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Capitolo 2: LE ISOLE BALEARI

La trasformazione dell’economia delle Baleari è iniziata a metà del 1940 e


proseguita fino alla prima crisi del petrolio nel 1973. A partire dal 1960  vero
incremento economico, alimentato dallo sviluppo delle economie europee. Non
furono i prodotti convenzionali tipici del paese o i negozi artigianali delle città che
favorirono il cambiamento bensì l’industria degli stranieri: l’incremento degli
standard di vita sociale significò che la classe lavoratrice poteva godersi le vacanze
in altri paesi rispetto al proprio.

La risposta delle Isole Baleari nel 1960 fu rapida: le città industriali, agricole e gli
imprenditori posero le fondamenta di un’infrastruttura che in pochi anni divenne la
principale destinazione turistica del Mediterraneo.

Il periodo tra 1956 e il 1959 è considerato un punto di svolta perché il processo di


dogana e dei visti fu semplificato, le restrizioni furono allentate, i tassi di cambio
furono modificati e i prezzi stabilizzati  impatto positivo nella fase iniziale del
turismo. Tra l’inizio dell’impennata del turismo nel 1960 e la crisi del 1973 la crescita
della domanda fu impressionante. Questa crescita fu la causa della rapida
evoluzione di un’offerta complessa e diversificata, la quale ebbe ripercussioni nelle
attività economiche delle isole. RISULTATO: l’arcipelago divenne massivamente
dipendente dalle entrate dei turisti, i quali condizionarono la sua struttura economica.
Nel momento dell’emergere del turismo di massa l’economia delle Isole
Baleari non era in una situazione critica a livello nazionale.

Crescita, Terziarizzazione e Crisi nel Modello.

La crescita economica nelle Isole Baleari rimase costante dal 1955 fino alla fine del
secolo. Due vicissitudini avrebbero disturbato la situazione economica delle isole: la
crisi energetica nel 1973 e il 1991 e 1993. In maniera parziale diminuì il flusso di
turisti verso le isole, che comunque si mantenne sopra la media. Questo influsso di
visitatori produceva un impatto che cambiò radicalmente la struttura socio-
economica delle isole. Queste considerazioni evidenziano due fattori fondamentali:

 Rottura con l’unico metodo storico di trasporto via mare di passeggeri e beni a
causa dello sviluppo del trasporto aereo.
 Problema dell’impatto ambientale risultante dalla crescita e a causa dello stress
(turistico) si estese la necessità ed il consumo d’energia sull’isola.
La rivoluzione dei trasporti

Il turismo nelle isole Baleari generò un ingente livello di domanda nella sfera dei
trasporti. Il traffico aereo aumentò a causa della crescita dei voli internazionali,
soprattutto voli charter, generando un importante investimento per la costruzione di
un nuovo aeroporto. Anche il traffico marittimo aumentò. Nel 1950 più del 90% dei
viaggiatori europei che visitavano l’isola usavano il trasporto aereo, mentre quelli che
viaggiavano con le navi difficilmente salivano sopra il 10%. I voli univano Majorca
con alcune delle capitali europee più importanti. La Gran Bretagna non era più un
importante collegamento con le isole Baleari. I paesi della Cortina di Ferro
sostituirono la Gran Bretagna come fornitore di energia per le isole Baleari. La
specializzazione di ciascuna rete (trasporto marittimo = merci, trasporto aereo =
passeggeri) consentiva a Majorca di occupare una posizione vantaggiosa nel cuore
dell'Europa.

Un’economia turistica contro un limite ambientale importante

L’espansione economica delle isole Baleari fa sorgere contraddizioni in termini di


ambiente, cosa molto importante soprattutto in vista del fatto che ci troviamo di
fronte ad economia insulari. Il turismo europeo apprezza moltissimo gli ambienti
incontaminati e l’abbondanza di siti naturali. In queste economie si è riusciti a evitare
le crisi proprio grazie alle nuove ondate di espansione, che hanno caratterizzato un
aumento dei consumi nel territorio, nonostante i danni arrecati alla campagna, che
ha sempre rappresentato una fonte basilare di reddito. Per questo si è voluto
riprodurre le condizioni che si presentavano all’inizio del processo di crescita: il forte
aumento del numero di visitatori, lo sviluppo dei consumi turistici e l’espansione del
settore delle costruzioni. Tra il 1955 e il 1996 il tasso di crescita del settore dei
servizi superò quello dell’agricoltura e dell’industria. Il turismo di massa è l’origine di
un importante mutamento nel consumo energetico nelle isole. I fattori determinanti
sono:
- la crescita economica e conseguentemente nel livelli/settori di attività;
- lo sviluppo tecnologico, che ha favorito il vertiginoso aumento nei consumi;

Il salto quantitativo è stato originato da due elementi di base: la costruzione e


l’elettricità. Entrambi hanno una relazione con le fonti di energia esterna. Nell’area
delle costruzioni, l’attività delle industrie del cemento ha provocato un aumento delle
importazioni di carbone e carbon coke. I dati sul consumo di energia elettrica per
abitante indica che la terziarizzazione ha determinato una crescita improvvisa nel
consumo di energia: Il caso delle isole Baleari dimostra che una crescita economica
terziarizzata può incontrare gravi difficoltà in termini di efficienza energetica, se non
cambia le sue modalità di consumo e non incoraggia lo sviluppo di una tecnologia
più efficiente, in grado di ridurre i costi ambientali, energetici, e di produzione.

Conclusioni

Da un punto di vista economico le isole Baleari hanno sempre beneficiato di


un’economia aperta. Per la loro posizione favorevole nel Mediterraneo, hanno
rappresentato una destinazione fondamentale per vari regnanti, che hanno potuto
connettere le loro strategie diplomatiche, militari e commerciali. Le isole Baleari
hanno garantito un’espansione commerciale risolutiva, promuovendo uno scambio di
prodotti dal Medioevo fino ai giorni nostri. Alla fine del millennio hanno raggiunto una
posizione di vertice incontestabile non solo rispetto alle altre regioni spagnole, ma
anche a quelle europee più avanzate.

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