Sei sulla pagina 1di 2

VITA DI ARISTOTELE

Nacque nel 384-383 a Stagira. Discendeva da una stirpe di medici e ciò spiegherebbe la sua inclinazione alla
concretezza e alla scienza sperimentale. Rimasto orfano molto presto, Aristotele venne affidato alla tutela
di un parente di nome Prosseno, che lo mandò all'accademia di Platone per completare gli studi e vi rimase
per vent'anni. L'Atene di Socrate e Platone, però, ormai stava tramontando: il mondo della Polis si andava
sgretolando sotto le pressioni dell'impero macedone che con Alessandro Magno finirà per inglobare la città.
Platone aveva ormai rinunciato al sogno di edificare lo stato perfetto e aveva trasformato l’Accademia da
centro di formazione di uomini politici a scuola di dialettica e di ricerca scientifica.

La vita di Aristotele viene divisa in tre periodi: gli anni dell'Accademia, quelli del viaggio, e quelli
dell'insegnamento nel liceo. Negli anni dell'Accademia Aristotele assorbe il meglio della cultura filosofica. La
retorica è stato il suo primo interesse e oltre ad occuparsene da studente la insegnò. Essendo poi la retorica
collegata con la dialettica si può supporre che il filosofo insegnasse anche quest'ultima. Negli anni
dell'Accademia Aristotele si occupò anche di epistemologia, di etica, di politica: la sua concezione della
realtà si formò già in questo periodo. Alla morte di Platone, Aristotele lasciò l’Accademia. Aveva 37 anni e si
recò ad Asso, in Asia minore, dove fu ospite del tiranno Ermia. Ad Asso fondò una nuova scuola e si sposò
con Pizia. Nel 345, Aristotele si trasferì sull'isola di Lesbo dedicandosi alle ricerche naturalistiche. Aristotele
non abbandonerà più questo tipo di ricerche che getteranno le basi della biologia. Nel 342 il re di
Macedonia l'ho scelse come precettore per il figlio Alessandro e Aristotele dedicò tre anni alla formazione
del ragazzo. Nel 335 Aristotele torno ad Atene e fondò una propria scuola in un ginnasio pubblico: il liceo.
La scuola era nota anche con il nome di Peripato ovvero “passeggiata” perché al suo interno si trovava un
giardino adatto al passeggio nel quale Aristotele amava tenervi le lezioni passeggiando. Per circa 12 anni
gestì la scuola finché nel 323 Alessandro Magno morì e ad Atene si risvegliarono i sentimenti antimacedoni
e quindi Aristotele venne accusato di empietà e decise di lasciare la città. Si trasferì a Calcide dove morì a 62
anni.

SCRITTI ESSOTERICI E SCRITTI ACROAMATICI

Aristotele scrisse due tipi di opere:

 testi di carattere divulgativo; queste opere erano rivolte al pubblico esterno alla scuola e per
questo sono indicate come scritti essoterici.
 testi legati alla sua attività di insegnamento detti scritti acroamatici o esoterici ed essi sembrano la
trascrizione delle lezioni che teneva o gli appunti che utilizzava. Si tratta quindi di opere non
destinate alla pubblicazione ma riservate ai discepoli del liceo.

Le opere essoteriche sono andate quasi completamente perdute mentre disponiamo degli scritti
acroamatici. Aristotele lasciò la sua biblioteca al discepolo Teofrasto che gli succedette alla guida del Liceo.
Alla morte di questi, i manoscritti passarono a un altro discepolo, Neleo. Essi vendette gran parte delle
opere della biblioteca di Alessandria ma tenne per se il materiale delle lezioni. Tra il II e il I secolo a.C. questi
scritti li ritroviamo nelle mani di Apellicone, la cui biblioteca costituì parte del bottino che Silla portò a Roma
nell’86 a.C. A Roma le opere di Aristotele confluirono nella biblioteca del Grammatico Tirannione. Suo
discepolo, Andronico di Rodi, ne curò la pubblicazione che avvenne fra il 40 e il 20 a.C. Andronico di Rodi
ordinò i testi, riunendoli per argomento e in libri. La sistematicità che solitamente si riconosce agli scritti di
Aristotele si deve anche al lavoro del suo primo editore. Il Corpus costruito da Andronico tende a occultare
l'evoluzione del pensiero di Aristotele in quanto quest'ultimo ritornava sugli stessi temi riproponendo
ciclicamente nel liceo i corsi delle varie materie ed è presumibile che di volta in volta ritoccasse gli appunti
alla luce della maturazione del suo pensiero.
Lo studioso tedesco Werner Jaeger si è cimentato nello studio di questi scritti con l'obiettivo di dimostrare
che Aristotele era passato attraverso 3 fasi;

 un’epoca giovanile caratterizzata da una totale adesione al pensiero di Platone


 una fase critica nella quale si distacca progressivamente dal maestro
 l’epoca della maturità, caratterizzata dallo sviluppo di un pensiero autonomo

Questo indirizzo di ricerca ha determinato un nuovo interesse per i testi essoterici. Complessivamente
questi testi sarebbero 19 e si tratta di dialoghi che riprendono il modello platonico: come Platone, infatti,
Aristotele scrisse un Politico, un Sofista, un Menesseno e un Simposio. Jaeger si convinse che le opere
essoteriche fossero quelle giovanili ma lo sviluppo della ricerca ha smentito questa ipotesi:

 sono emersi passi di opere essoteriche in cui Aristotele prende le distanze dalla dottrina di Platone.
es: nel trattato sulle idee infatti esclude l’esistenza di idee separate dalle cose
 poi si è giunti alla conclusione che tra le opere giovanili di Aristotele rientrino anche alcuni scritti
acroamatici ad esempio parte dell’Organon.

Aristotele quindi maturò molto presto, già all’epoca dell’accademia, una sua concezione della realtà.

LA CLASSIFICAZIONE DELLE SCIENZE

Aristotele ha una visione orizzontale dell’essere e del sapere e secondo lui tutti i saperi hanno pari
importanza. Aristotele nega la possibilità di ridurre il sapere a un'unica scienza, esistono diversi aspetti della
realtà, ognuno dei quali è studiato da una singola scienza. Quindi ogni concetto va studiato nel suo specifico
contesto e ogni scienza è basata su principi propri. Per Aristotele esistono molteplici scienze differenziate
per l'oggetto, il metodo che adottano e il fine che perseguono: l'insieme delle Scienze forma
un’enciclopedia del sapere che spiega l’essere da ogni punto di vista.

Aristotele Ordina le scienze in tre gruppi.

1. Vengono definite scienze teoretiche la metafisica, la fisica e la matematica: la metafisica si occupa


dei principi primi della realtà; la fisica studia gli enti in quanto caratterizzati dal mutamento; la
matematica studia concetti desumibili per astrazione dalle cose fisiche. Le scienze teoretiche
indagano su ciò che è necessario e aspirano a una conoscenza disinteressata, ovvero non volta a fini
pratici. Come metodo adottano quello dimostrativo che consiste nella capacità di riconoscere la
relazione necessaria tra un oggetto e la sua causa.
2. Vengono definite scienze pratiche l'etica e la politica: hanno per oggetto il contingente (ciò che può
essere diverso da com’è), in particolare l'azione umana. Il loro fine è guidare l'agire degli uomini al
bene dell'individuo e della città.
3. Vengono definite scienze poietiche le arti e le tecniche: si occupano del contingente ma il loro
oggetto specifico è la produzione pratica (scienza medica, capacità di costruire, di dipingere ecc). Si
basano su di un sapere empirico e il loro scopo è procurare all’uomo ciò che la natura non offre. Si
tratta di un insieme di conoscenze applicate da uomini posti al servizio di altri uomini. Da qui deriva
una svalutazione della tecnica.

Un discorso a parte è quello della logica che non rientra nella tripartizione in quanto studia le modalità con
cui il pensiero elabora ragionamenti.

Potrebbero piacerti anche