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La risposta delle Isole Baleari nel 1960 fu rapida: le città industriali, agricole e gli
imprenditori posero le fondamenta di un’infrastruttura che in pochi anni divenne la
principale destinazione turistica del Mediterraneo.
La crescita economica nelle Isole Baleari rimase costante dal 1955 fino alla fine del
secolo. Due vicissitudini avrebbero disturbato la situazione economica delle isole: la
crisi energetica nel 1973 e il 1991 e 1993. In maniera parziale diminuì il flusso di
turisti verso le isole, che comunque si mantenne sopra la media. Questo influsso di
visitatori produceva un impatto che cambiò radicalmente la struttura socio-
economica delle isole. Queste considerazioni evidenziano due fattori fondamentali:
Rottura con l’unico metodo storico di trasporto via mare di passeggeri e beni a
causa dello sviluppo del trasporto aereo.
Problema dell’impatto ambientale risultante dalla crescita e a causa dello stress
(turistico) si estese la necessità ed il consumo d’energia sull’isola.
La rivoluzione dei trasporti
Il turismo nelle isole Baleari generò un ingente livello di domanda nella sfera dei
trasporti. Il traffico aereo aumentò a causa della crescita dei voli internazionali,
soprattutto voli charter, generando un importante investimento per la costruzione di
un nuovo aeroporto. Anche il traffico marittimo aumentò. Nel 1950 più del 90% dei
viaggiatori europei che visitavano l’isola usavano il trasporto aereo, mentre quelli che
viaggiavano con le navi difficilmente salivano sopra il 10%. I voli univano Majorca
con alcune delle capitali europee più importanti. La Gran Bretagna non era più un
importante collegamento con le isole Baleari. I paesi della Cortina di Ferro
sostituirono la Gran Bretagna come fornitore di energia per le isole Baleari. La
specializzazione di ciascuna rete (trasporto marittimo = merci, trasporto aereo =
passeggeri) consentiva a Majorca di occupare una posizione vantaggiosa nel cuore
dell'Europa.
Conclusioni