Il clistere o enteroclisma è una pratica volta a liberare l'ultimo tratto dell'intestino da feci e/o gas,
con l'introduzione di una sonda nel retto e/o nel sigma. In campo medico la si effettua a scopo
diagnostico, in prossimità di un intervento chirurgico, a scopo terapeutico o semplicemente per
una momentanea difficoltà ad evacuare dovuta alla presenza di un fecaloma ostruttivo
traumatizzante, oppure in caso di stipsi o altri problemi inerenti alla defecazione. La pratica ha una
diffusione anche domestica.
L'infermiere deve verificare le condizione del retto per valutare la presenza di irritazioni o
sanguinamento e assicurarsi del funzionamento dello sfintere. Alcuni pazienti potrebbero avere
problemi nel trattenere il farmaco.
Il medico deve essere sempre informato quando il paziente non riesce a ritenere il farmaco al fine
di scegliere un'altra via di somministrazione.
La forma delle feci dovrebbe riflettere quella del colon/retto, avvicinandosi idealmente ad un
cilindro lungo quindici centimetri e spesso quattro. La consistenza delle feci, dall'altra parte,
dovrebbe essere morbida, quasi soffice.
Feci troppo dure e secche, acquose, viscide, nastriformi o filiformi, galleggianti, a palline o con
tracce di muco o sangue, sono un chiaro segnale che qualcosa non ha funzionato correttamente
durante i processi digestivi.
• Feci troppo dure indicano un insufficiente consumo di fibre e liquidi.
• Frammenti morbidi possono indicare un'eccessiva motilità intestinale, con incompleto
riassorbimento di liquidi.
• Feci acquose sono feci evacuate con eccessiva facilità. In molti casi sono spia di infezioni
intestinali o di malattie importanti del pancreas e dell'intestino.
• Il sanguinamento potrebbe indicare delle lacerazioni nella mucosa intestinale.
SOMMINISTRAZIONE CLISMA DI PICCOLO VOLUME
MATERIALE:
• farmaco.
• Lubrificatore a base acquosa.
• Guanti monouso non sterili.
• Tela cerata.
• Padella.
• Materiale per la pulizia perineale.
• Scheda della terapia.
PROCEDIMENTO
• Lavaggio sociale delle mani e utilizzo di guanti.
• Mettere il clistere nell'acqua calda (deve essere tiepido, non troppo caldo, non troppo
freddo)
• identificare il paziente. Assicurare la privacy e spiegare al paziente la procedura.
• Permettergli di porre domande.
• Proteggere il letto con cerata e traversa.
• Posizionare la persona sul fianco sinistro con la gamba destra piegata.
• Rimuovere il cappuccio protettivo dalla punta del catetere.
• Lubrificare l'estremità del beccuccio.
• Separare i glutei per visualizzare l'ano. Osservare la presenza degli emorroidi, piccole lesioni
e inserire delicatamente la punta nel retto in direzione dell'ombelico.
• Schiacciare il contenitore per svuotare il contenuto (circa 240 mL) nel retto con una
pressione costante e invitare il paziente a trattenere il liquido.
• Per ottenere un migliore risultato terapeutico è consigliabile che il paziente rimanga
sdraiato per almeno 30 minuti, ruotando il corpo sul fianco destro e sinistro al fine di
favorire il contatto della soluzione su una più estesa superficie della mucosa intestinale. In
ogni caso il clistere dovrà essere trattenuto per il maggior tempo possibile.
• Posizionare pannolone o padella se la persona presenta problemi di mobilizzazione,
secondo le sue preferenze, altrimenti accompagnarla in bagno.
• Dopo l'evacuazione garantire le cure igieniche alla persona.
• Documentare l'efficacia e qualsiasi effetto collaterale del trattamento sulla cartella
infermieristica.
• Smaltire il materiale utilizzato.
• Gettare i guanti e lavarsi le mani.
MATERIALE
• Lavarsi le mani.
• Esporre al paziente ciò che si andrà a fare.
• Valutare la comprensione della procedura da parte del paziente e garantire la privacy.
• Indossare i guanti.
• Allestire il materiale.
• Mettere la tela cerata sul letto, sotto il paziente. Aiutare il paziente a raggiungere la
posizione laterale sinistra con la gamba destra flessa il massimo possibile.
• Se specificata scaldare la soluzione, usando un termometro per controllare. Solitamente
negli adulti sono a 40,5- 43 gradi, mentre nei bambini 37.7 gradi.
• Si versa la soluzione nella sacca o nel contenitore.
• Apre il morsetto e si fa riempire la sonda dalla soluzione.
• Lubrifica cinque centimetri della sonda rettale.
• Tenendo il contenitore del clisma a livello del retto si chiede al paziente di fare un respiro
profondo e si inserisce la sonda lentamente e con regolarità per circa 7-10 cm.
• Alza il contenitore che contiene la soluzione e si apre il morsetto.
• La soluzione deve stare 30-45 centimetri sopra il retto di un adulto, e 7,5 in un bambino.
• Si somministra lentamente la soluzione.
• Quando la soluzione è stata completata o quando il paziente non riesce a trattenere altro
liquido, si chiude il morsetto e si rimuove la sonda rettale, e si smaltisce.
• Pulisce l'area dal lubrificatore e da qualsiasi residuo, con della carta igienica.
• Mantiene il paziente in posizione laterale sinistra per il tempo necessario e prescritto.
• Dopodiché lo si accompagna in bagno e gli si ricorda di non tirare la catena, altrimenti si
posiziona la padella e di assicura la privacy.
• Nel paziente con padella, garantire le cure geniche.
• Osservare le feci.
• Smaltire il materiale utilizzato.
• Togliersi i guanti e lavare la mani.
• Documentare la procedura.