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LORENZO GHILBERTI

Lorenzo Ghiberti svolge tutta la sua vita e la sua attività artistica a Firenze. La sua formazione avviene alla bottega
orafa del patrigno Bartolo di Michele. Quindi alla sua attività principale di orafo e scultore, si affianca in seguito
anche quella di architetto. Ebbe un difficile rapporto lavorativo con Brunelleschi, poiché erano spesso rivali nei
concorsi.

IL CONCORSO DEL 1401. La prima importante occasione di Ghiberti di verificare le sue abilità artistiche si presenta
nel 1401, quando viene bandito un concorso per la seconda porta del Battistero di San Giovanni a Firenze. Molti dei
più importanti artisti del tempo vi partecipano, compresi appunto Ghiberti e Brunelleschi. Il tema consiste nel
realizzare una formella in bronzo raffigurante la scena biblica del Sacrificio di Isacco, con una cornice mistilinea e
quadriloba. Ci sono giunte solo le formelle di Brunelleschi e Ghiberti, e fu quella di quest’ultimo a vincere il bando.

La formella di Brunelleschi viene respinta in quanto troppo elaborata, con troppi personaggi e che infatti sforano dai
margini della base lignea quadriloba. Invece quella di Ghiberti risulta meno caotica e quindi più elegante. I
personaggi sono pochi e fatti con una maggiore maestria dal punto di vista delle capacità da orafo. Inoltre, un
dettaglio importante che inclina la scelta della commissione nei confronti della sua formella, è il fatto che l’angelo
non tocchi la mano di Abramo per impedirgli di uccidere il figlio, ma che gli basti il gesto. Denota il distacco tra
mondo dei cieli e mondo terreno. Questa caratteristica, insieme alle finezze riportate nella formella di Ghiberti, lo
hanno portato a vincere il concorso.

PORTA NORD DEL BATTISTERO DI FIRENZE. Per realizzare l’opera per la porta sulla facciata nord del battistero di
Firenze, Ghiberti impiega 25 anni di lavoro e fonda un’apposita bottega, la quale sarà un’importante fase di
formazione di molti importanti artisti, tra cui anche Michelozzo e Donatello. La porta è firmata con la scritta “OPVS
LAVRENTII FLORENTINI” e si compone di 28 formelle con cornice quadriloba mistilinea rappresentati le scene
bibliche della Vita e della Passione di Cristo. I due battenti sono poi incorniciati da motivi floreali con testine di
profeti e sibille.

FLAGELLANTI. Una formella dell’anta destra vede la scena della Flagellazione. Fu una delle ultime a essere realizzata
e presenta una raffinatissima simmetria, e ha sullo sfondo un porticato dotato di colonne molto classicheggiante. La
figura centrale è Cristo, che, legato alla colonna mediana, divide la scena verticalmente in due parti distinte ma
speculari. Due figure a destra e due a sinistra flagellano Cristo e sono rispettivamente ruotate verso i margini esterni
della formella. La loro realizzazione è estremamente sincronizzata e questa caratteristica richiede numerosi studi
preliminari. Inoltre, il senso della prospettiva è suggerito sia dal colonnato in secondo piano che dalle mani del
secondo carnefice di sinistra che si intrecciano con la colonna. Ghiberti dimostra la sua visione di tipo rinascimentale.

PORTA DEL BATTISTERO DEL PARADISO. Visto lo straordinario successo della porta nord, senza concorsi, viene
affidata a Ghiberti anche la porta est, considerata la più importante, poiché rivolta verso la cattedrale. Durante il
lavoro si serve dell’aiuto, tra i tanti, anche dei suoi figli Tommaso e Vittorio. Per l’esecuzione Ghiberti ha carta
bianca sia per organizzare il lavoro sia per la scelta del soggetto. Infatti riduce le formelle a dieci, elimina la cornice
quadriloba e realizza lungo i bordi dei battenti una fascia decorativa con immagini bibliche e testine di profeti e
sibille entro tondi. Rispetto alla porta nord, sparisce ogni tratto gotico e Ghiberti si concentra sulla modellazione dei
personaggi e sull’accuratezza dell’intaglio. Lorenzo introduce anche una nuova tecnica prospettica: lo stiacciato,
dove le figure in lontananza vengono rappresentate con pochissimo rilievo, come appunto fossero schiacciate sul
fondo. Lo scalpore destato dall’opera fu tale che Michelangelo, famoso per essere restio a esprimere giudizi, definì la
porta di Ghiberti starebbe bene all’ingresso del Paradiso. Quindi la cosiddetta Porta del Paradiso è conservata nel
Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, mentre nel battistero vi è una copia.

INCONTRO AL TEMPIO. L’ultima formella in basso a destra rappresenta l’Incontro al Tempio tra la regina di Saba e il
re Salomone. Si denota l’impiego dello stiacciato. Al centro dello spazio vi è un monumentale tempio ispirato alla
tipologia romana di arco trionfale con tre fornici. Di fronte alla scalinata d’ingresso del Tempio vi sono le figure del re
Salomone che stringe la mano della regina di Saba. L’evento è celebrato dalla presenza di musicisti, degli anziani e, in
primo piano, uomini e soldati a piedi o a cavallo a creare un insieme vivace di atteggiamenti.

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