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Conto corrente di base: come funziona

A partire dallo scorso 20 giugno è approdato anche in Italia un nuovo diritto già presente nella maggior parte dei paesi europei, ossia il diritto ad
avere un conto corrente di base, introdotto dal Decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze n. 70, del 3 maggio 2018, con cui è
stata recepita la Direttiva dell'UE del 23 luglio 2014, n. 92, sulla comparabilità delle spese relative al conto di pagamento, sul trasferimento del
conto di pagamento e sull’accesso al conto di pagamento con caratteristiche di base.
Avere un conto corrente come tutti sappiamo ha dei costi, che per molte persone possono essere tranquillamente sostenuti, mentre per altre
risultano particolarmente gravosi, rappresentano una spesa eccessiva che spesso può portare anche alla scelta di non aprirlo. Questa situazione
vede una svolta grazie all’intervento del MEF, che con il suddetto decreto, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana in data 19
giugno 2018 ed entrato in vigore il giorno successivo, ha stabilito che le banche e le poste italiane saranno tenute ad offrire ai propri clienti quello
che possiamo definire un conto low-cost, il quale permetta anche ai meno abbienti di accedere ai servizi bancari di base, quali ad esempio bonifici,
versamenti e prelievi.
Una rilevante novità per il nostro paese, che ormai si riteneva necessaria non solo per adeguarsi allo standard stabilito dal resto dei paesi d'Europa,
ma principalmente perché ad oggi il conto corrente è uno strumento essenziale a cui tutti devono poter accedere, un vero e proprio mezzo di
inclusione finanziaria.
E' il decreto stesso ad individuare i soggetti che ne potranno fruire, cioè le fasce di clientela socialmente svantaggiate e i titolari di trattamenti
pensionistici. Mentre i primi per accedervi dovranno dimostrare di avere un reddito, ed un ISEE inferiore a 11.600,00 euro, per i secondi, cioè per
i pensionati l'ISEE lordo non dovrà superare i 18.000,00 euro.
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Per questa tipologia di conto è previsto il pagamento del solo canone annuo senza l'addebito di altre spese e commissioni, purché i titolari non
superino il limite di operazioni prestabilito dagli allegati A e B al decreto; limite che si differenzia per le due categorie di beneficiari, infatti i
consumatori potranno effettuare non oltre:
6 prelievi di denaro contante allo sportello della banca;
6 elenchi movimenti;
illimitate operazioni di prelievo presso gli sportelli ATM della propria banca o di altre del suo gruppo nel territorio nazionale;
12 operazioni di prelievo presso ATM di altre banche nel territorio nazionale;
illimitate operazioni di addebito diretto SEPA;
36 bonifici in entrata;
12 bonifici ricorrenti in uscita effettuati con addebito sul conto corrente;
12 operazioni di versamento tra contanti e assegni;
4 invii di informativa periodica (quali ad esempio l'estratto conto);
illimitati pagamenti con bancomat.
Per quanto riguarda i pensionati invece potranno effettuare:
12 prelievi di denaro contante allo sportello della banca;
6 elenchi movimenti;
illimitate operazioni di prelievo presso gli sportelli ATM della propria banca o di altre del suo gruppo nel territorio nazionale;
6 operazioni di prelievo presso ATM di altre banche nel territorio nazionale;
illimitate operazioni di addebito diretto SEPA;
illimitati bonifici in entrata, incluso l'accredito della pensione;
6 bonifici ricorrenti in uscita effettuati con addebito sul conto corrente;
6 operazioni di versamento tra contanti e assegni;
4 invii di informativa periodica (quali ad esempio l'estratto conto);
illimitati pagamenti con bancomat.
Le operazioni effettuabili da ambedue le categorie sono identiche nel genere e si differenziano semplicemente nel numero, inoltre va specificato che
la previsione del tetto massimo di operazioni non sta a significare che non ne potranno essere svolte ulteriori, ma semplicemente che aldilà di quella
soglia la banca potrà richiedere al cliente delle commissioni o apportare dei costi aggiuntivi.
Al momento della richiesta di accesso a tale servizio gli interessati dovranno dichiarare di non essere titolari di altro conto di base, nonchè saranno
tenuti ad autocertificare che il proprio ISEE, o la propria pensione (a seconda della categoria in cui rientra il soggetto) non supera il limite di cui
abbiamo detto sopra; poi entro il 31 maggio di ogni anno sarà onere del correntista comunicare alla banca (o alle poste) il proprio ISEE in corso di
validità o l'importo totale del trattamento pensionistico. Qualora questo non fosse comunicato nel termine prestabilito o nel caso in cui risultasse di
importo maggiore tanto da comportare la perdita del requisito di accesso, l'istituto ne dovrà dare notizia al cliente che potrà recedere entro 2 mesi
senza che siano dovute spese e senza l'addebito dell'imposta di bollo.
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(Altalex, 22 agosto 2018. Articolo di Gaia Schiffini)

(C) Altalex / Wolters Kluwer

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