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Aristotele nasce nel 384 a.C. a Stagìra. intorno ai 18 anni entra nell'accademia di Platone ad Atene. Nei
suoi primi scritti si dichiara fra i platonici, ma successivamente si allontana dal suo maestro e trova una
sua strada, dove critica e revisiona la filosofia di Platone.
Le opere di Aristotele sono divise in due ampie branche: le opere esoteriche, cioè destinate alla
pubblicazione e composte in gran parte da dialoghi, e la opere essoteriche oa acroamatiche, ovvero
trattati in prosa destianti all'insegnamento nel Liceo.
2)
La metafisica a sua volta si ramifica in più aspetti: si parla di teoria dell'essere, della sostanza, delle cause
e la teologia. La ricerca dell'essere si piazza al centro della filosofia di Aristotele; viene chiamata
ontologia e concerne l'essere in generale, da cui dipendono tutte le altre scienze.
Per iniziare Aristotele ipotizza che il linguaggio sia ambiguo e ingannevole, e conduce un'indagine
sistematica su come le parole si riferiscono alle cose. Divide quindi i termini del linguaggio in dieci
categorie: la prima è la sostanza ed è la più importante, cioè tutte le cose che hanno esistenza
autonoma, una propria individualità. Le altre nove categorie sono invece definite accidenti, e
racchiudono caratteristiche in riferimento alla sostanza. Senza la sostanza non può esistere il resto,
quindi l'indagine di Aristotele arriva al punto fondamentale che "l'essere è inanzitutto sostanza".
Occorre adesso stabilire come è fatta la sostanza. Aristotele caratterizza come sinolo la sostanza
individuale, cioè l'unione di materia e forma che da origine alle cose. La forma è il principio di
organizzazione della materia che fa sì che una sostanza sia ciò che è; la materia è invece il supporto che
rende possibile l'esistenza di quella cosa, che continua ad esistere anche se la forma varia. L'insieme
delle caratteristiche necessarie perchè una sostanza sia ciò che è, è chiamata essenza.
Parallelamente a materia e forma, Aristotele introduce anche la distinzione tra potenza e atto. Una cosa
è in potenza quando, date le circostanze, essa potrebbe esistere (una possibilità ancora non realizzata); è
in atto invece quando esiste realmente.