IL LABIRINTO DEL SÉ
Stefano Fissi
l. L'albero del Sé
tamente quello di Kohut, senza tuttavia che gli sia stato riconosciuto
un tale merito da che se ne è servito.
l S. FREUD, Il disagio della civiltà (1929), 8 Meltzer rileva che, sebbene la Klein
in Opere, vol. X, 1978, Boringhieri, non abbia mai formulato adeguatamen-
Torino, 1978, p. 559. te la differenza tra i concetti di Io e Sé,
tuttavia, dopo l'introduzione di esso, nel
2S. FREUD, L'Io e l'Es (1922), in Opere, 1946, lo caratterizza abbastanza defini-
vol. IX, 1977. tamente: il Sé è condizione necessaria
della vita psichica, poiché dalla differen-
3 S. FREUD, L'introduzione al narcisismo ziazione tra il Sé e l'oggetto ci si avvia al-
(1914), in Opere, vol. VII, 1975, p. 445. la costruzione del mondo interno; il Sé è
il punto di riferimento del divenire psi-
4 S. FREUD, Lutto e malinconia (1917), chico, come termine della tendenza
in Opere, vol. VIII, 1976. all'integrazione; il Sé è il punto di par-
tenza della razionalità e del dialogo, at-
5 Un'altra conferma della consapevolez- traverso i processi di identificazione.
za metodologica di Freud si ha nelle ul- L'assunzione di questo concetto riorien-
time pagine dell"' Introduzione al narci- ta l'edificio teorico della Klein, nel senso
sismo", laddove egli parla del "senti- di una elaborazione dell'idea dell' appa-
mento del sé" (con las maiuscola), co- rato psichico come organizzazione com-
me "un modo di esprimere l'ampiezza plessa, costituita da unità funzionali in
dell'Io", che "dipende in modo partico- relazione tra loro - ed il Sé allora sareb-
larmente stretto dalla libido narcisistica" be da intendere come una di queste
(S. FREUD, Introduzione al narcisismo, strutture - i cui confini non coincidono
op. cit., p. 468). Quindi, la scelta di necessariamente con quelli dello psiche-
mantenere all'interno dell'Io l'esperien- soma, potendo alcune parti dell'appara-
za della soggettività, il vissuto di sentirsi to psichi co essere proiettate nell'oggetto
sé stessi, il sentimento della propria in- e risiedervi. Le interazioni tra queste
tegrità, coesività e unitarietà somatica, strutture configurano un sistema dina-
fu sicuramente una scelta meditata, fun- mico ed evolutivo, la cui forza motrice
zionale a mantenere all'Io la globalità di non è data più dalle pulsioni, ma dagli
agenzia operativa e di insieme rappre- affetti. (D. MELTZER, Lo sviluppo klei-
sentazionale, e finalizzata verosimilmen- niano. 2. Melanie Klein e il caos Richard,
te ad assicurare un substrato ed una di- Borla, Roma, 1982).
namica credibile allo sdoppiamento co-
scienziale. 9 T. KUIIN, La struttura delle rivoluzioni
scientz/iche (1962), Torino, Einaudi,
6 L. ZOJA, Psicologia analitica e metapsi- 1969.
cologia dei sentimenti. Possibili conver-
genze tra Jung e Melania Klein, in A.A. IO H. HARTMANN, Evoluzione del concet-
V. V., La psicologiaanalitica difronte alle to dell'Io nell'opera di Freud (1956), in
altre psicologie del profondo, (IV Saggi sulla psicologia dell'Io (1964),
Convegno C.I.P.A.), Bertani, Verona, Boringhieri, Torino, 1976, p. 307.
1968.
11 H. HARTMANN, Considerazioni sulla
7 M. KLEIN, Il lutto e la sua connessione teoria psicoanalitica dell'Io (1950), in loc.
con gli stati maniaco-depressivi (1940), in cit.
Scritti 1921-48, Boringhieri, Torino,
1978. 12 Del resto, Hartmann sottolinea che,
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