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TRANSITI POETICI
Volume XVI
Antologia
a cura di Giuseppe Vetromile
Gli Autori
Viviane Ciampi
Alessandra Corbetta
Flaminia Cruciani
Renato Fiorito
Pasquale Montalto
Maria Grazia Palazzo
Daniela Pericone
Luisa Pianzola
Annalisa Rodeghiero
Patrizia Sardisco
Introduzione
In un suo noto aforisma, Einstein affermò di non sapere con quali armi si sarebbe
combattuta la terza guerra mondiale, ma di essere certo che la quarta si sarebbe fatta
con arco e lance. Ritornando ad una mia riflessione precedente, questo famoso detto
del grande uomo di scienza non fa altro che ribadire, per certi aspetti, il classico “corsi
e ricordi” del Vico, e cioè a dire che le grandi civiltà, da che mondo è mondo, hanno
subìto e subiranno sempre un andamento ciclico: nascita, sviluppo, decadenza. Le cose
del mondo e della natura, la storia, si ripetono, insomma, rispettando un “misterioso”
andamento ciclico, rappresentato da un inizio, una ascesa, un consolidamento, e a
seguire un decadimento verso la barbarie. E noi staremmo dunque precipitando verso
il fondo di questo ciclo? Può darsi! Assistendo al triste spettacolo di una umanità che,
complessivamente, nonostante esigue punte avanzatissime di splendore (in tutti i
sensi!) qua e là, va a ritroso, verso una disgregazione sociale e politica “globalizzata”
causata da disinteressi, egoismi, superficialismi, strapoteri, ideologie prevaricanti,
corruzioni e chi più ne ha ne metta, il pensiero pessimista che davvero il percorso di
questa umanità stia raggiungendo il fondo si fa quasi certezza in tutti noi. Terza guerra
mondiale, allora? Sarebbe questa la causa dello “sfiancamento” dell’attuale civiltà
globalizzata? E se questa è davvero la terza guerra mondiale, qual è il nemico e quali
sono le armi? La risposta parrebbe a questo punto ovvia: il contagio, i virus, la
pandemia sarebbero le armi, il nemico da combattere noi stessi, la stessa umanità; se
invertissimo i termini, e cioè il virus il nemico, le armi il veicolo di contagio provocato
da noi stessi, dalla nostra incuria, dal nostro continuo e vituperato mortificare il
pianeta, depredandolo, sgretolandolo, distruggendolo a poco a poco, il risultato
sarebbe indifferente: siamo noi le vittime e gli aggressori in questa “terza guerra
mondiale” che ci porterà, forse, se non proprio alla distruzione, ad uno stato di
abbandono e di barbarie morale e sociale.
E in tutto questo, nonostante questo, imperterriti noi a coltivare e a fare poesia?
Possiamo un’altra volta affermare, come lo affermò Quasimodo, che la poesia si tace
di fronte agli orrori e le catastrofi che l’umanità causa a sé stessa? In un certo qual
modo, questa laconicità triste e drammatica ammanta di grigio le nostre velleità
artistiche e letterarie, relegando in second’ordine il “sogno”, la “proiezione”, persino
l’intuito e la carica emotiva che sono alla base di gran parte dell’attività creativa, sia
espressa in versi, sia nelle altre modalità artistiche. È forse soltanto una mia
impressione, ma osservando dalla mia “chiusa” scrivania come stanno andando le cose
e il mondo, noto una certa deriva di sconforto nel creare e nel frequentare gli ambienti
della cultura. Il virus, ormai da tanti mesi, ci sta costringendo ad un isolamento sociale
Giuseppe Vetromile
VIVIANE CIAMPI
Viviane Ciampi, nata in Francia ma residente a Genova da lungo tempo, attua una
forma di poesia molto alta, che non si limita soltanto alla mera scrittura, bensì si
espande in dimensioni performative e sonore di eccezionale coinvolgimento emotivo.
La sua poesia in tal modo, oltre ai significati e ai contenuti già di per sé potenti, acquista
una valenza superiore complessiva, interessando e stimolando altre sfere sensoriali. Si
dovrebbero “ascoltare” dal vivo, questi brani che seguono e che ci parlano di un
mondo ironicamente casuale, dove le parole, le parole poetiche, hanno la forza di
“sbloccare le montagne”.
***
***
So che spesso
in compagnia dell’amore
colmiamo la gravità.
So che la nostra voce
sparirà nel suo doppio.
So che la tua bocca
è il rifugio preferito
dell’alfabeto silenzioso.
Allora parlami come alla nube smarrita
scrivimi una lettera immaginaria.
Lascia stare il sesso.
Spezza la catena
siamo noi il fuoco.
***
(da Du bleu autour / Azzurro intorno, bilingue, Ed. Plaine page, Barjols)
***
(da Poèmes assis, Poèmes debout / Poesie sedute, Poesie in piedi, bilingue, Ed. Al Manar Paris-
Neuilly)
***
Pioggia
o schegge
o tempeste di fango
gambe casuali esposte al sole
una briciola
il mattone
il definibile
perché la volta che non ricordi
e l’atto mancato
e il furbo e il furto
chi deturpa l’essere
chi lo consuma
segatura d’indizi non fu mai una prova
è questa materia che crea la trama
(da Anthologie Voix Vives de Méditerranée en Méditerranée, 2016, Ed. Bruno Doucey)
***
(inedito)
ALESSANDRA CORBETTA
Blu
(a Camilla)
La rincorsa all'unicità
sfinisce
Dicono che la nostalgia m'appartenga
come l'esile equilibrio del fenicottero,
sicuro su una gamba sola. Il blu
sa essere tremendo
ma perdonerà questa fase rosa
di mattoni e nubi.
L'unicità è lì sospesa
tra l'onda e la sua schiuma:
***
Terza ora
***
Firenze
***
Pietrasanta
***
Siena
Appena si è fatta
Siena di nuovo
vicina mancava la calca
ma aveva lo stesso profumo
la piazza, avevo la voglia
di prendere insieme un gelato.
Il tempo dei luoghi
è più lungo del nostro
– forse già allora sapevi
che io non sarei più tornato con te –
perché la mia mano l’ho data
a chi come me non crede
che un luogo ci tenga
per sempre.
FLAMINIA CRUCIANI
“La vita è questo andare in decomposizione un po’ ogni giorno”, recita Flaminia Cruciani,
poetessa di grande valore, che integra questo suo nobile impegno con l’attività di
archeologa. La sua poesia, a volte, sembra dunque trarre spunti di ispirazione dalle
fondamenta delle civiltà che lei studia e ricerca con professionalità e competenza ma
anche con il cuore dell’artista, che sa ben vedere oltre le apparenze. Dalle rovine della
vita può rinascere un nuovo fermento, una nuova linfa capace di rigenerare il mondo
e l’uomo. Ascoltare le voci degli antichi può essere motivo di redenzione e di rinascita.
Flaminia Cruciani osserva e traduce in poesia le immagini di un mondo stereotipato,
restituendole alla lucentezza e alla dignità della vita vera, come un archeologo ritrova
il tesoro sepolto dal tempo.
Luglio
***
Ortogonale a me stesso
come volessi infilare l’ago nella sua cruna.
Nel suolo inverosimile dei miei pensieri
la menzogna risplende in ogni verità
come un teschio a bagno in uno specchio
e non sai se andargli incontro o indietreggiare.
Immergo i piedi nello Stige
ascolto la parola dei morti.
Ognuno solleva la propria natura
in basso quanto vuole.
Ognuno vince la sconfitta che può.
***
***
Dormo con te
nel battito insonne di
petali che hanno sbagliato fiori
e ti sogno spegnere le candeline
del compleanno sulla mia testa
e dimentichi il nostro nome comune
gli uccelli truccati che cantavano
sugli altopiani della mia schiena
i tuoni come salmi nei capelli
mentre reciti a memoria
la mia corona di fuoco
l’anello di cenere preso al volo
con gli occhi allagati di folgore
che diventano ruderi.
***
È giugno
(per il decimo compleanno di Bianca)
È giugno
il cielo è un fossato di luce
i predatori stanchi dormono
nei campi di grano
i demoni sono innamorati.
Il brigante commosso dal gelsomino
porta in dono una tartaruga alla vecchia madre
il cadavere è ubriaco e dorme fino all’alba
la morte ha perso la falce
nei bacili d’oro delle ginestre.
È sempre giugno nei tuoi occhi verdemarrone
dove poso il senso del mio uragano
sai, anch’io mi perdo
infinitamente più di te
RENATO FIORITO
Ballarò
***
Rosarno
***
Le buone maniere
le vostre cazzate,
non vale la pena contraddirvi
se dite che i negri pisciano in strada,
rubano l’oro gli zingari
e gli arabi sono un pericolo
e bisogna cacciarli.
Poi lascio il piatto mezzo pieno
e me ne vado ringraziando
con un sorriso.
Ho bisogno di non incontrarvi per un po’.
***
.
Gocciola dal tetto del cielo
PASQUALE MONTALTO
Ti amerò
Ad Alice
Nell’ora cupa. Nell’ora
della bufera, che richiama
chiusure di nebbia.
Nell’ora del conflitto. Nell’ora
instabile, che mormora
lacrime di pioggia.
Nell’ora variabile del tempo
di marzo, ti amerò.
Ti amerò come stella del futuro.
Per i tuoi intuiti proiettivi, che collassano
Pasqua 1988
(Poesia finalista, con Menzione speciale, alla Prima Ed.ne del Premio “Il Poliziano”, Presidente
Dario Bellezza, Montepulciano, Siena).
***
Incontro d’amore
***
A viso scoperto
Contadina, nascosta
sotto un lembo di sari;
contadina, che attendi paziente
chi con due rupiees
ti liberi dalla tortura del sole;
contadina, sorrisi non vendere
più al mercato illegale;
contadina, oggi è giorno di festa
e l’India del Mahatma
ti vuole libera e bella.
(Da Glass bits - schegge di vetro -, Edizioni Giuseppe Laterza, Bari, 2003).
***
Festa a primavera
(Poesia edita nell’Agenda 2019 di Lieto Colle Il Segreto delle Fragole, Faloppio, Como).
***
Occhi
(inedita)
Nativa della Valle d’Itria, il rinomato territorio dei Trulli pugliesi, Maria Grazia Palazzo
è valente poetessa che riesce a conciliare l’attività professionale e familiare con una
intensa partecipazione nel sociale e ad eventi culturali di spessore, che la vedono
protagonista. Con all’attivo diverse pregevoli pubblicazioni con Case Editrici di
prestigio, come La Vita Felice, esprime una linea poetica prevalentemente ispirata al
mondo femminile, con un particolare e interessante riferimento alla classicità greca. La
sua raccolta omogenea Andromeda, alcuni brani della quale sono qui riportati, è una
pregevole e originale rievocazione di quel mondo, ma con versi e parole che rinnovano
il pathos e il senso drammatico delle vicende, connotandole, con un lirismo
eccezionale, di una mirabile e verosimile attualità.
È notte.
***
Femminili ancestrali
Corifeo
E sullo sfondo Cariatidi
a reggere destini scolpiti,
desideri che avanzano,
femminili ancestrali.
Bussando con lavoro assiduo
ogni prefigurata figura
cerca un punto forte dalla terra
finché l’altro universale salga.
Forse una rosa dalla corolla aperta
in bocca a un nuovo Philippe Petit
segna l’abisso e l’orizzonte
il punto esatto di ogni incontro
nella vendemmia subliminale,
in resistenza spirituale,
in danza altissima vorticosa
giocava, giocavo con il corpo
dell’attraversamento buio
oltre ogni consunto assetto,
nuda sul filo bianco cercavo
un equilibrio nuovo, azzurro.
Fuoco ad animare il corpo spento.
Fuoco per non fuggire il volo.
Fuoco a purificare la terra.
Fuoco, antidoto al veleno.
Con lo sguardo pietoso sulle cose
nel temporale, muta, slacciate
le scarpe senza piedi
la pelle scrollata da confini.
***
sublimata materia.
Dove vi siete rifugiate
sconosciute altre me, riflesse
nel passaggio segreto allo specchio,
in un battito prima di svanire?
Vi cerco in mare aperto, ormai
allo stremo delle forze, caparbiamente
per non dover morire, cercando
approdo o nuovo abbandono.
DANIELA PERICONE
Da Reggio Calabria la voce autorevole di una poetessa che non limita la sua
competenza e dedizione soltanto alla scrittura poetica, ma si prodiga nella diffusione
della cultura letteraria organizzando eventi e rassegne di pregio. Notevole la sua
produzione poetica, è un prezioso riferimento nell’ambito della critica letteraria. Il suo
dettato poetico è caratterizzato da forme riflessive sul piano della ricerca interiore e sul
senso dell’esistenza; traspare, nei suoi versi, una sorta di necessità impellente di
evasione verso mondi altri, più genuini ed umani. Sono versi che, con indovinate
allitterazioni, infondono sonorità armoniose.
***
Tuttavia
rimango qui, qui
ritorno ripiegata come un foglio
su cui non cresce il tuo nome
ma flagra nell’aria in attesa
che qualcuno lo afferri per le ali
e lo inchiodi al muro come
un piccolo insetto crocifisso
dalle tue paure
e nel cuore della lotta
da tasche e tagli rotolano
ancora altri chiodi e altri sbagli
finché rimango qui
in assurda difesa
dietro questi occhiali
che mi fissano dallo specchio
ma non mi vedono.
***
Ai fantasmi in assetto
di pace consegni
sguardi obliqui, tempie
immote ai venti
lasci che ognuno
avvolga la sua benda.
Non cedere a lusinghe
di paesaggi,
sciogliere nodi
è mestiere da penelopi
la tentazione è nelle forbici.
***
Sorvegliare il buio
è non temerlo, dentro gusci
che non tengono
l’occhio scuro non smette
di bruciare – non ha gloria
l’ora invasa dei perduti.
Reclina una parola se sperare
convoca deboli sorrisi,
ingenuità. Ripara solo dire
figlio, che trovi un bene
in sé nella pienezza
– contiamo bicchieri
lasciati a metà, sguardi
prosciugati. Se avessimo
cieli da solcare non esiterei,
chiedi alle ombre, sempre
qualcuno le invoca.
***
Dopo i giorni
felici sono qui
a giocare alla pizia,
un groviglio d’ossa
e disfatte issato sul tripode
a decifrare le ore, scovare
auspici nei chicchi
di caffè, ridurre gli intralci
al minimo grado di noia
e sorridere all’amicizia
dei poeti, a questo vincolo
bizzarro, nostra sorte
malinconica, benedetta.
LUISA PIANZOLA
1.
Il suo mondo veleggia al di là
del tornello. Prezzi digitati quando non passa
il codice a barre, unghie curate (perché è lì
che si gioca la partita). In tutto l’universo non c’è
una cassiera furiosa con chi le passa accanto.
Lei è potente in ogni istante
perché niente può ferirla.
Lei è la cassiera sorridente.
2.
Sciamano code di clienti. Uno di loro
potrebbe stuprarla o chiederla in sposa
lei dice buongiorno ha la tessera
si infastidisce solo un poco con le monetine
del randagio, ma le conta fino all’ultimo centesimo.
Si assesta sullo sgabello, noi tamburelliamo
sul bancomat se l’anziana insiste
3.
Cassiera è un’idea ancestrale, una santa
per consumatori smarriti, una dea vergata di fresco.
Il pubblico non ne indovina il profumo,
benché dozzinale, ma è attratto dal suo distacco
premuroso. La voce, poi, quando al microfono
modula un annuncio di servizio
è molto più di un canto. Apprende velocemente
il suo mestiere, si destreggia con sapienza
tra i prodotti, strappa con perizia lo scontrino
sfiorandoti l’indice nel consegnartelo.
Non parlare o parlare troppo alla cassiera
significa ottenebrare di merci il suo sorriso.
La merce scorre regolare timbrata amorevole
sotto il suo gesto materno.
***
*
Chi lo sa perché si sentono questi passi domenicali,
anche il lunedì. Nella nebbia e nel sole già caldo,
ovunque per le strade, infiniti tramestii su e giù
dalle automobili lustrate mentre prorompe e invade
un’acqua dolce che diventa rigagnoli di sale.
Cose da turisti, adesso, ma negli ultimi anni
dell’Ottocento erano spasmi e bastonate
per salvarsi la pelle. L’acqua dolce diventa aria,
qualche volta, a riempire le bocche sul punto di parlare.
E allora comincia il viaggio.
Nota
Il testo rimanda all’eccidio degli immigrati italiani avvenuto in Francia, nel 1893, nelle saline di
Aigues-Mortes.
ANNALISA RODEGHIERO
“Ma ci saranno ancora degli innamorati che in una notte d'inverno si faranno trasportare su una
slitta trainata da un generoso cavallo per la piana di Marcesina imbevuta di luce lunare? Se non ci
fossero, come sarebbe triste il mondo.”
Mario Rigoni Stern
***
Disordine verticale
Nota
Altopiano di Asiago, 29 ottobre 2018: migliaia di alberi testimoni della storia millenaria del luogo
vengono falciati da raffiche di vento e dalla furia della pioggia.
***
La casa ad albero
Solo io sapevo
della mia casa ad albero
dei frutti appesi come quadri
a saziare assenze,
della scorza a lacrime di resina
di quanta forza
quando bussava il picchio.
All’occorrenza
(tu sarai sempre un’occorrenza)
ho svelato il segreto
come solo i bambini sanno fare
(senza volerlo).
Così ora sgorgano, si mescolano, nutrono
linfa, legno, miele, fogli sparsi e versi
a cascata su gradini, vetri, biforcazioni, rami,
dentro respiri di ciliegia.
Perfino l’aria è presenza.
Regge il tronco la sete del mondo.
PATRIZIA SARDISCO
Una Voce poetica molto interessante, quella della siciliana Patrizia Sardisco, da
Monreale. Con all’attivo diverse pubblicazioni e premiata in numerosi e rinomati
concorsi letterari nazionali, la Sardisco eccelle sia nella produzione di opere poetiche
in lingua, sia in dialetto siciliano, contribuendo in tal modo a tenere alto l’interesse
valoriale e qualitativo per le lingue originali dialettali. La sua poesia, in particolare nei
brani che qui di seguito propone, fluisce rapida in quadri apparentemente distaccati,
con un versificare del tutto originale e personale. Una poetica che indaga sui
comportamenti lavorativi e sociali, mettendone a nudo abitudini e gesti stereotipati.
#1
#2
Ma uno ripete
già per la terza volta, l’altro
ha prodotto una documentazione
pare sia un bes (eppure c’è chi pensa
non ne vuole nel brodo)
uno ha la madre che entra
ed esce dall’ospedale, il padre
ha detto meglio se non gliene parlate
una è una centoquattro dichiarata
(eppure c’è chi pensa starebbe
meglio altrove)
ma la compagna accanto
che non guarda negli occhi
con gli altri ventiquattro
pensa
con quali lacci è meglio
catturare ippogrifi
per guadagnare alture
dove la luna ha un senso
che si fa acciuffare
(eppure c’è chi pensa che non pensa)
#6
Nota
Brani tratti dalla silloge breve Uno oggi dice prof, edita nell’Antologia iPoet 2018 (Lunario In Versi) –
11 poeti italiani, Lietocolle 2019.
Giuseppe Vetromile
Viviane Ciampi
Viviane Ciampi è nata in Francia (Lione). Figlia d’arte, vive a Genova dagli anni ’70.
Nella volontà di ripensare la lettura poetica intreccia spazi sonori tra poesie, poesie
performative e voce cantata, mormorata, stratificata. Collabora, dal 1998, come
animatrice e traduttrice da e per il francese al Festival Internazionale di Poesia Parole
Spalancate. Partecipa a festival nazionali e internazionali: Les Eauditives (Toulon), Poésie
Polyglotte (Hyères), Printemps des poètes (La Rochelle, Poitiers), Rencontres des Suds
(Frontignan), Faim (on line), Ostuni (on line), Festival Voix Vives nelle versioni
itineranti di Sidi Bou Saïd (Tunisia), Sète (Francia), Ramallah (Palestina), Toledo
(Spagna). Per il Canada, Festival de poésie di Montréal e Quebec City. È redattrice per la
rivista on line Fili d’aquilone e varie riviste cartacee. Dal 2015, dopo essere stata invitata
come poeta, ha raggiunto l’équipe degli animatori-traduttori del Festival Internazionale
Voix Vives in Francia, a Sète. Ha curato l’antologia Poeti del Quebec (Ed. fili d’aquilone
2011) e un florilegio delle poesie di Alda Merini (Ed. Le Castor Astral). Della decina
di libri pubblicati citeremo gli ultimi: Scritto nelle saline, Genesi editore, 1° Premio
Assoluto “I Murazzi”, 2013; D’aria e di terra, Ed. Fili d’Aquilone, Roma 2016; Du bleu
autour, Azzurro attorno (bilingue) Ed. Plaine Page, Barjols 2018; Poèmes assis, poèmes debout
/ Poesie sedute, poesie in piedi (bilingue) Ed. Al Manar, Paris-Neuilly, patrocinato dal
festival Voix Vives nel 2019.
Alessandra Corbetta
Ha pubblicato il romanzo Oltre Enrico, Cronistoria di un Amore sul finale (Silele Edizioni,
2016) e le raccolte poetiche Essere gli altri (Lietocolle, 2017) e Corpo della gioventù
(Puntoacapo Editrice, 2019), finalista al Premio Città di Como.
Scrive per il giornale online Gli Stati Generali e per il Progressoline. Per il blog Menti
Sommerse ha diretto la rubrica poetica “I Fiordalisi” e per il blog Tanti Pensieri ha curato
lo spazio poetico “Il pensiero di Alex”.
Ha collaborato come Web e Social Media Director con La Casa della Poesia di Como,
partecipando anche all’organizzazione di reading ed eventi poetici, tra cui il Festival
Europa in Versi.
Ha vinto e ricevuto segnalazioni di merito a diversi concorsi poetici, tra cui il premio
speciale della giuria a “Ossi di seppia”. Sue poesie sono presenti in diverse antologie e
tradotte anche su riviste straniere.
Flaminia Cruciani
Renato Fiorito
Renato Fiorito è presidente del Premio Internazionale di Poesia Don Luigi Di Liegro;
ha fondato e gestisce il blog letterario La Bella Poesia (www.labellapoesia.info) e
collabora alla redazione della Rivista quadrimestrale internazionale di cultura poetica e
letteraria Menabò.
È autore dei libri di poesia: Andante con pioggia (Terra d’ulivi edizioni, 2019), 2°
classificato alla XIII edizione del Premio “Albero Andronico”; Andromeda (Ladolfi
editore, 2017), vincitore del Premio “Terre di Liguria 2018”; La terra contesa
(Puntoacapo, 2016), premiato alla IV Edizione del Premio “Sulle orme di Leopold
Senghor”, e Legami (Lepisma Edizioni, 2015). Sue poesie hanno ricevuto numerosi
riconoscimenti, tra cui i seguenti primi premi: V Edizione del Premio Internazionale
di poesia “Di verso in verso”; IV Edizione del Premio Letterario Internazionale di
poesia “Priamar”; I Edizione del Premio di poesia “Pingaria”; XII Edizione Premio
letterario internazionale “Città di Martinsicuro”.
È autore dei romanzi: Tradimenti (0111 Edizioni, 2009), 3° alla IV Edizione del Premio
“Città di Recco” e alla XII Edizione del Premio "Val di Vara"; Ombre (Self publishing,
2011), 2° alla XII edizione del Premio "Mondolibro" e al Premio "Via Francigena"
2011; al romanzo è stato inoltre attribuito il Premio della Critica al Premio
internazionale “L’integrazione culturale attraverso la letteratura” organizzato dal
Centro Ecuatoriano di arte e cultura di Milano.
Pasquale Montalto
Pasquale Montalto è nato ad Acri (CS) nel 1954. Ha svolto i suoi studi presso il Liceo
Classico V. Julia di Acri e poi presso l’Università degli Studi La Sapienza di Roma,
dove ha conseguito le Lauree in Psicologia Clinica e Sociologia e i Perfezionamenti in
Fondamenti di didattica e Didattica sperimentale. Specializzato in Psicoterapia
Analitica Esistenziale e Sophianalisi, svolge la professione di Psicologo Psicoterapeuta,
prevalentemente tra Acri, Rende e Cosenza. Presso l’Ospedale Cristo Re di Roma si è
formato in Sessuologia e Ginecologia psicosomatica.
Tanti i Saggi e libri di Poesia pubblicati, è inoltre costantemente presente nel dibattito
culturale, sociale e letterario.
Tra le ultime opere c’è da segnalare: il saggio critico di Tito Cauchi Sogni e ideali di vita
nella poesia di Pasquale Montalto (Totem Ed.ce, Lavinio-Roma, 2020); l’inserimento per
la Calabria nel volume a cura di Bonifacio Vincenzi SUD i poeti. È imminente la
pubblicazione Il mio Pinocchio, con prefazione di Daniele Giancane (Macabor, Cosenza,
2020).
Maria Grazia Palazzo è nata nel 1968 in Valle d’Itria. Avvocato civilista, ha esercitato
la professione fino a pochi anni fa. Negli ultimi anni ha intrapreso lo studio della
teologia e delle questioni di genere. È mamma adottiva. È socia di Stati Generali delle
donne di Bari. Insegnante precaria, la sua più grande ambizione è riuscire a tenere
insieme il piano della quotidianità e quello dell’extra quotidiano. Ha pubblicato: nel
2012 Azimuth per LietoColle editore. Nel 2013 in collettanea: Chiedici la Parola per Stilo
editrice; nel 2015 Sulla carta del tempo per Terra d’Ulivi, e Libertà, Semi di Poesia in Azione,
Secop Ed., a cura di S. Kuhtz. Nel 2017 In punta di Piedi per Terra d’Ulivi edizioni.
Alcuni suoi inediti sono stati pubblicati sul sito web di Cartesensibili, a cura di F.
Ferraresso. Nel 2017 è stato pubblicato online il testo di prosa poetica Da Dove, da
Spagine, a cura di M. Marino. Nel 2018 ha pubblicato il suo terzo libro di poesia,
Andromeda, un poemetto sul femminile, destinato anche al teatro, per iQdB di S.
Donno. Nel 2020 è stato pubblicato il suo ultimo libro di poesia Toto corde per la casa
editrice La Vita Felice.
Daniela Pericone
Daniela Pericone è nata nel 1961 a Reggio Calabria. Laureata in Scienze Politiche,
lavora nel settore dei Beni Culturali. Cura eventi e reading con enti e circoli letterari.
Ha pubblicato i libri di poesia Passo di giaguaro (Ed. Il Gabbiano, 2000, con una nota di
Adele Cambria), Aria di ventura (Book Editore, 2005, prefazione di Giusi Verbaro), Il
caso e la ragione (Book Editore, 2010), L’inciampo (L’arcolaio, 2015, prefazione di
Gianluca D’Andrea e nota di Elio Grasso), Distratte le mani (Coup d’idée, 2017,
postfazione di Antonio Devicienti), La dimora insonne (Moretti&Vitali, 2020, nota di
Giancarlo Pontiggia e postfazione di Alessandro Quattrone). Sue poesie sono tradotte
in diverse lingue. È presente in numerosi volumi collettivi, riviste (tra cui
L’immaginazione, Poesia, Capoverso, Agon, Levania, Leuké), siti e lit-blog. È inclusa nella
rassegna “Viaggio Meridiano”, a cura di Gianfranco Lauretano, in “Almanacco dei
poeti e della poesia contemporanea”, 7 (Raffaelli Editore, 2019). Scrive testi di critica
letteraria e collabora a riviste e siti dedicati alla letteratura (“L’EstroVerso”,
“Laboratori Poesia”, “Poesia del Nostro Tempo”).
Luisa Pianzola
Luisa Pianzola, nata a Tortona nel 1969, è poeta e giornalista freelance. Dopo liceo
classico, studi di pittura e architettura, si è laureata in storia dell’arte contemporanea
(Lettere Moderne) all’Università di Genova e diplomata in visual design alla Scuola
Politecnica di Design di Milano. Ha pubblicato i libri di poesia Il punto di vista della
cassiera (lietoColle-Fondazione Pordenonelegge, 2020); Una specie di abisso portatile (La
Vita Felice, 2015); Il ragazzo donna (La Vita Felice, 2012); Salva la notte (La Vita Felice,
2010); La scena era questa (LietoColle, 2006); Corpo di G. (LietoColle, 2003); Sul Caramba
(Sapiens, 1992) e le plaquettes In un paese straniero a volte ospitale (Fiori di Torchio, 2013)
e Miniserie (Accademia di Brera, 2013). Suoi testi, tradotti in inglese e francese, sono
usciti su riviste internazionali, siti web e antologie. Redattrice della rivista letteraria “La
Mosca di Milano” e cofondatrice dell’agenzia di scrittura creativa Fattidistorie, ha
curato per LietoColle il progetto Serre di Poesia. Su di lei hanno scritto, tra gli altri,
Mario Santagostini, Maurizio Cucchi, Piero Marelli, Milo De Angelis, Piera Mattei,
Giampiero Neri, Stefano Raimondi, Gabriela Fantato, Stefano Guglielmin. Sito
internet www.luisapianzola.com.
Annalisa Rodeghiero
Patrizia Sardisco
Giuseppe Vetromile
Giuseppe Vetromile è nato a Napoli nel 1949. Attualmente svolge la sua attività
letteraria a Sant'Anastasia (Na), città in cui risiede dal 1980. Ha ricevuto riconoscimenti
sia per la poesia che per la narrativa in importanti concorsi letterari nazionali.
Numerosissimi sono stati i primi premi.
Ha pubblicato più di 20 di libri di poesie, gli ultimi dei quali sono Cantico del possibile
approdo (Scuderi, 2005), Inventari apocrifi (Bastogi, 2009), Ritratti in lavorazione (Edizioni
del Calatino, 2011), Percorsi alternativi (Marcus Edizioni, 2013), Congiunzioni e
rimarginature (Scuderi, 2015), Il lato basso del quadrato (La Vita Felice, 2017), Proprietà
dell'attesa (RPlibri, 2020), ed il libro di narrativa Il signor Attilio Cìndramo e altri perdenti
con (Kairos, 2010).
Ha curato diverse antologie, tra le quali, recentemente, Percezioni dell'invisibile, L'Arca
Felice Edizioni di Mario Fresa, Salerno, 2013; Ifigenia siamo noi (2015) e Mare nostro
quotidiano (2018) per la Scuderi Editrice di Avellino. È il fondatore e il responsabile del
Circolo Letterario Anastasiano. Fa parte di giurie in importanti concorsi letterari
nazionali. Organizza incontri ed eventi letterari, tra cui le rassegne letterarie Il London
Park Letterario a Sant'Anastasia, in collaborazione con Vanina Zaccaria, e Un caffè da
Mancini presso la Libreria Mancini di Napoli in collaborazione con lo scrittore Gennaro
M. Guaccio.
È l’ideatore e il coordinatore del Premio Nazionale di Poesia “Città di Sant’Anastasia".
È presente in rete con diversi blog letterari (Circolo Letterario Anastasiano, Transiti
Poetici, Taccuino Anastasiano, Selezione di Concorsi Letterari), ed inoltre collabora
attivamente con altre associazioni e operatori culturali del territorio nella realizzazione
di eventi letterari di rilievo, prodigandosi anche nella ricerca di nuovi “talenti” poetici.
Indice
Introduzione Pag. 4
Viviane Ciampi “ 6
Alessandra Corbetta “ 10
Flaminia Cruciani “ 14
Renato Fiorito “ 18
Pasquale Montalto “ 21
Maria Grazia Palazzo “ 25
Daniela Pericone “ 29
Luisa Pianzola “ 32
Annalisa Rodeghiero “ 36
Patrizia Sardisco “ 39
Giuseppe Vetromile “ 42
27 Ottobre 2020