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INTRODUZIONE
Nel seguente capitolo saranno descritti alcuni esempi di modellazione di sistemi che possono fare parte degli
impianti navali. Dopo un’analisi del sistema si propongono diverse soluzioni, di tipo lineare e non lineare, di tipo
analitico o numerico.
Efflusso libero
Come primo esempio di simulazione si propone il sistema idraulico mostrato in fig.5.1, si supponga di studiare il
comportamento di un serbatoio con efflusso libero, senza essere limitati da ipotesi semplificative di linearizzazione
richiesta dai sistemi LTI.
Per studiare il comportamento dinamico di questo
sistema si parte dal principio di conservazione della
massa, per cui:
QE − QU = A⋅dh/ dt (1)
dove A è la sezione del serbatoio, supposta costante.
Dal principio di Torricelli si ha che la velocità
media di efflusso dovuta ad un carico h è:
V = k 2 gh
da questa relazione deriva la portata delle bocche a
battente: Fig.5.1
QU = µ ⋅ AB 2 gh (2)
dove AB è la sezione della bocca e µ è il coefficiente
di efflusso che dipende dalla forma e dalla sezione
della bocca, dalle caratteristiche del fluido e da h:
per bocche circolari e per l’acqua questo
coefficiente si scosta di poco da 0.6 anche per ampie
variazioni di h.
Per la simulazione si veda il caso numerico
seguente:
h(0)=2 [m], livello iniziale acqua
AB =5.07e-4 [m2], corrispondente ad un
tubo da 1”
A= 2 [m2], sezione serbatoio
µ= 0.6
L’espressione (2), ponendo:
k B = µ ⋅ AB 2 g =1.347e-3, diventa:
QU = k B ⋅ h (2’)
L’equazione (1) diventa:
dh 1
=
dt A
(
QE − k B h (3) ) Fig.5.2
E’ un’equazione differenziale non lineare che si risolve facilmente con Simulink, il cui modello è mostrato in
fig.5.2a. Come si vede il sistema ha una retroazione naturale propria.
La portata iniziale in uscita sarà: QU(0)= 1.905 e-3 [m3/s], supponendo di avere una portata QE costante, se questa è
superiore a QU(0) il sistema non è stabile, il livello cresce sempre più. In fig.5.2b si vedono le curve del livello e
della portata in uscita nel caso di
QE= 1 e-3. Facendo girare il programma per il caso QE= 0, ossia per la risposta libera, si verifica che il serbatoio si
svuota in un tempo di circa 4000 secondi.
Fig.5.5 Fig.5.6
dove hR è il livello di riferimento, in sostanza esso è il nuovo ingresso del sistema e la costante KP tiene conto di
tutte le altre (quelle della valvola e delle leve). L’insieme valvola-galleggiante ha delle inerzie che si possono
assimilare ai ritardi di un sistema del primo ordine, la cui funzione di trasferimento complessiva sarà:
QE ( s ) K g KV a KP
Gg ( s ) = = = (8)
H ( s ) Tg ⋅ s + 1 0.2 ⋅ s + 1
Fig.5.8
richiesta dell’utenza, da zero ad un valore massimo imposto. Essa si può quindi assimilare ad un disturbo esterno cui
il regolatore deve opporsi.
Per questo sistema si ritorna all’espressione (1), da cui, applicando Laplace si ottiene:
QE − QU
H ( s) = (9)
s⋅ A
La portata sulla valvola è espressa dalla (8) e dalla legge del galleggiante (7), per cui si ha:
QE = (HR−H)⋅Gg (10)
Per simulare una variazione di portata si è usato un blocco di libreria Simulink chiamato “Step”, che crea un segnale
a gradino di ampiezza assegnata partendo da un certo tempo tS. Nel caso in esame si è impostata un’ampiezza QU=3
litri/s=3e−3 m3/s e tS =5s. In fig.5.8a è mostrato lo schema a blocchi del sistema che è diventato lineare. La fig.5.8b
mostra la serie temporale del livello e della portata in uscita. Come si vede, esiste un piccolo errore statico (0.3 mm),
la cui presenza non si sarebbe dedotta per via dell’integratore, questo però non opera sull’errore ma sulla ∆Q,
sull’errore opera invece il blocco Gg(s) di tipo zero, caratterizzato da un errore statico non nullo.
Fig.5.9
mostra un tipico esempio e la fig.5.9b mostra le serie temporali, dove si nota
che l’errore tende a zero.
Si è aggiunto un polo nell’origine ed uno zero: z =− KI , i valori numerici del
regolatore sono KI=50 e KP=100, le oscillazioni sono estremamente piccole
ed il transitorio si esaurisce in meno di due secondi.
La fig.5.10 mostra una realizzazione pratica di un controllo di livello di un
serbatoio con un attuatore idraulico (o pneumatico) che ha un’azione di tipo
integrativa mentre il sistema di leve che aziona il distributore è di tipo
proporzionale, il tutto è quindi un regolatore meccanico-idraulico PI. Fig.5.10
© Simulazione degli impianti navali – G. Carrera – Cap.5– rev.27/04/08 3
SIMULAZIONE DI UN PENDOLO SEMPLICE E DEL ROLLIO DI UNA NAVE
IL PENDOLO
Le oscillazioni di un pendolo, se di modesta ampiezza, sono un fenomeno periodico molto regolare, gli orologi
meccanici funzionano su questo principio.
Galileo Galilei, intuì la caratteristica essenziale dei moti pendolari nel 1583, probabilmente su osservazioni
dell'oscillazione di un lampadario nel duomo di Pisa. Egli poté verificare che la durata di quelle lente oscillazioni
rimaneva immutata nonostante la loro ampiezza diminuisse sempre di più.
I suoi numerosi esperimenti lo condussero a formulare il principio dell'isocronismo delle piccole oscillazioni del
pendolo: per spostamenti di qualche grado di escursione, l'oscillazione è indipendente dall'ampiezza. Galileo estese
poi, erroneamente, questo principio, anche ad oscillazioni di qualsiasi ampiezza .
Secondo le esperienze di Focault, il pendolo tende a conservare immutato il proprio piano di oscillazione, rispetto a
un sistema di riferimento inerziale (stelle fisse). Poiché la Terra ruota, un osservatore ad essa solidale vede ruotare il
piano di oscillazione del pendolo rispetto al suolo terrestre, di una quantità (velocità angolare) che dipende dalla
latitudine del luogo in cui si compie l'esperimento.
Le costanti di integrazione sono θ’=0 e θ=3°, la fig.5.16 mostra la risposta (al rollio) libera della nave in acqua
tranquilla, partendo da uno sbandamento iniziale teta0= 3° e velocità angolare nulla. Dalla figura si contano circa 9
Fig.5.16
Fig.5.17
periodi nei primi 40 secondi, per cui risulta un periodo di rollio di 4.44 secondi, che è abbastanza vicino a quello
calcolato con il modello linearizzato (T0=4.52). Per angoli iniziali molto maggiori, ad esempio con teta0=60°
(ammesso che la nave non affondi), dalla fig.5.17 si possono contare 13 cicli in circa 60 s, per cui il periodo diventa
paria a 4.62 s. Utilizzando questo modello ed incrementando teta0 si arriva alla instabilità intorno ai 68°,
naturalmente non si considerano qui le altre cause che provocherebbero molto prima un affondamento della nave
(imbarchi d’acqua, etc). Se la nave è soggetta a momenti forzanti, indotti per esempio da un’accostata o da
spostamenti di carico, l’instabilità si raggiunge molto prima. Questo modello risulta quindi assai utile per lo studio
della stabilità.
Bibliografia
1. Maurizio Loreti , “Note sul pendolo”, Dipartimento di Fisica - Università degli Studi di Padova, 1999-2000.
2. David Halliday, Robert Resnick, “Fisica generale”, vol.I, Casa Editrice Ambrosiana Milano, 1967
3. A. Cavallo, R. Setola, F. Vasca, “Guida operativa a MATLAB SIMULINK E CONTROL TOOLBOX”, Liguori
Editore, 1994.
4. Antonio Fiorentino, “Fondamenti di Automazione Analogica e Numerica”,Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli
1981.
Fig.5.19 Fig.5.20
Fig.5.21 Fig.5.22
conseguenti frequenti accensioni e spegnimenti del bruciatore ed aumento dell'usura delle parti meccaniche
interessate (elettrovalvole, etc).
Quando la calderina è accesa (l'uscita del termostato è =1) ci sarà un flusso termico:
QC= portata aria calda [kg/sec] × entalpia aria a 40° [joule/kg]= 0.1 × 3.114 ×105 = 31140 [joule/sec]
I valori numerici sono quelli relativi ad un’abitazione di ampie dimensioni, essi sono quelli calcolati dal programma
thermdat.m allegato.
Il modello matematico della casa si ricava dal bilancio energetico:
dTi Q − QE
QC − QE = Ct , applicando Laplace: QC − QE = Ct ⋅ s ⋅ Ti ⇒ Ti = C
dt Ct ⋅ s
Ti − To
dove QE = è il flusso termico ceduto all'esterno, Req è la resistenza termica equivalente delle pareti e delle
Req
finestre, Ct è la capacità termica. Come si vede questo è un tipico sistema di ordine uno.
Nella fig.5.20 si vede lo schema a blocchi del modello termodinamico della casa che soddisfa le equazioni
precedenti.
Questo sistema è MISO perché ha due ingressi: QC e To ed una uscita Ti.
La capacità termica è il prodotto:
Il programma calcola il volume della casa e la resistenza termica equivalente delle pareti e delle finestre, la massa
totale dell’aria e le varie costanti termiche. Nel modello di simulazione è anche conteggiato il consumo ed il costo
complessivo, noto il costo a kWh di energia termica. È interessante e molto educativo vedere come sale
sensibilmente il consumo al crescere della temperatura di riferimento anche di uno o due gradi.
Modello lineare
Per passare al modello lineare basta
eliminare il termostato e sostituirlo con un
regolatore proporzionale, come si vede in
fig.5.23. Essendo il sistema di tipo zero,
esisterà un errore statico, con un guadagno
Kp=10 esso è di circa 0.01 °C, come si vede
in fig.5.24, molto inferiore alla precisione
del sensore di temperatura che in questo
caso occorre utilizzare (il termostato faceva
Fig.5.23 le funzioni di sensore e dispositivo di
soglia). Nel caso lineare si richiede anche
un attuatore proporzionale che dosi il calore
generato dalla calderina in modo continuo e
lineare. Questa funzione è realizzata, per
impianti medio- piccoli, per mezzo di
elettro-valvole che variano la portata del
combustibile al bruciatore. Per impianti di
maggiori dimensioni l’attuatore è idraulico
Fig.5.24
o pneumatico.
Normalmente per questo tipo di impianti è sufficiente usare il sistema a termostato, che ha elementi più semplici e
robusti.
− x ⋅ C f 2 P2 per x ≥ 0
Q2 = (7')
− x ⋅ C f 2 Ps − P2 per x < 0
Modello Simulink
L'equazione (1) è facilmente modellabile,
essendo già nella forma canonica, il
risultato è quello mostrato in fig.5.26.
Questo modello può essere inserito in un
blocco che ha come ingresso le pressioni
P1 e P2 e come uscite la posizione y del
pistone attuatore e la sua velocità y'.
Fig.5.27 Fig.5.28
Ora non mancano che le portate, esse si ricavano dalle equazioni semplificate (6') e (7'), per valutarle in funzione del
segno dello spostamento si usano i blocchi switch, la fig.5.29 mostra il modello relativo alla portata Q1 e la fig.5.30
Ps
P1 Q1
beta
x A1 P1dot
Gain1 1
valv_q1 Gain A1
ydot s P1
A1
Valvola di Integrator area A1
Product
comando Gain2 V01
pressioni A2
y 1 1 y
Portate vol 1 1/M
Ps area A2 s s
A2 Product1 Integrator 1 k
PID Spostamenti
Sine Wave PID
Ps 1797
errore
di riferimento è una sinusoide di 0.33 Hz di frequenza e di 15 mm di ampiezza con una costante aggiuntiva (bias) di
20 mm. I sottosistemi "valv_q1" e "valv_q2" sono rispettivamente quelli mostrati in fig.5.29 e fig.5.30. Gli altri
blocchi sono stati collegati in modo aperto, in modo da dare una più immediata visione del funzionamento del
sistema.
La difficoltà maggiore per simulare questi sistemi sta nel trovare i giusti coefficienti della valvola distributrice, che
sono difficili da reperire nella bibliografia o dai costruttori. Si potrebbero confrontare i dati simulati con quelli
sperimentali, ma anche qui non è facile misurare i piccoli spostamenti del cassetto distributore e le pressioni nelle
immediate vicinanze degli orifizi. Si propongono quindi dei valori molto approssimativi, necessari per provare la
simulazione, il programma di lancio è il seguente:
% ********************************************************
% programma idr_att.m di lancio del modello Simulink att_idraul.mdl
% G. Carrera re. 15 genn 2003
% ********************************************************
% pompa:
Ps= 1800; % pressione tipica impianto idraulico in [psi]
Ps= Ps*6895; % in [Pa]
Qp=0.00183 ; % portata (costante) della pompa in [m^3/s]
Cp= 1.4771e-10; % perdita di carico della pompa
% Regolatore
Kp= 10; % costante proporzionale
% lancia la simulazione:
att_idraul
Le dimensioni del cilindro e la pressione di alimentazione sono quelle dell’impianto MTS del Laboratorio Strutture
del DINAV.
Bibliografia
1. Umut Genç, 1 Keith Glover, Richard Ford - "Nonlinear Control Of Hydraulic Camshaft Actuators In Variable
Cam Timing Engines" - Department of Engineering, University of Cambridge, UK
2. Salvador Esqué, Jose LM Lastra - "Modeling and simulation of a servopneumatic gripper" - 10 Dec 99.