferociti fi sbranaroaltri porci arrabbiati
Debbo
dire
no. In
che allora quando fi ha la difgrazia di ricever qualche morfo dal cane , o da altro animale fpecialmente in tempo di ftizza anche non arrabbiato , non fi rifchi a trafcurare z morfura.
fine
fi
perfuada chicchefia
Medici moderni
e
:
lo
fcrifle
a dietro
il
ornai s
fere
ancora morfus
quoddam virus , dife egli , e fece eco al medefimo eziandio Ilaano. Ogni bava alterata dalla collera ha del velenofo ficcome diflefamente ef^iiin Erfnanno Federico Teichmeyer nella fua Difputa , che porta
,
:
de morfu canis non rabidi pemiciofo titolo Intanto per venir a noi , fa dopo toccar qui Hevemente le Vane riiedicine, che inutili o perniciofe fi fono trovate. Debbo prima far motto del rimedio che gi dd volgo ricevette de' gran plaufi , e che fu conCofifFatto rimedio il fidentemente defcritto ed approvato da Palmario pelo del cane medefimo che ha morficato , applicato fui luogo del morfo , e proprio atto il quale con una forza fimpatica , o quafi magnetica , ad attrarfi tutto il yeneno Ne' tempi da noi 'lontani grande credenza fi
il
. .
.
e Galeno fra gli antichi , e Boerhaave eziarr-dio tra' moderni bench in altro incontro , credettero a fimili fiorielle Il rofpo da Boerhaave iftefo vien tenuto per buon rimedio , e valevole ad attrarre il veleno della pefte fidato egli ad una fecondo lui coftante fperienza degl' Italiani , eftima che l' olio dello fcorpione fia unico at-
dava a
tali
forze attraenti
,
-^
traente del veneno che nafce dalle punture di tali infetti . Anche tempi per a dietro davafi fiducia alla cotanto decantata polvere fimpatica , che credevano fanar le ferite in diftanza , mettendovi una porzione della me-
defima in fu d'un pannolino intinto nel fangue fgorgato da quella ferita. Ma tai racconti da' Medici di fano giudicio fi ftimano pure novellette ^ Si tolto in parte quefto pregiudizio nel male della Rabbia pofciacch UH valente Medi-co di Roftoc in una Differtazione f;ampata anni fono fu quefto fuggetto , ha moftr^to clre non pure inutile , ma eziandio pernisiofa
158
ciofa
Dissertazione
r applicazione
del
il.
pelo del can rabbiofo fui luogo morfo . Altri pi creduli uomini preftarono fidanza a certe pietre, che fi affermava trovarfi nel capo di alcuni ferpenti nell' Indie , le quali pietre applicate fui
morfo
;
del
e degli
afpidi
ferviffero
,
di
f cu-
riflmo antidoto
che
fi
ftaccailero
quando
tutto
il
veleno
il
fucciato
,
o tutta
la
velenofit
imbevuta
Ma
l'ingenuo Redi,
Vallifneri
'1
replicati
do autore precifamente
fcaltri s di
fte
fperimenti l'inutilit, e la vanit delle cotanto ftimatc pietre. Il feconafficura , che fia una mera impolura de' molto
leo'^ieri
Indiani per ingannar gli Europei , che fi penfano non poter ,effer dalle altre Nazioni ingannati . Egli dice inoltre, che quedi
flinco
ferpenti
ma
pezzetti di offe
,
dello
e di
fotto le braci
ardenti abbronzati
.
Quella o preftigio maravigliofo , come vogliam fuperftizione , o magica fattura chiamarlo, che vi era in Ifpagna ^ in cui prefentavanfi certi uomini, che pretendevano guerire gli arrabbiati col fiato, e che chiamavanfi faludado' nel Tomo terzo res , vieti confutata dal P. Girolamo Feyoo Benedettino della fua Critica Univerfale al primo Difcorfo j e bene in quella funzione vi covava una fcaltrita manifattura. Nelle Tranfazioni Filofofiche n. ipi. il Cavalier Teodoro Majerne che f fi tagli dalla feda di un gallo vecchio una piuma , e fi fcrifle applichi fui morfo j f il cane arrabbiato, il gallo rigonfier e perir, egli fegno , che e la perfona morfa ftar bene f il gallo non muore il cane non era rabbiofo . In fine in Ollanda , al dir di Boerhaave , eravi un vecchio Medico , che parlando del modo di curar la Rabbia , cos Si quts a cane rabido morfus ejl , impone vulneri haleces fulitos , diceva Si putruerint applica aliai recentes , " retine per vigintiquatuor horas Se fi doy?c Janantur hfdrophobi , vel certe non incidunt in aquae metum veffe predare qualche fiducia a tal rimedio, farebbe foltanto pel fai marino, il quale come antiputrido, pu impedire il cangiamento del veneno: 1' acqua l'alfa applicata e '1 Sionor du Hamel fcriffe a tal propofito , che alla ferita, non fa fviluppar la Rabbia. Ma veonendo a narrare i varii metodi tenuti dagli antichi Medici per curar la Rabbia , forza eh' io rivada da pi alti principii ; e racconti fulk prime ci che Diofcoride , e Celio Aureliano lafciarono regiftrato d'un vecchio Medico Temifone chiamato. Il quale effendo fiato morfo Icherzo del dal cane, ooni volta che volea feri vere fu del male, per uno cafo com' io penfo , inciampava ne' fintomi della Rabbia j la qual circoftanza vien riferita dal fecondo autore . Diofcoride ( Lib. VI. cap. ^6. ) Themifcnem quorttmdam fermonibus a cane demorfum fuijje y cos fcriffe aliorum vero fama in Imnc furorem incidijfe , quod amico aquam expavepoi limati
e ridotti
alla figura
,
:
&
'
/senti inferviffet
ac offcitm exhihuiffet
Ma
Celio
l6.
dif-
SULLA
diffe
:"
R AB
a;
I^^
jfntquorum aiitem Medtcorum nullus tjltus tradidii curatiottem . ^junt denique Thmlfonem quemdarh -volenteyyi non potuijfe : fqaidem ex rabido cane quondam fuerat vunratm , etfi ejus curai onem affumeret meti' Sicch f eamdem laberetur te , quipp fcripiums continuo admonhus in niuno degli antichi prefcrifle alcun metodo di medicai;^ l Rabbia i il pri.
mo da noverarf far Democrito.Quefti , fiCcme io diffi nella nota prima , precett il decotto di oriEgli gano , credendo che ci fofTe fufficiente per guarire un arrabbiato non previde, che quello fuo rimedio non combinava con quella malattia, Se il veleno rabdi cui rie vea formato innanzi un ragionevole fifema biofo fi comunica a' nervi j ed eccita un tumulto ed un incendio nel
. .
che rifcalda ed affuodovr temprar, pii muove e punge? Ariftdffen poca cura fi prende di dar da bere agli arrabbiati j anzich piuttofto proibiva e toglieva 1' acqua a' medefimi j ma in vece di quella fi avvaleva de' crifteri terhperanti e blandamente purga-
corpo
come mai
all'
origano
,
fiamma
dove
tivi
fi
umori minuit
pur bello il vedere ^ che fra' moderni Medici fi fon trovati di quegli eh' n confrrnat e lodata quefla precifa fentenza , dicendo che r orrore dell' acqua fia dalla Natura medefima cagionato , acciocch i rabbiofi f ne privaffero ^ e piuttofto cafcafTero di fete . Pietro Tullio Bafib fi avSali j e'I Signor Htinauld fono di quefta credenzia valea nel medicare de' rimedii Che faceflero ftarnutire , ed altres de' crifteri mitiganti . Negro amico di coftui facea prendere l' elleboro bianco .
foffe
Ed
gli
udemo dop
coppe
,
le. replicate
cavate di fangue
dopo
il
morfo, dava
ed Agatino che fcrifle particolarmente fu di tal piatita j benanche vuole che della ftefTa fi avvalgano i Medici per curar la Rabbia Udiamo ora quello che ne pens Celfo Egli vuole fulla prima , che e f quefto non fia nervofo n fi adoperino le coppe fui luogo del morfomfclof j fi applichi il fuoco dove quefto iion pute iifarfi ^ fi faccfa ima cavata di fang Quando la parte piagata di bene immergere
.
acqua lavi la ferita j e dopo eflerne ufcit ftima buon propofto far bere un poderofo vino j che avanzando i moti , proprio ad efpellere il venen; Ma f iion oftante quefti aiuti, langue r infermo prima , e ppfcia , quafi riggliofo rampllo ^ fi fviluppa 1' orroi-e dell'acqua: allora Onninamente all' improvvlfo fi debbe l'arrabbiato tuffare in una pifcina j dove far potentemente ri fcoflb dall'acqua fredda. La quale bagnatui-a acciocch non induca ftirnienti ne' nervi ^ n conil
rriorfcato
nel
bagn
acci
l'
uri
if
il
di
pi,
ventifette-
jGm.
Ognun vede
afpettarfi da'
i6
Dissertazione
Rimedii prefervap'tvi
,
II,
E' cofa eflenziale prima di efporre il malato alle cru. che debbono prefervare dalla Rabbia, di afficurarr^ f il cane che 1' ha morfo era arrabbiato I fegni da' quali fi riconofce j fono differenti, feconda ch'egli al primo, o che al fecondo grado della Rabbia: al primo egli fi allontana, fi perde, non bee, n mangia ( ci che rion vero del lupo , che la fame eia Rabbia nello fleffo tempo il fanno ufcre dal bofco, ed entrare nell'abitato ) gl'animale triftp, n abbaia, ma folamente grugna egli porta la tefta, gli orecchi e la coda baffa ,
deli operazioni
.
:
XG
ha
morde
itidiftintamente
foreftieri
nel
metodi, efTendo la maggior parte di efT inutili, frivoli, ed infipidi. il Cielo , e vegna in mente a qualcun di noi di feguire il rimedio prefcrjtto da Lorenzo Heifter , non ubbidiremmo il quinto comandamento d' Iddio , e faremmo noi al certo rei di omicidio Egli vuole nella fua Ciruga , che con follecitudne iftantiffima e baldanzofamente fi fucciaffe il luogo morficato , acci il veleno fi diftacchi di col e quello medicamento cosi rio , tale autore ficuramente il tolfe da ci che fi dice del veneno delle vipere , e degli afpidi , il quale fucclato da chicchefia , non attoffica alcuno j e gli venne eziandio ricordata quella Storia de'Marfi,e di Siili antichi. Qiiefto Cerufico allorch avanz tale preferi zione , o non avea letto o pure per obblivione fi era dimenticato , che Ja bava del- cane arrabbiato efercita la fua mortifera malizia pi velocqr mente quando s' innefa colla faliva , lo che noi fa il veneno della vipera Io dunque dopo un cosi diflefo preludio , per proporre una maniera facile e ragionata da curar la Rabbia , mi atterr alle poche ma efficaci medicine
re.ctati
Ma guardi
La
ed interna
II
veleno
.
fi
forma in feguito una piaga Quella la cruda piaga e avvelenata piaga , a cui non vale licore , non vale impiafro che trafcurata , I' uomo s crudelmente opprime , e '1 conduce a fegno , che difperato muore. Qiiefia dee effer medicata, ed la efterna cura. In fecondo , quando il veleno comincia ad infinuarfi , 1' infermo fi rende folingo perch ogni diletto , ogni compagnia prova nemica , lempre aggiugnendo al petto pii gravi penfieri e poi quanto pi fta , pi fi graNe fentirete va , e pare al fin eh' andar innanzi pi troppo non polfa
cipio al luogo morfo
e
,
:
ora la deiicrizione.
SULLA
medefimo tempo
la
Ra:bbia.'
l6l
gente di cafa: al fecondo grado anfa, ha la voce raucajurlafenza cagiane, caccia la lingua, che fembra di piombo , manda fuori una bava fpefla ed abbondante; ora cammina,
mali
ferma andando qua e l come ftordito, affalendo gli anibench pia forti di f; cosi tutti gli altri cani il temono e fuggono al fuo avvicinamento f s' inzzuppi un pezzetto di pane o di carne nella bava o nel fangue della piaga che ha fatta, gli altri cani a' quali fi dar, lo ricuferanno Da quelli feora
fi
:
gni
fia
fi
la
morficatura ricevuta
velenofa (e) on.;per la prudenza vuolejche nei dubbio un poco ragionevole , fi metta la cofa al peggio XCI. In quefto cafo, f la piaga ia lontana dalle vie della
e
faliva
togliere
tutta
bava, perch quefto veleno glutinofo fi attacca cosi intimamente alle carni, che nelfuno deterfivo e fupputativo, fecondo che l'efperienza ha fatto vedere, in iftato di fepararla. Per quefto effetto bifogna badare che 1' operazione non abbia delle confeguenze altrettanto funefte, quanto le ne poffono ragionevolmente dal veleno afpettsre dunque fecondo il grado della Rabbia dell' animale, fecondo il tempo della morficatura, e fecondo il numero e la validit de' fegni che fi anno della fua Rabbia, 'bifogna impiegare i pi dolci, o i pi afpri de' foccorfi feguenti. Se uno o due dita, 'eftremit dell' orecchio, o del nafo Scc. fono frate morficate , bifogna toglierle dal corpo col rafoio,ocon altro iftromento tagliente, lafclar colare per qualche tempo il fangue, lavare la piaga e i contorni coU'acqua carica di fai marino, ed un p di aceto &c. ed in feguito medicarlo nella maniera ordinaria Bifogna fare lo fteflb alle parti carnofe, come alla polpa delle braccia &c. purch non fi rifchi di tagliare de' grofll vafi, de' nervi, de' tendini &c.,o con i biftour o colle forbici tagliare attorno la piaga, effendo verifimile che la bava de'denti ftata afciugata principalmente a' bordi della ftefla, prima che abbia penetrato fino al fondo, f quefto fi pu fenza pericoloXGII. Se la mano, il gomito, il piede, o la gamba fono ftala parte infettata dalla
:
X
morficatura fiata fatta a trarerfo degli abiti groffi nvunemente non li dee tanto temere.
(e)
te
,
Quando
la
co
1^2
te
Dissertazione
fofle arrabbiato,
la
IL
fortemente mal trattate, s'i profondemente esifovente mafticate^ ftracciate dall' animale , che non fi pofTono praticare quefte in1' ciiioni, o che dall'altra parte fia moralmente fieuro, che anila prudenza vuole che fi pratichi fecondo mutilazione di quefti membri al di fopra delle piaghe, innna a che un pi gran numero d' efperienze abbia conteftata l'efficacia de'rimedii curativi, o prefervatlvi, de' quali noi par-
male
l'arte
leremo pi
baflo
il veleno fi fpande a poco a poco nel tefper alcune ore, a guifa delle macchie dell'olio
xeni. Ma come
futo delle carni
ne' drappi; e
come
in certe parti
fi
pu fare
fenza pericolo a
mezzo
be potuta
rire
innanzi, egli importante di non far diffes' poffibile; ci che lo fovente , quando non fi tratta, che di tagliare uno o due dita. Per gli altri cafi bifogna necelTariamente il foccorfo di un Cerufico. XCIV. Se la cancrena e la carie d un determinato membro ha delle aperazioni cosi crudeli , il veleno della Rabbia che ha delle confeguenze affai pi funefte , dee con maggior ragione
praticarfi
l'operazione di un iftante,
determinarci
Se il veleno dell'animale arrabbiato ricevuto dentro una piaga , s'infinuafle il medefimo giorno ne'vafi , come quello della vipera (d) , chiaro che non folamente quefie operazioni , ma ancora tutte
ci
le applicazioni degl' iftrumenti e de' rimedii cerufifopra la parte morficata farebbono inutili, differendoli uno o
;
due minuti
velocit di
fto
poich
pollici
il
fei
XXIX
non
pu per
le
mezzi
eftir*
par
veleno
ci
XCV. Tutto
prattutto
s'
carni infettate
fo-
alcali-
na
(d)
Secondo
fi
:
il
pera
l'pande dal
il
in
meno
al
di
al ,
fangue
ci che
non accade
ve-
prima
nel luogo
SULLA Rabbia;
na
del veleno
,
itfj
la
putrefazione o efa[ta-
zione di quefta materia , ma ancora la fepara dal corpo per la caduta dell'^fcara, e cosi potrebbe efere adoperato. Tali fono i cauterii attuali e potenziali, foprattutto l'acqua forte, lo fpirito del fale , &c. e la foluzione del mercurio, del quale s' imbevere
la
fi
piaga
per
mezzo
di
un piumaccio
ma
quefti
mezzi
come
meno
-XCVI. Quanto alle fcarificazioni si vantate, effe non poffono a far ufcire pi abbondantemente il fangue ; ci che non preferva intieramente , poich il fangue non conduce quefla bava al cuore , bench egli circoli nella piaga , e nella cicatrice per lo fpazio di mefi, e anni prima che la Rabbia fi manifefti;
fervire che
fi
attacca alle
parti
folide
che
1'
in-
XGVII.
(j6) Riccardo Mead tanto in una Tua operccuola intitolata : curai:' cena morfus canis rabidi^ quanto nel Trattato de Venens Tentam.o. raofra tener poco conto delle mutilazioni , delle aduftioni , e delle fcarificazioni anzich, gli dice, adoperando il fuo metodo di curare, fempre aver veduto il medefimo effetto fa che la piaga fi era mantenuta aperta o che fi foffe da f medefima cicatrizzata e ci in tal guifa dee avvenire: avvegnach , fecondo gli efiima , il veleno non per altre vie 11 comunica alle interiori parti , che per quelle de' nervi . Noi altrove abl)iamo evidentemente provato che i nervi in realt fon i mezzi di tale comunicazione ^ ma certo altres che quefto non accade in iftante , altramenti i fintomi della Rabbia in un fubito fi offerverebbono laddove
:
veggendofi il contrario , fi dee dire che la parte fifla del veleno fi appicca tenacemente alle folide fibre , e di l s' infinua ne' nervi Non pu dunque il Signor Mead recare in mezzo argomento, onde fi dimofri che le aduftioni, e le fcarificazioni fieno da abolirfij dpo che fpecialmente fi fon veduti de' tanti buoni effetti , e da innumerevoli prove e riprove tali operazioni fi fon refe d' una manifella utilit . Io prima di dire il mio fchietto fentimento , propon- pel comodo de' Lettori Je principali
.
vecchio
loda'
grandemente l'applicazione del fuoco fulla parte morficata; e cos conchiude in favore del medefimo : Detnde fi locus neque nervofus, neque fculofus ejl , vulnus jd, adurendum ejl , Parecchi Medici moderni eziandio approvano e commendano quefta operazione, avvertendo ancora , che le
mw
Nel vero
q^uindi
fi
prender
animo
di dire, che
f
1(^4
f dalla
Dissertazione
,
II.
vecchia empirica alla figlia di Sebaftiano Q.uil"nci'i fi foflero Fatte pi profonde le aduftioni nella gamba, dopo aver quivi avuti cinque mor da un can rabbiofo , non farebbe ella la mifera andata al mondo di l, fi per ci che Ildano nella offervazione ottantefma fefta ne dice n Da:
niele Perin
il
,
tempo
della meffe da
duto arrabbiato
medefimo
re
,
animali velenofi ancora , gli antichi Medici preoperazione ed affinecch tra gli tanti efempli io ne fcelga ed adduca qualcheduno , Aezio nelle morficature di quel velenofo ferpente che afpide fi chiama, di cui a fuo luogo parler, prima di applicar rimedio alcuno fulla ferita, che fecondo lui fi erano l'acqua marina , il centauro , o la mirra mefcolata coli' oppio in ifcarfa dofe , altro non adoperava che le coppe fcarificate Ne' tempi pi antichi Ariftotile rigettando altri rimcdii , ordinava la mutilazione della parte nella moraltri
Ne'morfi degli
cettarono la
fteffa
aduflioni
II
Girolamo Mercuriale tra' moderni vi credette dimolto morfo del Dipfa ( fpezie di velenofo ferpente defcritto
da Diofcoride ) , bene curare col
Lufitano, Roritrae
che veniva riputato incurabile , fecondo quello che parecchi autori raccontano , fi pot
delle aduflioni, e delle fcarificazioni
( Phtlof.
.
mezzo
In fine
Amato
Experim. ) , e '1 Dottor te quefia operazione ne'morfi delle vipereancora dal fuoco vivo fu della parte , e fi
berto Boyle
Mead
lodano medefimamenbeneficio
la
fi
Un
1'
altro
,
efcara
fa ftare aperta la ferita , o la piaga lungo tempo; la qual co, viene da' cordati Medici precettata per lo fpazio di molti mefi . Che f mai ella fi andalfe a chiudere , obbligato il Medico farla riaprire coir applicazione di qualche leggiero corrofivo unito al comune digefiivo. fa
caduta
Fa duopo parimenti lavare fpelfo la parte con dell'aceto , e mettendovi porzione della triaca, delle forze mediche del quale rimedio, opportunamente f ne parler nel fecondo Tomo. Solo qui aggiungo, che la ifieffa triaca la precett Galeno nel morfo del Dipfa Elideo Paduano , preffo Etmullero , dopo le fcarificazioni applicava alla ferita le cipolle peliate, ed unite con una porzione di mele, o pure in luogo del mele vi mette
.
la
triaca
Amato
,
Lufitano
Centur. V.
dopo
,
le
fcarificazioni nel
mor-
avvalea d' un cataplasma di cipolla , aglio , triaca , e di fermento infieme ; foggiugnendo che con quefio fol rimedio guar un fanciullo morficato . Affinch poi la parte offefa fi purghi di quel veleno , vuole Sennerto che fi apra un cauterio , o nel luogo del morfo , o in altro a quello vicino.
lavata la parte col vino caldo
fi
fo del cane
cataplasmi
vantati rimedii di coppe fcarificate, adufiioni, mutilazioni, unguenti e cauterii , che farem noi ? Io fon ficuro , che f dopo un morfo di animale rabbiofo , che fembra piccola cofa in f , fi
tanti
,
,
fra
pre-
SULLA Rabbia.
XCVII. Per
potrebbono
fare
ci che riguarda le ligature
de'
i<?5
membri
,
che
per dar
tempo
alla mutilazione
che conven-
gono molto per rapporto a'veneni che infettano in un fubito il fangue, non pare che in quello cafo effe fieno neceffarie , poich che quando la bava volatilizzatail fangue non infettato , dopo un raefe i circa nulladimeno niente impedifce di ado-^^
prarle.
_
Rimedit curativi
.
nelle parti da
neceffarie
per eflirpar
;
il
poco , velno
fi
,
quando
s\
fi
poteffe
il
male
a'
gi prefo
aver
ricorfo
do
fia
fiata
che due mezzi di guarire le ma^ anno per origine una materia morbifica , o un veleno ; il primo di efpellerlo, il fecondo d'impedirlo ad agire, o ci eh' r ifteffo di correggerlo. La natura o il meccanifmo fembrano agire nella Rabbia per efpellere il veleno; perciocch la piaga fi riapre, fuppura, manda una fanie virulenta ; T animale fuda, vomita, e bava continuamente: in quella vifta i Medici an dovuto tentare i fuppurativi , i fudoriferi , i volattie
pi-ecettafie al
morficato
che
fi
tagliaffe egli la
parte morfa
-^ midoh uno o
punta del nafo , o dell' orecchio , fecondo che vorla Signor ^e Sauvages ; non dubiterei che ne faremmo noi Medici , e tacitamen^,% manifeftamente beffati e fcherniti . Chi far colui, che vorr tagliarfi e le dita, e la punta del nafo? E peggio accader, f cffendo il morficato perfona di qualche condizione , chiamer in configli varii Medici e Cerufici : vi avr di quegli che feguendo le orme del Signor Mead , fentendo proporre la ny,itilazione di qualche membro , fogghign eranno eglino a cos vana propofta , e ad una cos forte fparata Che perci , quando inciampi nelle mani noflre qualche cafo ai quelli far bene applicare pi coppe fui luogo del morfo , affinch fanguini di^ molt o la parte , e con quel fangue che fcola , e con quelle fibre che fi tagliano, il veleno fi pofla almeno in parte, frauovere, fuori ufcire
dita
il
,
due
rebbe
j66 S S E R T A Z I O N E I II. mirivi, e i falivanri; ma refperienza ha fatto vedere En quii , che tutti quefti foccorfi cos'i bene indicati , fon tutti infuffi. f f n'eccettuinogli ultimi; anche la Natura per cJenti (yy)-^ parlare in linguaggio ricevuto, infifte di vantaggio alla falivazione
il
carattere incendian-
le
(77) Allorch i Medici s' iml)attono a dover curare certe rnalattie perkolofe oltremodo, manca a' medefmi il confueto vivacilTimo brio che foglion avere in medicar quei mali de' quali non che le cagioni ma gli adatti rimedii ne conoicono" e mille argomenti prerdono , e mille vie battono per potere il verace medicamento rinvenire Ci avvenuto
,
.
Rabbia
moderni
Profefbri
dopo ^verc
a chiare
che gli tanti fpe^ifici , e le tante polveri ti^ecantate degli antichii, non aveano valore alcuno, u virti medicinale, t:ominciarono ad Tjfar ogni prova per ifcorgere da qual clafi di medicamenti f ie ritraefle profitto contro il veleno rabbiofo . Tentarono i diuretici , i diaforetici , gli emetici Veggiam noi ora , cofa pofTa afpeti catartici Il Dottor Mead fi dichiara in favore di quelle metarfi da tutti ij,uefli dicine che promuovono le orine, e dalle medefime compofe il fuo fpeciJEco Egli oflTerva in primo Juogo -che Diofcoride, e Galeno tennero per Ijcuro antidoto di tal veneno le ceneri de' granchi del fiume , che preparavanfi mettendo tali animali in vafe di rame, ed abbruciandoli con fuoco fatto da' tralci della brit)nia bianca . Davanfi coteRe ceneri alla dofe di una o di' due cucchiaiate al giorno , aggiugnendovi un p di genziana , o pure d'incenfo , e fe'guendo un tal metodo di cura per quaranta
,
, .
..
note conofciuto
davano tanta virt anmoderni ^ la ^juale radica credevano valer dimolto eziandio nel male della Rabbia , che ficcome diffe Palmario, maifempre porta la compagnia della ria febbre. L'altro medicamento, del quale Plinio ndla Stq^jrtvTaturale , ed il P. Boccone parimenti tra' novelli, ne raccontano de' prodigi, fi la fpugna t'ella rofa falvatica o canina, detta in latino cftiorrhodon , Nota il Signor Ray in parlando della diflribuzion metodica degli animali , che tale fpugna ^Itra cofa non , che una efcrefcenza che ii fa nell'anzidetta rofa falvatica , non diflbmigliantemente che fi formano le noci galle nelle querftefla
genziana a cui
gli antichi
i
non
la vilipendono n
meno
cie
fia
fiffatta
efcrelcenza
,
ritrovafi
indi
nella fiate
Il
farfalle
Jie
volano.
Signor Van-Swieteti
suLXA. Rabbia.
rende
al
-j
le
mio
con
fai*
faper
cite
moderni Medici, non anno ftabilita tale virtir'contro Che perci io fo prlTaggio all' la Rabbia in quefto millantato rimedio colle canterelle , Il quale era comporto e preparato antidoto del Baccio le quali anche oggid nel Regno di Ungheria fi adoprano in quefti bifoGli Ungheri le tengono fervate nell'aceto, e oni , e a non ifcarfa dofe poi ne fan prendere all'arrabbiato quattro, e cinque, ed anche fei dentro Io fpirito di vino, fecondo la natura pii o men gagliarda e ri Tenti ta del medefimo. In tal foggia prefe , dicono, che non fi arreca veriin incoma foltanto deflb un rimedio che potentemente promuove le modo orine . Non debbo tralafciare in dire , che Avicenna- con fronte crefpa e
fperiervze fatte da'
. .
.
che
un
faii-
gue
novero
di
quali
il
Signor
ebbe egli talento di defcriverc il fuo deferittadal la pianta Lichen terreftris fpecifico , medefimo Signor Ray ( Hiflor. Piantar, pag. 177. ) , ed al certo diuretica . La unifce col pepe , e la chiama polvere antilijfa . N vale cofiffatto fpecifico folamente per gli uomini , ma benanche per gli altri aniinnanzi gli fguardi fuoi il quale altro non , che
E' flato defcritfo quello metodo di cura da Giorgio Dam che affieme con alcune annotazioni vien regiftrato nelle Tranfazioni Filofofiche al mefe tJ Febraio lpS. pag. 4$;. e feg. Per non dilungarmi troppo , rapporter l' efiratto fatto, che ho trovato negli Atti degli Eru-
mali rabbiofi
pier
,
diti
di Lipfia de]
le
i6pp.
al
mefe di Marzo
Tomo
Ecco
^ Si
^re^nedium
aure ejtts fanguis prius detrahendus efl , deinde canis probs atque a paflu cohibendus totam noEem, aut maxtmam diei par' tem y antequam et propinetur , mixtum laBi, aut jtifculo tepido , Si pecus aliquod admorfum fuerit, fanguis etiam mittendus efl , idque probe abluetJ'
e?e
abluendus
attemperanda liomiablutio' faffam, fiein faciei , aut manuum , vel partis laefae. Expedit etiam ut -vefles , quibus hdutus fuit admorfus , laventur Fin qui gli Eruditi di Lipfia Ma non ofante tutte quefie precifioni e minutaglie , non v' ingombri di ma raviglia il fentire che d'altronde, che da tale fpecifico fi debba prendere il rimedio della Rabbia. Non v' chi s'apponga gi d i nfol to , e poifa acquietarfi in quefto antidoto perciocch ebbevi di varii efempli incontrario, da' quali fi rileva che varie volte fi dato tale rimedio; e perch non rintuzzava la caufa poco ha giovato . Quel fanciullo, ficcome me, defimamente rapporta l'Illufire Van-Swieten, elfendo fiato forato al pollice da' denti d' un cane , tutto che avefle ufato per quaranta di alla dofe d' una dramma la volta l'antidoto del Mead, prendendo eziandio dieci bagni di mare; dopo diciannove meli con affanni di cuore , e fopra ogni do
dum
dofts
efl
&
i<58 dolore,
Dissertazione
fi
II.
Adunque
alle
dal fin
qui detto
n tampoco alla cura del Signor Mead , pi oculati, de' pi dotti, e de' pi difcreti Medici dell'Inghilterra. Paffo ora a' diaforetici. Egli fi pretende, che con quefii medicamenti impulfo dalle interiori parti , afla pelle rimanga pi aperta fi dia un finecch quel veleno che nell' interno del corpo infinuato , o che nel luogo del morfo appiccato tenacemente fi pofla aflbttigliare , ed ufcir fuori Da ci fi mofl Giovanni Ravelly ( Tratte de la Rage ) a pre, ,
.
fi'a gli altri rimedii le preparazioni antimoniali diaforetiche , Egli noto che l'antimonio crudo compofto dello zolfo , e della foperciocch efpofte al fuoco manda un fumo violetto fanza metallica che ha l'odore del zolfo, e fciolto nell'acqua regia, depone una polvere nella foluzione della medefima acqua f fi cii' zolfo vero: ed inoltre o pure il nitro , fi depone la parte metallica, iTtetta il fale di tartaro la quale il regolo femplice di antimonio j e f tale precipitazione fafT merc il ferro, o lo fagno, formeraiTi il regolo d'antimonio marziale, e'I regolo gioviale. Alcuni de' Chimici fi credettero che l'antimonio foff un mercurio vero, che comincia a cangiarfi in natura di metallo, avvegnach egli fi unifce ugualmente all'oro, come il mercurio. Ha lo ftibio forza di muovere il vomito- ma allorch fi mefchia col nitro in copia , fi former quel gran rimedio che flibjo diaforetico nitrofo fi chiama, die
fcrivere
non muove
depone
fibiato.
al
il
vomito, ma
bianca
il
fudore;
il
fondo una
polvere
falina
che
tatti
chiamiamo
jiitro
Non
fi
luogo del morfo, non potr efferne di col afibttigliato fi comprender di leggieri , che molto meno di profitto potr attenderfi da' vomitivi, dalle purghe, eda'falaffi. Serviranno tutti quefii rimedii a difeccare la macchina, ingroffare gli umori, * -forfi eziandio a metter in maggior azione effo veleno. II conobbe^ tutQi-iefio fiflato
e fmoffo
Per
la
qual cofa
to quefto il noftro celebre fu Niccol Cirillo , e lo regiftr per svvifo. Sunt , qui ad hoc "uinis depellendum , uttmtur emeticis ^
ticis
&
comune
cathar-
medkamentis . Sed fi verum fateri velimus , nonnifi ad perniciofam Fa un'altra ofTervazione il medefimo autore, ch'effendofi aegri jaBuram f fi dovefne' cadaveri degli arrabbiati trovate le vene vote di lngue miglior configlio farebbe iftituire l' artefe cavar fangue ad un rabbiofo riotomia , che la flebotomia Si unquam fanguis , fon le fue parole, i
. , , .
rabq/s
e/i
.
ediicendus
refto
,
Ja febbre
efiendovi benanche , che grande e forte in molti cafi fi ravvifa ; ed avvegnach pei* gli tanti inconvenienti inforti , e per la malagevolezza eziandio , l' opedeberet
Del
,
quando
Rabbia
fi
fviluppata
ra
SULLA Rabbia.
razione dell' arteriotoraia effendo ita oggid intieramente in corfo del gran male , non l'ara f non bene il trar fangue
difufo
all'
,
i5^
nel idrofobo ,
tanto pi che varii buoni efempli fi fon veduti . I Signori Poupart , e Berger, che faranno accennati in appreflb dal Signor de Sauvages , ebbero gran fiducia a' falaflfi. Io aggiungo , che il primo fa menzione di una
che dopo eflere fiata moria dal can rabbioib , fi guer coi trarli allo fvenimento all'ufanza Galenica , ed alimentandofi per un anno intiero con pane e acqua. Che medicina fevera Il Signor Beroep
donna
fangue
fin
attefta che di
'
fi falvarono colla fegna alla fronte. qui fa meflieri di accennare un altro medicamento , che non ha guari fu divulgato come grande fpecifico contro tal veleno . Volevo io tacerio ma perch gran rumore fece allorch fu pubblicato , non far difdicevole alla materia che fio trattando , f a riferirlo io m'inoltro. Que-
poffedcva un contadino di Slefia . E fi un infetto mcfCa de' coleopteri , e chiamato Me/oe , che malamente flato confuib collo fcarafaggio comune . Due fpecie di tali infetti vi fono , il Meloe prpfcarabaeits di Linneo , e '1 Melos majals , Quelli forftp
fegreto
il
da Linneo nell'ordine
mano
il
te ne' prati
principale ingrediente del detto fpecifico . Trovanfi ordinariamennelle colline apriche, dove fi cibano di veratro , o pure , e
,
di Napoli . Debbonfi raccogliere pi afciutti e ficcome al menomo toc- camento fchizzano un liquore odorofo , eh' l' ingrediente pi clTenziale dello
de' ranuncoli e
non fon
radi nelle
campagne
nel mefe di
Maggio,
e ne'giorni
colle dita,
ma
riponendoli in un vafe di vetro , o di terra . La ricetta poi fecondo alcuni , la feguente Prendonfi ventiquattro di tali infetti confervati nel mele; due oncie di triaca ; due dramme di legno di ebano-
con due
fufcellini
una dramma
di limatura
piombo,
Di
dramma , o meno , fecondo la varia et e'I diver. , mezza perlona morfa dopo che avr prefo il rimedio , dee per ventiquattr' ore aflenerfi- dal mangiare , e per dodici ore dal bere Sempre pi poi ha prefo piede quello metodo, ed flato da alcuni commendato affai. Anzi il Signor Carlo Traugott Schvyarts Medico di Slefia in una
d una dramma
fo feflb
La
DifTertazione da lui fcritta due anni fono in difefa di quello rimedio , traile moltilfime felici cure, ne riferifce una, il cui fuggetto era fiato egli medefirao . Dice eh' effendo fanciullo di circa dieci anni fu alfalito da un
groflb cane,
il quale lo gett a terra, ftracciogli le fus calze, e gli diede cinque ferite alle gambe , e dopo addentogli le braccia in pi luoghi Il fratello fi mife a buttar? delle glebe di terra addofb al cane , ficch quefio gli corle appreffo , ed alti-o danno non gli rec , che lacerargli per di dietro Je fue vefti Il cane allora ufci di quel giardino , e fi avvent su d' una truppa di gente che tornava dalla Chiefa Sulla prima morde
il
IL 17 r ammalato fi fente bruciare, e per le punture che raflbmigliano a' colpi del fuoco, noi fiamo anche portati naturalmente ad abbattere quefto fuoco per gli mezzi , che la fete ineftinguibile ifpira agl'idrofobi, non oftante i tormenti ecceiTivi che la bevanda loco cagionale quefta fete ardente , che
zi
gli fa fare tanti sfor-
Dissertazione
ripugnanza (e) ; ma finalmente la fenfazione orribile eh' elfi provano ancora inghiottendo la loro faliva, prevale fopra la bevanda da rinfrefcarli. Bifogna dunque prima che l'ammalato abbia quella ripugnanza , premunirlo contro il proaimo incendio colle bevande le pi rinfrefcanti, eco'bagni l pi frequenti;e come l'efperienza ha fatto vedere, che gli sforzi che la Natura fa per la contrazione del cuore , de' vali , de' murcoli , tutti violenti che fieno, non ballano per eftirpare
per vincere
la
loro
quc
il
Sagref-ano
5
dopo alcuni
altri
Signor Traugott Schwarts fi alz alla me-glioj e con urli e grida corfe piangendo a raccontare la fua difgrazia alla madre Si chiam il Medico pafore , il quale nella mattina alla digiuna gli fece prendere un bolo formato con un verme di Melo, e con mele, proibendogli il mangiare e '1 bere. Un ora dopo fi fent egli affacani
II
. ,
ed in fine fu uccifo
da un dolore fordo ne' reni , cui tenne dietro una ritenzione di orina cos grande , che in tutta Ja giornata non pot cacciarne che qualche goccia , e con infoiTribili dolori j effendo intanto quelle fue fcarfe crine grolfe affai e fmil-i ad una materia oliofa o mucofa , fenza per veruna tintura di l'angue. La fera poi le orine divennero copiofe , e '1 paflore gli permife di mangiare e bere fecondo il folito. La notte fcguente placidainente dorm Riguardo alle ferite, dopo di averle ben lavate , il pafiore altro non vi mife , che un p di zucchero in polvere con un tantino di zafferano, e con queflo fempHcc rimedio, e colle ligature nello fpazio di fette giorni fi rimarginarono le ferite. Tutti quegli altri poi ch'erano fiati morfi dal medefimo cane, furono ben trattati e curati ma quegli altri cani eh' erano fiati morficati , tutti diventaron rabbiofi Qiiefia i floria , onde J' autore prova la Vera e gran virt medicinale dello fcarabeojenon quefio un rimedio nuovo, ma da tanti anni comprovato con offervazioni anzi il Signor de Sauvages beniffimo Jo nomina nella fua Kofologia Adunque dovrebbonfi quefti vermi in molto numero andarfi cercando jier poterne poi dave una convenevole dofe nel bifogno Ci per non fa ,, che non fi dia altra ficura medicina, di cui parler pi baffo. (e) Vedete appreflb i Signori Aftruc, e Lifter l'artifizio che adoperano gr idrofobi per vincere la loro ripugnanza .
lire
,
. :
SULLA Rabbia.
quefto glutlnofo veleno
,
tyi
che nel tempo ifteflb dmlnuifcono fucceflivamente le forze ^ bifogna calmarle o moderarle co' narcotici, anodini, e nel temoo ifteflb calmare e raflettare lo fpirito dell' ammalato, l'agitazione del quale accrefce quefti sforzi per tutt'i mezzi che la morale pu ifpirare. (78) CI. Ma bifogna confeffare che quefti rinfrefcant e calmanti noti
e
la
efla
fi
ff-
fata
(78) Negli ann- andati gran lite fi mofle in Francia fulla natura veta del male della Rabbia , poich la buona parte de' Medici folleneva cHe il veleno dopo avere coipurcati gli uniori e'I fluido de' nervi , fi attaccaffe
alla gola,
fra' quali
producefle la bava, e generaffe tant' altro veleno^ e gli altri , Signori Nugent , e le Camus , difendevano all' incontro che che come un pretto male la malattia non dovea altramenti confiderarfi , convulfivo ; laonde la cura dovea intraprenderfi per mezzo de' rimedii antifpafrnoaici , quali fono fpecialmente il mufchio,e l'oppio Io dopo aver
i
.
efpofle con
ta
dalle quali
mi
all'
fon augurali
veleno rabbiofo
efofago
at-
non entrer piU in quella lizza, e metter in villa partitamente ogni minuzzolo di cofa che quelli detti autori anno fcritto. Solo vedr chiarire, qual profitto pu afpettarfi mai dal detto ufo dell' oppio , e del mufco
tacca
.
Egli pur noto che in ogni malattia ma de' nervi, i Medici foglion ricorrere
li
,
.
fiitei
a'
qua-
fermano quei tumulti , e quei difordinati movimenti del fluido nervo Ecco perch Bartolomeo de Moor tenne per ficuri fpecifici contro fo della Rabbia , non folo i rimedii diaforetici , ma fimilmente i narcotici come quelli che inducono una quiete ed una placidezza nel corpo , e diminuifcono quelle avanzate fenfbilit , quelle tenfioni Itraordinarie nelle fibre nervofe , e pofibno eziandio pungoli dolorofi minuire Ma ognun vede, che fi dee in queflo luogo difiinguere; e che altro fia il trovar un rimedio nel tempo che il rabbiofo fla nel colmo del fuo male, e de'fuoi tormenti ^ ed altro il vedere di ftabilir un medicamento , ed un antidoto, che conjinciato a dare da dopo che fi ricev il morfo , non facefle Or chi quello il volefle attendere dall' oppio, avan la Rabbia fviluppare Che perci di qualche legzerebbe al certo una bubbola , una barattera
. .
. .
giero oppiato
dello flato acutiffimo di, grandi difturbi de' nervi L' idrofobo , perch fi vede a fimil termine condotto , n pofa d , n notte , e '1 fonno lungi fugge , e mai non fi raccoglie In quel tempo , come il diffi taiun oppiato pu con ogni prudenza preicriverfi , avendo riguardo al clinel
io ben
mi
avvalerci
a'
tenapo
ma
ed alJe temperature diverfe de' fuggetti Egli pur noto che coloro che fi affuefanno a tal rimedio , non ricevono dalla pochifilma dofe quegli utili, che rifentono coloro che non l'anno in ufo. Il Signor Cha.
.
172 ma,
Dissertazione
II.
ras una volta prefe di oppio dodici granelli ed afficura aver conofciuto ; un altro, che folca prenderne trentafei acini: e di pi nelle Tranfazioni Filolofiche fi fa precifa menzione del Signor Loveloik , il quale effendo
nel corto fpazio di tre giorni , tracann roz , Altri allo 'ncontro con pochi acini ne fon morti . Il perch nel bifogno potr prenderfi , o un granello del laudano oppiato, o' una pilola dello florace di Silvio, o alcune" goccie del laudano liquido del Sidenham , o qualche altra preparazione di fmil fatta .
granelli di oppio
.
ora a quell'altra medicina, la quale ricev de' gran plaufi menpubblicata , fpecialmente in udirfi da' Medici amanti di novit, che nelle parti da noi cotanto ri mote quali fono le eilreme dell'Alia, , era con tanto profitto fomminifrata e quefla appunto fi agli arrabbiati
tre fu
;
Vengo
mufchio Deefi innanzi fapere , che la migliore e maggior parte di quello mufco in quelle lontane regioni fi ritrova e partitamente il pii ,
il
.
fcelto nel Regno di Butan , onde poi a Patna , Citt Mefi trafporta tropoli^ di Bengala. Si eftrae il medefmo da un animale , che a un di preffo come una groffa pecora fenza le corna , e con due orecchie dritte ,^ avendo fotto la pancia una veffica grande quanto un uovo , ma pi
vicina alle parti genitali, che all'umbilico. Dopo che l'animale uccifo, recide detta veffica , da cui il mufco fi cava , che allora fomiglievole al fangue quagliato , che innanzi di legarfi fi fa fvaporare . Se la <lma veffica fenza la evaparazi'one fi legaffie e poi dopo qualche tempo , riaprendofi fi voleffie odorare il mufchio contenuto, cagionerebbe gran nocumento al cervello, e fchizzerebbe il fangue dalle narici, merc la violenza dell'odore. Leggafi la defcrizione del Signor Tavernier ne' Viaggi
fi
alle
com' giungano ne' nervi, e raffi-enino ed afbrbano 'il fluido nervofo. Pernon maraviglia, f nel male della Rabbia il mufchio fia fiato cotanto celebrato I Cinef ne an formato dal medefimo un buono fpecifco. In Inghilterra dal Regno di Tong-Kin o~-Tunkin come dicono gli , Europei , e eh' r ultima regione nell'ulteriore penifola dell'India, giunto quefio antidoto , comporto di mufco e di cinabro come fi fentir poco apprelfo dal Signor de Sauvages Tanto in quefio Regno di Tun,
di
fi
Indie, Parte feconda, libro terzo, capitolo decimofettimo . rileva, quale e quanta fia la fpttigliezza di tali particelle
Or
e
quin-
elle
ci
qiiin
cia
che ficcome afferma Tavernier, quafi cosi grande come la Franquanto parimenti nel vallo Impero della Cina, nulla oliando il cH\/^^^^ e temperato, che fembra una primavera eterna; pur tuttavia la Rabbia ben fovente vi fi produce In quelle regioni la Medicina prende luci rimedi dall' erbe 1 dalle gomme , e dalle radici de' varii vegetabili che loghono adoperare quei , Pratici che fanno nel tempo ifieffo da
,
,
. ,
Me-
t^
L L A
1'
Rabbia;
della
gkndole febacee
effetto di ci
'l
gola
Jia
;.
efll
7j pot
,
ch'ella
di
volatile
:
quando
ch
effi
fluido nervofo
benfi-
tralafciarfi
non
bifogna
intieramente
dare .
pi
grandi
effetti
nella
che il gola
veleno;.
della
1'
Rabbia
fa
che
orrore
dell'
ac-
qua che ne proviene il fin tomo il pi foymidevole , e l'origine di molti altri , quando egli non faceiJe altra cofa , che privar r ammalato della bevanda e della nutrizione fenza quefo fin tomo la Rabbia farebbe una febbre maligna,, o una malattiar ordinaria r falaffi , i rinfrefcanti , o fimili rimedii bafterebbono dunque f infezione delle glandole febacee della gola per queflo veleno che vi fi attacca fpecifcamente, ci che quella maf fi poteflero adunque lattia ha di proprio, e di caratreriftico nettare quefle glandole di quefta mucofit , la quale fola capat ce di moltiplicare j determinarej, e far agire il veleno, fi mette: :
,,
reb^^
Medcr , da Speziali , e da Cerufici j ma negli ultimi tempi merc il lot* converfare cogJr Europei , fi fono i' Gnefi alquanto dirozzati , ed anno introdotto medefimamente qualche rimedio minerale e di attivit , quale fpecialmente il cinabro , che l'uhifcono c-ol mufchio , o che fia mufchio' verace , o- almeno quell-o che fi- trae dal caprio, che chiamano odorifero
con tutto quefto ancora la Medicina Ginefe nella fua infanzia, fpecialmente f fi eonfiderir , che la bafe s della lor Botanica, che della lorocotanto decantata Sfigmica, poggiata fuUa cognizione dell' Afl:rorogia non eflendovi parte a-nimale',^ vegetabile, o minerale, cfie non fia da efll ripofia fctto r infiuffo di qualche pianeta , fegno , o coftellazione celefte E quando fi dee prfcrivere quefto antidoto a' morficati da' cani , a loro fa mefiieri oflervare innanzi le benigne' o maligne influenze' delle ftelle e fpecialmente la fituazione della Luna. Queflo l'ho detto qui di paflfaggio per certi Vifionai-ii ^ i- quali- credonfi che la Medicina Ciriefe fia net pi alto grado di fcienza , e di dottrina-, e fono cos invafati in pr di tale Nazione, che paiono farnetici. Ma per conchiudere fu del detto fpeeifico della Rabbia , ognun comprende , che il mufco pu effere di profitto quando- la piaga fi- invelenita , ed^ nata la Idrofobia e '1 furoi'e, Allora tale profumo pu giovare per calmare le turbe inforte ne' nervij ma il volere fperare che il mufco cominciato a dare da dopo il morfo^
,.
Ma
,-
,.
,-
poffa abbattere
il
1 S S E SI T A Z I O N E 0. 1^4 rebbe intieramente il morfcato a falvo dell'Idrofobia ; non atran)enti,o che fi fana, o che fi previene il renefrao, e h difuria, impedendo la formazione 4i certe materie acri neil' uretra , e
nelle
budella.
conofce miglior rimedio per produrre queflo effi mercurio, p lotto la forma d' upa pomata applicata alla pelle, o fotto quelle del mercurio dolce (f)} della pafi sa che nacea , dell' etiope minerale preil interiormente l'yp) qae{ rimedi! reiterati qualche tempo, faimo ufcirc dalle glandola icofita che ivi fh-^nano ; e codelia gola e della bocca, le me il mercurio agifce lungo tempo, e.^li in iitato di tenerla
fe-tto,
CIIL -Non
che
il
moltof nette
e di renderle
;
di
dar
col
alloggio
al veleno idrofobico
perch finalmente
febbene
mercurio mol^
.
Julius -) de morhis contagiofis l. VII. Lutei 1578. in ( ha parlato dell' ufo del mercurio in unguento nella Rabbia , pag. 2 38. Ravelly Trattato della Rabbia in iz. i6g6. configlia fimilmente le preparazioni mercuriali , conne il mercurio dolce , ,il cinabro aio. o 12. granelli, con altrettanto di occhi di granci , e di gufci di oftriche,il
(f) Palmarlus
(q^uarto
(jp) Dopo tanti e s diverfi racconti fatti potr ficuramente interrome non vi far mai fperanza di fentire da Voi, che per taluno , e dire vi flet mefib a findacare le opinioni altrui , quale fia il rimedio vero e ficuro della Rabbia? Voi dite, che fenza taccia, non fi poffono dal Medico precettare le aduftionijCd i troncamenti delle parti; che non fi debdalle purghe , da' medicamenti be fperar profitto da'falaffi j da' vomitivi che promuovono il fudore , e le orine ; ficcome molto poco da Iperare "dalle medicine anticonvulfive , traile quali debbon effer prima numerate
, : ,
il
che pu qualunque mrfcrto dal cane trav perloche non maraviglia f l'altre io lafcio, e f lei fodel fepolcro Queflo unico e folo antidoto fcoverto da' Medici di fenno , dola lodo p che a tentone per molto tem.po eran iti provando e riprovando quefto e quel rimedio , fi l'unzione formale del mercurio fatta in guila ,
fceglierolla tale
:
mufchio ne una 5 e
.
l'oppio.
qUale dunque
,
dovremo
attenerci
Io fceglieron<
Il veleno rabbiofo nelle glandolo dellaonde quando fi promuove detta fe^rezione innanzi che la Rabbia fi manifefli al certo fi evita , che il dctto veleno poffa in quelle fedi rimaner fiffo e fermato ; che anzi il medefimo rimedio affottiglier li fieri e la linfa , ed affieni colla bava far
la
falivazione.
attacca
;
fi
parti venefiche
La
pri
SULLA K.ABBIA.
prima autorit
Aflruc
,
I75
del
.
eh' io adduco
tal
in quefta inchiefla,
fi
famofo Signor
fi in
il
quale fu
Quin imo
re
gravi
inani fundamento j praefertim fali'Ujze , proritant , copiofum quoque 'virus educere itaque inde morfis ab animali va'* bido , utilem credimus ptyalifmum moderatum j five iterato ufu panacea mercurialis , ftve quod [atius ejl levi fed repctita unguenti Neapolitani
'.
fialagoga ,five falivantia proficua cenfemus ,nec cum enim virus hydrophobicum prae analogia nfideat confequens ej remedia , quae uberem falivae fiuxum
inunBione cieatur. Egli pur neceflario a fapere innanzi tratto , che i Galenici volevano, che il mercurio agifle merc il freddo di quarto gl-ado , e che per tal fi-* ne fofle un vero veleno , poich confuma e ftruggc il calore naturale I
.
Chimici
il
fi
credettero
che
il
medcfimo operafle
per
mezzo
di
un
:
alcali
,-
quale allorch nel noftro corpo s'imbatte con qualche acido, quello rimane afforbito , e poi fi caccia fuori pei* mezzo della falivazione ma fg particelle acidofali non incontra , acquifia una natura corrofiva , urta e rompe'
i
vafi , e fa le veci di un gran veleto . lafciando ormai quelle baie e novellette antiche , veggiamo cofa pu fare 1' unzione del mercurio a chi ha ricevuto un morfo dal cane
.
Ma
Subito dopo detta morficatura , facendo prima una cavata di fangue,ed indi ripulendo le prime vie con qualche purga , prncipieraffi a flrofinare' Col detto unguento che fole non potfebbon Le particelle del mercurio
, ,
pori della pelle , avvegnach il lor pefo fpecificamente fupera quello de' vafellini , laonde fi offerva eziandio che internariiente' prefo , precipita gi per gl'inteflini , n s' infmua ne' vafi del chilo ; le
infinuarfi per gii
particelle del
mercurio io dico , fciolte in parti minirniffime , ed unite con quelle del graflume onde fi forma 1' unguento e medfimamente col- le particelle del fudore o della trafpirazione , fi renderanno con ffFatta unione di minor pefo fpecifico , e faranno adatte merc le leggi dell' at^
,
trazione, da infinuarfi ne' vafi e nel fangue. Quivi poi accrefceranno i moti degli umori j e fonderanno i niedefimi j per' la qual via dimolto fi giova contro il veleno della Rabbia . Siffatto venen
allorch dalle fibre della parte morfa fi va a fpilluzzico infinuando , raddenfa la linfa , e quaglia gli umori , onde forge prima qliella tiepidezza nel malato , ed indi fi veggiono quelle ingorde manincone altrove peif
me
do
defcritte
Il
,
mercurio
perciocch rende
fl:iito
il
e fcorrevole
di quello che lo
naturale comporterebbe
forza
.
Rabbia
Cofffatta
al
mercurio
fi
produce,
merc
che
ne'
i
dimoflra da' Meccanici , medefima forza ricevono le velocit in ragion non fi abbia riguardo alle refifl:enze; ma che poi
e delle refiftenze
.Si
mezzi
refifenti
.
le
malTe
ifteffe
li
mercurio comecch
meno
iy6
molto della non fa che
Dissertazione
linfa fia
IL
,
quefta
linfa
ig
paflar
fi
rapidamente
eifa
non
potr
acquiftarvi
mucoft che dee naturalmente ivi trovar/i, attefo che quefla mucoft non acquila la fua acrimonia e confiftenza,.che per lungo foggiorno che vi fa, come 1* orina e la bile, che dentro i tubi fecretojii fono limpide e trapropriet che
offervano nella
fparen-ti
acquiftano nelle
,
tanto
pi
di colore e di acre
quanto
Or
non
neceflario
dalla bocca eh' fogge-tto a molti inconvenienti , e che non potrebbe continuare altrettanto lungo tempo quanto bifogna ; .bada foprattutto, prima che la Rabbia fi dichiari di fare fcolare
fi
fi
Per adempiere quefte differenti indicazioni jfubito dopo la morficatura, li metter Tamnialato alla dieta lattea,, e f il fuo ffomaco oftante le preparazioni che fi potrebbono far il comporta, non precedere, fi avr ricorfo a' brodi rinfirefcanti alterati colla lattuga, colla porcellana, coli'acetofa; fi daranno la fera due bicchieri il tutto preceduto dal purgativo il pi dolce ^ colla manna, col fale di Glauber, e conalcuni bicchieri d'acque minerali; avendo continuato quelli brodi per dieci o dodici giorni, fi fo-
diemulfione,
{lerrebbe raegiio
il latte, o il fiero, .o le creme Scc. che fi conlinueranno per mefi intieri: mediante quelli rinfrefc^n ti fi rintuzze-
r
pi-opria maffa
fiero e della
alla
jt\
di
,
linfa
vie
quella delle particelle del fangue roffo , e di quelle meno refitenze incontrer ; ed inoltre ferbcr la
velocit con pi di forza, perch ha pi mafia inerte, cio pi foflanza capevole di rnantener l' impulfo ricevuto. Polli quelli principii , che da me potrebbopfi comprovare col mezzo di argomenti tratti dalla Meccanica , e dalia dottrina delle fuperficie che an proporzione colla quantit di materia , refter dimoftrata la gran forza difciogliente che gode quello ri. medio il quale forma una delle armi principali della Medicina. N per
,
mal veriereo , f non perch fcioglie ed aflbttiIn fine il che anche il veleno Gallico fuole produrre attacca alle glandolo falivali, perch in quelle ledi truov^ \\a
,
.
SULLA Rabbia:
. l'acrimonia del
.
177
veleno nel cafo venga a mefcolarfi col faague, manchereb-" fi preverr la fuga de' fluidi, che quello veleno non be d'accendere , e s' impedir all' argento vivo, bench dato a fcarfe dofi e da tempo in tempo , di fvegliare alcun calore Dal
di
Tegnente che 1' ammalato far (lato purgato, per prepararlo femore al latte o a' brodi , fuppofto che quella preparazione neceflTaria, fi comincer l'ufo de bagni domestici, che fi repliche-
ranno
fera e mattina , non dando che alcuni giorni di rpofo, per lo fpazio di mefi intieri fecondo la prudenza del Medico. CIV. Ma da' primi giorni fi medicher la piaga col digeftivo
ordinario caricato d' un terzo di pomata mercuriale ordinaria , o tal quale fi adopera per la rogna o pel mal venereo; e da due in due giorni all' ulcir dal bagno fi ftrofineranno i contorni
della piaga con
tr applicare
di
quella
pomata
tra
fi
po-
meno o
pi
tempo
ciafcuna fre-
gagione a mifura che bifogner continuarle pi lungo tempo; ma la Rabbia dee manifeflarfx ben predo, bifi conghiettura, che
fogna affrettare
le
frofinazioni,
crefcerne
la
dofc
fenza
te-
mere una
dere
leggiera falivazione,
che nelF ifleflb tempo fi faccia pren. due giorni mezzo fcrupolo di mercurio dolce , o quindici granelli di etiope minerale per acceledelle depurazione la glandole della gola , offervando rare le fteffe precauzioni , che per guarire le malattie veneree per eftinzione ; ma per 1' una e 1' altra di quelle malattie il meto~do delle unzioni pare preferibile a quello delle fole preparazioni mercuriali prefe per bocca. evi. Egli neceflario di tener la piaga aperta, e di far duimpedifce
,
CV. Niente
per bocca
da
due
in
efito al
almeno per quaranta giorni, per dare un veleno, che l'argento vivo per quello pu ottenere. CVII. Quanto a' bagni fi debbono preparare coli' acqua comune , alla quale fi potrebbe aggiungere un pugno di fai marirare la fuppurazione
la
la
gli
alcali
del
1'
corruzione
per
f
la
fi
lleffa
ragione
mare potrebb'
(80) L' altro
effere
adoperata
trovalfe pronta
(80)
Z
gran medicamento
,
Del redo
,
fidarfi
nella
Rabbia
fi
178
fi
Dissertazione
Il
II.
la bagnatura
.
grande avanzata dell'arrabbiato. L'idrofobo mal trova in terra , e mal in acqua fchermo. Il Signor Hunauld ne adduce molti efempli. Un idroed un altro , menfobo mal foffriva che il Medico gli taRaffe il polfo potea foftenere il toccamento tre avea gli occhi pregni di pianto , non tielle lagrime, che dagli occhi fuoi cadevano: ed in fine un altro arrabbiato , mentre giunto era a quello fiato , che fu il termine en:remo alla
chi
fenfibilit
maiferapre approvata e commendata fin da' tempi antiinconveniente , che fembra che ribatti il bagno , fi la
avendogli il Parroco menate di fopra alcune goccie di acqua con tanto impeto , che gli alianti tutti s'intimorirono. Quefi fatti flrani recati ancora da Niccol Cirillo , confermano il difpia cimento e 1' orrore che debbono avere g' idrofobi in volerfi tuffar nel? acqua. Per quelli faldi motivi furono da molti autori disIoJate le bagnature nella Idrofobia All' incontro tutti gli altri Medici moderni an te-
partenza
fanta
,
rifalt
commenmedefime per efficaciffimo rimedio e furono eziandio date da ElmoHte , da Forefio , da Schenkio e da altri buoni Scrittori. Fa duopo per , che qui fi faccia una diftinzione I bagni fi debbono cominciare il giorno appreflb che fi ricevuto il morfo , e debbon poi accompagnare l'unzione mercuriale j nel qual tempo nel vero il morficato n ha timore dell'acqua, n la fenfibilit crefciuta del corpo. Quello intanto che fi dee afibdare fi f detti bagni debbano effer caldi o freddi , f dolci o di acqua marina Celio Aureliano parla di certuni Medici , che prefcriveano agli arrabbiati le calde bagnature e ne' tempi nofiri un dotto autore Inglefe nelle Tranfazioni Filofofiche , di cui fa chiara ricordanza il Signor Mead , benanche volea che g' idrofobi fi foffero fatti bagnare neli' acqua calda * ^^!i^a frgdi'.m baneuni -povos occluditi calidum antem referat. Altri Menute
le
, , .
, . :
tal parere, volendo difendere , che i bagni che mettono in azione il veneno,e che infralifcono e fpofl^ano le forze della macchina , onde meno potr ella opporfi al mortaliffimo veleno. L'anzidetto Signor Hunauld prefcrivca i bagni in que-
dici
fi
caldi
fieno nocevoli
guifa Facea egli ligare firetramente 1' infermo ignudo e'I mettea nel bagno pofcia buttar gli facea di fopra cinquanta o felfanta fecchie d acqua. Negli Atti dell'Accademia Reale delle Scienze fi fcritto che f gli arrabbiati venivan bagnati in poca quantit di acqua , di maniera che poco elfi fi raffreddavano , lunge dai curarfi , la malattia vie pi s* inafpriva al contrario f 1' acqua era ben fredda , ficch eglino rimean
fla
. , : ,
:
agghiadati , gran benefcio ne ricoglievano . Vero che col freddo di tai bagni la trafpirazione in quell' atto par che fi fminori ma nelle ore feguenti la medefma fecrezione della pelle fi crefce. Quello fi fu il moti-
vo
mezzo
fcritto
per cui le fregagioni furono eziandio commendate perciocch col loro la trafpirazione fi avanza , checch in contrario ne abbia
Jacopo Keill
nec inhibeP
nsc promovet
(titls.
SULLA Rabbia.
cutir perfricatto
.
179
fi
parimenti approvate da Celio ( Li. III. Curandos hydrophobos convenit Jacere loco mcdiocrher (alido , atqiie lucido adhibha artkulorum defrtcatione , ferziaios etiam infomnes ujque ad io dico , laxamentum temporale Ma per iRabilire la tempera dell' acqua che dovendofene prendere trenta o quaranta bagni affieme coli' unto del mercurio, i medefimi debboneffer apparecchiati in gui(a,che introducano umido nel corpo , rinvigorifcano i nervi , e difciolgano gli arrefti linfatilaonde fari bene che ii ci , ed i quagliamenti che s' inducpno nel fiero
oofl
: . ,
:
morficato fulla prima entri nel bagno tiepido , acci fi rallenti la pelle , fi difoppilino le minime boccucce delle vene , od i pori cutanei , e fi af In feguito , poich la tiepidezza deli" forba , e s' infinui molta umidit
.
acqua rallenterebbe dimolto le fibre , e debiliterebbe la macchina , fi potr aggiugnere a quel tiepido bagno molt' acqua frefca , la quale dar riftoro al corpo , e '1 far ritornare nel priftino fuo vigore L' altro quefito che fanno i Medici fi , f 1' acqua debba effer dolce, o marina. Il Signor Mead ( loc. cit. ) fta al partito di quelli,, che preconJtr!r> fcrivono l'acqua fiumana. Preffio aquae in /uperficiein corporis , . minintorumque tubulorum a /rigore bona ija praejlant . tio fibrarum Si aquam marinam dicas dulci graviorem , ea quidem minima , duobus- , tribufve immer/tonibus differentia ejl j ma/ore autem fontanae /rigore , /onAltri poi an tana enim /olet-eligi ad hunc /copum , abunde compenfatur pretefo 5 che li detti bagni fieno di acqua marina, la quale merc le partirefiftere alla celle acidofali , e zolforate , e bituminofe che tiene , vale a forza alcalina del veleno rabbiofo. E dove l'acqua del mare non pronmefcolanta , effi Medici vogliono , che fi fupplifca coli' acqua comune , dovi una porzione di fale. Il Signor Morinor negli Atti dell'Accademia Reale del lyop. riferifcc , che una donzella di et di anni venti a un di preflb , effendo fiata morfa dal cane arrabbiato , ed eflendo divenutst fu melfa in un vafo di acqua di fiume , dove eravi fciolto uno idrofoba ed ivi fu tante volte immerfa , che priva di fenfi morta ftaio di fale
&
ficcome fu lafciata (lare. N guari pafs di tempo ch'ella maravigli come guardando l' acqua , non avea pi alcun timore ed orrore della medefima Io qui benanche dico , che fi dee diDal morfo ricevuto fino allo fviftinguere il diverfo tempo della cura Juppo del veleno, comecch il forte noftro appoggio fi nella unzione che far bene in tale circoftanza del mercurio, io aifermo e foftengo ufare gli fpefli bagni dolci in quella guifa che gli ho defcritti poc'anzi.
quafi appar
, ,
rivenne
fi
Ma
quando poi la fortuna , eh' la fola recatrice e rapitrice de'beni , faRabbia fi fviluppaffe o pure quando avvenire che talun infelice non foffe fiato dal principio opportunamente medicato e foffe idrofobo divenuto^ in s brutto infrangente al certo io feguirei ben volentieri il configlio di que' Medici^ che vogliono, che gl'idrofobi fi atterriffero nell'
ceffe che la
,
atto
i8o
refto
Dissertazione
non
fi
II.
dee preferire,
neceflarii
brerebbero
per
procurare la tranquillit per tutt' i mezzi , e queft'ifteffo motivo potrebbe autorizzare delle pratiche , alle quali il pregiudizio
ha dato del credito , tale che 1' ufo de' gufci delle oftriche ia polveri fottili e non calcinate (g) , alla dofe di qualche fcrupolo in una frittura ; rimedio di cui in cafcun paefe qualcheduno fa comunemente un fecreto potrebbe dare ancora la fi polvere delle zampe, e degli occhi de' gamberi (hi, l'aliflon (i) di Galieno a poco a poco in un brodo, e il Lichen terrejr cinercus {Rati hij. pag, no.) cosi lodato dal Signor Hansloane e
:
Mead
mifuga
Palmario;
la
tridate si decantato dal Majerne,e daGrew;ma lungi di fidarfi. a quefti rimedii, foprattutto agl'incendianti come il pepe, il mtridate , le polveri calcinate &:c. non bifogna adoperare i pi dolci, che per raficurare un'ammalato che non crederebbe guarire
fenza di ci
cviir.
buttano in mare; avvegnach pij da tal timore, che dalla falfetine il beneficio del bagno. Udite la defcrizione del Boerhaave. Stat'tm pofi nfelcnem magno cum apparati! , metu incuffo , Jaepe mnitando ^ tandem praecpitem in mare vel fluvium dando, aliquanditt jtibmerfum temendo , itert'm mergendo id reperendo a/iciuoties cum tifdem cmnino ehatto chi
fi
, ,
dell'acqua nafce
cumjlantijs y ?<?j enm fanare fpiritfm turbando , cutt funejlus exitus homins pojl morfum naufragi ,
non
aquam falfam^
horis
(
do,
multis
natantis
^'phor.
I143.
Ravelly, Defaulr. Efchrione, Galieno, Oribafo le vantano calcinate. (i) Si d con molto pepe agifce come un falivante il quale Vedete leTranf. Filof. Scc. l^-j. num. ipr. (k) Polvere di Palmario che fi trova in Default , Sennerto , e in molte altre Farmncopee R, Foliof. Ruthae, Verbenae, Plantag. Salviae , Polipodii , Abfinrhii , Melyflbphyli , Betonicae Hyperici , Centaur. mi, nor, ad partes aequales fiat pulvis Dofs dr. 5. i. Altri vi aggiungono il_ terzo della polvere di Vipera. melitis Linn. Il Millefolio trag. e il Pigliate due dramme di Lichen cinereo terrefire altrettanto di Lichinis , vikolae flore mulcofo, altrettanto di pepe nero, il tutto in polvere, pel, .
.
quattro dof
Gourdon Tranf.
Philof.
1735.
SULLA Rabbia;
CVIir. Se
portati
re
i
ii
fi
la
Rabbia
,
fi
abbiano ap-
foccorfi
de'quali noi
iftan te la
nel
medefimo
;
e dell' mulfioni
e ficcome la
fatte
poflbn effere ricevuti de' mocci velenofi , dopo aver malato una o due cavate di fangue copiofe, bifogna farlo vomitare il pi dolcemente che fi pu;poi-ch qui fitratta d'una
maco
vi
al
fto
maco; nulladimeno
o precipitato
pi efperienze
l'infiammazione innanzi che fi foffe 13110(0-), comporto coli' argento vivo, e coli' acido del vetriuolo, votava non folaraenre per sy e gi, ina ancora per la falivazione di quelle materie velenofe y e guariva ancora degli uomini , e degli animali di gi attaccati dall' orrore dell' acqua ; non bifogna privarfi d' un foecorfo , qualunque violento
bene indicato. La dofe da 4. granelli fi pu dare 7. o 8. grani tre giorni in fila , e s'^ per precauzione , reiterarla tre volte il mefe CIX. Dopo quefto vomitivo , bifogna , s' poffibile, far bre dell' acqua nitrata al malato j dell' emulfoni &c. continuare
che
fia (o)
5
d'altronde
s\
la
ftrofinazione
,
.
ogni
giorno
e farlo
entrare
giorno
buoo grado o mal grado, nel bagno due volte al Egli ancora buono di rinfrefcarlo con de'lavativr con
di
la
acqua
e aceto ; e avendolo cosi vefTato tutta quietarlo la fera per mezzo d' uno narcotico.
giornata
CX.
Si
trovano degl'idrofobi
e
e'ie
Vi fon alcuni efempli d' idrofobi guariti per li bagni Vedete (I) Van-Helmont pag. 178. 47. Foretto li. io. of. 27. 28. Tulpio //^. i. cjjfeyv.o. Schenchio eie Venenis Le Meni, dell' Accadem. lgg. Efli COrt. .
acqua fredda , e lafciarli a bere , e A temere d' annegarfi . Celfo configlia di farli pafTare da uri bagn freddo i un bagno d' olio (m) Tranf. Filofof. arni. 1731. (n) GeofFroy Mat. Med. Tom. 1. pag.257. (o) Palmario ha veduti de' contadini preffvar^ daJla labbia pei'
nell'
.
mezzo
de' catartici-emetici
violenti.
(p)
Tale era
il
glio di
Mj
P.
di Quella Citt
eh' era
flato
iOf=
iS2
che anno
il
Dissertazione
polfo
s
:
bagno,
ffll
in quefto cafo bifogna attenerfi agli .zL vi cafcano in fincop tri rimedii , e foftenere le forze, dividere ancora il fangue fpef-
fo al
primo grado
della malattia
fcillitico, la
ed ia
adope^-
triaca iftelTa
debbon
effer
ma
,
il
jneglio
il calore si forte, che non vi niente di che fare delle abbondanti cavate di fangue (q), edi reiterare i bagni ; poich quanto yna picciola quantit d'acqua capace di riaccefdere un gran fuoco, altrettanto una gran quantil'acqua fecondo tutte le fperient iiecelTaria per ismorzarlo ze moderne, aflbrbifce rapidamente quelle parti di fuoco, conofciute fotto il nome di materia elet.rica ; ella ritieije l'elettrizzazione lunghiffimo tempo, e quefto fluido venendo ad umettare una barra di ferro, o altro conduttore dell' elettricit , intercet? ta in quello luogo tutta la materia elettrica e da ci forf na-
veemente, ed
fce
ijl
neryi, (8i)
da un gatto arrabbiato ; ci fu nel 1749. In que? alcun animale arrabbiato. Qucfo fialiuolo in et di 6. o 7. anni, mor fenza alcun furore, n voglia di
morficato alle
gambe
fi
fio
contorno ngn
.
mordere
(q)
.vate di
Si
fangue
anno alcuni efempli d'Idrofoba guarite dopo abbondanti caM. Poupart , Hiftor. dell' Accad. i6pp. M. Berger van
.
le fegne alla fronte. (81) In poche parole cerco qui di reftrignere il metodo femplice di cura da ufarfi dopo il morfo d' una beftia quaifivoglia arrabbiata . Sul luogo del., pi coppe affinch poflfa fanguinare 1 ia morlcatura fubito fi applichino parte , Dopo fi applichi il digerivo .comune , e tutte le vie fi debbono adoperare acci la piaga ftia aperta ; mefcolandovi eziandio a tale dige-
fava foprattutto
fivo
un poco dell'unguento mercuriale , il quale valer a rifrangere il Neil' atto medefimo , che Vereno radicato nelle falde fibre di effa piaga quefta cura efiernamente fi tratta , fi cominci , dopo una cavata di iangue e di una purga, l'unzione di mercurio; e debbonfi introdurre nel corpo per lo meno tre once di argento vivo , eftinto in quella porzione di graf= Contemporaneamente fi uferanno i bagni nella maniefo che fi richiede
.
.
j-a
che di fopra
il
fi
fpiegata
to
di pi da adoperarli,
fi
non s' itnpedir che il pialato falivi . Tufcrileva dal detto nelie antecedenti note.
SULLA Rabbia
Offevnja'x.Qne
183
CXI. Quattro uomini de' contorni di Bordeaux nel 1701." furono morficati dalFifteflo lupo nel raedefmio giorno durante il tutti quattro vanno i mare j e ritotigran freddo del verno nanojcome ficuri de.lla loro curagione. Alcuni giorni dopo Dmen'wo l'uno de' quattro, rifente un dolore Tordo alle fue cicatri* ci, elle divengono dure, fi rialzano in ricamo; in poco d'ora egli ha tutt'i fintomi delia Rabbia, come anche il nominato Cr/^, efi muoiono arrabbiati. Cauftot il terzo eh' era in camicia, quando crudeliffimamente , e Guiraud fua il lupo lo morfic al braccio compagno, che aveva quattro morficature al braccio oltre molte piccole , rifentono in quel tempo de' dolori alle loro cicatrici M. de Sauh che li vide due giorni dopo la morte de' due pri-* mi, trova in loro i fintomi forieri della Rabbia fubito fa ap:
:
e fopra tutto
,
il
braccio
fa
una dramma
per tr
fi fi
e mezza di unguento
mercuriale
ciocch
reiterare
appianaro*
riftabili; di
gior^
no
(r),fi
ammollirono,
il
dolore fini,
il
coraggio
e
dramma
;
mezza ogni
e gli
ammalati furono
perfetta-
mente
guariti
de Saniti Ojjerv, 2.
Ojfervazwne
II*
CXII. Un gatto verifimilmettte arrabbiato morde il fuo Padrone alla gamba fi ammazza il gatto , e fi medica il Padrone come i due uomini fopradettij egli non ebbe alcun male* Ojfer:
vaf.
4. pi alla diffufa.
imttiediatamente coil Veleno idrofobico cagione della fua gran denfit, che i miasmi acri e corrofivi di quefti veleni ne fono affbrbiti e inviluppati ? Non k per quefto meccanismo che fi cangia in fublimato corrofivo,, in mercu(r)
me
il
rio
dolce
e in
panacea L'Offervaiione
5?.
conferma
juefto
q^u
it4
E R
T A Z
N s
II.
Ojfervazione
jCXIII.
III.
cane
Una Dama di Bordeaux fu morficata alla che avea molti fegni della Rabbia ; ne ebbe
;
mano
efla
da un
ftefla
medefi-
ma
de' terribili
fu
fregagioni
colla
polvere, dopo effere fiata ai mare, e prefe i gufci d'oftrica calcinati; e fu giiarita , Lo Qffo ojjerv. 3. che fi pu vedere pi a lungo.
Ojferuax.ioie IV.
CXIV. Un numero
:
di cani furon morficatida un catie arrabbiato: alcuni caddero dopo nella Rabbia con orrore della bava , e con
pi prefe di Turbith fi diedero a quelli ed agli altri altri fegni minerale fubito tre giorni confecutivi in feguito, due o tre volte in un mefe; di due che avevano la Rabbia dichiarata , ne guari ^no avendo prefo il Turbith due o tre volte , il fecondo non avendolo prefo che una volta; e quegli a' quali non f ne diede affatto, fi morirono arrabbiati; gii altri furono prefervati daL la Rabbia. Si afficura lo feffo fatto di un'alU'o num.ero arKora^. Tran/. File/, de' 3. di Giugno 1735.
Ojfervazione V.
CXV. Una
te alla
figliuola di
crudeiraea-
polpa della gamba, la piaga effendo quafi mortificata, elun mefe ; vomila pigli il Turbith minerale quattro volte Un fanciullo di dieci anni fu morfo da un t , e fu guarita
cane arrabbiato che gli fece quattjo buchi alla gamba; pigli il Turbith (s) minerale, fu medicato col digeRivo, e le fue ferite
non
dofe falivare,ma prefi fette granelli per volta, facevano bere copiofamente i cani Quefla dofe , bench convenevole in 'Inghilterra e quella ancora che noi abbiam detta avanti ( CIX ) , febbenc prefcritta dagli autori i pi Saggi , troppo avanzata ; quella che M. JBertrand ha data da un granello & due^ fufficiente foprattutto in Provenza.
(s)
eh'
fei
fette granelli
di
Turbith minerale
fac-ea
S
rion ebbero ulteriori
U L L A
A B B
A*
Ibtd.
I85
un -giovane in et di diciott'anni fu mor. in un luogo, 'dove molti altri cani morirono arrabbiati; fei giorni dopo divenne malinconico, fu de^^ bole, ebbe de' triemiti , e de' fogni ; fud molto per 1' ufo del Turbith minerale reiterato per tre giorni in fila, alla dofe di
CXVI.
A Tamwort
ficato al braccio
da un cane
quattro granelli colla triaca, e con altre droghe fudorifere;,ed anper (quello rimedio la piaga f cicatrizza, d ancora del corpo
:
ed egli guari.
Ojfervaxone VII.
CXVII. Al mefe di Maggio 1744. M. Bertrand Medico di Marfiglia preferv dalla Rabbia cinque perfone per le fregagioni mercuriali. Quefti erano tre uomini eh' erano ftati morficati alla
e due femine che lo erano flato alla che un cavallo, che il medefimo cane avea morficato , e che mor arrabbiato : durante lo fpazio di tr giorni quelle cinque perfone pigliarono p. bagni al mare, ed avendoli terminati , M.Bertrand non trovando che la cavata di fangue e
mano
al
braccio
fpalla
nel
tempo
ifteflb
foffe
uomo
:
due granelli
di
Tur-
bith minerale,
ed un granello a ciafcuna femina ; tutti furono votati copiofamente per fopra e baffo egli le mife in feguito all' ufo della polvere di Palmario, ed un giorno si , ed uno n
fece lrofinare
alla
li
con una
e
al
dramma d'unguento
,
mercuriale
gli
uomini
femine tanto al braccio che alla fpalla per lo fpazio quafi d' un mefe fece riaprire le piighe, e le fece fuppurare il pi lungo teinpo che gli fupoffibile, mercecch tutti an goduta fino al prefente una buona falute..
le
:
mano
cubito
Ojferva%one Vili,
CXVIII.
nuovo
a
al
mefe
di
Maggio
i8(5
Dissertazione
:
II.
gio 1747- (t) medic uno fcolare,a cui un cane arrabbiato aveva fatte due piaghe alla mano, fecondo il metodo di M.de Sauh
colle
non ebbe
alcun
rifentimento
riferite
med
altri
dopo. Egli
minerale
fimili
,
cita delle
in
1744.
,
ejlratte
dal
James - Diz.
della
Med. T,
4.
fanciullo di dieci anni ebbe la gamba quattro luoghi da un cane arrabbiafo Se gli diede il
.
:
Turbith minerale, e la canfora a piccole dofi egli fa bene Il cane mori arrabbiato a capo di dieci giorni. Un gran cane era fiato morfo da un altro cane arrabbiato; la Rabbia lo prefe il Luned'i f gli diede lo fteifo giorno il Turbith dentro del butirro; il Marted e Mercoled fi reiter; il Venerd and a caccia. Un cane arrabbiato morfic in pii luoghi la cagna Spagnuoia dell'autore; ella fu medicata coli' unguento mercuriale, pigli quindici giorni in fila il Turbith a piccole dofi in qualit d'alterante. Ogni giorno lo bagnavano nell'acqua fredda, ed ella fu tfente dalla Rabbia. Altri cani morficati nell' ifteflb tempo dal primo, furono medicati colla decozione di quattro oncie
:
.u
limatura fina di ftagno colf aglio, colla triaca, e colla ruta ; elfi divennero arrabbiati nel d'i quindicefmo, e perirono. Un cane Irlandefe della razza del lupo, fi gett fopra la ragazza del fuo Padrone, la fcompigli, forf la fquarci, e fi midi
ma
fe
il
pij
volte
;
fi
il
fu-
ebbe a lafciare
,
che
del
per
aver
,
rlcorfo
all'
unguento
,
mercuriale
alle
pillole
Rufo
me-
Un
(t)
Domini di La^rme
SULLA Rabbia;
Un
ni
:
187
prima da un cane arrabbiato le fue ferite erano lividiffime: Turbith a gran dofe , e ftette bene Un altro morficato dall' ifteffo cane, non avendo ufato quello rimedio-, mori arrabbiato a capo di qualche giorno Si portato di Tunquin una polvere rolTa, della quale i Ginefi fanno gran cafo nell' Idrofobia ; ella comporta di ventiegli pigli del
. .
quattro granelli di cinabro naturale, altrettanto dell'artificiale, mufchio,da pigliarfi due volte in un mefe d'intervallo. M. Wrench , e molti altri in Inghilterra , ne anno fatte lo danno con un bicchiere d' dell' efperienze che fono riufcite
e fedici di
:
rifojO di altro. Al mercurio, ch'entra per le tre quarte nella compofizione del cinabro , bifogna attribuire principalmente la virt di quello rimedio Cinefe. Quelle oflervazio-
acqua vite
di
pi gran
numero
fopra quelle della Gina, non ci permettono di dubinon s' abbia nell' argento vivo un cosi gran rimedio contro la Rabbia, che contro il mal venereo, contro la rogna, e contro ahri veleni animali, che fi comunicano per lo contatto immediato de' liquori infettati. CXX. Nell'Aja la meta di Settembre 1741., il Gherico dell'
poggiate
tare che
Abbad'ia
in
et^ di
;
diciott'
la
anni
fu
morficato
alla
gamba da
,
un cane
de' dolori
della cafa
.
alcun- cafo
alla
Sent verfo
10,0
a quella
gamba
ci eh' egli
attribuiva al freddo ed
:
che avea fofferto qualche tempo prima da' 20. mefe fi fent ciafcuna notte de' tremori feguiti dal cali 26. fi accorfe che avea la voce afpra , lore , e dal fudore e eh' egli non potea rifolverfi a fciacquare i bicchieri, dicendo per eh' egli non avea del male ; egli aveva ancora affai mangiato la mattina, avea bevuto pure del vino. Li 27. non pot alzarfi dal letto, f gli trov la febbre; gli cavarono fangue; quando fi tratt di pigliare un brodo, egli non pot inghiottirlo che dopo molta pena , e dopo contorfioni , che forprfero tutti . A IO. ore di mattina egli fudava groffe goccia, cacciava in ogni momento una faliva bianca e fchiumofa in poca quanumidit
dell' ifteffo
:
tit;
iS8
tit^;
Dissertazione
avendo cacciato
il il
li.
tempo che
gli
:
trem per tutto il tempo che fu fcoverto giammai non fi era trovata una febbre pi forte , n un calore pi acre , che quefta gran fudata avrebbe dovuta temperare avendo riguardato nella bocca, non vi fi vide niente e l'ammalato dimandato f aveva del male alla gola, diffe che n. A quattr' ore della fera, bench egli foffe (tato fegnatodi nuovo ed aveffeprefo un lavativo umettante, i medefimi fntomi regnavano, e di pi era in una inquietitudine fpaventevole quattro perfone erano continuamente occupate ad impedirlo di fuggirfene Pregava gli affiflenti di non mandare il loro fiato fopra-di lui, di non lafciar entrare la menoma aria nella camera , effendone, diceva, molto incomodato. Verfo le due ore di notte la febbre, i fudori, e le agitazioni erano eflreme; egli minacciava di mordere ognuno, fputacchiando continuamente verfo la faccia di quelli che il ritenevano, non rifpettando che fuo padre. Aveva pure tutta la fua ragione r pregava Dio continuamente alcune ore prima aveva ricevuti tutt' i Sacramenti ; ed avendo morficato ,
taftavano
polfo,
:
ma
no
fenza ferire,
,
il
ma Unzione
iftefib
glie
,
ne
avea fatte
fubifo le fcufe
Quefto
.
gior-
Per quello pene orribili , del brodo che fi tratta dell' acqua , bench egli avelTe ktc e gran defiderio di bere, egli non ne potea, foflener la veduta . In fine verpigli
ma con
fo
e mori. , feguente, la Signora Abbadefl s'accorfe che una eagnolina che amava molto , e che la faceva
cafc nelle convulfioni
mezza notte
La
coricare a' fuoi piedi nel proprio letto , era in grande agitazione, e che da tempo in tempo le grattava le piante de' piedi co' denti la mattina ella trov quefta eagnolina trifta , e bagnata di fudore; avendola voluta accarezzare, ella ne fu morficata al dito indice di ciafcheduna mano ; 8. o io. altre perfone ne furono morfe nel corfo della giornata , ma tutte in luoghi coverti, e non vi furono che le fole ferite della Signora Abbadeffa ,
:
dalle
quali
ufci
fangue
,
Rabbia
8.
Finalmente quef'a cagna diede tanto che furono obbligati di ammazzarla. Si giorni in qua quefto animaluccio era tri.
cattivo
umoresche
aflaliva
tutt' i
SULLA Rabbi
coli
eh'
a.
18^^
entravancj
nell'
Abbadia
fi
che
le
,
niente.
trizzate
La Signora Abbadefla
:
determin
,
quando
efla
parti
erano cicaquaft
di calore:
ma
vi reftava
un dolor fordo
,
che
fi
edendeva
fino
alla
met
,
d^l braccio
e quefti
con- qualche
fi
fenfazione
fuochi
facevano fentire
gambe
la
in
,
mare
eh' ella
le
pard
fart-
la piaga della
mano
i
deftra
fr
riapr
i'
cacci rtiolto
gue;
ci
dolori e
va. Quelli d'elle altre parti difparvero ancora ; ma noi eflendo che fopiti nella mano manca, alcuni giorni dopo quelli fi rirfHovarono, e fi accrebbero confiderevolmente . Il Signor Giberf, Medico di raro merito, e' che unifce una ^ran fagacit ad una efperienza confumata , fece delle profonde riflefTioni fopra quefH
fintomi,
che fecondo
iriolte
erano" i
e che
elTer congelato ed' arredato dentro" la piaga;, sviluppa e non palfa dntro al fangue che verfo ii quarantefima giorno , e che in tal guifa notf era impoffibile di diftruggerlo prima che non fi fofle fparfo. Per quello effetto egli
veleno doveva
non
fi
f applicare
levata poco
tempo dopo,
pietra,e'rcauterio fopra le cicatrici; l'efcarafatta fu e fi fecero tutto all' intorno con una
fi
fece
ufcire
molto
fat-
gue; e giudicando che T argento vivo poteva bene diftruggere un veleno , il quale eofti il venereo attacca la faliva , egli fi determin a caricare il digeftivo di molto unguento' mercuriale"
medicare hhho quefte piaghe . Il fucceffo fupoich lo fteflb giorno i dolori ed i , fuochi fi calmarono f e 2'. o 3; giorni dopo continuando quefti medicamenti , tutti quefti fintomi difparvero intieramente', dopo che per non tralafciar niente , non lafci di Far prendere fera e mattina, per 12. giorni mezza dramma de' gufci delle oftriche
eoii cui egli fece
per la
fua
afpettativa
e d'ordinare
il
fiero,
e le
rinfrefcamt
Finalmente'
il
quarantefirao
giorno
venne
ipo
Dissertazione
,
IT.
fenza accidente
e la Signora Abbadeffa
e.
infinp a
queflo giorno
abbiamo detto, che il veleno de4Ia con tutt'i velni animali ( XLI ); ma col venereo, che cogli altri. I. Il venereo e l'idrofobico reftano qualche volta nafcodi ne' corpi per lo fpazio di anni intieri. II. Il venereo fi prende per li liquori feminali o per la faliva, e avendo covato lungo tempo nel corpo , egli infetta di nuovo i liquori feminali , e la mucofita della gola e del pal'idrofobico fviluppato nel corpo , porta molto fulla mulato
Tegue da ci che noi
affinit
:
Ne
non
lafcia
di attaccare
liquori feminali
almeno
to
tutti gli
fiflato
fintomi poflbno farlo fofpettare, III. Il venereo tannon incendia il fangue ; ma in cambio egli infetta ,
umori
il
linfatici:
agifce
fopra
fangue, e
;
fi
riproduce nel'
la mucofit
ci
:
della gola
ambidue proc^ucono
de' dolori
reumati-
quando inveterato , l' idrofobico quando recente, tuttaddue fono un poco coagulanti , e un poco corrofivi.
il
venereo
bagni
IV.
ti
reiterati
fanno
;
fovente
difparire
tutt'
fintomi
efterni del
mal venereo
anno ancora qualche volta calma. veleno del mal venereo s' infinua luneffi
gheflb pel
vi
fi
fiifa
tratto dell' uretra fino alle veffichette feminali ; e fovente fenza paflare pi innanzi per lo fpazio di pi
mefi che dura una gonorrea: quello della Rabbia non cfce dalla piaga prima in circa 40. giorni , non oftante la luppurazione V. Finalmente l'uno e l'altro intieramente diftrutto dal mercurio ; e dopo molte ricerche ignoro che quello rimedio fia an.
cora mancato
dichiarata
,
quando
la
la
Rabbia
s'
era
ci
che verifica
felicemente
predizione del
Gran
ftngular't
Apor.
114^.
DIS-
DISSERTAZIONE
SOPRA IL MECCANISMO MOTO DE' MUSCOLI E SULLE QUALIT' DEL FLUIDO NERVOSO
DEL SICjNOR
FRANCESCO BOISSIER
B E
S
AUTA GE
lH
MEDICINA
MICHELE ATTUMONELLL
T A VMATERIE DELLE
'TRATT^ft.TE IN QIJESTA
TERZA DISSERTAZIONE
D.
Moto
'Efifiz'toni
de termini
.
Ntina.
fipo
.z
Struttura de mufcol't
de" mufcoli.
V
il
iv x
xi a xiii
moto de mufcoli
de mufcoli
7iel
Cagioni
fenomeni del
,moJ:o
fangue
.
.travevfo
d^
XXXI, e xxxii xxxiii, e xxxiv Celerit del fangue nel mufcolo, xxxv a xxxvil xxx vi li Infufficienza del fangue per produrre queflo moto. Prontezza de' movimenti. xxxix
Colore del mufcolo in contr.a^onc
Infuffcienza della linfa nervofa.
.
XL
'
Forza.
"
Durezza
del mufcolo
PJilaffamento
L
LI a
LV
forza
de' mufcoli.
LVI
Gxvj
fpj
rs
RTA Z
de termim.
ON
SOPRA IL MECCANISMO E MOTO DE' MUSCOLI E SULLE QUALIT' DEL FLUIDO NERVOSO.
Definizioni
^^^^'^^Jf^
^'%v^'^|e^,^ 1^ ^ o ^ "^ o f^, I f /^
^^^-o^s-^f^^C^
chiama murcoio un
i
nofi,
quali
raccorciandofi, fervono a
muo^
.
vsre le diverfe parti dei corpo animato n. Tutt' i mufcoli comporti dquefi
fila-
addo.mandati fibre, fono cedevoli, ma elaftcii , roffi nel mezzo, e bianchi nelle loro '^'i'^^^'^^y^ eftremita, e quivi prendono il nome di fibre
menti
tendinofe o apeneurotiche . QueRe fibre poi fon cinte da una guaina procedente dalla membrana cellulofa o pinguedinofa, dalla quale tutto il mufcolo rivefiito . (i) III. I mufcoli fiano per lo pi divifibili in pi falcetti , f.,
mezzo
di
pi
grof-
B
(i)
b
il
i.
capo chiama,
to dapoi punto Jffo , il i<entre o fia il corpo , e la coda o pure il punto mobile Le tante fibre e fi.brille dalle quali vien comporto padaun mufco.
Jp, non fono arteriofe, ficcome era il ientimento di Galeno, quafi che vi pofTa fcorrere dfl fangue ro0b di dentro , avvegnach molte fibre del ventri.
Dl5S.ni. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, Ciafchedun farcetto fi fuddivide in fibre , e eiafcheduna fibra in fibrille , o filamenti capillari . Tutte quefte parti confervano la generale architettura del totale , quando il mufcolo femplice ; ma quando quefli mazzetti di fibre fono difpofti % due o tre di quelli fafcetti divergenti , come ne' mufcoli bicipiipj^
.
fa
ti
tricipiti
no
feparati da
di
quelli
fafcetti
fo-
ne' digaftrici;
quando
parimente quefte fibre fono difpofte a foggia d penna ordinate ad un aff , come ne' mufcoli penniform ; o a raggi , ed a venmufcoli fi dicono coni-' taglio j come nel diaframma ec; quefti
pofti.
IV.
le
mufcoli
V. Oltre le fibre, che fono la parte principale de' mufcoli ^ non ve n' alcuno che non riceva nella fua coinpofizione, delk
ar.*
triclo
e degl'
lol-
Intefli
nere nella
foftanza
dimoftfan noh conteche paiono bianchiccie alcun fangue i Molto' meno da credere che le!
,
nervofi
no
in
Verun luogo
,
le
fibre
nervee
.
dovunque
,
ftictioli
vedefi egli
contrarre
difomiglievole la
innumerevoli fiAn quiftionato dimolto i Nototrette fi dividono a guifa del mufcolo fieno le medefim:! mifii f le fibre che compongono ciafcherlun mufcolo che quelle che formano il tendine: e^l famofo Albino accuratiffimo Scrit^ tore modernamente difefe , che la fibra ificffa j carnofa divenga e tendi- nofa t altra difcrepanza vi pafla, che il tendine pi fitto e pi fortCj ma a-> l quale pi molle, roflfigna , e tenera fi ravvifa , che la carne menduni aventi la medelma fuftanza . Alberto Mailer allo incontro pogdini
,
benanche in
giato a quel fuo fiftema, che i tendini non ricevono i fili la carne, che non an forza irritabile come le fibre carnofe,
"diverfa fia la foftanza dell'uno
nervofi
fi
come
credette che
veruna difficolt
mi
,
lalcer
Querto fiftema lafciamolo crementre io fenza fcomodo e fenza perfuadere la fentenza di Albino , che ha
e dell'altra.
j
avuti pi feguaci
meglio
fi
ip$ E SULLE aUALITA* DEL FLUIDO NERVOSO. delle vene, de' nervi, ed anche de'vafi linfatici; e quefto amma^ffo tutto infie-me capace di accorciarfi , propriamenLa membrana cellulol^ verte immediatamente te il mufcolo Da quefla partono tutto il mufcolo, e quivi fpeifo adipofa Q lamine, :Che penetrando il mufcolo producono la divifioiie de fafcetti, e delle fibre mcdefime di elTi , divenendo quefta membrana fempre pi fottile, fino a perderfi in filamenti cellulofi,i c|Nuali cingono le fibre,5 e inicme le collegano.
arterie
,
,
j,
,.
VI. Tutt'
vafi
to
la
membrana comune
divengono
ed
,
efterna
dove
formano
nell'
de'
comde'
ma
infinuandofi
interno
capillari
membrana cellulare,, dopo aver formata una fpecie di rete ad angoli retti e molto fottile , le arterie fi murano in vene , quelle -tornano fuori dal .mufcolo accanto appunto alle arterie I vafi linfatici ancora fanno la che vi conducono il fangue flefTa gita , ma non fi trovano facilmente che ne' mufcoli dei
.
collo
effi entrano indifferentemente ne' In quanto a' nervi mufcoli da pi parti., e nell' entrarvi perdono la loro pi forte membrana. Si dividono quefti pure in filamenti capillari, difiribnendofi per tutta la teffitura del mufcolo , dove aflai preRo fi riducono impercettibili,, e incapaci ad effe-r altrameati ritrovati" tuttavolta la fenfibilita di ogni fibra carnofa , venendo punta o irritata., ci manifefia, che quelli filamenti nervofi traverfano,
VII.
penetrano
Vili.
e le
tutte le fibre.
fiotto
fenfi
il
raziocinio,
non poche altre cofe, le quali fono in gran parte arbitrarie , o veramente imma ginate per favorire un qualche fiftema Cosi appunto fi pu di-,
re de'
vafi
de' freni
nervofi
regolar-
gonfiamenti ovali de' vafi fanguigni, e delle cellule bislunghe delle fibre motrici e de' filamenti nervofi. IX Si poflbno anche nettere in quefta categoria i globetti del fangue pieni di un' aria elaftica ; i liquidi eterogenei fuppofti tanto nel fangue, che ne' nervi, e che fono flati creduti capaci
trafverfali
de'
mente
di
la
materia
fottile
del
Car-
ip6
DlSS.III.
SUL MECCANISMO E
MOTO
DE*
MUSCOLI,
altri
foftitui-
X.
Un
tempo
moto
de'
mufcoli
e de'
loro
fenomeni. Prefcntemente
;
accorgiamo quanto elle per tale effetto fieno deboli ma non potendo fpiegare tanti mai'aviglioli fenomeni , fenza far capitale di qualche fuppofizione , altro non fi defidera j che di potergli fciogliere con minori fuppofizioni
ci
Moro
Xr.
I
rs
mufcoli
mufcoli fono dotati di due forti di contrazione mofi raccorciano; una la contrazione elaftica, l'altra la contrazione vitale, o propriamente detta mufcolare. Da que(le due forze feparatamente , o congiuntamente , unite alla grato, per cui
vita ed impulfione efterna
^
dipendono
moti
di
tutte le noftre
mente
li fanno diftinguere. Allorch fi piega volontariacapo in avanti, certo che il principia di quello moto confifle nella gravita medefima della teda I mufcoli deftina-
moti
il
ti
re
Nello fpiegare i Medici l'intralciata funzione dell' azion mufcolaan formato uno fterminato numero d' immaginarie invenzioni o di Ordigni a lor piaciniento Tutte queRe ipotefi poi non feriza ragione da altri gentiliffimi autori fono fiate meffe in dubbio, o piirc derife , o nofi
(2)
, ,
.
accettate, Daniele Bernouni avea creduto, che le fibre trafverfali nervee che fono variamente intagliate , cngendo ftrettamente le fibre mufcolari , che la ne formino tante veffichette. Alfonfo Borelli ftim pi proprio macchina mufcolare rettamente s' intende nella contrazione de'mufcoli fatche pi rigonfie, epicrtq, ti al di fuori a guifa di figure romboidee ,
,
diveifiero
Il
dottiffimo Keill
,
^e mottt mufculorum
me
che
time borfette
quelli attrago veflichette giugnendo gli fpiriti animali gonfi fortemente la detta eroda fanguigna, e la unifcono a loro feffi^ laonde l'aria liberata, fi dirada, e nafce quindi l'azion mufcolare. Quando poi il fangue e gli Ipiriti fanno un nuovo invoglio , o facchetto da chiudere e refiriiigcre l'aria un'altra volta ; allora fi d fine all'azione del mu-. fcolo Taccio altre ipotefi
,
^
,
ti
Ip7
e
altro
non fanno che moderare il di lei abbaflamento. Non fi pu negafe, che anche anteriormente agivano ^ febbene non ce ne accorgeffimo; ma la loro azione eifendo graduatamente diminuita, perci fi fono slentati , e fi fon refi fufcettibili di allungamento,
il mufcolo buccinatore d' uno de' lati tagliato, vede quello dell'altra parte contrarfi,e tirare verfo f le labbra, fenz;a che l'anima vi abbia influenza veruna; in quello cafo la contrazione elaftica la fola che agifce , non avendovi la mufcolare parte veruna; e quella contrazione elaftica ha luogo tanto ne' viventi , quanto ne' morti di corto tempo, XIII. Ma quando un mufcolo , i di cui antagonifti non ceffando di agire , alza un membro contro la direzione del pefo, o fi contrae a difpofizione della volont,, o pure conformementa
XIL Quando
fi
rilaflato,
a qualche
neceflit
che
la
paflione faccia
fentire
allora dive-
nendo quefto pi gonfio e forte, a raifura che maggiormente Ci fcorcia , agifce e fi muove di una maniera tutt' affatto diverfa
da quella che porterebbe la gravitb., 1' elafticita , o l'impulfa fleriorey e quella la vera contrazione mufcokre-Principio da cui dipende
il
6=-
moto demufcoii,:
XIV. La contrazione de' mufcoli dipende d un principio che manca ne' cadaveri Non fi potr giammai provare , che il tremolamento delie carni, dei cuore di una ranocchia non^ fia 1
.-
namento violento
ziorie
fia
delie
,
promoffa e meffa in azione dallo slonta' part, dal freddo dell'aria,- dall' evapora;
degli
umori
^
o veramente non'
,
l'effetto
della impulfione
della Comprefione
dello ifrofi>
namento
elettrico
E' neceffario pertanto confeflare effervi de' cafi , ne' quali fen> za pruova veruna fi prefume , che alcune parti feparate dal totale che componevano, reftino private di vita ; ma fi dovrebbe effere pi rfervati fopra tal giudizio , da che fi fa , che varie
porzioni
d' infetti
che
in
elfi
quefta
in altri
ani'-
mutilazione di membri
iftelTo
effetto
che fa
^pS
DlSS. IH. SUL MECCANISMO E MOTO DB* MUSCOLI, animali la feparazione dell'uovo, o del feto dal corpo delle lo ro madri (3) XV. I moti mufcolari , de' quali l'uomo ha in f il principio fintanto che vive, fonodidue forti, come lo fono le fue azioni (yVolJif Theol.P.L): quefie fono, o naturali, o libere Libere fi dicono quelle che fono determinate da una cognizione del bene^ o del male , che ne viene dall' effettuarle , d' onde ne nafce un atto volontario per efeguirle . Naturali poi fon quelle che vengon determinate da una idea confufa del piacere , o del difpiacere che ne pu rifultare ; e quella idea, e pi fpeflb ancora X
. .
alTuefazione
oT appetita
fenfitivo
a produrle.
XVI. La maggior parte de'noftri moti fono .midi , o fia che tengono del naturale, e del libero; ma varie circoftanze ne rendono alcuni arbitrarli, altri necelfarii Quei che mantengono la vita e l'integrit dell'uomo, e che fon neceffarii ad ogni fecondo, a ogni minuto, o in ogni giorno della vita, non fono ar.
bi.
animali forniti come noi di fangue , di vafi di fibre atj? (^') no le fenfazioni , e '1 fentiraento, che poi il manifeftano merc de' moti cfteriori ma fa meftieri , che vi fia ancora nel corpo organizzato un centro folo , od un appoggio, dove pofan finire e ridurfi Tutte le fcofife; e q^uindi tutti quei viventi che nci--fcymano un tutto perfetto ed un armona di parti come nell* uomo e che all' incontro anno pi centri diverfi , non fono cos fenfifivi. Ci chiama qui quell'importantiflimo fenomeno de' polipi del Trembley che comunque tagliati , feguono a vivee non anno fponre, anzi crefcono a gai fa di pianta , poco lentono dopo le pii diligenti onervazioni fi contanee mozioni Il perch chiufo , che quelli detti polipi altro non fieno, che tanti corpi membra^ nofi , che non contengono organi di animali, bench digerifcano il cibo^ ma che quei granelli che fono al di dentro ed al di fuori appiccati a
Tutti
gli
quella
membrana
,
al
certo
fon
tanti
piccoli
^
animaletti
quali
di
Ja feparati
avviene che confur mano il cibo, che amano la luce , e che moftrano godere uno bench fcarfo fentimento Medefimamente alle lucertole, ed alle vipere, f fi recida qualche parte del corpo , non perdono efle la vita , Lo fieflb dicafi delle vefpe , delle tartarughe , de' pefci , i quali perch fi allontanano
il
e quinci
an poca fenfazione
bel fuggetto preflb
fervazioni
ffelta
fu
quefto
il
Natura,
E
bitrarii,
Ipp
fuorch negl'intervalli di quefti fecondi, di quefti minati, e di quelli giorni . Tai moti elfendo fofperi pi lungo tempo, come accade nella refpirazione trattenuta pi oltre di due
minuti, facciamo
la
gli
vita;
ma
tempo
di
qual-
che fecondo anche fenza penfarci * Lo fteflb accade dello fgravio de' flati, o degli efcrementi, del mangiare, e del bere In quanto a' moti indifferenti alla vita, quefti fona comunemente arbitrarli;
ma
fono abituati
come
'1
fer-
ed anche
fenza volerli
ritrovali
il
defiderio di efiftere^
e di ben efiftere, ed un' inclinazione invincibile pel bene, vero , o apparente * L' appetito del piacere, e 1' averidone del dispiacere
,-
fono
i
e di
tuttiquanti
moti mufcolari
i
attivi
per
rapport
a noi
mede-v
fimi,
non elfendo
pafllvi
,
prupriarncnte
,
Le
che confufe
nazioni, e infieme
ci rifleffione
.
noftri
moti
nervi fono l'organo delle noftre percezioni a idee j di maniera che i nervi di una qualche parte' fono affolutamente incapaci ad eccitare quefte' percezioni, la medefima non
i
Ma
riceve altramenti
ralifia, della
XVIII.
moto veruno; tale il cafo della perfetta pafmcope, e della morte: (4). nervi fono deftinati a trafmetter le impreffioni
del-
un^ (4) Comecch quefa ^ che qui tratta il Signor de Sauvages , materia di troppo diffidi digeftione, non fi debbono efigere da me dimoE quivi flrazioni evidenti in quello che far per dire in quefta nota
, .
fi
vuole
come
feguire
le
,
forme
acci
fi
pili
bel
filo
di difcorf
de'
pof-
La
,
diftinzione
moti in
lier
b vo*.
lontarii, in naturali o
i
Medici
ed in mi/i^elh viene' ftabilita da tutt n occorre che tal punto pi a lungo il replichi qui , Gi fi
macchinali
tutt'i moti li za apparentemente , e non davvero ne ; ma dall' altra banda fi dee dire He si lievi 5 che poffon fervirc pi
ammettono
efli
203
gni
.
DiSS.III.
Servono
bifogni
,
ancora
trafmettere
moti, relativamente
a'
Boftri
mutua
corrifpon-
denza il ligame della vita, perch 1' azione mufcolare ferve a prendere tutto quello che ci neceflario , come fono gli alimenti, a cambiargli in noftra foftanza , ficcome a difenderci da quanto ci pu nuocere, ed a mantenere la noflra efiftenza , e il noftro bene ftare; e tutte le noftre corporee azioni dipendono da queflo . Niente adunque per i' uomo vi di pi degno, che
indagarne
il
meccanifmo.
sbadigliare la gente diftppa'ffiona'ta, f ardiflero elle di apparire to. Intanto niuno potr niegare , che il moto del refpiro , o
a
fia
mercail
mode'
vimento
mufcoli
il
del diaframnia, e de' mufcoli dell' addomine , come anche motori delle corte , noi? fieno da noverarfi fra' moti mirti .
del cuore
fia
,
Che
per certo , a tener cuore dal continuo movi mento fuo , come pu far ceflare le mani mentre fon in moto in fine che quefti altri moti liberi fi .diano, e dipendano dalla volont nortra , niuno oler piegarlo allorch fi rifletta ; che V appetito ragionevole egli nafce dalle diftinte rapprefentazioni delle cofe , lo che in noi fi fa merc l'intelletto j che quanto maggior bene V intelletto manifefta , altrettanto pi fortemente v' motivo di defiderioj ed ancora quel-
moto
iiaffi
quando
fi
confideri
il
Ma
ragione rapprefenta come un bene , delle volte il fenfo e 1' im. Quindi la volont non pu il dimrtrano come un <male effr forzata da erterna cagione ad agire , quando fecondo le rapprefentan1' anima quella che determina f medefze della ragione ella defidera Perci la libert ella una facolt deli' ma , e fpontaneamentc agiice ente intelligente di eleggere fpontaneamente traili molti poffibjli o conDa ci fi rileva che i motivi di tingenti , ci che giudica effer ottimo In quel'olere non tolgono la libert , ma s bene pofTono rtar con lei
lo che la
maginazione
che realmente debbanfi ammettere o fi? in noi , oltre de' moti mirti e naturali , benanche i moti liberi Ricca miniera eh' che r anima s' uniC:;e a quell' oggetto che a lei piace quefia di dottrine buone , e lu di cui dovrebbon i giovani Medici anche nella lor focofa et , pofarfi con maturczza , acci pollano ritrarne
fta
guifa
panni
che
refii
dimortrato
dalla
Natura
,
Perciocch
le
idee
ammontate
1'
una
full' altra
^0
201
XIX. Poffiamo
mufcoli
1'
come fono
La be , e della lingua , quando fi fieno a tal moto efercitati volont quella che determina tutti queii moti , e li regola riguardo al tempo, o alla durata , e alla forza della quale fiamo capaci , come pure rifpetto al numero , ed all' ordine delle contrazioni mufcolari. XX. PoITiarao ancora accelerare, o ritardare per utt certo tempo il moto di quei mufcoli, l'azione de* quali folamente d tempo in tempo neceflaria alla vita , purch quefte mutazioni per altro fieno limitate agl'intervalli preferirti ( XVI.) , e che
da noi
durle
.
fia
fiata acquifata
da infinito
li
tempo
refti
la
facilit
di
efe-
determinato a pro-
confufa d' u'n male , abbiamo una inclinazione invincibile per quel che ci partorifce un gran bene; la pafhone pu accrefcere, o diminuire de' movimenti divenuti per le cir-
Una
pafTione
fuppone la percezione
di
un bene
meno intereffanti, per eccitarne o accelerarne alcuni altri pi allora necelTarii. Quindi che la collera accelera ed inalza i movimenti del cuore per animare tutti gli organi neceil'arii alla
coftanze
noftra vendetta
,
e fa trafcurare
il
per
lungo
il
tempo
le
funzioni
meno
urgenti,
come
mangiare, ed
bere,
XXJ. E' certamente un errore il prendere per automatici quei moti che fono determinati nel' uomo da un principio che fente
i
fuoi bifogni,
che
li
varia a
norma
proporziona alle fue forze, ed alle fue inclinazioni. Una macchina inanimata pu ella mai fare de' movimenti , che non fieno prodotti da delle impulfioni di agente efteriore ? Pu ella variare nel cafo non previfto d'una minaccia, d'un filenzio inli
giuriofo, o
riarfi,
d'
una mancanza
di
dovuto
rifpetto
Pu
ella
infu-
e piangere
come
fanciulli
nell'elfere
abbandonati in una
gli
non conofcere
par
automati. La
ceia
cieca
ammirazione che
il
volgo ha
201
cefla
DrSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO De' MUSCOLI imuiantinenre quando riconolce le molle, dalle quali
^
tali
e quefta
pu effer riconofciuta dal rapporto che trovafi. tra efla e quello. Cosi l'armonia, che fi trova tra le noftre azioni mufcolari ^ e le nollre inclinazioni ( che non effendo manifefte o avvertite, fi confondono colle nollre neceffitk e paffioni, ed effendo diflinramente conofciute
conofcere
il
principio, e la caufa di
,
pio quello
ne' cadaveri,
che
chiamano- nofre volont ), ci dee far tali azioni. Q^jeffo princifecondo 1' offervazione del Borelli manca
fi
,,
ne' quali
la difpofizione
degli organi,
per un qual-
da
le forze motrici..
XXni. L''uomo pu
omero,
nelle fpazio di
1'
un minutO'
parte
inferior
del" braccio
fecondo pieverfo T
e in queft' azione il mufcolo bicipite fi raccorcia incirca a tre pallici; ficch fatta da otta volte quella gita, tra lo
fcorciarfi
e
il
diftenderfi,
fi
o mifuri uno
un minuto fecondo.
XXIV. Se la mafia che vieft mofla da quelF azione far di quattro libbre, quella forza fi rende uguale a quattro libbre pefo che cada dall'altezza di quattordici pollici in circa, ovvero a un pefo di /^66.. libbre che cada dall'" altezza d' un piede;
e ficcome la forza ordinaria dell'uomo, la quale non pu efl'ele aumentata da macchina veruna, i fettanta libbre in- cii'ca portata ali 'altezza di un piede in un minuto fecondo, la forza che efercita allora il bicpite la decimaqunta parte di tutta
intiera quella forza, che un artefice aifuefatto ad impieg.ire. Bernoulli Hydro:^y}rtm, num. 5.. e
ordinariamente
p..
XXV. Non in potere dell' uomo augunientare la mafia del fua braccio; pu per altro caricarlo di maggior pefo, ma allora noi potrk mai muovere , f non con delie celerit proporzionata-
203
tamenre minori. In que(ii limiti pu anclie variare le celerit a fuo talento, e pu fofpendere ; reiterare a fua voglia queft moti
(5).
Scorcame?to del mufcolo.
fi
contrae,
fi
abbrevia, o
fa
,
sfor--
d'un terzo in circa della fua lunghezza e della o meno, a norma dell' intenGtk di queflo sforzo ta eh' ei trova a poterfi muovere.
-,
pii
facili-
gonfarnemo
tk'l
mufcolo fi muove, muovafi anche con fanoniafcia di gonfiare nel fuo centro o corpo, ed a proporzione della lunghezza che perde , cr^jfce in larghezza e in profondita. -La fleffa malia, che di lunga divenuta sferoide, non occupa perci uno fpazio maggiore. La pelle che
XXVII. Quandi)
il
cilita
e fenza sforzo,
Ticuopre
il mufcolo impedifc il giudicare dei fuo fcorciamento , onde giudicandone dalla larghezza aumentata , fi crede che ingrandifca, ed occupi maggiore fpazio, XXVin. Pu anche accadere, che quello gonfiamento z mu-
fcolo il faccia comparire pi groffo affolutamente di quello che avanti appariva , bench poi il volume effettivo fia realmente minuito , perch il gonfiamento apparente alcuna volta mag-
C
(5)
.2
D'
Le
oflervazioni le pi
i
comuni
mufcoli ne'lor movimenti, tanto f fi conlderino gli animah, ponga mente agli uomini. QLiando un corridore ienza freno fi
fugge, in
-volte la fua
corre quanto tre d' una met d'un minuto fecondo, lunghezza. Or quale velocit di contrazione ne' mufcoli farem per dare a barberi sfrenati ? Lo fteffo rileveremo quando fi rile lepri anno i cani levrieri .quando corrono flette alla velocit che nelle lor fughe, ed ancora gli uomini medefimi . Da coloro che con rifi pretende, che un mufcolo fi pu -contrarre in mefieffione calcolano no d'un n:iinuto terzo- Io che vorrei , che per lo appreflb fi te/.eue .
meno
-,
snente
>
204
DlSS.III.
SUL MECCANISMO
E-
MOTO
de'
MUSCOLt,
XXIX.
do
il
allora,
dovr conclufi minore; ma f remeremo accertati che l'acqua non fi fia alzata punto, refta evidente , che dal braccio non fi far partito fluido alcuno, fenza che almeno non ve ne fia per altra via rientrato altrettanto. Il mufcolo contraendofi, fpreme u^^?^ porz.ione di fluido^ ma certamente^e fcaccia meno di quello chs d' aftronde gliene vien riconfiafi
abbaflata^
fatto
volume
del braccio
fi
la
dotto
rienza
grandiffima ^vecauzonp, ho reiterata quefta fpeed ho concepito per giulliflma la confeguenza che ne avea dedotta il Gliflbnio , cio , che nell' iftante nel quale la
,
XXX. Con
ma
contrazione comincia a farfi, il volume del mufcolo diminuifca; che dopo qualche fecondo di tempo , l'acqua al/.andofi per gradi, il volume del mufcolo ritorni Io fteflb , e finalmente anche maggiore di prima.
Efperienza, fui pftjfaggio del
fangue
a travsrfo
de''
mufcoli
XXXI. Nel cavar fangue a qnalche oerfona dal braccio, fi offerva molto fpefb che facendole frequerrrem-^nte afficolare e (Iringere il pugno , il fangue eh' efce dalla vena fpilla con pi forza o fia , eh' efce in egual tempo maggior abbondanza , che a pugno fciolto; molto meno poi n'efce a pugno fempre pil
,.
ugualmente ferrato.
XXXII. Combinate
re, che
il
ga da
* che
gioif
effi
quelle ofifervazioni , ^i pu da efie dedurfangue nell' iftante del'a contrazione de' mufcoli venrapidamente foremuto nelle vene , e che paiimente n*
cfca pi di quello,
nel
dalle arterie;
rilalfamento confecutivo
meno
f la
di
refiftenza
vi
fi
fcavichi
in
magpaifa-
abbondanza;
ma
pochiffimo fangue pu
il
20$ mu-
fpremere nelle vene, effendo impedito in parte alle arterie poterveio fcaricare: quefto per non impedifce , che il fangue arteriofo non fi accumuli e crefca nelle arterie fino a fare aumentare il volume del braccio ; tanto pi , che lo fgravio del
fcolo
il
refla
diminuito
XXXIII. OiTervato
vo
e
il
colore di
un mufcolo
in
un animale
vi-
fcoperto da' fuoi integumenti , non fi vedrk fenfibilmente variare di colore, tanto nella contrazione che nel rilafciamentOj
o inanizione, quando per non fia un mufcolo voto e trafparente, come lo il cuore del)/?. -anguille, il quale comparifce molto pi roffo nella fua diaftola,e pallido allorch
elfo
il
fangue da
fcagliato fuori, o
fia
maggiore,
minor dofe
do
di calore
guerfi in altra
{6).
LV. Per l'iilantaneo abbaiamento dell'acqua nell'efperienza del Gliffonio, mi parfo che il volume de' mufcoli nel con'
XXX
diminuifca ne' primi momenti di un decimo , febbene una mifura non fi poffa dire fiata prefa efattaraente . In quella fuppofizione neceflario eh' efca dal mufcolo quella quantit di fangue che concorreva a fare la decima parte dei fuo volume ; ma il mufcolo contraendofi con una celerit di due piedi per fecondo , bifogna dunque che il fangue fia fpinto fuori del mufcolo con quella celerit appunto, o poco di verfa, quantunque ei ne debba perdere una porzione nel fuo cammino per le vene , a cagione deli' inerzia del fangue antecedente .
trarfi
tal
{6)
Una
l>ella
fcelfa
di
offVrvazon
fu
di
tal
punto
che
ne'
for-
ftato
^do
ed
inculcato
libri
fi^ potrebbe ben fare da quefl' opera di HaHer che comprende, una , aione di fperienze fullc diverfe parti irritabili.
colle-
205
DlSS.III.
SUL MECCANISMO E
Celerit del
MOTO
De'
MUSCOLI,
.
fangue
nel mufcolo
ranocchio nelSignor Hales di un novaatefimo di pollice per fecondo , che viene ad effcre 2160. volte minore tlella celerit colla quale un mufcolo fi contrae , e che Ipreme il fangue dalla fua teffitura, o fia dal fuo corpo. Se i globetti del fangue fon tutti di un diametro uguale tanto nel topo che nell'
celerit del. fangue ne'mufcoli del la inazione
,
XXXV. La
parfa
al
elefante
fecondo
le
offervazioni ^i
Leuwenoeck
e f
paflano
ugualmente uno
verifimile
fieno
del
sfilato
ze de' pi pccoli animali, conie ranocchi ed altri, comuarifce come le ultime arteriuzze dell' uomo e del ranocchio
medefimo calibro , e che-i! fangue vi fcorra collo nel tempo della quiete de'mufcol , e che con celerit uguali (a fpinto o fcacciato ne^ moti mufcolari , operando quefte azioni ugualmente rapide> XXXVI. Il fangue dell'uomo nelle pi grandi arterie non cammina generalmente con celerir maggiore di quella di un mezzo
feflb
moto
piede per fecondo, perch quefto lo fpasio prcfb a poco a quello che neir arteria aorta pu occupare il fxngue fcagliato , e contenuto dal finillro ventricolo del cuore Dunque quefa celerit preffo a poco la quarta parte di quella , colla quale un mufco.
lo
fi
mificazioni
faggi
,
fi
rallenta
in
fia
delle divifioni
XXXVII.
verifimili,
ta la
il
norma
di
che
fon
molto
fangue -arteriofo non pu imprimere al venofo tutcelerit eh' egli ha all' ufcire dal mufcolo contratto ; dunegli
acquifia
deb-
celerit colia
quale
contrae
il
mufcolo me-
Jtjfufficenza del
XXXVin.
che
il
Dalla fuddetta proponzione fi pu inoltre dedurre, fangue non fia il fluido agente de^moti muicolari , e che per
20/
vi
fia
neceflario
u
,
fluido
il
quale Tr
muova
alternativamente
o gonfiarle,, tanto pi dovr rallentare il fuo moto, e per confeguenza renderfi Tempre meno capace ad efeguire i det-, ti moti ne'mufcQi.
Pronte-^^^a de* movimenti
XXXIX.
tario, o
dini
fia
la
Prodigiofa veramente la prontezza del moto voloncelerit colla quale quello moto ubbidir agli or-
della volont,
aliai
muovendo
noi
.'f-'lla
ftefla facilita
prontez-
za le palpebre
piedi che da feflanta volte ne fono pi di quelle lontane. L'efecuzione d quefti moti iftantanea , quantunque per effer ultimati vi fi richieda un qualche tempo Bifcgna dunque che il
.
fluido efecutore di
quefti
moti
,
il
fuono
XL. 1/ acqua
meno
glutinofo
fpreme dalla midolla fpinale , e dal cervello; la celerit di efla relativa alfe forze che la fpingono,e fi {a. che nell'aria ella pu avere una celerit capace di percorrere orizontalmente uno fpazia doppio dell' altezza del recipiente, o del vafo da cui fcaturifce. Se bifognaffe che i' acqua fi muoveife con una celerit ^uguale a quella del fuonO' > ella dovrebbe efifer premuta da una forza forprendente , come quella prodotta da una conferva alta 2140. piedi , ed anche dovrebbe in quello cal muoverfi nel voto ; imperocch ninna forza co
nofciuta
farebbe
capace d
.
farla
fcorrere
colla
detta celerit a
La
durre
queft'^ efftto,,
li
d'ogni ipecie^ e
2oS
DlSS.
III.
SUL MECCANISMO E
MOTO
DE*
.
MUSCOLI,
XLI. L' acqua premuta dall' altezza di tredici piedi, perde tre decimi della fua celerit allorch pafla da un orifizio di tre linee di diametro; e f korre in canali d' una linea di diametro, ella ne perde tanto di pi , quanto la circonferenza aumenta ia rapporto al calibro; di maniera che la fuddetta altezza none capace di farla fcorrere fenfibilmente a traverfo un tubo d'un quarto di linea di apertura in circa Per farne fcaturire. il doppio da un orifizio di tre linee , bifogna quadruplicare l' altezza del recipiente che dee premerla. Ma che ci vorrebbe mai, f fi vokfle ch'ella fcorrefle con una celerit uguale a quella colla qua.
le
fi
muovono
ahgufti
,
mufcoli
e a
traverfo canali
de'
cos'i
prodigiofa?
mente
come fono
quegli
filamenti nervofi
Una
grandini ma preffione vero la fa fcappar fuori da'pori dell'oro ; ma moltifsimo non oftante vi corrt da queita fpecie di dillilla-
zione
gl'
fuono
.
giudicare.
intendenti
Jdroftatica (7)
XLII.
(7) Non fa mefiefi cK* io rechi moite prove per far conofcet-e , che il Huido ncrveo non ha una natura acquofa o mucillaginofa , tutto che 1* fnga ffer egli un umore blando, ed una fottilifiima linfa. Talvolta neche fi gli animali di frefco uccifi da buon Notomifla , egli vero , veduto efalare dalle cellette del cervello , e ria' nervi eziandio un fotti vapore, che poi ragunato , ha avute le divife dell' acqua; ma quegli era un fluido che nel vero ufciva dalle minime arteriuzze , le quali minimiffime arterie penetrano in quei nafcondigli della ludanza del celabro, Tutto aftatto diverfo il vero fluido che anima i nervi e ne' nervi avendo a' fianchi le ofievvazion di quelle trilli ma ftefl Il dir pure lattie che fan guerra e fufcitano battaglie fiere nella macchina umana , allorch coftei fortemente convull'a, o che li vede pcitire di frenefia, di mana , e di altre s fatte amare fcia^ure ; non potr clubitarfi , che quel tempeflofo apparato , e quei vigon,)li aflalti non poiono nafcere da un fempHce umor acquidolo che fcorra per gli nervi , e eia tanta energia a' medelmi. Egli certo che le ultime arterie della fcorza del cervello contengono, un fottiliffimo l'angue , che quindi pafa neiie fibre della fufanza midollare, perciocch non evvi nella macchina aiiimale vafellino alcuno che termini in una cieca e folida fibra , la qual cola uifturbefeb
. .
:
be
20^
XLIJ. Newton ha dimolirato che la celerit degli ondej^giamenti de' quali un fluido fufcettibile , proporzionato alla radice della rarit delle Tue particelle, e a quella della loro elafticita prete iniieme ; onde la celerit delia luce eflendo 700,000. volte piti grande di quella del i"uono , bi fogna che la rarit delferma la medefima elaiicita , 45^0, fia , le molecule della luce Goo , 000, eoo di volte pi grande che quella dei veicolo del fuono , o che , ferma la medefima rarit , i'elafticit della luce fia 490 mila millioni pi grande , che non quella di quello
veicolo (8)
.
XLIII. Un fluido altrettanto pi raro , quanto il Tuo pe(o occupa uno fpazio maggiore; ma perch ci pofl accadere biIbgna , o che 1 fue molecule lieno divif^ in tante particelle
D
,
d
:
pia
be il glrema del fangue e produrrebbe riflagno negli umori ma quello medefmo fangue fottiliffimo o juefta linfa , ferve ad irrorare ed annaffiare le fibre nervole e nutrirle, fccome la linfa ia generale quella the produce ogni nutrizione nel corpo. Perci f fi recida midolla allungata , e col microlcopio col fi guardi , vedraffi un volatile vapore, che ad un tratto ;fi dilegua e le il cervello Ipogliato d' fuoi invogli fi ten.ga appefo in un vale di vetro dove V aria non agifca , dopo pochi d , di tutta quella malfa o pafa alcuni pochi vafi lecchi vi rimarranno . Per lo che reftando annullata quefta opinione , ad altre fugofe fentenze noi farem paflTaggio . (8) Traile utili confeguenze dedotte dall' applicazione del calcolo alle fcienze Aftronomiche , non fi riput fra le minime quella, che prima d* ogni altro die fuori Giandomenico Caffini , indi Boemero , Edmondo Halley e varii altri Matematici ed Agronomi , ftabilendo il tempo che
-b.
:
giugnere dal Sole fin a noi che viviamo quaggi Il iulk prime fi difcofi da tale illazionema gli altri in feguito ne riprefero animo , e vollero tal fiftema fofteneSi era ofTervato che mentre l'intigno latellite di Giove s'immerge re nell'ombra del medefimo, ciuafi ftelfe in denfo fumo od in folta caligine, il fuo lume ch'avea dal Sole perde, e dagli occhi noftri fi aiconde. Ma quando Giove in congiunzione col Soie , piti al tardi il pi vicino fatellite efce dall'ombra del medefimo , che non nella ppofizione : ficch fi determinato, merc di tali oUervazioni, che la luce in correre per gli
la luce
impiega
impiega otto minuti fecondi e poco pi per venire dal corpo terra, o per defcrivere un raggio dell'orbita terreflre a pie del vero fovente vuol pullulare il dubio j onde Maraldi , vago richieditofpazii celefti,
folare alla
.
Ma
2IO
DlSS.in. SUL
,
MECCAMISMO
MOTO
DE'
MUSCOLI,
,
,
che non d Solamente fie lecito a me di aggiugnere che i Fifici medefimi an voluto far il paragone fra la velocit della luce e quella del fuono; dello che ne fa parola il Signor de Sauvages nel Tefto. Ma varie dubbiezze, e diverfi equivoci fi fon trovati in decidere un tal punto, talch, fecondo alcuni Cenfori ella fi ftiinata cotefla ricerca da varie nuvole ombreggiata Nel vero, a mio avvifo, fi debbe per determinare la celerit della luce, flabilir prima la vera difanza dal Sole a noi e di quanti diametri terreftri fia la medefima in fecondo fi dee alfodare la vera lunghezza del detto diametro, o pure del femidiametro della terra la qual lunghezza nafce dal faperfi la intiera circonferenza , e la
a quefti
calcoli
re delle lodi
quello luogo
il
,,
longitudine eziandio di ciafchedun grado,, i quali, nel liftema pi vcrifimile che la terra abbia la figura di uno sferoide lato-, fon diverfi fra loro , perciocch pi corti fi deono riputare nell'equatore dove vi maggiore curvit,, e pi lunghi ne' poli, laddove la terra ifieffa men curva Or chi non Icarfo di notizie Fifiche ben fa come fanno di gran difpute cotefi perfpicaci Filofofi, i quali non di rado^ fi. pafcono di fumo , e fovente lavorano non altrove , che nella fucina della fantafia Egli pur noto come diverfe e varie fieno le lor mifure prefe, quali flra.,
ne e fvariate conchiufioni fienfi fatte in determinare i gradi della circonferenza della terra dopo i lunghi e penofi viaggi e nelle regioni fredde del Nort e nella zona torrida efpofa a' diretti sbattimenti della luce,, talmente che parecchi non ignobili Matematici mentre afpettavanfi che quei flianchi e laffi Accademici aveflero da' detti lor viaggi portate ricche merci di virtute , conchiufero che la terra aveffe una irregolare figura ; laonde darebbefi in tal guifa un addio a tante fatiche e
,.
la diflanza
iudori fparfi fulle lunghezze de' gradi , del femidiametro terrefire , e fulvera degli affri da noi. Taccio di farne pi motto fu di queputito
j
fto dilicato
me
Peggio
re
, ,
f fiirete vogliofi
.
di fape,
Halley con Newton,. Piccai-di, e verfe mifure La pi grande di GafTeudo, il nel corto fpazio di un minuto fecondo, deferiva 147:5 piedi Parigini ^ la pi breve di Cafl^ni che dice, che ne corra 1038. piedi E tale gran, variet appunto vi dee paflare, allorch fi riflette che il fuonO' fi crefce 1' efal'azioni e li fminora di velocit , merc il vario elatere dell' aria
,
.
fini
Ugenio
,,
ed
fia
venti
Ma
di
grazia mettiamo
che realmente
,
come fcrive il Si700, 000 volte maggiore che quella del fuon gnor de Sauvages tutto che fecondo altri calcoli da molti Matematici variamente venga fl:abilita chiaramente egli ne deduce da quel Newtoniano teorema quanto grande fia la rarit e la elaflricit della luce medefiraa j quafi infinitamente formontanda la rarit e la denfit deli'
,
,
aria
7fr
pii
tanto
pic-
rarefazione
de. Perch, ficcome fi fa , che i piccoli anelli anno, a proporzione della loro maifa, pi- di forza ripulfiva , o pi di vertice, che i grandi , parimente le molecule de' fluidi elaftici , vale a dire che fcambievolmente 11 rifpondono , anno tanta maggior forza per allontanarfi le une dalle altre , quanto fono pi picDunque f un fluido produce delle ondulazione due volte cole pi veloci di un altro che Ha. della medefima eiafticita , ne.
ceflario
volte
pi piccole
di
XLIV. Da
^ccefi
fi
quello dipende
che
,
il fumo , o quel che da' medefim efala avanti che abbiano prefa fiamma ; perch fenza far conto <3eila lua grandiflima eiafticith, ella una materia infinitamente pi fottiie. XLV, L'efperienz$ chimiche fanno vedere, che corpi i qua-
fpande pi celeraraente
che non fa
groflb
vapore
ed intimamente afibttigliati , come dalla li fono flati attenuati fermentazione o dalla putrefazione , fi trasmutano tofto in liquidi fenza eiafticita, come il mufto in vimo , la carne in marcia ; ma a mifura che quefto aifottigliamento di parti diviene pi perfetto , vi una porzione di quel corpo che rendefi etereo , infiammabile, o fia elaft^ico , e luminofo come la fiamma, perch quelle particelle avendo moltifsima forza ripulfiva , fono perci divenute affai pi piccole Se dunque le molecule fono tanto pi elaftche, quanto fono pi piccole, ne fuccedera fecondo il principio del Nev/ton , che le celerit de' fluidi elaftici faranno come le radici quadrate della loro rarit, o della fottigliezza delle loro molecule; e reciprocamente la piccolezza delle molecule de' fluidi elaftici far come il quadrato della loro celerit ; di manierach, f 1' efperienza fa vedere che il fluido elettrico percorre 4280. piedi per minuto fecondo, come facile a ricavarlo dall' efperienze del Sig. Le Mounier ( Mem. dell' Accad. Reale i74<5. ) in tempo che il fuono non ne fa che il quarto, vale a dire 1070. per fecondo; faremmo in iftato di conchiuder, che il fluido elettrico fia comporto di particelle x|uattro volte
.,
-.
pi piccoli di quelle
dell' aria,
fia
Amraet-
212
mettendo
DlSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, che il fluido elettrico cammini colla fteffa velocita
molecule che lo compongono fieno 833. volte pi piccole di quelle dell'ariane anche altrettanto pi
claftiche
.
XLVI. Il migliore traili microfcopii non pu dlfcernere voto, o condotto alcuno nelle fibre tiervofe ; tutta volta la loro trafparenza , fpecialmente quando Tono afciugate, dimoftra, che un fluido tanto dilicato , quanto la luce , vi trovi un facile paiTag* gio , fapendo che la medefima ve lo trova facilmente; e che il muove almeno pi rapidamente ne'corp, quanto fono pi denfi, o fia per confeguenza , che 1' abbia pi libero il paffaggio in
quelli
,
gli
noftri fenfi
pori pi
piccoli {9)
xLvir.
{p)
Non
faprebbon qui darmi una mentita in ci che far per divifare nervo-
quando in queffo cimento, oltre molte armi , fi ufi la legge dell'ana , logia, ch' la pi propria, la pi familiare, e la pi fpedita . Dubitarono alcuni , f veramente debbanfi ammettere i canaletti fcavati nelle fibre de' nervi , quando i microfcopii noi Jimoflrano ; ed oltracci par
un certo termine eftremo nelle fatture de' vafi dei corpo, altramenti le fibre infievolite, non potrebbono foftenere le preflure che dalle mozioni de' mufcoli , e dal giro degli umori ne nafcerebbero Ma quefto fistema non potr difenderfi , allorch ciafcheduno intenta rifleffione vi adopra: perciocch i nervi nafcono dalle ultime fibre della
che vi debba effere
.
fustanza midollare del cervello, e di l al certo fi feparer il fotti Jiflimo fluido. Non per ifcreditar punto alcuno io dico, che quelle fentenae che furono fpacciate tempo fa ; che i nervi da* ventricoli t\ cervello , o dal pleflb coroideo , o dalla pia madre traeifero gli fpiriti , non fon oggid
Ed
a che
mai
fare
la
madre Natura
tanti
belli
ma
inviluppati lavorieri nell' organo del cervello , f cos groflamente Ja fecrezione del fluido nervofo li faceffe ? Qltrecch ella una legge ben costante , che il fistema animale nella tela cellulofa ha gli umori lenti e
vi ha i fluidi , che velocemente fi muovono r n che il fottiliffimo fluido de' nervi pofla con uguale fpeditezza muoverfi.per canaletti liberi, che per fustanze fpugnofe , come erano da alcuni figurati i nervi. Nelle piante, dove i vafi foventefon fi interrotti da una cellulofa tela , fi produce nel vero un movimento^ ma
grolfi
;
ma
egli
pare
pofllbile
E SULLE Q.UALITA* DEL FLUIDO NERVOSO. XLVII. Ci fiamo di gi avveduti efler rKceffario che
,
213
i
nerpaf.
vi
le
fenfazioni
tali
moti
dieno
il
faggio a un fluido che abbia una prodigiofa celerit . E' ancora evidentemente necelfario , ch'efsi dieno il pafso ad un fluido le
di cui particelle
che moltipli-
volume de' corpi anche pi di feifanta milioni di volte. Adunque un fluido di quefta forte molto rarefatto ed elaftico e perci fi dee conchiudere , che il fluido ( XLIII, e XLV )
cano
il
:
nerveo,
propriet
le
.
efifte
le
due enunciate
Forza
XLVIIL Ogni
trarfi
,
o che
fa
e in quefto la contrazione mufcolare molto diverfa dalla elaftica. Ogni corda fciogliendofi , diviene
diviene pi forte
pi cedevole e groffa;
ma
mufcoli
al
Vengono pi duri
crefce allorch
fi
te fon contratti
XLIX. La
non pu
crefcere in fcapito
che fi trovi ammaflata verfo il mezzo di eflb una maggior quantit di fibre, e che il mufcolo contratto con maggior forza non impedifca di pi il paleggio del fangue a traverfo la fua tefltura ( XXXII. ). Ma il (angue arteriofo effendo obbligato a trattenervifi in copia , fa sforzo condella fua lunghezza fenza
quello
la
paffava liberamente; di
modo
che
augumenrare in ragione dello sforzo , avvicinarfi al ventre del mufcolo , t delio sforzo che gue per gonfiarle (l)
.
che faccia quando vi durezza del mufcolo dee che impiegano le fibre per
fa il fan-
R'f-
(io) In questo fquittinio pi che altrove i Medici anno fGherati diyerfi intioienti, alcuni credendo che il mufcolo fi gonlii atlla fua azio-
no
214
DlSS.
III.
SUL MECCANISMO E
amento Rlnjf
MOTO
.
DE*
MUSCOLI,
L. Ogni
re fpazio di
fenfibilit
moto mufcolare
tempo
quei
dell'
in
dati
Io
foffrire
un dolore , o. una un tal moto, di sforzo venga continuato per troppo temuna fpezie d' infiammagione, la qual co=
ordinario
produce
mufcoli operatori
di
fa
o pallido dlvegna^ ed altri negando intieramen e qualunque crefcimento di volume del . Pochi fon coloro che ignorano quali difpute fon paflate traili, due pi bravi Fifiologi de' nostri tempi , il Signor Hal ler , e '1 Signor Hambergerj e che boriofo contradditore fa stato il fecondo al primo, talvolta nel vero ufando dilicatezza nel motteggiare, e ^ar la burla, ma altre fiate prorompendo in cenfure e morti pungenti , cotanto eziandio parlando delle lue -bravure , e paoneggiandofi della fua abilit j in una parola fpiranre pi vendetta e furore, che oifera Armi fon cotefte che non poflono far aver ragione, quando fi ha il torto. In quefto punto del cangiamento del colore il Signor Hamberger feguendo Boerhaave , flato di avvifo, che in ogni azione il mufcolo , da rubicondo, egli fi turba, fi fcolora , e s' impalliciilce j mentre all'incontro Haller ha foftenuto , che refti il color fuo non mutato. Ed ecco fnalancata di nuovo una grande armera, cui ioglion ricorrere coloro che fentonfi trafitti per ogni lieve cenfura che falfi a' lor fentimenti: non fi fa rifparmio in tal incontro di punture indiicrete e di parole oltraggiofe Ma ben la opinione del Signor Haller dalle fperienze fofienuta , fenza intacco alcuno. Nel cuore degli aniniali maggiori , dove evvi di molti il colore non ftrati di fibre, o ch'egli fia nella fifole o nella diaftole , ne r onda del fangue ricevuta nel ventricolo, fi il rofiore , o fi muta j quando viene fpinta , fa il pallore Inoltre negl'intefiini, allorch agifcono , n meno fi fa mutazione di colore: e fi offervato parimenti , che i vafi i quali paf^ano per gli varii lacerti mufcolof , fono maifempre ugualmente ripieni di fangue , o eh' ef mufcoli fieno in contrazione , o
Me,
e cangi di colore
di
colore,
In rapporto poi all'altro punto, f fi crefca di volume a dire di n . .Quafi della met il m\x fcolo fi rende pi breve nella fua azione , ma di certo non divien turgido del doppio; e poi i lacerti mufcolari fi accollano all' aff del mulcolo, in guifa che merc la contrazione e'I reftringimento di effi lacerti , nain rilafciamento
il
.
fcono
f elfi
tra'
fi
gonfiaflero.
E
fa
215
late-
premute
tefe
di
vantag-
incomoda
fituazione
L'
quella re fi (lenza
to
,
pofo, e per
inanizione
che fecondo la
numero
e 1' uomo fi acti , fi confuma pi o meno di forze motrici , corge di quefto difpendio, perch fopravanzando quefto difpen dio la quantit delle forze, che in ciafchedun giorno pu rialTumere , rifente una debolezza ed una lafitudine, che a ben con fiderarla altro non , che un confufo defiderio di riparare le
direzio-
quarantefima parte della lunghezza del braccio, prefa da detto punto di appoggio fino alla meta delle dita dove fi pu portare a braccio tefo un pefo
ne
d quefto tendine
viene ad
eflere
la
di quindici libbre. Dunque il deltoide folo alzando quefto pefo, non ha folamente una forza mifurata da quefte quindici libbre,
ma
altezza, di
il
quaranta volte pi, cio a dire \ libbre doo* portandolo alF un piede in un minura fecondo. LII. Ora dunque a mifura che il deltoide fi contrae, o che braccio fi alza, f la perp.mdicolare tirata dal punto d'appog-
gio alla direzione del peo non ifcorcia , vi bifognera una forza per continuare quefto moto , maggiore di quella che vi abbi-
(ii) Leggaf
r annotazione
yj
4ove
fi
movimenta mufcolare.
2l6
DlSS.
III.
SUL MECCANISMO E
MOTO
DE*
MUSCOLI,
il
bifogni per cominciarlo; perch quando fi piega e allorch 1' angolo che delcrive i' omoplata ,
braccio fopra
acuto,
tefo il mufcolo non fi trova tanto cedentemente, ond' che vi bifogna una
nerlo contratto.
LUI. la querti sforzi d mufcoli le fibre tnotrici s'increfpano per una potenza, che le allontana dalla loro ordinaria direzione. Ora quefta potenza, qualunque fi fia , non fa in quel medefimo
t^mpo che
e
fi
la
met
del
cammino
percorfo dal
pefo
nel!'
alzarli;
che quando una potenza in equilibrio con un pefo , neceflrio ch'ella fia tanto maggiore del medefimo pefo, quanto ella mifura un minore Ipazio di quello che nel medefimo tempo percorre il pefo; in confeguenza di ci la potenza, che
fa,
contrae
1200. libbre , o fia il dopil deltoide fa uno sforzo di pio di quello flato da noi citato. LV. Ma quello non tutto ; il deltoide un mufcolo com-
pcfto di pi fafcetti, che s' inierifcono obliquamente ad un tendine comune, e che agifcono con una forza medefima, febbene
con diverfa
efficacia,
meno
efficace
della retta iu ragione del feuo dell' angolo d' inclinazione al fe-
no rutto.
LV. E ficcome i fuddetti fafcetti fono tanti mufcoli penniformi, le fibre motrici de' quali fono anch' efle inclinate all' afle loro comune; acciocch quelle fibre poflano alzare la ftefla porzione di pefo , bifcgna che impieghino molta maggior forza di quella che converrebbe loro f foffero retti . Secondo il calcolo del Bcrelli ( Proporzione 82. cap. 15. ) necelfario che la for* za del deltoide per quelle due ragioni fia pi grande di quella
fiata da
noi
di
ftbilita, nel
rapporto di
^07
780
cio a dire
che
13510; ovvero, non contando che una piccola pane di quei foffi-egamenti , che il Borelli ha trafcurati, fia di 1400. libre in circa, che corrifponde a cento volte pii di quella dei pefo che il mufcolo alza (12).
fia
libbre
Te(12) Coloro che fentono lezioni contnue nella Storia Medica, e leggo" libri che nendano ed inculchino faggi precetti di Pratica , ben veggiono quale fi vanti eflere la gran forza de' mufcoli, non pure nello flato
no
E SULLE aUALITA'
DEL FLUIDO
ItERVOSO."
.
217
Tenacit , e forza de
miifcolt
fcoli,
tenacit
ftrappati
de'
,
mucolla
effi
fieno in iflato di
per la
motrice
fi
debbe
far
ad un tendine , il quale abbia il medefimo numero di fibre, che fi trovano nel corpo del mufcoio, fi trover che un tendine di una linea di
taccare de' pefi fucceffivamente Tempre maggiori
diametro foftiene prima che giunga a lrapparfi , pi di 200. libDunque i diverfi tendini de' mufcoli penniformi , bre di pefo che compongono il deltoide , e che fi attaccano fucceffivamente all'omero, avendo infieme pi di dieci linee di taglo trafverfale, foiterrebbono un pefo dieci volte maggiore di quello che realmente pu queflo mufcoio alzare. LVII. Non fi pu difendere che il corpo del mufcoio abbia meno tenacit che il fuo tendine, perch 1' efperienza fa vedere, che ne'faltatori i quali fanno violenti sforzi con i mufcoli deila pianta del piede, pi torto in effi fi rompe l corda grande,
.
fia il tendine d'Achille, che i mufcoli della pianta nel loro corpo , quantunque foffrino lo sforzo medefimo. LVIII. Avendo fpiegati i fenomeni della contrazione mufcolare, fupponendo che il mufcoio fi abbrevii per una forza ad ef-
fo
t di fanit ed in certi fuggetti in particolare, ma medefimamente in alcune ftrane nervine malattie . Non fa duopo ch'io qui partitamente ad
ognuno
glielo dimoflr
ed in quelle
i
fi
denti--
e fio-
come racconta
forti
il
Dottor Mead
tal
ferza mufeolare in
guifa
fi
ad
maniaco , Ja a un tratto
.
ligami da' quali era avvinto , il furore miferamente il trafle Nei lollevare inoltre de' gran pefi, tanta la violenza fiata de' mufcoli dell" omero che quello fi difiratto dalla cavit della fcapula : e quando in generale fi faceffero de' grandi sforzi , o fi alzaflero da taluno de' grofli corpi , Dio fa che gliene avverrebbe ,
,
2l8
DlSS.
Ili
SUL MECCANISMO E
MOTO
de'
MUSCOLI,
rimane ora da cercare d' onde gli venga quella forza, e con qual meccanifmo fi "efegua qjefto abbreviamento. LIX. La forza che contrae i mufcoli vien loro mediante icafo intrinfeca, vi rali de' nervi; e
f
fi
'1
un
di
fluido; perch
taglino, o
fi
leghino fortemente
nervi
un
mufcolo
non folaraente la parte al di fotto della legatura perde il fentimento , ma il mufcolo fteflb perde ogni moto , e fovente il
membro
guito
fi
fi
fe-
mufcoli
,
fleffori
pi
forti
e pii nu-
li
debbono
vi refifta
raccorciare
per
loro propria
deflro, che
quando
che
,
nuli' altro
il
LX.
il
Si fa
il'
finiflro
effendo ligato
che refla fra la legatura ed il diaframma riprincipiare fi fa od anche una perfona a cui fia (lato recentemente tagliato il capo, fecondo V efperienza iftituita in Lipfia, ed infinuato uno itilo nella midolla fpinale, le parti inferiori fi veggono entrare
:
premuro in quella parte di eifo diaframma , fi vede il moto del ancora che avendo un ranocchio,
il
.
fuccedono,
,
nervi
porti
ai
forza motri-
LXI. Per
mezzo
di altre fperienze
noto pure,
che lgata
far-
(13) Che le fila de' nervi fieno i mefTaggieri de' fenfi e de' moti dell' animale, non v'ha chi l'ignori; febbene lia alquanto dubbiofo e fcuro il modo , onde faffi quello mirabii magiflero. Delle fenfazioni ne far parola pi abbaflb . Qui loltanto fi dee ragionare de' movimenti de* mufcoli . Egli non fi dubita, che f un nervo qualfivoglia s'irriti o fi punga, quel mufcolo dove tal nervo fi sfiocca , fi contrae e fi convelle . Tagliato un nervo, fi perde non pure il fenfo , ma eziandio il moto in quel membro. Irritandofi la fpinale midolla n' avverranno le convulfioni generali ; ma f pria di fare tal cimento , fi tagli talun filo nervofo , quel membro fole non fi conveller, di cui fi recifo il nervo . Ed in fine, dove fi xavvifa convulfione , per ifiimolo forte o per puntura di qualche nervo, quando fi prefo il ripiego di tagliar il medefimo, fi tolta la convulfione ifiefTa
.
Ma
E SULLE Q.UALITA' DEL PLUIDO NERVOSO. 2lp V arteria aorta defcendente , adattatoci anche un legnetto perch refti con efTo meglio ferrata, e prefa feparata da ogni fila-
mento di quei nervi che nafcono no fopra di effa, 1' animale a cui
jicucito
fi
getta-
che
fia
nel ventre,
fi
iigatura,
de' fiioi
pie-
Ma quefi nervi agifcono , non percli ubbidendo efT a* comandamenti dell'anima, immantinente ofcillano a guifa di tante corde tefe , lo chefu una ftorta credenza di non pochi Medici j ma s bene perch ne' nervi evvi de' fluidi fottiliffimi, una volta chiamati fpiriti animali , feparati nel cervello dalla parte pi pura e raffinata del l'angue, i quali fluidi fon ^uei corrieri fpediti , che "volano e portano alle parti il fenfo , ed a' Ninna azione puote darfi , fenza mufcoli la forza e '1 movimento che vi fia il libero commercio trai cervello ed effi nervi . L' apoplela toglie in un fubito tutt'i fenfi , ed i moti -volontarii e pure la medefini da altro non nafce , che da fangue diffufo fui cervello , e che preme la fuflanza del medefimo la quale preflura nafcendo delle volte da fiero ne' ventricoli ricolto , ed eziandio da fangtie ragunato ne' "vafi del celabro i quelli divenendo gonfii , efercitano preffione in quella molle mafia. Adunque la vita dell' uomo , eh' una continuata fiera di moti , fi ha quando il cervello libero ed i nervi poffono di leggieri fare il trafporto delle efterne impreflloni ad elfo ^ o pure quando il fluido nervofo
. ,
:
-,
da'
Il
fi
Naturale ha mefib su un fifleraa, con cui ha niegato che il cervello abbia quell' ufo , che da tutti fin ora creduto, ci che fia il noflro comune fenforio j ma vuole e difende fi che piuttofto fia un organo infenfibile, e che faccia le veci di uno fchietto terreno , che a' nervi d nutrimento . II vero centro de' fentimenti , fecondo queflo Storico Naturale, il diaframma; la cui fquifita fenfibilit ficch ogni ferita, per piccola che fia , che fi fa nel cen^ grandiflma tro o nella circonferenza di cofiffatta membrana , eccita fiere convulfion, e non di rado fopravviene lo fpiacente fantafma cella morte Dall'altra banda, efaminandof tvtt' i varii affetti dell'animo, e gl'interni nofl:ri fentimenti trovCTaffi che tutti maifempre an la fede nella membrana mu-' fcolofa del diaframma. Le naufee , e le fincopi fembrano cominciare da qtiefia parte: ma nel cervello non evvi alcun fegno di fentimento Anzich nel feto , in cui per la mancanza del refpif nell'utero, ed un fanciuUino nel quale dopo pochi d dalla nafcita, il moto del diaframma niente o pur debole , noi non vi ravvifiamo fentimento ed i ragazzetti fanno de' moti per femplici guife meccaniche. Moltiffime oppofzioni fono ftate fatte al fiftema del Signor- Buffon ; ma egli ben prefume d
,
. ., .
fifpondervi
22 O
piedi
DlSS.lII.
Jiingo
SUL MECCANISMO E
non perde
il
MOTO
'1
De'
MUSCOLI,
,
di effi f non tempo. Quefta cofa dimoflra-, che l' influflb immediato del fangue non necefiario al moto de' mufcoli, quantunque il /angue porti a' mufcoli , ed a' nervi una linfa neceffaria a tenergli in una debita mollezza, ed a rifcaldarli; condizioni tali, che venendo a mancare, debbe finalmente anche mancare ne' mufcoli ogni fenfo, ed ogni moto. LXIJ. Ma quale mai quel fluido , che palfa per gli nervi con tanta celerit, quale quella capace a produrre moti cosi
pofteriori, e
fenfo, e
moto
dopo
rapidi
e cosi forti?
fi
XXXIX,
i
L.
Sarebbe
egli
e
forf
la
dal cervel-
crefcere ?
Non
vi
apparenza veruna che ce lo poa far credere mentre quando ella folle tanto fluida quanto 1' acqua, abbiamo gi veduto, che non pu far altro, che annafl^iare i nervi per umettargli, e nutrirli , la qual cofa probabilmente fi efegue da efla a traverfo i pori inzuppandoli dal di fuori all' interno , in quella guifa appunto che il crifiallino fi nutrica nella fua borfetta, alla quale vi e credenza che non appartenga vafo veruno Non ferve per
.
produrne un tal moto, che quello fluido , il quale inzuppa i nervi, fia perenne, e continuato dal cervello fino a mufcoli ; le egli una quantit grande, non mai pofTibile che produca
in
forza ; perch alla fine la forza de' fluidi prodotto della loro mafia mohiplicat^ col quadrato della loro celerit limitata , f la mafia che vi dee pafiare come pur troppo dee eflfere , emendo il cahbro infinitamente
confifie nel
:
elfi
la
richiefia
imprimere quella celerit , romperebbe piuttofio molto facilmente i nervi medefimi, a motivo degl'impedimenti e foflregamenti immenfi, che i fluidi vifcofi deono foffrire , alefla
trebbe ad
lorch
fono
fpinti
dentro
de'
canali
eccefilvamente
angufti
(XL. )(i4}.
LXiir.
voler noverare l terminata fafngh'a degli errori che fon corfi (14) per iRabilir la natura del fluido nerveo , che come invifibile , non pu
efler
egli
vi bilbgnerebbe
g^-an
tempo
u-
221 E SULLE aUALITA' DEL FLUIDO NERVOSO. LXIII. Se fi pretenda inoltre, che il fluido nerveo aglfca dilatando le vefFichette bislunghe, che fi fuppongono per queft' effetto ne' filamenti de^ nervi, o nelle fibre de'mufcoli, ficcome i fluidi diilendono i vafi per ogni verfo , le fibre circolari , co^
me fono quelle del cuore, faranno rigonfiate tanto all' infuori ^ che al di dentro; o f necefario, che almeno fi gonfiino di dentro, quanto porta il bifogno di reflringere interamente la cavita finiftra del cuore, che contiene all' in circa due oncie di fangue, vi parimente neceflaria una fimile quantit d fluido nerveo, che concorra nella tefltura di quelli mufcoli, e quella
a ciane
che abbiano qualche aria di veriprodurranno fentenze maifempre firn il e, anzich molto vi fi fentir che puzzer d'inezia . Io metto in non cale quell~opinioni rancide fecondo le quali da parecchi Scrittori veniva difefo , che il fluido nervofo fofle il medefimo nitro che fvolazza od in pei- l'atmosfera, o un fai volatile oliofo , o Io zolfo del fangue, fine quello fpirito acido univerfale che raantien pregna la gran mafia dell
fi
, , ,
anche a chiufi occhi , fi conofcono che fon lievi, , da dozzina . Pi tofto da poiar un poco fu quell'altro fiftema, ir quale bench peravventura fia di antichi natali, avvegnach diftefamcnte venne defcritto da Galeno al titolo fulla utilit della refpira-^io' ne tuttavia egli ha avuti non pochi moderni feguaci del pi alto rango de' Filofofi , e Matematici. Ognun comprende, ch'io intendo parlare de celebratiffimi uomini il Keill, il Senac , il Leibniz , il Bernoulli, l'Hamberger. Coftcro tutti di concerto credettero che 1' aria , o pure una 'o~
aria
;
le
,
quali opinioni
puerili
Ilanza elaftica al par di lei, formi la materia degli fpiriti nervofi: enei vero ad una elaftica lanugine la raffomigli il Gran Leibnizio , che per poco venne a difcoftarfi dagli altri. Gli antichi volevano che per le narici , per r offb cribrofo o per mezzo del refpiro , 1' aria fottile s' infinualTe nel cervello , e defle l'origine al fluido de' nervi. In fiffatte.reti non cadr chi a' giorni noftri s'intende qualche poco di Notomia. Spac,
ciarono gli autori dianzi riferiti con tanta ardenza tal fentimento , lenza ben pefarlo fulle bilancie della ragione perciocch avrebbon eglino ben ; vivangato, che non evvi flrada aperta dalle narici nel celabro , n tampoco nel fangue vi ha aria elaftica , la quale oltracci ha le particelle fue Dierono molto pi groffe ed irregolari di figura di quelle dell' acqua
.
Filici
di
quefto
fecolo
quando dopo
.
molte mature
fpJritrT3rvofi
rifleffioni
,
ftabilirono
fia
la
medefima fuftanza
dell'
.
leggerfi le quiftioni
Ottiche
recate
incomparabile
Newton
le
trove furono da
me
DlSS. IH. SUL MECCANISMO E MOTO De' MUSCOLI, Ma neppure tutto quefto fufficiente: a ciafcheduna pulfazione neceflario che quefto fluido nerveo vi vada con una celerit
222
il
fangue
dell'
aorta
fette
piedi
di altez-
E/per. i. 2., 3. e 4. ) . E' neceflario dunque che la celerit colla quale il fluido nerveo vi giunge, fia
Emaftctt.
una
,
fimil
colonna
quanto l'apertura
de' canali
nervofi
quefto ventricolo,
pi piccola
di
quella dell'
dell'aorta d'un
linee
verfi
.
mezzo pollice quadrato in circa, o fia di 72 I nervi poi che vanno al cuore fono si piccoli , che i. antichi Anatomifti anno creduto, che non ve ne foflero;
del
abbiano in tutto nervofe fono pi piccole della diecimillionefima parte d' un quarto di lirica , perch f ci non foffe, vi farebbono de' Microfcopii, che gli fcuoprirebbero facilmente Bifognerebbe dunque che la celeventricolo
fniftro
rit
di quello
fluido fopravanzafle
il
2880
millioni
di volte quel-
fangue alla detta altezza , vale a dire eh' effendo capace di percorrere orizontalmente venti piedi per feOra condo, facefle 57(^00 millioni di piedi in ciafcun fecondo non vi che la luce, o il fluido elettrico, che pofla traverfare con quella velocita corpi cosi denfl come i nervi , fenza metla che
pu alzare
tergli in pezzi.
LXIV.
infinitamente
molli
morbidi dopo la loro efpanfione ne' mufcoli, e nel loro pafggio , quantunque involti in membrane affai grofle Effi nel corpo vivo non anno alcuna elafticitk
perch mentre la vena tagliata a traverfo
tra
fi
fenfibile,
raccorcia
liga-
due
,
forti
il
1'
ture fatte
1'
una
dall'altra in
diflanza di
tre
;
pollici
nervo
efpefia
non
fiato
fi
nona parte
e
,
fecondo
quando
in
non
iflato
prima
fiirato, e per
confeguenza
fiato
mefib
.
di
rifentire
elaterio.
nervi
cosi
deboli
refifte-
lacerarfi
gine, e nella loro inferzione ne' mufcoli? LXV. Continuamente fi vede-, che quella iporefi
contradet-
ta
E SULLE QUALIT
ta
223
avendo bifogno per ifpiegar. ci delle vefcichette bislunghe per l'abbreviamento de'mufcoU, non pu eller a meno che refti molto rallentato quel fluido, il quale anche per s medefimo non pu concepire la necelTaria celedalle offervazioni
,
e di pi
rit
LXVI.
MN
nel
fondo
fia
d'
un recipiente
1'
X:
l'orifizio d'ingreflb
dell'
M,
e l'orifizio di efito
N:
all'
.
acqua
in ve-
ad
MMX - --
altezza
-
X,noa
NN+MM
(
^
Bermully ^
Hydrodfnnm
p. 145. . 8. ) . Se l'orifizio d'ingreflb uguale = N, l'altezza generatrice della celerit doa quello d' efito po aver traverfata la veffica, far la met dell'altezza del recipiente ; o vero dovendo l'acqua ufcire con dieci gradi di celerit, fuppofia quella veffica, non ufcir che con fette (15). LXVII. Supponendo poi due veffiche in fila, l'acqua che non aveva perduti che tre decimi della fua celerit, non gliene remerebbe che la met , e cosi di feguito ammettendo un maggior
nu(15) In una nota della Dlflertazone fulla Rabbia io avanzai a dire che l'applicazione dell' Analifi fublime alla Medicina non par che molto conduca; e cos qualora da noi s'intenda per la Pratica Medica, o per
nelle varie infe^-mit Altrove poi diffi che per guftare le utili teore de' migliori autori di Medicina , evvi di bifogno delle Matematiche, e delle Fifiche fcienze E chi mai ardir dubile prefcrizioni de' rimedi!
. .
comprendono quefle cognizioni e molti utili fi ion ritratti merc l'efercizio delle medefime , e fpecialmente merc l'aiuto dell' Analifi fpeciofa perciocch dove prima eravi di bifogno di tante pa; role e di molta carta per rifolver un problema oggid con poche equatarne
?
Gran
paefe
a quei problemi che in niim modo potevanfi altramenti rifolvere . Si fu quefto uno de' gran benefizii che a noi il primo Francefco Vieta Franzefe ci rec , togliendo l'efpreflioni numeriche dell'antica Aritmetica coffica , e metten-
zioni
fi
ottiene
l'
intento
doci in via del calcolo letterale , il quale ha di vantaggio , che fi polfono le lettere pi di leggieri porre a calcolo, e fi poffono parimenti efprimere le quantit ignote, che fon quelle da determinarfi per ifciogliere un
problema. Outgred, Harriot , Bombell , Cartefio vi faticarono dimolto prima," ma varii moderniflimi vi fon feguiti . Infiniti altri vantaggi fi fon
224 DrSS.lII. SUL MECCANISMO E MOTO DE' MUSCOLI, numero di veflchette ( BernouUy Hjdrodj/nsm Seti. 9. Regni7. ). Ora i nervi di qualche groffezza, della quale il nervo Iciatico pofteriore, ragliati in tempo che l'animale vive, non foniminiftrando in un ora di tempo una gocciola di quello liquido, come mai ne potrebbono fomminilrare due oncie per fecondo,
.
e con la fuppofta
neccffita
necelTaria a contrarre
flato
il
mu(colo(XL,
gli
tol-
necefiariamente pi ral-
gono la met della fua celerit originale? LXVIII. Quelle difficult fono infuperabili , quando almeno non fi truovi ne' nervi un fluido elaftico , o quafi tanto agile
e fottile, quanto
il
fliido elettrico;
fi
trovino da fuperare
di
anche delle difficolt ammettendo quella forta per non faranno capaci di combattere quella
fluido
eflc'
opinione
tanto
.evidentemente, o almeno non faranno tanto oppolle a' fenomeni e regole dell'Idraulica, da non la poter accettare; tanto pi he tai difficolt dipendono pi toflo dall' ofcurit generale nella
fon rilevati poi dalla invenzione del calcolo delle Fluflloni , o del calcoIo Differenziale, ed Integrale, inventati dal Newton , e dal Leibniz , non folo in determinare i problemi de' maffimi e minimi , e nelle quadratunel metodo delle tangenti , ed in mille altre forte di problemi dell' Analifi ; ma medefimamente in rifolvere i punti pi belli e pi peregrini della Fifica razionale, come il moto variabile, il moto de* pendoli , le forze centrali, il moto di rotazione, le refiftenze de' mezzi, e degli alti-i Fa pure il brutto il vedere , che i Medici i quali fon chiamati i Dottori ^lla Fifca , fon efli i primi che ignorano i fondi veri della Fifica medefima , la quale bafe e foftegno della Teora Medica. La gente laggia, che ben fa diftinguere l'oro dall'orpello, non pfj niegare la verit di quefte ragioni. Ne' tempi andati per effer taluno Dottore in Fifca , e nella teoretica Medicina, non avea meftieri di molta jiitica Con un poco di caldo innato, quattro qualit Peripatetiche, un umido radicale, e con un furibondo archeo fi fpiegava tutto. Ma per poter ora aver il guRo de' moderni libri Fjfici e Medici fi richieggono apparati Aritmetici, Geometrici, Analitici, Fifici , Meccanici, Anatomici f v' abhifognano cognizioni d' Idroflatica d'Idraulica di Dinamica. Bti! fo ch'io qui tocco una corda dirguflofa; ma l'amore del vero fi dee prer.'rre. E' quefla una giuftifica pel Signor de Sauvages , il quale cotanto l dilettato di tali fcienze per ufo della tcara Medica
re delle curve
, . . ,
,
la quaie
dell'
225 E SULLE qualit' DEL FLUIDO NERVOSO." troviamo riguardo all' efiftenza di eflb nel corpo ci
amn fono uh
di fettant' anni , che un braccio paralitico Si pungeva con degli aghi profonfenza moto, e fenza fefo damente fenza eh' ei niente fentifle ; d' altronde per avea le dita contratte, ed il raggio faceva un angolo molto manifefto coir omero , ed i mufcoli erano molto vifibili a motivo della Le prime tre ekctrizzazioni fatte ogni giorno fua magrezza C013 due o 'tre fuhninazioni, non produflero veruna mutazione alla riferva di certe vive punture all' originale del braccio fotto l'omoplata, quantunque non fi eftraeffero fcintille , f noti dall' alto della collottola ; onde pareva che il fluido elettrico determinato da quelle fcintille a gettarfi pia abbondevolmente Eella midolla fpinaie, non trovaffe oftacolo che all' origine del nervo brachiale oftrutto , e perci fi portafle alquaRto abbondevolmente , e per violenza in quei foli nervi, ne' iquali cagionavanfi le fopradette punture. LXX. Queft' uomo al termine di qualche giorno ricuper gra-
uomo
avea da venticinque
anni a quella
.
parte
diiataraemte
il
fenfo
e'I
moto
tanto
delle
dita della
mano
medefima, che del raggio , il quale ogni giorno pi .ven.ne da effo portato fempre pi alto , vi concorfe il calere., e ricuper
quella intiera falute,
fecero pi patenti
come accadde
a tanti altri
,
fiati
;
elettrizzati
le
me
da
altri
vene
fi
e fpar ogni
il
lividezza
LXXI.
vo
il
mezzo
mi
divertivo
ad eftrarre
,
ed ave-
piacere di
voluto, fecondoch io efiraevo le fcintille da' loro muOra ficcome il bicipite, facendo il bracfleflbri cio in quefto tempo un angolo retto col radio , era ancora riavefli
fcoli efienfori e
levato in fuori, efiraevo da elfo molto fpeflb delle fcintille per accadevano , e veddi il fuo tendine
in tale angolo intorno ad
un pollice,
fi
ed
diverfi
fafci
inuguale
nella
in
in
pelle, e
rimpiccolire
come
,-
il
mufcolo
i
fofle
:
riftretto
tutta la
princi-
fua eftenfone
ed in tutt'
fuoi falcetti
dubbitai
pio
^l6 DlSS.lII. SUL MECCANISMO E DE' MUSCOLI, pio d'ingannarmi, e che il mufcolo fi foiVe nafcofto fotto i mufcoli vicini, allorch moftrava di fcemare il volume; ma di poi
^
MOTO
mi
^afficurai
bench non
re intendeffi
ragione.
LXXlL
darmi
nel
fuafi
la
fcolTa
Altre volte efiendomi elettrizzato da me fleffo, nel fentendo un cofpo che dalle mani fi Rendeva ,
fino alle vertebre del dorfo , facihiiente mi perche dal filo di ferro elettrizzato partifle un fluido elettrico, che ficuramente fecuiralTe il cammino de* nervi Un Sa.
momento
vio
le
llraniero
affai
cui
feci
note
mie
rifieffioni,
mi
rifpofe che
tutte
1'
efperienze confermavapofteriore
fepara
il
nervO'
fciatico
ad un cane vivo in maniera, che refiaffe foll-^vato per l'elremitli inferiore, ed avendolo elettrizzato allo fcuro, offervai che
cosi
che
.
il
cane
fenti-
va vivamente
allora
,
che
gli
fi
cfiraevano
Mi fovvenns
che a Strasburg era fiata elettriz ata una perfona nel gli veniva cavato fangue dal braccio , e che la fonte del fangue era luminofa, cafcando efib come pioggia di fuoco nel bicchiere , e che venendo toccata colle dita la fonte del fangue^ fi eccitava una puntura full' apertura della vena Sperimentai elettrizzando due perfone al buio, ciafcheduna del-
tempo che
le
tubo di verro
voto
d'aiia, e
vidi, nel
momento
un grande
il voto di quefio tubo , mifurai il numero dei battiti del cuore fopra fette perfone, tanto avanti, che nel tempo della elettrizzazione , e trovai che il battito del cuore
fplendore in tutto
di
un
quinto in
tro-
LXXIV, Non ho
vaffe
umano non
fi
un
fluido
della fua
un
filo
pi corto, in ragione della fua lunghezza , come farebbe di venti volte , f venti volte pi lungo, neceffario che in quefta lunghezza vi fia una quantit proporzionata di fi aldo elettrico meffo in
che un altro
rao-
E SULLE
227
venu-
moto, e
tana
.
trova
non
certamente
<li vetro che fi fh-ofina fino alF eftremir pi lonAltre fperienze anno fatto penfare nella fefla maniera Mr. Nollet, ed altri, non dubitando quelli che il fluido elettiico non rifieda in tutt'i corpi, e particolarmente ne' corpi animati ^ Mr. Fay aveva gi oflervato , che f ftraeva pi materia elettrica da un animale vivo, che da un altro morto ; co-
to dal globo
ficch cavando pi fcintille dal primo , che dal fecondo, non ne viene egli in confeguenza che i fofFregamenti de' vafi fufdtino la materia elettrica, e la mettano in moto? LXXV. Ma quefto fluido elettrico, che fi truova perennemente nel noftro corpo, non fempre nello (iato di efpanfione ; vi bifogna un foffre^amento eftemo per eftrarne delle fcintille anno il fangue da' gatti, da' cavalli e dagli nomini che molto vivo, ed i folidi molto elaftci: f ne fon veduti alcuni che camminando, gittavano fcinti-lle dalle gambe, altri le girtavano dalla faccia fropicciandofel , Quefto fluido adunque -ora
,
fiflb
ora
volatile ed efpanfivo
al
obbligandolo a
il
fpanderfi
ed
comparir
di fuori l'elafiicita, ed
vivo fropicciamen-
ma non per quello lafcia di efiftere, e di muoancora, quando non vi concorre l'attrazione, u veggionfi vifibili fcintille; non paffa certamente -dal non efiftere all' efiftenza, e veggiamo che a forza di fregare con pi preftezza certi
to delle parti;
verfi
corpi ,
fi
le
Perch mai
non
truovera egli nel corpo umano, elfendovene fempre nell' aria che ci circonda e ci penetra , fecondo le Tecentiffime olTervazioni del Signor le Monnier; e tramandandone il corpo umano,
LXXVI.
roinofo,
11
fluido elettrico
folamente quando fi trova ammaffato in un pennaccbio , o eh' meffo in un moto rapidiffmo per mezzo del fregamento Quefto fluido non aderente neppure a tutt' i corpi con la fleffa intenfita o forza, fcappando egli con maggior veemenza da alcuni corpi, che da altri; e venendo a concentrarfi in quelli , con i quali ha maggior attrazione, e perci da quelli per farlo fcappare v^ abbifogna una forza maggiolo
.
ma
Te:
228
re
!
DlSS.IJI.
tali
SUL MECCANISMO E
che
fi
MOTO
DE'
MUSCOLI,
elettrici
addimandano
,
per codi
~
torrente
fluido
,
e mettere in
moto
quello
che vi
fi
truova
I
(i<5).
LXXVJI.
i
corpi
il
di
fua
lungi
come
circonferenza
("1(5) Dopo che per tante ragioni ref^a chiaro che fi debba ammettere ne'" Bervi un fluido, invifibile, mobiliffimo, elaR-ico , e raro non fi fien; ter a conofcere che tale fofianza il fluido elettrico dappertutto nella materia difFufo. Egli fi fa che alcuni corpi fon pregni del vapor elettrico per eccefb , ed altri per difetto ; n di quefo "fenomeno altra ' la cagione, che la forza varia di attrazione, fccome ci ha avvifato il Cav.
a> eerto per gli Newtoniani il magazonde prendono effi s fovente le merci per regalare a noi la fpiegazione de' varii fenomeni Ma non bafia egli quefto foi principio
:
Nev^ ton
zino^ favorito
generale per poter intendere, perch il fluido elettrico dal fangue tacchi al cervello ed a'nervi ; e non gi, slk ofl , al graffume
fi
,
atalla
membrana cellulofa, e a delle altre . Egli fi dee riconofcere una fcwza particolare ne' minimi elementi delle fuftanze materiali, onde procede pei che diverfaraente s' imbee ed "attrae il' vapor elettrico. E quello il rileconfronto con ci eh' avviene nella elettricit delle cal, fcoverta fulle prime daJ Signor Symmer Inglefe ^ indi comprovata dall'Abate Nollet in Parigi. Allorch due calze di feta fi metton una full' altra ad un braccio ignudo, aoaiupnendovi lo Aropicelo, nello Itaccamento, dan fuori delle fcintil'le elettriche II lodato Nollet ha fcoverto poi merc le fue particolari oflervazioni , che la maflima elettricit aequifiano quelle calze che anno un negro colore, o pure bench non fieno di tale tintura , che fieno fiate infufe nella no^
ze o de' panni di feta
. ,
,.
veremo
^dal fare
la quale entra nella eompofizione del color nero . Or al mira. , re s belle apparenze, ficcome da una banda fi conofce , che la elettrici-
ce galla
detta feta
,
non
tutta
propria
ma
umaofferfi
no ed
ufi;
indi
comunicata
il
la
avvi fa
vando che
fenomeno fuccede
fi
braccio
fia
nudo,
e lo flropiccio
conchiuder, che
.
per
attrarre l'elettricifm^
vi fi richiede una fingolare difpofizione delle particelle della noce galla, che forma un ingrediente del colorito nero Perch dunque non potr affermarfi lo fteflb del cervello > al quale organo, ad onta di tutte le altre parti , toccata in forte una particolare forza di attrarli dal fangue
il
fluido elettrico
ed indi comunicarlo
a'
nervi
Adiin-
incontra un conduttore
di cui
225
fegue la
la
forma
un torrente,
globo elettrico,, e la fine alla ftremiperci non che all' eftremita pi ti dello fteffo conduttore lontana del globo,, eh' egli produce de' fiocchetti luminofi , e verfo la fteflo globo non produce, che una piccola comparfa di
:
.Se accade, che fi eftragga una fcintilla in una certa didanza dal conduttore, immantinente vedefi fparire quella luce , che fi trovava all'efiremita apporta, per ben lontana ch'ella fia. LXXVIII. Il filo di ferro, condutLore della elettricit, pu traluce
portare
elettricit
fopra
corpi
medefirae anche rugiadofe ; ma quantunque non, lafci di far parte del fuo torrente elettrico , trova per fenza dubbio maggior facilita a feguitare le tortuofiper fino all'erbe
ta del
fuo conduttore
^
.
che a fcappare
gettarfi fu
corpi
cir-
convicini
LXXIX,
Adunque la materia elettrica fcorrer pergUnervf: ma per qtiegrinvogt membrane che cingono la lor fuftanza non potr indi 1' elettricifma
,
delle
fortire
e
ir
difperderfi
il
cervello uman.^
Principe di fpotico, l'abitatore di alta sfera, ella vuole, ella comanda ; e vedefi che a punto in quel momento per quel!' arnionia di part, per quelle palefi ed occulte ruote che lavorano dentro noi , e formano
e ch'
gli aiTcdi
e la bll'a catena . corpo noflit>; vedefi, in quel momento , io dicea,. che corrifponde a quel tale volere dell' anima , il_ moto_ della macchina. E dall'altra parte , qusndo^ ne' fiocchetti nervafi diramati nele ne' varii apparecchi degli organi de' fenfi > fi_ riceve efterna, mpreffione, quella bcntofto al cervello fi comunica ; ed in quel punto ancora corrifponde il precifo penfiero deiranima Perci i pi faggi FimefTaggieri , e fentinelle lofofi confrderarono maifempre fenfi , come che fanno de'fervigi a noi Io non iftimo di addurre gli argomenti di Alberto Mailer contro l'elettricifmo dei corpo umano , e di rifpondere partitamente a' medefijiii perciocch io non vo diffunulare, che non anla pelle
, . .
no
che
effi
tanta faldezza
la
onde meritino di
efler
qui propofli
Egli certo,
cos preflo furato, avrebbe avuto quefto in tutta quefta materia dell ritrattarfi
dichiarato
nel
pubblico
manifefto
della
alla
230
.
Djss.III.
tutti
LXXIX. Lo
refine,
l'ambra,
,
la
cera di Spafulfuree
,
gna, corpi
ria
ripieni di
parti infiammabili, e
non
come fono
della mateverifimile
la
fiammaf'
nello
Non
egli
ch'effi
fluido
elettrico
itato
fiUo,
come
la
(ia,
,
gamento
di
e la forza di
,
un
e
che il che a
e
foffre-
guifa
lo fac-
una
fcintilla
fvilupp
quello
fluido,
za centrifuga
fia quello fluido, acquifta una foruna efpanfione incredibile in quella guifa -ali' aria fviluppata dalla fermentazione ,0
dalla putrefazione,
LXXX. Non
trico
fi
dareLb'egli
afl^inita,
tra certi
corpi
ed
il
fluido elet-
una
tal
quale
fia
per
la
denfiti,
fia
per
la
fi-
gura delle loro molecule, in virt di che i corpi attraggono a f maggior fluido -elettrico difperfo nell'aria^ di quello che facfluidi fono pii^i aderenti a quei corciano altri? E' vero che pi, i quali anno una denfita pi analoga alla loro, e nel cori
generale
la
,
bile
pi
faliva
pefante
in
la
del fluido
leggiera di tutte quelle altre parti, LXXXl. Per quella ragione ancora
le
che
,
debbo*
no
ilo
foi-mar la bile,
non
fi
quelle del-
Tierveo,
non
fi
debbono comporne il fluicertamente un feparano che nel cervello in un feltro, bi fogna che vi abbia una mag:
Ugualmente a
gior aderenza di quella che haveifo di altri, poich tutti, e non fi fepara che da quello.
fi
prefenta
LXXXII.
Il
fluido elettrico
,
fioc-
fono pi turche anno traverfato il ferro chinetti, la luce elettrica del vetro pi bianca, e le icintilla Se fi predi fede al <;he da elfo partono, anno l'odore di aglio Signor Pivati, ciafchedun corpo elettrizzato, fecondo le particelle diverfamente odorifere , e fecondo le refine che contiene , Ibmminiftra fiocchi di colore, e di odore diverfo a traverfo anche
chetti elettrici
.
che un
E SULLE Q.U-ALITA' DEL FLUIDO NERVOSO. 23I La luce poi , che non molto diverglobo i vetro
.
fecondo
le
offervazioni di
diverfi corpi;
lo
fiamma
e
di
il
Non
la
egli
che verifimile
da'
che
il
fluido
molecule
fulfuree y
attraggono
quali tra-
animali, per
verfano
di
quella
maggior lo abbiano pi fiiTo, o fia fluido elettrico, che altri, ma che meno volatile; perch il medefimo fluido elaftico , quanto pi caricato di molecule eterogenee, tanto meno ha d'elatere y
attrazione, che alcuni corpi abbiano
in quella guifa che
1'
aria
quando
carica di
LXXXIV.
Gertifllma cofa
che
le particelle
ce fono di diverfa
grandezza
fono
le
quelle
che
,
producono
color
pi grandi pi
piccole
perch e
meno
refrangi-
pavonazze
le pi refrangibili ,
anno maggior facilita nel deviarle dalla loro direzione, a motivo che avendo meno d malfa le attraggono pi facilmente E' ancora ugualmente verifimile , che ii fluido elettrico non folo abbia delle molecule eterogenee quanperch
corpi vicini
,
umano o
groflb
,
degli animali,
e
fia
fia
pi
meno
attivo a
fulfuree ^
cagione della fua combinaTiione con della che fono affatto proprie dei?!i animali-
particelle
LXXXV.
dell'
Il
come
quello
c-mblnato ad altre foftanze come quelpenelo degli animali Il fluido elettrico puro dee finalmente trare tutt' corpi, ed innnuarfi anche nel fangue , dove per via di fperienze ft trova v'LXXTi); ma portato con elfo fangue al cervello, vi dee per ragione di affinit, della quale abbiamo fopra parlato, attrarre e legare altre molecule pi grolle e meno
aria, o
mlRo,
.
'
attive,
ma
ai
filamenti ner
loro p{ione
2 32
fione
DlSS.in. SUL
MECCANISMO
;
MOTO
,
De' MUSCOLI,
nervofi, febluce
,
e quefti
filamenti
e
fluido fluido
elettrico
dalla
di
noi
pi
compoflo
particelle
donde viene che quel paralitico, di cui abbiamo avanti parlato, non rifentiva veruna impreffione fulbraccio nel corfo de' primi tre giorni , e rifentiva delle punture all' odgine de' nervi brachiali? Non egli verifmiile , che ci accadefle mediante una materia , che oftruifle i nervi , capace d' impedir il paflaggio al fluido elettrico ?
(LXVill).
Ma
LXXXVJ. Una forte oomprefficne fu nervi , e la loro legatura potr facilmente lafciar paflare il fluido elettrico puro , effendo molto pi lottile, che il fluido elettrico mifto, o irapuro, o fia quello che in apprefTo fi chiamer da v\o fluido ne ri
njeo;
e ci render
la
fopra
il
ner-
vo diaframmatico
(LX).
anno offervato, facendo 1' non elfer neceffarlo di premerlo fbtto la legatura verfo il diaframma, ma che il femplice ftropicoiamento fatto per qualunque verfo fopra di dfo, ravviva la fua contrazione. Ci dunque non dipende che dal rianimare il fluido elettrico Il Signor Hales ha olfervato, come fi pu vedere nella fua Emaftatica, che flropicciandoci in certi tempi dietro gli orecchi, ed rifentefi alrre parti ancora, on tremolamento fpafmodico , che fi flende per tutto quel lato del corpo; fi fa che le fregagioni ravvivano alcuna volta le parti intorpidite, e quafi paralitiche; la qual cola certamente non fi ottiene , se non per mezzo di promuovere e far agire il
Diverfi abililTimi Fifici
indicato efperimento fui nervo diaframmatico,
.
LXXXVII.
.,
fluido nerveo.
altro mai fignificano quelle fcintille clie ofquando uno fi ifrega alquanto forte il canto dell'occhio? Se quello fenomeno dlpendefie dalla retina, da che nafce che quel mendico, il quale dimandava la elemofina colla zucchetta del fuo cranio alla mano, e che per un poco di mangia fi lafciava toccare la dura madre , allorch gli veniva
LXXXVIII. Che
fervanfi al buio,
n poco compreflb
il cervello , vedeva una infinit di fcintille ? Potrebbefi egli dunque credere, che il fluido nerveo, o elettrico, Sfoffe mcfb in moto, e refo eiaflico per la detta prelTione ?
quel-
233
gatti nello
fteffe
,
fcuro,
fpecialmente
quando fono
le lucciole
,
in
circoftanze
i
tramandano
cocomeri^arini &c.
i
loro nervi
come
che in altre
non fon elleno apparenze d'una luce elettrica, parti non fi fcuopre a cagione della loro opacit.
varie fperienze del Signor Hales, fappiamo ef-
LX5^XIX. Per
fervi de' vapori
che tolgono
la
Cosi appunto le mofete o fiamma puzze fmorzano fubito la fiamma, fofFogano gli animali, e fanjo fparir la luce elettrica; perch f fi faccia paflare un filo di ferro ben elettrizzato-a traverfo un pozzo , o una cantina dove fi trovi una esalazione di mofeta ; a condizione che il filo profa eh' altri diftruggono
fegua al
d'i
la
merfa in
tal
con la fua lunghezza o direzione , la parte iravapore non tramander veruna fcintilla , bench
dall'una e l'altra parte f n'eftragga. La mofeta quella certamente che aflbrbifce il fluido elettrico efterno di quel filo , mentre 1' interno continua il fuo viaggio al coperto d' ogni impreffione e forza della mofeta (17). g
XG
LE MOFETE, ED
VELENI VOLATILI.
(17) Debbo ora, conforme il giufto metodo il richiede , e ficcome e*' impegna a fare il Signor de Sauvages ragionare delle Mofete , chiamate in latino Mephftes , ed eziandio conviene far parola de' veleni vola,
tili
mento
Moltiffimi fono flati gli Scrittori che an maneggiato quello argo1' an fatto degnamente e con giuftezza ; ma ben pochi coloro che d"" idee , effendo flati molti di effi foggetti a parecchi brutti imbarchi , ed altri fi fon rimafi per via In mezzo ad una frotta d' autori qualche aiuto mi prometto io dover dare alla Giovent fludiofa, qualora li
. .
conduca a
fine ci
che vo meditando fu tal materia Con quefta bella , che fpero doverlo fra breve con utilit for.
fucceflb oflervare
varii
fenomeni
delle
mo-
notarne i diverfi accidenti, quanto un Napoletano, il quale ha una facile ed opportuna occafione d fcorgere, non pure quelle paffaggiere che veggionfi tal fiata nelle pertinenze del Vefuvio , ed ufcire da' tore
renti
detti
comunemente
le
jave
iquanto
da
quella
perenne
e famofa
ino
DlSS.III. SUL MECCANISMO E DE* MUSCOLI, eh' da prefTo al Jago di Agnano , chiamata da noi altri la Grotta de' cani Qli non fo lunghi rigiri in volere defcrivere prima la mofeta di Anfato, mentovata gi da Cicerone, e da Plinio , laddove quello fecondo feri (Te in Irpinis ^tnfamSli ad Mepiytis aedem lacum, quem qui intravede moriuntur nel qual luogo giace un laghetto nel cui mezzo con rimbombo gorgoglio furge l' aequa torbida, e negra , che d fuori un puzzo, che foventemente fentefi a molte miglia n tampoco jni dilungo in far parola delle mofete del Telefe nel Sannio, o di quel-
34
MOTO
jnofeta,
-^
Balli eh' io dica , che la Grotta de' cani fiata la pi maravigliofa fralle altre e ben conofciuta dagli antichi Scrittori , fpecialmente da Strabene E' cotefla una grotta fita a man dritta mentre da Napoli fi va al lago di Agnano ; nel quale lago , tempo a dietro non viveano pefei di forte alcuna , perciocch le acque eran limaceiofe , torbide, e fetenti- ma ora fi veggiono contenere quantit di molti pefci avvegnach le acque fue fon divenute meno fetide tuttavolta per fotterranee vie verfo la ripa fuperiore , anche oggid vedefi ufeire da due buche l'acqua forgiva. Il terreno della Grotta de'cani contiene molto umido- e maifempre che vi fono flato, vi ho trovata di dentro dell' acqua. Prima che la porta della medefima fi apra , ftando al di fuori , e guatando attentamente per di fotto, vedefi ufcir un fumo da terra , il quale dopo e/Terfi alzato ad un' altezza di un palmo a un di preflb , per proprio pefo ricade nel terreno ifteffo Chiunque da me ha udito dire , che quella mofeta , o quella puzza , fia in una grotta non fi creda che qual; che profondo e fcuro antro ripieno di pericoli fi debba penetrare, o che qualche gran caverna tenebrofa fi debba per ritorte vie fcendere ; ma deffa una grottieella dell'altezza d'un uomo, pochi piedi larga , e lunga
. , . , .
le di SinuefTa
di pi . Io non ifiar a ripetere qi quelle ofTervnzion e quelle tante fperienzc , che vi an fatte in quefio luogo varii Naturlifii ci eh' dir venuto in concio di offervare a me medefimo nelle varie volte che col fono fiato. Egli certo, per fentimento comune, che tutti gli animali
, :
un p
qualunque Ipezie quivi muoiono o che fieno quadrupedi , uccelli , o che nell'aria vivono per qualche pezza come le anguille j o che fien amfibii, infetti, o vermini. Il tempo non lo ftefib Poich una di tartaruga mefa da me, bafiva dopo diciotto m.inuti , e poi fi mor
di
,
pefci
ed altre fette minuti j e cos difeorrendo di altri animili . Le frefche e verdi erbe e le piante pofie in quella mefitica atmosfera divengon flofcie e gialleggianti ; e le grofie torcie di pece allumate apprelTate nel medefimo luogo, ben prello
,
parecchie rane
certe duravan
in
vita dodici
altre dieci
mometro
che
il
e '1 Terfiate ancora vi ho portato il Barometro , per fipere quai cangiamenti fi avvifavano E ficcome da una banda ho conofciuto vero verifllmo quello che gli autori aveano detto ,
fi
ipegnono. Soventi
,
fenfibile
mutazione
cosi
dall'altra
p"^
dirli
235
francamente , e fcnza fare cattiva accoglienza a veruno, che fui TerBiometro molti Scrittori an prefa una veffica per lanterna Nel vero fulla fede del fu P.D.Gio:Maria della Torre, dotto ediligentiflimo Fifico ,io bencredevo che 1' atmosfera mefitica dimoftraJTe chiari i fegni del freddo , ficcome varie volte egli fcrifie nelle fue opere ; ma avendovi avvicinato il Termometro, conobbi che il mercurio s'alzava per molti gradi , moftrando effervi del caldo . E poi chiunque fta nella Grotta de' cani all' impiedi , fente di fotto benbene il caldo del terreno , che dimolto acgroti piedi medefimi. In fine pofando fui pavimento della ftefla una boccia o un bicchiere pieno di acqua di calce , vedefi con ammi razione, che la calce fi precipita ^ e l'acqua potabile 41 rende . Prima di riferire il pi verifimile fentimento fulla cagione di cotefto gran fenomeno , non far peravventura impropria cofa , eh' io in brievi parole efponga le Angolari opinioni degli autori , tralafciarido quelle che come frivole , vane, e di poco pregio, da f medefime fi annullano. Epicuro adunque credette che la terra tuttaquanta ella , accoglie nel fuo vafto feno varie e quafi infinite fpecie di foftanie, fenza che una dia impaccio all'altra ; delle quali certe fon amiche agli \nimali, ed al tre nocevoli, come fra gli altri il fetore de* carboni , '1 puzzo altres della lucerna allorch fi fmorza . Laonde quelle particelle le quali anno conformit colla figura o colla bruttura di quelle degli animali , giovano a quefti ; e quelle che fono diflimili, recano la morte . Ma niuno al certo rimarr pago di una fpiega cosi fmilza ed afciutta, quale ce la propone Epicuro. Il dire, che nel grembo fuo accoglie la terra parti utili e nocive, dondei buoni o cattivi effetti n' avvengano , ella un afftrzione che patifce inopia di ragione. Di qui pu darfi giudizio ancora del fentimento di Galeno, il quale ftim, che ficcome nel pane , ne' frutti, ne'pefci,ed in alanimale , ed all' intri cibi v' ha una qualit ben amica della macchina contro nelle canterelle v' una qualit potentemente nimica; non altramenti in alcune forte d aria fi trova un principio amico al corpo , ed in altre un principio di peftilenza e di veneno Altri furono di fentimento, che le mofete altra cofa non folTero , che tanti aliti divenuti peftiferi e venenofi , per effere flati lungamente fotterra racchiufi; che di poi rotti gli fpragli per ifcoppio fotterraneo , eoa
calora
ta
,
empito efalaffero fuori . Certuni vollero che vi ufcifle nella Grotta^ de' * cani una aura velenofa di arfcnico . Io mi rimango di dirne di pii elTendo gli altri fentimenti poco nobili , poco leggiadri , e non affai
chiari
.
Paflamo a contrade di maggior luce, colla fperanza di che miniera , onde fi poffa ornare di pi preziofe gemme
fcovrlt'e qualla
fpiegazfone
degli effetti delle mofete , e de' veleni tutti volatili . Si a chiare te ben conofciuto , che tutt' i fenomeni , i quali fi producono dalle
fete,
no-
moche
nafcono
/Jp
come
la
chiamano g 2.
moderni
Fifici ,
de' MUSCOLI, 23<f DlSS. IH. SUL MECCANISMO E Il fignifi che Ruberto Boyle Gentiluomo Inglefe chiam aria fatti-^ia cato vero di quefta voce ftato un fuggetto di alte difpute , le quali richieggono parimenti la venerazione da noi dovuta . Non mancher qui di metter in mofra quella si rilevante dottrina , onde fi pofla fare giufta idea di ci che s' intenda per aria fifla Accenner prima alcun poco de' principii dove fi poggia quefta teoria. L'aria dell'atmosfera, eh' un fluido fottile, ed elaftico , per lo che
. . ,
MOTO
s'
corpi
ed eziandio
fi
ne' fluidi
altres
pe
fante e grave
Il
conofciuto da'
moderni
Filofofi
Cavalier
natura
Newton
,
un
tal
fluido;
ma
fulla
fua
origine, e fulla
di lei
medefime,
,
e pii
pii
allontaattra-
niamo; onde
di leggieri
egli
fpieg
1'
dell'
e della
e dell'elatere dell'aria.
Newton
e
che pu nafcer
1'
etere
1'
aria elemen,
che
comincino inoltre ad efercitare una forza ripellente fra di lorq Quindi egli difiinfe Varia apparente, che nafce quando le parti de' folidi o pure i fottili vapori fi affottigliano e non godono di tanta forza di ri pul fione dell' ti;-/* reale ed elementare, che fi ha quando effe particelle vie pi fi attenuano , ed anno gran foraa ripellente ; ma tuttaddue quefle fpecie di aria non fono un fluido particolare , ma s bene fi formano dall' affottigliamento delle particelle de' corpi fecondo li varii gradi Or pofciach il Boyle dimoer che da' corpi folidi potevan eiTer pro, , ,
da quell'aria che noi fiatamo ; dietro Newton , fi cominciarono a fare diverfe fperienze su di quefti fluidi elaflici , che fi fon chiamati arie levafiffe ^ e che poi il Signor Macquer gli ha nominati Gas. Secondo
dotti
diverf
il
fiftema del
fono aflegnati alle medefime diverfi nomi; infiammabile , fi fono difinte Varia nifrofa , Varia acida ^ e V aria alcalina, le quali poffono effere aria mefitica, poich fon nocive e recano la morte agli animiih che le refpirano. Adunque quel vapor foffocante che forge dal terreno
rie origini di
quefte arie,
fi
egli un'aria fifla, un vapore che nafce dalle , fermentazioni de' minerali che fon chiufi colaggi , e dee dirfi aria mefitica . V' molta fomiglianza altres con quell'aria , che efce da liquori fermentanti, e col vapore del carbon foflile, e col fummo del mufl:o che
fi
efl:inguono le candele
ed
tiz-
Ma
per ifviluppare
il
p iU che per
me
fi
pu
quello punto
comincia.
E
clamo
a
237
le
fia
partire
fifle
,
diramare in varii
tronchi
fi
fchiere
tutte
fpecie
delle arie
de'
,
Gas
affinecch
comprenda quale
fi
fpezie
quella
producano
tutt' i
ni
. Primieramente il vapor fofFocante della detta grotta , quella fpezie di aria fattizia, che chiamafi aria infiammabile, notata dal Cav. Lowther nelle fue miniere in Cumberlandia , e poi defcritta dal
fenomenon di
Cavendish
ftagno
le
,
il
quale not
,
che
la
medefima
fi
produce
.
dal ferro
Il
dallo
e dal zinc
vitriolico
Prieftley vol-
anche da' carboni ed eftrarla dalle foftanze vegetabili ed animali, ed oflerv traile altre circoflanze, che un pezzetto di legno di_ quercia fecco del pefo di dodici grani , con un calor repentino , diede a un d prefTo una veffica di montone pregna di aria infiammabile . Inoltre 1
.
aria infiammabile ha
un lezzo
mente fecondo
time
e le piante
.
le varie
danno un Gas molto pi fetente , che non i minerali , Quello Gas di leggieri s' avvampa ; ma molto pi quando prodotto per una effervefcenza forte e violentn, che non per una efferfcenza debole e tarda V Anche l'aria infiammabile reca la morte agli animali con ugual prontezza, che l'aria fiffa mefitica , ma ci non fa che che ficcome 1 fieno le fteife perciocch fi conofciuto chiaramente
delle quali
,
aria mefitica
bile
un poco pi pefante
.
dell' aria
comune
l'
aria
infiamma-,
dimolto pi leggiera Cavandofi la fcintilla elettrica nell'^ aria fifla , quella fi vede di un colore pi puro ed inalbato ; ma nell' aria infiammabile ella di un colore fiammeggiante e pi rubicondo ;_ la quale circoQanza fervir in appreflb . Finalmente l' aria infiammabile nafce dall' unione di un vapore acido e di un flogifto che viene aflbrbito potentemente dall' acqua ; laonde divien quella un aria atta al refpiro. Ricav il Prieftley ancora il Gas infiammabile dagli olii , come da quello delle- ulive, dall'olio di trementina, e dallo fpirito del fale ammoniaco. L'aria infiammabile adunque pi leggiera dell' atmosferica, ed oltre a ci fi accende ; le quali circoflanze dimoftrano eh' ella ben di-
verfa dall'aria della mofeta di Agnano N tampoco il Gas mefitico Io fteflb che
l'aria
nitrofa
cos chia-
mata
Ofterv
ottiene
dal
rame, dall'ottone, dallo ftagno, dall'argento, dal mercurio , e da altri corpi col folo acido nitrofo . Queft' aria cagiona una grande diminuzione , ed un forte calore nell' aria comune Il fuo odore fortiffimo , e di molto fi avvicina all' odore dello fpirito del nitro che fuma L'aria infiammabile mefcolata coli' aria nitrofa , d fuori una fiamma verde , quando vi fi metta il fuoco 1' olio del vetriuolo , e lo fpirito del nitro mefcolati , benanche producono 1' aria nitrofa Le piante preferro, dal
. : .
fio
muoiono
in queft' aria
come anche
gli
animali
nel
pefo
fpecifico
poi
238
DlSS.in. SUL
MECCANISMO E MOTO
De'
MUSCOLI,
poi Ilaria comune, e la nitrofa iftefla non differifcono .E deefi altres avvertire , che la fcintilla elettrica tratta riell' aria nitrofa , fi fminora ad un quarto della fua quantit prima, la quale diminuzione della fcintilla avviene parimenti merc il mefcolamento della limatura del ferro , o dello zolfo, od eziandio del fegato di effo zolfo. Per lo che paragonandofi quelle propriet con quelle dell'aria delle mofete , egli fi dir, che fono diverfe nelle loro qualit Benanche fi trov il modo di cavare u*
.
altra fpecie di
vapore che
tit di
fi
fublima, quando
fui
fai
comune
fi
verfi
una
olio di vetriuolo concentrato. Ha queft' aria acida molta attrazione o affinit col flogifio, in guifa che lo eflrae da molte fuftanze che il contengono, e forge quindi l'aria infiammabile. In rapporto alla gravit fpecifica , detta aria acida fembra un p pi pefante dell' aria co-
mune.
Or tornando a quell'aria fifla che forma le mofete, il difficile fi lo fpiegare per qual principio ella, eh' un vapore fottile, elafiico, e per poco pii pefante dell' aria comune , faccia morir gli animali , e le piante, e fmorzi ancorale groffe fiaccole accefe*
fi
i
varii
fiftemi
Signor Landriani in un fuo Trattato su di tal materia , fofienne che le varie fpeze d aria fiffa fon in f una fola cola, ed una medefimafofianza , la quale forma diverfe fpezie fecondo la^difibluzione de' varii acidi, talvolta contenendo un fale ammoniaco vitriolico , altre fiate un nitro ammoniacale . Il Signor Abate Felice Fontana Fifico di grandilfimo riguardo , nelle fue Ricesxhe fifiche fu! Para fiffa ^ credette che tutta l'acidit che in tale aria noi ravvifiamo , nafce dall' olio del vetriuolo che in effa viene drfciolto : e quando l' aria fiffa viene fpogliata di tale fuftanza acida vetriolica , fi riduce all' aria comune feparata dal fuo acido particolare, il quale la cagione della falubrit dell'aria Il Signor Lavoifier di avvifo, che fccome 1' aria comune cangiafi in aria fiffa j cos quella altro non , che la combinazione dell' aria comune , e del flogifl:o . In fine tutti quefi Signori , avendo per condottiera , com' efli dicono, la fperienza , riguardano 1' aria comune come un corpo elementare femplice, e l'aria fiffa come una foftanza compofia , All' incontro il Signor Priefl:ley pretende, che l'aria fiffa fia un corpo femplice elementare, e che l'aria atmosferica fia una foftanza comporta .Quelle contrariet di pareri, e tutti quelli varii ripieghi che fi fon prefi da' Fifici, ciafcheduno de' quali chiede di fvaligiar V altro , e di beffare e dar la berta agli altri fifiemi quelle conti-ariet , io dicea , lunge di recar bel pregio , fon ridondanti in vitupero , e difcapito dell' arte . Ma per quale ragion mai 1' aria fiffa nociva cotanto alla refpirazicne? Quel Fifico famofo , e quel bel genio inventore il Dottor Prieftky } not fulla prima , ch la refpirazione , non toglie all' aria V elatere,
Il
.
E SULLE
u
la
2?^
rende alcalina
ma
fi
debbe
ella
confiderare
come un
proceflo flo-
di^ cui abbonda 1 flogifto di comunicare all' aria quel fi macchina animale Adunque l' aria atmosferica , o fia 1 aria vitale , _di1' aria deflogiltica^ vien flogiftica merc il refpiro ; e fi ottiene eziandio Gii ta , cio fcevra da quel principio infiammabile con cui fi attaccava. animali mentre fon porti in un aria , dove altre beftie fon morte per averla refpirata innanzi lunghiffimamente, muoiono in iuante convulu , nella merc g' irritamenti che qualche foftanza ofile fa a' lor polmoni
refpirazione
aria
fattizia
co-
me
dall'aria fiffa, dall'infiammabile, dal vapore del carbone, e dal! aria nitrofa, e dalle altre. Secondo il Dottor Prieftley, l'aria acida e'I flo-
gifto coftitaifcono
aria
gli
ch colla fola agitazione nell'acqua fenza altra giunta , l'aria gia in un'aria atta al refpiro. Io per , proponendo con ogni riverenza altro fentmento ,
cotefto teft accennato
,
can-
diverfo da
,
non intendo
di
dileggiare tale
fiftema
il
qual
ha
il
fuo
campo,
e la fuperfizie occupata
da
bella
vernice, e da viva-
ciffimi artificiali colori; n ho cuore d torgli tutt' i fuoi pregi ,^ che ben mi trarrei io addoflb una tempefta fonora di argomenti , e di nemici Dico foltanto che la fentenza di quei Ffici Italiani , che fi ali creduta l'aria comune come femplice , e l'aria fi/Ta come compofta, nou defla da biafimarf , n difarmata di pruove ingegnofe , o di ragione
.
Prieftley, qualunque. II dico fchiettamente il fiftema fin ora efpoHo del ha un brio che abbaglia , ma non convince N fi dee credere , che tutt' i bei fiftemi e le nobili invenzioni fi facciano, e fian chiufe folamenta negli oltrgmonti ; e la bella Italia poi , nuda , barbara fia , ed in difgra: .
zia di
Minerva
Intanto parmi fulle prime indubitata cofa , che 1' aria dell' atmosfera i moti la vera elementare; e che quando le fermentazioni , il calore , de' mifti difprigionano certe fottiliffime parti, quefte elTendo elaftiche , formano li Gas , o le arie fifle . L' aria comune giova agli animali , ed
a feconda de' corpi
organici
1'
La prima dun-
que
l'elemento
il
Inoltre
necefPario e naturale; la feconda un prodotto fattiziOt Signor Prieftley pretende eflervi la gran fomiglianza fra il fluie
'1
do
elettrico
flogifto
Se dunque
1'
aria
fifla
toglie
la
vita
perch
ci
non puote
lo fteflb che dire, che amazza perch carica aireccefib di luce, o di fluido elettrico; la quale confeguenza tutta piena di magagne, e fembrafcon-
im-
DE* MUSCOLI, DlSS.IIT. SUL MECCANISMO E impegnai di addurre varie pruove per convincere chicchefa che la luce l'anima della Natura. Io credo al contrario^ che le niofete agifcono perciocch aflbrbono ed affogano il vapor elettrico , onde que' luoghi che contengono aria fffa, non pofTon fomminiflrare elettrlcifmo a' polmoni , onde s' infinui nel fangue per formare il fluido nervofo. E di ci vi ha delle ragioni . Il fluido elettrico pel caldo e per l'umido fi diminuifce e quindi il conduttore della macchina f fi rifcaldi cilindro che fi il ruota perde la fua elettricit . Il luogo dell' atmosfera mefitica nella
140
MOTO
grotticella di
:
Agnano
umido
e caldo, e
elettrico.
Pi io pi volte mi fon abbaflato al pavimento di quella mofeta di -Agnano per refpirare per cortiflfimo tempo quel vapore ^ e cofantemente ho ravvifato che tal fluido velenofo fente un acetofo puzzolente lo che di leggieri ognuno ofTerver quando fi abbaffa al terreno che fla fuori la porta di effa Grotta dove il vapore leggiermente offenfivo Or le particelle degli acidi anno una gran forza attraen,
il difle il Cavalier Newton. Amofete fon veri veleni volatili , avvegnach per 1' umido e pel calore o difperdono, o per l'acido forte afforbono e fiflano il fluido elettrico cotanto alla vita neceflario . Non vale diverfa ragione per le altre arie fifle , poich le medefime a un di prefTo fono le fteire,e variano folo ne' diverfi gradi di gravit fpecifica , e nella variet delle particelle che li affottigliano dalle fermentazioni de' diverfi minerali tutte per anno : la forza di effere deftruttive del fluido elettrico ed in confeguenza del
dunque
La
fifla
fcintilla elettrica
dell'aria
fi
nitrofa
piccolilfima
inalbata
e torbida
vede quella
mabile; le quali fperienze dimofrano , che fcarfeggia nel filo elettrizzato il vapor elettrico; ed intanto d fuori quelle fcintille, in quanto che n' pregno di detto vapore , e non fi d il tempo affinch venga egli afforbito e diftrutto . Pi conferma il mio fentimento quella fptrienza che il Signor de Sauvages accenna nel Teflo Le piante pel medefimo principio patifcono ne' luoghi mefitici ; ma f eflt fieno atte a purificar l'aria , allorch per gli fuochi per 1' efalazioni, e per gli tanti fiati e rcfpiri degli animali, ella fi guafta e fi rende fifla, non pu darfi affoluta decifione. Buoni Fifici pretendono, che r erbe tutte e fpecialmente le verdi frondi depurano 1' aria , e la rendono vitale in tempo di giorno , fpecialmente quando fono i d fereni ; ma fiffatta falutare operazione viene fofpefa nel buio della notte ed ancora quando le piante fon ombreggiate da fabriche vicine . I fiori poi ,
,
ed i frutti efalano un aria guafta, e di d, e di notte In fine fi comprende, perch le torcie allumate fubjtamente fi fmorzano nelle mofete, poi.
ch r aria quella che aflTorbe tutti g' impuri corpicciuoli che da dentro la fiamma efcono, e di pi ribatte la detta fiamma al pabolodintorno ; ma quando fi confider che il rapore della mofeta , tutto che ela,
fti-
E SULLE qualit' DEL FLUICK) NERVOSO." 24I XC. Il vapore della raofeta penetrando neirinterno del corpo umano molto pi porofo, non pu egli diftruggere, o afforbire
il
fluido
fubitanea
nella
fmile a.
Agnano
lla
Non
fetidi
dipende
fanno cadere
ftico, umido, minerale, e caldo, que' tali impuri corpicciuoJi non effendo afforbiti, anzi nuove parti vaporofe ed eterogenee effendo aggiunte, e di pi con rigoglio il vapor mefitico fagliendo^ per tutte quefle cagioni talmente fi affollano nella fiamma le parti impure, che ad un tratto la fpegnono. Avviene ancora, che l'aria fifta fi*a^r^*b diffipa il fi.ioco della
fiamma medefima. Stringiamo le vele . Quando fi ha 1 infortunio od in qualfivogliano arie fattizfe , to nelle mofete
,
di
i
tantofio efporli
all'
aria
fi-efi:a
che ravviver
nervi
ci non bafti
del corpo, e
un abbondante falaffo , le ftrofinazioni , 1' acqua frefca. fii quando rivenuto le bevande acide e diluenti, faranno i ri,
medii veri ed
efficaci
Voi meco
ri
Ognuno
fentendo ripetere i varii mortiferi vapopotr feco fleffo fare quefta riflef,
non vo diifimulala quale prima che io prenda congedo da Voi , o tacere Se i vapori de' minerali che in f non eran velenofi , fermentando recano la morte ; che dovr dirfi del fumo dell' arfenico il quafatto conofcere , le un minerale micidialiffimo ? Varie offervazioni an Quindi non dobbiamo che r odore di tal fumo , ad un tratto uccide reftar maravigliati in udire, che il detto volatile veleno prefo nel tabacco, repentinamente ha tolti di vita gli uomini j e che incorporato nelle candele di cera o di fego , ha difperfo nelle flanze infoffribili puzze che in fubito uomini fenza fperanza di fcampo , fon caduti a terra morti Lo fteflo dicafi di tutte le altre puzze , come di quelle de' cadaveri , del le acque fetenti , e delle fentine. E quanti trifci cafi non vi fono di fug getti morti pel fumo de carboni e della mandragora , i quali fopifcono fubitamente tutt' i fenfi, ed inducono 1' apoplefia ? Anzi i medefimi acuti odori rendono l'aria pefiifera , e nuocciono alia lenit. Negli Efemeridi de' Curio di Natura fi legge, che tre nocchieri fi morirono pel forte odore degli' aromi , che fecoloro portavano . Gli odori del mufco , dello Zafferano , de' garofani , ammazzano gli animaletti , che refpirano quell' aria j e '1 celebre Triller ci fa fapere , come una donzella in fubito mor , per aver dormito in un luogo , dove vi era una quantit di viole .
fione
re
,
. .
MECCANISMO E MOTO
I
DE*
MUSCOLI,
effetti
narcotici
molluce
XCr.
I Signori
Hales, e
e
Newton an
,
che
la
rallegrano
che
al
contrario nell'
uomini divengono deboli e languidi , Ci probabilmente non fuccede f non perch , come ftato penfato, quefti due fluidi riftorano, e mantengono il fluido ner, veo Da quefto chiaramente s' intende, perch l' aria della cara pagna rinvigorifca, e rifiori gli eftenuati dalle lunghe malattie,
.
fia
tanto
Il
pii
le Monnier ha oflervato, che l'aria viva e ferena, e parimente l'aria piovofa e frefca porta de' fegnali ,
XCII.
Signor
di elettricit
Un uomo
fofpefo
dei
cordoni di feta in un
la
giardino
terra,
fi
all'aria
fuperficie della
e calda, ed vento di mezzo giorno impedifcono tale elettrizzazione, o diflruggono la elettricit. Non egli per quefta medefi ma ragione, che il vento di mezzo giorno rende i corpi gravi e deboli , perch non avvalora che poco, o punto il fluido de' nervi ? xeni. Dalle fperienze parimente del Signor le Monnier ricavau che il fluido elettrico nelle fue vibrazioni ha una velocit quattro volte maggiore di quella del fuono, e forf anche mol-
elettrizza da f
medefimo;
ma
l'aria
umida
il
to di pi;
lafticit,
ma
le
fperienze
non fon
gli
arrivate
poterla
pi
in
l feguitare.
principii di
o piccolezza delle fue molecole, fra giore di quella delle particelle dell'aria; ma la grande attivit del fluido elettrico ci fa penfare che fi approflimi molto alla
luce
.
fluido perennemente s'introduce ne' nervi, ma ne riempie tutta la parte loro midollare in uno flato di iilTainento,e vi viene a formare una colonna continuata, ed infinitain ciafcun filamento. Se accade toccare, anche pi leggiermente che fi poffa, uno di quelli filamenti nervofi nella fua eflremit, queflo flui-
XCIV. Quello
mente
elaflica
XCV.
do
fcintille,
fui corpo adiacente, ma fenza produrre punture, n perch non fi trova in iftato di efpanfione ; tuttavolta in quel medefimo iflante vi fi produce una mutazione nella
agifce
op.
243
ppofla eftremit, o nel cervello, e la percezione di quelle mutazioni, chiamafi f^nfa-x.tone Le perfone elettrizzate fono infini,
tamente fenfibili per qualche corfo di tempo , e coloro che fono molto foggetti a fofFrire il folletico, fono in uno flato motto proffimo a quello degli elettrizzati;
il
femplice contatto
v'
dei
Niente
le
che
nella
impreffioni
fatte
ad
una colonna
di
fluido elaftico
fi
tramandano
fenza
ftropiccia-
mento,
liflime
e fenza
perdita alcuna di
moto
come
,
a
1'
diftanze
confiderabi-
XGVI.
aria
fia
la
luce, tro-
elatere
naturalmente ed
eguali
numero
XGVII. Per un dato tempo fi poflTono confiderare fopra divernorma del fentimento d Mr, de Mairan , parlando egli delle molecole dell'aria. Ora f fi confiderino come proprie
fi
tuoni, a
a formare i fette colori primitivi , ciafcuna fecondo la propria grandezza e refrangibilita , quelle che fono d' un tuono deter-
minato effendo melfe in moto dall' impreflone de' corpi efterni, confervano le loro vibrazioni , e le comunicano alle altre del tuono medefimo , perch le loro vibrazioni fono cofpiranti , e
ci dall'organo efterno
fino all'interno
comune,
eh' la fede
dell'anima,
za
dell'
mezzo
XCVIII. Per
prefi
inveftigare
il
due
fibre
carnofe,
ta, parallele
lla
tutte da una delle loro eftremita,e da que, legate medefima avendole attaccate ad un filo di ferro elettrizzato,
veddi fubito ciafcheduno- di quei fili allontanarfi fra di loro, codue raggi fi allontanano, o partono da un centro comune; fecondariamnte quando la elettrizzazione era pi forte, o pi
me
debole, l'angolo fra effi facevafi maggiore, o minore. Anche il Signor Gravefand avea fatta la medefima efperienza nel voto. Indi legai tuttaddue 1' eftremit di quelli fili, ed avendogli elettrizzali, in vece di paralleli eh' erano, li veddi allontanarfi 1*
uno
dall'altro in
forma curva
^\
ri-
244 DlSS. III. SUL MECCANISMO E MOTO DE''muSCOLI, riguardavano; e quando impiegavo un folo fafcetto di fimili filamenti colle due eftremita legate, venivano a raflbmigliare il tendine di un mufcoloje vedevo che il centro o ventre fi gonfiava , e che i tendini andavano Tempre pi ad awicinarfi, quanto pi la elettrizzazione facevafi maggiore, e quant'erano minori
di pefo.
Avendo anche
fatto attaccare
il
un pefo
al
tendine infe-
riore, l'elettrizzazione
follevava.
Volli fperimentare ci che fuccedeva a quefti filamenlegandoli di fpazio in ifpazio , ed ebbi il piacere di vederli feparare fra di loro , formando delle linee molto curve tra una legatura e l'altra; onde facilmente comprefi che f gl'intervalli
ti
XCIX.
foffero flati
gliati
li
molto
quali
.
piccioli
gonfiamenti
ne'
fi
farebbono raflbmiallorch
fi
appunto
C.
oflervano
mufcoli
trovano
in contrazione
Non
,
il Signor Winslow diffe eflTer collanti , non doveffe produrre delle coflanti increfpature nei diverfi ftrati delle fibre che concorrono a formare i mufcoli , in maniera che la parte
verfe
che
convefia della ruga inferiore fi annidi nella parte concava dell' anteriore , per mezzo di che quelle fibre ed i piani ch'effe compongono , effendo ripiegati, confervano fra di loro lo fl^effo parallelifino, che avevano avanti quello corrugamento , il quale per
tanto dee portare impedimento al corfo del fangue che ritrovafi Iti quei vafi che folTrono quelle fieffe piegature: poich le piegature de' vafi, fecondo
fo de' fluidi
non
,
elettrici
cofa
non fucceda
, ritardano non poco il corche vi paffano , quantunque la (leffa fecondo s'Gravefande,a riguardo di quelli che
il
Michelotti
fono elettrici.
di
CI. Nel primo ifiante della contrazione de' mufcoli , le fibre quefi non poffono aggrinzarfi e fare sforzo di awicinarfi ai , loro tendini , lenza che il fangue non fia premuto con tutta la
^
il
determinano ad entrar
vene che
tal
il
ivi
che un
fervalo,
tronco delle arterie , rimane evidente fangue gonfiera pi rapidamente , come gi fi oftronco delle vene , ed il mufcolo diminuirli di volu-
me.
E SULLE
Q.U
245
me; od
al
pi refter
medefimo
.
fin
non fi fia nelle arterie il fangue , Ma ai fluido elettrico non fuccede che vi entrano , anamaflato quello che accade ai fluidi pi groflblani il fluido elettrico traverfando la porofira de' corpi tanto folidi che fluidi , non rivolume il crefce il loro volume pi di quello che accrefca dell'acqua una porzione di Tale in efla bene fciolto , purch la
trazione troppo prolungata
:
quantit di
quello
non
oltrepafl
limiti
della
perfetta
fatu-
razione. GII.
ne poflbno dedurre tutt'i fenomeni la prontezza, e celerit de' loro moti ; perch ficcome il fluido nerveo riempie continuamente le fibre de' nervi ,_le quali fi confondono con
quelli principi
f
Da
murcoli,ma foprattutto
efle
ad
motrici o carnofe , una volta che quefto fluido venga meflb in moto, egli dee proporzionatamente al quadrata della fua nuova celerit dilatare, ed increfpare le fibre motrici, ravvicinandone i tendini con celerit reciproche alle loro refifibre
effer
Henze
ci
immaginare come il motore che imprimere quefta celerit al fluido nerveo; ma quante cofe mai vi fono , che da noi non fi. poflbno immaginare, e non oftante efiftono ? Le azioni dell' En te Supremo fopra tutte le parti dell' Univerfo toccano anche meno i noftri fenfi , e pure da queflo principio unicamente dipendono i moti che confervano i Pianeti fufliciente per noi il
fa
,
poffa
fapere
che ci eh'
proporzionato ad un effetto
la
,
.
fenza del
quale l'effetto non accade^ efferne quello noftri mufcoli corrifpondono alla volont ,
caufa
moti
,
de'
ed ai difideri , tanto diftinti , che confufi di quell'Eflere penfante che ci anima ( XIV., e XV. ); e queft'Effere vegnendo ad agir meno fopra di noi, come accade negli fvenimenti, e ne' languori ,
alle paffioni
od a non agire altramenti in modo veruno, come fuccede nella morte , nelle quali occafioni i moti del corpo diminuifcono , o celTano intieramente non fi pu far a meno di non riguardar;
come l'effetto dell'azione di queft'Eflere penfante. GIV. Dall' efperienze fiam anche condotti a ftabilire , che anima ha la potenza d' inviare il fluido nerveo ne' filamenti
li
i'
di
un
24^ DlSS.III. SUL MECCANISMO E MOTO DE* MUSCOLI, uu nervo determinato fenza mandarlo in altri , perciocch noi muo- iamo a noftro beneplacito un mufcolo determinato piuttofto che un altro ; e per quefto flato neceflario che i tronchi
nervofi foflcro ifolati
fin
,
e fenza
ramificazioni
le le
fareb-
bono
co
fa
fi
divife; e perci
fi
vede, che
quali
d'
il
tron-
divide
manda
de'
rami
ai
mufcoli antagonifti
la
parte,
proprii a trasmettere
,
procurare al fangue , che trova troppa refiftenza a traverfare un mufcolo allorch trovafi in contradone , un canale di derivazione nel corpo del fuo antagonifta, che allora ritrovafi libero. CV. Non creder che veruno , dopo quello ch'abbiamo efpofoltv^nto pofTono
fia per obiettarci , che il fluido nerveo con troppa facilit , abbandonerebbe i nervi medefimi , e da elfi fuggirebbe . Realmente f ne perde, e probabilmente di quefta perdita ne profitta la pinguedine che rivede tutt' i mufcoli , e tutte le loro fibre ; e da quefto forf deriva la grandi ffima infiammabilit di
ce in un luogo determinato
ma
fio
efla.
il
allorch
fi
fonde mediante
,
calore di un
ferve a ripa-
riconducendolo al torrente della circolazione . Verifimilmente per motivo della fcarfa circolazione di quefto fluido elettrico o nerveo, accade pure che le membra paralitiche
do
fi
faccianfi atrofiche,
e crefciute
di
di fierofit.
Ma
me
fuccede
a quegli
ci circonda luminofa , l' aria che rimpiazzarlo. Ma perciocch que un fluido elettrico puro , ma mifto , z proporzionato ai pori della foftanza midollare de' nervi , perch non pu egli eflervi ritenuto, o dalle pareti pi denfe , che \i
mento
rendefi
elettrica
veftono, o in virt della medefima fua attrazione con quella parte midollare?
evi. Molto pi evvi da temere per parte del torrente medefimo di quefto fluido capace d' impiegare tanta forza per dilatare ed increfpare
i
NERVOSO.
,
247
e ne alil
economia
Ma
per tutte
1'
fluido
elettrico
gi
fia
meflb in moto, allorch parte dal centro per gli fuo rageferciti Tempre la fua forza per una direzione medefima , o verfo l'oppofta parte ; non offervandofi mai , per qualunque
fiocchi
faccianfi retrogradi
dell' elettricit
i
.
refiftenza oppofta ai
effl
verfo
gine
rare
La
prelfione laterale
non
capace di alte-
fili
di
un cordone
uno
fi
pu
fervi-
del Signor
Hauksbee Quel.
lo
fteffo
cio
che quantunque cammini fettecentomila volte pi prefto del fuono, con tutto ci non offende mica i pi teneri petali di un
fiore
CVII.
Non
vi
che
quello
li
fluido igneo
metta
corpi
perch generalmente
maggior violenza rilegga ne' pennacchi elettrici, e nell'efiafi elettrico, tuttavolta non fi rifente fenfibil calore ; che quantunque egli accenda lo fpirito di vino fcaldato , non ne viene che fi debba dire eh' egli fteffo abbia concepito
lo fpirito di
quel grado di calore dallo fpirito del vino: l'olio di faffafras, e nitro accendonfi fcambievolmente , tuttoch avanti
foffero pi caldi dell'atmosfera.
non
Non
nerveo troppo fortemente agitato a forza di qualche corfa , di una contenzione di fpirito , da un colpo di Sole &c. non poffa
alla
fine profciugare i nervi , ed il cervllo . ritrovato il cervello ne' maniaci, e negl'idrofobi tanto profciugato , che mi
Ho
anno
il
ci fatto credere: ma in fanit l'umido del quale abbonda cervello lo mette generalmente al coperto d' un tale accidente.
CVIII. Vi refterebbe da fpiegare, perch il fluido elettrico allontani fra di loro nella detta maniera le fibre ma per ifpiegar quefto farebbe neceffit 1' abbracciar uno de' fiftemi che vi fono fu tale argomento e parrebbe che i vortici del Signor
:
Molieres poteffero effere molto adattati ad ifpiegar una fimil cofa ma quefto farebbe un allontanarfi troppo dalla idea
di
:
Abate
che
mi
248
DlSS.
III.
SUL MECCANISMO E
,
MOTO
DE* MUSCOLI,
all'ultimo anello di fpiegare tutta la catena ; avendo dato ragione di quanto eravi di pi importante. CIX. La fulminazion elettrica capace di far morire iflantaneamente diverli animali de' pi grandi , con dilatare e far creed i loro mufcoli ; in fegue, veduto d'altronde , che una leggiera fcintilla che determina nel mufcolo bicipite il rapido influiTo di quello fluido, fa contrarre il mufcolo, bench oftrutto e difeccato,da una paralKa di venticinque anni. Egli facile dunque a concepire , che un influlfo rapido di quefto fluido , ma non, gik troppo violento, ne' mufcoli rilaffati, il fof^rega mento de' quali rivefte, fia per effer cali diminuito dalla pinguedine che pace a contrarli proporzionatamente alla forza , che il motore
i
pare in un
momento
loro vafi
avr impiegata fopra di queflo fluido. ex, E ficcome dipende da noi l' impiegare maggiore nor forza nei far girare rapidamente un globo, o nello
re un tubo elettrico
,
o mi-
ftrofina-
piegata
fa
pi
meno
il
filetti
elettrizzati
i
cosi
egualmenviefi
da noi
poter moderare
il
moti
de'
mufcoli.
,
CXI. Quantunque
non ne
uomo
fue
infievolito, gli
;
forze
fi
fepari
e che
mali.
poi
fi
cofa
domanda
liberamente
tutte le pani
e fpecialmente
nervi
in
che facilmente f ne parte , non pu fenfibilmente accrefcere la potenza motrice, (ebbene poffa far operare quelli medefimi moti violentemente , qualora venga determinato a portarfi in una maggior copia verfo di un mufcolo, che verfo di un altro. CXII. Nello fiato di ripofo, e d'inazione de' mufcoli, le forze fono diftribuite proporzionevolmente alle parti, come pure l' il 1' fluido nerveo. Ora quefta difl:ribuzione non fa, che mantener
equilibrio fra le
membra,
raoltiflTimo l'azio-
ne
24^
poich la forza che reRa defalcata ad un raufolo antagonifta, viene impiegata a fare agir l'altro che il tiene in hif
lancia . Un pefo tolto da una parte della ftadera, aumenta del doppio la forza dell'altra parte alla quale fi aggiugne. CXIII. In quanto alla forza aflbiuta, che ammirafi nel moto de'mufcoli , e ch^ dalle feflanta fin alle cento volte al di fopra della forza apparente, ella dee trovarfi tutt' intiera nel fluL do motore . Ora le fperienze ci fan vedere , che tra i diverft fluidi che poflfono penetrare i nervi , l'elettrico il folo che poCfa fomminiftrare forza si grande . Ho vedute dygento guardia del Re che fi tenevano per le raani,if:antaneamente tutte fcolTe, e molto fconcertate da una fola fcint^la elettrica fiata eftratt^ da una di effe, CXIV. I fluidi tutti fono foggetti a foffrire dei fofFregamenti grandi paflando per li vafi capillari . Per quefta ragione i vini , ed altri liquidi non paflano a traverfo le doghe delle botti, che fen-za dubbio veruno contengono nella loro teflltura una infinit di canaletti. Il fluido elettrico folo quello che pufcorrere fen^ za foffrire il contrailo de' fofFregamenti ^ anche per canali eftre? mamente anguRi, e fuperiormerjte anche alla luce , perch que^ fa non dotata di una tale propriet, f non ne' corpi trafpap renti. Si fa per una fperienza del Signor Jallabert , che l'acqua la quale paflando per de' tubi capillari, non cadeva che in piom-
bo ed a cento gocciole
ne
tale la
forma
vano
gliere
parabola.
il
CXV. Dunque
ai fluidi
fluido elettrico
i
ha anche
.
la
propriet di to-
ordinarli
loro fofFregamenti
Ma
come mai
p?
trebbe ci produrre,
infinitamente piccole
s'egli ftefFo
non
foffe
comporto
di sferette
ed in confeguenza infinitamente elamiche? , Quelle reciprocamente refpingonfi con forze centrali , le quali fono grandiffime in quelle , le fuperficie delle quali fono infini-
Newton ha
quefti
fuperficie
pezzi
di calamita
de' grandi, quanto elfi anno maggior relativamente alla loro maffa. I globett elettrici dun-
que
effen do fiati
confiderat,
ugualmente che
I
i
quelli
delia luce
tan-
<
250
DlSS.
TII.
del.
di
tempo
repulfiva
la
un moto prodigiofamente celere, e fenza patir foffregamenti. CXVL In qualche macchina che venga impiegata , eflendo noto e determinato il motore, viene ad eflei' anche determinato il pi grand' effetto poffibile di effa e fi fd cht tutto quefto effetto ^ in parte od intiero ^ trattandofi di macchina Idraulica ,
,
muover
E'ftat dun-
que
neceffiia affolut,
qualunque
fi
t
fiafi
la
forza del
moto
de' tnu-
almeno
trovafle
nervi ^ che la trasnettond ma quefta forzai relativamente alla mafla riducefl quafi a niente: dunque e fiata neceflaria ch'ella fi
trovafle
motore* Or dunque
cutt' i
co-
me
fi
dimoflrat
j
non eflndovi
tutti
fra
trico
il
paflare
:
at
traver-
vedefi,
che
-che
aflblutamente
pofjbil
il
grandiffimi
colla
pi
piccola
,
forza, noti
pu
eflereftato fapientemente
impiegato
fluido elettrico
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TOMO PRIMO
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