Canto II
figure retoriche
metafora: v. 66 “Lo salire omai ne parrà gioco”;
similitudine: v. 70-75 “E come a messagger che porta ulivo tragge la gente per udir novelle, e di calcar
nessun si mostra schivo, così al viso mio s’affisar quelle anime fortunate tutte quante, quasi obliando
d’ire a farsi belle;
enjambement: v. 76-77 “Trarresi avante / per abbracciarmi”;
apostrofe : v. 78 “Ohi ombre vane, fuor che ne l’aspetto”;
enjambement: v.88-89 “Com’io t’amai / nel mortal corpo”;
sineddoche: v. 103 ”L’ala”;
enjambement: v. 109-110 “Alquanto / l’anima mia”;
personificazione: v. 112 “Amor che ne la mente mi ragiona”;
metafora: v. 114 “La dolcezza ancor dentro mi suona”;
similitudine: v. 117 “Come a nessun toccasse altro la mente”;
endiadi: v. 118 “Fissi e attenti”;
enjambement: v. 118-119 “Attenti / a le sue note”;
metafora: v. 122 “Correte al monte a spogliarvi lo scoglio”;
similitudine: v. 124-131 “Come quando, cogliendo biado o loglio, li colombi adunati a la pastura, queti,
sanza mostrar l’usato orgoglio, se cosa appare ond’elli abbian paura, subitamente lasciano star l’esca,
perch’assaliti son da maggior cura; così vid’io quella masnada fresca lasciar lo canto”.