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Il dibattito epistemologico contemporaneo sulle scienze sociali

(Da Crespi, F. 1998. “Le vie della sociologia”, Bologna, Il Mulino, pp. 63-77)
nuova che non poteva essere spiegata in termini meccanici, ma
Il dibattito epistemologico contemporaneo necessitava di concetti più adeguati a rappresentare il processo di
trasformazione di determinate quantità di calore in determinate
sulle scienze sociali quantità di lavoro. Nasce così, grazie soprattutto al francese Sadi
Carnot (1796-1832), la nuova scienza della termodinamica, centrata
non più sul concetto di materia, ma su quello di energia, e
Se la distinzione tra scienze della natura e scienze dello spirito, sull'osservazione, anziché del moto di corpi solidi, dei processi di
almeno nei termini proposti da Dilthey, non appare più oggi trasformazione di elementi gassosi. Tali processi mettevano in
necessaria, ciò è in gran parte dovuto al fatto che lo stesso concetto di evidenza il problema della conservazione dell'energia e il fenomeno
scienza naturale è profondamente mutato rispetto a quello cui si della dissipazione irreversibile di quest'ultima durante la sua
riferivano sia i positivisti che gli storicisti nel secolo scorso. conversione in calore e in lavoro (legge dell'entropia).
Si potrebbe anzi dire che, se all'inizio le stesse scienze storico-sociali La visione newtoniana di un mondo composto di corpi solidi il cui
si ispiravano al modello di tipo meccanicistico delle scienze fisiche, moto, regolato uniformemente dalla forza gravitazionale, era
nel nostro secolo sono le scienze naturali ad essersi sempre più concepito meccanicamente come causato da una forza esterna, e come
avvicinate ai modelli storico-statistici delle scienze sociali. Nella ordine indistruttibile, perfettamente reversibile nella sua circolarità (il
fisica moderna i fenomeni naturali appaiono infatti caratterizzati da moto dei pianeti), viene gradualmente sostituita da una nuova
quelle dimensioni di irreversibilità, di discontinuità e di molteplicità concezione della natura come processo irreversibile di trasformazione
casuale che erano serviti agli storicisti tedeschi per qualificare, dell'energia, nel quale i corpi appaiono in costante mutamento. In
distinguendoli, i fenomeni storico-sociali. Lo stesso concetto di legge quest'ultima concezione, il principio della perdita di energia o
va sempre più assumendo, anche nelle scienze naturali, il significato entropia sembra destinare, in ultima analisi, il mondo a una «morte
probabilistico di una frequenza statistica, piuttosto che non quello di termica», cioè all'arresto di ogni processo di trasformazione: la
una costante immutabile e universale posta a fondamento della dimensione del tempo assume quindi in tale prospettiva un carattere
molteplicità fenomenica. La trasformazione del concetto di scienza e lineare anziché circolare e l'ordine cosmico appare sempre più come il
la diversa valutazione della funzione della teoria nel suo rapporto con prodotto casuale e provvisorio della caduta di elementi in costante
l'osservazione empirica, nascono soprattutto a causa della vera e mutamento.
propria rivoluzione nel modo di concepire l'universo, avvenuta per Le conseguenze filosofiche ed epistemologiche di questa nuova
effetto dello sviluppo, sin dal secolo XIX, delle teorie della esperienza della fisica moderna sono incalcolabili e aprono tutta una
termodinamica. La teoria fisica di Newton (1642-1727) aveva dato serie di problemi sul rapporto tra teoria scientifica, pratica empirica e
una visione unitaria dell'universo, fondata sulla legge generale della strutture socioculturali che il meccanicismo e il positivismo avevano
gravitazione, quale principio regolatore dell'armonico moto dei corpi ignorato. In particolare sul nuovo concetto di conoscenza scientifica
solidi presenti nel cosmo. L'interesse provocato verso la fine del influiscono, oltre alle esperienze circa il campo elettromagnetico di
secolo XVIII dall'uso del vapore come fonte di energia (l'invenzione James C. Maxwell (1831-1879) e le scoperte della termodinamica,
della prima macchina a vapore, uno degli elementi tecnici decisivi di l'elaborazione della fisica dei quanti di Max Planck (1858-1947), le
quella che poi verrà chiamata la rivoluzione industriale, risale al
1769), porta al centro dell'attenzione degli scienziati fisici una forza

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teorie della relatività di Albert Einstein (1879-1955) e la nuova teoria speciale di Einstein [ 1905], che, abolendo i concetti assoluti di spazio
atomica di Niels Bohr (1885-1962). e di tempo, elimina anche ogni sistema di riferimento assoluto del
Queste diverse teorie mostrano tra l'altro che le leggi valide per sapere, mettendo a repentaglio quel carattere di categorie a priori della
interpretare i fenomeni macroscopici descritti dalla teoria meccanica, mente che Kant aveva attribuito appunto allo spazio e al tempo, in
non possono essere applicate anche alle dimensioni quanto « garanzie logiche» del sapere. Per Einstein non ci sono
sub-microscopiche, che si manifestano all'interno della struttura categorie a priori né principi assoluti, ma esistono solo operazioni di
complessa dell'atomo e nei fenomeni connessi con l'energia della luce. misurazione compiute da osservatori a partire da sistemi di
Viene così ad evidenziarsi che nel pensiero scientifico può coesistere riferimento particolari: le stesse invarianti, quali ad esempio le
una pluralità di modelli teorici diversi, cui la conoscenza scientifica fa equazioni fondamentali del moto, di cui fa uso lo stesso Einstein,
ricorso a seconda del carattere dei fenomeni studiati e dell'interesse valgono solo per una classe di trasformazioni e solo all'interno di uno
particolare che la muove. Ciascuno di questi modelli serve pertanto a stesso sistema di riferimento. Del resto anche l'apparire delle
dare risalto a dimensioni specifiche della realtà studiata, senza che un geometrie non euclidee sembra vanificare la possibilità di un criterio
modello debba necessariamente escludere l'altro, anche quando, come sperimentale di scelta tra diverse forme di misurazione. Il carattere di
nel caso della teoria ondulatoria e della teoria corpuscolare della luce; arbitrarietà dei modelli teorici si rivela così massimo e, su questa base,
essi appaiono incompatibili tra di loro da un punto di vista logico. si sviluppano le varie teorie anti-empiriste del neo-positivismo: dal
La teoria della gravitazione universale di Newton, ad esempio, non convenzionalismo logico «moderato» di Poincaré a quello «spinto» di
viene semplicemente falsificata dalle nuove ipotesi della teoria Carnap, Russell, Duhem, Eddington. Si attua in tal modo il pieno
termodinamica, né sostituita interamente da esse, ma solo superamento del realismo ingenuo della teoria fisica classica e
ridimensionata nelle sue pretese di universalità, in quanto essa viene vengono messi in crisi, come si è accennato, oltre al modello
considerata utile solo quando si debbono prendere in considerazione induttivo, che aveva retto le concezioni dell'empirismo classico sia
fenomeni di tipo macroscopico. nelle scienze naturali che nella prima fase di formazione delle scienze
La conseguenza di questo nuovo modo di considerare la funzione sociali, anche i principi sintetici a priori del razionalismo kantiano.
della teoria è che essa appare sempre più come uno strumento di La scienza procede con ipotesi e principi che non sono totalmente
conoscenza parziale e non più come una forma di oggettiva indotti a partire dall'esperienza, ma che, secondo l'espressione di
rappresentazione della realtà in sé. Viene così trasformandosi lo stesso Einstein, hanno piuttosto il carattere di «libere creazioni del
concetto di oggettività scientifica, poiché si mostra che la teoria non è pensiero», la cui validità può essere verificata solo in corrispondenza
tanto un rispecchiamento del reale, quanto un elemento attivo di di sistemi di riferimento specifici. La conoscenza avanza quindi per
costruzione della realtà stessa, che procede attraverso la selezione di approssimazioni che possono essere sostituite o modificate nel tempo,
fattori e di rapporti tra fattori considerati significativi in base a criteri cogliendo di volta in volta congruenze relative tra dati di esperienza e
relativamente arbitrari e contingenti: entra così in crisi anche il forme di misurazione.
concetto positivista del progresso cumulativo e unilineare del sapere Questo modo di concepire la conoscenza scientifica altera
scientifico. profondamente anche lo stesso concetto tradizionale di causa, in
Il carattere accentuatamente operativo dei concetti utilizzati dalla quanto la presenza di un principio selettivo, sempre connesso a un
scienza viene messo in evidenza soprattutto nella teoria della relatività sistema di riferimento particolare, mostra che ciò che viene assunto

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come «causa» di un fenomeno è in realtà solo una serie di condizioni dimostrazioni più importanti del carattere riduttivo e selettivo dei
necessarie, ma non sufficienti, a spiegare il fenomeno stesso. Il nostri procedimenti di conoscenza.
fenomeno concreto non viene quindi più concepito, secondo la La scienza, riflettendo criticamente su di sé e applicando per così dire
tradizione empirica classica, come omogeneo agli elementi che a se stessa il suo stesso metodo, è venuta scoprendo sempre più i
concorrono a spiegarlo, ma si presenta come un evento che, nella sua propri limiti conoscitivi, giusto nel momento in cui più grandi sono
complessità, sfugge in gran parte alla nostra conoscenza e resta per stati agli occhi di tutti i suoi risultati pratici e le possibilità aperte dalle
molti aspetti imprevedibile. Le condizioni infatti non possono che applicazioni tecnologiche. La scienza non può più essere vista oggi
fondare un grado relativo di probabilità rispetto al verificarsi di un come il sapere oggettivo per eccellenza in grado di fondare visioni
certo fenomeno, ma non sono in alcun modo da concepire come globali e unitarie del mondo e della vita: come aveva ben compreso
elementi fissi che determinano con assoluta certezza il fenomeno Max Weber, la scienza non offre né facili consolazioni né soluzioni,
stesso. Se il modello causale continua ad essere usato è perché esso è essa non è in grado di indicare, come voleva Comte, criteri di condotta
uno strumento proprio del nostro modo di pensare, ma non perché lo né finalità ultime da perseguire.
si consideri ancor oggi come corrispondente a una struttura In base agli elementi ora ricordati si può comprendere come vi sia
deterministica del reale. stato un avvicinamento sul piano metodologico tra le scienze naturali
Il principio di indeterminazione di Heisenberg [1958] mostra che ogni e quelle sociali: tanto la realtà naturale che quella sociale appaiono
osservazione di un fenomeno è collegata a una inevitabile infatti come un oggetto di studio non circoscrivibile nella sua
perturbazione di esso e che non è possibile misurare complessità e quindi come un insieme caotico di elementi, sottoposto
contemporaneamente tutte le diverse dimensioni di uno stesso a continue trasformazioni nel tempo. Rispetto a tale complessità la
fenomeno: non posso ad esempio cogliere al tempo stesso la posizione conoscenza, scientifica assume in entrambi i casi il carattere di un
e la velocità di una particella di energia, perché se voglio coglierne la intervento selettivo, che ritaglia, nell'infinita molteplicità degli aspetti
posizione, debbo investire la particella di raggi che la mettano in possibili, solo alcuni di questi, ordinandoli in uno schema concettuale
evidenza, ma così facendo ne modifico la velocità e la traiettoria. Se significativo.
invece voglio verificare con appositi strumenti la velocità di entrata e Lo strumento per procedere alla selezione e alla messa in evidenza di
di uscita, lungo un tratto determinato, della particella stessa, allora relazioni di interdipendenza tra fattori diversi è, nelle scienze naturali
non potrò cogliere le posizioni da essa occupate nel corso del tratto come in quelle sociali, la formulazione di ipotesi specifiche, ovvero di
stesso. Ora il principio di indeterminazione può essere interpretato in supposizioni, derivate da elaborazioni teoriche relativamente arbitrarie
senso esclusivamente soggettivistico, come un limite delle nostre ca- e non direttamente tratte dall'osservazione sperimentale, connesse al
pacità di misurazione, dando per scontato che la natura in sé proceda contesto storico-sociale e culturale dell'osservatore, all'interesse
secondo principi deterministici (il determinismo c'è ma non si vede), particolare che muove la ricerca, nonché alle capacità creative
oppure lo stesso principio può essere considerato come la prova che individuali dello scienziato stesso. Il confronto con il dato empirico
non vi è alcun ordinamento deterministico, in quanto non esiste alcuna non è quindi, in un campo come nell'altro, la semplice registrazione di
condizione assoluta di prevedibilità dello stato futuro del mondo [cfr. un oggetto già formato, ma piuttosto il risultato del rapporto tra
Severino 1979]. Ma comunque si voglia interpretare il valore l'osservatore, con le sue categorie concettuali e i suoi strumenti di
filosofico del principio di Heisenberg, esso resta una delle ricerca, e ciò che gli sta di fronte e che risponde al suo intervento in

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maniera più o meno soddisfacente, senza però mai lasciarsi l'individuazione di uniformità empiriche e di leggi probabilistiche,
interamente circoscrivere. Le regolarità che possono essere resta sostanzialmente il medesimo (v. cap. VI, paragrafi 1 e 2).
individuate nel complesso rapporto tra osservatore e fenomeno
osservato non hanno più lo statuto di leggi immutabili in grado di
rivelare i principi intrinseci alla realtà stessa, ma piuttosto quello
parziale e provvisorio di probabilità statistiche messe in evidenza da
ipotesi sempre modificabili. 1. «Dialettici» e «positivisti»
Se da un punto di vista generale il metodo scientifico presenta
procedure sostanzialmente omogenee, sia nelle scienze naturali che in Per valutare, rispetto alle polemiche sviluppatesi nei confronti del
quelle sociali, permangono tuttavia differenze dovute: a) al fatto che i primo positivismo, la distanza percorsa nella sociologia dalla
fenomeni umani sono assai meno facilmente riducibili di quelli fisici riflessione sulla natura del sapere scientifico, può essere opportuno
alla pura dimensione della manipolabilità strumentale e pertanto ricordare qui brevemente il dibattito che negli anni Sessanta ha visto
presentano una maggiore complessità; b) all'impossibilità di contrapporsi, in un convegno tenuto a Tubinga, rappresentanti del
riprodurre sperimentalmente in laboratorio le condizioni che neo-positivismo, quali Karl Popper e Hans Albert da un lato, e
presiedono ai fenomeni sociali; c) alla rilevanza infine che assumono rappresentanti dello storicismo critico o «dialettici», quali Theodor W.
nelle scienze sociali le motivazioni e i significati partecipati degli Adorno e Jürgen Habermas dall’altro [ cfr. Adorno e altri 1969 ] .
stessi protagonisti dei processi studiati, nonché delle interpretazioni Tale dibattito ha messo in evidenza infatti la sostanziale convergenza
che tali protagonisti danno di quei processi. Il fisico, il biologo, tra dialettici e positivisti riguardo ad alcuni presupposti fondamentali
l'etologo, quando studiano atomi, molecole, geni, vita delle piante o dell'attuale discorso epistemologico sulla scienza. Malgrado le
comportamenti degli animali, non si trovano davanti al problema di notevoli differenze nell'atteggiamento teorico generale, le posizioni
conoscere le rappresentazioni che del campo e dei processi che essi degli interlocutori del dibattito concordavano infatti nel rifiutare il
stanno studiando hanno le molecole, le piante o gli animali, mentre lo realismo ingenuo del primo positivismo e l'induttivismo della
psicologo o il sociologo, nello studio del comportamento individuale e tradizione empiristica: tutti riconoscevano che il discorso scientifico
collettivo dell'uomo, non possono prescindere dalla conoscenza delle ha sempre inizio da presupposti teorici e da problemi formulati a
forme di mediazione simbolica utilizzate dai soggetti analizzati e dei partire, non dall'osservazione empirica, ma da scelte valutative
significati da loro intenzionati [cfr. Schutz 1932, 6] (v. cap. V, prescientifiche, i cui criteri non sono empiricamente dimostrabili. Un
paragrafi 5.2 e 5.4). Queste differenze tuttavia riguardano la sostanziale accordo riguardava anche il fatto che i risultati della
specificità dell'oggetto d'analisi, non le caratteristiche generali del conoscenza scientifica non sono il semplice rispecchiamento della
metodo scientifico. Se nelle scienze sociali risulta più difficile definire realtà in sé, ma il prodotto di un complesso rapporto tra gli strumenti
in modo omogeneo le variabili, riferirsi univocamente alle unità di concettuali dell'osservatore e il fenomeno osservato. Il mito della
analisi, raggiungere un grado adeguato di specificazione dei modelli o assoluta neutralità della scienza appariva quindi definitivamente
pervenire ad affermazioni di portata universale, il metodo scientifico, tramontato e l'esperienza empirica in questo contesto diventava
in quanto processo conoscitivo che opera attraverso la formulazione di piuttosto «strumento di correzione, mezzo di controllo» della teoria,
teorie generali e di ipotesi, la selezione e la riduzione di complessità.

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che non una fonte autonoma di conoscenza [cfr. Dahrendorf 1969, Riguardo a questa stessa tematica Habermas, anche in altra sede,
148] . aveva sottolineato la connessione tra sistema sociale e forme della
Le divergenze tra le posizioni di Adorno-Habermas e di conoscenza, mostrando che vi è sempre uno stretto rapporto tra
Popper-Albert riguardavano soprattutto la diversa accentuazione conoscenza e interesse [cfr. Habermas 1968].
dell'importanza che assume la dimensione ideologica, nella sua Il positivismo tradizionale aveva affermato il criterio della
connessione con le strutture del sistema sociale, per la definizione dei separazione tra conoscenza e interesse, tra asserzioni descrittive e
presupposti teorici che sono a monte della ricerca sociologica. Per i asserzioni normative, tra contenuti emotivi e contenuti cognitivi.
«dialettici» il positivismo di tipo popperiano trascura il fatto che il L'atteggiamento oggettivistico, rapportando ingenuamente enunciati
processo di ricerca, organizzato dai soggetti di una determinata teorici a dati di fatto, attribuiva alle proposizioni teoriche una
società, è esso stesso interno al contesto oggettivo che deve essere consistenza oggettiva propria ed autonoma, e nascondeva così il
conosciuto. Tale contesto influenza in modo determinante ciò che i quadro trascendentale all'interno del quale solo si era venuto
«positivisti» considerano invece come un puro momento tecnico. Sia formando il senso di quelle stesse proposizioni. Ma quando i
per Adorno che per Habermas, la tecnica non è mai neutrale, ma è il presupposti a priori, che costituiscono il quadro di riferimento delle
prodotto di una precisa scelta ideologica, che privilegia il momento proposizioni, vengono resi espliciti, l'apparenza oggettivistica viene a
della manipolazione strumentale della realtà, a scapito del momento cadere e si rende visibile la presenza di un interesse particolare, che
espressivo e creativo. Per i «dialettici» la teoria sociale, se non vuole guida la conoscenza [ cfr. Habermas 1969, 49 ] .
rimanere in un rapporto di dipendenza strumentale rispetto ai valori Ogni discorso scientifico parte quindi necessariamente da presupposti
dominanti nel sistema sociale in cui essa si sviluppa e se vuole teorici che non riproducono fatti in sé, ma sono il prodotto
adempiere al suo compito critico di denuncia delle reificazioni in cui dell'organizzazione della nostra esperienza « nell'ambito funzionale
si sostanzia tale sistema come totalità, deve porsi in un rapporto dell'agire strumentale» [Ibidem, 50]. I «fatti» sono perciò sempre il
dialettico negativo nei confronti del sistema stesso (v. cap. V, par. risultato del rapporto tra la cosa e la nostra interpretazione di essa, in
3.1). Popper rifiuta invece il discorso sulla totalità, in quanto ritiene un quadro orientato secondo i significati precostituiti e secondo gli
sia scientificamente impossibile studiare la totalità come tale: egli scopi perseguiti.
attribuisce alla teoria e alla ricerca sociale compiti più limitati di Anche se i «positivisti» contemporanei riconoscono essi stessi che i
intervento specifico, diretto ad evitare le «ripercussioni sociali non presupposti teorici non hanno origine nel campo dell'esperienza
intenzionali che seguono alle azioni umane intenzionali» [Popper empirica, essi non rendono sufficientemente espliciti gli elementi
1969b, 580, cfr. anche 1969a, 120]. ideologici che sono alla base di tali presupposti e non li sottopongono
Adorno, se riconosce con Popper che non è possibile cogliere a critica: nel momento in cui il metodo scientifico applicato alla
direttamente la totalità sociale, afferma tuttavia che ogni fatto sociale natura viene trasferito sulla realtà sociale, l'orientamento originario,
ha un suo posto e un suo significato solo all'interno di tale totalità: ispirato a criteri di manipolazione tecnica delle forze naturali, viene
limitarsi a interventi settoriali equivarrebbe perciò ad accettare la automaticamente applicato anche nell'analisi dei processi sociali.
logica imperante nella totalità stessa, confermandone gli orientamenti L'oblio delle scelte di valore, che sono all'origine di ogni ricerca
dominanti e perdendo di vista le implicazioni profonde dei fatti scientifica, finisce con l'attribuire, secondo Habermas, ai modelli della
studiati. razionalità tecnologica, prevalenti nella cultura «industriale», un

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carattere di oggettività assoluta, che dandoli per scontati, li rende differenzia da un discorso di fantasia soggettiva? Come è possibile
proprio per questo più influenti. La critica positivistica delle ideologie distinguere, ad esempio, un reportage giornalistico volto a sostenere
non è quindi consapevole della carica ideologica che è contenuta nello una tesi di tipo ideologico, da una ricerca sociologica scientificamente
stesso concetto di razionalità scientifica usato per regolare i fenomeni valida? Ciò non conduce a un assoluto relativismo? Max Weber, come
sociali. Avendo dimenticato infatti le sue connessioni con l'esperienza si è accennato prima (v. cap. II, par. 3), aveva cercato una soluzione al
collettiva, all'interno delle strutture concrete dell'agire tecnico, anche problema del relativismo, distinguendo il momento iniziale
il positivismo contemporaneo tende ad assumere come assoluti i dell'impostazione della ricerca, dal procedimento successivo in cui le
valori particolari di un modello di razionalità, che si è venuto ipotesi formulate all'inizio vengono verificate. Se il momento iniziale,
formando con compiti precisi di sfruttamento delle risorse materiali. in cui si sceglie il problema da analizzare e si precisa il punto di vista
Vi è quindi un nesso specifico tra le teorie positivistiche, che si a partire dal quale il problema stesso verrà esaminato, contiene
vogliono scientificamente neutrali e non ideologiche, e la società sempre una dimensione valutativa arbitraria, questo non vuol dire che
tecnologica, nella quale la razionalità coincide con l'intento le fasi successive della ricerca non possano procedere, all'interno del
manipolativo di cose e di persone ai fini della produzione. In questo sistema di riferimento dato, con assoluto rigore oggettivo [ cfr. Weber
contesto, senza una vigorosa capacità di autoriflessione critica, le 1904, 53 ss. ] . Secondo Weber è sempre possibile applicare ai fattori,
scienze sociali rischiano di diventare semplici scienze ausiliarie al che sono stati isolati in base alle scelte iniziali della ricerca, lo schema
servizio delle strutture politiche, economiche, amministrative logico che permette di cogliere i nessi causali che intercorrono tra
dominanti [ cfr. Habermas 1968, 90 ] . quei fattori stessi. La differenza tra un discorso semplicemente
La vigorosa critica di Adorno e di Habermas nei confronti del ideologico e un discorso scientifico consisterebbe allora nel fatto che,
positivismo nelle scienze sociali, che riprende e sviluppa le posizioni mentre il primo discorso si ferma alla formulazione teorica, tendendo
antipositiviste di Max Weber, ha eliminato così in modo definitivo ad assolutizzarne i valori, mosso unicamente da un interesse pratico di
ogni illusione di avalutatività della scienza, restituendo alla sociologia intervento nella realtà sociale, il secondo discorso considera invece
la sua intera responsabilità nei confronti degli ordini sociali costituiti quei valori come uno strumento provvisorio, come un «punto di vista»
(v. cap. V, par. 3.1). particolare, che permette di dare risalto a connessioni oggettive
specifiche, verificabili empiricamente. In questo caso l'osservatore è
mosso prevalentemente da un interesse cognitivo e come tale è sempre
2. Il problema dell'oggettività della scienza disposto a rivedere i suoi presupposti teorici in un continuo dialogo
con l'esperienza.
II problema che resta in qualche modo ancora insoluto nel dibattito Poiché ogni fenomeno è il prodotto di un numero infinito di fattori e
ora ricordato tra «positivisti» e «dialettici» è quello dei criteri stessi non è materialmente possibile conoscerli tutti, la conoscenza
dell'oggettività scientifica, così come si presentano oggi, dopo scientifica non può procedere che per astrazione di alcuni di questi
l'approfondimento critico della natura e dei limiti della conoscenza fattori, selezionati in base a criteri contingenti di valore o interesse,
scientifica. cercando di identificare non rapporti causali necessari, ovvero le
Se si riconosce che il discorso scientifico parte da presupposti cause determinanti del fenomeno, ma rapporti di causazione
valutativi e persegue interessi particolari, in che cosa esso si adeguata, cioè le condizioni che contribuiscono, insieme ad altre non

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conosciute, al verificarsi del fenomeno stesso [ cfr. Cavalli 1969 ] . Si interpretazione dogmatica della realtà, in quanto ritiene di aver
possono così individuare rapporti di interdipendenza oggettiva tra individuato una condizione oggettiva propria della realtà in sé. È la
fattori, anche se questi rapporti non sono gli unici possibili. Dal mancata consapevolezza dell'inevitabile rapporto valutativo che è a
momento che per Weber non sussistono valori assoluti e monte della sua indagine, che rende ideologica la teoria di Marx,
trascendentali su cui poter basare l'oggettività della conoscenza, ogni proprio là dove essa crede di essere più scientifica. Nell'ottica
risultato conseguito nella ricerca è sempre relativo a un sistema weberiana invece l'analisi di Marx appare valida e legittima solo a
determinato di riferimento. Conseguentemente con questi presupposti, condizione che sia riconosciuta come un contributo parziale alla
quando Max Weber, ad esempio, nel suo studio del rapporto tra conoscenza della complessità dei processi di costruzione della realtà
L'etica protestante e lo spirito del capitalismo [1904b], mette in sociale, ma altrimenti, quando pretende di porsi come l'unica
evidenza l'influenza che i valori del protestantesimo hanno avuto sulle interpretazione scientifica oggettiva, ossia come Verità, essa scade a
forme dello sviluppo economico della società occidentale, egli non forma metafisica.
intende in alcun modo affermare il principio generale che la religione In tempi più recenti il difficile problema della demarcazione tra ciò
sia un fattore determinante, in senso unilaterale, dell'economia, ma più che può essere considerato scienza empirica e ciò che non lo è, è stato
limitatamente mettere in evidenza il rapporto che può intercorrere tra affrontato da Karl Popper con il ricorso al concetto di falsificabilità
le due dimensioni, a partire dal punto di vista che privilegia il delle ipotesi. Per Popper l'oggettività della scienza risiede in una
momento religioso. Proprio perché la sua analisi parte tensione tra ciò che riteniamo sapere e ciò che riteniamo siano i fatti.
consapevolmente dall'assunzione «arbitraria» di tale punto di vista, L'oggettività scientifica risiede, in ultima analisi, esclusivamente nella
Weber non assolutizza la sua impostazione come l'unica tradizione critica, nello scambio sociale della comunicazione
scientificamente legittima e oggettiva, ma come una tra le tante reciproca delle osservazioni scientifiche effettuate dai diversi
possibili: un punto di vista diverso, altrettanto legittimo del primo, scienziati. Anche per Popper, l'avalutatività della scienza non è
potrebbe invece partire ad esempio dai fattori economici e dalla loro fondata sull'immunità del lavoro scientifico da valutazioni e
influenza sulle forme religiose. applicazioni extrascientifiche, ma sulla distinzione tra valori e
Entrambi i punti di vista concorrerebbero però a mettere in evidenza disvalori puramente scientifici (l'interesse conoscitivo) e valori e
nessi causali oggettivi e rilevanti, anche se parziali. Per comprendere disvalori esterni alla scienza (l'interesse politico, morale, estetico,
la specificità di questo modo di procedere weberiano, basta metterlo a economico, ecc.). Compito della critica scientifica è di «lottare contro
confronto con quello usato da Marx, ancora legato a un modello la confusione tra le diverse sfere assiologiche». In questo contesto
positivistico di scienza. Le posizioni tra i due autori non sono, come oggettività e avalutatività sono esse stesse valori e pertanto
potrebbe apparire a uno sguardo superficiale, contrapposte «l'esigenza di una avalutatività assoluta è paradossale». La pura
simmetricamente. Quando Marx infatti considera la religione come osservazione non esiste, vi sono solo scienze che teorizzano a partire
una sovrastruttura dei rapporti economici, egli tende ad assolutizzare da una scelta, cioè dalla formulazione di problemi [cfr. Popper in
il fattore economico come l'unica causa, in ultima analisi, Adorno e altri 1969, 115-116 ] .
determinante della realtà sociale e culturale. Non riconoscendo il Il criterio della demarcazione basato sulla falsificabilità, che permette
carattere arbitrario della sua scelta iniziale, volta a privilegiare il di distinguere tra le scienze empiriche da un lato e la matematica, la
fattore economico, Marx cade inconsapevolmente in una logica e la metafisica dall'altro, non può essere trovato, secondo

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Popper, nella logica induttiva, che considera scientifiche solo le Il metodo critico di Popper si sviluppa perciò, soprattutto negli ultimi
asserzioni riducibili ad asserzioni elementari di esperienza. Il scritti, a partire da una base convenzionale, ovvero da un confronto
principio di induzione, in base al quale le asserzioni universali interno alla comunicazione tra scienziati, fondato sull'argomentazione
procederebbero da asserzioni singolari basate sull'esperienza, non è razionale [ cfr. Popper 1982 ] . Le teorie non possono mai dirsi
infatti esso stesso che una asserzione universale, non empiricamente verificate: una ipotesi teorica è sempre valida solo «fino a prova
fondata: tale principio si scontra pertanto con una contraddizione contraria» e il suo carattere empirico risiede proprio, secondo Popper,
insormontabile in quanto esso, per trovare una coerente nella sua disponibilità ad essere dimostrata falsa. Il vero scienziato, in
giustificazione, dovrebbe essere basato su esperienze induttive, le quanto mosso, prevalentemente da un interesse conoscitivo, non è
quali però a loro volta troverebbero la loro legittimazione nel tanto orientato a dimostrare di avere ragione, come nel caso
principio universale di induzione, in un «regresso infinito» [cfr. dell'ideologo che usa la teoria per la sua affermazione di potere,
Popper 1934, 7 ] . quanto invece a procedere verso conoscenze ulteriori: egli è quindi
Popper per uscire da questa difficoltà propone pertanto una teoria del interessato piuttosto agli elementi che disconfermano le sue ipotesi
metodo deduttivo dei controlli, il cui postulato di base è che una che non a quelli che le confermano, solo i primi infatti gli
ipotesi può essere solo «controllata empiricamente e soltanto dopo permetteranno di fare nuove scoperte.
che essa è stata proposta» [Ibidem, 9]. Tale controllo di tipo deduttivo Se nella pratica le asserzioni base che sono all'origine di ogni ricerca
può avvenire in base al confronto logico delle conclusioni teoriche tra scientifica vengono di volta in volta necessariamente usate come
loro coerenza interna del sistema), all'indagine sulla forma logica fossero dogmi indiscutibili (in quanto, come si è detto, non si può
della teoria (teoria scientifica o tautologica?), al confronto logico con voler risalire al loro controllo decisivo senza cadere in un regresso
altre teorie riguardanti lo stesso problema (la teoria costituisce un infinito), a livello teorico tali asserzioni sono riconosciute nel loro
progresso conoscitivo rispetto alle altre?) e infine attraverso le carattere convenzionale, ovvero come il risultato di una scelta o di un
applicazioni empiriche delle conclusioni derivate dalla teoria stessa, accordo e quindi come sempre passibili di revisione e di sostituzione.
verificando se le nuove conseguenze della teoria « vengono incontro La teoria del controllo deduttivo di Popper è quindi radicalmente
alle richieste della pratica, sia a quelle sollevate da esperimenti anti-dogmatica: «la base empirica delle scienze oggettive non ha in sé
puramente scientifici, sia a quelle che derivano da applicazioni nulla di assoluto. La scienza non posa su un solido strato di roccia.
tecnologiche pratiche» [ Ibidem, 12 ] . L'ardita struttura delle teorie si eleva, per così dire, su una palude. È
Il criterio di demarcazione proposto da Popper non è quindi basato su come un edificio costruito su palafitte. Le palafitte vengono conficcate
un falsificazionismo ingenuo o naturalistico, quale sarebbe quello che dall'alto giù nella palude: ma non in una base naturale o "data"; e il
facesse ricorso a un puro riferimento empirico di tipo induttivo. Per fatto che desistiamo dal conficcare più a fondo le palafitte non
Popper non esistono fatti indipendentemente da interpretazioni e significa che abbiamo trovato un terreno solido» [ Popper 1934,
nessuna proposizione fattuale può dirsi dimostrata da un esperimento. 107-108 ] .
Una teoria quindi può essere confutata solo in base a un'altra teoria
considerata « migliore» [cfr. Lakatos, in Lakatos-Musgrave 1970, 169
ss. ] .

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3. Pensiero scientifico e pensiero comune Sessanta, una riflessione critica sulle posizioni dell'empirismo logico e
dello stesso falsificazionismo di Popper. Per Kuhn ogni conoscenza è
Nella tradizione del primo positivismo pensiero scientifico e pensiero un prodotto sociale in quanto ogni apprendimento o deriva
comune erano concepiti come momenti assolutamente distinti e direttamente da procedimenti estensivi (indico un cigno mentre
contrapposti tra loro: l'epistemologia contemporanea ha mostrato pronuncio la parola «cigno»), o avviene attraverso l'uso di regole e
invece che i confini tra queste due forme di pensiero non sono affatto definizioni che, in quanto esprimono significati, sono, anche quando
chiaramente definiti. Questo dato presenta un indubbio interesse non rinviano ad altre regole e definizioni, esse stesse fondate, in ultima
solo dal punto di vista di una corretta impostazione metodologica analisi, su relazioni di similarità apprese attraverso un insieme infinito
della sociologia, ma anche da quello della teoria della sociologia della di esempi comunemente accettati di un termine, ovvero pur sempre
conoscenza, in quanto mostra gli stretti rapporti che intercorrono tra connessi a una origine ostensiva (ad esempio la definizione della
contesto sociale e pensiero scientifico. categoria «uccelli»). La differenza tra apprendimento ostensivo e
Secondo lo scienziato e filosofo austriaco Ernst Mach (1838-1916), il apprendimento tramite definizioni e regole sarebbe quindi da riferire
pensiero scientifico sorge dalla stessa matrice del senso comune, in solo al tipo di rapporto, diretto o indiretto, con l'azione ostensiva [cfr.
quanto l'attività scientifica, come il senso comune, ha, in ultima Barnes 1982, 22 ss.] .
analisi, la funzione di organizzare e controllare le nostre Ciò mostra che il sapere è sempre un fenomeno di comunicazione
rappresentazioni dei fatti nel rapporto con l'ambiente. Pur procedendo convenzionale, che si sviluppa all'interno di comunità determinate,
in maniera diversa, pensiero scientifico e senso comune hanno quindi sulla base di accordi pratici, mediante i quali vengono fissati gli usi
una medesima finalità, che è sempre quella di un migliore propri dei termini e inquadrati i diversi fenomeni, sia quelli abituali,
adattamento all'ambiente: la scienza può quindi essere vista come una sia quelli nuovi e inaspettati. Questi ultimi infatti vengono, in un
sorta di «linguaggio sublimato del senso comune» [ cfr. Gargani 1978, primo tempo interpretati in base a sistemi di riferimento già codificati
XX ss] nelle forme di mediazione simbolica costituite, anche se possono
Per Ludwig Wittgenstein (1889-1951), come si vedrà meglio in successivamente provocare la modificazione di esse. Secondo Kuhn, il
seguito (v. cap. V, par. 6.1), le diverse operazioni intellettuali e il sapere scientifico viene allo stesso modo acquisito mediante un
linguaggio sono intimamente connessi con le nostre forme di vita e training, all'interno di un sistema di convenzioni, che sono il prodotto
l'esperienza pratica della vita quotidiana [cfr. Wittgenstein 1953] . Lo di processi cognitivi, comprendenti giudizi ed accordi, che si
stesso senso comune non ha un carattere immediato e naturale, ma è il sviluppano nel tempo [cfr. Kuhn 1962, 19 ss.] . Il concetto di
prodotto di un apprendimento all'interno di una tradizione connessa a paradigma, così come viene formulato da Kuhn, sta appunto ad
un determinato contesto sociale e culturale , [cfr. Wittgenstein 1969]. indicare quei modelli teorici che, sancendo nel linguaggio degli
Ciò che noi consideriamo come certo e come provato non è dovuto a scienziati la soluzione di un problema, hanno ottenuto, da parte di una
una nostra capacità immediata di vedere come stanno effettivamente data comunità scientifica una accettazione universale, venendo
le cose, ma si basa sull'agire che è alla base di ogni gioco linguistico [ generalmente considerati come procedure valide ed adeguate per
Ibidem, sez. 204, 35 ] . affrontare il problema stesso [cfr. Kuhn 1969, 30 ,ss.; 1970, 313 ss.].
È in questa stessa prospettiva che lo storico e filosofo della scienza Distinguendo tra scienza normale e scienza rivoluzionaria, Kuhn
americano Thomas Kuhn è venuto sviluppando, a partire dagli anni coglie una connessione molto stretta tra paradigma e scienza normale.

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Il termine scienza normale sta infatti a significare una ricerca di tale rivoluzione è appunto quello dello sconvolgimento provocato
«stabilmente fondata su uno o più risultati raggiunti dalla scienza del dai nuovi paradigmi della teoria termodinamica e della teoria atomica
passato, ai quali una particolare comunità scientifica, per un certo rispetto al paradigma della fisica classica.
periodo di tempo, riconosce la capacità di costituire il fondamento La teoria critica di Kuhn viene a colpire ulteriormente la concezione
della sua prassi ulteriore» [ Kuhn 1962, 29 ] . La scienza normale positivistica dell'unità di un sapere scientifico in costante progresso
procede quindi sulla base di paradigmi condivisi dalla comunità unilineare e cumulativo: essa mostra infatti che tale sapere procede in
scientifica, i quali sono determinanti nella formazione delle nuove modo discontinuo, per spostamenti successivi tra paradigmi sempre
generazioni di scienziati e costituiscono il criterio di legittimazione parziali e relativamente incomparabili tra loro. Un paradigma non è
per definire «scientifiche» determinate procedure. Normalmente gli più vero di un altro, ma soltanto più adeguato, nella situazione
scienziati tendono ad accettare acriticamente i paradigmi costituiti e concreta, a risolvere quei problemi che emergono di volta in volta
questa accettazione è la pre-condizione dello stesso sviluppo di una nell'esperienza storica dell'umanità: vi è quindi un nesso assai stretto
determinata forma di conoscenza scientifica, che procede risolvendo tra paradigma e forma di vita e non esiste alcun riferimento assoluto
via via i nuovi problemi che essa incontra all'interno dello stesso per giudicare della validità dei paradigmi stessi. Non ci interessa qui
paradigma. dare conto delle ampie discussioni sollevate dalla proposta di Kuhn e
Ovviamente il paradigma, mentre fornisce la base per l'interpretazione delle critiche che sono state rivolte al concetto di paradigma e di
di un gran numero di fenomeni e assicura le condizioni per rivoluzione scientifica [cfr. Kuhn 1970 ] : indipendentemente da
l'accumulazione del sapere da una generazione di scienziati all'altra, possibili correzioni di una concezione forse fin troppo schematica, il
costituisce anche un preciso limite in quanto, essendo determinato, nesso tra pensiero scientifico e senso comune, tra pensiero scientifico
non può accogliere dimensioni che vanno al di là dell'area, per quanto e contesto sociale, è un dato incontrovertibile di cui deve tener conto
ampia, che esso circoscrive (ad esempio certi fenomeni microscopici sia l'epistemologia che la sociologia della conoscenza. Tanto il
della fisica atomica non possono essere adeguatamente rappresentati mantenimento e lo sviluppo di pratiche di routine proprie della scienza
nel paradigma della fisica newtoniana). Come ogni forma di normale, quanto il cambiamento e l'innovazione della scienza
mediazione simbolica anche il paradigma rivela infatti la rivoluzionaria, sono fenomeni legati ai processi di stabilità e di
contraddizione tra la necessità di forme di determinazione, legata al cambiamento presenti nella dinamica sociale, in un condizionamento
problema della riduzione di complessità, e il limite di tali forme in reciproco tra strutture sociali, forme di vita ed esperienza conoscitiva.
quanto appunto sono riduttive (v. cap. I, par. 4). Vi è sotto questo aspetto una sostanziale coincidenza tra le riflessioni
Quando le nuove dimensioni dell'esperienza rimaste fuori dal di Kuhn e quelle di Habermas: entrambi, partendo da punti di vista
paradigma si accumulano, imponendosi, per ragioni diverse, diversi, sottolineano che la scienza, lungi dall'essere una attività
all'attenzione degli scienziati come anomalie che restano senza indipendente, basata su fondamenti autonomi e neutrali di oggettività,
spiegazione, allora il paradigma costituito entra in crisi e si rende è sempre anch'essa il prodotto della comunicazione simbolicamente
necessaria la formulazione di un nuovo paradigma, che non è mediata tra membri appartenenti a comunità concrete, il risultato
necessariamente in una relazione di continuità con il primo, né dell'interazione tra determinate condizioni materiali e culturali e
necessariamente si contrappone ad esso o lo esclude. Si ha in tal caso determinate forme dell'agire collettivo [ cfr. Polanyi 1958 ] .
una rivoluzione scientifica [ Kuhn 1962, 119 ss. ]. Un buon esempio

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L'oggettività della scienza non può dunque essere riferita che a valori
convenzionalmente condivisi sulla base di una costruzione
intersoggettiva della realtà, e il confine tra sapere scientifico e sapere Orientamenti bibliografici
« ideologico» sembra diventare meno netto [cfr. Feyerabend 1975 ] .
Esso resta affidato ai criteri fissati nella comunicazione sociale e al Per il rapporto uomo-mondo naturale-società:
diverso grado di tensione dell'interesse conoscitivo: il criterio più Gehlen, A., L'uomo, la sua natura e il suo posto nel mondo (1940) ,
valido di demarcazione della scientificità sembra infatti essere Milano, Feltrinelli, 1983.
costituito, in ultima analisi, dalla disponibilità a riconoscere il limite
di ogni forma di sapere e dalla volontà di esplicitare e, sottoporre a Per il dibattito sulla sociobiologia:
critica ogni volta di nuovo i presupposti che reggono le teorie e le AA. VV., Sociobiologia e natura umana, Torino, Einaudi, 1980.
ipotesi formulate nel confronto con i fenomeni studiati. Ruse, M., Sociobiologia, una scienza controversa (1979) , Bologna, Il
Il criterio di falsificazione di Popper può essere così reinterpretato Mulino, 1981.
come riconoscimento dell'universale carattere riduttivo di tutte le Sahlins, M., Una critica antropologica della sociobiologia (1976) ,
forme concrete di conoscenza. La riduzione, se per certi aspetti è Torino, Loescher, 1981.
sempre «vera», in quanto connessa alla necessità di determinazione,
per altri può essere considerata come sempre «falsa», dal momento La data tra parentesi è quella della prima edizione originale.
che è appunto sempre parziale. La scienza come tale, in quanto
volontà di un discorso rigoroso, è soprattutto capacità di apertura Per il concetto di cultura:
all'indeterminatezza dell'eveniente: la condizione primaria della Kluckhohn, C. - Kroeber, A. L., Il concetto di cultura (1952 ),
corretta considerazione della natura del sapere scientifico va quindi Bologna, Il Mulino, 1982.
anch'essa connessa al riconoscimento della particolare funzione della Rossi; P. (a cura di), Il concetto di cultura, Torino, Einaudi, 1970.
mediazione simbolica nel rapporto tra determinato e indeterminato
che caratterizza la situazione esistenziale. La validità della scienza Per il concetto di mediazione simbolica e sulle contraddizioni
resta in ultima analisi affidata alla sua capacità di definire le proprie della situazione sociale:
condizioni di un efficace scambio ermeneutico, che consenta di Crespi, F., Esistenza e simbolico, Milano, Feltrinelli, 1978.
stabilire con la realtà un rapporto utile alla gestione dei suoi diversi Crespi, F., Mediazione simbolica e società, Milano, Angeli, 1982.
aspetti e al loro controllo in situazioni determinate (v. cap. V, par. 6.2;
cap. VI, par. 2). Per le origini della scienza dell'uomo:
Hazard, P., La crisi della coscienza europea (1961) , Milano, Il
Le riflessioni fin qui svolte sugli elementi specifici che caratterizzano Saggiatore, 1968.
la situazione sociale dell'uomo e sui presupposti epistemologici del Moravia, S., Filosofia e scienze umane nell'età dei lumi, Firenze,
sapere scientifico in generale e delle scienze sociali in particolare, ci Sansoni, 1982.
introducono alla considerazione critica di alcune delle più importanti
posizioni teoriche della sociologia. Per il positivismo:

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Simon, W., Il positivismo europeo nel XIX secolo (1963) , Bologna, Il
Mulino, 1980.

Per lo storicismo tedesco:


Bianco, F. (a cura di) , Il dibattito sullo storicismo, Bologna, Il
Mulino, 1978.
Meinecke, F., Le origini dello storicismo (1936) , Firenze, Sansoni,
1954.
Rossi, P., Lo storicismo tedesco contemporaneo, Torino, Einaudi,
1971.

Per il dibattito epistemologico contemporaneo:


Adorno, Th. W. e altri, Dialettica e positivismo in sociologia (1969),
Torino, Einaudi, 1972.
Cassano, F., La certezza infondata. Previsione ed eventi nelle scienze
sociali, Bari, Dedalo, 1983.
Feyerabend, P. e altri, Critica e crescita della conoscenza (1974) ,
Milano, Feltrinelli, 1976.
Habermas, J., Agire comunicativo e logica delle scienze
sociali(1967-1976), Bologna, Il Mulino, 1980.
Kuhn, T. S., La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1970) , Torino,
Einaudi, 1978.
Popper, K., Poscritto alla logica della scoperta scientifica (1956,
1982, 1983), 3 voll. Milano, Il Saggiatore, 1984.

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