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Sagrestia di Santo Spirito, Firenze

La celebre sagrestia fu aggiunta alla basilica di Santo Spirito per iniziativa di Lorenzo il Magnifico. In questo caso,
l’architetto trasse ispirazione dalle soluzioni di Filippo Brunelleschi, creando un edificio a pianta ottagonale, che
richiamava la forma del Battistero di Firenze. Gli interni si caratterizzano per la presenza di elementi decorativi in
pietra serena: lesene, cornicioni, trabeazioni contribuiscono all’equilibrio generale di tutta la struttura. La sagrestia è
famosa anche perché al suo interno ospita uno dei capolavori di Michelangelo

 Verrocchio, Incredulità di san Tommaso

I lavori furono seguiti da Lorenzo, che nel 1483 poté vedere l’opera completata. Tuttavia il Verrocchio ebbe qualche
problema a farsi pagare: sappiamo infatti che nell’anno della sua scomparsa doveva ancora riscuotere duecento fiorini
dall’Arte di Calimala.

Verrocchio, Tomba di Piero e Giovanni de’ Medici


Il monumento che accoglie le spoglie di Piero il Gottoso, padre del Magnifico, fu commissionato al Verrocchio .La
tomba, realizzata in marmo, bronzo, porfido e pietra serena, è un monumento funebre , e rappresenta uno dei
capolavori dell’ornato verrocchiesco : la tomba, infatti, è opera “tutta forma e materia”, come l’ha descritta lo storico
dell’arte Gabriele Fattorini. Sullo zoccolo, compaiono i nomi di Lorenzo e Giuliano, figli di Piero. L’opera si può
ammirare nella Basilica di San Lorenzo.

Verrocchio, Spiritello con pesce (putto col delfino)


Secondo Giorgio Vasari, il famosissimo putto col delfino fu commissionato dal Magnifico per la villa medicea di Careggi
ed è stato sottoposto a un accurato restauro .In origine, l’opera decorava una fontana.

Michelangelo, Battaglia dei centauri


Capolavoro giovanile eseguito per il Magnifico, nel Giardino di San Marco. L’opera raffigura la zuffa che scoppiò tra i
centauri e i lapiti nel corso dei festeggiamenti per il matrimonio della principessa Ippodamia, che andava in sposa al
figlio del re dei lapiti. Si tratta di un’opera che esemplifica la battaglia tra la ragione e l’istinto, e trova dunque
un’interpretazione allegorica che ben s’accorda alla filosofia neoplatonica che animava la cultura fiorentina del tempo.

 Sandro Botticelli, Storie di Nastagio degli Onesti


I quattro pannelli che decoravano un cassone nuziale furono commissionati a Sandro Botticelli con tutta probabilità dal
Magnifico che intendeva fare un regalo di matrimonio a Giannozzo Pucci in occasione del suo sposalizio con Lucrezia
Bini celebratosi nel 1483. I pannelli sono rimasti tutti assieme a Palazzo Pucci fino a metà Ottocento. L’opera narra la
storia di Nastagio degli Onesti raccontata da Giovanni Boccaccio nel Decameron: Nastagio era un nobile di Ravenna
che voleva sposare una donna che, al contrario, non intendeva cedergli. Nastagio, deluso per il rifiuto, dopo aver
meditato il suicidio decise di lasciare Ravenna: nella pineta di Classe, poco lontano dalla città, gli apparve il fantasma di
un cavaliere che inseguiva una donna nuda. Alla fine della corsa, la donna veniva sbranata dai cani del cavaliere:
questi, raggiunto Nastagio, gli aveva confessato che quella era la sua pena per essersi suicidato a causa del rifiuto di
una donna, e i due erano stati quindi condannati a ripetere tutti i venerdì quella terribile scena. Nastagio decise
dunque di organizzare un banchetto per il venerdì successivo, invitando la sua amata, che dopo aver assistito alla
condanna del cavaliere e della donna che lo aveva rifiutato, decise di non respingere più Nastagio.

Lorenzo si circondò inoltre di intellettuali – Poliziano, Ficino, Pico della Mirandola – e di artisti quali Antonio del
Pollaiolo, Filippino Lippi, Sandro Botticelli e il giovane Michelangelo, il cui rapporto con la famiglia Medici ebbe inizio
sul finire del Quattrocento.

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