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Universit degli studi di Milano

Facolt di Lettere e Filosofia Corso di laurea in filosofia

LA GENESI DELLA FORMA


LE ORIGINI DEL CONVENZIONALISMO GEOMETRICO NEGLI SCRITTI DI JULES HENRI POINCARE

tesi di laurea di: Davide CRIPPA matr. n. 616874

Relatore prof: Miriam FRANCHELLA Correlatore: dott.ssa Simonetta DI SIENO

anno accademico 2005/2006 1

INTRODUZIONE

Qual il set di assiomi pi adatto a caratterizzare i movimenti rigidi nel piano euclideo? Nel tentativo di rispondere a questa domanda il matematico e filosofo Jules Henri Poincar approda, a partire dal suo lavoro del 1887 (Sur les hypothses fondamentales de la gomtrie), ad una questione che investe lo statuto ontologico degli assiomi stessi: sono fatti sperimentali, giudizi analitici oppure giudizi sintetici a priori? Si tratta, in verit, di un trilemma che affonda le sue radici nella storia della filosofia moderna, dove i tentativi per trovare una soluzione sono andati principalmente in due direzioni:da un lato, la tradizione empirista che mette capo alla linea Newton Gauss, incline a considerare la geometria un capitolo della meccanica e i suoi assiomi enunciati di fatti sperimentali; dall'altro Kant, secondo cui: lo spazio non affatto un concetto empirico, che sia stato tratto da esperienze esterne, ma: piuttosto unintuizione pura, su cui poggia la certezza apodittica di tutte le proposizioni fondamentali geometriche, e la possibilit delle loro costruzioni a priori1. Messo in scacco dallo sviluppo delle geometrie non euclidee, l'apriorismo kantiano ebbe comunque i suoi fautori durante il secolo XIX, forse grazie alla plurisecolare fiducia nell'edificio della geometria euclidea, che l'estetica trascendentale sembra confortare. D'altro canto, la pubblicazione, in un breve torno di tempo, del saggio di Riemann Sulle ipotesi che stanno alla base della geometria, del lavoro di Helmholtz I fatti che stanno alla base della geometria e dell'opera di Beltrami Saggio di interpretazione della geometria non euclidea orientarono in un senso preciso il dibattito intorno ai fondamenti della geometria, che da allora dovette considerare, pena la mancanza di chiarezza e di onest intellettuale, il significato filosofico della rivoluzione non euclidea. con l'impatto di tale rivoluzione che Poincar si confronta, sia nelle opere epistemologiche, sia nei lavori di carattere strettamente tecnico. In breve, due questioni affascinarono lo scienziato. In primo luogo, strettamente collegata al problema intorno alla natura degli assiomi geometrici la domanda se un'indagine empirica sulla struttura dello spazio sia effettivamente realizzabile, come preconizzato da Gauss e da Lobatchevskij, o anche solo possibile. La seconda questione riguarda il fatto dell'intertraducibilit delle geometrie attraverso i modelli, dalla quale deriva l'idea stessa che gli assiomi geometrici possano essere considerati alla stregua di convenzioni.
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cfr. Bottazzini, (1999), p. 9.

A parere dello scrivente, il convenzionalismo geometrico non nasce n da un interesse dilettantesco per la speculazione filosofica, n da osservazioni cursorie su questo o quell'aspetto della scoperta scientifica. Esso, al contrario, radicato tanto nell'attivit stricto sensu matematica dell'autore, a cominciare dai lavori sulle funzioni fuchsiane che risalgono al decennio 1880-1890; quanto nel contesto delle ricerche della seconda met del secolo, spesso condotte da autori coi quali Poincar intrecci una fruttuosa corrispondenza, comeFelix Klein, Sophus Lie o Lazarus Fuchs,. Il presente lavoro si proporr di esplorare alcuni momenti della genesi del convenzionalismo Poincareano, indagandone le connessioni con le principali acquisizioni della geometria nel corso del XIX secolo (tra quelle accennate, la nascita della geometria euclidea e della geometria proiettiva) e soprattutto, mettendo in rilievo lintimo legame tra la riflessione filosofica e la pratica matematica dellautore. A questo proposito, il confronto diretto con lopera di Sophus Lie e con parte degli studi dedicati da Poincar alle funzioni automorfe diventa necessario, e contribuisce a ribaltare la concezione secondo cui siano sopravvissute in Poincar due anime, l'una rivolta alla pratica scientifica, l'altra alla speculazione filosofica. Al contrario, verr fornito un esempio evidente di come la ricerca matematica, in particolare nell'ambito della teoria dei gruppi di trasformazioni, abbia esercitato una suggestione profonda su idee di natura filosofica, a cominciare dalla distinzione tra propriet formali e propriet materiali di un ente.

CAPITOLO I

La lezione di abilitazione di Riemann: Sulle ipotesi che stanno a fondamento della geometria (1854)2, e larticolo redatto da Helmholtz: Sui fatti che stanno a fondamento della geometria (1868)3 rappresentano il primo tentativo di riflessione sui fondamenti della geometria consapevole del profondo impatto esercitato, a livello storico ed epistemologico, dallo sviluppo impresso alla matematica del primo Ottocento da unintera gamma di nuove scoperte, a cominciare dalle geometrie non-euclidee e dalla geometria differenziale. Del pari, a partire dal 1867-1868, anno della pubblicazione di entrambi i lavori, essi hanno rappresentato tanto una ricchissima fonte di suggestioni per matematici e filosofi impegnati nel problema dei fondamenti e nellepistemologia della geometria (basti pensare a Klein, Lie, Poincar, Einstein, Weyl), quanto un documento prezioso per gli storici della matematica. Se la dissertazione di Riemann del 1854 rappresenta il punto di passaggio dalla concezione euclidea, in cui lo spazio pu essere paragonato a un cristallo costituito da atomi uniformi e immutabili nella disposizione regolare, rigida e immutabile del reticolo, ad una
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Con i miei lavori va ora discretamente: allinizio di dicembre ho consegnato lo scritto di abilitazione e insieme a quello dovevo proporre tre temi per la lezione di abilitazione, tra i quali la facolt ne sceglie uno. I primi due li avevo pronti e speravo che si sarebbe preso uno di quelli: Gauss per aveva scelto il terzo, e cos ora sono di nuovo un po alle strette, perch questo devo ancora prepararlo. Cos Berhard Riemann, nel dicembre del 1853, esprimeva la propria preoccupazione al fratello Wilhelm circa la lezione di abilitazione (Habilitationsvortrag) che avrebbe effettivamente tenuto nel giugno dellanno seguente, di fronte alla consiglio di facolt delluniversit di Gottinga. Malgrado la scelta di C. F. Gauss, allora presidente, fosse la meno auspicata, la prolusione Uber die Hypothesen, welche der Geometrie zu Grunde liegen offerta dal giovane matematico a un uditorio composto per la maggior parte da filosofi, suscit una profonda impressione, tanto da indurre lo stesso Gauss, poco incline agli elogi (soprattutto nei confronti dei colleghi) a manifestare la propria ammirazione nel corso di un colloquio privato con Wilhelm Weber. (Tazzioli, 2000, p. 66). Leffetto che la lezione ebbe sul princeps mathematicorum senza dubbio rivelativo della fortuna cui essa and incontro nei decenni successivi; fortuna che rese ampiamente giustizia al ritardo con cui lopera vide le stampe, nel 1868, a quattordici anni dalla sua prima redazione e a due dalla morte del suo autore, avvenuta prematuramente nel 1866. 3 le vicende delle due opere sono profondamente connesse. Il lavoro di Helmholtz usc nel giugno del 1868 sulle Nachrichten della Societ delle Scienze di Gottinga. Qualche mese prima Helmholtz scriveva a Schering: nelle notizie biografiche sul Riemann leggo che egli avrebbe tenuto una lezione sulle ipotesi della geometria. Negli ultimi due anni anchio mi sono occupato di questo argomento in relazione alle mie ricerche sullottica fisiologica () vorrei chiederVi di farmi sapere se il lavoro del Riemann stato gi pubblicato o se lo sar presto () ed eventualmente se Riemann ha preso le mosse da considerazioni uguali alle mie: in tal caso il mio lavoro sarebbe inutile, ed io non vorrei dedicarvi pi tempo e lavoro di quanto non ne abbia gi spesi . Schering mand ad Helmholtz una copia della memoria di Riemann, ed ottenne la seguente risposta (18 maggio 1868): Vi ringrazio di avermi inviato copia del lavoro di Riemann (). Accludo a questa mia una breve notizia sulla parte del mio lavoro, che non trova corripsondenza nella memoria del Riemann sul medesimo argomento, con la preghiera di consegnarla ai resoconti della Societ di Gottinga. La sua richiesta fu accolta, e la memoria fu pubblicata nel giugno 1868 con il titolo: Sui fatti che stanno a fondamento della geometria. (Cfr. Cappelletti, in Helmholtz (1967, p. 416). 4

concezione che vede lo spazio come un liquido consistente di atomi parimenti immutabili e indiscernibili, la cui dipossizione e orientazione, per, sono mutevoli dipendendo dalle forze che agiscono su di essi4, larticolo di Helmholtz viene considerato il punto di partenza dei tentativi di fondare la geometria su considerazioni gruppali, che ebbero seguito con Klein, Lie, e soprattutto con la riflessione svolta da Poincar. Nello stesso tempo, attraverso lelaborazione del concetto di variet, in queste due opere affiora una concezione dello spazio come nozione astratta, svincolata dalla restrizione allintuizione o al comportamento dei corpi fisici, destinata a imporsi nel corso del secolo XIX grazie tanto agli sviluppi della geometria proiettiva e differenziale, quanto alla fondazione della geometria sul concetto algebrico di gruppo. Occorre nondimeno osservare che tali considerazioni, sebbene ragionevoli dal nostro punto di vista, dovettero risultare parzialmente estranee sia a Riemann sia ad Helmholtz, i quali condivisero, con buona parte del milieu scientifico-filosofico europeo nel corso del primo ottocento lidea, di chiaro orientamento empirista, che loggetto della geometria fosse lo spazio inteso come luogo dei corpi fisici e dei movimenti5, e non una nozione pi generale, come quella di variet a n dimensioni. In questo senso possibile leggere laffermazione con cui Helmholtz attribuisce alla propria indagine il compito di specificare quali:
... caratteri dello spazio appartengano ad ogni aggregato (...) e quali invece siano peculiari dello spazio...6

Lo spazio (der Raum), nel quale si muovono i corpi e si diffondono i raggi di luce ritenuto unistanza particolare di quelle grandezze pluridimensionali, misurabili e continue..., che Helmholtz chiama aggregati, riprendendo la lezione di Riemann. Proprio questultimo accoglie, da parte sua, la tesi seguente: lo spazio costituisce soltanto un caso particolare di grandezza pluriestesa, di cui lindagine empirica deve specificare quelle propriet grazie alle quali lo spazio si distingue da altre grandezze triestese pensabili7. A questo riguardo, tanto Riemann quanto Helmholtz paiono dare credito alla tesi, sostentuta nelle prime decadi del secolo XIX da brillanti geometri come Gauss8 o lo stesso
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H. Weyl, ( 1967, p.108). CFr. Torretti (1978, p. 83). 6 Helmholtz (1967, p.424). 7 Riemann (1994, p.3). 8 Afferma ad esempio Gauss: dovremo porre la geometria non nella stessa classe dellaritmetica, che

puramente a priori, ma in quella della meccanica. (Bottazzini, 2003, p. 171). E Lobatchevskij, a sua volta aderiva quindi ad una concezione filosofica radicalmente antitetica al soggettivismo kantiano e assai pi vicina a quella di Gauss () mentre il filosofo di Konigsberg proclamava la certezza apodittica di tutti i principi della geometria (euclidea), Lobatchevskij non vedeva nessuna

Lobathcevskij, in base alla quale la geometria doveva essere annoverata nel rango delle scienze naturali fino a costituirsi branca della fisica. Questo rinnovato empirismo discendeva sia dalla scoperta, maturata nel corso della prima met del secolo, di sistemi geometrici alternativi a quello euclideo ma altrettanto coerenti, sia dalla possibilit realizzata dalla geometria differenziale (a cui Gauss diede fondamentali contributi) di studiare le propriet geometriche e topologiche di superfici immerse nello spazio tridimensionale; fattori che misero in dubbio la pretesa, avanzata da sostenitori pervicaci della geometria euclidea e dai seguaci di una certa vulgata kantiana, di descrivere in modo univoco ed esatto la struttura dello spazio fisico. In merito alla quale, concludeva Karl Friedrich Gauss in una lettera del 1824 indirizzata a F. Taurinus: se prescindiamo dalla sapienza verbale dei metafisici, vuota di qualsiasi significato leggiamo in una lettera che sappiamo poco o addirittura nulla9. Da pari consapevolezza muove Riemann nel contestare alla geometria tradizionale, di cui fanno parte ad eguale titolo Euclide e Legendre, lerrore di non aver diradato loscurit intorno ai presupposti della geometria:
E noto che la geometria presuppone, come qualcosa di dato, sia il concetto di spazio, sia i primi concetti fondamentali per le costruzioni nello spazio. Di essi d soltanto definizioni nominali, mentre le determinazioni essenziali compaiono soltanto sotto forma di assiomi. La relazione tra questi presupposti resta dunque in ombra, non si vede n se la loro connessione necessaria e in che misura, n se a priori possibile10.

Di conseguenza, se le relazioni tra grandezze pluriestese possono essere chiarificate per via analitica, Riemann, raccogliendo lapprovazione dello stesso Helmholtz, ritiene che solo allesperienza spetti il compito di specificare, attraverso un sistema di fatti, queste determinazioni essenziali dello spazio. Riemann precisa che lindagine intorno alle propriet dello spazio implica appunto la ricerca dei fatti pi semplici a partire dai quali si possono determinare le relazioni metriche, ed Helmholtz, daltro canto, afferma recisamente che lo studio dei fondamenti della geometria deve muovere dalla separazione tra proposizioni dotate di contenuto oggetivamente valido e semplici definizioni o conseguenze di definizioni11. Il riferimento al fatto accomuna e insieme oppone lempirismo geometrico dei due matematici, a partire dal modo quasi polemico con cui larticolo di Helmholtz richiama, sin dal titolo (Sui fatti (Tatasachen) che stanno a fondamento della geometria), le ipotesi
contraddizione per la nostra mente nel supporre che talune forze della natura seguano una geometria, altre unaltra loro particolare geometria (Bottazzini, 2003, p. 178).
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Cfr. Bottazzini (2003, p. 172). Riemann (1994, p. 3). 11 Helmholtz (1967, p.423).
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(Hypothesen) che invece, secondo Riemann, fondano la geometria. Questa dicotomia fatti/ipotesi non solo non trova seguito nella lezione di Riemann, che utilizza in modo quasi paritetico i due termini, ma cade nella misura in cui, nelluno e nellaltro articolo viene riconosciuto ai fatti stessi uno statuto congetturale. Scrive Riemann, a proposito del fondamento fattuale della geometria: questi fatti, come tutti i fatti, non sono necessari, ma hanno soltanto certezza empirica, sono solo ipotesi12. Ed Helmholtz: nella geometria abbiamo sempre a che fare con strutture ideali, il cui equivalente fisico costituisce solo unapprossimazione alle esigenze del concetto. Storici della matematica come Roberto Bonola e filosofi quali Louis Rougier hanno ravvisato, soprattutto in riferimento ai successivi sviluppi dellassiomatica, unulteriore materia di opposizione tra il pensiero di Bernhard Riemann e quello di Hermann Von Helmholtz. Osserva infatti Louis Rougier, nel suo La philosophie gomtrique de Henri Poincar:
Pour fonder la gomtrie mtrique, on peut partir indiffremment des deux concepts fondamenentaux de distance ou de mouvement ; chacun de ces deux concepts correspond un ordre particulier de recherches. Riemann sest propos de caractriser la gomtrie mtrique par lexpression de la distance lmentaire entre deux points infiniment voisins (...) ce premier ordre de recherches devait cder le pas dans la suite celui o lon caractrise la gomtrie mtrique par les proprits des mouvements des figures indformables, envisags comme tant des transformations ponctuelles des figures dans une rgion de lspace.13

Se Riemann assume a priori lespressione della distanza infinitesima tra due punti di una variet, Helmholtz, approfondendo alcune osservazioni di Ueberweg, pu ricavarla da premesse molto meno ristrette a partire dallassunto della sovrapponibilit delle figure, conformemente al movimento dei corpi rigidi14:
io presi le mosse dal concetto che ogni misura primitiva dello spazio dipende da unosservazione di congruenza (...) tuttavia non si pu parlare di congruenza se non si possono muovere gli uni verso gli altri corpi rigidi o sistemi di punti i forma immutabile, e se la congruenza di due grandezze spaziali non sussiste a prescindere da qualsiasi movimento15.
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Riemann (1994, p. 4). Rougier (1920, p. 55). 14 Cfr. Bonola (1906, p. 144).. Scrive in proposito Helmholtz: Le mie ricerche si distinguono dalle ricerche di Riemann per il fatto che io ho esaminato pi da presso limportanza della condizione restrittiva su detta onde lo spazio reale si differenzia da altri agregati pluridimensionali e prosegue: si pu dimostrare che ammettendo sin dallinizio unillimitata mobilit di figure per s rigide in tutte le parti dello spazio senza modificazioni di forma, lipotesi originaria di Riemann pu essere ricavata come conseguenza di premesse molto meno ristrette. (Helmholtz, 1969, pp. 425-426). 15 Helmholtz (1967, p.426).

Anche su questo terreno, tuttavia, le posizioni dei due autori intrecciano una dialettica complessa: baster confrontare con il brano di Helmholtz la breve digressione, lumeggiata nel seguito, con cui Riemann giustifica lattribuzione di un metrica ad una variet n-dimensionale, per rilevare, al di l della contrapposizione schematica delineata dalla critica, come loperazione di misura si fondi per entrambi sullidentico principio della sovrapponibilit. Alla radice delloscurit intorno ai fondamenti della geometria, Riemann rileva la mancata elaborazione del concetto di grandezza pluriestesa (mehrfacht ausgedehnte Grosse). Questultima pu essere derivata dalla pi generale nozione di variet (Mannigfaltigkeit16) come sua istanza particolare:
Concetti di grandezza sono possibili solo l dove esiste gi un concetto generale che consente diversi modi di determinazione. A seconda che tra questi modi determinazione vi sia o no un passaggio continuo dalluno allaltro, essi formano una variet (mannigfaltigkeit) continua o discreta 17

Mentre i concetti i cui modi di determinazione formano una variet discreta sono frequenti, tra i soli esempi di variet continue sperimentabili nella vita di tutti i giorni Riemann segnala i luoghi degli oggetti sensibili e il sistema dei colori (Riemann, 1994, p.5). Ad un risultato analogo giunge Helmholtz, che, sulla base di precedenti ricerche nel campo dellottica fisiologica enumera, oltre al sistema dei colori, citato anche da Riemann () le misurazioni ad occhio del campo visivo. probabile per che Riemann abbia tratto ispirazione da un brano di F. Herbart, il quale annovera posizione degli oggetti sensibili e successione dei colori tra gli esempi di successione seriale nellesperienza18. Il pensiero di Herbart costituisce, del pari, un riferimento ineliminabile per comprendere la genesi del concetto di variet pluriestesa.19 Beninteso, il ruolo di Herbart in relazione alla
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V. Cappelletti suggerisce (in Helmholtz, 1967, p. 424) di utilizzare, per un maggiore fedelt alla genesi storica del linguaggio scientifico il termine aggregato. Il vocabolo tedesco aggregat, peraltro, ritorna, come sinonimo di mannigfaltigkeit, nel lessico scientifico di Helmholtz. Nel suo lavoro Philosohpy of geometry from Riemann to Poincar, invece, Roberto Torretti propende per luso del termine inglese: Manifold. 17 Riemann (1994, p.4). Una tale nozione valica, in sostanza, sia la semplice generalizzzazione a n dimensioni della geometria elementare del piano o dello spazio, che troviamo nei lavori di Cayley o del conterraneo G. Salmon, sia il progetto grassmanniano di una teoria dellestensione che, in termini moderni, potremmo definire una teoria degli spazi vettoriali n dimensionali: Grassmanns theory of extension is not a general theory of manifolds, but only a theory of n-dimensional vector spaces with the usual euclidean norm Cfr. Torretti (1978, p.109). Un esame pi attento dei contesti in cui Riemann impiega il concetto di variet ci autorizza perlatro ad assimilarlo ex post alla moderna nozione di variet differenziale n-dimensionale. Con questo termine si intende la coppia formata dallinsieme astratto M e dallinsieme delle carte che fanno corrispondere iniettivamente regioni di M con regioni di Rn (Cfr. Torretti, 1978, p. 86 e sgg.). 18 Cfr, Pettoello, Introduzione, in Riemann (1994, p.XXI). 19 Limpostazione filosofico di Riemann debitrice alla metafisica di Herbart, come dichiara lo stesso matematico, in materia di teoria della conoscenza e metodologia. Lidea riemanniana, secondo cui il progredire della conoscenza assimilabile ad una dialettica razionale in grado di condurre alla conosceza di una realt al

filosofia della geometria di Riemann e, pi in generale, allintera riflessione sui fondamenti nel corso del XIX secolo cruciale: critico nei confronti della dottrina kantiana dello spazio, diede un valido fondamento filosofico ad una concezione della geometria svincolata dal dogma della necessit delleuclidismo20, di cui la lezione di Riemann fornisce eloquente testimonianza. Lidea herbartiana di spazio assoluto, rappresentando il fondamento logico intelligibile dello spazio sensibile, ed essendo una mera finzione () un concetto supplementare, ancorch necessario, di un simbolo per relazioni metafisiche21 mostra analogie evidenti con la nozione di variet. Infatti, lo spazio assoluto herbartiano si costituisce, al pari delle grandezze n estese come possibilit, giacch esso non contiene altro che immagini dellessere e lo spazio assoluto altro non che la possibilit generale di tali costruzioni, facendo astrazione da una costruzione compiuta.
di sotto dei fenomeni, costituisce una rielaborazione della concezione herbartiana della filosofia come arte della costruzione. Secondo questultimo, infatti, la metafisica ars experientiam recte intelligendi, arte della comprensibilit dellesperienza, mediante un processo di integrazione dei dati entro un sistema concettuale suscettibile di continue modifiche per assorbire le contraddizioni che di volta in volta presenta lesperienza stessa. In modo analogo, secondo Riemann la scienza della natura si costituisce nella sua dimensione storica come processo graduale di integrazione e rielaborazione concettuale, grazie al quale la nostra comprensione diventa sempre pi completa e giusta, me nello stesso tempo si spinge sempre pi indietro, oltre la superficie dei fenomeni Riemann (1994, p. 86) pur senza mai raggiungere la rappresentazione completa ed esaustiva della realt. Lherbartiano metodo delle relazioni, ispirato ai procedimenti del calcolo differenziale e integrale, allorigine del rifiuto, da parte di Riemann, di unepistemologia di tipo fenomenistico, allora diffusa tra i fisici matematici grazie allinflusso di Fourier, e, in seguito, di Dirichlet (Smadjia, (2004), p. 61 sgg.). Cos scrive Riemann nel frammento teoria della conoscenza: Quando allora vera la nostra concezione del mondo? Quando la connessione delle nostre rappresentazioni corrisponde alla connessione delle cose -In Riemann (1994, p.88) sottolineando che tale accordo dipende solo dalla connessione degli elementi delle nostre rappresentazioni, e non dalla precisione con cui il reale rappresentato. Tra i primi e il secondo, infatti, vi totale alterit: alle cose, ad esempio, vengono attribuite qualit che dipendono in larga parte da disposizioni soggettive ( il caso delle qualit note delle cose sensibili, colore, suono, tono, odore, gusto, caldo o freddo). Ci non toglie che i rapporti quantitativi, ossia i rapporti spaziali e temporali e i rapporti dintensit delle note e delle loro differenze qualitative, abbiano un fondamento ontologico: a differenza delle qualit delle cose sensibili la loro rappresentazione viene trovata o viene data. Affiora, in queste osservazioni, la lettera di Herbart: proprio perch noi siamo chiusi completamente nei nostri concetti () per questo i concetti decidono della natura delle nostre cose; ma le forme della nostra esperienza sono daltro canto indicative di un essere che da qualche parte deve essere presupposto, perch lapparenza : quanta lapparenza, tanto il riferimento allessere (Ibid, p. XV). 20 La necessit della rappresentazione dello spazio aggiunge Herbart non avrebbe mai dovuto giocare un ruolo nella filosofia (ibid.). probabile che leredit del pensiero di Herbart abbia costituito un riferimento comune per lintera comunit matematica e scientifica tedesca, tanto da contribuire in maniera decisiva a diffondere una concezione della geometria come scienza empirica. Ancora Russell, nel suo I fondamenti della geometria annovera Herbart (insieme a Kant, Riemann, Helmholtz, Lotze, Erdmann, Delboeuf) tra i filosofi che si impegnarono nella riflessione sui fondamenti della geometria nel corso dellOttocento. Di lui scrive: Nei filosofi che seguirono Kant, la metafisica per la maggior parte predomin talmente sullepistemologia, che venne aggiunto poco alla teoria della geometria. Ci che venne aggiunto proveniva indirettamente dallunico filosofo che si tenne lontano dalle speculazioni puramente ontologiche del suo tempo, cio Herbart () la sua teoria psicologica dello spazio, la costruzione dellestensione dalle serie di punti, il confronto dello spazio con la serie dei toni e dei colori, la sua preferenza in generale per il discontinuo rispetto al continuo, e infine la sua fiducia nella grande importanza della classificaizone dello spazio con altre forme di serie (Reihenformen), diedero origine a molte delle speculazioni di Riemann che fecero epoca, ed incoraggiarono il tentativo di spiegare la natura dello spazio secondo il suo aspetto analitico e quantitativo soltanto. 21 Cfr. introduzione di R. Pettoello, segnatamente Riemann (1994, p. XXV).

Scrive Riemann in un Frammento relativo al saggio: [il concetto di variet] sussiste indipendentemente dalle nostre intuizioni nello spazio. Lo spazio, la superficie, la linea sono soltanto lesempio pi intuitivo di una variet a tre, due o una dimensione. Senza avere la bench minima intuizione spaziale, potremmo tuttavia costruire lintera geometria (Riemann, 1994, p.118). Una geometria siffatta prosegue Riemann nello stesso Frammento relativo al Saggio , potrebbe contemplare solo quegli assiomi del tutto indipendenti dalla rappresentazione dello spazio, e tali da valere per grandezze in generale, quale la propriet commutativa rispetto alla somma di n addendi. tuttavia opinione del matematico tedesco che una geometria astratta dalla rappresentazione dello spazio risulterebbe nel complesso estremamente infruttuosa, dal momento che non porterebbe alla scoperta di nuovi principi, rendendo insieme complicato e difficile ci che nella rappresentazione dello spazio appare semplice e chiaro22. Il ricorso allintuizione spaziale, che integra e insieme agevola la trattazione delle grandezze a pi dimensioni o delle grandezze immaginarie23, esige che nel contempo venga verificata la sua origine e attendibilit, attraverso la ricerca, afferma Riemann nelle Ipotesi, dei fatti pi semplici a partire dai quali si possono determinare le relazioni metriche dello spazio24. Lidea che lindagine empirica possa far conoscere la struttura dello spazio fisico trova cittadinanza, come accennato in apertura, anche nelle riflessioni di Gauss:
mi sto convincendo scrive nel 1817 allamico H. Olbers che la necessit fisica della nostra geometria [euclidea] non pu essere dimostrata, almeno non dalla ragione umana n per ragioni umane. Forse in unaltra vita penetreremo la natura dello spazio, che per ora irraggiungibile. Fino ad allora dovremo porre la geometria non nella stessa classe dellaritmetica, che puramente a priori, ma in quella della meccanica. (in Bottazzini Il flauto di Hilbert, 2003, p.171 ).

Almeno a partire dal 1813, egli aveva preso in seria considerazione la possibilit di una geometria senza il V postulato, studiando i lavori di matematici coevi (dilettanti come Schweikart e Taurinus, oppure professionisti quali Lobatchevskij e Bolyai), e approfondendo poi lo studio di questa geometria antieuclidea con una serie di considerazioni affidate per prudenza alla corrispondenza privata piuttosto che alla pubblicazione. Negli stessi anni in cui conduceva con successo le proprie ricerche su questi temi, linteresse per la geodesia teorica e le propriet infinitesimali delle superfici, culminate nelle
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Riemann (1994, p.119). ibid. 24 Riemann (1994, p.3).

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Disquisitiones generales circa superficies curvas (1827)25, portarono il princeps mathematicorum ad inaugurare un nuovo campo di ricerche, denso di implicazioni in merito al problema dei fondamenti della geometria, che va oggi sotto il nome di geometria differenziale. Alla radice di questa disciplina c lidea, introdotta nelle Disquisitiones, di studiare le superfici da un punto di vista intrinseco, cio non come contorni di corpi, ma come corpi di cui una dimensione infinitamente piccola, come fosse una specie di velo flessibile ma inestensibile26. In conseguenza di questo tipo dindagini lopinione affidata alla lettera del 1817 dovette rafforzarsi ulteriormente. significativo che Riemann riconosca, tra le opere cui maggiormente si ispirato, accanto ad alcune ricerche filosofiche di Herbart, proprio le Disquisitiones generales circa superficies curvas. Anche dal punto di vista strettamente tecnico, le idee introdotte nelle Disquisitiones costituiscono un riferimento ineliminabile per la comprensione del programma di ricerca delineato nella lezione del 1854, che, non senza ragioni, M. Jammer ha interpretato come una generalizzazione della geometria differenziale sviluppata da Gauss:
these papers, and especially his Disquisitiones circa superficies curvas published in 1827, broke new ground and became through the work of Riemann the foundation of modern mathematical investigations into the structure of space27.

Senza gli strumenti elaborati da Gauss, infatti, Riemann non avrebbe potuto definire concetti basilari come quello di elemento lineare o geodetica su una variet, n avrebbe potuto estendere a questa la nozione di curvatura. Lo studio delle variet continue da un punto di vista analitico coinvolge due momenti fondamentali: in primo luogo, la costruzione del concetta di variet pluriestesa e la riconduzione delle determinazioni di luogo a determinazioni di grandezza attraverso lassegnazione di un sistema di coordinate; in secondo luogo, lo studio delle relazioni metriche di cui suscettibile una variet ndimensionale. A partire dal concetto di variet monoestesa, che si suppone una variet percorribile in due sole direzioni28, lautore mostra
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In una memoria pubblicata nel 1825 nelle Astronomische Abhandlungen , che gli valse un premio bandito dallAccademia delle Scienze di Copenhagen, Gauss affront con successo il problema della rappresentazione conforme, cio il problema della rappresentazione di una superficie su unaltra, in modo da conservare la similitudine tra le parti infinitesime. I risultati di questa memoria, insieme ad idee che Gauss andava meditando da una decina danni, vennero rifusi nellarticolo del 1827 che rappresenta, nelle parole di U. Bottazzini, una vera e propria pietra miliare della moderna geometria differenziale (Cfr. Bottazzini, 2003, p.172 e sgg). 26 Bottazzini (2003, p. 173). Da questo punto di vista, non errato considerare la geometria piana come una forma elementare di geometria intrinseca: in questo caso, il piano potr essere riguardato come un velo flessibile ma inestensibile, le cui propriet possono essere studiate senza riferimenti allo spazio in cui immerso. 27 M. Jammer (19692), p. 152 28 una variet leggiamo nei frammenti relativi al saggio nella quale una successione continua a partire da ogni modo di determinazione possibile soltanto in due direzioni (Riemann, 1994, p.112).

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come una variet ad n+1 dimensioni sia generabile a partire da una variet monodimensionale e da una n-dimensionale29 e, successivamente, come una variet n dimensionale possa essere scomposta in una sottovariet di dimensione 1 e in una di dimensione n 1. Questo procedimento, osserva Riemann, permette di ricondurre la determinazione di luogo ad una determinazione di grandezza e a una determinazione di luogo in una variet a meno dimensioni30. Le relazioni metriche di una variet, prosegue il nostro:
si possono studiare solo in riferimento a concetti astratti di grandezza ed esprimere in modo coerente soltanto mediante formule; in base a certi presupposti tuttavia possibile dividerli in relazioni che, prese singolarmente, sono suscettibili di una rappresentazione geometrica; in questo modo, diventa possibile esprimere geometricamente i risultati del calcolo.31

Ogni misurazione non altro che unoperazione attraverso cui viene effettuato il confronto di parti determinate32 di una variet continua33; essa consiste nella sovrapposizione delle grandezze da confrontare; per misurare precisa Riemann muovendo da chiare premesse operazionistiche necessario dunque un mezzo atto ad isolare una grandezza come scala di misura per unaltra34. Bench sia lecito domandarsi fino a che punto questa definizione sia applicabile allo studio di una variet molteplicemente estesa, o, pi generalmente, corrisponda a ci che la fisica intende per misurazione (difficilmente, osserva Torretti, in fisica una grandezza viene misurata per sovrapposizione di ununit standard), nondimeno condivisibile il parere di Torretti, secondo cui losservazione di Riemann has weighed heavily on the minds of philosophers of geometry for over a century (Torretti, 1978, p. 90). sufficiente considerare la memoria helmholtziana per comprendere come lesplicito riferimento al contesto operazionale della geometria pratica ne abbia orientato in maniera decisiva limpostazione di fondo, secondo uno schema che, malgrado le dichiarazioni dello stesso autore, ricalca nelle sue linee essenziali una struttura di pensiero non estranea a Riemann. La libera mobilit dei corpi rigidi, condizione di possibilit di qualsiasi misurazione pratica, richiede l indipendenza delle grandezze dal luogo. Questultima pu realizzarsi in diversi modi, dai quali Riemann trae lipotesi che probabilmente si presenta per prima () che la lunghezza delle linee sia indipendente dalla posizione e quindi che ogni linea sia
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Torretti, (1978 p. 87). Riemann (1994, p.7). 31 ibid. 32 Con questo termine, Riemann intende parti distinte da una nota o da una demarcazione (Riemann, 1994, p.5). 33 Nel caso delle grandezze discrete si deve parlare piuttosto parlare di numerazione. (ibid.). 34 ibid.

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misurabile per mezzo di ogni altra. Tale ipotesi, peraltro, pu essere riformulata con lesigenza pi vicina al lessico di Gauss di esprimere la lunghezza di un arco nella variet da un punto di vista intrinseco35. Poich la lunghezza di un arco di curva piana pu essere calcolata come somma delle lunghezze degli archi in cui pu immaginarsi suddiviso, essa sar nota una volta determinata la lunghezza di un elemento darco infinitesimo. Se questa ipotesi viene generalizzata ad una variet ad n dimensioni, ad ogni punto della quale sono state assegnate n coordinate x1, x2. xn, determinare la lunghezza di un arco n-dimensionale equivarr a stabilire una corrispondenza tra gli incrementi delle grandezze x e gli incrementi di una variabile s, il cui differenziale ds, definito elemento lineare, esprime la misura dellelemento darco infinitesimo. Diviene in tal modo possibile elaborare, suggerisce Riemann: unespressione generale per lelemento lineare ds () che dunque conterr le grandezze x e le grandezze dx36. Le Disquisitiones offrono un contributo importante in questa direzione, almeno per quanto riguarda spazi bidimensionali, laddove Gauss, una volta introdotta la nozione di coordinate curvilinee sulla superficie, definisce lespressione della prima forma fondamentale37 attraverso la formula: ds2= g11dx12 + g12dx1dx2 + g22dx2 (1)

che specifica la lunghezza di un arco infinitesimo di linea sulla superficie come funzione delle coordinate x1 e x2 e del parametro gij a sua volta esprimibile mediante funzioni di x1, x2 e delle loro derivate prime e seconde38. Si osservi che nellespressione del ds2 non compare alcun riferimento alla geometria dello spazio in cui la superficie immersa. Il procedimento seguito da Riemann generalizza i risultati di Gauss muovendo dalle premesse secondo cui i dx variano con continuit (i) e lelemento lineare ds invariante per spostamenti infintesimi39 (ii). In tal modo: lelemento lineare potr essere una qualsiasi funzione omogenea di primo grado delle grandezze dx. Inoltre, prosegue lautore, rispetto ad un punto qualsivoglia fissato sulla variet questa funzione dovr descrescere o aumentare in qualsiasi direzione ci si sposti, rispetto al punto iniziale40. Sia infatti P un punto di coordinate (x1, x2, , xn): preso un qualsiasi altro punto P nellintorno di P, avremo: x(P) = (x1 + dx1, x2
35 36

Scrive Torretti: as a property belonging to the arc as a one-dimensional submanifold. Torretti (1978, p. 91). Riemann (1994, p. 9). 37 cio la lunghezza di un arco infinitesimo di linea sulla superficie. lo stesso matematico a riconoscere limportanza di questa espressione, tanto da ritenerla il vero punto di partenza per lespressione generale di una superficie. Cfr. Bottazzini (2003, p.173). 38 ibid. 39 La grandezza dellelemento lineare, trascurando le grandezze di secondo ordine, rimanga invariata quando tutti i suoi punti subiscono la medesima variazione infinitesima di luogo (ibid.).

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+ dx2, , xn + dxn). Il valore ds dellelemento di linea PP corrisponde perci, in accordo con losservazione di Riemann, ad una funzione degli incrementi dxi. A tale funzione vengono imposte, nel seguito, due ulteriori condizioni. In primo luogo viene richiesto che lelemento lineare ds rimanga invariato quando tutte le grandezze dx cambiano di segno, il che equivale a porre luguaglianza41: || v|| = || || v || (2)

per ogni vettore infinitesimo v e per ogni scalare . Questa prescrizione suggerisce che lespressione dellelemento lineare possa corrispondere ad una radice positiva della funzione omogenea degli incrementi dx1, dx2,, dxn. La seconda condizione viene specificata assumendo che lelemento lineare ds sia posto uguale alla radice quadrata di una funzione intera, omogenea, di secondo grado delle grandezze dx, i cui coefficienti sono funzioni continue delle grandezze dx42. Dobbiamo rilevare che Riemann si limita a postulare questa condizione in modo arbitrario43, asserendo che formule differenti per la grandezza ds, a partire dal caso successivo, in cui lelemento lineare si pu esprimere mediante la radice quadrata di unespressione differenziale di quarto grado, pur concepibili senza richiedere un ulteriore affinamento dei principi, presentano il duplice inconveniente di arrecare una notevole perdita di tempo e, in aggiunta, di non portare a risultati rilevanti44 n interpretabili in chiave geometrica. Va tuttavia rimarcato che proprio questa terza condizione consente di assegnare una struttura metrica alle variet. Da queste premesse, Riemann ricava come espressione dellelemento lineare in uno spazio n-dimensionale di coordinate x1, , xn, la seguente formula: ds2 = gij dxidxj,

(3)

40

Riemann suppone che, nellintorno di un punto dato, la funzione ds aumenti in qualsiasi direzione venga calcolata, in modo da avere un minimo nel punto iniziale. Questa condizione si traduce immediatamente nella seguente: il differenziale di primo ordine deve annullarsi e quello di secondo ordine non pu mai essere negativo (Riemann, 1994, p.9). 41 Cfr. Torretti (1978, p. 92). 42 Riemann (1994, p. 9). 43 Come ricorda M. Jammer: He was fully aware of the arbitrariness in his determination of the lenght of the line element and emphasized the possibility of othewr expressions, as, for instance, the fourth power of ds as a biquadratic form of the coordinate differentials (Jammer, 19692, p. 155). 44 Lo studio di questa classe pi generale non richiederebbe certamente principi sostanzialmente diversi, ma porterebbe via parecchio tempo, e getterebbe relativamente poca luce sulla teoria dello spazio, soprattutto perch i risultati non si possono esprimere in termini geometrici. Riemann (1994, p. 9).

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che rappresenta limmediata generalizzazione a n dimensioni della prima forma fondamentale di Gauss. Non solo la (3) rende possibile il calcolo della distanza tra due punti infinitamente vicini, ma potrebbe anche essere impiegata per calcolare, dati due punti P e Q di una variet, la lunghezza di qualsiasi arco n-dimensionale aventi questi punti per estremi, in accordo con quanto osservato riguardo alla lunghezza di un arco sopra una superficie. Tuttavia lespressione dellelemento lineare definita in (3) non vale per variet qualsiasi. Il discorso di Riemann, infatti, muove dallassunto implicito che in ogni variet si possa definire una funzione distanza: questa ipotesi per implica che sia sempre specificabile una norma p, sulla cui base assegnare una metrica alla variet stessa. Unoperazione di questo tipo non eseguibile in generale, ma sussiste solo per quegli spazi, detti variet riemanniane, dotati di una particolare struttura. Per chiarire questa conclusione, che se accolta renderebbe il programma di Riemann applicabile ad ununica classe di grandezze, pu essere utile considerare il concetto di distanza euclidea. noto infatti che uno spazio vettoriale E su R si dice euclideo se considerato congiuntamente con una forma bilineare simmetrica definita positiva: (x, y) = x y, (4)

chiamata prodotto scalare dei vettori x e y. In uno spazio vettoriale euclideo possibile associare, ad ogni x R una norma: || x || = (x x)1/ 2 E, in seguito, definire lapplicazione d: ExER data da: x, y E, d(x, y) = || x y || che chiameremo distanza euclidea. Solo su uno spazio vettoriale normato, in conclusione, possiamo definire una funzione distanza; analogamente, solo lassegnazione di una norma ad una variet consente di stabilire su di essa una metrica45.
45

(5)

(6)

Se indichiamo con la scrittura T2(TpM) lo spazio vettoriale delle funzioni bilineari il cui dominio rappresentato dal prodotto cartesiano TpM x TpM, e con T2(M) lunione di tutti gli spazi vettoriali T2(TpM)

15

In questo caso, per una variet Riemanniana M, la funzione distanza si definisce nel modo seguente: dati P, QM, sia linsieme L(P, Q) = {| la lunghezza di un arco in M che unisce P a Q}, La funzione distanza richiesta pu soddisfare la seguente eguaglianza: d(P ; Q) = inf L(P; Q) (7)

Il percorso minimo tra due punti P e Q, che nel caso del piano si riduce al segmento di estremi P, Q, detto geodetica. Su queste basi, Riemann pu estendere la nozione di curvatura, definita inizialmente da Gauss per le superfici, a variet qualsiasi:
per dare un significato concreto alla misura di curvatura di una variet n-estesa, in un punto dato e in una direzione della superficie data che passi in quel punto, necessario partire dal principio che una linea di minimo percorso, originantesi da un punto, pienamente determinata quando data la sua direzione iniziale. Di conseguenza si otterr una superficie determinata prolungando in linee di minimo percorso tutte le direzioni iniziali che partono da un punto dato e che si trovano nellelemento di superficie dato, e questa superficie ha, nel punto dato, una misura di curvatura determinata, che contemporaneamente la misura di curvatura della variet n-estesa, nel punto dato e nella direzione di superficie data.46

In altri termini, il fascio di geodetiche aventi origine in un punto della variet, che pu essere espresso come combinazione lineare di due vettori infinitesimi del fascio dx e dx linearmente indipendenti, forma47 una superficie bidimensionale . Sia N la normale alla superficie: il suo orientamento determina la misura KN della curvatura nel punto dato e nella direzione di superficie data48. Si ottengono con questa tecnica n misure di curvatura per ogni
definiti da ogni spazio tangente al punto P M, una variet riemanniana caratterizzata da una coppia [M; ], nella quale M costituisce una variet differenziabile, mentre rappresenta una corrispondenza (: MT2M) che associa ad ogni PM la funzione bilineare p: TpM TpMR. La possibilit di definire una metrica sulla variet normata <M; > richiede di porre alla funzione le seguenti condizioni: (i) simmetrica: per ogni PM, e per ogni v, w TpM, p(v,w) = p(w,v); (ii) non degenere: per ogni PM, per ogni wTpM, se vTpM, p(v,w) = 0 sse v = 0; (iii) per ogni PM, e per ogni v TpM, p(v,v) 0. Dai punti (i) (iii), deriva che alla variet M pu essere assegnata la norma: |p(v,v)|1/2, con v TpM. Inoltre, perch ad M possa essere attribuire una metrica, occorre semplicemente che venga definita una funzione distanza d: M x MR. (Cfr. Torretti, 1978, pp. 92-94). 46 Riemann (1994, p. 14). 47 Cfe. Jammer (Jammer, 19692, pp.159-160). 48 Ibid.

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punto, tante quante sono le direzioni di superficie; nondimeno Riemann ritiene che le relazioni metriche di una variet si possono determinare se: la misura di curvatura viene data in ogni punto in n(n 1)2 direzioni di superficie49. In formule, la curvatura generale KN di una variet viene descritta dallespressione:

43 KN =

(g

g )

Il simbolo R( ), definito tensore di Riemann Christoffel, determina il grado di allontanamento dalla planeit in ogni punto della variet n-dimensionale50. Infatti, nel caso di variet piane, ponendo: R = 0, anche il valore di curvatura si annulla. Poich la formula:

R = 0
esprime analiticamente la struttura euclidea dello spazio, si pu inferire che lo spazio euclideo caratterizzato da una curvatura pari a zero51. Se invece si assume lindipendenza della curvatura dallorientamento di N rispetto alla superficie geodetica, ricaviamo lequazione:

K(g g g g ) = R ,
dalla quale si pu ottenere52: K / xn = 0.

(10)

(11)

49 50

Riemann (1994, p.12). Jammer (19692, p. 160). 51 Ibid. 52 Ibid.

17

Osserviamo dalle equazioni (10) e (11) che la possibilit di definire le stesse relazioni metriche lungo qualsiasi direzione (isotropia) implica un valore di curvatura costante53. A variet di questo tipo viene attribuita una caratteristica comune che si pu esprimere dicendo che le figure che si trovano su di esse possono essere mosse senza deformarsi. Ammettendo questa propriet, che pu essere anche rinominata principio della sovrapponiblit delle figure, il ds, mediante un opportuno cambiamento del sistema di coordinate, assume la forma:

ds2 = ( (dxi)2)1/2 / (1 + K/4 xi2),


nella quale, per estensione del concetto gaussiano54, chiameremo curvatura la costante K. Sono ammissibili, a seconda che K sia minore, maggiore o uguale a zero spazi a curvatura costante positiva, negativa o nulla: in questultimo caso, si ricava facilmente che lespressione dellelemento lineare deve essere55:

ds2 = ( (dxi)2)1/2.
Nello studio delle variet curvatura costante, cui viene dedicata la parte terza delle Ipotesi che stanno alla base della geometria, Riemann si sofferma sulle relazioni che si possono instaurare tra superfici sviluppando alcuni fondamentali contributi provenienti dalle riflessioni di Gauss. Il Theorema Egregium, uno dei cardini della geometria differenziale formulato nelle Disquisitiones circa superficies curvas, stabilisce una relazione di equivalenza tra superfici trasformabili luna nellaltra mediante flessione, ma senza strappi o deformazioni:

53

Un teorema provato per la prima volta da F. Schur afferma inoltre che lisotropia implica lomogeneit: sufficiente, in altri termini, che le stesse relazioni metriche valgano lungo qualsiasi direzione di una variet perch si possano ritenere valide anche per qualsiasi punto. (ibid.) 54 La curvatura di una superficie in un suo punto M pu definirsi secondo Gauss in questo modo: si conduca la normale n alla superficie per M, e si consideri linsieme di curve che il fascio di piani passante per n sega sulla superficie. Fra queste curve piane due, ortogonali tra loro, godono delle propriet di massimo e di minimo: il prodotto di tali curvature d la curvatura della superficie in M. 55 per lo spazio scrive Riemann se si esprime la posizione dei punti mediante coordinate ortogonali, si ha che ds uguale a (dx)2; lo spazio quindi compreso in questo caso semplicissimo (Riemann, 1994, p. 9).

18

Se una superficie curva sviluppata in una qualunque altra superficie la misura della curvatura nei singoli punti rimane invariata. Manifestamente poi, qualunque parte finita della superficie curva, dopo essere stata sviluppata in unaltra superficie, manterr la stessa curvatura.56

Per superfici sviluppabili luna nellaltra, chiosa Riemann: le relazioni metriche intrinseche () e tutti i teoremi che le riguardano in altri termini, tutta la planimetria conservano la loro validit57. In particolare, superfici cilindriche o coniche58 qualsivoglia sono equivalenti a un piano, dal momento che si possono formare a partire da esso mediante una semplice flessione, mentre rimangono invariate le relazioni metriche intrinseche. Inoltre, tutte le superfici a curvatura positiva possono essere trasformate in una superficie sferica o in parti di essa59: se la loro curvatura maggiore di quella della sfera si potrebbero adattare su zone di sfere di raggio minore, mentre le superfici con misura di curvatura minore si ottengono ritagliando da superfici sferiche con raggio maggiore una porzione limitata da due semicirconferenze massime e facendo combaciare i margini. Per quanto riguarda la classificazione delle variet piane a curvatura negativa, Riemann offre lesempio di una superficie tangente esternamente a un cilindro, avente la forma della parte interna, rivolta verso lasse, della superficie di un anello. In generale, per, superfici o parti di superfici a curvatura costante negativa si
56

In Bottazzini (2003, p. 174). Questo risultato pu essere ulteriormente formalizzato: date due superfici () e (), in cui va interpretata come una funzione che manda rispettivamente , R2 in una regione dello spazio, si definisca una funzione f: R2R2, tale che f() . Si suppone inoltre che per ogni xR2, x= f(x): con questa scrittura intendiamo esprimere una caratteristica significativa della funzione f, cio che essa preserva le distanze. Allora la funzione composta: = f -1 unisometria di () in () sse per ogni arco in (), e () hanno la stessa lunghezza. Una volta definito il concetto di isometria, possibile esporre il contenuto del teorema in questi termini: Se due superifici S1 e S2 sono isometriche, e G1, G2 le loro rispettive curvature, allora, definita lisometria tramite la funzione f: S1 S2 affermiamo che tra le curvature G1 e G2 sussiste la seguente relazione: G2 = fG1. Cfr. Torretti (1978, p. 78).
57

Riemann (1994, p. 13). Torretti riporta, in proposito, un esempio suggestivo. Si immagini che una classe decida di illustrare alcuni teoremi di geometria elementare su un cartellone da incollare ad una parete: fin qui, rileva Torretti, gli alunni non troverebbero differenza tra questo modo di fare geometria e la classica geometria sulla lavagna, tanto da comprendere con uguale facilit il contenuto delle illustrazioni. Ma una volta che il cartellone fosse stato staccato e arrotolato, le illustrazioni su di esso cesserebbero di descrivere teoremi di geometria elementare sulla cui validit non cerano dubbi nel caso precedente? 58 Nel caso di superfici coniche, queste sono sempre trasformabili in un piano con leccezione del vertice, che non ha curvatura nulla. 59 superfici la cui misura di curvatura positiva si potranno sempre adattare a una sfera il cui raggio 1, diviso per la radice della misura di curvatura (Riemann, 1994, p. 13).

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possono sempre sviluppare sulla superficie generata dalla rotazione di una trattrice attorno al suo asse, nota come pseudosfera60. Nelleconomia della trattazione, lo studio delle variet a curvatura costante rappresenta, osserva E. Scholz, una connessione tra la generale geometria differenziale e la teoria dello spazio fisico61, in virt del principio della sovrapponibilit di regioni di spazio, che traduce nel linguaggio della geometria il dato empirico, comunemente ammesso fino alla met del XIX secolo, della libera mobilit dei corpi rigidi. Che la curvatura dello spazio fisico potesse essere calcolata attraverso unindagine sperimentale era opinione condivisa dallo stesso Gauss, il quale dedic lultima parte del suo lavoro a un dettagliato e minuzioso confronto tra gli angoli di un triangolo geodetico su una superficie e gli angoli di un triangolo piano aventi la stessa lunghezza62, forte dellapplicazione di un teorema riportato nel lavoro del 1827. Secondo questo risultato, infatti, la curvatura di una superficie S uguale alleccesso (o al difetto) rispetto a della somma degli angoli di un triangolo formato dalle geodetiche di S: KdA = ( + + ). Sarebbe pertanto sufficiente conoscere la somma delle misure degli angoli di un triangolo sulla superficie terrestre per dedurne la curvatura63. Pur attribuendo, in apertura del suo discorso, all indagine sperimentale il compito cruciale di rilevare i fatti semplici a partire dai quali si possono determinare le relazioni metriche dello spazio, Riemann rileva la natura ipotetica dei fatti, anche di quelli meglio corroborati dall esperienza:
questi fatti, come tutti i fatti, non sono necessari, ma hanno soltanto certezza empirica, sono ipotesi, si pu dunque valutarne la probabilit, che, comunque, entro i limiti dellosservazione molto elevata, e giudicare poi
60

F. Minding prima, e poi D. Codazzi studiarono per primi questa superficie a curvatura costante negativa. Codazzi, che nutriva un profondo interesse per la geometria differenziale, aveva persino trovato le relazioni tra i coefficienti delle forme fondamentali di Gauss che determinano una superficie a meno di movimenti nello spazio (Bottazzini, 2003, p.186), sebbene condividesse il merito della scoperta con il collega G. Mainardi. In seguito Eugenio Beltrami, anchegli, come i precedenti, professore a Pavia, utilizz la pseudosfera come modello euclideo della geometria non euclidea di Lobatchevski. 61 In Tazzioli (1999, p. 69). 62 Non solo, ma il geometra tedesco aveva effettivamente eseguito una misura sperimentale considerando un triangolo i cui vertici erano rappresentati dalle cime dei monti Brocken, Hohehagen e Iselberg. Il risultato di queste misurazioni dett a Gauss la conclusione che la differenza della somma degli angoli da : poteva sempre essere considerata trascurabile (in Bottazzini, 2003, p.174). 63 Dal nostro punto di vista sembra naturale che, una volta rilevato un legame generale tra curvatura e metrica e, ancor pi, una precisa relazione tra il valore della curvatura di una superficie e il difetto (o leccesso) angolare di un triangolo su di essa, la possibilit di trattare superfici a curvatura costante positiva o negativa come modelli possibili di geometrie non euclidee avrebbe dovuto affacciarsi alla considerazione del geometra. Tuttavia, Gauss, che pure ebbe un ruolo di rilievo tanto nella storia delle geometrie non euclidee quanto nella geometria differenziale, non comprese fino a che punto le due discipline si compenetrassero.

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se lecito estenderli oltre i limiti dellosservazione, sia nella direzione dellincommensurabilmente grande, sia nella direzione dellincommensurabilmente piccolo.64

Vanno tuttavia distinte, in merito alla loro verificabilit empirica, le relazioni di estensione dalle relazioni metriche:
a questo punto si ha una differenza essenziale tra semplici relazioni di estensione e relazioni metriche, in quanto nelle prime, dove i casi possibili formano una variet discreta, le risultanze dellesperienza, bench non possano mai essere totalmente certe, non sono tuttavia imprecise: mentre nella seconda, dove i casi possibili formano una variet continua, ogni determinazione, basata sullesperienza, resta sempre imprecisa, per quanto grande possa essere la probabilit che si avvicini alla certezza.65

Se dunque propriet topologiche dello spazio che, come il numero delle dimensioni, formano una variet discreta possono essere conosciute con precisione, la conoscenza del continuum delle propriet metriche invece costitutivamente inadeguata66. Nondimeno la distinzione tra metrica ed estensione di grado, non di genere, dal momento che ogni forma di conoscenza empirica , per il modo in cui viene acquisita, ipotetica. Riemann elenca cinque ipotesi necessarie e sufficienti a determinare le relazioni metriche dello spazio e derivare tutti i teoremi ad esse relativi: (i) lo spazio una variet differenziale. La prima met di questo enunciato non condivide il carattere ipotetico che lautore riconosce alle altre asserzioni, dato che discende analiticamente dal concetto generale di grandezza n volte estesa. La seconda parte si fonda sulla continuit dello spazio fisico67; (ii) La curvatura dello spazio costante. Pertanto: la somma degli angoli di un triangolo e determinata, in qualsiasi triangolo, quando determinata anche in un solo triangolo68;

64 65

Riemann (1994, p.4). Riemann (1994, p.17). 66 Il termine impiegato da Leibniz per indicare quella specie di conocenza in cui lindividuazione delle componenti del contenuto percepito non arriva allenumerazione degli elementi semplici, non ulteriormente sconmponibili: il caso della successione dei numeri reali, o delle relazioni metriche dello spazio. 67 la ragione pi forte a favore della seconda concezione si trova nellesigenza di tener fermo, per quanto possibile, il concetto gi verificato del persistere per s delle cose (Riemann, 1994, p. 88). 68 Riemann (1994, p. 16). Si osservi che lipotesi (ii) e (iii) sono intercambiabili, poich la prima vale se e solo se vale la seconda.

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(iii)

lelemento di lunghezza deve essere dato dalla radice quadrata di unespressione differenziale quadratica, nella forma: ds2 = ( (dxi)2)1/2 / (1 + K/4 xi2);

(iv) (v)

La curvatura dello spazio poi uguale a zero69; lo spazio ha tre dimensioni. Questa propriet, in particolare, trova applicazione in ogni concezione del mondo esterno70.

Se il set di assiomi (i) (v) fosse verificato esattamente, lo spazio fisico risulterebbe con ci euclideo, poich il V postulato pu essere dedotto dal punto (iv), dove si assume, rileva Riemann, unesistenza indipendente dalla posizione, non soltanto per le linee, ma anche per i corpi; di conseguenza le relazioni metriche dello spazio sono determinate, quando la somma degli angoli di un triangolo ovunque uguale a due retti71. Tuttavia, bench all interno delle ipotesi postulate da Riemann vi siano effettivamente proposizioni verificabili esattamente (come la (v), che descrive una relazione di estensione) gli assiomi che caratterizzano la geometria euclidea a fronte di altri possibili sistemi (cio i fatti (i) (iv)) possono sussistere solo entro un certo intervallo di errore sperimentale72. Non di conseguenza misurabile con precisione una curvatura spaziale uguale a zero, le risultanze dellesperienza registreranno piuttosto valori compresi in un intervallo reale ( ; ), con >073. Con questo, viene a cadere tanto levidenza empirica immediata riguardo alla struttura euclidea dello spazio fisico, quanto la speranza di conoscerne lessenza attraverso una pretesa interrogazione sistematica della natura74. Per contro, Riemann non esclude che la geometria euclidea debba esser ritenuta, entro i limiti dellosservazione, se non vera, almeno altamente probabile: lo prova il comportamento, in accordo con le leggi della geometria classica, dei corpi solidi o dei raggi luminosi. La restrizione alla realt osservabile permette allautore di trattare separatamente il problema della geometria nellinfinitamente grande e nellinfinitamente piccolo, dove i concetti empirici finora impiegati di corpo e raggio di luce perdono la loro validit.
69

Queste condizioni si possono esprimere, in primo luogo, in modo tale che la misura di curvatura sia in ogni punto eguale a zero, in tre direzioni di superficie (ibid.). 70 sulla base della tridimensionalit e dellillimitatezza dello spazio, scrive Riemann: viene integrato lambito delle percezioni reali e vengono costruiti i possibili luoghi di un oggetto cercato. Il presupposto della tridimensionalit viene inoltre continuamente confermato in queste applicazioni (Riemann, 1994, p.18). 71 Riemann (1994, p.16). 72 Empirically verifiable hypotheses concerning the metric relations of space are necessarily imprecise, and they can hold only within a certain range of experimental error (Torretti, 1978, p. 104). 73 Thus, the statement that space is euclidean (...) that its curvature is everywhere exactly zero, is not admissable as a scientific conjecture: we can hypothesize at best that the curvature of space lies within the interval ( ; ), for some real number >0. Torretti (1978, p.104-105). 74 Nelle parole di N. I. Lobatchevskij, richiamate da U. Bottazzini (Bottazzini, 2003, p.179).

22

Nel complesso, anche laddove lesperienza empirica soccorre con sufficiente approssimazione le costruzioni teoriche, i fatti enunciati da Riemann possiedono quel tratto sconvolgente, condiviso, secondo R. Torretti, dalle ipotesi della fisica del tempo: essi coinvolgono costruzioni concettuali di elevata complessit, che possono essere confrontate con lesperienza solo indirettamente, attraverso la verifica empirica di conseguenze remote.75 Questa conclusione, che incrinava il ruolo fondativo nei confronti della fisica e delle altre scienze naturali che la geometria rivestiva ancora nei secoli XVIII e XIX76, concorre probabilmente a spiegare le ragioni che indussero H. Von Helmholtz, pur incline ad accettare la caratterizzazione della geometria euclidea proposta dal collega, a rivedere il ruolo delle ipotesi, e segnatamente dellipotesi (iii), nel contesto dei fondamenti della geometria. Come stato osservato in apertura (pp. 1-2), lespressione dellelemento lineare, nel caso di variet a curvatura costante, si pu ricavare per Helmholtz dalla libera mobilit dei corpi rigidi77, verit fattuale altrettanto indiscutibile della tridimensionalit dello spazio. Come viene mostrato nellopera del 1868, da questo assunto possibile dedurre sia lipotesi (iv) di Riemann sia la (iii). Per quanto riguarda la (iv), Helmholtz ripropone una tesi gi accolta (ma non provata) da Riemann, il quale afferma: Se (..) si postula unesistenza indipendente dalla posizione () anche per i corpi, allora ne consegue che la misura di curvatura ovunque costante78. Nella parte centrale e pi significativa del suo articolo Helmholtz si sforza di ricavare anche lassioma (iii) dallesistenza della libera mobilit dei corpi rigidi, cos da fondare su questunica condizione lintera geometria fisica. Si tratta, in verit, di una conclusione molto rilevante dal punto di vista epistemologico, in primo luogo perch contrappone, ad una geometria fondata su considerazioni di tipo infinitesimale79 una geometria pi aderente al comportamento macroscopico degli oggetti fisici, e in secondo luogo perch delimita la portata delle riflessioni di Riemann escludendo dal novero delle possibili geometrie tutte le variet a curvatura variabile. Secondo limpostazione helmholtziana, infatti, in esse non definibile alcuna metrica, a causa dellimpossibilit del movimento rigido di una regione di uno spazio a curvatura variabile.

75

they share with the newest hypotheses of mid 19th century physics one rather disquieting trait: they involve highly complex and seemingly abstruse conceptual constructions, the adequacy of which can only be determined indirectly, through the empirical test of particular, often remote consequences (Torretti, 1978, p.156). 76 Cfr. Torretti (1978, p.157). 77 the very fact that the movement of rigid figures is possible in our space, with the degree of freedom that we know (ibid). 78 Riemann (1994, p.16). 79 come scrive M. Jammer: The principle of gaining knowledge of the external world from the behaviour of its infinitesimal parts is the mainspring of the theory of knowledge (Jammer, 19692, p.160).

23

La geometria di uno spazio tridimensionale, come Helmholtz ritiene essere lo spazio fisico, pu essere caratterizzata da cinque principi, che lo scienziato tedesco decide di chiamare fatti. Tra questi il primo, analogo allassioma (i) di Riemann, riferisce che lo spazio a n-dimensioni un aggregato n-dimensionale, ossia lentit singola, il punto, pu essere determinata in esso misurando alcune grandezze (coordinate), continue e variabili indipendentemente luna dallaltra, in numero di n.80. In secondo luogo, allo scopo di caratterizzare mediante la nozione di movimento i concetti di distanza euclidea tra due punti e di congruenza tra coppie di punti, viene postulata lesistenza di sistemi di punti mobili tali che:
tra le 2n coordinate di ogni coppia di punti appartenente a un corpo per s rigido esiste unequazione che non dipende dal moto del corpo, ed la stessa per tutte le coppie di punti tra loro congruenti81.

Per evitare di cadere in un circolo vizioso, questo assioma definisce in termini analitici la condizione dellesistenza dei corpi rigidi. Se definiamo K un sistema di punti che rappresenta un corpo k nello spazio S, e indichiamo con f una funzione iniettiva che conservi la congruenza, allora limmagine f(K) rispetto alla funzione:

f: K S

(1)

rappresenta il corpo k dopo il movimento f. La corrispondenza definita in (1) un movimento sse f preserva la funzione g su SS, tale che per ogni P, Q K: g(P,Q) = g( f(P), f(Q)). Sia f1: KS e f2 : f1(K) S, se f1 e f2 preservano g, anche il loro prodotto un movimento. Sia t una trasformazione di S in s stesso: se t preserva g, la restrizione di t a K (t|K) un movimento di k da K. Poich K stato scelto arbitrariamente, possiamo considerare la trasformazione t rappresentativa di ogni movimento del corpo k da qualsiasi posizione K alla posizione t(K). Un corpo rigido pu in tal modo essere definito come un insieme K di punti
80 81

Helmholtz (1967, p.426-427). Ibid.

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dello spazio S su cui definibile una funzione g invariante rispetto alla classe di automorfismi t82. Si tratta di unimportante suggestione nella direzione di una defisicalizzazione (necessaria per una trattazione rigorosa della geometria) dei concetti di movimento e corpo rigido, poco affine al fisicalismo di Helmholtz, che quasi ricusa l indeterminatezza della seconda ipotesi83. Bench indeterminata, questa nozione di corpo rigido , secondo lautore, altamente ricca di conseguenze. Essa permette infatti di stabilire che tra le coordinate di due punti rigidi () le equazioni devono avere propriet particolari; in altri termini, tra m punti di una variet n-dimensionale devono sussistere m(m 1)/2 equazioni in nm incognite, delle quali n(n +1)/2 devono essere lasciate libere per il movimento. Si possono perci vincolare in totale mn n(n +1)/2 = n(2m n 1) incognite. Avremo di conseguenza un numero di equazioni superiore alle incognite pari a: m(m 1)/2 n(2m n 1) = (m n) (m n 1)/2.84 Con il terzo postulato Helmholtz presuppone una mobilit assolutamente libera dei corpi rigidi85. Da questo assunto e da quello relativo allesistenza dei corpi rigidi, Helmholtz fa seguire che:
due sistemi distinti di punti A e B, in s rigidi, i quali, in una prima posizione di A, potevano essere fatti congruire con punti corrispondenti, devono poter congruire con tutti quei punti con cui prima congruivano, quale che sia la nuova posizione di A. in altre parole, la congruenza di due strutture spaziali non dipende dalla loro posizione, ovvero tutte le parti dello spazio, a prescindere dai loro limiti, sono reciprocamente congruenti, come tutti i frammenti duna stessa superficie sferica, a prescindere dai loro limiti, congruiscono quanto alla curvatura superficiale.86

Si

considerino quattro punti P0, P1, P2, P3 nello spazio tridimensionale, aventi

coordinate x(P0) = (0, 0, 0), x(P1) = (1, 0, 0), x(P2) = (0, 1, 0), x(P3) = (0, 0, 1), e si costruisca una figura P0, P1, P2, P3 ottenuta applicando al tetraedro di vertici P0, P1, P2, P3 uno

82 83

Cfr. Torretti (1978, p.160). We might not be too far off the mark scrive Torretti if we say that Helmholtz did not expect his movable rigid point system to be altogheter immaterial, but that he conceived them as entities of an unspecified materiality, like the mass-points mentioned in mechanical treatises (Torretti, 1978, p. 160). 84 Helmholtz (1967, p.428). 85 ibid. 86 ibid., p.429. Tuttavia la seconda condizione non una semplice conseguenza della prima, come mostrer S. Lie, affrontando con lausilio della teoria dei gruppi continui di trasformazione il problema dei fondamenti della geometria.

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spostamento rigido. Il punto P0 potr essere scelto arbitrariamente nello spazio87, ma non gli altri punti, che devono giacere su una superficie determinata: precisamente sulla sfera di centro P0 e di raggio unitario. Una volta note le coordinate di P0, la posizione di P1 dipender da due parametri, definiti dai due angoli che la congiungente di P0 e P1 forma con i piani {P| x1(P) = 0} e {P| x2(P) = 0}. Se fissiamo sia P0, sia P1, allora P2 e P3 dovranno giacere ad angoli retti, sul cerchio unitario di centro P0 e appartenente al piano perpendicolare alla congiungente P0P1. La posizione di P2 pu invece essere fissata, noti P0 e P1 conoscendo un solo parametro reale. Infine, dati i tre punti P0, P1, P2, il punto P3 univocamente determinato ad una condizione. Infatti P3 pu cadere in uno dei due punti equidistanti da P0 sulla perpendicolare al piano in cui giacciono i restanti P0, P1, P2. Tuttavia, solo una delle due posizioni conforme al movimento di un corpo rigido come specificato da Helmholtz; allaltra corrisponde un tetraedro speculare al primo, ma non ottenibile da esso attraverso un movimento nello spazio tridimensionale. Si tratta di un risultato di grande valore, poich dimostra che un movimento rigido determinabile attraverso sei parametri reali (nellesempio, le tre coordinate del punto P0 e i tre valori definiti dalla misura degli angoli necessari e sufficienti a stabilire la posizione di P1 e P2). Pi in generale, il numero di parametri (o gradi di libert) caratterizza, nella teoria dei gruppi continui di trasformazione, ogni gruppo di trasformazioni dello spazio, dal gruppo 6 delle isometrie a quello delle trasformazioni topologiche. La mobilit assolutamente libera dei corpi rigidi che, al contrario di Riemann, Helmholtz postula apertamente consente, insieme al principio della monodromia, di risolvere il problema della dipendenza dellelemento lineare lineare ds dagli incrementi lineari dx1 dxn. Il concetto di monodromia, in particolare, estende alla geometria una propriet delle funzioni complesse, e si riassume nella seguente condizione:
se un corpo rigido gira intorno a n 1 dei suoi punti, e questi sono scelti in modo tale che la posizione del corpo dipenda soltanto da una variabile indipendente, il moto rotatorio pur senza conversione finisce con il ricondurre il corpo nel posto da esso inizialmente occupato.88

Ricaviamo dalle parole dellautore lidea che la congruenza tra due grandezze sia invariante rispetto a rotazioni di qualsiasi ampiezza intorno ad ogni asse di rotazione, oppure
87

Questo risultato, che corrisponde alla propriet nota come transitivit del gruppo dei movimenti euclidei, viene per ora assunto senza dimostrazione. 88 ibid.

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che ruotando un corpo rigido n-dimensionale intorno ad n1 punti fissi, ogni punto del corpo, dopo un tempo sufficientemente lungo ritorner nella posizione di partenza.89 Dai quattro principi sopra enunciati, applicati ad elementi dello spazio infinitamente piccoli, Helmholtz deduce lesistenza di una grandezza infinitesima ds, invariante rispetto a tutti i movimenti rotatori del sistema (monodromia) e funzione degli incrementi lineari di un qualsiasi sistema di punti:
Ne segue che dS una grandezza che rimane invariata in tutti i movimenti rotatori del sistema intorno al punto dr = ds = dt = 0, e che ha le stesse dimensioni di piccole grandezze come dr, ds, e finanche dt. Questa grandezza pu, dunque, essere utilizzata come una misura della differenza spaziale tra i punti (r, s, t) e (r+ dr, s+ds, t+dt).
90

Helmholtz arriva in questo modo al punto di partenza delle ricerche di Riemann, dimostrando lesistenza di unespressione omogenea di secondo grado nei differenziali, che in ogni moto di due punti connessi rigidamente tra loro rimane invariata91. Se in aggiunta a questi principi vengono postulate lestensione infinita dello spazio e la costanza della curvatura, le ricerche di Riemann e mie conclude Helmholtz offrono un fondamento sufficiente allo sviluppo della dottrina dello spazio92. Con ci Helmholtz dovette concludere, almeno nella prima versione del suo articolo, che, delle due geometrie possibili, segnatamente la geometria in uno spazio a curvatura nulla (euclidea) e in uno spazio a curvatura costante positiva (ellittica), la sola geometria euclidea descrivesse giocoforza la struttura dello spazio fisico 93. Questo risultato, che non teneva conto della geometria di Bolyai-Lobatchevskij, fu criticato da Eugenio Beltrami, il quale inform lo stesso Helmholtz con una lettera datata allaprile del 1869. Accortosi del refuso, lautore provvide ad emendarlo con una nota pubblicata nello stesso anno, in cui riconosceva

89 90

Torretti (1978, p. 161). Helmholtz (1967, p.442). 91 ibid. 92 Scrive infatti Helmholtz: Il pi generale sistema della geometria quello che risulterebbe dalel regole della comune geometria analitica ove tali regole fossero applicate a una struttura sferica di tre dimensioni, la cui equazione, espressa in quattro coordinate ortogonali X, Y, Z, S, sarebbe: X 2 + Y 2 + Z 2 + (S+R)2 = R 2 In essa X, Y, Z non possono diventare infiniti se non si d il caso che R = . Questutimo caso speciale corrispponde alla geometria reale secondo gli assiomi di Euclide. X, Y, Z possono avere valori finiti solo quando sia S =0. (Ibid. p.444). 93 if we postulate the infinite extension of space, no geometry is possible except the one Euclid taught (Torretti, 1978, p.162).

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esplicitamente che la geometria di Bolyai- Lobatchevskij rappresentava, insieme alla geometria euclidea, un caso passibile di significato reale.94 Non necessario per richiamare lattenzione su questa omissione per mettere in dubbio le conclusioni di Helmholtz, che pure dovettero sembrare, ad un pubblico non esperto, una prova eloquente dellevidenza della geometria euclidea (va ricordato chelinfinit dello spazio era comunemente riconosciuta dallastronomia del tempo). Assumendo che lo spazio abbia estensione infinita, Helmholtz non sembra contemplare la trattazione, affrontata da Riemann, delle costruzioni dello spazio nellinfinitamente grande95. In questa circostanza, leggiamo nelle Ipotesi che stanno alla base della geometria, la differenza tra rapporti metrici e di estensione risulta decisiva, poich bisogna distinguere l illimitato, che appartiene ai rapporti di estensione, dall infinito, che appartiene invece alle relazioni metriche. Pertanto, mentre lillimitatezza dello spazio possiede una certezza empirica maggiore di qualsiasi esperienza esterna96, il problema della sua infinitezza pi sottile. Se si presuppone lindipendenza dei corpi dal luogo e gli si ascrive cos una misura di curvatura costante scrive acutamente Riemann lo spazio sarebbe necessariamente finito, non appena questa misura di curvatura avesse sia pure il pi piccolo valore di curvatura positivo97. Se ammettiamo, con Helmholtz, la possibilit di uno spazio dotato di curvatura positiva, non sarebbe contraddittorio immaginarlo illimitato e contemporaneamente finito. Non ci sono ragioni, da questo punto di vista, per accogliere come oggettivamente valido il postulato intorno all estensione infinita dello spazio, a meno di riformularlo distinguendo nettamente, come suggerisce la lettura di Riemann, le propriet metriche da quelle topologiche.

94 95

ibid. si trattava di una distinzione di fondamentale importanza, con la quale si affacciava la possibilit, completamente sfuggita ai geometri precedenti ed esplorata poi da Klein in diversi lavori a partire dal 1871, di una geometria non euclidea cosiddetta ellittica per la quale vengono meno sia il V postulato sia il II (infinit della retta). Cfr. Bottazzini (2003, p.182). 96 Riemann (1994, p. 18). 97 Ibid. interessante paragonare la proposizione appena enunciata (che chiameremo R, in sintesi: se K maggiore di zero, allora lo spazio finito) con il procedimento seguito da Helmholtz, che postula linfinitezza dello spazio per dedurne la struttura euclidea. Possiamo osservare anzitutto che lopinione di Helmholtz circa limpossibilit di ricavare linfinitezza dello spazio dai cinque postulati di Riemann sostanzialmente corretta: questa deduzione sarebbe possibile solo una volta dimostrata la contraria di R, e trascurando il caso in cui K<0 (come storicamente fece Helmholtz nel suo lavoro del 1866, prima di essere informato da Beltrami). In secondo luogo, rileviamo che assumendo linfinitezza dello spazio, Helmholtz deduce la controfattuale di R, cio (se lo spazio infinito, allora la sua curvatura nulla) sempre trascurando il caso di una variet a curvatura costante negativa. Lassioma che stabilisce linfinitezza dello spazio sarebbe sufficiente a caratterizzare la geometria euclidea, in congiunzione con i restanti assiomi (i), (ii), (iii), (v), qualora vi fossero solamente due tipi di variet a curvatura costante (rispettivamente K=0 e K>0); altrimenti, gli assiomi elencati ammetterebbero come modello sia la geometria euclidea sia la geometria iperbolica.

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Differenti nei contenuti e nel metodo, le proposte di Riemann e di Helmholtz convergono su altri punti. L opposizione, evidente sin dai titoli, tra fatti e ipotesi, nasconde infatti il comune riconoscimento di una natura ipotetica ai fondamenti che strutturano il discorso geometrico, dal momento che concetti empirici come quelli di corpo solido e raggio di luce, che entrano nella nostra esperienza anzitutto come oggetti della percezione, offrono una verifica solo pi o meno probabile degli enunciati geometrici:
nella geometria abbiamo sempre a che fare con strutture ideali, il cui equivalente fisico costituisce solo unapprossimazione alle esigenze del concetto. Noi decidiamo se un corpo sia solido, se le sue superfici siano piane, se i suoi margini siano rettilinei per mezzo di quegli stessi principi la cui validit empirica dovrebbessere dimostrata attraverso tale ricognizione98.

Come in Riemann dunque, troviamo qui rilevata lulteriorit irriducibile del modello al dato sperimentale, senza che venga automaticamente insidiata la possibilit della geometria: il sistema delle nostre misure spaziali dipende tutto, quanto alla sua possibilit dallesistenza di corpi naturali, che corrispondono abbastanza bene al concetto di corpo rigido, da noi formulato99. Ad Helmholtz non sfugge che ai corpi naturali vengono comunque attribuite propriet geometriche ideali, come se queste fossero presupposte dallesperienza e non fosse viceversa questultima a garantire coi fatti la validit e lapplicabilit della geometria. Il punto decisivo, in primo luogo perch appare contrastare nettamente con lempirismo che sostanzia la ricerca scientifica di Helmholtz. Il quale ritiene, a differenza di Kant, che anche la conoscenza della geometria, cio della struttura spaziale entro cui si dispongono gli oggetti delle nostre percezioni, non si fondi su unintuizione immediata, ma venga acquisita attraverso un processo di osservazione e manipolazione guidato dallesperienza100. Questa concezione (e lo stesso Helmholtz ne consapevole) ha il difetto di ricadere nel circolo vizioso che parte dellepistemologia contemporanea ha messo in evidenza: se da un lato la possibilit di effettuare misure e, con essa, la nozione di congruenza si fondano sullesistenza dei corpi rigidi, dallaltro lesistenza dei corpi rigidi non pu essere stabilita che attraverso una misura o un insieme di misure, cio mediante un giudizio in merito alla congruenza tra corpi o parti di corpi. Si impone dunque ad Helmholtz la duplice necessit di salvare lidealit degli enti geometrici e insieme loggettivit di questi costrutti, tra cui il concetto di corpo
98 99

Helmholtz (1967, p.421). ibid., p. 444. 100 Torretti (1978, p. 163-164). Helmholtz accoglie dalla tradizione empirista la tesi che le sensazioni siano il dato ultimo ed elementare della conoscenza, ma nega agli elementi sensoriali carattere rappresentativo, per considerarli semplici segni degli oggetti che ci circondano. Esse acquisiscono significato, diventando dunque veicoli di conoscenza, solo in virt di un processo associativo tra segno e denotatum che accompagna lessere umano sin dalla sua infanzia.

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rigido. In questa circostanza, la decisione dellautore di ritenere la nozione di corpo rigido costitutiva dellesperienza fisica, sottraendola alla presa dellesperienza, rispecchia s unistanza trascendentale, ma configura, pi che un semplice ritorno a Kant, un apriorismo produttivo la Dingler, nel quale il ruolo del concetto di corpo rigido nella costituzione dellesperienza scientifica non consiste nel presidiare, come una categoria kantiana, un processo puramente mentale di organizzazione dei dati sensibili, ma nel regolare la costruzione e luso di strumenti materiali di misura101. Vengono salvati, in tal modo, tanto il carattere ideale della conoscenza, quanto loggettivit dellesperienza scientifica. Beninteso, Riemann, e non Helmholtz, a dedicare unesplorazione di pi ampio respiro al nesso tra geometria e fisica tanto da prefigurare, pur nellessenzialit della trattazione, alcuni elementi di quella scissione tra macrofisica e microfisica che verr introdotta dalla meccanica statistica solo alla fine del secolo. Sembra che i concetti empirici sui quali si fondano le determinazioni metriche spaziali () cessino di avere validit nellinfinitamente piccolo; dunque certamente pensabile che nellinfinitamente piccolo le relazioni metriche dello spazio non si accordino con i postulati della geometria102. Accanto allincommensurabilmente grande, Riemann delinea un secondo campo di conoscenze che richiede una revisione dei sistemi concettuali a cui abitualmente accordiamo fiducia. Ma a differenza del primo caso, che pone problemi oziosi per la comprensione della natura, linfinitamente piccolo costituisce un territorio di analisi imprescindibile in relazione al problema, proprio della teoria dello spazio, del nesso tra la validit dei postulati della geometria e il fondamento interno delle relazioni metriche103. Poich in una variet continua il principio delle relazioni metriche non implicito nel concetto di questa variet, la soluzione, indicata da Riemann con una visione profetica104, consiste nel cercare il fondamento delle relazioni metriche in forze coesive che agiscono su di esso105. Il concetto di campo, che prese corpo attraverso le scoperte di Faraday, Maxwell, Hertz, e infine dello stesso Einstein, costituisce uno dei referenti privilegiati a cui paragonare lidea, delineata da Riemann nelle pagine conclusive della sua memoria, di uno spazio la cui struttura metrica determinata dalla distribuzione della materia.106

101

the role of the concept of a rigid body in the constitution of scientific experience does not consist in presiding, like a kantian category, a purely mental process of organization of sense data, but in regulating the manufacture and use of material instruments of measurement (Torretti, p.168). 102 Riemann (1994, p.19). 103 ibid. 104 Lespressione di M. Jammer: With prophetic vision Riemann wrote... Jammer (1967, p. 161.) 105 Riemann (1994, p. 19). 106 In Max Jammer (19692, p. 161).

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In verit, non si tratta solo di unanalogia formale, dal momento che ricerca geometrica, speculazione filosofica e indagine fisica costituiscono tre aspetti del pi ampio progetto, intrapreso dallautore, di elaborare una teoria in grado di rivelare le connessioni tra luce, calore, elettricit, magnetismo e gravit Scrive infatti lautore al fratello Whilhelm:
Ho nuovamente ripreso dopo lo scritto di abilitazione laltra mia ricerca sulla connessione tra elettricit, galvanismo, luce e gravit e sono giunto al punto in cui posso pubblicarla senza esitazioni in questa forma. Ma nello stesso tempo mi stato detto che Gauss gi da molti anni lavora su queste cose, e che ha messo alcuni amici, tra cui Weber, al corrente della cosa sotto il vincolo della segretezza107.

I risultati pi significativi di questa ricerca, peraltro mai pubblicati, conducono allelaborazione di un modello matematico di etere, le cui propriet dinamiche sono in grado di spiegare la propagazione delle forze fisiche. Nel presentare questo disegno, Riemann tiene in grande considerazione sia la lezione di Newton, secondo cui:
inconcepibile che materia bruta e inanimata possa, senza la mediazione di qualcosaltro che non materiale, operare e influire su altra materia senza recirpoco contatto [] che la gravit possa essere innata, intrinseca ed essenziale alla materia [] per me una tale assurdit che io credo che nessun uomo capace di pensare in modo coerente in materia di filosofia possa accettarla108.

Ma egli ha altrettanto a cuore la psicologia herbartiana, come ricaviamo dal seguente passo, appartenente a un frammento del 1853 dal titolo Nuovi principi matematici della filosofia della natura:
il fondamento delle leggi generali del moto per i corpi ponderabili, che si trovano allinizio dei Principia di Newton, si trova nel loro stato interno. Tentiamo di argomentare su di essi, ricorrendo, per analogia, alla nostra percezione interna. Entrano in noi sempre nuove masse rappresentative che molto rapidamente scompaiono dalla nostra coscienza () entra dunque continuamente qualcosa di duraturo nella nostra anima, che tuttavia non esercita un influsso durevole sul mondo dei fenomeni () Guidato da questo fatto, avanzo lipotesi che lo spazio universale sia riempito da una materia che scorre continuamente negli atomi ponderabili e l scompare dal mondo fenomenico.

persino plausibile, come ha dimostrato Ivan Smadjia, che il programma riemmaniano possa essere considerato unelaborazione originale della psicologia delle masse spirituali, alla luce delle possibilit offerte dalla teoria delle equazioni differenziali parziali109. Lintima
107 108

In tazzioli (2000, p.66). In Tazzioli (2000, p. 80). 109 Cfr. I. Smadjia, in Valore (2004, p. 92): loriginalit de la position de Riemann consiste en une laboration de la psychologie des masses spirituelles la lumire des possibilits conceptuelles quoffre la thorie des

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connessione tra psicologia, fisica e geometria ha dunque la sua radice ultima nella matematica dell infinitamente vicino: sul versante della fisica, lausilio delle equazioni differenziali parziali consente a Riemann di applicare alla materia (stoff) di cui denso lo spazio la teoria del potenziale di Gauss110, e di ridurre conseguentemente la nozione di azione a distanza a quella di azione a contatto. Se infatti supponiamo che letere consista in un fluido incomprimibile e omogeneo, qualsiasi interazione tra due punti a distanza finita, come, per esempio, la gravit, pu essere ricondotta ad una peturbazione propagantesi da un atomo di etere agli atomi infinitamente vicini. Riemann propone un modello meccanico di etere, come emerge dalluso frequente dei concetti dellidrodinamica e dellidrostatica, tanto che sembrerebbe a prima vista azzardato leggere nei Frammenti una prima formulazione dellidea di campo (contro questa lettura pesa del resto la volont affermata in pi occasioni dallautore di richiamarsi al paradigma newtoniano che la stessa teoria del campo contribuir ad incrinare). Nondimeno, il matematico anticipa alcuni aspetti salienti non solo della rivoluzione maxwelliana, ma anche della profonda risemantizzazione dei concetti fondamentali della fisica destinata a prodursi con Einstein. Un primo aspetto riguarda lo statuto ontologico della materia che compone letere: essa dotata per Riemann di una sostanzialit non materiale nella misura in cui ogni atomo ponderabile diventa il luogo di un passaggio di materia dal mondo dei corpi a quello dello spirito. Una concezione paradossale, alla mente meccanicista, tanto quanto la concezione del campo, la cui ontologia, secondo Heinrich Rudolf Hertz, non deve esser cercata al di l delle equazioni che lo descrivono111. Un secondo motivo, in stretta relazione al primo, riguarda la matematica del continuo e il rifiuto, da parte di Riemann, di accordarle valore puramente fenomenologico. Se la teoria delle equazioni differenziali, la sola in grado di formalizzare leventuale interazione fisica tra un punto dello spazio e il suo intorno, permette in tal modo di comprendere le connessioni reali dei fenomeni, ad essa che dobbiamo ricorrere quando ci poniamo il problema della
quations aux drives partielles. Quest-ce quen effet que cette forme du mouvement de la matire, sinon la dtermination infinitesimale relle qui en caractrise ltat interne au voisinage de chaque point? La diffrentiation qualitative des masses spirituelles correspond la diffrentiation de leurs diffrents tats internes, mais ces tats internes ne sont pas de simples qualia et semblent caractriss par une sorte de multiplicit interne (...) pour autant quils sont expression de qulque chose dtendu spatialement et temporellement . 110 leffetto della gravitazione universale asserisce Riemann , com noto, pienamente definito in ogni parte dello spazio, quando data la funzione potenziale P di tutte le masse pondeabili per questa parte dello spazio () Se si suppone ora che la materia che riempie lo spazio sia un fluido incomprimibile, omogeneo, senza gravit e che in ogni atomo ponderabile fluiscano, in tempi uguali, sempre uguali quantit, proporzionali alla sua massa, evidentemente la pressione che latomo subisce, sar [proporzonale alla velocit del moto della materia in prossimit dellatomo(?)] Riemann (1994, p. 96). 111 come dichiara esplicitamente Rudolf Hertz: la teoria di Mxwell altro non che il sistema delle equazioni di Maxwell.

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validit dei postulati della geometria nellinfinitamente piccolo. Tutta la teoria riemanniana dello spazio, del resto, ha a proprio fondamento lo studio di grandezze infinitesime, come osserva Max Jammer:
His theory of space, therefore, rests on geometric assumptions about infinitesimally small magnitudes. Being essentially a geometry of infinitely near points, it conforms to the leibnizian idea of the continuity principle, according to which all laws are to be formulated as field laws and not by actions at a distance112.

Proprio entro lambizioso (e incompiuto) progetto di una teoria unificata delle forze viene plasmata una concezione dello spazio fisico come una materia diffusa nello spazio geometrico: una volta identificato letere con lo spazio, e supposto che le interazioni di tipo termico, gravitazionale ed elettromagnetico si trasmettano attraverso una deformazione degli atomi di etere, nulla impedisce di considerare veicoli di trasmissione delle forze i cambiamenti dinamici che avvengono allinterno dello spazio fisico, riconducibili variazioni nella sua stessa struttura metrica. La connessione tra propagazione della forza e variazione della curvatura costituisce, insieme al definitivo imporsi della teoria di campo, uno dei fondamenti su cui Einstein costru la teoria della relativit generale, che lungi dallessere interpretata come una rivoluzione improvvisa e in netta opposizione alla scienza del secolo precedente, va inserita in una dialettica razionale, capace di rendere la nostra comprensione della natura sempre pi completa e giusta. a

112

Jammer (1968, p. 158).

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CAPITOLO II

Scrive Jules Henri Poincar nel XIII paragrafo della terza parte de l Analyse mathmatique de ses travaux scientifiques faite par lui mme113:
On vient de voir comment mes recherches sur lalgbre mavaient amen moccuper des groupes continus. Cest ainsi que javais montr le lien qui unit ces groupes aux nombres complexes (...). Je me suis servi galement des groupes continus dans un travail relatif aux gomtries non euclidiennes.

Il riferimento a S. Lie114, del resto, ritorna costantemente anche nei lavori epistemologici di Poincar; il che, per un autore avaro di citazioni come il Nostro, costituisce indubbiamente una nota di rilievo. I lavori e le scoperte del matematico norvegese, e anzitutto la teoria dei gruppi continui di trasformazione, rappresentarono, in sostanza, tanto un campo di ricerche a cui Poincar si dedic assiduamente, quanto uno stimolo per la riflessione sugli stessi fondamenti della scienza. In proposito, il primo articolo in cui Poincar avanza delle tesi intorno ai fondamenti e alla filosofia della geometria, Sur les hypothses fondamentales de la gomtrie (1887) attinge ampiamente dalle ricerche di Lie, raccolte nei volumi Theorie der Transformationsgrppen. Cos lopera di Lie viene sintetizzata dal collega francese:
Il a cherch de quelle manire peuvent se combiner les divers mouvements possibles dun systme quelconque, ou, plus gnralement, les diverses transformations possibles dune figure. Si lon envisage un
113 114

Poincar, in Acta mathematica, 1920, p. La carriera scientifica di Sophus Lie cominci allinsegna dellincertezza. Ottenuto un diploma in scienze alluniversit di Christiania (Oslo), per alcuni anni il giovane studioso fatic a trovare la sua vocazione, indeciso tra lastronomia, la botanica, la zoologia e, beninteso, la matematica. La lettura di Poncelet e di J. Plucker entrambi geometri dediti allo studio della geometria proiettiva contribuirono a chiarire alcune intuizioni avute da Lie nel 1867 in merito alla possibilit di creare nuove geometrie partendo da figure diverse dal punto (Cfr. ). Fu a . E successivamente a Berlino che Lie conobbe Weierstrass, Kronecker, Kummer, e soprattutto Felix Klein. Negli anni successivi al soggiorno parigino, nel quale aveva conosciuto G. Darboux e C. Jordan, il matematico norvegese approfond lo studio delle trasformazioni geometriche ed ottenne, grazie alla dissertazione del 1872, una cattedra alluniversit di Christiania. Gli anni trascorsi in Norvegia lo videro sviluppare compiutamente la teoria dei gruppi continui di trasformazione in relazione allo studio delle equazioni differenziali; ma, nello stesso tempo, lisolamento delluniversit di Christiana rispetto ai centri di ricerca tedeschi e francesi imped la diffusione delle sue scoperte nel continente. Il successivo soggiorno a Lipsia e la collaborazione con Engel diedero a Lie lopportunit di tenere alcune lezioni sulla teoria dei gruppi continui che raccolse nei tre volumi Theorie der Transformationsgrppen (1888-1893). Nel 1896, infine, Lie pot pubblicare la geometria delle trasformazioni di contatto con la collaborazione del suo allievo Scheffers (1866 - 1945).

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certain nombre de transformations et quon les combine ensuite de toutes les manires possibles, lensemble de toutes ces combinaisons formera ce quil appelle un groupe. A chaque groupe correspond une gomtrie, et la ntre, qui correspond au groupe des dplacements dun corps solide, nest quun cas trs particulier. Mais tous les groupes que lon peut imaginer possderont certaines proprits communes qui limitent le caprice des inventeurs des gomtries; ce sont elles, dailleurs, qui Lie a tudies toute sa vie.115

Tra i contributi fondamentali portati da Lie allo studio della matematica, Poincar riconosce allesame del modo in cui si possono combinare le diverse trasformazioni di una figura, ovvero allo studio dei gruppi di trasformazioni, un ruolo decisivo in relazione alla ridefinizione dellintero campo della geometria. Per tutta la sua vita, conclude Poincar commentando lopera del matematico, questi ha studiato le propriet comuni di tutti gruppi immaginabili. Il concetto di gruppo non va per inteso, n nellopera di Lie n in quella dello stesso Poincar, nel significato accolto dallalgebra moderna, di insieme dotato di una struttura specificabile nei seguenti termini: un gruppo un insieme non vuoto G = {a, b, c, e.} di elementi in cui definita una legge di composizione interna che assegni ad ogni coppia di elementi a, b il loro prodotto d = a b, in modo tale che:
a) b)

per ogni a, b, c G, (a b) c = a (b c) (prorpiet associativa) esiste almeno un elemento e tale che per ogni a: a e = e a = a; (esistenza dellelemento neutro) per ogni a G, esiste un elemento a-1 tale che a a-1 = e (esistenza dellinverso)116.

c)

Tale schematizzazione risulta infatti omnicomprensiva, poich lumeggia la struttura tanto dei gruppi di sostituzione117 quanto dei gruppi di trasformazioni, studiati, nel corso
115 116

in J. Vuillemin, (1962 [1992]), p. 422. Cfr. Yaglom (1988, p. 15). 117 Sebbene la nozione di gruppo di sostituziomi fosse apparsa per la prima volta in alcune considerazioni di Lagrange (che pubblic nel 1772 una vasta memoria dal titolo rflexion sur la rsolution algbrique des quations, nella quale riteneva di aver posto i fondamenti di una teoria che ci pare nuova e generale) di Ruffini (il quale, muovendo dalla memoria di Lagrange studi alcune propriet del gruppo di sostituzioni di n lettere, arrivando a dimostrare, sulla base del teorema per cui il gruppo totale delle sostituzioni su 5 lettere non possiede sottogruppi di indice 8, 4, 3, limpossibilit di risolvere mediante estrazione di radici lequazione generale di quinto grado) di N. Abel e di Gauss, fu con Evariste Galois (1811-1832) che come rileva I. Yaglom la comprensione del ruolo della teoria dei gruppi di sostituzione nello studio delle equazioni algebriche si chiarific ulteriormente, e nello stesso tempo si attribu un nome alla nuova nozione e una terminologia alla teoria: On the other hand, Galoiss understanding of the role of group theory in the study of (algebraic equations) was much clearer than that of his precursors; the very fact that the new notion was given a specific name (and that the terminology of group theory had been worked out) was indoubtedly of major importance. Con Galois assistiamo ad un radicale mutamento di prospettiva nello studio della risolubilit delle equazioni algebriche: dalla ricerca empirica di formule risolutive dirette allo studio deille propriet del gruppo di sostituzioni associato ad

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dellottocento, come oggetti distinti118. Infatti, solo alla fine dellottocento cominci a imporsi lidea di integrare algebre separate attraverso lastrazione del loro contenuto comune119, secondo la prospettiva indicata da A. Cayley gi nel 1849 e nel 1854 (cfr. nota 6) e meglio delineata in quattro articoli del 1878 sui gruppi astratti finiti120. Ad ogni modo, le nozioni fondamentali121 di teoria dei gruppi introdotte da Galois trovarono la prima sistemazione nel Trait des permutations di Camille Jordan: un libro notevole rileva Yaglom che introduce termini e nozioni tra cui, vale la pena ricordarlo, il concetto di gruppo quoziente e di serie normale di un gruppo122. Lo stesso Jordan, inoltre, fond, con la sua Mmoire sur les groupes de mouvements (Annali di matematica) lo studio delle trasformazioni geometriche dal punto di vista dei gruppi di trasformazione, muovendo da alcune osservazioni di Auguste Bravais. Nella Mmoire, pubblicata sugli Annali di Matematica nellanno 1868-69, Jordan osserv che tutti i gruppi di movimenti nello spazio (le considerazioni dellautore si limitavano a rotazioni e traslazioni) possono essere determinate attraverso lo studio di tutti i possibili sistemi di molecole trasformati in s da ciascun movimento del gruppo. Il riferimento ai problemi di cristallografia, che avevano interessato lo stesso Bravais, costituisce unindubbia eredit del pensiero di questultimo; la memoria di Jordan resta tuttavia importante, al di l dei metodi utilizzati, perch seppe dare un chiaro orientamento alla ricerca geometrica degli anni successivi. Allattivit di ricerca e insegnamento del matematico francese si devono, infatti, gli sviluppi delle applicazioni pi feconde della teoria dei gruppi alle teorie geometriche, grazie a Felix Klein, a Sophus Lie e allo stesso Poincar, la cui convinzione circa limportanza decisiva della teoria dei gruppi in tutti i campi della matematica, matur in gran parte sotto linfluenza del pi anziano collega. Naturalmente, nel corso della seconda met dellottocento arrivarono contributi intorno allalgebra dei gruppi da molti studiosi (abbiamo ricordato solo cursoriamente, ad esempio, il sorgere della teoria degli invarianti con Silvester e Cayley), tuttavia le figure di Klein e Lie
unequazione (Bottazzini, 2003, p. 118). Si trattava inoltre di un mutamento che apriva allalgebra campi di ricerca inesplorati, ma che tuttavia, fu apprezzato solo a partire da una decina danni dopo la scomparsa dellautore. 118 Va per osservato che A. Cayley (1821-1895) tent una generalizzazione della nozione di gruppo, introducendo il concetto di gruppo astratto (Collected mathematical papers, I, 423- 424; II, 123-130 e 131-132) in tre lavori tra il 1849 e il 1854. Gli articoli di Cayley non suscitarono un grande interesse, in parte perch gli esempi di gruppi individuati dal matematico, come le matrici e i quaternioni, erano nozioni nuove e poco note, in parte perch, come commenta Morris Kline: le astrazioni premature cadono su orecchie distratte, appartengano esse ai matematici oppure agli studenti (Morris Kline, 1972 V. II, p. 898). 119 Ivi p. 1324-5. 120 Egli sottolineava che un gruppo pu essere considerato un concetto generale e non ha bisogno di essere limitato ai gruppi di sostituzioni, anche se, rilevava, ogni gruppo (finito) pu essere rappresentato come gruppo di sostituzioni. Ivi, p. 1327. 121 He introduced the basic terminology of group theory including such terms as group, subgroup (...) and order of a group. He also introduced such important notions as normal subgroup (...) and singled out such important classes of group as simplegroup and solvable groups. Yaglom (1988, p. 14). 122 ibid.

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sembrano stagliarsi nel milieu culturale e scientifico dellepoca. Sebbene pretenzioso, laneddoto secondo cui, proprio come Spagna e Portogallo si divisero il mondo con il trattato di Tordesillas (1494), cos i due matematici si spartirono, nel corso degli anni settanta, il regno della teoria dei gruppi, rivelativo del segno che essi lasciarono nellintera fisionomia della disciplina123. I due grandi domini a cui fa riferimento la storia sono costituiti dallinsieme dei gruppi continui e da quello dei gruppi discreti. La distinzione fu teorizzata da Jordan nella sua memoria: mentre alla seconda specie appartengono tutti i gruppi i cui elementi sono separati, come i gruppi cristallografici (ad esempio, il gruppo delle simmetrie di un quadrato), al primo insieme appartengono quei gruppi i cui elementi possono variare con continuit cambiando i valori dei parametri. Le isometrie del piano euclideo, ad esempio, formano un gruppo 4 i cui parametri possono variare con continuit in R. In questo caso, infatti, da una trasformazione d possibile ottenere una trasformazione lievemente differente d1 attraverso un cambiamento infinitesimo dei parametri , p, q. I risultati ottenuti da Lie sulla teoria dei gruppi continui furono pubblicati, tra il 1876 e il 1879 in cinque memorie dal titolo comune Theorie der Transformationsgrppen. Gli interessi di Lie erano legati anzitutto alla teoria delle equazioni differenziali ordinarie e parziali, di cui lautore aveva approfondito la teoria dellintegrazione. Decisamente problematiche si erano rivelate le equazioni alle derivate parziali, per le quali Lie aveva concepito una articolata teoria ausiliaria, la teoria dei gruppi di trasformazioni124. Una prima definizione della nozione di gruppo di trasformazioni risale per allo scritto di carattere programmatico del 1874 Uber Gruppen von Trasformationen, nel quale Lie rileva:
si dice di una famiglia di trasformazioni

xi = fi (x1, ,xn , 1, , r)
(dove le x rappresentano le variabili di partenza, le x le nuove variabili e gli dei parametri, che nel seguito si devono pensare variabili con continuit) che esse formano un gruppo di trasformazioni a r elementi se componendo due trasformazioni qualunque della famiglia si ottiene ancora una trasformazione della famiglia, cio se dalle equazioni

xi = fi (x1, ,xn , 1, , r)
123

Klein, del resto, scrisse che, in seguito alla decisione maturata insieme di dedicarsi allo studio degli enti analitici o geometrici che sono trasformati in se stessi da gruppi di trasformazioni (Bottazzini, 2003, p. 225), Lie si era assunto il compito di approfondire i gruppi continui, mentre egli stesso aveva scelto di considerare i gruppi discreti, coinvolti nelle eoperazioni sui corpi regolari e nella loro applicazione alla risoluzione delle equazioni (ibid.). 124 Ibid.

37

xi = fi (x1, ,xn , 1, , r)
si ha

xi = fi (x1, ,xn , 1, , r)
dove le rappresentano grandezze che dipendono solo dalle e dalle . 125

Risale al 1883 la prima classificazione dei gruppi continui da parte di Lie, seguita, nel 1884, da un lavoro analogo di F. Klein sui gruppi discontinui126. Infine, lopera che racchiude il complesso dei risultati di Lie sulle equazioni differenziali e la teoria dei gruppi continui, venne pubblicata in tre ponderosi volumi tra il 1888 e il 1893 con il titolo Theorie der Transformationsgrppen. Nel terzo volume, in particolare, lautore fornisce una presentazione assai perspicua della relazione tra gruppi di trasformazioni ed equazioni differenziali:

Reprsentons-nous lespace scrive il matematico norvegese tout entier rempli dun fluide incompressible. Nous pouvons alors interprter simplement la transformation infinitsimale X(f) comme un mouvement infiniment petit de ce fluide et dt comme lintervalle de temps infiniment petit pendant lequel a lieu ce mouvement. Les grandeurs 1(x), ..., n(x) sont alors visiblement les composantes de la vitesse de la particule du fluide qui se trouve prcisment au point x ...xn127.

Ogni trasformazione finita dello spazio allora generata ripetendo un numero infinito di volte la trasformazione infinitesima che possiamo rappresentare mediante la scrittura: xi = xi + i dt. In proposito, Lie commenta: nous devons suivre le mouvement des particules du fluide pendant un intervalle de temps fini128, e aggiunge:
A cet effet, il est ncessaire dintgrer les quations diffrentielles de ce mouvement, cest dire par consquent le systme simultan :
125 126

Ibid. Klein infatti pubblic una classificazione analoga per i gruppi discontinui nel volume Vorlesungen ber da Ikosaeder und die Auflosung der Gleichungen von fnften Graden (Lezioni sullicosaedro e la risoluzione delle equazioni di quinto grado). Cfr. Bottazzini (2003, p. 225). 127 J. Vuillemin (1962 [1992], p. 426 ) 128 Ibid.

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dx1.......

une particule du fluide, qui au temps t = 0 se trouve au point x1, ..., xn, sera parvenu, aprs lcoulement du temps t, au point x1, ..., xn ; lintgration doit donc tre effectue en sorte que, pour t = 0, xi = xi. En fait, cest prcisment de cette faon que nous avons trouv la forme gnrale dune transformation finie de notre groupe129.

Il brano presenta alcune osservazioni che confluiranno in uno dei risultati p importanti della teoria di Lie, vale a dire il primo teorema fondamentale. Non verr tuttavia preso in considerazione, nel corso della presente trattazione, linsieme dei contributi, di carattere specificamente tecnico, che Lie diede alla teoria dei gruppi e alla teoria delle equazioni differenziali. Al contrario, lintroduzione sopra delineata permette di rilevare, in maniera esauriente, le implicazioni strettamente filosofiche della teoria in relazione al problema dei fondamenti della geometria. A questo riguardo, sempre nel terzo volume della Theorie der Transformationsgrppen, Lie prende esplicitamente in considerazione le riflessioni di Helmholtz sui fatti che fondano la geometria, per critircarla e insieme correggerla 130. Non va dimenticato, infatti, che il sistema di assiomi di cui Helmholtz discute ne I fatti che stanno a fondamento della geometria presenta (cfr. Cap. I) importanti novit concettuali. La prima riguarda il processo di defisicalizzazione degli enti geometrici, che, lumeggiato dallautore (anche se in modo inconsapevole) nella definizione di corpo rigido, costituisce un primo passo verso la trattazione funzionale del concetto di trasformazione che troviamo in Lie almeno a partire dal lavoro del 1874; il secondo contributo degno di nota risiede nellimpianto generale dellarticolo di Helmholtz, che pu essere considerato un tentativo, seppur in embrione, di discutere i fondamenti della geometria alla luce del concetto di gruppo131. Come chiarisce il commento puntuale di P. Hertz, i fatti postulati da Helmholtz consentono le seguenti deduzioni: i) poich un punto materiale in movimento occupa una e una sola posizione allorigine del suo moto ed ununica posizione alla fine dello spostamento, possibile dunque definire la

129 130

Ibid. Cfr. P. Hertz, in Helmholtz ( 1868 [1977], p. 58). 131 Ivi, p. 65.

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nozione di trasformazione come associazione in base alla quale ad ogni punto dello spazio possiamo far corrispondere un altro punto132. ii) Dagli assiomi II e III di Helmholtz possiamo dedurre lindipendenza di un qualsiasi sistema di punti dalla scelta di un particolare corpo rigido come sistema di riferimento. sufficiente prendere in esame la coppia di punti materiali AB rispetto al sistema di riferimento (o al corpo rigido assunto come unit di misura) O, e la coppia, che chiameremo AB rispetto ad un nuovo sistema O. Stabiliamo inoltre che AB = AB sse AB e AB possono essere fatti coincidere con la medesima coppia di punti spaziali ab. Da qui risulta che, una volta assunta la congruenza tra AB e AB, se AB coincide con ab anche AB deve coincidere con ab. Dunque la coppia di punti ab pu essere impiegata come sistema di riferimento equivalente alloriginale. iii) Il movimento di un sistema di n punti materiali tale, sulla base degli assiomi discussi, che la distanza tra due qualsiasi dei suoi punti rimanga invariata. Per semplificare, consideriamo la coppia AB, applicandovi prima la trasformazione f e, successivamente, la trasformazione f . Si avr che: f(AB) = AB, f(AB) = AB, in modo tale da preservare la congruenza tra le coppie di punti: AB = AB, AB = AB. Per la transitivit della relazione di congruenza, potremo infine scrivere AB = AB: la trasformazione f che associa la coppia AB ad AB appartiene, per definizione, allinsieme dei movimenti rigidi. iv) Il quarto assioma di Helmholtz (monodromia) garantisce lesistenza di un movimento che associ un sistema di n punti materiali a s stesso: sufficiente far compiere al sistema una rotazione di due angoli piatti intorno ad un asse per ottenere la trasformazione identica: f (A, B, C) = A, B, C, Conclusivamente, dallanalisi di Helmholtz discende il seguente risultato: linsieme dei movimenti rigidi dello spazio forma un gruppo133. Come gi stato fatto notare, la possibilit di trattare le trasformazioni del piano o dello spazio mediante il ricorso allalgebra dei gruppi costituiva una possibilit indagata negli stessi anni da C. Jordan e Bravais; nondimeno, larticolo di Helmholtz pose per la prima volta il problema, di ordine anzitutto epistemologico, della relazione generale tra geometria e gruppi di trasformazioni, nella misura in cui i medesimi assiomi che, secondo lautore, fondano la geometria di Euclide (che Helmholtz considera, con argomenti invero eccepibili, la geometria dello spazio fisico),
132

Cos scrive P. Hertz in Helmholtz ( 1868 [1977], p. 63): association whereby each point in a space is given another to correspond to it is called a transformation. 133 Scrive ancora P. Hertz: a transformation of not more than n(n+1)/2 parameters thus truly exists independent of the choice of fixed body and its initial situation. Since therefore the displayed body only yelds us transformations from the system of those already defined, it follows that two transformations from the system, performed successively, yeld a transformation itself belonging to the system. The totality of those transformations is a group (ibid).

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stabiliscono nel contempo lesistenza e le caratteristiche del gruppo dei movimenti rigidi. Un primo tentativo di applicare la teoria dei gruppi di trasformazioni alle teorie geometriche fu compiuto da F. Klein nel 1872, a quattro anni dalla pubblicazione dellarticolo di Helmholtz I fatti che stanno a fondamento della geometria, con la prolusione Considerazioni comparative intorno a ricerche geometriche recenti. Nel suo lavoro, meglio noto come programma di Erlangen, Klein dichiara esplicitamente di voler esporre metodi e punti di vista sviluppati nei propri lavori e in quelli di Lie, che per quanto fossero diversi gli oggetti a cui si riferivano, pure daccordo sono entrati in questo modo generale di considerazione134. Del pari, lautore intende dare una struttura ordinata ma nel contempo unitaria ad una disciplina come la geometria, che nel rapido sviluppo cui and soggetta negli ultimi tempi si troppo suddivisa in discipline quasi separate che vanno progredendo alquanto indipendentemente le une dalle altre135. Tale principio ordinatore viene individuato nel concetto di gruppo. Invero, ogni gruppo di trasformazioni ammette un insieme di invarianti136, che caratterizza univocamente una peculiare geometria. In proposito, il caso del complesso dei movimenti137 costituisce un esempio perspicuo:
ora, vi sono nello spazio delle trasformazioni che non alterano affatto le propriet geometriche dei corpi. Infatti, per la natura del concetto di propriet geometriche, queste sono indipendenti dalla posizione che la figura da studiare occupa nello spazio, dalla sua grandezza assoluta, e finalmente anche dal senso in cui sono disposte le sue parti. Le propriet di una tale figura rimangono dunque inalterate in tutti i movimenti dello spazio, nelle sue trasformazioni per similitudine, nel processo di riflessione (specchiamento) come pure in tutte le trasformazioni che risultino da composizioni di queste.138

Cos, conclude Klein:


Il complesso di tali trasformazioni lo chiameremo gruppo principale di trasformazioni dello spazio: le propriet geometriche non si alterano nelle trasformazioni del gruppo principale. E inversamente possiamo anche dire: le propriet geometriche sono caratterizzate dalla loro invariabilit rispetto alle trasformazioni del gruppo principale139.

134 135

Klein (1872 [1890], p. 2). Ibid. 136 La teoria degli invarianti rappresenta uno dei capitoli pi interessanti della matematica della second met dellottocento: come tutte le strade portano a Roma annotava Sylvester nel 1864 cos io trovo che, almeno nel mio caso, tutte le ricerche algebriche prima o poi finiscono in quel capitolo dellalgebra moderna sul cui ingresso risplende la scritta: Teoria degli invarianti (in Bottazzini, 2003, p. 215). Insieme alle ricerche dello stesso J. J. Sylvester (1814-1897) segnaliamo i lavori di A. Cayley (1821-1895), che si distinse per la risoluzione di problemi fondamentali nel dominio dellalgebra delle matrici (Cfr. ivi, pp. 218-219 e Yaglom, 1988, cap. V). 137 Klein (1872 [1890], p. 4) 138 Ibid. 139 Ibid.

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In seguito, facendo astrazione dall immagine sensibile e considerando, al posto dello spazio, una qualunque variet tridimensionale su cui agisce un gruppo di trasformazioni, Klein enuncia il problema generale di: studiare le forme appartenenti alla variet per quanto concerne quelle propriet che non si alterano nelle trasformazioni del gruppo dato140. In altri termini, conclude lautore: data una variet e in questa un gruppo di trasformazioni. Si sviluppi la teoria invariantiva relativa al gruppo medesimo141. Una volta assodato che la distanza tra coppie di punti, e dunque la congruenza tra figure, pu essere definita come un invariante rispetto al gruppo dei movimenti rigidi, possiamo concludere che la nozione di congruenza tra figure non pu darsi in assoluto, ma solo relativamente ad una ben determinata struttura142. Rileva in proposito Louis Rougier:
tout groupe conduit dfinir une certaine sorte dgalit: ainsi, deux figures sont dites gales en Analysis Situs, si lon peut passer de lune lautre laide dune transformation ponctuelle continue quelconque; deux figures sont dites gales, en gomtrie projective, si lon peut passer de lune lautre laide dune homographie; deux figures sont dites gales, en gomtrie mtrique, si lon peut passere de lune lautre laide dun dplacement143.

Tanto il Programma di Erlangen, quanto lo sviluppo della teoria degli invarianti e i lavori di Helmholtz sui fondamenti della geometria costituirono dei riferimenti imprescindibili per le successive ricerche di S. Lie. Abbiamo ricordato che questultimo si
140 141

ivi., p. 5. Cfr. Bottazzini (2003, p. 223). ibid 142 Si tratta del principio che Poincar, in un articolo del 1899 definisce principe de relativit: nella geometria metrica, scrive lautore, esso sta ad indicare che nulla distingue una figura formata da un punto, da una retta passante per quel punto e da un piano passante per quella retta da unaltra figura formata dai medesimi elementi (punto, retta e piano nelle relazioni sopra definite). In geometria proiettiva per assume uun significato ben diverso: ce principe veut dire que rien ne distingue un systme de cinq points dun autre systme de cinq points. In tal modo, uniperbole e unellisse non differiscono, dal punto di vista della geometria proiettiva, che per la quantit, pur restando qualitativamente indiscernibili. Con laffermare che il principio di relativit valido tanto per la geometria metrica quanto per la proiettiva, Poincar vuole allora sostenere che: dans les deux gomtries, il y a des choses que lon ne peut pas distinguer les unes des autres. Mais ce ne sont pas les mmes choses. Il convient cependant dajouter que ce qui est indiscernable pour la gomtrie mtrique lest galement pour la gomtrie projective; mais la rciproque nest pas vraie, et la gomtrie mtrique permet de distinguer des choses qui seraient indiscernables pour la gomtrie projective Poincar (1899, p. 269). In termini matematici, riconosce Poincar: cela veut dire que les deux gomtries ont ceci de commun que lune et lautre tudient un groupe; mais que ce nest pas le mme groupe; que cependant le groupe mtrique est contenu dans le groupe projectif (ibid). Per converso, Poincar osserva che linsieme delle trasformazioni che serve a definire leguaglianza tra due figure deve essere tale da formare un gruppo: donc la catgorie des transformations qui sert definir lgalit des figures dot tre telle que si deux transformations et en font partie, il sera de mme de leur combinaison + (ibid.). Va per osservato che se allassioma secondo cui due quantit uguali a una terza quantit sono uguali tra loro, definiamo luguaglianza tra due figure alla luce dell assioma il tutto maggiore delle parti, otterremo che solo il gruppo dei movimenti rigidi, o delle isometrie, d luogo ad una nozione di congruenza tale da soddisfare entrambi i postulati (ibid.). 143 Rougier. Le medesime posizioni sono ribadite anche da Poincar (1899), il quale scrive: a chaque groupe correspond une gomtrie, et la ntre, qui correspond au groupe des dplacements dun corps solide, nest quun cas trs particulier. Mais tous les groupes que lon peut imaginer possderont certaines proprits communes, et ce sont prcisment ces proprits communes qui limitent le caprice des inventeurs des gomtries.

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applic in particolare allo studio dellarticolo di Helmholtz, apportandovi integrazioni e correzioni. Tra i limiti pi evidenti che possiamo ascrivere al lavoro del geometra tedesco, rileviamo: a) lassenza di una trattazione esplicita della struttura del gruppo che fonda la geometria euclidea, e b) lassenza di una distinzione tra i movimenti finiti e i movimenti infinitesimi, laddove lautore estende indebitamente ai secondi i risultati del caso finito. Tale confusione viene, al contrario, apertamente criticata144 da Lie nel terzo tomo della Theorie der Transformationsgrppen, in cui lautore affronta e risolve la questione che diverr nota col nome di problema di Helmholtz Lie145. Nel caso dell infinitamente piccolo, Lie suppone che le trasformazioni corrispondenti a ciascuna delle tre geometrie appartengano tutte a un gruppo reale e continuo di trasformazioni (i); inoltre assume la libera mobilit nellinfinitesimo146. Su tale base pu sostenere che:
si n 3, le groupe des mouvements euclidiens et les deux groupes des mouvements non-euclidiens de Rn sont caractriss de faon complte lorsquon stipule quils doivent avoir dans un point rel de situation gnrale la libre mobilit dans lifinitesimal26. Si n 3, le groupe des mouvements euclidiens et les deux groupes des mouvements non-euclidiens de Rn sont caractriss de faon complte lorsquon stipule quils doivent avoir dans un point rel de situation gnrale la libre mobilit dans lifinitesimal147.

144

consideriamo, ad esempio, un punto di coordinate x, y, z. Indicheremo le sue coordinate dopo uno spostamento infinitesimo con x, y, z. Scriveremo pertanto: x = x + y = y + + x + x2 + x3 + x4 = y + 0 z = z + + 2x + 3x2 + 4x3 = z + 4 (x) dove le espressioni 4 (x) e 4 (x) stanno ad indicare, rispettivamente, una funzione di quarto grado e la sua derivata. Se ora teniamo un punto fisso quale origine delle coordinate, le equazioni che descrivono una trasformazione infinitesima, potranno scriversi nella forma: x = x y = y + x2 + x3 + x4 z = z + 2x + 3x2 + 4x3. Se tuttavia trascuriamo gli infinitesimi di ordine inferiore, possiamo scrivere: x = x y = y z = z + 2x i gradi di libert di un corpo nellintorno di un punto fisso saranno perci 1, e non 3. 145 Nelle parole di Poincar il problema di Helmholtz- Lie pu riassumersi in questi termini: caractriser par des axiomes les groupes des dplacements correspondants aux mtriques euclidiennes et non-euclidiennes, en les distinguant de tous les groupes possibles de transformation dune varit. 146 Cfr. J. Vuillemin (1962 [1992], p. 420). 147 Ibid.

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La seconda soluzione invece pi elaborata, e viene data solo per il caso tridimensionale (R3). Le trasformazioni euclidee e non euclidee sono caratterizzate dai seguenti quattro assiomi: L1: Lo spazio una variet numerica a tre dimensioni, nella quale possiamo fissare un sistema di coordinate. L2: i movimenti dello spazio formano un gruppo continuo reale generato da trasformazioni infinitesimali. L3: Se viene fissato un punto reale qualsiasi di coordinate y01, y02, y03, tutti i punti reali x1, x2, x3 coi quali pu coincidere un altro punto di coordinate reali x01, x02, x03 soddisfano unequazione della forma: W(y01, y02, y03; x01, x02, x03; x1, x2, x3) = 0

Che rappresenta lequazione di una superficie reale passante per il punto x01, x02, x03. L4: Nellintorno del punto P (y01, y02, y03) esiste una regione tridimensionale di dimensione finita tale che, tenendo fisso P, ogni altro punto possa essere condotto, attraverso una trasformazione continua, in uno qualunque dei punti situati sulla superficie sopra definita148. Gli assiomi L1 L4 consentono di definire solo tre metriche possibili, a cui corrispondono tre differenti gruppi (ciascuno dei quali specifica una peculiare funzionedistanza), che chiameremo, seguendo Lie e il commento di Rougier, gruppi metrici149. I gruppi metrici possiedono le seguenti propriet: (i) un punto A pu essere portato in una qualunque posizione A attraverso un numero infinito di trasformazioni possibili.

148 149

Cfr, Rougier (1920, pp. 69-70), e Vuillemin (1962 [1992], pp. 420-421). Il [Sophus Lie] a montr de plus que le systme daxiomes choisi par lui caractrise les groupes continus de transformations projectives concernat une quadrique ordinaire ou dgnre, et les groupes qui leur sont isomorphes () nous appellerons mtriques ces diffrents groupes (Rougier, 1920, p.71). il rapporto tra gruppi metrici e geometria proiettiva verr affrontato nel seguito, commentando larticolo di Poincar del 1887.

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(ii) ogni gruppo ammette uno e un solo invariante definito da due punti (una funzione distanza). (iii) Se esiste una trasformazione che manda una coppia di punti A, B nella coppia A, B, esistono infinite trasformazioni di questo genere. Di conseguenza, esistono infinite trasformazioni che mandano una coppia di punti A, B in s stessa. Ma tali trasformazioni lasciano invariati non solo i due punti, ma lintera retta AB, chiamata linea principale relativa al gruppo150. (iv) Per due punti passa sempre una linea principale relativa al gruppo. (v) Per tre punti qualsiasi dello spazio passa una superficie denominata superficie principale relativa al gruppo, tale che ogni retta principale passa due qualunque dei suoi punti151. Solo se aggiungiamo il seguente assioma (II): il gruppo composto da trasformazioni tali che ogni punto dello spazio descriva una linea principale relativa al gruppo152. Otterremo in tal modo un solo gruppo che soddisfa agli assiomi (i) (v) e (II): un solo gruppo, in altri termini, ammette un fascio di parallele invariante. Si tratta, segnatamente, del gruppo corrispondente alla geometria euclidea, che possiamo caratterizzare, con Lie, attraverso i sei assiomi sopra elencati. In tal modo, Lie ritiene di aver enumerato le condizioni necessarie e sufficienti che distinguono la metrica euclidea dalle metriche non euclidee. Tuttavia, a differenza di Helmholtz, il matematico norvegese non affronta il problema di specificare quale geometria descriva il mondo fisico. Sembra anzi che tale questione non abbia sfiorato la mente di Lie, pi attento agli aspetti tecnici del proprio lavoro che alle implicazioni metafisiche153. Nondimeno, le conclusioni tratte da Lie lasciano ampio spazio alla riflessione filosofica. la questione stessa dei fondamenti della geometria a dover essere riformulata, una
150

Si lon considre deux points quelconque dans lespace, il y aura dans le groupe certains mouvements qui lasseront ces deux points immobiles; tous ces mouvements laisseront galement immobiles tous les points dune certaine ligne que jappellerai ligne principale relative ce groupe. De l rsulte quon peut par deux points quelconque mener une ligne principale relative au groupe. Poincar (1899, p. 277). 151 Par trois points quelconque de lespace passe une surface que jappellerai surface principale relative au groupe et qui contient toute entire la ligne principale relative au groupe que lon peut mener par deux quelconque de ses points (ibid.). 152 Rougier (1920, p.71). 153 This throughbred mathematician scrive Torretti does not waste a word on the matter. Torretti (1978, p. 179).

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volta accertata la compossibilit dei tre gruppi metrici: quali ragioni (a priori o a posteriori) inducono a definire il concetto di spostamento (movimento) rigido di una figura attraverso gli assiomi (i) (v) e (II)? E sulla base di quali argomenti abbiamo il diritto di riservare il nome di rette e piani alle linee e alle superfici principali relative a questo gruppo? Lintervento di S. Lie lascia naturalmente aperta la discussione intorno allo statuto dei fondamenti della geometria:
on peut discuter scrive Poincar nellarticolo del 1887 les hypothses fondamentales de la gomtrie si lon doit donner ces propositions le nom daxiomes, dhypothse ou de postulat, si lon doit les considrer comme des faits exprimentaux, ou comme des jugements analytiques, ou encore comme des jugements synthtiques a priori154.

Daltro canto, rileva Poincar, nemmeno il problema interessante da un punto di vista logico di quali siano le premesse della geometria pu considerarsi completamente risolto:
quelles sont les prmisses de la gomtrie, les propositions indmontrables sur lesquelles repose cette science, en excluant, bien entendu, les propositions qui sont dj ncssaires pour fonder lanalyse? Car nous regardons les rsultats de lAlgbre et de lAnalyse pure comme dj connus au moment o lon aborde ltude de la Gomtrie. Bien que ce problme ait depuis longtemps proccup les gomtres, la question ne saurait tre regarde comme puise.

Anche per Poincar, come per Lie, la geometria presuppone algebra e analisi; del resto, lintero impianto argomentativo presentato dal matematico francese nel suo lavoro del 1887 poggia da un lato sulla teoria dei gruppi continui, e dallaltro sugli articoli di Klein intorno alle geometrie non euclidee e al rapporto tra geometria metrica e proiettiva. Al riguardo, Poincar osserva che ci sono note solo tre geometrie a due dimensioni: la geometria euclidea155, la geometria di Riemann156 e la geometria di Lobatchevskij157, e queste riposano tutte sulle stesse ipotesi fondamentali (nella fettispecie, le condizioni sopra elencate L1- L4). Nel seguito dellarticolo, lautore costruisce per ciascuna delle tre geometrie un modello su una superficie di secondo ordine, generalizzando il caso della geometria di Riemann che com noto, non differisce dalla geometria sferica, purch conveniamo di chiamare rette i

154 155

Poincar (1887 [1956], p. 203). La gomtrie euclidienne, o la somme des angles dun triangle est gale deux droits.... Poincar, 1887 [1956], p. 204. 156 o cette somme est plus grande que deux droits (ibid.). 157 o cette somme est plus petite que deux droits (ibid).

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meridiani della sfera158. Questo procedimento ricalca da vicino quello impiegato da Klein in un articolo del del 1871: Sulle cosiddette geometrie non euclidee e in uno del del 1873: Sulle geometrie non euclidee, tenendo in considerazione anche le osservazioni contenute nel programma di Erlangen (1872) a proposito del rapporto tra geometria proiettiva e geometria metrica. lo stesso Klein a ricordare che:
le propriet metriche debbono considerarsi come relazioni proiettive rispetto ad una forma fondamentale, il cerchio immaginario allinfinito, forma che ha la propriet di trasformarsi in s stessa in quelle sole trasformazioni proiettive che appartengono altres al gruppo principale.159

Dunque, le geometrie metriche stanno in unopposizione solo apparente rispetto alla proiettiva, malgrado questultima sembri fare a meno del concetto di distanza per fondarsi su considerazioni puramente descrittive, e consideri come qualitativamente indifferenti tutte le coniche (i sistemi di cinque punti di cui parla Poincar), che invece dal punto di vista metrico possiedono propriet specifiche. Felix Klein, muovendo dalle ricerche di A. Cayley contenute nelle Sixth memoir upon quantics160, propose di applicare la metrica generale di Cayley allo studio delle geometrie non euclidee:
seguendo il procedimento di Cayley, possibile costruire una metrica proiettiva generale riferita a una qualsiasi superficie di secondo grado considerata come superficie fondamentale. Questa metrica proiettiva offre, a seconda del tipo di superficie di secondo grado usata, un modello per le diverse teorie delle parallele formulate nei lavori citati161.

Tale metrica, per:


non fornisce soltanto un modello di quelle teorie, ma ne rivela addirittura lintrinseca struttura162.

158 159

ivi. p. 205. Klein (1872 [1890], p. 9). 160 A F. Klein dobbiamo solo in parte il merito di aver chiarito le relazioni tra le due specie di geometrie, in quanto questultimo riprende consapevolmente alcune parti delle Memoirs upon quantics di Arthur Cayley, apparse nelle Philosophical transactions tra il 1854 e il 1878. Fu proprio Cayley a ricordare che le propriet metriche di una figura non sono le propriet metriche di una figura considerata per s a prescindere da qualsiasi altra cosa, ma le sue propriet quando sono considerate in connessione con unaltra figura, cio con la conica chiamata assoluto. Nella sesta delle Memoirs, infatti, Cayley dimostrava che la metrica euclidea poteva essere ottenuta fissando la conica assoluta costituita dalla coppia di punti ciclici, cio i punti di intersezione di una retta allinfinito con ogni circonferenza (Bottazzini, 2003, p. 219). Era dunque possibile cos concludeva il matematico inglese derivare il dominio della geometria metrica dalla geometria proiettiva fissando una conica come standard di riferimento () La geometria metrica allora parte della geometria descrittiva, e la geometria descrittiva tutta la geometria. Descriptive geometry is all geometry: in questa celebre frase di A. Cayley si trova una delle pi eloquenti anticipazioni del programma Kleiniano. 161 Klein (1871 [1998], p.41). 162 ibid.

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Tuttavia, a differenza di Cayley, che aveva dedotto la nozione di distanza euclidea tra due punti A e B nella forma di un invariante proiettivo, pur esponendosi ad un evidente circolo vizioso (lintroduzione di un sistema di coordinate, necessario a definire la funzione D, presuppone a sua volta lassegnazione di una metrica163), Klein nel suo lavoro del 1871 fece propria la costruzione di Von Staudt164. Quindi decise di trasferire la metrica generale di Cayley allo spazio165, per poi prendere come assoluto non una conica ma una quadrica:
considero una qualsiasi superficie di secondo grado e lassumo come superficie fondamentale. La retta che unisce due punti dello spazio interseca la superficie fondamentale in altri due punti. I quattro punti in questione formano un birapporto: il logaritmo di questo birapporto, moltiplicato per una certa costante arbitraria c, sar per definizione la distanza tra i punti dati166.

Lassegnazione di una metrica nel piano proiettivo dipende dal tipo di superficie fondamentale scelto: la determinazione metrica proiettiva generale produce inoltre, con una scelta appropriata della superficie fondamentale, una geometria metrica in grado di rappresentare sia la geometria ellittica, sia quella iperbolica167 oltre, naturalmente, alla geometria euclidea. Risulteranno allora tre casi:

la superficie fondamentale immaginaria. In questo caso la geometria ellittica. la superficie fondamentale reale, non rigata e ci racchiude. lipotesi della geometria iperbolica. (intermedio) La superficie fondamentale degenerata in una curva immaginaria.. lipotesi dellusuale geometria parabolica168.

Che corrispondono, rispettivamente, allipotesi dellangolo ottuso, dellangolo acuto e alla usuale geometria euclidea. Le conclusioni di Klein possono essere interpretate anche alla luce della teoria dei gruppi di trasformazione: ciascuno dei tre gruppi metrici pu cos essere considerato un

163 164

Bottazzini (2003, p. 219). Von Staudt si serv di un calcolo con i Wurfe (tetradi) per liberare la nozione di birapporto da ogni riferimento metrico e fondare su basi puramente proiettive la geometria proiettiva () cos, per esempio, fissati arbitrariamente su una retta tre punti 0, 1, , il Wurf formato con essi da un punto P della retta, determinato con una costruzione geometrica che in realt risaliva a Mbius, era assunto da Von Staudt come coordinata proiettiva di P(Bottazzini 2003, p. 201-02). 165 Bottazzini (2003, p. 219). 166 Klein (1871 [1998], p. 45). 167 Ibid. 168 ivi. p. 49.

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sottogruppo del gruppo proiettivo, costituito dalle sole trasformazioni che lasciano invariato lassoluto169. Applicando gli stessi metodi di Lie, ma tenendo al contempo presenti i risultati di F. Klein, Poincar offre nellarticolo del 1887 uninteressante soluzione al problema di Helmholtz-Lie. Abbiamo gi accennato al metodo seguito dal matematico francese: egli considera una superficie di secondo ordine qualsiasi, e decide, mediante unopportuna interpretazione, di chiamare rette le sezioni piane diametrali, e circonferenze le sezioni piane non diametrali170. Il concetto di angolo viene definito di conseguenza: per un punto sulla superficie si facciano passare due sezioni piane diametrali (due rette secondo la nostra nomenclatura), allora langolo tra due rette sar il logaritmo del birapporto determinato dalle due tangenti alle sezioni piane e dalle due generatrici passanti per il punto in questione. Nel caso in cui le due generatrici non siano reali, per ottenere la misura di un angolo baster dividere il birapporto ottenuto come sopra per -1. Siamo cos arrivati a costruire il seguente dizionario:

spazio .. retta.. circonferenza .. angolo

quadrica sezione piana diametrale sezione piana non diametrale logaritmo del birapporto tra le tangenti alle sezioni piane e le generatrici.

Lunghezza di un segmento logaritmo del birapporto determinato dalle estremit di un arco di conica determinato da una sezione piana diametrale e dai punti di intersezione dellarco con la quadrica fondamentale.

Tra gli angoli e le lunghezze cos definiti potr essere stabilito un insieme di relazioni, che costituiranno un insieme di teoremi scrive Poincar analoghi a quelli della geometria
169

Le medesime conclusioni sono riportate nel programma di Erlangen: le propriet metriche debbono considerarsi come relazioni proiettive rispetto ad una forma fondamentale, il cerchio immaginario allinfinito, forma che ha la propriet di trasformarsi in s stessa in quelle sole trasformazioni proiettive che appartengono altres al gruppo principale. Klein (1872 [1890], p. 9). 170 Nous conviendrons de donner le nom de droites aux sections planes diamtrales de cette surface et le nom de circonfrences aux sections planes non diamtrales. Poincar (1887 [1956], p.81)

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piana171. Lautore distingue tre specie di geometrie quadratiche, a seconda che la superficie fondamentale sia un ellissoide, un iperboloide a due falde o un paraboloide ellittico:
Si la surface fondamentale est un ellipsoide, la gomtrie quadratique ne diffre pas de la gomtrie de Riemann. Si la surface fondamentale est un hyperboloide deux nappes, la gomtrie quadratique ne diffre pas de celle de Lobatchevski. Si cette surface est un paraboloide elliptique, la gomtrie se rduit celle dEuclide ; cest un cas limite des deux cas prcedents172.

Tuttavia la limitazione a queste sole quadriche appare ingiustificata, dal momento che vengono esclusi dalla trattazione, ad esempio, lipeboloide ad una falda e le sue degenerazioni. I modelli di geometria sulliperboloide ad una falda, tuttavia, implicano almeno tre proposizioni talmente contrarie alle abitudini del nostro spirito. Si tratta, nella fattispecie: (i) la distanza tra due punti posti sulla stessa generatrice rettilinea nulla, (ii) possiamo individuare due specie di rette, le prime corrispondenti alle sezioni diametrali ellittiche, le seconde alle sezioni diametrali iperboliche, che non possono, attraverso un movimento reale, essere fatte coincidere. (iii) impossibile portare una retta a coincidere con se stessa dopo una rotazione attorno ad uno dei suoi punti. Tous les gomtres conclude Poincar ont implicitement suppos que ces trois propositions sont fausses, et vraiment ces trois propositions sont trop contraires aux habitudes de notre esprit pour quen les niant les fondateurs de la gomtrie qui aient cru faire une hypothse et aient song lnoncer173. Pertanto, assumendo la falsit di (i) (iii) e, di conseguenza, restringendo il novero delle superfici fondamentali alle tre sopra ricordate, i geometri hanno enunciato un ulteriore ipotesi, che Poincar non sembra ritenere pi vera dellipotesi contraria, ma solo pi consona ad una disposizione soggettiva, quale linsieme delle habitudes de notre esprit174. Dopo aver enunciato le possibili geometrie quadratiche, lautore, nel solco di S. Lie, prende in considerazione le applicazioni della teoria dei gruppi ai seguenti problemi: quali sono le ipotesi comuni alle geometrie quadratiche? Quali ipotesi distinguono le geometrie quadratiche dalle altre geometrie di Euclide175?
171

Il y aura, entre les angles et les longuers ainsi dfinis, un certain nombre de relations, qui constitueront un ensemble de thormes analogues ceux de la gomtrie plane. Ibid. 172 Poincar (1887 [1956], p. 82). 173 Ibid. 174 ibid. 175 I. Quelles sont les hypothses communes toutes les gomtries quadratiques? IIQuelles sont les hypothses qui distnguent la gomtrie dEuclide des autres gomtries quadratiques? Ivi, p. 82-83.

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Ogni geometria a due dimensioni, precisa Poincar, presuppone i seguenti postulati: 1867 1868 Il piano ha due dimensioni. La posizione di una figura nel piano determinata da tre condizioni.

Tenendo conto di queste premesse, il movimento di una figura piana sar descritto dalle equazioni: x1 = (x, y, , , ) y1 = (x, y, , , )

un punto di coordinate (x, y) si trover, dopo lo spostamento, nella posizione (x1, y1). Osserviamo inoltre che e sono due funzioni delle x, delle y e dei tre parametri , , . Inoltre loperazione seguente: [x, y; (x, y, , , ), (x, y, , , )], definir uno dei movimenti possibili di una figura piana. Assumiamo poi che per certi valori dei parametri , , (ad esempio per = = = 0) si abbia: (x) = x (x) = y. Sar in tal modo definita loperazione identica . Di conseguenza linsieme delle operazioni costituir un gruppo continuo di ordine 3 (poich nelle equazioni figurano tre parametri). In merito alla continuit del gruppo, Poincar ritiene di poter definire la nozione di operazione infinitesimale nel modo seguente:
Nous appellerons opration infinitsimale (ou mouvement infinitsimale) une opration par laquelle , , ont des valeurs infiniiment petits et que nous pourrons crire

51

(x, y; x +

d d d d d d + + d d ): d + d + d ; y + d

M. Lie reprsente une pareille opration par la notation suivante:

S = p(

d d d d + d + d d d d + q d ,

) + q(

d d d + + d d d )

A=p

p B=

d d +q d d

p C=

d d +q d d

Semplificando i termini, otterremo che unoperazione infinitesimale S pu scriversi come: S=A + B + G, in cui le operazioni A, B, C, sono definite sostituzioni fondamentali. Osserviamo che ogni operazione infinitesimale pu essere scritta come combinazione lineare delle tre sostituzioni fondamentali; daltro canto la scelta di queste ultime in una certa misura arbitraria, poich a loro volta possono essere sostituite da altrettante loro combinazioni lineari. S. Lie, infatti, ha mostrato che le sostituzioni A, B, C possono essere rimpiazzate dalle seguenti: [A, B] = A + B + C. [A, C] = A + B + C. [B, C] = A + B + C in cui i coefficienti , , rappresentano delle costanti tali che risulti: 52

[A, [B, C]]] + [B, [C, A]] + [C, [A, B]] = 0176.

I tre operatori [A, B], [A, C] e [B, C], combinazioni lineari di A, B e C, definiscono le relazioni di struttura di un gruppo. Attribuendo valori definiti alle costanti (ad esempio prendendo = = = 0) e operando opportuni cambiamenti di coordinate, Poincar ottiene valori particolari per ciascuna sostituzione fondamentale177. In tal modo arriviamo ad isolare 6 casi, di cui uno, in cui verificata la permutabilit delle sostituzioni A e B, rappresenta la struttura del gruppo dei movimenti euclidei. Rimangono allora 5 casi che corrispondono, una volta posto che ad un determinato gruppo di trasformazioni si pu far corrispondere una determinata geometria, ad altrettanti sistemi geometrici. Gli assiomi A e B consentono, infine, di isolare, accanto al gruppo euclideo, altri tre gruppi, di cui uno corrisponde alle geometrie quadratiche178. I due restanti, al contrario, definiscono geometrie interamente nuove: pourquoi si chiede Poincar Euclide ne la t il pas rencontre? Ou plutt quelle est lhypothse quil a fait implicitement et qui la empch de rencontrer cette gomtrie?179. Consideriamo uno dei due gruppi, il quale dia luogo ad una sostituzione infinitesimale del tipo: p + q + e x + y (ap + bq). I punti che la sostituzione lascia invarianti sono definiti a loro volta dallequazione: e x + y = - / a = - /b. Da cui ricaviamo che solo se / a = / b un numero di punti infinito rester immobile. Ci del resto contrario ad un ipotesi che viene implicitamente ammessa tanto in geometria euclidea quanto nelle geometrie senza postulato: quando una figura piana non lascia il suo piano e due suoi punti restano immobili, lintera figura resta immobile180.
176 177

Poincar (1887 [1956], p. 85) possibilie infatti scegliere le cosanti in modo tale che [A, B] = B e il sistema di coordinate in modo che A si riduca al valore p. B avr allora la forma seguente:

B = e x [h1(y) + q2(y)] 178 A = p, B = qe x,


179 180

C = e- x [(ay + b)p + q (a / 2 y2 + by + c)]

Poincar (ivi, p. 87). C. Quand une figure plane ne quitte pas son plan et que deux de ses points restent immobiles, la figure toute entire reste immobile. Poincar (ivi, p. 89). Infatti nella nuova geometria di cui Poincar ha definito il

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Linsieme seguente di ipotesi caratterizzer allora, in modo necessari e sufficiente, le tre geometrie quadratiche: a. Il piano ha due dimensioni; b. La posizione di una figura nel piano determinata da tre condizioni. c. Quando una figura piana non lascia il piano su cui giace, e due suoi punti restano immobili, lintera figura resta immobile181. Se vengono aggiunte le ipotesi: La distanza tra due punti nulla se e solo se i due punti coincidono, Quando due rette si intersecano in un punto, possibile farle coincidere per mezzo di una rotazione attorno al punto di intersezione, Dal novero delle geometrie quadratiche verr esclusa la geometria sulliperboloide ad una falda. Lipotesi F consente inoltre di escludere la geometria sferica: 1) Due rette possono intersecarsi la massimo in un punto. Mentre lipotesi G circoscrive la geometria euclidea: 2) La somma degli angoli di un triangolo una costante182.

gruppo di trasformazioni, o non vi sono punti lasciati immobili da un movimento, o ve ne sono infiniti. Il che equivale a sostenere che nel gruppo associato a tale geometria non trova posto alcun sottogruppo analogo al gruppo di rotazioni attorno a un centro, la cui caratteristica risulta proprio quella di avere tale punto quale punto unito del sottogruppo. 181 Poincar (ivi, p. 89). 182 Poincar (ivi, p. 90). Nelle geometria iperbolica, infatti, non esistono triangoli (e, pi generalmente, figure) simili si confronti la nota 22- ma la somma degli angoli interni varia con la superficie del triangolo stesso. In particolare, se gli angoli interni di due triangoli sono rispettivamente uguali, i due triangoli sono congruenti. In tal modo possibile associare, ad una data misura angolare, una lunghezza specifica: as can be easily shown leggiamo in una lettera scritta da Gauss a Gerling nel 1816 - if Euclidean geometry is not the true geometry, then no similar figures exist at all; in pan equilateral triangle the angle changes with the lenght of the side, and i find nothing absurd in this. In this case the angle is a function of the side, and the side a function of the angle, however, in the latter function a certain constant lenght appears. It seems paradoxical that there exists a line segment, a lenght, which seems to be given a priori; but I find nothing contradictory in this. It would even be desiderable that Euclidean geometry be untrue, because we would then have at our disposal a general a priori measure. Come Gauss, del resto, nemmeno Poincar ritiene paradossale che una geometria possa esprimere una misura di lunghezza assoluta: assurdo, si dice, supporre che una lunghezza possa essere uguale a un numero astratto. Ma perch? Perch assurdo per una lunghezza e non assurdo per un angolo? Non c che una risposta possibile. Ci sembra assurdo perch contrario alle nostre abitudini di pensiero. (Poincar, 1899, p. 57).

54

Linsieme di ipotesi A-G costituisce, negli intenti di Poincar, una caratterizzazione esaustiva della geometria euclidea, che tenga conto dei metodi sviluppati da Lie e delle ricerche di Helmholtz, e, prima ancora, di Riemann. Significativamente, nella parte finale dellarticolo Poincar si richiama alla celebre memoria di Riemann, per rilevare per le differenze tra i metodi e risultati che corrono tra i due lavori. Se da un lato, infatti, Riemann caratterizza una geometria per lespressione delleleemnto darco in funzione delle coordinate183, Poincar, secondo la lezione di Helmholtz e S. Lie, prende come punto di partenza la possibilit del movimento, o piuttosto, lesistenza di un gruppo di movimenti che non alterano le distanze184. Nel primo caso si avranno, seguendo il metodo di Riemann, geometrie incompatibili con il movimento di una figura invariabile185, che Poincar ritiene puramente analitiche e dunque non suscettibili di dimostrazioni analoghe a quelle di Euclide186, mentre nel secondo caso, il numero delle geometrie compatibili con queste premesse sar limitato. Lautore si riferisce naturalmente alle ipotesi enunciate nellarticolo del 1887, che consentono di concludere: Se dunque si ammette la possibilit del movimento si potr inventare solo un numero finito di geometrie a tre [o due] dimensioni187. La teoria dei gruppi continui ha dunque il merito, osserva il nostro, di limitare il capriccio degli inventori di geometrie, obbligandoli a non violare le propriet (i) (v) sopra elencate. Tale concezione fonda, beninteso, lidea che lo spazio sia, kantianamente, la forma dei fenomeni del mondo esterno. Malgrado le critiche rivolte da Poincar allepistemologia kantiana della geometria, il matematico non ne demolisce limpostazione di fondo, ma, al contrario, finisce per accentuare egli stesso il carattere a priori della conoscibilit dello spazio. Del pari, egli integra limpianto dellestetica trascendentale alla luce della scoperta delle geometrie non euclidee e della teoria dei gruppi, che gli permette di dedurre interamente a priori dalla forma generale del senso esterno: le principe de la relativit de position, in base al quale ogni gruppo conduce a definire una sorta di uguaglianza o congruenza188. La metrica , in tal modo, inscritta nella forma dello spazio, e la sua scelta si riduce, in sostanza, alla scelta di uno tra i tre gruppi che stanno alla base della geometria euclidea e delle due

183

Riemann caractrise une gomtrie par lexpression de llment darc en fonction des coordonnes. Poincar (1887 [1956], p. 90). 184 Ibid. 185 Poincar (1902 [2003], p.81). 186 ibid.. 187 Si donc on admet la possibilit du mouvement, on ne pourra invente quun nombre fini (et mme assez restreint) de gomtries.... Poincar (1887 [1956], p. 90). 188 Cfr. Poincar (1899), Vuillemin (1962 [1992], pp. 426-427.

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geometrie non euclidee. Nella prospettiva di Poincar, il criterio su cui fondare questa scelta a costituire un problema:
on peut se demander maintenant que ce sont ces hypothses. Sont-ce des faits exprimentaux, des jugements analytiques ou synthtiques a priori? Nous devons rpondre ngativement ces trois questions. Si ces hypothses taient des faits exprimentaux, la gomtrie serait soumise une incessante rvision, ce ne serait pas une science exacte; si elles taient des jugements synthtiques a priori, ou plus forte raison des jugements analytiques, il serait impossible de sy soustraire et de rien fonder sur leur ngation.

Proprio perch lesistenza di un gruppo non incompatibile con quella di un altro non vi sono ragioni a priori perch si possa ritenere alcuna delle geometrie compatibili con le ipotesi A- G inadatta a descrivere il mondo esterno. La compossibilit delle tre geometrie trova una nuova giustificazione nellesistenza189 delle strutture algebriche che stanno a fondamento di ciascuna di esse, giustificazione che si aggiunge alla dimostrazione della coerenza relativa190 dei sistemi non euclidei e la completa. Tuttavia laffermazione di Poincar secondo cui la vrit de la gomtrie dEuclide nest pas incompatible avec celle de la gomtrie de Lobatchevski, puisque lexistence dun groupe nest pas incompatible avec celle dun autre groupe191 richiede unulteriore delucidazione a proposito della nozione di verit. Osserviamo, infatti, che dal punto di vista della moderna assiomatica, ha senso
189

Si ricordi che Poincar stesso sostiene, a proposito dellesistenza degli enti matematici, la posizione secondo cui u ente matematico esiste posto che la sua definizione non implichi contraddizione (Poincar, 1902, p.77). 190 Il problema della coerenza di un sistema di assiomi cos riassunto ne La scienza e lipotesi Le teorie di Lobatchevskij e di Riemann - scrive Poincar a commento dellopera di Beltrami non presentano alcuna contraddizione; ma per quanto numerose siano le conseguenze che questi due geometri hanno tratto dalle loro ipotesi, essi hanno dovuto fermarsi prima di averle esaurite tutte () chi ci dice allora che, se avessero spinto oltre le loro deduzioni, non avrebbero finito per giungere a qualche contraddizione?. Beltrami prosegue Poincar ha ricondotto () la geometria di Lobatchevskij a due dimensioni a una branca della geometria ordinaria. Beltrami consider una particolare superficie detta pseudosfera, una superficie a curvatura costante negativa, sulla quale era possibile introdurre coordinate curvilinee considerando un sistema di geodetiche ortogonali tra loro . In questo modo, leggiamo nel saggio di Beltrami, le nozioni e i teoremi della geometria iperbolica ricevono uninterpretazione vera e propria, poich diventano costruibili sopra una superficie reale. Non solo, ma ricorrendo a un opportuno dizionario, le proposizioni della geometria non euclidea a due dimensioni sono traducibili nel relativo modello euclideo. In questo modo viene scaricata sul sistema euclideo la responsabilit della coerenza della geometria iperbolica ( cfr. Mangione, Bozzi, 1992 [2001], p. 61). Una soluzione analoga, relativa alla geometria riemanniana, viene presentata da Poincar ne La scienza e lipotesi. Lesposizione, particolarmente perspicua, del modello di geometria ellittica che troviamo nellopera del 1902 affidata a questo esperimento mentale ma supponiamo che () animali immaginari () privi di spessore, abbiano la forma di una figura sferica () e che siano tutti sopra una stessa sfera senza potersene allontanare. Quale geometria potranno costruire? Dapprima, chiaro che essi non attribuiranno allo spazio che due dimensioni () in altre parole, la loro geometria sar quella sferica. Poincar (1902 [2003], p. 86). La geometria di Riemann -conclude Poincar - la geometria sferica estesa a tre di dimensioni . Una retta nella geometria ellittica corrisponder dunque a un arco di cerchio massimo, lo spazio avr due dimensioni, sar illimitato (su una retta si pu sempre andare avanti senza mai fermarsi), ma finito. Conclusivamente, i due modelli sopra delineati, oltre a dimostrare che sia Lobatchevskij, sia Riemann costruirono dei sistemi relativamente coerenti, hanno reso la geometria euclidea reale in senso matematico. 191 Poincar (1887 [1956], p. 90).

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parlare della verit o della falsit di una proposizione solo una volta che i simboli che compaiono nella teoria abbiano ricevuto unopportuna interpretazione192. In questo senso, possiamo concludere che il concetto di verit adottato dalla moderna assiomatica non si discosta dalla teoria classica secondo cui dire di ci che che non , o di ci che non che , falso, mentre dire di ci che che , o di ci che non che non , vero (in Mangione, Bozzi, 1992 [2001], p. 576). In sostanza, il concetto di verit adottato dalla moderna assiomatica si presenta come una relazione tra fatti linguistici e domini di riferimento. Pertanto, le condizioni che specificano la verit di una proposizione del tipo la somma degli angoli di un triangolo costante possono riassumersi nella proposizione:
la somma degli angoli di un triangolo costante se e solo se la somma degli angoli di un triangolo costante.

Non si tratta, malgrado le apparenze, di un semplice truismo: a sinistra dellequivalenza appare infatti un nome (lenunciato tra virgolette potrebbe essere sostituito da un nome qualsiasi, ad esempio: T) mentre a destra appare lenunciato stesso. Se decidiamo allora di considerare, prendendo ad esempio tre raggi luminosi incidenti, un triangolo empirico, la proposizione la somma degli angoli di un triangolo costante si riduce a un giudizio di fatto, la cui verit pu essere accertata mediante una semplice misura. Le ipotesi della geometria sono allora tutte riducibili a fatti di esperienza? Lobiezione mossa da Poincar nellarticolo del 1887 ha valore puramente euristico: se gli assiomi della geometria fossero verit di esperienza, essa sarebbe sottoposta ad unincessante revisione. Successivamente, Poincar fa notare che nellinterpretare i nomi quali retta, triangolo abbiamo privilegiato, senza dare alcuna giustificazione, un particolare modello di geometria (abbiamo costruito una geometria applicata come scrive Rougier193) in cui il fisico a questa interpretazione:
quon me dcrive un exprience laquelle on puisse soumettre une droite abstraite, un cercle abstrait. Quel est le physicien qui a vu une droite, et avec quel instrument? Ce quil a pu voir, cest par exemple un petit pinceau de rayons lumineux; il le regarde comme rectiligne, parce quil a dmontr quil jouissait peu prs de certaines proprits de la ligne droite; mais comment aurait-il pu le constater sil navait connu davance ces proprits? Il a fait une exprience doptique, et non un exprience de gomtrie194.
192 193

retta sta per raggio luminoso e

punto per corpo materiale di dimensioni molto piccole. Ma nulla vincola sia il geometra sia

Rougier (1920, p. 123). Rougier (1920, p. 124). 194 Poincar (1899, p.).

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Punto , retta e piano sono simboli definiti implicitamente dai postulati in cui figurano: en dautre termes, les axiomes de la gomtrie () ne sont que de dfinitions dguises195. Infatti, argomenta Poincar in un articolo del 1899 pensato come risposta alle critiche rivolte da B. Russell, se un oggetto possiede, poniamo, le propriet A e B, la propriet A pu servire da sua definizione se esso il solo a possederla, e in tal caso B sar un assioma o un teorema: en un mot, pour quune proprit soit un axiome ou un thorme, il faut que lobjet qui possde cette proprit ait t compltement dfini indpendamment de cette proprit196. Poincar ritiene che si possano pensare due soli modi di definire un concetto geometrico (sia, ad esempio, la distanza tra due punti) senza ricorrere agli assiomi in cui questo concetto figura: o attraverso la via dellesperienza, o attraverso il lume dell intuizione. Il primo caso, come mostrato sopra, viene immediatamente escluso. Non resta che il ricorso ad una facolt intuitiva che Poincar rifiuta recisamente:
A ceux qui pensent avoir lintuition directe de lgalit de deux distances ou de celle de deux dures, il mest difficile de rpondre ; nous parlons des langues trop diffrentes. Je ne puis que les envier et les admirer sans les comprendre, parce que cette intuition me manque absolument.197

Non resta che accogliere lipotesi per cui gli assiomi della geometria sono definizioni camuffate o convenzioni nominali. Si consideri, ad esempio, il V postulato di Euclide: esso non che una parte di definizione, poich solo se gli aggiungiamo i postulati 1, 2, 6 caratterizzaer un insieme di oggetti tra cui la retta euclidea198. Di conseguenza:
Le postulat dEuclide se rduit ainsi une convention de langage qui rgle lusage du mot droite: je conviens dappeller droite la ligne qui respecte les relations nonces dans les postulats 1, 2, 5, 6 dEuclide, et non, par exemple, la ligne qui ne vrifie que les postulats 1, 2, 6199.

Losservazione dei corpi solidi in natura pu suggerire la scelta di una tale definizione, ma non pu imporla: Nous avons choisi, parmi tous les groupes possibles, un groupe particulier pour y rapporter les phnomnes physiques, comme nous choisissons trois axes de coordonnes pour y rapporter une figure gomtrique200.

195 196

Poincar (1902 [2003], p. 85). Poincar (1899, p. 274). 197 Poincar, ibid. 198 Rougier (1920, p. 125). 199 Ibid. 200 Poincar (1887 [1956], p. 91).

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Lapplicazione di una forma (un gruppo particolare) ad una materia (i fenomeni fisici) richiede lintroduzione di una nuova specie di convenzione, che possiamo definire convenzione strumentale, in quanto orienta la scelta di una sostanza le cui variazioni di forma o il cui spostamento (cambiamenti quantitativi) possono essere correlati a determinati cambiamenti qualitativi201. In altre parole, per costruire uno strumento di misura occorre una definizione della forma di un corpo, che sappiamo dipendere dalla scelta di uno dei tre gruppi metrici202 nella misura in cui, come scriver Poincar nel 1899: Il y a un groupe de transformation qui conserve certaines proprits des figures, et lensemble de ces proprits constitue ce que nous appellons leur forme203. Gi nel lavoro del 1887 si affacciano, in sostanza, i punti fondamentali del convenzionalismo geometrico discusso dallautore nel corso del decennio successivo. I remarques diverses che Poincar affida alla parte conclusiva dellarticolo declinano i differenti ruoli che la nozione di convenzione gioca nella costruzione e nellapplicazione dei sistemi geometrici. Da un lato, infatti, viene ribadita la riduzione della geometria allo studio di un gruppo (La Gomtrie nest autre chose que ltude dun groupe) e, parimenti, con la costruzione delle geometrie quadratiche, viene annunciata la possibilit di considerare gli assiomi convenzioni nominali (Considrons une surface du second ordre quelconque. Nous conviendrons de donner le nom de droites aux sections planes diamtrales de cette surface et le nom de circonfrences aux sections planes non diamtrales); dallaltro, viene rifiutato alle ipotesi che fondano la geometrie tanto lo statuto di fatti di esperienza quanto quello di giudizi sintetici a priori, nella convizione che entrambe le caratterizzazioni non spieghino il valore di convenzioni strumentali degli assiomi. Essi sono strumenti nella
201

Per applicare una forma ad una materia, osserva Rougier (Rougier, 1920, p. 126-127), occorre costruire certi strumenti di misura. Dati due corpi, possiamo giudicare attraverso i sensi quale sia il pi caldo, ma non di quanto sia pi caldo. In tal senso, la categoria della qualit differisce da quella della quantit per il fatto che mentre la grandezza di una quantit data risulta dalla somma di grandezze inferiori, lintensit di una qualit non determinata dalla somma delle intensit di grado minore. La misura di una qualit pu essere effettuata solo se possibile correlare cambiamenti qualitativi a cambiamenti quantitativi: una variazione di temperatura, ad esempio, comporta la dilatazione del corpo che la subisce. Tuttavia, tale correlazione pu effettuarsi solo per il tramite di una convenzione, nella fattispecie la scelta di una sostanza (mercurio o alcool) allinterno di un tubo di vetro, le cui variazioni lineari, quando questa si trova a contatto con un corpo e in equilibrio termico con esso, vengono associate convenzionalmente alla temperatura del corpo. Una seconda convenzione stabilisce poi cosa dobbiamo intendere per grado di temperatura attraverso la creazione di una scala. Conclusivamente: le choix dun thermomtre, qui permet dappliquer les quations de la thermodynamique aux variations thermiques des corps, implique donc au moins une double convention instrumentale: le choix dune substance de repre, le choix dune chelle de graduation (Rrougier, ibid.). 202 les instruments de mesure, qui permettent dappliquer ltude des phnomnes de la nature le langage de la mathmatique universelle, reviennent toujours faire correspondre aux variations qualitatives des phnomnes soit les variations de forme gomtrique du corps unique comme la dilatation linaire du mercure, la dformation du ressort du dynamomtre; soit les variations de la distance relative de plusieurs corps, comme lcartement des feuilles dor de llectroscope, la dviation de laiguille dun galvanomtre (...) Pour construire un appareil de mesure, il faut donc pralablement avoir dfini ce que cest que la forme dun corps, cest dire avoir choisi une des trois mtriques compatibles avec les axiomes de Lie (Rougier, 1920, p. 128). 203 Poincar (1899, p. 260).

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misura in cui la scelta di una geometria e, per coonseguenza, di un gruppo, definisce la forma dei corpi e fonda la possibilit di interpretare quantitativamente i cambiamenti qualitativi, ma sono del pari convenzioni non arbitrarie, perch pur restando libera, la scelta in favore di un sistema guidata dallosservazione dei fenomeni fisici (Cest cependant lobservation de certains phnomnes physiques qui les fait choisir parmi toutes les hypothses possibles). La scelta di un gruppo diviene una questione anzitutto di comodit:
Le groupe choisi est seulement plus commode que les autres et lon ne peut pas dire que la gomtrie euclidienne est vraie et la gomtrie de Lobatchevski fausse, quon ne pourrait dire que les coordonnes cartsiennes sont vraies et le scoordonnes polaires fausses.

Si tratta di verit, scrive Poincar in chiusura del suo articolo, che cominciano a divenire banali e pertanto non meritano ulteriore commento. Invero, il dibattito che negli anni successivi lo vedr protagonista, e, ancor pi, gli sviluppi che lepistemologia convenzionalista avr nel secolo successivo, sembrano dimostrare il contrario.

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CAPITOLO III

Prima dei trentanni di et scrive J. Diedonn nella breve biografia dedicata al matematico francese in Dictionary of scientific biographies, Poincar divenne noto alla comunit scientifica mondiale per la scoperta delle funzioni automorfe ad una variabile complessa204. Egli vi pervenne studiando la teoria delle equazioni differenziali205, e pubblic sullargomento una serie di lavori che comprendono un saggio inviato allAcadmie des Sciences nel 1880, e una serie di articoli editi fra il 1881 e il 1885206. Le ricerche di Poincar originarono dalla lettura di un articolo di L. Fuchs207 intorno alle funzioni di pi variabili generate dallinversione degli integrali delle soluzioni di unequazione differenziale lineare del secondo ordine: d2 y dy + P(z) + Q(z)y = 0 2 dz dx

204

before he was thirty years of age, Poincar became world famous with his epoch making discovery of the automorphic functions of one complex variable (or as he called them fuchsian and kleinian functions). Dieudonn (in 1981, sub voce ). 205 Come scrive J. Gray: Henri Poincars earliest mathematical interest was differential equations. His thesis, submitted in 1879, was on partial differential equations. He then wrote the essay which began his important series of papers on the geometric theory of ordinary differential equations, and, also, in 1880, began to work on the theory of linear differential equations in the complex domain. Gray (1982). Nel 1880, laccademia di Parigi pose a concorso, in occasione del Grand prix des sciences mathmatiques, la seguente questione: perfezionare in qualche punto importante la teoria delle equazioni differenziali lineari in una sola variabile indipendente (cfr. Bottazzini, 1999, p. 42). La memoria inviata da Poincar ottenne solo un encomio (il premio and al celebre analista G. Halphen), che tuttavia dimostra la profonda impressione suscitata dal coraggioso tentativo di estendere: le ricerche di Lazarus Fuchs sulla teoria delle equazioni differenziali lineari nel campo complesso, al fine di: integrare tutte le equazioni differenziali lineari a coefficienti algebrici (ivi). 206 the published papers comprise an essay submitted for the Acadmie des Science prize of 1880, and then a stream of papers written between 1881 and 1885. (Gray, 1982). Agli articoli consegnati per la pubblicazione va inoltre aggiunta la preziosa corrispondenza che lautore intrattenne con Felix Klein, nel corso del 1881 e del 1882, e con lo stesso Fuchs, nel corso del 1880-1881. 207 bien que les groupes, tudis dans ce dernier travail se ramenassent tous des groupes dj connus, cest la lecture de ce remarquable mmoire qui ma guid dans mes premires recherches et qui ma permis de trouver la loi de gnration des groupes fuchsiens et den donner une dmonstration rigoureuse. Jai lai donn dabord dans une mmoire que jeus lhonneur de soumettre au jugement de lAcadmie des Sciences dans le concours pour le Grand Prix des Sciences Mathmatiques du 1 juin 1880 et jai poursuivi ltude des groupes dans une srie de travaux insrs aux Comptes Rendus de lanne 1881. In Bohnke (1994)

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a coefficienti P(z) e Q(z) dati da funzioni razionali della variabile complessa z208 e pubblicato nel 1880 sul Journal de Crelle. Data unequazione di questo tipo, lanalista tedesco poneva il problema di studiare la funzione inversa x = y(x) ottenibile da due soluzioni linearmente indipendenti y1 e y2 (y = y1/ y2) 209, e, specificamente, di indagare quando essa risultasse meromorfa (uniforme). Muovendo da unanalogia con le funzioni ellittiche210, Poincar studi la funzione ottenuta dallinversione del rapporto di due integrali211, ricavando per questa via una classe di funzioni uniformi invariante rispetto alla seguente trasformazione della variabile z: T:z az + b cz + d (det = 1 e a, b, c, d ) (1)

Seguendo le indicazioni contenute nellarticolo Thorie des groupes fuchsiens, tale classe corrisponde al gruppo PSL(2, R)212 delle trasformazioni conformi (sostituzioni reali) T del piano complesso C {

che conservano il semipiano superiore H2 (ivi compresa la

retta X = 0). Possiamo infine considerare un gruppo fuchsiano come un sottogruppo

208 209

(Bottazzini, 1999, p. 44). Cfr. anche Gray (1982). Si prenda in esame, ad esempio, la funzione
x

. Lo studio della funzione inversa , in questo caso, semplice. Essa sar infatti x = sinu, vale a dire una funzione periodica ed uniforme (tale da assumere uno e un solo valore per ogni valore dellargomento u ), o, secondo il lessico in uso nel secolo XIX, meromorfa. Invertendo, al posto della pi semplice funzione arco seno, un integrale ellittico di prima specie, giungeremo a risultati analoghi. Dato infatti:

u = arcsin x = dx 1 x 2
0

u = dx
0
210

dx (1 x 2 )(1 k 2 x 2 )

Considerando successivamente la variabile dintegrazione x come funzione dellintegrale u, si ottiene una funzione uniforme, definita da Jacobi, in analogia con la funzione seno, x = sin am u. Questultima funzione ha infatti un periodo reale (come la funzione seno) ed uno immaginario; inoltre, proprio come la funzione seno pu essere sviluppata in serie di potenze, la funzione x = sin am u pu essere definita come quoziente di certe serie rapidamente convergenti, le cosiddette serie theta (Bottazzini, 1999, p. 48). Le funzioni ellittiche sono funzioni uniformi che rimangono immutate quando si incrementa la variabile di certi periodi. Poincar (1902 [1995], p. 10). 211 Nello stesso modo, nel nostro caso, prenderemo in esame unequazione lineare del secondo ordine e, mediante una specie di inversione, considereremo la variabile x come funzione non pi di un integrale, bens del rapporto di due integrali della nostra equazione. In alcuni casi la funzione cos definita sar uniforme
212

PSL(2, R) = { k M 22 ( R ) det 0, k 0

}.

Cfr. Bohnke (1994).

62

discontinuo213 del gruppo PSL (2, R), cio un gruppo tale che per ogni regione finita K K H 2 , g ( K ) K = (eccetto che per un numero finito di elementi g). La dimostrazione dellesistenza di un gruppo dotato di queste propriet rappresent un ostacolo che il matematico francese riusc a superare non senza difficolt, come leggiamo nel resoconto da lui stesso fornito alla Socit de psychologie (ancora oggi uno dei pi interessanti e dettagliati casi di psicologia dellinvenzione in campo matematico214). Come nel caso delle funzioni ellittiche, per il cui studio occorre dividere: il piano in un numero infinito di parallelogrammi, noti sotto il nome di parallelogrammi dei periodi, allo stesso modo, rileva Poincar, se consideriamo un gruppo discontinuo pi complesso, che generi una trasformazione di ordine pi elevato, potremo dividere il piano () in un numero infinito di regioni o poligoni curvilinei in modo tale che sia possibile ottenere tutte queste regioni applicando ad una di esse tutte le trasformazioni del gruppo215. Il ragionamento di Poincar fondato su unosservazione elementare: egli muove dallovvia considerazione che una regione piana (si prenda, ad esempio, il piano euclideo) pu essere ricoperta applicando ad una figura un certo gruppo di spostamenti (potremmo cos pavimentareil piano di quadrati eguali tra loro, semplicemente traslando un determinato quadrato fondamentale). Le funzioni ellittiche svolgono esattamente questo compito, consentendo il ricoprimento del piano attraverso un numero infinito di parallelogrammi. dunque lecito indagare se la medesima propriet possa essere generalizzata al gruppo fuchsiano: le problme se ramne donc au suivant: subdiviser dune manire regulire le plan ou une partie du plan en une infinit de rgions toutes congruentes entre elles216. Come osserva U. Bottazzini, questa analogia feconda di risultati: partendo da un poligono curvilineo, per mezzo delle trasformazioni del gruppo si potevano facilmente costruire i poligoni ad esso vicini, e poi quelli vicini a questi ultimi e cos via217 ottenendo una
213

queste trasformazioni non possono essere scelte in maniera arbitraria. Esse devono evidentemente costituire un gruppo, nel quale, inoltre, non deve essere presente alcuna trasformazione infinitesimale, tale, cio, da far variare x soltanto di una quantit infinitamente piccola () in altre parole, il nostro gruppo deve essere discontinuo, Poincar (1901 [1995], p. 11). Scrive Dieudonn: G being properly discontinous, that is, such that no point z of D is the limit of an infinite sequence of transforms (distinct form z) of a point zD by a sequence of elements Tn G. Dieudonn (1981, sub voce). 214 da quindici giorni ricorder lautore nel corso di una conferenza sulle modalit dellinvenzione matematica tenuta alla Socit de Psicologie di Parigi mi sforzavo di dimostrare che non poteva esistere nessuna funzione analoga a quelle che ho in seguito denominato funzioni fuchsiane. A quel tempo ero molto ignorante () una sera, contrariamente alle mie abitudini, bevvi una tazza di caff nero e non riuscii a prendere sonno: le idee si accavallavano tra di loro, le sentivo quasi cozzare le une contro le altre, fino a quando due di esse non si agganciavano, per cos dire, a formare una combinazione stabile. Al mattino, avevo stabilito lesistenza di una classe di funzioni fuchsiane, quelle che derivano dalla serie ipergeometrica. Non mi restava altro da fare che mettere per iscritto i risultati . in Bottazzini (1999, p. 45). 215 Poincar (1902 [1995], p. 11). 216 Poincar, in Bohnke (1994). 217 Bottazzini (1999 p. 47).

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superficie in continuo accrescimento. Pi difficile risulta per mostrare che impossibile costruire poligoni sovrapposti, del tutto o solo in parte218: a questo scopo, necessario dimostrare che la superficie ricopre una regione di piano semplicemente connessa219. La divisione regolare che deriva da questa applicazione non per realizzabile nel piano euclideo; al contrario, il gruppo G genera, una volta definito un dominio fondamentale220 (come il poligono curvilineo menzionato da matematico), una pavimentazione iperbolica di H2. Nellaffrontare questo ordine di questioni, confessa il Nostro, mi sarei fermato a lungo se non mi fosse venuta in aiuto una teoria assai differente: intendo parlare della geometria non euclidea221. Le trasformazioni che, associando ad un poligono generatore infiniti altri poligoni curvilinei, consentono di ricoprire la regione D del piano sono esattamente i mouvements pseudogomtriques, le traslazioni e le rotazioni che conservano le distanze iperboliche. In tal modo Poincar arriva a costruire un modello di geometria non euclidea in una regione del piano euclideo, proprio come Beltrami aveva fatto nel saggio (1868) 222. Il
218

ci che occorre far vedere che questa superficie non si sovrapporr a se stessa, n parzialmente n totalmente, o in altri termini che ogni nuovo poligono annesso alla nostra superficie non si sovrapporr, nemmeno in parte, a nessuno dei poligoni costruiti in precedenza. Poincar (1902 [1995], p.12). 219 Intuitivamente, questo significa che una qualunque linea continua che va da un punto qualsiasi del bordo della regione a un altro punto qualsiasi del bordo senza intersecarsi, divide la regione in due parti. Bottazzini (1999, p. 47). 220 Sia G un gruppo fuchsiano. Un sottoinsieme D della regione un dominio fondamentale per G se: a. D un dominio;

b. Esiste un F tale che D F D * e due punti distinti di F non giacciono sulla medesima orbita; c. D la riunione delle immagini g(F); d. Larea iperbolica della frontiera di D nulla. Scegliamo di indicare con la scrittura D* la chiusura di D rispetto alla topologia definita su . 221 Ibid. il resoconto della scoperta di Poincar offerto dal matematico stesso in una pagina suggestiva: A ce moment je quittais Caen, o jhabitais alors, pour prendre part un cours gologique entreprise par lEcole de Mines. Les pripties du voyage me firent oublier mes travaux mathmatiques; arrivs Coutances nous montmes dans un omnibus pour je ne sais quelle promenade; au moment o je mettais le pied sur le marche pied lide me vint, sans que rien dans mes penses antrieures part my avoir prpar, que les transformations dont javais fait usage pour dfinir les fonctions fuchsiennes taient identiques celle de la gomtrie non euclidienne. Poincar (1908, in Bohnke, 1996). 222 Tale modello fu studiato da Eugenio Beltrami ancor prima che da Poincar (cfr. Bohnke, 1994). Nel saggio di interpretazione della geometria non euclidea (1868), il matematico italiano muove dallanalisi di una superficie a curvatura costante negativa, nota come pseudosfera e servendosi di un modello costruito nel piano euclideo (noto come modello di Beltrami-Klein) dimostra che la geometria intrinseca di una superficie pseudosferica la geometria di Lobatchevskij. Beltrami (..) essaya de rpondre aux objections en montrant une surface, la pseudosphre, o la Gomtrie non euclidienne se trouve en quelque sorte ralise par les proprits des godsiques. La rponse n'tait pas topique; car la surface de Beltrami a des limites et, en Gomtrie non euclidienne, le plan et la ligne droite n'en ont pas. Il modello di cui si serve Beltrami pu essere inteso come una generalizzazione delle metriche proiettive sviluppate da Klein (Klein, 1871). In questo senso, non pu essere considerato un vero e proprio modello euclideo: Kleins theory does supply models for euclidean and non euclidean geometry, but his models are projective, and therefore non euclidean Torretti (1978, p. 133). Tuttavia possibile ovviare a questo inconveniente: hyperbolic plane geometry on the interior of an ellipse may be viewed as a Euclidean model of BL plane if we no longer consider its domain of definition to be a subset of 2C and regard it as a region of the Euclidean plane (ibid.). Si giunge cos al modello di Beltrami Klein: dato nel piano un cerchio di centro O e raggio r, chiameremo punto- BL (punto della geometria di Lobatchevskij) qualsiasi punto allinterno del cerchio, chiameremo retta -BL qualsiasi corda di (esclusi gli estremi). Sia P un punto - BL e m una retta BL non passante per P, che interseca la circonferenza in due punti A e B. possiamo tracciare due parallele ad m passanti per P, segnatamente, le due corde che uniscono P con A e con B. queste parallele dividono le corde passanti per P in due classi: alla prima appartengono le corde che intersecano m

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semipiano H2 rileva lautore nellarticolo del 1882 pu infatti costituire un modello della geometria di Bolyai -Lobatchevskij, privando le parole retta, lunghezza, distanza e superficie del loro significato tradizionale e accordando:
dappeler droite tout cercle qui a son centre sur X, longueur dune courbe ce que nous venons dappeler sa L, distance de deux points la L de larc de cercle qui unit ces deux points en ayant son centre sur X, et enfin surface dune aire plane ce que nous appelons sa S. Supposons de plus que lon conserve aux mots angles et cercle leur signification, mais en convenant dappeler centre dun cercle le point qui est une distance L constante de tous les points du cercle et rayon cette L. si lon adopte ces dnominations, les thormes de Lobatchevskij sont vrais, cest dire que tous les thormes de la gomtrie ordinaire sappliquent des nouvelles quantits, sauf ceux qui sont une consquence du postulatum dEuclide223.

del pari possibile realizzare un gruppo G* isomorfo a G, che lasci invariata una regione D del piano complesso (G* sar in questo caso un sottogruppo di PSL (2, C): otterremo in tal modo un secondo modello di geometria iperbolica, che, attraverso unopportuna scelta della regione D, mostra analogie evidenti con il modello di BeltramiKlein224. A questo punto, Poincar in grado di asserire il seguente teorema: dato un gruppo fuchsiano (a meno di isomorfismi), corrisponde sempre a tale gruppo una pavimentazione iperbolica ottenuta mediante poligoni generatori. Per converso, ciascuna delle possibili pavimentazioni iperboliche di H2 o di una sua regione per mezzo di poligoni determina senza ambiguit un gruppo fuchsiano. Lesposizione dei lavori giovanili di Poincar, bench sintetica, consente di mettere in luce gli aspetti lato sensu filosofici della rivoluzione concettuale introdotta con la scoperta
(allinterno del cerchio), alla seconda le corde che non intersecano la nostra retta. possibile infine, richiamandosi a nozioni proiettive, introdurre il concetto di distanza: dati due punti Q e R su m, avremo

Tale valore, che possiamo ricavare, come appare dalla formula, dal birapporto tra i quattro punti A, B, Q, R, preservato da tutte le trasformazioni lineari dellintero piano proiettivo che mandano in se stesso il cerchio fondamentale (Cfr. Torretti, 1978, p. 133). La definizione del concetto di distanza mediante il birapporto fu introdotta da Klein (Cfr. Kvasz, 1994). 223 In Bohnke (1994). 224 Sia D infatti il disco unit; le trasformazioni di G* che lasciano invariata la regione D corrisponderanno allora al gruppo delle inversioni circolari rispetto al cerchio D. Dato un punto A (x; y) nel piano R2, linversione rispetto al cerchio di centro O associa ad A il punto A tale che OAOA = r2 (con r raggio di ). Linversione circolare, in conclusione, trasforma il piano R (o, eventualmente C ) in se stesso, associando ad ogni punto il suo inverso (punti interni a D corrispondono a punti esterni e viceversa, i punti del confine di D restano inalterati). Inoltre, essa una trasformazione conforme, dal momento che preserva lampiezza degli angoli, pur non conservando la lunghezza dei segmenti, ma il birapporto, o rapporto anarmonico tra quattro punti. Risulta di conseguenza possibile costruire un modello di geometria iperbolica allinterno del cerchio D, attraverso unopportuna interpretazione dei termini punto, retta, distanza (vide infra).

1 d(Q; R) = 2 log (Q, R; A, B)

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delle funzioni fuchsiane. Rileva il matematico nell Analisi dei propri lavori scientifici sulle equazioni diffrenziali:
mi sarei fermato a lungo se non mi fosse venuta in aiuto una teoria assai differente: intendo parlare della geometria non euclidea. Questa geometria, fondata sullipotesi che la somma degli angoli di un triangolo sia minore della somma di due angoli retti, sembra a prima vista nullaltro che un semplice gioco dellintelletto, che ha interesse soltanto per il filosofo ma non pu essere di alcuna utilit per il matematico. Non affatto vero: i teoremi della geometria di Lobatchevski sono altrettanto veri di quelli della geometria di Euclide, a condizione che siano interpretati nel modo giusto. Cos, ad esempio, questi teoremi non sono veri a proposito della linea retta quale noi la concepiamo, ma lo diventano se sostituiamo il termine retta della geometria di Lobatchevskij con lespressione cerchio che seca ortogonalmente il cerchio fondamentale225.

Anzitutto, il valore stesso della geometria euclidea a venir messo in discussione: quella che pareva alla comunit scientifica un semplice gioco dellintelletto degno dei pi arditi metafisici si rivela, nelle mani di Poincar, uno strumento di indubbia utilit. Ricorda G. Darboux nel suo Eloge226 che queste ultime si affermarono con fatica allattenzione dei matematici (Mais au temps de ma jeunesse, elles taient encore combattues et contestes227), bench la scoperta delle geometrie non euclidee avesse determinato un profondo ripensamento in merito ai fondamenti delle nostre conoscenze228 e che la traduzione francese delle opere di Lobatchevskji e dellepistolario di Gauss (questultimo tradotto solo in parte) edita nel 1866 per mano di J. Hoel avesse certamente acceso, nelle comunit matematiche francese e italiana229, un intenso dibattito230. Beninteso, limpiego della geometria iperbolica in un contesto matematicamente rilevante quale lo studio delle funzioni fuchsiane avviene attraverso la realizzazione di un opportuno dizionario che consente di riguardare le trasformazioni del gruppo G (trasformazioni fuchsiane) come movimenti pseudogeometrici (specificamente, movimenti
225

Poincar (1901[1995], p. 13). Lo scritto, pubblicato nel 1921, fu in realt composto nel 1901. si scelto nel presente lavoro di riportare la data di redazione. 226 G. Darboux, Eloge historique dHenri Poincar lu dans la sance publique annuelle du 15 dcembre 1913 par M. Gaston Darboux secrtaire perptuel. consultabile al seguente indirizzo: http://www.annales.org/archives/x/hpoincar.html. 227 Ibid. 228 Ces dcouvertes des gomtres ont beaucoup contribu former, je n'ose dire, rectifier les thories des philosophes relatives l'origine et la formation de nos connaissances Ibid. 229 Scrive G. Darboux : Un savant modeste, Jules Hoel, dont l'amiti m'honora et dont je conserve prcieusement le souvenir, a beaucoup contribu les faire connatre et les rpandre dans notre pays. Due soli anni dopo ledizione della prima traduzione francese firmata da Hoel, e un solo anno dopo ledizione italiana della Pangeometria e dellAppendix sul Giornale di matematiche ad uso degli studenti, Eugenio Beltrami pubblic sulla medesima rivista il suo Saggio di interpretazione della geometria non euclidea. Cfr. Bottazzini (2003, p. 185). 230 Osserva J. Gray: the most likely source is Beltramis essay of 1868, which had been translated into french by Hoel in 1869. Gray (1982).

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iperbolici): Poincar costruisce, in altri termini, un modello231 euclideo della geometria di Lobatchevskij in due dimensioni. Un modello analogo a quello discusso nei lavori sulle funzioni fuchsiane, ma relativo alla geometria iperbolica a tre dimensioni, presentato da Poincar in Science et hypothse:
si consideri un certo piano che chiamer fondamentale e si costruisca una sorta di dizionario facendo corrispondere tra loro una doppia serie di termini scritti in due colonne, allo stesso modo in cui corrispondono nei dizionari comuni le parole di due lingue il cui significato lo stesso. Spazio: Piano: retta: Sfera: Cerchio: Angolo: Distanza tra due punti: Porzione di spazio collocata al di sopra del piano fondamentale Sfera che interseca ortogonalmente il piano fondamentale. Cerchio che interseca ortogonalmente il piano fondamentale. Sfera. Cerchio. Angolo. Logaritmo del rapporto enarmonico di questi due punti e delle intersezioni del

piano fondamentale con un cerchio che passa per questi due punti e che lo interseca ortogonalmente232.

Avremo cos un dizionario per struttura e funzioni simile ad un dizionario di lingue che permette di tradurre i teoremi di Lobatchevskij in modo da ottenere teoremi della geometria ordinaria233. Questa costruzione rende pertanto possibile scaricare234 la responsabilit della coerenza della geometria iperbolica sul sistema euclideo: se due teoremi di Lobatchevskij fossero contraddittori, lo sarebbero anche le traduzioni di quei due teoremi ottenute servendosi del nostro dizionario; ma questi sono teoremi di geometria ordinaria e nessuno dubita che la geometria ordinaria sia esente da contraddizioni235. Lutile distinzione presentata da Kvasz236 tra linguaggio interno, linguaggio esterno e metalinguaggio di una geometria permetter di delucidare i rapporti che vengono a costituirsi tra la geometria euclidea e liperbolica in seguito alla costruzione di un modello: costituiranno
231

La nozione di modello viene impiegata nel significato pi famigliare ai geometri del secolo XIX: we also speak rimarca R. Torretti- of a model in a looser sense whenever a structured collection of objects is seen to satisfy a set of mathematical statements, given a suitable, though usually unfamiliar, reading of its key words. A questa definizione possiamo invero riferire le costruzioni di Poincar, nonch lo stesso modello presentato da Beltrami nel Saggio di interpretazione della geometria non euclidea. 232 Poincar (1902 [2003], p.75). 233 Ad esempio, la proposizione secondo cui: la somma degli angoli di un triangolo minore di due retti pu essere cos tradotto: se un triangolo curvilineo ha per lati degli archi di un cerchio che prolungati andrebbero a intersecare ortogonalmente il piano fondamentale, la somma degli angoli di questo triangolo curvilineo sar minore di due angoli retti Ivi. 234 Mangione Bozzi (1992 [2001], p. 61). 235 Ibid. 236 in Kvasz, (1994)

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un linguaggio interno linsieme dei lemmi posti alla sinistra nel dizionario presentato da Poincar, mentre il linguaggio esterno quello della geometria (euclidea) in cui sono tradotti tutti i termini e i teoremi relativi alla geometria iperbolica. Come rileva Kvasz, Beltrami: takes a common euclidean plane, and on this plane he first represents the non euclidean background in the form of a circle, which represents the horizon of the non Euclidean plane, and then on this non Euclidean background he represents the objects237. Gli oggetti acquisiscono in tal modo una doppia collocazione: parleremo perci di rette non euclidee, se consideriamo la cornice interna del piano iperbolico in cui sono collocate, o di circonferenze che tagliano il piano fondamentale, se consideriamo il piano o lo spazio euclideo nei quali vengono costruiti i modelli. Per conseguenza, la traduzione avviene tra due elenchi di simboli, segnatamente, i simboli del linguaggio interno e quelli del linguaggio esterno. Condizione della possibilit stessa della traduzione lesistenza di un metalinguaggio: this fact of translatability is neither a fact of the Euclidean geometry, nor a fact of the non euclidean one. It is a fact about these geometries, belonging to their metatheory238. Del pari, il metalinguaggio costituisce, da un punto di vista epistemologico, la condizione necessaria e sufficiente di ogni prova di coerenza relativa: the language of the Beltrami Klein model has a meta-subject, from which even theorems about the theory can be formulated and proved239. Daltro canto, leffettiva possibilit di traduzione trova una giustificazione ulteriore attraverso considerazioni di algebra astratta:
quest-ce quen effet quune gomtrie? Cest ltude dun groupe doprations form par le dplacements que lon peut faire subir une figure sans la dformer. Dans la gomtrie euclidienne ce groupe se rduit des rotations et des translations. Dans la pseudogeomtrie de Lobatchewski il est plus compliqu () la pseudogomtrie va par consquent nous fournir un langage commode pour exprimer ce que nous aurons dire de ce groupe240.

In questo brano, tratto da un supplemento inviato da Poincar allAcadmie des sciences nella tarda primavera del 1880, lautore mostra piena consapevolezza del nesso tra teoria dei gruppi e geometrie. Pi difficile stabilire se queste idee adombrino le tesi sostenute da Klein nel Programma di Erlangen, in quanto non vi sono sufficienti elementi per asserire che il matematico francese, allepoca delle memorie sulle funzioni fuchsiane, fosse a conoscenza dei
237 238

Ivi. Ivi. 239 Ivi. 240 Poincar (in Gray, 1982).

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risultati di Klein241, n il punto di vista di Poincar aderisce a quello del collega tedesco in merito alla posizione e allo statuto dei differenti sistemi geometrici242. Per contro, possiamo certamente riferire il suo interesse per la teoria dei gruppi alla lettura della Mmoire sur les groupes de mouvement di Jordan243. Nondimeno, opinione condivisibile che lemergere, in molti campi della matematica e nella stessa geometria, di un punto di vista eminentemente gruppale ( testimone di questo mutamento epistemologico Poincar stesso) abbia quale momento incoativo lo sviluppo della geometria proiettiva244. In primo luogo il principio di dualit - formulato in termini abbastanza vaghi dal geometra francese J.D. Gergonne (1771-1859) rendeva possibile faire la gomtrie en partie double245, ottenendo, a partire dalle proposizioni della geometria proiettiva in cui compaiono i termini punto e retta (geometria piana) o punto e piano (nello spazio), altrettante proposizioni correlate246. La natura del principio di dualit trov piena chiarificazione247 con la formulazione, ad opera di J. Plcker (Analytisch geometrischen Entwicklungen, 1831, t. II, p. 697 ) del principio di equivalenza:
tant donn lindtermination laisse au mot point dans les propositions premires de la gomtrie, le choix de llment gnrateur de lespace et arbitraire, pourvu quil respecte les rapports noncs dans les propositions premires de la gomtrie248.

241

Secondo J. Gray, improbabile che Poincar conoscesse, allinizio degli anni 80, il Programma di Erlangen. Pi difficile stabilire se lautore conoscesse il lavoro del 1871 sulle geometrie non - euclidee. La corrispondenza che il matematico francese intrattenne con il collega tedesco pu fornire un aiuto in proposito: je sais rivela Poincar a Klein combien vous tes verss dans la connaissance de la gomtrie non euclidienne qui est la clef vritable du problme qui nous occupe. Sarebbe tuttavia un errore dare eccessivo credito a questa affermazione, che nella sua brevit d scarse informazioni sulla conoscenza degli studi di Klein che allepoca Poincar effettivamente possedeva. Cfr Gray (1982). 242 there is no mention of projective geometry here, the description is naively metrical. Rather, what is described agrees in spirit with what Beltrami had written, and since that had been published in France in Houels translation, it is surely a much more likely source for Poincar, who was not a well-read mathematician. Gray in (1992, p. 40). 243 it is more likely that he came to connect groups and geometry under Jordans influence, either directly or by reading Jordans Mmoire sur les groupes des mouvements (1868) . 244 yet the introduction of group-theoretic ideas is still somewhat different, and does not seem to form any obvious next step from the work of Bolyai and Lobatchevskij. The relevant context is the other major change in the 19th century study of geometry, the study of projective geometry. Gray (1982, p. 36). 245 In Rougier (ivi, p. 95). 246 Rougier stila il seguente schema, in cui alla sinistra compaiono le proposizioni di partenza, e alla destra le proposizioni ottenute dalle prime attraverso il principio di dualit: a) b) c) d) Per un punto passano infinite rette. due punti determinano una retta. per un punto passa uninfinit di piani. due punti determinano una retta. 1. su una retta giacciono infiniti punti. 2. due rette determinano un punto. 3. su un piano giacciono infiniti punti. 4. due piani determinano una retta.

In Rougier (1920, p. 94). 247 Bottazzini (2003, p. 206). 248 Rougier (1920, p. 96).

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In altri termini, questo principio garantisce la trasformabilit, o la possibilit di tradurre ogni proposizione proiettiva riguardante i rapporti dordine, di appartenenza o i birapporti, in altrettante proposizioni nelle quali lelemento generatore differente249. Non solo, ma su queste basi possibile, nella geometria euclidea del piano, sostituire al punto, quale elemento generatore, la circonferenza: se le relazioni logiche, valide nella nostra geometria per i punti e gli insiemi di punti, possono essere ritenute valide per i cerchi e gli insiemi di cerchi, allora esister una corrispondenza tra lo spazio di punti ordinario e lo spazio di cerchi, in modo che ad ogni punto corrisponda un cerchio e ad ogni figura formata da punti una figura formata da cerchi250. Il ricorso alla teoria dei gruppi e alla terminologia dellalgebra astratta fornisce, in questo contesto, una chiarificazione essenziale del principio di equivalenza. Dati due gruppi G e G, che agiscono, rispettivamente, sugli insiemi E ed E, diremo che essi sono isomorfi se e soltanto se (i) ad ogni operazione di G corrisponde una e una sola operazione di G, e (ii) al prodotto di due qualsiasi operazioni di G corrisponde il prodotto di due operazioni corrispondenti di G251. Poich di equivalenza:
condizione necessaria e sufficiente perch due geometrie siano equivalenti che esse corrispondano a gruppi fondamentali isomorfi252.

ogni geometria pu essere considerata lo studio di un

gruppo, la nozione di isomorfismo tra gruppi consente la seguente formulazione del principio

Lequivalenza tra le geometrie si risolve, in altri termini, nellisomorfismo tra gruppi: da tale punto di vista, due geometrie a cui corrispondono gruppi isomorfi possiedono la stessa struttura (La structure dun groupe se ramne elle-mme la loi de la combinaison de ses oprations253); esse sono, dal punto di vista matematico, identiche254, esattamente come, rileva Poincar in un articolo del 1898, la teoria matematica delladdizione di tre vacche e

249 250

Ivi Ivi. anche S. Lie, ricorda Rougier: a trouv une transformation qui permet de transformer la gomtrie de lespace rgle de Plcker, qui est quatre dimensions, dans la gomtrie des sphres. Un point, au lieu de correspondre deux droites qui se coupent, correspond deux sphres tangentes ; une surface, au lieu dtre un systme des points ou enveloppe des droites, est lensemble de toutes les sphres qui la touchent ; les lignes asymptotiques dune surface correspondent aux lignes de courbure de sa transforme. Les thormes de ces deux gomtries se correspondent biunivoquement, si bien que ces deux gomtries sont quivalentes (ivi). 251 Pertanto, chiameremo isomorfismo qualsiasi corrispondenza biiettiva tra due oggetti in una categoria astratta. Cfr. Eric W. Weisstein. Isomorphism. From MathworldA Wolfram Web Resource. http://mathworld.wolfram.com/isomorphism.html 252 Cfr Rougier (1920, p. 93). 253 Ivi, p. 95). 254 Ivi.

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quattro vacche identica a quella di tre cavalli e quattro cavalli255. Parimenti, il gruppo delle trasformazioni proiettive pu essere trasformato (attraverso il principio di dualit) in un gruppo isomorfo in cui solo lelemento generatore delle figure cambia (ci avviene sostituendo il termine retta al posto del termine punto in tutte le proposizioni della geometria proiettiva a due dimensioni in cui questultimo compare). Del pari il principio di Plcker acquisisce una formulazione coerente alla teoria dei gruppi:
data una geometria, si possono considerare indifferentemente, come elementi generatori dello spazio, certe figure, che formano ci che si chiama un corpo, a una duplice condizione: a) che queste figure siano trasformate fra loro attraverso il gruppo fondamentale che corrisponde a questa geometria; b) che non esista alcuna trasformazione del gruppo fondamentale (tranne la trasformazione identica) che lascia invariante ciascuna delle figure del corpo256.

La scelta di un corpo non sottoposta ad altri vincoli, di modo che sta alla libert del geometra rileva Klein in un paragrafo del suo programma a proposito dell arbitrariet nella scelta dellelemento dello spazio scegliere257:
come elemento della retta, del piano, dello spazio e in generale di una variet da esaminare possiamo prendere, in luogo del punto, qualunque forma contenuta nella variet stessa: il gruppo di punti, eventualmente la curva, la superficie, ecc.258

255 256

Poincar (1898 [1998], p. 32). Rougier (1920, p. 97) 257 Ivi. 258 Klein (1872 [1890], p. 11). In una nota, lautore si richiama esplicitamente a Plcker, il quale insegn: a concepire () lo spazio effettivo come una variet a quante si vogliano dimensioni, introducendo come elemento di esso spazio () una forma (curva, superficie, ecc.) dipendente da un numero arbitrario di parametri (ivi, p. 33).

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A seconda della scelta dellelemento, prosegue Klein, il numero di dimensioni della variet che intendiamo studiare varier di conseguenza, ma: fintanto che poniamo alla base della trattazione geometrica uno stesso gruppo di trasformazioni, il contenuto della geometria rimane inalterato, cambier invece lordine e il collegamento delle proposizioni259. Infatti, data una variet A con un gruppo B come fondamentale, Se () per mezzo di una qualche trasformazione si cambia A in unaltra variet A, dal gruppo B di trasformazioni di A in s stessa otterremo ora un nuovo gruppo B, le cui trasformazioni si riferiranno ad A; in altri termini, la trattazione di A con B come fondamentale ci d quella di A con a base B260. Laffermazione di Klein pu essere esemplificata prendendo in considerazione due insiemi M ed M di oggetti, sul primo dei quali agisce un gruppo di trasformazioni G. Definiamo la funzione nel modo seguente: : MM, tale che (p) = (q) sse p = q (p,q M). diremo in tal caso che la funzione effettua un trasferimento del gruppo G su un gruppo G di trasformazioni che agisce in M. Infatti, ad ogni trasformazione G possiamo assegnare una trasformazione: = -1 di M in M. La funzione: : essa stessa un omomorfismo, poich: () () = -1 -1 = -1 = (). Conclusivamente, linsieme (G) = G unimmagine omomorfa del gruppo G. Inoltre, leguaglianza () = () implica -1 = -1, da cui = : i gruppi G e G sono isomorfi. Da ci discende che le geometrie indotte su M e su M sono, dal punto di vista matematico, identiche, bench i rispettivi domini di azione possano risultare sotto molti aspetti (come nel
259 260

Klein (1872 [1890], p. 11). Klein (1872 [1890], p.)

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numero delle dimensioni) differenti: lessenziale scrive F. Klein - dunque il gruppo di trasformazioni; il numero di dimensioni che vogliamo attribuire alla variet appare come qualcosa di secondario261. Beninteso, lo stesso Poincar a tematizzare il valore epistemologico sotteso alle nozioni di gruppo, di isomorfismo tra gruppi e di invariante262. Proprio il ricorso al concetto di isomorfismo definisce, da un punto di vista algebrico, il fatto che sistemi geometrici distinti siano traducibili l'uno nell'altro. Il linguaggio della teoria dei gruppi acquisisce, in tal caso, un carattere metalinguistico, costituendo la condizione di possibilit di ogni discorso sulle geometrie che non si limiti al linguaggio di un determinato sistema geometrico. In breve, si tratta del punto di vista che, adottato dallo stesso Poincar a partire dal primo supplemento sulle funzioni fuchsiane263, viene ulteriormente esplicitato nella comunicazione del 1887 e negli articoli pubblicati sulla Revue gnrale des sciences pures et appliques
264

. senza dubbio utile analizzare la ricezione da parte del milieu filosofico

scientifico tradizionale della tesi, sostenuta da Poincar in un articolo del 1892 (ripubblicato successivamente in Science et hypothse), la possibilit di traduzione reciproca dei sistemi euclidei e non euclidei. Nella fattispecie, dobbiamo a Gaston Mouret la strenua difesa della priorit ontologico - metafisica della geometria Euclidea contro ogni ipotesi latamente convenzionalista:
La gomtrie non euclidienne nest donc pas autre chose, si ces bases sont en partie conventionnelles, ce que Poincar affirme, et ce quon ne saurait douter, quun art, quune sorte de posie gomtrique ou de jeu intellectuel. Cest une partie des cartes ou dchecs dont on aurait compliqu les rgles de position et uniformis la valeur des cartes et des pions. Il ne faut, par consquent, attribuer aux essais de gomtrie non euclidienne dautre intrt que celui qui sattache toute action susceptible de devenir une source de distractions et de plaisir265.

Nel contrapporre il dominio estetico della geometria non euclidea alla geometria di Euclide, unica scienza geometrica, Mouret fonda le proprie considerazioni sul fatto che solo questultima riposa su dati oggettivi reali, e che resta del pari subordinata ai progressi

261

Klein (1872 [1890], p. 12). Considerazioni analoghe occuperanno le riflessioni dedicate da Poincar, in un articolo del 1899, al problema delle dimensioni dello spazio, il cui statuto, secondo una prospettiva indicata con chiarezza da Klein, viene derubricato a quello di materia, in contrapposizione allelemento formale definito dallordine del gruppo. 262 De l - scrive lautore nella prefazione allopera di Laguerre - limportance de la notion gnrale dinvariant que lon doit rencontrer dans toute question des mathmatiques. Poincar (18 , p. II). 263 Cfr. Gray (1982).
264
265

Poincar (1892).
Mouret (1892, p.40).

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delle nostre conoscenze sperimentali266. Il discorso di Mouret sembra poggiare sulla seguente assunzione: una volta ammesso che una certa teoria un linguaggio strutturato per parlare di un determinato universo di oggetti, il quale costituisce il suo ambito di riferimento267, e poich il linguaggio impiegato dalle tre geometrie si riferisce al medesimo ambito di oggetti, solo una delle tre teorie geometriche pu essere vera. Se assumiamo la verit di entrambe, dobbiamo inevitabilmente ammettere che [ciascuna teoria] vera a proposito di un suo proprio universo di oggetti () determinato e prodotto dalla stessa teoria che gli si riferisce268. Dunque, dimostrata la coerenza della geometria iperbolica e della geometria ellittica, sarebbe parimenti possibile - secondo il punto di vista di Mouret - ammettere la verit di entrambe le geometrie solo derubricando i rispettivi ambiti di riferimento a universi di finzione, jeu de lesprit, drame, posie () Art269. Gli assiomi della geometria euclidea, al contrario, possiedono al pari delle leggi fisiche, origine indipendente dalla nostra volont e dalle nostre fantasie, di modo che, conclude Mouret: ils ne peuvent tre que lexpression des faits270. Alla cesura introdotta da Mouret tra il sistema euclideo e i sistemi non euclidei, Poincar contrappone, a partire dalla sua risposta affidata alla stessa Revue gnrale des sciences, la tesi dellequivalenza delle geometrie dal punto di vista ontologico ed epistemologico, equivalenza fondata in primo luogo sul concetto di intertraducibilit:
Imaginons scrive il Nostro une sphre S et lintrieur de cette sphre un milieu dont lindice de rfraction et la temprature soient variables. Dans ce milieu se dplaceront des objets mobiles; mais les mouvements de ces objets seront assez lents () de plus, tous ces objets auront mme coefficient de dilatation () soit R le rayon de la sphre, la distance dun point du milieu au centre de la sphre. Je supposerai quen ce

1 R - 2 point la temprature absolue soit R2 2 et lindice de rfraction


2

Que penseraient alors des tres intelligents qui ne seraient jamais sortis dun pareil monde?271

Poich - argomenta Poincar le dimensioni di due piccoli oggetti trasportati da un punto allaltro allinterno della sfera variano in base al medesimo rapporto, qualsiasi
266

Une vritable science, exacte ou empirique est une tude de la nature, et non pas un exercice de logique sur un sujet conventionnel et fictif. Les axiomes des sciences dductives comme les lois de la physique, ont une origine indpendante de notre volont et de nos fantaisies ; si, comme le postulatum dEuclide, ils ne sont certainement pas des ncessits de lesprit, ils ne peuvent tre que lexpression des faits Mouret (1892, p. 40). 267 Agazzi, (1998, p. 7 ). 268 Ivi. 269 Mouret (1892, p. 40). 270 Ivi. 271 Poincar (1892, p. 75).

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misurazione effettuata allinterno della sfera mediante regoli rigidi non rilever cambiamento alcuno di dimensioni272. Esseri intelligenti di un mondo siffatto dovrebbero allora considerare rigidi i medesimi spostamenti subiti da un corpo qualsiasi (stante leguale coefficiente di dilatazione) che un osservatore esterno non considererebbe tali. Inoltre osservatori allinterno della sfera:
croiraient que cette sphre S est infinie; ils ne pourraient jamais en effet atteindre la surface, car mesure quils en approcheraient, ils entreraient dans des rgions de plus en plus froides, ils deviendraient de plus en plus petits, sans sen douter, et ils feraient de plus en plus petits pas.273

Essi chiamerebbero poi col nome di rette circonferenze ortogonali alla superficie S, in quanto: 3) 4) 5) tali circonferenze corrisponderebbero alla traiettoria dei raggi luminosi entro la sfera S. tali circonferenze costituiscono il percorso pi breve da un punto a un altro (geodetiche)274. Se un corpo solido ruotasse in modo da lasciare fissa una delle sue linee, tale linea deve corrispondere ad una circonferenza ortogonale ad S275. Conclusivamente, poich da esperienze analoghe il movimento dei corpi risulta isomorfo alle leggi della geometria iperbolica276, gli abitanti di tale universo adotterebbero
272

comme les dimensions de deux petits objets transports dun point lautre varieraient dans le mme rapport, puisque le coefficient de dilatation serait le mme, ces tres croiraient que ces dimensions nont pas chang; ils nauraient aucune ide de ce que nous appelons diffrence de temprature; aucun thermomtre ne pourrait le leur rvler, puisque la dilatation de lenveloppe serait la mme que celle du liquide thermomtrique Poincar (1892, p. 75). 273 Ivi. 274 en mesurant diverses courbes avec un mtre, nos tres imaginaires reconnatraient que ces circonfrences sont le plus court chemin dun point un autre en effet, leur mtre se contracterait ou se dilaterait quand on passerait dune rgion une autre (ivi). 275 Poincar illustra tale nozione con laiuto di un esempio: cest ainsi que, si un cylindre tournait autour de deux tourillons et tait chauff dune ct, le lieu de ses points qui ne bougeraient pas serait une courbe convexe du ct chauff et non pas une droite. Ivi. 276 In una serie di note al Trait de Gomtrie di Rouch e Camberousse Poincar sviluppa un modello di geometria iperbolica nello spazio euclideo che fornisce una descrizione esatta dell universo di cui lautore discute nella risposta a Mouret. Servendoci del puntuale commento di L. Rougier, chiameremo inverso di un punto M il punto M che gli corrisponde sulla linea MOM (con O punto fisso, detto polo dinversione), tale che valga la relazione OM OM = K. Come noto, linversione, applicata a tutti i punti di una figura, conserva gli angoli e trasforma la retta in un cerchio passante per il polo dinversione; un cerchio non passante per O in un cerchio omotetico al precedente; un piano in una sfera passante per il punto O; una sfera che non passa per O in una sfera omotetica alla precedente (Rougier, 1920, p. 103). Sia una sfera (reale o immaginaria) di centro O e di raggio (sfera fondamentale o assoluto). Ogni sfera ed ogni piano (cui daremo il nome di piano e sfera ), passante per due punti inversi M e M, taglier ortogonalmente . Si consideri ora uninversione di polo O e di potenza R2, dove R indica il raggio della sfera: verr trasformata in se stessa da ogni inversione di questo tipo,

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ritiene senza alcun dubbio Poincar la geometria di Lobatchevskij. Se per tali abitanti rileva lautore in Science et Hypothse - fondano una geometria questa non consister, come invece la nostra, nello studio dei movimenti dei nostri solidi invariabili, bens consister nello studio dei cambiamenti di posizione che essi avranno in tal modo individuato, e dato che tali cambiamenti non sono che spostamenti non euclidei, la loro sar la geometria non euclidea277. Ladozione di un sistema geometrico non esclude, daltro canto, la possibilit di sistemi alternativi ed altrettanto validi: lesempio discusso nella risposta allintervento di Mouret mostra che spazi nei quali vige una metrica di tipo non euclideo sono non solo logicamente, ma anche materialmente possibili (ammesse determinate ipotesi sullo stato fisico dei corpi). La compossibilit della metrica euclidea e di quelle non euclidee sui piani logico e ontologico rappresenta la conclusione pi significativa che possiamo far discendere dallemergere della struttura algebrico grippale quale vero e proprio scheletro dei sistemi geometrici. Scrive Poincar in La valeur de la science:
parmi tous le mouvements convenables, il y en a dont les gomtres euclidiens disent quils ne sont pas accompagns de dformation; mais il y en a dautres dont les gomtres non euclidiens diraient quils ne sont pas accompagns de dformation. Dans les premiers, dits mouvements euclidiens, les droites euclidiennes restent des droites euclidiennes, et les droites non euclidiennes ne restent pas des droites non euclidiennes; dans les di modo che linsieme delle trasformazioni costituisca un gruppo discontinuo S. Come osserva nuovamente Rougier, S ammette un sottogruppo: cest le groupe form par un nombre pair dinversions: deux inversions, ayant leurs ples trs voisins et leurs puissances peu diffrentes, changent tout point de lespace en un point aussi voisin quon le veut, cui d nome T, e conclude: On peut dmontrer alors que le groupe S, form dun nombre quelconque dinversions, est isomorphe au groupe mtrique de Lobatchevski et que le sous-groupe T est isomorphe au groupe des dplacements non-euclidiens. Poincar ottiene in questo modo un modello euclideo della geometria iperbolica in tre dimensioni: Spazio: Retta Piano Distanza di due punti regione interna della sfera fondamentale arco di cerchio ortogonale alla sfera fondamentale, situato nella regione interna della sfera. parte di una sfera ortogonale alla sfera fondamentale, situata allinterno di questa. logaritmo del birapporto di questi due punti e dei punti di intersezione della sfera fondamentale con larco, passante per i due punti, che la seca ortogonalmente. numero pari di inversioni che trasformano la sfera in se stessa.

Spostamento

Cfr. Rougier (1920, p. 105). Tutti i modelli discussi risultano riposano su unidentit di fondo, una volta rilevato che il gruppo delle proiettivit che conservano una quadrica reale o immaginaria, il gruppo delle trasformazioni conformi che mantengono invarianti una sfera (reale e immaginaria) o un cerchio fondamentali sono isomorfi tra loro e sono isomorfi al gruppo dei movimenti iperbolici (o ellittici). 277 Poincar (1902 [2003], p. 111).

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mouvements de la seconde sorte, ou mouvements non euclidiens, les droites non euclidiennes restent des droites non euclidiennes, et les droites euclidiennes ne restent pas des droites euclidiennes278.

Dobbiamo osservare che termini quali retta, piano, cerchio, definiti allinterno della geometria euclidea, compaiano altrettanto legittimamente nella geometria iperbolica e nella geometria ellittica. Una volta accordata la possibilit di dare il nome di retta tanto ai lati di un triangolo euclideo quanto a quelli di un triangolo curvilineo, lesperienza non pu risolvere la nostra decisione in favore delluna o dellaltra279. Daltro canto, avrebbe ancor meno senso, nellopinione di Poincar, basare tale scelta sullintuizione, poich le nozioni di retta euclidea e di retta non euclidea sono egualmente accessibili280 a questultima. Tale scelta obbedisce, conclusivamente, ad una convenzione nominale281, in base alla quale viene attestata la consapevolezza che il significato di termini quali retta e piano non vincolato dal dettato dellesperienza n imposto a priori282. Nel contempo, lattribuzione di uninterpretazione ai termini del linguaggio geometrico implica ladozione di una delle tre geometrie, e con essa, di una metrica definita; possiamo perci concludere che al pari delle nozioni di retta e piano, nemmeno i concetti di eguaglianza tra due distanze e spostamento senza cambiamenti di forma hanno un significato assoluto:
cest prcisment pourquoi je suis oblig davoir recours une convention pour lui en donner un. Je conviens de regarder comme gales celles quune certaine mthode de mesure me montre telles; jaurais pu faire une convention diffrente () le mot conserver sa forme na par lui mme aucun sens. Mais je lui en donne un en convenant de dire que certains corps conservent leur forme. Ces corps, ainsi choisis, peuvent alors servir dinstrument de mesure. Mais si je dis que ces corps conservent leur forme cest parce que je le veux bien, et non parce que lexprience my oblige283.

278 279

Poincar (1904 [1968], p. 79). Rileva Poincar in La valeur de la science : il est vident que lexprience ne peut resoudre une pareille question ; on ne demanderait pas, par example, lexprience de dcider si je dois appeler une droite AB ou bien CD. Poincar (ivi). 280 je veux bien que jaie lide intuitive du ct du triangle euclidien, mais jai galement lide intuitive du ct du triangle euclidien. Poincar (1904 [2003], p. 80). 281 Il termine impiegato da L. Rougier in La philosophie gomtrique de Henri Poincar. Cfr. cap. IV pp. 93 115 ; cap. V, pp. 118 147. 282 Osserva in proposito Rougier : Ds lors, appeler droites, plans, solides, les figures qui corrispondent la dfinition de Lobatchefski ou de Riemann, cest, au point de vue thorique, laffaire dune convention nominale. Au point de vue pratique, cest laffaire dune convention instrumentale. Rougier (1920, p. 114). 283 Poincar (1900, p. 80).

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Poincar illustra le proprie affermazioni con un esperimento mentale di estrema chiarezza284. Egli propone di considerare due mondi, in modo tale da poter passare dalluno allaltro attraverso una trasformazione puntuale qualsiasi:
je suppose qu chaque point de lun correspond un point de lautre et un seul, et inversement; et de plus que les coordonnes dun point soient des fonctions continues, dailleurs tout fait quelconques, des coordonnes des points correspondants. Je suppose dautre part qu chaque objet du premier monde, corresponde dans le second un objet de la mme nature, plac prcisment au point correspondant. Je suppose enfin que cette correspondance ralise linstant initial se conserve indfiniment.285

Tali universi, conclude lautore, sarebbero indiscernibili per un osservatore che, da un mondo, passasse nellaltro subendo la medesima trasformazione puntuale; per contro, gli abitanti di uno di questi mondi, guardando allaltro, registrerebbero differenze rimarchevoli:
si lun de ces univers est notre monde euclidien, ce que ses habitants appelleront droite, sera notre droite euclidienne; mais ce que les habitants du seconde monde appelleront droite, ce sera une courbe qui jouira des mmes proprits par rapport au monde quils habitent et par rapport aux mouvements quils appellerons mouvements sans dformations. Leur gomtrie sera la gomtrie euclidienne, mais leur droite ne sera pas notre droite euclidienne286.

284

possibile ritrovare un antecedente del medesimo esperimento nellarticolo di Helmholtz Sullorigine eil significato degli assiomi geometrici (1868), dove si legge: Think of the image of the world in a convex mirror () A well-made convex mirror of not too great an aperture displays, in a definite situation and at a definite distance behind its surface, the apparently corporeal image of an object lying in front of it Helmholtz ( 1868 [1977], p. 20). Lautore propone di osservare come la superficie di uno specchio convesso (un globo di metallo, del tipo che viene comunemente usato nei giardini) sia in grado di riflettere ogni retta ed ogni piano del mondo esterno (the outer wolrd, ivi). Del pari: the image of a man measuring, with a measuring rod, a straight line stretching away from the mirror, would progressively shrivel up as its original moved away. But the man in the image would count up, with his equally shrivelled measuring rod, exactly the same number of centimetres as the man in actuality. Ivi. In altri termini, tutte le misurazioni effettuate attraverso il regolo-immagine soggetto alle deformazioni prodotte dallo specchio daranno gli stessi risultati delle misurazioni effettuate tramite il regolo reale. Si tratta di una conclusione di grande momento in relazione alla genesi e allo sviluppo del convenzionalismo di Poincar, il quale dar a questo argomento grande rilievo, come sar mostrato nel seguito, in un buon numero di articoli. 285 Poincar (1904 [1968], p. 82 ). 286 Ivi.

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Bench la struttura geometrica sia la medesima287 (a meno di isomorfismi), osservatori interni a ciascuno dei due mondi converranno di attribuire significato differente al termine movimento senza deformazione 288 e al concetto di corpo rigido. Dal momento che i differenti dizionari, costruiti per dimostrare la coerenza relativa della geometria iperbolica, consentono di stabilire unanaloga corrispondenza tra una regione delimitata del piano o dello spazio euclideo (dunque tra una regione di un mondo euclideo) e il piano o lo spazio iperbolici (un mondo non euclideo), e che gruppi aventi la stessa struttura determinano la medesima geometria:
quand je dis que ces corps se meuvent approximativement suivant le groupe euclidien, je veux dire suivant un groupe ayant mme structure (Zusammensetzung) que le groupe euclidien. Or, des semblables groupes, on peut en rencontrer en tudiant la gomtrie ordinaire, ou encore en tudiant la gomtrie non euclidienne o la gomtrie quatre dimensions, ou enfin en tudiant la gomtrie quatre dimensions nayant rien faire avec lespace289.

Giocoforza, il ruolo dellesperienza nella determinazione della struttura geometrica del mondo fisico risulta, dal punto di vista di vista di Poincar, fortemente ridotto. Alle critiche di Mouret290 e di Bertrand Russell291 Poincar obietta asserendo che lesperienza non consente,
287

Questo risultato pu essere espresso in termini analitici nel modo seguente: chiameremo , , coordinate provvisorie di un punto P. Chiameremo coordinate definitive di P tre funzioni di , , : rispettivamente: x, y, z. Dati due punti P (x, y, z) e P (x, y, z), definiremo una funzione distanza nei termini seguenti:

d = ( x x' ) 2 + ( y y ' ) 2 + ( z z ' ) 2


Verr chiamato piano linsieme dei punti le cui coordinate x, y, z, verificano unequazione di primo grado; retta lintersezione di due piani; spostamento, le trasformazioni che non alterano la funzione d. Su tali basi possibile costruire senza difficolt lintero corpus della geometria euclidea (Rougier, 1920, p. 102). Tuttavia, poich x, y, z sono funzioni indeterminate delle coordinate provvisorie, il sistema di definizioni schematizzato sopra si applica galement une infinit dobjets que lon peut obtenir, en partant des premiers, par une trasformation ponctuelle quelconque. Ivi. 288 que si, de retour dans notre patrie dorigine, il nous est donn de contempler lunivers que nous venons de quitter, notre stupfaction sera grande: nos droites correspondront des lignes rvlant de capricieuses ingalits; nos plans, des surfaces singulirement bosseles; nos cercles, des courbes tordues; aux dplacements sans dformation de nos solides, des transformations altrant sensiblement la forme des mobiles correspondants: ce monde nous paratra la caricature du ntre. Rougier (1920, p. 101). Ed Helmholtz : But if they could look into our world, as we look into theirs, without being able to cross the boundary, then they would have to pronounce our world to be the image of a convex mirror, and speak of us just as we of them. And as far as I can see, if the men of the two worlds could converse together, then neither would be able to convince the other that he had the true and the other the distorted situation Helmholtz (1977, p. 20). 289 Poincar (1900, p. 82). 290 Scrive Mouret: mais comme le savant gomtre, auquel sont dues de si belles leons sur la physique mathmatique, sait bien que les loi de la forme des corps rels ne sont pas affaire de convention, il est oblig de corriger ou de complter sa doctrine en admettant que parmi tous les conventions possibles, notre choix st guid par des faits exprimentaux Mouret (1892, p. 39). 291 Nellarticolo pubblicato sulla Revue de mtaphysique et de morale del 1900, dal titolo Sur les principes de la gomtrie. Rponse B. Russell, Poincar approfondisce la critica alle tesi del collega inglese, di cui, nel 1897, venne dato alle stampe An essay on the foundations of geometry. Tra i due si accese una polemica in merito ai fondamenti della geometria stessa (B. Russell difendeva, contro il convenzionalismo poincareano, una posizione

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da sola, di generare nozioni matematiche come i concetti cardine di continuit e di eguaglianza. Annoverare tra i fatti sperimentali una proposizione del tipo: due quantit eguali ad una terza sono eguali tra loro rappresenta una conclusione insostenibile: meglio sarebbe sostenere il punto di vista di Helmholtz, precisa Poincar, in base al quale diamo al nome di eguaglianza a tutto ci che nel mondo esterno conforme allidea preconcetta che noi abbiamo delleguaglianza matematica292. Infatti, la scelta di una geometria metrica involge ladozione di una determinata funzione distanza. Dal punto di vista pratico, sulla base delladozione di una funzione distanza e, a fortori, di un determinato gruppo metrico, verr isolata, attraverso una convenzione strumentale293, una classe di corpi rigidi, cio corpi di forma invariante rispetto al gruppo di spostamenti stabilito, tali da risultare campioni adatti a eseguire misure294. Possiamo in tal modo affermare che la stessa nozione di rigidit, in base alla quale giudichiamo un regolo di acciaio uno strumento di misura pi utile (in condizioni ambientali ottimali) di una striscia di gomma295, o riteniamo che una biglia di metallo non cambi di volume dopo essere stata lanciata, si definisce solo relativamente ad un gruppo metrico: admettre que la bille conserve son volume dans les dplacements osserva Poincar ce serait faire de la bille un instrument de mesure, ce serait adopter conventionnellement un systme de mensuration296. Linsieme di attente valutazioni proposte dallautore in merito alle conseguenze del principio di equivalenza costituiscono una critica decisiva ai fautori dellempirismo geometrico la Mouret, o la Russell:
quelles sont les proprits des corps solides- si domanda Russell que lexprience doit reveler? Je ne puis concevoir quelles soient autres que les proprits gomtriques. Or, cela impliquerait que les corps ont des vicina allapriorismo kantiano. ) e, pi in generale, ai fondamenti della matematica e della fisica. Nellarticolo in questione, in particolare, Poincar si sofferma sul problema della distanza e sulla possibilit di una sua definizione. Dopo aver refutato la tesi, cara al kantismo, secondo la quale del concetto di distanza avremmo una intuizione immediata, per quanto vaga e sterile, che renderebbe superflua una sua definizione, lautore attacca anche la tesi cara a Russell, che integra la tradizione kantiana gettando un ponte verso lesperienza (pour M. Russell cette intuition est imparfaite puisque lexprience seule peut la complter Poincar, 1900, p. 75). Poincar nega infatti cittadinanza, entro ledificio della matematica, a qualsiasi forma di conoscenza intuitiva. A questo riguardo, egli ritiene che vi sia contrapposizione invece che continuit tra distanza sensibile e distanza geometrica, laddove solo la seconda suscettibile di definizione rigorosa. 292 jaime mieux conclure avec Helmholtz que nous donnons le nom dgalit tout ce qui dans le monde extrieur est conforme lide prconue que nous avons de lgalit mathmatique. Poincar (1892, p. 75). 293 au point de vue pratique, cest laffaire dune certaine convention instrumentale, puisque cest lire une certaine mtrique et, partant, choisir un certain type dinstrument pour mesurer lespace. Rougier (1920, p. 114). 294 Scrive M. Black: in supplying a physical model of a pure geometry we have at some stage to choose a set of material bodies, to be regarded as unconstrained and so fit for use as measuring rods and axes of reference. In Black (1942). 295 Immaginiamo due solidi identici, luno di fil di ferro, laltro di rame, posti in un campo magnetico. La seconda figura si sposter secondo le leggi del gruppo euclideo, diversamente dalla prima che invece sar deformata dallazione del campo magnetico. Nel caso in cui tali deformazioni formino un gruppo. Avremo allora la scelta tra due linguaggi. 296 Poincar (1900, p. 81).

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proprits gomtriques () dans ce cas il y aurait un systme de msures qui fournirait la vraie dtermination de ces proprits, tandis quun systme qui donnerait des rsultats diffrents e fournirait une dtermination fausse.

Daltro canto, concepire un fatto fisico, che, suscettibile di interpretazione nella geometria euclidea, non lo sia in quella iperbolica o ellittica297 equivarrebbe ad immaginare una lunghezza che, esprimibile in metri e centimetri, non lo sia in tese, piedi e pollici298. Peraltro, allempirismo non possiamo accordare alcun senso ragionevole, rileva lautore, nella misura in cui: les expriences ne nous font connatre que les rapports des corps entre eux; aucune delle ne porte, ni ne peut porter, sur les rapports des corps avec lespace, ou sur les rapports mutuels de diverses parties de lespace299. Chiedere di inferire, a partire da qualsivoglia esperienza sugli oggetti fisici la struttura geometrica dello spazio, osserva Poincar con ironia, sarebbe come pretendere di conoscere let del capitano dallaltezza dellalbero maestro300:
de mme vos expriences, quelques nombreuses quelles soient, nayant port que sur les rapports des corps entre eux, ne vous rvleront rien sur les rapports mutuels de diverses parties de lespace301.

Nel complesso, le esperienze che potremmo tentare per provare la verit empirica di una delle tre geometrie metriche riguardano le propriet meccanico - fisiologiche dei corpi e la propagazione dei raggi di luce, ma non toccano sotto alcun rispetto le propriet dello spazio. Giocoforza, le tre metriche sono egualmente utilizzabili in fisica:
il est vident que, si on abandonnait la gomtrie dEuclide pour celle de Lobatcheffski, on serait oblig de modifier lnonc de toutes les lois de la dynamique. De mme, lnonc de ces lois nest pas le mme, selon quon se sert de la langue anglaise ou de la langue franaise; et je pourrais ajouter que, faute dune langue pour sexprimer, il ny aurait pas de dynamique possible302.

297

Les objets physiques, qui vrifient les proprits de la droite et du plan auclidien, ne vrifient pas les proprits de la droite et du plan lobatchefskiens, mais celle de loricycle et de lhorisphre Rougier (1920, p. 157). 298 Cfr. Poincar, Science et hypothse. 299 Ibid. p. 79. 300 Les expriences ne nous font connatre que les rapports des corps entre eux; aucune delle ne porte, ni ne peut porter, sur les rapports des corps avec lespace, ou sur les rapports mutuels des diverses parties de lespace () connatre la hauteur du grand mat, cela ne suffit pas pour calculer lge du capitaine. Quand vous aurez mesur tous les morceaux de bois du navire, vous aurez beaucoup dquations, mais vous ne connaitrez pas mieux cet ge. Poincar (ivi). 301 Ivi. 302 Poincar (1900, p. 79).

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sufficiente, prosegue Poincar, immaginare due corpi solidi K1 e K2. Ki (i = 1, 2)


i i , OB1i , OB2 formato da otto piccole asticelle di ferro OA1i ,..., OA6 unite allestremit O. Su un

secondo solido (ad esempio, un pezzo di legno), indicheremo tre punti P, Q1, Q2. In tal modo, i vertici Aij, Bik e K possono coincidere simultaneamente con P, Q2 e Q1 (j = 1, 6; k = 1, 2) e
i i i A1i con PQi (i = 1, 2)303. Senza conoscenze preliminari le coppie di punti A j A j +1 (1 j 5) e A6

intorno alla struttura dello spazio, possibile comunque concludere che, mentre il movimento del primo solido segue : le groupe euclidien, ou tout au moins quils ne se meuvent pas suivant le groupe lobatcheffskien304, il secondo corpo che peraltro il primo meccanico venuto potrebbe costruire senza difficolt obbedisce alle leggi della geometria iperbolica:
ainsi, sans faire aucune hypothse sur la forme, sur la nature de lespace, sur les rapports des corps avec lespace, sans attribuer aux corps aucune proprit gomtrique, jai fait des constatations qui mont permis de montrer dans un cas que les corps expriments se meuvent suivant un groupe dont la structure est euclidienne, dans lautre cas suivant un groupe dont la structure est lobatcheffskienne305.

Naturalmente, nessuna delle due esperienze ha maggior validit dellaltra, ma entrambe sono egualmente possibili e realizzabili:
et mme, comme les corps solides ordinaires continueraient exister quand le mcanicien aurait construit les corps tranges dont je viens de parler, il faudrait conclure que lespace est la fois euclidien et hyperbolique. Les expriences ont donc port non sur lespace, mais sur les corps306.

Quest ultima affermazione riassume e insieme chiarifica la portata filosofico-scientifica del convenzionalismo poincareano, e insieme getta luce sulla concezione dello spazio che Poincar si sforza di approfondire parallelamente alla sua attivit di matematico. In proposito, gli elementi esposti nel presente capitolo e nel precedente paiono confermare, almeno in prima istanza, la tesi della continuit tra lopera matematica ed epistemologica dellautore. Per ognuna delle tre premesse essenziali su cui poggia, secondo lopinione condivisibile di M. Black, lepistemologia della geometria di Poincar (segnatamente: a) la possibilit di trovare modelli fisici per ogni tipo di geometria; b) le leggi fisiche si esprimono relativamente alla scelta di una geometria; c) la possibilit di traduzione reciproca delle
303 304

Cfr. Torretti (1978, p. 340). Poincar (1900, p. 84). 305 Ibid, p. 85. 306 Ivi.

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geometrie307) infatti possibile riconoscere linfluenza esercitata, in merito alla loro genesi e tematizzazione, dalla prassi del matematico. Cos la storia della nascita delle funzioni fuchsiane, sebbene nel presente lavoro sia presentata in maniera cursoria, costituisce non solo la cornice entro la quale si colloca linteresse di Poincar per il problema dei modelli e della traducibilit reciproca tra linguaggi geometrici, ma rappresenta un momento interno al cambiamento di statuto epistemologico e ontologico subito dalla geometria nel corso del secolo diciannovesimo (beninteso, il ruolo di Poincar stato rilevante, ma non dominante nel panorama della geometria coeva: abbiamo gi ricordato, anche in relazione alle tematiche affrontate nel presente capitolo, i contributi di Plcker, Gergonne, Klein, mentre nel capitolo precedente stata presentata la figura di Sophus Lie). In particolare, lanalisi delle considerazioni metodologiche che Poincar accompagna agli studi di carattere prettamente tecnico (e che ritroviamo sovente allinterno di questi ultimi) invita a riflettere in merito allinterdipendenza tra il convenzionalismo fisico-meccanico, almeno nella sua formulazione sistematica che Poincar presenta nei lavori del 1899, del 1902 e del 1904, e una concezione della geometria, o delle geometrie, come linguaggi la cui struttura definita da un gruppo di trasformazioni: the structure of the group scrive L. Kvasz is in geometry present. It forms, as Poincar has shown, the fundamental structure of our concept of space308.

307 308

Cfr. M. Black (1942). Kvasz (1994).

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CAPITOLO IV

Molte persone () considerano la nozione di punto dello spazio cos immediata e cos chiara che qualsiasi sua definizione sarebbe superflua. Ma io credo che mi si conceder che una nozione cos sottile come quella del punto matematico senza lunghezza, larghezza, n spessore non sia immediata e che abbia bisogno di essere spiegata.309

Con queste parole Henri Poincar mette a confronto il sentire delluomo comune, per il quale il concetto di punto, al pari di ogni altro ente geometrico elementare (retta, piano) tanto ovvio da non richiedere alcuna definizione, con la pretesa avanzata sin dalla matematica antica di definire rigorosamente gli enti di cui tratta il discorso geometrico. Se la riflessione sui fondamenti della geometria nel corso del secolo XX ha orientato lattenzione su problemi legati allo sviluppo della moderna assiomatica310 lasciando ad altre discipline il problema della genesi storico-psicologica dei concetti, per tutto il secolo precedente il dibattito intorno al rapporto tra sapere geometrico ed evidenza empirica dei concetti interess del pari matematici e filosofi311. Limpressionante sviluppo di tutti i rami dellodierna geometria tra la fine del secolo XVIII e la seconda met del XIX contribu a scuotere la concezione, a cui aderirono filosofi antichi e moderni, da Platone a Kant, per la quale tale disciplina doveva rappresentare il modello di conoscenza a priori. Empiristi, come sappiamo, si professarono Lobatchevski e Gauss, e, sempre in Germania, possono essere considerati tali Berhard Riemann ed Hermann Von Helmholtz. Dobbiamo tuttavia distinguere, in relazione al problema delineato da Poincar, almeno due sensi in cui possibile esplicitare il rapporto tra geometria ed
309 310

Poincar (1898 [1998], p. 35). Dobbligo il riferimento allopera di David Hilbert I fondamenti della geometria, che inaugura la moderna assiomatica con il tentativo di portare a compimento, come egli stesso dichiara: lanalisi logica della nostra intuizione spaziale. Va tuttavia rilevato, contro un pregiudizio largamente diffuso in sede storiografica sin dallimmediata ricezione dellopera di Hilbert, che lobiettivo dei Grundlagen non riguarda tanto lesibizione della natura astratta della conoscenza geometrica, quanto la ricognizione del significato dei differenti gruppi di assiomi e la messa in rilievo della struttura ipotetico deduttiva della teoria in esame. altrettanto sorprendente, alla luce delle pi diffuse letture del pensiero di Hilbert, che egli stesso asserisca, accogliendo un luogo comune della geometria ottocentesca, che gli assiomi: stabiliscono i fatti fondamentali della nostra intuizione. Ma le sue risposte alle critiche di Frege segnalano una posizione del tutto differente, e molto pi vicina alla concezione della geometria come scienza astratta: every theory is naturally only a scaffolding or schema of concepts, together with their necessary mutual relation, and the basic elements (grundelemente) can be conceived in any way you wish (cfr. Torretti, 1978, p. 251). 311 significativo che interessi psicologici e storici confluissero nella ricerca di uno dei pi importanti matematici (e filosofi) vissuti a cavallo tra il XIX e XX secolo, come Federigo Enriques.

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esperienza. Che enti geometrici quali il punto, la retta e il piano possano essere conosciuti solo attraverso lesperienza sensibile era unidea comune ai matematici del XVIII secolo, la cui influenza riscontrabile in Kant312 (per il quale lo spazio pur sempre unintuizione, bench pura), e in autori posteriori come gli stessi J. Houel e Moritz Pasch, considerati tra gli antesigniani della moderna assiomatica. Eloquente, in proposito, lopinione di Mill, per il quale, essendo le idee copie degli oggetti incontrati nel corso delle nostre esperienze: Our idea of a point, I apprehend to be simply our idea of the minimum visible, the smallest portion of a surface which we can see. A line, as defined by geometers, is wholly inconceivable. Secondo Mill, infatti, gli oggetti descritti dalle definizioni geometriche (come ad esempio, in Euclide) non esistono per s nel mondo313, bench siano derivati dai loro correlati empirici attraverso un processo di astrazione delle sole propriet geometriche314. In tal modo la geometria, pur dipendendo dallesperienza per i suoi concetti primitivi, pu essere ritenuta a buon diritto una scienza a priori per quanto riguarda le forme della deduzione, se invero la loro coerenza interna pu essere stabilita indipendentemente da considerazioni empiriche315, e se i suoi assiomi si pensi allestetica trascendentale Kantiana sono costitutivamente sottratti ad ogni revisione. Daltro canto possibile come delinea Gauss in alcune lettere, e del pari Lobatchewski ritenere la geometria una scienza sullo stesso piano della fisica, dipendente dallesperienza per quanto riguarda acquisizione e validit dei propri principi. Anche per Stuart Mill geometria e fisica condividono metodi e struttura. La geometria si costruisce attraverso un processo di deduzione o raziocinio, cio per mezzo di un sillogismo nel quale, date la premessa maggiore (assiomi, ritenuti verit sperimentali, e definizioni) e la conclusione, viene richiesta la premessa minore. Pur ammettendo che le proposizioni geometriche sono necessarie, J. Stuart Mill precisa che tale necessit nondimeno ipotetica: Se gli assiomi A, B, C sono validi, allora da essi discenderanno necessariamente i teoremi a, b, c316.
312

Bien que les propositions de cette science [della geometria] appartiennent aux vrits de raison et non aux vrits de fait, ses propositions premires sont directement abstraites de lexprience sensible (...) Lorsque Kant place au principe des mathmatiques pures des intuitions sensibles, il demeure fidle cette inspiration. Vuillemin (1993, p. 63). 313 there exists no real thing exactly conformable to the definition. There exists no points without a magnitude; no lines without breadth, or perfectly straight; no circle with all their radii exaclty equal, nor squares with all their angles perfectly right . in Torretti (1978, p. 257). 314 Nelle definizioni geometriche cio presente un elemento ipotetico, nella misura in cui: the hypothetical element in the definitions of geometry is the assumption that what is very nearly true is exactly so. This unreal exactitude might be called fiction, as properly as an hypotheses. Ivi.. 315 Si, ne rgardant les axiomes que comme des arbitraires dont on dispose, on considre seulement les formes de la dduction, de telles sciences peuvent bon droit tre dites pures, puisque la cohrence interne de ces formes ne dpend nullement de lexprience, Vuillemin (1993, p.1). 316 Torretti (1978, p. 259). Pur accogliendo le premesse discusse sopra, Mill non sembra dubitare della rivedibilit della geometria euclidea: Every theorem in geometry () is a law of external nature, and might be ascertained by generalization from observation and experiment, which, in this case, resolves themselves into comparison and measurement. But it was found practicable, and being practicable, was desiderable, to deduce

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Significativamente, Poincar contesta il ruolo dellesperienza tanto nella genesi dei concetti geometrici quanto nelle forme di deduzione. Infatti, alla tesi di Gauss oppone levidenza storica rappresentata dalla stabilit del sistema fondato da Euclide; mentre fonda la personale refutazione dellempirismo di matrice milliana sullimpossibilit di derivare il concetto di spazio geometrico317 dalla triplice nozione di spazio rappresentativo: Le nostre sensazioni non possono darci la nozione di spazio. Questa nozione costruita dalla mente () le sensazioni in se stesse non hanno nessun carattere spaziale () Lo spazio sensibile non ha niente in comune con lo spazio geometrico () qualunque cosa facessimo, lo spazio cos costruito non sarebbe mai n infinito, n omogeneo, n isotropo; potrebbe diventarlo soltanto cessando di essere accessibile ai nostri sensi. Le nostre rappresentazioni non sono che la riproduzione delle nostre sensazioni; non possiamo dunque rappresentarci lo spazio geometrico. Non possiamo rappresentarci gli oggetti come se esistessero nello spazio geometrico, ma soltanto ragionare su di essi come se esistessero in questo spazio.318 Nondimeno, ogni definizione di un ente geometrico ottenuta attraverso un processo di astrazione dallesperienza, come F. Enriques delinea nella sezione dellEnciclopedia delle scienze matematiche dedicata ai Fondamenti della geometria, difetta di rigore logico:
En se conformant ces dfinitions dEuclide on peut dvelopper les lments de la gomtrie en suivant deux voies bien distinctes :

those truths by ratiocination from a small number of general laws of nature, the certainty and universality of which was obvious to the most careless observer... . ivi. 317 in una serie di articoli raccolti poi in Science et hypothse, Poincar attribuisce allo spazio le seguenti cinque propriet: 1868Lo spazio geometrico infinito; 1869Lo spazio geometrico tridimensionale ( secondo la definizione di dimensione che vedremo meglio in seguito); 1870 omogeneo ( tutti i suoi punti sono identici); 1871 isotropo ( tutte le rette passanti per lo stesso punto sono uguali fra loro ); 1872 un continuo matematico (vedi infra). Bench appaiano evidenti anche solo a chi abbia nozioni elementari di geometria, sia ne La scienza e lipotesi sia ne Il valore della scienza Poincar dimostra che queste propriet non appartengono allo spazio rappresentativo, cio al quadro in cui vengono localizzate le nostre sensazioni. Si pu infatti osservare, limitatamente allo spazio visivo ( che costituisce, accanto allo spazio motorio e a quello tattile, una forma dello spazio rappresentativo), che esso una struttura bidimensionale, in quanto le immagini prendono corpo sulla superficie retinica, necessariamente finita, data lestensione finita del campo visivo, non omogenea, poich non tutti i suoi punti sono identici fra loro ( variazioni locali di sensibilit e acuit retiniche). Se poi si considera lo spazio visivo completo, cio linsieme delle sensazioni visuali pi la percezione muscolare della terza dimensione, nemmeno lisotropia risulter verificata. 318 Poincar (1898, passim e p. 8-9).

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1) on prend le point comme concept fondamental tir, par abstraction, de lide que nous nous faisions dun corps trs petit, on cherche ensuite engendrer les lignes par le mouvement dun point les surfaces par le mouvement des lignes, les corps (ou lespace) par les mouvements des surfaces. 2) on part du concept du corps comme fondamental et lon envisage les surfaces comme limites des corps, les lignes comme limites des surfaces et les points comme limites des lignes.319

Infatti, la prima via involge un evidente circolo vizioso, poich il concetto di limite di un corpo, di una superficie o di una retta contiene gi in s il concetto da definire di linea, superficie o punto; mentre il secondo procedimento, pur non dando luogo ad una fallacia altrettanto evidente comporta, nelle parole di Enriques: une recherche approfondie et difficile pour permettre daboutir une systmatisation logique des concepts de point, de ligne, de surface et de corps320. La portata di queste osservazioni si spinge ben oltre il confronto tra opposte concezioni della geometria: la difficolt inerente alla divergenza tra lessere esatto degli oggetti geometrici e lessere reale degli oggetti fisici, di cui i primi sono supposte astrazioni, in grado di scuotere le fondamenta di ogni epistemologia empirista, dal momento in cui le scienze ricorrono sistematicamente alla fisica matematica321. Lassiomatica di Hilbert, come noto, elimina la difficolt alla radice: se ogni teoria pu essere considerata scrive il geometra tedesco in una lettera a Gottlob Frege only a scaffolding or schema of concepts, together with their necessary mutual relations, allora al geometra accordata piena libert di concepire i punti as any system of things, e. g. the system of love, law, chimney-sweep e gli assiomi come relazioni tra queste cose, purch: my theorems will also hold of these things322. Nellaffrontare questa tematica pi da vicino, il ricorso al concetto algebrico di gruppo delinea una nuova strada percorribile in modo da evitare sia il riferimento incontrollabile allintuizione, sia leliminazione di ogni legame tra ledificio della geometria pura e il mondo fisico. A cominciare dai lavori di Camille Jordan, questa nozione, che fece la sua comparsa nello studio delle equazioni algebriche, mostr tutta la sua fecondit anche in geometria: Lie e Klein, grazie ad una proficua collaborazione ed una salda amicizia, diedero contributi eesenziali alla teoria dei gruppi continui di trasformazione, lasciando poi nelle mani del giovane Poincar una serie di lavori che egli stesso svilupp in maniera originale.

319 320

F. Enriques (1911, p.13-14). Ivi. 321 Torretti, (1978, p. 255). 322 ibid., p. 251.

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Dal punto di vista storico-filosofico, dobbiamo probabilmente a Felix Klein il testo che meglio documenta la fecondit dellapproccio gruppale in geometria; uno sguardo comprensivo del noto Programma di Erlangen (1872), monumentale per profondit di pensiero bench conciso sino alla stringatezza, mostra fino a che punto il metodo seguito da F. Klein ha permesso di ordinare in una gerarchia la crescita, spesso caotica, delle pi disparate scoperte nel corso del secolo XIX. Il criterio che ispira questo ordinamento pu riassumersi nella tesi secondo cui differenti branche della geometria, quali leuclidea, la geometria affine, proiettiva, possono essere viste come lo studio di quelle propriet dello spazio che vengono preservate da una determinata classe di trasformazioni. Se si considera, con Klein, lo spazio semplicemente come una variet pi volte estesa, il problema generale che comprende in s non solo la geometria ordinaria, ma anche e in particolare i nuovi metodi geometrici pu esprimersi nei termini seguenti:
E data una variet e in questa un gruppo di trasformazioni, studiare le forme appartenenti alla variet per quanto concerne quelle propriet che non si alterano nelle trasformazioni del gruppo dato. Secondo lespressione moderna () possiamo anche dire cos: data una variet e in questa un gruppo di trasformazioni. Si sviluppi la teoria invariantiva relativa al gruppo medesimo.323

La geometria euclidea potr allora essere definita come la coppia (S; E), in cui S rappresenta uno spazio, o ci che Klein definisce variet (che corrisponde non allodierno concetto di variet, ma allattuale nozione di spazio Rn o PCn) mentre E definisce il gruppo 7 che possiamo associare alla variet. Come leggiamo nellopera di Klein Mathematics from an advanced standpoint:
If we look back at our different kinds of geometry we see that the transformations which play a role in each case always form a group. In the first place all linear substitutions which leave unchanged the relations of metric geometry displacements, rotations, reflections, similarity transformations obviously form a group, which one calls the principal group of transformations of space324. .

Elementary

323

Klein (F. Klein, Elementary Mathematics from an advanced standpoint. Vol III, p. 133)

324

88

La presente trattazione non si occuper tuttavia dello studio del gruppo principale, ma del suo sottogruppo costituito dalle isometrie pari nello spazio325 (rotazioni, traslazioni e glissoriflessioni, queste ultime ottenute come composizione delle prime due), caratterizzato da sei parametri (o sei gradi di libert, uno in meno del gruppo principale). Questa scelta anzitutto dettata dal fatto che questo ultimo gruppo meglio indicato del primo a descrivere il movimento dei corpi rigidi. Per il medesimo fatto esso gioca un ruolo di rilievo nellarticolo di Poincar Sui Fondamenti della geometria (1898). Quivi il pensiero poincareano, almeno in riferimento allepistemologia della geometria, raggiunge il suo pieno sviluppo: nei testi pi noti del 1902 e del 1904 ritroviamo infatti, senza modifiche decisive, i temi contenuti nel presente lavoro326 Poincar presenta una teoria dello spazio fondata sulla nozione di compensazione, in cui tanto la capacit idealizzante della mente, quanto vale la pena ricordarlo lesperienza svolgono una funzione ineliminabile. vero, in effetti, che: la nozione di gruppo continuo esiste nel nostro intelletto anteriormente ad ogni esperienza, in modo da presidiare lorganizzazione dello spazio sensibile (una variet topologica monodimensionale a n componenti); ma con ci lesperienza non completamente estromessa dal processo di genesi dello spazio geometrico, poich ad essa spetta il compito di guidare, secondo un principio di economia, la nostra scelta entro la vasta griglia di gruppi che il nostro intelletto in grado di costruire: la nozione di spazio, precisa Poincar, costruita dalla mente con degli elementi che preesistono in essa, e lesperienza esterna non per essa che loccasione di esercitare questo potere, o tuttal pi un mezzo per determinare il miglior modo di esercitarlo327. La scelta cadr infatti sullesemplare di gruppo che meglio degli altri pu sussumere e dotare della propria struttura il continuo fisico degli spostamenti di cui abbiamo conoscenza diretta nella vita quotidiana. Abbiamo ricordato come lalterit dello spazio sensibile rispetto allo spazio geometrico costituisca una delle ragioni che portarono Poincar alla ricusazione dellempirismo geometrico. Una volta assodata questa incommensurabilit, cade anche la tesi del carattere intuitivo della conoscenza spaziale, ed in sua vece emergono due problemi
325

definiamo le rotazioni e le traslazioni isometrie pari perch esse si ottengono come prodotto di due ribaltamenti.

326

In esso viene lumeggiata larchitettura di fondo del convenzionalismo, secondo quelli che J. Vuillemin definir primo e secondo significato. Nel suo Poincars philosophy of space lautore distingue infatti un primo senso in cui viene impiegata la nozione di convenzione, in relazione alla costruzione di uno spazio puro a partire dai dati sensoriali da un secondo senso, riferito alla genesi delle propriet topologiche (come il numero delle dimensioni) dello spazio, e da un ultima e pi comune accezione (more popular sense of convention): la tesi di Duhem Quine. 327 Poincar (1898, p.3).

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correlati. In primo luogo, si tratta di stabilire a quali condizioni possibile astrarre dallo spazio rappresentativo uno spazio geometrico ideale, dotato di propriet singolari e non rintracciabili a livello del suo correlato empirico. Dalle stesse propriet dello spazio geometrico discende il secondo ordine di problemi, relativo alla possibilit di ridurre lo spazio rappresentativo, nella sua triplice forma, ad un unico spazio qual quello descritto dai geometri. In riferimento alla prima questione, Poincar muove dallidea che lo spazio sia un concetto di natura associativa328, alla cui radice vadano rintracciate sia successioni di sensazioni correlate secondo certe leggi, sia precise condizioni in base a cui distinguere univocamente i cambiamenti di stato dai cambiamenti di posizione. Come potrebbe un essere immobile percepire il mondo? Scrive Poincar:
Per un essere completamente immobile non vi sarebbe n spazio, n geometria; invano attorno a lui gli oggetti si sposterebbero, le variazioni che questi spostamenti farebbero subire alle sue impressioni non sarebbero attribuite da questo essere a dei cambiamenti di posizione, ma a dei semplici cambiamenti di stato. Questa nozione [la nozione di spazio] non pu derivare da ununica sensazione, bens da una serie di sensazioni. Inoltre un essere immobile dai cambiamenti di stato. non avrebbe mai potuto acquisirla poich, non potendo correggere attraverso i suoi movimenti gli effetti del cambiamento di posizione non avrebbe avuto alcun modo di distinguerli

Da entrambi i brani si rileva, in primo luogo, che la base psicologica della concezione geometrica dello spazio risiede nellidentificazione di una classe speciale di impressioni corrispondenti ai cambiamenti di posizione degli oggetti; in secondo luogo, che la condizione necessaria e sufficiente per identificare tali cambiamenti rappresentata dalla mobilit del nostro corpo. Infine, abbiamo coscienza di alcuni movimenti, detti volontari, accompagnati da sensazioni cinestesiche329. Tra i cambiamenti esterni, solo quelli che possono essere compensati da opportuni movimenti volontari, corrispondenti a successioni di sensazioni muscolari, prendono il nome di cambiamenti di posizione. Un essere immobile, ad esempio, non avrebbe alcun elemento per distinguere una sfera che ruotando gli mostri prima un emisfero rosso, e in seguito laltro
328

Surely, before Poincar, people denied space had an a priori and intuitive character; they remarked that, being common to different sensations, it necessarily was a concept of an associative nature. But how the association worked, nobody explained (with the possible exception of Helmholtz). Poincar was the first to clearly answer the question, how can we construct space from spaceless impressions? Vuillemin (1972, p.162). 329 questa osservazione viene espressa da J. Vuillemin nella legge seguente: ad essa lautore accompagna uninteressante osservazione: questa definizione, rileva, makes sense only if empirical compensations exist. We can imagine worlds where they would not exist; that the world which we live in allows such compensations, we learn by experience. In this sense geometry supposes experience. Vuillemin (1972, p.163).

90

emisfero blu, da un vaso sferico contenente un pigmento rosso che si colori di blu. Al contrario, un essere capace di movimento volontario classificherebbe il primo fenomeno come un cambiamento di posizione, il secondo come un cambiamento di stato: nel primo caso, mi sufficiente girare intorno alla sfera per mettermi di fronte allemisfero rosso e ristabilire la sensazione rossa primitiva. (Poincar, Il valore della scienza, p.280). La rotazione della sfera pu, in altri termini, essere compensata da un movimento interno a condizione che si ristabilisca la stessa posizione relativa, e che il mio corpo non abbia cambiato attitudine. E, ancora, solo grazie al movimento relativo dellorganismo (o di sue parti, come i muscoli oculari) possibile assimilare coppie di impressioni altrimenti eterogenee, come quelle date da oggetti diversi che si muovano secondo lo stesso vettore330. Tutto ci a patto che negli spostamenti siano implicati corpi solidi, tali da non subire deformazioni durante gli spostamenti): bisogna che le diverse parti delloggetto abbiano conservato, le une in rapporto alle altre, la stessa posizione relativa,e lo stesso deve accadere per linsieme del nostro corpo nel secondo movimento che corregge il primo. (Poincar, La scienza e lipotesi, p.103) Lesistenza di classi di cambiamenti esterni aventi un correlato nei movimenti volontari permette di compiere una prima astrazione sulle propriet degli oggetti coinvolti nel movimento, come esemplificato ne La scienza e lipotesi:
Supponiamo un corpo solido che prima occupa la posizione e poi passa alla posizione , nella prima posizione determiner in noi linsieme di impressioni A, e nella seconda linsieme di impressioni B. Sia dato ora un secondo corpo solido, che abbia qualit completamente diverse dal primo, per esempio, di colore differente. Supponiamo ancora che passi dalla posizione dove provoca in noi linsieme di impressioni A1 , alla posizione dove provoca in noi linsieme di impressioni B1.331

Il passaggio dallinsieme A allinsieme B di impressioni non avr, dal punto di vista qualitativo, nulla in comune con il passaggio da A1 a B1; nondimeno riteniamo questi cambiamenti il medesimo spostamento. Segnatamente, ci accade perch associamo ad entrambi i cambiamenti lo stesso movimento correlativo. Per questa via viene a costituirsi, attraverso un procedimento di astrazione del quale la mente condizione necessaria e sufficiente, una classe di entit oggettive, gli spostamenti, a partire dallaggregato soggettivo delle impressioni visive e tattili:
330 331

Jules Vuillemin adotta la seguente formalizzazione: (Vuillemin, 1972, p.163). (Poincar, p. 105). questa legge viene formalizzata da Vuillemin nei termini seguenti:---------.

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la classificazione non un dato bruto dellesperienza, perch la compensazione sopra menzionata dei due cambiamenti, luno interno e laltro esterno, non mai completamente realizzata. dunque unoperazione attiva della mente, che cerca di inserire i risultati bruti dellesperienza in una forma preesistente, in una categoria. Questoperazione consiste nellindentificare due cambiamenti perch posseggono un carattere comune, e ci malgrado che essi non lo posseggono esattamente.332

Ogni spostamento corrisponde naturalmente ad una classe di cambiamenti esterni; inoltre, mentre linsieme dei cambiamenti interni pu essere caratterizzato come un gruppoide 333 linsieme degli spostamenti, la cui azione si effettua sullo spazio della nostra sensibilit (space of our sense awareness), costituisce, secondo Poincar, un gruppo:
evidente che se consideriamo un cambiamento A e lo facciamo seguire da un altro cambiamento B, siamo liberi di considerare linsieme dei due cambiamenti A seguito da B come un unico cambiamento che pu scriversi A + B e pu essere chiamato il cambiamento risultante () ne risulta allora che se due cambiamenti A e B sono degli spostamenti, il cambiamento A+B anche uno spostamento. I matematici esprimono ci dicendo che linsieme, o aggregato, degli spostamenti forma un gruppo. Se cos non fosse non ci sarebbe la geometria.334

Anche in questo caso linsieme degli spostamenti pu essere dotato di una struttura algebrica solo attraverso unoperazione attiva della mente, che si estrinseca in unulteriore idealizzazione operata sullinsieme degli spostamenti. Le propriet ad esso ascritte in precedenza, infatti, non consentono di attribuirgli automaticamente i caratteri di un gruppo. Sappiamo che definire la congruenza tra due figure (intese come insiemi di punti nel piano o nello spazio) rispetto ad una classe di trasformazioni equivale a dotare tale classe di una struttura di gruppo335. Tuttavia, sulla base dellinsieme degli spostamenti non possibile definire alcuna relazione di congruenza tra figure qualsiasi, poich gli elementi ultimi di cui si compongono i nostri spostamenti appartengono al novero delle sensazioni, soggette come lo stesso autore ha illustrato nellarticolo le continu mathmatique del 1893-94 alle leggi del continuo fisico. Secondo la relazione psicofisica tra stimolazione e risposte, nota come legge di Weber-Fechner:

332 333

Poincar (1898, p.13). internal changes are therefore subject to the laws of what some mathematicians call a grupoid. The law of internal composition between members of the set of these changes is not always defined. In other words, you cannot take the cartesian product of this set by itself to define a function whose value belongs to the set. 334 Poincar (1898, p.14). 335 si ha infatti che A B sse esiste una classe di funzioni f tale che f(A) =A; f (A; B) f (B; A); f(A; B), f (B; C) f (A; C).

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On a observ par example quun poids A de 10 grammes et un poids B de 11 grammes produisaient des sensations identiques, que le poids B ne pouvait etre non plus discern dun poids C de 12 grammes, mais que lon distinguait facilement le poids A du poids C.336

In tal modo le differenti famiglie di sensazioni:


si confondono luna con laltra. A, per esempio, sar associato a B, e B a C. ma A non ci apparir come associato a C. troveremo che A e C non appartengono alla stessa famiglia, bench A e B da una parte e B e C dallaltra ci sembrino come appartenenti alla stessa famiglia337.

La formula del continuo fisico (formule du continu physique), che pu riassumersi nella seguente relazione di antitransitivit tra triple di sensazioni A, B, C: A=B, B=C, A<C, presenta riconosce Poincar un disaccordo intollerabile con il principio di non contraddizione, tanto che la trascrizione simbolica dei dati sensoriali, per quanto fedele ai resoconti osservativi:
ripugna alla ragione. Essa non corrisponde a nessuno dei modelli che portiamo in noi. Sfuggiamo a questo dilemma con un artificio; e a questo continuo fisico o se preferite a questo continuo sensibile che si presenta sotto una forma intollerabile per le nostre menti sostituiamo il continuo matematico.338

In termini formali, possibile caratterizzare il continuo fisico (o, pi esattamente, continuo psicologico) attraverso le propriet seguenti. Definiamo il continuo fisico semplice come la tripla S, R, < , tale che: (i) (ii) x t.c. xS. R(x,y) una relazione binaria, riflessiva (vale R(x,x)), simmetrica (R(x,y)R (y,x)), non transitiva ([R(x,y) R(y,z)R(x,z)] ) in S. (R(x,y) si legge: x indiscernibile da y).
336

Questi stessi risultati colpiranno, pi di cinquantanni dopo, il filosofo della scienza Paul Feyerabend, che racconta la seguente esperienza, per rilevare come: la sicurezza che proviamo nella vita quotidiana di fronte a un certo avvenimento un fenomeno meramente soggettivo: Lesempio seguente, che devo al prof. Tranekjaer Rasmussen delluniversit di Copenaghen, mostra come ci siano degli enunciati che in determinate situazioni osservative sono del tutto certi soggettivamente () ma che contengono una contraddizione, il che certo un buon motivo per dubitare della loro verit. () le persone che si prestano allesperimento sono invitate a confrontare le distanze a,b, e c fra tre coppie di linee. Il risultato dellosservazione diretta (della cui assurdit i soggetti dellesperimento, impegnati nella corretta descrizione delle osservazioni, si accorgono solo in un secondo tempo) a=b, b=c, ma a>c. 337 Poincar (1898, p. 39). 338 Poincar (1898, p. 22).

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(iii)

< una relazione binaria ( <(x,y) ), antisimmetrica ( x<y ([(y<x)])), transitiva (x<y, y<z x<z) in S. Se a,b S, e R(a,b), allora non si verifica n a<b n b<a ( ( (a<b)) ( (b<a) ). Se a,b S, e R (a,b), allora a<b v b<a. ((a,b S) (R (a,b))) (a<b V b<a) (a,b,c S a<c<b) x t.c. x S ( R(a,x) R (x,b)). S contiene un sottoinsieme non vuoto L, su cui < costituisce un ordinamento lineare. Se a,b S, a<b e non esiste c tale che a<c<b, allora x t.c. R(a,x) e R(x,b). Se a S, ed esiste un elemento b appartenente ad L, allora R(a,b). ( (a S ) (b L) R(a,b)).

(iv) (v) (vi) (vii) (viii) (ix)

Tale assiomatizzazione339 d luogo ad una teoria priva di contraddizioni evidenti, che smentisce il giudizio negativo di Poincar e sembra anzi minare le ragioni, filosofiche ancor prima che psicologiche, alla base della contrapposizione tra i due continui istituita da Poincar e della predilezione accordata da questultimo al continuo matematico, dal momento che pu essere riconosciuto pieno titolo di legittimit ad entrambi340. In un altro senso per, la costituzione dello spazio geometrico presuppone il continuo matematico (dedekindiano) a scapito del continuo fisico. Lillimitatezza dello spazio e, insieme, la sua omogeneit e isotropia si fondano sulla capacit della mente di iterare la medesima operazione un numero indefinito di volte:
dove abbiamo studiato la natura del ragionamento matematico, abbiamo visto limportanza che si deve attribuire alla possibilit di ripetere indefinitamente una stessa operazione. da questa ripetizione che trae la sua virt il ragionamento matematico; perci grazie alla legge dellomogeneit che esso ha un ruolo relativamente ai fatti geometrici341.

339 340

Cfr.Torretti (1978). Alla base di questa presa di posizione ritroviamo forse linterpretazione fuorviante della relazione di indiscernibilit, che negli autori considerati viene a torto identificata con lidentit. La scrittura A=B, B=C, A<C certo illegittima, ma non vi nessuna contraddizione se al simbolo = viene sostituita la relazione R, che non gode della propriet transitiva: R(a,b), R(b,c), a<c. In questi termini, la formula del continuo fisico costituisce uno schema pienamente autonomo, che non richiede correzioni n lintervento di una nuova formalizzazione. 341 (Poincar, la scienza e lipotesi, p. 105)

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Pertanto lintuizione del tempo e del numero naturale, che fondano la capacit iterativa della mente, consentono di costruire interamente a priori la nozione di continuit matematica342, della quale solo attraverso un ulteriore processo di idealizzazione pu essere dotato linsieme degli spostamenti:
separando le nostre sensazioni da quel qualcosa che noi chiamiamo la loro causa, ammettiamo che il qualche cosa in questione si conforma al modello che portiamo in noi, e che le nostre sensazioni se ne discostano soltanto a causa della loro grossolanit.343

il pensiero aritmetico, in sostanza, a costituire il presupposto trascendentale della conoscibilit dello spazio, nella misura in cui linsieme degli spostamenti, conformandosi al modello che portiamo in noi acquisisce la struttura di un gruppo di trasformazioni:
scopriamo subito che uno spostamento qualsiasi pu essere sempre diviso in due, tre, o un numero qualunque di parti, voglio dire che possiamo sempre trovare un altro spostamento che, ripetuto due, tre volte, riprodurr uno spostamento dato. Questa divisibilit allinfinito ci porta naturalmente alla nozione di continuit matematica; e tuttavia le cose non sono cos semplici come sembrano a prima vista.

Dalla divisibilit infinita di cui godono gli spostamenti del gruppo discendono le note caratteristiche dello spazio geometrico: omogeneit, isotropia, e illimitatezza. Infatti, che cosa stabilisce la legge di omogeneit, se non che: un movimento che si prodotto una volta pu ripetersi anche una seconda volta, senza che cambino le sue propriet? Daltro canto:
se uno spostamento D mi trasporta da un punto ad un altro oppure cambia il mio orientamento, io devo essere, dopo questo spostamento D, ancora capace degli stessi movimenti di prima dello spostamento D, e questi movimenti devono aver conservato le loro propriet fondamentali che mi hanno permesso di classificarli tra gli spostamenti. Se cos non fosse lo spostamento D seguito da un altro spostamento non sarebbe equivalente a un terzo spostamento344

E non valendo la propriet di chiusura: gli spostamenti non formerebbero un gruppo345. Queste osservazioni illustrano chiaramente che, una volta condotti ad accettare lomogeneit dello spazio, dobbiamo giocoforza accettarne isotropia e illimitatezza. Se dopo uno spostamento: il nuovo punto al quale sono stato trasportato gioca lo stesso ruolo di quello nel quale ero inizialmente; il mio nuovo orientamento gioca ancora lo stesso ruolo che
342 343 344

Poincar (1898, p.22). ibid., p.18. 345 ivi.

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giocava in passato, dobbiamo concludere che lo spazio isotropo. Infine: essendo omogeneo, esso [lo spazio] sar illimitato; perch una categoria che limitata non potrebbe essere omogenea dal momento che le sue frontiere non potrebbero giocare lo stesso ruolo del suo centro346. Dobbiamo tuttavia osservare, con Poincar, che non necessario presupporre la generabilit del gruppo a partire da movimenti infinitesimali per dotare lo spazio delle propriet sopra discusse, dal momento che si possono annoverare tre ipotesi compossibili:
1869

ogni spostamento multiplo di un piccolo spostamento di lunghezza finita, bench non percepibile. Il gruppo sarebbe in tal caso discontinuo, data lesistenza di movimenti non ulteriormente scomponibili347.

1870

Ogni spostamento divisibile allinfinito in spostamenti tutti commensurabili luno con laltro, di modo che: a ciascuno di essi corrisponderebbe un numero commensurabile e viceversa. Questa specie di continuit sarebbe per imperfetta, poich non ci sarebbe niente che corrisponda ai numeri incommensurabili348.

1871

Ogni spostamento perfettamente continuo, cio: a ciascun numero commensurabile o incommensurabile corrisponde uno spostamento e viceversa349.

Le ragioni che conducono ad accettare la (iii) sono determinate solo dalla maggiore compatibilit di questultima ipotesi con le altre propriet del gruppo, rilevabili, a loro volta, sulla base di esperienze eterogenee. Pur accordando alla facolt intellettuale (sprit) la capacit di costruire, applicando il principio di ricorrenza, la successione dei numeri naturali, dei razionali e dei numeri reali350, Poincar riconosce allesperienza, nella misura in cui essa occasione della costituzione e della scelta di un determinato gruppo di spostamenti, un ruolo dirimente nel decidere quale tra le tre idealizzazioni sia la pi adatta ad imporsi sul continuo fisico dei dati sensoriali:
la prima soluzione, come la seconda, incompatibile con le altre propriet del gruppo, che conosciamo per altre esperienze. La terza soluzione si impone dunque a noi solo per questo fatto. Potrebbe essere successo il
346

Ivi. Sulla distinzione tra illimitato e infinito si confronti quanto detto a proposito di Riemann, nel capitolo

I.
347

avremo allora un fascio discontinuo che ci darebbe lillusione della continuit fisica perch i nostri sensi grossolani sarebbero incapaci di discernere due qualsiasi elementi consecutivi del fascio. Ibid., p. 22. 348 ivi. 349 Ibid, p.23.
350

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contrario. Sarebbe potuto accadere che le propriet del gruppo fossero incompatibili con la continuit. Allora avremmo senza dubbio adottato la prima soluzione351.

Unanalisi pi profonda della classe degli spostamenti consente di enumerare alcune delle propriet che contribuiscono a caratterizzare tale classe come un gruppo continuo. Attraverso semplici esperienze allora possibile accertare lesistenza di una classe peculiare di cambiamenti:
Un corpo solido avente un punto fisso gira davanti ai nostri occhi. La sua immagine si dipinge sulla nostra retina e ciascuna delle fibre del nervo ottico ci trasmette unimpressione; ma a causa del movimento del corpo solido questa impressione variabile. Una di queste fibre, tuttavia, ci trasmette unimpressione costante. Ed quella allestremit della quale si formata limmagine del punto fisso. Abbiamo cos un cambiamento che fa variare certe sensazioni, ma ne lascia altre invariabili.

Non si tratta per di una propriet qualitativa, e quindi accidentale, del singolo spostamento, come illustra il seguente esempio:
Vedo per esempio un corpo solido che gira attorno a un punto fisso. Le parti vicine al punto fisso sono dipinte di rosso. Si tratta di uno spostamento e in questo spostamento io mi accorgo che qualcosa resta invariabile, cio la sensazione di rosso che mi viene trasmessa da una certa fibra del nervo ottico. Un po di tempo dopo, vedo un altro corpo solido che gira intorno a un punto fisso. Ma le parti vicine al punto fisso sono dipinte di verde.

Bench la sensazione di rosso comunicata durante la prima rotazione sia affatto differente dalla sensazione di verde collegata alla rotazione successiva, siamo in presenza del medesimo spostamento, perch pu essere corretto dal medesimo cambiamento interno. Come noto, linsieme dei cambiamenti esterni, qualitativamente differenti, compensabili mediante lo stesso cambiamento interno (volontario) possono essere ricondotte nella stessa classe. Orbene, la classe composta dai cambiamenti descritti nellesempio rivela linteressante propriet di preservare invariante un determinato aggregato di impressioni: le sensazioni corrispondenti al centro di rotazione dei corpi. Non useremo naturalmente il termine punto, la cui conoscenza non pu essere presupposta senza cadere in un circolo vizioso, ma la nozione pi ambigua di posto. Proprio questultimo dobbiamo In secondo luogo, tale classe costituisce un sottogruppo del gruppo degli spostamenti, come rileva Poincar:
351

Poincar (1898, p. 24).

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siamo cos portati a distinguere fra gli spostamenti quelli che conservano certe sensazioni. Linsieme degli spostamenti che conservano cos un sistema dato di sensazioni forma evidentemente un sottogruppo che possiamo chiamare sottogruppo di rotazioni.

Inoltre esperienze altrettanto immediate delle precedenti conducono alla conclusione che quegli spostamenti che lasciano invariante non un singolo complesso di impressioni, ma una coppia di essi, ne preservano nel contempo un numero infinito352. Analiticamente, la struttura della classe degli spostamenti suscettibile della seguente descrizione: 6) linsieme di tutti gli spostamenti che fissano una determinata sensazione formano un gruppo , che decidiamo di chiamare sottogruppo rotativo, trattandosi di un sottogruppo del gruppo degli spostamenti. Poich lesperienza garantisce lesistenza di questa classe di spostamenti, lecito assumere, a fortiori lesistenza di almeno un sottogruppo rotativo. Dora innanzi, daremo a tutti gli spostamenti non rotativi il nome traslazioni (citare Torretti). 7) Dato un sottogruppo rotativo che fissa una sensazione , possibile ottenere nuovi sottogruppi rotativi semplicemente prendendo i coniugati di rispetto ad una qualsiasi traslazione t, dal momento che la composizione t()t-1 risulta essere una rotazione che fissa un nuovo aggregato di impressioni . Riassumendo, i coniugati di rotazioni sono a loro volta rotazioni. 8) Osserviamo inoltre che lintersezione di due sottogruppi rotativi forma un fascio rotativo (rotative sheaf) che possiamo caratterizzare con la seguente propriet: esso costituito da spostamenti tutti scambiabili fra loro; secondo la terminologia della moderna algebra, un fascio un sottogruppo abeliano. Ogni fascio possiede inoltre la caratteristica peculiare di appartenere ad uninfinit di sottogruppi. 9) Il fatto di immediata sperimentazione che un oggetto rettilineo pu sempre essere fatto scivolare su s stesso353 consente di introdurre il cosiddetto gruppo delle
352

Des expriences aussi grossires que les prcdentes nous apprendraient quil existe des dplacements qui laissent fixes deux points quelconque; que, dans ce cas, ces dplacements laissent fixes une infinit dautres points (rotation autour dune droite). Rougier (1920, p.168). 353 Considrons tous les dplacements dun lacet rotatif. Si nous prenons un dplacement quelconque, il ne sera pas, en gnral, interchangeable avec tous les dplacements du lacet; mais nous dcouvrirons quil existe des dplacements qui sont interchangeables avec tous ceux du lacet rotatif, et qui forment un sous-group plus tendu quo appelle le sous-groupe hlicoidal (...) ce qui parat vident si lon observe quune droite peut glisser le long delle- mme . Rougier (1920, p. 170).

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glissoriflessioni, o sottogruppo elicoidale, costituito da quelle trasformazioni che commutano con i componenti di un fascio. 10) Infine, ogni spostamento infinitesimo pu essere scomposto in tre spostamenti infinitesimi appartenenti ciascuno a tre fasci di rotazione. Una classe caratterizzata da questa struttura pu secondo Poincar costituire una copia isomorfa al gruppo dei movimenti euclidei, iperbolici o, infine, ellittici. Per andare oltre prosegue il Nostro abbiamo bisogno di una nuova proposizione che prenda il posto delle parallele. Viene quindi ribadita la conclusione che troviamo nel lavoro del 1886, e a sua volta nella teoria dei gruppi di trasformazioni di S. Lie: la proposizione che prender il posto del V postulato sar laffermazione dellesistenza di un sottogruppo invariante, i cui spostamenti sono tutti scambiabili e che formato da tutte le traslazioni. Lesperienza, per quanto abbia potuto suggerire questa conclusione, non pu tuttavia imporla. Essa sufficiente
per mostrare che, di tutti i gruppi i cui modelli preesistono in noi, i soli che possiamo adottare allo scopo di potervi riferire le nostre sensazioni sono quelli che contengono un tale sottogruppo [un sottogruppo rotativo].

Se i due gruppi condividono la stessa struttura tanto da costituire luno limmagine speculare dellaltro, essi differiscono, per cos dire, nella materia. Fuor di metafora, mentre il gruppo degli spostamenti agisce su uno spazio n dimensionale (con n >> 3), lo spazio che attribuiamo al mondo esterno ha, secondo lopinione comune, solo tre dimensioni, e parimenti tridimensionale (o, talvolta, bidimensionale) lo spazio in cui vengono eseguite le costruzioni della geometria elementare. Rimane dunque il problema di come da uno spazio omeomorfo a Rn possa derivare un nuovo spazio, omeomorfo ad R3, del tutto equivalente, dal punto di vista topologico, allo spazio della geometria euclidea elementare. Per sfuggire a questa difficolt, Poincar formula una chiara distinzione, nellalgebra dei gruppi, tra propriet formali e propriet materiali:
i matematici suppongono ordinariamente che loggetto delle operazioni del gruppo un insieme di un certo numero n di quantit suscettibili di variare in modo continuo, quantit che sono chiamate coordinate. Daltra parte, ogni operazione del gruppo pu essere considerata come facente parte di un fascio analogo al fascio di rotazioni e come multiplo di un ordine molto elevato di unoperazione infinitesimale appartenente allo stesso fascio.354
354

Poincar (1898), p. 32.

99

Pertanto, allinterno della teoria dei gruppi continui di trasformazione il grado, cio il numero delle dimensioni dello spazio su cui il gruppo stesso agisce, costituisce una propriet materiale, mentre lordine del gruppo, ovvero il numero di parametri (le componenti di unoperazioni infinitesimale), rappresenta una propriet formale. dunque sempre possibile, sostiene Poincar, sostituire il gruppo che ci dato, con la sua forma e la sua materia, con un altro gruppo isomorfo, la cui materia pi semplice355. La posizione di Poincar , in conseguenza di questa presa di posizione, in netto contrasto con le tesi sostenute da Helmholtz e da Lie. Secondo questi ultimi, infatti: la materia esisteva prima della forma e in geometria la materia una variet numerica a tre dimensioni. Il numero delle dimensioni dunque posto anteriormente al gruppo. Per Poincar, al contrario:
la forma esiste prima della materia. Le diverse maniere in cui un cubo pu essere sovrapposto a s stesso e le diverse maniere in cui le radici di una certa equazione possono essere scambiate costituiscono due gruppi isomorfi. Essi differiscono soltanto per la materia () sotto questo aspetto il gruppo esiste anteriormente al numero delle dimensioni.356

In modo coerente a queste premesse, lautore dedica i capitoli centrali del saggio a costruire una realizzazione immanente del gruppo 6 degli spostamenti in uno spazio omeomorfo a R3. Ricordiamo che una realizzazione di un gruppo G in un insieme S (detto base della realizzazione) pu definirsi come lomomorfismo , tale che: : GTS , ove con TS verr indicato il gruppo delle permutazioni in S. Poich un omomorfismo, avremo che: (g) (g) = (gg).

355 356

Ibid.,p. 33. Ibid., p. 54.

100

Qualora fosse un isomorfismo, la realizzazione di G in S si direbbe fedele (faithful); mentre tale realizzazione definita transitiva (transitive) quando, per ogni x, y S esiste un elemento g G tale che (g) associ x a y. Entro lo schema proposto, la base del gruppo rappresenter lelemento materiale, mentre il gruppo astratto G ne determiner la forma. Ora, una realizzazione immanente semplicemente una realizzazione che, per cos dire, viene data insieme al gruppo, e dunque non presuppone alcun elemento avventizio, quale la variet molteplicemente estesa prevista da Helmholtz e Lie. Un esempio, tratto da Torretti, chiarir meglio questo concetto. Sia G un gruppo, e H un sottogruppo di G. Definiamo con il simbolo G/H il gruppo quoziente di G rispetto ad H (linsieme di tutti i laterali sinistri di H). Consideriamo ora la funzione: f: g fg , il cui codominio dato dallinsieme delle permutazioni di G/H: fg (kH) = gkH. La funzione f una realizzazione di G in G/H, dal momento che, per ogni u, w, v appartenenti a G: fufv(wH) = uvw(H) = fuv(wH). Inoltre, poich: fuv 1 (H) = u(H), f transitiva. Questa realizzazione poi immanente, perch G/H viene dato insieme a G. H, in quanto sottogruppo di G, rappresenta il gruppo di stabilit di H stesso, in quanto punto di G/H. Infatti, se gH, allora fg (H) = gH = H. Daltro canto, se gH, fg (H) = gH H. possiamo, in conclusione asserire che: 101

{g| gG e fg (H) = H} = H. Infine, f simile357 ad ogni realizzazione di G che contenga H come gruppo di stabilit. Quanto esposto sopra pu essere applicato con conseguenze rilevanti anche al gruppo degli spostamenti. Riconosciamo infatti al suo interno due sottogruppi non banali: il sottogruppo rotativo , e il sottogruppo delle traslazioni T, il quale pu essere ritenuto omeomorfo ad R3. Ora, sia 0 un determinato sottogruppo rotativo, per ogni avremo che:

= t 0t-1, con t T. La funzione f: t t 0t-1 chiaramente una biiezione da T a ; risulta in tal modo possibile assegnare la seguente topologia allinsieme : sia Z aperto in se e solo se f 1(Z) aperto in T, , in conclusione omeomorfo a T, e quindi ad R3. In secondo luogo, dato uno spostamento d (rotazione o traslazione), possiamo definire la funzione fd , che associa ogni al suo laterale rispetto allo spostamento d: fd: d. Dal momento che il prodotto di una rotazione per una traslazione (rotazione) ancora una rotazione, la funzione fd agisce sullinsieme delle rotazioni come una permutazione di . Inoltre, in analogia con la descrizione data sopra, poich ogni elemento di un sottogruppo di D, possiamo definire una realizzazione immanente di D sul gruppo quoziente D/ attraverso la funzione f: f: dfd. Come noto, la propriet di immediata evidenza dei sottogruppi rotativi risiede nel fatto che ciascuno di essi preserva un certo aggregato di impressioni invariante. Dal punto di vista dellalgebra dei gruppi, pertanto, un sottogruppo rotativo che fissi, poniamo, un punto ,
357

Sia una realizzazione di un gruppo G in un insieme S. se una realizzazione di G in un insieme S, ed esiste una biiezione f: SS, tale che per ogni gG, g = f g f 1, allora simile a .

102

sar equivalente ad un gruppo stabilizzatore relativo ad una data geometria sullo spazio di punti . Da ci discende che, preso un elemento generatore appartenente allo spazio della sensibilit (omeomorfo a Rn) cio un peculiare aggregato di impressioni linsieme potr essere definito nel modo seguente: :{| , ()= }. Ovviamente, due sottogruppi rotativi e fissano lo stesso elemento generatore se e solo se: = ; in tal modo la funzione g da a : g: una biiezione da allinsieme di tutte le sensazioni fissate da un . Se assumiamo che Z sia aperto ogni volta che g sua volta la funzione: s: d g fd g 1 una realizzazione di D in 358 (indeed the mapping s is a homomorphism as, for any pair of displacements d and d, ) simile a f. Torniamo ora al gruppo D degli spostamenti. d) Dati due qualsiasi elementi generatori e 1, per d1 D, tale che 1 = d1(), avremo, per ogni r : 1= d1 (r ()) (poich r manda in se stesso). e) Dallaltro lato, se 1 = d(), e, per ogni r G, d = d1r, allora r fissa . Infatti d1(r ()) = 1 implica che r() = d1-1(1) = . f) Pertanto, allelemento generatore 1 della nostra geometria corrisponde linsieme d1 di trasformazioni in G, laterale sinistro del sottogruppo rispetto a d1.
358

(Z) aperto, rendiamo

equivalente ad uno spazio topologico omeomorfo a R3. Sia ora f la realizzazione di D in . A

Infatti la funzione s un omomorfismo, poich per ogni coppia di spostamenti d e d abbiamo che: g fd g 1
1

fd g

= g fd fd g . 103

g) Consideriamo ora due elementi generatori 1 e 2. Si prenda d tale che 2 = d(1). Possiamo scrivere: d2 = dd1. Sostituendo d1r( ) a 1 (vedi (a)) scriveremo: 2 = d(d1r( )). Possiamo concludere allora che: d(d1r( )) = (dd1)r( ) = d2(r()). h) Ogni trasformazione che associa 1 a 2 appartiene al laterale d2. Osserviamo che il ruolo di elemento generatore pu essere coperto dal laterale sinistro d2 nel gruppo D rispetto al sottogruppo . Nel nostro modello gli spostamenti saranno rappresentati da trasformazioni in D che mandano laterali in laterali, mentre le figure (intese come insieme di elementi generatori) possono essere interpretate come insiemi di laterali. Per questa via si giunge, infine, a definire lo spazio come gruppo quoziente D determinato dal gruppo stabilizattore (sottogruppo rotativo). La realizzazione s dunque simile alla realizzazione standard di D in D: di conseguenza s una realizzazione immanente di D in uno spazio omeomorfo a R3. costituisce pertanto un modello dello spazio geometrico, e se risaliamo alla distinzione tra forma e materia, questo risultato d un contributo essenziale in merito al problema dello statuto di enti geometrici quali il punto e la linea retta. Non vi alcuna necessit, infatti, di definirli in riferimento elementi empirici, materiali, sebbene essi conservino una traccia della loro genesi nel concetto stesso di gruppo stabilizzatore (il poincareano sottogruppo rotativo). Applicando un procedimento analogo, avremmo potuto costruire una realizzazione del gruppo degli spostamenti su un dominio omeomorfo a R4 o R5: sarebbe stato sufficiente scegliere come elemento generatore non i differenti trasformati di un sottogruppo di rotazioni, ma quelli di un sottogruppo elicoidale, oppure di un fascio di rotazioni. Se nel primo caso abbiamo ottenuto una geometria in cui il punto lelemento fondamentale, nel secondo avremmo scelto la linea retta come elemento dello spazio, attribuendogli quattro dimensioni, e nellultimo caso la figura formata da una linea retta e da un punto su questa linea retta, di modo che lo spazio avrebbe avuto cinque dimensioni. Cosa pu giustificare la scelta di attribuire allo spazio tre dimensioni, ritenendo dunque il punto quale elemento fondamentale? Una prima risposta viene fornita da Poincar in questi termini:

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il sottogruppo di rotazioni attira dapprima la nostra attenzione perch conserva certe sensazioni. Il sottogruppo elicoidale ci noto solo pi tardi e pi indirettamente. Il fascio di rotazioni daltra parte esso stesso soltanto un sottogruppo del sottogruppo di rotazioni.

Lautore attribuisce al sottogruppo di rotazioni una priorit psicologica: le esperienze primordiali che hanno condotto alla sua scoperta, legate alle sensazioni cinestesiche e al senso del tatto, hanno preceduto potremmo quasi dire da un punto di vista filogenetico la coscienza degli altri spostamenti. Sensazioni tattili e cinestesiche stanno cos a fondamento della geometria euclidea359, una geometria muscolare, ma non della posteriore geometria proiettiva, che al contrario soprattutto () visiva, e meno intuitiva della geometria metrica.360 Ma vi una seconda ragione che ha spinto la mente (sprit) ad astrarre il concetto di spazio sopra descritto. Preferiamo attribuire allo spazio tre dimensioni perch questa scelta: perch la pi semplice, ed la pi semplice perch quella che d allo spazio il numero pi piccolo di dimensioni361. La nostra rappresentazione dello spazio sembra conformarsi allo stesso principio di economia che Poincar fa intervenire nellattribuzione delle propriet metriche. Secondo Louis Rougier, infine, una terza ragione giustifica la scelta del punto come elemento fondamentale:
A cela se joignent des raisons dordre physique. Le gomtre est parfaitement libre de prendre pour lment gnrateur de lespace celui qui lui convient: le point, la droite, la sphre, le cne, etc; mais le physicien envisage un corps comme un systme de points auxquels sappliquent des forces. Dune manire gnrale, les proprits des corps ne dpendent que de leurs points. Il nimporte pas, par example, pour les proprits dun corps, quil ait ou non des plans tangents communs avec Mars, jupiter et le Soleil.362.

Secondo Rougier, la scelta del geometra vincolata dalle esigenze della fisica: il paradigma delle forze centrali che caratterizza la dinamica newtoniana, ad esempio, impone
359

il principale fondamento delle dimostrazioni di euclide realmente lesistenza del gruppo e delle sue propriet () gli altri [assiomi] che sono pi direttamente associati allidea di spostamento e allidea di gruppo, sono proprio quelli che egli ammette implicitamente e che non ritiene neanche necessario enunciare. Ci significa che i primi assiomi (quelli che sono stati enunciati) sono il frutto di unesperienza pi recente, mentre gli altri sono stati assimilati da noi per primi; di conseguenza la nozione di gruppo esisteva prima di tutte le altre. Poincar (1898, p. 46). 360 Poincar osserva come la geometria proiettiva arrivi alla nozione di lunghezza: considerandola soltanto come un caso particolare del rapporto anarmonico attraverso un giro di parole artificiale che ripugna. E prosegue: non evidentemente in questo modo che le nostre nozioni geometriche si sono formate. Poincar, (1898, p. 47). 361 Ivi. 362 Rougier (1920, p. 174).

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di considerare gli oggetti fisici come un insieme di punti di applicazione delle forze. Non diversamente, nella meccanica analitica di Lagrange, limmagine della materia doveva ridursi a:
une quantit invariable de force vive et une quantit donn de mobile (points dapplication des forces), mobiles qui nont dautre qualits que dtre des supports de mouvement, des choses qui se meuvent, et ne subissent dautre transformation que dans la direction et la vitesse de ce mouvement, sous les influences externes363.

Questa concezione implica uno stretto legame tra geometria e fisica, e, pi precisamente, una dipendenza della prima nei confronti della seconda. Tale subordinazione non per giustificata: possiamo a buon diritto ritenere che la meccanica di Newton abbia preso a proprio modello la geometria euclidea, servendosi di un linguaggio compiutamente sviluppato nel XVIII secolo, ma pi antico di secoli. Va osservato, del resto, che secondo largomento di Rougier un cambiamento nella fisica, quale ad esempio labbandono del paradigma newtoniano in favore di una fisica fondata sulla nozione di campo, potrebbe implicare labbandono della geometria del punto e con essa della tridimensionalit dello spazio. Come anticipato nellintroduzione, considerazioni analoghe conducono alla rappresentazione euclidea dello spazio, adottando questa geometria per la sua maggiore semplicit in luogo delle altrettanto valide geometrie ellittica o iperbolica. Tuttavia, precisa Poincar:
Che non si dica che il gruppo di Euclide ci sembra il pi semplice perch pi conforme a qualche ideale preesistente che ha gi un carattere geometrico; pi semplice perch alcuni dei suoi spostamenti sono scambiabili lun laltro, ci non vero per gli spostamenti corrispondenti del gruppo di Lobatchevskij.

In altri termini, la nozione di semplicit ha un significato oggettivo che emerge qualora si esamini la struttura del gruppo euclideo, dal momento che solo questultimo possiede un sottogruppo di traslazioni invariante364. Tradotto in linguaggio analitico: le equazioni euclidee conterranno meno termini. Si tratta, come osserva L. Rougier, di una considerazione di grande portata:
Cette considration est dun grand poids, la science tant sa faon un problme de minimum. Lconomie de la pense importe avant tout. Or, les gomtries non-euclidiennes font appel aux thories les plus

363 364

Rey (1930, p.12). questo che determina la nostra scelta in favore della geometria di Euclide, perch il gruppo che corrisponde alla geometria di Lobatchevskij non contiene un sottogruppo invariante di questo tipo. Poincar (1898, p. 30).

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leves de lanalyse, aux fonctions fuchsiennes par exemple. On peut ds lors pressentir quelles complications entraneraient une mcanique et une physiques constitues laide dune mtrique non euclidienne.

Esiste, come gi accennato, anche una ragione dordine psicologico che induce a preferire il gruppo euclideo sopra i restanti: le esperienze cinematiche effettuate con i solidi naturali consentono di stabilire che tale gruppo si allontana di meno da questo gruppo grezzo, analogo al continuo fisico che lesperienza ci ha fatto conoscere come gruppo degli spostamenti365. In accordo con Rougier, la geometria appare allora: comme le fruit incoscient dun opportunisme empirique366, laddove il termine opportunisme traduce meglio di conventionnalisme limpostazione e il nucleo dellepistemologia poincareana. Nella scienza prosegue Rougier commentando Sui fondamenti della geometria esistono materia e forma, significato e linguaggio nel quale il primo trova la sua espressione:
Lexprience dans les sciences de la Nature nous impose la matire de la science; elle nous impose jamais la matire dans lequel on lexprime. Le langage de la science peut tre indfiniment diversifi; les lois naturelles, qui en constituent le contenu, resterons invariables. Si lon passe dun langage dans un autre laide dun dictionnaire appropri, les lois apparatront comme un invariant de la traduction ainsi opre.

Lelemento linguistico-formale, che per Poincar viene a corrispondere alla struttura di geometria opportunamente scelta, definisce lorizzonte entro cui sinscrive il discorso scientifico, almeno nellambito della fisica, nella misura in cui la forma esiste prima della materia 367. bens fuori dubbio che il complesso delle nostre sensazioni ci ha provvisto di una specie di materia, ma essa, prosegue Poincar, non che una stampella per la nostra infermit, utile solo a fissare la nostra attenzione sullidea pura che portavamo prima in noi368. Sebbene, in conclusione, sia il mondo esterno a fornirci, attraverso il complesso delle nostre sensazioni, di una materia, spetta solo alla mente (sprit) limposizione della pura forma sulla natura:

365 366

Ibid., p. 56. Rougier (1920, p. 176). 367 La forma esiste prima della materia. Le diverse maniere in cui un cubo pu essere sovrapposto a se stesso e le diverse maniere in cui le radici di una certa equazione possono essere scambiate costituiscono due gruppi isomorfi. Essi differiscono soltanto per la materia. Poincar (1898, p. 54). 368 Ibid, p. 56.

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il nostro intelletto che fornisce una categoria alla natura. Ma questa categoria non un letto di Procuste nel quale costringiamo violentemente la natura, mutilandola secondo quanto esigono i nostri bisogni. Offriamo alla natura una scelta di letti tra i quali scegliamo il giaciglio che va meglio per la sua taglia.369

369

Ibid. p.58.

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CONCLUSIONI

Leredit filosofica che Jules Henri Poincar affid al secolo XX nacque allinsegna di un malinteso che tuttora perdura. Fisici e filosofi che accolsero con freddezza la prospettiva convenzionalistica nelle scienze fisico-matematiche (ribattezzata talvolta con il termine deteriore di comodismo), riconobbero nondimeno lopera geniale e innovativa dellautore nella pratica scientifica370, creando una discrasia tra il Poincar matematico e il Poincar filosofo371 e alimentando, di conseguenza, il mito di una personalit in cui albergarono il ct rivoluzionario e quello conservatore. Per contro, esistono fondati motivi per ritenere che la contrapposizione sia solo di facciata, dal momento che la riflessione filosofica accompagna quasi passo a passo lattivit scientifica di Poincar. Il dominio dellepistemologia della geometria, esplorato nel presente lavoro, costituisce un esempio perspicuo tanto della correlazione tra attivit tecnico pratica e attivit teoretica, quanto dei legami profondi che la riflessione del matematico instaur con una parte del milieu filosofico- culturale dellepoca. Tuttavia, la singolare ignoranza della letteratura matematica che Poincar mostr nellaffrontare celebri problemi di carattere tecnico (come lo studio delle funzioni automorfe) appare anche nella misura in cui lautore si accosta ai problemi filosofici. In proposito, il convenzionalismo geometrico offre un caso altrettanto perspicuo. Allalternativa tra sintetico a priori, e sintetico a posteriori372 quali due possibili risposte
Cfr. AA. VV. (2002, p. 102). 371 Secondo Donald Gillies, nel giro di pochi anni avvenne in Poincar un drastico cambiamento di prospettiva: nel 1902 Poincar aveva sostenuto che i principi della meccanica erano definizioni o convenzioni che non sarebbero mai state invalidate dagli esperimenti. Nel 1904 Poincar aveva gi deciso () che la meccanica newtoniana doveva essere modificata, e dal 1905 aveva sviluppato la matematica per la nuova meccanica. E conclude affermando: a stento potremmo trovare un esempio pi sorprendente di uno scienziato e matematico che porta a termine una brillante ricerca in contraddizione con i suoi principi filosofici. Se Poincar fu un vero conservatore nella sua filosofia della scienza, fu certamente un rivoluizario nella sua attivit scientifica (D. Giliies, G. Giorello, La filosofia della scienza nel XX secolo, p. 116). Ma a quanto sostiene Gillies si possono opporre almeno due argomenti: i. limpossibilit di verificare i principi della meccanica, sostenuta da Poincar in pi luoghi della sua opera, non involge, a sua volta, limpossibilit di abbandonare questi principi. Al contrario, un principio viene abbandonato non appena smetter di esserci utile, cio quando non sar pi in grado di farci prevedere, senza ingannarci, fenomeni nuovi. (Poincar, op. cit., p.249). Per converso, Poincar non adduce ragioni per cui i principi della meccanica newtoniana debbano essere sottratti a questa confutazione empirica indiretta. Daltro canto, Poincar aveva raggiunto la piena coscienza della necessit di una revisione dei principi della meccanica gi prima della fine del XIX secolo, come confermano le opinioni espresse nel 1899 alla Sorbone e nel 1900 al Congresso di Fisica di Parigi. (cfr. E. Whittaker, op. Cit., vol. II, p. 30). Cfr. Gillies (1994).
372 370

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alla domanda intorno alla natura degli assiomi della geometria, Poincar preferisce una soluzione inedita: gli assiomi geometrici seguita il nostro - sono convenzioni. Nondimeno, il medesimo autore che in alcuni celebri passi de La scienza e lipotesi muove allepistemologia della geometria kantiana critiche severe, in altre occasioni le si avvicina molto, sino quasi ad abbracciarne gli assunti di base. Il punto di vista di Poincar per genetico: come discusso nel precedente capitolo, la strutturazione dello spazio, originariamente amorfo, condizionato dallintelletto (sprit) nella misura in cui esso fornisce una categoria alla natura. Non fuori luogo ritenere il convenzionalismo una riformulazione dellepistemologia della geometria kantiana, bench occorra cautelarsi contro qualsiasi uso del termine convenzionalismo che non tenga in dovuto conto linsieme di significati che, per cos dire, formano una serie di stratificazioni o di livelli. Grazie al lavoro di Jules Vuillemin, tali livelli emergono finalmente alla luce e possono contribuire ad una migliore comprensione delle implicazioni filosofico-scientifiche del termine. Se, in prima istanza, possiamo ritenere la teoria convenzionalistica una nuova: theory of the associations of ideas373 capace di costruire, dopo aver definito la nozione di spostamento, la formazione dello spazio quale costrutto intellettuale374 a partire dal suo correlato fenomenico; e in secondo luogo, estendere la teoria convenzionalistica dello spazio dalla geometrica metrica alla topologia, possibile accordare al termine convenzionalismo un terzo e ultimo significato. Contro lipotesi di Lobatchevskij per il quale la verit delle proposizioni geometriche pu essere controllata per via sperimentale, Poincar ritiene che la geometria euclidea non abbia nulla da temere da nuove esperienze. Beninteso, se si scoprisse che per distanze astronomiche valgono le leggi della geometria ellittica o iperbolica sarebbe pi vantaggioso concludere che la luce non si propaga in linea retta piuttosto che rinunciare agli assiomi euclidei. Troviamo in tal modo, nelle pagine di Science et hypothse, una formulazione della tesi di Duhem- Quine (lunit di misura della significanza empirica la scienza nella sua globalit375) limitata per al dominio della fisica, della quale la geometria costituisce il linguaggio. Questa deriva linguistica comporta, in sede filosofica, una nuova articolazione del problema della verit in geometria: in tal modo, il linguaggio della geometria euclidea pu essere considerato pi adatto alla fisica newtoniana di altri linguaggi, ma in nessun caso
373 374

Vuillemin (1972) In particolare, in merito a questo punto la filosofia di Poincar lontana dal kantismo (cfr. Heinzmann, in Boi, Flament, Salanskis, 1992 ). 375 AA. VV. (2002, p. 270).

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la descrizione del mondo che facciamo per il suo tramite ha maggiore titolo di verit. In sostanza, la scelta tra le differenti geometrie soltanto una questione di adeguatezza e comodit. La riduzione della geometria a linguaggio, come stato detto nelle pagine precedenti, si incardina intorno alla nozione di gruppo di trasformazioni, che a sua volta rappresenta la chiave di volta per comprendere il convenzionalismo poincareano. La matematica dell'ottocento, del resto, pu essere considerata all'insegna dell'emergere di questa nozione dapprima entro domini limitati (la teoria delle equazioni da un lato e la geometria dall'altro), e in seguito del suo imporsi come paradigma attorno al quale possibile ordinare i singoli rami della geometria. Bench sia una forzutura voler leggere nelle pagine di Poincar chiari riferimenti alla nozione di struttura, nondimeno va riconosciuto al matematico francese il merito di aver individuato proprio nella nozione di gruppo e in quella correlata di invariante, i principi fondamentali della matematica:
le principe de la science mathmatique est toujours le mme. Elle doit tudier des transformations de natures diverses, et pour cela, elle doit rechercher ce qui demeure constant et inaltr dans ces transformations. Partout, elle a pour but ltude des groupes, et pour moyen la recherche des invariants376.

Tali nozioni contribuiscono, anzitutto, a dire che cosa sia la matematica: l' arte di dare lo stesso nome a cose diverse, precisa Poincar in una conferenza raccolta in Science et mthode, dal titolo evocativo di l'avenir des mathmatiques. Il buon matematico, secondo Poincar, sa collegare fatti apparentemente disparati (pars et paraissant trangers l'un l'autre) al fine di mettere ordine entro la complessit del mondo. Anche l'applicazione della teoria dei gruppi alla geometria persegue il medesimo scopo, rilevando l'identit (o meglio, l'isomorfismo) di strutture intuitivamente differenti (l'esempio dei modelli euclidei delle geometrie non euclidee in proposito chiarificatore). In tal modo, possibile delineare un'idea di progresso come ricerca di un' economia di pensiero attraverso mutamenti nel linguaggio. A questo scopo, il simbolismo matematico costituisce uno dei mezzi pi potenti nelle mani dello scienziato: attraverso di esso egli raggiunge l'anima del fatto riportando l'ordine laddove era presente una congerie di dati estranei l'uno all'altro. N va dimenticato, infine, che la creazione di un simbolo, pur ammessa la convenzionalit di ogni sistema linguistico, ben pi che un prodotto libero e arbitrario del pensiero. Essa si inscrive nel movimento stesso

376

In Rougier (1920, p. 99).

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della scienza, sostanziato dall'avvicendarsi delle forme che di volta in volta affiorano al linguaggio.

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