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Einstein ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua epoca, tra cui il filosofo
francese Henri Bergson, che attribuisce grande importanza agli stati di coscienza piuttosto che al
tempo spazializzato della fisica (si veda "Durata e simultaneità" del 1922). Per Bergson il tempo
concretamente vissuto è una durata "reale" a cui lo stato psichico presente conserva da un lato il
processo da cui proviene (attraverso la memoria), ma naturalmente costituisce anche qualcosa di
nuovo. Dunque non c'è soluzione di continuità tra gli stati della coscienza: esiste una continua
evoluzione, un movimento vissuto che la scienza non può spiegare pienamente con i suoi concetti
astratti e rigidi, nonostante il riconoscimento dei suoi grandi progressi.
L'ingegnere J. W. Dunne sviluppò una teoria del tempo nella quale considerava la nostra percezione
del tempo come simile alle note suonate su un piano. Avendo avuto alcuni sogni premonitori, decise di
tenerne traccia, e trovò che contenevano eventi passati e futuri in quantità equivalenti. Da questo
concluse che nei sogni riusciamo a sfuggire al tempo lineare. Pubblicò le sue idee in An Experiment
with Time del 1927, cui fecero seguito altri libri.
Possiamo chiederci:
Nello spaziotempo di Minkowski, ogni evento O individua un cono di luce che divide lo spazio tempo in regioni
distinte: il futuro (insieme dei punti che possono essere influenzati da O), il passato (eventi che hanno influenzato
O) e il presente (eventi che non hanno correlazione causale con O)
Karl von Vierordt alla fine dell'Ottocento, scoprì il cosiddetto "punto di indifferenza" del tempo, ovvero il
punto in cui il tempo soggettivo e il tempo fisico coincidono che è situato sotto i tre secondi, passati i
quali il tempo soggettivo si accorcia[9]. A volte si percepisce il passare del tempo come più rapido ("il
tempo vola"), significando che la durata appare inferiore a quanto è in realtà; al contrario accade anche
di percepire il passare del tempo come più lento ("non finisce mai"). Il primo caso viene associato a
situazioni piacevoli, o di grande occupazione, mentre il secondo si applica a situazioni meno
interessanti o di attesa (noia). Inoltre sembra che il tempo passi più in fretta quando si dorme. Il
problema della percezione del tempo si trova in stretta correlazione con i problemi relativi
al funzionamento e alla fisiologia del cervello. Un esempio di ciò è la cronostasi, un'illusione che
sembra far durare più di quanto realmente è avvenuta un'immagine che precede un rapido movimento
dell'occhio.