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37063 – Fondamenti di Elettronica

per l’Automazione - A.A. 2021-2022


Moduli 1 e 2

Stadio Elementare BJT ad Emettitore Comune

Alberto Santarelli
Amplificatori quasi-lineari
• Nelle applicazioni di acquisizione di segnali da sensori si adoperano
amplificatori quasi-lineari integrati (IC) analogici denominati
Amplificatori Operazionali (OPAMP)
• Gli OPAMP presentano due ingressi e una (o due) uscite. Possono
contenere un elevato numero di transistori (decine, centinaia)
• Per comprendere il loro funzionamento procediamo con gradualità
considerando dapprima amplificatori elementari (ovvero progettati
con un unico transistore) a un ingresso e un uscita. Useremo BJT
(ma analog. MOSFET). Obiettivi a «lungo» termine:
– capire come ottenere amplificazione di potenza
– Introdurre un insieme di funzioni di rete, in regime di
funzionamento per piccoli segnali, che descrivono il
funzionamento degli amplificatori ai morsetti
– Conoscere un insieme di stadi elementari che, combinati tra loro,
formano lo schema di base di un OPAMP
– Analizzare alcuni schemi di base di circuiti con OPAMP
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Sommario

• Stadio elementare BJT ad Emettitore Comune


– Polarizzazione e analisi statica (calcolo del punto di riposo)
– Analisi dinamica (procedimento grafico)
– bilancio di potenze
– rendimento energetico dello stadio

Prima di poter eseguire un calcolo delle prestazioni dello stadio in


regime di piccoli segnali, dovremo a linearizzare le equazioni del
circuito. Rimandiamo quindi a più avanti il calcolo analitico delle
prestazioni dello stadio elementare BJT ad Emettitore Comune

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Stadio Elementare BJT ad Emettitore Comune (EM)

• I due circuiti coincidono. Sono solo disegnati in maniera diversa


• Nel circuito di dx, la batteria del circuito di uscita è indicata
come un nodo a cui compete un potenziale pari a 𝑉!!
• In questa versione elementare, assumiamo come corrente di
uscita 𝐼" = −𝐼! , ovvero la corrente che esce dal Collettore e
scorre sul resistore 𝑅!
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Polarizzazione del BJT
• Nelle applicazioni quasi-lineari, il segnale viene applicato
«nell’intorno» del punto di Polarizzazione (o Bias o punto di riposo) 𝑄
• Il punto 𝑄 rappresenta la soluzione elettrica del circuito in assenza di
segnali applicati. Viene determinato eseguendo una analisi DC del
circuito, spegnendo i generatori di segnale (v-gen. à cc, i-genà ca)
• In una analisi DC (statica), se nel circuito ci fossero induttori e
condensatori, questi corrisponderebbero a cortocircuiti (cc) e circuiti
aperti (ca) rispettivamente.
• Nello stadio ad emettitore comune appena presentato, si assume:

𝐼# 𝑡 ≡ 𝐼$ 𝑡 𝐼" 𝑡 ≡ −𝐼! 𝑡

𝑉# 𝑡 ≡ 𝑉$% 𝑡 𝑉" 𝑡 ≡ 𝑉!% 𝑡

• Il punto 𝑄 viene fissato grazie alle batterie, come risultato


dell’imposizione di vincoli «esterni» (rette di sorgente e carico) e
«interni» (caratteristiche statiche I/V del transistore)
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Rette di sorgente e carico
• Spegniamo il generatore di segnale, ovvero cortocircuitiamo il
generatore di tensione 𝑣& 𝑡 , e scriviamo i vincoli esterni:

𝑉$$ = 𝑅$ 𝐼$ + 𝑉$% 𝑉!! = 𝑅! 𝐼! + 𝑉!%


RETTA RETTA
𝐾𝑉𝐿# STATICA DI 𝐾𝑉𝐿" STATICA DI
SORGENTE CARICO
1 𝑉$$ 1 𝑉!!
𝐼$ = − 𝑉$% + 𝐼! = − 𝑉!% +
𝑅$ 𝑅$ 𝑅! 𝑅!

• Sovrapponiamo le DC I/V: Per avere


amplificazione
𝑸 ∈ 𝑹𝑨𝑫

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Soluzione statica (𝑄)
• Il risultato di una analisi statica (DC) eseguita al CAD è l’insieme
delle tensioni e delle correnti DC nel circuito
• In particolare, è interessante valutare i valori delle tensione delle
correnti ai capi dei transistori. Nel nostro caso:
𝑉$%' , 𝐼$' , 𝑉!%' , 𝐼!'

• I valori delle tensioni di batteria 𝑉$$ , 𝑉!! e delle resistenze 𝑅$ ,


𝑅! determinano il punto 𝑄 per il particolare transistore.
• Dal punto 𝑄 prescelto dipendono fortemente le prestazioni dello
stadio amplificatore (guadagno, impedenza di ingresso e di
uscita, distorsione, efficienza energetica...)
• La scelta del punto 𝑄 e il progetto delle rette di sorgente e carico
è quindi di fondamentale importanza
• Il costruttore di dispositivi può suggerire la scelta di 𝑄 opportuni
per specifiche applicazioni (piccoli/grandi segnali, basso rumore,
classe di efficienza)

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Analisi statica
• Eseguiamo la analisi statica semplificata («a mano»)

BJT ()*
𝐼$ > 0, 𝑉!% > 𝑉!% ⇒ 𝑉$% ≃ 𝑉$%,, , 𝐼! = 𝛽- 𝐼$
(RAD)

• Si vogliono ricavare: 𝑉$%' , 𝐼$' , 𝑉!%' , 𝐼!'

𝑉$%' ≃ 𝑉$%,, 𝐼!' ≃ 𝛽- 𝐼$'


1 𝑉!! 𝑉!! − 𝑉!#,% ()*
𝐼!" ≃ − 𝑉!#" + = 𝑉!%' ≃ 𝑉!! − 𝑅! 𝐼!' > 𝑉!%
𝑅! 𝑅! 𝑅!
𝐾𝑉𝐿# 𝐾𝑉𝐿"

'()
Es: 𝐵𝐽𝑇 𝑉!#,% = 0.7 𝑉, 𝑉&# = 0.1 𝑉, 𝛽* = 100
𝑉!#" ≃ 0.7 𝑉
𝑉!! = 𝑉&& = 5 𝑉, 𝑅! = 43𝑘Ω, 𝑅& = 200 Ω

5 𝑉 − 0.7 𝑉
𝐼!" ≃ = 100 𝜇𝐴 𝐼!' ≃ 10 𝑚𝐴 𝑉&#" ≃ 5 𝑉 − 200 Ω ⋅ 10 𝑚𝐴 =
43 𝑘Ω '()
= 3 𝑉 > 𝑉&#
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Progetto della rete di polarizzazione
• E’ interessante osservare che il problema di «progetto» della
rete di polarizzazione, è duale rispetto a quello di «analisi»
• Nel contesto del «progetto», la soluzione elettrica è data per
nota (ad esempio, il costruttore la suggerisce) e si devono
progettare i valori dell’alimentazione e delle resistenze
• Con il BJT dell’esempio numerico precedente, e supponendo di
disporre di una alimentazione: 𝑉$$ = 𝑉!! = 5𝑉, si pone il
problema di determinare i valori di 𝑅$ e di 𝑅! che garantiscono il
punto 𝑄:
𝑉!#" = 0.7 𝑉, 𝐼!" = 100 𝜇𝐴, 𝑉&#" = 3 𝑉, 𝐼&" = 10 𝑚𝐴

𝑉!! − 𝑉!#" 5 𝑉 − 0.7 𝑉


𝑅! = ≃ = 43 𝑘Ω
𝐼!" 100 𝜇A
𝑉&& − 𝑉&#" 5 𝑉 − 3 𝑉
𝑅& = ≃ = 200 Ω
𝐼&" 10 𝑚A
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Amplificazione di segnale
• Accendiamo il generatore di segnale e valutiamo gli effetti di un
«segnale» di test sinusoidale 𝑣& 𝑡 = 𝑉& sin 2𝜋𝑓. 𝑡
RETTE DI
1 𝑉!! + 𝑣+ 𝑡 1 𝑉&&
SORGENTE E 𝐼! 𝑡 = − 𝑉!# 𝑡 + 𝐼
; & 𝑡 = − 𝑉 𝑡 +
CARICO 𝑅! 𝑅! 𝑅& &# 𝑅&
DINAMICHE

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Analisi dinamica
• La retta di sorgente subisce nel tempo traslazioni (coefficiente
angolare tempo-invariante) a causa della sorgente di segnale
• La soluzione ad ogni istante di tempo è data dalla intersezione dei
vincoli esterni (rette) e delle caratteristiche DC I/V del BJT
• Tra tutte le caratteristiche I/V di uscita del BJT l’unica rilevante
all’istante generico 𝑡 è quella corrispondente alla corrente
istantanea 𝐼$ 𝑡
• Le grandezze elettriche alla porta di ingresso variano su range di
valori modesti (es. Δ𝑉$% = 10 𝑚𝑉, Δ𝐼$ = 10𝜇𝐴) mentre quelle alla
porta di uscita possono variare su range molto maggiori (es. con
fattore 100, Δ𝑉!% = 1 𝑉, Δ𝐼! = 1𝑚𝐴)
• Questo comporta amplificazione di corrente, tensione e potenza
• La simulazione TRANSIENT (analisi dinamica non lineare nel ddt)
eseguita con strumenti CAD consente di ottenere le forme d’onda
delle variabili elettriche discretizzate su istanti temporali 𝑡/
• Impareremo a fare una analisi semplificata («a mano») delle
prestazioni in regime di piccoli segnali
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Potenza associata ai segnali I/O
• Separiamo le componenti medie da quelle alternate per ogni
variabile elettrica:
𝑉$% 𝑡 = 𝑉$%. + 𝑣$% 𝑡 𝐼$ 𝑡 = 𝐼$. + 𝑖$ 𝑡
𝑉!% 𝑡 = 𝑉!%. + 𝑣!% 𝑡 𝐼! 𝑡 = 𝐼!. + 𝑖! 𝑡

Ne segue, che ogni termine scritto con la lettera minuscola ha


valor medio nullo per definizione

• Definiamo i seguenti termini di potenza:

1! 1 4 ⁄5 1!
1 4 ⁄5
𝑃#0 =̇ C 𝑣$% 𝑡 𝑖$ 𝑡 𝑑𝑡 𝑃"6* =̇ C 𝑣!% 𝑡 −𝑖! 𝑡 𝑑𝑡
𝑇 2 4 ⁄5 𝑇 2 4 ⁄5
Potenza di segnale entrante Potenza di segnale uscente

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Potenza dissipata dal BJT
• Definiamo ora la potenza dissipata dal BJT nello stadio elementare

1 4 ⁄5
𝑃7 =̇ C 𝑉 𝑡 𝐼$ 𝑡 + 𝑉!% 𝑡 𝐼! 𝑡 𝑑𝑡
𝑇 24⁄5 $%

Nota: in questo integrale devono apparire le grandezze elettriche


complete, comprensive dei valori medi !
• Valutiamo separatamente le potenze istantanee delle quali occorre
valutare il valor medio nella definizione precedente

𝑉$% 𝑡 𝐼$ 𝑡 = 𝑉$%. + 𝑣$% 𝑡 𝐼$. + 𝑖$ 𝑡 =


= 𝑉$%. 𝐼$. + 𝑉$%. 𝑖$ 𝑡 + 𝐼$. 𝑣$% 𝑡 + 𝑣$% 𝑡 𝑖$ 𝑡

𝑉!% 𝑡 𝐼! 𝑡 = 𝑉!%. + 𝑣!% 𝑡 𝐼!. + 𝑖! 𝑡 =


= 𝑉!%. 𝐼!. + 𝑉!%. 𝑖! 𝑡 + 𝐼!. 𝑣!% 𝑡 − 𝑣!% 𝑡 −𝑖! 𝑡

I termini in rosso non danno contributo al valor medio…


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Bilancio di potenze dello stadio EM
• Quindi la potenza dissipata diventa:

1 0⁄1 1 0⁄1
𝑃, = 𝑉!#- 𝐼!- + 𝑉&#-𝐼&- + A 𝑣!# 𝑡 𝑖! 𝑡 𝑑𝑡 − A 𝑣&# 𝑡 −𝑖& 𝑡 𝑑𝑡
𝑇 .0⁄1 𝑇 .0⁄1

• Definiamo la potenza che il BJT assorbe dalla Power Supply Unit


(il circuito che rende disponibili le tensioni di alimentazione 𝑉$$ , 𝑉!! )
7!
𝑃#0 =̇ 𝑉$%. 𝐼$. + 𝑉!%. 𝐼!.
• Quindi complessivamente siamo giunti al bilancio di potenze:

!$ %$ %$
𝑃! = 𝑃"# + 𝑃"# − 𝑃&'(

La potenza che si dissipa nel BJT è dunque la differenza tra la


somma delle potenze entranti e di quella uscente

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Transistore incrementalmente attivo
• Si osservi che poiché non può uscire più potenza di quanta ne
entra, si avrà necessariamente:

𝑃7 > 0 Il transistore è quindi PASSIVO

1! 1!
• Tuttavia, poiché si può ottenere 𝑃"6* > 𝑃#0 , ovvero si può
1! ⁄ 1!
ottenere guadagno di potenza 𝐺8 = 𝑃"6* 𝑃#0 > 1:

Il transistore è incrementalmente attivo

in altri termini, esso è in grado di prelevare potenza dalla PSU


sotto forma di tensioni e correnti costanti (DC) e di cedere al
carico più potenza di segnale di quanta ne ricevi all’ingresso

addirittura, idealmente il MOSFET riceve in ingresso potenza di


segnale nulla in condizioni quasi-statiche…

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Rendimento energetico
• Definiamo il rendimento energetico dello stadio elementare

1!
𝑃"6* talvolta detta:
𝜂 = 7! 1!
Efficienza di Collettore
𝑃#0 + 𝑃#0 (o di Drain, con MOSFET)

• Ovviamente vale: 0≤𝜂<1

Consideriamo i due casi limite e il caso reale:

1!
Caso 1 𝜂 = 0 ⇔ 𝑃"6* =0 Non viene ceduta potenza al carico
7! 1!
𝑃7 = 𝑃#0 + 𝑃#0 (dal bilancio di potenze)

Quindi tutta la potenza entrante viene dissipata e


si trasforma in calore…
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Rendimento energetico (cont…)
1! 7! 1!
Caso 2 𝜂 = 1 ⇔ 𝑃"6* = 𝑃#0 + 𝑃#0 (dalla def. di 𝜂)

• Quindi tutta la potenza entrante viene ceduta al


carico (si tratta di un caso ideale…)
7! 1! 1!
• Se: 𝑃#0 > 0 ⇒ 𝑃"6* > 𝑃#0 avviene conversione di potenza DC à AC

• Inoltre il bilancio di potenze dice che ⇒ 𝑃7 = 0

1! 7! 1!
Caso 3 0 < 𝜂 < 1 ⇔ 𝑃"6* = 𝑃#0 + 𝑃#0 − 𝑃7

1! 7! 1!
• E’ il caso reale in cui: 𝑃"6* < 𝑃#0 + 𝑃#0 e quindi:
7! 1! 1!
𝑃7 = 𝑃#0 + 𝑃#0 − 𝑃"6* >0
• E’ ancora possibile ottenere guadagno di potenza (conv. DC à AC) se:
1! 7! 1! 1! 7!
𝑃"6* = 𝑃#0 + 𝑃#0 − 𝑃7 > 𝑃#0 ovvero se: 𝑃7 < 𝑃#0
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Auto-riscaldamento
• La temperatura di esercizio di un dispositivo elettronico dipende
dalla potenza dissipata
• In prima approssimazione si può ritenere valida una relazione
lineare
𝑇 = 𝑇9:- + 𝑅4 ⋅ 𝑃7

dove 𝑇9:- è una temperatura di riferimento (es. la temperatura


controllata del package) e 𝑅4 un coefficiente di proporzionalità
detto Resistenza Termica
• La resistenza termica dipende dal montaggio e, per evitare
sovra-riscaldamento, occorre che sia la minore possibile
• Idealmente, se si potesse realizzare un montaggio perfetto in
grado di rimuovere istantaneamente tutto il calore prodotto
(𝑅4 = 0), la temperatura di esercizio rimarrebbe pari a 𝑇9:-
indipendentemente da 𝑃7

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Perché si usano i Transistori in Elettronica…
• Si è visto che per avere amplificazione di potenza è necessario
che il componente elettronico prelevi potenza dalla PSU
• La polarizzazione è quindi essenziale (se si polarizzasse il
transistore in un punto delle caratteristiche I/V in cui 𝐼!. ≃ 0 (e
𝑔; ≃ 0) non si avrebbe guadagno a piccolo segnale
• Inoltre, è necessario che avvenga una conversione di potenza
assorbita dalla PSU (grandezze DC) a potenza di segnale
ceduta al carico (grandezze AC) à conv. DCàAC
• Polarizzazione e conversione di frequenza sono possibili solo
usando componenti non lineari, come il transistore
• Come contro-esempio si consideri un componente passivo
come il trasformatore. Regolando il rapporto spire si può
ottenere guadagno di tensione oppure di corrente ma non di
potenza. Idealmente (ovvero se perdite nulle):
𝑛< ⁄𝑛5 = 𝑛 ⇒ 𝑉< = 𝑛𝑉5 ; 𝐼< = 𝐼5 ⁄𝑛 ⇒ 𝑉< 𝐼< = 𝑉5 𝐼5
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Quando conta il rendimento?
• Dal bilancio di potenze:
7! 1!
7! 1! 1! 1!
𝑃#0 + 𝑃#0 1!
1
𝑃7 = 𝑃#0 + 𝑃#0 − 𝑃"6* = 𝑃"6* 1! − 1 = 𝑃"6* − 1
𝑃"6* 𝜂
1!
quindi a parità di 𝜂, se: 𝑃"6* ↗ ⇒ 𝑃7 ↗

• Il rendimento diventa importante in tutte le applicazioni in cui la


potenza di uscita è alta, ovvero lato attuatore
• In queste applicazioni (elettronica di potenza) diventa
essenziale disporre di amplificatori ad elevato rendimento per
ridurre la potenza dissipata e quindi l’auto-riscaldamento
• Il rendimento è meno importante nelle applicazioni a piccolo
segnale (lato sensore), poiché le potenze in gioco sono molto
più piccole

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Amplificatori per piccoli segnali
• Dal punto di vista energetico, gli amplificatori per piccoli segnali,
assomigliano al caso 1. Infatti, poiché i segnali sono di «piccola»
1! 1!
ampiezza, le potenze 𝑃#0 e 𝑃"6* diventano entrambe quantità
infinitesimali del secondo ordine (valori medi di prodotti istantanei
di fattori entrambi di ampiezza «piccola»)
1!
𝑃"6* →0 ⇒ 𝜂→0
• Dal bilancio di potenze, segue che:
≃0
7! 1! 1! 7!
𝑃7 = 𝑃#0 + 𝑃#0 − 𝑃"6* ≃ 𝑃#0

• Poiché quasi tutta la potenza assorbita dalla PSU viene dissipata,


è opportuno che il punto 𝑄 non corrisponda ad eccessivo
assorbimento di potenza (à minore auto-riscaldamento), tenuto
anche in conto dei piccoli swing di tensione e corrente in gioco

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