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DIRITTO PRIVATO

SOMMARIO
LA NORMA GIURIDICA Pag. 5. Il diritto all’immagine. Pag.
1. L’ordinamento giuridico 4 6. Il diritto all’identità personale.
2. Struttura e caratteristica della norma. 5 7. Il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati.
3. Norme giuridiche derogabili e inderogabili. I DIRITTI REALI
4. Norme perfectae, imperfectae e plus quam perfectae. 1. I diritti reali in generali. 15
1
5. Norme precettive, proibitive e permissive. 2. La proprietà.
LE FONTI DEL DIRITTO 3. I modi di acquisto della proprietà. 16
1. Le fonti del diritto. 4. Le azioni a tutela della proprietà.
2. Coordinamento delle fonti. I DIRITTI REALI SU COSA ALTRUI
EFFICACIA E INTERPRETAZIONE DELLA NORMA 1. Il diritto di usufrutto
1. Efficacia nel tempo e nello spazio. 2. Uso e abitazione 17
2. Irretroattività delle norme. 6 3. La superficie e la proprietà superficiaria
3. Interpretazione delle norme. 4. L’enfiteusi 18
4. Analogia. 5. Le servitù prediali
IL RAPPORTO GIURIDICO LA COMPROPRIETA’, IL CONDOMIONIO E LA
1. Rapporto giuridico, parti e terzi. 7 MULTIPROPRIETA’
2. Situazioni giuridiche. 1. La comunione 19
3. Situazioni giuridiche attive. 2. Il condominio negli edifici 20
4. Situazioni giuridiche attive. 3. La multiproprietà
5. L’esercizio del diritto soggettivo. IL POSSESSO
6. Acquisto e successione nel diritto. 1. Il possesso in generale.
7. Perdita ed estinzione del diritto. 2. Il possesso titolato e illegittimo. 21
8. Altre situazioni giuridiche attive. 8 3. Acquisto e durata del possesso.
9. Situazioni giuridiche passive. 4. Gli effetti giuridici del possesso. 22
10. Gli oggetti del diritto. IL RAPPORTO OBBLIGATORIO E I PRINCIPALI TIPI DI
LA PERSONA FISICA OBBLIHI
1. Persona fisica e soggetto giuridico. 1. L’obbligazione
2. La capacità giuridica. 2. Classificazione sulla base dei soggetti. 23
3. La capacità d’agire. 3. Classificazione sulla base del vincolo giuridico.
4. L’incapacità d’agire. 9 4. Classificazione sulla base della prestazione.
5. L’incapacità naturale. 5. Le obbligazioni pecuniarie. 24
6. Parziale incapacità d’agire. LE VICENDE DELL’OBBLIGAZIONE
7. Gli istituti di protezione degli incapaci. 10 1. Le fonti dell’obbligazione
8. La sede giuridica della persona. 2. L’adempimento.
9. La cessazione della persona. 3. La mora del creditore.
10. Incertezze sull’esistenza della persona. 4. La datio in solutum 25
LE PERSONE GIURIDICHE 5. Modi di estinzione delle obbligazioni
1. Persona giuridica, enti o organizzazioni. 11 L’INADEMPIMENTO E LA MORA
2. La composizione e il funzionamento delle persone. 1. L’inadempimento.
3. Le associazioni. 2. La mora del debitore. 26
4. Le associazioni non riconosciute. 12 3. Il risarcimento del danno da inadempimento.
5.Le fondazioni. 4. La clausola penale e la caparra. 27
6. I comitati. LA TUTELA DEL CREDITO E LE GARANZIE
I DIRITTI DELLA PERSONALITA’ DELL’OBBLIGAZIONE
1. Nozione e caratteri dei diritti della personalità. 1. Principi generali.
2. Il diritto alla vita. 13 2. I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale.
3. Il diritto alla salute e all’integrità fisica. 3. I privilegi.
4. Diritto al nome. 14 4. Il pegno e l’ipoteca.
5. Le garanzie personali. 28 3. La permuta. 41
6. Le garanzie reali atipiche. 4. La locazione.
7. Il contratto autonomo di garanzia. 5. Il mandato.
LE MODIFICAZIONI SOGGETTIVE DEL RAPPORTO 6. Il mutuo. 42
OBBLIGATORIO 7. Il comodato.
1. Le modificazioni ne lato attivo del rapporto obbligatorio. 8. L’appalto.
2. Modificazioni nel lato passivo del rapporto obbligatorio. 29 9. Il contratto d’opera.
IL CONTRATTO I FATTI ILLECITI E LA RESPONSABILITÀ
2
1. I fatti, gli atti giuridici e il negozio. EXTRACONTRATTUALE
2. La nozione di contratto e l’autonomia. 30 1. I fatti illeciti.
3. Gli elementi essenziali del contratto. 2. Gli elementi dell’illecito.
4. Gli atti unilaterali. 3. La responsabilità oggettiva. 43
5. Classificazione dei contratti. 4. La responsabilità per fatto altrui.
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL CONTRATTO 5. Il risarcimento del danno.
1. L’accordo fra le parti. 31 6. Responsabilità extracontrattuale e contrattuale.
2. La causa. 32 PROMESSE UNILATERALI E OBBLIGAZIONI DI LEGGE
3. L’oggetto. 1. Atti o fatti idonei a produrre un’obbligazione. 44
4. La forma. 2. Le promesse unilaterali.
GLI ELEMENTI ACCIDENTALI DEL CONTRATTO 3. La gestione di affari.
1. Gli elementi accidentali. 33 4. Il pagamento dell’indebito.
2. La condizione. 5. L’arricchimento senza causa.
3. Il termine. I RAPPORTI FAMIGLIARI
4. L’onere. 1. La nozione giuridica di famiglia.
LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO 2. La riforma del diritto di famiglia. 45
1. L’incontro delle volontà delle parti. 3. I vincoli famigliari.
2. Offerta al pubblico e invito ad offrire. 34 4. La famiglia di fatto.
3. Ipotesi di conclusione del contratto senza accettazione. IL MATRIMONIO E I RAPPORTI TRA CONIUGI
4. Condizione generali di contratto e contratto-tipo. 1. Il matrimonio come atto e rapporto.
5. Inefficacia e revoca della proposta o accettazione. 2. Il matrimonio come atto.
6. Le trattative e la responsabilità extracontrattuale. 35 3. La promessa di matrimonio. 46
7. Il contratto preliminare. 4. Il matrimonio civile.
8. La rappresentanza. 5. L’invalidità del contratto.
L’EFFICACIA DEL CONTRATTO 6. Il matrimonio putativo. 47
1. Principi generali. 36 7. Il matrimonio concordatario.
2. Gli effetti del contratto sulle parti. 8. Il matrimonio acattolico.
3. L’interpretazione e l’integrazione del contratto. 37 9. Diritti e doveri dei coniugi.
4. Gli effetti del contratto nei confronti dei terzi. 10. I rapporti patrimoniali.
5. Il contratto a favore di terzi. 11. La separazione personale dei coniugi. 48
6. Il contratto per persona da nominare. 12. Lo scioglimento e la cessazione degli effetti civili
7. La cessione del contratto. 38 del matrimonio.
LA PATOLOGIA DEL CONTRATTO E IL SUO SCIOGLIMENTO. LA FILIAZIONE
1. Il vincolo contrattuale. 1. La filiazione. 49
2. La nullità del contratto. 2. La filiazione legittima.
3. L’annullabilità. 3. Le azioni di stato.
4. La rescissione. 39 4. La filiazione naturale.
5. Lo scioglimento del contratto. 5. L’adozione.
6. La risoluzione. LA SUCCESSIONE A CAUSA DI MORTE
PRINCIPALI CONTRATTI TIPICI 1. Il fenomeno successorio. 50
1. I contratti tipici. 40 2. Il procedimento successorio.
2. La compravendita. 3. L’eredità e i legati.
4. Il divieto dei patti successori.
5. La capacità di succedere.
6. L’indegnità.
LE VICENDE DEL PATRIMONIO EREDITARIO
1. L’eredità prima dell’acquisto 51
2. L’acquisto dell’eredità.
3. La petizione di eredità.
4. La rinunzia all’eredità.
3
5. Sostituzione, rappresentazione e accrescimento.
6. L’acquisto del delegato. 52
7. La comunione ereditaria.
8. La divisione della comunione ereditaria.
LA SUCCESSIONE LEGITTIMA
1. Nozione.
2. Le categorie di successibili.
3. La successione del coniuge.
4. La successione dei discendenti. 53
5. La successione degli ascendenti.
6. La Successione dei fratelli e delle sorelle.
7. La successione degli altri parenti.
8. La successione dello stato.
LA SUCCESSIONE TESTAMENTARIA E I DIRITTI DEI
LEGITTIMARI
1. La successione testamentaria e il testamento.
2. La forma del testamento.
3. Gli elementi accidentali del testamento.
4. L’invalidità del testamento. 54
5. La revoca del testamento.
LA DONAZIONE
1. Il contratto di donazione
2. Gli elementi essenziali del contratto di donazione.
3. La revocazione della donazione. 55
4. Donazione indiretta e liberalità d’uso.
LA PUBBLICITÀ DEI FATTI GIURIDICI
1. La funzione della pubblicità.
2. La trascrizione.
3. Il principio di continuità delle trascrizioni.
4. Il procedimento di trascrizione.
LA TUTELA GIURISDIZIONALE
1. L’attività giurisdizionale.
2. La prova dei fatti giuridici. 56
4. Il procedimento di trascrizione.
4. Le prove per testimoni.
5. La confessione e il giuramento.
6. Le presunzioni.
LA NORMA GIURIDICA
1. L’ordinamento giuridico
Ogni società umana richiede necessariamente un complesso di regole di condotta, che possono essere:
- Regole sociali, che sono regole la cui osservanza è spontanea e la violazione non comporta sanzione;
- Norme giuridiche, la cui osservanza è obbligatoria e la violazione dà luogo ad una sanzione.
Ordinamento giuridico Insieme delle norme prodotte da un gruppo sociale per regolare la vita di tale gruppo.
2. Struttura e caratteristiche della norma giuridica
Struttura
Si possono individuare due parti della norma:
- Fattispecie, che contiene la descrizione di una situazione; 4
- Statuizione, che consiste nel fatto effettivamente verificato.
Caratteristiche
La norma presenta le seguenti caratteristiche:
- Positività, in quanto è una regola di condotta posta o riconosciuta dallo stato;
- Relatività, poiché varia nel tempo e nello spazio;
- Coattività, deve essere rispettata obbligatoriamente e la sua osservanza è imposta con la forza applicando:
 Sanzione civile Deriva dalla violazione di una norma a interesse privato;
 Sanzione amministrativa Deriva dalla violazione di una norma posta a interesse della Pubblica Amministraz.;
 Sanzione penale Deriva dalla violazione di una norma a interessi collettivi.
- Generalità, poiché si rivolge ad una pluralità di persone;
- Astrattezza, in quanto ha come oggetto una serie di fatti ipotetici;
- Bilateralità, perché quando riconosce un diritto ad un soggetto riconosce anche un obbligo a carico di un altro
soggetto.
3. Le norme giuridiche derogabili e inderogabili
Dal punto di vista dell’efficacia le norme si distinguono in:
- Derogabili, cioè che possono essere modificate dai destinatari per disciplinare i rapporti giuridici;
- Inderogabili, che non possono assolutamente essere modificate.
4. Le norme giuridiche perfectae, imperfectae e minus quam perfectae
Dal punto di vista della sanzione possiamo dividere le norme in:
- Perfectae, cioè munite di adeguata sanzione;
- Imperfectae, ossia prive di sanzione;
- Minus quam perfectae, cioè munite di sanzioni ma non adeguate.
5. Norme precettive, proibitive e permissive
Dal punto di vista del contenuto possiamo dividere le norme in:
- Precettive, che sono quelle che impongono determinati obblighi giuridici;
- Proibitive, che sono quelle che contengono un divieto;
- Permissive, che sono quelle che concedono determinate facoltà ai consociati.
° °
LE FONTI DEL DIRITTO
1. Le fonti del diritto
Fonti di cognizione e di produzione
Vi sono due significati, le fonti di:
- Produzione, sono gli atti o i fatti considerati idonei a creare, modificare o estinguere norme giuridiche.
- Cognizione, sono i testi tramite i quali si giunge a conoscenza delle nuove norme giuridiche.
Le fonti sono ordinate in questa gerarchia:
1) Costituzionali, ossia la costituzione e le leggi costituzionali;
2) Comunitarie, cioè norme dell’Unione Europea;
3) Primarie, quindi leggi, decreti, regolamenti, ecc.;
4) Secondarie, cioè i regolamenti amministrativi;
5) Terziarie, ossia consuetudini ed usi.
Le fonti di produzione
Sono fonti del diritto le leggi, i regolamenti, le norme corporative e gli usi.
1.1. Le fonti comunitarie
Sono atti normativi che traggono origine dagli organi della Comunità europea, per disciplinare in maniera uniforme alcune
materie su tutto il territorio di sua competenza.
I REGOLAMENTI COMUNITARI Hanno un’efficacia immediata all’interno degli stati membri, prevalendo sulle norme
internazionali difformi.
LE DIRETTIVE COMUNITARIE Impongono agli stati di emanare proprie leggi per adeguare il diritto interno ai principi dei
contenuti delle direttive.
1.2. La legge e la costituzione
Nozione
È l’atto normativo con il quale si intende regolare il comportamento futuro di uomini riuniti in una società, in modo da
orientarne la condotta secondo il volere dell’ente normatore.
Costituzione e leggi costituzionali
La costituzione stabilisce come devono essere create le leggi e indica i principi fondamentali ai quali devono uniformarsi.
Le leggi costituzionali sono particolari leggi che integrano o modificano il testo della costituzione e sono le più importanti. 5
Leggi e atti aventi forza di legge
Sotto la costituzione e le sue leggi vi sono:
- Leggi ordinarie, tutte le altre leggi le quali non possono modificare o contraddire la costituzione;
- Decreti legislativi, con il quale il parlamento attribuisce al governo il potere di emanare un determinato atto normativo;
- Decreti legge, possono essere emanati dal governo di propria iniziativa solo in casi straordinari di necessità e urgenza.
1.3. I regolamenti
Nozione
I regolamenti sono una fonte normativa secondaria la cui emanazione spetta al Governo o agli altri enti amministrativi.
Tipologie
Si distinguono diverse tipologie di regolamento:
- Esecuzione, quando dettano norme per la corretta esecuzione delle norme;
- Attuazione e integrazione, quando favorisce una migliore applicazione della legge colmando eventuali incompletezze;
- Indipendenti, quando vengono adottate dal Governo per regolare materie non disciplinate da una fonte primaria;
- Delegati, previsti per i processi di delegificazione da parte del Parlamento per il Governo.
I regolamenti possono essere statali o locali.
1.4. Gli usi o consuetudini
Nozione
È un comportamento costante e unificato tenuto dai consociati con la convinzione che sia dovuto per legge.
Tipologie
Nel nostro sistema possiamo distinguere le consuetudini:
- Secundum legem, consuetudine che va ad integrare e/o specificare una norma;
- Praeter legem, intervengono in ambiti carenti di apposita disciplina normativa;
- Contra legem, è contrario a norme di legge o regolamentarie.
La consuetudine come fonte-fatto
Fonte-attoAtti giuridici, comportamenti volontari eseguiti con un potere attribuito;
Fonte-fattoFonti non scritte determinate da fatti sociali o naturali considerati idonei a procurare diritto.
2. Coordinamento delle fonti
Il coordinamento delle fonti serve per precisare, nel caso in cui due o più fonti siano contrastanti fra loro, quale debba prevalere.
Coordinamento secondi principio:
- Gerarchico, prevalenza di una fonte rispetto ad un’altra in base alla sua forza-efficacia;
- Cronologico, tra norme provenienti da fonti dello stesso grado prevale quella più recente;
- Di competenza, dove prevale la fonte speciale e si dividono in base alle materie che disciplinano:
 Fonti generaliDisciplinano qualsiasi materia;
 Fonti specialiDisciplinano solo delle specifiche materie.
° °
EFFICACIA E INTERPRETAZIONE DELLA NORMA GIURIDICA
1. L’efficacia delle norme nel tempo e nello spazio
L’efficacia nello spazio
Il campo spaziale di applicazione di una norma giuridica è generalmente il territorio dello Stato.
Vi sono norme la cui portata spaziale è limitata in un piccolo territorio.
Il diritto internazionale privato
Si ha quando uno straniero acquista un bene, contrae matrimonio o commette un reato in un altro paese.
Il diritto internazionale privato è costituito dalle norme che regolano questo tipo di rapporti.
Efficacia nel tempo
Nel tempo le norme possono essere modificate a causa dell’emanazione o dell’abrogazione di altre norme.
Principio di irretroattivitàÈ il principio grazie al quale non possono essere sanzionati o penalizzati comportamenti tenuti
prima dell’emanazione di una legge.
Entrata in vigore di una norma giuridica
La legge nasce a seguito dell’approvazione del Parlamento e della promulgazione del Presidente della repubblica che la firma.
Deve essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana per informare i cittadini.
Vi è la “vacatio legis” di 15 giorni, nei quali i cittadini devono venirne a conoscenza, prima di entrare in vigore.
In fine entra definitivamente in vigore.
Perdita di efficacia della norma giuridica
Le leggi possono cessare la loro efficacia a seguito di:
- Abrogazione, che è disposta da un’altra norma di pari grado o superiore, e può essere:
 Espressa, quando la nuova norma abroga quella vecchia esplicitamente;
 Tacita, quando non l’abroga espressamente ma sono incompatibili; 6
 Totale, quando vi è incompatibilità assoluta;
 Parziale, quando vi è incompatibilità parziale, quindi quella vecchia produce comunque effetti.
- Dichiarazione di incostituzionalità, costituisce l’annullamento immediato di una norma come se non fosse mai esistita
per cui non può essere applicata nemmeno ai giudizi gia verificatisi.
- Referendum abrogativo, cioè un referendum popolare per abrogare una legge con un determinato presupposto;
- Scadenza termine, ossia quando scade il termine previsto all’interno della legge.
2. Irretroattività delle norme
Principio di irretroattività
Si dice retroattiva una norma che attribuisce conseguenze giuridiche a fatti concreti verificatesi prima dell’entrata in vigore della
norma.
Tutte le norme, ad eccezione di quelle penali, possono essere retroattive se il legislatore le qualifica come tali.
Questioni di diritto transitorio
Le disposizioni transitorie sono norme utilizzate dal legislatore per regolare il passaggio dalla legge vecchia a quella nuova.
Se il legislatore non interviene si creano questioni di diritto transitorio, che ha due teorie:
Teoria dei diritti quesitiLa legge nuova non colpisce i diritti che sono già entrati nel patrimonio di un soggetto in base alla
vecchia legge.
Teoria del fatto compiutoLa nuova legge non estende la sua efficacia ai fatti definitivamente perfezionati.
Si parla di ultrattività quando una disposizione di legge stabilisce che atti o rapporti compiuti nel vigore di una nuova normativa
continuano ad essere comunque regolati dalla norma precedente.
3. L’interpretazione delle norme
Applicazione e interpretazione
ApplicazioneConsiste nell’individuare e assegnare a un caso concreto la disciplina che gli compete.
È fatta da due momenti: l’individuazione della norma pertinente, e l’interpretazione per precisare il significato.
Sillogismoè un procedimento logico in cui, poste certe premesse, si ricava una determinata conseguenza.
InterpretazioneAttività volta a chiarire il significato delle disposizioni normative.
I criteri di interpretazione
Criterio letteraleSi interpreta la legge secondo il significato delle parole che hanno nel linguaggio comune e tecnico.
Criterio logico o funzionaleL’interpretazione è legata all’intenzione del legislatore che ha fatto la legge.
Criterio sistematicointerpretazione della legge in senso stretto.
Interpretazione giudiziale, dottrinale e autenticata
Interpretazione giudiziale Interpretazione fatta dal giudice nelle sentenze di situazioni controverse;
Interpretazione dottrinale Interpretazione data dagli studiosi di materie giuridiche e non ha carattere vincolante;
Interpretazione autenticataInterpretazione promanante dal legislatore avente lo scopo di chiarire le norme preesistenti.
GiurisprudenzaAttività di interpretazione e applicazione delle norme giuridiche svolta istituzionalmente dai giudici.
Interpretazione restrittiva, estensiva e dichiarativa
L’interpretazione è evolutiva nel tempo e può evolversi secondo diversi tipi di interpretazioni:
RestrittivaSe riduce la portata effettiva della norma rispetto al suo significato iniziale;
EstensivaSe estende la portata effettiva della norma rispetto al suo significato iniziale;
DichiarativaQuando si conferma ciò che diceva inizialmente.
4. Analogia
Può accadere che il giudice si trovi di fronte a problemi non disciplinati da nessuna norma, quindi non potrebbe esprimersi.
Però ciò violerebbe il principio della completezza dell’ordinamento giuridico, in base al quale si presume che l’ordinamento
copra ogni situazione concreta della vita sociale.
Per cui il giudice deve procedere utilizzando:
- L’analogia legis, con la quale si ricorre all’utilizzo di norme che regolano casi simili;
- L’analogia iuris, consiste nel risolvere il caso applicando i principi generali dell’ordinamento giuridico, quando la legis
non basta o non si può applicare.
° °
IL RAPPORTO GIURIDICO
1. Il rapporto giuridico e le situazioni soggettive
Nozione di rapporto giuridico, parti e terzo
Il rapporto giuridico è la relazione fra due o più persone regolata dal diritto oggettivo.
Parti Persone fra le quali intercorre un rapporto giuridico.
Possono essere formate da una sola persona o da più persone.
TerzoIndividuo esterno al rapporto giuridico.
2. Situazioni giuridiche
Le situazioni giuridiche attribuiscono ad una persona il potere di fare o non fare qualcosa. 7
Esse possono essere:
- Attive, se è una situazione di pretesa o vantaggio e consentono di far prevalere il proprio interesse a quello di un altro;
- Passive, se è una situazione di svantaggio o vincolo che impongono ad un soggetto di sottomettere il proprio interesse.
3. Situazioni giuridiche attive
Le situazioni giuridiche attive, di vantaggio, sono i diritti soggettivi, le potestà, le facoltà, le aspettative e gli interessi legittimi.
Diritto soggettivoÈ il diritto di un soggetto di far prevalere il proprio interesse riconosciuto e tutelato dall’ordinamento.
Classificazione dei diritti soggettivi
PatrimonialiQuando hanno contenuto economico e si distinguono in:
 Reali, se su esercitano su una cosa;
 Obbligazioni, se generano diritti e obblighi.
Non patrimonialiQuando realizzano gli interessi morali con una caratteristica non economica;
AssolutiSe possono essere fatti valere nei confronti di chiunque;
RelativiSe possono essere fatti valere solo nei confronti di alcuni;
RealiQuando attribuiscono al titolare un potere diretto sulla cosa per il soddisfacimento di un determinato bisogno;
ObbligazionariQuando attribuiscono al titolare il diritto di esigere una prestazione da un altro soggetto;
TrasmissibiliQuando possono essere trasferiti da un soggetto ad un altro;
Non trasmissibiliQuando non possono essere trasferiti da un soggetto ad un altro.
4. L’esercizio del diritto soggettivo
Viene definito titolare colui al quale l’ordinamento giuridico attribuisce il diritto soggettivo.
Esercizio del diritto soggettivoSi intende l’applicazione dei poteri di cui il diritto soggettivo è composto.
Realizzazione del dirittoConsiste nell’applicazione dei poteri del diritto e può essere:
 Spontanea, quando si realizza volontariamente e senza problemi.
 Coattiva, quando si utilizzano i mezzi che l’ordinamento predispone a sua tutela.
5. Acquisto e successione nel diritto soggettivo
Acquisto a titolo originario e derivato
Si diventa titolari di un diritto acquistandolo a:
- Titolo originario, quando non viene trasferito da un'altra persona ma si crea;
- Titolo derivativo, quando si trasferisce da un altro soggetto.
La successione nel diritto
Nell’acquisto a titolo derivativo vi è una successione del diritto da colui che cede (dante causa) a colui che riceve (avente causa).
La successione può essere di due tipi:
- Tra vivi, quando un diritto si trasferisce ad un'altra persona quando sono ancora in vita;
- A causa di morte, quando il diritto viene trasferito ad un nuovo titolare dopo la morte di quello precedente.
La successione può essere:
- A titolo universale, quando il nuovo titolare subentra nell’intera eredità del dante causa;
- A titolo particolare, quando il nuovo titolare subentra solo in un determinato diritto del dante causa.
La successione a causa di morte può essere distinta in:
- Successione testamentaria, si ha quando il defunto ha lasciato un testamento con le ultime volontà;
- Successione legittima, si ha quando manca un testamento quindi interviene la legge per stabilire i successori.
6. Perdita ed estinzione del diritto soggettivo
Un diritto si può perdere, quando viene acquistato da altre persone, o estinguere, quando cessa di esistere.
La causa della perdita è l’alienazione, cioè il trasferimento volontario o coattivo di un diritto da una persona ad un’altra.
L’estinzione del diritto può avvenire per:
RinunciaChe si ha quando il titolare del diritto decide di privarsi volontariamente di tale diritto senza trasferirlo ad altri.
PrescrizioneSi realizza quando un diritto si estingue poiché il titolare non lo ha esercitato per un certo periodo.
Vi sono dei diritti imprescrittibili:
- Diritti indisponibili, attribuiti alla nascita (diritto alla vita, all’onore, ecc.);
- Altri diritti previsti dalla legge.
Sono requisiti per la prescrizione:
- Esistenza di un diritto che poteva essere esercitato;
- Mancato esercizio del diritto da parte del titolare;
- Decorso del tempo stabilito dalla legge.
Solitamente il termine di prescrizione ordinario è di 10 anni.
La sospensione della prescrizione si realizza quando il diritto in questione non può essere esercitato fin dall’inizio o in un
determinato periodo.
7. Altre situazioni giuridiche attive
Altre situazione giuridiche attive sono: 8
- La potestà, è il potere attribuito concesso all’ordinamento giuridico per la tutela del diritto di un’altra persona.
- Il diritto potestativo, è il potere di determinare mediante un proprio atto di volontà, una modificazione della sfera
giuridica di un altro soggetto che può solo subirla;
- Interesse legittimo, è l’interesse del soggetto che gli organi amministrativi svolgano la loro funzione nel rispetto delle
norme che li disciplinano.
- Le facoltà, consistono nell’attribuire al titolare la possibilità di comportarsi in un certo modo.
- L’aspettativa, tutela temporaneamente la possibilità di comportarsi in un certo modo.
- Status, qualità giuridica che si ricollega alla posizione dell’individuo nella collettività.
8. Situazioni giuridiche passive
Ad ogni situazione giuridica attiva corrisponde una situazione giuridica passiva.
Le principali situazioni giuridiche passive sono:
- Dovere, rispettare le cose altrui, non ledere l’integrità fisica di una persona, ecc.;
- Obbligo, come l’obbligo di saldare i debiti;
- Soggezione, come chi è destinato all’altrui diritto potestativo;
- Onere, consiste in un comportamento a carico di un soggetto per la realizzazione di un ulteriore interesse.
9. Gli oggetti del diritto
I beni sono entità materiali che possono essere oggetto del diritto perché soddisfano un interesse regolato da norme ed esistono
in quantità limitata e possono dividersi in:
- Beni materiali, sono tutti i beni concreti;
- Beni immateriali, sono tutti i beni astratti come le creazioni dell’intelletto umano (Opere letterarie, marchi, invenzioni).
- Beni immobili, cioè i beni incorporati al suolo come le case, i ponti, gli alberi, ecc.;
- Beni mobili, tutti gli altri beni non incorporati al suolo;
- Beni mobili registrati, sono quei beni mobili che vanno registrati (auto, navi, aerei).
Per il trasferimento di proprietà dei beni immobili e dei beni mobili registrati serve una forma scritta, mentre i beni mobili
possono essere scambiati senza particolarità.
Cose specifiche e cose generiche
Sono cose generiche quelle individuate in base al genere e determinate solo per quantità, numero, misura.
Sono cose specifiche quelle prese in considerazione nella loro individualità.
Cose fungibili ed infungibili
Sono fungibili i beni sostituibili l’uno all’altro, mentre sono infungibili i beni che non possono essere sostituiti.
Cose consumabili e inconsumabili
I beni consumabili forniscono utilità solo se vengono utilizzate e possono essere utilizzate una sola volta.
I beni non consumabili forniscono utilità nel tempo e possono essere utilizzati più volte.
Cose divisibili e indivisibili
I beni divisibili possono essere frazionati senza perdere il loro valore economico.
I beni indivisibili non possono essere frazionati altrimenti perderebbero la loro utilità.
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LA PERSONA FISICA
1. La persona fisica
La persona fisica è l’uomo considerato come soggetto del diritto.
2. La capacità giuridica
È l’attitudine ad essere titolari di situazioni giuridiche (diritti, obblighi)
La capacità giuridica si acquisisce con la nascita, poiché è condizione necessaria e sufficiente.
La capacità giuridica si perde con la morte, intesa come la cessazione irreversibile di tutte le funzioni encefaliche.
Il soggetto giuridico è il titolare di situazioni soggettive giuridiche (persone fisiche o enti giuridici).
3. La capacità d’agire
È la capacità di disporre dei propri diritti e assumere obblighi mediante manifestazioni di volontà.
La capacità di agire si acquisisce con il raggiungimento della maggiore età, cioè quando l’individuo diventa capace di intendere e
volere.
Ipotesi di incapacità di agire
La capacità di agire può essere limitata o esclusa dopo i 18 anni se il soggetto si trova in condizioni psicofisiche che lo rendono
del tutto o in parte incapace di curare i propri interessi, per cui ricorrerà il fenomeno della rappresentanza legale.
4. L’incapacità di agire
Le principali cause per cui la capacità d’agire può essere esclusa o limitata attengono alla mancanza o alla riduzione della
capacità d’intendere e volere.
Incapacità legali assolute
Sono incapaci legali assoluti i minori d’età e l’interdetto poiché non possono compiere nessun atto giuridico. 9
L’incapacità naturale è l’effettiva incapacità di intendere e di volere.
Il minore d’età non può compiere atti giuridici, e un negozio compito dal soggetto minorenne è annullabile in 5 anni.
L’interdizione
L’interdizione viene espressa dal giudice quando un soggetto presenta infermità mentale, abitualità dell’infermità, incapacità di
provvedere ai propri interessi o necessità di un’adeguata protezione.
Conseguenze dell’interdizione
Da tale sentenza deriva:
- Totale incapacità per atti patrimoniali e famigliari;
- Nomina di un tutore;
- Annullabilità di tutti gli atti compiuti dopo la sentenza.
L’interdizione può essere modificata o trasformata in inabilitazione a seconda delle condizioni future del soggetto.
5. Incapacità naturale
L’incapacità naturale è l’incapacità di intendere e di volere in cui si viene a trovare un soggetto, normalmente capace, nel
momento in cui compie determinati atti.
Nell’incapacità naturale può trovarsi l’infermo di mente, il malato grave, l’anziano, il drogato o l’ubriaco e può essere:
Incapacità permanente È l’incapacità naturale che perdura nel tempo come l’infermo di mente.
Incapacità transitoriaIncapacità naturale momentanea, come l’ubriaco.
Conseguenze dell’incapacità naturale
L’atto compiuto dal naturalmente incapace è sempre annullabile ma si deve dimostrare che nel momento in cui è stato
compiuto vi era effettivamente un’incapacità di intendere e volere.
6. Parziale incapacità d’agire
Si parla di incapacità parziale d’agire con riferimento agli istituti dell’amministrazione di sostegno, dell’emancipazione e
dell’inabilitazione.
Amministrazione di sostegno
È una misura di protezione per un individuo che per effetto di un’infermità mentale o psicofisica si trova nell’impossibilità di
provvedere ai propri interessi.
Viene nominato un amministratore di sostegno per compiere certi atti, che il giudice indica al momento della nomina come:
- Atti che l’amministratore può compiere in nome e per conto del beneficiario;
- Atti cui l’amministratore deve dare il proprio consenso, limitandosi ad assistere il soggetto amministrato.
L’emancipazione o curatela
L’emancipato è il soggetto di almeno 16 anni che contrae matrimonio.
Con l’emancipazione il soggetto minorenne cessa di essere soggetto alla potestà famigliare ed acquista una capacità di agire
limitata agli atti di ordinaria amministrazione.
Egli può compiere atti di ordinaria amministrazione (che conservano il patrimonio), mentre per quelli di straordinaria
amministrazione (che possono incidere sostanzialmente sul patrimonio) ha bisogno dell’assistenza di un curatore.
Inabilitazione
È uno stato in cui un soggetto ha una ridotta attitudine a curare i propri interessi.
Può essere pronunciata nei seguenti casi:
- Infermità di mente non grave per interdizione;
- Propensione a spendere in maniera esagerata rispetto le proprie condizioni;
- Abuso di sostanze stupefacenti o alcol;
- Imperfezioni o menomazioni fisiche.
Il curatore si integra alla volontà dell’incapace.
L’incapace può compiere solo atti di ordinaria amministrazione, per quelli di straordinaria amministrazione ha bisogno
dell’assistenza del curatore.
Infine se cessa la causa che ha dato luogo all’inabilitazione essa può essere revocata.
7. Gli istituti di protezione degli incapaci
Ogni soggetto incapace di agire deve avere un rappresentante legale, potere attribuito ad un individuo dalla legge.
Potestà genitoriale
Per i minorenni la rappresentanza spetta ai genitori che ne hanno la potestà.
Se tra i genitori vi sono divergenze su questioni rilevanti si può far ricorso al tribunale dei minori.
Doveri della potestà genitoriale:
- Dovere di allevare, educare e istruire i figli;
- Dovere di allestire una casa famigliare;
- Dovere di amministrare il patrimonio personale dei figli;
- Potere di rappresentare legalmente i figli nel compimento di atti giuridici; 10
- Il diritto dei genitori all’usufrutto legale sui beni di figli.
La tutela
Il tutore viene nominato per i minori senza genitori o i cui genitori non sono in grado di prendersene cura e per gli interdetti.
Il tutore è il rappresentante legale e interviene sia negli atti di ordinaria amministrazione sia in quelli di straordinaria
amministrazione.
La curatela
Per il minore emancipato e per l’inabilitato viene nominato un curatore, il quale si limita ad integrare la dichiarazione di volontà
dei due soggetti.
Possono compiere da soli gli atti di ordinaria amministrazione, mentre hanno bisogno di assistenza per riscuotere capitali e stare
in giudizio, e hanno bisogno del consenso per gli atti di straordinaria amministrazione.
Le autorizzazioni
Per atti più gravi che possono impoverire il patrimonio dell’incapace occorre l’autorizzazione da parte di organo pubblico il quale
deve controllare se l’atto corrisponde realmente agli interessi del minore.
La legittimazione è l’idoneità giuridica che ottiene il soggetto per compiere l’atto.
8. La sede giuridica della persona
Per la persona fisica alcuni luoghi hanno un’importanza particolare
Il domicilio
È il luogo in cui una persona stabilisce la sede principale dei suoi interessi.
Domicilio legaleÈ fissato direttamente dalla legge (ufficio, lavoro);
Domicilio volontarioÈ fissato dall’interessato (abitazione, ecc.).
La residenza
Si tratta del luogo dove la persona principalmente abita e implica l’effettiva e abituale presenza del soggetto.
Si determina attraverso l’iscrizione all’anagrafe di un comune.
La dimora
È il luogo in cui una persona si trova occasionalmente, come la casa delle vacanze.
9. La cessazione della persona
La morte
Si considera definitiva la morte cerebrale, da cui ne consegue la perdita della capacità giuridica e della capacità d’agire e si apre
la successione del defunto.
La commorienza
La legge disciplina l’ipotesi nella quale più persone muoiano nello stesso evento e si deve cercare di stabilire il momento della
morte di uno o dell’altro.
Istituto della commorienzaSi tratta di una presunzione in base alla quale tutti i soggetti morti a causa di uno stesso evento
si considerano deceduti nello stesso istante.
10. Incertezze sull’esistenza delle persone
Può accadere che vi sia un’incertezza sull’esistenza di una persona perché non ne è provata la morte.
Si distinguono 3 casi a seconda del tempo trascorso dall’ultimo giorno in cui si sono avute sue notizie.
Scomparsa
Una persona si definisce scomparsa se si è allontanata dal suo ultimo domicilio o residenza e mancano sue notizie.
È una situazione di fatto poiché non viene pronunciata dal giudice.
Il tribunale nominerà un curatore che lo rappresenterà negli atti necessari.
L’assenza
L’assenza si verifica quando sono trascorsi due anni dalla scomparsa.
È una situazione di diritto perché viene pronunciata dal giudice su richiesta dei diretti interessati.
La conseguenza più importante dell’assenza è l’immissione nel possesso temporaneo dei beni di coloro che sarebbero gli eredi
testamentari o legittimi, i quali esercitano sui beni un potere di ordinaria amministrazione, senza la possibilità di alienarli,
ipotecarli o darli in pegno.
L’assenza cessa:
- Con il ritorno o la prova dell’esistenza dello scomparso;
- Con la prova della sua morte;
- Con la dichiarazione di morte presunta.
La morte presunta
È una situazione che si verifica dopo 10 anni dal giorno a cui risale l’ultima notizia.
È una situazione di diritto perché viene dichiarata dal giudice su richiesta degli interessati.
Gli effetti della morte presunta equivalgono a quelli della morte naturale, per cui gli eredi che hanno ottenuto l’immissione nel
possesso temporaneo dei beni possono liberamente disporne e il coniuge può contrarre nuovo matrimonio.
Non è necessario attendere il decorso dei 10 anni se la scomparsa è avvenuta in seguito ad un’operazione bellica o ad un 11
infortunio, per i quali bastano due anni.
La morte presunta cessa se la persona torna o viene provata la sua esistenza in vita, quindi ha diritto al recupero dei beni nello
stato in cui si trovavano al momento della sua scomparsa e il matrimonio conseguito dal coniuge è annullabile.
° °
LE PERSONE GIURIDICHE
1. Le persone giuridiche
Gli enti giuridici
Gli individui si associano dando vita ad un ente o organizzazione per il raggiungimento di uno scopo non raggiungibile con
un'unica persona.
Gli enti possono dividersi in:
- Pubblici, i quali hanno sempre la personalità giuridica (Stato, regioni, province, comuni);
- Privati, con o senza personalità giuridica, i quali si dividono a loro volta in:
 A scopo di lucro, i quali conseguono degli utili (società);
 A fini ideali, i quali non conseguono degli utili (associazioni, comitati, fondazioni).
Conseguimento personalità giuridica
La personalità giuridica si consegue con la creazione dell’ente secondo schemi tipici di legge.
Gli enti a scopo di lucro la ottengono con l’iscrizione nel registro delle imprese.
Gli enti a fini ideali la ottengono attraverso un riconoscimento determinato dall’iscrizione nel registro delle persone giuridiche.
Autonomia patrimoniale
In base al conseguimento o meno della personalità giuridica gli enti conseguono:
- Un’autonomia patrimoniale perfetta, Quando vi è una netta distinzione tra il patrimonio dell’ente e quello dei
consociati;
- Un’autonomia patrimoniale imperfetta, quando non vi è una separazione totale fra i due patrimoni.
2. La composizione e il funzionamento delle persone giuridiche
L’atto costitutivo e lo statuto
ATTO COSTITUTIVOÈ il contratto stipulato dai fondatori per dare vita all’ente.
STATUTO È il complesso delle norme regolamentarie interne che regola l’ente stesso e può essere contenuto all’interno
dell’atto costitutivo o in un documento separato.
Gli organi
L’ente opera per mezzo di organi e l’ordinamento ne prevede essenzialmente 2: l’assemblea e gli amministratori.
Altri organi possono essere previsti dallo statuto.
Rappresentanza organicaL’organo non agisce in nome dell’ente, ma è l’ente stesso e risponderà all’operato del suo organo.
3. Le associazioni
Nozioni e caratteristiche
L’associazione è un’organizzazione formata da una pluralità di persone che persegue uno scopo non lucrativo.
Le associazioni si distinguono in associazioni riconosciute e non riconosciute.
Le associazioni riconosciute sono tali perché hanno chiesto e ottenuto il riconoscimento, quindi la personalità giuridica.
Gli organi principali delle associazioni sono l’assemblea dei soci e gli amministratori.
L’assemblea
L’assemblea dei soci deve essere convocata almeno una volta all’anno e gli spettano le decisioni sull’attività da svolgere.
Decide in base al principio maggioritario.
Ha competenze per la modifica dell’atto costitutivo o dello statuto.
Gli amministratori
Sono l’organo esecutivo dell’ente.
Rappresentano l’associazione all’esterno, la gestione e la cura delle assemblee.
Possono avere un potere di rappresentanza generale o limitato in base a cosa è deciso nell’atto costitutivo.
Essi non rispondono personalmente delle obbligazioni dell’associazione.
Estinzione
Le associazioni si estinguono per le seguenti cause:
- Per cause previste dall’atto costitutivo o dallo statuto;
- Quando lo scopo è stato raggiunto o è divenuto irraggiungibile;
- Quando sono venuti meno tutti gli associati;
- Quando l’assemblea delibera lo scioglimento dell’associazione.
Si apre la fase di liquidazione dell’ente durante il quale vengono definiti i rapporti giuridici pendenti e si decide la sorte dei beni.
Il verificarsi di una causa di estinzione non comporta l’immediata cessazione dell’esistenza dell’ente, il quale si verifica solo dopo
la liquidazione.
4. Le associazioni non riconosciute 12
Nozione
L’associazione non riconosciuta è un’organizzazione stabile di persone, priva di personalità giuridica, con uno scopo non di lucro.
Sono tali le associazioni che non hanno chiesto o ottenuto il riconoscimento.
L’unica differenza con le associazioni riconosciute è la mancanza di personalità giuridica, quindi hanno un’autonomia
patrimoniale imperfetta.
Caratteristiche
Sono caratterizzate:
- Dal perseguimento di uno scopo lecito
- Dall’efficacia degli accordi tra gli associati stessi
- Dall’esistenza di un fondo comune
- Da un’autonomia patrimoniale imperfetta
- Dalla capacità processuale, cioè la persona a cui è attribuita la presidenza può compiere gli atti del processo.
Si estingue per gli stessi motivi delle associazioni riconosciute.
5. Le fondazioni
Nozione
La fondazione è un’organizzazione collettiva che si avvale di un patrimonio per la realizzazione di uno scopo di pubblica utilità.
Essa viene creata da un atto iniziale di un fondatore diverso da chi poi l’amministra
Necessita di un atto costitutivo con forma di atto pubblico con allegato uno statuto.
Acquista la personalità giuridica con la registrazione.
Controlli esterni
L’istituto è sottoposto ad un controllo pubblico, cioè da parte di un’autorità governativa, la quale ha la facoltà di coordinare e
unificare l’attività delle fondazioni o di modificare lo scopo.
Estinzione e trasformazione
Le fondazioni si estinguono per le seguenti cause:
- Per cause previste nell’atto costitutivo o nello statuto
- Quando lo scopo è stato raggiunto o non è più raggiungibile
Quando lo scopo viene raggiungo o non è più raggiungibile la legge tende a conservare in vita questi enti prevedendo la
possibilità della loro trasformazione, cioè cambiare il suo scopo con uno il più possibile simile e pertinente a quello vecchio.
6. I comitati
Nozione e caratteri
I comitati sono gruppi di persone che si propongono di raccogliere fondi, attraverso donazioni, con l’intento di perseguire un
determinato fine ad interesse generale e non egoistico.
Possono costituirsi senza formalità.
Una volta raccolti soldi sufficienti al perseguimento dello scopo può richiedere il riconoscimento e ottenere la personalità
giuridica, quindi l’autonomia patrimoniale perfetta.
Quando non viene chiesta od ottenuta la personalità giuridica, il comitato, opera con responsabilità patrimoniale imperfetta.
Responsabilità
Gli organizzatori sono responsabili sia civilmente che penalmente in caso di appropriazione indebita.
Hanno anche loro la capacità processuale, quindi può stare in giudizio.
Se i fondi raccolti sono insufficienti, non si può raggiungere lo scopo oppure è stato raggiunto e ci sono dei fondi residui
l’autorità competente provvederà alla devoluzione dei beni.
° °
I DIRITTI DELLA PERSONALITA’
1. Nozione e caratteri dei diritti della personalità
Nozione e finalità
I diritti della personalità vengono solitamente descritti come le situazioni giuridiche inerenti la persona.
Hanno come oggetto e come fine quello di garantire, realizzare e tutelare quelle che sono le ragioni fondamentali della vita e
dello sviluppo della persona sia nell’aspetto fisico che morale.
Sono situazioni soggettive di ciascun uomo in quanto tale.
I diritti della personalità sono quei diritti inviolabili che attengono alla persona umana.
Ci sono due concezioni:
MONISTA Prevede che esista un unico diritto della personalità che sintetizza tutte le diverse forme in cui il diritto della
personalità può manifestarsi senza che questo diritto si identifichi con la loro somma
PLURALISTA Per ogni sfaccettatura della persona umana dovrebbe esistere un diritto della personalità.
Principio personalistico
Diritto di ciascuno al libero svolgimento della propria personalità. 13
Il principio personalistico
A livello costituzionale è il principio più importante, considerato uno dei valori fondati della Costituzione.
Può essere definito come il diritto di ciascuna persona al libero svolgimento della propria persoanlità.
Accordi internazionali
Tra le fonti dei diritti dopo la Costituzione vanno posti importanti accordi internazionali come:
- La Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo;
- La Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali;
- Il Patto internazionale su diritti civili e politici;
- La convenzione di Strasburgo;
- Il Trattato sull’Unione Europea di Maastricht;
- La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.
I trattati internazionali sui diritti umani elencano solitamente diritti già noti e riconosciuti anche a livello Costituzionale.
Codice civile e leggi complementari
Il codice civile e le leggi complementari integrano tale disciplina con leggi come il diritto d’autore, lo Statuto dei lavoratori e le
disposizioni sul trattamento dei dati personali.
L’opera della giurisprudenza
La giurisprudenza ha contribuito in modo rilevante al riconoscimento di una tutela civile dei diritti in esame.
Caratteri tipici dei diritti della personalità
I caratteri tipici della personalità posso così descriversi:
- Necessarietà, poiché spettanti ad ogni uomo;
- Assolutezza, in quanto tutelabili e opponibili ai chiunque;
- Non patrimonialità, perché tutelando i diritti della persona non sono suscettibili a valutazione;
- Essere Personalissimi, in quanto attinenti alla persona;
- Indisponibilità, poiché non sono rinunziabili;
- Originarietà, perché sorgono al momento della nascita;
- Imprescrittibilità, in quanto il suo non uso prolungato non ne determina l’estinzione.
2. Il diritto alla vita
Nozione
Il diritto alla vita tutela il bene dell’esistenza individuale.
Esso è posto a presidio del fondamentale interesse della persona umana alla propria esistenza fisica.
Strumenti di tutela
Il diritto alla vita è essenzialmente tutelato con sanzioni penalistiche che puniscono l’omicidio ma, giustamente, non puniscono il
suicidio.
Il diritto alla vita non viene tutelato nei confronti del diretto interessato, ma solo nei confronti dei terzi i quali potranno
richiedere il risarcimento del danno morale oppure, in caso di diritto ad un mantenimento, del danno patrimoniale.
Il diritto alla vita cede solo d’innanzi alla potestà punitiva dello stato (pena di morte, non più utilizzata in Italia) o di fronte a
eccezionali circostanze come la legittima difesa.
3. Il diritto alla salute e all’integrità fisica
Il diritto alla salute
Il diritto alla salute viene definito dall’articolo 32 della Costituzione come “fondamentale diritto dell’individuo e interesse della
collettività” e la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea dice che “ogni individuo ha diritto alla propria integrità fisica
e psichica”.
Il diritto alla salute assume il carattere dell’intangibilità, cioè non può essere soppresso in alcun modo per nessun motivo
ricorrente.
L’integrità fisica
Il diritto all’integrità fisica è solitamente il principale diritto della personalità.
Tale diritto tutela il bene dell’incolumità personale intesa come salute fisica e psichica.
La protezione di tale diritto è affidata alle norme penali che puniscono lesioni e percosse, e alle previsioni civilistiche sull’obbligo
di risarcimento del danno.
Per essere sottoposto ad accertamenti sanitari, cure mediche, ecc. il paziente deve prima poter dare il suo consenso informato
dopo essere stato correttamente informato dal medico sui possibili rischi del trattamento.
Il trattamento non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Atti di disposizione del proprio corpo
SI intendono sia atti di disposizione materiale (come automutilazione), sia atti di disposizione giuridica (impegno a donare un
organo).
Sono da ritenersi vietati:
- Prelievi di organi o parti del corpo fuori dai casi consentiti 14
- Sterilizzazione permanente e sperimentazione scientifica che non abbiano fini esclusivamente terapeutici
- Attività sportive o spettacoli che presentino gravi livelli di rischio.
4. Diritto al nome
Nozione
Art.6 c.c.
Ogni persona ha diritto al nome che le è attribuito per legge.
Nel nome si comprendono il prenome e il cognome.
Non sono ammessi cambiamenti, aggiunte o rettifiche al nome, se non nei casi e con le formalità dalla legge indicati.
Con il cognome si intende designare l’appartenenza ad una determinata famiglia, e con il nome si intende completare la
designazione all’interno di tale ambito famigliare.
Vi è il divieto di assegnare al neonato lo stesso nome del padre vivente, dei fratelli viventi, un cognome al posto del nome ne
cognomi o nomi ridicoli, vergognosi o che rivelino origini illegittime.
Tutela
Il nome viene tutelato contro:
- La contestazione  Quando un terzo compie atti per ostacolare al soggetto l’utilizzo del nome legalmente attribuitogli;
- L’usurpazione Quando un terzo utilizza il nome altrui per identificarsi;
- L’utilizzazione abusiva  Quando un terzo usa il nome altrui per identificare un personaggio di fantasia o un prodotto
commerciale.
Nei due ultimi casi l’utilizzo del nome altrui è vietato solo se arreca pregiudizio al suo titolare.
La vittima può chiedere la cessazione del fatto lesivo ed il risarcimento del danno.
5. Il diritto all’immagine
Nozione
Il diritto all’immagine tutela l’interesse all’uso esclusivo del proprio ritratto, vietando che esso venga esposto o pubblicato senza
il consenso della persona o comunque fuori dei casi consentiti dalla legge.
Tutela
Qualora l’immagine di una persona, di un genitore, di un coniuge o dei figli venga esposta al di fuori dei casi espressamente
previsti dalla legge, su richiesta dell’interessato, l’autorità giudiziaria può chiedere l’inibizione dell’abuso e il risarcimento dei
danni.
Art.96_Il ritratto o l’immagine di una persona non può essere esposto, riprodotto o messo in commercio senza il consenso
dell’interessato.
Art.97_Il consenso di cui l’articolo precedente non occorre quando la riproduzione dell’immagine è giustificata dalla notorietà,
da necessità di giustizia, da scopi scientifici, collegata ad avvenimenti o fatti, ecc.
6. Il diritto all’identità personale
Nozione
Art.2_Cost_ L’identità personale integra un bene essenziale e fondamentale della persona, quello di vedersi rispettato da terzi il
suo modo di essere nella realtà sociale.
È il diritto per il quale i profili della propria personalità e della propria vita, che possono essere legittimamente rappresentati
all’esterno, lo siano nel rispetto del principio di verità.
7. Il diritto alla riservatezza e alla protezione dei dati personali
Il diritto alla riservatezza
Tutela l’interesse a mantenere il riserbo sui fatti e sulle vicende della vita personale e familiare e protegge l’interesse a evitare
una divulgazione pubblica delle informazioni.
Quali garanzie specifiche la legge fa riferimento essenzialmente a due strumenti: il controllo pubblico e il consenso privato.
Controllo pubblico
È esercitato dal Garante per il trattamento dei dati personali, quale autorità amministrativa indipendente appositamente creata
e al quale sono conferiti poteri di vigilanza, autorizzativi e sanzionatori nei confronti di chi procede al trattamento dei dati
personali.
Il consenso dell’interessato
Il trattamento dei dati personali è consentito solo con il consenso dell’interessato e per scopi o fini previamente dichiarati
secondo criteri di veridicità, completezza e aggiornamento dei dati.
Art.15_D.lgs_Chiunque cagiona danno ad altri per effetto del trattamento dei dati è tenuto al risarcimento.
° °
I DIRITTI REALI
1. I diritti reali in generali
Nozione e caratteri
I diritti reali sono diritti assoluti a contenuto patrimoniale che attribuiscono al titolare un potere immediato sulla cosa che ne è
oggetto. 15
Presentano le seguenti caratteristiche:
- Patrimonialità Ha come oggetto un bene economicamente valutabile
- Assolutezza possono essere fatti valere nei confronti di tutti;
- ImmediatezzaIl titolare realizza il proprio interesse mediante l’utilizzazione immediata della cosa;
- Inerenza alla cosa
- Elasticità
- TipicitàEspressamente previsti dalla legge.
Classificazione dei diritti reali
I diritti reali possono essere divisi in due grandi sotto-categorie:
Ius in rea propria quando il diritto riguarda una cosa propria, quindi è il diritto di proprietà
Ius in rea alienaQuando il diritto reale grava sui beni di proprietà altrui.
2. La proprietà
Nozione
IL diritto di proprietà è il più importante diritto reale.
Il proprietario ha il diritto di godere e di disporre delle cose in modo pieno ed esclusivo entro i limiti stabiliti dalla legge.
Art.42_Cost_La proprietà privata è riconosciuta e garantita dalla legge.
Quindi non è consentito al legislatore di sopprimere l’istituto della proprietà privata, ma comunque in certi casi la costituzione
riserva al legislatore determinati poteri, infatti “la proprietà privata può essere espropriata, nei casi previsti dalla legge e con un
indennizzo, per motivi di interessi generali.
Potere di godimento e di disposizione
Il diritto di proprietà comprende due poteri principali:
- Il potere di godere Cioè utilizzare materialmente la cosa oppure raccoglierne i frutti;
- Potere di disporrePotere di compiere atti giuridici diretti a trasferire il bene, come vendere, donare, ecc.
Entrambi i poteri spettano al titolare in modo pieno, poiché il diritto di proprietà comprende tutte le facoltà di godimento, ed
esclusivo, perché il diritto di godere e disporre della proprietà è riservato solo al proprietario.
Non sono però poteri illimitati, poiché la legge deve comunque tutelare l’interesse collettivo.
Ulteriori caratteri del diritto
La proprietà è solitamente caratterizzata da:
- ImprescrittibilitàIl diritto di proprietà non si prescrive nemmeno se non si utilizza il bene;
- PerpetuitàNon vi è un limite temporale alla proprietà;
- ElasticitàAlcuni diritti possono essere compressi se coesistono, ma possono anche riespandersi automaticamente.
La proprietà fondiaria
La proprietà si estende sia nel sottosuolo che sopra l’abitazione, quindi tutto ciò che si trova nel sottosuolo appartiene al
proprietario.
Il proprietario non può opporsi ad attività di terzi che si svolgano a profondità o altitudini tali da non recargli danno.
Il proprietario può anche chiudere il fondo con delle recinzioni, cancelli o mura impedendo l’accesso a terzi.
Limiti al diritto di proprietà
Ci sono due tipi di limiti:
- Limiti nell’interesse pubblicoLa pubblica amministrazione, attraverso un provvedimento ablatorio, priva il
proprietario del diritto sul bene, in cambio di un indennizzo, al fine di soddisfare una
necessità di interesse generale;
- Limiti nell’interesse privatoTrovano fonte nei rapporti di vicinato, sorgono in situazioni previste dalla legge, valgono e
limitano reciprocamente il diritto dei vicini e non è previsto un compenso.
Vi sono anche dei limiti per le distanze nelle costruzioni come per le luci, cioè aperture che
danno passaggio alla luce e all’aria ma non permettono di affacciarsi, e le vedute, cioè
aperture come balconi o finestre dove ci si può affacciare.
Infine vi sono regole anche sulle immissioni fastidiose provenienti dal fondo del vicino.
3. I modi di acquisto della proprietà
Si definiscono modi di acquisto della proprietà tutti gli atti e i fatti giuridici che hanno per effetto l’acquisto di tale diritto.
Si distinguono in modi di acquisto a:
TITOLO ORIGINARIO Nasce nel patrimonio del soggetto in maniera autonoma (occupazione, usucapione, invenzione, ecc.);
TITOLO DERIVATOVi è il trasferimento de diritto di proprietà da una persona ad un'altra (contratti e successione di morte).
Occupazione
È la presa di possesso delle cose mobili che non sono mai state di proprietà di nessuno e le cose abbandonate.
Ai fini dell’occupazione è necessario l’impossessamento del bene e l’intenzione di farlo proprio.
L’invenzione
È definita come il ritrovamento di una cosa mobile smarrita dal proprietario. 16
In questo caso bisogna consegnarla al proprietario o al sindaco, se non si conosce il proprietario, e se dopo un anno il
proprietario non si presenta il diritto di proprietà spetta al ritrovatore; se invece il proprietario si presenta, al ritrovatore spetta
una ricompensa pari al 10% del valore dell’oggetto ritrovato.
L’accessione
Quando due cose entrano in rapporto tra loro, come un bene mobile ed uno immobile, per esempio chi compra un terreno
acquisisce automaticamente la proprietà di tutto ciò che si trova in quel terreno.
Unione e commistione
Sono due fattispecie particolari di accessioni fra beni mobili che si verifica quando due beni si uniscono o si mescolano in modo
irreversibile e da formare una cosa sola.
In questo caso la proprietà diventa comune in proporzione al valore dei due beni, ma se una ha un valore molto superiore allora
la proprietà spetta solo al possessore di quest’ultimo bene.
La specificazione
Si verifica quando un soggetto utilizza o manipola materiale altrui per creare una cosa nuova e diversa dalla materia prima
originale.
Tale soggetto acquista la proprietà del bene ma è dovuto al pagamento del materiale utilizzato dell’altro soggetto.
L’usucapione
È un modo di acquisto della proprietà che si verifica quando si possiede una cosa in modo continuo, ininterrotto e pacifico per
un certo periodo di tempo previsto dalla legge.
4. Le azioni a tutela della proprietà
Le azioni petitorie
Per tutelare la proprietà la legge accorda le azioni petitorie, cioè azioni volte a reagire alla violazione del diritto di proprietà.
Hanno natura reale, cioè tutela sulla base del solo fatto della violazione a prescindere dagli estremi della colpa e del danno.
L’azione di rivendicazione
Stabilisce che il proprietario può rivendicare la cosa da chiunque la possieda o detenga e può proseguire l’esercizio di tale azione
anche se costui ha cessato di detenerla dopo richiesta del proprietario.
L’azione di rivendicazione è imprescrittibile.
L’azione negatoria
Con l’azione negatoria il proprietario agisce in giudizio per far dichiarare l’inesistenza di diritti affermati da altre persone sulla
cosa.
L’azione negatoria è imprescrittibile.
L’azione di regolamento di confini
Quando il confine di due fondi è incerto, ciascuno dei proprietari può chiedere che sia stabilito dal giudice.
Ogni mezzo di prova è ammesso, ma senza prove utili il giudice si attiene al confine delle mappe catastali.
L’azione di apposizione di termini
Tale azione presuppone che il confine sia certo e tende a fare apporre, a spesa di entrambi i proprietari, i segnali di confine
quando manchino o siano diventati irriconoscibili.
° °
I DIRITTI REALI SU COSA ALTRUI
1. Il diritto di usufrutto
Nozione
Il diritto di usufrutto è il diritto reale limitato più importante.
Il nostro codice civile non dà una definizione di tale diritto ma ne individua i contenuti, infatti l’usufruttuario ha il diritto di
godere ed usare la cosa altrui, traendone ogni utilità che questa può dare, con l’obbligo di rispettarne la destinazione
economica.
Durata
L’usufrutto è caratterizzato dalla necessità temporale, infatti non può eccedere in nessun caso la vita dell’usufruttuario se
persona fisica, o i 30 anni se persona giuridica.
Oggetto
Oggetto dell’usufrutto può essere qualsiasi tipo di bene, ma solitamente si deve trattare di beni fungibili e inconsumabili visto
che l’usufruttuario dovrà restituirlo.
Per l’usufrutto di beni deteriorabili, l’usufruttuario può utilizzarli secondo l’uso al quale sono destinati, restituendoli nella
condizione in cui si troveranno alla fine.
1.1. Modi di acquisto dell’usufrutto
L’usufrutto può essere costituito:
- Per legge Quando la stessa legge ne determina la costituzione;
- Per contratto Il contratto per beni immobili deve essere fatto con forma scritta e va reso pubblico con la trascrizione;
- Per testamento Quando si ha tramite un testamento; 17
- Per usucapione Si verifica quando una persona gode di un bene, per un certo numero di anni a seconda del tipo di
bene, come se fosse effettivamente usufruttuario dello stesso.
- Per provvedimento del giudiceIn caso di coniugi il giudice può affidare a uno l’usufrutto di un bene dell’altro.
1.2. I diritti e gli obblighi dell’usufruttuario
Diritti dell’usufruttuario
L’usufruttuario ha i seguenti diritti:
- Diritto di ottenere il possesso della cosa nello stesso stato in cui si trova, cioè di mettersi in possesso immediato di essa;
- Il diritto di fare sui i frutti della cosa per tutta la durata dell’usufrutto;
- Il diritto di cedere il proprio diritto di usufrutto per un certo tempo o per tutta la sua durata;
- Il diritto di concederne in locazione le cose che formano oggetto del suo diritto;
- Il diritto ad un’indennità per i miglioramenti e le addizioni.
Miglioramenti Incremento qualitativo che si fonde con la cosa e ne aumenta il valore;
Addizioni Incremento quantitativo che mantiene una propria individualità.
Obblighi dell’usufruttuario
Si possono distinguere gli obblighi dell’usufruttuario prima, durante e alla fine del godimento:
Prima:
L’usufruttuario ha l’obbligo di compiere a sue spese l’inventario e ha l’obbligo di dare idonea garanzia;
Durante:
- Ha l’obbligo di rispettare la destinazione economica del bene
- L’obbligo di usare nell’esercizio del diritto la diligenza del buon padre di famiglia
- L’obbligo di sostenere gli oneri e le spese relativi alla custodia, all’amministrazione e alla manutenzione ordinaria;
- L’obbligo di pagare le imposte, i canoni, le rendite fondiarie e gli altri annuali;
- L’obbligo di denunciare al proprietario le usurpazioni commesse dai terzi sul fondo;
Alla fine:
Il principale obbligo dell’usufruttuario e dei suoi eredi è quello di restituire la cosa he formava oggetto del diritto.
L’estinzione dell’usufrutto
L’usufrutto può estinguersi per:
- Morte dell’usufruttuario, se persona fisica, o decorso dei 30 anni, se persona giuridica;
- Prescrizione a seguito del non uso ventennale;
- Consolidazione, cioè a seguito della riunione nella stessa persona della titolarità dell’usufrutto e della proprietà.
- Totale perimento del bene
- Abuso del diritto da parte dell’usufruttuario, cioè una grave mancanza dei propri doveri;
- Rinuncia dell’usufrutto, va fatta per iscritto ma non richiede l’atto pubblico;
- Scadenza del termine, eventualmente indicato nel titolo costitutivo.
2. Uso e abitazione
Nozione
Diritto di uso È il diritto di servirsi di un bene altrui e di raccoglierne i frutti limitatamente ai bisogni propri e della famiglia.
Diritto di abitazioniÈ il diritto di abitare in una casa altrui limitatamente ai bisogni propri e della famiglia
Divieto di cessione
Dato il loro carattere personale, il diritto d’uso e il diritto di abitazione, non possono essere ceduti o dati in locazione.
Tale divieto può però essere derogato con un apposito patto tra il proprietario e l’usuario.

3. La superficie e la proprietà superficiaria


Nozione
La superficie si può definire come il diritto reale di acquistare la proprietà di una costruzione separatamente da quella del suolo.
Diritto di costruire e proprietà superficiaria
Il codice prevede due ipotesi di superficie:
Diritto di costruireSe il proprietario del suolo costituisce il diritto di fare e mantenere al di sopra del suolo una costruzione a
favore di altri;
Proprietà superficiariaPuò esserci su una costruzione esistente quando il proprietario del fondo aliena la proprietà della
costruzione già esistente separatamente da quella del suolo.
Costituzione del diritto
La superficie è costituita dal proprietario del suolo, concedente, a favore di un'altra persona, che si dice superficiario.
La costituzione può avvenire per contratto o per testamento.
Diritti del superficiario
Il superficiario, essendone proprietario, ha la libera disponibilità della costruzione, potendo alienarla o costruire su di essa.
4. L’enfiteusi 18
Nozione
È un diritto reale che consiste nel diritto di godere di un fondo appartenente ad un'altra persona per un periodo molto lungo.
Esso era destinato nel medioevo a incentivare la coltivazione nelle terre abbandonate ed incolte.
Con l’enfiteusi il proprietario, concedente, che non vuole o non può occuparsi delle proprie terre la concede ad altri, enfiteuta,
percependo i frutti o un canone in denaro.
Costituzione
L’enfiteusi può costituirsi per contratto redatto per iscritto, per testamento o per usucapione.
L’atto costitutivo deve essere reso pubblico mediante trascrizione.
Alcune norme in materia di enfiteusi sono inderogabili, come quelle sul termine minimo di durata, sulla disponibilità del diritto e
sull’affrancazione.
Diritti dell’enfiteuta
Egli ha gli stessi diritti del proprietario.
Può disporre del suo diritto sia per atto tra vivi che per testamento.
Importante per l’enfiteuta è l’affrancazione o riscatto, che consiste nella possibilità concessa all’enfiteuta di diventare il
proprietario del fondo pagando una somma pari a 15 volte il valore del canone annuo.
Obblighi dell’enfiteuta
I principali obblighi dell’enfiteuta sono:
- L’obbligo di migliorare il fondo;
- L’obbligo di pagare un canone periodico in denaro o in quantità fissa di prodotti;
- L’obbligo di pagare le imposte e gli altri pesi che gravano sul fondo.
Diritti del concedente
Il concedente ha il diritto di pretendere il miglioramento del fondo e il pagamento del canone periodico e se l’enfiteuta non
adempie a questi obblighi può chiedere la devoluzione del fondo enfiteutico.
Obblighi del concedente
Quando termina l’enfiteusi, all’enfiteuta spetta il rimborso dei miglioramenti nella misura dell’aumento di valore conseguito dal
fondo.
Per le addizioni mobili fatte dall’enfiteuta sul fondo, il concedente deve pagarle solo se vuole tenerle.
Se le addizioni non possono essere separate dal fondo costituiranno e verranno disciplinate come miglioramenti.
Estinzione dell’enfiteusi
L’enfiteusi perde il diritto:
- Per prescrizione estintiva, cioè non uso ventennale;
- Per devoluzione, che consiste nel diritto del concedente di riavere il fondo libero quando l’enfiteuta non adempie ai
suoi obblighi;
- Per confusione, ossia quando il concedente diventa anche enfiteuta o l’enfiteuta diventa proprietario.
5. Le servitù prediali
Nozione e principi fondamentali
Il diritto di servitù è definito come una limitazione o un peso gravante su un fondo per procurare un’utilità ad un altro fondo
appartenente ad un diverso proprietario.
Principi fondamentali:
- Le servitù sono sempre prediali, cioè stabilite a vantaggio di un fondo e non di una persona.
- I fondi devono appartenere a proprietari diversi
- L’utilità che deve derivare al fondo dominante deve consistere in un vantaggio economico o in una maggiore comodità.
- I fondi devono trovarsi in una situazione topografica tale che l’uno possa arrecare utilità all’altro.
Classificazione delle servitù
- TipicheIl contenuto è previsto dalla legge;
- AtipicheNon sono disciplinate dalla legge ma possono essere liberamente costituite;
- ApparentiQuando vi sono opere visibili e permanenti destinate al loro esercizio (acquedotto);
- Non apparentiNon sono richieste opere visibili e permanenti (pascolo);
- Affermative Attribuiscono al proprietario del fondo dominante il potere di fare qualcosa mentre il proprietario del
fondo servente è costretto sopportare l’altrui attività; tali servitù possono essere continue, non è
richiesta l’attività dell’uomo come in un acquedotto che una volta costruito fa da solo, oppure
discontinue, nelle quale è richiesta l’attività dell’uomo come la servitù di passaggio;
- NegativeAttribuiscono al proprietario del fondo dominante il potere di vietare qualcosa al proprietario del fondo
servente;
- VolontarieCostituite per espressa volontà delle parti;
- CoattiveCostituite forzosamente dal giudice.
5.1. Costituzione delle servitù 19
La costituzione delle servitù può avvenire coattivamente, cioè per imposizione di legge, e per volontà delle parti.
Servitù coattive
Sono quelle servitù che in forza di una norma di legge possono essere costituite anche senza il consenso del proprieario del
fondo servente.
Al proprietario di tale fondo spetta un’indennità in base al peso imposto.
Il verificarsi di tale condizione attribuisce al proprietario di un fondo il diritto di ottenere la servitù e determina al proprietario
dell’altro fondo l’obbligo di stipulare un contratto con il quale le parti costituiranno una servitù
Servitù volontarie
Sono quelle costituite per espressa volontà delle parti.
Possono essere costituite per contratto o per testamento.
Alcuni tipi di servitù possono essere costituite anche per usucapione, cioè il continuo esercizio del diritto di servitù per un
periodo ininterrotto, o per destinazione del padre di famiglia, cioè quando due fondi sono stati in passato di proprietà dello
stesso proprietario e aveva posto uno dei due fondi a servizio dell’altro.
5.2. Esercizio delle servitù
L’esercizio della servitù è regolato da un titolo che può essere un contratto, un testamento o una sentenza.
Si chiama modo o modalità di esercizio della servitù l’elemento che determina come deve essere esercitata la servitù.
5.3. Estinzione delle servitù
La servitù è soggetta ad estinzione per non uso di un periodo ventennale.
Il decorso del termine varia a seconda del tipo di servitù:
- Negativa, la prescrizione inizia a decorrere da quando il proprietario del fondo servente viola il divieto;
- Continua, inizia a decorrere da quando si è verificato un fatto contrario all’esercizio della servitù;
- Discontinua, decorre dall’ultimo atto di esercizio.
Vi sono altri modi come:
- La rinunzia, che se ha luogo dietro un corrispettivo occorrerà un contratto, se ha luogo per decisione del titolare basta
un atto unilaterale;
- La scadenza del termine se è a tempo;
- Il verificarsi di una condizione risolutiva;
- La confusione, cioè quando uno dei due compra anche la proprietà dell’altro fondo.
5.4. Tutela delle servitù
Azione confessoria
Quando il diritto di servitù viene contestato o ostacolato, il proprietario può richiedere, con l’azione confessoria, che venga
accertata l’esistenza di tale diritto e quindi che vengano fatti cessare gli eventuali impedimenti.
Vi sono anche altre azioni possessorie come la reintegrazione e la manutenzione.
° °
LA COMPROPRIETA’, IL CONDOMIONIO E LA MULTIPROPRIETA’
1. La comunione
Nozione
Si parla di comunione quando il diritto di proprietà fa capo a più persone, le quali assumono la qualità di contitolari o comunisti.
Natura giuridica
Vi sono diverse teorie, ma quella più importante è quella della comunione plurima parziale, la quale considera il diritto di
comunione come una proprietà su quote indivise.
Costituzione
Si può costituire in 3 modi:
- Comunione volontariaQuando si costituisce per volontà delle parti;
- Comunione incidentale Quando non si costituisce per volontà delle parte ma può essere sciolta da esse (comunione
ereditaria);
- Comunione forzosa Quando è imposta dalla legge, è indispensabile e non può essere sciolta dalle parti.
Disciplina: le quote
Ciascun comproprietario ha una quota ideale del bene, ma la proprietà spetta a tutti.
Le quote dei partecipanti si presumono uguali.
La quota indica la partecipazione del soggetto ai vantaggi e agli svantaggi.
Dovrebbe essere escluso il patto leonino, secondo il quale uno o più soggetti verrebbero esclusi da ogni partecipazione.
Uso della cosa comune
Per quanto riguarda il diritto di godimento, ciascun partecipante può servirsi della cosa purché non ne alteri la destinazione e
non impedisca ad altri la partecipazione, e ciascuno può apportare modifiche che migliorino il godimento.
Atti di disposizione della quota
Vige il principio generale della libera alienabilità, cioè che ciascun partecipante può cedere il proprio diritto di godimento. 20
Amministrazione della cosa comune
Ciascun contitolare ha diritto a concorrere all’amministrazione della cosa comune.
Le deliberazioni vengono adottate in base al principio maggioritario, in particolare:
- Per atti di ordinaria amministrazione è sufficiente un livello di quote superiore alla metà;
- Per gli atti di straordinaria amministrazione servono quote pari ad almeno i due terzi della proprietà;
- Per le innovazioni dirette al miglioramento servono quote pari o superiori ai due terzi.
Le spese gravano su ciascun compartecipe in proporzione alla rispettiva quota, ma può sottrarsi rinunciando al proprio diritto
che verrà ripartito proporzionalmente tra gli altri partecipanti.
Scioglimento
La comunione si scioglie in conseguenza alla divisione, che può essere richiesta da ciascun partecipante.
Può essere fatta con accordo fra le parti con un contratto di divisione avente struttura plurilaterale oppure in disaccordo fra le
parti con un giudice.
Un ulteriore causa di scioglimento è l’abbandono della quota, un atto unilaterale che se riguarda diritti immobiliari richiede la
forma scritta.
La cessazione della comunione si può verificare anche per il perimento integrale dei beni.
2. Il condominio negli edifici
Nozione
Il condominio è un particolare tipo di comunione che si instaura negli edifici, in essi ciascuno dei partecipante è proprietario
esclusivo di un piano o porzione di piano e comproprietario di alcune parti comuni.
La comunione qui è forzosa, non è soggetta a divisione e non vi si può rinunciare.
Il diritto spetta a ciascuno in millesimi.
L’amministrazione è affidata a due organi: L’assemblea dei condomini e l’amministratore.
L’assemblea
Ha il compito di nominare l’amministratore, di decidere le innovazioni e la manutenzione straordinaria, di stabilire il
regolamento, approvare preventivo spese, ecc.
Le deliberazioni sono approvate a maggioranza semplice.
L’amministratore
È l’organo esecutivo del condominio e ha rappresentanza processuale.
Ha i vari compiti tra cui eseguire le deliberazioni dell’assemblea, di far rispettare il regolamento, di compiere atti cnservativi
relativi alle parti comuni, ecc.
La sua formazione è obbligatoria se i condomini sono 8 o più e l’incarico ha durata di un anno.
Regolamento del condominio
Il regolamento è dettato dallo statuto, il quale contiene le norme sull’uso delle cose comuni, l’amministrazione e il decoro
dell’edificio, la ripartizione delle spese, ecc.
La sua formazione è obbligatori se i condomini sono 10 o più ed è approvato a maggioranza semplice.
3. La multiproprietà
Nozione
Si ha multiproprietà quando più persone sono titolari di un diritto di proprietà pieno ed esclusivo sullo stesso immobile, ma
ciascuna di esse può godere ed utilizzare il bene solo in un determinato periodo dell’anno o per un certo numero di giorni.
Il contratto di multiproprietà nasce come contratto atipico frutto dell’autonomia dei privati.
° °
IL POSSESSO
1. Il possesso in generale
Nozione
Il possesso è un potere di fatto sulla cosa, che si manifesta in un’attività corrispondente all’esercizio della proprietà o in un altro
diritto reale.
Possessore è colui che gode e usa un bene, a prescindere che ne sia titolare o no.
Alcune rilevanti conseguenze giuridiche:
- Il possesso viene tutelato dalla legge attraverso azioni possessorie dirette a proteggere e preservare lo stato di fatto;
- Con un acquisto a titolo originario (usucapione o possesso vale titolo) il possesso può trasformarsi in proprietà.
Il quasi possesso
Il possesso può avere a soggetto sia la proprietà che un diritto reale su cosa altrui.
Il possesso di un diritto reale su cosa altrui è generalmente definito quasi possesso o possesso minore
Oggetto del possesso
Oggetto del possesso possono essere sia i beni mobili che immobili, ma non le cose di cui non si può acquistare la proprietà
come i beni del demanio pubblico.
Elementi del possesso 21
Affinché una persona possa acquistare il possesso di un bene è necessario che sussistano due elementi:
- Corpus possesionisElemento materiale del possesso che consiste nell’esercizio di un potere di fatto sulla cosa;
- Animus possidendiElemento soggettivo del possesso che consiste nella volontà di esercitare sul bene poteri
corrispondenti a quelli che spetterebbero al proprietario o al titolare di un diritto
Possesso e detenzione
L’animus possidendi serve anche per distinguere il possesso dalla detenzione.
Anche la detenzione consiste nell’avere la materiale disponibilità del bene, ma il detentore esercita questo potere in base a un
titolo (contratto o atto) con la consapevolezza e il riconoscimento dell’esistenza di un diritto o possesso altrui sul bene.
La prova del possesso
L’art. 1141 c.c. stabilisce che chi ha la disponibilità di una cosa si presume possessore della stessa e chi intende negare questa
circostanza deve provare che si tratti di una semplice detenzione.
Interversione nel possesso
Colui che ha iniziato a detenere una cosa ne può diventare proprietario, si parla quindi di interversione del processo.
L’interversione può avvenire per:
- Causa proveniente da un terzo, per esempio quando una persona finge di essere proprietario di un bene e lo vende ad
un altro soggetto, il quale ne diviene possessore ma non ne acquisisce la proprietà;
- Opposizione del detentore nei confronti del possessore, per esempio chi ha preso in locazione una casa alla scadenza
del contratto non vuole né lasciarla né pagare, dicendo di esserne diventato il proprietario per usucapione.
2. Possesso titolato e illegittimo
Colui che esercita poteri di fatto su una cosa può essere:
- Il proprietario stesso, allora il possesso è legittimo poiché la situazione di fatto corrisponde a quella di diritto;
- Un’altra persona, quindi il possesso è illegittimo in quanto il possesso di fatto non corrisponde a quello di diritto.
Possesso di buona fede e mala fede
Il possesso illegittimo si distingue in:
- Possesso di buona fede, quando il possessore ignora di ledere un diritto altrui poiché non sa di non essere il vero
proprietario;
- Possesso di mala fede, quando il possessore sa che sta possedendo un bene altrui.
Essendo difficile stabilire le situazioni di buona e mala fede il codice stabilisce che, in mancanza di prove sulla mala fede, si
presume che il soggetto sia in buona fede almeno nel momento dell’acquisto.
3. Acquisto e durata del possesso
Acquisto del possesso
Il possesso si acquista quando si inizia effettivamente ad esercitare un potere di fatto su una cosa.
Mentre la detenzione può acquistarsi solo a titolo derivativo, il possesso può acquistarsi anche a titolo originario.
Un esempio di acquisto del possesso a titolo derivativo si ha quando lo stesso venga trasmesso dal precedente possessore
tramite la consegna della cosa materiale o simbolica.
Atti compiuti con l’altrui tolleranza
Non costituiscono fondamento dell’acquisto gli atti compiuti con l’altrui tolleranza, cioè quegli atti di uso di un bene tollerati dal
proprietario per ragioni di amicizia, di cortesia o di buon vicinato.
Perdita del possesso
Il possesso si perde quando viene meno l’elemento materiale della disponibilità o l’elemento psicologico dell’intenzione di
possedere la cosa.
Durata del possesso
Le regole per la determinazione del processo sono poste da due presunzioni:
- Presunzione di possesso intermedio Cioè la prova di un possesso attuale e del possesso in un momento precedente
fa presumere il possesso durante un periodo intermedio;
- Presunzione di possesso anterioreIl semplice possesso attuale non fa presumere il possesso anteriore, quindi in tal
caso la legge presume che il possesso abbia avuto inizio dalla data del titolo.
Successione nel possesso e accessione del possesso
Si verifica una successione nel possesso quando si ha una successione a titolo universale, quindi l’erede continua il possesso del
defunto, quindi somma alla durata del proprio possesso anche quello del defunto.
Si verifica un’accessione del possesso con una successione a titolo particolare, infatti l’avente causa non continua
automaticamente il possesso del defunto, ma può farlo se gli conviene per evitare effetti sfavorevoli.
4. Gli effetti giuridici del possesso
La legge riconosce determinati effetti giuridici:
- Tutela possessoriaChi viene spogliato del proprio possesso o molestato nell’esercizio dello stesso può ottenere in
giudizio la reintegrazione del possesso o la cessazione delle molestie;
- Inversione dell’onere della prova Qualora il proprietario agisca in giudizio contro il possessore deve dimostrare di 22
essere effettivamente proprietario della cosa, ove ciò non sia possibile il bene
verrà lasciato il possessore.
- Acquisto di determinati diritti Il possesso costituisce il presupposto fondamentale per l’usucapione e per l’acquisto
della proprietà dei beni mobili in base al principio “possesso vale titolo”.
4.1. Le azioni a tutela del possesso
A tutela delle situazioni possessorie sono previste alcune azioni dirette a mantenere o ripristinare lo stato di fatto alterato
dall’altrui intromissione.
Azione di reintegrazione  Mira a reintegrare nella pienezza del possesso colui che è stato estromesso violentemente o
clandestinamente e tale azione va esercitata entro un anno dallo spoglio o dalla scoperta se
clandestino.
Azione di manutenzioneE’ diretta a far cessare le eventuali molestie che impediscono o ostacolano il libero godimento della
cosa da parte del possessore.

4.2. Possesso vale titolo


Solitamente colui che acquista un diritto da un individuo che non ne era proprietario non diviene lui stesso il titolare.
Questa regola incontra un’eccezione per i beni mobili non registrati quindi si dirà che “possesso vale titolo”
I requisiti per l’applicazione di tale principio sono:
- L’acquisto del possesso;
- L’acquisto deve basarsi su un titolo astrattamente idoneo, cioè valido per gli elementi ma non può produrre effetti
perché non è fatto dal vero proprietario;
- L’acquirente deve essere in buona fede nel momento della stipula del contratto.
Quando ricorrono queste condizioni la proprietà si acquista immediatamente a titolo originario, per cui il precedente titolare
non può rivendicarsi nei confronti del nuovo titolare.
Acquisto in buona fede e precedente alienazione a più persone
Può accadere che il proprietario di un bene lo venda contemporaneamente a più persone.
In questo caso si può stabilire chi sia il nuovo proprietario a seconda che si tratti:
- Di beni immobili o mobili registrati con l’intervento della trascrizione;
- Di beni mobili secondo la regola possesso vale titolo.
4.3. L’usucapione
Nozione
L’usucapione è un modo di acquisto a titolo originario della proprietà o di un altro diritto per effetto del possesso proptratto per
un determinato periodo di tempo.
Elementi dell’usucapione
Vi sono due elementi costitutivi dell’usucapione, il primo è il possesso, che deve essere:
- Pacifico e pubblico, cioè non acquistato in modo violento e non clandestinamente;
- Continuo, cioè che deve essere esercitato continuamente per tutto il periodo;
- Non interrotto, quando il proprietario non priva il possessore per più di un anno.
Il secondo elemento è il decorso del tempo che deve distinguersi in:
Usucapione ordinario Per beni immobili e mobili è di 20 anni e per beni mobili registrati è di 10 anni.
Usucapione abbreviatoPerché si realizzi l’usucapione abbreviato il possessore deve aver acquistato la proprietà in buona fede,
con un titolo astrattamente idoneo e con trascrizione.
In questo caso I beni immobili e i beni mobili registrati possono essere usucapiti con il decorso di 10
anni, e i beni mobili con il decorso di 10.
° °
IL RAPPORTO OBBLIGATORIO E I PRINCIPALI TIPI DI OBBLIGHI
1. L’obbligazione
Nozione
L’obbligazione è il rapporto giuridico in forza del quale un soggetto (debitore) è tenuto ad eseguire una determinata prestazione
nei confronti di un altro soggetto (creditore).
Il diritto del creditore si dice relativo perché può essere fatto valere solo nei confronti del debitore.
Elementi dell’obbligazione
Sono elementi dell’obbligazione il debito, il credito, la prestazione e la responsabilità.
Debito È la posizione giuridica passiva del rapporto e consiste nel dovere che grava sul debitore di eseguire la prestazione.
Credito È la posizione giuridica attiva del rapporto e consiste nel diritto del creditore di pretendere la prestazione.
Prestazione È il comportamento al quale il debitore è tenuto e rappresenta l’oggetto dell’obbligazione.
Distinzione in base al contenuto:
- Obbligazioni di dare Obbligo di trasferire un bene o un diritto a favore del creditore; 23
- Obbligazioni di fare Il debitore è tenuto a svolgere una certa attività per soddisfare l’interesse del creditore;
- Obbligazioni di non fare Il debitore è tenuto ad astenersi da un determinato comportamento.
La prestazione deve avere necessariamente un contenuto patrimoniale e deve corrispondere ad un interesse del creditore.
Caratteri prestazioneDeve essere possibile, lecita e determinata o determinabile.
Responsabilità Il debitore risponde dell’adempimento dell’obbligazione con tutti i suoi beni presenti e futuri.
Le parti del rapporto obbligatorio
L’obbligazione è un rapporto giuridico tra due parti: il creditore e il debitore.
I soggetti del rapporto devono essere determinati o determinabili e devono comportarsi secondo correttezza, cioè devono
comportarsi lealmente nell’esecuzione del contratto.
Le obbligazioni reali
Sono un particolare tipo di obbligazioni perché la loro caratteristica principale è l’ambulatorietà, ossia che seguono il bene per
quanto riguarda l’individuazione del soggetto passivo.
Esempio: L’obbligo di versare quote condominiale è a carico del proprietario dell’appartamento e se cambia il proprietario
cambia anche il debitore.
2. Classificazione delle obbligazioni sulla base dei soggetti
Ciascuna parte può essere formata da uno o più soggetti.
Obbligazioni semplici e soggettivamente complesse
In base al numero dei soggetti possono distinguersi:
- Obbligazioni semplici, quando si ha un solo debitore e un solo creditore;
- Obbligazioni complesse, nelle quali una o entrambe le parti sono formate da più soggetti.
Obbligazioni parziarie e solidali
Quando esistono più debitori l’obbligazione può essere:
- Parziaria, quando ciascun debitore è tenuto ad eseguire una sola parte della prestazione;
- Solidale, quando i vari debitori sono tutti obbligati per l’adempimento dell’intero debito.
Quando esistono più creditori invece l’obbligazione può essere sempre:
- Parziaria, quando ogni creditore può esigere solo il pagamento di una parte;
- Solidale, quando ciascun creditore può pretendere l’intera prestazione dal debitore.
3. Classificazione delle obbligazioni sulla base del vincolo giuridico
Obbligazioni civili e naturali
Obbligazioni civili Tutte quelle obbligazioni munite di azioni, cioè il creditore, quando il debitore è inadempiente, può agire in
giudizio per richiedere l’adempimento e il risarcimento dei danni.
Obbligazioni naturali Obbligazioni senza un vincolo giuridico ma un soggetto è tenuto ad una certa prestazione sulla base di un
dovere morale o sociale.
4. Classificazione delle obbligazioni sulla base della prestazione
Può accadere che l’obbligazione abbia ad oggetto due o più prestazioni e si distingue tra obbligazioni cumulative e obbligazioni
alternative.
Obbligazioni cumulative, alternative e facoltative
Obbligazione cumulativa  Quando ha ad oggetto più prestazioni e il debitore è obbligato ad eseguirle tutte.
Obbligazione alternativa Quando sono previste due o più obbligazioni e il debitore è tenuto ad eseguirne una sola.
Obbligazione facoltativaQuando la prestazione da eseguire è una sola, ma il debitore può eseguirne anche un'altra.
Obbligazioni divisibili e indivisibili
Obbligazione indivisibile Quando la prestazione ha per oggetto una cosa o un fatto che non è suscettibile di divisione per la
sua stessa natura o per il modo in cui è stato considerato dalle parti.
Obbligazione divisibile  Quando la prestazione può essere divisa senza che ciò comporti una perdita o una diminuzione della
sua rilevanza economica.
Obbligazioni generiche e specifiche
Obbligazione generica Ha per oggetto una cosa generica o considerata fungibile; per esempio il grano o il denaro.
Obbligazione specificaHa per oggetto un bene specifico; per esempio una casa o un’auto, ecc.
5. Le obbligazioni pecuniarie
Nozione
Nell’ambito delle obbligazioni generiche, le obbligazioni pecuniarie sono quelle principali e quelle più diffuse.
Corrispondono alla prestazione di consegnare una somma di denaro.
Adempimento e principio nominalistico
Tali obbligazioni devono essere adempiute con una moneta avente corso legale nello Stato.
Principio nominalistico L’obbligazione pecuniaria si estingue per il suo valore nominale e non per il suo valore effettivo.
Le clausole di garanzia monetaria
Sono clausole concordate tra le parti grazie alle quali una somma viene “agganciata” ad un bene utilizzato come termine di 24
paragone; per esempio l’oro o il petrolio.
Questo tutela il creditore dalla svalutazione della moneta.
Interessi
Gli interessiIl denaro è un bene fruttifero e i suoi frutti sono gli interessi.
Interessi moratoriSono gli interessi dovuti come risarcimento del danno derivante al creditore dal ritardato pagamento di una
somma di denaro.
Interessi legali Quando la misura degli interessi viene determinata dalla legge.
Interessi convenzionali Quando la misura degli interessi viene determinata dalla volontà delle parti.
Anatocismo Maturazione di interessi sopra altri interessi.
° °
LE VICENDE DELL’OBBLIGAZIONE
1. Le fonti dell’obbligazione
Le obbligazioni nascono in virtù di determinati atti o fatti che ne costituiscono titolo o fonte.
In particolare nascono da contratti, da atti illeciti o da ogni altro atto idoneo a produrre obbligazioni.
CONTRATTO Accordo fra due o più parti per costituire, regolare o estinguere tra loro un rapporto giuridico patrimoniale.
FATTO ILLECITOQualunque fatto doloso o colposo che causa danno ingiusto ad un altro soggetto.
2. L’adempimento
Nozione
L’adempimento viene definito come il modo di estinzione tipico dell’obbligazione.
Se il debitore non esegue la prestazione si dice che è inadempiente.
L’autore dell’adempimento.
Autore dell’adempimento è il debitore.
L’adempimento è un atto dovuto, un atto che non comporta potere decisionale per il debitore.
Ciò ne comporta che il pagamento effettuato dal debitore incapace è valido e non può essere rifiutato dal creditore.
L’obbligo di diligenza
A carico del debitore vi è l’obbligo di diligenza, cioè deve curare con attenzione, con prudenza e perizia dell’uomo medio sia i
preparativi dell’adempimento sia la conformità della prestazione rispetto al contenuto dell’obbligo.
Il destinatario dell’adempimento
Il destinatario dell’adempimento è il creditore, che deve essere pienamente capace nel momento in cui riceve la prestazione.
Il pagamento fatto al creditore incapace di riceverlo non è valido per cui può essere effettuato anche a favore di un
rappresentante del creditore o di una persona indicata da quest’ultimo.
L’adempimento del terzo
L’obbligazione può essere adempiuta anche da un terzo.
Il creditore non può rifiutare l’adempimento di un terzo se gli è indifferente chi adempie, come per un pagamento di denaro.
Ma può rifiutare l’adempimento del terzo se si oppone per un interesse oggettivo, come essere operato da un certo medico.
Il tempo dell’adempimento
È normalmente stabilito nel titolo dell’obbligazione quindi si dice che è sottoposta ad un termine.
Il luogo dell’adempimento
Anche il luogo in cui la prestazione deve essere eseguita è solitamente stabilita dalle parti.
3. La mora del creditore
Nozione
Creditore e debitore devono comportarsi secondo il principio della correttezza.
Tale dovere si concretizza per il creditore nel cooperare con il debitore al fine di consentirgli l’adempimento della prestazione.
Il debitore può tutelarsi attraverso la costituzione in mora del creditore.
Il creditore è in mora quando senza alcun motivo legittimo non riceve il pagamento che gli viene offerto dal debitore.
L’offerta
Affinché si verifichino gli effetti della mora è necessario che il debitore si sia offerto di eseguire la propria prestazione in maniera
formale, cioè tramite un pubblico ufficiale.
L’offerta può essere:
- Reale, cioè che consiste nella consegna del bene al pubblico ufficiale che lo mette a disposizione del creditore;
- Intimazione, cioè mediante un atto notificato dal pubblico ufficiale al creditore per fargli ricevere il bene.
Effetti della mora
La mora produce alcune conseguenze svantaggiose per il creditore:
- Ha a suo carico l’impossibilità sopravvenuta della prestazione;
- Non sono più dovuti gli interessi e i frutti che non siano stati percepiti dal debitore;
- Il creditore è tenuto a risarcire i danni derivanti dalla sua mora. 25
4. La datio in solutum
Nozione
Il creditore può rifiutare una prestazione diversa da quella dedotta per obbligazione, anche se di valore pari o superiore.
Questa regola può essere derogata dalle parti con un accordo detto datio in solutum o prestazione in luogo dell’adempimento.
Essa è una sorta di surrogato dell’adempimento, in base al quale il creditore accetta dal debitore una prestazione diversa
rispetto a quella dovuta e l’obbligazione si estingue.
5. Modi di estinzione delle obbligazioni diversi dall’adempimento
Oltre che per adempimento le obbligazioni possono estinguersi per altre vie.
Si parla di modi di estinzione dell’obbligazione diversi dall’adempimento e possono essere distinti in due gruppi:
Modi di estinzione satisfattori, che realizzano la soddisfazione dell’interesse del creditore.
Modi di estinzione non satisfattori, che non realizzano la soddisfazione dell’interesse del creditore.
Modi satisfattori
Compensazione Quando due persone sono obbligate reciprocamente l’una verso l’altra, i due debiti si estinguono per
le quantità corrispondenti.
È l’applicazione di un principio di economicità degli atti giuridici.
La compensazione può essere:
- Legale, quando due debiti sono omogenei, determinati e pretendibili dal creditore;
- Giudiziale, quando è dichiarata dal giudice ed è esigibile ma non liquido;
- Volontaria, quando ha luogo per volontà delle parti e può avvenire anche senza le condizioni per le altre due.
ConfusioneVi è confusione quando creditore e debitore si riuniscono nella stessa persona.
Modi non satisfattori
Impossibilità sopravvenutaL’obbligazione si estingue quando, per causa non imputabile al debitore, la prestazione sia
divenuta impossibile.
Affinché si estingua l’obbligazione, l’impossibilità deve essere:
- Sopravvenuta, ciò deve verificarsi in un momento successivo al sorgere dell’obbligazione;
- Non imputabile al debitore;
- Oggettiva, deve riguardare la situazione considerata e non situazioni personali del debitore.
NovazioneL’obbligazione si estingue quando le parti sostituiscono all’obbligazione originaria una nuova obbligazione con
oggetto o titolo diverso.
Presupposti della novazione:
- Esistenza di un’obbligazione tra le parti;
- Espressa volontà delle parti di sostituire l’obbligazione;
- Mutamento del titolo o dell’oggetto.
Remissione del debitoConsiste nella dichiarazione del creditore di rimettere il debito e che produce i suoi effetti quando
viene comunicato al debitore.
La remissione può essere anche tacita.
Oggetto di remissione possono essere tutti i crediti ad eccezione di quelli indisponibili.
° °
L’INADEMPIMENTO E LA MORA
1. L’inadempimento
Nozione
È la mancata o inesatta esecuzione della prestazione da parte del debitore.
La responsabilità per inadempimento
Art.1218 c.c. – Il debitore che non esegue esattamente la prestazione dovuta è tenuto al risarcimento del danno, se non prova
che l’inadempimento o il ritardo è stato determinato da impossibilità della prestazione derivante da causa a lui
non imputabile.
Con il criterio del buon padre di famiglia si intende che la prestazione diventa impossibile per un uomo con medie capacità.
Il dovere di correttezza
In base all’art. 1175 sia il debitore che il creditore devono comportarsi secondo correttezza.
In alcuni casi può essere considerata contrario alla correttezza il comportamento del creditore che esige la prestazione anche in
presenza di situazioni che rendono particolarmente difficile o gravoso l’adempimento, quindi si parla di prestazione possibile ma
inesigibile.
Le conseguenze dell’inadempimento
L’inadempimento per impossibilità sopravvenuta non imputabile al debitore determina l’estinzione dell’obbligazione e la
liberazione del soggetto passivo del rapporto.
L’inadempimento imputabile al debitore determina come conseguenza principale l’obbligo del debitore di risarcire i danni
derivanti da tale inadempimento. 26
Il creditore può agire per il risarcimento del danno o per ottenere comunque l’adempimento.
Inadempimento doloso e colposo
L’inadempimento per causa imputabile al debitore può essere per:
- Dolo Quando intenzionalmente non ha eseguito la prestazione;
- Colpa Quando non ha usato la diligenza dovuta, quindi è stato negligente.
La colpa può essere:
- Lieve, quando si viola una norma con un grado di diligenza media;
- Grave, quando si viola una norma con un minimo grado di diligenza,
- Lievissima, quando si viola una norma con un grado di diligenza superiore alla media.
2. La mora del debitore
Ritardo e inadempimento
Si verifica un ritardo nell’adempimento quando il debitore non adempie entro il termine previsto ma è ancora possibile un
adempimento successivo.
Vi sono ipotesi nelle quali un semplice ritardo diventa un inadempimento definitivo, esempio abito sposa.
Il debitore che ritarda può essere costituito in mora.
Nozione di mora del debitore
La mora del debitore può essere definita come un ritardo qualificato.
Per essere costituito in mora serve la presenza di due presupposti:
- Il ritardo deve essere imputabile al debitore;
- Deve essere scaduto il termine.
Costituzione in mora
Il debitore è costituito in mora mediante intimazione o richiesta scritta del creditore.
Vi è un’automatica costituzione in mora quando:
- Il debito deriva da un fatto illecito;
- Il debitore dichiara per iscritto di non voler eseguire la prestazione;
- Il termine è scaduto.
Effetti della mora
La conseguenza più importante della costituzione in mora è il risarcimento dei danni da parte del debitore.
Altre conseguenze sono:
- Il debitore non è liberato per l’impossibilità sopravvenuta se non prova che l’oggetto sarebbe ugualmente perito;
- Nelle obbligazioni pecuniarie sono dovuti degli interessi dal giorno della mora;
- L’atto di costituzione in mora vale ad interrompere la prescrizione.
La purgazione della mora
Gli effetti della mora possono essere eliminati con la purgazione, che si verifica quando:
- Il debitore esegue la prestazione dovuta e risarcisce il danno;
- Quando il creditore rinuncia alla mora o al credito stesso.
3. Il risarcimento del danno da inadempimento
L’obbligo di risarcire
L’obbligo di risarcire il danno è a carico del debitore.
Tale risarcimento può essere fatto in due modi:
- Reintegrazione in forma specifica, cioè la ricostruzione di una situazione materiale corrispondente a quella che sarebbe
esistita senza il fatto che ha cagionato il danno.
- Risarcimento per equivalente, cioè il pagamento di una somma di denaro sia per la perdita subita dal creditore che per i
mancati guadagni.
Danni risarcibili
Il risarcimento del danno deve comprendere per equivalente il danno emergente, cioè la perdita subita dal creditore per le
spese supportate, e il lucro cessante, cioè il mancato guadagno.
Le clausole di esonero da responsabilità
Le parti possono prevedere clausole che limitano o esonerano una parte dalla responsabilità in caso di inadempimento.
Sono nulli i patti che escludono o limitano la responsabilità del debitore per colpa grave o dolo e la violazione di norme di ordine
pubblico.
4. La clausola penale e la caparra
Nozione ed effetti della clausola penale
Le parti possono quantificare in via anticipata l’ammontare del danno spettante al creditore attraverso la clausola penale.
Essa limita il risarcimento alla prestazione stabilita ed esonera il creditore dall’onere di provare il danno subito.
La caparra confirmatoria
La caparra confirmatoria consiste nel consegnare una somma di denaro all’altra parte come conferma del vincolo assunto. 27
Se la parte che ha consegnato la caparra recede allora l’altra parte può tenere la caparra, se invece è la parte che l’ha ricevuta a
recedere allora deve ridarne il doppio come risarcimento.
È un contratto reale perché si perfeziona con la consegna di una somma di denaro.
Caparra penitenziale
Si tratta di una somma versata al momento della conclusione del contratto la quale costituisce il corrispettivo di un diritto di
recesso attribuito ad una o a entrambe le parti.
° °
LA TUTELA DEL CREDITO E LE GARANZIE DELL’OBBLIGAZIONE
1. Principi generali
Responsabilità patrimoniale
Art.2740 c.c. – Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri.
Parità di trattamento
Art.2741 c.c. – i creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatti sui beni del debitore, salve le cause legittime di prelazione.
Sono cause legittime di prelazione i privilegi, il pegno e le ipoteche.
L’espropriazione forzata
Attraverso l’espropriazione forzata si sottraggono coattivamente i beni del debitore, che vengono venduto e il ricavato viene
attribuito ai creditori.
L’espropriazione si realizza attraverso il pignoramento, la vendita forzata e in fine l’attribuzione del ricavato.
2. I mezzi di conservazione della garanzia patrimoniale
Azione surrogatoria e revocatoria
Il creditore ha interesse a non vedere diminuito il patrimonio del debitore, quindi che quest’ultimo non trasferisca la proprietà
dei beni e che eserciti i suoi diritti per tutelare tale patrimonio.
A tutela di tali interessi, il creditore può esercitare:
- L’azione surrogatoria, la cui finalità è quella di fornire al creditore un mezzo per conservare il valore del patrimonio del
debitore nonostante l’incuria del titolare.
- L’azione revocatoria, la cui finalità è quella di porre rimedio alle conseguenze del comportamento del debitore quando
ha posto in essere atti di disposizione del proprio patrimonio con frode arrecando pregiudizio al creditore.
Presupposti per l’azione revocatoria
Presupposto principale è la frode del debitore.
Affinché possa essere applicata l’azione revocatoria sono necessari due presupposti:
- Che dall’atto derivi un effettivo pregiudizio per il creditore;
- Che il debitore fosse a conoscenza di tale pregiudizio.
Il sequestro conservativo
La finalità del sequestro conservativo è quella di fornire al creditore un rimedio preventivo e cautelare contro il pericolo di
perdere la garanzia generica sui beni del debitore.
3. Parità di trattamento e cause di prelazione: i privilegi
Il principio di parità di trattamento dei creditori trova una rilevante limitazione nelle cause legittime di prelazione.
I privilegi sono dettati dalla legge che individua quali crediti hanno la precedenza su altri.
Il privilegio può essere:
- Generale, cioè che si esercita su tutti i beni mobili del debitore;
- Speciale, che si esercita su determinati beni mobili e immobili.
4. I diritti reali di garanzia: pegno e ipoteca
Caratteri comuni
I diritti reali di garanzia attribuiscono al creditore il potere di espropriare uno o più beni del debitore e di soddisfarsi sul ricavato
della loro vendita con preferenza rispetto agli altri creditori (chirografari).
I diritti reali di garanzia sono il pegno e l’ipoteca.
Esse presentano alcune caratteristiche comuni:
- Accessorietà, cioè sono accessorie al credito stesso;
- Specialità, perché hanno ad oggetto un singolo bene;
- Diritto di sequela; il creditore può far valere il proprio diritto anche nei confronti dei terzi ai quali il bene sia stato
alienato.
Il pegno
È un diritto reale di garanzia che può avere ad oggetto beni mobili, crediti e altri diritti su beni immobili.
Si costituisce con un contratto reale tra il creditore e il debitore.
In caso di inadempimento dell’obbligazione da parte del debitore, il creditore può far vendere la cosa data in pegno, anche se
nel frattempo la sua proprietà sia stata trasferita a terzi.
L’ipoteca 28
È un diritto reale di garanzia che può avere ad oggetto beni immobili, diritti reali immobiliari e beni mobili registrati.
In base al titolo si può distinguere in:
- Ipoteca legale, quando il potere al creditore è attribuito dalla legge;
- Ipoteca giudiziale, quando il potere al creditore è attribuito da un giudice;
- Ipoteca volontaria, quando viene iscritta per volontà delle parti.
L’ipoteca si estingue con l’adempimento del debito garantito.
Il patto commissorio
È l’accordo fra creditore e debitore con cui si stabilisce che, nel caso di inadempimento, la cosa gia gravata da pegno o ipoteca
diventa di proprietà del creditore.
Il patto commissorio è vietato dalla legge.
5. Le garanzie personali
La garanzia personale si realizza aggiungendo il patrimonio di un'altra persona (garante) a quello del debitore principale.
La fideiussione
Si costituisce a seguito di un contratto in forza del quale un terzo si accorda con il creditore e si obbliga verso lo stesso
garantendo l’adempimento di un’obbligazione altrui.
Il fideiussore è obbligato in solido con il debitore principale al pagamento del debito.
Il creditore può richiedere il pagamento sia al debitore che al fideiussore, però le parti possono convenire, con il beneficio di
escussione, che il fideiussore non sia tenuto a pagare prima del debitore.
6. Le garanzie reali atipiche: pegno rotativo e irregolare
Il sistema delle garanzie è spesso incapace a soddisfare le esigenze dei soggetti che necessitano di strumenti più elastici.
Da qui è cresciuto il fenomeno delle garanzie reali atipiche, cioè:
- Il pegno rotativo Le parti prevedono una clausola di rotatività, cioè che entro un certo tempo vi è la possibilità di
sostituire il bene con un altro avente caratteristiche qualitative ed economiche omogenee.
- Il pegno irregolarediritto di garanzia che ha ad oggetto cose fungibili, il creditore acquista la proprietà delle cose ed è
tenuto a restituire altrettante cose dello stesso genere e qualità.
7. Le garanzie personali: il contratto autonomo di garanzia
Si è recentemente sviluppato l’uso di garanzie personali atipiche tra le quali assume rilevante importanza il contratto autonomo
di garanzia, in base al quale una parte (garante) paga ad un'altra parte (creditore garantito) un importo corrispondete alla
prestazione dovuta da un terzo (debitore principale) in seguito ad una semplice richiesta del garantito che alleghi
l’inadempimento del debitore.
Il suo scopo principale è quello di realizzare l’immediato soddisfacimento del creditore.
° °
LE MODIFICAZIONI SOGGETTIVE DEL RAPPORTO OBBLIGATORIO
1. Le modificazioni nel lato attivo del rapporto obbligatorio
Il credito come “bene”
Il credito è il diritto spettante al creditore di pretendere la prestazione dovuta dal debitore, quindi è la posizione giuridica attiva
del rapporto obbligatorio.
Il credito può essere considerato anche come un bene, quindi può circolare.
Il trasferimento del credito avviene principalmente in caso di successione a causa di morte, oppure può avvenire:
- Per cessione del credito, quindi per un atto di disposizione del credito;
- Per surrogazione, cioè il subingresso di un terzo.
Cessione del credito
È l’accordo fra due soggetto in forza del quale uno di essi, cedente, trasferisce all’altro, cessionario, il credito che ha verso un
proprio debitore, ceduto.
La cessione del credito può avvenire a titolo oneroso, se lo trasferisce in cambio di un prezzo, o a titolo gratuito, se lo dona
gratuitamente.
Crediti incedibili
Esistono alcuni crediti che non possono essere ceduti, come:
- I crediti che hanno natura strettamente personale, quindi possono essere esercitati solo dal loro titolare;
- I crediti la cui cessione è vietata per legge;
- I crediti che le parti stabiliscono come incedibili.
Efficacia della cessione nei confronti del debitore
È rilevante la conoscenza dell’avvenuta cessione da parte del debitore, poiché la cessione del credito ha effetto nei confronti del
debitore ceduto quando questi l’ha accettata o gli è stata notificata.
Obblighi gravanti sul cedente
Con la cessione sono trasferiti anche i privilegi, le garanzie personali e reali e gli altri accessori.
Cessione pro solutoQuando è a titolo oneroso, quindi il cedente è tenuto per legge a garantire l’esistenza del credito ed è 29
liberato nei confronti del cessionario nel momento del trasferimento del credito.
Cessione pro solvendoIl cedente deve garantire la solvenza del debitore ceduto ed è liberato nei confronti del cessionario solo
quando il debitore eseguirà la sua prestazione.
La surrogazione
Si verifica quando un terzo subentra nella posizione del creditore adempiendo l’obbligazione al posto del debitore.
Vi sono 3 ipotesi di surrogazione:
- Per volontà del creditore, quando un terzo paga al posto del debitore diventando egli stesso creditore;
- Per volontà del debitore, quando il debitore chiede un prestito per pagare il debito;
- Per legge, come se un condebitore di una società paga il debito di tutti poi diventa esso stesso creditore.
2. Le modificazioni nel lato passivo del rapporto obbligatorio
La sostituzione di un debitore ad un altro non può avvenire senza il consenso del creditore, poiché un debitore può essere più
valido di un altro.
Vi sono due tipi di modificazione della posizione passiva dell’obbligazione, a seconda che il creditore ne dia consenso o meno:
- Cumulativa, cioè che un nuovo soggetto si aggiunge al debitore originario;
- Privativa, cioè che un nuovo soggetto sostituisce il debitore originale che viene liberato dal suo obbligo.
Gli istituti che possono determinare il mutamento del soggetto passivo sono la delegazione, l’espromissione e l’accollo.
2.1. La delegazione
Nozione
Si verifica quando il debitore, delegante, ordina ad un terzo, delegato, di assumere il suo debito nei confronti del creditore,
delegatario.
La delegazione può essere di due tipi:
- Di pagamento, che si ha quando il delegante delega un delegato ad eseguire il pagamento al delegatario;
- Di debito, quando il delegante delega un delegato ad assumere l’obbligazione nei confronti del creditore.
Delegazione privata e cumulativa
In caso di delegazione del debito, il creditore può:
- Non accettare l’obbligazione del terzo;
- Accettare l’obbligazione del terzo e liberare espressamente il debitore originario (delegazione privativa/liberatoria);
- Accettare l’obbligazione del terzo ma non liberare espressamente il debitore originario (delegazione cumulativa).
Se comunque il debitore non viene liberato dal debito, il creditore non può rivolgersi ad esso se prima non si rivolge al delegato.
Rapporto di provvista e rapporto di valuta
Nell’ambito della delegazione è possibile distinguere due rapporti:
- Rapporto di provvista, tra delegante e delegato dove il secondo effettua il pagamento o assume il debito;
- Rapporto di valuta, tra delegante e delegatario dove il primo deve compiere un obbligo nei confronti del secondo.
2.2. L’espromissione
È il contratto in base al quale un soggetto, espromittente, spontaneamente e senza alcun riferimento ad un eventuale incarico
conferitogli dal debitore, assume nei confronti del creditore, espromissario, l’obbligo del debitore stesso, espromesso.
Può essere cumulativa o privativa.
2.3. L’accollo
È un accordo tra l’originario debitore ed un terzo in base al quale il terzo si assume il debito dell’originario debitore.
Anche l’accollo può essere privativo o cumulativo.
° °
IL CONTRATTO
1. I fatti, gli atti giuridici, il negozio
Quando un determinato evento produce effetti giuridici siamo di fronte ad un atto giuridico, cioè qualsiasi fatto al quale una
norma giuridica collega un determinato effetto.
Si distinguono fatti giuridici in senso stresso e atti giuridici.
Fatti giuridici in senso stretto
Sono tutti quegli eventi naturali, indipendenti dalla volontà dell’uomo che producono effetti giuridici.
Per esempio la morte, il crollo di un edificio, il decorso del tempo, ecc.
Atti giuridici
Sono atti giuridici tutti i comportamenti umani volontari e consapevoli che hanno conseguenze giuridiche.
Si distinguono in:
- Atti giuridici in senso stresso, cioè atti le cui conseguenze non dipendono dalla volontà di chi li compie ma dalla legge;
- Atti giuridici illeciti, atti compiuti in violazione di un dovere, di comportamento.
- Negozi giuridici, atti giuridici leciti i cui effetti sono voluti da chi li ha posti in essere.
Il negozio giuridico
Può essere definito come l’atto giuridico lecito i cui effetti non sono predeterminati dalla legge, ma sono liberamente 30
determinabili dalle parti.
Il negozio giuridico è un atto giuridico consapevole e volontario che consiste in una dichiarazione di volontà diretta a produrre
determinati effetti giuridici consistenti nella creazione, modificazione o estinzione di un rapporto giuridico patrimoniale.
2. La nozione di contratto e l’autonomia privata
Art.1321 c.c. – “il contratto è l’accordo fra due o più parti per costituire, modificare o estinguere tra loro un rapporto giuridico
patrimoniale”.
Il contratto è un negozio giuridico bilaterale o plurilaterale avente la funzione di costituire, modificare o estinguere un rapporto
giuridico patrimoniale.
Il requisito della giuridicità e quello della patrimonialità sono elementi imprescindibili perché occorre che esso abbia ad oggetto
un rapporto suscettibile a valutazione economica e un oggetto giuridico.
Funzione economica
Il contratto può svolgere distinte funzioni economiche, costituendo lo strumento legale per:
- Procurarsi il diritto a un’altrui prestazione, in quanto fonte di obbligazioni;
- Attuare la circolazione di beni, in quanto modo di acquisto a titolo derivativo della proprietà e degli altri diritti reali.
L’autonomia contrattuale
Il contratto costituisce la principale forma di manifestazione dell’autonomia privata, cioè la libertà dei soggetti di regolare i
propri rapporti giuridici.
L’autonomia contrattuale attribuisce alle parti il potere di determinare il contenuto del contratto e quello di concludere anche
contratti atipici.
I contratti misti
Nei contratti atipici rientrano anche i contratti misti, nei quali concorrono gli elementi di più contratti tipici che si fondono in un
unico contratto.
Essi sono disciplinati dalle leggi di ciascun contratto che lo compone secondo la teoria della combinazione.
Invece secondo la teoria della prevalenza, deve applicarsi la disciplina del contratto che prevale per importanza. (principale)
Il collegamento negoziale
È un meccanismo attraverso il quale le parti perseguono un risultato economico attraverso una pluralità di contratti tra loro
interdipendenti ma ognuno con la propria autonomia, che non si fonde in un unico contratto.
I contratti complessi
I contratti complessi risultano dall’unificazione degli effetti di più contratti tipici presi nel loro contenuto globale.
3. Gli elementi essenziali del contratto
L’art. 1325 c.c. elenca i requisiti essenziali del contratto richiesti dalla legge per l’esistenza e la validità dello stesso.
Essi sono:
- L’accordo delle parti, cioè l’incontro delle volontà dei soggetti per costituire, modifica o estinguere un rapporto;
- La causa, definita come la funzione economico-sociale ossia la funzione del contratto;
- L’oggetto, indica ciò che le parti hanno stabilito con il contratto;
- La forma, il mezzo attraverso il quale le parti manifestano la propria volontà.
4. Gli atti unilaterali
Nozione
L’atto unilatera è una dichiarazione di volontà produttiva di effetti giuridici che proviene da una sola parte.
Distinzioni
Si distinguono atti a contenuto patrimoniale, diretti a regolare interessi prevalentemente economici, e atti a contenuto non
patrimoniale, che regolano prevalentemente interessi di carattere personale.
Altre distinzioni:
- Recettizi, atti unilaterali diretti ad una determinata persona, come la diffida ad adempiere;
- Non recettizi, atti unilaterali non diretti ad una determinata persona, come il testamento;
5. Classificazione dei contratti
I contratti possono essere classificati in base alle loro caratteristiche.
In relazione alle modalità di perfezionamento
Si distinguono:
- Contratti consensuali, che si perfezionano nel momento del consenso fra le parti, come la compravendita;
- Contratti reali, che si perfezionano con la consegna del bene, come il deposito.
In relazione alla causa
Si distinguono contratti a:
- Titolo oneroso, nei quali al sacrificio patrimoniale corrisponde una controprestazione in denaro;
- Titolo gratuito, nei quali al sacrificio patrimoniale non corrispondo nessuna controprestazione.
- Prestazioni corrispettive o sinallagmatiche, entrambe le parti hanno una prestazione;
- Prestazione unilaterale, dove solo una delle parti esegue una prestazione, come il testamento; 31
- Aleatori, caratterizzati dall’esistenza di un rischio, come le assicurazioni;
- Commutativi, caratterizzati dalla mancanza di un rischio.
In relazione alla forma
Si distinguono in contratti:
- Formali, contratti per cui è richiesta una determinata forma, come la compravendita di immobili;
- Informali, contratti per i quali non è prevista nessuna formalità.
In relazione agli effetti
Si distinguono in contratti:
- Ad effetti reali, determinati dal trasferimento della proprietà di un bene da un soggetto ad un altro;
- Ad effetti obbligatori, determinati dalla produzione di soli effetti obbligatori;
- Istantanei, che esauriscono i loro effetti in un istante, comprare un caffè;
- Di durata, durano nel tempo, come la locazione.
° °
GLI ELEMENTI ESSENZIALI DEL CONTRATTO
1. L’accordo fra le parti
Nozione
L’accordo è l’incontro delle volontà delle parti finalizzato alla costituzione, modificazione o estinzione di un rapporto giuridico
patrimoniale.
I requisiti dell’accordo sono:
- I soggetti, che devono essere titolai della capacità di contrarre quindi devono essere capaci di agire;
- La volontà, che per avere rilevanza deve essere manifestata all’esterno.
Manifestazione espressa e tacita
Solitamente si distingue tra manifestazione:
- Espressa, cioè quando la stessa viene dichiarata all’esterno per iscritto, a parole o a gesti;
- Tacita, quando una persona si comporta secondo il comune modo di pensare e di agire facendo capire la volontà di
concludere il contratto.
Il silenzio non ha alcun valore nel nostro ordinamento.
1.1. La simulazione
Nozione
Si parla di simulazione quando le parti creano una situazione apparente ingannevole per i terzi.
Elemento caratteristico di tale situazione è l’accordo simulatorio.
Simulazione assoluta e relativa
La simulazione può essere:
- Assoluta, quando le parti stipulano un contratto ma in realtà non intendono costituire alcun rapporto contrattuale;
- Relativa, quando le parti stipulano un contratto ma in realtà intendono costituire un diverso rapporto contrattuale.
Simulazione soggettiva e oggettiva
La simulazione può essere:
- Soggettiva, si finge di stipulare il negozio con una parte mentre questo avrà effetto nei confronti di un’altra parte;
- Oggettiva, quando il negozio simulato è diverso in tutto o in parte da quello dissimulato.
Effetti della simulazione tra le parti
Il contratto simulato non produce nessun effetto tra le parti.
In caso di simulazione relativa, tra le parti ha effetto il contratto dissimulato, purché sussistano i requisiti di sostanza e di forma.

1.2. I vizi del consenso


I vizi del consenso sono particolari eventi che hanno influenzato un soggetto nel concludere un contratto che altrimenti non
avrebbe concluso o lo avrebbe fatto a condizioni diverse.
Essi sono l’errore, la violenza morale e il dolo.
L’errore
Consiste in una falsa rappresentanza della realtà, cioè la parte ignora o conosce in modo errato o insufficiente un elemento
determinante ai fini della decisione di concludere il contratto.
L’errore è causa di annullamento solo quando è essenziale e riconoscibile.
È essenziale quando ha influito in maniera determinante sul consenso della parte.
È riconoscibile quando una persona di normale diligenza avrebbe potuto rilevarlo.
Errore ostativo
È un errore che incide sulla dichiarazione di manifestazione all’esterno della volontà del soggetto.
Per esempio, voglio ordinare 10 copie, ma scrivo 100 erroneamente. 32
L’errore ostativo è causa di annullamento del contratto solo se è essenziale e riconoscibile.
Errore di calcolo
L’errore di calcolo consiste in un errato conto matematico, che basterà rettificare quindi non determina l’annullamento del
contratto.
La violenza morale
Consiste nella minaccia verbale di un male ingiusto e notevole alla persona o ai beni del contraente.
La violenza morale è una minaccia verbale che non consiste in una violenza fisica.
La violenza fisica conduce alla nullità del contratto, mentre la violenza morale conduce alla nullità solo se il male minacciato è:
- Ingiusto, deve trattarsi di un danno che l’ordinamento non tollera in nessun modo;
- Notevole, cioè di rilevante entità tale da fare impressione ad una persona sensata, tenendo particolarmente conto di
età, sesso e la situazione.
Il dolo
Consiste negli artifizi e raggiri posti in essere da una parte per ingannare un soggetto allo scopo di spingerlo a concludere un
contratto che non avrebbe concluso (dolo determinante) o avrebbe concluso ma a condizioni diverse (dolo incidente).
Con il dolo determinante il negozio è annullabile, con il dolo incidente il negozio è valido ma il contraente in mala fede è tenuto
a risarcire il danno.
Non costituisce raggiro l’insieme di comportamenti che vendono tenuti dalle parti durante le trattative.
2. La causa
Nozione
È definita come la funzione economico-sociale che l’ordinamento assegna in astratto ad un determinato tipo contrattuale.
Per esempio nel contratto di compravendita la causa è rappresentata dallo scambio del bene contro il corrispettivo.
Causa e motivi
La causa non deve essere confusa con i motivi, che sono gli scopi individuali che hanno indotto le parti a concludere un
contratto.
Illiceità della causa
La causa di un contratto deve essere lecita altrimenti il contratto è nullo.
La causa è illecita quando è contraria:
- A norme imperative, a norme inderogabili;
- All’ordine pubblico, cioè i principi fondamentali dell’ordinamento;
- Al buon costume.
2.1. Il contratto in frode alla legge
Nozione
Il contratto è in frode alla legge quando viene manipolato con l’aggiunta di determinate clausole per conseguire un risultato
vietato da una norma di legge imperativa.
Il contratto in frode di legge, che è nullo per illiceità, è caratterizzato dalla presenza di due elementi:
- Elemento soggettivo, che consiste nell’intenzione fraudolenta, cioè di evitare una norma imperativa;
- Elemento oggettivo, cioè l’idoneità del negozio di raggiungere un elemento simile a quello vietato.
3. L’oggetto
Il termine oggetto può indicare:
- Il bene oggetto della contrattazione;
- Le prestazioni cui sono tenute le parti;
- Il contenuto complessivo del contratto, cioè l’insieme di tutte le pattuizioni poste in essere dalle parti.
Possibilità, liceità e determinabilità
L’oggetto del contratto deve essere possibile, lecito e determinato o determinabile.
Possibile da un punto di vista pratico e giuridico.
Lecito nel senso che non vada contro norme imperative.
Determinato o determinabile, cioè quando le prestazioni sono precisamente determinate dalle parti o che al momento della
conclusione del contratto esistono dei criteri di individuazione dell’oggetto.
4. La forma
La forma è il modo in cui si manifesta la volontà negoziale e il modo con il quale i terzi vengono a conoscenza di tale contratto.
La forma non può mancare in nessun negozio.
Alcuni contratti hanno bisogno di una forma scritta, in mancanza della quale sono nulli.
Forma ab substantiam e ad probationem
Si dice che la forma è ad substantiam se la mancanza della forma prescritta dalla legge determina la nullità.
Si dice ad probationem se la forma è prescritta dalla legge ai fini della prova.
° ° 33
GLI ELEMENTI ACCIDENTALI DEL CONTRATTO
1. Gli elementi accidentali
Gli elementi accidentali del contratto sono particolari clausole accessorie che non devono necessariamente essere inserite
nell’accordo, ma possono essere utilizzate per adeguare il contratto alle esigenze delle parti.
Gli elementi accidentali sono:
- La condizione, con la quale le parti collegano gli effetti del contratto al verificarsi o meno di un certo
avvenimento;
- Il termine, con il quale le parti stabiliscono da quale momento o fino a quando avrà efficacia il contratto.
2. La condizione
Nozione
La condizione è l’evento futuro ed incerto dal cui verificarsi le parti fanno dipendere il prodursi o il venir meno degli effetti.
Condizione sospensivaQuando si producono gli effetti, quindi inizia il contratto.
Condizione risolutivaQuando cessano gli effetti, quindi si risolve il contratto.
La condizione illecita e impossibile
L’avvenimento futuro e incerto deve essere possibile e lecito
È illecito quando contrario a norme imperative, all’ordine pubblico e al buon costume, quindi quando illegale o immorale.
La condizione illecita rende nullo il contratto.
La condizione è impossibile quando non è possibile il verificarsi dell’evento previsto dalle parti.
La condizione impossibile, se sospensiva rende nullo il contratto, se risolutiva il contratto è valido e ha efficacia come se non
fosse stata prevista nessuna condizione.
La pendenza della condizione
Durante il periodo di tempo che intercorre tra la conclusione del contratto ed il momento in cui si verifica o meno l’evento
incerto si dice che la condizione è pendente.
La retroattività della condizione
La fase di pendenza termina quando si verifica l’evento o è certo che non può più verificarsi.
È prevista la retroattività della condizione, quindi se la condizione è sospensiva gli effetti si considerano prodotti sin dal
momento della sua conclusione, se la condizione è risolutiva gli effetti del contratto si considerano come mai prodotti.
3. Il termine
È un avvenimento futuro e certo dal quale le parti fanno dipendere l’inizio o la fine del contratto.
Termine inizialeMomento dal quale inizia il contratto;
Termine finaleMomento dal quale si conclude il contratto
È necessario che sia certo il verificarsi dell’evento, mentre può essere incerto il quando.
La scadenza non ha efficacia retroattiva.
4. L’onere
Si tratta di una clausola con la quale la liberalità viene limitata attraverso l’imposizione di un peso al suo destinatario.
A seguito di tale imposizione sorge un’obbligazione.
In caso di inadempimento gli interessati possono agire per chiedere l’adempimento.
° °
LA CONCLUSIONE DEL CONTRATTO
1. L’incontro delle volontà delle parti
Per la conclusione del contratto è essenziale il consenso, cioè l’incontro delle volontà delle parti; tali volontà si manifestano
attraverso la proposta e l’accettazione.
La proposta e l’accettazione
La proposta è una manifestazione di volontà con cui si propone un contratto.
Essa deve essere completa, cioè deve contenere tutti gli elementi essenziali del contratto, deve esserci un’effettiva intenzione di
obbligarsi, deve essere formale.
L’accettazione è la dichiarazione dell’accoglimento della proposta.
Essa deve essere conforme alla proposta e tempestiva, nel senso che se non è conforme equivale ad una nuova proposta e se
non è tempestiva il proponente potrebbe non essere più interessato al contratto.
La conclusione del contratto
Il contratto è concluso nel momento in cui la parte proponente viene a conoscenza dell’accettazione dell’altra parte.
Art. 1335 c.c. – L’accettazione si ritiene conosciuta quando giunge all’indirizzo del destinatario.
2. Offerta al pubblico e invito ad offrire
Nozione
L’offerta al pubblico è un particolare tipo di proposta che ha la caratteristica di essere indirizzata a più destinatari, affinché sia
accettata dalla persona che trovi l’offerta stessa conveniente, per esempio prodotti vetrine e supermercati.
L’offerta al pubblico vale come proposta a due condizioni: 34
- Che il valore di vera e propria proposta non sia escluso dalle circostanze o dagli usi;
- Che l’offerta contenga gli estremi essenziali del contratto da concludere (es. i prezzi).
Revoca dell’offerta
L’offerta al pubblico è revocabile come ogni altra proposta contrattuale, ma essendo destinata ad un pubblico la revoca è
efficace anche nei confronti di chi non ne viene a conoscenza.
3. Ipotesi di conclusione del contratto in assenza di accettazione
In alcuni casi può mancare l’accettazione
Esecuzione prima della risposta dell’accettante
Qualora, su richiesta del proponente o per la natura dell’affare, la prestazione debba eseguirsi senza una preventiva risposta, il
contratto è concluso nel tempo e nel luogo in cui ha avuto inizio l’esecuzione. (es. dettagliante ordina grossista).
L’accettante deve dare prontamente avviso all’altra parte dell’iniziata esecuzione, in mancanza della quale è tenuto al
risarcimento del danno.
Ipotesi di silenzio circostanziato: Silenzio al quale la legge attribuisce significato di accettazione in considerazione del fatto che
dal contratto derivino solo vantaggi per l’accettante.
4. Condizioni generali di contratto e contratti-tipo
Le condizioni generali di contratto
Esse traggono origine dall’esigenza di una rapida conclusione degli affari.
Per questo obiettivo i soggetti che si trovano in posizione di supremazia economica usano clausole contrattuali che i clienti
possono solo decidere di accettare in blocco o meno.
L’art 1341 c.c. intende bilanciare sia le esigenze delle imprese che quelle del consumatore.
Essa prevede che le condizioni generali di contratto sono efficaci nei confronti dell’altro se questi le ha conosciute o avrebbe
dovuto conoscerle usando l’ordinaria diligenza.
Clausole vessatorie
Sono clausole che non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto e contengono condizioni che stabiliscono
limitazioni di responsabilità, facoltà di recedere dal contratto, ecc.
La mancata approvazione per iscritto delle clausole vessatorie comporta la loro inefficacia o la loro nullità.
I contratti-tipo
Il contratto-tipo è un testo prestampato utilizzabile per la conclusione di un numero indeterminato di contratti mediante il
riempimento delle parti in bianco e la sottoscrizione del modulo.
Le condizioni generali sono l’insieme delle regole destinate a disciplinare in modo uniforme i rapporti contrattuali del soggetto
che le ha predisposte.
Le clausole aggiunte al modulo prevalgono su quelle già presenti anche se contrastanti.
5. Inefficacia revoca della proposta e dell’accettazione
Fra il momento in cui proposta o accettazione sono formulate e il momento in cui il contratto si perfeziona può intercorrere un
periodo di tempo più o meno lungo.
In particolare:
- Può sopravvenire la morte o l’incapacità di uno dei due soggetti;
- Uno dei due soggetti può pentirsi e revocare la dichiarazione.
Morte o incapacità sopravvenuta
Se il proponente muove o diventa incapace dopo la conclusione del contratto il problema riguarda la sua esecuzione, se invece
l’evento si verifica prima della conclusione del contratto perde efficacia.
La regola ha due eccezioni:
- La morte o l’incapacità del proponente non toglie l’efficacia in caso di proposta irrevocabile;
- La dichiarazione fatta dall’imprenditore non perde efficacia se muore o diventa incapace.
La revoca della proposta e dell’accettazione
Può accadere che dopo aver formulato la proposta o l’accettazione il dichiarante si penta e desideri rinunciare.
La legge consente di farlo con un atto unilaterale chiamato revoca, in relazione al quale valgono regole diverse per l’accettazione
e la proposta:
- La proposta può essere revocata finché il contratto non sia concluso;
- L’accettazione può essere revocata purché la revoca giunga a conoscenza del proponente prima dell’accettazione.
La proposta irrevocabile
La regola della revocabilità subisce due eccezioni:
- Proposta irrevocabile, impegno per il quale la proposta non può essere revocata per un certo limite di tempo;
- Opzione, una delle parti rimane vincolata alla propria dichiarazione e l’altra ha facoltà di accettarla o meno.
La prelazione
È un contratto dal quale deriva il solo obbligo di dare precedenza ad un altro soggetto nel caso in cui intenda stipulare un 35
determinato contratto.
6. Le trattative e la responsabilità’ precontrattuale
L’obbligo di comportarsi secondo buona fede
La conclusione del contratto viene preceduta da una fase nel corso della quale le parti trattano i termini dell’affare.
L’art. 1337 c.c. impone alle parti di comportarsi secondo buona fede durante le trattative.
La violazione di questo obbligo determina il sorgere di una responsabilità in capo alla parte scorretta.
In particolare ciascuna delle parti:
- Non deve coinvolgere l’altra parte in trattative inutili;
- Deve informare l’altra parte di tutte le circostanze che possono influire sulla validità del contratto;
- Deve astenersi dall’ingannare l’altra parte al fine di convincerla a concludere il contatto.
Risarcimento del danno
La violazione dell’obbligo precontrattuale di agire secondo buona fede comporta il sorgere dell’obbligazione di risarcire
esclusivamente l’interesse negativo, cioè l’interesse a non concludere il contratto da parte del soggetto che è stato leso.
L’interesse negativo è composto da 2 elementi:
- Danno emergente, cioè le spese inutilmente supportate nel corso delle trattative;
- Lucro cessante, cioè la perdita di ulteriori occasioni per la stipulazione di altra contratti.
7. Il contratto preliminare
Nozione
Le parti possono stipulare un contratto preliminare, cioè un contratto con il quale le stesse si obbligano a concludere un futuro
contratto detto definitivo.
Esso determina il contenuto essenziale del contratto
Funzione
Lo scopo che le parti si prefiggono con tale contratto è quello di consentire alle parti di impegnarsi provvisoriamente in attesa di
definire tutti gli aspetti per il contratto definitivo.
La stipulazione del preliminare consente di apportare modifiche al momento della conclusione del definitivo.
Il contratto preliminare deve essere redatto nella stessa forma che la legge richiede per il contratto definitivo a pena di nullità.
Trascrizione
Il contratto preliminare che ha ad oggetto beni immobili può essere trascritto in modo che l’effetto prodotto dal successivo
contratto definitivo sarà opponibile ai terzi sin dalla trascrizione del preliminare.
8. La rappresentanza
La rappresentanza
La rappresentanza è il potere attribuito ad un soggetto di compiere atti per conto di un’altra persona.
Quindi si ha quando il rappresentante compie uno o più atti giuridici nell’interesse del rappresentato.
Essa esclude solo i contratti riservati come il testamento o negozi di diritto famigliare.
Rappresentanza legale e volontaria
Il potere rappresentativo può essere attribuito direttamente dalla legge (rappresentanza legale) o dall’interessato
(rappresentanza volontaria).
Tali forme si distinguono anche in base alla funzione, in quanto quella volontaria è espressione dell’autonomia contrattuale,
mentre quella legale mira a tutelare i soggetti incapaci di agire.
Rappresentanza diretta e indiretta
La rappresentanza può essere di due tipi:
- Diretta, se il rappresentante agisce in nome e per conto del rappresentato;
- Indiretta, se il rappresentante agisce solo per conto del rappresentato ma non in suo nome.
La procura
L’atto con il quale un soggetto attribuisce ad un altro il potere di rappresentarlo è la procura.
Si tratta di un atto:
- Unilaterale, poiché è sufficiente la volontà del rappresentato;
- Recettizio, poiché produce i suoi effetti solo se giunge a conoscenza del rappresentante;
- Autorizzativo, perché autorizza un soggetto ad agire in nome di un altro.
La procura deve essere conferita con la stessa forma prescritta per il contratto che il rappresentante deve concludere.
Si può distinguere in procura:
- Speciale, conferita per uno o più atti unilaterali;
- Generale, che riguarda tutti gli affari del rappresentato.
8.1. Capacità, vizi della volontà e stati soggettivi rilevanti
Capacità
Nella rappresentanza volontaria, per la validità del contratto occorre che:
- Il rappresentante abbia la capacità di intendere e volere (capacità naturale di agire); 36
- Il rappresentato abbia la capacità legale di agire.
Volontà e stati soggettivi rilevanti
Il contratto è annullabile se la volontà del rappresentante o del rappresentato è viziata.
8.2. Conflitto di interessi
Il conflitto di interessi
Il rappresentante deve esercitare il potere di rappresentanza nell’interesse del rappresentato, ma può anche perseguire un
interesse proprio o di un altro soggetto, purché non entri in contrasto con l’interesse del rappresentato.
In nessun caso il rappresentante può agire in conflitto di interessi con il rappresentato.
Se ciò accade il negozio è annullabile su domanda del rappresentato.
Il contratto con sé stesso
Il rappresentante potrebbe stipulare un contratto con se stesso, in proprio, o come rappresentante di un altro soggetto.
Art. 1395 c.c. - È annullabile il contratto che il rappresentante conclude con se stesso, in proprio o come rappresentante di
un'altra parte.
8.3. Rappresentanza senza potere
Può accadere che un soggetto agisca come rappresentante senza esserlo o eccedendo i limiti di potere conferitogli.
Il negozio compiuto da chi non aveva il potere di rappresentante (difetto di potere) o eccedendo i limiti (eccesso di potere) non
produce alcun effetto nella sfera giuridica dell’interessato.
Inefficacia del negozio
Il negozio non può dirsi né nullo né annullabile, quindi viene dichiarato inefficace.
Il rappresentante è tenuto a risarcire all’altro contraente il danno che ha subito.
Il risarcimento è limitato al danno negativo, cioè all’interesse a non intrattenere trattative inutili e a non concludere un contratto
che si riveli nullo o inefficace.
La ratifica
Ratifica Il rappresentato può approvare ciò che è stato fatto in suo nome ad altri senza che avesse attribuito il potere di
rappresentanza.
La ratifica è un negozio unilaterale recettizio diretto all’altro contraente.
8.4. Estinzione della rappresentanza
Il potere rappresentativo si estingue:
- Quando si estingue il rapporto di base;
- Quando è stato concluso il contratto;
- A seguito della scadenza del termine;
- A seguito della rinuncia del rappresentante;
- Per morte o incapacità sopravvenuta del rappresentante;
- Quando il rappresentato revoca la procura.
° °
L’EFFICACIA DEL CONTRATTO
1. Principi generali
Art. 1372 c.c. – Il contratto ha forza di legge tra le parti.
Non può essere sciolto che per mutuo consenso o per cause previste dalla legge.
Il contratto non produce effetto rispetto ai terzi che nei casi previsti.
Non produce effetto rispetto ai terzi nel senso che gli effetti del contratto non possono ricadere su terzi estranei.
2. Gli effetti del contratto sulle parti
Il vincolo che nasce a seguito della stipula del contratto può essere sciolto solo pe le cause ammesse dalla legge, in particolare
dal mutuo consenso e dal recesso.
Il mutuo consenso
Il mutuo consenso è un vero e proprio contratto tra le parti nel quale si accordano per sciogliere il vincolo contrattuale che
prima li legava.
Il recesso
Il recesso è il diritto riconosciuto ad una o ad entrambe le parti di sciogliere con una manifestazione di volontà unilaterale il
vincolo contrattuale.
Recesso legale Quando il diritto è attribuito dalla legge.
Recesso convenzionaleQuando è previsto dalle parti.
Quando è previsto dalle parti è necessario distinguere tra:
- Contratti ad esecuzione immediata, nei quali la facoltà di recesso può essere esercitata fino a quando il contratto
stesso non abbia avuto un principio di esecuzione.
- Contratti ad esecuzione continuativa, nei quali la parte può recedere anche dopo che il contratto ha avuto un principio
di esecuzione. 37
Molto spesso al recesso è collegato un corrispettivo, definito caparra penitenziale se le parti decidono che sia versata al
momento della conclusione del contratto, oppure penitenziale quando le parti stabiliscono che dovrà essere versata solo se e
quando sarà esercitato il recesso.
3. L’interpretazione e l’integrazione del contratto
Interpretazione del contratto
Quando nascono dei contrasti tra i contraenti, il contenuto del contratto deve essere interpretato secondo alcune regole.
La regola principale, posta dall’art. 1366, è che il contratto deve essere interpretato secondo buona fede.
Interpretazione soggettiva e oggettiva
Art. 1362-1365 sono diretti alla ricostruzione dell’intenzione comune delle parti (interpretazione soggettiva).
Art.1367-1370 sono diretti ad individuare il significato obiettivo del contratto (interpretazione oggettiva).
Regola finale
L’art. 1371 pone una regola finale da applicare quando, nonostante le altre disposizioni, il contenuto resta oscuro.
- Se a titolo gratuito, deve essere interpretato nel senso meno gravoso per l’obbligato, poiché egli non riceve nessun
corrispettivo per il proprio sacrificio economico;
- Se a titolo oneroso, deve cercare di realizzarsi un’equità nell’interesse delle parti, poiché entrambi sostengono un
sacrificio economico.
Integrazione del contratto
Può accadere che le parti raggiungano un accordo sugli elementi essenziali, ma non vengano disciplinati altri aspetti importanti,
quindi il contratto dovrà essere integrato o corretto.
Per integrazione del contratto si intende il procedimento che completa il contenuto dell’accordo o determina pienamente gli
effetti del contratto.
L’art.1374 c.c. stabilisce che il contratto obbliga le parti anche a tutte le conseguenze che ne derivano secondo la legge, gli usi e
le equità.
4. Gli effetti del contratto nei confronti dei terzi
Principio di relatività del contratto
L’efficacia del contratto riguarda solamente le parti, i diritti e gli obblighi che derivano dal contratto e possono costituirsi e
trasferirsi solo in capo ai contraenti.
Promessa del fatto del terzo e divieto di alienazioni
Il principio di relatività del contratto è confermato da due disposizione:
- L’art 1381 disciplina la promessa del fatto del terzo, cioè ipotesi in cui un soggetto promette ad un altro che un terzo
estraneo all’accordo assumerà una determinata obbligazione o eseguirà una determinata prestazione.
- L’art 1379 disciplina il divieto contrattuale di alienazione, patto con il quale una parte si obbliga verso l’altra a non
alienare una data cosa per un certo tempo; se non rispetta tale condizione dovrà risarcire il danno.
5. Il contratto a favore del terzo
Nozione
Art 1411-1413 disciplinano il contratto a favore di terzo, si tratta di un contratto con cui una parte si obbliga nei confronti
dell’altra a eseguire una determinata prestazione a favore di un terzo.
Interesse dello stipulante
Il contratto a favore del terzo è valido solo se la conclusione del contratto soddisfa un interesse dello stipulante, cioè la causa del
contratto.
Acquisto del diritto
Il terzo acquista il diritto per effetto della stipulazione.
In caso di revoca della stipulazione o di rifiuto del terzo di profittarne, la prestazione rimane a beneficio dello stipulante.
6. Il contratto per persona da nominare
Nozione
Si configura un contratto per persona da nominare quando, al momento della stipulazione, si inserisce nell’accordo una clausola
espressa, con la quale una delle parti dichiara di contrattare per altri la cui identità sarà precisata in un momento successivo.
L’accordo è efficace e produttivo di effetti nei confronti del nominato solo se:
- Esiste una procura anteriore al contratto;
- La persona nominata accetta la nomina.
La dichiarazione di nomina
La dichiarazione deve essere comunicata all’altra parte entro 3 giorni dalla stipulazione del contratto.
7. La cessione del contratto
Nozione
La cessione del contratto si ha quando un soggetto, cedente, sostituisce a sé un terzo, cessionario, nei rapporti derivanti da un
contratto a prestazioni corrispettive.
Affinché la cessione possa realizzarsi è necessario: 38
- Il consenso dell’altro contraente;
- Che le prestazioni ad oggetto non siano ancora state eseguite.
° °
LA PATOLOGIA DEL CONTRATTO E IL SUO SCIOGLIMENTO
1. Il vincolo contrattuale
Invalidità del contratto
Può accadere che il vincolo contrattuale non si formi affatto in quanto manca uno degli elementi essenziali del contratto o è
affetto da vizi della volontà.
Un contratto è invalido quando presenta un’irregolarità tale da poter determinare la sua inefficacia.
- Nullità, il contratto è inefficace sin dal momento in cui è stato concluso;
- Annullabile, quando il contratto e valido ma presenta un’anomalia per la quale può essere annullato;
- Rescindibile, quando vi è un grave squilibrio fra le prestazioni il giudice può rescindere tale contratto.
Lo scioglimento del contratto
Si parla di scioglimento quando il contratto nasce valido ma durante lo svolgimento del rapporto diventa impossibile.
2. La nullità del contratto
La nullità è la forma più grave di invalidità del contratto e comporta la definitiva inefficacia dell’atto.
Cause di nullità
Il contratto è nullo quando:
- È contrario ad una norma imperativa
- Manca uno degli elementi essenziali del contratto;
Mancanza di un requisito essenziale
L’accordo manca quando:
- Manca uno dei soggetti o uno è incapace giuridicamente;
- Manca una dichiarazione di volontà;
- Vi è un caso di violenza assoluta.
L’oggetto manca quando è impossibile o inesistente.
La causa manca quando il contratto non è in grado di raggiungere il suo scopo.
La forma manca quando il contratto non viene stipulato osservando la forma richiesta dalla legge.
Illiceità dei motivi
Il contratto è illecito, quindi nullo, quando le parti lo concludono per un motivo illecito comune ad entrambe.
Il contratto in frode di legge
Quando il contratto è in frode di legge, cioè manipolato con clausole per raggiungere un obiettivo illecito, la causa è illecita
quindi è nullo.
Conseguenze della nullità
Il contratto nullo è improduttivo di effetti
L’azione di nullità è detta assoluta poiché può essere fatta valere da chiunque vi abbia interesse.
La nullità non è soggetta a prescrizione e può essere rilevata d’ufficio dal giudice.
Nullità parziale
La nullità può essere parziale, cioè riguardare solo una parte del contratto.
Se il contratto è in grado di realizzare lo scopo dei contraenti esso rimane valido.
2.1 La conversione del contratto nullo
Il contratto nullo non può essere sanato, ma può essere convertito.
La conversione è il fenomeno attraverso il quale un contratto nullo può produrre gli effetti di un contratto diverso, del quale
contenga i requisiti di sostanza e di forma.

3. L’annullabilità
In presenza di vizi meno gravi di quelli della nullità, il contratto e temporaneamente in grado di produrre effetti, ma ad una delle
parti è attribuito il potere di chiedere al giudice una pronuncia che li faccia venir meno.
Cause di annullabilità
Il contratto è annullabile in due ipotesi:
- Quando una delle parti è privo della capacità di agire o incapace di intendere e volere;
- Quando la volontà di una delle parti risulta viziata da errore, dolo o violenza morale.
Incapacità
È annullabile il contratto se una delle parti era legalmente incapace di contrarre o di intendere e volere.
Vizi del consenso
Il contratto è annullabile in tutti i casi in cui il consenso è afflitto da vizi, cioè errore, dolo o violenza morale. 39
La volontà si è formata in modo viziato in quando sono intervenuti fattori tali da indurre la parte a concludere un contrato che
altrimenti non avrebbe concluso o che lo avrebbe fatto a condizioni diverse.
Conseguenza dell’annullabilità
Il contratto annullabile è un contratto temporaneamente produttivo di effetti, i quali però possono essere considerati nulli a
seguito di una pronuncia del giudice.
L’annullabilità è relativa perché può essere fatta valere solo dalla parte il cui interesse è stabilito per legge e non può essere
rilevata dal giudice.
L’azione di annullamento si prescrive in 5 anni.
3.1 La convalida del contratto annullabile
Il contratto annullabile può essere convalidato dal soggetto al quale spetta l’azione di annullamento solo se non sussiste più il
motivo che lo rendeva annullabile.
La convalida può essere espressa, se la parte la dichiara attraverso un atto, o tacita se dà volontaria esecuzione.
4. La rescissione
Con la rescissione si può sciogliere un contratto stipulato in stato di pericolo o di bisogno con uno squilibrio nel rapporto di
corrispettività.
Contratto concluso in stato di pericolo
È rescindibile il contratto concluso in stato di pericolo, necessità che deve essere nota alla controparte.
Presupposti per la rescissione sono:
- L’esistenza del pericolo attuale di un danno grave ad una persona;
- Il pericolo deve essere noto alla controparte;
- Esistenza di una reale sproporzione nelle condizioni contrattuale.
Contratto concluso in stato di bisogno
È rescindibile il contratto concluso in stato di bisogno, dove la sproporzione tra le prestazioni è dipesa dallo stato di bisogno di
una parte, stato del quale l’altra si è approfittata.
L’azione può essere esercitata soltanto se la lesione eccede la metà del valore che la prestazione aveva nel momento della
conclusione del contratto.
Presupposti della rescissione sono:
- La situazione di bisogno di una delle parti;
- Il valore almeno doppio di una prestazione rispetto all’altra al momento della domanda;
- L’approfittamento dello stato di bisogno.
Disciplina
Il contratto rescindibile produce temporaneamente i suoi effetti e non può essere convalidato.
La rescissione può essere richiesta soltanto dalla parte che ha subito condizioni svantaggiose e si prescrive in un anno.
Il contraente contro il quale è domandata la rescissione può evitarla offrendo una modificazione del contratto sufficiente per
ricondurlo all’equità.
5. Lo scioglimento del contratto
Lo scioglimento si verifica quando il vincolo tra le parti nasce validamente ma gli effetti del contratto cessano in un momento
successivo per motivi che riguardano lo svolgimento del rapporto.
Lo scioglimento può essere:
- Volontario, quando è chiesto dalle parti;
- Legale, quando viene chiesta la risoluzione per inadempimento, per impossibilità sopravvenuta o per eccessiva
onerosità.
6. La risoluzione
La risoluzione opera solo in contratti a prestazioni corrispettive, nei quale alla prestazione di una parte corrisponde la
prestazione dell’altra parte (prestazioni sinallagmatiche).
La risoluzione serve per sciogliere un contratto per cause successive alla sua stipulazione.
Ciò può avvenire perché una delle parti è inadempiente, perché una delle prestazioni diventa impossibile o per eccessiva
onerosità.
Efficacia retroattiva della risoluzione
Poiché la risoluzione ha efficacia retroattiva, le parti sono tenute a restituire le prestazioni già ricevute o un corrispettivo in
denaro.
Nei contratti ad esecuzione continua o periodica l’effetto della risoluzione non si estende alle prestazioni già eseguite.
La risoluzione non ha effetto sui terzi.
5.1. La risoluzione per inadempimento
Se una parte non adempie per una causa a lei imputabile, l’altra parte può chiedere giudizialmente l’adempimento oppure agire
per la risoluzione del contratto. 40
La parte adempiente avrà diritto al risarcimento del danno.
Presupposti
Sono presupposti della risoluzione per inadempimento:
- L’inadempimento di una delle parti;
- La gravità dell’inadempimento.
La risoluzione può essere:
- Giudiziale, se pronunciata da un giudice su domanda di una delle parti;
- Di diritto, se lo scioglimento deriva da una dichiarazione di una parte di volersi avvalere della risoluzione.
Risoluzione di diritto
Il codice prevede 3 tipi di risoluzione di diritto:
- Clausola risolutiva espressaI contraenti possono inserire nel contratto una clausola con la quale convengono
che se una determinata obbligazione non sarà adempiuta con le modalità stabilite, il
contratto si risolverà di diritto.
- Diffida ad adempiereIntimazione ad adempiere entro un congruo termine, fatta per iscritto, oltre il quale il
contratto si intenderà risolto.
- Termine essenziale Quando il termine fissato per la prestazione di una delle parti deve considerarsi essenziale
nell’interesse dell’altra (es. abito per la sposa entro il matrimonio).
5.2. La risoluzione per impossibilità sopravvenuta
Se una parte non adempie per una causa a lei non imputabile si ha risoluzione per impossibilità sopravvenuta.
Il contratto si scioglie di diritto e la parte liberata non può pretendere la controprestazione e deve restituire ciò che ha già
ricevuto.
Per i contratti che trasferiscono la proprietà di un bene o di un diritto, essendo dettati dal principio consensualistico, la proprietà
si trasferisce con la manifestazione del consenso.
Se il bene perisce dopo il consenso, ma prima del trasferimento, l’acquirente è comunque obbligato a pagarne il prezzo.
5.3. La risoluzione per eccessiva onerosità
Si può richiedere la risoluzione per eccessiva onerosità quando, dopo aver concluso un contratto, la prestazione di una delle
parti è divenuta eccessivamente onerosa per il verificarsi di avvenimenti straordinari e imprevedibili.
L’onerosità sopravvenuta deve essere eccessiva e determinare un grave squilibrio fra le prestazioni.
° °
PRINCIPALI CONTRATTI TIPICI
1. I contratti tipici
I contratti tipici sono quei contratti che, per la loro importanza o frequenza, sono stati specificamente regolati dal legislatore.
Solitamente sono distinti in due categorie:
- Contratti stipulati fra imprenditori o fra imprenditori e privati;
- Contratti stipulati fra privati.
2. La compravendita
È il contratto che ha per oggetto il trasferimento della proprietà di un bene o di un diritto verso il corrispettivo di un prezzo.
Caratteristiche
È un contratto:
- Consensuale, poiché per il suo perfezionamento basta il consenso delle parti;
- Ad effetti reali, in quanto determina il trasferimento di proprietà;
- Sinallagmatico, poiché le prestazioni delle parti sono strettamente legate fra loro;
- Commutativo, in quando al momento della conclusione è possibile stabilire l’entità del vantaggio e del sacrificio delle
parti;
- A forma libera, perché le parti possono manifestare il proprio consenso in qualsiasi forma, eccetto per beni immobili
che richiedono la forma scritta;
- A due parti, perché è stipulato sempre e solo dalla parte venditrice e dalla parte compratrice.
Le obbligazioni del venditore
Le obbligazioni del venditore che sorgono a seguito della stipulazione di un contratto di compravendita sono:
- Consegnare la cosa al compratore, nello stato in cui si trovava nel momento della conclusione del contratto;
- Fare acquistare la proprietà al compratore, nel caso di vendita futura, di cosa altrui, generica o con riserva.
Il venditore deve fornire al compratore due garanzie: quella per evizione e quella per vizi.
Garanzia per evizioneIl venditore deve garantire all’acquirente di essere titolare del diritto di proprietà pieno ed esclusivo sul
bene, senza che nessun’altro potrà privare l’acquirente di tale diritto rivolgendosi al giudice.
Garanzia per viziIl venditore deve garantire che l’oggetto non presenti vizi, cioè imperfezioni che rendono la cosa non idonea
all’uso cui è destinata o ne diminuiscono notevolmente il valore.
Deve trattarsi di vizi occulti, poiché se si tratta di vizi facilmente riconoscibili al momento della conclusione del contratto tale 41
garanzia non opera a meno che il venditore abbia espressamente dichiarato l’assenza di vizi.
Se il bene presenta vizi il compratore può:
- Chiedere la risoluzione del contratto (azione redibitoria);
- Chiedere la riduzione di prezzo pattuito per la vendita (azione estimatoria)
Le obbligazioni del compratore
Il compratore è obbligato a:
- Pagare il prezzo pattuito per la vendita;
- Pagare le spese della vendita, salvo diverso accordo fra le parti.
3. La permuta
Art.1552 c.c.- È il contratto che ha per oggetto il reciproco trasferimento della proprietà di cose, o altri diritti, da un contraente
all’altro.
4. La locazione
Nozione e caratteri
Art.1571 c.c.- è il contratto con il quel una parte (locatore) si obbliga a far godere all’parte (locatario o conduttore) una cosa
mobile o immobile per un dato tempo, verso un determinato corrispettivo.
La locazione è un contratto consensuale, sinallagmatico, di durata, ad effetti obbligatori.
Le obbligazioni del locatore
Gli obblighi gravanti sul locatore sono:
- La consegna del bene in buono stato di manutenzione,
- Mantenerla in uno stato utilizzabile per l’uso convenuto.
Le obbligazioni del conduttore
Il conduttore deve:
- Prendere in consegna la cosa;
- Osservare la diligenza del buon padre di famiglia nell’utilizzarla;
- Servirsi della cosa per l’uso determinato nel contratto;
- Pagare il corrispettivo pattuito nei termini convenuti.
Il conduttore ha l’obbligo di custodire la cosa in quanto responsabile, e deve restituirla nello stato in cui l’ha ricevuta.
5. Il mandato
Nozione
Art.1703 c.c.- Il mandato è il contratto con il quale una parte (mandatario) si obbliga a compiere uno o più atti giuridici nei
confronti di un'altra parte (mandante).
Mandato con e senza rappresentanza
Mandato con rappresentanzaIl mandatario può agire in nome e per conto del mandante, sul quale ricadranno tutti gli
effetti degli atti compiuti dal mandatario.
Il mandatario deve essere accompagnato da una procura opponibile ai terzi.
Mandato senza rappresentanzaIl mandatario agisce in nome proprio ma per conto del mandante, quindi assume in
proprio gli obblighi e i diritti che derivano dall’affare.
Il mandatario ha l’obbligo di trasferire al mandante i diritti acquistati.
Obblighi del mandatario
Il mandatario deve:
- Eseguire il mandato con la diligenza del buon padre di famiglia;
- Rispettare i limiti del mandato senza eccedere o discostarsi dalle istruzioni ricevute.
Obblighi del mandante
Il mandante deve:
- Fornire al mandatario i mezzi necessari per l’esecuzione del mandato;
- Pagare al mandatario il corrispettivo pattuito;
- Rimborsare al mandatario eventuali spese sostenute e danni subiti.
6. Il mutuo
Nozione
Art.1813- Il mutuo è il contratto con il quale una parte (mutuante) consegna all’altra parte (mutuatario) una determinata
quantità di denaro o di altre cose fungibili, e l’altra si obbliga a restituire altrettante cose della stessa specie e qualità.
Caratteri
Il mutuo è un contratto:
- Traslativo, poiché le cose date a mutuo diventano di proprietà del mutuatario;
- Reale, perché si perfeziona con la consegna delle cose al mutuatario;
- A titolo oneroso, perché il mutuatario è tenuto al pagamento degli interessi.
7. Il comodato 42
Art.1803- il comodato è il contratto con il quale una parte (comodante) consegna all’altra parte (comodatario) una cosa mobile o
immobile, affinché se ne serva per un tempo o un uso determinato, con l’obbligo di restituirla.
È un contratto con soli effetti obbligatori.
A differenza della locazione:
- È necessariamente gratuito;
- È di tipo reale, poiché si perfeziona solo dopo la consegna del bene.
8. L’appalto
L’appalto è il contratto con il quale una parte assume, con i propri mezzi e a proprio rischio, l’obbligazione di compiere per l’altra
parte un’opera o un servizio contro un corrispettivo in denaro.
L’appaltatore dispone di un’organizzazione di mezzi e assume a proprio rischio la gestione dell’attività produttiva.
L’appaltatore deve eseguire l’opera o il servizio a lui commissionato secondo le modalità pattuite.
L’appaltatore è tenuto a dare la garanzia per vizi e per difformità.
9. Il contratto d’opera
Con il contratto d’opera una parte si obbliga a compiere un’opera o un servizio per un’altra parte, con mezzi propri e a proprio
rischio, senza vincolo di subordinazione.
Il contratto d’opera ha in comune con l’appalto l’indipendenza del commissionario rispetto al committente e l’assunzione del
rischio.
° °
I FATTI ILLECITI E LA RESPONSABILITA’ EXTRACONTRATTUALE
1. I fatti illeciti
Nozione
Il fatto illecito determina il sorgere dell’obbligo del risarcimento.
Art.2043 c.c.- Per fatto illecito si intende qualsiasi fatto doloro o colposo, che cagiona ad altri danno ingiusto, obbliga colui che lo
ha commesso a risarcire il danno.
Illecito civile e penale
Illecito civileConsiste nella violazione di una norma posta a tutela di un interesse privato alla quale consegue una sanzione
risarcitoria e può essere sia contrattuale che extracontrattuale.
Illecito penale o reatoConsiste nella violazione di una norma posta a tutela dell'interesse pubblico alla quale consegue
una sanzione punitiva
La responsabilità derivante da un contratto illecito si chiama responsabilità extracontrattuale.
Tale responsabilità ha la funzione di:
- Sanzionare chi ha cagionato il danno;
- Prevenire il compimento di fatti illeciti;
- Risarcire chi ha subito il danno.
2. Gli elementi dell’illecito
Gli elementi dell’illecito sono:
- L’antigiuridicità del danno, cioè un danno ingiusto;
- Il nesso di causalità tra il fatto e il danno;
- La colpevolezza di chi cagiona il danno;
- L’imputabilità, cioè la capacità di intendere e di volere di chi cagiona il danno.
Antigiuridicità
È l’illecito che provoca un danno ingiusto.
Perché il danno sia ingiusto non devono sussistere cause di giustificazione come:
- La legittima difesa, per la quale non è responsabile chi cagiona un danno per legittima difesa di se o di altri, la quale
deve essere proporzionata all’offesa;
- Lo stato di necessità, in base al quale non è responsabile chi ha provocato il danno per esservi stato costretto dalla
necessità di salvare sé stesso o un’altra persona dal pericolo di un danno grave alla persona.
Il nesso di causalità
Deve esistere un nesso tra il fatto posto in essere e il danno provocato.
Il danno risarcibile è quello che si configura come conseguenza immediata e diretta della condotta del soggetto agente.
L’imputabilità
Non risponde delle conseguenze del fatto dannoso chi non aveva la capacità di intendere e di volere al momento in cui lo ha
commesso.
La colpevolezza
Colpevolezza significa che il soggetto agente ha compiuto il fatto colposamente o dolosamente.
Un comportamento è doloso quando colui che ha provocato il danno ha previsto e voluto l’evento dannoso come conseguenza
della propria azione. 43
Un comportamento è colposo quando colui che ha provocato il danno non aveva previsto le conseguenze dannose della propria
azione, ma queste si sono verificate a causa di negligenza, imprudenza o imperizia.
3. La responsabilità oggettiva
Si parla di responsabilità oggettiva quando il soggetto è chiamato a rispondere del danno sulla base del solo nesso di causalità
anche se non ha agito con colpa o con dolo.
Vengono utilizzati criteri diversi rispetto a quelli degli illeciti normali, come il criterio del rischio.
Chi svolge una certa attività ne sopporta anche i rischi.
Sono considerate ipotesi di responsabilità oggettiva la responsabilità:
- Di padroni e committenti;
- Per l’esercizio di attività pericolosa;
- Per danni derivanti da cose o animali in custodia;
- Per rovina di edificio;
- Per danni derivanti dalla circolazione di veicoli;
- Per danno da prodotti difettosi.
4. La responsabilità per fatto altrui
In alcuni casi la legge prevede la responsabilità di un soggetto diverso dall’autore del fatto illecito in aggiunta o in sostituzione di
quest’ultimo.
Se il danno è stato provocato da una persona incapace di intendere e di volere la responsabilità grava su chi era tenuto alla
sorveglianza del soggetto, salvo che non provi di non aver potuto impedire il fatto.
Nel caso dei genitori o dei tutori di minori, si aggiungono alla responsabilità di quest’ultimo se egli era in grado di intendere e
volere.
La stessa responsabilità grava sui precettori e sui maestri d’arte per i fatti illeciti compiuti dagli allievi.
5. Il risarcimento del danno
L’art. 2043 obbliga colui che ha commesso il fatto illecito a risarcire il danno.
Il danno patrimoniale
Il danno patrimoniale è il danno che determina un pregiudizio patrimoniale al danneggiato.
Può essere risarcito attraverso la reintegrazione in forma specifica o per equivalente.
La reintegrazione in forma specifica consiste nel ricreare la stessa situazione che vi sarebbe stata se il danneggiante non avesse
posto in essere il fatto illecito.
Nella maggior parte dei casi il risarcimento avviene per equivalente, cioè con il pagamento di una somma di denaro.
Il risarcimento del danno per equivalente deve comprendere sia il danno emergente che il lucro cessante.
Il danno non patrimoniale
Il danno non patrimoniale è il danno arrecato direttamente alla persona del danneggiato, senza colpire, né direttamente né
indirettamente il suo patrimonio.
Viene inteso come comprensivo di ogni danno derivante da lesione di valori inerenti la persona, in particolare:
- Danno morale soggettivo, inteso come turbamento dello stato d’animo di una persona conseguente ad un illecito;
- Danno biologico; inteso come la lesione dell’integrità psichica e fisica della persona che può essere accertata da un
punto di vista medico;
- Danno esistenziale, modificazione in peggio delle proprie abitudini di vita dovuto a lesioni derivanti da un fatto illecito,
tale danno è stato cancellato dalla cassazione.
6. Responsabilità extracontrattuale e contrattuale
La responsabilità extracontrattuale, che nasce dal compimento di un atto illecito, si differenzia sotto molteplici aspetti dalla
responsabilità contrattuale, che nasce dall’inadempimento di un’obbligazione.
Tali divergenze riguardano in particolare:
- L’onere della prova Ex.c_Il danneggiato deve provare gli elementi del suo diritto per ottenere il risarcimento;
Cnt_Il creditore deve provare solo l’esistenza e l’esigibilità del credito.
- I danni risarcibiliCnt_Sono risarcibili solo i danni prevedibili al momento in cui è sorta l’obbligazione;
Ex.c_Non vi è limite sui danni risarcibili.
- Termini di prescrizioneCnt_Il diritto al risarcimento del danno si prescrive entro 10 anni;
Ex.c_Il diritto al risarcimento si prescrive entro 5 anni.
° °
PROMESSE UNILATERALI E OBBLIGAZIONI DI LEGGE
1. Atti o fatti idonei a produrre un’obbligazione
Il codice civile individua come fonti di obbligazione: le promesse unilaterali; la gestione di affari altrui; il pagamento
dell’indebito; l’arricchimento senza causa; i titoli di credito.
2. Le promesse unilaterali
Nozione 44
Le promesse unilaterali sono negozi giuridici unilaterali con i quali un soggetto assume un’obbligazione nei confronti di altri
soggetti.
Le promesse unilaterali sono la promessa al pubblico, la promessa di pagamento e la ricognizione del debito.
La promessa al pubblico
È un atto unilaterale mediante il quale una persona, rivolgendosi alla generalità, promette di effettuare una prestazione a favore
di chiunque si trovi in una determinata situazione o compia una determinata azione (es. ritrovare cane smarrito).
La promessa al pubblico è vincolante appena viene resa pubblica e può essere revocata solo per giusta causa.
La promessa di pagamento e la ricognizione del debito
Sono dichiarazioni unilaterali con il quale il dichiarante promette di pagare o si riconosce debitore di una determinata somma.
I titoli di credito
Sono dei particolari documenti destinati alla circolazione che attribuiscono al possessore il diritto ad una prestazione (cambiali,
assegni, fede di deposito, ecc.).
La funzione dei titoli di credito è quella di facilitare il trasferimento dei crediti, soprattutto negli scambi commerciali.
3. La gestione di affari
Nozione
La gestione di affari altrui si verifica quando un soggetto assume spontaneamente la gestione di un affare riguardante il
patrimonio di un'altra persona.
Obblighi del gestore e dell’interessato
Il gestore:
- Una volta iniziata la gestione deve continuarla e condurla a termine finché l’interessato non sia in grado di provvedervi
da solo.
- È soggetto alle stesse obbligazioni che deriverebbero dal conferimento di un mandato.
L’interessato:
- Deve adempiere le obbligazioni che il gestore ha assunto nome di lui;
- Deve tenere indenne il gestore dalle obbligazioni assunte in suo nome e rimborsargli le spese.
4. Il pagamento dell’indebito
Nozione
Il pagamento dell’indebito si ha quando un soggetto ha eseguito un pagamento non dovuto.
Colui che ha effettuato il pagamento ha diritto alla restituzione della somma.
Indebito oggettivo e soggettivo
Si ha indebito oggettivo quando viene pagato un debito che in realtà non esiste, poiché non è dovuto.
Si ha indebito soggettivo quando viene pagato un debito esistente, ma colui che ha effettuato l’adempimento non era il vedo
debitore, quindi ha diritto ad ottenere la restituzione del pagamento in base ad un errore scusabile.
5. L’arricchimento senza causa
Nozione
L’arricchimento senza causa si verifica ogni volta che un soggetto, senza l’esistenza di una giusta causa, si è arricchito a danno di
un'altra persona.
Al soggetto danneggiato spetta un’azione di “ingiustificato arricchimento”.
° °
I RAPPORTI FAMIGLIARI
1. La nozione giuridica di famiglia
Le norme costituzionali
La famiglia è vista come una delle più importanti formazioni sociali all’interno delle quali l’uomo svolge la propria personalità.
La famiglia come società naturale
La repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio.
È qualificata come una società naturale, cioè un gruppo di persone che nasce e si sviluppa spontaneamente per soddisfare
esigenze primarie nella vita degli individui.
Famiglia legittima e famiglia di fatto
La famiglia presa in considerazione è quella fondata sul matrimonio.
Famiglia legittimaFamiglia che si fonda su un atto giuridico (matrimonio) con il quale due persone si impegna a
condividere la propria vita.
Famiglia di fattoUnione non fondata sul matrimonio, ma comunque stabile e duratura basata sul rispetto e sulla
solidarietà reciproca.
Uguaglianza morale e giuridica dei coniugi
È affermata la regola dell’uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, poiché dal matrimonio derivano eguali doveri e diritti
(uguaglianza giuridica) e la disciplina dei loro rapporti deve essere tale da proteggere la dignità di entrambi e deve evitare
qualsiasi sacrificio della personalità di un coniuge a favore dell’altro (eguaglianza morale). 45
Istruzione ed educazione dei figli
L’art. 30 Cost. stabilisce che è dovere dei genitori mantenere, educare ed istruire i figli, anche se nati fuori dal matrimonio.
L’istruzione e l’educazione dei figli è un dovere perché la norma intende proteggere gli interessi della prole, ma è anche un
diritto in quanto i genitori possono scegliere liberamente il tipo di educazione da impartire, purché non sia lesivo nei confronti
della personalità dei figli.
2. La riforma del diritto di famiglia
Il codice civile del 1942 aveva una struttura verticista della famiglia, con a capo il marito che aveva un pieno potere sui figli e
sulla moglie e tale codice discriminava fortemente i figli avuti al di fuori del matrimonio.
Tra fine anni ‘60 e inizio dei ’70 vi fu una forte necessità di adeguare le norme ai principi della Costituzione.
Con la Legge 19 Maggio 1975, n.151 viene riformato il diritto della famiglia.
I punti più importanti della riforma sono:
- Attuazione del principio di uguaglianza tra coniugi;
- Eliminazione delle discriminazioni tra figli legittimi e figli naturali;
- Introduzione della comunione dei beni fra i coniugi, con il quale i beni acquistati dopo il matrimonio cadono in
comunione tra i coniugi.
3. I vincoli famigliari
Coniugio, parentela e affinità
I vincoli famigliari possono essere di tre tipi: coniugio, parentela e affinità.
ConiugioÈ il rapporto che si crea a seguito della celebrazione del matrimonio tra marito e moglie.
Parentela  È il rapporto che lega le persone che discendono da uno stesso individuo, detto “stipite” (padre e figlio,
nonno e nipote, fratelli e sorelle).
AffinitàÈ il rapporto che lega un coniuge ai parenti dell’altro coniuge (genere e suocero, nuora e suocera).
Parentela in linea retta, collaterale e i gradi di parentela
La parentela può essere in:
- Linea retta, formata dalle persone che discendono le une dalle altre (padre e figlio, nonno e nipote);
- Linea collaterale, cioè le persone che hanno uno stipite in comune (fratelli e cugini).
Il vincolo di parentela può essere più o meno stretto e si misura in gradi.
4. La famiglia di fatto
Nozione
L’espressione famiglia di fatto fa riferimento all’unione di due persone che, pur non avendo contratto matrimonio, convivono
come se fossero sposate, quindi con una stabile relazione.
Rilevanza della famiglia di fatto
L’art. 29 Cost. riconosce unicamente la famiglia legittima, però il fenomeno della convivenza è sempre più diffuso quindi vi è
l’esigenza di una sua regolamentazione.
Devono tenersi distinti i rapporti:
- Tra genitori e figli, che essendo regolamentati dalla costituzione non pongono particolari problemi;
- Personali tra conviventi, che per l’assenza del vincolo matrimoniale impedisce il sorgere di obbligazioni come fedeltà,
assistenza morale e materiale, i quali possono costituire solo un dovere morale o sociale.
° °
IL MATRIMONIO E I RAPPORTI TRA CONIUGI
1. Il matrimonio come atto e come rapporto
Il termine matrimonio può essere inteso come:
- Atto con il quale si costituisce il vincolo matrimoniale, attraverso la manifestazione al pubblico ufficiale.
- Rapporto che si instaura tra i coniugi per i diritti e i doveri.
2. Il matrimonio come atto
Con il Concordato 11 febbraio 1929 lo Stato Italiano e il Vaticano hanno stipulato un patto (patti lateranensi) diretto a regolare i
rapporti riguardanti il matrimonio.
Con il Concordato del 1984 è stata prevista la possibilità di attribuire effetti civili al matrimonio religioso attraverso la
trascrizione nei registri dello stato civile.
Forme di matrimonio
Esistono ora due forme di matrimonio:
- Matrimonio civile, celebrato davanti all’ufficiale di stato civile e interamente regolato dal diritto civile;
- Matrimonio concordatario, celebrato in chiesa ma che acquista diritti civili con la trascrizione in un registro civile.
3. La promessa di matrimonio
Promessa solenne e semplice
La promessa di matrimonio è la dichiarazione con la quale due persone promettono di prendersi in matrimonio.
È necessario distinguere tra: 46
- Promessa solenne, caratterizzata dalla presenza dei requisiti di forma e sostanza;
- Promessa semplice, non presenta i requisiti di forma e sostanza ma è un semplice fatto sociale.
Effetti
Entrambe le promesse non determinano l’obbligo di contrarre matrimonio.
Solo la promessa solenne obbliga al risarcimento del danno colui che senza giusto motivo rifiuti di eseguirla.
4. Il matrimonio civile
Per poter contrarre matrimonio la legge richiede dei requisiti e l’assenza di situazioni che impediscano il matrimonio.
Requisiti
I requisiti sono:
- La maggiore età di entrambi i contraenti;
- La sanità mentale degli sposi;
- La libertà di stato, cioè che chi è già sposato non può contrarre un altro matrimonio.
Impedimenti
Vi sono due tipi di impedimenti, quelli dirimenti e quelli impedienti.
Gli impedimenti dirimenti sono quelli che rendono nullo il matrimonio:
- L’esistenza di un vincolo di parentela, di affinità o di adozione tra uomo e donna che intendono sposarsi impedisce la
celebrazione del matrimonio.
- Il delitto, cioè chi ha ucciso o tentato di uccidere una persona non può sposare il coniuge di questa.
Gli impedimenti impedienti non rendono nullo il matrimonio ma la loro inosservanza comporta una sanzione:
- Lutto vedovile, la donna che vuole contrarre nuovo matrimonio dopo un lutto deve aspettare 300 giorni;
- Omissione delle pubblicazioni, salvo casi di esonero.
Le pubblicazioni e la celebrazione
Le pubblicazioni sono una formalità che deve precedere il matrimonio e hanno lo scopo di portare a conoscenza i terzi in modo
che chiunque abbia interesse possa opporsi.
Esse consistono nell’affissione di un atto che contenga le generalità degli sposi presso il Comune di residenza.
La celebrazione avviene pubblicamente dinnanzi all’ufficiale dello stato civile del Comune del luogo in cui è stata fatta richiesta e
alla presenza di due testimoni.
5. L’invalidità del matrimonio
È possibile distinguere diverse ipotesi di invalidità dell’atto e precisamente tra:
- Irregolarità, le quali non incidono sulla validità dell’atto ma comportano una sanzione amministrativa;
- Inesistenza, che si ha quando manca la stessa parvenza di un atto matrimoniale, per esempio manca la presenza di un
pubblico ufficiale o gli sposi non hanno dato il loro consenso.
- Nullità; il matrimonio può ritenersi nullo quando:
 È contratto in assenza di libertà di stato;
 È contratto in presenza di un vincolo di parentela, affinità o adozione;
 È contratto in presenza di un impedimento di un delitto.
- Annullabilità, che può essere assoluta, quando chiunque vi abbia interesse può impugnare l’atto, o relativa, quando
possono impugnare l’atto solo alcuni soggetti indicati dalla legge.
I casi di annullabilità sono quando il matrimonio:
 È contratto in presenza di un vincolo di parentela, affinità o adozione dispensabile;
 È contratto dal minore di età;
 È contratto dall’interdetto per infermità mentale;
 È contratto da un soggetto incapace di intendere e di volere;
 È contratto a causa di una violenza o da un timore esterne allo sposo;
 È contratto per effetto di un errore sull’identità della persona o sulle qualità personali.
6. Il matrimonio putativo
Si definisce matrimonio putativo il matrimonio dichiarato nullo o annullabile qualora lo stesso sia stato contratto in buona fede
da almeno una parte o qualora il consenso sia stato estorto con la violenza.
In questo caso gli effetti del matrimonio si producono fino alla dichiarazione di nullità o annullamento e gli effetti si producono
anche sui figli.
7. Il matrimonio concordatario
Il matrimonio concordatario è il matrimonio che viene celebrato in presenza di un ministro del culto cattolico con l’osservanza
delle regole del diritto canonico.
Esso produce effetti civili purché la celebrazione sia stata preceduta dalle pubblicazioni e che l’atto sia trascritto sui registri
patrimoniali del Comune. 47
Con la trascrizione il matrimonio religioso acquista retroattivamente l’efficacia civile.
8. Il matrimonio acattolico
Si definisce matrimonio acattolico il matrimonio celebrato davanti un culto diverso da quello cattolico.
È comunque disciplinato dalle norme civili con la particolarità di essere celebrato da un ministro di un altro culto.
9. Diritti e doveri dei coniugi
I coniugi, a seguito del matrimonio, acquistano gli stessi diritti e assumono i medesimi obblighi.
I doveri in particolare sono:
- La coabitazione, cioè la normale convivenza tra coniugi e nella comunione di casa e di vita.
- La fedeltà, che consiste nell’astenersi da rapporti sentimentali o sessuali nei confronti di altri;
- L’assistenza, ossia l’obbligo di entrambi i coniugi di far fronte alle esigenze morali e materiali dell’altro;
- Entrambi devono collaborare e contribuire alla gestione e ai bisogni economici della famiglia.
10. I rapporti patrimoniali
Il regime patrimoniale
Il regime patrimoniale della famiglia è l’imprime di regole che disciplina in modo organico gli effetti giuridici di comportamenti
futuri dei coniugi.
Regime legale e convenzionale
Il regime patrimoniale della famiglia può essere:
- Legale, quando trova la sua fonte nella legge come la comunione dei beni;
- Convenzionale, quando trova la sua fonte nelle volontà dei coniugi.
10.1. La comunione legale dei beni
In mancanza di una diversa volontà dei coniugi, i rapporti patrimoniali tra gli stessi sono regolati dalle norme in materia di
comunione legale.
Oggetto della comunione
Costituiscono oggetto della comunione:
- Gli acquisti compiuti dai coniugi durante il matrimonio;
- Le aziende gestite da entrambi costituite dopo il matrimonio;
- I frutti dei beni proprio di ciascuno dei coniugi;
- I proventi dell’attività separata da ciascuno dei coniugi;
- I beni destinati all’esercizio dell’impresa di uno dei coniugi costituita dopo il matrimonio.
I beni personali
I beni personali di ciascun coniuge Non costituiscono oggetto della comunione e sono beni personali quei beni:
- Di cui un coniuge era proprietario prima del matrimonio;
- Acquisiti successivamente al matrimonio per effetto di donazione o successione;
- Di uso strettamente personale e i loro accessori;
- Che servono all’esercizio della professione del coniuge;
- Ottenuti a titolo di risarcimento del danno e la pensione;
- Acquisiti con il prezzo del trasferimento dei beni personali sopraelencati o con il loro scambio.
Amministrazione dei beni in comunione
10.2. Lo scioglimento della comunione
La comunione si scioglie nei seguenti casi:
- Dichiarazione di assenza o di morte presunta di uno dei coniugi;
- Annullamento del matrimonio;
- Separazione personale dei coniugi;
- Separazione giudiziale dei beni;
- Mutamento convenzionale del regime patrimoniale;
- Fallimento di uno dei due coniugi.
I coniugi provvederanno prima ai rimborsi e alle restituzioni e poi, se vogliono, alla divisione della comunione in parti uguali
dell’attivo e del passivo.
10.3. Le convenzioni matrimoniali e i regimi convenzionali
Le convenzioni matrimoniali
I coniugi possono modificare, sostituire o integrare il regime legale tramite la convenzione matrimoniale, un accordo fra i coniugi
che deve essere consacrato con un atto pubblico stipulato in presenza di due testimoni.
Il regime patrimoniale scelto dai coniugi deve essere reso pubblico con una delle seguenti forme:
- Annotazione nei registri dello stato civile;
- Trascrizione nei registri immobiliari.
La separazione dei beni 48
I coniugi possono sostituire al regime della comunione quello della separazione dei beni, ossia che ciascun coniuge rimane
titolare esclusivo dei beni da esso acquistati durante il matrimonio.
La comunione convenzionale
Comunione legale modificata dai coniugi mediante una convenzione matrimoniale, con la quale possono escludere o immettere
alcuni beni che normalmente non vi rientrerebbero.
Il fondo patrimoniale
I coniugi o un terzo possono costituire un patrimonio vincolato destinato a far fronte ai bisogni della famiglia.
Il fondo patrimoniale ha sostituito il vecchio patrimonio famigliare.
Possono costituire oggetto del fondo patrimoniale solo i beni immobili, i beni mobili iscritti e i titoli di credito.
11. La separazione personale dei coniugi
Nozione
La separazione personale è una situazione temporanea che non incide sull’atto matrimoniale ma sui suoi effetti.
La separazione può essere consensuale o giudiziale.
Separazione consensuale
La separazione consensuale è quella che avviene per accordo delle parti.
Tale accordo deve essere sottoposto alla valutazione del giudice e deve essere omologato dal tribunale.
Separazione giudiziale
La separazione giudiziale è pronunciata dal giudice e presuppone che i coniugi non abbiano trovato un accordo sulle condizioni
della separazione stessa.
Il giudice dichiara a quale dei coniugi sia addebitabile la separazione.
Provvedimenti relativi ai figli
A seguito dell’entrata in vigore delle nuove norme il figlio dovrebbe essere affidato ad entrambi i genitori, quindi la potestà
genitoriale è esercitata da entrambi i genitori.
La riconciliazione
Gli effetti della separazione possono cessare a seguito della riconciliazione dei coniugi o dello scioglimento definitivo.
La riconciliazione può essere espressa o tacita.
12. Lo scioglimento e la cessazione degli effetti civili del matrimonio
Fino al 1970 il vincolo matrimoniale poteva venire meno solo a seguito della morte di un coniuge, ora, con la legge 1 Dicembre
1970, n.898, è stato introdotto l’istituto del divorzio.
Cause
Il giudice può pronunciare il divorzio quando accerta che la comunione spirituale e materiale tra i coniugi non può essere
mantenuta o ricostituita.
Il divorzio può essere chiesto quando sono trascorsi 3 anni dalla pronuncia della separazione.
Le altre principali cause di divorzio sono:
- Sentenze penali di almeno 15 anni;
- L’annullamento o lo scioglimento del matrimonio;
- La consumazione del matrimonio;
- La sentenza di rettificazione del sesso di uno dei coniugi.
Conseguenze
A seguito del divorzio vengono meno tutti i doveri coniugali.
Derivano anche le seguenti conseguenze patrimoniali:
- Assegno periodico per la parte con uno svantaggio economico;
- Entrambi gli ex coniugi perdono i diritti successori;
- Si verifica lo scioglimento della comunione legale.
I doveri verso i figli non vengono meno e il tribunale decide a chi devono essere affidati e in che misura l’altro genitore deve
contribuire al loro mantenimento.
° °
LA FILIAZIONE
1. La filiazione
La filiazione è il rapporto che intercorre fra una persona fisica (figlio) e coloro che l’hanno concepita (genitori).
Vi sono due tipi di filiazione:
- Legittima, che sussiste quando il figlio è procreato da due coniugi;
- Naturale, che sussiste quando è procreato da due persone non sposate.
Vi è anche il rapporto di adozione che viene regolato come filiazione anche se manca l’evento naturale della generazione.
2. La filiazione legittima
Presupposti
Per definire la filiazione legittima devo sussistere 4 presupposti: 49
- Deve esistere un valido matrimonio tra i genitori;
- Il figlio deve essere partorito dalla donna sposata;
- Il figlio deve essere stato generato dal marito;
- Il concepimento deve essere avvenuto in costanza di matrimonio.
Presunzioni
Per questo motivo la legge pone due presunzioni:
- La presunzione di paternità, in base alla quale il marito è il padre del figlio concepito;
- La presunzione di concepimento durante il matrimonio.
Prova dello stato di figlio
Lo stato di figlio legittimo si prova con l’atto di nascita.
In mancanza di tale atto è sufficiente provare il possesso continuo dello stato di figlio legittimo, cioè è necessario:
- Che la persona abbia sempre portato il cognome del padre che essa pretende di avere;
- Che il padre l’abbia trattata come figlio e che sia stata riconosciuta in detta qualità dalla famiglia;
- Che sia stata costantemente considerata come tale nei rapporti sociali.
3. Le azioni di stato
lo stato di figlio può essere contestato solo nei casi previsti dalla legge e solo attraverso tipiche “azioni di stato”.
Azione di disconoscimento della paternità
La più importante di tali azione è quella di disconoscimento della paternità, la quale è diretta a negare che il marito della madre
sia il padre del bambino da questa generato, ed elimina la presunzione di paternità.
Azione di contestazione della legalità
Tale azione è diretta a provare la mancanza di uno dei presupposti certi della fattispecie e può essere attuata da chiunque vi
abbia interesse.
È necessario dimostrare che non esiste un valido matrimonio o il figlio non è stato partorito dalla donna sposata.
4. La filiazione naturale
Il figlio naturale è il figlio nato da genitori non uniti in matrimonio tra loro.
Il riconoscimento
Il riconoscimento è l’atto formale con il quale un soggetto dichiara di essere il genitore di un determinato bambino nato al di
fuori del matrimonio.
Per l’accertamento della filiazione naturale occorre una dichiarazione fatta da uno o entrambi i genitori.
Equiparazione dei figli
I figli naturali sono equiparati a quelli legittimi, per cui hanno gli stessi diritti.
Le modalità di riconoscimento
A proposito del riconoscimento:
- I genitori possono riconoscere anche i figli adulterini, cioè avuti con persone estranee al matrimonio;
- Per poter effettuare il riconoscimento devono aver raggiunto il 16esimo anno di età;
- Se il figlio ha compiuto 14 anni è necessario l’assenso di quest’ultimo;
- Se il figlio non ha compiuto 14 anni basta il riconoscimento del genitore che lo ha già effettuato.
Il riconoscimento comporta da parte del genitore l’assunzione di tutti i diritti e i doveri che egli ha nei confronti del figlio.
La legittimazione
Il figlio naturale può acquisire lo stato di figlio legittimo attraverso la legittimazione, ossia:
- Quando i genitori naturali contraggono matrimonio;
- Per decisione del giudice, se esiste un’impossibilità o un gravissimo ostacolo alla celebrazione del matrimonio.
5. L’adozione
L’adozione crea un rapporto di filiazione definito civile.
La coppia che intende procedere all’adozione deve essere sposata da almeno 3 anni e deve essere ritenuta idonea a svolgere il
compito di genitori.
A seguito dell’adozione il minore diviene a pieno titolo membro della famiglia e vengono meno tutti i rapporti con la famiglia di
origine.
° °
LA SUCCESSIONE A CAUSA DI MORTE
1. Il fenomeno successorio
Nozione e fondamento
La successione a causa di morte indica il subentrare di una persona vivente nella titolarità di una situazione giuridica
patrimoniale appartenente ad una persona defunta.
Tipi di successione
Successione testamentariaA ciascun individuo è attribuita la possibilità di decidere, attraverso un testamento, la sorte 50
dei propri beni quando cesserà di vivere e di individuare i successori.
Soggetti legittimariSono quei soggetti con parentela più stretta al defunto, ai quali è riservata per legge una quota di
riserva o indisponibile, cioè una parte del patrimonio del defunto.
Successione legittimaQuando un individuo muore senza lasciare un testamento, la legge individua i successori legittimi.
Oggetto della successione
Possono essere oggetto della successione solo i diritti e gli obblighi aventi contenuto patrimoniale, mentre si estinguono,
insieme al defunto, i diritti non patrimoniali.
2. Il procedimento successorio
Il procedimento successorio ha 3 fasi:
L’aperturaSi apre nel momento della morte, nel luogo dell’ultimo domicilio del defunto.
La vocazione Indica la designazione, per legge o testamento, di coloro che succederanno all’eredità del defunto.
La delazione Consiste nell’attribuzione ad un soggetto del diritto a succedere accettando l’eredità del defunto.
3. L’eredità e i legati
Eredità
Si ha successione a titolo universale quando un soggetto (erede) subentra nell’intero patrimonio (eredità) o in una quota del
defunto.
Legato
Si ha successione a titolo particolare quando un soggetto (legatario) subentra in uno o più rapporti determinati (legato) del
defunto.
Differenze tra eredità e legato
- Diverso modo di acquisto, perché l’eredità si acquista solo dopo l’accettazione dell’erede mentre il legato si acquista
automaticamente senza accettazione, anche se il legatario può rinunciarci;
- Diversa responsabilità per i debiti, poiché l’erede risponde dei debiti anche se superano il valore dell’eredità mentre il
legatario risponde dei debiti solo se il defunto abbia espressamente posto il pagamento a carico del legatario.
4. Il divieto dei patti successori
Ogni accordo relativo a diritti in caso derivanti dalla futura successione di un terzo e ogni atto di rinunzia a successioni non
aperte.
Sono vietati, quindi nulli, i patti successori che possono essere di 3 tipi:
- Patti successori istitutivi, Con cui l’erede conviene di lasciare la propria eredità a un terzo.
- Patti successori dispositivi, l'erede vende ad un terzo i beni che gli dovrebbero pervenire in eredità dal de cuius.
- Patti successori rinunziativi, secondo i quali l’erede conviene con un terzo di rinunciare all'eredità su una successione
che ancora non si è aperta.
5. La capacità di succedere
Nozione
È l’attitudine a subentrare nella titolarità dei rapporti giuridici di cui era titolare una persona defunta.
Sono capaci di succedere anche le organizzazioni collettive come associazioni, società e fondazioni.
I nascituri
È riconosciuta la capacità di succedere anche a soggetti non ancora nati o concepiti:
- Nascituri concepiti, coloro che sono stati concepiti ma non sono ancora nati al momento dell’apertura della
successione;
- Nascituri non concepiti, coloro che al momento dell’apertura della successione non sono ancora stati concepiti.
In entrambi i casi è possibile che la nascita non avvenga, quindi i beni destinati al nascituro vengono attribuiti ad altri soggetti
secondo la legge.
6. L’indegnità
Nozione
L’indegnità è un’ipotesi di esclusione di un soggetto dalla successione.
sono esclusi dalla successione chi pone in essere volontariamente comportamenti con la persona o il patrimonio del defunto o
contro il testamento o la libertà testamentaria.
Effetti
Gli effetti dell’indegnità sono conseguenza di una sentenza del giudice.
Ha efficacia retroattiva quindi, se l’indegno ha accettato l’eredità, è obbligato a restituirla insieme ai suoi frutti poiché viene
considerato come un possessore in malafede.
La riabilitazione
L’indegno può essere riabilitato dal testatore con un nuovo testamento o con un atto pubblico.
° °
LE VICENDE DEL PATRIMONIO EREDITARIO 51
1. L’eredità prima dell’acquisto
Durante il periodo tra l’apertura della successione e l’accettazione dell’eredità, il patrimonio del de cuius rimane privo di un
titolare, per cui la legge attribuisce a colui che diverrà erede dei poteri specifici.
Azioni possessorie e atti conservativi
In particolare il chiamato all’eredità può:
- Esercitare le azioni possessorie anche senza che ne acquisti il possesso;
- Esercitare atti conservativi, di vigilanza e di amministrazione temporanea.
Se il chiamato si disinteressa dell’amministrazione e conservazione del patrimonio, il giudice nomina un curatore dell’eredità
giacente.
2. L’acquisto dell’eredità
Il diritto di accettare l’eredità
Al momento dell’apertura della successione, il chiamato all’eredità, acquista solo il diritto di accettare l’eredità.
Tale diritto si prescrive in 10 anni.
Effetti dell’accettazione
Gli effetti dell’accettazione retroagiscono fino al momento dell’apertura del testamento.
Accettazione espressa e tacita
L’accettazione può essere:
- Espressa, quando il chiamato all’eredità dichiara di accettarla o assume il titolo di erede.
- Tacita, quando il chiamato all’eredità compie un atto che presuppone necessario essere erede.
Accettazione pure e semplice e con beneficio di inventario
L’azione può avvenire:
Puramente e semplicemente Caso in cui si determina una confusione tra il patrimonio dell’erede con quello del de
cuius, quindi l’erede diventa pienamente responsabile dei debiti del defunto;
Con beneficio di inventarioCaso in cui il patrimonio dell’erede rimane separato da quello del de cuius, quindi l’erede
risponde alle obbligazioni del defunto solo nei limiti del valore del patrimonio ereditario.
Per godere del beneficio di inventario, il chiamato deve dichiararlo ad un notaio o al cancelliere del tribunale.
3. La petizione di eredità
Nozione e caratteri
La petizione ereditarie è l’azione con la quale l’erede chiede il riconoscimento della sua qualità ereditaria contro chiunque
possiede tutti o parte dei beni ereditari a titolo di erede o senza alcun titolo, allo scopo di ottenerne la restituzione.
Oggetti della prova sono il titolo di erede e il fatto che il bene fosse compreso nell’eredità all’apertura del testamento.
L’azione è imprescrittibile salvo gli effetti dell’usucapione.
4. La rinunzia all’eredità
Il chiamato può rinunciare all’eredità con un atto unilaterale formale, cioè fatto con dichiarazione di un notaio o cancelliere del
tribunale.
Chi rinuncia all’eredità resta totalmente estraneo alla vicenda successoria.
5. Sostituzione, rappresentazione e accrescimento
Il sempre il chiamato all’eredità può succedere, perché indegno, morto o preferisce non accettare l’eredità.
In questi casi è necessario individuare dei successori.
La sostituzione
Si ha sostituzione testamentario in tutti i casi in cui il testatore dispone che, se l’erede indicato non vuole o non può accettare
l’eredità, ad essa subentra un altro soggetto come erede.
In questi casi si deve rispettare la volontà del defunto.
La sostituzione prevale sulla rappresentazione e sull’accrescimento.
La rappresentazione
Se il testatore non ha previsto alcuna sostituzione si apre la successione legittima con l’applicazione delle regole della
rappresentazione o dell’accrescimento.
La rappresentazione è l’istituto con il quale al posto della persona chiamata a succedere, che non vuole o non può accettare
l’eredità, succedono i suoi discendenti in parti uguali fra loro.
L’accrescimento
Consiste nell’inclusione della porzione testamentaria rimasta vacante, in quanto un’erede non ha accettato, nelle quote degli
altri successori in parti uguali.
6. L’acquisto del delegato
Acquisto senza accettazione
Il delegatario acquista automaticamente il bene o il diritto a lui attribuito dal testatore senza necessità di accettare.
Il legato non risponde del debito del cuius se non per espressa volontà di quest’ultimo.
Comunque il legatario risponde nei limiti di quanto ha ricevuto e non risponde con il patrimonio personale. 52
7. La comunione ereditaria
Si ha comunione ereditaria quando vengono chiamati più eredi che accettano.
Ciascuno è titolare di una quota del patrimonio, gode dei diritti dell’eredità e risponde del debito in proporzione alla propria
quota.
8. La divisione della comunione ereditaria
La comunione ereditaria viene sciolta mediante la divisione, una complessa procedura diretta a sciogliere la comunione al fine di
attribuire a ciascuno dei condividenti beni o denaro corrispondenti al valore delle loro quote.
Modalità della divisione
La divisione può avvenire in diversi modi:
- Divisione negoziale, cioè con l’accordo di tutti i coeredi mediante la stipula di un contratto di divisione;
- Divisione giudiziale, quando vi è disaccordo fra i coeredi la divisione viene attuata da un giudice;
- Divisione testamentaria, quando è lo stesso testatore a dividere nel dettaglio i suoi beni fra gli eredi.
Le fasi della divisione
- Stima dei beni;
- Formazione delle porzioni in base al numero dei coeredi e delle loro quote;
- Divisione in natura se i beni sono facilmente divisibili, o conguagli in denaro se non sono comodamente divisibili.
Rescissione della divisione
Se nell’attribuzione delle quote vi sono state delle disparità di trattamento, il legislatore prevede dei rimedi.
L’erede, che sia stato leso oltre il quarto, può chiedere la rescissione del contratto di divisione per lesione.
° °
LA SUCCESSIONE LEGITTIMA
1. Nozione
Le forme della successione ereditaria sono due: la successione legittima e la successione testamentaria.
La successione è definita legittima quando deriva dalla legge e non da un testamento.
Presupposti
La successione legittima si apre quando:
- Manca un testamento;
- Esiste un testamento, ma il defunto ha disposto solo una parte dei suoi beni;
- Il testamento è nullo, è stato annullato o revocato.
2. Le categorie di successibili
Ordine dei successibili
L’ordine dei successibili nella cessione legittima è il seguente:
- Coniuge del defunto;
- Discendenti del defunto;
- Ascendenti del defunto;
- Fratelli e sorelle del defunto;
- Altri parenti del defunto, fino al sesto grado;
- Fratelli e sorelle naturali anche unilaterali (cioè fratelli avuto da un solo genitore in comune).
- In mancanza di successibili, lo Stato.
Alcuni di questi ordini possono concorrere tra loro, altri sono prevalenti.
3. La successione del coniuge
La quota spettante al coniuge
Al coniuge viene riconosciuta sempre una quota di eredità non inferiore a un terzo.
Perché al coniuge possa essere devoluta l’eredità è necessario che sia stato contratto matrimonio e che non sia stato sciolto con
divorzio.
Diritti di uso e abitazione
Al coniuge la legge riconosce anche il diritto di abitazione sulla casa famigliare e dell’uso sui beni mobili che la corredano.
4. La successione dei discendenti
La quota spettante ai discendenti
Ai genitori succedono i figli, legittimi e naturali, in parti uguali.
Tutti gli altri famigliare, ad eccezione del coniuge con il quale possono concorrere, sono esclusi dalla successione.
Se i figli non possono o non voglio succedere opera la rappresentazione, quindi vengono chiamati nipoti e pronipoti.
5. La successione degli ascendenti
Colui che muore senza avere figli, fratelli o sorelle o loro discendenti, succedono il padre e la madre in parti uguali.
In assenza di genitori succedono per una metà gli scendenti del padre e per l’altra metà gli ascendenti della madre.
6. La successione dei fratelli e delle sorelle
Colui che muore senza figli, genitori o altri discendenti succedono i fratelli e le sorelle in parti uguali. 53
I fratelli e le sorelle unilaterali conseguono la metà della quota spettante ai germani.
I genitori possono concorrere con le sorelle e i fratelli del defunto.
7. La successione degli altri parenti
Se una persona muore senza lasciare discendenti, ne genitori, ne fratelli o sorelle, né altri discendenti allora la successione si
apre a favore dei parenti prossimi fino al sesto grado.
8. La successione dello Stato
Quando non esistono dei successibili l’eredità si devolve allo Stato, poiché si definisce vacante.
Particolarità:
- lo Stato non può rinunciare all’eredità;
- Lo Stato non risponde dei debiti del defunto oltre il valore dei beni acquistati.
° °
LA SUCCESSIONE TESTAMENTARIA E I DIRITTI DEI LEGITTIMARI
1. La successione testamentaria e il testamento
La successione testamentaria
La successione testamentaria è quel tipo di successione a causa di morte regolata da un testamento.
Il testamento è un atto revocabile con il quale una persona dispone di tutti i propri beni o di parte di essi per quando cesserà di
vivere.
I caratteri del testamento
Il testamento è un negozio giuridico:
- Personale, in quanto deve essere redatto di persona;
- Tipico, poiché è regolato dall’ordinamento giuridico;
- Unilaterale, in quanto resta distinto dall’accettazione dell’eredità;
- Non recettizio, in quanto non è diretto ad uno o più destinatari determinati;
- Unipersonale, perché deve essere fatto da una sola persona;
- Formale, in quanto è richiesta una forma particolare dal codice civile;
- Revocabile, perché il testatore può revocarlo, con un atto di revoca o con un nuovo testamento, quando vuole.
- Patrimoniale, in quanto contiene disposizioni di carattere patrimoniale.
2. La forma del testamento
Il testamento olografo
È il testamento interamente scritto e sottoscritto di pugno dal testatore e riportare firma autografa e data.
Svantaggi: può essere smarrito, alterato o falsificato facilmente.
Il testamento pubblico
È il testamento redatto dal testatore e da un notaio in presenza di due testimoni.
Il testamento pubblico garantisce il rispetto della legge evitando che possa essere considerato nullo o annullabile.
Svantaggi: rigoroso formalismo, mancanza di assoluta segretezza, gravosità di spese.
Il testamento segreto
Il testatore redige il testamento e lo sigilla in una busta che consegna ad un notaio, in presenza di due testimoni, che poi lo
conserverà fino alla morte del testatore.
Il testamento speciale
Il codice prevede che in alcuni casi possano essere stipulati dei testamenti pubblici senza il rispetto delle formalità.
Tali testamenti sono definiti speciali, perché possono essere ricevuti da alcuni soggetti (sindaco, prete, militari, ecc.) quando
sussistono determinate circostanze (calamità, guerre, pandemie, ecc.).
3. Gli elementi accidentali del testamento
Gli elementi accidentali del testamento sono elementi che il testatore può inserire.
Il termine
L’erede a titolo universale non è sottoposto a termine.
I legati sono sottoposti a termine iniziale, per rinviare il momento in cui dovrà iniziare ad adempiere nei confronti del
delegatario, o a termine finale, quando deve cessare la prestazione nei confronti del delegatario.
La condizione
Gli effetti della condizione possono percuotersi sia sugli eredi che sui legati.
In caso di avveramento della condizione l’erede si considera tale dall’apertura del testamento, mentre in caso di risoluzione
della condizione si considera come se non fosse mai stato l’erede e deve riconsegnare i frutti solo dal giorno in cui vi è stata la
risoluzione.
L’onere
Obbligazione a carico del successore che però limita il beneficio dell’eredità.
Infatti l’erede è obbligato ad adempiere ad un onere in cambio dell’eredità. 54
L’erede puro e semplice risponde dell’onere anche con il suo patrimonio.
4. L’invalidità del testamento
Il testamento può essere nullo o annullabile.
Può essere nullo per ipotesi di:
- Nullità formali, dovute ad un errore nella forma del testamento;
- Nullità sostanziali, dovute ad un errore nel contenuto del testamento.
Il testamento nullo non produce effetti e l’azione di nullità è imprescrittibile.
Può essere annullabile per:
- Vizi formali;
- Vizi della volontà testamentaria;
- Testamento redatto da un incapace.
L’annullabilità è assoluta in quando può essere attuata da chiunque ne abbia interesse, e si prescrive in 5 anni.
5. La revoca del testamento
Le disposizioni testamentarie possono essere revocate in qualsiasi momento.
La revoca può essere esplicita se il testatore, in un nuovo testamento, dichiara di revocare la disposizione anteriore in tutto o in
parte.
La revoca può essere implicita se le disposizioni di un testamento posteriore sono incompatibili, in tutto o in parte, con quelle
del testamento precedente.
6. La successione dei legittimari
I legittimari sono il coniuge, i figli legittimi o naturali, gli ascendenti legittimi.
Ad essi spetti per legge una parte dei beni del de cuius.
Al coniuge, normalmente, spetta metà del patrimonio del defunto.
Se concorre con un solo figlio spetta un terzo del patrimonio; se concorre con più figli gli spetta un quarto
Se c’è un solo figlio gli spetta metà del patrimonio, se i figli sono di più gli spettano due terzi da dividersi in parti uguali.
Agli ascendenti è riservato un terzo del patrimonio, ma solo se chi muore non ha lasciato figli.
Intangibilità della legittima
Secondo il principio di intangibilità della legittima il testatore non può imporre pesi o condizioni alla quota spettante ai
legittimari.
° °
LA DONAZIONE
1. Il contratto di donazione
Nozione
La donazione è il contratto con il quale una parte (donante) arricchisce l’altra (donatario) trasferendole un suo diritto o
assumendo verso la stessa un’obbligazione.
L’elemento caratterizzante della donazione è lo spirito di liberalità che consiste nella volontà di determinare l’arricchimento
dell’altra parte, senza alcun corrispettivo; per cui fa parte degli atti a titolo gratuito.
Caratteri
Il contratto di donazione è un contratto:
- A titolo gratuito;
- Consensuale, in quanto si perfeziona con il consenso delle parti;
- Formale, poiché sono richiesti particolari requisiti di forma dalla legge.
2. Gli elementi del contratto di donazione
Elementi essenziali
Gli elementi essenziali della donazione sono:
- Accordo fra le parti;
- Causa, cioè l’impoverimento del donante per l’arricchimento del donatario;
- Oggetto, quasi tutti i beni possono farne parte;
- Forma, la donazione deve essere fatta per atto pubblico a pena di nullità.
La legge vieta la donazione di beni futuri o di beni altrui.
La donazione è un atto personale, quindi non è ammessa la rappresentanza del donante.
Elementi accidentali
Gli elementi accidentali della donazione sono il termine e la condizione, che vengono regolati come quelli dei contratti in
generale, e l’onere, al quale il donatario è tenuto all’adempimento nei limiti di quando ha ricevuto.
L’onere impossibile o illecito è inesistente.
3. La revocazione della donazione
La donazione ha forza di legge fra le parti e può essere revocata per mutuo dissenso.
L’art 800 c.c. stabilisce che la donazione può essere revocata anche per ingratitudine o per sopravvenienza di figli, per cui il 55
donante ha la possibilità di rivalutare l’atto di liberalità e annullarne gli effetti.
4. Donazione indiretta e liberalità d’uso
Esistono altri atti di liberalità, come:
- Le donazioni indirette, che sono atti aventi lo scopo di arricchire un altro soggetto (pagare debito di un altro);
- Liberalità d’uso, liberalità in occasione di servizi resi o in conformità agli usi (mancia, gratifiche).
° °
LA PUBBLICITÀ DEI FATTI GIURIDICI
1. La funzione della pubblicità
Nozioni introduttive
L’istituto della pubblicità ha lo scopo di rendere noti atti o eventi che hanno una qualche rilevanza giuridica.
La pubblicità può riguardare sia le persone che i beni.
Gli effetti della pubblicità
In base agli effetti si distinguono 3 tipi di pubblicità:
- Pubblicità notizia, la cui funzione p quella di rendere noti determinati fatti giuridici ai terzi;
- Pubblicità dichiarativa, serve a rendere opponibile un fatto o un negozio giuridico ai terzi;
- Pubblicità costitutiva, la pubblicità è elemento necessario per la creazione del rapporto.
2. La trascrizione
Nozione
È il sistema di pubblicità prescritto dal codice civile per atti che hanno ad oggetto diritti reali su beni immobili.
La sua funzione fondamentale è quella di dare certezza ai negozi relativi ai beni immobili.
Effetti della trascrizione
Per il principio di priorità della trascrizione, quando vi sono più acquirenti contemporaneamente, prevale colui che ha trascritto
per primo l’atto.
Essa non risolve tutti i possibili conflitti perché vale solo per gli atti tra vivi.
3. Il principio di continuità delle trascrizioni
La trascrizione è organizzata su base personale, cioè che si fa riferimento alle persone titolari del diritto immobiliare e non al
bene immobile stesso.
Il principio di continuità delle trascrizioni richiede che vi sia una successione ininterrotta di trascrizioni.
Il contratto preliminare
I contratti preliminari producono solo effetti obbligatori, ma vanno comunque trascritti se hanno ad oggetto la conclusione di un
contratto di trasferimento, costituzione o modificazione di un diritto reale.
Per l’effetto di prenotazione è nullo il contratto fatto da un terzo se prima vi era un contratto preliminare.
Gli acquisti mortis causa, come le accettazioni di eredità che comportino l’acquisto di diritti si devono trascrivere.
Anche le domande giudiziali riguardanti atti soggetti a trascrizione si devono trascrivere.
4. Il procedimento di trascrizione
La trascrizione si effettua presso l’ufficio dei registri immobiliari del luogo in cui è situato l’immobile.
Per ottenere una trascrizione l’interessato deve presentare una nota di trascrizione con elencati gli estremi più importanti
dell’atto e una copia del titolo dell’atto che deve essere trascritto.
Costituiscono titolo per la trascrizione solo le sentenze, gli atti pubblici o le scritture private.
Devono essere resi pubblici con la trascrizione anche i beni mobili registrabili.
° °
LA TUTELA GIURISDIZIONALE
1. L’attività giurisdizionale
L’ordinamento giuridico disciplina una serie di rimedi per far sì che il titolare di un diritto ottenga soddisfazione anche contro la
volontà del soggetto passivo
Il diritto di azione
Il soggetto nel suo diritto non può farsi giustizia da solo ma ha il potere di chiedere l’intervento dei giudici a propria difesa
esercitando un’azione legale e dando inizio ad un procedimento giuridico.
Strumenti alternativi alla giurisdizione civile
Vi sono casi in cui la legge ammette che le parti possano mettersi d’accordo per evitare di andare d’innanzi un giudice.
Gli strumenti alternativi alla giurisdizione civile sono:
L’arbitratoStrumento con il quale le parti sottraggono al giudice la decisione di una determinata lite e la affidano ad
arbitri, cioè privati cittadini incaricati dalle parti di decidere la controversia.
La transazioneContratto con cui le parti facendosi reciproche concessioni pongono fine ad un giudizio iniziato o si
accordano per evitare una lite che potrebbe insorgere tra loro.
La conciliazioneAccordo che in genere si raggiunge con l’intermediazione di una terza persona con il quale le parti 56
definiscono la controversia.
2. La prova dei fatti giuridici
Il principio dell’onere della prova
I fatti che le parti invocano delle proprie ragioni devono essere provati.
Quindi il principio dell’onere della prova è un principio giuridico generale secondo il quale chi vuole dimostrare l'esistenza di un
fatto ha l'obbligo di fornire le prove per l'esistenza del fatto stesso.
I mezzi di prova
La dottrina e la giurisprudenza distinguono i tipi di prova in:
- Prove semplici, che si formano in giudizio;
- Prove precostituite, che si formano prima del giudizio;
- Prove storiche, che hanno ad oggetto il fatto da provare (documenti, testimonianze);
- Prove critiche, per le quali il fatto viene desunto (presunzioni).
La legge individua vari tipi di mezzi di prova:
- Prove documentali, come l’atto pubblico e la scrittura privata;
- Prova per testimoni;
- Confessione e giuramento;
- Presunzioni.
3. Le prove documentali
L’atto pubblico
È il documento redatto da un notaio o da un altro pubblico ufficiale autorizzato.
L’atto pubblico fa piena prova della provenienza del documento e della dichiarazione delle parti.
La scrittura privata
È qualsiasi atto o documento sottoscritto dalle parti che lo pongono in essere.
La scrittura privata fa piena prova solo se entrambe le parti la riconoscono.
4. Le prove per testimoni
Nozione
La testimonianza consiste nella narrazione dei fatti controversi al giudice da parte di una persona estranea alla causa ma
conoscente di una parte.
5. La confessione e il giuramento
La confessione
È la dichiarazione, fatta da una parte, della verità dei fatti a sé sfavorevole e favorevole nei confronti dell’altra parte.
La confessione può essere:
- Giudiziale, se fatta in giudizio d’innanzi al giudice;
- Stragiudiziale, se fatta fuori dal giudizio dalla parte, da un terzo o da un rappresentante.
Il giuramento
È la dichiarazione con cui una parte afferma come vero un fatto, nella forma solenne prevista dalla legge.
Vi sono due tipi di giuramento:
- Il giuramento decisorio, che è una dichiarazione solenne resa al giudice da una parte su richiesta dell’altra parte.
- Il giuramento suppletorio, che è deferito dal giudice quando ci si trova di fronte ad un fatto incerto.
Una volta prestato il giuramento, l’altra parte non è ammessa a provare il contrario.
6. Le presunzioni
Sono mezzi di prova indiretti che consentono di accertare l’esistenza di un fatto ignoto partendo dalla conoscenza di un fatto
noto.
Le presunzioni si distinguono in:
- Legali, quando è la legge stessa che considera esistente e provato un fatto;
- Semplici, quando il giudice trae liberamente conseguenze da un fatto noto.
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