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Sigla DT-06-DT
Revisione 00
Data 2013-06-25
0. INTRODUZIONE....................................................................................................................... 3
2. RIFERIMENTI ........................................................................................................................... 4
8.CERTIFICATO DI TARATURA................................................................................................ 32
APPENDICE 1 ............................................................................................................................ 34
APPENDICE 2 ............................................................................................................................ 40
APPENDICE 3 ............................................................................................................................ 43
La presente Guida è l’evoluzione del documento SIT/Tec-003/03. Un gruppo di lavoro, costituito da Funzionari tecnici
e Ispettori tecnici di ACCREDIA e da Rappresentanti dei Laboratori Accreditati di Taratura, coordinati dal Prof. Giorgio
Ficco, ha provveduto ad una completa revisione, tenendo conto dello Statuto e dei Regolamenti di ACCREDIA e della
documentazione normativa di settore.
2. RIFERIMENTI
[1] UNI CEI EN ISO/IEC 17025:2005 - Requisiti generali per la competenza dei laboratori di prova e di
taratura;
[2] EURAMET/cg-18 version 3.0 Guidelines on the calibration of Non-Automatic Weighimg Instruments,
03/2011;
[3] UNI CEI EN 45501 "Aspetti metrologici di strumenti per pesare non automatici", Gennaio 1998;
[4] Direttiva 2009/23/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 23 aprile 2009 relativa
agli strumenti per pesare a funzionamento non automatico";
[5] OIML R76 Non-automatic Weighing Instruments Part 1: Metrological Requirements and Tests, 2006;
[6] UNI EN ISO 10012:2004 - Sistemi di gestione della misurazione - Requisiti per i processi e le
apparecchiature di misurazione;
[7] SIT/Tec-004/03, Linea Guida per la taratura del valore convenzionale di massa di corpi fisici, 2004;
[8] OIML R111-1 Weights of Classes E1, E2, F1, F2, M1, M1-2, M2, M2-3, M3, 2004;
[9] OIML D28, Conventional value of the result of weighing in air (Revision of R 33), 2004;
[10] EA-4/02 “Expression of the Uncertainty of Measurement in Calibration” ex EAL-C2, Dec. 2000;
[11] A Picard, R S Davis, M Gläser, K Fujii: Revised formula for the density of moist air (CIPM-2007)
Metrologia 45 (2008), p. 149-155;
[12] M. Gläser: Change of the apparent mass of weights arising from temperature differences Metrologia 36
(1999), p. 183-197;
[13] VIM, International Vocabulary of Metrology - Basic and General Concepts and associated terms (VIM),
3rd edition, JCGM 200:2012;
[14] ISO 31 Quantities and Units (1993) Part 11: Mathematical Signs and Symbols for use in physical
sciences and technology.
All’inizio ed alla fine delle prove di cui ai successivi par. 5.1, 5.2 e 5.3 si dovrà rilevare la temperatura
ambiente; per la validità dei risultati della taratura la temperatura ambiente durante tutto l’arco delle
suddette prove non dovrà avere subito variazioni superiori a:
- ±2 °C, per le tarature effettuate con campioni di massa di classe E1 o E2;
- ±5 °C, per tarature effettuate con campioni di massa di altra classe di precisione;
- nessun requisito per le tarature delle bilance di grande portata in installazioni esterne.
Tra le operazioni preliminari è molto importante quella effettuata per rendere la bilancia sottoposta a
taratura in equilibrio termico in presenza dell’operatore. Per bilance con portata inferiore a 60 kg, ad
esempio, si deve prevedere la ripetizione di almeno una decina di pesate con un carico superiore al 50%
della portata della bilancia. Le indicazioni di queste misure, probabilmente affette da una evidente deriva,
non saranno registrate. La durata di questa operazione non deve essere inferiore a 10 minuti.
Per bilancia elettronica si intende uno strumento che dispone al suo interno di un trasduttore
(elettromeccanico) che trasforma la forza attuata dalla massa del carico sul ricettore in un segnale elettrico,
che dopo opportuno condizionamento, fornisce l’indicazione di uscita dello strumento.
Molti dei trasduttori utilizzati nelle bilance elettroniche possono presentare una significativa sensibilità al
momento magnetico residuo e alla permeabilità magnetica del carico. Una prova semplice, che dà
indicazioni di tipo qualitativo, si può fare utilizzando un carico di valore prossimo alla portata, costituito da
un oggetto di materiale ferromagnetico e da un distanziale di materiale paramagnetico (ad esempio legno,
alluminio o plastica), atto ad allontanare l'oggetto dal ricettore del carico di circa la metà della sua massima
dimensione. Tale carico verrà pesato due volte, la prima con il distanziale sovrapposto all'oggetto, la
seconda con il distanziale interposto tra piattello e massa ferrosa. Una eventuale differenza tra le letture
indicherà la sensibilità del trasduttore all'effetto sopra indicato (si veda § 5.4).
Nella presente guida si adotta la terminologia presente in [2], [3], [4] e [5].
Le indicazioni sono normalmente ottenute come multipli interi della divisione reale dello strumento, d. A
discrezione del Centro di Taratura e con l'accordo esplicito del Cliente, possono essere attuate azioni per
ottenere indicazioni con risoluzioni maggiori (e.g. quando l'obiettivo è la conformità alle specifiche o una
minore incertezza) ad esempio attraverso:
- commutazione dell'uscita dello strumento sulla risoluzione migliore dT<d, ove possibile (in questo caso
l'indicazione Ix è ottenuta come multiplo n di dT);
- applicazione di carichi di prova aggiuntivi più piccoli della divisione d (con multipli dT pari a d/5 o d/10)
e verificando più precisamente il carico in corrispondenza del quale l'indicazione cambia da I' a I'+d.
In quest'ultimo caso, l'indicazione I' viene registrata unitamente al valore di carico complessivo applicato per
il cambiamento di indicazione. L'indicazione IL è pari quindi a IL=I'+d/2- L= IL=I'+d/2-ndT. Quando si utilizza
questa tecnica è opportuno applicarla anche alle indicazioni a carico nullo.
Per strumenti di tipo analogico l'unità di formato coincide con la divisione della scala della graduazione, per
strumenti digitali essa è la minima variazione del segnale (formato) di uscita, quindi coincide con la
divisione reale (d). Non viene pertanto presa in considerazione la classe di accuratezza dello strumento, ma
è opportuno effettuare una classificazione degli strumenti in relazione al campo di pesatura e alla sua
suddivisione. In tal senso si distinguono le seguenti tipologie di strumenti:
- strumento ad un campo di pesatura - Si tratta di uno strumento dotato di un solo campo di pesatura tra
la portata minima (Min) e la portata massima (Max) ed avente una sola divisione di scala (d);
- strumento con divisioni plurime - Si tratta di uno strumento dotato di un solo campo di pesatura
compreso tra Min e Max e suddiviso in campi di pesatura parziali aventi ciascuno una divisione (di)
della scala differente e portate minime (Mini) e massime (Maxi) parziali. Il campo di pesatura viene
determinato automaticamente secondo il carico applicato, sia con carichi crescenti che decrescenti.
Ogni campo di pesatura dovrà essere tarato come se fosse uno strumento a se stante;
- strumento a campi plurimi - In questo caso, lo strumento ha più campi di pesatura con portata
massime (Maxi) differenti e divisioni (di) della scala diverse per lo stesso dispositivo ricettore del carico,
ogni campo di pesatura comincia da zero (Min) fino alla portata massima. Di questa categoria è molto
diffuso il tipo di strumenti in cui avviene la commutazione automatica della divisione qualora venga
superata la portata massima prevista nei campi inferiori, tale commutazione non avviene al decrescere
del carico fino al raggiungimento dell’indicazione di zero.
Per strumenti a divisioni plurime, cioè con più di un campo di pesatura parziale, la taratura deve essere
ripetuta per ogni campo di pesatura parziale. Per gli strumenti a campi plurimi, in cui non si può parlare di
campi parziali, nei paragrafi successivi si indicano le prescrizioni minime a cui attenersi.
Fatto salvo ove richiesto esplicitamente dal Cliente, la taratura di una bilancia si estende su tutto il campo di
misura dello strumento, dallo zero fino alla portata massima (Max). Il Cliente deve specificare eventuali
scostamenti rispetto al requisito precedente, ad esempio:
- indicando un campo ristretto a partire da un valore minimo (Min') e fino ad un valore massimo (Max') di
utilizzo;
- specificando carichi individuali nominali di interesse per i quali richiede la taratura.
In questo caso questa particolare richiesta deve essere riportata sul certificato di taratura e deve intendersi
che il campo di taratura ristretto comprende e non esclude l’eventuale taratura.
La taratura degli strumenti per pesare a funzionamento non automatico deve avvenire presso il luogo di
utilizzo; eventuali eccezioni devono essere giustificate tecnicamente ed annotate nel certificato.
Qualora lo strumento venga successivamente spostato dall’utente in altro luogo dopo la taratura dovranno
essere valutati gli effetti in termini di correzione ed incertezza relativi a:
- variazione dell’accelerazione di gravità locale;
- variazione delle condizioni ambientali;
- condizioni meccaniche e termiche durante il trasporto.
I suddetti effetti, se non adeguatamente considerati, possono alterare le prestazioni dello strumento ed
invalidarne i risultati della taratura. La movimentazione dello strumento successiva alla taratura deve
pertanto essere evitata, a meno che l’insensibilità ai suddetti effetti sia dimostrata, per esempio mediante
controllo successivo con campioni di massa di portata e classe adeguata. Ove ciò non sia stato dimostrato
1
il certificato di taratura non garantisce l’evidenza della riferibilità .
Tale aspetto deve essere adeguatamente evidenziato dal Centro nei documenti contrattuali (offerta,
conferma d’ordine) e nel certificato di taratura, in modo che il Cliente sia informato sulla necessità di
mantenere lo strumento nel luogo esatto di taratura.
Inoltre, si dovrà richiedere al Cliente di riprodurre durante la taratura le normali condizioni di uso della
bilancia, in modo che gli effetti delle grandezze di influenza (quali ad esempio correnti di aria, vibrazioni,
effetti magnetici, ...) siano il più possibile prossimi a quelli usuali in modo da essere inclusi nell'incertezza di
taratura.
1
Sebbene la guida EURAMET al par. 4.1.2 [2] non lo escluda in maniera chiara, la taratura in luogo diverso da quello di utilizzo,
incluso il Centro di Taratura, non è secondo norma applicabile.
Tuttavia, alcuni Centri accreditati esteri adottano tale pratica anche sul territorio nazionale italiano.
Si ritiene pertanto utile specificare che, qualora la taratura avvenga presso il Centro di Taratura e non presso il sito del Cliente, il
Centro dovrà uniformarsi almeno ai seguenti criteri:
- la taratura presso il Centro non è applicabile in nessun caso a strumenti per pesare a funzionamento non
automatico con numero di divisioni superiore a 50000;
- la taratura è applicabile unicamente allo strumento per pesare a funzionamento non automatico “nuovo di fabbrica”
e non per i controlli successivi, che devono essere effettuati presso il luogo di utilizzo;
- il Centro dovrà fornire al Cliente, in un documento separato dal certificato e non coperto dagli scopi
dell’accreditamento, tutti gli elementi puntuali (anche eventualmente nella formula di allegato elettronico validato e
protetto da scrittura, incluse formule e calcoli, ove possibile) per una corretta valutazione in termini di correzione ed
incertezza dei contributi di:
i) variazione dell’accelerazione di gravità locale;
ii) variazione delle condizioni ambientali rispetto alle condizioni di taratura;
iii) effetti delle condizioni meccaniche e termiche durante il trasporto;
- il Centro dovrà fornire al cliente istruzioni specifiche per il controllo successivo sull’effettivo luogo di utilizzo dello
strumento, senza il quale il certificato di taratura non potrà dare garanzia della riferibilità metrologica;
- il Centro dovrà documentare specifiche procedure di trasporto, inclusi i sistemi per la valutazione delle condizioni
meccaniche e termiche subite dallo strumento durante il trasporto e dovrà tenerne informato il Cliente.
I carichi di prova sono costituiti da campioni di massa tarati, in grado di dimostrare la riferibilità metrologica
al sistema SI e conformi alla OIML R111-1:2004 [8]. Altri carichi di prova possono essere utilizzati (anche
se questo è sconsigliato, quando l’uso di campioni tarati sia possibile) per misure comparative, per valutare
la risposta all’eccentricità del carico e la ripetibilità o per il semplice caricamento dello strumento (e.g.
precarico, tara, carico di sostituzione).
I Laboratori che richiedono l’accreditamento per la taratura di strumenti per pesare a funzionamento non
automatico devono essere dotati almeno dei seguenti campioni di massa:
- campioni di massa di riferimento (prima linea), che assicurano la riferibilità metrologica del Laboratorio
essendo stati tarati dall'Istituto Metrologico Nazionale italiano (INRIM di Torino) o estero, ovvero da un
Laboratorio di idonea valenza accreditato da ACCREDIA-DT o da un Organismo di Accreditamento
firmatario degli accordi di mutuo riconoscimento EA-MLA (nell’ambito dell’European cooperation for
Accreditation) o ILAC-MRA (nell’ambito dell’International Laboratory Accreditation Cooperation);
- campioni di massa di lavoro (seconda linea) viaggianti, anch'essi metrologicamente riferibili.
I suddetti campioni di massa dovranno essere sotto il controllo esclusivo del laboratorio e gestiti da
personale tecnico qualificato dello stesso. Essi dovranno essere inoltre in numero e classe di precisione
adeguati al campo di taratura accreditato ed alla incertezza dichiarata.
I campioni di prima linea del Centro non potranno in nessun caso essere utilizzati quali campioni di lavoro
per la taratura di bilance del Cliente.
Nella taratura, pertanto, si utilizzeranno campioni di massa conformi alla raccomandazione OIML R111-
1:2004 [8] corredati del relativo certificato di taratura in corso di validità, che dovrà attestarne il valore di
massa convenzionale e la relativa incertezza e garantire la riferibilità.
Dal punto di vista metrologico, la scelta della pesiera vincola l'incertezza che si otterrà dalla taratura (vedi
§7). E’ opportuno scegliere, per minimizzarne l’effetto sull’incertezza di taratura, una pesiera con incertezza
estesa di taratura inferiore a 0,29 d della bilancia sottoposta a taratura.
Per talune applicazioni non è essenziale conoscere il valore di massa convenzionale del carico di prova
(e.g. carico eccentrico, ripetibilità, carico di sostituzione). In questi casi possono essere utilizzati carichi
diversi dai campioni di massa, purché:
- forma, materiale e costruzione ne consentano un'agevole movimentazione;
- forma, materiale e costruzione consentano di individuarne facilmente il centro di gravità;
- la massa resti costante durante tutta la durata della prova in cui sono utilizzati;
- ne sia facilmente stimabile la densità.
Carichi di bassa densità (ad es. contenitori riempiti di sabbia o pietrame) richiedono particolare attenzione in
relazione agli effetti di galleggiamento.
Un carico di prova per il quale è essenziale conoscere il valore di massa convenzionale dovrebbe essere
costituito di soli campioni di massa riferibili. Tuttavia, quando ciò non è possibile (ad esempio per bilance di
grande portata) può essere utilizzato un carico di sostituzione che soddisfi le condizioni del precedente
In termini generali, l'indicazione dello strumento è proporzionale alla forza esercitata da un oggetto di
massa m sul ricettore di carico: I mg 1 a / -2
, dove g è l'accelerazione di gravità locale (m s ), a è
-3 -3
la densità dell'aria nell'ambiente di misura (kg m ) e è la densità dell'oggetto (kg m ). L'equazione
riportata comprende anche la correzione per gli effetti di galleggiamento.
Massa Convenzionale
Nelle prove in cui è previsto l'uso di campioni di massa tarati, si presuppone che di questi siano noti il
"valore convenzionale di massa" e la sua incertezza. Il valore convenzionale di massa mc di un corpo è
-3
definito come "la massa di un campione avente la densità uguale a 8000 kg·m alla temperatura di 20 °C, il
-3
quale equilibra, su una bilancia ideale, il corpo in aria avente densità 1,2 kg·m alla temperatura di 20 °C”
[9].
Per la definizione puntuale del valore di massa di un corpo fisico e del corrispondente valore di massa
convenzionale si veda il capitolo 9 della presente guida.
g 1 1 a as
I mC 1 a 0 (4.1)
gs s s
Se lo strumento, come è opportuno, non viene spostato dopo la taratura, ovviamente g=gs.
Effetti convettivi
I campioni di massa trasportati sul luogo di taratura non hanno normalmente la stessa temperatura dello
strumento e dell'ambiente. Due fenomeni possono essere osservati:
- una iniziale differenza di temperatura T0 si riduce fino ad un più piccolo valore T dopo un periodo di
acclimatazione t (il fenomeno è più rapido per i campioni di piccola taglia);
- quando il campione è posto sul ricettore di carico la differenza attuale T produce un effetto convettivo
che si traduce in una variazione di massa mconv, di segno normalmente opposto al T e più sensibile per i
campioni di taglia più grande.
Per la scelta del tempo di stabilizzazione si veda la Tabella 1.
5. MODALITÀ OPERATIVE
Normalmente ai fini della taratura di una bilancia devono essere effettuate le seguenti misure:
- effetto dei carichi eccentrici sull’indicazione;
- ripetibilità dell’indicazione;
- errore di indicazione.
Il Centro di Taratura nella definizione del numero di misure da effettuarsi per la propria procedura standard
dovrebbe considerare che, in generale, un maggiore numero di misure riduce l’incertezza ma aumenta i
costi di taratura.
In funzione delle normali condizioni di uso dello strumento, i dettagli delle misure di taratura dovrebbero
essere oggetto di riesame del contratto con il Cliente. Le parti dovrebbero anche accordarsi in relazione alle
prove ulteriori utili per la caratterizzazione dello strumento. Ogni accordo tra le parti deve comunque essere
congruente con il numero minimo di prove come di seguito specificato.
Scopo della misura è di verificare eventuali anomalie nel funzionamento della bilancia imputabili alla
sensibilità dello strumento al decentramento del carico sul ricettore di carico (piattello); queste anomalie
sono spesso piuttosto evidenti quando il decentramento del carico supera la metà della semidiagonale (o
del raggio) del piattello ed il carico si avvicina alla portata massima.
Il carico di prova dovrebbe essere pari a circa 1/3 della portata massima (Max) dello strumento oppure pari
almeno a Min’+(Max’-Min’)/3 per un campo di misura ridotto (su richiesta del Cliente come previsto in 5.2).
La massa utilizzata per la misurazione non è necessariamente tarata.
Prima della prova l’indicazione dello strumento viene riportata a zero.
Il carico di prova è posto prima nella posizione centrale e successivamente nelle altre posizioni senza un
ordine prestabilito.
Le indicazioni dello strumento sono registrate per ciascuna posizione del carico. Dopo ciascuna rimozione
del carico dovrebbe verificarsi che l’indicazione dello strumento sia pari a zero; se ciò non avviene lo
strumento può essere riportato a zero, o, in alternativa il valore dell’indicazione dello strumento a carico
nullo deve essere registrato.
Quando i carichi sono movimentati a mano, per assicurare la ripetibilità della misura è bene utilizzare un
supporto in materiale paramagnetico, opportunamente sagomato, inciso o disegnato per indicare la
posizione dei carichi. Un foglio di carta, con un disegno che indichi le posizioni, è utile a questo scopo.
Qualora la misurazione debba essere condotta con masse di valore maggiore o uguale a 5 kg, è
consigliabile l'uso di un dischetto di materiale paramagnetico di spessore e diametro adeguato, da
interporre tra la massa ed il piattello, in modo da controllare con precisione il punto di applicazione del
carico.
Per strumenti dove non esiste la possibilità di decentrare il carico la misura non viene eseguita motivando la
scelta mediante apposita nota sul certificato.
1
Per una caratterizzazione più completa delle prestazioni di ripetibilità dello strumento in taratura si consiglia di
considerare quanto segue:
- per gli strumenti ad un campo di pesatura, la misurazione sia eseguita ad almeno due livelli di carico, cioè a
pieno carico (Max) e a circa metà della portata (½ Max).
- per gli strumenti con divisioni plurime la misurazione si ripete, per i due livelli di carico previsti, per ogni campo di
pesatura parziale.
Con questa prova ci si prefigge di verificare, su tutto il campo di misura, le prestazioni dello strumento in
termini di corrispondenza tra l'indicazione e il carico applicato, misurando la correzione che deve essere
aggiunta all’indicazione e la sua incertezza estesa. In alternativa, previo accordo con il Cliente, possono
essere effettuati controlli sul campo di normale uso dello strumento o su livelli di carico specifici, in aggiunta
ai carichi equispaziati identificati.
Poiché i trasduttori usati comunemente non sempre sono lineari, si riscontrano spesso, significativi difetti di
linearità in vari punti della scala. Non è quindi sufficiente verificare il corretto funzionamento a pieno carico,
ma occorre rilevare una vera e propria curva di taratura, che potrà poi essere data sotto forma di tabella, di
grafico o di polinomio interpolatore.
Durante questa misurazione l’eventuale autoregolazione con massa interna non deve essere attivata se
non una volta, prima dell’inizio. Analogamente, per quegli strumenti con sistema di regolazione manuale
esterno, detta operazione deve, eventualmente, essere fatta solo prima dell'inizio della taratura, riportando
sul certificato di taratura il riferimento del campione utilizzato.
Prima della prova l’indicazione dello strumento viene riportata a zero.
I carichi di prova LTj sono applicati in una delle seguenti modalità:
- ad incrementi successivi, con scarico del piatto tra due successivi valori (corrisponde alla maggioranza
dei possibili modi di utilizzo di strumenti a singolo campo di pesatura);
- ad incrementi successivi del carico senza rimozione tra due successivi valori (i risultati includono così
possibili effetti di creep e sono ridotte le movimentazioni dei carichi);
- ad incrementi e decrementi successivi (con o senza rimozione del carico tra due successivi valori);
- a decrementi successivi a partire dal Max (simula il comportamento di una bilancia che lavora per
sottrazione).
Durante questa prova è molto importante che i campioni di massa siano posti esattamente al centro del
ricettore di carico. E’ bene usare, a questo scopo, sagome centratrici di materiale paramagnetico, come
fogli di carta con il disegno del centro del ricettore di carico. Eventuali carichi composti con più campioni
verranno posti sul ricettore di carico con gli elementi sovrapposti, se possibile.
Per l'esecuzione di questa misurazione occorre una serie di masse tarate, con incertezza adeguata
all’incertezza attesa di taratura della bilancia (vedi § 4.4). Se la portata massima dello strumento supera
1000 kg è lecito l’uso di carichi sostitutivi. In questo caso si devono seguire le prescrizioni contenute in [2] e
nel par. 4.4 della presente Guida ed il calcolo dell’incertezza dovrà tenerne conto.
1
La prova consiste in un numero minimo m di 5 letture, a carichi diversi il più possibile equispaziati su tutto il
campo di pesata ovvero sul normale campo di pesata così come definito in 4.2.
Laddove il Cliente richieda la taratura su un campo di misura significativamente ridotto dello strumento la
prova può essere effettuata su 3 soli punti di taratura che includano Min’, Max’ e tali che la differenza tra
due punti successivi non sia superiore a 0.15Max.
Ciascuna indicazione deve essere registrata dopo ogni deposito del carico. Dopo ciascuna rimozione del
carico dovrebbe verificarsi che l’indicazione dello strumento sia pari a zero; se ciò non avviene lo strumento
può essere riportato a zero, o, in alternativa il valore dell’indicazione dello strumento a carico nullo deve
essere registrata, così come previsto in 4.6.
1
Esempi di punti di verifica:
- m=5: zero/Min, 0.25 Max, 0.5Max, 0.75Max, Max. I carichi di prova possono differire al massimo per 0.1Max, in modo che la
differenza tra due carichi successivi sia pari almeno a 0.2Max;
- m=11: zero/Min, 0.1Max, 0.2Max, 0.3Max, 0.4Max, 0.5Max, 0.6Max, 0.7Max, 0.8Max, 0.9Max, Max. I carichi di prova possono
differire al massimo per 0.05Max, in modo che la differenza tra due carichi successivi sia pari almeno a 0.08Max.
Si suggerisce di effettuare la prova di eccentricità del carico prima delle altre prove di caratterizzazione, in
modo che essa possa rappresentare un mezzo per accertare l'opportunità di eseguire sullo strumento le
successive misure di carattere metrologico oppure la necessità di un intervento di manutenzione
straordinaria, qualora si evidenziassero valori di Iecc,max corrispondenti ad almeno 15 divisioni. Nel caso
quest’ultima eventualità si verifichi, è opportuno verificare l’intenzione del Cliente ed eventualmente
procedere ad un riesame del contratto.
Nella tabella 3 si riporta un possibile schema delle misurazioni da effettuarsi per la prova di ripetibilità,
unitamente alle elaborazioni richieste, come di seguito esplicitato.
carico
Min Indicazione
i Ic / g
Imin /g I/g
1 xxx
2 xxx xxx
3 xxx
4 xxx xxx
5 xxx
…
11 xxx
Lo scarto tipo sL di una bilancia è il parametro largamente utilizzato per descrivere la sua capacità di
1
ripetere la stessa indicazione in corrispondenza dello stesso carico e viene calcolato mediante la formula :
n
( I ci I cm ) 2
i 1
sL (6.3)
n 1
dove n è il numero di valori Ic osservati (nell’esempio di tab. 3, n = 5) e Icm è il valore medio delle indicazioni
Ici. Il numero di gradi di libertà è pari a L = n - 1.
1 Pur trascurando le correlazioni statistiche la espressione è accettabile poiché rappresenta una sovrastima di sL.
Ej Ij mref , j (6.4)
Qualora per un livello di carico siano acquisite più ripetizioni, Ij rappresenta la media delle ripetizioni; mref,j è
1
invece il valore di riferimento del carico ed è rappresentato dal valore convenzionale di massa di
riferimento o, in alternativa, dal valore nominale dello stesso (unicamente per bilance con numero di
divisioni minore o uguale a 10000). Laddove il carico applicato sia costituito da più campioni di massa, il
valore mref,j è pari alla somma algebrica dei corrispondenti valori di massa convenzionale (o di quella
nominale).
In aggiunta alla determinazione dei valori discreti dell’errore di indicazione, può essere fornita una curva di
taratura che permetta di determinare l’errore di indicazione per ogni indicazione I compresa nel campo di
misura. A tale scopo può essere generata una funzione Eappr=f(I) ad esempio con il metodo dei minimi
quadrati.
L’approssimazione in questione (polinomio interpolatore) dovrebbe inoltre:
- tenere conto delle incertezze degli errori di indicazione, u(Ej);
- utilizzare una funzione che rifletta le caratteristiche fisiche dello strumento;
- includere una modalità di verifica dei parametri individuati per la funzione siano matematicamente
congruenti con i dati sperimentali.
Il calcolo del polinomio interpolatore è il metodo matematicamente raccomandato per ovviare a difetti di
linearità della scala, tuttavia è certamente lecito procedere alla linearizzazione usando direttamente i valori
sperimentali di errore (gli errori ai valori di carico intermedi potranno essere interpolati tra due successivi
valori sperimentali).
E’ pertanto opportuno effettuare le prove di linearità su tutta la scala in uso della bilancia usando un passo
costante, eventuali valori particolarmente significativi potranno essere inseriti come punti di taratura
aggiuntivi. Nella tabella riassuntiva del certificato di taratura saranno riportati, unitamente ai valori nominali
di carico a cui la bilancia è stata provata, l’errore di indicazione e l’incertezza estesa di taratura (vedi § 8.3 e
§ 8.4).
L’appendice C della Guida EURAMET [2] fornisce indicazioni utili per la scelta di una idonea formula di
approssimazione e per i calcoli necessari.
Nella tabella 4 si riporta un possibile schema delle misurazioni da effettuarsi per la determinazione
dell’errore di indicazione, nel caso di prova su 5 valori del campo di pesata.
1
Come detto alla sezione 4.5, il valore di massa convenzionale di riferimento a causa degli effetti di galleggiamento, convezione,
derive ed altro non coincide con il valore convenzionale di taratura mC,cal, ma deve essere corretto con ulteriori termini:
mref=mC,cal+ mB+ mconv+ mder+.....
M Mc ITj ITj,c
n V. nom V. certif indicazione Ind.Corr.
/g /g /g /g
1 Min xxx xxx xxx
2 M1 xxx xxx xxx
3 Min xxx xxx
4 M2 xxx xxx xxx
5 Min xxx xxx
...
10 M5 xxx xxx xxx
11 Min xxx xxx
Nota: Nel caso di azzeramento del carico tra due letture successive le righe “Min” possono essere omesse.
Nel caso di cui alla tabella 4 le letture ITi,c, corrette per la deriva, sono calcolate come segue:
Nel caso di prova effettuata con determinazione dell’errore in salita e discesa, si potrà calcolare l’errore in
salita ed in discesa per ciascun livello di carico e l’errore di indicazione sarà quindi pari alla media degli
errori di indicazione in salita ed in discesa, come descritto nella successiva equazione (6.6):
Per ogni carico diverso dal minimo è altresì utile calcolare le differenze Z tra le letture di carico minimo
direttamente precedente e seguente, se effettuate, dalle quali si ottengono informazioni su isteresi e deriva
a breve termine del trasduttore.
La misurazione della linearità può essere modificata in funzione del tipo di informazione che si vuole
ottenere dalla bilancia nel suo normale esercizio. La prova precedente caratterizza bene uno strumento che
si intende usare con pesata per lettura diretta. Se la bilancia deve essere usata per dosaggi o per pesate in
cui i carichi si accumulino sul piattello, con o senza letture intermedie, si modifichi lo schema
precedentemente proposto, eliminando tutte le letture a carico minimo (Min) intermedie. Così la bilancia
viene provata con carichi continuativamente crescenti, prima, e decrescenti, poi. Si deve impiegare una
serie di campioni di opportuna combinazione che permetta la crescita monotona dei carichi.
L'elaborazione dovrà essere modificata utilizzando I in luogo di ITi,c, non più definita. L'isteresi è evidenziata
dalla differenza tra letture con carico crescente e decrescente.
E I mref
(7.1)
2 2 2
u ( E ) u ( I ) u (mref ) (7.2)
d0 2 dI 2 ^2
u2 I u 2 ( I rip ) w ( I ecc )· I 2 u 2 ( T ) (7.4)
12 12
Nella formula (7.4) si può verificare che l’incertezza u(I) è uguale ad un valore costante solo quando il
contributo di ripetibilità è un valore costante e non deve essere considerato alcun errore di decentramento. I
termini dell’equazione (7.3) sono di seguito esplicitati:
3
IdigL è la correzione dovuta all’unità di formato dello strumento dI e tiene conto dell’errore di
arrotondamento digitale sull’indicazione al carico. I limiti sono ±dI/2 oppure ±dT/2 (secondo quanto
applicabile); si assume una distribuzione rettangolare di probabilità e pertanto vale:
dI
u ( I digL ) (7.5)
2 3
1
u( mcorr)= m•u(corr) dove u(corr) è un termine adimensionale, si avrà allora: ŵ(mcorr)=u(corr)
2
Qualora si utilizzino carichi di sostituzione, mrif è sostituito da LTn in entrambe le espressioni.
3
Per uno strumento a divisioni plurime, dI varia con I
dT
u ( I digL ) (7.6)
2 3
Irip è la correzione dovuta all’errore di ripetibilità dello strumento; si assume una distribuzione normale
di probabilità e la stima pertanto vale:
dove sL(Ij) è il valore calcolato in (6.3). Se un’indicazione Ij è la media di n letture, il valore corrispondente
dell’incertezza tipo è:
sL I j
u ( I rip ) (7.8)
n
Nel caso in cui la prova di ripetibilità sia stata effettuata ad un solo livello di carico, il corrispondente valore
di scarto tipo calcolato può essere ritenuto rappresentativo per tutte le indicazioni dello strumento nel
campo di pesatura considerato.
Laddove, invece, la prova di ripetibilità sia stata effettuata a diversi livelli di carico, i diversi valori s(Ij)
verranno utilizzati nei corrispondenti intervalli o, in alternativa, a vantaggio di sicurezza, può essere
utilizzato il valore più grande tra i valori stimati ai diversi livelli di carico a cui la prova di ripetibilità è stata
condotta.
Laddove, infine, possa essere stabilita una funzione che leghi i valori di sLj ai rispettivi carichi di prova LTj,
1
questa funzione può essere utilizzata per combinare i valori sj in uno scarto tipo combinato scomb.
Iecc tiene conto dell’errore dovuto alla posizione decentrata del centro di gravità di un carico di prova,
e, normalmente, questa correzione è assunta avere valore nullo.
Questo effetto può manifestarsi quando un carico di prova è costituito da più di un peso. Laddove
questo effetto non possa essere trascurato, una stima della sua grandezza può essere basata sulle
seguenti assunzioni:
i) le differenze determinate in (6.1) sono proporzionali alla distanza del carico dal centro del recettore
di carico ed al valore del carico;
ii) il decentramento del centro di gravità effettivo del carico di prova non è più grande di metà dello
scostamento massimo rilevato durante la prova di decentramento del carico.
Per alcuni strumenti l’effetto del decentramento del carico può essere maggiore ad angoli diversi rispetto a
quelli in cui sono stati applicati i carichi, pertanto, basandosi sulla più grande tra le differenze determinate in
6.1, l’effetto può essere stimato come segue:
I ecc ,i max
I ecc I· (7.9)
2 L
Si assume una distribuzione rettangolare di probabilità, pertanto l’incertezza tipo, in valore assoluto e
relativo, è data da:
I ecc ,i max
u ( I ecc ) I· (7.10)
2 L 3
1
Esempio: per sj=costante vale s2j = s20 + s2r (LTj/Max)2 dove le componenti s20 e s2r sono determinate mediante un grafico o un
calcolo
Il valore della massa campione di riferimento e la corrispondente incertezza sono dati dalle seguenti
2
relazioni :
mrif mN + mc + mB + mD mconv m... (7.14)
2 2 2 2 2
u mrif u ( mc ) u ( mB ) u ( mD ) u ( mconv ) (7.15)
Le stime delle singole correzioni e delle rispettive incertezze tipo sono riportate di seguito:
U
u( mc ) (7.16)
k
Quando per il campione di massa è disponibile la dichiarazione di conformità alla classe OIML R111-1 [8],
ossia quando lo stesso sia stato tarato e confrontato con lo specifico emp (errore massimo permesso)
riportato al par.5 e in tabella 1 della OIML R111-1, e quando ne viene utilizzato il valore nominale mN , allora
mc può essere considerato nullo e la corrispondente incertezza, assunta una distribuzione rettangolare di
probabilità; è data da:
mpe
u ( mc ) (7.17)
3
Quando un carico campione è costituito da più campioni di massa, le corrispondenti incertezze tipo sono
sommate tra loro algebricamente e non quadraticamente, per tener conto del non eliminabile effetto di
correlazione. Per quanto riguarda, invece, i carichi costituiti in parte da carichi di sostituzione, si veda il
punto 7.1.2.1.
1
Per uno strumento avente un’approvazione di modello in conformità al documento OIML R76 (o EN 45501), l’errore di
arrotondamento digitale sull’indicazione a carico nullo dopo un azzeramento dell’indicazione mediante un dispositivo di azzeramento
o di tara è limitato a ± d0/4 e perciò vale u( Idig0)=d0/(4√3)
2
Nell’equazione (7.14) il termine m… rappresenta le ulteriori correzioni che possono essere necessarie in condizioni particolari;
questo termine non è considerato qui di seguito e lasciato alla valutazione del laboratorio.
Caso A, quando lo strumento è stato regolato immediatamente prima della taratura e vale as a ,cal di
Caso B, quando lo strumento non è stato regolato immediatamente prima della taratura e:
Caso B1, per le tarature sul posto può assumersi che as sia simile a a ,cal , con la possibile differenza
1 1
mB mN ( a – 0 )· as
(7.20)
C C
2
1 1 u2 ( ) u2 ( )
wˆ 2 mB u ( 2
a )· ( a – 0 ) 2
4 2
as
(7.21)
C C
mN ( a – 0 )
mB (7.22)
u2 ( ) u2 ( )
wˆ 2 mB 2
a
( a – 0)
2
4 (7.23)
Quando non sono noti i loro valori effettivi, i valori delle densità e delle incertezze tipo possono essere
1
stimate in base a dati bibliografici .
Qualora le masse campione utilizzate per la taratura siano state dichiarate conformi alla OIML R111-1
(almeno limitatamente al loro valore convenzionale), e non vi siano informazioni su e a , si può fare
1
L’appendice E1 della guida Euramet [2] contiene valori di densità internazionalmente riconosciuti per i materiali più comuni utilizzati
nella costruzione di campioni di massa.
La densità dell’aria a ed il valore della sua incertezza tipo possono essere calcolati dai dati di temperatura e pressione barometrica,
se rilevati (il valore di umidità relativa ha influenza minore), oppure possono essere stimati conoscendo l’altezza sopra il livello del
mare.
Per quanto riguarda la differenza as (caso B1), essa può essere supposta nulla, ed avente un appropriato valore di incertezza
u( as) per la determinazione del quale andrebbe stimato un limite as che tenga conto della variabilità, su un più lungo periodo di
tempo, della pressione barometrica e della temperatura nel luogo di taratura dello strumento per pesare.
Un approccio semplice può essere quello di usare le medesime stime per a e as ed il medesimo valore di incertezza per entrambe.
Nel caso di tarature effettuate nel caso B, in generale è consigliabile non effettuare la correzione mB ma calcolare il valore di
incertezza basato su e su a = 0 ± a
Caso A:
mpe
wˆ mB (7.24)
4 mN 3
0 mpe
0,1
4 mN
wˆ mB C
(7.25)
3
D= kD U(mc) (7.26)
dove kD può essere scelto tra 1 e 3. Si ritiene comunque più opportuno non apportare alcuna correzione,
ma di tenere conto di questo effetto unicamente in termini di incertezza, assumendo per essa una
2
distribuzione rettangolare di probabilità. Il valore dell’incertezza tipo risulterà pertanto :
D
u ( mD ) (7.27)
3
mconv è la correzione per gli effetti di convezione, secondo quanto definito in [2]. Un valore
limite mconv può essere ottenuto in funzione di una differenza di temperatura T tra la temperatura
dell’ambiente in cui si eseguono le prove e quella delle masse utilizzate (si veda l’appendice F di [2]).
Qualora siano stati rispettati i tempi di acclimatamento delle masse di cui alla tabella 1 tale termine può
essere trascurato, insieme al relativo contributo di incertezza (nel caso in cui i tempi di acclimatamento delle
masse indicati in tabella 1 non siano stati rispettati mconv può essere stimato mediante la tabella F.2.1 di
[2]).
Si ritiene comunque più opportuno non apportare alcuna correzione, ma di tenere conto di questo effetto
unicamente in termini di incertezza, assumendo per essa una distribuzione rettangolare di probabilità. Il
valore dell’incertezza tipo risulterà pertanto:
mconv
u ( mconv ) (7.28)
3
1
Poiché la densità dei materiali utilizzati per la costruzione delle masse campione è solitamente più vicina a c di quanto consenta il
documento OIML R111, le ultime due formule sopra riportate possono essere considerate come limiti superiori per ŵ(mB). Quando
una semplice comparazione di questi valori con la risoluzione dello strumento (1/nM=d/Max) mostra che essi sono sufficientemente
piccoli, può essere superfluo effettuare un calcolo più approfondito di questa componente di incertezza basato su dati effettivi.
2
Se una serie di masse è stata tarata con un valore di incertezza estesa standardizzato Ŵ (mc), può essere conveniente introdurre un
valore limite relativo per la deriva Drel=D/mN e un valore di incertezza relativa per la deriva pari a ŵ(mD) = Drel/√3 = kDŴ
(mN)/√3. Nel
caso di masse dichiarate conformi alla OIML R 111, la stima può essere D≤emp , oppure Drel≤cclass.
Quando un carico è costituito in parte da carichi di sostituzione (zavorra) il valore dell’incertezza tipo della
somma LTn=nmc1+ I1+ I2+…+ In-1 è dato dalla relazione seguente:
1
con u(mc1)=u(mrif) da 7.15, e u(Ij) che si ottiene da 7.4 per I=I(LTj). Se vale u(Ij)=costante, allora
l’espressione 7.29 si semplifica in:
In funzione del tipo di carico di sostituzione può essere necessario aggiungere ulteriori contributi
all’incertezza:
per il decentramento del carico per alcune o tutte le indicazioni effettive I(LTj);
per la spinta aerostatica dei carichi di sostituzione, quando essi siano costituiti da materiali a bassa
densità (ad esempio sabbia, ghiaia) e la densità dell’aria vari significativamente nel periodo di tempo in
cui i carichi di sostituzione sono utilizzati.
KT mN T
u( m t ) (7.31)
3
1
i valori delle incertezze u(Ij) devono essere incluse anche per quelle indicazioni dove il carico di sostituzione sia stato regolato a tal
punto che I diventi nullo.
KT mmax T
u( m t ) (7.32)
3
Nelle equazioni (7.31) e (7.32) t è la massima differenza di temperatura riscontrata durante la prova di
linearità ( T=Tmax-Tmin) e KT è il coefficiente di sensibilità termica fornito dal costruttore. Nel caso in cui il
valore di Kt non fosse noto, si può utilizzare il coefficiente fornito dalla seguente tabella 5.
d02 dI 2
u2 E s 2 I + u 2 ( I ecc ) u 2 ( mc ) u 2 ( mB ) u 2 ( mD ) u 2 ( mconv ) u 2 ( m T )
12 12
d02 dI 2
u2 E s 2 I +wˆ 2 ( I ecc ) I 2 wˆ 2 ( mc ) wˆ 2 ( mB ) wˆ 2 ( mD ) mrif2 u 2 ( mconv ) u 2 ( m T )
12 12
Tutte le quantità in ingresso sono considerate non correlate e pertanto non si tiene conto delle covarianze.
Se gli ultimi termini in (7.33) sono trascurabili rispetto ai primi 3 termini, è presumibile che i valori
dell’incertezza di tutti gli errori determinati per il campo di pesatura siano molto simili.
Stante la generale esperienza che gli errori sono solitamente molto piccoli rispetto all’indicazione, o
possono addirittura essere nulli, i valori di mrif e di I possono essere sostituiti da IN in (7.33). In questo caso
si può utilizzare una formula semplificata che meglio rifletta il fatto che alcuni dei termini sono per natura
assoluti, mentre altri sono proporzionali all’indicazione, ad esempio:
u2 E 2 2
I2 (7.35)
Al fine di utilizzare una formula approssimata E=f(I) per l’intero campo di pesatura, la stima dell’incertezza
tipo dell’errore deve essere modificata in modo che risulti coerente con il metodo di approssimazione
utilizzato. In relazione alla funzione scelta, tale valore di incertezza può essere:
2
una singola varianza u appr da aggiungere a quelle descritte in (7.33);
un insieme di varianze e covarianze che include le varianze in (7.33).
La procedura di calcolo dovrebbe inoltre includere un controllo finale per verificare che la funzione scelta
sia matematicamente congruente con i dati sperimentali Ej, Ij, u(Ej). A tal fine può essere utilizzato un test
2
statistico (minimi quadrati, test del ).
Nella relazione (7.35) il fattore di copertura k dovrebbe essere scelto in modo che l’incertezza estesa sia
data ad un livello di probabilità di circa il 95%. Il valore k=2, che corrisponde ad una probabilità del 95,45%,
1
può essere utilizzato quando sono soddisfatte entrambe le seguenti condizioni :
all’errore dell’indicazione può essere attribuita una distribuzione normale di probabilità (gaussiana);
il valore dell’incertezza tipo u(E) è stimato sulla base di un numero effettivo di gradi di libertà
sufficientemente elevato.
Il numero effettivo di gradi di libertà è dato dalla relazione:
4
u E
4 (7.37)
um,rif sL 4
m L
dove m rappresenta il grado di libertà dei campioni di massa (uguale per tutti i carichi), um,rif l’incertezza
combinata delle masse campione utilizzate per ogni livello di carico e L il grado di libertà dello scarto tipo
della bilancia.
1
Le appendici B2 e B3 della Guida Euramet [2] contengono informazioni addizionali sulle condizioni sopra riportate e indicazioni su
come determinare il fattore k quando una o entrambe le condizioni non siano soddisfatte.
Gradi di libertà k
1 13,97
2 4,53
3 3,31
4 2,87
5 2,65
6 2,52
7 2,43
8 2,37
9 2,28
10 2,25
12 2,23
15 2,18
20 2,13
E’ opportuno determinare un unico valore di k, corrispondente alle condizioni più sfavorevoli individuate in
base all’esperienza, da applicare alle incertezze tipo di tutti gli errori del medesimo campo di pesatura.
Effettuata la taratura di uno strumento, potrebbe essere importante fornire all’utilizzatore indicazioni precise
su come utilizzare i dati forniti dalla tarature per un corretto uso dello strumento. Tuttavia, il calcolo delle
correzioni e dello strumento in uso è responsabilità dell’utilizzatore e non di chi effettua la taratura. Le
suddette indicazioni non fanno quindi parte dei risultati che devono essere forniti nel certificato di taratura e
possono essere descritti dal Centro in un documento separato, non coperto dagli scopi dell’accreditamento.
L’utilizzatore di uno strumento dovrebbe essere al corrente del fatto che, durante il normale utilizzo di uno
strumento tarato, la situazione è differente rispetto a quella riscontrata in sede di taratura in alcuni se non
tutti dei seguenti aspetti:
1. le indicazioni ottenute durante la pesatura di un oggetto sono differenti da quelle rilevate durante la
taratura;
2. il processo di pesatura può essere diverso da quello seguito durante la taratura:
- solitamente è effettuata una sola lettura per ogni oggetto pesato; non vengono effettuate più
letture per calcolarne la media;
- la lettura è effettuata con lo strumento che visualizza il valore di divisione d, e non con una
risoluzione maggiore;
- si effettua il caricamento in salita ed in discesa e non solo in salita o viceversa;
- il carico è tenuto sul recettore di carico per un tempo più lungo, non si effettua lo scaricamento
del recettore dopo ogni lettura o viceversa;
- il carico è applicato in posizione decentrata;
- sono utilizzati dispositivi di tara, ecc.
3. le condizioni ambientali possono essere differenti da quelle rilevate durante la taratura;
4. per strumenti che non sono sottoposti con frequenza a regolazioni della scala, ad esempio mediante
un dispositivo di regolazione interno, la regolazione dello strumento può essersi modificata a seguito di
invecchiamento o usura (contrariamente ai punti da 1 a 3, questo effetto è solitamente funzione del
tempo trascorso dalla taratura).
Nella guida EURAMET [2] ai capitoli 7.4 e 7.5 sono descritte compiutamente ad uso dell’utente le modalità
per la corretta determinazione di una pesata e della corrispondente incertezza estesa.
W = R±(emp-U(E)) (8.1)
ed è fornita in aggiunta ai risultati delle misurazioni, oppure come una dichiarazione a sé stante in
riferimento ai risultati di misure conservate dal Centro.
Inoltre, il certificato di taratura dovrebbe riportare la descrizione delle eventuali operazioni preliminari di
regolazione ed aggiustaggio effettuate.
La massa di un corpo e la sua incertezza tipo relativa, ottenuta trascurando i termini di ordine superiore al
secondo, sono invece dati dalle formule:
1 1
m W 1 a (9.1)
C
2
u 2 (W ) 1 1 u2 ( )
wˆ 2 m 2
u2 ( a)
2
a 4 (9.2)
W C
Il valore di massa convenzionale di un corpo [9] e la sua incertezza tipo relativa, ottenuta trascurando i
termini di ordine superiore al secondo, sono dati dalle formule:
1 1
mC W 1 a 0 (9.3)
C
2
u 2 (W ) 1 1 2 u2 ( )
wˆ mC
2
u2 ( a) a 0 (9.4)
W2 C
4
3 3
dove (kg/m ) è la densità del corpo, a è la densità dell’aria, 0=1,2 kg/m la densità dell’aria nelle
3
condizioni di riferimento e C =8000 kg/m la densità di riferimento per i campioni di massa.
Indicazione
Posizione ecc /g
Ij /g
1 70,0001 -
2 70,0001 0,0000
3 69,9999 -0,0002
4 70,0000 -0,0001
5 70,0000 -0,0001
Indicazione
n.
I/g
1 200,0001
2 200,0001
3 200,0000
4 200,0001
5 200,0001
sL= 0,000045 g
1 0,0000
2 200,0001 200,00005
3 0,0001
4 200,0001 200,00005
5 0,0000
6 200,0000 200,00000
7 0,0000
8 200,0001 200,00010
9 0,0000
10 200,0001 200,00010
11 0,0000
sL= 0,000042 g
Note:
I valori sono tutti approssimati ad una cifra in più rispetto al numero di cifre di indicazione dello strumento
(1) : per il calcolo si è utilizzato il valore del carico nominale in luogo dell'indicazione dello strumento
(2) : si è fatta l'ipotesi D ≤ emt, come da nota (2) pag. 27 della guida
(3) : nel caso di carichi composti da più masse, l'emt complessivo è stato calcolato come la somma degli emt delle singole
masse
M Errore Incertezza
V.nom. / g medio /g Estesa /g
1 40 0,00014 0,00022
2 80 0,00007 0,00032
3 120 0,00025 0,00032
4 160 0,00032 0,00040
5 200 0,00029 0,00038
0,00080
Errore / g
0,00060
0,00040
0,00020
0,00000
40 80 120 160 200
-0,00020
-0,00040
Carico / g
Generalità
La verificazione periodica degli strumenti per pesare a funzionamento non automatico utilizzati in
determinate funzioni di misura costituisce un’attività metrologica di tipo legale che deve pertanto
conformarsi alla normativa vigente in materia e, in particolare, al decreto legislativo n. 517/1992 di
attuazione della direttiva 90/384/CE (e della successiva 2009/23/CE) ed alle loro modificazioni e
integrazioni, al Decreto Ministeriale n. 182/2000, per i principi di carattere generale, ed alla direttiva del
Ministro del 4 aprile 2003 (pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 246 del 22/10/2003) per la parte inerente le
modalità operative che sono state redatte sulla base di quanto previsto dalla norma armonizzata UNI CEI
EN 45501.
Controllo visivo
Le prove metrologiche sono sempre precedute da un controllo visivo necessario per accertare l’integrità
delle marcature e/o etichette adesive attestanti l’esecuzione della verificazione prima nazionale o CE, la
presenza sullo strumento delle iscrizioni regolamentari, dei sigilli o di altri elementi di protezione, compresi
quelli di tipo elettronico. Nel caso di sigilli elettronici con contatore di eventi la direttiva del Ministro
raccomanda di accertare “la corrispondenza tra l’indicazione di detto contatore ed il numero riscontrato,
secondo i casi in occasione dell’ultima verificazione periodica, della verificazione prima o CE”.
1
emp, errore massimo permesso indicato secondo la normativa nazionale; la valutazione degli errori è effettuata
conformemente alla particolare tecnica descritta in dettaglio dalla norma al succitato punto.
Prova di accuratezza del dispositivo di tara (Punto A.4.6 della norma EN 45501)
E’ effettuata qualora il dispositivo non sia di tipo elettronico; dopo aver azionato il dispositivo di tara si opera
come descritto al punto precedente.
Prova di mobilità (punti 3.8 e A.4.8 della norma EN 45501) o prova di sensibilità per gli strumenti ad
equilibrio non automatico (punti 6.1 e A.4.9 della norma EN 45501)
E’ prevista l’effettuazione di tali prove approssimativamente ai carichi Min, 1/2Max e Max.
La prova di mobilità su strumenti ad equilibrio non automatico ed indicazione analogica è effettuata
collocando delicatamente un peso supplementare pari a 0,4 emp quando lo strumento è in equilibrio; il
meccanismo di equilibrio deve assumere una nuova posizione.
Negli strumenti ad equilibrio semiautomatico ed automatico ad indicazione analogica un carico pari a emp
deve provocare uno spostamento corrispondente ad almeno 0,7 volte il valore del sovraccarico (A.4.8 della
EN 45501).
La stessa prova su strumenti ad indicazione digitale è effettuata aggiungendo n volte un piccolo carico, ad
esempio 1/10 d; rimuovendo quindi progressivamente i piccoli carichi finché l’indicazione I diventi I-d;
collocare nuovamente 1/10d ed ancora 1,4d. Deve risultare visualizzato I+d incrementato di una divisione
reale (es: se I=200, poi 190, quindi 210).
Verifica intermedia di un campione viaggiante: Analisi dei dati di tarature successive ed esame dei
risultati
Partendo dal presupposto che per verifica intermedia di un campione viaggiante si intende la capacità di
dimostrare che i dati riportati sul suo certificato di taratura (Valore convenzionale e incertezza estesa) siano
ancora in corso di validità ovvero che rappresentino ancora la riferibilità del campione di massa, una anche
pur semplice procedura operativa di tale verifica non può prescindere dall’essere condotta secondo una
metodologia che arrivi ad esprimere una incertezza estesa dello stesso ordine di grandezza di quella di
taratura stessa.
Un approccio semplificato, che si allontani da tali concetti, con una stima più grossolana dell’incertezza
estesa di controllo falserebbe il controllo stesso aumentando il rischio di non poter evidenziare eventuali
derive del valore convenzionale rispetto alla sua incertezza associata.
Da ciò si desume che, fermo restando il concetto di verifica intermedia, il miglior approccio alla gestione di
tale problematica è quello di confrontare i dati di tarature successive dello stesso campione di massa (che
comunque andrebbero eseguite) e in seconda battuta considerare come parte discriminante di eventuali
difformità anche l’incertezza associata all’unità di formato della bilancia che con quel campione, o con quei
campioni, è stata o dovrà essere tarata.
Per ogni campione di massa l’analisi dei dati di taratura avviene tramite l’errore normalizzato o indice di
compatibilità En calcolato seguendo la procedura di ACCREDIA PG-14-DTed UNI CEI EN ISO/IEC 17043:
Il campione di massa risulta conforme all’utilizzo previsto quando l’indice di compatibilità En è compreso tra i
limiti -1 e 1.
Nel caso in cui la massa non fosse conforme all’utilizzo previsto si procede alla determinazione di un
secondo errore normalizzato mediante il quale si verifica la compatibilità dei dati, rispetto all’incertezza (in
termini di scarto tipo) della migliore unità di formato (uf) della bilancia che può essere tarata con quella
massa campione al netto dell’incertezza di taratura del massa stessa, ovvero se si indica con
u (u f ) u f / 2 3 lo scarto tipo associato all’unità di formato della bilancia sottoposta a taratura, l’indice
di compatibilità diventa:
xrif 1 xrif
En (u f ) (A3-2)
2
2 yrif 1 yrif 2
Anche in questo caso, la massa risulta conforme all’utilizzo previsto quando l’indice di compatibilità En(uf) è
compreso tra -1 e 1.
Indipendentemente dall’esito di questa verifica, l’intervallo di taratura dovrà essere diminuito in funzione
delle periodicità del verificarsi di tale evento (in linea di massima, l’intervallo andrebbe dimezzato).
Qualora la verifica dia esito positivo, si ha la ragionevole sicurezza che le variazioni del valore
convenzionale di massa che il campione ha subito non hanno sortito alcun effetto sul risultato delle tarature
di bilance dove si è utilizzata tale massa.
Se l’esito della verifica è negativo è necessario procedere alla taratura dei campioni di massa ed
eventualmente rieffettuare/riemettere i certificati emessi dopo l’ultima verifica con esito positivo e per i quali i
suddetti campioni siano stati utilizzati, utilizzando il nuovo valore scaturito dalla nuova taratura.