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IL VENTO E LE

PIANTE
COME FATTORE
LIMITANTE
IL VENTO

Il vento agisce direttamente esercitando


un’azione meccanica sul suolo e sulla
vegetazione, sia indirettamente,
modificando l’umidità e la temperatura.

Le caratteristiche del vento, che vengono


misurate per valutare la sua azione come
agente climatico, sono velocità e direzione.
Lo strumento che si utilizza si chiama
ANEMOMETRO.
AZIONE DIRETTA DEL VENTO

L’effetto meccanico sulle piante si traduce in


forme di crescita particolari, ben visibili in
certi alberi esposti ai venti.

Il tronco spesso assume un’inclinazione nel


senso della direzione del vento e le chiome
presentano una disposizione unilaterale
detta “a bandiera o a fiamma”.

Infatti, soprattutto con i granuli di sabbia o


ghiaccio trasportati dal vento la sua capacità
Distruttiva aumenta: effetto abrasivo, tessuti
epidermici lesionati.
Il disturbo arrecato dal vento alla crescita
degli alberi può spingersi fino a trasformare
la foresta in una boscaglia bassa o in un
arbusteto.

Questo avviene gradualmente, innanzitutto


per sradicamento o stroncamento degli alberi
più alti che vengono selezionati
negativamente in favore di una boscaglia
bassa o di un arbusteto.
Portovenere
Liguria

Sulle coste marine mediterranee


il vento è molto forte e
nelle zone più esposte crescono
solo radi pini pionieri (pino
d’Aleppo)
e vegetazione arbustiva o erbacea
Sulle rupi spazzate dal
vento,
a picco sul mare,
spesso
troviamo endemismi
localizzatissimi,
Come a Porto Venere,
Liguria, La Spezia

Centaurea veneris,
Festuca veneris
Sulle rupi

Centaurea veneris,

Festuca veneris
Spesso il fattore vento si affianca ad altri
fattori come il freddo o la neve.

Avviene così che su numerose creste di


montagna situate a quote relativamente
basse (2000 m slm) , perfettamente
compatibili con la
presenza di una vegetazione arborea,
troviamo invece delle praterie definite
PSEUDOALPINE

(per distinguerle dalle vere


praterie alpine situate a quote più alte).
Parco Naz. Appennino Tosco Emiliano, Monte Cusna m 2120. Il
bosco di Faggio non giunge sulla vetta, spazzata dal vento
La vegetazione che popola queste “creste
ventose” è spesso composta da specie della
famiglia delle Graminaceae, Juncaceae o delle
Cyperaceae, particolarmente resistenti
alla disidratazione indotta dal vento, o da
particolari specie con portamento prostrato
(con crescita plagiotropa, cioè parallela al
suolo), es Senecio incanus, Silene acaulis.

In questo modo le piante offrono una


piccola superficie all’azione del vento
limitandone gli effetti.
Juncus trifidus, abbondante sulle creste ventose
Salix herbacea. Linneo: arbor minima….
Silene acaulis
ADATTAMENTI DELLE PIANTE ALL’AZIONE
DIRETTA DEL VENTO

Gli adattamenti principali all’azione diretta


del vento sono i seguenti:

SVILUPPO DI UN ASSUNZIONE DI UNA


APPARATO DI FORMA PIU’ O MENO
FISSAZIONE AL SUOLO SFERICA
SVILUPPO DI UN APPARATO DI
FISSAZIONE AL SUOLO

Come esempio si possono citare le piante


edificatrici delle dune tra cui, in primo luogo,
lo Sparto pungente, la mitica

Ammophila littoralis
Questa specie non soltanto è capace di
intercettare e intrappolare la sabbia sospinta
dal vento con i propri culmi (fusti!), ma anche
di trattenerla attraverso il denso feltro della
sua matassa radicale che la ancora
stabilmente al suolo.

Inoltre per evitare di rimanere intrappolata


dalla sabbia accumulata dal vento emette
nuovi rizomi ad altezze sempre crescenti.

In questo modo riesce ad emergere dalla


sabbia nella duna in formazione
ASSUNZIONE DI UNA FORMA
PIU’ O MENO SFERICA

In questo modo le specie erbanee o piccolo


arbustive che
vivono in montagna sulle creste ventose
riescono ad ottenere un rapporto
SUPERFICIE/VOLUME più favorevole,
riducendo, a parità di volume, la superficie
del corpo vegetativo esposta ai venti.
Astragalus massiliensis
Silene acaulis
Tra gli effetti “positivi” del vento si possono
ovviamente ricordare l’importanza dello
stesso per la disseminazione, la diffusione
delle spore e l’impollinazione.

Molti organi di dispersione (diaspore)


presentano degli adattamenti atti a
“meglio sfruttare” l’effetto positivo del vento
nella dispersione (ad esempio,
le SAMARE degli aceri).
AZIONE INDIRETTA DEL VENTO

Essa corrisponde alla modificazione degli altri


fattori del clima.

E’ evidente che il vento gioca un ruolo di


primo piano nella distribuzione delle piogge,
determinando il movimento di grandi masse
di vapore acqueo.

Inoltre incrementando il movimento dell’aria


il vento aumenta la velocità sia
dell’evaporazione sia della traspirazione.
La traspirazione e l’evaporazione indotte dal
vento sono talvolta così forti al punto che
alcune specie vegetali esposte all’azione di
venti secchi e caldi, presentano degli
adattamenti convergenti con quelli delle
piante degli ambienti aridi (Xeromorosi).
Importanza ecologica del Vento

• scambi di gas, calore e vapore


acqueo
• disseminazione
• trasporto polline
• trasporto microrganismi e
piccoli animali
• trasporto e caduta foglie e frutti
– distanza dipende da:
• peso
• altezza del distacco
• caratteristiche morfologiche
Azione fisiologica del vento sui vegetali

• Venti moderati esercitano uno


stimolo del metabolismo
– traspirazione è il motore
dell’assorbimento dell’acqua e dei nutrienti
– assimilazione CO2
• Venti forti
– eccesso di traspirazione ed evaporazione
– disseccamento suolo
– erosione eolica
• Fattori di tolleranza
– xerofilia
– eliofilia
– in relazione alla temperatura
Azione fisiologica del vento sui vegetali

• Fattori di tolleranza ai venti forti


– xerofilia
– eliofilia
– in relazione alla temperatura
• alta: danno da siccità
• bassa: danni in fioritura
• Coste e montagne: importante fattore
limitante la produttività
– riduzione LAI
• riequilibrio radici/foglie
• foglie più piccole
– alterazione del portamento
• chiome a bandiera
• defogliazione
– disseccamento apici
Azione meccanica del vento sui vegetali

• Venti impetuosi
– schianto alberi (con pioggia e terreno umido e
sciolto)
– strappo radici
– chiome a bandiera
– alterazione del legno
• Azione combinata dei solidi sospesi
– sabbia
– cloruri
– aerosol
– ghiaccio
• Colture erbacee
– lacerazione e morte delle foglie
– disarticolazione lamina fogliare rispetto a guaina o
picciolo
FINE

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