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Durata : 3:55min
Ambiente:
Per quanto concerne il visibile all’interno della ripresa, lo spazio, che sembra essere domiciliare, è
ristretto, accogliente, contenitivo e colorato. Troviamo una parete bianca frontale alla
musicoterapeuta , una parete alla destra dell’utente rossa, sul fondo una lavagnetta, un tappeto che
pare piegato su se stesso ed altri oggetti non distinguibili. Lo spazio di osservazione è comunque
parziale e differisce da quello del precedente video per l’ampiezza della ripresa, s’intuisce grazie alla
presenza dell’ombra del canestro con le palline che sebbene presente, si trova piu’ in alto rispetto alla
quadratura della camera. Il setting si sviluppa dunque su un tappeto colorato e frontalmente alla
musicoterapeuta appare una parete bianca dove l’utente è appoggiato con l’ausilio di un cuscino con
la schiena in posizione eretta.
Strumentario:
una chitarra : posizionata con la parte aperta della cassa e le corde sul bambino (solo inizialmentte)
un tamburello con pelle bianca ( solo inizialmente)
voce della muscoterapeuta e dell’utente (di seguito Mt ed U).
Esame Progettazione Musicoterapeutica
Soggetti coinvolti:
l’utente: un bambino di nome Andrès che sembra essere più grande rispetto alla seduta precedente (
all’epoca l’età probabile stimata era 5-6 anni adesso sembra averne intorno ai 9).
L’utente è affetto da cecità o ipovisione poiché sia in questo, che nel video precedente, si nota la
necessità del soggetto di ‘’conoscere e riconoscere’’ mediante il tatto. L’utente presenta deficit motori
e nonostante esso risponda o sembri rispondere a delle sollecitazioni non siamo in grado di definire
se queste siano stereotipie o meno. Si ipotizza un probabile disturbo dello spettro autistico. L’utente
è posizionato a destra, frontalmente rispetto all’operatore.
La musicoterapeuta: Porta avanti una seduta di natura partecipativa, si posiziona a gambe incrociate
ponendo le sue ginocchia sopra quelle dell’utente. Rispetto all’inquadratura è posizionata a sinistra,
frontalmente alla parete bianca.
N.B. Inizialmente si ipotizza che ci sia una terza presenza ma alla fine del video si comprende
chiaramente che la camera è fissa, la musicoterapeuta infatti alla fine del video si sporge per
spegnerla.
METODOLOGIA
La seduta che sembra essere di natura accrescitiva, semi-direttiva, attiva/ricettiva e sicuramente
partecipativa. Metodologicamente sembra essere semi-direttiva poiché la relazione si costruisce
attraverso ciò che sente il bambino e ciò che la musicoterapeuta propone. Risulta essere semi-direttiva
proprio perché è la musicoterapeuta che ‘’spinge a fare’’. Si utilizza chiaramente linguaggio non
verbale perché questo è capace di fluire al di sotto del livello cognitivo e quindi di astrazione.
Obiettivi:
Ha l’obiettivo di utilizzare il suono per l’apprendimento delle parole nonché potenziare le competenze
specifiche delle abilità motorie, cognitive, relazionali ed emotive. La seduta nonostante l’utilizzo
della vocalità è non verbale. Essa si pone nel para-verbale poiché utilizza le parole all’interno di un
contesto musicale. In alcuni punti la modulazione vocale e l’aumento dell’intensità su alcune
consonanti a cui l’utente appare responsivo, sembrano finalizzare l’obiettivo anche al miglioramento
Esame Progettazione Musicoterapeutica
dell’umore nonché del benessere. Nel video la terapeuta alterna modalità di protoconversazione che
attiva processi di imitazione simpatetica, con comunicazioni verbali più complete e complesse che
attivano apprendimenti1.
MOMENTO I MOMENTO II
Costituito da VI punti Costituito da IV punti
Momento I
I. La seduta ha inizio con l’inquadratura dell’utente che ha appoggiata su di lui una chitarra. Egli
ha le mani sulla cassa e sulle sue corde della chitarra e le percuote. Questo appare l’unico
attimo, probabilmente refuso della relazione instauratasi nel momento precedente, in cui la
seduta sembra essere non direttiva.
II. La terapeuta si avvicina e l’utente sembra percepire la modulazione della sua prossemica. Lei
incrocia le gambe davanti a lui e, quasi a forma di chiarimento dell’atto di cambiare
l’esercizio, la terapeuta sonorizza le consonanti B(sonora) e P (sorda). Il piccolo utente
risponde con uno scuotimento della testa.
III. La chitarra viene tolta e il bimbo, a discapito delle aspettative visti e considerati gli evidenti
problemi di natura motoria evincibili nel primo video, si sistema arretrando autonomamente
verso il cuscino quasi a predisporre anche corpo all’ascolto. Quanto detto dimostra un
notevole miglioramento rispetto alle competenze motorie verificate nel video precedente.
1
L’esperienza precoce nella vita dell’individuo: inizia con quella che Bateson definisce protoconversazione (Bateson,
1975).
Esame Progettazione Musicoterapeutica
IV. La musicoterapeuta comunica all’utente che canteranno una canzone da lui già conosciuta ‘’
la canzone della casetta’’. A questa proposta lui risponde con scuotimenti del capo in segno
di accettazione positiva.
V. La terapeuta inizia a cantare la filastrocca ‘’tengo una carita que sembra una casita..’’- ’’ho
un visino che sembra una casetta’’, questo tipo di filastrocca è stata scelta adeguandola all’età
biologica e mentale dell’utente con la volontà di permettere allo stesso di aumentare il
vocabolario, le competenze corporeo-cinestetiche nonché la conoscenza del mondo esterno.
La terapeuta mentre canta disegna con le mani i contorni del corpo di Andrés, dunque ne
identifica e ne accarezza tutte le parti che appaiono nella filastrocca : le orecchie, il nasino e
tende ancora una volta pronunciare in maniera più marcata P di ‘’pelo’’ e B di ‘’bocca’’
addolcendo il canto quando gli copre gli occhi ‘’che sono finestre del mattino’’. A questo
punto lui risponde sorridendo e lei continua cantando tengo la bocca aperta rimanendo sulla
vocale ‘’ A ‘’ per qualche secondo, enfatizzando il suono con la ‘’percussione’’del suo dito
sulla bocca dell’utente che stimolato apre la bocca e la mantiene aperta.
VI. La terapeuta canta il suono del naso, lo fa nuovamente con P e B che sono i suoni che Andrés
sembra essere in grado di riportare tant’è che la sua risposta sarà un’emissione vocale, seppure
flebile e quasi afona, di pa-ppa pa.
MOMENTO II
Giungiamo a quella che è la seconda parte della seduta, qui tutto cambia la terapeuta gli dice che si
invertiranno le parti che ora sarà lui a toccare il corpo della musicoterapeuta.
II. Andrés risponde ad un nuovo stimolo quando la musicoterapeuta parla del naso. Andrès infatti
avvicina autonomamente la mano sinistra al naso, non abbiamo purtroppo le competenze per
comprendere se sia una scelta piuttosto che una stereotipia o un riflesso.
Esame Progettazione Musicoterapeutica
III. La musicoterapeuta chiede nuovamente come fa il naso e propone delle vocalizzazioni dove
la consonante P sorda si affianca prima alla A poi alla E e poi alla U i cui tempi sono
estremamente dilatati. Andres è visibilmente presente e rispondente.
IV. La musicoterapeuta propone l’analisi del ‘’ capello corto e capello lungo’’ sempre cantando.
Estremizza e dilata le intensità e le energie delle P di Pelo utilizzando anche variazioni
ritmiche su ‘’PE PE PE PE’’ . I fonemi prendono i ritmi dilatati del canto e le vocali in pelo e
orecchio sono talmente enfatizzate che tendono a diventare estremamente lunghe.
CONCLUSIONE
Nancy Fazzini