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all’indennità di avviamento
In tema di locazione, l'art. 79 della Legge n. 392/1978 stabilisce il divieto di "patti contrari alla legge"; è vietata ogni pattuizione diretta a limitare la
durata legale del contratto o ad attribuire al locatore un canone maggiore rispetto a quello legalmente previsto "ovvero ad attribuirgli altro vantaggio
in contrasto con le disposizioni della presente legge".
In caso di locazione ad uso commerciale, è legittima la rinuncia preventiva da parte del conduttore all'indennità di avviamento?
A questa domanda risponde la Corte di Cassazione, Sez. III Civile, con la sentenza 13 giugno 2018, n. 15373.
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Nel caso di specie, una persona fisica ed una società stipulavano un contratto di locazione di alcuni locali commerciali. La società conduttrice
richiedeva ed otteneva decreto ingiuntivo nei confronti del locatore per il pagamento della somma non corrisposta a titolo di indennità di
avviamento.
Il locatore resistente presentava opposizione ritenendo la pretesa infondata dal momento che, per espressa previsione contrattuale, le parti si erano
accordate nell’escludere la corresponsione di detta indennità poiché di essa si era tenuto conto nella determinazione del canone.
Il Tribunale competente in primo grado e la Corte d’Appello in sede di impugnazione, rispettivamente, accoglievano e confermavano l’opposizione
presentata dal locatore.
Secondo i giudici di merito la ratio sottesa all’art. 79 Legge 392/1978 è quella di garantire l’equilibrio sinallagmatico del contratto.
Aderendo ad un orientamento giurisprudenziale (Cass. 14611/2005), la previsione di un canone inferiore a quello originariamente pattuito è
ammissibile qualora il conduttore rinunci ai propri diritti di prelazione, di riscatto e di indennità derivanti dal contratto di locazione.
Risultava infatti provato che il canone pattuito fosse inferiore rispetto al valore locatizio medio (rispetto quindi al canone medio di un locale ubicato
nella stessa zona, con le stesse caratteristiche e nel medesimo arco temporale).
Una siffatta sproporzione, giustificata dal tener conto dell’indennità di avviamento, cui il conduttore rinunciava di pretendere successivamente, non
alterava o pregiudicava in alcun modo l’equilibrio contrattuale.