χρόνου τάξιν (secondo lʼordine del tempo): a questa frase di Anassimandro (610 -546 a. C., filosofo greco presocratico, allievo di Talete) si ispira il titolo del libro di Rovelli. In esso i principali filosofi del passato che hanno affrontato il problema del tempo (Platone, Aristotele, Agostino, Kant) sono citati ed elencati nel ricco e ben documentato indice analitico. Il libro, tuttavia, non è un trattato di Filosofia, bensì un testo in cui lʼautore, responsabile del Gruppo di Gravità Quantistica (QG) del Centro di Fisica Teorica dellʼUniversità di Aix-Marsiglia, cerca di introdurre il lettore, in modo mirabilmente lineare e semplice, nonostante la complessità dellʼargomento, al tema scientifico della QG attraverso una profonda riflessione sul Tempo (t). Il problema della natura del Tempo ha affascinato il pensiero dellʼUomo sin da tempi remoti. Oggi sappiamo che sofisticati studi e sistemi di misura sono messi in atto presso prestigiosi istituti di ricerca per la determinazione accurata del Tempo, o meglio per la definizione della sua unità di misura, per la conservazione e disseminazione della stessa. Ma lʼautore sottolinea nel suo libro che ‘la natura del tempo resta il mistero forse più grandeʼ da risolvere e comprendere. Partendo dagli antichi Greci, che, con Platone ed Aristotele, associano il Tempo al movimento (κινησις): ‘numero (αριθµος) del movimento tra il prima e il poiʼ, si legge nella Φυσικής dello Stagirita, lʼautore sottolinea come lʼidea di tempo si sia evoluta con la scienza moderna: Newton, infatti, dopo lʼesperienza di Galileo, preoccupato più a misurare gli intervalli di tempo che a definirne la natura, è dellʼidea che, per effettuare un salto di qualità, occorre pensare che il Tempo esiste, come lo Spazio, in modo assoluto indipendentemente dallo svolgersi dei fenomeni. Questa concezione, ampiamente criticata da Leibniz, che peraltro accusava Newton di aver reintrodotto così la metafisica nella Scienza, consente tuttavia a Newton di elaborare i principi della Meccanica e la Teoria della Gravitazione Universale. Lʼautore, però, mette in rilievo che la vera rivoluzione sulla natura del Tempo (e dello Spazio), dopo la parentesi di I. Kant che considera Spazio e Tempo come forme a priori dellʼintelletto umano, si ha con A. Einstein che riesce a mediare, secondo lʼautore, la posizione di Aristotele (αριθµος κινησεως), da una parte, con quella di Newton (del tempo assoluto, vero e matematico [che..] scorre uniformemente ), dallʼaltra, mediante lʼelaborazione della sua teoria della Relatività Ristretta (RR) in cui Spazio e Tempo non sono più entità separate, ma costituiscono un continuum: lo Spazio- Tempo. Einstein comprende che la misura del Tempo, qualunque cosa esso sia, deve confrontarsi con la simultaneità degli eventi e la sincronizzazione degli strumenti che lo misurano, ovvero gli orologi.. che questi fenomeni dipendano dalla velocità dei corpi non è comprensibile alle velocità tipiche cui sono abituati i nostri sensi, per cui non sempre quanto percepito dai nostri sensi rappresenta la vera natura della realtà fisica. La teoria della relatività generale (RG) di A. Einstein completa questa indagine sullo spazio-tempo, evidenziando una struttura più profonda dello stesso ora associato al campo di gravità … Ma la vera domanda su cui ci porta a riflettere lʼautore è: il Tempo, che emerge dalla Teoria della Relatività (TR), distorto, insieme con lo Spazio a cui è intrinsecamente legato, per effetti di velocità e di gravità, ha veramente un ruolo fondamentale nella Fisica? Innanzitutto nella Fisica, il Tempo, per come lo ha concepito Newton, interviene come una grandezza che varia in modo continuo, che scorre in modo lineare, e sia la Meccanica Classica (MC) sia la Meccanica Relativista (MR) di fatti non definiscono un verso del Tempo. .. le equazioni del moto sono di fatti invarianti per una inversione temporale di t in –t. In diverse soluzioni delle equazioni del moto, inoltre, se ben riflettiamo ad esse, come p.e. alla traiettoria parabolica di un grave, alle configurazioni stazionarie di una corda vibrante, ai moti circolari uniformi, al moto stesso dei pianeti, il tempo può essere visto come un parametro ‘privilegiatoʼ delle equazioni del moto … nel mondo quantistico, fatto di unità discrete, la natura continua del tempo non viene meno e sicuramente il tempo non si palesa nelle soluzioni dellʼequazione dʼonda che definiscono gli stati stazionari dellʼatomo; tuttavia, a differenza di quanto avviene nel mondo macroscopico, nella Meccanica Quantistica (MQ) nel risolvere equazioni di diffusione è importante mantenere, per il calcolo delle ampiezze di scattering (S), un determinato ordine cronologico.. il calcolo della matrice S richiede un'operazione di ordinamento temporale … In questo panorama così complesso, lʼulteriore domanda è: cosa è il Tempo e da dove emerge questo flusso dal passato al futuro? Lʼautore mette in rilievo che già la teoria della Relatività dà un forte scossone alla nozione di tempo che comunemente si ha, perché non esiste un “presente” unico nellʼuniverso. Dʼaltronde a livello fondamentale, come un poʼ accade con delle soluzioni in MC, il tempo sembra essere un ‘parametroʼ privilegiato a tal punto che le equazioni fondamentali della Natura sembra che possano farne a meno.
Il problema dunque della natura del tempo consiste di
due parti:
1) Se o no il Tempo è una quantità fondamentale della
Natura
2) Come lʼordine cronologico emerge nel laboratorio di
misura e negli eventi quotidiani quando le leggi fondamentali sembrano non richiedere necessariamente il parametro tempo
Lʼautore mette in rilievo che nel momento in cui si
prendono in esame gli effetti quantistici sulla gravità e si arriva ad affrontare la QG, ci si rende conto che tali effetti sono importanti a scale di Lunghezza e Tempo molto piccole definite dalla lunghezza di Planck Lp (~10-33 cm) e dal tempo di Planck Tp (~10-44 s) che definiscono delle unità di misura naturali dello Spazio e del Tempo, basate sulle 3 costanti fondamentali (G,c e h) per cui non si può escludere che a scale così piccole esistano “atomi” di spazio e tempo che definiscono la vera trama dello spazio-tempo.. in tal modo ‘i quanti elementari del campo gravitazionale vivono alla scala di Planck. Sono i grani elementari che tessono la tela mobile con cui Einstein ha reinterpretato lo spazio e il tempo assoluti di Newtonʼ, i grani di spazio si strutturano in reti di spin (chiamate così per le corrette proprietà geometriche e di simmetria dello spazio che devono possedere) in cui singoli anelli (loop) possono costituirsi dando, in tal modo, il nome alla teoria (Loop Quantum Gravity), campo di studio dellʼautore.
Il tempo, finalmente, a livello macroscopico emerge dal II
principio della termodinamica dellʼaumento dellʼEntropia, unico principio della fisica, come sottolinea lʼautore, a dare una direzione alla variabile temporale. La Termodinamica, difatti a ben pensarci, è lʼunica teoria fisica i cui principi sembrano essere inviolabili qualunque siano le nostre concezioni di Spazio e Tempo che tanto si sono avvicendate dai filosofi del passato alle teorie fisiche più o meno recenti, dalla MC alla TR sino alla MQ.
A livello fondamentale lʼautore mette in rilievo che ‘quello
che è del tutto credibile, comunque, è il fatto generale che la struttura temporale del mondo sia diversa dallʼimmagine ingenua che ne abbiamo … […] il mistero del tempo ci inquieta da sempre, muove emozioni profonde. Così profonde da nutrire filosofie e religioniʼ.. il tempo che emerge dalle riflessioni dellʼautore ha una duplice natura: - Termico, ovvero un tempo strettamente connesso alle trasformazioni termodinamiche che avvengono in natura e secondo lʼautore è questo quello più vicino alla nostra sensazione di tempo - Quantistico, ovvero strettamente connesso con la non-commutatività che è alla base delle grandezze quantistiche e che forse, secondo lʼautore, introduce a livello macroscopico lʼordine degli eventi che noi percepiamo …
Sicuramente però non lʼEnergia bensì lʼEntropia trascina il
mondo portandoci così ad avvertire il passaggio dal passato al futuro, e forse è questo incessante divenire cosmico (παντα ρει), che vede il mondo come ‘una struttura che si sfalda gradualmenteʼ attraverso un processo di disordine, a racchiudere in sé il vero mistero della nostra stessa esistenza.
Possiamo concludere dalla lettura di questo interessante
libro, ricco di note e riferimenti bibliografici, che dallʼantichità ad oggi emerge come le diverse concezioni di Spazio e Tempo (già sin dagli atomi di Leucippo e Democrito allʼordine cosmico di Platone ed Aristotele) si siano sempre scontrate e confrontate dando sempre però un impulso alla conoscenza come se il mondo osservabile, indagato e regolato da leggi fisiche, avesse bisogno e dellʼuna e dellʼaltra o addirittura di entrambe contemporaneamente.