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Transizioni π→ π*
Esempi
Transizione Etilenica: Banda tipica di sistemi π isolati
Transizione benzenoide: Banda tipica del sistema benzenico
Transizione di coniugazione: è caratteristica di sistemi aromatici o
comunque di doppi o tripli legami coniugati. Maggiore è la
delocalizzazione, più è alta la lunghezza d’onda di assorbimento, ed
aumenta anche la relativa intensità.
Transizioni n → σ* e n → π*
Queste bande sono del tipo R, cioè radicalico, perché interessano
eteroatomi che dispongono doppietti di non legame e si trovano inseriti in
un sistema π o in un sistema σ.
Es. C=N; N=N; C=O; C-O; C-S; C-N;
Principali transizioni elettroniche
Transizioni per trasferimento di carica
Sono le più intense dello spettro perché sono dovute a veri e propri
spostamenti di elettroni da una parte all’altra della molecola.
Transizioni d → d o f → f
Nei composti di coordinazione, l’interazione del metallo centrale con i
leganti ad esso coordinati provoca una separazione tra i cinque orbitali d o
f, che in assenza dei leganti hanno tutti la stessa energia.
Gli assorbimenti che corrispondono alle transizioni fra orbitali d o f
cadono nella regione del visibile, perché i dislivelli sono relativamente
piccoli, perciò i composti di coordinazione dei metalli di transizione e dei
lantanidi appaiono spesso colorati.
SPETTRO UV-VISIBILE
In generale la complessità molecolare non influisce sulla complessità
spettrale, pertanto è possibile individuare particolari raggruppamenti in
molecole complesse, confrontando gli spettri con quelli di molecole più
semplici
Errori operativi:
-Mancata pulizia cuvette
-Scelta inadeguata della lunghezza d’onda
-Preparazione standard non adeguata
-Presenza sostanze interferenze nel campione
-Ampiezza della banda passante troppo o troppo poco larga
Errori strumentali:
-Assorbanza deviata dalla presenza della polvere nello strumento;
EFFETTO AUXOCROMO
Dipende dalla presenza di un gruppo funzionale saturo, ovvero privo di
elettroni π che in genere, quando è legato ad un cromoforo varia (in
genere aumenta) la lunghezza d’onda e il coefficiente di estinzione molare.
es. -OH, -NH2, -Cl (con presenza di doppietti di non legame)
EFFETTO SOLVENTE
Il solvente può significativamente variare i livelli energetici della molecola
Esempio, un solvente polare, solvatando la molecola, ne abbassa l’energia
dello stato eccitato.
FATTORI CHE DETERMINANO L’INTENSITA’ DI UNA BANDA
1) Probabilità della transizione elettronica
2) Variazione del momento elettrico ad essa associata
3) Natura del solvente
4) Tipi di sostituenti
MONOCROMATORE
E’ il sistema ottico usato per disperdere la luce policromatica in bande
monocromatiche, che vengono inviate in successione al campione.
Ne esistono due tipi::
-Bastati su filtri (ottici o interferenziali):
OTTICI: Contengono opportune sostanze che assorbono gran parte delle
radiazioni visibili lasciando solo la banda desiderata in un intervallo di
lunghezze d’onda attorno ai 250nm
INTERFERENZIALI: Si basano sul fenomeno dell’interferenza che causa
rafforzamenti io indebolimenti tra due radiazioni che si sommano a
seconda che siano in meno in frase tra di loro. Sono più efficienti,
consentono bande passanti di ampiezza di 20nm
-Basati su ELEMENTO DISPERDENTE:
Basati sul far incidere la luce policromatica nelle sue diverse componenti
monocromatiche.
PRISMA: Disperde le radiazioni con diversa lunghezza d’onda grazie al
fenomeno della rifrazione
RETICOLI: Svolgono la stessa funzione del prisma, ma è basato sulla
riflessione. Sono formati da una serie di solchi o fenditure parallele
tracciati su una superficie lucida a distanza ravvicinata.
(questi sono usati sia nel campo dell’uv visibile e nell’ir)
CELLA
E’ la componente che contiene il campione da esaminare. Chiamato
cuvetta. (Possono avere forma di parallelepipedo o cilindrica)
Oltre ad essere trasparenti alla radiazione impiegata, devono avere un ben
preciso ‘cammino ottico’, che dovrà essere sufficiente ad avere
assorbimenti rilevabili allo strumento.
Conosciamo:
-UV si utilizzano celle in quarzo (SiO2)
-Nel visibile in vetro o in quarzo o alcuni materiali plastici.
-In IR si rendono necessarie celle in NaCl, Kbr, CaF2..
RILEVATORE
Sono dispositivi capaci di produrre un segnale elettrico che dipende
dall’energia delle radiazioni che lo investono. Tale segnale elettrico viene
poi trasferito a un indicatore analogico o elaborato per via elettronica in
modo più o meno complesso.
In UV-Visibile si possono utilizzare:
-CELLE FOTOVOLTAICHE E FOTOCONDUTTIVE sono basate su
semiconduttori che generano ai loro capi una d.d.p. direttamente
proporzionale all’intensità della radiazione incidente. (non coprono tutto
l’uv – visibile ma sono resistenti e poco costosi)
-FOTOTUBI e i FOTOMOLTIPLICATORI: basati sull’effetto
fotoelettrico, che consiste nell’emissione di elettroni da una parte materiale
viene colpito da radiazioni luminose: viene misurato il numero di elettroni
proporzionali all’intensità della radiazione incidente.
IL SEGNALE
Il segnale viene opportunamente amplificato e un amperometro ne rileva
l’intensità. Il lettore converti quindi il segnale elettrico in un valore da 0 a
100. Ponendo pari a 100 il valore del segnale in assenza del campione,
otteniamo la trasmittanza e da questa l’assorbanza.