Sei sulla pagina 1di 3

Francis Bacon

Il profeta della tecnica


Bacone concepì la scienza come finalizzata a costituire il regnum hominis, il dominio degli uomini
sulla terra, egli fu il filosofo ed il profeta della tecnica. Francesco Bacone nasce il 22 Gennaio 1561 da
Sir Nicola Bacone, Lord Guardasigilli sotto la regina Elisabetta. Studiò a Cambridge e trascorse anni a
Parigi presso l’ambasciatore inglese. Interessato alla carriera politica trovò la giusta opportunità
sfruttando le conoscenze del Lord Buckingham una volta eletto il re Giacomo I Stuart (1603). Coprì
vari ruoli fino a divenire Lord Cancelliere nel 1618, incarico che consisteva nel presiedere le principali
corti di giustizia e rendere esecutivi i decreti reali. Quando Giacomo I convocò il parlamento per
instituire nuove tasse, Bacone venne accusato di corruzione, si confessò colpevole e, una volta
rimosso dalla sua carica, venne posto in prigionia e multato. Nel 1621 re condonò a Bacone
l’ammenda e la prigionia ma da quel momento non potette più prendere parte alla vita politica e
trascorse i suoi ultimi anni in solitudine e negli studi fino alla morte nel 1626.
Cortigiano abile e senza scrupoli, amante del denaro, Bacone ebbe anche un’alta idea del valore e
dell’utilità della scienza per l’uomo. Le sue opere mostrano come portare il metodo sperimentale in
tutti i campi del reale, l’uomo potrà dominare tutto. Aveva la visione di una scienza attiva e operante
che si sarebbe costituita in una tecnica tale da garantire all’uomo il dominio sulla natura.
Nella Nuova Atlantide l’utopia baconiana si configura come un’isola presieduta dalla tecnica, ove
erano portati a compimento le invenzioni ed i ritrovati di tutto il mondo. L’isola è un enorme
laboratorio sperimentale nel quale la popolazione cerca di affermare, attraverso lo studio, il dominio
dell’uomo sulla natura. I numi tutelari sono i grandi inventori e le sacre reliquie appartengono alle
più importanti invenzioni. Bacone focalizzò i suoi sforzi nella sua enciclopedia delle scienze che
avrebbe dovuto porre a fondamenta di ciascuna la ricerca sperimentale. Le scienze che si basano
sulla ragione, memoria o fantasia, devono avere fondamenta scientifiche ed empiriche come le altre.
Unica parte compiuta di tale progetto è il novum organum mentre tutte le altre parti non vennero
mai ultimate

L’esigenza di interpretare la natura per dominarla


La nuova logica della scienza

Il Novum Organum ha uno scopo opposto alla filosofia e logica aristotelica. Esso è una logica del
procedimento tecnico-scientifico, dove la vecchia logica aristotelica cercava di prevalere
sull’avversario, la nuova baconiana cerca di espugnare la natura. La scienza è a servizio dell’uomo,
ed il suo compito è di espugnare la natura attraverso: arti e non argomenti, principi veri e non
approssimativi, progetti ed indicazioni di opere e non ragioni probabili. L’uomo è ministro ed
interprete della natura e tanto opera e intende quanto ha osservato.
Scienza e potenza umana coincidono, sapere è potere ed ignorando la causa non si può conseguire
l’effetto, non si può vincere la natura senza obbedirla, la causa per l’osservazione è la regola per
l’operare. I sensi non sono sufficienti a carpire la natura, l’intelligenza umana ha bisogno di
strumenti efficaci a penetrare la natura e dominarla. Essi consistono negli esperimenti escogitati ed
adattati unicamente allo scopo che si intende realizzare.
Bacone distingue tra anticipazione e interpretazione della natura. La prima prescinde
dall’esperimento, è propria della logica aristotelica che appena sfiorata l’esperienza e le cose
sensibili giunge a verità universali, ed è perciò sterile. La seconda invece addentrandosi con metodo
e ordine nell’esperienza ascende gradualmente dalle cose particolari agli assiomi, ed è perciò
feconda producendo sempre nuove cognizioni particolari che rendono attiva e produttiva la scienza
I pregiudizi della mente

Il primo libro del Novum Organum è dedicato ad eliminare le anticipazioni. Bacone intende
purificare l’intelletto dai pregiudizi ovvero gli idòla attraverso un triplice critica: filosofica,
dimostrativa, della ragione umana. Le anticipazioni coincidono con gli idòla tribus e gli idòla specus, i
primi comuni a tutti gli uomini, i secondi propri di ciascun individuo. L’insufficienza dei sensi, il
supporre un’armonia naturale superiore a quella effettiva, prediligere certi concetti ad altri,
concentrarsi sul fantastico più che sul lontano e nascosto, l’impazienza, il pretendere una natura
adattata alle proprie esigenze respingendo ciò che non conviene conduce agli idòla tribus ai quali
sfuggono le forze nascoste della natura. Gli idòla specus dipendono dall’educazione, abitudini, casi
fortuiti di ciascun individuo, è come se ogni uomo avesse dentro sé una spelonca che rifrange e
distorce il lume della natura.

Si aggiungono poi gli idòla fori (gli idoli della piazza) derivanti dal linguaggio, ovvero le convenzioni
rese necessarie dai rapporti tra esseri umani. Talvolta l’uomo non riesce ad imporre la propria
ragione sulle parole ed esse si ritorcono e riflettono la loro forza sull’intelletto. Essi possono essere
nomi di cose che non esistono, o di cose che esistono ma confusi ed indeterminati. Da questi
nascono dispute verbali fondate sulle sole parole, che possono cessare solo con un ritorno al reale.

In fine troviamo gli idòla theatri che derivano dalle dottrine filosofiche del passato o da
dimostrazioni errate. Bacone paragona le filosofie del passato a mondi fittizi o scene teatrali. Bacone
suddivide le false filosofie in tre specie: la sofistica (Aristotele) che adatta il mondo naturale a
categorie logiche aprioristiche ed è più interessata alle definizioni che alla verità, l’empirica
(alchimia) pretende di spiegare ogni cosa a partire da pochi e ristretti esperimenti, la superstiziosa
(Platone) si mescola alla teologia.

La verità è figlia del tempo e non dell’autorità. La riverenza dell’antichità è anche un pregiudizio da
eliminare, l’antico è antico per noi, ma da una visione d’insieme il presente è l’antichità del mondo, e
come da un vecchio ci si aspetta maggior conoscenza che da un giovane, così la modernità sarà
scientificamente superiore all’antichità. La verità si rivela gradualmente all’uomo, attraverso gli sforzi
che si sommano e si integrano nella storia. Per abbandonare le vie della contemplazione
improduttiva e intraprendere quella della ricerca tecnico-scientifica bisogna mettersi sul terreno
dell’esperimento, non basta l’esperienza incontrollata. Bisogna cominciare dall’esperienza ordinata e
matura non da quella saltuaria e disordinata, solo l’esperimento può estendere il dominio dell’uomo
sulla natura. Bacone fa una similitudine con un uomo sperso in vicoli bui di notte che cerca la giusta
via procedendo a caso, la risposta è accendere un lume e procedere lentamente.

Il metodo induttivo
L’intelletto produce nozioni arbitrarie ed infeconde, i sensi nozioni disordinate ed inconcludenti, la
scienza, per essere una dottrina certa, dovrà prendere il meglio da entrambi, e dare quindi
all’intelletto la disciplina dei sensi, e ai sensi la disciplina dell’intelletto, e si può far ciò mediante
l’induzione. Bacone rigetta l’induzione aristotelica, una mera enumerazione di casi particolari che
può essere smontata in ogni momento da un caso contrario. L’induzione utile alla dimostrazione
consiste in un’eliminazione dei casi particolari gradualmente mediante esperimenti, che porta,
gradualmente appunto, dai fatti generali a dei principi sempre più primi, fino agli effettivi assiomi
generalissimi.

Le diverse fasi del metodo


L’induzione scientifica composta appunto da scelta ed eliminazione deve cominciare da una
raccolta e descrizione dei fatti particolari, chiamata da Bacone “Storia naturale e sperimentale” in
quanto fondata sull’esperienza e sullo studio della natura. Una storia del genere disordinata
causerebbe solo confusione nell’intelletto, i fatti o istanze dovranno quindi essere ordinati mediante
le tavole: le tavole della presenza raccolgono i casi in cui un fenomeno si presenta, le tavole
dell’assenza quelli in cui non si presenta e le tavole dei gradi elencano i vari gradi in cui il fenomeno
si presenta. A seguito della suddivisione in tavole segue una fase negativa di esclusione di tutte le
case incompatibili col fenomeno studiato. A seguito di ciò si enuncia una vindemiatio prima ovvero
una prima ipotesi intorno alla natura del fenomeno, che servirà come ipotesi di lavoro per effettuare
ulteriori ricerche, e mediante ulteriori esperimenti o istanze prerogative. Se a seguito dello studio si
trovano numerose connessioni e parallelismi tra il fenomeno studiato ed altri, e non si riesce a
risalire ad una sola causa, seguirà l’istanza cruciale, che pone il fenomeno in un bivio a croce, dove si
incontra con tutti i vari fenomeni primi, lì si risalirà all’unica causa necessaria e quindi vera,
verificando la sua contingenza con alcuni fenomeni e la sua necessarietà con altri. Il metodo di
Bacone consiste in una razionale interpretazione e selezione dei dati. Bacone non è una formica
empirista che semplicemente raccoglie i dati e non è nemmeno un ragno razionalista che compone
da sé la propria tela, ma è anzi un’ape, la quale una volta colto il nettare dei fiori lo rielabora e ne
produce miele.

La teoria della forma

L’induzione ha come scopo giungere alle cause delle cose naturali, ovvero la forma. Bacone accetta
la distinzione quattro cause aristoteliche: materiale, formale, efficiente ma rigetta la causa finale,
nociva alla scienza. Essa è relegata alla religione, è infatti lecito contemplare il progetto finale di Dio,
ma ciò è appunto contemplazione, non rientra nel programma attivo della scienza di scovare le
cause utili all’uomo per dominare il mondo. Inoltre le cause efficienti e materiali sono superficiali per
lo studio scientifico. Rimane solo la causa formale, accompagnata dalla dibattuta interpretazione di
forma per Bacone. La forma rivela l’unità della natura come nessun’altra cosa, e permette di
operare e conoscere davvero. Bacone distingue in ogni fenomeno naturale due aspetti: lo
schematismo latente ovvero la struttura intrinseca dei corpi staticamente e il processo latente il
movimento intrinseco dei corpi, che li porta alla realizzazione della forma. La forma è
simultaneamente il principio dello schematismo e del processo, essa è quindi la struttura che
costituisce essenzialmente, individua e definisce un fenomeno, la legge che regola il movimento di
generazione e di produzione del fenomeno.

I limiti scientifici del metodo baconiano

Il metodo baconiano non ebbe grande fortuna, fondandosi su di un tronco dell’Aristotelismo. La


logica dello sperimentalismo scientifico era già stata trovata nella matematica, ed in Bacone la
matematica ricopriva un ruolo superficiale se non deleterio, aggregata a fisica e metafisica, inutile
alla ricerca scientifica, posta al termine della filosofia naturale, talvolta addirittura causa di
corruzione della filosofia naturale. Lo sperimentalismo rimane nei quadri della metafisica
aristotelica, e fallisce nel fornire alla scienza un nuovo organo di ricerca, tuttavia bacone riconobbe la
connessione tra scienza e potenza umana.

Potrebbero piacerti anche