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TEMPO
"Padre Tempo" Cronos con la sua falce mentre trascina il figlio, olio su tela di Giovanni Francesco
Romanelli (secondo quarto del XVII secolo)
Il tempo è la percezione e rappresentazione della modalità di successione degli eventi e del rapporto
fra essi (per cui avvengono prima, dopo o durante altri eventi). [1] Da un punto di vista scientifico è
una grandezza fisica fondamentale.
La complessità del concetto è da sempre oggetto di studi e riflessioni filosofiche e scientifiche.
Indice
1Tempo e cambiamento
2Simultaneità e causalità
3La misura del tempo
o 3.1Distanze misurabili con il tempo
4Il tempo nella filosofia e nella fisica
o 4.1Concetti e paradossi nell'antichità classica
o 4.2L'epoca moderna: il dibattito tra tempo assoluto e tempo illusorio
o 4.3Dal tempo soggettivo alla teoria della relatività
o 4.4Ulteriori sviluppi: il tempo come percezione, l'intangibilità
o 4.5Il tempo nella fisica moderna
o 4.6Tempo quantizzato
5Concetto di tempo in geologia
6La percezione del tempo
o 6.1Nelle diverse culture
7Note
8Bibliografia
9Voci correlate
10Altri progetti
11Collegamenti esterni
Dalla coscienza umana emergerebbe l'esperienza conosciuta come "il trascorrere del tempo", che
caratterizza i fenomeni e i cambiamenti materiali e spaziali della nostra esperienza. Tale concetto non
trova una corrispondenza univoca nella fisica, dove non è possibile sequenziare in modo assoluto, ma
solo localmente l'apparente successione degli eventi secondo l'osservazione umana. Tutto ciò che si
muove nello spazio e/o si trasforma è descritto dalla mente umana a livello temporale. Alcuni esempi
tra i più immediati dell'apparente correlazione tra tempo e moto sono la rotazione della Terra attorno al
proprio asse, che determina l'alternanza del giorno e della notte, e il suo moto di rivoluzione intorno
al Sole, che determina le variazioni stagionali e la durata dell'anno solare.
Il dato dell'esperienza umana è che tutto ciò che interessa i nostri sensi sia ciò che appare
come energia o materia, ovvero, le loro trasformazioni. La materia, come più intuibile riferimento, "è", e
(contestualmente) "diviene" (ossia assume altra forma). L'ovvietà di questa asserzione non tragga in
inganno: essa sottende una contraddizione, perché l'essere di un oggetto è certificato dalla sua identità
(nel tempo), ovvero dal suo permanente esistere; il divenire, invece, presuppone la trasformazione,
ovvero la diversità (della forma), per cui impone un "prima" e un "dopo", vale a dire un (intervallo di)
"tempo" che scientificamente invece è senza spiegazione. In filosofia occidentale il tempo trae origine
dalla trasformazione.
La percezione umana del "tempo" è la proiezione che la coscienza costruisce in modo che la realtà di
cui siamo parte si sarebbe materialmente modificata. Se una persona osserva una formica che si
muove, la diversità delle posizioni assunte, o se un uomo presta attenzione al susseguirsi dei pensieri
di un individuo o ai battiti del suo cuore, fatti fisiologici, e in ultima analisi, fisici, ciò appare ad una
mente umana che è trascorso un "intervallo di tempo", tempo che però presuppone una logica circolare
poiché la sua spiegazione è anche la sua definizione. Si evidenzia "intervallo", apparente in una cornice
temporale, a significare che il tempo è apparentemente una "durata" (unico sinonimo di tempo), e come
tale ha un inizio e una fine come assioma ma senza alcuna dimostrazione.
Molto di ciò che riguarda la percezione del tempo sembra dipendere dalla mente: il passato è un
ricordo, derivato dalla memoria del vissuto; il presente una comprensione, una lettura del reale secondo
il "linguaggio dei valori" adottato dal soggetto al momento della percezione; il futuro una previsione, una
proiezione dei costrutti intellettuali, sia razionali sia passionali, da cui spesso ci si lascia guidare,
mentre scientificamente tutto il tempo esiste simultaneamente e continuamente senza distinzione tra
passato e futuro, mentre il presente formalmente non esisterebbe in quanto ogni atto necessita di una
latenza come minimo del lasso della velocità-luce.