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LA MIA GRANDE
FAMIGLIA (Marea mea
familie)
L’OMISSIONE
DELL'ARTICOLO (Omiterea
articolului)
L’USO DELL’ARTICOLO
INDETERMINATIVO (Folosirea
articolului nehotărât)
A.B.C. divertente
Aforismi alfabetici
CORSO VIII
I MEZZI DI TRASPORTO
(Mijloacele de transport)
Il traffico è il movimento dei veicoli per persone e merci in un paese, in
una città. Il traffico rappresenta tutti i mezzi meccanici ed elettrici di
trasporto usati per lo spostamento nella stessa località o fuori.
Oggi con le linee aeree si può andare nei posti più lontani, arrivando in
qualsiasi parte del mondo in solo un paio d'ore.
I mezzi di trasporto urbano sono i veicoli: i mezzi (il carretto, la
carrozza, la bicicletta, la motocicletta) e gli automezzi: l'automobile (o
l'autovettura), l’autobus, il lobus, il taxi. Nelle grandi città, il tram ed adesso
la metropolitana sono molto comode perché assicurano i servizi ideali ed a
lunga distanza.
Le auto sono parcheggiate nei parcheggi (posti aperti, opportunamente
previsti) o nelle autorimesse (a casa, ad esempio). Per l’autobus, il filobus,
il tram, ci sono le fermate, mentre invece per il treno e per la
metropolitana, le stazioni.
L’autoambulanza si usa per il primo soccorso, il carro fùnebre e le
macchine della polizia, dei carabinieri e dei vigili del fuoco nei casi speciali
d'emergenza, per salvare vite umane, per spegnere incendi, per trovare ladri
o malfattori, ecc.
I mezzi di trasporto extraurbani sono: l'autocarro, il pullman, il
pulmino, e naturalmente le auto normali.
II treno è un veicolo ferroviario trainato dalla locomotiva.
I treni sono di merci e di viaggiatori. Questi ultimi sono - secondo la loro
velocità: il rapido, il direttissimo, il diretto, e l’accelerato. Per le lunghe
distanze percorse in poco tempo ultimamente si usano i treni speciali
"intercity".
L’aèreo (l’aeromòbile, o l’aeroplano, o l’idrovolante), a elica, a
reazione, o supersonico, è di diversi tipi: civile, di turismo e militare.
II trasporto sul filo si fa in montagna, anche con il funicolare o la
funivia.
Insomma, per il trasporto sull'acqua - fluviale, lacustre, marino, oceanico
- ci sono le imbarcazioni di diversi tipi e modelli, dalla barca (semplice,
od a motore - il motoscafo), al battello, alla fregata, al panfilo (yacht),
al traghetto ed alla nave commerciale o di crociera.
Ma la nave nei nostri tempi può essere anche spaziale, circolando nello
spazio extraterrestre.
Ci sono anche le piccole imbarcazioni leggere a remi condotte da singoli
atleti o da equipaggi, in occasione delle gare sportive, come canòa, o la
barca a vela.
Anche la scialuppa di salvataggio è prevista per i casi di primo soccorso.
Il sommergibile od il sottomarino che, come lo dimostra il suo nome,
va completamente immerso nell'acqua, si usa per la pesca subàcquea, o per la
ricerca della flora e fauna dei mari e degli ocèani. I sommergibili sono
anche militari.
L'argomento è molto ricco, inesauribile, ma ora, per riprendere le nostre
forze dopo aver imparato tante parole italiane, andiamo un po’ a fare una
passeggiata. Andiamo dunque, a... piedi!
IL NOME (IL
SOSTANTIVO) Numele
(Substantivul)
Vai al, alla,allo... con i nomi dei posti indicando destinazioni precise
al mare, al lago, al centro, al cinema, al bar, al ristorante, alla
stazione, alla mensa, alla posta, allo stadio
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
COR SO IX
LA COSTRUZIONE DI UNA
CASA (Construirea unei case)
LA FORMAZIONE DEL
FEMMINILE (Formarea
femininului)
La distinzione del genere si può fare in due modi:
1. - Adoperando parole diverse per ognuno dei due esseri di sesso
opposto;
2. - Creando delle nuove parole per l’aggiunta di suffissi ai nomi
maschili.
1. Alcuni nomi hanno, come in romeno, delle forme lessicali totalmente
diverse per due generi.
Esempio: l’uomo - la donna; il padre - la madre, il babbo - la mamma;
il marito - la moglie; il maschio - la femmina; il genero - la nuora; il padrino
- la madrina; il bue - la vacca (da carne), la mucca (da latte); il porco (vivo); il
maiale (sacrificato) - la scrofa;
2. Alcuni nomi comuni e propri, che finiscono al maschile in -o, -e, -i
formano il femminile in -a:
Esempio: il ragazzo - la ragazza; il signore - la signora; lo scolaro - la
scolara; il bambino - la bambina; lo zìo - la zia; Carlo - Carla; il padrone -
la padrona; Giovanni - Giovanna.
3. Certi nomi maschili che finiscono in -a, -e, -o, formano il
femminile con il suffisso -essa.
Esempio: il poeta - la poetessa; il duca - la duchessa; il professore - la
professoressa; il medico - la medichessa; l’avvocato – l’avvocatessa; il
dottore - la dottoressa; lo studente - la studentessa; il principe - la
principessa.
Della stessa maniera si forma il femminile dei nomi d’animali.
Esempio: il leone - la leonessa; l’elefante – l’elefantessa.
4. Certi nomi maschili, formati con l’aiuto del suffisso -tore fanno il
femminile con il suffisso -trice.
Esempio: lo scrittore - la scrittrice; il pittore - la pittrice; l’autore – l’autrice;
lo scultore - la scultrice; il direttore - la direttrice; l'imperatore -
l'imperatrice.
Nota: Nomi come difensore, possessore formano il femminile "difenditrice,
posseditrice".
Il participio passato si forma per l’aggiunta al tema dell'infinito dei verbi delle
desinenze:
AVERE *
io ho avuto noi abbiamo avuto
tu hai avuto voi avete avuto
egli, essa ha avuto essi, esse hanno avuto
ESSERE
io sono stato, stata noi siamo stati, state
tu sei stato, stata voi siete stati, state
egli è stato, essa è stata essi sono stati, esse sono state
IL PARTICIPIO PASSATO
IRREGOLARE (Participiul trecut
neregulat)
Alcuni proverbi:
Tra moglie e marito non mettere il dito. (Nu te amesteca în cearta
soţilor)
Prima i denti e poi i parenti. (Cămaşa e mai aproape decât haina.)
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
CORSO X
UN PO’ DI
GEOGRAFIA (Puţină
geografie)
Per conoscere i nomi dei più noti paesi possiamo leggere la tabella di
qui sotto.
***Federazione Russa
3. DA - din, de, de la, la, să, ecc. 4. A - la, să, ca să, la (modalità), cu,
ecc.
Torna dagli Stati Uniti. Vado a Roma, a visitare i monumenti.
Questo è un libro da leggere. Lui continua a scrivere.
Tu studi l'inglese da un anno. Abita in fondo alla via, al numero
cinque.
Lui va dal medico, io vengo dal medico. Si scrive a mano, non a
macchina.
Cosa da matti, da far morire! Prendo due medicine al giorno.
Era una vecchia nave, a vapori.
5. PER - pentru, pe, să, pentru ca să, ecc. 6. PER, ATTRAVERSO,
TRAMITE - prin, prin intermediul
Questi dolci sono per te. Sei entrato per la porta principale.
Questo registro è per i conti delle vendite. Partiamo per la Turchia,
attraverso la Bulgaria.
Per quale strada ci si arriva? Ti mando il pacco per la posta
(l’aereo).
Sto proprio per partire. Mi spedisce il libro tramite suo
fratello.
Prossimo:
DOVERE (a trebui)
io devo noi dobbiamo tu devi voi dovete egli deve essi devono
Indicativo Presente
DIRE (a zice)
io dico noi diciamo tu dici voi dite egli dice essi dicono
POTERE (a putea)
io posso noi possiamo tu puoi voi potete egli può essi possono
VENIRE (a veni)
io vengo noi veniamo tu vieni voi venite egli viene essi vengono
VOLERE (a vrea)
io voglio noi vogliamo tu vuoi voi volete egli vuole essi vogliono
2. Femminile
-ione: azione, lezione, opinione, questione, omissione, ragione, regione,
riunione, ecc.
Eccezione: il rione (sector al oraşului), il bastione.
-aggine: stupidaggine (prostie), sfacciataggine (obrăznicie).
-igine: vertigine (ameţeală).
-uggine: ruggine (rugină).
1oscalo (escală)
il foglio (foaia)
il mostro (monstrul)
il banco (bancă)
il modo (modul)
il filo (finii)
il razzo (racheta)
il pizzo (ciocul, dantela)
la scala (scară)
la foglia (frunză)
la mostra (expoziţia)
la banca (banca de investiţii)
la moda (modă)
la fila (şirul, coadă)
la razza (rasa)
la pizza (plăcinta)
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
CORSO XI
LA GEOGRAFIA DELL'ITALIA
(Geografia Italiei)
Costrutti italiani: fare + verbo all’ infinito = a face să... Io faccio venire il
medico. (Eu chem medicul. ) Non mi fare arrabbiare! (Nu mă înfuria!) Fammi
vedere la foto! (Arată-mi fotografia!)
Amare + verbo all'infinito = îmi place să... Amo ballare, ascoltare la
musica, suonare il pianoforte.
ROMA
Conosciamo l’Italia
La capitale d’Italia è una delle più antiche città del mondo. Il suo bel
passato etrusco, romano, cristiano, medioevale attira ogni anno migliaia
di turisti che ci vengono ad ammirare i suoi monumenti célebri:
Il Colosseo è stato fondato da Vespasiano e da suo figlio Tito (80 d. C. )
per gli spettacoli pubblici (giochi dei gladiatori e finte battaglie navali).
Esso è stato anche il teatro del triste ricordo del martirio dei cristiani. Nel
Medioevo ha servito di fortezza ai Frangipani e dagli scavi fatteci si è
ricavato il materiale per la costruzione dei principali edifici di Roma. Di
forma ovale, a quattro piani, quest’edifìcio colossale misura 527 m. di
circonferenza ed è composto da quattro gallerie concentriche scendendo
all’arena, nel centro della quale c’era il Podio, od il palco, da dove
l’imperatore presenziava i giochi.
I Fori Imperiali sono stati costruiti per l’iniziativa di vari imperatori a
partire da Giulio Césare (54-44 a. C. ), negli ultimi tempi della
Repubblica, allorché il Foro Romano era insufficiente per l’eccessivo
affollamento della gente che ci veniva.
A forma di piazze circondate da pórtici e splendidi edifici sacri e
profani, con a centro il tempio e la basilica dell’imperatore, I Fori Imperiali
sono stati concepiti per l’accesso al Foro Romano e continuati (tra 32 a. C.
e 120 d. C. ) dagli altri imperatori Augusto, Vespasiano, Domiziano,
Traiano ed Adriano. Nel medioevo e nel Rinascimento queste costruzioni,
come quelle del Foro Romano si sono rovinate e solo gli scavi del 1924
hanno riportato alla luce i rúderi dei maggiori edifici. Costruito da
Apolodoro di Damasco, questo Foro comprende la basilica Ulpia e la
Colonna Traiana, eretta nel 113 in onore della conquista della Dacia nel I
secolo d. C. Il basamento della colonna di circa 30 metri, contiene la cella
sepolcrale dell’imperatore. In cima alla colonna c’è la statua di San Pietro,
fatta porre da papa Sisto V nel XVII secolo.
La Colonna Traiana
Il Colosseo
A. B. C. divertente
CORSO XII
LE PROFESSIONI - prima
parte (Profesiile - prima parte)
I PARÓNIMI
(Paronime)
Mettendo una sola consonante invece di una doppia si ottiene una parola
diversa. Eccone alcuni parónimi: rossa (rosie) - rosa (trandafir); penna
(peniţa) - pena -(pedeapsă); cassa (casierie) - casa (casă); nonno (bunic) -
nono (al nouălea); sette (fapte) - sete (sete); sonno (somn) - sono (sunt);
vanno (merg) - vano (van, gol); carro (car) - caro (drag).
RIMANERE (a rămâne)
io noi rimaniamo voi rimanete essi rimangono
rimango
tu rimani
il mio, la mia, i miei, le mie il tuo, la tua, i tuoi, le tue il suo, la sua, i suoi, le
sue
il nostro, la nostra, i nostri, le nostre il vostro, la vostra, i vostri, le vostre il
loro, la loro, i loro, le loro
Vedi questi quaderni? Sono i miei (tuoi, suoi, nostri, vostri, loro).
Vedi queste riviste? Sono le mie (tue, sue, nostre, vostre, loro).
Nota: Il pronome possessivo ha quattro forme (genere + numero), secondo il
rapporto possessore - oggetto posseduto. Quando il pronome possessivo viene
accompagnato dal nome, con il quale si accorda, allora diventa aggettivo.
I PRONOMI INDIRETTI
(Complementi) (Pronumele
complemente indirecte)
I PRONOMI DIRETTI
(Complementi) (Pronumele
complemente directe)
Esempio:
mi + lo, la, li, le = me lo, me la, me li, me le; (mi-l, mi-o, mi-i, mi le)
ti + lo, la, li, le = te lo, te la, te li, te le; (ţi-1, ţi-o, ţi-i, ţi le)
gli + lo, la, li, le = glielo, gliela, glieli, gliele; (i-l, i-o, i-i, i le... lui)
le + lo, la, li, le = glielo, gliela, glieli, gliele; (i-l, i-o, i-i, i le... ei)
Le + lo, la, li, le = Glielo, Gliela, Glieli, Gliele; (Vi-1, V-o, Vi-i,
Vi le... Dvs. )
ci + lo, la, li, le = ce lo, ce la, ce li, ce le; (ni-1, ne-o, ni-i, ni le)
vi + lo, la, li, le = ve lo, ve la, ve li, ve le; (vi-1, v-o, vi-i, vi le...
vouă)
loro + lo, la, li, le = lo, la, li, le.. loro. (îl, o, îi, le.. lor)
Loro + lo, la, li, le = Glielo, Gliela, Glieli, Gliele; (Vi-1, V-o, Vi-i,
Vi le... Dvs. )
(continuazione)
Conosciamo l’Italia
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
INVIDIA:
– Signore, mi faccia la carità! Muoio di fame! - dice con voce lamentosa
un povero ad un signore che gli passa accanto. E questi:
– Beato te! io non ho mai appetito!
Lessico: poveretto - sărăcuţ; la carità - caritate, milă; lamento - plânset;
accanto alături; questi (questo) - acesta; beato te! - fericitul de tine!
l'appetito apetit, poftă.
CORSO XIII
LE
PROFESSIONI
seconda parte
2. Traducete in romeno: Certi lavori non rendono più. Oggi sul marciapiede
non si vedono più i lustrascarpe, perché ognuno si pulisce da solo le proprie
scarpe, come da solo si lava anche i propri vestiti con la lavatrice, invece di
portarli in lavanderia.
Nelle piccole e grandi imprese i testi dei lavori non vengono più dattilografati,
ma processati con l’aiuto del PC e della stampante; oppure si usano macchine
elettriche da scrivere.
NOMI
DIFETTIVI
(Substantive
defective)
Nota: "i mani" - erano le anime dei morti (ai romani), considerate come
degli Dei. "le none" erano la quarta parte del giorno, dopo le 3 del
pomeriggio. "le ide" - erano il quindicesimo giorno dei mesi di marzo,
maggio, luglio, ottobre ed il tredicesimo degli altri mesi. "i penati" - erano
degli "Dei domestici" (e le loro statue) agli etruschi ed ai romani.
3. Sostituite i puntini con i nomi che mancano, scegliendo tra: veleno, aria,
sonno, sale, pepe, mani, calende, fòrbici, fame, occhiali, pantaloni, brio, nozze,
esequie, spezie.
Una musica dolce si sentiva nell’... . Sono stanco perché ho.... . L’ape si è
lasciata tutto il ... . Non mangio, perché non ho ... . Non usare tanto ... e ... nel
cibo, è già troppo condito (condimentat)! Alla festa c’era molto ..., con tutta
quella gente allegra. Essi sono arrivati troppo tardi, alle ... I romani si fidavano
(credeau) dei ..., ch’erano i loro dei. Ho bisogno delle ... per tagliare questa
carta. Non si può vestire, perché non trova più i suoi ... . Lucio non vede bene
senza gli ... . Quando è morto il nonno, siamo stati tutti alle sue ... . Nella
pizza si mettono molte ... . per renderla saporita (gustoasă). Maria si sposa
domani. Vieni anche tu alle sue ... ? Antonimi: piacére - dispiacere
Mi dispiace di non essere potuto venire con te. (Îmi pare rău că nu am putut veni
cu tine.)
Non ti dispiaccia! (fără supărare, nu te supăra, te rog!)
PIACERE (a plăcea)
io piaccio noi piacciamo
tu piaci voi piacete
egli piace essi piacciono
Oltre il pronome personale (io, tu, egli, esso, lui, essa ella, lei, noi, voi,
essi, loro) in italiano si usano - come in romeno - i pronomi allocutori, o
di cortesia (di riverenza): Lei (singolare), Loro (il plurale) e Voi.
Quando si rivolge la parola ad una sola persona, l’uso del tu è limitato
alle persone vicine per parentela (Papà, mi credi? Mamma, mi prepari il
dolce?) o per amicizia (Giovanni, tu sai questo?). Ad una persona con la
quale non si è in rapporti ìntimi e si deve rispetto, si dà del Lei / Loro o del
Voi*.
Mentre in romeno questo pronome "Dumneavoastră" è invariabile e si
usa con la seconda persona del plurale (come in francese "Vous"), in
italiano esso ha due forme, per i due numeri, e richiede la terza persona del
singolare e, rispettivamente, del plurale.
verbo avere; Le, invece, no: L’ho vista/Le ho viste. (V-am văzut pe
Dumneavoastră), una o più persone.
Nota: Non si devono confondere le forme àtone identiche Le (dativo singolare)
e Le (accusativo plurale): Signora, Le offro questo giornale. (Doamnă, vă
ofer acest ziar.) con: Le incontro spesso - quelle signore. (Le întâlnesc
deseori - pe acele doamne.)
Le forme àtone La, Le precedono il verbo ai modi: indicativo,
congiuntivo, condizionale e imperativo e lo seguono aggiunteci, all’infinito,
gerundio e participio.
5. Traducete in romeno:
Signora Carloni, Le posso chiedere una cortesia? Se va da mia madre, può
dirLe che sto bene. VedendoLe così allegre, mi sono resa conto che si sono
ben divertite, Signorine! Voglio salutarLa, Signora Renzi, da parte mia e di
mia famiglia. Loro hanno ragione: le Loro opinioni sono giuste.
Dobbiamo dar Loro una mano d’aiuto. Le sono grata Signor Rossi per
il libro mandatomi. Là ringrazio di tutto il cuore! Voglio ringraziarLa anche
per l’aiuto dato a mio figlio. Ecco la lettera scrittaLe l’anno scorso.
EccoLe anche i francobolli originali. L’ho voluta informare prima su questo
affare. Professoresse, abbiamo pensato anche a Loro. Abbiamo voluto
comunicar Loro le nostre ultime decisioni.
PICCOLO DIALOGO
ROMA
(continuazione)
Conosciamo l’Italia
La Pietà di Michelangelo
La Piayya San Pietro
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
LIBRO: Per non scrivere un libro, nessuna medicina è più efficace che
leggerne molti.
CORSO XIV
UN PO’ D’ANATOMIA (prima
parte) (Puţină anatomie)
ALTRI NOMI
DIFETTIVI (Alte
substantive defective)
3. Traducete in italiano:
Mi-am pierdut răbdarea şi teama mă mistuie. Cu trufie nu se face
dreptate. Lumea nu iubeşte sclavia, ci bunătatea şi abundenţa. Ciobanul duce
turma de oi la păscut. Laptele, mierea, sarea, piperul sunt alimente şi
ingrediente. Universul şi infinitul sunt noţiuni abstracte. Aurul şi aluminiul
sunt metale, iar grâul şi ovăzul sunt cereale. De Rusalii mergem la naşi,
iar de Crăciun stăm în familie. În împrejurimile oraşului s-au auzit lovituri
de bătălie. I-am văzut schimonoselile după trăsăturile feţei. Nasul său, ca
ciocul de pasăre, se vedea (si vedeva) de departe, de la tribuna forului
roman. Obiceiul de a ţine oamenii legaţi de buştean, în lanţuri şi obezi, nu
se mai potriveşte cu moravurile acestei lumi. La sărbătoare nu au fost
sute de persoane, ci mii. Perechi, perechi s-au adunat în curte să-i vadă pe
descendenţii romanilor. Atunci 1-am văzut şi pe omul cu ochelari. Când a
vrut să-şi ia baniţa cu ouă, i-au pus cătuşele.
Lessico: struggere - a mistui; cioban - il pastore; oaie - la pecora; a
păşuna, a paşte - pascolare, pascere; păscut - il pascolamento;
l’ingrediente -- ingredient; a se potrivi - adattarsi; a se aduna - radunarsi.
SOSTENERE (a susţine)
io sostengo noi sosteniamo tu sostieni voi sostenete egli sostiene
essi sostengono
MUOVERSI (a se mişca)
io mi noi ci muoviamo voi vi muovete essi si muovono
muovo tu ti
muovi egli
PROTEGGERE (a proteja)
io proteggo noi proteggiamo tu proteggi voi proteggete egli protegge
essi proteggono
SCORRERE (a curge)
io scorro noi scorriamo tu scorri voi scorrete egli scorre essi
scorrono
DARE (a da)
io do tu dai egli dà
PARTICIPIO PASSATO: sostenuto, -a, -i, -e; protetto, -a, -i, -e; mosso,
-a, -i, -e; scorso, -a, -i, -e, dato, -a, -i, -e.
PASSATO PROSSIMO: ho sostenuto; hai protetto; si è mosso, a; si è
scorso, abbiamo dato.
Espressioni con il verbo DARE: dare buon giorno, il benvenuto, dare un
consiglio, delle spiegazioni, darsi pace (a se resemna), dare da fare (a da
de furcă), dare per certo (a da ca sigur), dare del’asino (a insulta), dare del
tu, del Lei (a vorbi cu tu, cu Dvs. ), dare in pianto (a izbucni în plâns), darsi
per vinto (a se preda, a se lăsa învins), può darsi (se poate), il dare e
l’avere (debit şi credit), ecc.
IL PRONOME
RELATIVO (Pronumele
relativ)
Onde ha più significati: da cui, dal quale; con cui, con la quale; per la qual
cosa.
Esempio: Il paese onde ci separa il mare. (Ţara de care ne desparte marea);
Il posto onde vengo. (Locul de unde vin) L’opera onde ha vinto il premio.
(Opera cu care a câştigat premiul); Ho ricevuto la tua lettera, onde ti
ringrazio. (Am primit scrisoarea ta, pentru care îţi mulţumesc).
5. Traducete la poesia di qui sotto e fate poi un componimento sul suo
argomento, usando i pronomi relativi.
Modello: Questa poesia è stata scritta da Giovanni Pascoli che è stato
chiamato "il poeta fanciullo" perché...
MARE
di Giovanni Pascoli *
ESSERE
IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO
io éro noi eravàmo io éro stato, stata noi eravàmo stati, state
tu éri voi eravàte tu èri stato, stata voi eravàte stati, state
egli, essa éra essi, esse èrano egli, essa éra stato, stata essi, esse érano
stati, state
AVERE
IMPERFETTO TRAPASSATO PROSSIMO
io avévo noi avevàmo io avévo avuto noi avevàmo avuto
tu avévi voi avevàte tu avévi avuto voi avevàte avuto
egli, essa aveva essi, esse avévano egli, essa avéva avuto essi, esse
avévano avuto
L’Impefetto ìndica:
1) uno stato od un’azione continuativi nel passato.
Esempio: Quando abitavo in quella città, andavo sempre a visitare
qualcosa. = Când locuiam în acel oraş, mergeam mereu să vizitez ceva.
2) un’azione passata, incompiuta all’iniziarsi di un’altra azione.
Esempio: Mentre leggeva il giornale, Alberto ha udito un grande rumore.
= În timp ce citea ziarul, Alberto a auzit un zgomot puternic.
3) la contemporaneità di due o più azioni svolte nel passato.
Esempio: Lucia camminava e pensava a tutto quello che le era accaduto. =
Lucia se plimba şi se gândea la tot ceea ce i se întâmplase.
6. Coniugate all'imperfetto:
Noi (avere) una casa in montagna. Questa (non essere) grande, ma
piccola e carina. Tu (avere) un incontro particolare. Esse (non essere) in città.
Voi (essere) già in treno e (avere) i vostri bagagli già sistemati quando
l’uomo dal capotto blu (avere) gridato. Io (non avere) niente a dirti, egli però ne
(avere).
Il Trapassato prossimo esprìme un’azione passata rispetto ad un’altra sempre
passata.
Esempio: Renzo fuggiva perché aveva avvertito il ladro. = Renzo fugea
pentru că observase hoţul. Aveva avuto tanta sete e perciò si era comprato
un’aranciata. = Îi fusese atât de sete şi de aceea îşi cumpărase o oranjadă.
L’avevano trovato colpevole, ma non lo era stato lui. = Îl găsiseră vinovat,
dar nu fusese el (vinovatul).
7. Traducete in italiano:
Când eram copil aveam multe visuri. Fusesem odată într-un magazin de
jucării şi fusesem uimit de mulţimea şi varietatea de jocuri, de păpuşi,
trenuleţe şi animale. Avusesem prima păpuşă când nu eram în stare să
înţeleg ce se petrece şi încă mai aveam acea amintire. Fusese păpuşa
mătuşii mele care o avea de la mătuşa ei, din Franţa. Când mi-a dat-o, mi-a
spus: Erai tristă pentru că nu aveai cu cine să te joci. Acum eşti veselă
pentru că ai o mică prietenă.
ROMA
(continuazione)
Conosciamo l’Italia
Il Castello Sant’Angelo
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
CORSO XV
UN PO’
D’ANATOMIA
(seconda parte)
Gli òrgani che si trovano nella cassa toracica sono: il cuore, con le vene e
le artèrie, che assicura la circolazione del sangue, i polmoni con i quali si
respira e l’esòfago. L'addòme, che si chiama anche pancia, si trova tra il
torace ed il bacino e contiene: l’apparato digestivo (fégato, vescica biliare,
duodèno, pàncreas e stomaco), la milza, gli intestini ed i reni. Questi organi
sono collegati per diversi canali e còlon.
Il tubo digerente, formato dall’intestino ténue e dall’intestino crasso,
rappresenta insieme al cuore ed ai polmoni una vera fabbrica dell’organismo
che riceve e conserva l’ossigeno e le sostanze nutrienti (o nutritive) ed
elimina il biossido di carbone.
La colonna vertebrale (o la spina dorsale) sostiene l’equilibrio e la
posizione verticale del corpo, caratteristica fondamentale dell’uomo nei
confronti degli animali. Le ossa sono coperte dai múscoli, cori le vene ed i
nervi e dalla carnagione. La pelle con i peli protegge l’organismo umano
dal contatto con l’esterno.
Snelli o grassi, alti o bassi, dalle spalle ed anche larghe o strette, dalle
dita e membra sottili o carnose, gli esseri umani (uomini, donne, bambini)
devono avere una buona salute, che è più importante della statura o della
corporatura. E la salute dev’essere robusta, fiorente e vigorosa.
Voci, Strutture: la cassa toracica - cutia toracică; il cuore - inimă; la vena -
venă; l’arteria - arteră; il polmone - plămân; l’esòfago - esofag; l’addome -
abdomen; la pancia - burtă; il bacino - bazin; l’apparato digerente -aparatul
digestiv; il fégato - ficat; la vescica biliare - vezica biliară; il duodèno -
duoden; la milza - splină; il rene (i reni) - rinichi; collegare - a uni; il tubo
digerente -tubul digestiv; l’intestino tènue - intestinul subţire; l'intestino
crasso - intestinul gros; la sostanza nutriente (nutritivo) - substanţă
nutritivă; l’ossígeno - oxigen; il biossido di carbone - bioxid de carbon; la
colonna vertebrale - coloana vertebrală; la spina dorsale - şira spinării; le
ossa - osatura; il múscolo - muşchi; il nervo - nerv; la spalla (le spalle) -
umăr; l’anca (le anche) - şold, coapsă; sottile - subţire, fin; carnoso -
cărnos; la corporatura - statură, talie, corp; fiorente - înfloritor.
I sensi dell’uomo sono cinque: la vista (vederea), l’udito (auzul),
l’odorato o l’olfatto (mirosul), il gusto (gustul) ed il tatto (pipăitul).
Chi è in buono stato di salute si chiama sano e chi non lo è, si chiama
malato. Colui che ha un’infermità, si chiama infermo e chi ha un
handicappo nativo o dopo un’incidente, si chiama handicappato. E’ questa
gente che ha bisogno del nostro aiuto. Così, quello che non vede è un cieco,
chi non sente è sordo e chi non parla è muto. Chi non può né parlare, né
sentire, si chiama sordomuto. Zoppo è quello che va zoppicando, perché ha
una gamba più corta dell’altra e gobbo è colui le cui spalle sono curve. E pur
la più sana persona avrà sempre un suo "tallone d'Achille".
Espressioni: essere dai capelli canuti, ricciuti - a avea părul cărunt, creţ; aver
la scriminatura - a avea cărare (în păr); volto tondo - faţă rotundă; volto
scuro o fosco - chip întunecat; essere magro - a fi slab; grasso - gras; tozzo
- bondoc; scarno - uscat, descărnat; gracile (mingherlino) - subţire, firav,
plăpând; obeso - obez.
Esercizi: 1. Rispondete alle domande: Quali sono gli órgani del corpo
umano? Quali sono gli organi che si trovano nella cassa toracica? Ma quelli dal
bacíno?
Di che cosa vengono formati l’apparato digestivo ed il tubo digerente?
Come può essere la statura di una persona?
Come si chiamano quelli che non vedono, non sentono, non possono parlare,
non possono camminare?
2. Compito: Fate il ritratto d'una persona, adoperando le parole conosciute.
3. Coniugate all'imperfetto:
L’anno scorso noi (essere) in montagna. Qualche anno fa la gente (non
credere) nelle rivoluzioni europee. Ieri io (guardare) la televisione
quando ho sentito la ragazza strillare (a ţipa). Mentre (andare), Gianni
(cantare). Quella sera il ragazzo (sentirsi male) e (non aver voglia) di vedere
nessuno.
4. Traducete il racconto di qui sotto e cercate di presentarlo poi con le
vostre parole, usando sempre l'imperfetto:
STORIA UNIVERSALE
In principio la terra era tutta sbagliata, renderla più abitabile, fu una bella
faticata. Per passare i fiumi non c’erano ponti. Non c’erano sentieri per salire
sui monti. Ti volevi sedere? Neanche l’ombra di un panchetto. Cascavi dal
sonno? Non esisteva il letto. Per non púngersi i piedi, né scarpe, né stivali. Se
ci vedevi poco, non trovavi gli
occhiali. Per fare una partita non c’erano palloni: mancava la péntola ed il
fuoco per cuocere i maccheroni, anzi a guardare bene mancava anche la
pasta. Non c’era nulla di niente. Zero via zero e basta! C’erano solo gli
uomini, con due braccia per lavorare, e gli errori più grossi si potè
rimediare. Da correggere, però, ne restano ancora tanti: rimboccatevi le
maniche, c’è lavoro per tutti quanti.
Lessico: sbagliato - greşit, nepotrivit; il ponte - pod; la faticata -
corvoadă; muncă grea; la fatica - trudă, oboseală, efort; il sentiero -
cărare, poteca; neanche - nici măcar; il panchetto - scaun fără spătar,
taburet; cascare - a cădea, a sfârşi, a se întâmpla; púngersi - a se înţepa,
a se altera (per i frutti); pungere - a înţepa, a împunge (le corna); il pallone
- minge, balon; la péntola - oala; la pasta - pastă, aluat, cocă; rimediare -
a remedia; correggere - a corecta; rimboccare - a sufleca, sumeca; la
manica - mânecă.
Esspressioni: cascare dal sonno - a pica de somn; se ci vedevi poco non
trovavi gli occhiali - dacă nu vedeai bine, nu găseai ochelarii; non c’era
nulla di niente - nu se găsea absolut nimic; rimboccatevi le maniche,
c’è lavoro per tutti quanti - suflecaţi-vă mânecile, este de lucru pentru toată
lumea.
IMPERFETTO DELL'INDICATIVO
IL TRAPASSATO PROSSIMO
DELL’INDICATIVO: avevo cantato, temuto... ero partito,
partita...
7.Tradurre in italiano:
Din nouă sute şaizeci şi patru de sportivi, numai cinci sute cincezeci şi
doi s-au prezentat la olimpiadă. Primii trei atleţi au câştigat premiile de
aur, argint şi bronz. S-au mai dat câte două şi trei premii la proba de
înot şi de alergări. O duzină de maieuri s-a oferit participanţilor la
concurs. Ambii concurenţi au obţinut rezultate bune. De când joacă la noua
echipă de fotbal, Mario câştigă triplu, în prima zi de şcoală elevii au venit în
grupuri mici, doi câte doi, trei câte trei. Elevii din clasele 1-8 învaţă jumătate
dimineaţa, jumătate după amiaza. Când m-am dus la depozit, tocmai sosise
marfă: şapte chintale de lemne şi trei tone de cărbuni.
Esprimere LE ORE: Sono le sei del pomerìggio. (Este ora şase după-
amiaza.) Sono le due in punto. (Este ora două fix.) Ci vediamo alle otto
e/meno dieci. (Ne vedem la ora opt şi/fără zece). Sono le dieci e mezzo/un
quarto. (Este ora zece şi jumătate/şi un sfert. ) E’ il tocco. (Este ora
unu. ) E’ il mezzogiorno. (Este ora 12, amiaza.) E’ la mezzanotte. (Este
miezul nopţii.)
Esspresioni: adoperando il numerale cardinale: far due passi (a se
plimba);
far quattro chiacchiere - a sporovăi, flecări; farsi di mille colorì (a
schimba feţe-feţe); neanche per un milione - (cu nici un preţ); abitare
a due passi (a locui aproape); non valere quattro soldi (a nu valora
nimic); trovare cento scuse (a găsi mii de scuze); mille grazie (mii de
mulţumiri): farsi in mille (a se face luntre şi punte); spaccare il capello in
quattro (a tăia firul în patru).
10. Traducete in romeno: Marcella voleva far due passi con Gianni e
fare anche quattro chiacchiere. Mario non pensava neanche per un milione
di cambiare idea. Come abitava a due passi dal suo ufficio, non valeva
quattro soldi per lui trovare un altro posto di lavoro lontano. Luisa si è fatta
in mille per aiutarmi. E’ una ragazza meravigliosa, ma si dà troppo da fare.
Ci pensa tanto prima di prendere una decisione e poi spacca il capello in
quattro. Mille grazie, Signorina, per la Sua gentilezza di avermi mandato
il libro in tempo ùtile.
FIRENZE
Conosciamo l’Italia
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
MEDICO: Il medico è un uomo che vien pagato per raccontare delle panzane
nella camera di un ammalato finché la natura non l’abbia guarito o le medicine
non l’abbiano ucciso.
MODA: La moda è l'orrore del passato prossimo.
COR SO XVI
IL GUARDAROBA PER
TUTTI (Garderoba pentru
toţi)
SINGOLARE
Maschile
N. il dono, l’amico, lo zio
G. del dono, dell’amico, dello zio
D. al dono, all’amico, allo zio
Ac. il dono, l’amico, lo zio
V. dono! amico! zio!
Ab. da, per, con il dono, l’amico, lo zio
PLURALE
Maschile
N. i doni, gli amici, gli zii
G. dei doni, degli amici, degli zii
D. ai doni, agli amici, agli zii
Ac. i doni, gli amici, gli zii
V. doni! amici! zii!
Ab. da, per, con i doni, gli amici, gli zii
SINGOLARE
Femminile
la bambola, l’amica
della bambola, dell’amica
alla bambola, all’amica
la bambola, l’amica
bambola! amica!
da, per, con la bambola, l’amica
PLURALE
Femminile
le bambole, le amiche
delle bambole, delle amiche
alle bambole, alle amiche
le bambole, le amiche
bambole! amiche!
da, per, con le bambole, le amiche
Maschile
SINGOLARE
Femminile
una bambola, un’amica
di una bambola, di
un’amica
N. un dono, un amico, uno zio
G. di un dono, di un amico, di uno zio
D. ad un dono, ad un amico, ad uno zio
Ac. un dono, un amico, uno zio
V. un dono! un amico! uno zio!
Ab. da, per, con un dono, un amico, uno zìo da, per, con una bambola,
un’amica
Nota: Come l’articolo indefinito italiano ha solo forma di singolare, al
plurale si useranno i pronomi indefiniti certi, alcuni. Il vocativo manca.
Maschile
N. Luigi, Antonio
G. di Luigi, d’Antonio
D. a Luigi, ad Antonio
Ac. Luigi, Antonio
V. Luigi! Antonio!
Ab. da, con, per Luigi, Antonio
Femminile
Carla, Anna
di Carla, d’Anna
a Carla, ad Anna
Carla, Anna
Carla! Anna!
da, per, con Carla, Anna
IL PRONOME E L'AGGETTIVO
DIMOSTRATIVO (Pronumele şi
adjectivul demonstrativ)
LA CASA DI MARA
di Aldo Palazzeschi*
La casa di Mara è una piccola casa di legno,
a lato un cipresso l’adombra nel giardino.
Davanti vi corrono i treni.
Seduta nell’ombra dell’alto cipresso sta Mara filando.
La vecchia ha cent’anni.
E vive filando in quell’ombra.
I treni le corron veloci davanti
portando la gente lontano.
Ell’alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.
I treni mugghiando
s’incrocian davanti la casa di Mara volando.
Ell’alza la testa un istante
e presto il lavoro riprende.
FIRENZE
(continuazione)
Conosciamo l’Italia
A. B. C. divertente
Aforismi alfabetici
___
NIENTE: Estensione di ciò che conosciamo.
CORSO XVII
COME ARREDARE UN
APPARTAMENTO? (Cum se mobilează
un apartament?)
SCIOGLILINGUA,
PROVERBI (jocuri de
cuvinte, proverbe)
Chi sa che non sa, sa; non sa chi non sa che
non sa.
Corpo sazio non ricorda il digiuno.
Di coda d’asino non si può far stàccio.
Lessico: sazio - sătul; digiuno - nemâncat; lo stàccio - ciur, sită.
I PREFISSI
(Prefixe)
I principali prefìssi che si usano in italiano e che provengono dal latino,
sono:
ac: accordare (a acorda); accompagnare (a însoţi)
in: incredibile (incredibil), indeciso (nedecis), inginocchiare (a
îngenunchia);
im: imbiancare (a albi, zugrăvi); impadronirsi (a lua în stăpânire);
de: deliberare (a delibera); denominazione (denumire);
e (x): ex-ministro;
es: esportazione (export), estrarre (a extrage);
s: sradicare (a dezrădăcina); stracciare (a sfâşia, a rupe);
sci: sciacquare (a clăti); scioperare (a face grevă);
dis: disfare (a desface); disapprovare (a dezaproba),
per: percorrere (a parcurge) perciò (de aceea);
pre: prevenire (a preceda); prestabilire (a prestabili);
pro: progenitore (străbun); promettere (a promite);
sub: subácqueo (submarin); subentrare (a înlocui, urma);
stra: straordinario (extraordinar); strapotente (ultrapotent);
sopra: sopraffare (a copleşi); sopracciglio (sprânceană);
sovra: sovraccarico (supraîncărcat); sovrastare (a sta deasupra);
re: reattività (reactivitate); reintegrare (a reintegra);
ri: rifare (a reface); riscaldare (a încălzi);
mis: misconoscere (a nu lua în seamă, a tăgădui); misdire (a vorbi de
rău).
IL TEMPO
FUTURO (Viitorul)
ESSERE
sarò sarò stato, stata
sarai sarai stato, stata
sarà sarà stato, stata
saremo saremo stati, state
sarete sarete stati, state
staranno staranno stati, state
ABITARE
abiterò abiteremo abiterai abiterete abiterà abiteranno
TEMERE
temerò temeremo temerai temerete temerà temeranno
PARTIRE
partirò partiremo partirai partirete partirà partiranno
Il Futuro anteriore di questi verbi sarà: avrò dato, fatto, saputo, bevuto,
pregato, cercato, visto, tenuto, posto, dovuto... e sarò venuto, venuta; rimasto,
rimasta; caduto, caduta,... ecc.
Nota: I verbi terminati in -care, -gare prendono, per conservare il suono
gutturale, una h tra il tema e la desinenza: cercare - cercherò; pagare -
pagherò.
Esercizi: Sostituite l’infinito dal testo che segue con il futuro e con il
futuro anteriore:
Esse (partire) per gli Stati Uniti d’America dove (restare) per più tempo.
Quando voi (vedere) Mario non lo (potere) riconoscere, perché (essere) tanto
cresciuto! Tu (sapere) dove (andare) Luigi stasera? Quando noi lo
(incontrare) gliene (parlare). Io gli (dare) il libro promesso, che lui
(leggere) con piacere. Lei me lo (dire), ne (essere) sicuro io!
di Cesare Pavese*
FIRENZE
(continuazione)
Conosciamo l’Italia
A. B. C. divertente
NONNO: Essere nonni vuol dire arrivare alla terza edizione, riveduta e
corretta, della propria autobiografia.
CORSO XVIII
GIORNALE DI VIAGGIO
(Jurnal de călătorie)
di Crìstoforo Colombo*
25 settembre
Al tramontar del sole, Alfonso Pinzon salì sulla poppa della sua nave e
assai gioiosamente mi chiamò, chiedendomi la strenua promessa, perché
vedeva la terra. Allorquando udì ciò ripetermi in modo affermativo, mi
inginocchiai per rendere grazie a Dio, nostro Signore. Alfonso Pinzon
cantava il "Gloria in excelsis Deo" col suo equipaggio; lo stesso fecero
coloro che erano con me, e quelli della Nina, saliti sull’albero della
gàbbia e sulle corde, unànimi affermavano di scorgere la terra.
Ma fu un’illusione. Il mare divenne tanto liscio che molti marinai si
mìsero a nuotare e videro molte orate ed altri pesci: A tutto oggi abbiamo
percorso settecento leghe.
AVERE
PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO
io èbbi noi avemmo io èbbi avuto noi avemmo avuto
tu avesti voi aveste tu avesti avuto voi aveste avuto
egli èbbe essi èbbero egli èbbe avuto essi èbbero avuto
ESSERE
PASSATO REMOTO TRAPASSATO REMOTO
io fui noi fummo io fui stato, stata noi fummo stati,
state
tu fosti voi foste tu fosti stato, stata voi foste stati, state
egli fu essi furono egli fu stato, stata essi furono stati,
state
ABITARE TEMERE
io abitai noi abitammo io temei noi
tememmo
tu abitasti voi abitaste tu temesti voi temeste
egli abitò essi abitarono egli temé essi temerono
PARTIRE
io partii noi partimmo
tu partisti voi partiste
egli partì essi partirono
Era una bella domenica di marzo, l’aria era mite ed il sole brillava nel
cielo sereno, così che pensammo di andare a fare una merenda in campagna.
Io preparai un cesto con molta roba da mangiare, mentre Zaza, il nostro
barboncino, sentendo qualcosa di nuovo nell’aria, correva da una stanza
all’altra, abbaiando allegramente.
La nostra macchina ci aspettava alla porta. I bambini e il cane vi
saltarono dentro, io e il babbo salimmo davanti e la macchina filò
attraverso il traffico delle strade e delle piazze. Dopo poco fummo fuori
della città.
Passammo davanti alle case, alle villette coi loro giardini, ai parchi, e
presto ci trovammo fra il verde degli orti e dei campi. La macchina filò per
molto tempo sulla strada asfaltata, finché arrivammo presso un bosco.
Il babbo fermò la macchina e tutti entrammo fra gli àlberi che non
avevano ancora le foglie, in una radura soleggiata vicino a un ruscello
dove apparivano le prime margherite. Il babbo aprì il cesto ed io posai la
roba sulla tovaglia.
Quando vennero i ragazzi dal ruscello, dove si erano lavate le mani, ci
sedemmo per terra e cominciammo a mangiare. Durante il pasto, i bambini
ci domandarono i nomi di diversi àlberi. Mentre parlavamo, un uccellino
saltellò vicino a noi, volendo prendere forse un ramoscello per il suo nido,
ma ebbe paura di Zaza e volò via. Io raccontai come fanno gli uccelli i
loro nidi in primavera.
Dopo il pasto, i ragazzi andarono con Zaza nel bosco, il babbo si appoggiò al
tronco di un àlbero a fumare una sigaretta ed io mi sdraiai sopra una coperta a
godete un’ora di beato riposo. Che pace vivemmo nel bosco, lontano dalla città
che sembrava mille miglia lontana!
Lessico: mite - blând; brillare - a străluci; la merenda - gustarea de după
amiază; il cesto - coş; barboncino - căţeluş lăţos; abbaiare - a latra; la radura -
poiană; « soleggiato - însorit; la tovaglia - faţa de masă; saltellare -
a sălta; il ramoscello - rămurea, rămurică; il nido - cuib; appoggiarsi - a se
sprijini; sdraiarsi - a se întinde; la coperta - pled, învelitoare; godere - a se
bucura; la miglia - milă.