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Lo scorbuto e la vitamina C

Storia del “flagello dei navigatori” e della sua


scomparsa grazie al progresso.

Sintomi ed effetti
Lo scorbuto è una malattia dovuta alla carenza di vitamina C, essenziale per la formazione del
collagene e per il mantenimento del tessuto osseo, connettivo e della dentina. Inoltre è
fondamentale per la guarigione d ferite e ustioni. L’influenza negativa del marrone provocava negli
infetti pallore, emorragie, debolezza muscolare, dimagrimento, caduta dei denti e il ritirarsi delle
gengive.

Origini

La malattia era ben nota all’uomo più di 2000 anni fa. Ne conoscevano gli effetti gli Egizi e i Greci:
Ippocrate ne aveva fatto riferimento nel V sec. a.C, descrivendo in maniera accurata gli effettivi
sintomi del morbo. Anche Plinio il Vecchio ricorda nella sua Historia naturalis il flagello che
colpisce le truppe romane accampate sul Reno. Nel medioevo i riferimenti alla malattia si trovano
del tutto omessi fino ad arrivare al Rinascimento, quando, con il progresso della navigazione,
cominciò ad essere sempre di più uno spiacevole compagno di viaggio dei navigatori.

L’età moderna e i primi rimedi


Dal 1500 in poi le tratte marittime diventavano i percorsi più importanti e trafficati dai mercanti e
dai neonati imperi europei, esse col passare del tempo si facevano maggiormente lunghe e
frequenti. In quel periodo le condizioni dei marinai erano drastiche sotto coperta: gli abitacoli
erano umidi e le razioni di cibo erano composte perlopiù da alimenti secchi.

Questi fattori si rivelavano determinanti per la diffusione della malattia. Un chiaro esempio
per evidenziare la pericolosità del morbo può essere la circumnavigazione del globo di Ferdinando
Magellano nel 1519-1522, durante la quale l’80% del suo equipaggio morì per lo scorbuto.

Tra i primi rimedi empirici, parzialmente riusciti, c'erano quelli degli indiani d’America che
prevedevano la somministrazione del tè di cedro agli equipaggi. D'altra parte, gli olandesi si erano
erano diventati quasi immuni allo scorbuto caricando a bordo barili di crauti che, pur non essendo
ortaggi freschi, proteggevano i marinai dal rischio di avitaminosi.

I primi studi scientifici ignorati


Nel 1747 il medico militare scozzese James Lind compì il primo esperimento sugli alimenti in
grado di debellare lo scorbuto: scelse dodici infetti e solo a sei di loro somministrò regolarmente
arance e lime. Notò ben presto un rapido miglioramento di quest’ultimi: la cura era stata trovata,
sei anni dopo Lind pubblicò il primo trattato sulla malattia.

Poi, quarant'anni dopo, la Marina britannica decise di aggiungere una dose di succo di agrumi alla
dieta del marinaio per debellare il morbo.

La scoperta di Lind comunque non bastò per convincere i vertici della Marina britannica, essi
continuavano a credere che l’igiene, l’esercizio fisico e il morale alto dell’equipaggio fossero più
che sufficienti per prevenire l’influenza. Alla fine del XX secolo si pensava ancora che lo scorbuto
fosse causato dalla contaminazione del cibo in scatola.

La scoperta della vitamina C e la fine del morbo

La definitiva debellazione della malattia arriva all’inizio del XX secolo. Il medico giapponese
Umetaro Suzuki riuscì ad estrarre il primo complesso vitaminico dalla crusca di riso, nel 1910.
Tuttavia la vitamina C fu scoperta chiaramente solo negli anni ’30. L’ungherese Albert Gyorgiy
aveva isolato una specie di “acido hexuronico” nel 1928 e cercò di capire se fosse lo stesso di
Charles Glenn King, studioso americano, che una volta lo chiamò “acido ascorbico”. Fu Joseph L.
Svirbely, che grazie ad una ricerca condotta nel 1932, scoprì che l’acido ascorbico, l’acido
hexuronico e la vitamina C erano lo stesso composto.

Infine, nel 1934, il biologo inglese Sir Walter Norman Haworth riuscì a sintetizzare chimicamente
l’acido ascorbico (comunemente noto come vitamina C). Gli alimenti contenenti la vitamina
cominciarono ad essere sempre più apprezzati e presenti nelle vite delle persone. Ha proprietà
antiossidanti, fornisce un ottimo potenziamento del sistema immunitario e particolarmente utile
per prevenire e alleviare i sintomi delle malattie invernali. É essenziale per la formazione del
collagene e per la salute delle ossa, dei muscoli e del sistema cardiovascolare.

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