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-ASPETTI TEORICI-
Il saggio alla fiamma è una semplice tecnica di analisi qualitativa e sfrutta la capacità di
alcuni elementi di impartire ad una fiamma ossidante una precisa colorazione, in relazione
al loro stato energetico.
Si chiamano saggi alla fiamma proprio perché si utilizza una fiamma per riconoscere tali
colorazioni. Sfruttando la fiamma ossidante del becco Bunsen e spostandosi dalla zona a
più bassa temperatura a quella a più alta temperatura, si possono determinare variazioni
dello stato energetico degli elettroni di un elemento, che a loro volta sono responsabili di
una ben precisa colorazione della fiamma.
NOTA BENE: La fiamma ossidante la si può ottenere aprendo completamente l’anello girevole presente alla
base del Bunsen, dopo aver acceso quest’ultimo. L’apertura completa consente l’ingresso della quantità
massima di ossigeno, permettendo una completa combustione del gas. La fiamma ossidante è molto calda,
poco visibile e deve essere utilizzata solo come fiamma di lavoro (quando il Bunsen acceso ma non è
utilizzato lo si deve lasciare in modalità riducente). La fiamma riducente è invece molto luminosa e poco
calorica; la si può ottenere riducendo al massimo l’ingresso di aria nel Bunsen (chiudendo l’anello girevole).
Quando un elettrone, che secondo il modello atomico attuale ruota intorno al nucleo
seguendo delle orbite stazionarie a cui corrispondono precisi valori di energia, viene
“eccitato” fornendo energia sotto forma di calore, salta ad un livello energetico superiore
(transizione elettronica). Subito dopo, richiamato dalla forza di attrazione del nucleo,ritorna
allo stato fondamentale emettendo l'eccesso di energia assorbita sotto forma di una
radiazione luminosa (colore) caratteristica e diversa per ogni metallo: la fiamma del
Bunsen assume quindi un colore tipico, una sorta di "impronta digitale" identificativa di
quel metallo. Nella nostra esperienza sono stati utilizzati sali (cloruri) cristallini dei metalli
Li, Na, K, Ca, Sr, Ba e Cu.
La presenza del Cloro non interferisce con il saggio dei metalli perché gli elettroni eccitati
del Cloro restituiscono l'energia assorbita sotto forma di radiazione ultravioletta che
l'occhio umano non percepisce, cioè non sono visibili.
-ESECUZIONE DELL’ANALISI-
MATERIALI OCCORRENTI
PROCEDIMENTO
1. Accendere il Bunsen e regolare l'aria in modo da ottenere i due coni luminosi ben
distinti (combustione perfetta, fiamma azzurra).
2. Pulire bene il filo Nichel-Cromo intingendolo nella soluzione di acido cloridrico contenuta
nella provetta e portandolo a contatto con la fiamma per qualche tempo; ripetere
l'operazione sino a che il filo non alteri più il colore azzurro della fiamma.
N.B. NON toccare il filo rovente con le mani.
3. Porre sul vetrino una piccola quantità di uno dei composti da analizzare, di cui è nota la
formula.
4. Intingere il filo nella soluzione di acido cloridrico contenuta nella provetta e far aderire
alla punta qualche cristallo del composto da analizzare.
5. Portare il filo con il composto sulla fiamma, osservare ciò che accade ed annotare la
colorazione e le caratteristiche dell'intensità che assume la fiamma; eventualmente
ripetere la prova.
-OSSERVAZIONI-