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LA PROTESI
DELLA LITURGIA
N E L
RITO BIZANTINO-GRECO
GROTTAFERRATA
Scuola Tipografica !talo-Orientale U s. Nilo"
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ben presente che fa parte sostanziale, la parte centrale di que
sto studz'o sara l'aspetto storico della Protesi. apposito altarino quanto sara necessarn allo svolgimento del
Per determinare sempre piu questa trattazione, aggiungia suo rito, rivestiti degli ab£ti sacri vanno a compiere la prepa
mo quanto segue: non intendo qui parIare di quella prepara razione della materia sacrijicale. Dopo i consueti inch£ni, al
zione, che riguarda la confezione della materia sacrijicale, sia termine di una jormola, il sacerdote prende il pane e la lan
che essa possa essen iffettuata dai ministri, sia che venga cetta; con questa togHe il quadrato dalla 7tpooepopa., incidendo
presentata dai jedeli: ma il mio intendimento si e di trattare 10 nei quattro lati,' per il lato destro usa questa jormola: «Co
della Protesz~ in quanto essa jorma un rito integrale della me pecorella ju tratto al macello »,' per il lato sinistro: ~ e
liturgia, C£oe di quella preparazione della materia del pane e come agnello immacolato, muto dinanzi a chi 10 tosa, cosi egl£
del vino, che il ministro compie nel santuario sopra l'altari non apre la sua bocca»,' per il lato superiore: «nella sua
no detto 7tpo&so~£, in vista dell'atto consecratorio, che si veri umilta il suo giudizio fu esaltato»,' per quello injeriore:' «e
fichera sopra i nominati elementi, la generazione di lui chi la spieghera? ».
Premesso cosi 10 stato della questione, e seguendo la giu Tolto cosi il quadrato, chiamato &'I.l-vo£, £I Sacerdote 10 pone
sta regola di procedere dal noto all'ignoto, e d'uopo presenta nel centro del disco. 11 diacono, che ad ogni inc£Sione avra detto
re in queste pagine I'esposz'zione della Protesi attuale nella 1£ « preghiamo it Signore», tenendo ete'llato l' Orarion, alt'ultima
turgia bizantina, incisione invita il sacerdote a sollevare I' &'I.l-vo£,· il celebrante,
Lo stampato, che d servira di base in questa, esposizio jacendo entrare la lancetta dalla parte destra della pros/ora,
ne, sara I' Eucologio di Benedetto XIV (I); dupl£ce e il jat alza il s. pane rC£tando una formola; ed ancora all'invito
te che C£ sug-gerisce di servirC£ di tale Eucologio: a) Scien del diacono di 1acrijicare, il sacerdote vi incide un segno di
tifico: senza volere per adesso entrare in una disquisizione cri croce con la relativa jormola,· infine, voltando £I s. pane, ove
tica della parte redazionale del testo, dato cke un fatto l£tur e impressa la oeppa.y[~, e trajigg-endolo a destra, dice: ~< Uno dei
gico approvato J un jatto canonico, e molto ragionevole che soldati con la lanC£a apri il suo Costato, e tosto ne usci san
noi prendiamo la disposizwne pontijicia come la direttrice di gue ed acqua... 'I!,' a queste parole il diacono versa nel calice
ogni manifestazione di culto e come regolatrice di ogni azio vino ed acqua, che il sacerdote benedice, Questi estrae quindi
ne l£turgica,. b) Dottrinale-religioso: perche esso mi e dato la particola di jorma triangolare in memoria della Vergine
dall'autorita ecclesiastica, dall'autorita stessa papale, che da e la pone alIa destra dell' &'I.l-vo£, po£che la Vergine « quale
sacerdote ossequente alIa medesima vogl£o seg-uz're ed ubbidi regina in manto d'oro con ogni varieta di ornamenti'l! deve
re, sino a cke la stessa auto? ita non d£Spong-a altrimenti. assidersi al posto piu degno. AlIa sinistra dell' &'I.l-VQ£ mette
Aprendo dunque I'Eucologio di Benedetto XIV in quan varie part£cole, e Ie dispone in tre serie, e tre per ciascuna
to rig-uarda la Protesi, vi troveremo questo procedimento: II sem, in modo da jormare un novenarn, commemorando An
sacerdote insieme con. il diacono, il quale avra fweparato su geli e Arcangel£, Prqfet£, Apostoli, Gerarchi e Dottori, Mar
#ri, Conjesson, T aumaturghi, i tkeopatori Gwacchino ed An
na insieme al santo del giorno, ed i1(, ultimo S. Giovanni
(I) Ed. di Roma 18 73.
Lr£Sostomo (oppure S. Basilio. se si cetebra la liturgia ba
s-iliana).
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Sotto I' &f.Lv6~ si p01zgonoaltre particole, facendo men dicato aIle fonti della protesi, sulle quali si e att£nto per una
zione delle autorita ecclesiastiche, degl£ oblatori, dei vivi e dei posit£va esposizioue del presente lavoro.
de(unt£, a piacere del celebrante; il diacono anche fa Ie sue Presentate COSt" Ie basi, entreremo subito a considerarne
commemorazzont.
le varie part£ 0 megl£o Ie quest£oni, con cui si imposta mag
Disposto COSt il s. pane, il sacerdote con relat£ve formo.
giormente nella sua cornice. Dove avveniva il rzto della prO"
Ie copre il disco ed il cal£ce med£ante appos£ti veli, ed il tut
tesi? In sacrest£a.9! Nel santuario? Su t'altare maggiore? Su
tovien coperto da un grande velo, detto «&rjp». Alt'invzto
un altarino ai lat£? Ecco a quanti punti interrogativi cerche-·
del diacono, dopo tre inchini prqfondi, il celebrante redta so
reme di rispondere in un secondo capitolo.
pra i doni la preghiera della protesi: in essa si fa menz(one
Viene da se quindi dover trattare del momento, in cui
del Salvatore, quale pane celeste e cibo di tutto il mondo, e si
si effettuava tale rito. Presentemente esso avviene all'iniZ£o del
prega il divin Padre a voler Egl£ stesso benedire la protesi,
la liturgia, e piu precisamente prima delt' eOAoy'tJl1EV'tJ..• ; ora
a ricordarsi degli oblatori e d£ coloro, per i quali si qffre,
si puo ben domandare, se questo sia stato sempre tl momento
ed infine si domanda una vera irreprensibil£ta nella celebra
della prote.li, oppure non ~debba ammettere, che in qualche
zione dei divini misteri. Si termina quindi con la consueta
periodo di tempo esso sia stato comPiuto in altro momenta del
&1t6Al)at~. la l£turgia. Tale quest£one formera la materia del terzo ca
Tale e in breve 10 svolgimento attuale del rito della Pro pitolo.
tesi secondo la redazione detl'Eucologio di Benedetto XIV. Nella redazione eucologica di Benedetto XIV, come an
Tra Ie part£, di cui consta la l£turgia, la Protesi e sta che netle altre, la partecipazione del diacono alIa Protesi. eben
sta quella, che ha subito una straordinaria evoluzione: da una notevole, St da poter egli stesso, alIa guisa del sacerdote, p.,.en
semplicissima preparazione della materia sacriJicale, come ve dere una aeppcx.yCocx., togl£erne Ie particole e fare Ie varie com
dre1ho, si e giunti ad avere un rituale vero e prc;prio, carat memorazioni a suo piacere. Questo fatto ci spinge ad indaga
terizzato dalla prol£ssita delle sue formole, dal simbolismo del re se tale padecipaziomJ diaconale sia stato un fatto normale,
le sue azioni cerimonial£ e da una certa esagerata ricchezza o non piuttosto una ingerenza, la quale indi trasmodo sino al
in tutto il suo apparato. Questa evidente evoluzione della pro junto di tentare una vera sost£luzione del sacerdote in un at
tesi, questa espressione rituale rimarchevole di un atto, che, sem to, che di sua natura appart£ene a quest'ultzmo. E cio sara
pliC£ssimo di sua natura, non richiederebbe alfatto una tale trattato nel quarto capitolo.
lungaggine di riti, ci induce a considerare Ie sue varie part£ II quinto si aggirera sui rit£, che nel progresso dei se
nelle !oro dtfferent£ fasi evolut£ve. coli hanno accompagnato 10 svolgimento della protesi. La sua
Saranno varii i caPitol£, in cui presenteremo questo stu espressione rituale e costitu£ta dalle varie formole e dalle con
dio su la Protest:- e ben chiaro che in ogni indagine su un comitant£ cerimonie. E p'feC£samente da questo cumulo di for- .
determinato fatto, la prima quest£one che si presenta allo stu mole e di cerimonie, cke risalta ai nostri occhi la forte evo
dioso, riguarda Ie font£, su cui si basa, in modo da otfrire luzione della protesi, la sua proliss£ta ed il suo progressivo
quelh specie di sicurezza posit£va, che e anche necessaria ad arricchtmento. Procedendo gradatamente dalt'apparizione della
ogni ragionamento induttivo; it primo capztolo percio sara de protesi nel rito bizant£no sino ai giorni nostri in quanto riguarda
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4c'KA}!'A~~t4.B% >l )S(-¥¥ d.iQQL. ··ra . C" 5;,f.t",h. s.w:, ;::os;; -"~"'-,",-~:;: W--, J~'''''''''~'''*-:'>'J ,;;;;;;z'" .~--:""""",~~~~,,:,~'
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£ suo£ r£t£, no£ constateremo £ d£versi stadi, £n cu£ essa si e g-uardera i redattori del testo, poiche ben si sa che non 'In
trovata, po£che e certo che tutto questo multiforme r£tuale non tutti i tempi si e avuta la possibil£ta di procedere negli stu
si e jormato tutto ad un tratto; onde c£ sara necessario vede di liturgici con criter££ scienttjici e critz"ci, ma riguarde1'a ob
re £nqual momento e per quali motivi la protesi acquistasse biettivamente la protesi in se.
man mana uno sviluppo semprepiit crescente. Considereremo Per ricapitolare qUa1'lto si e detto in questa introduzione,
quind£, £n una visione d'insieme, Ie varie partt~ d£ cui e costi presentiamo l' enumerazione dei varii cap£tol.. .~ di cui consterrt
~ tuita la protesi: e cioe Ie jOl'mole concom£tant£ Ie vane inc£ il presente lavoro:
sion£ suI s. pane,. Ie j01'1nole, che accompag-na1fo Ie molteplic£ Cap. I. Fonti della protesi.
part£cole commemorat£ve,' la preghiera sui ss. doni ed inftne Cap. II. Luog~a protesi,
l' Ct1tOAUOL£ ossia £1 congedo. Cap. III. Tempo della protesi nella liturgia.
Dopo aver cercato di penetrare tutle Ie suddette varie Cap, IV. Ministro della protesi.
quest£oni, v£en ben naturale che la nostra attenzwne s£ jerm£ Cap. V. Ritz" della protes£,
su un sesto cap£tolo, nel quole vedremo che s£gnijicato, che Cap. VI. Sig-nijicato e carattere della protes£.
carotten c£ present£ la Protesi. Ha essa un caratkre £mmola.
tivo.'! .0ppure semplicemente un carattere oblat£vo? 0 meglio an Epilogo - Esame critico della protesi nella sua redazione
cora t'uno e I'altro £nst"eme? Certamenle non possiamo jermar attuale.
c£ a quella materiale d£sposizione degli elementi sacrificali, e.
non ricorrere al valore s£mbolico, con cui potremo jJrocedere
nella considerazione del suo s£gmjicato, della sua natura, del
. suo carattere,. e cio si rende manifesto da/[l£ atti e dalle jor
mole, che accompagnano I'az£one l£turgica della protest",
Presentate COSt Ie var£e quest£oni att£nent£ fa protesi,una
brevus£ma append£ce al sesto capitolo cerchera di esporre la
relazione tra la mentalita, 10 spirito bieantino rispetto a
N. B. - Teniamo a far notare che la nostra esposiz£o
questa sviluppo r£tuale della jJrutest",· e con questo potremo jor
ne riguarda d£rettamente la protesi del n'to bizantino-greco,.
se assegnare Ie cause ps£cologzehe degli sviluppi general£, che
qu£ndi non entra nel presente lavoro quanto nYerir si possa, ad
in maten'a l£turgica s£ sono veriftcat£ attraverso i secol£ nel
ritobizantino-greco. esemp£o, agli slavi, ai rumeni ecc... (molto menD agli altr£ n'
ti, come all'armeno...),. non ci soiJermeremo pertanto su alcun
A tutta questa trattazione della Protesi, vista in modo piu
esemplare slavo stampato 0 ms.,· unicamenle a verifica de£ nostri
speciale sotto £1 .suo aspetto storico, ag-giungeremo a' mO di
asserti porteremo qualche argomento dalle verStoni, che abbia
ep£log-o una quest£one cn"tica, che esaminera la redazione at
mo avuto agio di studiare nei varii articol£ del volume" Xpu.
tuale del rito della stessa,' naturalmente questa esame critieo
.aoo'to,...Lxti '" gia citato nella b£bliografia.
non avra attro va/ore, che quello d£ uno stud£o privato, basa
to su va,u legg£ t£turg£che,' qu£ndi un tale esame non n' 2
-- '!
, CAPO I
II
nei XpuooO't0f-LLXIX dal P. Placido de Meester, tutto ci e ser
vito q uale attima base di svolgimento per il presente lavoro.
II
II
- II
II
. Ii
I. - F ONTI LITURGICHE
- 22
- 23
(14) A. Rocchi, p. 26 5.
(15) Brightman, p. 544, VIII.
(16) Dmitrievskj, E1>XOAOyt" p. 170. (18) Dmitrievskj, E1>XOAOyt" II, p. 262 sq.
(17) Rocchi, p. 249. (19) A. Rocchi, P.9.
".7"-~-'T""_"
- 24
- 2S
va una uniformita ed una stabilita nella celebrazione della
liturgia, se non aItro per il fatto che, nel trascrivere i co Ie chiese di rito bizantino,· poiche, ad esempio, in cio che
dici, gli amanuensi arbitrariamente aggiungevano sovente riguarda Ie varie commemorazioni nella protesi, indicano
o toglievano, cambiavano quanto lora sembrava modifica piuttosto speciali obbligazioni di tali commemorazioni, che
bile ed adatto a mutamento. Fu it patriarca Filoteo, che i fondatori di monasteri solevano imporre ai monad.
nel sec. XIV tento di introdurre tale uniformita mediante Avremo cosl agio di considerare qualche parte del ti
Ie sue costituzioni patriarcali ; e, sebbene non riuscisse pie pico di Irene Augusta del sec. XII, fondatrice di monaste
namente nel suo intento, pur tuttavia fu il felice inizio di ri di religiose, come anche altri tipici ancora del sec. XII,
un certo ordine nel campo Iiturgico. Per aver questa desia di Nicola Mistico sotto l' imperatore Manuele Comneno
ta uniformita bisogno aspettare Ie edizioni impresse sia di (1143-1179), un tipico di S. Saba da un codice Athono-Pa
eUXClAoyta, che di Aet'tClupytxci. tmense del sec. XII, ed un altro del medesimo, conservato
Una speciale attenzione riserveremo all' opera veramen in un codice del sec. XIV.
te capitale del dotto Goar, che giustamente e ritenuta il Quanto ad attestazioni particolari patristiche, riguar
lavoro liturgico pili saliente del sec. XVI. danti direttamente la questione nostra, certo non ne abbia
mo in grande numero ed apodittiche; rna varie lora espres
sioni e dizioni ci indicano alcuni punti particolari della pro
II. - FONTI GWRIVICHE
tesi, come ad esempio, intorno al luogo della sua celebra
zione, intorno al momento in cui essa avveniva durante la
liturgia e cosl via.
Lo studio a questo riguardo evidentemente tocca in
Dei canoni conciliari, congiunti a qualche trattato, che
una parola il «jus Iiturgicum ,) bizantino, espresso nei ca
vorremmo chiamare di ordine attinente la corte imperiale,
noni conciliari sia nelle leggi liturgiche, stabilite dai 'tumxci,
come per esempio, l'sx&scnc; 'tflc; BaotASCClU 'tci~swc; di Costan
sia anche negli scritti dei SS. Padri e nei trattati civili di
tino Porfirogenito (a. 912 - 9 S8) e il <. IIspl 'twv 0'f)OtXtaACwv
imperatori bizantini, data la grande influenza, che I' autori
'tClU 7taAa"CCClu Kwvo"Cav'ttVClU7tOASWC; xal 'tWV o)O)OtxCwv 'tflc; f-lsyci
ta imperiale esercitava sugli affari ecc1esiastici; sono anco
A'f)C; 8xxA'f)oCac;», i quali ci fanno conoscere gli usi della gran
ra da aggiungere quegli scritti di varii patriarchi costantinopo_
grande Chiesa di Costantinopoli. la questione e ci saranno certo di aiuto nella presente trat
tazione.
Sebbene Ie disposizioni dei 'tumxcX dei varii monasteri
Ma cio che ancor pili interessa il nostro studio ed at
possano avere una certa importanza, pure questa non e da
sopravalutarsi, perche, come osserva giustamente il Prof. M. tired la nostra attenzione nel fatto legislativo liturgico, <;a
4 ranno Ie costituzioni patriarcali, che hanno toccato la nostra
Hanssens nel II volume delle sue «Institutiones liturgicae » 1
t questione.
a p. 190, da tali documenti monastici difficilmente si puo
concludere qualche cosa di assoluto per l' uso comune del E' del sec. XI, 0 forse anche del X, quella «~tci"Ca~tC;
"C'ljc; 7tpClOitClf-ltOijC; 7tapcX "CClU 7ta'tptcipxClu Kwvo'taV'ttVOU7tOASWC; o"Ca
- 27
- 26
0
ne, ma i1 fatto stesso che Anastasio verso l' 87 ne fece
ASLOct tip 'XUp IIcttlAq> KctAAm6ASw£, che descrive l' ordine della una traduzione latina, ce 10 fa rimontare almeno al sec. IX.
1tpoo'X0/-L~8ij almena del sec. XI. Un' altra opera ci viene offerta dal trattato di Teodo
Non meno interessante e la costituzione di Nicola il
ro, vescovo di Andida (sec. XIII), nella sua nota «IIpo&sw
p[ct 'XScpctAct~WClSW~ 1tSpt t6w $',1 t'Y.j AS~ tOUp"(Lq. "(~ vop.svwv (j1)l1~6
Grammatico, patriarca di Costantinopoli (1084- 1 11 I), inti
tolata: «Dept to!) 1t(J)£ 0cp{AS~ 1tO~stv 6 [spsu£ tijv 1tpoo'(.Q/-L~8~v ».
La nostra considerazione si fermera specialmente su AWV 'Xctl l1UClt"fjp[WV 21 " .
11 Commentario liturgico dello Pseudo- Sofronio ci som
un documento patriarcale del sec. XIV, che si e fortemen
ministra diverse notizie su la nostra questione, e, data la
sia stato una fase quasi definitiva della liturgia, sl da po zioni. I secoli XIV e XV ci h?nno dato dei grandi liturgi
ter affermare che l' odierno ordine nella medesima ris~le sti, quali un Nicola Cabasilas ed un Simeone Tessalonicen
a questo documento: e la d~atct£~£ tot> ep~AOeSOU 1tct'tp~apxou se, delle cui opere ci occuperemo pili oltre. Gli usi descritti
KwvOtctvt~vou1t6ASW£.
dal Cabasilas sembrano essere approssimativamente quelli
Numerose sono Ie pubblicazioni di commentariL sia an In questa classifica di fonti storiche entrano pure tut
tichi che recenti; tralasciando altri di minore importanza, te queUe notizie, anche brevi, che riguardano la protesi:
qui non nomineremo se non quelli, che godono di un indi ad esempio il «De Paschate» di S. Eutichio, i1 «Sermone
scutibile valore. storico» di S. Gregorio Decapolita e «De liturgia praesan
Fra i vari commentarii nel vasto campo liturgico, ha
ctificatorum» di S. Teodoro Studita.
sempre goduto popolarita e valore presso j liturgisti di ogni
tempo, i1 Commentario liturgico di S. Germano, patriarca
costantinopolitano. Molto si e discusso suI vero autore di
ApPENDICE. Traduzioni: A nessuno pub sfuggire il fat
tale commentario; c' e chi l' attribuisce a S. Germano I di
to, che nelle pili antiche traduzioni liturgiche noi possiamo
Costantinopoli (sec. VIII), c' e chi 10 vuole derivato da
incontrare l' origine genuina di una data questione, che si
Germano II (sec. XIII). Attraverso 10 studio liturgico di
prenda a trattare. Se si sonO perduti dei formularii di Ii
P. Nilo Borgia, Jeromollaco della Badia di Grottaferrata,
turgie, ad esempio del sec. IX e X, avendo in nostro pos
«11 Commentario liturgico di S. Germano, patriarca costan
sessO delle traduzioni, che risalgono a tale data, noi potre
tinopolitano, e la versione latina di Anastasio il Biblioteca
roo ben facilmente ricostruire quanto ci manca. Ne segue
rio» Grottaferrata, 1912, risulta come esso, eHminati aleu
ni elementi, che non possono essere parte della redazione
primitiva, debba attribuirsi a S. Germano I (t 740). Non
e il caso di dover entrare a lungo nella presente discussio (21) P. G. 140, col. 416-468 .
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- 28
cusano ad esempio due edicole, due absidiole intorno aI L' esistenza di due piccole absidi, di due camere ac
l' abside centrale, allora la nostra supposizione riveste maggio canto all' abside centrale, che dettero luogo alla protesi e
re att~ndibilita. Esempi di questo genere si avevano molto al diaconicon e anche indicata dal Diehl nel suo manuale
tempo prima di Giustiniano: «... a I' epoque ou Sainte-So di arte bizantina. Nel capitolo della maniera di costruire
phie fut reconstruite par Justinien, il y avait longtemps que presso i bizantini al VI secolo, descrivendo la basilica e Ie
I' abside centrale etait assez regulierement flanquee de deux sue diverse parti, dice: « On y distingue deux parties es
edicules, qui pouvaient etre consideres comme des massifs sentielles: Ie naos, reserve aux fiUeles, Ie bema ou sanctuaire
de ma~onnerie plutot que comme des absidioles. C' etaient reserve au c1erge... C' est l' ab~ ou xorx'f) au pourtour
en realite moins des pensees architecturales que des preoc de laquelle des gradins demicirculaires sont destines aux
cupations utilitaires, qui faisaient adapter au fond de I'egli pretres; au milieu de ces gradins se trouve la cathedra ou
se deux locaux pouvant servir de sacristie et repondant thronus de l' eveque. En avant est place I' autel (area "Cpa
aux pastophoria reclames par les Constitutions Apostoliques. 1ts~a), surmonte, d' un baldaquin ou ciborium... De bonne heure
Cette disposition se rencontre generalement a peu pres par· dIe (abside) fut flanquee de deux absides laterales, a gauche
tout, en Afrique, en Syrie, en Asie-Mineure, jusqu 'en Istrie. la prothesis, qui sert a la preparation des especes, a droite Ie
Parfois les absides sont trois niches prises dans I'epaisseur ataconicon qui sert de vestiaire au c1erge. Le plan a trois
de la muraille du fond de I' edifice, sans aucun relief sur Ie absides, qui manque encore a Sainte-Sophie, se generalise au
pourtour exterieur pour les deux absides moindres, parfois VI siecle, ou on Ie rencontre en Syrie comme en Asie-Mi
meme pour I' abside principale. Dans I' usage byzantin neure, a Salonique comme a Parenzo et a Ravenne» 5.
l' abside principale contient seul un autel ; les absidioles Non e inopportuno aggiungere quanto scrive H. Le
sont destinees a servir de diaconicOn et de prothese. Les clerq: ~ De bonne heure les divers services dependant de
~ bsidioles sont frequentes au VI siecle, en Syrie, au Sina"i 3•••
la basilique chercherent a epargner Ie plus possible les al
n Butler considera e pone sotto un attento esame l'arte lees et venues et, au grand detriment de l' edifice, on vit
religiosa in Siria, penetrata poi a Bisanzio, dei secoli IV d' humbles constructions trop manifestement etrangeres au
V-VI. Dopo aver detto che tutte Ie chiese in Siria hanno plan basilicaL venir se coller au mur de I'edifice et se met
alcuni tratti comuni, come ad esempio I' orientazione con il tre en comunication avec lui par des portes basses, qui ne
santuario verso Est, la divisione in navata, santuario 0 pre sont pas moins prejudiciables a I'harmonie des murs interi
sbiterio ecc..., asserisce che rnolte possiedono due camere eurs que les masures ne Ie sont aux murs exterieurs. Ces
ai fianchi del santuario, cui furono dati i nomi di protesi locaux avaient des noms en rapport avec leurs appropria
e di diaconicon. La protesi era la camera, ove il sacerdo tions liturgiques: on les appe1ait diaconicum, gazophylacium,
te ed il diacono compivano la preparazione delle oblate; il secretarium, vestianum, thesaurus etc... Leur place etait
diaconicOn invece costituiva una specie di sacristia delle contre Ie mur du fond de la basilique aux deux cotes de
chiese d' Occidente. 4. l' abside ou bien contre I' abside elle.meme» 6
- 34 - 35
Presentate cosl queste varie descrizioni archeologiche, re ad una (pecie di artoforio. Che poi fosse in vigore l' uso
che ci fan no pensare adambienti adibiti ad azioni liturgi di conserv~~~ Ie ss. Specie, 10 si puo intendere da un te
che, que! che pill interessa maggiormente il nostro studio sto di S. Atanasio, il quale dopo aver parlato dei maltrat
si e, il considerare i documenti ecclesiastici antichi, che, tamenti usati dagli etnici contro i monaci, Ie vergini ecc... ,
dietro una breve ana!isi, ci possono offrire degli elementi cosl prosegue: «Sancta mysteria de quibus violatis Maca
di un possibile e probabile esempio di luogo preparatorio rium presbyterum accusabant, ab ethnicis direpta sunt et
per Ie oblate. in terram proiecta» ".
Sia che si dia il nome di pastophorium, sia quello di Tutto cio pero se c' induce a pensare all' esistenza di
(( locus commemoration£s», sia anche quello di secretarium, un luogo, quale custodia del SS.mo, non ci dimostra che
Ie varie esposizioni di queste testimonianze pill 0 meno esso servisse anche alIa preparazione delle oblate, sl da po
coetanee (sec. I V) ci prospettano un quid simile dell' odier tersi identificare con l' odierna protesi. Ebbene,ci sia leci
no altare della nostra protesi. to ricorrere a qualche basilica di Occidente, tenendo ben
Nelle Costituzioni Apostoliche, Ie quali descrivono co presente che cio non deve generare alcuna difficoldl. per il
me debba essere il tempio cristiano, noi leggiamo: «Kcxt fatto che nei primi tempi dell' arte religiosa cristiana la ba
7tp6r'Cov !-LEV 0 oYxo£ EcrrW en.L!-L~x"l)£, xcx'tel. eXvCX'tOAa,£, s~ excx'tspwv silica dell' Oriente ellenistico non si distingue nei suoi trat
'twv !-Lspwv EXWV 'tel. 1t:cxa'toep6p~cx 1t:p?J£ eXvCX'tOA~V, oa't~£ EO~XSV ti essenziali da quella occidentale 12; non mancano in va
V"I)t." 7. rie basiliche d' Occidente -esempi di due absidiole fiancheg
Che cosa costituissero questi due « pastoph01ia », non gianti l' abside grande, nelle quali si collocavano la pro
e dato saperlo con chiarezza, poiche c' e chi Ii fa cor tesi ed il diaconicon: «In alcune basiliche, specialmente a
rispondere a due sedili 8, chi Ii fa equivalere ai due porti Roma, scrive Marucchi, (che del resto io cito qui unica
ci del Testamentum Domini 9.; a parer nostro pero, con mente per il lato archeologico), una traversa tagliava la
siderando un altro testa delle medesime Costituzioni, sem principale e in fondo aIle due absidi con cui terminava,
bra che possano avere una buona relazione con il nostro erano eretti due piccoli altari, dove si cominciava e si fini
supposto: «Kcxt o'tcxv 1t:a,ns£ !-LS'tcxAa,~wa~v xcxt 7tdacx~, Acx~6ns£ va (protesis-apodosis) l' oblazione del Sacrifizio, come anco
OL Ota,XOVOt 'tel. 1t:sp~aas6acxvtcx sLacpsps'twacxv SL£ 'tel. 1t:cxa'toep6p~cx»
10. ra si pratica in parecchi riti orientali. Questa disposizione
Da questa non e difficile dedurre la presenza di un si puo riconoscere in Roma nelle rovine della basilica di
altarino od alcunche di simile, ove il diacono, avvenuta la S. Valentino, su la via Flaminia» 3 • 1
comunione «di tutti e di tutte», andava a deporre Ie ss. Cio premesso, consideriamo un testo di S. Paolino da
Specie rimaste, di modo che il past%rio abbia potuto servi Nola, che credo potra dare qualche schiarimento alla nostra
questione. II santo Vescovo manda a Severo diverse iscrizio
potrebbe prospettarsi I'idea, che i fedeli portassero ivi ogni un'espressa dichiarazione di una concomitante azione liturgi
sorta di offerte, tra cui anche quelle necessarie per il divin ~ ,
ca, gia all' inizio del sec. VIII oppure anche tra i secoli
Sacrifizio, Ie quali venivano quindi presentate al «lo -:J VIII e IX, ci troviamo di fronte a dei documenti, che co
cus commemorationis», che si trovava nel santuario? In
questo modo potrebbe spiegarsi forse la relazione di questi
( minciano a parlare di tale azione liturgica, del suo rituale
semplicissimo, che poi, man mano prese uno sviluppo tale
due luoghi. intornoa cui si ha menzione di offerte; nel da giungere ad una sistemazione da parte dell' autorita. ec
primo (diaconicon) dunque si sarebbero distinte dalle altre c1esiastica sotto la denominazione di «rito della protesi ».
Ie offerte prettamente eucaristiche del pane e ~el vino, nel Prima di trascrivere i testi in questione, e d' uopo pre
secondo (locus commemorationis) sarebbe avvenuta la pre mettere qualche pensiero intorno alIa par01a usata per in
sentazione delle mf'desime per la desiderata menzione nel dicare il luogo della preparazione delle oblate; e cib e be
la liturgia. ne notarlo, perche, mentre in varii mss. e varie opere di
Tengo a ripetere che ho esposto questo pensiero a liturgisti si trova la parola llpo&sat~, in altri, anche ve
puro titolo di interpretazione personale, non senza aver nerandi per antichita, incontriamoespresso soltanto 10 oxsuo
avuto presente pero I' elemento della commoda praticita. da cpuAcixLO\l, ove precisamente si preparava anche quanta era
osservarsi negli svolgimenti liturgici ; ed inoltre non inten necessario alIa celebrazione del divin Sacrifizio.
do generalizzarne la portata, poiche potra essere stato sem Questo axsuocpuAcixLO\I pub identificarsi con la nostra pro
plicemente una disposizione locale. Nel documento in que tesi? Dal commento dei vari testi, che stiamo per riporta
stione riscontriamo ancora un fatto innegabile: il luogo dei re,' sembra che si possa rispondere affermativamente.
presbiteri si doveva trovare nel santuario «intra velum» Nella MUO'tLXij &SWp{1X leggiamo: «<R 1tPOOXolLLOij 1j jS
e vicino al «locus commemorationis » ; dalle varie piante si puo \lolLs\I'Yj ~\I 't<j} &UOLIXa't"fjp{cp, ~'tOL S\I 't<j} oXSUOcpUAIXX{cp, SlLcplX{\lSL
dedurre che i posti presbiterali facevano corona al trono 'tOU XPIX\I{GU 'to\l 't01tO\l, S\I lj) ~O'tIXUpW&"fj 0 XPLa'tO~ ... llpos'tu1tw&'Yj
episcopale, collocato dietro l' tXj{1X 'tpcbtSCIX, 18; onde anche o XPIX\lO~ ou'to~ S\I 't<j} , A~plXalL o'tS ~cp' 6\11 'tOO\l OpSW'f sxs{\lW\I,
qui si potrebbe avanzare l' idea che la posizione di questa 'tou asou xSAs6olX\l'tO~, 'to &UOLIXa't't/pLO\I Ex A{&W\I S1to{"fjos XlXt sa't{
'i
I
:; «locus commemorationis» (anche mobile), come sarebbe ~IXOS ~6AIX xlXl s&"fjxs 'to\l utO\l 1
9
•
.1
per alcuni il 1tIXPIX'tPcI1tsCO\l, farebbe pensare ad una relazione L' etimologia della parola - axsuocpuAcIXLO\I - ci indica la
,l il custodia dei vasi sacri. Ora nessun motivo ci esc1ude la
;:i con l' altarino della nostra protesi attuale.
"
I"
I:;
fatto altro che indicare la probabile esistenza di un luogo dato sopra la stessa testimonianza di S. Germano. Questi
di protesi, di cui I' odierna sia la continuazione, senza pero
~ 40 - 41
al principio del suo commentario si intrattiene suI rito del e che quindi, ben si potrebbe identificare con la protesi;
la protesi e parla espressamente dell' Gi[Y'COc; "C1)~ 7tpo&sosw~; nessuna meraviglia quindi, se nei molteplici mss. posteriori
;1
(
k:W:
dopo la dimissione dei catecumeni tiene ancora parola del a questi secoli troviamo espresso il nome ora di oxsuocpuAci
la «7tpooxoj.1~o~ ~ ysvoj.1svYJ, la quale « e stata compiuta» SV XLOV, ora quello di prothesis, il cui uso d' altronde si va
"Cif> &uo~cxo"CYJpCcp ~"Co~ SV "Cif> oXSUOcpUACXXCcp ; sembra qui, che con ~, ~ ~ sempre pili generalizzando ed affermando.
~I
Ii
Ii l' espressione SV "Cif> &uo~cxo"CYJpCcp voglia significare il virna in Simeone Tessalonicense identifica apertamente l' uno
genere, mentre con 10 oxsuocpuAcixLOv designa pi u specifica e l' altra, indicando il significato della protesi in questi ter
tamente il luogo, che naturalmente non cleve ricercarsi fuori mini: «<0 SX 7tACXYCOU os "Cou ~~j.1cx"Co~ "COU 0 Xsuo cp UAcx xC 0 U
del virna, il che fa pensare ad una identificazione con la "C07tO~, 0 ~ Xcx 1 AS YS"C cx ~ 7t P0&S0 ~~, "C~v BYJ&ASSj.1 xcxt "Co 07t'~
nostra protesi. Inoltre il santo dice, che ec;so indica il luo A(xLO'i o~cxypcicpst. u O&sv XCXt w~ sv ywvCrt- 6O"CCv, XCXt "Cou 8 uotCX
go del Calvario, che fu raffigurato dall'offerta e dal sacriti o"CYJpCou OU 7tOppW, sl XCXt 1toppw"Cspw 7to"Cs 6V "COt~ j.1syciAo~<; fJocxv
zio di Abramo; ora il fatto che nella edicola della protesi VCXor~ o~a. "C~v CPUACXX~V"Cwv oxsuwv. To SV ywv[q. 01J'i srVCX~ "Cou
si rappresenta spesso questa sacrifizio, ci conferma nel no 'to OYJAOr, 't~v 't1)<; 7tpw'tYJ£ ;tcxpouoCcx£ 7t1:WxstCXV 'tou 'I-tjoou, XCXt
stro giudizio. 'to 7tSV~Xpov 'tou xwpCou XCXt &cpcxvs~ OXSOO'i 'tou 07tYJACXCOU XCXt CXt>
Se poi noi abbiamo qualche altra testimonianza qua 'tOOXSOLOV» 20.
si contemporanea e di poco 'posteriore a S. Germano, la Goar, parlando dei due altarini, che si trovano uno
quale battezzi il luogo della preparazione con il Dome di opposto all' altro nel virna, COS! si esprime: « ..... Hinc
npO&eO~~, allora la nostra congettura si corrobora maggior inde itaque duas media minores absides advertimus, ubi H
mente; difatti non sembra possibile che in COS! poco tem et L litterae in tabula sunt exaratae (rimanda COS! allo
po, quanto corre tra S. Germano e S. Teodoro Studita, specchio, in cui egli tratteggia il tempio bizantino): et in
del quale appunto intendiamo parlare, sia state operato un dextera quidem parte H oxsuocpuAcixLOv et eius mensam;
cambiamento tanto importante senza nessuna gradazione e in sinistra vero L 7tp6&so~v et pariter .eius mensam com
'i I senza nessun ricordo storico relativo; poiche il muta monstrat; nam quod ex opposito Symeon Thessalonicensis
"j
'.1 mento della protesi dalla sacrestia (identificata da molti con prothesin in dextero, OitsuocpuAcixLOv autem vel diaconicon
Iii
'"
II' 10 oxsuocpuAcix~ov) all' interno del santuario avrebbe certo rap in sinistro latere collocet, nil nobis ofticit: pro respicien
II presentato un avvenimento di sviluppo liturgico degno di tium enim ad ortum vel occasum mutatione, dexteri etiam
Iii'
I:i: nota e tra tanti commentarii antichi ed opere liturgiche, op vel sinistri lateris mutationem contingere necesse est» 21.
pure anche tra i varii mss. liturgici difficilmente se ne sa Data la testimonianza di Simeone, che abbiamo sopra
iI,,"
rebbe taciuto. trascritta, non si comprende come Goar, facendo parola del
lil II fatto che dopo la communione il diacono depone Tessalonicense, sembri identificare il o~cxxov~xov con 10 oxsuo
'li,ll,'l
I :il nello oxsuocpuAcix~ov Ie ss. Specie rimaste, e che il sacerdo cpuAcixLOv e non la protesi, e vada COS! apertamente contr 0
te, secondo molti mss., recita la preghiera della consumazio
ne nello o'XsuocpuAcix~ov, ci indica, che esso, adibito a S! san
(20) P. G. L. 155, col. 348A
te azioni liturgiche, non poteva trovarsi fuori il santuario, (21) ]. GoaT, p. 13'
- 42 - 43
il vero e non meno aperto pensiero del medesimo Tessalo tesi e vi dispone Ie specie consacrate; segue quindi la li
nicense, il quale della protesi e della CiXSUOepUAtXX~OV non fa turgia dei presantificati; dopo la communione Ie ss. Spe
che una medesima cosa.
Del resto nelle opere liturgiche di Simeone, quali so (
cie rimaste si ri portano alIa protesi e vengono consumate.
S. Basilio) preces scribuntur fieri SV CiXSUOepUAtXXl<p, eaedem Da questi testi risulta solo l' uso. che si fa della pro
illae vel similes in liturgia D. Marci SV O~tXxov~xip leguntur ; tesi per la liturgia dei presantificati; continuando pero a
et quae divi Jacobi liturgiam claudit et in editis scribitur, scorrere ancora un po 10 scritto del santo, abbiamo ,.chiara
ASY0j.1SV"tj ev CiXSUOepUAtXXl<p j.1s'ttX 't~v &SltXV AS~'tOUPYltXV 'tou <AYlOU menzione del rituale della protesi; difatti dopo aver parla
'ItXxwp in ms. codice Barberini..... » 22, considerando tutto to e dato Ie spiegazioni intorno a questa liturgia, aggiunge
questo, dico, noi dovremo anche occuparci di questi testi, che cio (la communione, la deposizione delle ss. Specie su
che sembrano non corrispondere a quanta finora siamo ve· la prot:!si, e relativa consumazione, chiusura delle porte ecc...),
nuti esponendo, il che sara trattato piu oltre. avviene anche nelle altre liturgie, nelle quali ad esempio il
Cio premesso, riprendiamo il nostro esame sui docu il rito della protesi si eseguisce ev 'ti,i &pxi,i, i1 che non si
menti piu antichi, che ci padino espressamente di una pro ha nella liturgia dei presantificati, « ...xtXl 1) 'tSASltX 7tpOCiXO
tesi adibita a scopo liturgico. j.1~0-YJ SV "Ci,i &pxi,i YlVS'ttX~ ~ 2
5
•
Analizzato il testa di S. Germano, che per noi, anche Dopo quanta abbiamo detto intorno all' uso vario del
sotto il nome di oXSUOepUAtXX~OV costituisce un argomento di un nome indicante il luogo della preparazione delle oblate, ben
luogo della protesi liturgica nel santuario, passando al te si spiegano i diversi codici mss., che sovente usano questa
sto di S. Teodoro Studita (sec. VIII-IX), esso ci si presen frase in essi molto generalizzata: «EuX-Yj y~voj.1sv"tj ev 'tip
ta COSt chiaro ed affermativo da sciogliere qualsiasi dubbio
in proposito. Nella liturgia dei presantificati ad un certo
momento della funzione vespertina, il sacerdote va alIa pro
(23) P. G. 99. col. 1688 C.
(24) Idem, col. 1689 B.
(22) J. Goar, p. 14. (25) Idem, col. 1689, C.
~
44 - 45
iJXSUOcpUACXXCrp, cbto{}s!J.svou 'tOU 7tPSiJ~u'tspou 'tou£ &p'tou£ 'tf)£ 7tpO AlIa parola tIno 'tf)£ npo{}siJSW£, in basso si ha la seguen
&SiJSW£ SV 'tip OCiJXrp 26. te nota: «AI. codex addit ~ iJxsuocpu/,cixLov aut iJxsuoqmAci
I
, I 2
, i"
t- Ii E 10 stesso dicasi per gli altri codici mss. coetanei od nulli appellant). Ora queUo che sembrerebbe un errore
anche posteriori r. [3. VII (sec. IX-X), r.~. II (sec. XI), r. [3. IV l' aggiunta dello iJxsuo:puAcixwv, a nostro giudizio indica
(sec. XI), r.~. VIII (sec. XII), r.~. XIII (sec. XIII), tra i quali l' uso, a quanto sembra gia invalso, di chiamare il medesimo
II; del resto si trovano pure molti, che si servono della paro luogo ora con l' una, ora con l' altra espressione; e questa
ill
Nell' antica traduzione della' liturgia Crisostomiana di Del resto e chiara la titubanza dell' annotatore anche solo
I
Leone Tusco, e stabilito in fine che il sacerdote reciti al da quel «mendum videretur~.
11 « sacrarium» la medesima preghiera, che tuttora si dice Nel «Commentario liturgico» dello Pseudo-Sofronio
I:
per la consumazione: «'to 7tA~pW!J.CX 'tOU vO!J.ou xcxl 'tWV 7tpO (sec. XIII) noi constatiamo l' uso indifferente dell' una e
iJI
i"
iii cp't)'twv.....
-
») 28 • dell' altra dizione, per indicare l' altarino della preparazione;
!,I
Data l'identita della preghiera, non credo tale sacra anzi si puo ben sottolineare il fatto, che, secondo la spiega
::iiI'" rium possa intendersi la solita sacrestia, rna un luogo an zione che detto commentario ne da, dipende e si collega,
i; cor piu sacro - la IIp6&siJ~£, - ove avveniva uno degli atti oltre aUa commentatio dell' Andidense, anche, in modo evi
iii piu santi della liturgia, ossia la consumazionft delle ss. Specie.
!:
iI dente, a quel1~ offertaci da S. Germano: con questo di spe
\i •. Nella «Commentatio liturgica » di Teodoro Andidense ciale, che mentre nella «MUiJ'tLXY) 8swpCcx» si ha 10 iJxsu0tpu·
-Ii'I (sec. XIII) si parla spesso della protesi esprimendone il Acixwv, nel commentario dello Pseudo-Sofronio si ha la 7tpO
significato anche sotto l' aspetto simbolico; i testi sono quasi &SiJL£ con la identica spiegazione:
perfettamente identici a quelli della Pseudo-Sofronio, onde 'H 7tPOiJX0!J.LOy) fj ysvo!J.sv't). 'H cXyCcx 'tpcinsCcx O'tjAOr 'to
per non fare inutili ripetizioni Ii considereremo in quest' ul SV 'tip &UiJLCXa't't)pCrp, ~'tOL SV 'tip Ci.ywv !J.v't)!J.srov, SV <j) s'tci:p't), YJ
timo; una mezza parola su una testimonianza di Teodoro, iJXSUOcpUACXXCrp, s!J.:pCXCVSL 'tOU os cXyCcx 7tp6&siJ~£ (; 'tOU Kpcx
corredata da una relativa nota nel Migne. Ecco il testo K p cx v Co U 'tOY 't07tOV, SV <j) SiJ- vCOU 't07tO£ SV <j) SiJ'tcxupw&'fj, xcxl
«'H os 'tWV cXyCwv !J.s'tci&siJ~£, 'tOU iJw!J.cx'to£, Cp't)!J.C, 'tOU dSiJno 'tcxupw&'tj (; XpLiJ'tO£ (S. Germa- oLa 'tOU'to &US'tCXL SV cxu'tip (Pseu
't~XOU xcxl 'tOU cxr!J.cx'to£ tIno 'tf)£ 7tpo{}SiJSW£, xcxl ~ 'tou'twv npo£ no CostantinopoIitano) 3°. do-Sofronio) 3 •
'to &u~~CXiJ't~p~ov s'!iJOOO£ xcx'ta 'to Xspoup~xov, 'ty)v tIno B't)&cxvCcx£ E che questa 7tPO&SiJL£ servisse alla preparazione del
7tpO£ 'IspouiJCXA'YJ!J. o't)AOr 'tOU Kup[ou SriJSAeUiJ~V» 29 pane e del vino per la liturgia, 10 dice un po piu oltre:
'tou iJw!J.cx'to£ 'tou &uo!J.svou 7tcxpa 'tWV LSpSWV. KUpLO£ YJ!J.wv 'I'fjiJou£
XPLO'tO~ xex:W sxcX.o't1)v xex:tex:&uo/-l.svo; 7tspl 'tij~ 'to\) x00/-l.0u ~w'i)~ Ed infatti poche linee appresso aggiunge: « '" Ta arLex:
xex:l ow't1)p{ex:~, w~ SV Kpex:v{ou 't07tcp o'tex:upw&s{~, ou'tw~ xex:l SV 't1) &'1tO 'tij~ 7tpo&sosw~ SW~ 'to\) 8UOLex:O't1)PCou 7tPOSPX0V1:ex:L, StC; 'tU7tOV
6
ft:'(CC{- 7tPO&SOSL 7tex:pa 'to\) tspSW~ 3 2 • 'tij~ 'tOl) x00/-l.0u OLex:rWrij~ 'to\) XPLO'tO\) SW~ 'tij~ 'tex:CPiJ~ ex:U'to\)) 3 •
Proseguendo nella sua spiegazione cultuale sotto l' a ( Dietro tutte queste testimoniaze rimane sempre piu
dimastrato il nostro asserto dell' esistenza di un altarino
spetto dogmatico, dice che, dopo esser stato preparato tutto
dal diacono od anche dal sacerdote insieme, questi vi reci della protesi identificato con 10 oXSUOCPUAcX.XLOV di S. Germa
ta la preghiera: .... «&.cpC·~ow 'tex:1J1:1)V SV 't1) 7tPO&SOSL, 't-fJv SU no Costantinopolitano, e COl i varii documenti e mss. gia
X-fJv SmASrOV1:0~ 'to\) tspSW~» 33. considerati.
II sacerdote, separando l' &./-l.vo~ dal resto della massa, Dall' esposizione della liturgia di Nicola Ca basila del
che servira per l' &'V1:{owpov, imita l' angelo che disse «A sec. XIV risulta, che ormai il nome unico 7tp6&SOL~ e quel
ve» alla Vergine, e quindi «OU'tW 'tOLP:P0\)V &'CP{S'tex:L 'to &StOV 10 usato per indicare il luogo della preparazione delle obla
orJ>/-l.ex: SV 1:1) 1tPO&SOSL, W07tSP SV B1)&j,ss/-l., av&ex: rSrS'IV·~'tex:L 6 .
te; non vi si riscontra affatto 10 OXSUOCDUAcX.XLOV e non se ne
XPLO'tO~» 34. fa alcuna allusione~ Spiegando perche iss. doni non si ?or
Ho voluto riportare anche questa testo, affinche non tina sub ito e direttamente all' cir{ex: 'tpci7ts~ex:, fa menzione del
si pensi, che, dicendo « &slov oW/-l.ex: SV T~ 7tPO&SOSL» questa la protesi (quale luogo), che e Ia sola rintracciata in que
debba intendersi per l' altare, e non piu il semplice altari st' esposizione liturgica: &.PX-fJ os ~/-l.tV S(j1:W 'tWV SV 't1) 7tpO
no di preparazione, come sembra dedursi dalla traduzione, &SOSL 1:SAOU/-l.svwv xex:l ASr0/-l.SVwv ~ &swp{ex:, xex:l 'tOU'tWV ex:u't1)~ 't1)~
che si ha presso il volume del Migne; esso non e al 7tpooex:rwrij~ xex:l 'tij~ owpocpopCex:~. .1Lex:'t1 rap OUX su&u~ st~ 'to
tro che un linguaggio sovente usato, con cui si prefigura &UOLex:O't~pLOV ~rS'tex:L xex:l &US'tex:L, &'AAa 7tpW'tOV w~ Owpex: &'vex:'t[
quanta a:lcora non esiste realmente. Giunto all'inno cheru
bico, al momenta del trasporto delle oblate all' altare, l' au
.
&S'tex:L 'tW 8sw'
.' 37
Quest' unica e rara menzione fatta in modo espresso
tore pren le occasione di tornare ancor una volta suI signi della protesi ci indica, che ormai era ben penetrata nell' u·
ficato del luogo della protesi; e qui usa la parola oxsuocpu so comune la denominazione unica di 7tp6&smc; e la conse
Aa.XLOV, con la medesima spiegazione data sopra alIa prote guente comprensione del Iuogo significato. Che se in talu
si, il che ci indica da una parte l' uso indifferente di ambo ni mss. si vengono ancora a riscontrare altre denominazio
i nomi, dall' altra l' identificazione dei medesimi: «To oxsuo ni, come ad esempio - oxsuocpuAcixLOV ., cia si spiega ben fa
cpUACXxLOV, SV <I> r{VS'tex:L ~ 7tpoox0/-l.L0-fJ s/-l.cpex:{VSL 'tOV 'to\) Kpex:v{ou cilmp.nte, ricorrendo al fatto, che gli amanuensi hanno co
't07tOV, xex:&w~ 7tpos'tU7tw&1) 1:iJ> ' .A.~pex:a/-l. fhs so'to{~ex:os 'ta ~UAex: xex:l piato gli antichi mss. senza introdurvi modificazioni a que
m"fjXs 'tOY utov xex:l &.v~vsrxs 'tOV XPLOV» 35 sto riguardo; e cia per la semplice ragione, che in gene
re gli amanuensi non erano forti in materia; che se al con
trario volessimo supporre in essi una qual certa cognizione
(32) P. G. 87B, col. 3988 D.
(33) Idem, col. 3989 D.
(34) Idem» »» (36) Idem, 87 B, col. 1001 B.
(35) P. G. 87B, col. 1001 A. (37) P. G. IS0, col. 375 C.
-_."._~.!
- 49
- 4 8
questo stesso ms. fol. 12 vediamo che, dopo l' inno cheru
~iturgica, allora si avrebbe una conferma di pili per noi, bico il sacerdote ed il diacono «&7tSpX0V'ttXt ~V 't'?j 1tpo&sost ,. 4
1
in quanto che in questo caso, dato che ormai la parola 1tp6 e trasportano iss. doni e Ii depongono su la s. mensa;
&SCH£ era subentrata nell' uso generale e comune, si ver alla fine del medesimo ms. leggiamo, che il sacerdote «stosp
rebbe ad avere una nuova prova di identificazione tra 1tp6
8ScrL£ e critSUOifUAcbttov.
( xs'ttXt Sl£ 't~v &y(tXV 1tp6&sow» 4 per consumare Ie ss. Specie.
2
,
si ve3te il Vescovo eletto e da cui prende inizio la proces Si esclude qualsiasi identificazione tra diaconicon e sacre
sione, descritta dal Tessalonicense 47. stia, per cui il diaconicon si trova dentro il santuario; b)
Lo (Jxsuoq>UAclXLO\l si distingue dal diaconicon, ed in questo
A detta di Simeone, il neo-eletto Vescovo si veste nel
d£acon£con, e non prende parte al primo isodo; ora se det
( siamo perfettamente d' accordo. II supporre pera, come fa
Allazio, che detto (Jxsuoq>UAclXLO\l doveva necessariamellte co
to d£acon£con si fosse trovato fuori del santuario, non vi sa
stituire una parte del tempio, distinta dal virna, sembra se
rebbe stato certamente bisog-no di far rilevare, che il neo
eletto non partecipava a tale isodo; da cio stesso e eviden non altro arbitrario; del resto non porta argomenti per suf
fragare questa sua supposizione; d' altra parte da tutto quel
te che egIi si trovava dentro al santuario sino al momenta
della processione speciale descrittaci da Simeone.
10 che abbiamo detto finora intorno all' identificazione del.
Per questa processione non e necessario ricorrere ad
10 (Jxsuoq>UAclxLov f;on la protesi, dietro Ie varie testimonian.
ze su riportate, ci sembra poterci ben riconfermare suI no
un diaconicon posto verso la fine del tempio: infatti essa
stro esposto, e non accettare l' opinione di Allazio, tanto
si snodava dalla porta laterale, dal lato del diaconicon e,
piu che questi non ha inteso fare una disquisizione specia
proseguendo sino al termine del tempio, risaliva al virna.
le intorno alIa nostra questione; e quindi non ha forse pen
Da tutto cio si rafferma il fatto di un unico diaconicon nel
virna, posto di fronte all' altarino della protesi, il quale per sato a ponderare e a penetrare un po piu in essa.
Nelle pagine superiori, riportando il Goar, constatavamo
il Tessalonicense si identifica con 10 axsuoqmAcxx{ou 't01tO£, o~
presso Ie liturgie bizantine di altri riti questo fatto: la pre
xcxl ASyS'tCXL 1tp6&scn~, come abbiamo gia visto.
ghiera, che nella Iiturgia di S. Giovanni Crisostomo, come an
Allazio nel suo libro «De tempIis graecorum recentio
che in quella di S. Basilio, si recita alIa protesi prima della
ribus» tocca la nostra q uestione, ed asserisce esistere nel
consumazione, e sostanzialmente la medesima di quella, che
virna due altarini: la jrotes£ ed il diaconicon 48 ; il quale
noi troviamo prescritta nella liturgia sia di S. Giacomo che
non si deve identificare con il luogo, che noi chiamiamo
di S. Marco, con questa differenza: mentre la preghiera
sacrestia 0 sacrario, in cui avviene la vestizione per la Ii
del Crisostomo e di S. Basilio e prescritta per la protes£,
turgia, poiche in questo tempo i greci si vestivano nel virna 49;
quella di S. Giacomo e prescritta per 10 axsuoq>UAclXLO'l « suxofj
inoltre oggi, e sempre Allazio che parla, nessun uso si
ha dello (JxsuoqmAclxLo\l unito alIa chiesa; esso era differente 5"
ASYOJ.!oS\I"fJ $\1 'ttj) axsuoqmAcxx{tp I..I.s'tcX 't~\I tt1tOAU(JW» l' altra di
S. Marco e pescritta invece al diaconicon « Q tspsu~ SUXS'tCXL
dal diaconicon..... « Quare, termina Allazio, frustra nunc tem
I, $\1 'ttj) 8LCXXO\lLXCP ).,Syw\I... » 52.
i poris (JxsuoqmAclxLo\l quod sit templi par-s, templo adnexa,
perquires» S0. Poiche la liturgia Greca di S. Giacomo appartiene al
:1
II rito ltiriaco e quella di S. Marco al rito alessandrino, re
Quanto a noi, interessa far rilevare due cose: a)
puto utile considerare innanzi tutto, se presso questi due
II!
(47) P. G. ISS, col. 412 C.
(48) Allatius, p. 23, n. XIII. i J,
(51) Brightman p. 68.
(49) Idem, p. 25, n. XIV. ' '1
.~.
(52) Idem, p. 143·
(50) Idem, p. 34. n. XXII.
.. 4 \ ~ ......._
..
_~-
- 54 - 55
riti si possa affermare, come per il rito bizantino, l' esistenza sionem in crucem, unde eiusdem sacrificium, quo seipsum
dell' altarino della protesi. Ci servira di guida l' opera li immolavit, ad Patrem ascendit. In his verbis (osserva Re
turgica del Renaudot 53. ( naudot) altare, ex quo producuntur panis et calix, parvum
Trattando delle liturgie siriache, Renaudot mostra l' e intelligimu"s, sive prothesis, quandoquidem distinguitur a san
sistenza di una protesi anche nel rito siriaco: «In altari ctuario, in quo constitutum est altare proprie dictum, quod
ipso collocari panem et calicem, antequam fiat illorum s'tcro saepe eadem voce signijicatur 7J 55.
OQ~ sive illatio, fieri potuit in pauperrimis ecc1esiis: sed Lo stesso si pub affermare rispetto al rito alessandri·
contra morem, cum in prothesi sive credentia fieri soleret. no, cui appartiene la Iiturgia di S. Marco.
Et sane mensa illa prothesis sive propositionis, constituta Commentando la liturgia copta di S. Basilio, Renau
semper fui t in sanctuario... U sum autem protheseos fuisse, dot riporta l' « Auctor scientiae ecclesiasticae» ed altri, i qua
certo indicio cognoscimus ex pictura triplici, quam pontifi Ii si occupano della venerazione dei ss. doni al momento
calis liber Mediceus habet. In illis quippe pontifex pingitur del trasporto e quindi prima che essi siano consacrati.
stans coram altari, quod illud ipsum esse in quo Sacrificium «Post ea quae superius dicta sunt, dice l' «AuctOr scien
ce1ebretur significant discus et calix in eo collocati. Ere. tiae ecclesiasticae,,. sacerdos progredietur ad altare parvum
gione aliud pingitur; quod protheszm esse dubitati non po prothesis (utitur Auctor, commenta il Renaudot, voce ara
test, cum duorum libris orientalibus deprehedantur» 54. bica Takaddamet, quae eadem usurpatur in istius orationis
Da questa testimonianza risulta l' uso dell' altarino del titulo, propositionemque signijicat, alque adeo prothesin (ex
la protesi, eccetto nelle chiese troppo povere, ed in oltre quo accipiet Agnum, quem attente dispiciet ne forte fissus
che detto altarino avesse i1 suo posto nel santuario. sit...... » 56.
Quando tiene parola sulla preparazione degli elementi 11 rito del trasporto dei ss. doni eben esposto da Ga.
sacrificali, cosl scrive: « ..... praeparatam fuisse oblatam et briele patriarca: « ... (Sacerdos) involvit panem eucharisti.
simul calicem in prothesi, et ad altare deferri, et graeca cum (1' oblata) sericeo panno, illumque attollit super caput
veteri disciplina est, a qua Syri. videntur non recessisse, suum praecedente diacono cereum gestante. Similiter alius
quamvis caeremonia integra in plerisque codicibus non ex diaconus elevatam tenet am pullam vini super caput suum
primatur. At testis est eiusdem apud Syros disciplinae om sericeo velo involutum: et coram eo diaconus cereum prae
ni exceptione major, Dionysius Barsalibi in commentario o
ante illationem sacrificii. Illo ritu testatur significari Christi suo in loco ad Occidentem... Ex his testimoniis, dice i1 Re
in terras descensus, et suae in terra conversationis, sive naudot, intelligitur ritum fuisse, ut sacerdos ad prothesin seu
'tij~ SVcrlipKOU QlKOV0tJotct~ periodum ; illatione ad altare eius ascen
(53) Renaudot: Liturgiarum Orientalium CoIlectio. Vol. I-II. (55) Renaudot. II, p. 60.
(54) Idem, II p. 54.
._- .,
- 56 - 57
atta'l'e parvum iret, atque ex eo acciperet oblatam consecran Inoltre abbiamo constatato che la protesi si trovava al
dam, quam circuitu peracto ad altare diferret... :1 57. suo solito posto nel santuario, e 10 stesso dobbiamo pensa
11 medesimo patriarca continuando nell' esposizione delle re del diaconicon; il che del resto 10 possiamo congettura
altre cerimonie, indica come, dopo che tutto e state disposto in
( re dalla posizione stessa nella liturgia delle preghiere fina
ordine per gli elementi sacrificali, il sacerdote recita la re Ii, recitate EV tip crxsUOCPUAr.GX[<p per la liturgia di S. Giacomo,
lati va preghiera: ~ His peractis, absolvet orationem prae EV tip OLGtXOVLXip per quella di S. Marco: difatti tali preghie
parationis... », il che avviene cosl commentato dal RenauD re, specie quanto riguarda la liturgia di S. Marco, sono se
dot: « Recta et antiqua est... oratio protheseos aut super guite da altre brevi cerimonie, costituite da una finale be
prothesin; nempe ad mensam seu altare minus, ut illud nedizione, cui il popolo risponde, e da una &1t6Aucr~£; ora
vocant, quamvis improprie, cum in ea sacrificium non ope questo non poteva certamente avvenire in sacrestia, come
ratur. Tum enim dicitur haec oratio, cum ad earn sacerdos farebbe intendere Brightman, rna nel santuario; e non co
accedit offerunturque ipsi a diaconis panis cum disco et vi stituisce alcuna opposizione il fatto che il diacono ha gia
num in ampulla, quae cum illic expenderit, ea quam des intimato il 1tOPSOScr&GtL EV slp~v'r.l od altra specie di &1t6Aucr~£,
cripsimus pompa, ad altare deferuntur. Quia vero 1tp6&scr~£ perche ancora oggi notiamo la medesima struttura liturgica,
propositionem significat, et illationem, arabes interpretes in quanto che, non ostante I' invito per il congedo, pure si
vocem adhibuerunt usui potius quotidiano, cuius testes erant, continua la consumazione con Ie benedizioni finali.
quam. originis graecae accomodatam, nempe illation is seu In pill, oltre alIa posizione materiale di tali preghiere
oblationis, quia tunc a prothesi ad altare procedebat sacer nella liturgia, ci conferma nella nostra opinione il loro senso,
dos et dona inferebat» 58. che ci si rivela, direi, ancora molto eucaristico, sl da sup
Da queste testimonianze, forse un po lunghe, rna ne porre una continuazione di azione liturgica, che per me sa
cessarie a dilucidare la nostra esposizione, constatiamo dun rebbe costituita dalla consumazione; quindi potrebbe anche
que il fatto liturgico della preparazione delle oblate svol essere che dette preci si recitassero dinanzi aIle ss. Specie
gentesi su I' altarino della protesi; e cio a maggior ragio da consumare, gia trasportate su la protesi. Premesso tut
ne doveva avvenire nella svolgimento delle liturgie greche to cio, come spiegare la difformita, che si ha in queste due
di S. Giacomo e di S. Marco, in uso presso i greci resi liturgie?
denti in Siria ed in Egitto, per cui certamente si doveva Quanto riguarda quella di S. Giacomo, in cui si fa
sentire una reale influenza bizantina riguardo Ie azioni li menzione della crxsuocpulcixLov, possiamo applicare quanto si
turgiche e quindi doveano facilmente ricopiarne· anche Ie e detto nelle pagine superiori, identificando 10 crxsuocpulcix~ov
strutture locali per un adeguato movimento nelle cerimonie con la protesi. Riguardo poi a quella di S. Marco, in cui
liturgiche. si parla espressamente del diaconicon e che certo non puo
essere identiticato con la protesi, possiamo ricorrere a due
ipotesi: la prima, che, diciamolo subito, non comporta una
vera argomentazione, sarebbe costituita dalla supposizione,
(57) Idem, I, p. 170.
che l' amanuense non abbia ben copiato l' originale; la se
(58) Renaudot, I, p. 171.
- 58
- 59
Il
i
santuario. denominato protesi, appunto in ragione dell' azio
conda molto pili probabile e non del tutto priva di una ne preparatoria liturgica, dobbiamo adesso vedere in qual
certa possibilita, e costituita da un ragionamento molto con ;nomento dello svolgimento cerimoniale d.ella liturgia venis
vincente: trattandosi di rubrica, potra essersi verificato il (se compiuto tale rito; e questa la materia del seguente
caso che nel codice, il quale riporta 1a denominazione 6V capitolo, che si aggirera intorno al tempo della protesi nel
'tip OLCXXOVLXip, questa abbia sostituito la dizione 6V 'tip aXEUoCf'U la liturgia bizantina.
ACXX[rp per circostanze locali, come ad esempio per una chie
sa povera, in cui non vi era tanto spazio e quindi dotata
di un 'sol altarino, che, con il nome generico di diaconicon,
fosse adibito ad utensili e ad azioni liturgiche.
In questa modo ricorrendo a tali supposizioni, non sem
bra impossibile poter conciliare queste rubriche, che in se
si presentano cosl contradittorie.
Nelle varie edizioni stampate sia di EUXOA6YLCX, sia di
[spcx'tLxa l' uso della sola denominazione di protesi e pie
namente invalsa, come anche quella del diaconicon nelle
varie rubriche, oppure nelle spiegazioni proemiali.
Procedendo dunque gradatamente nelle varie considera
zioni intorno all' altarino di una protesi anche nei tempi pili
antichi e pili difficili, a motivo della mancanza di chiari do
cumenti abbiamo potuto constatare la probabilita di una
esistenza, per i primi secoli dell' era cristiana sino al sec.
VIII; a partire da questo secolo poi abbiamo potuto, suf
ficientemente crediamo, indicare l' uso liturgico di un tale
altarino, adibito cioe alIa preparazione della materia sacri
ficale ed anche al rito della consumazione. Abbiamo infine
espresso la nostra propensione all' identificazioe della oxsuo
Cf'UAcXXLOV con la protesi; piuttosto che con il diaconicon,
esponendo i vari autori liturgici e commentandoli secondo
10 spirito liturgico orientale, che, sebbene sia andato sog
getto Cit varie modificazioni, pure ha mantenuto sostanzial
mente sino ad oggi in generale una medesima manifestazio
ne cultuale ed uno stesso svolgimento rituale.
Assodato quindi che la protesi liturgica almena dai se
coli VIII-IX in poi, avvenisse su un luogo apposito, nel
- 61
un medesimo posto. Tout d' abord il avait lieu apres Ie renvoi des catechume
II Petrovskj r, nell' indicare il trasferimento del rito nes, avant de commencer l' action eucharistique par excel
della protesi all' inizio della liturgia tra il sec. VIII· IX, lence. Depuis longtemps les liturgistes avaient signale ce
procede con questa argomento: nei tempi, in cui si ave fait, mais nous devons au P. Alexis Petrovskj de l' avoir
va la disciplina del catecumenato, solo i fedeli erano mise en pleine lumiere....... Plus tard. quand Ie catechume
ammessi a compiere Ie offerte, e non i catecumeni; ne se nat fut supprime et que la discipline reglant la situation
guiva quindi (he I' offerta trovasse posta durante la liturgia des penitents se fut modifiee, la distinction entre les deux
dei fedeli, cioe dopo Ia dimissione dei catecumeni, dei pe parties de la liturgie cessa de meme coup et toute la sr
nitenti ecc....., e di n la preparazione degli elementi neces naxe eucharistique depuis son debut jusqu' a Ia fin revetit
sari al sacrifizio da parte del celebrante. Ie m~me caractere aux yeux de tous les fideles. lIn' y eut
Una volta pero che fu abolita questa disciplina del ca plus de motif pour laisser l' offrande a sa place primitive
tecumenato. non si ebbe piu motivo di lasciare il rito del et celle-ei fut naturellement transportee au commencement
la protesi nella liturgia dei fedeli, rna fu posto all' inizio de la liturgie. Je crois avec Ie P. AI. Petrovskj que ce
changement eut lieu entre Ie VIII et Ie IX siecle,. mais
pas soudainement ni partout a Ia fois» 2
(r) Christiansce, Ctenie, Marzo 1904, p. 407.
(2) Xpuooo'to/1txci, p. 3 0 2 - 3 0 4.
-n
- 63
- 62
mente eguale sia nella chiesa Gerosolimitana, sia nella Ales
Tutta la forza persuasiva, che si cerca dare a quest' 0 sandrina, sia anche nella Antiochena e nella Costantinopoli
piniolle, sta nel suo supposto cosl espresso: l' offerta ap
tana 0 bizantina.
partiene alIa Ifturgia dei fedeli, perche riguarda elementi, Per non allontanarci dalle nostre considerazioni, pre
che sono in connessione con I' azione eucaristica, cui solo sentiamo qui I' ordine della liturgia, quale risulta dalle ope~
i fedeli erano ammessi, e perche tale otferta nel suo sim ~t
re di S. Giovanni Crisostomo.
bolismo significo un atto dogmatico di partecipazione del « Entrato il Vescovo nella Chiesa, si leggevano tratti
l' offerente ai ss. misteri, quindi quel semplicissimo rito del dell' antico e nuovo testamento, scelti secondo i1 tempo e
la preparazione del pane e del vino per il sacrifizio, evi Ie festivita; quindi si cantavano alcuni salmi. Seguiva l' o
dentemente era subordinato alIa dimissione dei catecumeni, melia, che incominciava con I' annunzio della pace, dopo la
il quale fatto determinava cosl tale disciplina ecclesiastica quale cominciavano Ie preghiere della messa dei catecume
e liturgica. ni e penitenti, alI'invito del diacono: preghiamo per i ca
Ammettiamo che la preparazione rituale degli elemen tecumeni. Venivano quindi congedati i catecumeni, si sco
ti sacrificali dovesse avere una connessione con tutto 10 priva l' altare rimastovelato, ed incominciavano Ie preghie
svolgimento eucaristico; !1on e pero apodittico l' affermare, re p.=r gli energumeni.. ..... Chiuse Ie porte del tempio, qui
che la offerta costituisse un' azione liturgica (tutto al pili incominciava la messa dei fede1i ....... Seguiva il bacio di
si potrebbe dire, che essa fosse in ordine ad una azione pace....... Si faceva l' offerta dei doni, che consistevano in
liturgica), e quindi da questo stesso lato non risulterebbe pane ed in vino, portati dal clero sulI' altare ecc... 3.
evidente e fermo il principio regolatore, che sostiene la Questa descrizione liturgica, che e costante e comune
presenza dei catecumeni costituire il criterio della posizio nei primi quattro secoli e che noi troviamo riportata dalle
ne di una protesi nella liturgia dei fedeli, come anche la Costituzioni Apostoliche, ci fa pensare a questo cerimonia
sua abolizione essere la causa del trasferimento della pro Ie: Radunati i fedeli e Ie varie c1assi dei penitenti nel
tesi ad altro tempo della liturgia. tempio, si aspettava il Vescovo, i1 qual e al suo ingresso
Daparte nostra al contrario preferiamo seguire un al dava la benedizione, senza entrare nel santuario. Si legge
tro procedimento, basandoci sulla struttura della liturgia vane Ie Scritture, si passava all' omelia e quindi al conge
antica. Ed anzitutto e bene osservare, che il rito di una do delle varie classi, che non potevano assistere al Sacrifi
protesi, anche semplicissimo ed embrionale, se vogliamo, zio. Tutto questa costituiva un' adunanza aliturgica, che
de'Ie trovare il suo posta naturale nell' inizio della liturgia : non ave va nessuna connessione con la liturgia propriamen
questo fatto costituisce un criterio fondamentale di una tra te detta, e come certamente non 10 ha tuttora. Ora se la
sposizione di ritnale preparatorio degli elementi. semplicissima preparazione della materia sacrificale avveni
La costituzione, la struttura della liturgia dei primi se
coli sino al IV. il quale ultimo, data la cessazione delle
persecuzioni e dato il cambiamento delle varie circostanze,
in cui si trovava la Chiesa, segna il tempo di una rifor
(3) Pietro Veneroni, p. 91 - 92.
rna liturgica, ci presenta una linea di condotta costante
LE Ji -
,~~~~_.-".-
- 64 - 65
va al principio dell' anafora, secondo noi non si deve attri me ad esempio sarebbe per il secolo VII. Difatti in que
buire al fatto della presenza delle varie classi di penitenti, sto secolo incontriamo gia delle testimonianze, che ci indi
catecumeni ecc, rna allo svolgimento naturale del cerimonia
Ie liturgico. E siccome la liturgia cominciava dopo il sud
( cano come tal disciplina andasse perdendo del suo rigore, e
come realmente nel caso nostro l' antico costume del licen
detto congedo, giustamente riscontriamo il semplice rituale ziamento di parte dell' assemblea non venisse piu osserva
della protesi in questo momento iniziale liturgico: onde la to; quindi cessando detta dimissione, che costituirebbe la
dimissione dei catecumeni non costituisce un elemento di base degli argomenti in favore della suesposta opinione, a
influsso su la confezione della protesi, SI da poter dire «post rigor di logiea, a questo periodo di tempo si potrebbe gia
hoc, ergo propter hoc», rna ci presenta una cerimonia, che assegnare la trasposizione della protesi all' inizio della litur
semplicemente antecede l' offerta dei doni, senza influire
gia. Se poi come argomento positivo si porta l' eucologio
causalmente in maniera alcuna su di essa.
Barberiniano, penso che anche ad esso si deve attribuire
Procedendo cOSI su questa linea di ragionamento, ab una calcolata e comprensiva autorita; mi spiego: come tut
biamo questa di significativo: che non ci perdiamo in va
ti gli eucologii, anche il Barberiniano costituisce una ac
rie supposizioni, e, quel che piu interessa, ci stabiliamo su
colta di preghiere e di cerimonie, di vari riti, od cbtOAOU'3-(C%L,
basi sicure, quali ci sono offerte dalle descrizioni antiche
suppone quindi cerimonie e riti gia esistenti e non messi
liturgiche. Ed e COSt che noi possiamo dare una plausibile
su simultaneamente alla sua redazione; ora se per il fatto
risposta alla domanda: come e che in un dato tempo la
<lella trasposizione della protesi noi abbiamo delle testi
protesi si e trovata al principio della liturgia, cioe prima
monianze anteriori al sec. IX, quantunque non apodittiche,
dell' EUAoyrlJ.t.ev'f) ~ BC%OLAS(C%... ? Nessuna difficolta: abbiamo
pur tuttavia capaci ad indurci a ponderare meglio la que
detto sopra, che la protesi ha il suo natura.le posta all' i
stione, perche non possiamo noi pensare ad una probabile
nizio della liturgia; ora in un d2to tempo Ja struttura li
·esistenza di elementi, redatti poi in unieo libro ufficiale
turgica e venuta a trovarsi quale piu 0 meno l' abbiamo
della Chiesa, quale sarebbe appunto l' Eucologio ?
ancor oggi, quindi nessuna meraviglia che il rito della protesi
Sugli elementi in questione ci basti citare due testi
a vesse l' attuale posizione, dato che I' inizio dello svolgimento
monianze, che, sebbene non assolute, pure rivestono un
della liturgia si intende adesso precisamente all' EUAoY'f)J.l.ev'f) ~
certo valore, almena suppositizio. S. Eutichio (sec. VI) cri
BC%OLAS(C%....... Riportandoci adesso alla questione del tempo,
tiea tutta la solenne pompa, che si da al trasporto su l' al
in cui si sara potuto verificare una tale trasposizione, ci
tare dell' cXp'to£ 'ti)£ llpo&eosw£ e del 'to xspC%o&ev &p't(w£ 1tO
viene naturale il domandare, se sia certo che i secoli VIII
't~ptOV '. L' avverbio «recentemente», «poco prima », non
- IX segnino il momento di un tal fatto.
d indica in modo assoluto che tale preparazione avvenisse
Se, per avvalorare quest' opinione del Petrovskj e di
immediatamente prima; e il caso certo di dire «unusquis
altri, si porta come base di argomento, 0 meglio come con
dizione l' abolizione del catecumenato, allora non so perche
cib non possa sostenersi anche per un tempo anteriore, co
(4) P. G. 86, col. 2400.
5
- 66 - 67
que abundet in sensu suo ». Non molto tempo dopo, cioe po aver espressa una simile perplessita, propenda per la
nel sec VII abbiamo due testimonianze di S. Massimo Con seconda parte: « There seems to be no evidene as to
fessore: da una parte ci parla del licenziamento dei whether the oblation was as yet prepared before the litur
catecumeni e degli altri profani 5, dall' altra invece dice che gy or only immadiately before great entrance: but the use
tale uso ai tempi suoi non si osservava pili: «'Io'tsov oe of 7tPO'tL&SV(XL above perhaps rather suggest the latter» 8.
(hL Y) &.Xpt~SLlX ctfhYj VUV 't'1/£ 'twv 'tOWlJ'tWV OL(XO't0X'Yj£ 'ts x(Xl OL(X Riann.odandoci pero al nostro modo di argomentare
o'taosw£ ou ytVS't(XL 6.
sulla trasposizione della protesi, eben logico che il tempo
In queste due testimonianze sembra che il Santo si da assegnare, ci sara fornito dall' eta, in cui si ha un
contradica; pero, considerando Ie circostanze del suo pen organismo unitivo della liturgia, quando cioe Ie due parti,
siero, noi ci troviamo di fronte ad Ull duplice fatto: con di cui consta la messa. l' omiletica e l' eucaristica, forma
la prima testimonianza si ha soltanto una spiegazione sim rono un « quid unum» nel lorD esterno svolgimento.
bolica della dimissione dei catecumeni, tale, quale si doveva Sebbene la costituzione della liturgia orientale ci pre
:~j
trovare nei formulari di allora, senza fare a1cuna allusione senti ancora ai secoli V-VI una distinzione pratica nelle
all' esecuzione pratica 0 no di una cerimonia; con la se due suddette parti, SI da aver testimonianze dell' omiletica
conda testimonianza invece, ci riporta, e vero, I' uso suI eseguita in una chiesa, e I' eucaristica in un' altra 9, pure
riguardo ai tempi di Dionigi Areopagita, rna nello stesso il fatto di un riordinamento della disciplina ecc1esiastica ci
tempo ci fa sapere, che gia al sec. VII non esisteva pili puo offrire la base del nostro ragionamento. Al sec. V pra
praticamente una cOSI rigida distinzione. Se quindi, l' ar ticamente erano state abolite Ie varie classi di penitenti,
gomento base per sostenere I' opinione del fatto della tra energumeni e catecumeni ecc... ; questo fatto disciplinare
sposizione della protesi ai secoli VIII - IX, e dato dall' a dovette portare anche un logico ordinamento dello svolgi.
bolizione di tale disciplina ecc1esiast'ica, rimane assoluta mento liturgico, che avra dovuto avere un'impronta di
mente provata cotesta opinione? maggiore precisione, impostando Ie varie letture in un cer
Ed un' altra testimonianza del medesimo Santo Cl 10 to ordine. Non e quindi impossibile )a supposizione di una
duce a proporre ancora da parte nostra simili domande: protesi trasposta in questi secoli, che a datare dal IV pre
«OYjp.sLWO(XL O'tL OU /lovov 6 &YLO£ &p'to£ xsx(X).)..u/lsvo£ 7tpos'tm·s'to sentano gia. una certa riforma liturgica,
&.n&. x(Xl 'to &SLOV 7to't"tJpwv OO7tSp VUV ou YLVS7(XL 7.
E' vero che il primo documento positivo e il Barberi
Quel 7tpOS'tL&S'tO se non altro ci mette in una certa per niano gr. 336, rna, come abbiamo detto, esso suppone un
plessita, se cioe bisogna pensare ad un' oblazione prepara tale formulario esistito certo in una prassi anteriore. Anche
ta al principio della Iiturgia, oppure immediatamente prima se non sia possibile determinare con precisione l' eta di un
del grande isodo, quantunque Brightman, ad esempio, do tale spostamento di protesi, tuttavia il suesposto ragiona
mento induttivo, basato su un atto disciplinare, ci farebbe
pio, Ia formoIa della comunione, Ia disposizione dei santi AlIa trascrizione dell' antico rotolo Vat. gr. 2282, iI
doni (specie consacrate) nella protesi, (e quindi anche Ia
consumazione), Ia chiusura delle porte, ecc..... Differisce ( P. Cozza Luzi fa seguire questa nota: « ..• postea adnota
tur (in detto rotoIo) missae principium. Nihil tamen vetat
nell' eIevazione del s. Pane, poiche mentre esso nella Iitur haberi potuisse rem magni momenti: nempe eam Iiturgiae
gia 'tWV TIPCrtlYLtXO/Josvwv si eleva sotto iI veIo, nelle altre Iiturgie . praeviam partem, quae prothesis, sive 1tPOOXO/JoLO~, quasi ad
tale cerimonia si eseguisce ben apertamente; differisce an vectio materiei sacrificii soIet appellari..... » 13 • In questa
che nella TIPOOX0/JoLO~, poiche nella Iiturgia qui considerata, documento pera, Ia preghiera della protesi si ha dopo iI
essa non costituisce una vera II POOXO/JoLO~, ed inoltre viene trasporto dei ss. doni su l' aItare, onde si potrebbe riscon
eseguita dopo che gia si e da tempo cominciato l' ufficio, trare in esso un esempIare, che ancora manteneva I' ant'ica
mentre nelle altre Iiturgie si ha una vera protesi e propria disposizione, compiendo doe in modo formaIe iI rito della
mente aI principio della Iiturgia. protesi su l' ay(tX 'tP<X1tS~tX, dopo Ia deposizione degIi eIemen
Ormai I' uso di premettere iI rito della protesi a tutta ti sacrificaIi su di essa.
quanta Ia ceIebrazione Iiturgica e cosl radical mente stabiIito Le dl1e ben antiche versioni della Iiturgia crisostomiana,
ed anche taImente generaIizzato, da incontrarsi nei piu vari l' armena 14 e l' araba 15 , sono perfettamente d' accordo con
documenti, a partire daI sec. IX, sia doe negIi innumere gli altri documenti di questo periodo e non contengono
voIi mss., sia nelle varie traduzioni e versio.ni della Iiturgia, alcuna allusione di una protesi, eseguita immediatamente
sia nella IegisIazione Iiturgica, come anche nei moItepIici prima del trasporto dei doni su l' aItare.
commentarii: tutto questo ci indica indubbiamente Ia ge Che se diamo uno sguardo aI periodo, che va daI sec.
neraIizzazione di questa rito all' inizio della Iiturgia: onde XI aI XIV, allora questi varii documenti si moItipIicano, e
anche a noi non rimane che presentare gradatamente i va mantengono iI ricordo di una protesi immediatamente pri
ri documenti delle diverse eta, cercando di conciliare, se ma dell' isodo grande, solo nella Iiturgia pontificata daI ve
vi sara bisogno, Ie rispettive notizie e descrizioni. scovo. La costituzione patriarcaIe del sec. XI, inviata ad
Sono dei sec. IX e X varii codici, che riportano Ia ur. certo Paolo, vescovo eIetto di GaIIipoIi, ci ofire una
protesi aI principio della Iiturgia; ci basti citare iI Barbe visione generaIe del ri tuaIe della protesi, terminando con
riniano greco 336, il quaIe neI primo fogIio della Iiturgia queste parole: «KtXl ofhw 'tfj~ &s(tX~ &pXS'ttXL tspoupy(tX~» 16
di S. Basilio mette Ia preghiera per Ia protesi; iI medesi Ci sia consentito presentare Ia varieta dei mss., che ab
mo troviamo con rubrica neI primo fo1. del r. ~. VII Crip biamo potuto consuItare intorno a questi secoli:
tense: « EoX~ ysvo/Josv'Yj SV 'tip OXSUOcpUAtXX(<p tt1ton&s/Josvou 'too
7tpsa~u'tspou 'tou~ cXp'tou~. 'tfj~ TIpo&sosw~ EV 'tip o(ox<p ».
Vi si possono aggiungere iI codice Porfiriano, iI cod.
Sebastiaoov, iI Criptense r. ~. XXIX, dei quaIi ci occupe
remo pili direttamente, quando parIeremo intorno ai riti (13) NPB, X, P. II, p. liD.
della protesi. (14) Xpu~oa'tof.l:ltci p. 37 2 •
(15) Xpuaoa'tof.l tltci , p. 44 2 •
(16) NPB, X, P. II, pp. 167- 168 •
[
72
suI tempo, in cui comincia a presentarcisi un rito formale Questa pura e materiale preparazione della materia sa
di protesi, e pill precisamente dal sec. VIII in poi, periodo crificale da parte del diacono, si pub ben ammettere anche
questo, come vedremo, in cui inizia gia ad affermarsi, sebbe senza dovere aspettare i tempi di S. Germano; difatti si
ne ancora semplice, una linea netta ed evidente di un ve deve supporre che, prima del trasporto dei doni su 1'altare,
ro rituale. fosse cura del diacono provvedere ad una conveniente pre
parazione dei medesimi. Di questi primi tempi dunque
non si pub tener parola di un cerimoniale della protesi,
1. - IL MlNISTRO DELLA PROTESI NELLA SlTA EVOLUZIONE STORICA da essere attribuito al diacono, per la semplice ragione
che un vero rituale non si ha ancora: consistendo detto ri
Per i secoli anteriori all'VIII, ricollegandoci a quanto to in una breve preghiera con benedizione, oppure in un
abbiamo detto intorno alluogo e al tempo della protesi nei due semplice atto benedizionale, necessariamente doveva essere
capitoli precedenti, non sembra doverci fermare troppo : an riservato al sacerdote. Ma con il progredire dei tempi, poi
cora non si avevano formole, ancora nessuna menzione del che il rito della protesi veniva a formarsi, ecco sorgere disqui
vario cerimoniale, rna un semplice ricordo dell' atto del tra sizionie dubbi su la competenza 0 meno del diacono nell' ese
sporto all' aItare, che probabilmente supponeva una prepa guire il rito della protesi, esclusa la preghiera e relativa be
ral.ione meramente materiale delle oblate. E questo si spie nedizione. In verita Ie primissime testimonianze sia di qual
ga: la protesi non aveva ancora un rito particolare, se non che autore, come di S. Germano con il suo commentario,
forse una benedizione, ed una breve preghiera da parte del sia di una vera molteplicita di eucologi mss. indicano quale
sacerdote, che in tal modo veniva a distinguere Ie oblate ministro il sacerdote, non esclusa perb la parte del diacono.
dalla massa del pane e del vino, ed imprimeva, se e lecito Nel commentario di S. Germano ci si espone il rito
cosl esprimersi, 10 scopo a cui erano dirette; benedizione e della protesi, che viene effettuata dal sacerdote, alIa quaJe
preghiera riservata al solo sacerdote. prende parte il diacono, con l' infusione del vino e del
Ventilescu, nel libro da noi citato nella bibliografia, l' acqua nel calice t. Nessunissima quindi allusione a pre
dopo avere esaminato qualche antica testimonianza e diversi
documenti, fa una breve disquisizione, che si pub ridurre a
questi termini: e certo che, prima della soppressione del
catecumenato, i diaconi prendevano i doni dai fedeli e Ii (I) P. Nilo Borgia, p. 20.
Vogliamo far notare come il Petrovskj nel suo articolo su la redazione
portavano al pastofon'o,· ora e possibile che, ai tempi di S. slava della liturgia di S. Giovanni Crisostomo (XpuOOO'tOJ.LLXa., p. 863, nota 2)
Germano Costantinopolitano, il diacono prendesse il pane abbia scritto quanta segue: «... la coutume de la prothese faite par Ie diacre
e 10 mettesse nel disco, il vino nel calice; indi il sacerdo etait connue des Ie VIII siec1e, puisque Ie Patriarche Germain de Constantino.
pie en parle:. Le diacre qui decoupe dans Ie pain Ie Corps divin, dit.il, res
te od il vescovo benedicesse con relativa preghiera; in que semble a I' Ange, qui salua la Vierge avec I' Ave.» L' annotatore ha preso
sto senso si potrebbe quindi spiegare l' opinione di S. Ger senz' altro dalla patrologia Migne questa passo di S. Germano, che e certo in
terpolato al XII secolo; tali parole non si hanno affatto nella versione di Ana
mano, il quale si trovb in un momento di evoluzione nella stasio il Bibliotecario, che ci rappresenta anche la pili antica traduzione del
liturgia. Commentario di S. Germano.
r.·.,
I
.- 76 -77
rogativa 0 ad ufficio diaconale per la preparazione delle ciliabile con l' indole e la natura stessa deIl'ordine, ricoper
oblate. E questo ci viene confermato anche dai mss. liturgi to dal diacono, il quale, bisogna ben ricordarsene, in tutto
ci, che ci rappresentano il libro usuale dei celebranti nello 10 svolgimento liturgico, in tutte Ie manifestazioni Iiturgi.
svolgimento della liturgia; dagli eucologi, che riportano che rappresenta ed ha un carattere di intimita sl, rna pur
una semplicissima protesi, a quelIi, in cui gia si osserva e sempre ministeriale ed ausiliare.
si ha una certa evolczione, sia nelle formole che nelle ce Nel gia ricordato documento patriarcale (sec. XI) al
rimonie, risulta in modo evidente che la protesi era riser vescovo eletto di Gallipoli e chiaramente espresso che il ri
vata al solo sacerdote, senza aIcuna attribuzione al diacono, to della protesi pub essere eseguito sia dal sacerdote, sia
come ad esempio abbiamo nel Barb. gr. 336, nel Criptense dal diacono; e questo uno dei primi documenti, che ci in
r. p. VII, nel Cod. Porfiriano, in quello Sebastiano, ecc. dica con un fare del tutto naturale, come gia il diacono po
La presenza del diacono alIa protesi in questo periodo tesse senza nessuna difficolta compiere tale rito: 6 ouv LSPSU\;
liturgico era puramente ministeriale, cioe il diacono assiste l/ o~&XOVOf, OSX'tCtLO~ ya.p s~al XCtl &Jl96'tspo~, 1tCtps~a't&Jlsvo\;...
2.
va il sacerdote da semplice ministro, in quanta che era suo Si noti che non si ha alcuna limitazione, alcuna con
compito preparare il necessario alIa protesi; e, se voglia dizione, come potrebbe essere ad esempio l' assenza del sa
mo, la parte formale di questa sua azione minisleriale e cerdote, nel qual caso il diacono poteva agire in quanto
costituita dalle formole invitatorie, con cui il diacono invi fosse state necessario; niente di tutto cib; si constata al
ta il sacerdote ad esegllire Ie varie cerimonie ed anche alIa contrario una tale eguaglianza tra sacerdote e diacono in
recita della preghiera sui ss. d')ni, come riscontriamo in questo cerimoniale, da pensare che praticamente esso venis
alcuni mss. del sec. X ed XI, nel Vat. gr. 2282 e nel se lasciato indistintamente all' uno 0 all' altro, secondo la
Criptense r. p. II. comodita del momento.
A cominciare gia dal secolo XI in quaIche documento Nella versione latina della liturgia crisostomiana fatta
si nota un senso di titubanza e di dubbio intorno al mi da Leone Tusco, verso l' an no I I 10, si ha questa rubrica:
nistro della protesi ; mentre per i secoli anteriori il rita « Diaconus igitur accipiens panem, si cum sacerdote mis
della protesi nella sua interezza di formola e di cerimonie sam celebraturus sit, seu etiam sacerdos sine diacono, facit
risuItava attribuito al sacerdote, in un secondo periodo, cum lanceola crucem in eo... » 3, aggiungendo la relativa
che va dal secolo XI al XIV, esso comincia a caratteriz formola. Da cib risulta che il rito della protesi (escIusa
zarsi di una piena intromissione del diacono, il quale ar sempre la preghiera e qualche altra cerimonia, come ad
rivera in un certo momento ad eseguirne 10 svolgimento, esempio, in Leone Tusco, la copertura con i veli) e riserva
lasciando al sacerdote la preghiera e rispettiva benedizione. to piuttosto al diacono che al sacerdote; non che questi
Pili oItre vedremo se una cosl estesa, e direi, in vadente
partecipazione da parte del diacono sia stata una giu
sta evoluzione dell' ufficio diaconale, e se tale partecipazio
ne sia inerente a detto ufficio, sl da poter dire che e con
(2) NPB, T. X, P. II, p. t67 sq.
(3) Brightman, p. 544.
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- 78
O~cx.'Xrov stc; 't~v 1tpo&scrw ~, /-L"'l 1tctpono~ 'tOl) O~ct'X6vou, 0 tSpsuc;. ii
non possa eseguirlo, rna, quando vi e il diacono, allora ce !
'Xctl 1tO~st 't~v 1tpoaxo/-L~0"'lv ou'troc;...
de il posto e la protesi viene fatta dal diacono.
A queste varie testimonianze si collegano perfetta
La stessa disposizione si riscontra nella versione della
mente antiche versioni riguardo la partecipazione diaconale
liturgia di S. Basilio da parte di Nicola Hidruntino: ID:fj
alIa protesi.
pro&snrov 'toevuv 1tspl 'tOl) O~ct'Xovou .~ 'tOl) LSpSroC; minrov 'twv ~v
Ci basti citare il messale di Barlaam Khoutinense (I 19 2),
'ti,j LSpOUpye\f 'tOl) &yeou 'Iroavvou 'tOl) Xpucro(n0/-L0u 1tspl 'tijc; 7tpO
che costituisce uno dei pill antichi documenti slavi della
&scrsroc; 'Xctl 1tWc; 'tov (£p'tov /-Ls'tlX 'tijc; J-.oYX"I)C; &ucr~ass~, Xct&wc; Xct
liturgia di S. G. Crisostomo nella chiesa russa : «Le dia
't1X 'tcx.~~v cl1tctnct ypcx.cponct~ 1tspl /-Lcttcr'topoc; Asonoc; sv'ti,j SLp"l)/-LSVr.J
ere etant dans la sacristie et voulant preparer Ie pain, fera
LSpOUpye\f 'tOl) Xpucrocr'to/-Lou, 'Xctl cr'Xs1tctcr&enrov 'twv &yerov oroprov
sur lui avec Ie couteau trois signes de croix, et dira en.Ie
Aeys~ 6 o~cx.'Xovoc; ~ 6 LSpSUC;, /-L"'l 7t:ctponoc; O~ct'Xovou' ~'tw/-Lsv 'Xct/,wC;
decoupant: tel un agneau mene a l'imolation ... Ayant ainsi
'X. 'to A. +.
partage Ie pain en forme de croix, il prononcera ces paro
Nello pseudo-Sofronio leggiamo: « To 'Xct~vov crw/-Lct S'X 'tLVOC;
les: l' agneau de Dieu est immole...
XO~Aectc; 'Xctl ctL/-Lcx.'troV 'Xctl crctpXOc; 'tOl) 1tctp&sv~'XOl) crro/-Lct'toc;. 'tOl)
En versant Ie yin et l' eau dans Ie calice: perce avec
OAOU (£p'tou CP1j/-Le, 1tctplX 'tOl) O~ct'Xovou ~ 'Xctl 'tOl) Lsperoc; O~ct'ts/-Lvs'to
la lance... 0 Dieu, notre Dieu, qui nous donnez Ie pain
cr~o~pcp 't~vl 0'1 AOYX"I)V ASyOUcr~v ... 6 /-Leno~ o~cx.'Xovoc; ~ 8 LSPSUC;
celeste... Et il couvrira les dons en disant ces mots: Ie
s'to~/-Lcx.crctC; cruv ctihip 'Xctl 'to /-LsnO'i &1tO'tSAStcr&ct~ oscr1to't~'Xov ctt/-Lct
Seigneur s' est revetu de force... En encensant: a votre de
$'1 'tip 1tpocr~'Xon~ 1tcx.&OUC; 'Xct~pip o~IX 'tijc; 'tOl) sro01tOWl) 1tVsu/-Lct'tOC;
meure... » 7. In questa versione il diacono non solo partecipa
$r:~cpon~crsroc; &cpe1jcr~ 'tctl)"tct S'i 'ti,j T.p0-&Scrs~, 't~v SUXYjV S1tLAsyonoc;
piu 0 meno intimamente al cerimoniale della preparazione
'tOl) LSpSroC;» 5.
degli elementi sacrificali, rna gli si attribuisce anche la pre
Anche da questa testimonianza si ha la sensazione
ghiera sui doni e la copertura dei veli; il che significa che
che in questo periodo il diacono fosse il ministro ordinario
il rito della protesi nella sua interezza era lasciata, secondo I
della protesi, poiche viene nominato per primo ed anche
tale messale, all' ufticio diaconale.
perche si lascia a lui questa rito, non ostante la presenza
Certamente non possiamo non chiamare tntto cia una
del sacerdote, i1 quale d' altra parte pera. se celebrava da
vera esagerazione ed anche confusione, in quanto riguarda
solo senza diacono, eseguiva evidentemente da se la pro
competenza od appartenenza di uffizio; e d' uopo aggiun
tesi.
gere d' altronde che un tale esempio e quasi unico, poi
Nel ms. Paris graec. 323 6, che e del secolo XV, rna checi
che nella quantita di testimonianze e documenti, sebbene si
riporta il rito della protesi almeno del sec. XII, si ha questa ru
abbia una forte ed estesa partecipazione diaconale, pure non
brica: Ms'tlX 'to &/-LCP~ctcr&ijVct~ 'tov tSpSct 'Xctl 'tov o~cx.'Xovov, &1tSpxs'tct~ 6
e dato riscontrare che il diacono si assumesse quanto de
- 80 - 81
ve appartenere al sacerdote, qual' e precisamente la pre Data dunque questa specie di movimento, 0, se si vuo
ghiera della protesi, la quale, anche se non venisse ac le, anche di assestamento liturgico, resta ben probabile il
compagnata dal gesto materiale della benedizione, tuttavia prospettare sotto il lato di una introduzione molto arbitra
riveste sempre il carattere benedizionale, riservata al sa ria e personale I' espletamento del rito della protesi in tut
cerdote. ta la sua interezza da parte del diacono.
Con questo esempio si pub connettere anche una no Un' altra chiara notizia, che si pub pienamente collega
tizia, che rileviamo ancora dal Petrovskj: « Dans un typi re alIa testimonianza della pseudo-Sofronio, riportata piu
kon manuscrit du XII siec1e, on trouve la remarque: Ie dia sopra, ed anche a quella offertaci dalla interpolazione re
cre, s' etant rev~tu des ornements, ceU~bre la proscomidie » 8. cente del commentario di S. Germano (XII), e quella che
Continuando nella stessa nota, aggiunge: «Mais dans noi leggiamo nella «commentat£o liturg£ca» di Teodoro An
Ie ritual imprime n. 282 on trouve deja: Ie pr~tre et Ie didense (sec. XIII): «Auto£ os 6 to {tstov oii}f1(X OL(XtSf1vwv
diacre font la proscomidie.. Trattandosi qui di versione, oLaxovo£ &1tO ty/£ SUAOy[(X£ tOY f1.yySAOV f1Lf1SLt(xL, tOV 't1j 1t(Xp{tsv<p
per poter dare una qualsiasi spiegazione, eben logico un 'to X(Xtps 1tpooip{tsy~af1svov. Et os x(Xl €SpSL£ 'touto tSf1VOUOLV, &A
dilemma: in detta versione del Khoutinense quest' attribu )..' S'J t1j f1syaA ~ SXXA1Jo(~ ofhw£ S'tSASttO MA(XL, x(Xl 1t(XptX twv
zione completa al diacono 0 e stata rilevata dalI' originale oL(Xx6vwv ~ 1tpooip0P~ OL(X'tSf1VSto. <0 f1snoL oLaxovo£, 6 x(XttX 'tOY
bizantino, oppure vi e stata introdotta arbitrariamente. 'tU1tOV ty/£ f-tSyaA1J£ SXXA1JO((x£ 1taA(XL tOUtO OLSVSpywv, hOLf1ao(X£
Per quanta concerne la prima supposizione, non cre OUV (XUtip x(Xl to f1S),AOV &1totSAstO{t(XL dS01tOtLXOV (Xtf1(X SV tip !,
diamo si abbiano esempi, poiche nelle testimonianze del 1tpO<7t}XOV'tL X(XLPip 'tau 1ta{tou£ OL~ 'ty/£ 'tau CW01tOLOU IIvsuf1(X'(O£
tempo, si riscontra che almena la preghiera spettava al sa smipoL't"l/oSW£ &ipC1JOL t(XUt(X sv. t1j' 1tPO{tSOSL 't~v 't(Xlh1J£ sUX~v sm
cerdote. Sembra quindi piu plausibile affermare che si trat ASY0V'tO£ tou €spSW£ 10.
ti di una arbitraria introduzione: e questa supposizione ri Si noti anzi tutto che qui I' ufficio diaconale non ha
veste un certo valore, qualora si pensi, che queste primiti .quel1a estensione, incontrata nella versione slava di Barlaam ;
ve versioni slave rappresentano il passaggio dalla pratica inoltre sembra che I' Andidense dimostri con una certa
antica liturgica ad una nuova. Difatti il Petrovskj dice che insistenza, che tale uso si avesse nella grande Chiesa cioe
Ie due versioni di Antonio il Romano (1147) e di Barlaam in quella Costantinopolitana; con cib ci fa, se non altro,
Cutinense (119 2), sebbene racchiudano molte varianti, pure dubitare della generalizzazione di tale uso presso Ie altre
hanno un carattere comune 9. chiese. D' altronde non si ha nessunissima esc1usione del
sacerdote, al quale e riservata la preghiera sui ss. doni.
n Borgiano gr. 7 (sec. XIV) della Vaticana riporta la
liturgia di S. G. Crisostomo, e per la protesi si attiene in
(81 XpuCloCl'top.txci. Petrovskj, p. 863 nota.
distintamente al sacerdote 0 al diacono, seguendo la costitu
(9) Idem, p. 862: Les deux versions qu' ils contiennent, representent
Ie passage de l' ancienne pratique vers Ia nouvelle, qui deja commenlfait a s'in zione patriarcale mandata al vescovo eletto di Gallipoli, fo!' 2 :
troduire. C' est alors que l' on commence a elaborer et a etablir les prieres
pour l' entree du debut, pour la prothese... C' est ce que l' on peut constater
d' abord dans Ie missel de Barlaam de Khoutine.• (10) P. G. 140, col. 429 B. C.
6
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- 83
I AIXjJ.~civwv SV 1tpro'tOL£ 0 LSpSU£ ~ OOLcixovo£ S1tl 't1X£ XStplX£ 'tOy
con il diacono, chi deve eseguire la protesi? a) II saccrdo
rJ.p'tOV, OSX'tlXtOL YIXP slcrl cXjJ.epO'tSPOL x. 'to A.
te presente il diacono?, oppure b) il diacono sia che il sa
Vale la pena aggiungere ancor un altro documento, che,
cerdote si trovi presente 0 no alIa protesi? L' uso, secondo
sebbene apparisca del secolo XV, pure pone la nostra que
il medesimo, riportava che spesso «1toAAcixL£» il diacono,
stione in termini COSt evidenti da far pensare ad un certo
non presenziando il sacerdote alIa protesi, eseguiva il rito
ricordo del periodo che noi abbiamo considerato finora, ed
con tutte Ie form ole sino alla fine, quindi interveniva il sa
in cui abbiamo notato se non altro una titubanza a chi deb
cerdote per la recita della preghiera.
basi attribuire il rito della protesi. II documento ci e forni
Quale sia stata la risposta del Superiore ecclesiasti
to dal Codice Reginense 66 della Vaticana: al fo1. 39 leg
co non 10 sappiamo, 0 meglio non ci e stato possibi
giamo questo titolo: «U1tOjJ.V'fjcrL£ ysvojJ.sv'fj 1tlXpci 'tLVO£ LSpSW£ 1tpO£
Ie rintracciarla, quindi non possiamo dire quale sia sta
'tOY LSpW'tIX'tOV jJ.'fj'tp01tOAL't'fjV (UAA[IXV) Rp['t'fj£ 1tspl 'tij£ 1tPOcrXOjJ.LOij£.»
to effettivamente il pensiero di quella autorita ecclesiasti
A quanto sembra, si tratterebbe di una specie di pro-memoria
ca. Dall' insieme perC> si ha l' impressione, che tutta
di un sacerdote il quale, riportando S. Germano Costantinopo
questa ingerenza del diacono costituiva un fatto anormale e
litano, il patriarca Nicola di Costantinopoli, il Grammatico
dava la sensazione di una certa irregolarita; difatti quel « 1tOA
( «1tspl 'tou 1tCtl£ OepS[ASL 0 LSpSU£ 1tOLStV 't~v 1tPOcrXOjJ.LO~V » ). espone
AcixL£ jJ.~ crujJ.1tlXpono£ jJ.S't'lXtJ'tOU 'tOU LSpSW£ sv 'ttl 1tpO-&ScrSL» in
come egli intenda che si faccia la protesi. Al fo1. 4 I, si
dicherebbe anzitutto, che non sempre il diacono eseguisse
tocca in pieno la questione del ministro, con queste pa.ro
la protesi, ed inoltre che la eseguisse, quando il sacerdote
Ie: "E'tL OSOjJ.IXL jJ.1X&StV, cruAASL'toupyouno£ OLIXXOVOU jJ.S't1X Espsw£,
non vi presenziava; onde sembrerebbe che tutta la for
'tL£ OepS[ASL 1tOLSt-v 't~v 1tPOcrxOjJ.LO~V 'trov rJ.p'twv 'tij£ 1tpo&scrsw£
za della posizione e del dubbio di que! sacerdote fosse
~youv 't~v &1tOXIX&IX[pScrW 'trov rJ.p'twv, 0 tspsu£ 1tlXpono£ 'tou OLIX
intorno alla regolarita 0 no, per il diacono, di avere tanta
XOVOU ~ 0 oLcixovo£ jJ. ~ crUjJ.1tlXpLcr'tIXjJ.SVOU 'tou LSpSW£ sv 'ttl 1tpO
liberta di azione in un atto liturgico, che per il simbolismo
&ScrSL ~ XlXt 1tlXpono£ ; XlXl YIXP snlXu-&1X 1toAAcixL£ 0 oLcixovo£ jJ.~
da una parte e per la sua relazione reale dal!' aItra, pos
crujJ.1tlXpono£ jJ.s't'IXthou 'tOU LSpSW£ sv 'ttl 1tpO&ScrSL, IXtJ'tO£ 1tOLSt 't~v
siede un' intima connessione con 10 svolgimento centrale del
&1tOXIX-&IX[pScrLV 'tij£ &VlXepopli£, ASYWV xlXl 'to' 00£ 1tpOj3IX'tOV, oocrIXU'tW£
divin Sacrifizio, in cui entra pienamente ed esclusivamente
XlXl 'trov Aomrov 1tpocrepoprov, XlXl IXtJ'tO£ ojJ.o[w£ SVOt 'to 1to't~pwv
l' azione sacerdotale. E' bene notare, che la preghiera finale,
jJ.~ crujJ.1tlXpono£ IXtJ'ttp 'tOU LSpSW£, ASYWV IXtJ'tO£ XlXl 'to' sI£ 'trov
qualora il rito fosse stato eseguito dal diacono, era recitata
cr'tplX'tLW'troV 'ttl AOYXlI IXtJ'tOU 't~v 1tAsupciv, XlXt sW£ 'tOU 'tSAOU£.
dal sacerdote.
RlXl C5'tIXV os 'tIXU't1X 't1X 1tciV't1X 1tOL~crll, 'to'ts 0 LSpSU£ 1tOLSt s1tcivw
Dopo aver presentate tutte queste varie testimonianze,
IXtJ'troV 't1;v stJX~v 'tij£ 1tpo&scrsw£.
.in cui si ha una pili larga partecipazione del diacono alIa
Questo buon sacerdote, non scorgendo forse regolarita
protesi, dobbiamo dire, che in esse, esclusa la versione sla
nell' espletamento del rito della protesi, si rivol~e al suo
va di Barlaam Khoutinense, non si riscontra una affermazio
Metropolita, chiedendo qualche schiarimento intorno al mi
ne costante e rettilinea di attribuzione di protesi all' ufficio
nistro di detto rito. Egli pone la sua questione sotto un
diaconale,ma dubbia e molto limitata. Del resto non biso
duplice aspetto: trattandosi di celebrazione del sacerdote
gna credere, che in questo medesimo periodo di tempo
=;£ J ;0. -/< £ ; , 4 %&", # ,~h.h It-fl h -P .a: n-:-......,.......'!'..... ~"·~~~. " ~ Pl, ~"
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- 84
85
manchino notizie e testimonianze, Ie quali fanno una specie
compiva la protesi e non il diacono, il cui uffizio, quando
di contropeso e, attribuendo il rito della protesi al sacer
si trovava presente, si manteneva nella stessa sagoma dei
dote, mantengono I' attivita del diacono nei suoi giusti limiti.
mss. anteriori; e nella stesso tempo la loro moltiplicita ci
Gia abbiamo detto qualche parola intorno ai secoli
dira, come la piena attribuzione del rito della protesi al
VIII-X, in cui la presenza del diacono si limitava ad un
diacono costituisse una specie di tentativo di sostituzione,
atto materiale di preparazione e quindi in progresso di tempo
che d' altronde non ebbe un effetto generale e duraturo.
all' atto invitatorio perche il sacerdote compisse Ie varie ce.
E cosl abbiamo il Vat. gr. 1970, i Criptensi r. ~.I1,
rimonie. Questa medesima linea noi la rincontriamo in
r.~. IV, il Vat. gr. 1973, il Criptense r. ~. VIII, il Barber.
molteplici documenti del tempo stesso, in cui cominciava a
gr. 316, i Vat. gr. 1875 e 2143, nonche il Barber. gr. 3 Q 3,
rimarcarsi una notevole ingerenza, e penetrazione da parte
e l' Ottob. gr. 434... i quali tutti (dei sec. XI-XII) ci in
del diacono nel rituale della protesi. Non dispiaccia rianda
dicano una protesi eseguita dal sacerdote solo, oppure
re a quei tempi e continuare nell' esposizione storica della
assistito dal diacono. Vi si possono· aggiungere altri
nostra questione.
dei secoli XIII e XIV: il Vat. gr. 1863, il Criptense
N eldiscorso di S. Gregorio Decapolita (820), che « pas
r. ~. XIII, il Vat. gr. 573, ecc... , che ci presentano la
sim;, andiamo citando nel presente lavoro, si attribuisce al
stessa disposizione offertaci dai mss. dei secoli anterio
sacerdote il rito della protesi.
rio Tanto per essere piu completi ci sia dato enumerare
« , Ap~(Xlls\loU OU\I "Co\) ~spsw<; "Cij<; &sC(X<; 7tpocrxoll~oij~ x(Xl A(X
alcuni dei secoli XV e XVI, come ad esempio il Cripten
~O\I"Co<; "CO\l ap"Co\l 7tO~ijcr(X~ "C~\I &\I(XCll(Xx"Co\l &ucrC(X\I •• » I I
se A. (x. X, i Barb. gr. 389 e 458, gli Ottob. gr. 18 9 e
Nell' antico testo interpolato del commentario di S.
288 ed i Vat. gr. 1571, 2005, 2007, 2°32, 2051, 20 13... ;
Germano tradotto da Anastasio Bibliotecario (867-886) in
ed inoltre rimando al Volume II Ef>xoAOY~(x del Dmitrievskj
latino, si fa gia menzione del diacono ed anche del suddiaco
ed a quello del Brightman «Eastern liturgies», ove si pos
no, rna solo quale parte meramente materiale, poiche e il
sono riscontrare ancora altri mss.
sacerdote solo che compie la protesi: .1~o x(Xl osxollsvo<; 0
Dal secolo XIV in poi non si pub piu dubitare suI
~spsu<; 8\1 x(x\I~crxCq> 7t(XP~ o~a.XO\lOU 1) {l7too~(xXO\lOU "C~\I 7tpocrcpopav,
ministro della protesi; il sacerdote eseguisce tutto il rito,
A(x~W\l "CS "C~\I AOYXy/\I x(X~ &7tox(X&ap(X<; (Xf>"C~\I, sh(X cr"C(Xt)pos~ow<;
lasciando al diacono, quando vi e, I' infusione del vino e
x(Xpa~(X<; (Xf>"C~\I, ASYS~' 00<; 7tpo~(x"CO\l ••• 12.
dell'acqua, la parte invitatoria ed ul1'azione piu intima, che
La costituzione di Nicola il Grammatico (1084-111 I)
ha suscitato una questione di un certo valore, in quanto che
al titolo stesso ci presenta il sacerdote quale ministro della -
ha toccato il campo non solo storico, ma anche teologi
protesi: «7tSpt "Co\) 7tW~ 8CPSCAS~ 7tO~Sr\l 0 ~spsu<; "C~\I 7tpocrxoll~O~\I» 13.
co: essa consiste nel concedere liberta al diacono di poter
Uno sguardo ai vari mss. ci dira, che il sacerdote
togliere da se stesso Ie particole e fare commemorazioni a
suo piacere dopo il sacerdote. Prima di entrare in questo
(II) P. G. 100, col. 1201 C.
fatto, che riguarda solo una parte della protesi, cioe la li
(12) P. Nilo Borgia, p. 20. bera commemorazione da parte del diacono mediante Ie
(13) Pavlov, p. 410.
particole, crediamo opportuno riassumere quanto si e detto
.. __
~··7-·--,·-~·-·r~.~_~.. _. _.~_-=~~.;
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di Venezia 14 ed anchenell'eucologico romano 1873, P.3 8 ) no offrisse, 0 se il sacerdote per l' imposizione delle mam
di staccare da se alcune particole dal pane e fare a pensasse di conferire gli ordini sacri.
piacere Ie proprie commemorazioni; questo fatto, oltre che Arcudio riporta questo stesso esempio aconferma del
non entra nella parte intima della protesi, potrebbe co la sua tesi. Vale la pena di trascrivere quanto egli ha es
stituire un ricordo di una pili che partecipazione diaconale posta intorno alIa presente questione. Seguendo anche il
al rito della protesi. Tessalonicense, difende con forza il concetto della illiceita.
Premettiamo che praticamente oggidl in generale il dia dell' ufficio diaconale nell' offrire Ie particole. Ecco come si
cono non stacca da se Ie particole dal pane, rna si rivolge esprime: «At illas particulas nedum laicis, sed ne diaconis
al sacerdote, chiedendogli di fare alcune commemorazioni a quidem offerre fas est. Nulla autem ratio reddi potest qua
sua personale intenzione. re offerre non possint, nisi ea sola, quam reddit Concilium
Un tal fatto produsse delle discussioni, portate su ter I Nicaenum can. 18, quia videlicet diaconi non habent po
reno teologico, che divisero i disputanti in due parti: l'una testatem sacrificia offerendi; unde cum non possint diaconi.
sosteneva che non e lecito al diacono offrire tali particole; offerre particulas, signum est eas consecrari, et esse sacri
I)
l' altra, basandosi su Ie varie testimonianze su riferite, ficium. Et propterea negat Concilium posse eos Eucharistiam
che militano a favore del diacono, chiama troppo esagerata presbyteris distribuere: o\h:s 0 KtXVWV, o\hs fj OUV'lj&SLtX rttXpSOWKS
:1/
la prima opinione. Dopo aver esposto Ie due sentenze, ag 'tou~ s~OUO£tXV p.YJ sxov'ttX~ rtpoOCfiSpsw, 'tOU'tOL~ 'tor~ rtPOOCfiSPOUOL Ii
giungeremo il nostro modesto pensiero. IMovtXL 'to owp.tX XpLO'tOU. Neque canon, inquit, neque con
Stanno per la prima sentenza Simeone Tessalonicense, suetudo tradidit, ut ii, qui offerendi sacrificium non habent
Gregorio Pachimere, Arcudio, Allazio ecc. potestatem, his qui offerunt, corpus Christi porrigant. Epi
Scorrendo i passi del Tessalonicense IS, si nota ben phanius quoque haeresi 79 dum reprehendit quasdam mu
chiaro, che egli e molto tassativo nel negare ai diaconi di lieres, quae placentam offerebant per modum sacriticii Bea
offrire Ie particole, poiche non hanno tale facoldl., essen do tae Virgini, dicit neque diaconos istud posse efficere: KtXl
muniti soltanto dell' azione prettamente ministeriale; Ie com ya.p ou'ts Ota.KOVOL SV 't'Y,j SKKA:'fjOLtXO'tLK'Y,j 'ta.£st SrtLo'tsu&Yjoa.v 'tL
memorazioni, se vogliono, i diaconi Ie facciano per mezzo p.uo't'ljpwv SrtL'ts)..stv, t1)..)..a. p.ovov OLtXKOVS~V 't&. SrtL'ts)")"6p.svtX. N am
del sacerdote; non era quindi normale e conveniente, secon neque diaconis in ecclesiastico ordine concreditum est, ut
do Simeone, quanto si faceva a Monte Athos e a Salonicco. aliquod mysterium peragant, sed solum ut administrent im
Al cap. III della « Celeste gerarchia» dell' Areopagita, perata. Quam eandem rationem Concilii et Epiphanii optime
in cui si dice agire contro Ie costituzioni chi esercita il pro tangit ipsemet Thessalonicensis... » 16.
prio ministero oltre Ie debite prescrizioni, Gregorio Pa Nel cap. XVII riprendendo il fatto delle particole, pro
chimere, per illustrarne il eoncetto, fa seguire un esempio segue nel dire, come l' offerta di esse da parte del diacono
sotto questa forma: sarebbe contro Ie costituzioni, se il diaco costituisse un abuso, poiche « non potest eos offerre alius
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q uispiam praeterquam is, qui eas etiam consecrat. Alioquin iI semplice fatto che si verrebbe ad affermare essere esistite
totius EccIesiae vetustissima consuetudo rec1amat, quare Ie particole gia al tempo del primo Concilio di Nicea: «II
numquam offerre diacono permisit. Quare emendandae sunt me semble d' aiIIeurs inutile de relever cette theorie, qui
seu potius delendae in praeparatione liturgiae iIIae rubricae ferait remonter I' usage des parcelles au temps du 1. con
in Euchologio typis excusso: « 0 os otcixovo£ ACXj3WV xcx~ cxlrro£ cile oecumenique!» 1 9 •
oCfJpCXr tOcx XCXt 't~v cirtcxv A6yXYJ';, J.1vYJJ.10vsus~ WV j30UAS'tCX~ 'ts&vsw'twv II P. Hanssens sembra accettare I' opinione di Arcudio,
XCXt 'tsASU'tcxlov ASrS~ ofhw£' J.1v~o&YJ't~ Kup~s XCX~ 't1)~ 8J.11)£ &;vcx od almeno certo non la respinge: « quod (cioe I' uso del
~~6'tYJ'to£ XCX~ ourX wpYJo6v J.1ou 7ttXV 7tAYJllllsAYJJ.1cx sxoucn6v 'ts XCX~ diacono di offrire particole) Arcudius carpere non omisit,
&xoumov' shcx J.1v YJJ.10vsus~ xcxl WV j30UAS'tCX~ ~wnwv 8V s'tspo/- oCfJpcx neque, ut nobis videtur, omnino immerito; certe, iii rituum
r tOt , wocxu'tw£ XCXt 'tC&YJOt 'ttX£ J.1sptocx£ 8V 'tip xci'tw&~v Il sPSt 'tou non exteriorem tantum formam, sed naturam inspiciamus,
cir lou ap'tou, &orcsp XCXt 6 tspsu~». nihil habent commune praeparatio panis et vini eucharistici
Hae rubricae, inquam, tollendae sunt, quae a Neoteri et oblatio iIIarum particularum» 20.
cis graecorum Euchologio Venetiis typis excusso addi tae Questa opinione del Tessalonicense, accettata e difesa
sunt ut suam &;rct&cxvov opinionem probabiliorem redderent. da Arcudio, e stata detta se non altro almeno un po trop
Sunt enim mera xcx~vo't0J.1tcx quam sane redarguunt, cum Con po esagerata e precipitosa.
cilii Nicaeni citatus canon, tum S. Epiphanius et ipsemet Goar nel suo eucologio, per controbattere, riporta la
Thessalonicensis, qui si in antiquis euchologiis diaconum testimonianza delI'interpolatore (sec. XII) del commentario
po<;se particulas offerre, scriptum reperisset, certe minime di S. Germano, ove il diacono com pie il rito sU I' oblata
iIIud correxisset atque damnasset » 17. maggiore, e quindi a pili forte ragione poteva farlo riguar
Ed Allazio, volendo precisare di quale oblazione trat do aIle particole. Dopo aver esposto iI modo di sentire di
tasse il I Concilio ecumenico nel canone XVIII, scrisse: Arcudio, il quale voleva I' omissione di alcune rubriche
«Sic etiam diaconi tempore primi concilii Nicaeni, nuIlam dalI' eucologio, il Goar cost prosegue: «Cuius sententiae
habebant potestatem offerendi, particulas, scilicet iIIis similes, nimium ut videtur praecipitatae respondeo. Non Thessalo
quas sacerdos in prothesi a pane lanceola excisas offert. nicensem modo, sed et quemlibet, damnatum ab Arcudio
Neque enim de alia oblatione concilii verba inteIIigi pos ritum, D. Germani auctoritate probatum et usu confirma
sunt; manifestum enim est, diaconum non posse Deo offer tum in eius mystagogia legere potuisse».
re, hoc est consecrare, cum iIIud solum sibi sacerdotis ma «To xup~cxxbv owJ.1cx, inquit, w£ ax 't~vo£ XO~AtCX£ xcx~ 'tou 7tCXp
nus vindicet, et alia offerre. caeteri pro , libitu possint» 18. &sv~xo\) oWJ.1cx'to£ 'to\) GAOU ap'tou 'tYj£ SUAOr[cx£ 'tov xcxl 'tYj£ 7tpO
Pero pili giustamente Petrides nell' Echos d' Orient in oX0J.1~o1)£, 7t~ptX 'tou o~cxx6vou, w£ f) J.1SrciA"fj axxAYJotCX 7tCXPSACX~S
dica questa spiegazione di Allazio e la conseguente oppo o~cx'tsJ.1vs'tcx~.» Dominicum corpus ipsum (et non solae particulae)
sizione del Card. Bona e del De Berlendis, come inutile, per
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2
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tale questio ne non essere la stessa di quella, che riguar.
chiepiscopo Mitylenensi datas». Evidentemente pero in que cia il rito su la oblata grande e su Ie commemorazioni per
ste asserzioni si desidererebbe qualche argomento positivo, le varie categorie dei santi; la presente questione si aggi
che in realta non ci si offre. ra su quelle particole, ehe il diaeono, secondo l' eucologio,
Lo stesso argomento e toccato di passaggio dal De puo offrire dopo il saeerdote, direttamente da se a propria
Berlendis: ricorda prima Ia sentenza del Tessalonicense intenzione; onde ci sembra, che se queste due questioni
e di Arcudio, che piuttosto non ammette, schierandosi daI riflettono un' unica azione continuata, non rispect;hiano pe
la parte di Goar: «Nilosecius P. Goar... protestatur, eas ro un unieo e medesimo aspetto, poiehe eben diverso com
(particulas) posse etiam admitti, quoniam illud offerendi dia piere il rito della protesi, specie per quanto riguarda l' amn6s
eono munus attributum, intelligit de prima particularum obla nella sua interezza, e poi aggiungere iI diacono altre com
tione, dum super mensam, prothes£n vocatam adhuc adsunt ; memorazioni personaE.
non vero de aliis oblationibus, quae a sacerdote inter litur Dietro quanto abbiamo esposto su la ruarcata ingeren
giam fiunt» 3. 2
za del diacono nel rito della protesi, noi propendiamo pie
Nella lettera pontificia « Ex quo primum », dopo es . namente verso la prima opinione, che nega al diacono la
sere state esposte Ie varie opinioni suI riguardo, con ma faeolta di offrire da se; non prendiamo pero come argo
nifesta tendenza verso il pensiero del Card. Bona, viene mento il eanone nieeno, perche eertamente ivi non si trat
stabilito che una tale prassi si eontinui ad osservare senza ta dell' offerta delle partieole. Pili che ricorrere dunque a
cercare di introdurre innovazioni: «lam vero in congrega detto canone, come fa Arcudio, io cercherei di dimostrare
tionibus habitis tam sub Urbano VIII quam nostris hisce I' asserto, penetrando l' aspetto meramente ausiliare e mi
temporibus, minime praetermissum fuit examen propositae nisteriale del diaeono, come fa il Tessalonicense.
quaestionis. utrum tollenda esset oblatio, quae a diaconis Non ostante la grande liberia ed attribuzione di atti,
fiebat ad prothesin. In ea autem, quae habita est die 3 che gode il diacono negli svolgimenti liturgici, pure e ne
Januarii a. 1745 rescriptum fuit, Nobis deinde adprobanti cessario ammettere che tutte Ie sue azioni dipendono da un
bus, nihil esse innovandum. Validiores enim atque firmiores previo consenso del sacerdote, che si esprime ora con la
visae sunt rationes huk ritui faventes, per Card. Bonam benedizione ora con qualche formula e cosl via. Esistendo
allatae, quas ad oppugnandum eundem ritum eongessit Ar quindi questa specie di dipendenz a del diacono dal sacer
cudius. Itaque in nova euchologii editione intaetus relietus dote nelle parti liturgiche, forse la sentenza pili plausibile,
est oblationis diaconalis ritus» 4 • 2 gia indicata da Simeone, consisterebbe in una via di mez
Fin qui Ie opinioni pro e contro I' asserzione se possa zo: il diacono puo offrire Ie partieole nella protesi per mez
o no il diacono, in forza del suo ufficio, fare Ie commemo zo del saeerdote. E questo si fa eomunemente in molte parti.
razioni mediante Ie partieole. Non e il easo di premettere Con cio non vogliamo dire, ehe si esclude la diretta offer
ta delle partieole da parte del diacono per un fatto teolo
gico, come la intenderebbe Arcudio, ma perche una tale
(23) Be BerJendis, p. 143.
via di mezzo ci presenta piu chiaro e piu accettabile il sen
(24) Benedictus XIV, p. 167, n. 43.
"'!4 .:: ; k q is P 'l" >' ._-"'~.--""----~-:""""""""=""""I'""-"""
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te, salvo alcune divergenze non essenziali, pote praticamente CfOU; 't~v S1t' ocu't'Y,j CiLV06va liv&' ij~ xoct sv i,j sLA'Yjep&st~ s'ta.epYj ;
entrare in una. fase definitiva e presentarsi sotto un ordine 't~v Ispa't~xY)v AOYXYjV, liv&' Yj~ xal sv 1,j 'ty)v &SOCitU/-L0V 7tASUpaV svu
sistemato, quale possediamo tuttora. Cia premesso, eben logi YYj; 'tov cr1t6yyov liv&' OU xoct sv q> mwv SXOAW&Yj; 'to cr'tOCUpLXOV
co che noi dividiamo il presente capitolo in tre paragrafi; . sX/-LocysIov, linl 'tol) ~tU01tOWU ~UAOU;» Parlando dunque della
I) Riti della protesi dal secolo VIII al XI. venerazione delle cose sacre, come dell' altare, della tovaglia
2) Ri ti della protesi dal secolo XI al XVI. su l' altare ecc.... , il Santo dimostra che la venerazione no
3) Rid della protesi dal secolo XVI ai giorni nostri. stra non ci riporta alIa mera materi3. delle suddette cose,
rna a do che esse rappresentano, onde menziona anche la
lancetta, che ricorda quella, con cui fu trafitto il Costato
I - RITr DELLA PROTESI DAL SECOLO VIII AL XI.
di nostro Signore; si noti che essa viene nominata tra Ie
cose, che appartengono al santuario ; costituisce quindi una
Questo primo periodo evolutivo della protesi attraver
so la collezione di codici e qualche testimonianza del tem buona testimonianza per la nostra AOYXYj 2.
In S. Gregorio Decapolita troviamo descritta la cele
II primo rito, che noi ~onst3.tiamo nella protesi, e l' in /-Lsvou OtlV 'tol) EspstU~ 'tfj~ &s[oc~ .7tPOCiXO/-LLOfj~, xac Aa~oV"Co~ 'tov
Ci&OCL ~> e pili oltre; «linl yrtp 'tfj~ A6yXYj~ 'tfj~ xsnYjoa.CiYj~ 'tOV
per mezzo di uno strumento liturgico, a cia adatto, ossia
Dagli eucologi non ci risulta affatto; essi non fanno triarcale nella prima meta del sec. X, fatta da Niceforo,
altro che indicare la preghiera usuale sui doni: patriarca di Costantinopoli: «o'tt ou Xp~ crepplXY[OlX 1tOtSLV ZV
SEC. VIII-IX - Cod. Barb. gr. 336, fo1. I I( EuXYJ i/v 'ti,} suxil 'tou crXSUOepUAlXX[OU S1tt 'to &YtOY 1tO't~ptOV» 4. Nessun
1tOtSL 6 LSPS~ ZV 'tep crxSUOepUAlXX{CP &1to'tt&sf.Lsvou 'tou ap'tou sv O{. segno quindi, secondo il patriarca Niceforo, sopra il s. calice ;
crxcp ». onde l' unico atto rituale, privo di qualsiasi formo
Cod. Cr£ptense r.~. VII, fo1. I 19: «EuX~ YWOf.Lsv'YJ sV'tep la e di qualsiasi segno, sarebbe stato la sola mi
crxSUOepUAlXX{CP, &1tO'tt-&Sf.LSVOU 'tou 1tpscr~u'tSPOU 'tOU~ ap'tou~ 't'Yj~ 1tpO stione dell' acqua e del vino. Non si sa per quali ragio
&scrsw~ SV 'tep O{crxcp». ni il detto patriarca ne abbia proibito qualsiasi rito; forse
SEC. IX-X - Cod. Poifiriano « EuX~ 'tY); 1tpo&scrsw~ 'twv sara stata una disposizione limitata a qualche luogo, poi
owpwv &1to'tt-&sf.Lsvou 'tou lspsw~ 'tOy ap'tov 't'Yj~ 1tpo&scrsw~ ZV 'tep che ad esempio, contrariamente a cib, in una traduzione
OtlXXOVtXep ». (Krasnoseltsev, Sviedenia... pag. 28 5). armena della liturgia crisostomiana, che il P. Aucher fa ri.
Cod. Crzptense r.~. XXIX fo1. I. EuX~ &uf.Ltcif.LlX'to~... salire al sec. VIII, anch' essa ben semplice nell' esposizione
EuXYJ 'tY)~ 1tpo&scrsw~. Si noti che in questo codice criptense della protesi, premette alla solita SUX~ "C'Yj~ 1tpo&scrsw~, due
incontriamo gia la preghiera per I' incenso, che non era brevissime formole con Ie rispettive rubriche: «E poi
affatto indicato in quelIi anteriori. (dopo fa vestizione) prende il pane e 10 mette su la patena
.SEC. X - Cod. Sebastiano: «EuX~ ASYOf.LSVYj SV 'tep crxsuo dicendo: In memoria di N. S. G. C. E preso il vino, ver 'i~
epUAlXX{cp» (Krasnoseltsev, p. 2 I 7). sa in forma di croce nel calice, dicendo; Per memoria del
Vat. gr. 2282 fo1. I. Dopo I' U1tO 'tou xpci'tou~ crou e Ia salutare economia del Signore Iddio e Salvatore nostro
I
.11
l' inno cherubico si ha questa rubrica: ... «KlXL O'tlXV 't{&WV Gesu Cristo.» 5 Ci si fa parola in detta versione di una ilI
'tlXt 't~ fSPlX'ttX~ crXSU'YJ S1tcivCM 'tou &UcrtlXcr't'YJp{OU, SUXS'tlXt 0 otcixwv, forma di croce nel versare il vino, accompagnando il gesto I
ASyWV· Tou Kup{ou OS'YJ&Wf.LSV· XlXt Z1tciySt 0 LSPSU~ 't~V sUX~V "C'Yj~ con una breve formola. Ij
1tpO&scrsw~ sUX0f.LSVO~ njvos· <0 &so~ 6 &so~ ~f.Lwv .•. Eben degno di nota e di considerazione il Criptense
Criptense r. ~. IV, fo1. 2 V
EuX~ "Cou &uf.Ltcif.LlX'to~.
Possiamo ora similmente parlare di un rito particolare pou "CU1tcp svooosv, sm't[&st 'tep OCcrxcp XlXL AlX~WV otvov crepplX
per la preparazione del secondo elemento eucaristico? y[~ov smxsst 'tep cr'tlXUpep wcrlXU"CW~ XlXL XlXAU1t'tSt "COV o[crxov,
- r02 ~
- 1°3
S1tsm{ 'to1tO't~ptov, x~~ sm't(&S~ 't~V vsrpD""f/v OmAO/-.l.SV"f/V 1tcXV't~
x~l ASyS~ 't~V SUX~V 'tij~ 1tPO&S(jW~' ·0 8s~~ 6 8so~ ~/-.l.G>v ••• tlzle desunte da una buona testimonianza, la quale, unita a
quella della citata versione armena, ci indica un' aItra linea
Mentre da una parte la minuziosa descrizione del pri
mitivo rituale, aggiungendo anche il ricordo dei veli, ci in di condotta: linea di evoluzione.
dica gia un sensibile, sebbene quasi insignificante, movi La testimonianza in questione ci e data dalla versione
mento progressivo, dal}, altra I' espressa esclusione di qual del testo interpolato del commentario di S. Germano, fatta
siasi formola ci fa SUpporre I' esistenza di un simile movi da Anastasio Bibliotecario tra }' anna 867 e 886; e quindi
mento rituale della protesi. Difatti un codice coetaneo 0 di un documento che per la sua antichita riveste una certa
poco posteriore ci offre la base di una tale supposizione. importanza. Eccone il testo:
(I. Quocirca suscipiens sacerdos in disco a diacono vel
II codice Vat. gr. 1970 (Rossanense) contiene nella
semplicita di linee, quanto segue: FoI. 5 2v e Fo!. 53: a subdiacono oblationem sumensque lanceam et purgans earn
EuX~ sE~ 'to 1tpo(jx0/-.l.(j~~ 'tOY a.p'tov• deindeque in speciem crucis designans earn, dicit: Tamquam
•Q~ 1tp6~~'tov $1t~ (jrp~y~v ~X&'1j x~i w~ &/-.l.vo~ sv~V't(ov 'tou
ov£s ad ocC£s£onem ductus est et s£cut agnus coram tonden
x~poV'to~ ~u'tov a.rpwvo~, ofhw~ oux &vo{ys~ to (j't6/-.l.~ ~u'tou, sv 'ti,) te se s£ne voce. Quo dicto positaque jam oblatione in di
't~1tsmo(js~ ~~hou 1; xp(j~~ ~u'tou ~p&"f/, 'ty[v os ysvsIXv ~u'tou 't{~ sco sancto, digito extenso super earn, hanc demostrans af
o~"f/Y~(js't~~; 'tou n~'tpo~ x~~ 'tou ftou x~l 'tou ciy(ou nvs6/l~'to~. fatur: S£c non aperu£t os suum: £n hum£l£tate £ps£us £ud£
K~l sE~ 'to svw(j~~ 'to ~r/-.l.~ X~t 'to uowp, ASYS~' sr~ os 'tWV (j'tp~ C£um e£us sublatum est: 1[enerat£onem autem e£us qu£s .nar
't~W'twv A6yX'~ ~u'tou 't~v 1tASUpll:v svu'£sv x~l su&sw~ S£ijA&SV fabit? qu£a tolletur a terra v£ta e£us. Et ideo postquam
~r/-.l.~ x~l uowp, 'to 1t"f/YcX(j~v 't~v 'tou x6(j/-.l.ou (jw't"f/P{~v. Eh~ 1tO~sr hoc dicit, accepto sancto calice, fundente in cum diacono
suX~v 'tij~ 1tpo&s(jsw~. vinum et aquam, iterum dicit sacerdos: Ex£v£t de latere1esu
Riporta qui la preghiera crisostomiana e quindi la pre sangu£s et aqua, et qu£ v£d£t test£mon£um perh£bu£t et verum
ghiera per la benedizione dell'incenso. In ultimo, riguardo alIa est test£mon£um e£us. Deinde post hoc, posito sancto calice
copertura dei doni si legge: «K~l &u/-.l.~wv x~A61t'ts~ 't1X owp~ in divina mensa, digito ostendit, intendens in occisum agnum
Asywv' 'EXcXAOepSV oUp~vot>~ ... x~l 't'Yj~ ~Evs(jsw~ (jou 1tA~P"f/~ ~ yij. per panem et in effusum sanguinem per vinum, iterum di
K~l S1tetys~ ASyWV' c5 K6pw~ $~~(j{ASU(jSV, 0Py~~s(j&w(j~v A~ol c5 cens, quia: Tres sunt qu£ test£mon£um dant: sj'tr£tus, aqua
x~&·~/-.l.svo~... K~l &O/-.l.~ci 'tOY A~6v». et sangu£s, et tres unum sunt, nU1lC et semper et £n saecula
Riguardo alIa preghiera crisostomiana parleremo piu saeculorum. Dehinc accipiens turibulum et adolens incen
oltre. sum, facit orationem propitiationis ~ 6.
Dai documenti riportati risulta chiaro ed evidente il Nella «Version a·rabe inedite de la liturgie de S. lean
mantenimento della semplicita del rho, non escluso il sen Chrysostome », che G. Bacha fa risalire al sec. X 7, noi
sibile moto progressivo mediante I' aggiunta di qualche troviamo una descrizione di protesi, che presenta una certa qual
formola concomitante }' azione rituale.
D' altra parte pero dobbiamo notare che quest' arric
chimento di rituale si osserva gia al Sec. IX dietro Ie no (6) Edit. P. Nilo Borgia, p. 20.
(7) Xpuaoa'tOIl.LXcX, p. 406.
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,.,..,
,'/'" 10 5
- 10 4
Attraverso dunque Ia considerazione dei riportati do Cod. Vat. gr. 197 0 (Rossanense), cui bisogna connettere il
II
cumenti e di altri, che presenteremo neI paragrafo II, assi ms. Paris gr. 3 22 9; questa medesima preghiera si trova
~.
I' una vuoI rimanere ferma e salda alIa tradizione; l' altra
abbia iI nome del Crisostomo, che si legge solo al fo1. 55
il
I'
I
invece cerca di dare una certa espressione, un certo movi 11
J
vimento ed anche una certa pompa al semplice atto prepa per l' 8UX1J 't'ij<; 1tpooxo\-L(01j<;...
II
~
- 106 - 1°7
Iiturgia crisostomiana, come ad esempio si ha dai primi sa crisostomiana: esiste in essa indubbiamente il vero sen
eucologii slavi, quale il messale di Barlaam Koutinen so epicletico, che non pub naturalmente trovar posta nella
se, dalla versione armena e da quella araba, intorno aIle preparazione iniziale degli elementi sacrificali.
quali si hanno degIi articoli pubblicati rispettivamente dal E' lecito quindi pensare che in un momento di conf·u
Petrovskj I3, da G. Aucher I4, da C. Bacha IS. sione liturgica, vedendo che in detta preghiera crisostomia
Teniamo a far notare quanto si trova in un codice na si faceva menzione del pane e del vino, credettero be
criptense del sec. XII: r. ~. VIII; in esso e riportata la Ii ne di appropriarla, se non altro in qualche luogo, al rito
turgia del Crisostomo ed al fo1. 4 v c' e I' sOXYJ ASYOJ1.SVYj ~V della protesi; rna considerando dopo che essa non conve
'tip OXSUOrpUAClXtcp &1to't~&sJ1.svou 'tOt> fspsw~ 'tou~ Clp'tou~ ~V 'tr'J> Ot niva, perche di sapore prettamente epicletico, ricorsero alla
crxcp, si ha quindi la preghiera, che contiene l' epiclesi, ed sostituzione, da cib il motivo, penso, per cui ben pochi do
no che pochissimi: aggiungi a questo, I'argomento intrinseco, Da parecchi secoli ci e stato ammannito un rito speciale
che proviene cioe dalla considerazione della preghiera stes complicato, pieno di simboli e di cerimonie, vera esuberan
(14) Id~m, p. 359, sq. matica: Messa della protesi, Messa dei catecumeni, Messa
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_")~Jt, ~ !y-J~ <, -t;#:; Z). ..,._ l3!\ K. 4; Ji!t<. '. """""',_,'-.-u:'.....-r-..-;--:---,.".-~>:-
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~
- £08
- 109
del pane, in quei tempi, del vino edell' acqua, ed una sem
arricchire, ornare e, se vogliamo, anche nobilitare Ie vane
plice benedizione bastava a distinguerla dalla massa; con
. parti: tutto questo pero per naturale reazione daHa parte
un modesto coItello se ne staccava la parte necessaria... ;
contraria non puo avvenire che lentamente e gradatamente;
quanto alla formola antica della benedizione, niente di piu nel caso nostro, se vogliamo spiegare Ie apparenti contra
semplice e di piu armonico: si pregava Dio di benedire que
dizioni 0 meglio difformita, che ci si presentano nei vari do
gli elementi e di accoglierne i misteri nel suo celeste alta
cumenti coetanei 0 di poco posteriori in rapporto al rito
re: oggi invece si fa muovere tutto il Paradiso dei beati : della protesi, ci e necessario pensetre aHa posizione natura
gli Angeli nelle loro gerarchie, iI Battista, gli Apostoli ecc... ,
le degli avvenimenti in generale.
una vera foga bizantina dei tempi piu floriti che in fondo Nel gia citato documento patriarcale al VescovO di
in fondo finisce per dimostrarsi inutile, sopratutto a lore
Gallipoli leggiamo questa descrizione di protesi:
stessi, poiche Ie particeIle, di cui si riempie la patena per IIpoCl-&~Cltll os Clol ')tcxl 'Crt 1tspl 'Cfj~ 1tPO&SClStll~. <H 1tpO-&SClL~ I'I!
tutte Ie commemorazioni, da essi non vengono consacrate
'Cov 'Ctl1tOV ~1tSXSL 'COU rOAyo-&a:, ~V ql1tSp 0 KUPLO~ cl1tcxvcxp-&'l/-&sl~
e restano que! che erano! Ma anchiE da tale incoerenza ri
oepa.ywv S')tSLVOV 'Co Cj(.\l'C~PLOV ')tCX-&L1tS\-LSLVSV, sep' 05 ')tcxl 'Co cxl\-Lcx s')ts
sulta un bene: la inutilita di tante aggiunte e la sanzione
VtllClS ')tcxl 'Co UOtllp ~~S~AUClSV. <0 ouv tSpst>£ fJ OLa.')tOVO~, OS')t'CCXLOL
della protesi primitiva, che si svolgeva su un solo frammento
yrtp sIol ')tcxl cl\-Lepo'CspoL, 1tSpLCl'Ca\-Lsvo~ 'Cij -&s[q. 1tP0-&SClSL ')tcxl 'Cov
di pane: de uno Pane».
&sTov ~1tl xsTpcx~ ACX\-L~a.VtllV ap'Cov, 1tpO~ os ')tcxl 'Cij hspq. 'C-Y)v AOYX'l/V,
Proseguendo nella nostra considerazione, basata su la
ouX fu£ ot Cl'Ccxuptll'Ccxl \-Ls'Crt U~PStll£ 1tCXp~ycxyov, clAA' cb£ Ot \-Lcx&-q'Ccxl \
duplice tendenza su riferita, noi veniamo a constatare, come
.-tcxpcxOSOW')tCXClW\-LS'C' SUACX~S(CX~ ')tcxl 1t(Cl'CStll~, 'CPLCla.')tL~ \-Lsv 'C1l AOYX1i
anche nei tempi immediatamente posteriori a1 sec. XI esi
Cl'CCXUpOUClL 'Cov ip'Cov ~mcptllvouv'ts~ 'to "'COU Kup(ou ')tcxl eso\} ')tcxl
sta anco.ra una tale posizione, pero molto piu accentuata
ow'Cfjpo~ ijf-Lwv 'I"f)ClOU Xpw-co\) ovof-Lcx 'Co\) 'CL-&SV1:0£ (msp 'Cfj£ 'Co\)
verso la parte evolutiva, che va sempre piu estendendosi
"..tOClP.0U Cltll'CflPCcx£". Ehcx 'Cs'CpCXytllVSLOW£ 'C-Y)v ocppcxy[ocx cl1tOOLcxLp0\)
e maggiormente affermandosi.
crt, s't1tSP 'Co ~fj \-Lcx f-Lsv \-L-Y) 1tSpLcpSP1i 1tAfj-&o~ tSpoup"(OUV1:tllV ~V1:6~.
Cio dimostra che questa tempo costituisce un periodo
E~ 0' s'C"f) 1tAfj-&O~, Cl'CPOYYUAOSLOW~ 'C-Y)v 15A"f)v 15<p w 'Cfj~ clYcxcpopa:~
liturgico soggetto a movimenti ed a variazioni, e che con
acpcxLp0\)OLv. Ms'trt os 'Cij XSLpl 'C-Y)v &.epcx[pscrw ')tCX'CCX'CL-&SML 'Co\)
seguentemente noi ci imbattiamo facilmente in documenti non
crcxp')twoou£ emCflcxLV0f-LsVOU ')tcxl 'Cij 'CLf-LCq. AoYXr;; cr"CCXUPOSLOro~ xcxpch
propriamente uniformi nelle loro descrizioni. Tale state di
'Couo, ASY0V-CS£' "e6S'CCXL 15 clf-Lvo£ 'Co\) eso\) 15 cx'CptllV 'C-Y)v ci\-Lcxp'Clcxv
cose non ci dovd affatto disorientare, se noi teniamo fer
mo a questo argomento: in ogni azione verso l' acquisto 'Co\) ')tOCl\-L0U".
Ehcx ')tCX'CCX'CL-&SML 'COy ip'Cov s1tl 'Co\) o(o')tou, 1tA~v &'V-CL
di novita si forma generalmente una duplice corrente di
cr'Cpocptllr;;, xchtll-&sv f-Lsv 'Co ocxpxwos£, avtll-&sv os 'C-Y)v ClcppCXy(ocx.
opinioni: c' e chi vuole attenersi aIla nota tradizionale ed Ehcx \-Ls'Ccx~CX[VOUClL 'Xcxl 1tpO£ 'C~v 'Co\) -&s[ou 1to'C"f)p[ou &'1tO-_
ereditata dai maggiori da una parte, e c' e dall' altra ch
1tA~PtllOW. Kcxl 1tpw'Cov f-LEV smxcxLvouClL 'Co 1tpw'Ctll£ olvov, \-Ls'Crt
si sente incline ad imprimere un carattere evolutivo ad un
'C~v sux~v cxl\-Lcx ysv0\-Lsvov, ')tcxl su-&u£ SltLXGOUClL ')tcxl UOtllp ASYOV
determinato fatto, che, risultando forse un po troppo sempIi
'CS~' "EI£ 'CWV Cl'CPCX'CLtll'CWV 'Cij AoYXr;; 'C-Y)v 1tASUprtV 'COU Kup(ou... "
ce nella sua costituzione, si crede bene e giusto doverne TC-&S'CCXL os 'Co -&SLOV 1to'C~pwv SV 'CS 'Cij 1tPO-&ScrSL ')tcxl SV 'CS
=_ tC qt4 .. <;g (4CJ.. C4.;; 1- "'."_hk ,\_. f -;C % ~ a:r .&.4.,44.% ; -\N~::we ;,'" ~~y .....• --,.~
~ · :11I,
- 110 - III -
'til &or{q.. 'tPtX1tS~ 'r.l SV 'tO~~ oS~tO~~ 'tou Ucrxou /-1spscrt Oto'tt1tSp XtXL ciso in forma di croce recitando una formola, che ricorda
6 KuptO~ 't~v oS~tav svuj'fj 1tAsupciv. r{vs'ttXt r ouv S1t' tXlho~~ s'tt
come nostro Signore sia state posto per la salvezza del
'ttXt /-1S\l S\I /-1l~ 1tpO&ScrSl oE O{crXOl 'ts XtXl 'ta &s~tX 1to't~PttX.
proceduto a questa rita iniziale, con la laneetta si taglia il
IIA~\1 XtXl o£hw cr'ttXUPOStow~' ~rouv Ot /-1sv UcrxOl cr'ttXUPOSlOW~, pane nella parte interna a forma di croce recitando formola,
ta intorno al rito suI s. pane: per tre volte esso viene in-
censazione della protesi.
In ultimo luogo in essa ci si parla della disposizione
del disco e del calice: se vi e un sol disco ed un sol ca
(16) Edit. A. Mai, NPB, X, ii, pp. 166-16 9. lice (in ragione del piccolo numero dei comunicandi), que
./" 113
- 112
a.u'tYjv 19 ASyrov' <Q; 1tp6~a.'tov an1 oepa.y1)V ~X&'Yl xa.1 <l>~ a!-Lvo~
sto ultimo si mette alIa destra del disco, volendo simboleg
ava.nCov 'tOU )tsCpljno~ a.U'tOV aeprovo~ ofhro~ OUX aVOCYSL 'to O't°lla.
giare l' effusione del Sangue dal Costato di Cristo nel ca
a.U'tOU, SV 't'Y,l 'ta.1tSLVWOSL au'tOU ~ XpCOL~ a.U'tOU ~p&'Yl, 't1jV 8s ys
lice, che e espresso nelle stesse parole « 8LO'tL1tSp xa.1 (; K6
PLO~ 'tYJv 8S~La.V svuy'Yl 'tyJv 1tASUpcXV»,
vsav a.U'tOt> 't[~ OL'Yly~OS'ta.L; Ka.1 (J'tpS~a.~ 't1jv llspCoa., &6SL a.u
20
si pongono in forma di croce ed all' estremita i calici ; que (; all vb~ 'tOU Sso\) 0 a.'(prov 't1)v &p.a.p'tCa.v 'tou )too1l0U 22, )ta.l am
sta disposizione sara pure osservata sulJa s. mensa dopo tC&SL a.ut1)v t(j> oCOXq>, )tcX'tro&sv !leV to oa.p)twos~, avro&sv 8s t1)v
il trasporto dei ss. doni in essa. Essendo questa una costi aeppa.yC8a. 23. Ka.l Aa.~WV otvov oeppa.yC~rov a'TtLXSSL ttl> 1tOt'YlFCq>,
tuzione patriarcale e proveniente quindi da un' autorita, che &oa.u'tro~ )ta.l uorop 2\ ASyroV' Et~ 8s tWV O'tpa.'tLrotWV AOYXll a.u
poteva decidere sull' andamento disciplinare liturgico, non tOU t1)v 7tAsupaV svu£sv xa.t SU&Ero~ S£YJA&SV a.t lla. xa.l u8rop, to
si andrebbe errati nell' affermare che tale documento ci rap
1t'Ylyciaa.v 't1)v 'tOU x601l0u oro't'Yl pCa.v 25. Ka.t. &Ull LWV Xa.A61t'tSL tct
presenta tutto il rito della protesi che si voleva venisse 8ti>pa. ASyroV' 'EXcXAU~SV 1j aps't~ 00l), KupLs, xa.l 't1j~ a.1.vsos~
seguito dalle chiese dipendenti dal patriarcato costantino 00l) 7tA~P'Yl~ ~ yYJ. Ka.l S1tSLta. AEySL' <0 KupLo~ a~a.oCAsl)osv ... 26.
politano, fornendoci un tipo di 'collegamento pill 0 meno affine 7
Ka.1 S1mC&SL 't1)v VSCfiSA'YlV omAop.SV'Yl V 7ta.na. 2 • Et'ta. SUX-fJ 'tOU
ad altri documenti anteriori, caratterizzati anch' essi da un {}ull a.lla.'to;, 'X.a.l &l)p.L~ 'ta. oropa.. <0 OLa.XOVO~· a1tl 'til 7tPO&SOSL
L
't6>'1 'tLll[roV owprov 'tou KupCol) oS'Yl& ro llsv , <0 'tspsu~ 't1)v
sensibile mota evolutivo, rna non privi della semplicita di sux1jv
altri documenti. ~ <0 a ' < a). < rov -
't'Yl~ 7tP01."sosro~· OSO~ 0 oS(J~ "till ... " .
Q' 28
Ho detto che ci rappresenta tutto il rito della protesi, Ad esporre un pensiero personale, vorremmo dire che, ,
affinche non si pensi che sia manchevole, 0 che ne faccia se i1 rito della protesi si fosse mantenuto a questo stadio, C'
una specie di sintesi, poiche e 10 stesso patriarca che ce avrebbe rivestito quella specie di splendore e di pompa,
ne assicura, in quanto che al vescovo di Gallipoli scrive che gli si voleva dare, e nello stesso tempo il carattere
queste parole: IIFoo&~(j(J) 8e 001 xa.1 'ta 7tsp1 'tfj~ 7tpo&€osro~, semplice e severo, ben logico e naturale ad un atto di sem
doe gli descrive tutto quanta riguarda la protesi: «'ta 1CS
pl 'tii~ 1tpo&€osro~».
Se noi volessimo fare una specie, di ricostruzione del
rito della protesi, quale sarebbe stato in uso durante il pe
'(18) Criptense r. ~. II, fol. IV.
riodo da noi considerato fin qui desumendone dai documen (19) Idem.
ti Ie varie parti, forse si potrebbe presentare sotto questa (201 Vat. gr. 197°·
~
- 114 115 -
plice preparazione delle oblate, non avrebbe discapitato 10 Ottob. gr. 434 - fo1. I. EUX-fJ 't'Y)£ 1tp06sosw~' <0 eSQ~ 6
rnamera veruna. eso~ -fJ/-LW\I... quindi la liturgia.
Secondo ancora questo pensiero personale, tutte Ie in Ed e ancora a questa tipo di protesi, che bisogna col
troduzioni a partire dal sec. XII, con marcata evidenza nei legare quello descrittoci dalla traduzione della liturgia cri· 1
secoli XIII e XIV, piu che un progressive arricchimento sostomiana, fatta da Leone Tusco, la quale, sebbene avve i
dimostrano uua progressiva innovazione, che ben sovente nuta nella seconda meta del seeolo XII, pure i nomi com
andra contro dei criteri liturgici e sara fluttuante secon memorati nella grande intercessione fissano la data dell' 0 I
do l' uso e I' abuso della Iiberta praticata nel campo Ii. riginale al principio del medesimo secolo 3 1 •
turgico. Certo e piu determinato sia nella descrizione del ceri
I
Sebbene in questo secondo periodo non manchino dei moniale, sia nelle formule dei vari mss. ad esso anteriori, 1
I
documenti con rito di protesi a tipo semplice, pure bisogna come di queIIi criptensi, dellaVaticana ecc., rna e'3prirne
ammettere la preponderanza di quelli a tipo evolutivo e la pura continuazione dei medesimi senza alcuna constata
progressIvo. zione di speciali innovazioni.
Vediamo gli esempi dell' uno e dell' altro tipo, presentan Vat. gr. 181 I: Fo1. 72v: <0 OtcXXO\lO~ /-Luo'ttxw~' a1tl
do anzitutto quelli, che ci offrono una evidente semplicita. 't(j)\l 1tpoitSOSW\I 'tou KupCou oS'Y)itw/-LS\I. <0 fl1tootcXXO\lo~' Kupts s
Sec. XII. Ms. Sinaitico n. 973 29 : mette la preghiera AS"t)OO\l. KiXl (6 tspsu~) ASYSt 't-fJ\I sUX-fJ\I 'tij~ 1tpoitsosw~.
usuale della protesi, e quindi si inizia la liturgia di S. Gio <0 OtcXXO\lO~' 'tou KupCou oS'Y)itw/-LS\I. <0 tspsu~ itu/-LttX 'ttX ow
vanni Crisostomo, dopo essersi benedetto l' incenso. piX, ASYW\I 't-fJ\I sUX-I)\I 'tou itu/-Ltci/-LiX'to~.
r.~. VIII fo1. 4 - EUX-fJ tou itU/-Lta/-LiXto~. KiXl &1tSPXO\l'tiXt 6 tspsu~ xiXl 0 OtcXXO\lO~ S\l 't1J &y!~ 'tpiX1tS
fo1. 4 v - EUX-fJ ASY0/-LS\I'Y) a\l tip oXSUOcpUAiXXCq> C1) xiXl &u/-LttX iXU't~\I... 1tP01t0psu0/-LS\lOU 'tou OtiXXO\lOU /-Ls'ttX AiX/-L
(bto"ttits/-Ls\lou "tou fspsw~ tou£ cXptou£ a\l "tip oCoxq>' 1tcXOW\I,. xiXl aAitO\l'ts£ a/-Lcpw s/-L1tpooitS\I 'tij£ &yCiX£ 'tPiX1tS~ 'Y)£...
Kupts 6 es6~ ~ /-LW\I 0 1tpoitsl~ ... Bod1. ms. Auct. E. 5. 13, ff. 6 sq.
fo1. 5 - EUX-fJ "t.~~ 1tpoitsosw~' <0 8sc~ 0 eso~ EUX-fJ ~\I 1totsT 0 tspsu~ /-LsUW\I 1tPOOX0/-LCOiXt.
-fJ/-LW\I..• 30. Kupts 0 eSQ£ -fJ/-LW\I S~iX1tOO'tstAO\l /-LOt OU\liX/-Lt\l a; ucJ;ou£ &yeou
Vat. gr. 21 43 - fo1. IX'. EUX-fJ "tij~ 1tp06sosw~' <0 esc~ 0 oou XiXl S\lCOXUOO\l /-Ls sl~ 't-fJ\I OtiXXO\lCiX\I oou 'tiXU't'YJ\I 'tou 1tiXpiXa'tij
eSO\; -fJ/-LW\I (Liturgia di S. Giovanni Crisostomo). \liXC /-Ls &XiX'tiXXpC'tW£ 'tip cpo~splp cpptx'tip OOU ~~/-LiX'tt xiXl 1tpoos\lsy
foJ. xs'. EUX-fJ 't'Y)~ 1tp06sosw£' <0 eso~ 6 xa;t OOt 't-fJ\I &\liX[/-La;x'tO\l eUOCiX\I' £ht 00\1 'to xpcX'to£ X'tA.
eso~ -fJ/-LW\I (Liturgia di S. Basilio). KiXl /-Ls"ttX 't-fJ\I sUX-fJ\I AiX~W\l 't-fJ\I 1tpoocpoptX\I 1tSptX01t'tst iXU't-fJ\I
Barber. gr. 393 - fo1. 13 v EUX-fJ 't'Y)~ 1tp06susw~ tW\I ap o'tpoyyu/,ostOW~ /-L'Y)OS\I 'to OU\lOAO\l ASYW\I xiXl O"tpScJ;iX£ 't-fJ\I /-Lsp!oa;
'tW\I' <0 eSQ~ 0 eso~ -fJ/-LW\I... EUX-fJ "tou itU/-LtcX/-LiX'tO~. itust 'tiXU't'Y)\I O'tiXUPOU 'tump S\looitt xiXl sm'tCit'Y)ot 'tlp o[oxq> xiXl
AiX~W\I ol\lo\l 0CPpiXyC~W\I amxest "tip 1to't'YJpCq> fuOiXU'tW£ xiXl uowp.
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- 116 - 117
KexL XexAU1t'tSL 'tOV O[OXOV, sI'tex 'to 1tO't1jpLOV, xex! S1tL't[&'YJ 0L 't~V du vin dans Ie calice, et suivie de la priere de la prothe
&y[exv VSCPSA'YJV 51t' exU'tO.
se. On ne connaissait rien encore de tout ce qui regarde
Kex! ASySL 6 oLcixovo\; f1UO'tLXW\;· ' E1tl 'tWV 1tpo&sosrov 'tou l' extraction des parcelles prises d' autres prosphoras.
Kuprou oS'YJ&wf1sv· KUpLS SAS'YJOOV, xext 6 Espst>\; SUXS'texL 't~v SUX~V La prothese d' apres Ie missel de Barlaam de Khoutine,
'texu't'YJv· <0 eSO\; 6 eSO\; ~f1wv 6 'tOV oupcivLOv ap'tov 't~v 'tpocp1jv••• a une grande ressemblance aver ce rite. Nous lisons dans
Kex! ASySL 6 oLcixovo\;· 'tou Kuprou oS'YJ&wf1sv, xext 6 {mooLci ce missel: «Le diacre, etant dans la sacrestie et voulant
XOVO\;' KupLs SAS'YJOOV. Kex! 0 Espst>\; &Uf1LWV 'tcX owpex ASYSLo eu preparer Ie pain fera sur lui avec Ie couteau trois signes
f1rexf1ex 1tpoocpspof1sv OOL RUpLS 6 8so~ ~f1wv suroOCex\;... 3 2 • de croix et dira en Ie decoupant: Tel un agneau mene a
II Petrovskj, esaminando i piu antichi docurnenti sIavi I' £mmolat£on. Ayant ainsi partage Ie pain en forme de croix,
della liturgia crisostomiana nella chiesa russa, e cioe iI mes
sale di Antonio iI Romano (t 1147) e quello di BarIaam
iI prononcera ces paroles: L' agneau de J)£eu est £mmolt... i
En versant Ie vin et l' eau dans Ie calice: Perce avec la
Khoutinense (t 1 1 9 2 ), Ii ritiene come iI passaggio dell' an
lance O D£eu, notre D£eu, qu£ nous donnez Ie pa£n cele
tica pratica liturgica verso Ia nuova, che gia incominciava ste Et iI couvrira les dons en disant ces mots: Le Se£
ad introdursi.
gneur s' est revetu de force. En encensant: A votre de
Sebbene, dice iI Petrovskj, Ie differenze e Ie va meure » :.. 34.
rianti fra Ie due versioni siano ben numerose, tuttavia re. Se noi passiamo a considerare i documenti e i mss.,
sta Ioro un carattere comune: « .. .Ie passage de l' ancien che cIassifichiamo nel tipo evoIutivo, vi constatiamo una
ne pratique liturgique vers Ia nouvelle, qui deja commen notevoIe differenza da queIIi del primo tipo in quanto che
(j:ait a s' introduire. C' est aIors que l' on commence a ela si nota una ben marcata evoIuzione non solo attraverso Ie
borer et a etablir Ies prieres pour I' entree du debut, pour formuIe ed iI cerimoniaIe, rna pure, in modo speciale, attra
Ies ornements sacerdotaux, Ia prothese etc... » 33.
verso Ie commemorazioni onoma'itiche, che in progresso di
Per quanto riguarda Ia protesi ecco cib che scrive; tempo avranno uno sviIuppo anche esagerato.
«La prothese ne se distinguait pas encore par Ia minutie et L' eIemento, che piu ha· contribuito ad una formazione
I' uniformite, qui ont suivi. Dans quelques cas eIIe etait
piu estesa della protesi, (~ qui entriamo a considerare pro
conforme a Ia pratique des VIII·IX siecIes; dans d' autres, priamente Ia fase evolutiva), e che, se vogliarno, piu ha'
eIle reproduisait I' usage des temps posterieurs. La premie influito neI perturbamento del suo rituale, e stato certamen
re pratique, telle qu' elle se peut voir dans l' explication te iI fatto delle commemorazioni Ie quali, se formalmente
de Ia liturgie de Germain, patriarche de Constantinople, non esigevano una moItipIicazione di oblate, pure material
bornait la prothese, dans la redaction des VIII-IX siecIes, mente ne hanno tirato dietro a se un certo numero, che
a la preparation de l' agneau. accompagnee de l' infusion si aggiungevano all' oblata principaIe, all' amnos.
~
- 119 -
- 118
Appare chiaro che in questa canone, oltre che della com
Della protesi, la parte che, oltre all'aspetto storico,
memorazione, si fa questione anche del numero dei pani
pili tocca l'aspetto simbolico e dogmatico, e quella delle
in rapporto aIle commemorazioni. «Quoniam necesse fuit
particoIe; riservandoci di trattare del lora simbolismo e del
definire, commenta it Prof. Hanssens, ilIum non peccare,
le discussioni dogmatiche a lora riguardo in apposito ca.
qui unum tantum panem pro tribus hominibus offerret,
pitolo, adesso ne considereremo precipuamente Ja porte
probata igitur consuetudo ferebat, ut tot panes offerrentur,
storica. 6
quot fideles commemorabantur» 3 •
Mantenendoci strettamente nel campo prefissoci, e ClOe
Di offerte per relative commemorazioni si ha menzio
nello studio della protesi attuale, cosl come ci vien presen
ne nel rotolo Vat. gr. 2282, ove riscontriamo quanto segue:
tata dai Iibri liturgici, e volendo parlare di queste oblate,
«Ka.l to'tal-LSvo~ (iI celebrante) A5YS~ 0Cfpa.y[~wv 'ta. &&'a. owpa.
o
- 120
~ - 121
esser consacrate in massa, si togliessero delle particelle, man mano si evolveva, venendo ad imprimere una qual
sembra essere ben naturale per il semplice fatto che, chi certa novita al suo rituale.
faceva oblazioni, desiderava congiungersi piu effettivamente
Dal tipico di Alessio Studita, patriarca costantinopoli
e piu intimamente alla realta del Sacrificio eucaristico. Inol
tano (1025-1043), riportato dal codice della biblioteca Si
tre la stessa preghiera basiliana finale della protesi, che noi nodale di Mosca, 380 (olim 330), fo1. 228 v e stampato da
cito celebrare con una sola Prosfora, rispose tale fatto non
pro fratribus, quae et oblatio proferetur pro nobis vivis et
caso «necesse erat pani principali vel unum vel plures panes similiter, et una earum erit immolanda (i. e. ex ea «agnusj
l'offerta di pane per il Sacrificio non consisteva in uno solo zione legata al proprio nome, mentre non vi e niente di
per l' amnos soltanto, rna vi si portavano degli altri pani determinato per Ie «sex minutae».
senza determinazione di numero; naturalmente in questi
A questo tipico, possiamo aggiungere qualche altro.
mss. non troviamo allusioni a particelle, (nonostante 1'uso
Sebbene tali tipici dimostrino effettivamente contenere dei
primiera semplicita del rito della protesi. it semplice scopo di indicare, come poco a poco si svilup
(38) M. Hanssens, II, p. 187. (39) M. Hanssens, Appendix ad tom. II-III, p. 71.
j
aS2. ,.;i4~-4 A.a .$ k&. -ft t4 $.,.,. Q!- ;S4,S * 4 7' ..
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~
- 122
- 12 3
come abbiamo visto e come vedremo in modo ancor PIU e il numero dei pani, da cui si dovevano estrarre Ie vane
chiaro presso iI patriarca Filoteo, il quale cerchera di fis
particole commemorative secondo Ie disposizioni in esso
sare tutto ordinatamente anche in riguardo aIle chiese cat :V
contenute. Cic che pili si nota in detto tipico e la destina
tedrali.
zione delle offerte quotidiane per la Iiturgia e di quelle di
Ci basti il tipico di Irene Augusta (sec. XII), che ci
ogni sabato. Perc questa distinzione, a mio avviso, non sem
piace riportare per intiero e far notare Ie precise disposizioni
bra doversi intendere nel senso, che la questione delle par
lasciate da questa imperatrice: «Quot panes oporteat offerre
ticole e toccata solo dove sono nominate Ie « parvae cruces»,
in unaquaque liturgia et pro quibus. U noquoque die in di
giacche anche delle offerte quotidiane si doveano estrarre
vina liturgia septem panes offerentur, unus dominicus,
Ie particole; onde quelle «parvae cruces)) a me indicano piut
alter benedictae nostrae Dominae et Dei Genitricis, alter
tosto una conferma dell'estrazione delle flarticole dai sette
sancti pro occurrenti die, aIius pro expiatione et remissio
pani, in quanto che costituivano una aggiunta settimanale
ne peccatorum cum optimi mei imperatoris tum meorum;
aIle solite commemorazioni quotidiane.
alter pro defunctis monachis, alius pro defunctis parentibus
Un esemplare di protesi semplice nella sua struttura,
et caeteris propinquis nostris et alter pro vivis liberis et
rna tendente ad un notevole progresso sia a ragione della
affinibus et caeteris propinquis nostris. Et post mortem no
menzione di varie prOsfOrtL in genere, sia per Ie formole di
stram singulatim praedictus panis pro remissione nostrorum
veli e p~r iI cerimoniale, ci e dato dal ms. Barb. gr. 443
peccatorum offeretur et ita fiet in perpetuum. Si alter e duo
della Vaticana.
bus autem alterum morietur, unus panis iterum singulatim
pro vivo immolabitur; alter vero rursus pro defuncto offere Fol. I. LlLcl.'ta.~L; 'tij; npoa'itotJ.Loij;.
tur: post mortem autem iIIius qui supervixerit, unus iterum Aa.tJ.~cl.vwV EV npw'toL; 'tWV &AAWV npoaqJopwv 0 tJ.sA
panis pro ambobus offeretur. AWV npoa'itotJ.{aa.L 't~v &.y{a.v &.va.qJopa.v nSpL'itOn'tsL s~
Unoquoque sabbato cruces quoque parvae debent im Fol. IV. a.U'tij; tJ.spo; 'ts'tpa.tJ.spw;· s!&' ou'tw; 0tJ.a.A{~sL a.u't~v
molari pro defunctis parentibus et Iiberis et puellis nostris S'it'tWV E'it'tWV (sic) tjJuX{wv 'ita.l npoaqJspsL a.u't~v sv 't4>
et pro iis, qui in posterum morientur: pro quattuor (scili o[crxtp, ASYwv nSpL'itOn~V S'it 'tij; <Baa.·Cou npoqJ*ou'
cet) una (crux); hi debent inscribi in diptychis et memora <Q £ npo/""a.'tov.....
' R. ~~, ~
O'tL a.LpS'ta.L... rje { '\
,:>Wrj ,.."
a.u'tou.
ri secundum typici complexllrn. Pari modo etiarn pro vivis Ms'ta. 'to 'tsAsLwaa.L 't~v prj&s'[aa.v nSpL'itOn~V, npoa'ito
et inscriptis in diptychis et in typico; et singulis dorninicis tJ.[~SL 'ta.; (nAa.; npoaqJopcl.;· sha. Aa.tJ.~cl.VWV 't~v npo
aliae parvae cruces aeque defunctorurn gratia irnrnolabun a'it0tJ.La{tslaa.v tJ.sp{oa., xa.pcl.aaSL a.u't~v a'ta.uposLOW; Encl.
tur 40».
vw 'tOU o{a'itou' 'ita.l 'twv Aomwv &.y{wv owpwv ASYwv ou'tw'
Evidentemente la questione principale in questo tipico uUS'ta.L... 'itoatJ.ou.
Clt.' , 'A' tJ.rjv.
IIpo; 'ta.U'ta.L; ~cl.AAWV 'tov oIvov 'ita.l 'to uowp sv 't4>
&'y(tp no'trjp{tp ASYwv (sic)' EI; 'twv a'tpa.1:Lw'tWV... tJ.a.p-
Fol. 2. 'tup{a. a.O'tOU. Ka.l Aa.~wv 0 OLcl.'itOVO; {tutJ.{a.tJ.a., ~cl.AASL
(40) P. G. 127, col. 1056 B-C
St; 'tov &utJ.La.'tov, ASywv' S'tL 'ita.l s't~ snl 'tOU {tUtJ.LlXtJ.a.
SA . $ Sf.! £ 4.4 i 4t¥ :4YiH tl( P. :caw P 49~ , (4 • \f 4· ;of' _4 k Q... ~,. @- ( ......, . ··~T·,''" .,~ . .". . ;? #.4,; "''':"'''F.;-' . '(:J
-( ~
- 12 4 12 5
-
'tor; 'tiJr; 7tpo{}saswr; 'tou KupCou OS'fJ{}wlJ.sv. II Sacerdo OS 'tWV 'tsAsu't'fJa&.\l"twv· IIpoaos£C%~... slr; EAC%alJ.ov 'touos 'tOU 7tpO
te recita la preghiera dell' incenso, simile aII'odier asvs)'xC%V'tor; ('tsAsu't~aC%V'tor;) 4 1 • •
na.
Abbiamo in quest' esemplare quattro prosfora, Ie quaIi,
EuX~ 'tiJr; 7tpo{}saswr; AS),OIJ.SV'fJ &7tt:)'tt{}slJ.svou 10U ts eccettuate la prima e la seconda rispettivamente per I' amnos
pswr; 'tour; ap'tour; 't1)r; 7tpo{}saswr; Sv 'tip c(axlp' '0 o~a. e per la vergine, contengono due serie di commemorazioni
XOvor;' C'twlJ.sv XC%AWr; S7tl 'tij 7tpo{}sasl... '0 8sor; 0 di Angeli e di Santi; ed in ultimo, se si hanno altre of·
8sor; ~lJ.wv ... ferte, commemorazioni dei vi venti e dei defunti.
KC%l xC%7tvC~S~ 'to X&'AUIJ.IJ.C% IJ.s{}'ou axS7ta.~s~ 'tOV Uaxov
V
Pol. 2 •
Non tanto dissimile e il Vaticano gr. 1973 (sec. XII),
xC%l 'tip S-rsPIp XC%AUIJ.IJ.C%'t~ 'to &)'toV 7to't~ptov AS)'WV ou che e mutilo nella parte iniziale.
'twr;' 'Eaxs7tC%aC%r; ~1J.a:r; Sv 'tij axS7t'Y,) 'tWV 7t'tSpu)'wv aou' N el foI. [ comincia cOSI: O'tL C%rps'tC%~ &7t0 'tiJr; ),fir; ~ ~w~
KC%AUtfC%r; 'teX &)'~C% 'tC{}'fJa~ v 't~v VSc.pSA'fJV omAwlJ.sv'fJV C%ihou.
SItl 'to 7tn~ptov xC%l 'tOV Uaxov S7ta.vw 'tWV XC%AUIJ.IJ.a. 8us'tC%~ 6 &lJ.vor; 'tOU Ssou 0 C%!pwv 't~v &.lJ.cxp'tCC%v 'tou xoalJ.ou,
'twv, ac.ppC%)'C~wv xC%l AS)'WV' SXa.AUtfSV... ~ ),iJ 'tou llC% 7t&.V'to'ts...
'tpor; xC%l 'tou nou xC%l ..oU &.)'Cou llvsuflC%'tor;. As)'s~ tspsur;' llpsa~sCC%~r; Kup~s 'tfir; 'tsxoua'fJr; as ~sa7toCv'fJr;
~lJ.wv {}so'toxou xC%l &smC%p{}svou ~1C%pCC%~ sAs'fJaov xC%l crwaov 't~
E' tempo che consideriamo quei mss., i quali in progres tfuXeXr; ~ IJ.wv wr; &)'C%{}or;. xC%l c.p~A&.V{}pW1tOr;.
so di tempo ci presentano una maggiore determinatezza nel llpsa~sCC%~r; Kup~s 'twv &.)'tWV &awlJ.&''twv xC%l S1toupC%vCwv ou
fatto delle oblate.
v&'lJ.swv· 'tou 't~IJ.COll llpoopolJ.oU xC%l ~C%7t't~a'tou 'Iw&.vvou· 'twv &.)'lwv
In proposito indichiamo per prima la costituzione pa ~C%l 1tC%vsuc.p~lJ.wv &1tOa'toAwv, ..oU &.)'Cou 'Iw&'vvou 'tou Xpuaoa'to
triarcale di Nicola il Grammatico ( 108 4 _ 11 1 I):
lJ.0u, 'tou &.)'Cou 'touos, xC%l 1t&.V'tWV 'twv &.)'Cwv aou sAs'fJaov xC%l
~ 'R IJ.sv 7tpoac.popeX sa''t"lv ~ ~scr7to't~x~. llpoaq;opeX osu'tspC%' XC% awaov 'teXr; tfuXeXr; ~ IJ.wv.
{}wr; 7t~£S~ ;:~v AO)'X'fJV 6 tspsur;, Oc.pCAS~ SX~~AASW ac.ppC%)'CoC% lJ.~xpeXv KC%l IJ.v'fJ lJ.0vsus~ our; {}SAS~ ~ wV'tC%r; xC%l vsxpour;, xC%l crc.ppC%)'C
xC%l AS)'SW' As£C%~, Kup~s, 't~v&uaCC%v 'tij 7tpsa~sCCf 'tiJ~ 67tspsv06£ou ~wv 'to v&'lJ.C% xC%l 'to uowp, AS)'S~' gvwcr~r; llvsulJ.C%'tor; &'),Cou. ' AIJ.'1jv.
Aea7toCv1jr; ~lJ.wv 8so'toxou xC%l &smC%p{}svou MC%pCC%r;, s~r; tAC%crIJ.OV
'Exxswv os 'to v&'lJ.C% st£ 't9V xpC%'tiJpC%, AS)'S~' KC%l sIr; 'twv
. 'touos 'tou 7tpoasvs)'xC%V'tor;. llpoac.popeX 'tpC't'fJ' 7tpOpos£C%~, Kup~s, 't~v
cr'tPC%'t~w'twv... C%11J.C% (xC%l slr; 'to uowp) xC%l uowp... IJ.C%p'tupCC% C%u'tou.
{}uaCC%v 'tC%u't'fJv 'tf/ 7tpsa~sCCf 'tWV &.)'Cwv xC%C S7toupC%vCwv ouva.lJ.swv
F 01. 1 v. KC%l ~ IJ.srr; mcr'tsuolJ.sv xC%l OIJ.OAO),OUlJ.sv o't~ C%u't6r;
M~XC%~A, rC%~p~~A xC%l Aomwv 'tC%),IJ.&''twv s~r; LAC%alJ.ov 'touos 'tou 7tpO scr't~v 0 nor; 'tou 8sou 'tou ~wV'tor; 0 C%'Cpwv 't~v &'1J.C%p'tlC%v 'tOU x6crlJ.ou.
crsvs)'xC%V'tor;. llpoac.popeX 'tS'ta.P't'fJ· IIpoaos£C%~... 'tou 't~IJ.Cou 7tpoopolJ.ou, EI'tx &.1to't~{}slJ.svou 'tOU tspswr; 'tov ap'tov 'tiJr; 1tpo{}scrswr; 5',1
'tWV &.)'twv xC%l 7tC%"'suc.p~lJ.wv &7toa'to/..wv, 'twv &.)'Cwv 7tpocp'fJ'twv,
'tip oCcrxlp, AS)'S~' 61tl 'tij 1tpo{}scrs~... oS'fJ{}wlJ.sv.
'tWV &.yCwv LSpC%pXwv, xC%l 'tou &.)'Cou 'toMs, ou xC%l 't~v IJ.v~IJ.'fJv
sm'tSAoulJ.sV xC%l 7t&.V'twv 'tWV c%)'Cwv str; EAC%alJ.ov houos 'tou 7tpO
asvSYXC%V'tor;. Et os xC%l S'tspC%r; 7tpoac.popeX~ SXS~, AS)'SL str; $xa.a't'fJ v,
rnl IJ.sv 't6.'\\1 ~wV'twv' As£C%~... str; EAC%alJ.ov 'tou 7tpoasvs)'xC%V'tor;, S7tt
(41) Ed. A. Pavlov: Nomocanon pri balshom trebunik, pp. 410-412.
'·'~-"'·~~"'''''''''-"·---'""""",,,,'1, \ ,_,I bY . 04,~.(p.%
~ '-' .
- 126 - ~ - 12 7
Quindi l' si)X~ 't'ij£ 1tpo&scrsw£' <0 8so£ 0 8so£ 1JtL wv ... A) Ka;l sl£ osu'tspa;v. ava;Cf'opav Et£ os 't~v B' ava;Cf'opav
F 01. 2. Et£ 'tov cbnspCcrxov' 'tfj) AOYfP Kup{ou oE oopa;vol ~_ AsySt' npscr~sCa;t£, Kopts, 't'i)£ 'tsxou Asyst'
O'tspsw&Yjcra;v..., di solito come in quello di Grottaferrata. cr'fjS os dscr1to[vYj£ 1JtLwv Elso'toxou... IIpscr~sCa;t£, Kupts...
Eha; &utL ta 'to xcUutLtLa; xa;t Xa;A01t'tSt 'to 1to'tf;ptoV, ASywV' B) Ka;l sl£ 'tpC'tYjv Asyst· IIps·
o Kopto£ s~a;cr{).,sucrsv... 1tSpts~wcra;'to. cr~s{a;t£, Kupts, 'twv tttLCwv acrwtLa'twv
Efta; &utL ta 't~v VSCf'SAYjV' 'ExcUutPsv... 1i aps'tf;... ~1toupa;vCwv ouvatLswv, 'to) 'tttLCou TIpo
Con detto ms. combina quasi in tutto il Barberiniano Cf'*ou IIpoop0tL0u xa;l Ba;mtcr'tot) 'Iwav Lo stesso si riporta
gr. 3 16, che ripete Jo stesso elenco di commemorazioni; vou, 'twv ay{wv svoo~wv 1ta;vsuCf'~tLwv nel Vat. gr. 1863.
il che ci dispensa dal riportarlo qui, per non ripeterci a1tocr'toAWV, 'tot) ev ay[o"£ 1ta;'tpo£ 1itLwv
inutilmente.
xa;l apxtspapxou 'Iwavvou 'tot) Xpu
I secoli XI e XII· nella questione delle commemorazio crocr'totLou, 'to\) ay{ou 00 xa;l 't~v tL v~
ni ci offrono dunque una certa varieta, che ci risulta ora tLY/v... xa;l 1tanwv 'twv ayCwv 5),SYj
da disposizioni patriarcali, ora da tipici, ora dai varii mss. crov xa;l crwoov 'ta£ tPuXa£ 1JtLwv. Ka;l
Tutti questi documenti ci riportano gli inizi piu 0 meno tLvYjtL0vsuSt 05£ &SASt ~wna;£ xa;l
marcati dello sviluppo, che a poco a poco va assumendo il vsxpou£.
rituale della protesi in una delle sue parti piu caratteristi
che e piu soggette ad un' evoluzione continua, pervenendo, Da questi due mss. ci risulta che da tre pani si toglieva
possiamo ben dirlo, ad un apparente arricchimento tutto no rispettivamente l' amnos, la particola per la Vergine e
arbitrario, irregolare ed esagerato, che ci conduce ai seco quella per i varii santi, per i vivi e per i morti; ne risulta
Ii XIII e XIV sino al patriarca Fiioteo. pure che ancora non incontriamo per una particolare catego
II secolo XIII ci presenta un piccolo sviluppo nel sen ria di santi una speciale particola, come abbiamo da Filoteo
so di una piu precisa determinazione, in quanto che in in poi, restando perC> sempre fermo il fatto dell'estrazione
genere Ie commemorazioni relative ad ogni proifora Ie tro di particole, anche di una solamente, da ogni proifora, poi
'!
viamo quasi costanti in differenti documenti. Dico quasi che sembrerebbe se non altro poco consentaneo alla logici
costanti, perche non vi troviamo una compIeta concordanza ta dell' avvenimento, il caso di un' offerta accettata dal sa
in tutto. Cosl ad esempio il Barber. gr. 4 28 dopo I' amnos cerdote per il sacrificio, rna nella stesso tempo non coordina
senza distinzione di alcuna proifora, commemora Ia Vergi ta all' azione sacrificale, secondo il reale e non fittizio de
ne, gli Angeli, il Battista, gli Apostoli, S. Basilio, il Cri siderio dell' oblatore.
sostomo, il santo del giomo, tutti isanti, ed infine « Ka;l In un documento Patmense del secolo XIII, riportato
tLvf;cr&Yj'tt Kopts mxnwv 'twv XSXOttLy/tLsvwv S1t' SA1t{Ot ava;cr'tacrsw£ dal Dmitrievskj, possediamo un 'estesa descrizione di protesi,
~w'ij£ a;twv{ou xa;l ava1ta;ucrov a;otou£ 01tOU emcrxo1tst 'to Cf'w£ tot) che ha il sapore di una maggiore esagerazione nelle com
1tpocrW1tOU crou, KOpts. II Vat. gr. 1863 ed iI Criptense r.~. memorazioni e che costituisce quindi uno di quegli esempi
XIII determinano e distinguono I' una dalI' altra : di marcata evoluzione alla fine del secolo XIII sino alla
meta del sec. XIV, nel qual tempo si deve I' opera di di
·····T-~··>_..~ en ,. <;. 4,. 1";~
- 128_ ~
12 9
sciplinamento da parte del patriarca Filoteo. Posto nel di
sco l'amnos ed effettuatasi l'infusione del vino' e dell'acq a
la protesi quasi altrettanto lungo quanta la meta di tempo
nel calice, si viene aile ~arie u
commemorazioni, sorvolando,
necessario alla celebrazione della liturgia; da questa incon
certamente pero per sbaglio, quella della Vergine:
veniente esprimemmo nelle pagine superiori di questa ca
«E1~ os 't~y y'. 1tpoocpopav AiySL' pitolo il dubbio, se realmente abbia potuto esistere un ri
,!
llpOcrOS£CXL, KUpLS,
6
't~y
-&uo{CXY 'tcxu'ty)Y 'tlJ 1tpso~s{~
'tou 'tLI1.{OU tuale generale cosl lungo ed esagerato di protesi. Dato che
ou
llpocp*ou llpoop IL xcxl BCX1t'tLO'tOU 'IwrXYyou. 'Eav as slOt XCXt tXMCXL 10 incontriamo in vari documenti del tempo, 'siamo indotti
1tpoocpopcxl ASySL' TlJ 1tpso~s{~ 'tWY ay{wy xcxl SY06£wy 1tCXysucp-rlILWY ad ammetterne anche l' uso, che pero dovette durare per
&1t001:6AWY, 'tWY ay{wy xcxl -&soep6pwy 1tCXtsPWY BCXOLAS{OU ~ILWY poco tempo, se non altro a ragione della sua complessita
tou ILSyrXAOU, 'IwrXYVou tou XpUOO01:6IL ou, ,A-&cxycxo{ou, KUp{AAOU,
ed anche disordinatezza, contro cui si ebbe il giusto in
N,lCOAaoO .00 ~ao~",oopyoo, ~ 'A~~OAOX{OO, 'A~ppoo<,oo,
1tOP<'&'v,,>, tervento dell' autorita ecclesiastica.
at'o1i
(44) Brightman, p. 549 in nota.
(45) Dmitrievskj, .EUXOAOyt~ II, n. XXIX, p. 263 sq.
9
~ ":"'.~_.~ ...,.........,.,. ,."... _~. ,-~","",,~ •..•...-.... -w,·,_,·-:~ ..... '>:'~......,..7·,.·'··~~
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- 13 0 - 13 1
zitutto alIa mancanza d'un libro ufficiale eper conseguen strare sempre piu 10 spirito innovatore intorno alIa presen
za alIa ben varia liberta, specialmente nella manifestazione te questione, e cia in continuo e maggior progresso.
del sentimento religioso: Ancor piu esteso infatti ci si presenta l' aItro suaccen
Vat. g-r. 573 (sec. XIV), rol, 64: Dopo che il sacer. nato documento della biblioteca di Esfigmenou del monte
dote ha compiuto il rito su l' amnos il diacono 10 invita a Athos: «K(Xl. A(x~WV &1t0 'trov 1tpooepoprov fJ-{(Xv, oepp(Xr{~s~ (xu't~v
benedire l' infusione, e quindi si da inizio alle commemo fJ-s'trt 't1)£ AOrx't)£ 'ts'tP(XlJ.spro£, ASrWV ' Et£ 06~(Xv x(Xt &VIXfJ-V't)OW 'tOU
raZlOnI: Kup{ou x(Xl. esou x(Xt 1:w't1)po£ ~fJ-rov 'I't)oou Xp~o'tou. Asrs~ 'tou'to
Per la seconda: EL£ 't~fJ-~v, . . . . . .. &SL1t(Xp&svou l-I(Xp{(X£. r'. TSfJ-vwv os, ASrS~ EV fJ-sv 't</> svt fJ-sps~' <2£ 1tpo~(X'tov ~1t1.
Per la terza: AUVlxf1S~ 'tOU ~W01tOWU o't(Xupou, 1tpso~s{Cf 't(X oep(Xr~v ~X&'t). 'Ev os 't</> &(X'tspq>' K(XI. w£ &f1vo£ IXf1wf1o£ ~V(XV't(ov
~~(XPxrov M~X(X~)', r(X~p~~A, <P(Xep(x~A, 'tOU EfJ-OU epUA(XXO£ &rrSAOt> 'tou xs[p(XV'to£ (XU'tOV lXepWVO£. 'Ev os 't(f> 'tphq>' Ou'tw£ oux &vo(rSL
x(Xl. 1t(Xorov 'trov ~1toup(Xv{wv OUVIXfJ-SWV, llpoop0fJ-ou, ' A1tOO'tOAWV, 'to o'tofJ-(X (XU'toU. 'Ev os 't</> 'tS'tlXp'tq>' 'Ev 'til 't(X1tSWWOS~ (XU'tOU ~
'trov 1t(X'tspwv rp't)rop{ou x(Xl. B(XOtAS{OU x(Xl. 'lwlXwou 'tOU Xpupo(J'to xp{o~£ (XU'tou ~p&'t). K(XI. EV 't4'> ~x 1tA(Xr(OU' T~v os rSVSrtV (XU'tou
fJ-ou, ' A&(Xv(Xo{ou, N~XOAIXOU fJ-UPO~A{ 'tOU, KUp{AAOU, ~1tUp{owvo£, 't[£ OL't)r~OS't(X~. Eh(X (X'(pwv 'to oepp(Xr~o&sv &r wv orof1(X &1t0 't1)£'
llpoep't)'trov ' A~P(xIXfJ-, 'IO(XIXX, 'l(Xxw~, Mwosw£, ' A(Xpwv, 'lw(Xx~fJ 1tpooepopCl£, ASrS~' "O't~ (X'(ps't(x~ &1tO 't1)£ y1j£ ~ ~w~ (XU'tou 1tIXV
x(Xl. "AW't)£, . 'AV'twv{ou, ll(XxwfJ-{ou, Eu&ufJ-{ou, 1:1X~~(x, KoofJ-Cl£, 'to'ts. K(Xl. &sl£ 'to 'to~ou'tOV &rwv orofJ-(X U1t't~ov EV 'tij) o!oxq>,.
'IWIXVVOU, 8soowpou, <PwfJ-(Xvou, 'Iwo~ep, 'Avopsou (o'tp(X't~w'trov), ASrS~' 8uoov, OS01to't(X. K(XI. &us~ 'tov IXp'tOV o't(XUPOSlOro£, ASr WV '
M(Xp'tupwv 1hsep1XVOU, rswpr~ou, A't)fJ-'t)'tp~ou, Mspxoup{ou, IIpoxo1t(ou, 8us't(X~ 0 &f1vo£ 'tou 8sou {msp 't1)£ 'tou xoof1ou ~w'ij£ x(Xl. ow't't)
,Ap'tsfJ-{ou, N~x*(X, Kwvou.V't{vou, 'EASV't)£, 'trov llpo1t(x'topwv, IIpo P~(X£. Eh(X A(x~WV vlXf1(X x(Xl uowp, ~IXAAEL Ei£ 'to IXrLOV 1tO't~PLOV,
ep't)'trov..... 'tOU &r[ou 'tOU fJ-0v(Xo't't)p{ou, 'tOU &r{ou 't1)£ ~fJ-sp(X£ x(Xt ASr WV ' "Evwoov, OS01to't(X. "F.vwo~£ 'tou Kup{ou x(Xl. BEOU x(Xl.1:w
1tIXV'tWV 'trov &y{wv. Tow &r{wv x't~'topwv, 'trov ~wV'twv x(Xl. 'trov 't'ijpo£ ~f1wv '1't)oou XpLO'tOU. Et£ 'trov o'tP(X't~w'twv AOrX1l 't~v
'ts&vsw'twv. 1tAEuprtV (XU'tou gvu~E, x(X1. ~;'ijA &sv su&sw£ ~f1(X x(Xl uowp. K(XI.
Quindi si hanno commemorazioni per i fondatori, per o swp(Xxw£ f1Ef1(Xp'tUP'~XE x(Xl &A't)&:V"fj EO'tl.V ~ f1(XP'tup{(X (Xu'tou,
il santo che si festeggia, per viventi e per defunti ..... 1tIX\l'tO'tE VUv. "E1tE~'t(X 1tO~Ei 'trov s'tspwv 1tpooepopro\l 1tPOOXOf1LO~V,
Per la quarta: per il Vescovo, per il dero, per I' e ~rouv Ei£ f1sv 't~v OEU'tSp(xV ASrE~' Ei£ 06~(Xv x(Xl 't~f1~v 't'ij£ (mE
gumeno, e quindi una lunga serie, ove si alternano tutte pEUAOr't)f1SV't)£ Ev06~ou AS01to[v't)£ ~f1wv 8EO'tOXOU x(Xl. &EL1t(Xp&svou
quelle persone e cose, di cui facciamo menzione nelle lita M(Xp[(X£. EL£ os 't~V 'tp{'t't)v' Trov 't~f1~WV ~1tOUP(xvCwv OUVIXf1swv &owf1lX
nie ireniche. 'tWV, 'tau 't~f1{ou Ev06~ou 1tpoep~'tou, IIpoopof1ou x(Xl B(X1t't~o'tou 'lwlXv
Per la quinta: per i parenti defunti e viventi, per gli ',IOU, x(Xl 1tIX\l'tWV 'trov 1tpoep't)'twv, 'trov &rCwv Ev06~wv x(Xl 1t(xVEUep~f1WV
oblatori ecc.. ; terminato cOSI il rito delle oblazioni, prose-' &1tO(J'tOAWV 'trov ~~'. (12) x(Xl. O. (70). Trov &r~wv x(Xl. o~x(X{wv
gue quello usuale della protesi: benedizione dell' incenso, 'IW(XXEI.f1 x(X1. "Aw't)£, x(Xl 'trov &r[wv &SOO'tE1t'tWV B(xO~ASWV Kwv
copertllra dei doni ecc..... o't(X\I't{vou x(Xl <EASV't)£. Trov EV &r{o~£ 1t(X'tspwv fJf1rov 'lwlXwou
Non ho trascritto tutto per intiero, rna basti accenna 'tou Xpuooo't0f1ou, B(xOLAE~OU 'tau MErIXAou, rp't)rop{ou 'tOU 8EOAO
re che Ie commemorazioni soltanto occupano due fogli del rou, rp't)rop[ou 'tou N~oo't)£, rp't)rop{ou 'tau AEX(X1tOA{'tOU, rp't)ro
codice in carattere stretto e minuto; il che ci sta a dimo
~
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- 13 2
f.LsvTJ~ xal xa'ta1tovouf.LsvTJ~, EASOU~ Ssoo xal ~oTJ&sCa~ ~1ttos0f.Lsv"'I~'
pCou ' AxpayanCvwv, rpTJYopcou &auf.La'toupyoo, rp'Y/Yopccu 'tOO 'til~ crxS1tTJ~ 'too C£y{ou 't01tOU 'toutOU, xal twv xatotxounwv ~v aOtep,
f.LSytXA1J~ , Apf.LsvCa~. Too ~v tXyCOt~ 1ta'tpo~ 1if.Lwv apXtsptXpXOu xal slp~vTJ~ xal xatacr'ttXcrsw~ cruf.L1tano~ xocrf.L0u, socrttX&sCa~ twv C£yCwv
&auf.La'toupyoo NtXOAtXOU, 'too ~v C£yCOtb 1ta'tpo~ 1if.Lwv 'A&avacrCou exxATJcrtWv, crwt"tjp{a~ xal ~o'~&s[a~ twv f.Lst~ cr1tOUOil~ xal cpo~ou
'too MsytXAou, KupCUou, 'IwtXwou 'too 'EAS~f.LOVO~, xal 'too 8',1 8soo xo1ttwnwv xal otaxovounwv 1tatspwv xal &OSAcpWV 1if.Lwv
C£yCOt~ 1ta'tpo~ 1if.Lwv tSp0f.LtXp'tupo~ B),acrCou, Mooscr'tou, IIoAuxtXp1tOU, 61tsp 'twv &1tOAStcp&snwv xal EV &1tooTJf.L[at~ onwv, rtXcrsw~ 'twv ~v
xa( 1ttXnwv 'twv tspapxwv xal tsp0f.Lap'tupwv. Twv C£yCwv xa( &p_ acr&sv[at~ xcx'taxstf.Lsvwv. 61tsp avappucrsw~ twv alXf.LaAw'twv, xal
Xtotaxovwv ~'tscptXvou xal EU1tAOU. Twv C£yCwv &auf.La'toupywv ta 6dp twv &OSAcpWV, 'twv EV tat~ otaxov[at~ onwv, xal 1ttXnwv
'tpwv, &vapyupluv Kocrf.Lc2 xal Aaf.Ltavot), Kupou xal 'IwtXwou, 'Ep 'twv otaxovounwv xal otaxovTJcrtXnwv 8',1 til C£y{~ f.L0vil taut~j,
f.LOAtXOU xal IIansAs~f.Lovo~· Twv C£yCwv xal ~v06~wv f.LSytXAWv f.Lap 61tsp XOtf.L ~crsw~, avscrsw~, f.Laxap[a~, f.L v~f.L TJ~ xal &cpscrsw~ 'twv
'tupwv ATJf.LTJ'tpCou, rswpyCou xal 8soowpou, Tpucpwvo~, Eocr'ta{}{ou, C£f.Lap'ttwv twv OOUAWV tot) Ssoo ' Af.LcptAOX{OU tSp0f.L0vtXxou, 'Pa
Eocr'tpa'tCou, AD~snCou, MapoapCou xal 'Opscr'tou. Twv C£yCwv f.Ls ~OUAOO f.L0vaxoo, 'Iwawtx[ou f.L0vaX0t), rswpy[ou, xal 1ttXnwv twv
ytXAwv f.Lap'tupwv f.L'. xal 1ttXnwv 'twv f.Lap'tupwv. Twv ocrCwv xal 1tpOa1csA&onwv 1tatspwv xal &:OSAcpWV 1if.Lwv, twv ~v&tXOS XStf.Lsvwv
&socpopwv 1ta'tspwv 1if.Lwv 'AnwvCou, EM-lJf.LCou, ' ApcrsvCou, 8sooo xal a1tanaxoo op&o06~wv. Mv~cr&TJ'tt, Kupts, xat~ to 1tAil&o~ too
crCou 'too XOt VO~ttXpxou, ~tX~~a, MaxapCou, 'EcppaCf.L, EocppocrCvou, 8ASOU~ crou xal til~ 8f.L il~ ava~totTJ'to~, xal cruyXwpTJcrov f.L0t 1tc2v
'IwtXwou 'tot) 'til~ KACf.La'to~, 'IwtXwou 'tot) KaAu~C'toU, 'too 8sw 1tA'Y/f.Lf.LsA'Y/f.La sxot>crtov ts xal &xoucrtOv.
OWPOIJ 'tot) ~'touU'tou, xal 1ttXnwv 'twv ocrCwv 1ta'tspwv 1if.L wv . Twv Attraverso Ie suddette pagine, in cui si e trattato del
C£yCwv xal ~v06~wv f.LSytXAwv f.LexP'tupwv yuvatxwv 8sxAa~, Bap~tX I' evoluzione storica della protesi dal sec. XI in poi, abbia
pa~, ' A.vtXcr'tacrCa~, AlxtX'tSpCvTJ~, Kuptaxil~, Q>w'tStVil£, MtXpCv'Y/~, IIa rno potuto constatare la nota caratteristica di questo perio
pacrxsUil~ xal 1ttXnwv 'twv C£yCwv f.Lap'tupwv xal ocrCwv yUVtXtxwv. do liturgico, confermando -cosl quanta dicevamo nelle prime
Twv ocr{wv XtXl &socpopwv 1ta'tspwv 1if.Lwv 'twv 'tt'Y/'. (318). Twv pagine di questo capitolo, che cioe dal sec. XI Ia protesi
C£yCwv IIpo1tex'topwv, 1ta'tspwv, 1ttX'tpttXpxwv, 1tpocpTJ'twv, &1tOO'tOAWV, tende ad un estendersi di cerimonie e di formule, che, da
xTJpuxwv, soayysAtcr'tWV, f.Lap'tupwv, 0f.L0),oYTJ'twv, ~yxpa'tsu'twv xal ta la sua esagerazione, ci offre pili che un arricchimento
1tano; 1tvsuf.La'to~, EV 1tCcr'tSt 'tS'tSAStWf.Lsvou. _Tot) &yCou 'tooos, OU del suo rituale, un senso di una tale marcata Iiberta nella
xal 't~'i f.Lv~f.L'Y/v S1tt'tSAOt)f.LSV, XtXl 1ttXnwv crou 'twv C£yCwv, rov 'tat£ sua esecuzione, da oscurare iI vera aspetto di un semplice
LXScrCtXt~ 1tpocrOS~tXt, Kupts, 't~v &ucrCav 1if.Lwv 'tau'tTJv Sl~ 'to E1tO'J atto liturgico ed a produrre un gran numero di variazioni
ptXVtov crou &ucrtacr't~ptOv xal f.Lv~cr&'Y/'tt, Kupts, 'twv 1tpocrsvsyxov nelle differenti localidl. di rito bizantino; tale tendenza esa
'twv x'tXl Ot' 05~ crol 1tpocr~yayov. El~ 't~v s'. (1tsf.L1t't'Y/v)· 'r1tSp gerata, attuata in tale periodo di tempo e sempre pili in
socrs~scr'ttX'twv BacrtAswv 1if.Lwv, 1tano~ 'tot) 1ttXAa'tCou xexl 'too cr'tpa cline a modificazioni, variazioni, aggiunte ecc....richiese l' in
't01tsoCOU aD'twv. 'r1tSp &cpscrsw~ 'twv af.Lap'ttwv 'too OOUAOU 'too 8soo tervento dell' autorita eccleslastica, che ponesse un giusto
o ostva xal 1ttXcr'Y/~ 'til~ SV Xptcrtep 1if.Lwv &OSAcp~'t"tj'tO~. 'r1tSp EASOU~ freno a questa smisurata liberta Iiturgica e ne disciplinas
6ysCa~, crw't'Y/pCa~, &cpscrsw~ C£f.Lap'ttwv 'tot) OOUAOU 'tot) 8sou 'Iaxw ile iI movimento.
~ou, &pXtSpsw~, 'IwtXwou xal KaUtvCx'Y/~ f.L0vaXil~· 61tsp 'twv xap Dall' esposizione evolutiva della protesi di questa pe
1tocpopounwv xal xaAAtspyounwv ~v 'tat~ C£yCat~ exxATJcrCat~ xal riodo di tempo,' credo si sia manifestata a sufficienza anche
f.Lsf.LvTJf.Lsvwv 'twv 1tsv*wv, 61tsp 1ttXcrTJ~ Ifuxil~ Xptcr'tttXvwv, &At~O
O'_·"';'>-"_""·'~"-·~ ,..,; _. I 0( ..... , ........ ~~-~-...... ;e;; ,·it li0
":" ¥'! ; ,$2 ( >-4) .-,..,>.& LU;
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\ - 135
qui quella dupIice tendenza, che notavamo nei secoli ante denza, che conduce ad una mal sentita e mal capita evolu
riori: da una parte semplicita nell' arricchire il rito della zione, basata forse unicamente su la Iibera volonta indivi
protesi, dall' altra parte invece spirito innovatore, specializ duale; ed e COSt che nel campo liturgico sorgono fuori tan
zato pero da quella innovazione, che confina con la esage te novita, che non presentano alcuna plausibile ragione
rata liberta sia collettiva, se si tratta di case monastiche, scientifica; ed e COSt ancora che spesse volte cio, che e
sia personale, se si tratta di singoIi ministri dell' altare, principale, viene posposto al secondario; do, che deve man
piu che con il giusto criterio di introdurre una novita, la tenere una sempIicita di Iinee a motivo della semplicita
quale possa costituire una necessita ed utilita disciplinare dell' atto liturgico, per un mal concepito sentimento religio
ed essere l' espressione sana di un sana sentimento religioso. so viene ad assumere una forma esagerata e non collauda
Difatti essendo· il rito per l' uomo e non l' uomo per ta dall' autorita ecclesiastica.
il rito, cioe formando il rito tra l' aItro quel complesso di A tutto questo movimento senza base e senza sana
espressioni e di manifesta7.ioni dell' animo religioso, che si fondamento di studio si oppone la disciplina liturgica, la
eleva a Dio secondo la propria psicologia, e necessario in stessa dignita dei riti sacri, la stessa autorita dirigente.
esso un' evoluzione in senso di adattamento ai tempi, i qua Se questo mota evolutivo si fosse arrestato al giu
Ii non sono sempre statici, rna subiscono bene spesso dei sto e sempIice ricordo, rappresentato anche realisticamen
mutamenti notevoli. Questo fatto, che noi possiarno riscon te dalla relativa offerta, dei vivi e dei morti e dei santi
trare nei varii campi di attivita umana, 10 constatiamo an in genere, certo avrebbe mantenuto nella cornice della sem
che nel campo liturgico disciplinare, il quale deve ammet plicita primitiva it rito della protesi e si sarebbe conforma
tere ed ammette l' evoluzione, che si puo imprimere ai suoi to al sentimento religioso del popolo, i1 quale avrebbe
vari aspetti. avuto sempre l' agio di essere commemorato 10 stesso
Non e quindi da condannare una qual certa evoluzio in una delle tre serie secondo iI suo desiderio, senza
ne, che si e verificata nel rituale della protesi durante il dover ricorrere al ricordo espresso di tale 0 tal altro san~
periodo di tempo piu sopra da noi studiato: e stata buo to, di tanti membri della famiglia ben distintamente ecc.
na innovazione aggiungere per una specie di partecipazio Di fronte a questo stato di cose, nessuna meraviglia
ne realistica il ricordo dei vivi e dei morti nella celebra quindi, che si sia sentita la necessita di una reazione, che po
zione del divin Sacrificio, corne anche quello dei santi in tesse conciliare queste forti tendenze evolutive, riducendone
genere, venendo COSt ad avere un carattere eminentemente Ie proporzioni ai primitivi e semplici lineamenti di quest'at
reale e simboIico in un medesimo tempo; questo, non si to liturgico. Chi poteva far questo? L'autorita ecclesiasti
pub non riconoscere, e stata un' introduzione ed un' aggiun ca. Sebbene cio non sia stato fatto con tutti i criterii scien
ta al primitivo rituale pieno di semplicita; con cia pero tifici e non abbia tolto pienamente l'incoveniente dell 'esa
non si e punto oscurata la linea semplice della protesi. gerata moltiplicazione delle commemorazioni, corne vedremo,
La disciplina liturgica non e sistematicamente contra pure e stato un atto disciplinare ben importante e saggio,
ria ad una sana evoluzione, rna non pub sopportare che Ie se non aItro per aver dato un colpo alla smoderata tenden
pili sante manifestazioni rituali contraggano quell'indipen za di innovazioni; e stato un atto, che ha dato una certa
. f:-'-·-' -~'''''''''.~~'''''.'i'''''-''.''---~.-"<'''";--, "" .'hIP-+> .R'" f • " )J . .d Adi ·'-'~'_·_-~P>'· - ._.... H··_·_._.".n_.__~. _.•_.",.... P:' .. «$ A i . , :' 4±7<~
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sislemazione al i'ituale della protesi; se non fosse altro, an diacono nel Mattutino, Vespero e Liturgia; nell' altra spie
che per il so16 tentativo di dare una forma sistematica al ( g3. il rituale da osservarsi nella celebrazione della liturgia.
Ia protesi, quest'azione disciplirare del patriarca Filoteo e Nel volume II « EuxOAOrW;» di Dmitriewskj, essa e
ben degna di lode. Ci riserviamo pero, ripetiamo, di fare trascritta da mss. del sec. XVI 48 • Eccone il testo: "E7tsL't1l
alcune osservazioni su la sua redazione, che in sostanza. e SPXS'tllt St\; 'to XWVSU't~PLOV Xlll vC7t'tst 'tCt\; XStpll\;, ),sywv' NCcfo
quella che si usa nei tempi odierni. fLllt SV &&WOt\; 'tCt\; XStpll\; fLou... Xlll ot1Jr~ollo&llt 7teX.nll 'tCt &IlU
Una delle piu importanti figure, che si impone alla no fLeX.OteX. oou, 7teX.no'ts, vuv xlll &sC... Kill AIl~WV 't~v 7tpooepopCtV Xlll
stra considerazione in questa periodo liturgico che va dal 't~v rfrCllv AOrX1JV, Xlll 7tOtst fLs'tCt 'tOU OtllXOVOU 7tpooxuv~fLll'tll r',
sec. XI al XVI, e senza dubio quella di Filoteo, patriarca ASrOnS\; SXllO'tO~ 'to' 8 8so\; LAclo&1J'tC fLOt 't<p rffLllp'tWA<p xlll 'to
di Costantinopoli (1354-55; 1364-76). Nacque egli a Tes 'E~"fJrop(l(jll\; ~ fLa\; SX 'tij\; XIl'teX.PIl\;.. , Kill ASrSt XIl'tCt fL Cllv axeX.
salonica alIa fine del sec. XIII; monaco sinaita da prima, o't'tJv &vll't0fL~v' Tou KupCou oS1J&wfLsv, Kill AllfL~clVSt (; LSPSU\; SV
entro dopo nella grande Laura di Monte Athos, di cui di fLsV 'ti,] &pto'tsp~ xstpl 't~v 7tpooepopeX.v, SV os 'ti,j os~t~ 't~v rfr Cllv
venne egumeno; in seguito fu elevato alIa Chiesa di Era AOrX1JV Xlll oeppllr[~wv fLs't' IlU't'Yj\; 'tpC'tov S7teX.vw 't'Yj\; oeppllrtoO \; 't'Yj\;
dea, ove, durante 1'invasione dei Genovesi, Filoteo fu l' an 7tpooepopa\; Asrst· Et\; &VeX.fLV1JOLV 'tOU KupCou ... r'. Kill sU&U\; 7t~r
gelo consolatore e si distinse per il suo zelo. AlIa morte VUOt 't~v rfr£llv AOrX1JV SV 't<p oS~t<p fLsPSt 't'Yj\; OeppllrtoO \;, Xlll AS
del patriarca Callisto (1353)' tra Filoteo, Macario vescovo rSt, &vll'tsfLvwv' <Q\; 7tPO~Il'tOV S7tl oepllr~v fJX&1J\;, Xpto'ts BllatASU,
di Filadelfia e Nicola Cabasila, che i vescovi presentarono Tou Kup£ou oS1J&wfLsv. Kupts, SAS1JOOV. "O'tIlV rCtp OUX So'tt OteX.
all'imperatore, questi scelse Filoteo 46 • II novella patriarca XQVO\;, 0 LSP~U\; AsrSt Xlll 'to' Tou Kup[ou oS1J&wfL.iV, Xlll 'to Ku
si diede molto da fare riguardo alIa parte morale e disci ptS SAS1JOOV. Kill 7teX.ALV St\; 'to fi.AAOV fLSPO\; Asrst' Kill W\; &fLVO\;
plinare della chiesa di Costantinopoli, sl da aver meritato sVlln[ov 'tOU xs[pono\; IlU'tOV... 'Ev os 'tcf) XeX.'tW' T~v os rsvSCtV
degli alti encomii nella storia del Can tacuzeno, in cui leg IlU'tOU... ·0 os oteX.XOVO\;. svopwv SUAIl~W\; 't'Y,j 'tOtIlU't"f,j 'tSAS'tij' "E·
giamo: «.... iamque ceu lucerna super candelabrum posita 7tllpOV OS07tO'tIl. Kill 15 LSpSU£, SfL~IlAWV 't~v rfr[llv ),orX1J v SX 7tAIl
ad verum lumen commissam sibi ecclesiam perducit, saluta r[ou 'tOU os~wu fLSPOU\; 't'Yj£ 7tpooepopa~, S7tIlCPSt 'tOY &jtO V &p'tov,
ribus dogmatis pietatis earn enutriens, ac velut bona corpo Asrst ou'tW\;" "'O'tt 1l'{pS'tllt &7tO 't'Yj\; r'Yj\; ~ ~w~ Ilty'Cou. Kill S7tIl(
ris habitudine confirmans et mores componens et quoad eius PCJJv IlU'tOV Xlll &s'twv IlU'tOV st\; 'tOY &rLOV oCoXQv, AsrSt' 'E7teX.pll'ts
fieri potest, ex vita profana crebo docendo et monendo ad 'tCt\; XStpll\; ofLwV St\; 'tCt &rtll Xlll SUAorst'tS 'tOY KupLOv. EUAO
coelestem illam provehens» 47. r1Jos os KupLO\; SX ~tWV, 0 7tOt~OIl\; 'tOY OUpllVOV Xlll 't~v r'Yjv.
Fu Filoteo quegli, che tento dare una sistemazione, Kill 'tt&sl\; IlU'tOV umLOv SV 't<p rfrC<p oCJx<p, stm5no\; 'tOU OtIlXO
diciamo cosl, alIa celebrazione della divina liturgia, con YOU' 8uoov, ,M07tO'tIl. Kill 0 LSPSU\; &USt IlU'tOV O'tIlUpOStOW\;, ou'tW\;
due costituzioni patriarcali: in una prescrive l' ufficio del Asrst ' 8us'tllt 0 &fLVO\; 'tou 8sou... Kill o'tpsepst 'to s'tspov 87teX.VW,
'to sxov 'tOY O'tIlUpOV, St fL~7tW\; sVt SSWV Xlll &'tfLCswv' 'to'ts rCtp
- 13 8 - 139
f)1t'ttO~ xsCO&W, Yva J..L1J 1tOt-yJoll xchw&sv uyp6'tYj'ta. Kal 0 otaxo &yCwv xal otxaCwv &so1ta'topwv 'IwaxolJ..L xal '" AvvYj~. 'tou &yCot> ('tou
vo~· Nt>~ov, oso1to'ta. Kal 'Jl)-r'tWV ao'tov SV 'tip OS~tip J..LspSt J..Ls'tcX osrvo~), 'tot> xatcX 't1Jv YJ J-LSpav AaxoV'to~, xal 1taV'twv 'twv &yCwv
'tfj~ A6yXYj~, 000',1 epaCvs'tat, o'tt exst 'toJ..L-yJv, xal ASySt' Er~ os 'twv oou, 00',1 'tar~ ExsoCat~ s1tCcrxscjJat YJJ..LcX~ 0 eso~. Etta Aa~wv 't1Jv
o'tpa'ttw'twv AOYXll 't1Jv 1tASUPcXV athou svu~sv xal 15 so&sw~ S~fjA&SV 1tpooepopCt.v ASySt 'tov S1tCOX01tOV xal 'tou~ ~wV'ta~, ou~ pouAs'tat,
EX 'tfj~ 1tASUPcX~ au'tou atJ..La xal uowp, xal 15 swpaxw~ J..LsJ..Lap'tupYjxs xropta 1tcXoa gva xa't' ovoJ..La. Efta {>7tSP 1taO'Yj~ cjJuxfj~ smcrxo1tfj~
xal eXAYj&tv1J so'tlv au'tou YJ J..Lap'tupCa, 1tano'ts, vuv xal eXsl. <0 op&o06~wv, 'tou smOXo1tOU YJJ..Lwv 'tot>os, 'tot> 'ttJ..LCou 1tpso~u'tSpCou
otaxovo~ sxxsst SV 'tip ciyCq> 1to'tYjpCq> SX 'tou vaJ..La'to~ oJ..Lou xar. 'tfj~ sv Xpto'tip otaxovCa~. xal 1taV'to~ Espa'ttxot> 'taYJ..La'to~, 'twv su
uoa'to~, SL1tWV 1tpo'tspov 1tpO~ 'tov [spsa' EOAOyYjOOV .1so1to'ta i1Jv ospso'ta'twv xal &soepuAax'twv paOtASWv YJJ..Lwv. <f1tsp 'tot> ITatpo~
- ciyCav gVWOtv. <0 [spsu~ ASySt' EUAOYYjJ..LSVY/ ~ gVWOt~ 'twv ciyCwv YJJ..Lwv ('tot> osrvo~) xal 1taoYj~ 'tfj~ sv Xpto'tip YJJ..LO>v eXOSAepO'tYj'tO~.
OOU Kupts, 1tano'ts, vt>v xal eXsc. <0 os [spsu~ Aa~wv EV 'taL~ xsp 'twv eXOSAepWV xal OUAASt'tOUpywv YJJ..Lwv, 1tpsopu'tspWY, otaxovwv xal
01 't·~v osu'tspav 1tpooepopav, ASySt' El~ 'ttJ..L~v xal J..Lv~J..LYjv 'tfj~ U1tS 1taV'twv 'twv eXOSAepWV YJJ..Lwv, ou~ 1tpOOSXaAsow Sl~ 't1Jv o1Jv xowo
PSUAOYYjJ..LSVYj~ .1S01toCvYj~... Sl~ 'to U1tspoupavtov oou &umaO't-yJpwv, vCav OtCt. 'tfj~ ofj~ SOO1tAayxvCa~, 1tavaya&s .1s01to'ta. Efta ASySt
eXntxata1tsJ..LcjJov YJJ..LLV 't~v XaptV 'tou 1tavayCou oou ITvsuJ..La'to~, xal ou~ &SASt xa't' ovoJ..La ~wV'ta~.
1taV'to'ts, vuv xal eXsc. Kal a'{pwv J..LspCoa J..LsyaAYjv, 'tC&YjOtV SX os <f1tsp J..LV~J..L"fj~ xal eXepsosw~ ciJ..Lap'ttwv 'twv J..Laxapw'ta'twv x't'Y)
~twv 'tou ciyCou ~p'tou, ASySt' ITapsO'tYj YJ BaOCAtOOa EV EJ..La'ttoJ..Lip 'tOpwv 'tfj~ &yCa~ J..L0vfj~ 'tau't"fj~. Efta J..Lv'Y)J..Lovsust 'tot> XStpo'tov~
otaXpuoq> 1tSPt~S~AYjJ..LSVYj, 1tS1tOtXtAJ..LSVYj. 'Ev os 't~ 'tpC'tYj 1tpooepo oaV'to~ aO'tot> eXpXtSpsw~ xal s'tspwv, 00',1 &SASt, ~roV'twv xal 'ts&
pft. ASySt· .1uvaJ..Lst 'tot> 'ttJ..LCou xal ~W01tOtou o'taupot>, 1tpoJtaoCat~ vsro'twv xa't' ovoJ..La, xal tSAsu'taLov ASySt' Kal1tanwv 'twv S1t' SA1tCOt'
'twv 1taJ..LJ..LsyCO'twv 'ta~tapxwv MtXa1JA xal ra~pt-yJA, xal 1taowv eXvaotaosw~ ~wfj~ a(wvCou xal 'tfJ o~ XOt vwvCCf XSXOtJ..L'Y)J..Lsvwv op&o
'twv s1toupavCwv ouvaJ..Lswv eXowJ..La'twv, xal ou'tw~ EV 'tip eXpto'tspip 06~wv 1ta'tspwv xal eXOSAepW'J ~J..L!0v, eptAav&pW1ts, Kupts. Kal I,S
J..LspCoa ~aArov. Kal AaJ..L~aVst 't1Jv hspav 1tpooepopav, ASySt' 'tot> 'tt YSt 'ty,v sUX1Jv 'tfj~ At'tfj~ J..LsXpt 'tSAOU£, 'to <f1tsp 1tao1J~ cjJuXfj~
J..LCou sv06~ou 1tpoep*ou ITpoop6J..Lou xal Ba1t'ttO'tou 'Iwavvou. Twv xpto'ttavwv &AtpOJ..LSvwv J..L0vfj~ 'tau't'Y)~ 'ts xal xa'ta1tovouJ..LSvwv·
ciyCwv xal sv06~wv xal 1tavsuep~J..Lwv 'twv oroosxa xal s~o0J..L~xov J..LV~o&'f)'tt, Kupts, xal 'tfj~ sJ..Lfj~ eXva~to'tYj'to~ xal ouYXrop"fjoov J..LOt
'tao MspCoa. Tot> ciyCou 1tpw't0J..Lap'tupo~ xal ' ApXtotaxovou 1:'tsepa 1tcXV 1tAYjJ..LJ..LSA"fjJ..L~ SXOUOWV xal eXxoucrwv xal1tpooos~at 't1Jv &uoCav
vou. MspCoa. Twv ciyCwv J..LsyaAwv J..La()'tupwv .11jJ..LYj'tpCou, rswp 'tau'tYjv SL~ 'to 61tspoupavtOv oou &uotao't-yJptOV, eXV'ttxa'ta1tsJ..LcjJov YJ
yCou, 8sooropou, ' Ap'tsJ..LCou xal 1tanwv 'twv ciyCwv J..Lap'tupwv. Ms J..LLV 't1Jv Xapw 'tou 1tavayCou II vsuJ..La'to~ 1taV'to'ts, vuv xal eXsl xal
pCoa. Trov EV ciyCot~ 1ta'tspwv YJJ..Lwv xal OlXOUJ..LSVtXWV OtOacrxaAwv SL~ 'tou~ aUI)va~, xal AaJ..L~aVSt &uJ..LCaJ..La xal &StSt SL~ 'to &uJ..Lta'tov
BaOtASCoU 'tou MsyaAou, rpYjYopcou 'tou 8S0AOyOU xal 'Iwavvou 'tou xal ASySt 't1Jv suX~v. <0 otaxovo~' Tou KupCou oS'Y)&wJ..Lsv. <0 [s
XpuooO'toJ..Lou, ' A&avaoCou xal KupCAAou, NtXOAaou 'tot> SV Mupot~ psu~' 8uJ..LCaJ..La oOt 1tpoo1'SpoJ..Lsv, Xpto'ts 15 es6~ ... Kal Aapwv 'tov
xa.l 1tanwv 'twv ciyCwv EspaFXwv. MspCoa. Twv ooCwv xal &soep6 eXO'tspCoxov, &uJ..Ltft. au'tov xal &S'twv ao'tov E1taVW 'tot> &yCou ~p'tou,
pwv 1ta'tspwv ~J..Lwv 'A nwvCou, Eo&uJ..LCou, 1:a~~a, 'OvoueppCou, 'A· ASySt· 'tot> KupCou OSYj&wJ..Lsv. Kupts SASYjOOV. Of)-rw~ YcXP ASySt s(~
&avaoCou 'tou SV "A.&q> xal 1tanwv 'twv 150Cwv xal &soepopwv 1ta OAa~ 'tx~ eXpXCt.~ 'twv svouJ..La'twv 'tfj~ 1tpocrxoJ..LtOi)~ xal 'twv soXwv
'tspwv YJJ..Lwv. MspCoa. Twv ciyCwv &auJ..La'toupywv eXvapyupwv Ko xal OAYj~ oxsoov 'tfj~ ASt'toupyCa~. Tou KupCou oSYj&wJ..Lsv. Tip AO
oJ..LcX xal .1aJ..Ltavou, Kupou xal ,Iwavvou, ITaV'tsAS~J..LOVO~ xal <Ep yq> KupCou o[ oupavol EO'tSpsro&'Y)oav xal 'tip ITvsuJ..La'tt 'tOU o'to
J..LoAaou, 1:aJ..LcjJwv xal 1taV'twv 'twv ciyCwv eXvapyupwv. MspCoa. Twll. J..La'to~ ao'tou mioa YJ MvaJ..Lt~ ao'twv. Kal loou 15 eXo't1JP EA&WV
...
.~ ...•. ~ -:~.~
- 14° -.
-- 14 1
ecn"t] S7t<ivw ou 1jv 7ta.to(ov. Ka.l Aa.J.L~tXVSt 'to 7tpw'tov XtXAUJ.LJ.La.,
&uJ.Lt~ xa.l &stst a.u'tov S7t<ivw 'tou &.yCou oCaxou, axS7ttX~wv a.u'tov, same critico, credo che, oltre il fatto disciplinare attinente
xa.l ASySt 'to' <0 KupwG a~a.a£Asuasv ... sWG 'tSAOUG. <OJ.LoCwG xa.l piu direttamente la chiesa di Costantinopoli, causa fonda
S'tspov XtXAUJ.LJ.La. &uJ.LttXaa.G axS7ttX~st 'to fiytOV 7to't~pwv xa.l AS mentale della non raggiunta uniformita rituale secondo i de
yst' 'EX<iAU~SV oupa.vouG ~ aps't~ a.u'tou xa.l 'tfjG a.tvsaswG a.u'tou sideri di Filoteo, sia stato propriamente la mancanza del li·
7tA~P'~G ~ yfj. Ka.l &uJ.LttXaa.G 'tov aspa., xa.l &s'tSt StG 'ta. fiyta. bro ufficiale stampato, poiche soltanto tale libro ufficiale po
1t<inwv S7ttXvw xa.l ASySt' ~xs7ta.aov a.u'ta.G xa.l ~J.La.G SV 't1j axs7tll teva sostituire nelle chiese i mss., dai quali certamente non
'twv 7t'tspuywv aou, a7too£w~Ov aep' ~J.Lwv 1ttXna. sX&pov x. 'to A. era possibile ottenere quel grado di uniformita, raggiunto
wG aya.&oG xa.l eptA<iV&pW7toG. Ka.l ou'twG, XU~Cl.G 't~v XSepa.A~V dalla diffusione dell'uso dello stampato.
a.u'tou ASyst' 'E7tl 't1j 7tpo&sast 'twv 'ttJ.LCwv owpwv 'tol) KupCou qs"t] Un' altra causa, che tocca effetti pili particolari nello
-&wJ.Lsv. Kupts sAs"t]aov. Ka.l ASySt 't~v sUX~v 'tfjG 7tpoMaswG' <0 organismo della protesi, per cui non si pote trattenere l' ar
8soG 6 (9soG 1JJ.Lwv, 6 'tov oup<iVtOV cip'tov... Eha. 'to "A~tov sa'tt bitrarieta del celebrante nel fatto delle commemorazioni, e
wG aA"t]&wG. Ao~a. xa.l vuv, K6pts sAs"t]aov y'. sUAoy"t]aov, xa.i. 7tOtSL costituito dalla formula generica «xa.l Ot' WV [30UAS'ta.t»; natu
a7tOAUatV, ASyWV' Xpta'toG aA"t]&tVoG 6 esoG ~J.Lwv 'ta.IG 7tpsa[3sCa.tG ralmente, se vogliamo guardare pili intimamente la questione,
'tfjG 7ta.va.xptXnou Asa7to£v"t]G a.u'tol) M"t]'tpoG, 'twv &.yCwv sv06~wv queste semplici generiche parole consacrarono mediante l'au
xa.l 7ta.vsuep~J.Lwv a7tocnoAwv, 'tou EV &.yCOtG 7ta.'tpoG ~J.Lwv 'IwtXv torita patriarcq.le la tanto deprecata arbitrarieta dei ministri
vou apXtsmaxo7tou Kwva'ta.ntVoU7tOASWG 'tol) XpuaocnoJ.L0u, xa.l7ttXv riguardo aIle commemorazioni; ed e COS! percio, che tali
'twv 'twv &.yCwv sAsfjaa.t xa.l awaa.t ~J.La.G wG aya.&oG xa.l eptAtXV parole confermarono il celebrante nella sua liberta.
&pW7toG. Ka.l &uJ.Lt<iaa.G S7ttXVW 'twv &.yCwv owpwv SX 'tpC'tou ASySt' Nessuna meraviglia quindi, se la costituzione di Filo
'Ev 'ttXep<p aWJ.La.'ttxwG... Ao~a., <QG ~w"t]epopov... xa.l vuv, To 'tou teo subisse delle modificazioni, aggiunte, mutilazioni.
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U'ttcnou e ,
"t]yta.aJ.Lsvov... 49
. Gia presso un suo contemporaneo, il dotto liturgista
Non e da pensare perc che tale costituzione di Filo Nicola Cabasilas, troviamo una descrizione di protesi, che
teo abbia raggiunto il suo vero scopo di definitiva sistema ha una intima affinita con i rituali di protesi descrittici dai
zione disciplinare in quanto riguardava la liturgia, e nel documenti dei secoli XII e XIII, e che si tiene perfetta
caso nostro pili particolarmente in quanto concerneva il ri. mente nei giusti limiti di evoluzione, mantenendone la sem
to della protesi; e questa noi 10 possiamo osservare dai va plice sagoma primitiva con quel tanto di evolutivo che con
rii formularii liturgici di documenti posteriori, in cui risulta veniva, senza dare adito, si noti bene, ad una possibile ar
dissonanza ed anche allontanamento dagli ordini ed ingiunzio bitrarieta. di moltiplicazioni di commemorazioni mediante Ie
ni disciplinari del Patriarca Costantinopolitano. parole «Ot' WV . ~OUAS'ta.t» che non si riscontrano in Caba
Per indagare quali siano state Ie cause del non piccolo silas; sembra quindi che questo bravo e dotto liturgista
influsso della sua costituzione, tralasciandone per ora un e comprendesse pienamente su quali basi scientifiche e nella
stesso tempo consone alIa semplicita dell'atto preparatorio
delle oblate potesse mantenersi un vero rituale di protesi.
(49) Dmitrievskj. EUXOAOr~Ct, II. p. 819-822. Sobrio nelle sue spiegazioni simboliche, ponderato nel
suo pensiero dogmatico, esatto nel riportare Ie varie formo
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YW\I xlXl 1tO~W\I Ci1tsp s~ &px1J£ O~' W\I 0 &a\llX'to£ s(1)f.L IXCVS'to 'to!)
(50) Brightman, pp. 546-547, App. Q. XI.
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tale durante i varii periodi liturgici; ed a dimostrare cio, . '1
abbiamo spesso presentato i vari esemplari liturgici sotto sTvcxt 1tOAU~ ACXO~ xcxl OSV OWV'{} p.Ccx 1tpOOrrop&: a.nCowpov, ~aAAs xcxl
un aspetto di c1assifica, che ci potesse mostrare Ie tendenze 'ti/\; 1tCXYcxyCCX\; a.xspcxtCXV 1tpompopav, xcxl 'ta aAAcx CX\; stVCXt 0rrpcxy[Otcx».
'multiple nella formazione del rituale della prc tesi. Spesso ci si incontra in esemplari, che enumerano set
E co ! nel periodo dei secoli XV e XVI, ci incontria_ te prosfora 53 . Nonostante queste modificazioni, nonostante
mo in esemplari, che sono dello stesso tenore di quello questa tendenza di sviluppo sia nelle formole che nei riti,
filoteano, ma che, sia per Ie cause suesposte, sia anche pure la redazione di Filoteo «domine, dice il Petrovskj, a
Forse per circostanze locali, spesso si allontanano dal peu pres incontestee au XV sieele 54».
i
Ie prescrizioni di Filoteo. Cos1 troviamo differenze nelle Appartiene al sec. XV il dotto liturgista Simeone Tessa
formole 51 sia per nuove introduzioni, sia per mutamen_ 10nicense, il quale in «1tSpt 'tij\; tspa\; ASL'tOUpy[cx~ (P. G. ISS,
to di posizione; differenze nel numero delle proifora: il col. 264 sqq.)>> ci espone il rito della protesi sostanzialmen
codice A. cx. X. di Grottaferrata 52, non enumera se non tre te come quello di Filoteo, abbondando in spiegazioni sim
proifora, mentre Filoteo ne enumera cinque; iI Vat. gr. boliche, che in appresso considereremo piu dettagliatamen
2°°7 si puo collegare con iI codice di Falasca; 10 stesso teo
si puo dire del Vat. gr. 2°52 e del Vat. gr. 1571, che ci II Brightman ci riporta l' ordine della liturgiadi S.
presentano pure tre proifora, e COS! anche dei Vat. gr. 2005 Giovanni Crisostomo, tratto dal ms. Paris Graec. 2059
2 2
e °3 ; nel Vat. gr. 12 r 3 abbiamo il ricordo di una este fol. 226 v , ed e d' avviso che esso rappresenti probabilmen
sa serie di commemorazioni. te il tipo centrale della protesi del sec. XV 55. Eccone il
Invece cinque ne prescrive il « Nomocanon 228 cano
testo: MSAAWV 6 tspst>\; ASt'tOUpyijoCXt S!(jstoLV SV 'ttp vcxtp /ls'ta
num » : can. 2 13, edit. Pavlov: p. 406: «llspl 'ti/~ lfyCcx~
'toD otcxx6vou xcxt o'tans\; s/l1tpoo&sv 'tWV &'y[wv &upwv ASYOUOLV
1tpooxo/ltoi/~ 1tOOCX~ 1t poorropa~ SXSt orrsCAst~. El~ 't-f)Y &.yCCXY 1tpr;
p.uo't'tjxw~ 't-fJv sUX-fJv 'tcxu't'tjv· Rupts 6 aSO\; fj/lwv S;CX1tOO'tStAOV !I
oxo/lto~y 'ti/~ &sCcx~ ASt'tOUpyCcx~ 7tsns 1tpOOrropa~ &SASt~ ya sxsw'
1) /ltv ouvcx/ltv s~ u~ou~ eXy[ou OOU xcx'totx'tj't'tjp[ou xcxl svCoxuoov fj /la\;
cx'. /lCCXY /lSY ota 'tOY OS07to'ttXOY ap'toY, W. osu'tspcxv -r:'~(; 7tCXYcxyCcx~,
St\; 't-fJv 1tPOXStp.sv'tjv oou Otcxxov[cxv rvcx &.xcx'tcxxp['tw~ 1tCXpcxo'tw/lsv :1
y'. tUA'fjY OUX 'to~ lfyCou~, 0'. $'tspCXY 'tWY ~WY'tWY Q:y&pW7tWY, 01tOU
'tip rpptitttp ~~/lcx'tt 'toD Xpto'tou oou XCXt -r:1Jv &'vcx[/lcxx'tov tspoup
&SASt\; 'I&: /lY'f}/lOYSUSty, s'. xcxl aAA'f}Y 1ttZAty ota 'tou~ XSXOt/l'f}/lSYOU~,
y[cxv S1tt'tSASOCXt o'tt &yto~ st xcxl OOt 't-fJv 06~cxv a.VCX1ts/l7t0/lsv.
SYCX 1tpc,~ SYCX XWPCP 1t(xocx SYCX St\; 't~y 'ttZ~ty 'tou. nA~Y xcxl 'toD Kcxl a.1tspxoncxt &'/lrpo'tsPOt st.\; 't-fJv 1tpo&SotV xcxl ':tpooxuv~
'to (yCYWOitS o'tt) 'Itt: SYCX 1] 7tpw't'f} 7tpOOrropa Q:xspCXtCX Ya SX~tZAASt (jcxns~ &.v&: 'tpsl~ ASyOUOtv' cO eso~ tAtZO&'tj'tt fj/llv. E!'tcx 't[&'tjOt
'tOY .1S01to'ttXOy ap'toY, ~ 'Xcx'ta 7tW~ syxptxor~ 'I&: OOU owo'{} Ot&: 't-fJv AOyX'tjV S1tavw 'tij\; 1tPOmfOpa\; XCXt ASySt 0 ottZXOVO\;' EUAOy'tj
'to Q:nCowpOY, 'ta os aAAcx 'tsoocxpcx cx~ slycxt orrpcxyCOtcx /lOYOY, say os (jov OS01to'tcx XCXt O\; SUAOY'tj'tO~ 6 eso~. Kcxl ASyst 0 otaxovo\;' Tot>
Kup[ou oS'tj&w/lsv s1ttouva1t'twv 't~v Kupts SAS'tjOOV 6 os tapst>,
(5 I ) XPtlcrocr'toP.Ld, p. 897.
(52) A. Rocchi, p. 9. (53) Xptlcrocr'top.LXck, p. 898.
(54) Idem, p. 890.
(55) Brightman, p. 549. App. P. XIII.
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~""::~_U( <k, ~-:;c
14 6 - 147 -
Aa~wv 't~V 7tpocrrpopav cr'taupot aih~v tLs'ta 'tij~ AOYX'f)~ ASYWV xat tLfuv xal 7t<Xcr'f)~ -cij~ SV Xp~cr-cii> -fJtLfuv tXos),rpo-c'f)-co~ xal U7tSP 7t<X
'tau'ta' Er~ &v<XtLv'f)cr~v x. 'to A. Ka&' sva ouv cr'taupov smcr!lv<xmst cr'f)~ ~uxij~ Xp~cr't~avfuv.
6 o~<XXOYO~' Tou KupCou oS'f)&futLsv, sha cr'taupos~ofu~ tLs'ta 'tij~ AOY Eha tLv'f)tL0vsus~ xal ou~ j3ouAs'ta~. 'tsAsu-caIov os ASYS~' Mv~
X'f)~ 8 Ispsu~ &valstLvwV 't~v 7tpocrrpopav ASYS~' <Q~ 7tpoj3a'tov S7tt cr&'f)-c~ xal -cij~ stLij~ &va£~o-c'f)'to~, cruyxwPYjcrov tL0~ 7teXv 7tA'f)tLtLSA'f)
crrpay~v x. "'C. A. Eha ASYS~ 0 o~<Xxovo~ 't</> tspsr' "E7tapov oscr7tO tLa sxoucrwv -cs xal tXxoucrwv...
"'Ca, xal o~ ~<XAAWV syxapcrCw~ 't~v AOyX'f)V a'[ps~ tLs'ta 7tpocroxij~ Considerando Ie due suddette redazioni della protesi, cioe
'tOY <Xp'tov, ASyWV' O'O't~ a'[ps'ta~ x. "'C. A. Kal 0 o~<Xxovo~· &UiJOV os quella filoteana e quella riportataci dal Brightman, noi ci
cr7to'ta, xal o~ "'CstLvwv au'tov cr'taupos~ofu~ ASYS~' (%s'ta~ 0 &tLvo~ 6 troviamo di fronte a due redazioni, che in sostanza e nel
uto~ 'tOU €lsou U7tSP 'tij~ 'tou xocrtLou ~wij~ xal crw't'f)pCa~, 0 &uo lora processo rituale hanno una stessa impronta, salvo qual
tLsvo~ xal tL ~ oa7tavwtLsvo£, 0 xsvoutLsvo~ xal tL'f)OS7to'ts 7tA'f)pou che differenza di rubrica; quello in cui pili si differenziano, €
/
tLsvo~ 7t<Xno'ts. Eha ASYS~ 0 o~<Xxovo~· Nu£ov oscr7to'ta. xal o£ VU7t costituito dalle particelle, Ie quali, mentre presso la redazione
'twv 'tOY <XP"'Cov sv 't</> os£~</> tLsps~ ASYS~' Kal sr~ cr'tpa't~w'tfuv xa~ filoteana sono in numero ben considerevole, in quella del ms.
'ta s£ij~ xal sUAoyouno~ 'tou Ispsw~ ~<xns~ 0 o~<Xxovo~ "'Co veXtLa. Paris graec. 2059 sono pili ridotte, e si potrebbe credere
xal 'to uowp. Eha Aa~wv 0 Espsu~ hspav 7tpocrrpopav ),sys~' Er£ che tale ms. (dietro il fatto che Filoteo ab bia voluto dare
't~tL~v xal tLv~tL'f)v 'tij~ 7tavaxp<xnou oscr7toCvY)~ -YitLfuv €lso'toxou una certa sistemazione alIa protesi, ed in modo pili specia
xat &smap&svou MapCa~ ~~ 'taI~ ExscrCa~~ 7tpocros£a~ 't~v &ucrCav le, quanta riguarda il rito delle particole, con l'intenzione di
"'Cau"'C'f)v sr~ 'to U7tSpoup<xvwv &ucr~acr't~pwv. Kal 'tC&'f)cr~ "'C~v tLspCoa ridurne il numero esagerato), debba rappresentarci pili
sv 't</> &p~cr-csPii> tLsps~ 'tou ciyCou <Xp'tou, sha Aa~wv xal s-cspav fedelmente Ie disposizioni patriarcali; in tal guisa ci trove
ASYS~' Auv<XtLs~ 'tou 't~tLCou xal ~W07tOWU cr'taupou, 7tpocr-cacrCa~~ 'tfuv remmo qui di fronte ad uno dei tanti esempi, in cui si no
't~tL[WY s7toupav[wv ouv<XtLswv &crW[L<X-cwv, -cou -c~tLCou svoo£ou 7tpO ta da una parte l'allontanamento dalle prescrizioni dell'au
rp*ou xal Bamtcr-cou 'Iw<xvvou xal 'tfuv ciyCwv svoc£wv xal 7ta torita, e dall'altra l'esecuzione delle medesime.
vsurp~tLwv &nocr-coAwV. Tfuv ciyCwv xal sv06£wv ciyCwv &px~spap-'
Xfuv xal orxoutLsv~xfuv otOacrx<XAwv Bacr~AsCou... Xpucrocr'totL OU xat
III. - RITI DELLA PROTESI DAL SEC. XVI AI GIORNI NOSTkI.
7t<xnwv "'Ccov ciyCwv tspapxfuv. Tfuv ciyCwv xal sv06£wv tLsy<XAWV
tLap'tupwv rswpyCou, .1.'f)tL'f)'tpCou, 8soowpou xal 7t<xnwv -cfuv ciyCwv Per riprendere il pensie~o che esponevamo al princi
tLap'tupwv. Tfuv ocrCo.)\l... ~a~eX xal 7t<xnwv 'tfuy ocrCwv. Tfuv ciyCwv pio di questo capitolo, dobbiamo dire che, se teoreticamen
xal sv06£wv tLsy<XAWV ratLa't~xfuv tXvapyupwv KocrtLeX xal .AatL~avou te l'intervento patriarcale di Filoteo poteva costituire il ter
xal 7t<xnwv "'Cfuv ciyCwv &vapyupwv. Tfuv ciyCwv xal o~xaCwv &so mine del secondo periodo, pure abbiamo creduto bene pro
7ta'topwv. Kal 'tou ciyCou ou 't~v tLv~tL'YJv sm-csAoutLSV xal 7t<Xv trarlo sino all'apparizione delle edizioni stampate, perche
-cwv "'Cfuv ciyCwv crou WV txscrCa~~ 7tpocros£a~ 't~v &ucrCav 'tau't'f)v prati~amente queste hanno dato una certa uniformita allo
sr~ 'to U7tSpoup<xv~ov crou &ucr~aiJ't~pwv. svolgimento liturgico.
Eha Aa~wv xa~ s'tspav 7tpocrrpopav ASYS~' U7tSP crw't'f)p[a~ xP<X Onde, per quel che a noi interessa, la comparsa delle
'tou~ vCx'f)~ xal o~atLovij~ 'tfuv sucrs~scr'tchwv xal rp~AOXPCcr'twv ~a edizioni stampate ha contributo efficacemente ad !Ina tanto
cr~AswV -fJtL fuv • <f7t~p 'tou smcrxo7tou -fJtLfuv. <f7tsp 'tou 7ta'tpo~ -fJ desiderata stabilita: aflermato il processo rituale della pro-
I
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-,:/,.~,-~-..,-,.-_~~ .. -~-~. ~ ;;: .",. !! > ;w. )I 'C~
- 149
14 8
riodi, ognuno dei quali ci ha presentato una speciale ca
tesi nelle sue parti, cioe in quella iniziale riguardante I'am ratteristica, secondo la tendenza tradizionale conservatrice, 0
nos, in quella riflettente il rito delle particole (non ometten
secondo quella evolutiva.
do la breve rubrica ')tal OL' roy ~o6As'taL che in se invece di
I' I ovviare alIa lamentata moltiplicazione, ne sanziona I'uso), e
Questa duplice tendenza di prevalenza si e manife
stata in tutti e tre i periodi, iI primo dei quali (sec. VIII
nell' ultima comprendente il suo svolgimento finale e con XI) ha avuto l' impronta della semplicita; nel secondo in
clusivo; Ie varie edizioni stampate sostanzialmente conven vece (sec. XI-XVI) iI senso evolutivo comincia ad imporsi
gono nella loro redazione; dieo «sostanzialmente» per signi· alIa nota conservatrice, sino a g-enerare un vero disquili
ficare che non si escludono delle differenze, delle modifica brio di atto liturgico, in quanto che una ben semplice azio
zioni, delle divergenze spieg-abili ora per circostanze locali ne liturgica, qual' era iI rito della protesi, veniva ad avere
ora per interventi di autorita eccIesiastica; pero tutto cio un' impronta troppo p.sagerata nel suo processo; tal fatto
non intacca l'organicita del rito della protesi: cosl ad esem diede luogo ad un intervento patriarcale senza r-eggiungere
pio, puo avvenire che in una edizione si faccia menzione pero aggettivamente una definitiva e scientifica sohizione;
delle potesta celesti, mentre in un'altra se ne tace; che in questa si deve praticamente all' apparizione del libro starn·
una si abbia commemorazione di qualche santo, e non in pato, che costituisce il terzo periodo. 11 processo storico di
un'altra, e cosi di seguito; cosa questa che evidentemente questo rito e pill marcato nel secondo periodo di tempo,
tocca qualche accidentalita. in cui la piena liberta di commemorazioni, a piacere del
II fatto dunque che Ie edizioni irrlpresse, non aggiun celebrante, genera la sproporzione tra un rito complicato e
gano alcunche di nuovo all' indole interna generale della lunge ed il suo rispettivo atto liturgico semplice e breve.
protesi, salvo una tal quale certa uniformita, ci dispensa piena Senza voler entrare per ora nell'apparato critico di quest'e
mente dall'elencare qui Ie varie edizioni, rimandando sen vidente sproporzione, ci limitiamo qui ad indicare sol
z'aItro alIa «Biblotheque hellenique du XV e et XVI sie tanto quella evidente osciIlazione, nonche Ie molte varia
cIes» e «Bibliotheque hellenique du XVII siecle» oppu zioni, derivate il pill delle volte da circostallze locali, in
re all'articolo del P. Placido De Meester in XpuOOO't0f.LL')t~ cui veniva a trovarsi 10 svolgimento della protesi.
p. 283 sq. 0 meglio ancora nel «Dictionnaire d'archeologie Dalle nostre considerazi9ni intorno ai vari eucologi, at
chretienne et de liturgie~ sotto la voce «Grecques (Litur moIteplici documenti liturgici ed ai diversi atti disciplinari
gie), ove il medesimo P. De Meester ne preserlta una in materia liturgica, in conseguenza della duplice tendenza,
esauriente enumerazione. conservativa l' una ed evolutiva I' aItra, ed infine anche in
AI presente capitolo dei riti della protesi e necessario conseguenza dell' intervento dell' autorita ecclesiastica, si
aggiungere, in forma di appendice, qualche questione pecu puo dedurre logicamente in sensa lato un triplice tipo di
liare: la posizione doe delle particole nel s. disco in rap protesi, avendo ccme termine difierenziale appunto il fatto
porto all' amnos e la considerazione pili speciale di qualcuna . delle commemorazioni. Infatti iI primo tipo di protesi, sem
di esse. Prima per6 crediamo opportuno fare una specie di pliee e coerente all' atto, ci riporta solo iI rito dell' incisio
sintesi dio quanto siamo venuti finora esponendo sui riti del ne su I' amnos, senza allusione ad altre commemorazioni;
la protesi: la composizione si e aggirata intorno a tre pe
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- 151
- 15 0
~ altre a sinistra 56, c'e invece chi preferisce la sinistra 57.
\.1
Ii
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i:
:1~
il secondo tipo invece introduce Ie commemorazioni dei san Tra questi ultimi si trova Goar, il quale pero a p. 7 I
ti, dei vivi e dei morti, dando uno sviluppo esteso al rito del suo Eucologio, considerando Ie varie lezioni in proposi
della finora semplice preparazione della materia necessaria to, cosl scrive: «.. ne mireris codicum unum dexteram, a:lium
al divin Sacrificio; ci si presentaquindi il terzo tipo, che sinistram vocare: una namque et eadem res, quae mihi in o
determina Ie commemorazioni, cercandodi ottenere un co riente respicienti dextra est, in occidentem obverso fit sini
mune rituale di protesi, senza pensare pero che, con una stra: atque ita pro respectu diverso appellationes istiusmodi
determinazione in tal guisa redatta, si attingeva 10 scopo absque contradictione mutantun. Fu precisamente dall)inter~ Iii
11
, I
I,
per la categoria dei santi, rna non per que\Ba dei vivi e pretazione di destra 0 sinistra rispetto al s. pane, che nel
I!
dei defunti, in quanto che, mediante la semplice formola secolo XVIII in modo speciale si accanl la questione della
« x<X1 O~> &v ~06AS't<X~» effettivamente ed oggettivamente si posizione della particola della Vergine nel disco. L'occasio
permetteva al celebrante liberta di fare commemorazioni a ne 'della lotta fu data dall'edizione dell'eucologio, che mise
proprio piacere. in contrasto ed in polemica i monaci del Monte Athos, dive
Facciamo notare che piu sopra (pag. 137) nel riporta nuto quindi teatro di questa disputa. Alcuni, seguendo la
tare il rituale della Liturgia, trascritto da mss. del sec. XVI, nuova edizione dell'eucologio, sostenevano la destra; altri,
per comodita di uso ci siamo dovuti serviredell' edizione attaccati alla tradizione, sostenevano la sinistra e pretende
del Dmitrievskj, mentre sarebbe stato molto migliore l' edi vano ubbidire all'eucologio, prendendo pero come destra 0
zione del Krasnoseltzev in «Documen# r£guardan# fa sinistra, non quella dell'officiante, rna quella dell'amnos raf
stom dell' or,d£ne della L£turgia di S. Giovanni Cr£sostomo» figurante Cristo in croce. La questione progredl tant' oltre,
in russo. Kazan 1889. che, per ristabilire la quiete e la pace nella s. Montagna,
Presentato cosl il capitolo, ci sembra che il quadro sto fu necessario l'intervento del patriarca Partenio Mogjlalos :1
rico dell' evoluzione dei riti della protesi sia stato sufficien mediante un decreto (mese di maggio 16 6 7) 58, firmato an ".1'
\1
temente illustrato; affinche esso possa essere piu completo, che dai membri del s. Sinodo, con cui si ordinava ai mo
aggiungiamo qualche breve peculiare appendice. naci di ritenere l' antico usa senza tener conto dei recenti
eucologii.
ApPENDICE A: POSIZIONE DELLE PARTICOLE NEL S. DISCO.
In varii codici, di cui e stata fatta menzione in queste (56) a) Filoteo: per Ia Vergine a" /)E~tiji IiSpEt, per Ie altre invece a" 'tq> lip\'
onpiji _ EuxoA6"(\a:, Dmitrievskj, II, p. 820. - b) Simeone Tessalonicense. P. G.
pagine, in varie edizioni di eucologi e di jeratica noi con
155, col. 280 B. D. _ c) Vat. gr. 1213 per Ia Vergine a" /)E~tq>
'toii /lEo1to'ttxoii
statiamo, che non tutti corrispondol1o nella posizione della dp'tou. _ d) Eucologio di Venezia a. 1600: a destra Ia Vergine, a sinistra merides.
io
particola commemorativa della Vergine e delle altre ri (57) a) Ms. Paris gr. 2059, Brightman, p. 550. - b) Goar. Eucolog , secon
- 15 2 - 153 -
La diffusione pero dell' eucologio fece sl, che la que Cipro, che hanno corrotto gli ordini di nostra santa Chie
stione non si circoscrivesse al solo Monte Athos, ma si e sa: la destra e quella accanto al calice, sotto pretesto che
stendesse in yarie parti. il s. pane e posto 1tP"fjv~£, cioe il viso verso terra, come l' a
Gedeone nella SXXA"fjOtGtO'ttxy) eXAttj&StGt, III, p. 59 6 , ci par gnello innocente, di cui porta i1 nome E qui l'anonimo
la di un certo Balasio, grande oratore e skevofilace della del documento si scaglia contro questa foIlia, iniquita, be
grande Chiesa (fine sec. XVIII), del quale si ha una rispo stemmia ecc..... In altri termini questo documento anonimo
sta «7tpO£ 'tou£ spo)'t~oGtv'tGt~ 1tOU OSt 'tC&scr&Gtt 't~v ILsP£oGt 'tiJ£ 1tGt sostiene l'uso attuale della destra dell' oblata.
vGtY£Gt~ €V 'ttl [sp~ 1tPOOXOlLt8tl», che si trova neI1a biblioteca Come abbiamo affermato piu sopra, tutta la questione si
patriarcale di Gerusalemme- Lo stesso Gedeone nel 18 4 8 svolse nel determinare quale fosse la parte sinistra. Oggi
riceveva un documento, redatto da un anonimo, su richie la destra dell'oblata si intende in corrispondenza alIa sinistra
sta di un certo Giacomo, protoigumeno del monastero di S. dell' officiante, in modo che si dovrebbe pensare, che 1'am
Paolo. Nella 'EXXA"fjOtGtO'ttx~ eXA~&StGt, IX 197- 20 0 ci si ri nos rappresenti Cristo Crocifisso e cosl si ottiene la corrispon
porta la questione, sunteggiata dal Petrides: dopo essersi denza della destra dell'oblata con la sinistra dell' officiante.
affermato che all 'Athos ed in molte eparchie si attenevano Non e questa certo una questione di grande rilievo, il
aII'antica usanza e che dopo vi sorsero Ie polemiche, COSl cui studio tocchi l'evoluzione del rito della protesi od il suo
si continua: «Les uns enlevent la parcelle de la 1tGtvGtY{Gt du simbolismo ecc.... ; ne abbiamo brevemente trattato per il
cote droit et la placent du cote du calice. Les autres la semplice fatto, che nel sec. XVIII costitui una po1emica 2
mettent bien a droite, mais irregu1ierement, car ils tournent cre ed esagerata tale, da dovervi fare intervenire l'autori·
la partie posterieure de 1a parcelle vers Ie saint pain du ta patriarcale, non pero qua1e disponitrice di novita nel cam
cote du calice. D'autres la possent bien sur 1a droite, mais po liturgico, rna sernplicemente per quietare gli animi, sta
dans la mie du saint pain, et non ob1iquement sur I~; d'au bilendo che si continuasse come prima. illj
tres ancore par dessous, apres qu'i1s ont graves Ie signe ApPENDlcE B: Un' altra questione, fra tante, si ha in
de la croix, et ensuite, ayant retourne Ie saint pain, ils font torno alIa partico1a in onore degli Angeli, di cui non fanno
aussitot I'union (du Yin et de I 'eau)>> 59 Inoltre queIli che
mettono a torto 1a partico1a dalla parte del calice, vi
mettono anche quelle dei santi, sostenendo dessa essere la
parte destra.
menzione Ie antiche edizioni dell' eucologio ed anche l' edi
zione romana. Tra gli autori fu Simeone, che sostenne 1a
necessita di offrire per gli Angeli, perche sono stati mini
stri dell'incarnazione 60. G. Palama combatte tale opinione 61.
I
11:1
ill!
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Da dove viene questa grave abuso? Da una fa1sa In II Petrides nell'Echos d'Orient 62, ne riporta gli argomenti, a 11\1
terpretazione data da un euco10gio, sia per ignoranza dei cui rimando. Esposti cosl i riti della protesi, non ci rirnane
~1.
tipografi sia anche a causa dei latinizzanti di Creta e di che 'vederne il significato ed il rispettivo simbolismo: mate l.j.1
- 1 55 -
Considerate nei capitoli. precedenti Ie varie fasi stori bilitare, direi, ogni atto ed ogni azione, quando si tratta
che della protesi nei suoi riti e nelle sue formule, e oppor specialmente di materia liturgica; perb deve essere sano e
tuna volgere il nostro sguardo su un altro lato della que rivestito di quella certa serieta, che fa rispettare i riti del
stione :' accanto all'evoluzione storica ha proceduto pure l'e. la chiesa, ed inoltre, quel che pili conta, deve esprimere u
lemento simbolico, cui ha seguito anche quello dottrinale. na evid~nte relazione tra l'azione rituale e l'applicazione
desimo fatto del simbolismo ci presentera I'indole vuoi obla turgiche, premettevo questa osservazione: 11 voler spiega
toria, vuoi simbolicamente immolatoria del rito della prote re ogni formola, facendo ricorso al simbolismo di ciascun
si. 11 passaggio nel campo prettamente teologico e dogma indumento, mi sembra che molte volte equivarrebbe allo sfor 1\
tico ci sara fornito dal valore delle varie particoIe, in quan zO di far violenza al testo; e, a dire il vero, sono cosl va II
'I
rii i significati morali, che si danno alle vesti sacre, da po Ii
to debbano essere consacrate, a simiglianza dell' amnos, op
pure no. tervi applicare il detto «tot capita, tot sentent£ae », per i1 fat
'I
to che spesso si esprimono significati arbitrari cosl come Ii
II
I - SIMBOLISMO DELLA PROTESI detta il pensiero personale religioso. Sarebbe quindi forse Iii
- 15 6 -
- 1 57 -
Tutto questo abbiamo detto appunto, perche il criterio,
II
(2) G. Braun, p. 47-48 , (3) P. N. Borgia p. 28. !I
(4) Idem, p. 30. H
II
II
..; ) ef4J¥ 5-:l' 4 v·
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- 15 8 1 59
crouocx.pCOU ou 1)v S1tt 'Ci'j~ XSepcx.A:l)~ xcx.t 'Cofi 1tpoab.J1tou 'Cofi Xp~a'Cou {}1)Ocx.V xal 'ttl> 1tVSUI1cx."Cl 'tou cr't0I1cx.'to£ cx.O'tOU Macx. Yj OUvcx.l1l£
1tSp~XaAU1t'tOV cx.(l''Co SV 'CrXcplj.l.
aihou...
T9 Xcx.'Ccx.1tS1cx.crJ.1a, ~youv (; &.1;1' so'Cl &'nl 'Coi) AC&OU OJ sa Lo stesso si ha in altri codici del ·sec. XIII, come nel
ep.iA~crs 'to J.1 v"lJJ.1st'ov 0 'Iwa~cp OV1tSP xat socppay~crsv ~ "Cot) IIlAa Vat. gr. 1863, fo1. 6, nel Criptense r. ~. XIII, fo1. S. In qual
'tOU xou<nwo{cx.. s.
che altro nel medesimo tempo fa la sua apparizione un'altra
Anche l'uso della lancetta ricorda la Passione: «To as formola, che stabilisce sempre piu il simbolismo della nasci
$v. 'tri AOYX'Y,) &.1toxsCpsa&a~ (1)J.1aCvs~ 'to w£ 1tp6 pa'tov S1tt. crr.pcx.yy;v ta d<d Salvatore: in uncodice della biblioteca di Patmos
~X&1) • • • . • •. 'A nl y?J.p 'ti'j~ AOYX1)£ 'Ci'j£ xsn1)cr.icr1)£ 'tOY Xp~ abbiamo pure: «Kcx.l AaJ.1~avs~ 'tOV oca'tsp[axov xcx.l 't£.&Yjcrw ~1tOCVW
cr'tOV ~v 'tl/> cr'taupl/> eo'tt. xal cx.f5't1) ~ A6YX1j. La stessa allusione 'tou ocJ.1vou xcx.l ASysl' 'Ao't1)p sr.pocvYj s~ oopavou xal SA&WV $a't1)
~ aHa Passione ce l'offre il documento patriarcale (sec. Xl), S1tOCVW ou rjv 'Co 1tcx.~o[ov» 7.
spedito al vescovo di Gallipoli: ITpocr&y;crw os crot. xcx.t. 't?J. 1ts II Borgiano gr. 7 (sec. XIV) ci riporta la prima for
1'1 'ti'j~ 1tpo&$osw~. °H 1tp6&scr~£ 'Cov 't,U1tOV ~~Xs~ 'tou rOAyO&ti, mola, mentre in un codice di Esfigmenou leggiamo: «Ehcx.
sv !p1tSP 6 Kupw£ &.1tavcx.p&u&sl~ crr.paywv e.xsTvo 'to 1to'Cy;p~ov xa&u 'tf&S'tcx.~ (; oca'tspCaxo£ ~1tCivw 'tou &SLOU &p'tou Mywv' $cr't"f) ou fJv
1tS/lSLVSV, scp'ou xcx.t. 'to cx.IJ.1cx. e.xsvwcrs xcx.l 'to (Jowl' e~suAucrsV. 6. xS{J.1svov 'to 1tcx.lO{OV, xcx.l I1s't?J. 'tcx.U'Ccx. 't[.&s'ta~ 'Co XOCAUJ.1J.1cx. ASyWV'
Le varie testimonianze, gia considerate neI capitolo sui 't4> Aoytt> KupCou.... 8.
riti della protesi,. della lancetta e dena cerimonia dell' incisio Nel codice Criptense r. ~. III, fo1. 5 si nota la possi
ne ci confermano nel pensare, che iI simbolismo della pro bilita di mancanza dell'asterisco: < Kcx.C sl gxs~ OC01:SpCcrxov
tesi nei primi tempi veniva espresso in relazione alla Pas 'tC~crw cx.U'tov U1tSp&sv 'tou o{axou, ASywV' Tip AOytt> KupCou...
sione del Salvatore, piu che alla sua Nativitit. Ancora nel Criptense A. cx.. X, [01. 5 (sec. XV), ove
I
Forse non si sarebbe troppo Iontani daI credere che, si riscontrano ambo Ie formole, troviamo una maggiore appro
l' aver ra vvisato nella protesi iI mistero della na tivi ta sara priazione: incensando l' arterisco, si dice: 'tlf> A6ytp KupLcu.....
in buona parte dipeso, Oppure, se non aItro, maggiormente e mettendolo quindi sopra il disco: xal SA&WV 0 &cr't~p. Pill
riaffermato daH' asterisco, che con Ia sua stella ricorda la esteso nella rubrica, rna corrispondente al citato criptense
stella dei Magi e la patena fa rivivere la grotta, come an A. cx.. X, e un diaconicon della Laura di monte Athos: «Ehcx.
che i veIi rimembrano i pannoIini, che avvoIsero iI Salva Aa~wv (; Espst>£ 'Cov occr'tspCcrxov S~cx.1tAot cx.,hOv hocvw 'tOU .&uJ.1~a
tore. Difatti il periodo di tempo, in cui si afferma i1 sim J.1cx.'to~ xcx.l -&ul-l.lacrcx.~ cx.ihov xal &cmcx.aaJ.1svo£, 'Lcr't"IJcrW cx.u'tov ~7t(ivw
bolismo della nativita, corrisponde con il periodo, in cui si 'too &p'tou ASyWV' T4> Mytt> KupCou... 'loot> (; oco't~F ~A&WV zcr't"f)
segnala l'asterisco nei codici. A partir~ dal sec. XII noi S1tOCVW OU -t)v 'to 1tcx.~o{ov xS{J.1svov, 1tocno'ts '1\)'1 xcx.L .... 9. .
abbiamo menzione di esso, ad esempio nel Vat. gr. 1 973, Anche nella costituzione di Filoteo si leggono . ambo
!
-.
~
_ 161
3
1354-76 pour Ie voir mentionne par la D£ltiaxis de Filo prothesis explet» 1 ,
- 162 - - 16 3 -
YjY,
.
'w£ ~V 'to~ Stt-1tPOO&EV .EtP1)'tCXL' 'tolhou XcipL~ 'toc 6',1 ~itECV<p ys
~
Petrides sembra attribuire all' uso dell' asterisco il SI
V6jJ.EVX &cxuILcx'tcx, &p'tL'tOitcp onL itcxl. 2',1 't"?) cpcX't\lY,} S'tL itELI~ivcp, Q gnificato simbolico del presepe, commentandone il {atto in
tspsu£ 21tLAsyEL 'tov ocp'tov itcxl. smoE(itVUOL. TQV y!Xp AEY0tt-SVO \! questi termini: (Ce symbolisme, impose par Ie texte, qui
&o'tspCaxov sm&sl.£ CXlJ'tep, «Rcx!. loou, Cp'l/oCy, 6 &<n~p sA&fiw so't1) accompagne I' emploi de l' asterisque, rompt l' harmonie du
$1tcXYro ou -fJY 'to 1tCXLO:OV' S'tL os itcx!. 'to 1t0Ppw&sv EtP"f)).1svcx 'tor£ symboIisme de la prothese tout entiere consacre au souvenir
1tP°qJ*CXL£ 1tEpl. cxlnou 9sep 1tpa1toncx' tvcx ).1~ OLOC 't~Y ocXpxcx xcxl. de la Passion» 21.
'to CPo:tvOfLsvov, ocV&pW1tOL fUitPOV 1tSp!. o:u'tou xcxl ChcX~LCX 1tEP!. CXUtou Oi [ronte alla difficolta di attribuire simbolicamente al
&sL6't"f)'to£ u1toACi~woL' «T<j> AOycp RupCou of oupcx~ol. SO'tEpSW&1)ocxv. mistero di Betlem quanto, attraverso il rito e Ie formole
'0 KUPLO£ 2~cccr(AEuoEv, Etl1tpS1tELCCV svs06occ'to' sXcXAuo/Ev oopccvou£ f) della protesi, si deve piuttosto appropriare alIa Passione,
&pst~ au'tou' xcxl. tfj£ OUVSOEW£ CXtftOU 1tA"f)pou).1sv"f) f) yfj 't, xcxl. 'tcx!) ed inoltre in quanta al principio della liturgia si pone gia
'tcc AsysL, xcxl XCXAU1ttSL 'toc Ofupcx, 'tov ocP'tOY o"f)AOYo'tL xcxl. 'to 1tO il simbolismo del. Calvario, il Goar manifesta la propria
't"YJpwv, 1t3.1tAOL£ 'tLfLCOL£, xcxl &U/lL~ 1tCXnccx6&EY. Rcx!. yocp OtWExcxAu meraviglia: «Mirum est cur sancti Patres graeci iam in
1t'tsto ).1SY 'tsw£ ~ 'tou osoccpxwtt-svou 8sou 06vcc).1l£, EW£ 'tou ipsius liturgiae limine Christum agni nomine immolatum,
XCCLpOU 'tWY &ccutt-cXtW',I, itccl tfj£ 2~ oopccvou ).1cxp'tup(cc£· &AI..' of AS spectantium mentibus exhibeant» 22.
ySLVsl06'tE£ 1tEpl ccu'tou, «cO K6pLO£ s~cxoCASUOS'i, EUT:PS1tELCCY SYS Il {atto di un simbolismo continuo della vita di nostro
auocc'to» xccl. 'toc ELp"f)).1E VCC 1tcincc &S01tpS1tfj. Rcx!. S1tEY(VWOitOV cco Signore espresso nella svolgimento della liturgia, e esposto
'tOY, xccl. w£ 8so'i SOE~O'i, xcxl. 'to 1tcxp'cctmp OXS1tcx0tt-cc 2~7)'tOUV. ed acc~ttato da Gregorio Pachimere; Arcudio dice, che cia
Kcxl 'tcxutcx SVLH0tt-SVO£ 0 Espsu£, itSitCCAu).1J.tSvoL£ S1tLAsyEL 't01£ ow si PUQ ammettere, se si parla in modo generale, poiche se
~ , 18
pOL£' ..QitS1tCXOOV... • noi guardiamo il rito della protesi, bisogna dire che una
Nello stesso modo procede Simeone Tessalonicense: tale opinione non e del tutto esatta, giacche « ... non adeo
dopo aver parlato delle varie opinioni suI s. pane in rap exacte id observatur in liturgia, praesertim in eius prae
porto aHa Passione, passa a considerare l' asterisco: .. '0 paratione, ubi ponuntur nonnulla praepostere, et in introdu
Asy6).1svo£ OSeXO'tEp(OXO£ xccl'tDu£ &o'tspcx£, xa-l. cxu'tO'i 'tOy snl. Tf/ ctione donorum a minori ad altare maius, quae fit ante con
rSYV~OSL XPLOtOU o"f)Aor, w£ xccl 'rOC xcxAu).1tt-cctcc 'to O'tEpSW).1U, 'toc secrationem et depositionem a cruce ac deductionem ad
cmcXpyccvcX 'tE itcxt 't~v OLVOOVCC tDU tcXepou xcxl. 'toc sY'tcXcpLa. "AlJ.CX sepuIchrum haec sententia S. Germani patriarchae Con
yap itcci 'rOC t1)£ OCXpitWOSW~ xcxl. 'tou &cxvcX'tou 'tU7tOUOLVO'tL OLOC stantinopolitani (interpolatore sec. XII) repraesentat» 2 3 •
'tof):to OEocipitw'tccL, rvcx oepcxYLcid&'Q U7tSP -YJ).1W'i. 'AA/,oc itccl.1tp6&s In genere chi si occupa di simbolismo liturgico per la
OL£ 'tU7tO'i S1tSXSL 'tou
07t1)"ccCou 'ts itccl. 't1)£ cpci'tvYl£ 1 9, e piu oltre: protesi, non credo possa scostarsi tanto, non ostante altri
15 Sit 7tAcxyCou os 'tou
~~).1cc'to£ 'tou oxsuoepuACXit(ou 't01tO£, o£ xal. significati, da queste due basi rappresentanti il mistero del
Asys'tal 1tp6&sot£, 't~v
B1j~AEs).1 xcxt 'to 07t~ACXWV OLCXypcXcpEL.. 20.
( ...
;,""'.c-. -. -1...:
- 16 4
- 1 6'"
J
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Goig-ota da una parte, quello della spelonca diBetleem
che ci piace qui r1portare per intiero: «Circa morem ve
dall' altra. A noi non rimane che dire qualche parola an
ro ab ecclesia graeca, in offerendis una cum majori pluri
cora :se ci si domandasse quale sia la pili appropriata tra
bus aliis particl11is observatum, quem Arcudius ... illustrat,
qu~ste due simboliche in riguardo alIa protesi, risponderem
nobis compendio in memoriam revocandum evangelicae le
mo senza esitazione, propendendo per quella della Passio
gis sacrificium unum quidem esse, tum ex victimae oblatae,
ne. II fatto stesso di una sua anteriorita ci fa gia pensare
tum ex praecipui sacerdotis capite, fine vero et effectu, ut
all' impressione che un tale rito doveva dare al primo
quod sacrificiorum antiquorum perfectiones cunctas comple
sguardo, al primo sentimento religioso che volle vedervi
ctatur, multiplex omnino diversurrque. Ut enim illo Deus,
unicamente un pretto simbolismo delCalvario, come abbia
rerum omnium auctor finisque, colitur, ACl'tpS\rmtov est, ho
mo visto dalle testimonianze pill sopra riportate; solo al
- 166 - 16 7
i
Arcudio e Goal" collegarono all'insegnamento teologieo del yap 'XCXL ou'tOt 'tij'> f1UO't'YJp{tp 'tij'> eppL'XTij'> 'tou'ttp w~ OUV'YJYW',lLOf1SVOt
sacrificio divino attraverso i suoi effetti. II Cabasilas fa ri XptO'tij'>, 06~'YJ~ "tcxl eXvcx~cXosw~ f1s~ovo~, 'tij 'XOtVWVtq; 'tij~ ow't'YJptW
marcare in modo speciale, che dette particole sono offerte oou~ &ua{cx~ ... 30.
ad onore ed in memoria della Vergine e dei Santi, come Giustamente Arcudio combatte e rigetta tale opinione:
~.
anche in supplicazione dei vivi e dei morti:« '" TtvCX os « Est autem varius modus loquendi de sanctis in liturgia,
~
't1X S1tLASYOf1svcx; Et~ 06~cxv 'tij~ 1tcxvcxy{ou 'XCXL 8sou M'YJ'tpo~ St~ dum offertur sacrificium. Offerimus enim, inquiunt (presby
1tpso~s{cxv 'touos 'tof) ciytou, ~ 'touos, St~ a.epSOtV cif1CXp'tLlOV rfux lOv teri in liturgia), in memoriam et honorem ipsorum. Item pro
~wV'twv ~ ,s&v'YJ'Xo't(J}v. KCXL ,{ 'tcxu'tCX ~ouAs'ta;t; suXCXpto'ts{cxv 1tpb~ ipsis. At non orant pro ipsis........ Iniuriam facit martyri
'tov 8sov, ~'XSOtCXV, 'tIX~ eXepoPf1cX~; 't1X CXhLCX 'tij~ ,lOV owpwv 1tpO qui orat pro martyre. Offet11e autem pro sanctis, nihil aliud
ocxywyij~ 26. est, quam gratias agere Deo pro acceptis beneficiis, hoc
E ribadisce ancora il suo pensiero, quando dice: 'E1tSL est, pro eorum victoriis, et rebus praedare et fortiter ge
as 'tij~ 1tpw't'YJ~ (1tp0O'X0f1toij~) f1ovcx~ 'tt&'YJOt 'tIX~ eXepoPf1IX~ ,ij~ 1tpO stis, atque sempiterna illorum felicitate. Hoc ipsum autem
ocxywy*, ASYWV St~ &vcXf1v'YJOtV 'tou Kup{ou, St~ 06~cxv 'tij~ ITa; est etiam offerre pro eorum cultu et honore. Quippe hoc
vcxy{cx~, 'Xcxl 't~ sGij~, 5',1 ot~ f1sf1v'YJ'tCXt 'XCXL {)1tSp rov suxcxpLO'tsI, totum in eorum cedit gloriam, adventitiam scilicet et ex
, ~, ~ e
~CXt U1tSP wv txs'tSUSt
, 27
« ... T ' "'YJ1tcx't.{v''YJ0cxv,
tVS~ ~Q
oU'.X, .SUXcxptO'tStCXV,
, , strinsecam » 3 1 •
eXAA '~xso{cxv {)1tSp 'tlOV ciytwv 1tpO~ 'tOV 8sov 't~v f1v't/f1'YJ',I cxu'tlOv Dallo. stesso Tessalonicense viene presentato ancora un
~ , .
StVCXt vOf1tocxV'tS~... 28
. altro significato: in detta offerta si esprime cioe l' unione
Simeone Tessalonicense dopa aver detto, che Ie partico nostra con isanti e con Gesu Cristo: « .••..•. KCXL eXvcxy'XcxI
Ie per iSanti sana offerte in lora onore e memoria, fa 0'1 1tpoorpspsw 6mp cxu'tlOv, O'tL 'XCXL 'tij'> f1uo't'YJp[q> 'tij~ Ot'XOVOfLt<Xe;
convergere il motivo al mistero dell'incarnazione, verso cui cxu'tou 'Xcx-&1j1toupj'YJocxv 'XCXL o'tt ~vw&'YJOltV ~fJXv, 'Xcxl f1{cx eOf1Evax
Ie varie categori~ dei santi hanna una particolare attinen 'XA:YJ otCX» 3 2 •
za: e COSl si offrono per Ie celesti ed onorande Potenze, Dopa aver nominata Ie varie commemorazioni, cosl
«quia Incarnationis mysterio ipsae ministraverunt»; per continua: « ..... 'XCXL 1tcXnWV of1ou 1tcXAtV ";lOV ciytwv, e1tSto~ 1tcXV
S. Giovanni Precursore e profeti, perche «praenuntiavere 'tS~ ev XpLO't1t> ~vonCXt 33. Ed infine: « 'XCXL 'tSAO~ 1tcXvtWV 0f1 05 ,
Domini incarnationem» ; per gli Apostoli « tamquam Chri e1tSto~ Lij &uo[q; TCXU't'Y,j 'tij fsp~ 1tcXns~ of1ou &yyS),St'tCXL 'XCXL ~v
sti ministrorum» ... 2 9 • Esagera perC> e cade in errore, quan &pwmn &YWt 'XCXL ~vw&'YJcrcxv 'tij'> XptO'tij'>, 'Xcxl ev cxu'tij'> ~YLcXO&'YJ
do afferma che Ie particole sono anche offerte per una OltV 'Xcxl T05'to ~f1a:~ svouow 34.
maggiore elevazione, santificazione dei santi: «... Ms'tsxoum
,'1'
; > ~
-. 168 - 169 -
i
Questo concetto della comunibne dei Santi, dell' unio Sarebbe il caso forse di dire «unusquisque abundet in
ne dei fedeli con Cristo, sl da aver rappresentata nella pro suo sensu». Non desterebbe quindi ale una meravig1i'a se ag
tesi la triplice espressione di Chiesa trionfante, sofferente e gi 0 doma.ni dovessimo assistere ad altre svariate interpre
militante, non dispiace al senso mistico dell' azione liturgi tazioni.
ca. E tra gli studiosi vi e chi preferisce un tale· simbolismo Da parte nostra ci riportiamo a quanta abbiamo gia
mistico a quello significatoci dagli effetti del sacrificio. dett~, che cioe preferiamo mantenerci nel campo del sim bo
«Daniel, scrive il Petrides, prefere l'interpretation de lismo, attraverso la considerazione del contenuto delle paro
King, d'apres lequel les parcelles placees sur la patene si le, che accompagnano l'azione, osservando la relazione. che
gnifient la communion des Saints et l'union mystique, qui puo trovarsi tra il cerimoniale ed il relativo formulario, e
s'opere par la foi entre Ie Christ et tous les Saints.... Les basandoci suI detto simbolismo reale, in cui la relazione ha
parcelles ne sont pas sacrifiees en l'honneur des Saints, ni un reale fondamento. Con cio non vogliamo escludere pero,
offertes a Dieu pour eux: mais les Saints presentent pour ain come inetto, il simbolo liturgico convenzionale od illativo,
si dire a Dieu leurs oblations en union avec les fideles. che anzi puo aiutare grandemente l'anima cristiana nel suo
Quant aux parcelles des vivants et des morts, elles sont un progresso spirituale; eben risaputo del resto, e tutti l'am
reste de l'ancien usage des oblations, OU les absents se fai mettono, che nella «liturgia si possa trovare ,j] simbolismo
saient parfois representer» 35. convenzionale od illativo» 37.
Arcudio nella spiegare un passo del Crisostomo, scn Oltre a questo, ripetiamo, esiste realmente il simboli
ve quanto segue: «....Sciendum est in sacrificio fieri mEITO smo nella liturgia, e, quanto riguarda la protesi, noi abbia
riam sanctorum, vivorum et defunctorUIr., quia sunt mem mo visto come il primo simbolo annessovi sia stata la Pas
bra eiusdem corporis mystici Christi .... Vario tamen fine i. sione, e poi anche la Nativita, perche risultava dalla rela
psorum memorias agimus. Et quidem sanctorum, quia per zione del contenuto delle formole e delle azioni, afferman
sacrificium gratias agimus Deo pro ipsis tamquam nobilis i dosi quella naturale corrispondenza fra il sensibile e l'intel
1
simis membris, qui ampliss'ma proemia .... consequuti iUE I ligibile, che costituisce precisamente il simbolismo reale.
rint; hacque ratione sacrificium est eucharisticon. Et quo
niam hoc modo eos honoramus, ipsi vicissim et propter hoc III - CARATTERE IMMOLATIVO ED OBLATORIO DELLA PROTESL
beneficium et quia sunt membra eiusdem corporis, suppli
Da quanta si e detto suI significato della protesi non
ces tendunt manus ad Deum pro nobis veluti membris. Pro
e difficile arguire, che il suo carattere immolativo e piena- .
mortuis item non dissimili ratione, qui tamen sint in statu
mente espresso sia attraverso la sue formole, sia anche dal
salutis, hoc est _in Purgatorio. Indeque provt nit communi
la presenza della lancetta; naturalmente questa carattere
catio sanctorum ..... » 36
simbolicamente immolativo previene tutta l'azione immola
toria incruenta del divin Sacrificio. Accanto a questa carat
-- 17° - 1 71
tere immolativo si nota in modo speciale quello oblatorio. completamente quell 'opinione errata, che vorrebbe sostene
«Ex ipsis actibus, dice il P. Hanssens, et precibus, quibus re la transustanziazione delle particole nei corpi dei rispet
in omnibus ritibus orientalibus ista praeparatio (tJrothesis) per tivi santi, martiri ecc.....
ficitur, manifestum est illi vim quamdam simbolicam inditam In questa caso bisognerebbe anche affermare per i vi
esse, qua e simplici panis et vini ordinatione, effecta sit vi e per i morti la medesima cosa; non vi e certo chi non
prima eorum oblatio ac mystica immolatio; quae praepaia
tionis mutatio in nullo ordine missae tam plene peracta est
quam in ordine missae byzantinae~ 38 •
ne veda l' assurdita, onde giustamente non la si fa degna
di considerazione.
II problema, per tornare a noi, viene pesto per il fat-
j
E questa la prima oblazione, che avviene nella litur· to che, a differenza degli altri riti orientali, da que110 bi
€;..
gia, e con cui si delimita I'uso degli e1ementi, convergen!" zantino, e piu precisamente da parte ortodossa, (non pero
doli ad un'azione pienamente sacra e distinguendoli quindi . completamente da tutte Ie chiese ortodosse bizantine), non
dagli e1ementi consimili. Dagli atti stessi, come dice il P. si ammette la cO;lsacrazione delle particole, rna soltanto del
Hanssens, si deduce anche la forza oblativa; ed invero 01 l' amflOs. E qui ne e venuto fuori l' aspetto dogmatico del
tre agli atti comuni, che accornpagnano questa rito, leggia la questione, che ha avuto come naturale conseguenza la
mo nel codice criptense r. ~. III del sec. XIV, che il sacei" posizione palemica di due correnti: ortodossa l' una, che
dote, dopo aver fatte varie cornmemorazioni, esegue questo nega detta consacrazione, cattolica l' altra, che la sostiene.
altro cerimoniale, cha afferma semprepiu i1 senso oblatorio Non solo tra cattolici ed ortodossi S1 sostenne la pole-
·
de 1 rito: "E 7tSVtLX "\II.LXf'WV
R' ,~
'tOY < ". -
e.tp'tOV U'i0L "
LXU'tOV 2 ~ , "\
e.t'XiP0C;LXX'tUII.OV, "\ '
11.6 mica, 'rna vi si aggiunsero anche i protestanti calvinisti; co
ywv, 't~V SUX~\I», ripetendo in un'unica volta i1 memento an~ me ad esempio J. Covel 40, il quale a proposito delle me
nesso alle varie particole 39. rides procede da l' uso, che ne fanno gli scrittori profani,
La preghiera stessa finale, con cui si benedice la pro quindi si sofferma all' uso ecclesiastico, senza ammetterne la
tesi, ci manifesta i1 suo senso oblativo; in essa trova ancora consacrazione, trattenendosi a spiegarne soltanto il signifi
posto i1 ricordo degli oblatori e di quelli, per i quali e av cato puramente mistico della triplice manifestazione della
venuta 1'offerta. Non crediamo sia necessario feunarci su chiesa; crede poi che i Greci abbiano fatto della protesi
questo fatto, che si puo ben dedurre da quanta e stato detto un' allegoria con inizio della nascita sino alla morte di no
fin qui suI significato dell;; protesi. stro Signore; rna, per il fatto che i calvinisti negano la
transustanziazione, pensiamo essere inutile parlare di loro,
IV .. ASPETTO DOGMATICO DELLA PROTESI. i:l modo da restringere la nostra considerazione ad ortodOs
Una questione invece, su cui ci si cleve. trattenere, ci si e cattolici.
e fornita dall'aspetto dogWatico, che si ha in modo specia La teoria della non-consacrazione delle particole nDn la
le intorno ana consecrazione delle particole. Sorvoliamo incontriamo in tempi molto antichi; rna al lora apparire
..., - 173
- 17 2
puO dire che il presente documento si connette con quello
gia si ha, sebbene velatamente, qualche espressione, che precedente, offrendoci una maggiore determinazione col pre
sembra formare i primi passi di quello, che nel secolo XV scrivere che, se vi e molto popolo da communicare, sia adi
sara il vero sistema anticonsecratorio. Ne parleremo pill bita tutta la prosfoni . della Vergine. Vero e che si preferi
oltre. D' altronde si incontrano altre testimonianze, che mi va I' amnos, facendolo anche pill grande nei momenti ne
litano a favore della consacrazione. cessari, rna cio non esclude che, quando si era costretti ad
10 penso che Ie particole devono forse la lora introdu aggiungere altre prosfora, queste venissero consacrate.
zione, oltre alIa manifestazione participativa del fedele ed Nicola Cabasila non fa alcuna distin7.ione, in materia
alla espressione simbolica. anche all' elemento pratico della . consecratoria, tra l' amnos e Ie particole :... ap1:ov os xcxl 01
comunione: trovandosi un folto numero di communicandi, (.,
'10'1 E1:t oncx 1:a owpcx, 7tpoo<pspSt f-Lsv 8 tSpSUc;, 7tPOOOSXS1:cxt os 0
necessariamente si dove va avere sufficiente materia per la Kupw~. Kcxl 1:[ 7tOtWV 1:a owpcx 7tP00CSXS1:CXt; <A ytcX~wv CXU1:cX, sl£
transustanziazione: ecco la comodita delle particole sotto 1:0 ~U1:0U O{\>f-LCX xcxl cx1f-Lcx f-LS1:CX~cXAAWV. Tou1:o yap 1:0 OEXSO&cxt,
il suo aspetto pratico. 1:0 olxwuo&cxt..... 4 2 • E COS1 di seguito in vari punti della sua
Gia al sec. XI nel citato documento patriarcale al Ve esposizione, a cui rimando senz' altro.
scovo eletto di Gallipoli leggiamo: « .....Tcxu1:cx f-Lsv sl oCOXO\; Chi propose una sentenza sistematica contro la consa
st£ xcxl sv 7tO"t''YJpwv hotf-LcX~o\l1:CXt. EI os 7tOAAcXXtc; xcxl 7tOna Ota. crazione delle particole fu Simeone Tessalonicense, i cui ar
1:0 7tAYJ&O£ 1:0 f-LEncxA'YJ%f-LSVO'l. 1:C&S\I1:cxt f-Lsv SV f-Lt~ 7tpo&SOSt ot oC gomenti vennero dopo ripresi in cerchia pill ristretta da Ga
OXOt xcxl 1:a &sTcx 7to-c'YJptcx' 7tA-YJV xcxl ofhw 01:CXUpoctow£' -YJYouv ot briele Severo, metropolita di Filadelfia.
f-Lsv o[OXOt 01:CXUpostow£, SV os 1:CXr£ f-LCXOXcXAcxt£ 1:a &srcx 7t01:'Yjptcx». Varii sono i passi, in cui il Tessalonicense espone il
Naturalmente in questa documento non si ha alcuna suo pensiero: llA-YJV ou f-LS1:CXpcXA),onext cd f-LspCCSc; fJ sl£ oWf-Lcx
menzione di merides; rna praticamente la molteplicita di pa OS07t01:tXOV, sl£ os 1:a oWf-LCX1:CX 1:WV &yCwv ana f-L0\lCX owpcx slol
tene e di calici include la presenza, oltre all' amnos, di al xed 7tpoo<popcxl xcxl &uoCCXt Ot' ap1:ou xcx1:a f-LCf-LTjotV 1:0U J:1S07t01:0U,
tra materia sacrificale (che potra essere stata una spe xcxl S7t' ovof-LCX1:t 1:0U1:WV CXU1:qJ 7tpoo<pcp0f-LSVCXt, xcxl TY,J tspoupyt~ 1:W\I
cie di merides) da consacrare, necessaria aIle comunioni del f-LU01:'YJptWV, 1:'{j svwost 1:S xcxl XOtVWVt~ &ytCX~of-LSVCXt, xed St£ sXSt
Ia mol titudine. \lOU£ {msp roy Stut, 1:0'1 &ytcxof-Lov 7tCXpCX7tSf-L7tOUOCXt, xcxl eta 1:W\I
Nel «Nomocanone 228 canonum» can. 213, che Pav {msp 1:WV fy[w'l sl~ -YJf-LIX£ W07tSP e-YJ itcxl eta 1:WV SUXW\I 1:0U1:0 yt
lov tiene come documento del monte Athos '(sec. XIII·XIV), \I€1:CXt, ~Vtxcx f-Lv'YJo&wf-Lsv CXU1:WV, fJ ~hcxv 1:oT£ vcxoT£ fJ 1:ol'£ ASto/cX
si legge: «ITA-YJv xcxl 1:0U1:0 (yCvwoxs, ~ht) va SVCXt ~ 7tpW1:'YJ 7tpO \lOt£ CXtl1:WV, fJ 1:cxT£ slxoot 1:l 7tpoosvsyxof-LS'I}) 43 •
o<popa &xsp~tcx, va SX~cXAA'Y,J£ 1:0'1 J:1s07t01:tXOV Clp1:ov, ~ XCX1:a 7tW£ Non venendo quindi consacrate Ie particole, e neces
sYXPOtXIX£, va oou owo'Y,J ota 1:0 anCowpov (ad communionem) sario che il sacerdote ai communicandi dia parte dell'amnos ..
1:a os rJ.AACX 1:S00CXpct &£ stvcxt o<ppcxyCOtcx f-Lovov. ' Eav os stv~t 7t0 li
AU£ ACXO£ xcxl osv oWv't.) f-LCcx 7tpoo<popa anCowpov, ~cXns xcxl 1:1)£
7tcxvcxyCcx£ axspcxtCXV rtpoo<popav xcxl 1:a rlAACX &£ stVCXt 0<PPCXYlOtCX» 41. Si
(42) P. G. ISO, col. 476 c.
(43) P. G. 155, col. 282 c.
(4I) M. Hanssens, II, p. 205.
'_~"'''''~''' __ '''7''''-O;:T'~ ''':'''''' '~"~7""'- ~'~~-.-,-,~'--...,.,.'''"''''',....-:- ','--..-" .,- ""i,':T"-~"':-~----'- 1.CAJ. J( ;'0 ;;0< ••<~""",",!_~,~";~,--,-,,,,-,"-,~,,,---,--,,,,,,,",._,-~,,,-,-~ .~"._.,--<-" ...."" •......,.,.... ..",..~ ,0 P01 i ;M ~ .. 4.-LJ.La
?
- 174 - - 175
«'Icrtsov os, U>\; EV 't~ xo~vwvCtt 'tow epp~x'to't(hwv p,uo't1)pCwv 1tpO (1668- 167 I) l' ahra: Quidam recentiorum praeter Eccle
oSXs~ osr 'tov ~spscx, xcxl ACXp,~tiVSt oux EX 'tow p,spCcwv, tXAA' EX siae consu~tudinem sacrificant particulas, quae ad honorem
'tij\; OCXPXO\; TYl\; dso1to't~xij\;, xcxl xo~vwvsr 'tOU\; 1tpOOSpXOP,SVOU\;. sanctorum et memoriam fideliun offeruntur. Nos vero ac
Ei ra.p xcxl T~ evwos~ 'toli 1tCXVCXrCOu CX'Cp,CX1:0\; EV rsrovcxo~ 1ttincx, quiescentes traditioni amatorum Christi Patrum, neque in
xcxl xo~vwvCcx 'toli cxrp,cx'tO\; rCvs'tcx~ 'tof) Aso1to1:~xoli, sl XCXt eta. p,s tentionem habemus consecrandi has particulas in sacra litur ,,1,;
pCOCX\; 't~\; xo~vwv~os~. ' AAA' ouv E1tl xpsCcx xcxl EX 'toli owp,cx'tO\; ep,oli gia, neque... ex his fidelibus communicantibus praebemus,
xcxl 1:oli cxrp,cx'tO\; 1:oli Xp~o'toli xo~vov'~ocx~ 1ttincx mo'tov, p,s'ta. 'toli sed tantum ut panem sanctificatum honoramus... nequaquam
cxrp,cx'tO\; xcxl 'to owp,cx Acxp,~tivwv 'tfl Acx~Ce~ 0 tSpsu£ 1:0 Aso1to1:t utcorpus Domini adoramus» 47.
xov, 1tO~sC'tw 't</> 1tpOOSpxop,svlp 't~v xo~vwvCcxv. Kcxl tXA1)&S£ p,sv, E' opportuno esporre in quali termini Arcudio combat
ChL 1ttiocx~ xsxo~vwv~xcxo~v cxt P,SpCOS\; 'toli owp,cx'tO\; 1S xcxl cxXp,cx tesse tale opinione: «Quaenam est haec similitudo? quae
'rOC; 'toli Xp~o'toli StocxX&ijVCXt 't</>' 1to't1)pClp, xcxl ouv CXU'tcxlC;ouvw item illatio? Sancti non, possunt evadere natura dii, igitur
&sCOCXtC; xo~vovol 0 p,s'tsxwv 'toli owp,cx'tOC; xcxt 'to\) CXtllcx'toc;» 44. particulae non consecrantur.... non secus ac si diceremus:
Pero, a confessione della stesso Tessalonicense, tutto quia Gabriel Philadelphiae antistes alienus est a Romana
cib non e esposto dogmaticamente. Ecclesia, et per consequens est non solum schismaticus, sed
Arcudio nel cap. XI riporta gli argomenti del Tessa etiam haereticus, igitur Petrus Arcudius catholicus et or
lonicense e del Filadelfense, che secondo Jugie, pcssono es thodoxus non potest salvari ... », e qui si trattiene ad indi
sere brevemente cosl presentati: «tas meridas in corpus careche non e 10 stesso I'asserire il pane mutarsi nelcor
Christi non converti, sed tantum aliquam sanctificationem podi Cristo (il che e possibile e difatti avviene) e il di
('tov cirLCXOp,ov) ex sua tum cum corpore tum cum sanguine ventare di natura Dio (il che e impossibile). Ed inoItre, con
Christi coniunctione participare; eodem fere pacto, quo san tinua' Arcudio, se iSanti acquistano elevazione ed incremen
cti per gratiam non quidem in ipsam divinitatem transmu to di gloria da questa sacrificio, «... quorsum particulae, quae
tantur. sed participative (xcx'ta. p,s'toX~v) tantum dii efficiun secundum illos minime sunt sacrificium? 48»
tur» 45. Condannata cosl tale opinione, cerca nel cap. XIII e
La stessa tesi del Tessalonicense e stata propugnata sqq. di esporre i propri argomenti, ricorrendo alIa natura
anche da aItri, come si pub ben vedere in Jugie, da cui to edalle condizioni del sacrificio, al contesto delle varie litur
gliamo queste due testimonianze: del patriarca costantino gie, all' uso della parola «1tpoaepopa.» e «1tpocrepspSW», ed in
politano Paisio I (1654) l'una: «... llps1t1) va. 1tpOOSXS~ 0 Lepst><; ultimo ai fini del sacrificio ed alIa figura di Melchisedech.
p, ~ va. p,s'tcx06o'Y,) 1:~ '.10<; Xp~o't~cxvoli va. p,S'tCX~tiAS~ tX1tC 'ta.<; p,spCecx<; Non volendo entrare in merito all' aspetto teologico
'twv tXv{}pW1tWV, va. p,~ 1tSCi'Y,) St<; StOWAOACX'tpSCcxv 4 6 , e di Metodio III delI'opinione di Arcudio, non si pub fare a meno dall'indica
re che e state poco felice, quando ha voluto ricorrere a
~j
-"'-,~"'" '~'O~~=,' -,.w- .• -;............-~--'-----'~~.~;;: £-".0:;.,*.,_ . •(-:--I!"""~ ,,) ; . p ::=;;;So "",~~,-,- ,<::"......,:".,;-..." ••.,...;.' ...".
- 1 76 - 1 77 -
. testimonianze, ad esempio di S. Basilio 49: ha commesso un Benedetto XIV nella lettera .. Ex quo primum» segue
evidente errore di anacronismo, poiche per quei tempi non pienamente tale tesi: ..... Nulla inter catholicos exstitit
risulta affatto l'esistenza delle particole, i ntorno a cui si controversia circa ritum majoris hostiae, aliarumque mino
svolge propriamente la nostra questione. rum, quae merldes appellantur... ». lnvece tra i dissidenti
em
Con egual tone si rivolge contro i Calvinisti e contro consta: «Simeonem, archiepiscopum Thessalonicens , in
i dissidenti il greco Demetrio Pepano nel cap. V «De pa1' suo tractatu «De sacramentis ~, dubitare se ostendisse de
tz'cul£s, quae £n disco reper£untur, quod s£ntverum corpus consecratione particularum. Sed quam irrationabile fuerit
Chr£St£ juxta scopum et mentem or£ental£s Eccles£ae»; dopo ,,' il1ius dubium, unusquisque facile deprehendere potest. Cum
aver parlato del significato mistico ecc.. :, cerca di rendue enim sacerdos ad sacrum altare consecrationis formam non
persuaso 1'avversario con dimostrargli che in proposito si minus proferat super majori portione, quam super minoribus
hanno tutti gli elementi atti al sacramento e che quindi nel particulis; cumque et illius intentio ad omnium consecratio
. nostro caso si ha una vera transustanziazione delle parti nem aeque dirigatur, et earum omnium materia ob sacra
cole: «Cogita itaque bene qui es, et dicito : particu1ae sunt mentalem transmutationem idonea fit; si portio major con
verus panis, et legitima sacramenti materia; dominica verba secrationem recipit, profecto consecrari quoque oportet mi
sunt vera forma juxta Servatcris praeceptum; sacerdos est nores. illas particulas, quae, ut iam diximus, merldes ap
legitimus minister, et habet scopum et intentionem conficien pellantur» 52.
di corpus Christi universam materiam sibi propositam in Per poter esprimere un giudizio obbiettivo sulla tesi
disco juxta scopum et intentionem Ecc1esiae Christi. Cum sostenuta dagli ortodOssi, non bisog na scagliarsi con violen
igitur omnia necessaria et essentialia sacramenti exsistant, za, come fa Arcudio, e bollare di eresia chi espressamente
necessario completur hoc sacramentum, et per consequens significo di aver detto e scritto tutto cio senza alcuna veste
necess~.rio particulae Christi corpus f:vadunt» 50.
dogmatica.
II Card. Bona, senza presentare pero alcun argomen Ci sembra opportuno considerare, pur brevemente,
to, rna rimandando a quelIi di Arcudio, aveva asserito 1'as la presente questione sotto un triplice aspetto: storico-li
soluta certezza della consacrazione delle particole: ~ ... Por..; turgico, teologico e pratico.
ro particulas illas simul cum majori hostia a sacerdote Petrides nel suo articolo, spess o da noi citato, dice:
consecrari certissimum est, quidquid in contrarium asserant «lei nous devons avant tout remarquer que Ie nom de
quidam Graeci recentiores hoc perperam negantes. Primus merls ne designe pas seulement les parcelles extraites a 1a
es
autem huius erroris disseminator fuit Simeon Thessalonicen prothes en l' honneur des saints, mais aussi les parcell ,
e
sis, quem Arcudius egregie confutat... >~ 5'. que Ie pretre, a I' aide de la lance forme de l' hostie con
sacree, pour communier Ie peuple» 53. A questa distinzione
_. 17 8 - 179
180 - 181
tendenza e talora anche Ie ansie, Ie gioie e i dolori di al applicazione delle sue manifestazioni esterne; e tutto que
cuni peculiari momenti della vita storica del popela bizan to noi 10 constatiamo anche nel fatto della protesi, che
tino» 57. nelle sue varie fasi ci presenta, sebbene in campo ristretto,
Lo spirito bizantino e state sempre esuberante nelle un esempio di relazione causale ed influente tra la men
varie manifestazioni della sua vita; una b'rande espressio talita e la manifestazione liturgica bizantina.
ne di tale esuberanza esso 10 ha impressa in modo specia
le allo svolgimento liturgico; non contento di manifestazio EPILOGO
ni troppo semplici, ha cercato di arricchire il suo rituale
con un certo splendore e con una ricercata solennita. Questo La visione delle varie questioni intorno alla protesi,
apparato di solennita e di fasto liturgico ha avuto la sua avuta attraverso l' esposizione dei precedenti capitoli, ci in
naturale evoluzione, che sovente e stata esagerata, sl da duce a presentarne in rapide linee il rispettivo andamento
far perdere e dimenticare non poche volte la v~ra origine generale nella sua storia, per poter qtiindi sottoporre ad
delle cose, la semplicita dei riti, che bene spesso ~ prefe un esame critico la redazione attuale del suo rituale a pu
ribile a tutto quel cumulo di esteriorita, caratteristica del ro titolo di studio.
l' animo bizantino. A motivo della deficienza di documenti positivi per i
A un dipresso e questa la constatazione, che noi fac-· primi secoli sino all' VIII circa, in questa trattazione si e
ciamo riguardo all' evoluzione della protesi con il conseguen dovuto praticamente procedere con una: generale distinzio
te trasporto delle oblate sull' altare..... ne di tempo:
Accanto a questo espressivo intellettualismo bizantino, a) Secoli sino all' VIII. b) Dal SeC. VIII a1 giorni nostri.
che nelle sue formule e nelle sue preci imprime la propria Non ostante la difficolta di stabilire con precisione il
manifestazione spirituale alIa liturgia, risalta un altro pun luogo della protesi, pure, aiutati dai testi prima, e dal ra
to culminante della vita e mentalita bizantina, costituito gionamento induttivo dopo, si puo, attraverso qualche sfor
« dall' azione efficacemente drammatica, come dice il Tur zo di identificazio:t1e, asserire con fondate probabilita, che
chi, e solennemente espressiva del soggetto che svolge». esso, sia sotto l' indicazione di 1tCta't0tf'6p~o\l, sia di 1tp6&sa~~,
Quanto espressivo e nel medesimo tempo quanta sia dram sia an cora di OitSl>oqH>AcbtLO\I od anche di 1tCtpCt'tpci1ts~o\l, tro
matico 10 svolgimento della protesi risulta chiaro ed evi vasse posto nel santuario in ragione dell' uso, a cui era de
dente da quello, che abbiamo scritto sin qui intorno al suo stinato.
signiticato e simbolismo, sia che ci voglia rappresentare il La prep,arazione degli elementi sacrificali, che vi sief
Golgota, sia che ci voglia offrire la visione di Betlem. fettuava, non poteva dipendere da un elemento estrinseco
11 carattere dunque psicologico bi7.antino ci ofire un e della costituzione della liturgia propria mente detta, cioe
lemento di indole interna, che e come base riguardo alla dana dimissione dei catecumeni; onde il tempo della esple
tazione di detto rituale nello svolgimento liturgico non puo
essere altro, che quello iniziale della liturgia; ed e per
(57) Nicola Turchi, pp. 199-200. questo che sino ad un dato momento la protesi si trovo
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all'inizio della liturgia dei fedeli, mentre dopo, a ragione riti della protesi, esprimendo in modo coerente alle proprie
del riordinamento del cerimoniale liturgico, accettando azioni e cerimonie il ricordo del Golgota, cui fu aggiunto
come inizio della liturgia quello, che pili 0 meno abbiamo pili tardi quello di Bedem. Non e mancato iI lato dogma
oggidl, giu stamente la protesi (che non e altro se non una tico intorno alIa consacrazione delle particole, che noi ab
preparazione), e stata posta nel momento, in cui si trova biamo considerato ora sotto I' aspetto storico-Iiturgico, ora
tuttora.
Quanto riguarda il min'istro, senza dubbio e per la sto
ria e per il carattere della protesi asseriamo, che il sacer
sotto I' aspetto teologico e pratico.
non siamo indotti soltanto dai varii documenti positivi, rna potrebbe avere la sua risonanza anche nella praticita dello
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conale. I
dei fedeli, deve trovare in essa la sua posizione), rna e an J
Nella storia della liturgia noi sovente ci imbattiamo che quello analogico, secondo una giusta considerazione di
in varie fasi, in vari stadi del suo svolgimento: questo si analogia con gli altri sacramenti: la preparazione Iiturgica :f
II
verifica perfettamente nei riti della protesi: essi partono della materia sacramentale e contenuta nel rito del sacra
da una straordinaria semplicita, venendo ben presto accom mento: la protesi invece sta fuori del suo posto. Un' ecce
pagnati da un movimento di fase evolutiva, la quale si af zione a questo principio, a questo criterio si ha nella cre
I
fermera in modo speciale verso il secolo XIII, cancellando sima e nella estrema unzione per ragioni speciali, che qui II
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tanti santi, basterebbe indicare il nome generico, come ad
qualsiasi apparato prolisso; con il progredire dei tempi si esempio i Profeti, gli Apostoli, i Martiri ecc... ed immet
e mancato a questa primitiva ed intrinseca semplicita del tere in una di queste categorie il santo del giorno secon
l' atto preparatorio sacrificale; e, seppure si vogliano am do il genere, cui appartiene. Per ragioni evidenti di eccel
mettere Ie varie formole come espressione del simbolismo, lenza e di superiorita la commemorazione della Vergine ri
che il sentimento religioso vi annette, nondimeno la prolis . mane intatta. Parallelamente si potrebbe procedere per la .i
sita delle commemorazioni ha offerto un elemento di esage categoria dei vivi e dei morti, facendone una commemora )
razione, che ha non poco offuscata l' espressione di lineare zione generica ed introducendo in detta categoria l' inten
semplicita della protesi, e che ha contribuito a turbare, di
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zione speciale per chi viene offerto il sacrificio. La liberta
rei, la sua costituzione. La redazione attuale lasciando pie di far commemorazioni a proprio piacere, il celebrante la ;1
na liberta sia al celebrante, che al diacono di poter com puo trovare nel tempo del dittici, momento questo ben ;J
memorare a proprio piacere, invece di imprimervi un certo
adatto per i suoi mnemosina.
freno, l' ha piuttosto sanzionata. Tutto questo evidentemen C. - La soppressione dell' cXrtOAUOt£ finale sarebbe
te non ha contribuito ad un ritorno all' antica vera sem quanto mai desiderabile, per la ragione evidente, che alla
plicita. fine della protesi non vi e bisogno di a1cun congedo.
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Un terzo criterio, che chiameremmo esterno, dice che Redatto sotto questa aspetto il rito della protesi, ver I
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la protesi e una parte iniziale della liturgia e che quindi. rebbe a mantenere Ie primitiva semplicita di azione prepa
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non deve contenere alcuri elemento, che possa significare ra.toria, ad accettare nello stesso tempo il suo elemento
separazione da tutto il resto della liturgia ; ebbene l' attua evolutivo nelle particole,' frenando e delimitando la esage
Ie sua costituzione, con un cXrtOAUOt£ finale, ci da un vera rata liberta del celebrante, e ad avere il senso di una
« missa », che per conseguenza. ha la fisionomia di un atto
parte iniziale della liturgia.
indipendente ed a se.
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all' VIII.
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luzione storica »
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It Ministl'o della Protesi secondo la na