1
Sulla complessa genesi del primo volume di Idee si veda Sulla storia editoriale di « ldt·t·
l» e sui criteri di questa edizione di Vincenzo Costa.
xn Elio Franzini
1
E diventato quasi un «luogo comune» della letteratura fenomenologica (da I-Ieideg-
ger a Merleau-Ponty, da lngarden a Derrida) ritenere questo libra il segno esplicito della
«svolta idealistica» di Husser!, c!te segnerebbe dunque un profondo distacco dal <<descrit-
tivismo» delle Ricerche logiche. E evidente che, come spesso accade con i luoghi comuni,
si tratta di un paradigma interpretative generico ed elementare, che non tiene conto ne de-
gli scritti intermedi ne dei profondi punti di affinita tra Idee e le Ricerche logicbe.
2
II termine «movirnento fenomenologico» (movimento che, di fatto, non e n1ai esi-
stito, neppure durante la vita di Husser!) e stato reso popolare dallo scritto di H. SPIEGEL-
BERG, The Phenomenological Movement. A flistorical Introduction, Nijoff, The Hague - Bo-
ston- London (pubblicato in varie edizioni, progressivamente ampliate; I' ultima edel 1982).
•
lntroduziotH: .\Ill
1
Questa testae senz'altro essenziale per cornprendere la genesi delle questioni af-
frontate in Idee. A questa propasito si veda v. COSTA, L 'estetica trascendentale feriomeno-
lop,ica. Sc'nsibi!ita e raziona!ita nella filosofia di Edmund Husser!, Vita e Pensiero, Milano
1999· p. 82.
•
Introduzione ~v
1
v. COS1'A, L'estetica trascendentale fenotnenologica cit., p. 304.
XVI Elio F ranzini
1
Queste lezioni sono state pubblicate nel volume XXIV dell'Husserliana, nel 1984.
2
Ne sono evidente testimonianza sia le Meditazioni cartesiane sia, in particolare,
l'ultimo lavoro di Husserl, cioe la Crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascen-
dentale.
•
Introduzione xv11
1
Husser! venne indirizzato a Vienna da Franz Brentano da Masaryk. Negli anni vien-
nesi, cioe a part ire dal I 88o-8 I, e sino al periodo di I-Ialle co1ne libero docente ( r 887), Hus-
serl fu molto vicino allo psicologo austriaco, con il quale ebbe comunque un rapporto di
devozione anche dopo la presa di distanza teorica, posteriore al I 89 I.
2
E. MARBACH, La fondazione ttzetodologica della fenomenologia come scienza della co-
scienza pura o lrascendcntale, in R. BERNET, r. KERN, E. MARBACH, Edtnund Husser! cit., p. 85.
XVIII Elio Franzini
1
E. MARBACH, La fondazione 1netodologica della fcnontenologia cit., p. 86 .
:! 0. LAUER, Phenonuinologie de Husser!. .Essai sur la xenese de l'intentionnalite, Puf, Pa-
r is 1 <)55 , P. r 4 7 ·
•
Introduzione \ t.\
1
Va d'altra parte osservato che Husserl, nel 1903, a G·ottinga, tiene, nel sen1estre esti-
vo, un sen1inario su La missione deltuo1no di Fichte (che «replica» n.el 1915). Nel r9r7, a
Friburgo, dedica rre conferenze sempre all' idea di umanita jn Fichte.
xx Elio F ranzini
dal momenta che enel suo svolgersi che si caratterizza la vita del
la coscienza; di conseguenza, 1' operazione metodica dell' epochl'
che permette di dischiuderla, e solo la «porta d'ingresso della fc-
nomenologia».
II parallelismo intenzionale, all'interno del quale si articola la
costituzione (descrittiva) delle essenze, lascia tuttavia ai margini,
con passi che so no stati particolarn1ente criticati, illata « materi-
co>> («iletico», come scrive l-Iusserl) della conoscenza, pur ritenu-
to fondan1entale nella « corren te dell' essere fenomenologico ». AI
di la di tale oscurita, che rimarra una costante nel percorso feno-
menologico, anche in questi paragrafi Husserl riprende gli scritti
del decennia precedente, in particolare quando, ribadendo la di-
stinzione tra «reale>> e «intenzionale>>, la articola nel contesto di
una analisi strutturale degli atti percettivi, n1emorativi e fantasti-
ci, secondo un procedimento descrittivo che sottolinea l'importanza
di una fenomenologia dell'esperienza, in cui eprotagonista la que-
stione della temporalita. Qui si coglie, come osserva Ricreur, che
la coscienza e si cia che «prescrive», in virtu della sua configura-
zione, il percorso costitutivo: rna eanche, al terrlpo stesso, l'indi-
ce della correlazione intenzionale, il punta di passaggio tra l'im-
manenza e la trascendenza del fenomeno; none una realta « stati-
ca>> bensi il <<lnovimento» che indica i percorsi stratificati della
descrizione fenomenologica, le trasformazioni d 'attenzione che es-
sa comport a nelle sue varie possibili << fasi ». Cogliere la « differen-
za» e al tempo stesso l'inseparabilita di noesi e noema eevidente-
mente il punto d' avvio per la costituzione, che e COSI 1' esplicitar-
si descrittivo delle « strutture » noetico-noematiche 1 • Strutture la
cui analisi, d' altra parte, non sempre spiega 1' aspetto soggettivo
dell' apprensione e in cu.j, soprattutto, non sempre e da Husser!
chiarificata la connessione imtnanente tra il flusso di vissuti e
1' aspetto rnaterico: come scrive Ricreur 2 , <<io, temporalita, hyle for-
mana una trilogia che invoca una protocostituzione soltanto ac-
cennata da lantana in Idee». Tuttavia, in questa contesto non sem-
pre lin1pido, Husserl pone i fondamenti, i temi essenziali di una
filosofia delr esperienza, in cui si esplicitano le strutture materi-
che connesse al flusso temporale dell'io, in prirno luogo quelle cl1e
1
Si veda a questa proposito l'esplidta dichiarazione husserliana al par. 98.
2
P. RICCEUR, Introduction a <ddecn [))de E.Husser/, presentazione a E. HUSSERL, Id('('\
directrices pour une phenomenologie ct une philosophie phenomenologique pures, tomo I, ( ;,:1
limard, Paris 1950, p. XXIV.
xxn Elio Franzini
specificano la distinzione tra i car atteri d' a tto propri all a «pre-
sentazione» e alia «ripresentazione>>. Si possono cosi cogliere, in
prima luogo, le differenze apprensionali tra gli atti della percezio-
ne, che sono «presentativi», e le sue modificazioni ripresentative,
quali l'immaginazione e la memoria; rna in questa modo si pengo-
no inoltre le basi per quei temi che, come gia accadeva negli scrit-
ti inediti degli anni precedenti, Husser! continuera a indagare, ana-
lizzando il sensa intenzionale (noetico e noematico) delle strutture
esperienziali 1 , nella convinzione metodologica che la « fecondi ta >>
della fenomenologia si manifesta soltanto analizzando i suoi terri-
tori~ sottoponendoli cioe a <<distinzioni e chiarificazioni», volgen-
do lo sguardo eidetico ad altri temi, in un «gioco» progressive e
stratificato di primi piani e sfondi.
Le indagini sul sensa intenzionale degli atti esperienziali non
sono dunque «fine a se stesse» ne hanno uno scopo meramente
«chiarificatorio»: descrivere i caratteri « noematici» della perce-
zione e delle sue rr1odificazioni tende, in Idee I, a mostrare il sen-
so generale dell'intero discorso introduttivo di Husserl, che cioe
il noen1a rimanda, quale suo correlato~ a una stratificazione di co-
scienza da esso inseparabilc, pur descrittivamente distinguibile (an-
che se rimane senza un'adcguata risposta con1e la costituzione del
noema, i cui atti sono «oggettivanti», possa instaurare una relazio-
ne con l'oggetto). Questa orizzonte, che IIusserl considera nell'ul-
tima sezione di Idee I, ha quindi il compito di connettere i grandi
temi delle Ricercbe logiche, cioe i problemi della verita, dell'evi-
denza, della conoscenza assoluta, con 1' orizzonte intero del pro-
getto fenomenologico da Husserl delineate negli anni precedenti,
pur lasciando in otnbra il rapporto tra la « struttura» del sensa nee-
matico e la sua genesi. Tale mancanza non invalida il sensa gene-
rale del progetto qui delineato. In primo luogo, infatti, e ben evi-
dente il contesto delle ricerche, che cioe la descrizione essenziale
della coscienza rimanda alia descrizione di quel che ein essa con-
saputo: per cui il correlate di coscienza e inseparabile dalla co-
scienza stessa, anche se none in essa <<realmente» contenuto. Inol-
tre, dichiarando che tutti i problemi fenomenologici, anche quelli
iletici, si inquadrano in questo tema generale della fenomenologia,
cioe l'intenzionalita, I-Iusserl coglie nel dispiegamento di tale prin-
cipia il sensa genetico della costi tuzione, cioe il « filo conduttore »
che bisogna seguire per cogliere il senso trascendentale degli stra-
1
Questo tema torna, in modo particolare, in Esperienza e giudizio .
Introduzionc x \ 111
3. La costituzione /enomenologica.
Si possono forse ten tare alcune prime conclusioni. Pur con tut-
tj i suoi intrinseci limiti, Idee I e infatti un' opera che non e sol-
tanto una riassuntiva «introduzione»: eun ponte metodologico, e
prospettico, che copre piu di un decennia del pensiero husserlia-
no, sisten1atizzandoQe alcuni aspetti e lavorando per un'unifor-
mita termir1ologica. E 1' avvio di un consapevole discarso sulla co-
stituziane quale sensa intenzionale dell'intera fenomenologia: e,
in particolare, e il punto di partenza di quella modalita costituti-
va che viene chiamata « statica», cui solo piu tardi, a Friburgo,
Husserl affianchera un altro progetto costitutivo, di carattere «ge-
netico», che tuttavia, con1e e ovvio, puo manifestarsi solo dopo
che si sia dispiegato e compreso illegame esperienziale che con-
nette ontologicamente le qualita strutturali dei fenomeni, cioe
quelle che determinano illoro «sen so». Infine, anche se ediffici-
le tematizzare questa pun to, Idee I, quale raccolta di <~ materiale »
non sempre del tutto autotrasparente, e la dimostrazione di una
costitutiva «oscur.ita» della fenomenologia, cui non puo sottrarsi
neppure il suo fondatore in quanta ecorrelata al fungere stesso dei
nostri processi conoscitivi.
Se il piano metodologico, per i costanti richiami, anche vaga-
mente enfatici, edel tutto manifesto, lneritevole di qualche ulte-
riore osservazione sono gli altri due aspetti che emergono nel pri-
mo volume di Idee, utili anche per tneglio cl1iarificarne la finalita
teorica, cioe l'esplicitazione di un orizzonte «costitutivo».
Husserl e stato spesso dipinto, e a volte ha lui stesso contri-
buito a disegnare le linee essenziali di questa quadro, con lo ste-
reotipo della <<scienziato>>, la cui formazione matematica in1pone
rigidita e rigore. Ammesso, e non concesso, che tale ritratto psi-
cofilosofico sia valid a, va almena detto cl1e esso non si riflette in
toto all'interno della sua filosofia. Infatti il progetto filosofico che
si delinea negli anni dal I 906 al I 9 I 3, pur tendendo a determina-
te in senso puro e rigoroso la funzione della filosofia in quanto
mathesis, filosofia prima che indica l'orizzonte epistemologico chc
fonda l'idea stessa di scienza, non dimentica mai la presenza di
XXIV Elio Franzini
una vischiosita del «dato» e della sua <<naturalita». Mettere tra pa-
rentesi questa irriducibilita della materia all a pur a teoresi non si-
gnifica annullarla bensi cercare di porre in modo nuovo il proble-
ma della sua presenza, la possibilita di coglierla sul piano della epi-
steme, sfuggendo al relativismo della mera doxa, dell' opinione e
del suo latente scetticismo.
II primo volume di Idee deriva cos! gran parte delle sue incer-
tezze da questa «aporia» intrinseca alia teorizzazione husserliana.
Da un lata e senza dubbio ricerca delle « strutture pure» della co-
scienza e dei suoi atti. Ma, dall' altro, e proprio nel momenta in cui
la sfera del <<puro» e raggiunta attraverso una metodologia consa-
pevole e storicamente posizionata (capace cioe di muoversi tra ere-
dita cartesiana e retaggi empiristi), si cornprende che il <<noema com-
pleto » si co11quista solo affrontando le concrete tracce del materi-
co. Porsi tuttavia 1' obiettivo di costituire tale nocciolo significa
semplicemente affrontare il tema della variazione, della modifica-
zione, della stratificazione regionale dell' essere, di un costituirsi
ontologico-esperienziale che, anche se ancora non tematizza la gene-
si dei propri percorsi, affronta le strutture « statiche» dell' esperien-
za nelloro «farsi», dnnque nelloro incontrarsi con <<residui» che
none sempre agevole ridurre a pacificati, e purificati, temi teoreti-
ci nee possibile risolvcrc in tracce di originarie precostituzioni.
L'intenziona.Uta, l'intenzionalita costitutiva, quando si trova di
fronte all' as pet to « rnaterico » del suo oggetto, puo dunque coglie-
re i limiti dell' esperienza o aln1cno della sua vcrbalizzazione. v·i e
allora in Husserl, e sin dall'I-Iusserl di Idee I e delle sue incertez-
ze, un implicito richiamo allo sfondo <<leibniziano» della fenome-
nologia: l'esperienza intenzionale none infatti un territorio «011-
tologicamente» oscuro, dal momenta che e la vita stessa del cogi-
to; rna i legami che in esse si scambiano tra le strutture temporali
della coscienza e gli strati iletici degli oggetti rendono problema-
tico condurre la relazione costitutiva sul piano di nessi «distinti».
Anche perche, una volta condotto verso la «perfezione» della de-
scrizione analitica - nel momenta cioe in cui diviene tema di un
interesse<< attenzionale» - l'io penso non perde il suo legame ori-
ginario con 1' attivita coscienziale, e di conseguenza con tutti i suoi
residui. Husserl chiamera in seguito «intenzionalita fungente» il
sensa «vi tale» che anima la fenomenologia trascendentale 1 : rna an-
1
Il problema del <<fungente », gia presente in Esperienza e giudizio e nella Crisi delle
scienze europee, e protagonista degli ultimi manoscritti di Husserl, in particolare da quelli
Introduzionc :\ :\ v
pubblicati con commento da G , Brand, in Mondo, io e tempo nei manoscritti inediti di f1us -
serl (1955), trad. it. a cura diE . Filippini, Bompiani, Milano 1960.
xxvr Elio F ranzini
1
La genesi del secondo volume di Idee e brevemente spiegata da Marly Biemel, cura-
trice dell'edizione tedesca, nell'Introduzione che precede tale volume.
2
Edith Stein, che gia aveva curato, per canto di I-Ieideggcr, le husserliane Lezioni sul
tempo del r 905-906 (nel I 92 7), rin1anc influenzata nella sua stessa produzione dal m.ate-
riale che costituira Idee II. Ne e evidente testimonianza lo scritto, da lei mai pubblicato,
Introduzionea!la filoso/ia, che risale circa al I9I7 e che e stato edito da A. Ales Bello, trad.
it. di A. M. Pez~ella, Citta Nuova, Roma 1998.
3
Tra il 1928-29, evidentemente sulla scia di un'implicita polen1ica nei confronti di
I--Ieidegger, I-Iusserl scrive e pubblica Logica formate e trascendentale, cui seguiranno, in uno
stile piu colloquiale e introduttivo, le lezioni delle JVIeditazzoni cartesiane.
Introduzione XXVII
1
E questa uno dei terni piu caratteristici, e piu «antichi» (e infatti prescnte gia nclLt
Terza delle Ricerche logiche), della fenomenologia. I-Iusserl ritiene infatti che la sint<:si ;t
priori kantiar:.a, che si opera a partire da un atto dell'io che «forma» il molteplice estc.·t il·tl,
xxx Elio Franzini
di per se passivo, sia in realta un classico esen1pio di giudizio <<analitico>>, cioe di un giudi-
zio dove non vi sono implicazioni di carattere materiale e si prescinde dai <~contenuti». AI
contrario, il giudizio sintetico a priori e quello in cui il senso c offerto dal darsi delle strut-
ture sensibili stesse delle cose: il soggetto riconosce le qualita intrinseche alle cose stesse,
gli a priori n1ateriali che ne disegnano il senso ontologico.
Introduzione \.\ \ 1
sensa delle cose, cose che non sono a loro volta astratte e idcnt i--
che a se stesse rna che si presentano nella varieta delloro senso,
nelle circostanze della loro apprensione, nelle differenze delle lo-
ra specifiche qualita, nella varieta dei lora adombran1enti - cose
alle quali bisogna <~girare intorno» e che si offrono al nostro sguar-
do, stirnolandolo con illoro stesso darsi qualitativo, al di la dun-
que di queste indagini «ontologiche», si comprendono loro trami-
te i punti rirnasti forse oscuri in Idee I.
La feno1nenologia certo possiede un metoda e, come gia si e os-
servato, I-Iusser1 ne sottolinea l'importanza proprio in questi anni
e in quest' opera: rna con esso non deve affatto identificarsi. Non
e dunque un «vestito di idee>> che si possa applicare- a piacere 0
con arte -- a qualsivoglia orizzonte ten1atico, n1antenendone in-
tatta la purezza e 1' efficacia. Al contrario, si comprende che il ve-
ro insegnanlento ll1etodologico e quello di prestare attenzione ai-
le specificita «passive» dei vari orizzonti che la nostra esperienza
estetica incontra: perche e tale incontro, il suo <<fungere» corpo-
reo, a rides tare il processo del senso e a far cogliere, nello sca.mbio
operativo tra attivita dell'io e passivita del data, che fenomenolo-
gia eessenzialmente seguire la dinan1icita e la varieta dei processi
costitutivi . .t\llo stesso modo, all' origine di questa genesi, si ma-
nifesta anche che l'io, l'io puro, cioe il punto centrale di Idee I,
pretesto per nurr1erose critiche al supposto « idealismo » di Husser!,
none, e non era neppure in Idee I, malgrado alcune ambiguita hus-
serliane\ un'irr1personale coscienza senza corpo, bensi corporeita
attiva, centro sensibile di attivita: l'io privo di corporeita e sol-
tanto un' astrazione, un esercizio della riflessione, in quanta la no-
zione stessa di << lo >> e esperienzialmente inseparabile da quella di
«corpo», che risulta quindi ccnne l'autentica realta trascendenta-
le della costituzione, il << filo conduttore», la condizione di possi-
bilita, 1' a priori, in base al quale la sua genesi puo svolgersi. Que-
sta soggetto corporeo, a riprova della sua distanza da qualsivoglia
tradizione (\ idealist.ica >>' rna anche dalle tradizioni neokan tiane' e
una realta <<n1obile», in cui la motilita, e in primo luogo la sua es-
senziale qualita di «girare intorno» alle cose, appartenendo allo-
ro medesimo orizzonte spazio-ten1porale, al quale ineriscono «fun-
zioni della spontaneita», <<liberi decorsi» 2 : «solo nella misura in
cui 1' ego attuallzza le predelineazioni passive e cere a il riempimento
1
Si veda il par. 54 di Idee I.
2
Si veda il par. r8 di Idee II.
xxxn Elio Franzini
1
v. cosTA, L 'estetica trascendentalefenomenologica cit., p. 298.
2
Vi sono qui essenziali analisi di Husser! sulla «ortoesteticit~t>> della costituzione per-
cettiva. Sulla condizionalita psicofisica nei diversi gradi della costituzione si veda sempre
il par. r8.
Introduzione xxx111
1
Si veda, a questa proposito, il par. 48 di Idee II, cioe l'Introduzione alla terza sezio-
ne, dedicat~ alia Costituzione del rnondo 5pirituale.
Introduzione xx xv
de il sensa, che coglie cioe il corpo proprio nel suo senso e nell'unit~l
di sensa di cui esso e latore» 1 • Corpo proprio che e quindi, per con-
cludere, quella realta trascendentale che si pone come condizione
di possibilita dell' apprensione della natura, dalla mer a fisicita alia
vita spirituale, con le sue varie connessioni motivazionali. II cor-
po proprio, di conseguenza, svolge un ruolo essenziale nel campo
spirituale, riportandolo al suo originario senso estetico-sensibile
rna, al tempo stesso, facendo meglio comprendere l' ampio spettro
di «condizionamenti» che agiscono nei processi costitutivi, tanto
piu articolati quanto piu complesse sono le qualita eidetiche che
costituiscono la trama << n1ateriale» delle regioni ontologiche.
5. La /enomenologia e le scienze.
1
Idee III, Appendice I (Passaggio dalsecondo al terzo libra, par. 5), p. 495·
2
Ibid., (rna il problema e presente anche nei Prolegomeni con i quali Husser! introdu-
ce le sue Ricerche logic he).
3
Ibid., par. 6, p. 496.
Introduziont" :-.::-.::-.: v 11
1
Idee III, Appendice I, par. 6, p. 496.
2
Ibid., cap. IV (Il tnetodo della chiari/icazione), p. 464.
XXXVIII Elio Franzini
1
Esistenzialismo efenomenologia, Edizioni di Comunita, l\1ilano 1963, p. 47·
P. CHIODI,
z P. RIC<E.UR,Introduction cit., pp. XXXVIII-XXXIX.
3
Linea che, qui non unitaria, e divenuta luogo con1une presente con particolare f re-
quenza sino agli anni Settanta.
4
Si veda, per questa interpretazioneJ E. PACI, Idee per una enciclopedia fenomennlo}!.i
ca, Bompiani, Milano 1973.
rat tl·rizzano lc: opere degl.i ultin1i anni di Husserl, cioe le 1~1edita
zioni cartcsianc c la Crisi.
(jucsti cenni, che _potrebbero venire integrati dalla storia del-
le interpretazioni offerte in Germania dai diretti assistenti e al-
lievi di I-Iusserl (come la Stein, Fink o Landgrebe) _, intcrpretazio-
ni tra !oro non sempre coincidenti, hanno il solo scopo di condur-
re all 'ovvia conclusione che, a differenza degli anni Cinquanta,
quando apparvero i volumi nella loro cornpletezza, la ricezione di
Idee, e forse per la verita dell' inter a opera husserliana, eormai in-
domina bile, come indoininabile e la bibliografia husserliana: siva
dagli studi storico-filologici aile particolarizzazioni problematiche
di specifici orjzzonti ontologici presenti nella filosofia c.lnalitica,
sino a11 'utilizzazione di I-lusserl in prospettive di filosofia deco-
e
struttiva e di esegesi heideggeriana. ~r ale esito probabilmente ov-
vio: I-Iusserl si presenta sempre piu come il filosofo conternpora-
neo dal quale e impossibile prescindere, forse perche l'unico che,
dopa Kant, abbia ripreso il progetto generale della filosofia come
ricerca epistemologica sui senso fondativo della ragione, sui pre-
supposti trascendentali della conoscenza e dei suoi processi. In
questa sensa, anche al di la della terminologia specifica e delle dif-
ficolta teorict1e e lessicali, I--Iusserl eun pun to di riferin1ento- d'in-
contro e di scontro ·- per differenti tradizioni filosofiche: il suo re-
sistere aile «contaminazioni» non diminuisce tuttavia la forza con-
taminante che il suo pensiero ancora esercita.
7. Interpr·etare la fenomenologia.
1
Sino alla Crisi delle scienze europee e Ia fenomenologia trascendentale, le cui prim~ du('
parti sono una ricostruzione della vicenda storico-teorica della filosofia modern~\.
~LJ v Elio F ranzini
1
N. HARTIV1ANN , Introdu.zione all'ontologia critica, a cura di R. Canton1, Guida, Napo-
li 1972, p. 109.
In troduzione \ 1v
1
Si veda la lettera che Husser! in via a lngarden, citata nella ampia lntroduzione che R.
Cristin premette alia traduzione della voce «Fenomenologia» della Encyclopedia Britannica,
pubblicata con il titolo Fenomenologia. Storia di un dissidio, Unicopli, Milano, pp. 33-34.
2
Cfr. ibid., p. 4 r.
Introduzione x t.v 11
1
rv1. HEIDEGGER, Essere e tetnpo, a cura diP. Chiodi, Longanesi, Milano 1968, p. 524.
2
J-Ieidegger lo privilegia con la motivazione che, olu·e a essere editorialmente. piu di-
sponibile, pone maggiormente 1' accento sulla «persona come tale>> (con cio, peraltro, ben
con1prendendo il punta che divide il pensiero husserliano da quello di Scheler).
3
M. TIEIDEGGER, Essere e ternpo cit., p . 70.
4
Ibid., pp. 70-71.
5
Cfr. Pastil/a alle <(Idee)>, p. ,.p8.
XL VIII Elio F ranzini
1
Cfr. qui a p. 431.
2
Jbid.' p. 4.3 2 .
Introduzionc 1.1
Le Idee per una fenornenologia pura e per una filosofia fenomenologica appar-
vero nel r 9 I 3 in occasione della pubblicazione del prima numero della <<] ahrbuch
fur Philosophic und phanomenologische Forschung» da Husserl stesso fondato,
e furono ristampate due volte mentre Husser] era ancora in vita, rispettivamen-
te nel 192 2 e nel 1928, sempre presso l'editore Max Niemeyer. In entrambe le
ristampe il testo non presenta cambiamenti significativi rispetto all' edizione ori-
ginaria, ed e sulla terza edizione che venne condotta, nel 1950, a cura di Gior--
gio Alliney, la prima traduzione italiana dell' opera 1 • Allorche pero, quasi con-
temporaneamente, sempre nel 1950, il testa venne ripubblicato come volurne III
nella I-Iusserliana, l'edizione venne presentata carne neue, auf c;rund der hand-
schriftlichen Zusiitze des Ve1fassers erzveiterte Auflage [nuova edizione, arr1pliata sul-
la base delle aggiunte a rnano dell' Au tore], e Walter Bien1el, curatore del volume,
precisava nella sua nota introduttiva2 che la nuova edizione non era una mer a ri-
produzione delle precedenti, poiche conteneva tutte le annotazioni e le rielabo-
razioni di Husserl che potevano essere tratte dalle sue tre copie d'uso, in pos-
sesso dell' A.rchivio-Husserl di Lovanio. Nel periodo I 9 I 3-30 -come risulta dal-
le numerose notizie a margine e dalle aggiunte - I-Iusserl ha infatti ripetutamente
rivisto e rielaborato il testo di Idee I, assumendo talvolta una posizione estrema-
mente critica rispetto a determinate parti dell' opera, se non nei confronti dell'im-·
postazione chela sorregge. Un prima gruppo di annotazioni erano quelle che, a
parere del curatore, Husserl ha chiaramente concepito come necessarie interpo-
lazioni. In gran parte esse furono assimilate al testo e contrassegnate nell' appa-
rato critico come interpolazioni. Un altro gruppo di note, non certo meno inl-
portanti, che propongono una serie di ampliamenti del testo, furono in parte,
quando era possibile stabilire una collocazione precisa, inserite nel testo princi-
pale indicando nell' apparato critico che si trattava di un'integrazione, oppure ri-
portate semplicemente nell' Appendice. Inoltre, le riformulazioni del testo che
emergevano dalle annotazioni furono inserite nel testo principale sostituendo le
1
Cfr. E. HUSSERL, Idee per una /enomenologia pura e per una filosofia /enomenologica.
Libra pritrzo : Introduzione generale al!afenomenologia pura, Einaudi, Torino I950.
2
Cfr. \X'. BIEMEL, Vorbemerkung des Herausgebers, in E. HUSSERL, Ideen zu einer reincn
Pbenomenologie und phiinomeno!ogischen Philosophic. Erstes Buch: Allgemeine Einfii.hrung in
die reine Phiino1nenologie, Husserliana, vol. III, a cura di W. Biemel 1 t~ijhoff, Den Haag
1950, pp. XV-XVI [trad. it. diE. Filippini, in E. HtJSSERL, Idee per una /enornenologia puru ('
per una filosofia fenomenologica Libra prima: Introduzione generale alia fenomenolop,ia fJ!irtl,
Einaudi, Torino 1965, pp. _s-6].
LIV Vincenzo Costa
quale propose a.l pubblico un pritno volume contenente soltanto il testo relativo
alle edizioni apparse rnentre ffusserl era ancora vivo, ed un secondo volume con-
tenente le note a n1argine e le aggiunte a n1ano di Husse.rl. Questa decisione ve-
niva giustificata dall' Archivio sulla base dello sviluppo deJ.lavoro di edizione co-
si come dellavoro di ricerca: « Lo sviluppo del pensiero di Husser! dopo la reda-
zione delle sue Idee del I 9 I 3 - leggiamo - e ormai variamente documen tat a ed
indagata, cosicche si sente di nuovo il bisogno di dispon·e anche del testa origi-
nario dell' opera, cotne apparve ed influi durante la vita di Husserl>> 1 .
In questo n1odo si creava una situazione per cui il testa italiano restava filo-
logican1ente arretrato e insoddisfacente rispetto a quello della nuova edizione te-
desca apparsa nella I-Jusserliana come volumi III/ I e III/ 2, e soprattutto mostra-
va di essere uno stru1nento inadeguato ai fini di una analisi rigorosa, dato che in
esso conf]uivano annotazioni dell'ultimo I--Iusserl, che risentivano dunque di un
mutato quadro culturale, di un diverso orizzonte problematico e di nuovi inte-
ressi. A cia bisogna aggiungere i molti problemi che la traduzione 1\lliney pre-
sentava. Essa mostrava in piu punti incongruenze tenninologiche, scelte di tra-
duzione talvolta fuorvianti nonche errori di traduzione che ostacolavano la com-
prensione del testa. A queste vanno son1mate queUe «discrepanze terminologiche,
che non potranno pero dar adito a t:onfusioni o oscurita» segnalate da Filippini 2
e derivanti dal fatto chela traduzione era rimasta quell a di Alliney mentre le in-
tegraziol:-:~i erano di Filippini. Va notato inoltre che, nel riportare le annotazioni
a n1argine, I' apparato critico di quell' edizjone ne lascia cadere mo1te che so no in-
vece altan1ente significative, mentre ne riporta stranamente qualcuna all'interno
del testo principale come nota a pie di pagina. Infine, le trascrizioni effettuate
da Bieme1 dei fogli da cui derivano le appendici sono state ricontrollate da Schuh-
mann ed emendate in punti significativi e strategici, che modificano il sensa e la
direzione delle correzioni che IIusscrl riteneva necessaria apportare a Idee I, per
cui la traduzione effettuata da Filippini doveva a sua volta essere emendata
conformetnente a questa nuova trascrizione, oltre a doverlo essere rispetto a una
serie di errori di traduzione. Di qui la decisione di ritradurre interamente Idee I.
N aturalmente tenendo presente quanto di huono vi era nelle tradnzioni prece-
denti, di cui si e tenuto costantemente conto e che sono state riprese tutte le vol-
te in cui non vi era ragione di ignorarle. E in questo modo, il traduttore dichia-
ra il debito contratto nei confronti delle traduzioni precedenti.
Si trattava dunque in primo luogo di riproporre al pubblico italiano i.l testo
originario di Idee I cotne testo pdncipa1e. A differenza di Schuhmann che le ri-
porta in un second a volun;e di testi integrativi-', abbiatno pero inserito tutte le
annotazioni a margine di 1-Iusserl, tranne quelle evidente1nente del tutto irrile-
vanti o con un testa cosi fra1nn1entario e lacunoso da risultare illeggibile, in no-
ta a fonda pagina, in modo da facilitare il pili possibile il confronto con il testa
originario. Le note vengono inoltre riportate corredate dell'indicazione della co-
pia d'uso da cui provengono. In questa tnodo illettore ha immediatamente da-
1
Cfr. la Vorbemerkung a E. HUSSERL, Idcen zu einer reinen Phenomenologie und pbiino-
rnenologischen Philosophic. Br5tes Buch: Allgt;•meine Ein/iihrung in die reine Phiinomenologie,
Husserliat':a, vol. III/r, a cura di K. Schuhmann, Nijhoff, Den IIaag 1976, p. XIII.
2
Cfr_ E. FILIPPINI, Nota introduttiva, ln E. JHJSSERL, Tdee per una /cnrnnenologia pura e
per una filosofia /enotnenologica cit., p. XLV.
3
E. HUSSERL, Ideen zu einer reinen Phenotrzenologie und phdnomenologiscben Philosoph!<·
Erstes Bucb_· Allgemeine Einfuhrung in die reine Phiinonzenologie cit., 2. Halbband., r- XIII.
LVI Vincenzo Costa
cifiche dell' opera, e vengono di conseguenza segnalati nei relativi paragrafi, co-
me del res to aveva gia fatto Biemel e come, sulle sue orme, fa Schuhmann. A dif-
ferenza di Schuhmann che le inserisce tra le appendici abbiamo tuttavia ritenu-
to - seguendo in cio in qualche modo Gaos che le aveva pero riportate in fonda
e Kersten 1 che nella sua nuova traduzione inglese li riporta appunto in nota - di
dovere riportare in nota al testa principale anche alcuni passi che, per la loro bre-
vita) congruenza al testa e precisione di riferimento suggeriscono una lettura im-
mediata e contemporanea al testa principale. Di conseguenza, la numerazione
delle appendici della presente edizione non coincide con quella dell' edizione del-
la Iiusserliana.
Nel nostro lavoro abbiamo costante1nente cercato di restare fedeli al testa
originario, rna abbiamo nello stesso tempo mirato a non appiattirci su una sorta
di « traslitterazione». Abbiamo quindi costantemente cercato di «dipanare» le
frasi, solitamente molto contratte, di Husserl. Speriamo di avere cosi facilitato
la leggibilita del testa senza per questa averlo alterato. Le scelte di traduzione ri-
sentono inevitabilmente di un certo sfondo interpretativo e si prestano quindi a
differenti valutazioni. Proprio per questo, rispetto a quelli che ci sono parsi iter-
mini chi ave di Idee I, per permettere allettore di disporre della possibilita di ren-
dersi immediatan1ente canto delle nostre scelte di traduzione e di valutarle au-
tonornamente, piuttosto di continui riferimenti infratestuali, abbiamo preferito
redigere la Nota terminologica posta in fonda a questa volume.
Desidero ringraziare il direttore dell' Archivio-1-Iusserl di Lovanio, prof. Ru-
dolf Bernet, per I' autorizzazione a citare dei manoscritti inediti e per la sua di-
sponibilita durante lamia permanenza presso 1' archivio alcuni anni fa.
1
E. HUSSERL, Ideas pertaining to a Pure Phenonzenology and to a Pbenomenological Phy-
losophy. First Book: General Introduction to a Pure Phenomenology, Martinus Nijhoff Pu-
blishers, The I-Iague- Boston- London 1982.