Il protagonista del 3° Canto è Manfredi di Svevia fu re di Sicilia ed era figlio
naturale di Federico II di Svevia che lo abbiamo sfiorato nell’Inferno quando ce lo ha presentato Farinata tra gli eretici ed è lo stesso Imperatore del canto di Pier della Vigna, quindi Federico II era un imperatore ghibellino e suo figlio Manfredi continuò, prendendo l’eredità del padre e diventando capo dei ghibellini. Manfredi morì poi nella battaglia di Benevento, fu scomunicato per quasi tutta la sua vita da papa Clemente IV. Nella battaglia di Benevento ci fu la disfatta del partito ghibellino. Più avanti vedremo il perché Dante lo abbia collocato nel Purgatorio. Abbiamo lasciato Dante e Virgilio che correvano dopo il rimprovero di Catone, anche se Catone non rimproverava loro due ma rimproverava le anime che si stavano attardando a sentire il musico Casella, invece di andare sulla montagna del Purgatorio a purificarsi. Questo rimprovero non era rivolto a Dante e a Virgilio perché loro possono salire con tutta calma e tranquillità e non correndo, Dante dice che senza il suo maestro, senza Virgilio non sarebbe mai andato da nessuna parte in questo viaggio, molto probabilmente non lo avrebbe mai iniziato e dice che Virgilio ha un’anima virtuosa in quanto per un piccolo errore sente un grande rimorso. Quando la fretta gli abbandona e si calmano, incominciano a camminare normalmente verso la montagna del Purgatorio. Dante ci dice che riesce a vedere la Montagna che è altissima e mentre la sta vedendo alle sue spalle sente il calore del sole, i raggi del sole si bloccano sul suo corpo e il suo corpo proietta l’ombra a terra. Dante vede la sua ombra ma girando un po’ più lo sguardo non vede l’ombra di Virgilio , A questo punto si gira dubbioso pensando che il Maestro lo abbia abbandonato ma Virgilio ovviamente guarda Dante anche un po’ sconsolato rimproverandolo dicendogli che lui mantiene la promessa di portarlo fino alla cima del monte Del Purgatorio e continua dicendo che non si deve stupire se lui non proietta l’ombra in quanto il suo corpo mortale ora è sepolto a Napoli dopo che lui era stato sepolto a Brindisi . a Napoli adesso c’è il tramonto e quindi non deve stupirsi se i raggi del sole attraversano la sua anima inconsistente, è come stupirsi che i raggi del sole attraversano i cieli. Virgilio continua spiegando che Dante non deve farsi domande sul fatto, sul perché l’anima comunque sia o in Purgatorio o in Paradiso subisce, soffre per le pene che Dio ha deciso di fargli subire, quindi è bene che magari riguardano il gelo, riguardano il caldo. Quindi le anime soffrono per queste pene anche se sono inconsistenti. La giustizia divina fa in modo che i corpi inconsistenti delle anime soffrono tormenti fisici, in un mondo che non vuole che si sveli agli uomini, Per cui è folle chi spera con la sola ragione umana di poter capire i misteri della fede. La gente deve accontentarsi di ciò che è stato rivelato, perché se avesse potuto vedere il tutto non sarebbe stato necessario che Gesù nascesse. Grandi filosofi (Aristotele Platone) hanno desiderato vanamente di conoscere questi misteri ma che non ci sono riusciti e ora ne pagano anche le conseguenze. Virgilio dopo aver fatto questo discorso un po’ accigliato continua il cammino con Dante Dante e Virgilio appunto mentre camminano arrivano davanti a una parete altissima, Dante ci dice che è la parete più alta della Liguria al confronto sembra una scala leggera da salire. Quando arriva di fronte a questa parete altissima, Virgilio comincia a ragionare un po’ ad alta voce dicendo chissà da quale parte bisogna andare per trovare il giusto varco se è a Sinistra o a destra. mentre Virgilio sta ragionando E Dante osserva in alto la montagna, da sinistra appare un gruppo di anime che si muovono lentissime verso di loro. Virgilio rincuora Dante dicendo che anche loro troveranno la giusta via per andare sul monte. mentre corrono velocemente verso queste anime, Dante ci dice che hanno fatto già mille passi ma ancora le anime sono lontanissime. Questo per dirci che le anime stanno procedendo in questa processione lentissime, queste sono le anime degli scomunicati cioè coloro che nella loro vita si sono pentiti in modo sincero e Dio nella sua grande misericordia li ha comunque salvate e gli ha messi in questo Antipurgatorio. Mentre Dante e Virgilio si avvicinano alcune anime si accorgono di essi e Dante ci fa una similitudine cioè come la pecora che esce dal recinto, le altre senza sapere il perché e senza sapere dove sta andando quella pecorella, la seguono e così fanno queste anime che a gruppetti, piano piano, seguono le anime che si sono staccate e vanno verso Dante e Virgilio. Quando le anime arrivano in prossimità di Dante e Virgilio si accorgono che Dante proietta la sua ombra a terra e che quindi è vivo, A questo punto le prime anime si spaventano, si fermano e tornano indietro e così fanno le altre senza sapere alcun motivo. A questo punto Virgilio interviene dicendo alle anime di non spaventarsi e che lui è vivo effettivamente ma non è qui per volere proprio, non sta disobbedendo alla leggi divine, è qui per volere di Dio. A quel punto le anime chiamano Virgilio e Dante con i cenni delle mani e si avvicinano ulteriormente finché una di queste anime esce fuori. È appunto l’anima di Manfredi , Dante la descrive come un’anima regale ovviamente ed è biondo e ci dice anche che è bellissimo di aspetto anche se ha uno dei sopraccigli diviso a metà, probabilmente Per un colpo subito durante una battaglia , una delle tante battaglie e quest’anima si rivolge a Dante dicendogli appunto se in vita lo ha mai visto e Se lo ha riconosciuto . Dante gli dice che non lo ha mai visto quindi non lo riconosce e quest’anima fa vedere a Dante le ferite che ha sul corpo e poi si presenta dicendogli che lui È il nipote dell’imperatrice Costanza d’Altavilla, figlio di Federico II e padre di un’altra Costanza. Si rivolge a Dante dicendogli appunto di portare a sua figlia Costanza notizie della sua condizione ultraterrena affinché sua figlia Costanza non pensi lui si trova all’inferno per la scomunica che ha ricevuto e a questo punto Manfredi continua la sua storia dicendogli appunto che è morto nella battaglia di Benevento ma prima di morire si è pentito di tutti i suoi mali, di tutti i suoi peccati e Dio nella sua immensa misericordia lo ha salvato e messo in questo Antipurgatorio. Poi continua Manfredi dicendo che il vescovo di Cosenza mosso sotto pressione del papa Clemente IV, fece prendere il cadavere di Manfredi che era seppellito nel Regno di Napoli e lo fece portare fuori dal Regno con una processione al buio con le candele all’in giù, Così si faceva con le anime con i corpi degli scomunicati. Fece portare fuori e lo fece seppellire senza nessuna gloria presso il fiume Liri, quindi fuori dallo stato Pontificio e appunto Manfredi dice che sia il Papa che il vescovo hanno fatto male perché nonostante la scomunica della chiesa se un uomo si pente veramente, finché c’è vita c’è speranza diciamo così; la sua anima è salva e viene posta da Dio in questo antipurgatorio per il tempo della scomunica moltiplicato per trent’anni. Ad esempio sei stato scomunicato per un anno allora devi stare lì all’incirca per trent’anni. Manfredi dice che questo tempo si può accorciare se i parenti che sono ancora vivi pregano per le anime dei penitenti. Quindi sostanzialmente lui chiede a Dante di andare dalla figlia Costanza, di raccontargli questa storia e di pregare per lui affinché il tempo che deve trascorrere nell’antipurgatorio si accorci cosicché possa andare in purgatorio e poi purgarsi e andare in Paradiso.