Sei sulla pagina 1di 7

STORIA DEL TERRAZZO ALLA VENEZIANA

Ha attraversato i secoli, è stata usata per decorare i più bei palazzi di Venezia e le
meravigliose Ville Venete. È parte del patrimonio culturale Veneto. È un'arte che si è
tramandata da generazione in generazione. È ancora uno dei pavimenti prediletti delle
abitazioni a Vicenza, Verona, Padova, nel veneziano e nel trevigiano.
È la Veneziana.

Un pavimento senza età


La Veneziana è ancora bellissima: si è saputa adattare agli stili delle differenti epoche
passando dal rinascimento al barocco fino ad adattarsi - grazie a nuove miscele di fondi e
marmi - anche con lo stile minimalista che le si richiede oggi.

Tenteremo, seppure in estrema sintesi, di ripercorrere la storia di questo pavimento


attraverso i secoli. Conoscere la storiadi questo pavimento ci permetterà di apprezzare il
lavoro dei nostri terrazzieri che con passione e impegno si tramandano questa antica arte.
Perché di arte si tratta.

La Veneziana nella storia dell'architettura

Nei trattati di architettura del quattrocento e del cinquecento sono menzionati più volte, in
termini elogiativi, "i pavimenti veneziani in terrazzo". Anche Andrea Palladio riteneva
"eccellenti i terrazzi come si usa in Venetia" anche se, nei suoi quattro libri, ha dato
indicazioni estremamente sommarie sulla tecnica di esecuzione.

Probabilmente l'architetto Vicentino presupponeva che i suoi lettori conoscessero così bene
la tecnica (complicata e faticosa) di realizzazione della Veneziana da voler evitare di risultare
noioso descrivendo modalità e istruzioni dettagliate.

"Quei terrazzi sono eccellenti, che si fanno di coppo pesto e di ghiara minuta e di calcina e di
cuocoli di fiume (...) e sono ben battuti: e devolsi fare nella primavera o nell'estate acciocché
si possano ben seccare." Andrea Palladio - I quattro libri dell'architettura.

Ma abbiamo moltissimi documenti che comprovano la presenza di terrazzieri ( terazari) già


dal 1400 anche se la mariegola dei terrazzieri veneziani è costituita ufficialmente nell'anno
1586. Più di 400 anni fa.

"S'usano per le camere e le sale i pavimenti in terrazzo..."

Prima del Palladio, siamo alla fine del 1500, nel suo libro "Venezia, città nobilissima et
singolare", Francesco Sansovino, figlio del famosissimo architetto che tanto ha dato alla città
veneta, parla del terrazzo in cocciopesto (pastellon) e scrive:
S'usano per le camere e le sale comunemente, i suoli o pavimenti, non di mattoni, ma di una
certa materia, che si chiama terrazzo: la qual dura per lungo tempo et è vaghissima all'occhio
e polita"

Francesco è un intellettuale: scrive circa un centinaio di libri affrontando vari temi, ma la sua
opera più famosa è proprio questa, in cui parla dell'architettura veneziana.

Il fatto di essere figlio di un grande architetto lo si capisce quando continua spiegando nel
dettaglio come si realizza il pastellon:

Ella si fa con calcina et con tegola o mattoni ben pesti, et s'incorpora assieme. Vi si aggiunge
una parte di scaglia di sasso istriano polverizzato, et questa mistura alquanto soda, si
distende sul suolo di tavole ben fitto, con chiodi, acciocché non si torca e resista al peso. Indi
con ferri fatti a-posta, si batte et calca per qualche giorno. Et spianato ogni cosa et indurita
ugualmente vi si mette di sopra un'altra mano o coperta di detta materia, nella qual si
incorpora o cinabro, o color rosso. Et poi che si è riposato per qualche giorno gli si da l'olio di
lino col quale il terrazzo prende il lustro per si fatta maniera che lo uomo può specchiarvisi
dentro.

Il Pastellon, ottimamente descritto dal Sansovino, è insomma il padre della Veneziana, vediamo
allora di che si tratta.

Prima della Veneziana: il pastellon

Il tipo di pavimentazione “alla veneziana” ha origine tra il XIII ed il XIV secolo, epoca in cui
Venezia inizia a diventare una potenza economica e finanziaria. Ha origine dal cocciopesto che,
a sua volta, ha origine da un particolare tipo di pavimento romano: l’opus signinum.

Quest'ultimo è citato da Vitruvio che, nel suo VII libro, descrive dettagliatamente la
realizzazione e l'effetto di questi pavimenti realizzati con sabbia, calce e cenere, che
venivano stesi, fatti asciugare e poi lisciati fino ad ottenere un pavimento scuro e ben
temperato. Nella sequenza degli strati e nell'effetto estetico finale questa tipologia di
pavimenti corrisponde al veneziano "pastellon".
Si può dire, quindi, che si tratta di pavimenti realizzati con una tecnica simile a quella
utilizzata per gli intonaci dove alla calce venivano aggiunti degli inerti. La caratteristiche
principale era il fatto che, una volta stesi, venivano “battuti”, motivo per il quale il terrazzo è
talvolta chiamato "battuto alla veneziana".

Ecco un altro esempio di pastellon:

Dal Pastellon al Terrazzo alla Veneziana

Ho visitato parecchi palazzi veneziani, quasi un centinaio. Gli interni rimasti realizzati con
un pavimento in pastellon monocromatico sono pochi. Il tempo passato e l'ammodernamento
degli immobili li hanno fatti sparire.

Invece sono molti, anzi moltissimi, sono quelli con il terrazzo alla veneziana.

Se oltre all'architettura ti piace (io la adoro) l'arte veneziana ti segnalo che tracce del
pastellon si trovano nei dipinti veneziani del '400 e del '500 , ad esempio nel Carpaccio che li
raffigura in due quadri: nella "Visione di sant'Agostino" e nel "Sogno di Sant'Orsola".

Caratteristiche del pastellon


Il pavimento in pastellon veniva realizzato stendendo sopra ad incannicciatura uno strato di
malta composta di calce, pietra d'Istria e mattoni macinati. Questo per strato variabile tra i
15 ed i 20 centimetri.

Si tratta di un pavimento elastico (grazie all'uso della calce come legante) che segue le
normali deformazioni dell'edificio senza creparsi e che offre anche ottime
proprietà di isolamento termico ed acustico.

Si pensi, a proposito di isolamento, che nell'incendio del 1577 di Palazzo Ducale il pavimento
in pastellon spesso 11 cm. riuscì a proteggere dal fuoco le travi che reggevano il pavimento
della sala del maggior consiglio, salvando la sala dal crollo.

L'invenzione della Veneziana

Nel tardo '500 questi pavimenti monocromi iniziarono ad essere sostituiti da pavimenti
policromi realizzati dapprima combinando colorazioni differenti con decori geometrici e quindi
inserendo, all'interno dei pastelloni e delle cornici di separazione tra le differenti colorazioni,
dei frammenti di marmo.

Il terrazzo alla veneziana è quindi, in buona sostanza, un pavimento


ibrido nato dall’incrocio tra due pavimenti dell’epoca: il pastellon ed il mosaico pavimentale in
marmo. Nasce, infatti, quando si iniziano a sparpagliare delle scaglie di marmo o pietra
all’interno dell’impasto e, successivamente, ad utilizzarle a scopo decorativo ad imitazione del
mosaico pavimentale.
Questo, che ho fotografato in un palazzo a Venezia, è uno dei primissimi, rudimentali, esempi
di Veneziana.

Quelli di palazzo ducale furono realizzati dopo il terribile incendio del 1577 e gli storici
dell'epoca li descrivono mettendone in risalto "le superfici lisce come uno specchio".

Venezia ed il terrazzo, i motivi di un matrimonio

A Venezia questa pavimentazione ha trovato l’ambiente ideale per diffondersi, non solo per la
sua estetica raffinatissima e le possibilità decorative pressoché illimitate ma soprattutto per
gli aspetti tecnici.

Le veneziane a base calce, realizzate nella città lagunare, consentivano, infatti, di coprire
grandissime dimensioni con una superficie unica, senza giunti o fughe, e – cosa importantissima
– si adattavano ai tipici cedimenti dei palazzi veneziani deformandosi grazie all’elasticità
della calce.
Sappiamo che i palazzi veneziani, denominati umilmente case, si reggono su fondamenta
realizzate piantando migliaia (in qualche caso diverse decine di migliaia) di tronchi di alberi su
un terreno paludoso sopra ai quali vengono stesi diversi strati di tavolato e pietre a fare da
“platea” per supportare gli edifici.

Questo tipo di fondazione non può garantire una totale stabilità del costruito per cui i
cedimenti devono essere presi in considerazione. A questo si aggiunga che il materiale
adoperato per la costruzione dei solai è il legno, per leggerezza e per guadagnare ampiezza
dei locali. Sopra a questi solai, a partire dal 1400, viene steso dapprima il cocciopesto o
“pastelon” ed in seguito il terrazzo alla veneziana.

Dai primi terrazzi alla veneziana decorata

Come abbiamo detto, grazie all’idea di decorare il pastelon con delle scagliette di marmo,
nasce il concetto di terrazzo alla Veneziana. I primi pavimenti vengono realizzati con
decorazioni rudimentali ma la tecnica si affina, con il tempo, e si arrivano a concepire e a
realizzare decorazioni sontuose.

I pavimenti colpiscono anche per i loro riflessi suggestivi, sono, infatti, sottoposti a ripetute
azioni di lucidatura (lustratura) fino a dargli lo splendore che conosciamo.Certamente, per le
opere più importanti, quali il pavimento della Basilica di San Marco si continuano a preferire i
pavimenti in mosaici di marmo.
Ma nelle case private di allora, come per quelle di oggi, viene scelta ed apprezzata
la veneziana per il fatto che è facile da pulire grazie all’assenza di fughe e giunti. La
complessità e l’elevato livello di artigianalità della sua esecuzione ne frenano la diffusione che
è concentrata in Veneto e Friuli o, meglio, in quelli che erano i territori della Repubblica di
Venezia seppure con alcuni tentativi di realizzazione anche all’esterno dei confini. Le
residenze di campagna dei veneziani a Vicenza, Verona, Padova e Treviso si pavimentano in
veneziana.

Dalla Veneziana a base calce a quella in cemento

Alla fine del 1800 la calce inizia ad essere sostituita dal cemento, come legante nell’impasto
della veneziana. Il motivo principale sta nei tempi più rapidi di indurimento e, quindi, di
realizzazione del pavimento.

Abbinato ai nuovi strumenti meccanici per levigare il pavimento, il cemento consente di


realizzare pavimentazioni in terrazzo alla veneziana ancora più brillanti ed in tempi
decisamente contenuti, rispetto alla calce. Il tutto al prezzo di rinunciare all’elasticità del
pavimento, elasticità che lo aveva fatto diventare il pavimento prediletto nell’edilizia privata
veneziana.

La diffusione della Veneziana nel mondo


Grazie a nuovi metodi di lavorazione ed ai nuovi strumenti per la levigatura dei pavimenti, e
grazie anche all'emigrazione dei Veneti che dopo l'unità d'Italia devono cercare fortuna
all'estero per la crisi economica, il terrazzo vede una diffusione a livello mondiale.

Si realizzano pavimenti in Veneziana in Germania, Francia, Inghilterra, Stati Uniti… nei primi
anni del 1900 si contano diverse aziende che realizzano veneziane all’estero.

Sono gli anni dell’art nouveau ed i decori realizzabili con questi pavimenti si adattano
perfettamente a questo stile, dando vita a meravigliosi intrecci floreali, rosoni, cornici e
fregi.

Potrebbero piacerti anche