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LABORATORIO INTEGRATO
MECCANICA STRUTTURALE
IL PREDIMENSIONAMENTO
DELLE STRUTTURE
IN ACCIAIO
IN LEGNO
IN MURATURA
IN CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
1. PREMESSA
Di seguito si riportano le principali notazioni per consentire agli studenti il predimensionamento,
per le sollecitazioni elementari, degli elementi strutturali in acciaio, in legno, in muratura e in
cemento armato normale. Per una pi completa trattazione si rimanda alla bibliografia specifica.
La verifica delle strutture, secondo le norme italiane ed europee, eseguita utilizzando il modello
agli Stati Limite definito dalla normativa D.M. 14.01.2008 che verifica la sicurezza e le prestazioni
di unopera in relazione agli stati limite che si possono verificare durante la vita nominale della
costruzione. Lo stato limite definito come la condizione superata la quale lopera non soddisfa pi
le esigenze per la quale stata progettata.
Le strutture, nei riguardi della stabilit, devono possedere i seguenti requisiti:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): capacit di evitare crolli, perdite di
equilibrio, dissesti gravi, totali o parziali che possano compromettere lincolumit delle
persone, ovvero mettere fuori servizio lopera;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): capacit di garantire le prestazioni
previste per le condizioni normali di esercizio;
- sicurezza nei confronti di azioni eccezionali: capacit di evitare danni spropositati nel caso
di incendio, esplosioni, urti.
Nel modello agli Stati Limite la sicurezza della struttura viene suddivisa nei i vari aspetti che
governano il procedimento di verifica. La sicurezza della costruzione definita da coefficienti di
sicurezza parziali che interpretano le varie condizioni di carico, le diverse tensioni dei materiali, i
modelli di calcolo e di verifica utilizzati.
Per una completa verifica del predimensionamento delle strutture inflesse necessario affiancare
alla verifica a resistenza del materiale anche la verifica della compatibilit delle deformazioni
massime in esercizio, facendo ancora riferimento al comportamento elastico-lineare dei materiali.
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2. LA STRUTTURA
La struttura lorganismo costruttivo che ha il compito di sostenere i carichi e di trasferirli a terra
attraverso i vari meccanismi di resistenza del materiale di cui composta.
Una struttura per poter essere valutata e risolta viene rappresentata dallo schema statico che
definisce la geometria generale, la geometria delle sezioni, le caratteristiche del materiale, le
condizioni di vincolo di alcuni nodi e le condizioni di carico che la struttura stessa deve sopportare.
Risolvere una struttura significa trovare per lo schema statico che la rappresenta il sistema di forze
reattive (le reazioni vincolari), landamento delle sollecitazioni in ciascuna sezione (diagrammi di
Momento, Taglio e Sforzo Normale) e le deformazioni in punti significativi (spostamenti
orizzontale e verticali, rotazioni).
La struttura nello svolgere il suo compito di sostegno dei carichi non deve deformasi
eccessivamente e deve mantenere un certo grado di sicurezza nei riguardi del crollo.
Per rispondere alle funzioni di cui sopra la struttura deve soddisfare tre condizioni base:
EQUILIBRIO
RESISTENZA
DEFORMABILITA
LEQUILIBRIO definisce la forma della struttura, il modo in cui vincolata a terra e i carichi che
essa deve sostenere, in pratica lEQUILIBRIO definito e definisce ci che comunemente viene
chiamato SCHEMA STATICO.
La RESISTENZA rappresenta la capacit della struttura, configurata secondo lequilibrio, cio
secondo lo schema statico definito, di sostenere i carichi con i diversi comportamenti virtuosi dei
materiali scelti per realizzarla. La RESISTENZA definita dai modi di resistere dei materiali alle
sollecitazioni indotte nello schema statico dai carichi da sostenere.
La DEFORMABILITA la capacit di sostenere i carichi senza eccessive deformazioni che
potrebbero rendere la struttura non utilizzabile per gli scopi e gli usi per cui stata realizzata.
2.1 L EQUILIBRIO
LEQUILIBRIO definisce la forma della struttura, il modo in cui vincolata a terra e i carichi che
deve sostenere, in pratica lEQUILIBRIO definito e definisce ci che viene dettto SCHEMA
STATICO.
La soluzione della struttura in primo luogo la soluzione dello Schema Statico, cio la
determinazione del sistema di forze passive, rappresentato dalle reazioni vincolari, che equilibria il
sistema di forze attive, rappresentato dai carichi e dalle azioni esterne agenti sulla struttura.
Se la struttura ISOSTATICA il sistema di forze passivo viene definito dalle sole condizioni di
equilibrio con il sistema di forze attivo, se invece, la struttura IPERSTATICA la determinazione
del sistema di forze passivo avviene anche con le condizioni di congruenza della struttura, cio con
compatibilit delle deformazioni con lo schema statico.
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2.2 LA RESISTENZA
La verifica della resistenza delle strutture, come detto in premessa, eseguita utilizzando il modello
agli Stati Limite che verifica la sicurezza e le prestazioni di unopera in relazione agli stati limite
ultimi e di esercizio che si possono verificare durante la vita nominale dellopera. Lo stato limite
la condizione superata la quale lopera non soddisfa pi i requisiti per cui stata progettata.
Secondo il modello alle tensioni ammissibili le verifiche sono condotte in campo elastico. In
particolare le azioni sulla struttura sono rappresentate dai carichi in esercizio, il calcolo delle
sollecitazioni viene eseguito in campo elastico, le tensioni e le deformazioni sono definite dalla
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teoria elastica. Per una completa verifica del predimensionamento delle strutture inflesse
necessario affiancare alla verifica a RESISTENZA del materiale anche la verifica della
compatibilit delle deformazioni massime in esercizio (DEFORMABILITA).
La tensione ammissibile la tensione limite in campo elastico e la verifica alle tensioni ammissibili
rappresenta la verifica allo stato limite delle tensioni in esercizio.
La determinazione della tensione ammissibile avviene applicando un coefficiente di sicurezza
globale alla tensione di riferimento del materiale. Tale coefficiente di sicurezza comprensivo dei
coefficienti di sicurezza dei carichi, del materiale e del modello di calcolo adottato.
La verifica alla RESISTENZA (secondo il metodo alle tensioni ammissibili) positiva quando, per
la condizione di carico in esercizio, per ogni sezione, la tensione massima max risulta minore
della tensione ammissibile adm :
max < adm
Le tensioni massime sono calcolate secondo la teoria per il comportamento elastico lineare del
materiale nelle ipotesi di mantenimento delle sezioni piane (andamento lineare del diagramma delle
deformazioni) e di linearit del diagramma delle tensioni.
2.3 LA DEFORMABILITA
La deformazione di una struttura viene valutata in campo elastico con i carichi di esercizio, cio
nelle condizioni in cui il materiale si deforma con legge elastico-lineare. La deformazione quindi
governata dallequazione della linea elastica:
d 2 M
2
=
dx E J
dove: la deformazione della struttura lungo x
M il momento flettente sulla struttura lungo x
E il modulo elastico del materiale di cui composta la struttura
J il momento dinerzia della sezione della struttura
M/EJ la curvatura
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Per la verifica della DEFORMABLITA viene fissata lampiezza delle deformazioni compatibili
per la struttura. Tali limiti sono indicati dalla normativa tecnica di riferimento ma spesso sono
definiti dagli appaltatori delle opere. Il valore delle deformazioni verticali compatibili viene
fissato per i carichi totali (permanenti + variabili) e per i soli carichi variabili. Tali valori limite
sono riportati nella tabella seguente in funzione della luce L della struttura inflessa e della tipologia
di utilizzo dellelemento strutturale:
La luce L in tabella rappresenta la distanza tra gli appoggi delle strutture a trave, mentre per gli
sbalzi la luce L in tabella pari a 2Ls , dove Ls la luce dello sbalzo.
La verifica della DEFORABILITA per le strutture a trave soggette a flessione risulta positiva
quando, per la condizione di carico in esercizio, la deformazione verticale massima, valutata in
campo elastico, max risulta minore della deformazione limite compatibile :
max <
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La teoria elastico-lineare che interpreta le tensioni e le deformazioni per le strutture ha origine dalla
relazione di Hooke
= E
che stabilisce che un materiale ha comportamento elastico-lineare quando il rapporto, tra la tensione
(la forza ortogonale su un area unitaria) e la deformazione unitaria (dilatazione) , costante e
vale E, detto modulo di elasticit o modulo di Young del materiale.
Laltra ipotesi (detta ipotesi di Navier) che sta alla base del modello elastico-lineare stabilisce che le
sezioni di un elemento strutturale, dopo la deformazione prodotta da flessione e sforzo normale,
rimangono piane ovvero la distribuzione delle dilatazioni sulla sezione lineare.
Queste due ipotesi consentono di definire la distribuzione delle tensioni che sono prodotte dalle
sollecitazioni di flessione, sforzo normale e taglio sulla generica sezione di una struttura.
SFORZO NORMALE
Per un elemento strutturale continuo, di sezione retta costante, soggetto a due forze esterne N uguali
e contrarie, normali alle sezioni e passanti per i baricentri delle sezioni, lo sforzo
N assiale risulta costante in tutte le sezioni trasversali S e vale N.
Se si indica con x lasse dellelemento soggetto a Sforzo normale N, in ogni
sezione retta S di area A si hanno le tensioni normali x la cui risultante deve
fare equilibrio alla forza esterna N, quindi:
S dA = N
x
x
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CARICO DI PUNTA
Per unasta realizzata con un materiale elastico lineare, soggetta ad uno sforzo normale centrato P,
la sollecitazione, nellipotesi di asta indeformata, vale semplicemente =P/A. In condizioni
particolari, quando lasta snella, cio lunga e con sezione trasversale ridotta, si pu innescare un
fenomeno di instabilit per carico di punta che deforma lasta non solo a compressione ma anche a
flessione.
Supponendo che lasta subisca uno sbandamento in modo che la sua linea
P dasse (deformata) sia descritta dalla curva di equazione (x), la forza P
produce nella sezione generica il momento
M= P(x)
M= EJ(x)
Per la condizione di equilibrio si scrive:
L
EJ(x) + P (x) = 0
la cui soluzione o integrale generale risulta :
La condizione sen( L)=0 soddisfatta per L=n , dove n un qualsiasi numero intero
positivo. Ricordando la definizione di possiamo scrivere:
P 2
L = n 2 2
EJ
e questa si verifica per quei valori di P tali che :
EJ
P = n 2 2
L2
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Per lespressione del carico critico euleriano la lunghezza libera di inflessione L0 assume i seguenti
valori teorici in relazione alle condizioni di vincolo per lasta di lunghezza L :
=2 =1 =0,7 =0.5
Il carico critico eureliano PE provoca nella sezione trasversale dellasta la tensione critica cr
PE 2 E J min 2 E imin
2
2 E
cr = = = = 2
A 2
L0 A L0
2
dove: imin il raggio dinerzia minimo della sezione e vale imin = J min / A
=Lo/imin la snellezza dellasta compressa.
La snellezza dellasta una grandezza che dipende solo dalle caratteristiche geometriche dellasta e
assume una particolare importanza nella valutazione delle condizioni di criticit per il carico di
punta per aste realizzate con vari materiali.
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FLESSIONE
Una trave soggetta al momento flettente M si deforma in modo evidente assumendo una
configurazione curva caratterizzata in ogni punto dalla curvatura 1/r, cio dallinverso del raggio del
cerchio tangente alla curva nel punto.
max max
y
y y
M
Lequilibrio si annulla quando lintegrale di ydA vale zero. Tale integrale rappresenta il momento
statico della sezione trasversale A rispetto lasse con le tensioni uguali a zero (detto asse neutro) e
stabilisce che tale asse baricentrico per la sezione trasversale.
A
y A
dove lintegrale di ydA rappresenta il Momento dinerzia J della sezione trasversale A rispetto
lasse baricentrico. Possiamo perci scrivere:
max
J = M ; J = M
y y
otteniamo cos limportante equazione di Navier, che individua la legge di variabilit delle tensioni
nella sezione soggetta a momento flettente M.
M y
=
J
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Per il materiale ideale, omogeneo, isotropo, elastico, lineare possibile ricavare le tensioni prodotte,
sulla generica sezione trasversale di una struttura sollecitata a sforzo normale N e flessione M,
utilizzando il principio della sovrapposizione degli effetti.
N M y
=
A J
Lo sforzo normale di compressione con la flessione rappresentano una sollecitazione di presso-
flessione, mentre lo sforzo normale di trazione con la flessione rappresentano una sollecitazione di
tenso-flessione.
Per i materiali da costruzione che non rispettano le ipotesi di comportamento del materiale ideale
non possibile utilizzare il principio di sovrapposizione degli effetti.
Per le aste soggette a presso-flessione il fenomeno del carico di punta diventa particolarmente
pericoloso per la presenza del momento flettente esterno M che favorisce linstabilit.
TAGLIO
Gli sforzi di taglio agenti su una sezione sono equilibrati dalle tensioni tangenziali distribuite sulla
sezione stessa.
Consideriamo una trave di sezione rettangolare e
S S1 determiniamo, nella sezione S, la tensione tangenziale
verticale media y che agisce lungo la linea r-r.
Nella sezione S agisce il momento flettente M e il taglio T;
n h in una sezione S1, che dista dx da S, il momento flettente
M1=M+dM, dove lincremento dM uguale a Tdx.
M T n n
M1 r
Per le tensioni tangenziali vale il principio di reciprocit
y
r r
x che stabilisce che le tensioni tangenziali, agenti su due
s piani ortogonali e dirette verso lo spigolo comune, sono
1 b uguali, quindi possiamo scrivere
s s y= x
dove y la tensione tangenziale che agisce sul piano S
dx
(
Ar
1 )dA x bdx = 0
dove Ar la porzione di area della sezione S individuata dalle rette r-r e s-s.
Poich:
M 1 y My dM y Tdx y
( 1 ) = = =
J J J J
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si trova:
Tdx
ydA = x bdx
J Ar
Perci il valore medio delle tensioni tangenziali nei punti della retta r-r risulta:
T Sr
x = y = =
J b
dove: T lo sforzo di taglio che agisce sulla sezione S
Sr il momento statico rispetto lasse neutro n-n dellarea Ar definita dalle rette r-r e s-s
J il momento dinerzia dellintera sezione
b la larghezza della sezione
Per una sezione rettangolare lespressione del taglio fornisce un andamento delle tensioni che
varia con legge di tipo parabolico con il valore massimo in corrispondenza allasse baricentrico n-n
e valore nullo sui bordi.
Il valore del momento statico dellarea individuata dalla retta
r-r , da inserire nella formula di Jourawski, risulta:
h h/2+ y
h G max
Sr = b( y )
n n 2 2
y il valore massimo di Sr in corrispondenza allasse baricentrico
y
r r risulta:
h h / 2 + 0 bh 2
b
Smax = b( 0) =
2 2 8
e, considerando J=bh3/12, il valore della tensione tangenziale massima in corrispondenza allasse
baricentrico della sezione risulta:
T (bh / 8) 3 T
max = =
(bh 3 / 12)b 2 A
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4. IL MODELLO DI VERIFICA
ALLE TENSIONI AMMISSIBILI
Il modello alle tensioni ammissibili per le verifiche di predimensionamento delle strutture si basa
sul comportamento elastico-lineare dei materiali quando le sollecitazioni sulla struttura sono dovute
ai carichi in esercizio. Il calcolo delle sollecitazioni, delle tensioni e delle deformazioni viene
eseguito secondo la teoria dellelasticit-lineare.
Per verificare in fase di predimensionamento una struttura necessario eseguire la Verifica delle
Tensioni e la Verifica delle Deformazioni
La prima verifica per le strutture la verifica delle tensioni, per la quale la tensione massima in
ogni sezione della struttura deve essere minore della tensione ammissibile del materiale.
La verifica alle tensioni positiva quando, per la condizione di carico in esercizio, per ogni sezione,
la tensione massima max risulta minore della tensione ammissibile adm:
La verifica delle deformazioni, per le strutture a trave soggette a flessione, risulta positiva quando,
per la condizione di carico in esercizio, la deformazione verticale massima, valutata in campo
elastico, max risulta minore della deformazione limite compatibile :
max <
Il valore delle deformazioni verticali compatibili viene fissato per i carichi totali (carichi
permanenti + carichi variabili) e per i soli carichi variabili. Tali valori limite sono riportati nella
tabella seguente in funzione della luce L della struttura inflessa e della tipologia di utilizzo
dellelemento strutturale:
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La luce L in tabella rappresenta la distanza tra gli appoggi delle strutture a trave, mentre per gli
sbalzi la luce L in tabella pari a 2xLs dove Ls la luce dello sbalzo.
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Gli acciai utilizzati per la realizzazione dei profilati metallici sono definiti dalle loro caratteristiche
meccaniche. Una prova a trazione di tipo monoassiale, eseguita su un acciaio laminato, si sviluppa
secondo le progressioni riportate nel grafico (deformazioni-tensioni) seguente:
Nel grafico si individua la tensione di snervamento s (indicata nelle norme con fyk ) e la tensione di
rottura R (indicato nelle norme con ftk) . In funzione di questi valori della tensione la normativa
tecnica italiana definisce i tipi di acciaio per i laminati:
Dalla tensione ammissibile normale adm si ricava la tensione tangenziale ammissibile adm
1
adm = adm
3
Per il calcolo delle deformazioni in campo elastico viene fissato il valore del modulo elastico
normale dellacciaio:
E = 2.100.000 [daN/cm]
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5.1 FLESSIONE
La flessione la sollecitazione che si ritrova principalmente nelle strutture orizzontali a trave.
In una sezione sollecitata a flessione le tensioni sono definite dalla nota espressione di Navier:
M y
=
J
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse neutro baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione
L'espressione fornisce il valore della tensione normale per la generica fibra individuata
dall'ordinata y (distanza dallasse baricentrico detto asse neutro) come riportato in figura :
max
sup
M
asse neutro
inf
min
Per la verifica della sezione si fa riferimento alle tensioni massime e minime che sono fornite dalle
seguenti relazioni:
M y sup M
max = + = +
J W sup
M y inf M
min = =
J W inf
dove: Wsup=J/ysup e Winf =J/yinf sono i moduli resistenti della sezione;
J il momento dinerzia baricentrico;
ysup e yinf sono le distanze dei bordi dallasse baricentrico.
Ovviamente, per sezioni simmetriche i moduli resistenti, superiore ed inferiore, sono uguali.
La verifica a flessione di una trave viene fatta quando si conosce il valore del momento massimo
Mmax lungo la trave e le dimensioni della sezione della trave con il suo modulo resistente W.
La verifica positiva quando la tensione massima max minore della tensione ammissibile adm
dell'acciaio:
M max
max = adm
W
VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI
Per le strutture inflesse necessario eseguire la verifica della deformazione massima secondo la
relazione:
max<
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dove: max lo spostamento verticale massimo della trave inflessa in campo elastico nelle
condizioni di carico in esercizio.
la deformazione limite ammissibile fornita dalla tabella precedente in funzione
della luce L dellelemento inflesso.
PROGETTO A FLESSIONE
Il progetto a flessione di una trave viene fatto quando si conosce il momento massimo ma non si
conosce la sezione della trave. Per trovare la sezione della trave necessario utilizzare la formula di
progetto nel seguente modo:
MMAX
WMIN
adm
Sulla scorta del valore del modulo resistente WMIN minimo necessario si sceglie il profilo
utilizzando i prontuari dei profili metallici laminati.
5.2 TAGLIO
Per lacciaio le tensioni tangenziale prodotte da un sforzo di taglio sono definite dallespressione
di Jourawski:
T S
=
J b
dove: T il taglio sulla sezione
S il momento statico rispetto lasse baricentrico della parte di sezione individuata
J il momento d'inerzia della sezione
b la larghezza individuata
L'espressione fornisce il valore della tensione tangenziale per la generica fibra individuata
dall'ordinata y (distanza dallasse baricentrico detto asse neutro) come riportato nel disegno :
asse neutro
T max
Per la verifica della sezione si individua la tensione massima in corrispondenza allasse baricentrico
che fornita dalla seguente relazione:
T S max
max =
J b
dove : Smax il momento statico di mezza sezione
b la larghezza dellanima
J linerzia dellintera sezione
T lo sforzo di Taglio
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La verifica a taglio di una sezione viene eseguita quando si conosce lo sforzo di taglio massimo
lungo la trave Tmax e le caratteristiche della sezione.
La verifica condotta secondo il criterio di Von Mises esposto nel paragrafo 5.6.
La tensione biassiale max viene trasformata in tensione ideale id per poter essere confrontata nella
verifica con la tensione monoassiale adm:
id < adm
id = 3 2
max = 3 max
sostituendo i valori si ricava :
id = 3 max < adm
1
max < adm
3
1 definita tensione tangenziale ammissibile adm:
La tensione di verifica adm
3
1
adm = adm
3
Quindi, la verifica a taglio risulta positiva quando:
T S max 1
max = < adm = adm
J a 3
Per eseguire la verifica si deve calcolare il valore del momento statico di mezza sezione rispetto
lasse baricentrico (asse neutro):
Smax= b(h/2) - (b-a)(h/2-e)
b
h/2
a
asse neutro
T max
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5.3 TRAZIONE
La trazione la sollecitazione che si ritrova per esempio nelle aste tese delle strutture reticolari.
VERIFICA A TRAZIONE
La verifica a trazione per un tirante viene fatta quando si conosce lo sforzo normale di trazione e la
sezione A del tirante stesso. La verifica positiva quando:
N
max = adm
A
la tensione massima max minore della tensione ammissibile a trazione dell'acciaio adm.
PROGETTO A TRAZIONE
Il progetto a trazione per un tirante viene fatto quando si conosce lo sforzo normale di trazione ma
non si conosce la sezione del tirante. Per trovare la sezione del tirante necessario utilizzare la
formula di progetto nel seguente modo:
Nmax
AMIN
adm
Trovata l'area AMIN minima necessaria si sceglie il profilo utilizzando i prontuari dei profili.
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5.4 COMPRESSIONE
La compressione la sollecitazione che si ritrova nei pilastri e nei puntoni (aste compresse) delle
strutture reticolari.
La verifica a compressione potrebbe essere condotta come quella a trazione ma per la compressione
c' il pericolo che l'asta ceda per instabilit elastica (fenomeno chiamato anche carico di punta).
Il fenomeno tipico delle strutture in acciaio perch, a causa dell'elevata resistenza del materiale, il
dimensionamento per sola compressione porterebbe a sezioni molto piccole e, quindi, instabili
quando caricate di punta. Sotto il carico di compressione l'asta sbanda e la rottura avviene a causa
della flessione innescata dalla deformazione di instabilit (rottura per presso-flessione).
Nel disegno seguente si evidenziano le deformate di strutture soggette a carico di punta in diverse
ipotesi di vincolo degli estremi:
Nellambito delle costruzioni la normativa utilizza, per i coefficienti , valori maggiori di quelli
teorici per tener conto del fatto che nella realt i vincoli non sono perfetti,
Per verificare un'asta compressa necessario far riferimento alla teoria di Eulero che permette di
individuare il valore della tensione (detta tensione critica di Eulero) per la quale l'asta entra nel
campo dellinstabilit dove la rottura avviene per presso-flessione (compressione pi flessione
indotta dalla deformazione innescata dallinstabilit):
2 E
cr =
2
dove : il numero 3.14
E il modulo elastico dell'acciaio
la snellezza dell'asta
La tensione critica cr non dipende dal carico di compressione, ma dipende dal materiale
(E=modulo elastico) e dalla snellezza dell'asta (=snellezza dellasta). La snellezza una propriet
dell'asta definita dalle caratteristiche geometriche dell'asta stessa secondo la seguente espressione:
L Lo
= =
i i
dove: un coefficiente che dipende da come vincolata lasta agli estremi e, per le aste reali vale
=1 se i vincoli agli estremi sono assimilabili a cerniere
= 0.7 se i vincoli agli estremi sono assimilabili ad incastri
= 0.8 se un vincolo assimilabile allincastro e uno alla cerniera
=2 se l'asta vincolata solo da un lato con un incastro
L la lunghezza dell'asta
Lo= L la lunghezza libera di inflessione dell'asta e dipende dai vincoli agli estremi
i il raggio d'inerzia minimo della sezione dell'asta e vale i = J / A
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Per le strutture in acciaio la normativa tecnica delle costruzioni fissa un limite alla snellezza max :
massima snellezza per le strutture principali : max = 200
massima snellezza per le strutture secondarie: max = 250
VERIFICA A COMPRESSIONE
La verifica a compressione per carico di punta di unasta in acciaio viene eseguita secondo il
metodo omega.
Come prima cosa si determina la snellezza dellasta (rapporto tra la lunghezza libera di
inflessione e il raggio minimo dinerzia della sezione) e si verifica che sia minore del limite fissato
dalla normativa:
Lo
= < max
i
quindi, in funzione della snellezza si individua il coefficiente (omega) :
f
= y
cr
Il coefficiente (omega) individua, per unasta compressa, il rapporto tra la tensione fy di
snervamento dellacciaio e la tensione critica cr per cui lasta diventa instabile.
Per le strutture reali il coefficiente (omega) viene individuato in funzione della snellezza
dellasta, ma anche del tipo di acciaio, della forma della sezione trasversale e delle imperfezioni
nella lavorazione dei profilati. I valori del coefficiente (omega) sono evidenziati nelle tabelle
riportate a fine paragrafo in funzione del tipo di profilato, del tipo di acciaio e della snellezza
dellasta.
Il coefficiente , rapporto tra la tensione di snervamento e la tensione critica di Eulero, anche il
rapporto tra la tensione ammissibile e la tensione critica di riferimento in campo elastico. Infatti,
dividendo entrambi i termini della frazione per il coeff. di sicurezza globale =1.5 si ottiene:
fy fy / adm
= = =
cr cr / cr . el
cr , el
A
dove: N la compressione sull'asta
A l'area della sezione trasversale dell'asta
adm la tensione ammissibile a compressione
il coefficiente omega ( >1) che considera il carico di punta
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Coefficienti per profilati cavi quadri, rettangolari o tondi (acciaio tipo S275 ex Fe430 )
Coefficienti per profilati tipo IPE e HEA (acciaio tipo S275 ex Fe430)
PROGETTO A COMPRESSIONE
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5.5 PRESSO-FLESSIONE
La presso-flessione la sollecitazione che si ritrova nelle aste delle strutture reticolari con carichi
ortogonali lungo lasse dellasta e nei pilastri con carichi eccentrici.
N
M
e N
N M
max =
min A W
L L
N N e
max =
min A W
M N
N
Come nel caso della compressione semplice le strutture in acciaio sono soggette al problema
dellinstabilit per compressione a carico di punta, quindi lespressione sopra riportata si modifica
per considerare tale fenomeno e la tensione massima diventa:
N M
max = +
A W (1 ( cr N/ ) )
dove:
N lo sforzo normale sullasta
M il momento flettente (pari anche a Ne) sullasta
A larea della sezione trasversale dellasta
W il modulo resistente della sezione trasversale dellasta
il coefficiente omega >1 che considera linstabilit per lo sforzo di compressione N
(1-N/(cr/)) il coefficiente < 1 che considera il contributo allinstabilit della flessione M
N la tensione N/A dovuta alla sola compressione N
la tensione critica definita dalla : cr = E ; dove la snellezza dellasta
2
cr
2
il coefficiente di sicurezza globale pari a 1.5 per la verifica alle tensioni ammissibili
VERIFICA A PRESSO-FLESSIONE
La verifica a presso-flessione viene fatta quando si conosce lo sforzo normale e il momento flettente
sulla struttura e si conosce la sezione A e suo modulo resistente W.
La verifica positiva quando la tensione max minore della tensione ammissibile adm:
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N M
= +
W (1 ( cr N/ ) )
max adm
A
Ovviamente per determinare la tensione max necessario individuare, in funzione della snellezza
dellasta, il coefficiente e la tensione critica cr.
Per aste con snellezza compresa tra 20 e 50 la verifica, per considerare i problemi di instabilit per
carico di punta, pu essere condotta in fase di predimensionamento con lespressione semplificata:
1.2N 1.4M
max = adm
A W
PROGETTO A PRESSO-FLESSIONE
Il progetto a presso-flessione per un'asta viene fatto quando si conosce lo sforzo normale e il
momento flettente ma non si conosce la sezione dell'asta. In questo caso non possibile trovare i
parametri e cr perch non si conosce la snellezza dell'asta.
Si dovr quindi procedere per tentativi individuando la sezione dell'asta semplicemente con la
relazione della compressione [AminN/adm ] oppure, con la relazione della flessione [WminM/adm]
e poi aumentarla progressivamente verificando con il metodo omega le varie scelte.
M y
per il Momento flettente M e la formula di Navier : =
J
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione
T S
Per il Taglio T e la formula di Jourawski : =
J b
dove: T il taglio sulla sezione
S il momento statico rispetto lasse baricentrico di una parte della sezione
J il momento d'inerzia della sezione
b la larghezza della sezione
Lo stato di tensione (, ) uno stato biassiale di tensione per il quale non possibile stabilire un
collegamento diretto con la tensione ammissibile adm che definita da una prova di laboratorio per
uno stato monoassiale di trazione.
Per definire la relazione di verifica tra lo stato biassiale e lo stato monoassiale necessario
individuare un criterio di resistenza idoneo per il materiale.
Per le strutture in acciaio si utilizza il criterio di Von Mises basato sul confronto tra lenergia di
distorsione per lo stato monoassiale D1 e lenergia di distorsione per lo stato biassiale D2 .
Si stabilisce, quindi, che la resistenza nei due casi equivale quando le energie di distorsione sono
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uguali: D1 = D2
[ ]
2
1
quindi: = 2 ( 12 + 2
1 2 )
6 G 12 G
2
Le tensioni 1 e 2 della relazione precedente sono le tensioni principali nello stato di tensione piana
definito da sollecitazioni di taglio e flessione. La relazione pu essere riscritta utilizzando, invece
delle tensioni principali, le tensioni sui piani X,Y (x , xy , yx) prodotte da flessione e taglio:
id = 2
x + 3 2
xy
Nel caso in cui ci sia solo la tensione tangenziale si ottiene la relazione id = 3 max
In ogni punto della sezione la verifica alla resistenza del materiale eseguita semplicemente
confrontando la tensione ideale id , prodotta dalle tensioni di taglio e di flessione , con la
tensione ammissibile adm :
id adm
PROGETTO A TAGLIO e FLESSIONE
Il progetto della sezione di una trave soggetta a Momento e Taglio eseguito principalmente per la
flessione secondo quanto gi riportato, verificando successivamente la sollecitazione tagliante e i
vari punti soggetti agli stati biassiali di tensione.
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Tra le azioni sulle costruzioni, particolare importanza assumono le forze orizzontali prodotte dal
vento e dal sisma.
Il vento produce azioni di pressione e depressione sulle superfici verticali delle costruzioni e queste
azioni sono nella pratica costruttiva assimilate a forze orizzontali posizionate solitamente nei
baricentri geometrici delle superfici verticali.
Il sisma produce delle accelerazioni sulle masse della costruzione. Le accelerazioni imposte sono
frazioni dellaccelerazione gravitazionale terrestre a seconda dellintensit del sisma e della capacit
di risposta della struttura. Tali azioni possono essere schematizzate come forze orizzontali
posizionate nei baricentri delle masse dei vari elementi costruttivi. Ad esempio per un solaio piano
di massa uniforme la forza sismica posizionata nel baricentro della massa che equivale al
baricentro dellarea.
Per poter ripartire queste forze orizzontali tra le strutture verticali necessario che il piano di solaio
su cui agiscono sia perfettamente indeformabile. Lindeformabilit del piano di solaio si ottiene con
solai dotati di soletta di calcestruzzo armata oppure con elementi di controventamento di piano.
Le strutture verticali che si fanno carico di sopportare le forze orizzontali trasmesse dai piani di
solaio indeformabili sono rappresentate dai controventi.
Nelle costruzioni in acciaio i CONTROVENTI sono realizzati mediante strutture triangolari dove
lelemento inclinato funziona da tirante. In particolare la tipologia di controvento pi diffusa
quella a croce di santAndrea dove i due tiranti incrociati funzionano a trazione a seconda del verso
della forza orizzontale.
4
3 5
1 2
Fig.1 costruzione con controventi
I pilastri 1 e 3 non hanno alcuna capacit di resistere alle forze orizzontali, mentre, i controventi 4 e
2 funzionano lungo la direzione X e il controvento 5 funziona lungo la direzione Y.
In particolare le strutture verticali assorbiranno una quota di Forza proporzionale alla propria
Rigidezza K . La rigidezza definita dal rapporto tra la forza e lo spostamento:
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F
K =
Nellipotesi che i nodi siano tutti cerniere (ipotesi realistica per le strutture in acciaio) la rigidezza
Ki dei controventi risulta
Fi
Ki =
dove: Fi la forza che assorbe il controvento
lo spostamento orizzontale del controvento
Per i pilastri la rigidezza risulta nulla poich essi sono labile per gli spostamenti orizzontali.
Fi F
FT
T
L
F K=0
K=
Fig.2- funzionamento dei controventi
La geometria dei tre controventi 2-4-5 per tutti uguale, quindi, possiamo affermare che K2=K4=K5
e, in questo caso, non necessario determinare il valore numerico delle rigidezze.
Tuttavia per i controventi a croce di santAndrea facile determinare il valore numerico della
rigidezza nel seguente modo:
La forza orizzontale pu agire in qualsiasi direzione, perci, ai fini della stabilit della struttura,
necessario che sia garantita la stabilit lungo le due direzioni ortogonali X e Y.
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STABILITA LUNGO X
Y
L L L
K 4X x
F4x
L
K 5Y
XCM
x
CM
YCM
YCR
L
piano di solaio non deformabile
K 2X x
X
F2x
Fig.3- traslazione del piano per Fx
La forza orizzontale Fx, lungo la direzione X, applicata nel centro delle masse CM individuato
dalle coordinate XCM e YCM.
Lungo la direzione X si oppongono allo spostamento x del piano i due controventi con rigidezza
K2x e K4x. I controventi reagiscono rispettivamente allo spostamento con le due forze reattive:
F2x = K2xx
F4x = K4xx
I due controventi sono geometricamente uguali, quindi, K2x=K4x quindi : F2x=F4x
per lequilibrio delle forze orizzontali: Fx=F2x+F4x
si ricava:
F2x=F4x= Fx
LAsse baricentrico delle Forze reattive F2x e F4x per lo spostamento lungo X coincide con lasse
baricentrico delle rigidezze, asse CRx .
Poich lasse baricentrico delle forze attive (asse CMx) coincide con lasse baricentrico delle forze
reattive (asse CRx) la costruzione in equilibrio per gli spostamenti lungo la direzione X.
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STABILITA LUNGO Y
Y
L L L
Y
asse CMy
K 4X ex= 2/3 L
F5Y K 5Y
L
XCM
Fy asse CRx
CM CR
asse CRy
L
piano di solaio non deformabile
X
K 2X
Fig.4- traslazione del piano per Fy
La forza orizzontale Fy, lungo la direzione Y, applicata nel centro delle masse CM individuato
dalle coordinate XCM e YCM.
Lungo la direzione Y si oppongono allo spostamento y del piano lunico controvento con rigidezza
K5y il quale dovr assorbire lintera forza Fy
F5y=Fy
Gli assi di applicazione della forza attiva Fy e della forza reattiva F5y non coincidono e, quindi, il
sistema non in equilibrio ma soggetto ad un momento torcente MT paria a
MT= Fyex
Dove ex leccentricit della forza rispetto il centro delle rigidezze, cio la distanza tra gli assi Y
del centro delle masse e del centro delle rigidezze.
Questo momento impone al piano una rotazione rispetto al Centro delle Rigidezze.
Y
L L L
x
F4x
asse CMy
L
piano di solaio non deformabile
K 2X X
F2x x
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Per equilibrare il Momento torcente MT=Fyex entrano in gioco i due controventi K2x e K4x lungo
la direzione X che devono reagire con una coppia equilibrante:
MT = Fyex = F2x(2L) = F4x(2L)
E quindi le forze sui controventi risultano:
F2x= -F4x= (Fyex)/2L
RICAPITOLANDO
Per la costruzione di Fig.1 fissiamo, a titolo di esempio, le dimensioni in pianta 1200x800 cm,
ponendo il modulo L=400 cm. Il controventamento, cio la stabilit agli sbandamenti laterali, si
ottiene mediante linserimento di tre controventi di tipo a croce di santAndrea: due controventi
lungo la direzione X e uno lungo la direzione Y.
Il punto di applicazione della forza orizzontale (forza attiva) il baricentro della pianta e viene
indicato come centro delle masse CM con coordinate (600,400).
La risultante delle forze reattive prodotte dai controventi passa per il Centro di rigidezza CR con
coordinate (1200,400).
Per la forza orizzontale F=Fx=1000 daN che agisce nella direzione X il momento torcente risulta
Per la forza orizzontale F=Fy=1000 daN che agisce nella direzione Y il momento torcente risulta
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CASO GENERALE
Gi (Xi , Yi)
Ki (Kx,i , Ky,i)
ex
ey
CM
CR
Il controvento i-esimo individuato dal suo baricentro Gi , con coordinate xi e yi del sistema
cartesiano con origine in CR, ed caratterizzato dalle sue rigidezze Kx,i e Ky,i rispettivamente per le
direzioni X e Y (entrambe le rigidezze saranno diverse da zero per controventi inclinati rispetto gli
assi ortogonali).
Le relazioni che forniscono le reazione Fi del controvento i-esimo sono formate da due componenti:
il primo termine rappresenta la risposta dei controventi per la traslazione del piano, mentre il
secondo termine la risposta dei controventi alla rotazione del piano.
K X J p ,K
KY J p ,K
dove: xi yi sono le coordinate del controvento i-esimo nel sistema cartesiano con origine in CR
ex ey sono le distanze tra CM e CR (eccentricit)
Fxey il momento di rotazione del piano per la forza diretta lungo X
Fyex il momento di rotazione del piano per la forza diretta lungo Y
KX,i la rigidezza del controvento i-esimo nella direzione X
KY.i la rigidezza del controvento i-esimo nella direzione Y
KY la somma delle rigidezze KY,i dei controventi disposti lungo Y
KX la somma delle rigidezze KX,i dei controventi disposti lungo X
Jp,K il momento dinerzia polare rispetto CR di tutte le rigidezze
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Il solaio scelto del tipo lamiera grecata-calcestruzzo con travi in acciaio tipo IPE poste ad
interasse di 150 cm secondo lo schema di figura.
Una pianta strutturale che rappresenta il solaio (fig.1) per convenzione una vista dal basso verso
lalto, quindi, le pareti in muratura rappresentate sono quelle che sostengono il solaio e le travi di
solaio sono viste da sotto.
trave IPE
trave IPE
trave IPE
trave IPE
Nella figura seguente visibile un solaio tipo lamiera grecata-calcestruzzo come quello previsto,
limmagine rappresenta il solaio in corso di costruzione dove sono visibili le puntellazioni
costruttive di rompitratta.
Per la tipologia del solaio utile una ricerca in Internet con solaio con lamiera grecata.
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IL SOLAIO
ANALISI DEI CARICHI
L'analisi dei carichi la fase del progetto per valutare il peso dell'opera e per individuare le
modalit di ripartizione del carico tra le varie componenti strutturali. Nella fase di dimensionamento
lanalisi della struttura pu essere condotta con la sola ipotesi di carico che individui le condizioni
pi frequenti di utilizzo della struttura stessa.
Per il nostro solaio di abitazione lipotesi di carico rappresentata dalla somma tra i pesi propri
della struttura, i pesi propri degli elementi costruttivi (massetti, controsoffitto, pavimento, ecc.)
e il carico di utilizzo o di esercizio previsto per il solaio stesso.
Le scelte tecnologiche e tipologiche per la definizione del solaio consentono di valutare il carico
unitario, cio il carico su ciascun metro-quadrato di solaio. Tale carico distribuito su ogni metro-
quadro del solaio viene, poi, trasformato in carico a metro-lineare sulle travi e, quindi, in carico
concentrato sulle murature di appoggio.
Il carico reale sulla struttura non un valore assoluto, infatti, se pesiamo cento mattoni troveremo
cento pesi diversi, ma per considerare il peso del mattone possiamo riferirci al peso pi probabile
che, per definizione, quello che ha la probabilit del 95% di essere superiore al peso di ciascun
mattone. Questo peso detto caratteristico ed riportato per tutti i materiali da costruzione nel
capitolo 3 (Azioni sulle costruzioni) della normativa tecnica D.M. 14.01.2008 - "Norme tecniche
per le costruzioni". Per una corretta analisi dei pesi quindi necessario far riferimento alle
dimensioni del progetto e ai pesi caratteristici.
Il carico di esercizio, cio il carico che deve sopportare ciascuna struttura in esercizio fissato
anchesso dalla normativa Tecnica in funzione delle condizioni di utilizzo dei vari ambienti.
In particolare i carichi sono riportati nella Tabella 3.1.II del capitolo 3.1.4. della norma.
Nel nostro caso, trattandosi di un solaio di abitazione ricadiamo nella categoria A Ambienti ad uso
residenziale e il carico di esercizio risulta :
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Quindi lanalisi dei carichi, nellipotesi che il solaio sia realizzato come in figura 3, fornisce il
carico unitario:
DIMENSIONAMENTO SOLAIO
Per dimensionare il solaio facile trovare in Internet le diverse tipologie e anche alcune tabelle che
consentono il primo dimensionamento dello spessore del solaio.
Con la tabella di fig.4 possibile individuare il peso e le caratteristiche geometriche di verifica per
il solaio scelto nel progetto con laiuto della tabella di figura 5.
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Nel nostro caso la luce del solaio in appoggio tra le travi e pari a 150 cm e il carico complessivo
risulta 845 kg/m , quindi dalla tabella di fig.5 valida per lamiere di spessore 0.8 mm, verifichiamo
che sufficiente un solaio con spessore 9 cm che porta, secondo tabella, un carico di 1000 kg/m su
una luce di 206 cm .
Di seguito si riportano le verifiche alla tensione e alla deformazione dove, come era ovvio dato il
predimensionamento, il solaio risulta verificato.
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LE TRAVI DI SOLAIO
CARICHI SULLE TRAVI tipo IPE
Possiamo ora passare al dimensionamento delle travi IPE, ma prima bisogna trovare il carico che le
travi devono sopportare. Tale carico rappresentato dalla porzione di solaio evidenziata in rosso
che ciascuna trave sopporta (vedi figura 6):
trave IPE
trave IPE
trave IPE
trave IPE
fig.6. - In rosso la quota di solaio che compete alla trave IPE
Questo carico totale (area rossa) distribuito lungo la trave IPE di luce 5.20 m, quindi, il carico
uniformemente distribuito lungo la trave risulta:
a questo carico si dovr aggiungere il peso proprio della trave IPE che pu essere
approssimativamente considerato pari a p.p.= 20 kg/ml.
Il carico uniformemente distribuito sulla trave IPE risulta infine:
LO SCHEMA STATICO
La definizione dello schema statico rappresenta, assieme all'analisi dei carichi, la fase pi
importante del progetto. Lo schema statico il modello interpretativo della realt e come tale deve
riprodurre il pi possibile il comportamento reale della struttura. Le deformazioni dello schema
statico devono corrispondere alle deformazioni reali della struttura.
Nel nostro caso lo schema statico delle travi molto semplice: possiamo ipotizzare che le travi in
appoggio sulla muratura siano vincolate a cerniera (rotazione libera), infatti, la parete in laterizio
non in grado di produrre un impedimento alla rotazione della testa della trave, tale da poter
ipotizzare lincastro (rotazione completamente impedita).
Lo schema statico per le travi , quindi, la trave in semplice appoggio con carico uniforme q=1288
kg/m:
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EQUILIBRIO
Lequilibrio garantito dallo schema statico di fig.8 che rappresenta una struttura isostatica, per la
quale si possono facilmente determinare le reazioni vincolari di equilibrio e i diagrammi di
momento e di taglio.
Landamento del diagramma di momento parabolico con momento massimo nella sezione di
mezzeria pari a:
Mmax = 1/812885.2 = 4353 kgm
Landamento del diagramma di taglio lineare con valori massimi agli appoggi e valore nullo in
corrispondenza alla mezzeria dove il momento massimo:
RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi IPE sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:
La verifica a resistenza deve essere garantita per il momento massimo Mmax= 4353 kgm e per il
taglio massimo Vmax=3348 kg.
RESISTENZA A FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
Wmin=Mmax / adm = 435300/1750 = 249 cm
Cercando tra i profilati metallici tipo IPE, individuiamo quello che ha un modulo resistente
maggiore di quello minimo necessario W > Wmin=249 cm.
Dalla tabella di figura 9 individuiamo il profilato IPE220 con modulo resistente W=252 cm
(maggiore di Wmin=249 cm ) e inerzia J=2770 cm4
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RESISTENZA A TAGLIO
Verifichiamo il profilo IPE220 per il taglio massimo Vmax=3348 kg con lespressione:
T S max
max = < adm
J a
dove : Smax = 137 cm il momento statico di mezza sezione IPE220
a = 0.59 cm la larghezza dellanima dellIPE220
J = 2772 cm^4 linerzia dellintera sezione IPE 220
T =3348 daN lo sforzo di Taglio
Il momento statico di mezza sezione per il profilo IPE220 calcolato con lespressione
precedentemente illustrata:
Smax= b(h/2) - (b-a)(h/2-e)
Smax= 11(22/2)- (11-0.59)(22/2-0.92) = 665-528=137 cm
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I limiti di deformabilit sono fissati dalla normativa, come riportato nella tabella del capitolo 4, e
nel nostro caso il limite della deformazione massima ammissibile (freccia massima in mezzeria)
risulta:
famm = 520/250 = 2.08 cm
La freccia massima in mezzeria per la trave appoggiata con carico uniforme facilmente
determinabile per lo schema statico di trave semplicemente appoggiata e carico uniforme.
f max
Per il profilo IPE 220 la freccia massima (fmax=2.10 cm) maggiore della freccia ammissibile
(flim=2.08 cm), quindi, la trave NON VERIFICATA per la DEFORMABILITA
Si dovr, perci, utilizzare un profilo con dimensioni maggiori e, cercando nella tabella di figura 9,
scegliamo il profilo IPE 240 con le seguenti caratteristiche:
Per il nuovo profilo scelto IPE240, la verifica a Resistenza risulta ovviamente garantita, poich il
suo modulo resistente maggiore del modulo resistente necessario Wmin=249 cm.
Calcoliamo, quindi, la nuova freccia massima per la verifica della deformabilit del profilo IPE240:
5 12.88 520 4
f max = = 1.50 < 2.08 = f adm
384 2100000 3890
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solaio uffici
controvento travi
300
pilastri
Il solaio scelto del tipo a lamiera grecata-calcestruzzo con travi secondarie in acciaio tipo IPE
poste ad interasse di 200 cm e travi principali tipo HEA di luce 400 cm, secondo lo schema di
figura.
Pilastri HEA
controvento 1
200
controvento 3
HEA
HEA
HEA
200
Pilastri HEA
solaio
solaio
solaio
HEA
HEA
HEA
controvento 2
400 400 400
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IL SOLAIO
prefabbricato
pavimento in legno
masseto cls. 4 cm isolamenti vari
alleggerito 10 cm solaio lamiera grecata calcestruzzo 9 cm
travi controsoffitto
Quindi lanalisi dei carichi, nellipotesi che il solaio sia realizzato come in figura 2, fornisce il
seguente carico unitario:
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LE TRAVI SECONDARIE
400
200
100
controvento 3
HEA
HEA
100
200
Pilastri HEA
solaio
solaio
solaio
HEA
HEA
HEA
controvento 2
400 400 400
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Il carico totale Q=7560 kg (area rossa) distribuito lungo la trave IPE di luce 4.00 m, quindi, il
carico uniformemente distribuito lungo la trave risulta:
al quale si dovr aggiungere il peso proprio della trave IPE e il carico uniformemente distribuito
risulta:
carico trasmesso dal solaio q = 1890 kg/ml
peso proprio trave IPE p.p.= 20 kg/ml
carico complessivo = 1910 kg/ml
LO SCHEMA STATICO
lo schema statico delle travi secondarie la trave in semplice appoggio con carico uniformemente
ripartito q=1910 kg/ml:
400
EQUILIBRIO
Lequilibrio garantito dallo schema statico di fig.5 che rappresenta una struttura isostatica, per la
quale si possono facilmente determinare le reazioni vincolari di equilibrio e i diagrammi di
momento e di taglio.
RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi IPE sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:
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La Verifica a RESISTENZA deve essere garantita per il momento massimo Mmax= 3820 kgm e per
il taglio massimo Vmax=3820 kg.
RESISTENZA A FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
Wmin=Mmax / adm = 382000/1750 = 218 cm
Dalla tabella di figura 6 individuiamo il profilato IPE220 con modulo resistente W=252 cm e
inerzia J=2770 cm4
RESISTENZA A TAGLIO
DEFORMABILITA
f max
400
fig.7. - Deformata della trave
5 q l 4
La freccia massima per la trave di solaio di figura 7 risulta: f max =
384 E J
LE TRAVI PRINCIPALI
CARICHI sulle TRAVI PRINCIPALI tipo HEA
Le travi secondarie IPE220 sono sostenute dalle travi principali HEA. Il carico trasmesso alla trave
principale rappresentato dalle reazioni vincolari delle travi secondarie IPE (area rossa di figura 8)
Pilastri HEA
controvento 1
400
200
100
controvento 3
HEA
HEA
100
200
Pilastri HEA
solaio
solaio
solaio
HEA
HEA
HEA
controvento 2
400 400 400
fig.8. - In rosso la quota di solaio che compete in mezzeria alla trave HEA
Il carico concentrato trasmesso dalle travi IPE nella mezzeria della trave HEA risulta:
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P=3820x2 =7640 kg
a questo carico si dovr aggiungere il peso proprio della trave HEA che pu essere
approssimativamente considerato pari a p.p.= 50 kg/ml.
LO SCHEMA STATICO
lo schema statico delle travi principali la trave in semplice appoggio con il carico concentrato
P=7640 kg in mezzeria e il carico uniformemente distribuito q=50 kg/ml:
P
q
A 400
B
EQUILIBRIO
LEquilibrio garantito dalla isostaticit dello schema statico di fig.7. Landamento del diagramma
di momento parabolico con una cuspide in mezzeria dovuta al carico concentrato. Il momento
massimo nella sezione di mezzeria per sovrapposizione degli effetti dei carichi risulta:
RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi HEA sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:
La Verifica a resistenza deve essere garantita nella sezione di mezzeria dove agiscono
contemporaneamente il momento massimo Mmax= 7700 kgm e il taglio V1/2 = 3820 kg
e nelle sezioni di appoggio dove agisce solo il taglio massimo Vmax=3920 kg.
RESISTENZA a FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
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Dalla tabella di figura 8 individuiamo il profilato HEA220 con modulo resistente W=515 cm e
inerzia J=5410 cm4
Il valore del momento statico di mezza sezione per il profilo HEA 200 risulta:
Smax= 22(21/2)- (22-0.7)(21/2-1.1) = 1213-961=252 cm
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asse neutro
T max
min
Osservando i diagrammi delle tensioni normali e tangenziali si evince che il punto maggiormente
sollecitato la sezione S-S (attacco ala-anima) dove agiscono contemporaneamente le tensioni s e
s con valori elevati, anche se non massimi. I profili commerciali in queste sezioni hanno dei
raccordi di rinforzo.
Trattandosi di uno stato di tensione biassiale la verifica va condotta con il criterio di Von Mises per
il quale si determina la tensione ideale per il confronto con la tensione ammissibile:
id = 2
s + 3 s2 < adm
- larghezza ala b = 22 cm
- altezza sezione h = 21 cm
- spessore ala e = 1.1 cm
- larghezza anima a = 0.7 cm
- momento dinerzia J = 5410 cm^4
- distanza dellattacco ala-anima dallasse neutro ys = 21/2-1.1 = 9.4 cm
- momento statico dellala rispetto lasse neutro Ss = (221.1)(21/2-0.7/2)=246 cm
id = 1338 2
+ 3 248 2
= 1405 < adm = 1750
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DEFORMABILITA
I limiti di deformabilit massima ammissibile (freccia massima in mezzeria) risulta:
f max
400
La freccia massima per la trave di solaio di figura 10 si ricava per sovrapposizione tra la freccia del
carico concentrato e la freccia del carico distribuito:
8PL3 5 q L4
f max = +
384E J 384 E J
I PILASTRI
CARICHI sui PILASTRI
I pilastri centrali sorreggono le travi principali HEA220 e le travi secondarie IPE220 che
concorrono sui pilastri stessi. Il carico trasmesso ai pilastri centrali rappresentato dalle reazioni
vincolari delle travi principali HEA e delle travi secondarie IPE (area rossa di figura 11)
Pilastri HEA
controvento 1
200
400
controvento 3
HEA
HEA
HEA
200
200
Pilastri HEA
solaio
solaio
HEA
controvento 4
HEA
HEA
HEA
controvento 2
400 400 400
50
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Per controprova verifichiamo larea rossa di solaio, detta area di carico sul pilastro:
P=4x4x945=15120 kg .
La differenza di 360 kg dovuta al peso proprio delle travi non conteggiato nella controprova.
LO SCHEMA STATICO
lo schema statico del pilastro lasta compressa di figura 12 con carico P=15480 kg:
P
H=300 cm
I vincoli alle estremit sono rappresentati da cerniere. La cerniera, infatti, per le strutture costruite
con profili in acciaio, rappresenta la modalit di collegamento delle aste pi semplice e pi
economica da realizzare. In figura 12 sono indicati anche dei carrelli i rosso che raffigurano
limpedimento alla traslazione orizzontale del piano del solaio. E evidente che se il piano di solaio
potesse traslare orizzontalmente lintera struttura sarebbe labile e cadrebbe a terra. Limpedimento
alla traslazione orizzontale del piano avviene ad opera delle strutture di controvento che
analizzeremo nel paragrafo successivo.
La struttura del pilastro, cos come rappresentata dallo schema statico di figura 12, un asta
compressa da verificare al carico di punta secondo la deformazione di instabilit indicata in rosso.
Trave IPE220
Pilastro HEA220
51
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La verifica del pilastro a compressione per carico di punta eseguita secondo il metodo omega.
Per il pilastro realizzato con profilo HEA220 secondo lo schema statico di figura 12 si individuano
le seguenti grandezze geometriche:
raggio dinerzia minimo i = 5.51 cm (vedi tabella profili HEA di fig.8)
lunghezza pilastro L=300 cm
coefficiente di vincolo =1
lunghezza libera dinflessione Lo=L= 300 cm
Determiniamo la snellezza dellasta e verifichiamo che sia minore del limite massimo max=200
fissato dalla normativa per le strutture principali:
L
= o < max
i
300
= = 54 , 4 < 200
5 . 51
In funzione della snellezza =54.4 individuiamo coefficiente omega nella tabella per i profili
tipo HE riportata nel paragrafo 5.4
= 1,215
Lespressione di verifica con il metodo omega:
N
= adm
A
fornisce il seguente risultato positivo:
1 , 215 15480 daN
= = 292 adm = 1750
64 . 3 cm
I CONTROVENTI
La struttura composta da un piano orizzontale (piano di solaio) sostenuto da una maglia 4x4 di
pilastri. In assenza di controventi, la struttura labile e una forza orizzontale porterebbe al crollo
secondo il meccanismo di figura 14.
Per bloccare tale labilit e rendere la struttura resistente alle forze orizzontali si introducono i
controventi, realizzati con tipologia a croce di santAndrea mediante tiranti costituiti da piatti in
acciaio di dimensioni 4x1 cm, come rappresentato i figura15.
52
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300
La rigidezza del controvento definita come rapporto tra la trazione sul tirante e lo spostamento
orizzontale e vale:
E A 2100000 4 daN
K = = = 16800
T 500 cm
dove: T=500 cm la lunghezza del tirante
A=4 cm la sezione del tirante piatto 4x1
E=2.100.000 il modulo elastico dellacciaio
G3
400
ex=600
X
CM
ey=0 CR
controvento 4
400
G4
G2
controvento 2
400 400 400
Nella figura 16 si individua il punto CM, centro delle masse e baricentro geometrico del piano. In
questo punto si applicano le forze orizzontali di piano prodotte dal vento e dal sisma che agiscono
sulla costruzione come azioni esterne.
Inoltre, si individua il punto CR, baricentro delle rigidezze Kx per icontroventi 1 e 2 e Ky per i
controventi 3 e 4.
Nel punto CR (baricentro delle forze reattive) viene posizionato un sistema di assi cartesiani X,Y e
si ricavano le distanze in X e in Y del punto CM (baricentro delle forze attive):
ex = 600 = 6,00 m
ey = 0 m
Le distanze tra CM e CR rappresentano le eccentricit delle forze attive Fx e Fy rispetto il baricentro
delle forze reattiva.
Rispetto il sistema di assi cartesiani X,Y in CR si determinano, per ciascun controvento, le
coordinate dei baricentri e i momenti statici e i momenti dinerzia delle rigidezze. I valori sono
riportati nella tabella seguente.
53
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controvento n. 1 2 3 4 somme
Rigidezza lungo X Kx 16.800 16.800 0 0 KX = 33.600
Rigidezza lungo Y Ky 0 0 16.800 16.800 KY = 33.600
Coordinata X xG -10,00 -10,00 0 0
Coordinata Y yG +4,00 -4,00 +2,00 -2,00
Momento statico KyxG 0 0 0 0
Momento statico KxyG 67.200 -67.200 0 0
Momento dinerzia Jx,K KyxG 0 0 0 0 Jx,K =0
Momento dinerzia Jy,K KxyG 268.800 268.800 0 0 Jy,K =537.600
I momenti dinerzia delle rigidezze Jx,K e Jy,K servono per calcolare il momento dinerzia polare Jp,K
da utilizzare nellespressione generale per il calcolo delle forze sui controventi :
Le forze reattive sui singoli controventi per una forza FX diretta lungo X nel punto CM si
determinano con lespressione generale precedentemente illustrata:
K (K y i + K Y ,i x i )
Fi = F X X ,i
+ ( F X e y ) X ,i
KX J p ,K
quindi, sostituendo i valori riportati nella tabella otteniamo:
16800 67200
- controvento 1 : F 1 = F X + ( F X 0 ) = 0 .5 F X
33600 537600
16800 67200
- controvento 2 : F2 = F X + ( F X 0 ) = 0 .5F X
33600 537600
0 0
- controvento 3 : F3 = F X + ( F X 0 ) = 0
33600 537600
0 0
- controvento 4 : F4 = F X + ( F X 0 ) = 0
33600 537600
Le forze reattive sui singoli controventi per una forza FY diretta lungo Y nel punto CM si
determinano con lespressione generale:
K Y ,i (K y i + K Y ,i x i )
F i = FY + ( FY e x ) X ,i
KY J p ,K
0 67200
- controvento 1 : F 1 = F Y + ( F Y 6 ) = 0 . 75 F Y
33600 537600
0 67200
- controvento 2 : F 2 = FY + ( F Y 6 ) = 0 . 75 F Y
33600 537600
16800 0
- controvento 3 : F 3 = FY + ( F Y 6 ) = 0 .5 FY
33600 537600
1800 0
- controvento 4 : F 4 = FY + ( F Y 6 ) = 0 .5 FY
33600 537600
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IL VENTO
Lazione del vento sulle costruzioni esposta nel paragrafo 3.3 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni, D.M. 14.1.2008.
Il vento induce sulle superfici verticali delle costruzioni una pressioni secondo la relazione :
v2
p = c e c p c d
2
dove: v = velocit di riferimento del vento [m/s]
= densit dellaria 1.25 [kg/m]
ce = coefficiente di esposizione
cp = coefficiente aerodinamico di forma
cd = coefficiente dinamico
La velocit del vento (vb) viene fissata dalla normativa in funzione dellarea geografica (Zona) dove
si trova la costruzione, ma anche in funzione dellaltitudine (as) sul livello del mare del sito dove
sorge la costruzione.
Il coefficiente di esposizione (ce) dipende dallaltezza della costruzione (z) e dalla categoria di
esposizione del sito. La categoria di esposizione del sito dipende dalla distanza dal mare e dalla
classe di rugosit del terreno (Aree urbane densamente costruite, aree suburbane, aree con ostacoli
diffusi, aree prive di ostacoli, ecc).
Il coefficiente di forma (cp) per gli edifici a pianta rettangolare con copertura piana vale cp1=+0.8
sulla superficie esposta sopravento e cp2= - 0.4 per la superficie sottovento.
VENTO
300
Y
150
X
FX
150
600
0
80
1200
Per il nostro esempio consideriamo un edificio posizionato a Venezia per il quale si determina la
seguente azione del vento:
EDIFICIO SITO IN COMUNE DI VENEZIA
CARATTERIZZAZIONE DEL SITO: ZONA 1- Veneto -altitudine < 1000 m.
PARAMETRI ao = 1.000 m
velocit di riferimento del vento vb,o= 25 m/s
ka= 0,010 1/s
pressione cinetica di riferimento qb= 391 N/m
CLASSE DI RUGOSITA' classe A
CATEGORIA DI ESPOSIZIONE Categoria di esposizione : IV k r= 0,22
zo= 0,30 m
zmin= 8 m
COEFFICIENTI DI ESPOSIZIONE coefficiente topografico ct= 1,000
ce(zmin)= 1,6342
altezza massima della struttura z= 6,0 m
ce(z)= 1,634
COEFFICIENTI DI FORMA sopravento cp1= 0,800
sottovento cp2= -0,400
COEFFICIENTI DINAMICO coefficiente dinamico cd= 1,000
PRESSIONI DEL VENTO pressione a quota z = 6 q( 6 )= 51,1 daN/m
depressione a quota z = 6 q( 6 )= -25,5 daN/m
55
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Si possono ora determinare le forze orizzontali prodotte dal vento e le forze ripartite sui controventi:
in direzione X:
forza del vento Fx = (51.1+25.5)(4.50x8) = 2758 daN
controvento 1 F1 = 0.5Fx = 1379 daN
controvento 2 F2 = 0.5Fx = 1379 daN
controvento 3 F3 = 0Fx = 0
controvento 4 F4 = 0Fx = 0
in direzione Y:
forza del vento Fy= (51.1+25.5)(4.50x12) = 4136 daN
controvento 1 F1 = 0.75Fy = 3102 daN
controvento 2 F2 = - 0.75Fy = - 3102 daN
controvento 3 F3 = 0.5Fy = 2068 daN
controvento 4 F4 = 0.5Fy = 2068 daN
400
Fig.18. il funzionamento del controvento
La massima forza orizzontale applicata al controvento per effetto del vento risulta F=3102 daN,
quindi, la trazione massima sul tirante in acciaio risulta:
FT = FT/L = 31025/4 = 3877 daN
Per la verifica a trazione del tirante risulta positiva:
T 3877
max = = = 969 1750 = adm
A 4
La forza F orizzontale sul controvento crea anche una forza di compressione sul pilastro:
N=FH/L = 31023/4 = 2326 daN
Tale compressione si somma, per la verifica del Pilastro, alla compressione prodotta dai carichi
verticali.
IL SISMA
Lazione del sisma sulle costruzioni esposta nel capitolo 7 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni, D.M. 14.1.2008.
Per il nostro esercizio facciamo riferimento allanalisi lineare statica per la quale la forza dinerzia
indotta dal sisma assimilata ad una forza equivalente statica. La forza statica una accelerazione
per una massa, quindi, definendo con Sd laccelerazione orizzontale imposta alla struttura dal sisma
e con W/g la massa del carico W, possiamo scrivere :
F = accelerazione x massa = Sd W / g
56
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Laccelerazione Sd viene determinata in funzione della zonizzazione sismica, della categoria del
sottosuolo, delle condizioni topografiche, della tipologia della struttura, della risposta elastica della
struttura per le azioni orizzontali, della classe duso della costruzione.
Per il nostro edificio che si trova in comune di Venezia, con grado si sismicit molto basso,
possiamo in prima approssimazione utilizzare unaccelerazione di risposta Sd = 0.04 g.
I pesi da considerare per valutare la massa della forza inerziale sono il 100% dei pesi permanenti
della struttura e una quota del 30 % dei carichi di esercizio accidentali, inoltre bisogna aggiungere
anche il peso proprio delle travi in acciaio che possiamo quantificare nel 10% del carico
permanente:
Carico permanente 645x100% = 645 kg/m
Carico di esercizio 300x30% = 90 kg/m
Peso proprio travi 645x10% = 65 kg/m
Carico per leffetto sismico = 800 kg/m
W = 800x12x8 = 76.800 kg
La forza statica orizzontale da applicare al baricentro delle masse CM per simulare la forza inerziale
sismica risulta:
F = Sd W / g = 0.0476.800 = 3072 daN
Si possono ora determinare le forze orizzontali prodotte dal sisma e le forze ripartite sui
controventi:
in direzione X:
forza del sisma Fx = 3072 daN
controvento 1 F1 = 0.5Fx = 1536 daN
controvento 2 F2 = 0.5Fx = 1536 daN
controvento 3 F3 = 0Fx = 0
controvento 4 F4 = 0Fx = 0
in direzione Y:
forza del sisma Fy = 3072 daN
controvento 1 F1 = 0.75Fy = 2304 daN
controvento 2 F2 = - 0.75Fy = - 2304 daN
controvento 3 F3 = 0.5Fy = 1536 daN
controvento 4 F4 = 0.5Fy = 1536 daN
57
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Si sceglie di costruire la copertura con strutture in acciaio come riportato in figura. In particolare la
struttura della copertura realizzata con due travi reticolari principali (rosse) sostenute dai pilastri,
tali travi principali sono collegate e sostengono le travi secondarie (blu) di luce 12 metri. Le travi
reticolari secondarie sostengono le travi (verdi) di piano (arcarecci) poste ad interasse 3 metri. Il
solaio di copertura appoggiato a questi arcarecci ed realizzato con lamiera grecata e
calcestruzzo. Laltezza di 300 cm delle travi reticolari e il passo di 300 cm dei nodi delle travi
reticolari sono scelte iniziali dettate dalla modularit del disegno.
Il compito del progetto quello di verificare queste scelte iniziali e di modificarle in funzione
delle necessit strutturali che incontreremo.
Per i carichi accidentali da neve si ipotizza che ledificio sia situato in provincia di Venezia, quindi
il carico neve sulla copertura quello previsto dalla normativa per la Zona II :
58
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Si tratta di una trave appoggiata con uno sbalzo per la quale il diagramma complessivo di momento
del tipo riportato in figura 3:
C
A B
fig.3 andamento del diagramma di momento per la trave principale
59
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fig.4 carico della porzione di solaio trasmessa dalla reticolare secondaria alla reticolare principale
Possiamo ora rappresentare in figura 5 la reticolare principale con i carichi assegnati. Per facilitare
la lettura dello schema statico sono stati numerati tutti i nodi (numeri neri da 1 a 26) e sono state
numerate tutte le aste (numeri magenta da 1 a 49).
25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
PROGETTO E VERIFICA
Per dimensionare e verificare la struttura reticolare devono essere soddisfatte le tre condizioni base:
EQUILIBRIO, RESISTENZA e DEFORMABILITA.
EQUILIBRIO
Nel nostro caso lEQUILIBRIO garantito dallo schema statico di fig.5 che altro non che una
trave appoggiata con uno sbalzo, isostatica ed equilibrata. Per questa trave si possono facilmente
determinare le reazioni agli appoggi e il diagramma di momento con semplici condizioni di
equilibrio delle forze attive (carichi) e passive (reazioni).
La reazione in A si determina con lequilibrio delle forze in B:
RA = (+666012+133206-133206-1332012-1332018-666024) / 24 = - 19980 kg
La reazione in B si pu determinare con lequilibrio verticale
RB = (-6660-133205-6660)+19980 = - 59940 kg
Ovviamente il carico sul pilastro B molto maggiore al carico sul pilastro A e di ci si dovr tener
conto nel dimensionamento dei pilastri.
Anche il diagramma di momento, il cui andamento riportato in figura 3, facilmente individuabile
con semplici valutazioni di equilibrio:
Momento nella sezione definita dai nodi 26-13:
M= 0 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 24-11 con lequilibrio da destra:
M= -66606= -39960 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 22-9 con lequilibrio da destra:
M= -666012-133206= -159840 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 20-7 con lequilibrio da destra :
M= -666018-1332012+(59940-13320)6= 0 kgm
oppure facendo lequilibri da sinistra:
60
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M=(19980-6660)18-1332012-133206 = 0 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 18-5 con lequilibrio da destra :
M= -666024-1332018+(59940-13320)12-133206= +79920 kgm
oppure facendo lequilibri da sinistra:
M=(19980-6660)12-133206 = +79920 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 16-5 con lequilibrio da sinistra:
M=(19980-6660)6 = +79920 kgm
Momento nella sezione di appoggio definita dai nodi 14-1:
M= 0 kgm
25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12
A B
M=159840
M=79920
M=99900
M=0
M=79920
M=79920
M=39960
A
R=19980 R=59940
V=19980
V=13320
V=0 V=6660
A B
R=19980 V=-13320 R=59940
V=-26640
E facile con il diagramma di momento individuare le aste tese e quelle compresse: se il momento
negativo le aste tese sono sopra e quelle compresse sotto, se il momento positivo le aste tese sono
sotto mentre le compresse sono sopra. Nella figura 6 le aste tese della reticolare sono colorate in
rosso, mentre le aste compresse sono colorate in blu.
61
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Il calcolo degli sforzi delle aste di una struttura reticolare pu essere condotto utilizzando diversi
metodi grafici o analitici che sono di seguito elencati:
- metodo dei poligoni di equilibrio ai nodi (grafico)
- metodo dellequilibrio dei nodi (analitico)
- metodo dei diagrammi reciproci o cremoniani (grafico)
- metodo di Ritter o metodo delle sezioni (analitico)
- metodo di Culmann (grafico)
Tra questi utilizziamo il METODO di RITTER e come esempio proviamo a calcolare lo sforzo
dellasta 2 della reticolare di figura 6. Per prima cosa individuiamo una linea di sezione S che
divida la reticolare in due parti tagliando tre aste della reticolare (asta 14,28 e 2). Consideriamo ora
solo la parte di sinistra rappresentata nella figura 8.
S
P X F14
F2
8
F2
RA
Questa parte di struttura in equilibrio, cio, tutte le forze applicate ad essa sono un sistema di forze
equilibrato. Le forze in gioco sono: le forze blu che conosciamo (P=6660 kg , RA=19980 kg), e le
forze rosse incognite (F14, F28 e F2) che rappresentano gli sforzi nelle aste individuate dalla sezione
S. Poich le forze blu e rosse, assieme, sono un sistema equilibrato per esse vale la legge
dellequilibrio rispetto qualsiasi punto del piano.
Se facciamo lequilibrio rispetto il punto X (incontro delle rette dazione delle due forze incognite
F14 e F28) possibile trovare la terza forza incognita F2. Lespressione dellequilibrio in X risulta:
RA3-P3-F23+F140+F280 = 0
dove 3 la distanza in metri delle forze dal punto X, e sostituendo i valori delle forze note si
ottiene: 19980300-6600300 = F23
39960 = F23
F2= 13320 kg
62
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E interessante notare che nella equazione di equilibrio il numero 39960 rappresenta il momento di
tutte le forze a sinistra di X ed , quindi, individuabile anche dal diagramma di momento di figura 6,
perci, lo sforzo F2 determinato anche da MX/3 = 39960/3 = 13320 kg.
Se vogliamo invece calcolare lo sforzo dellasta F28 sar sufficiente fare lequilibrio rispetto il punto
dincontro delle rette dazione delle forze F14 e F2. Le forze sono parallele e il loro punto dincontro
allinfinito quindi lequilibrio rispetto tale punto lequilibrio verticale delle forze:
RA-P F28cos = 0
dove =45 e cos=0.707 e sostituendo: 19980-6660=F280,707
quindi: F28=18840 kg
Lo sforzo F14 dellasta 14 pu essere determinato mediante unaltra sezione di Ritter oppure
facendo lequilibrio orizzontale della componente della forza F28 e della forza F2 :
F14 + F28sen +F2 = 0
da cui si ricava: F14= -188400,707-13320 = -26640 kg
Il segno negativo indica semplicemente che il verso della forza F14 indicato in figura 8 opposto,
cio la forza F14 comprime lasta.
Analogamente con la sezione S1 di figura 6 possiamo trovare la componente verticale dello sforzo
sullasta n.42 che uguale al taglio V=19980 kg, quindi lo sforzo sullasta 42 risulta:
N42 = 19980 / sen(45) = 19980/0.707 = 28260 kg
63
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RICAPITOLANDO
Dai diagrammi di momento e taglio riportati nelle figure 6 e 7 facile individuare le aste
maggiormente sollecitate a compressione e a trazione e determinare gli sforzi con semplici
considerazioni di equilibrio. In particolare abbiamo determinato le seguenti massime sollecitazioni
nelle aste:
Corrente orizzontale superiore asta n. 21 : N21 = 33300 kg (trazione)
Corrente orizzontale inferiore aste n.8 e 9 : N8= N9 = 53280 kg (compressione)
Aste diagonali di parete asta n.40: N40 = 37680 kg (trazione)
Aste verticali di parete asta n.39: N39 = 26640 kg (compressione)
Asta verticale allappoggio asta n.41: N41 = 59940 kg (compressione)
RESISTENZA
Il passo successivo del progetto riguarda il dimensionamento resistente della struttura cio riguarda
lindividuazione delle sezioni resistenti delle singole aste a partire dalle sollecitazioni (forze di
compressione o trazione) precedentemente individuate.
Una prima ipotesi di dimensionamento semplificato pu essere quella di utilizzare per tutte le aste
della struttura reticolare, siano esse tese o compresse, lo stesso profilo. In questo caso si dovr
determinare la sezione del profilo per sopportare la condizione pi gravosa rappresentata dallasta
maggiormente compressa.
Nel nostro caso lasta maggiormente compressa la n. 41 con uno sforzo di compressione N=59940
kg e una lunghezza di 300 cm. In sintonia con quanto detto nella prima parte del presente scritto si
dovr scegliere la sezione rispettando il limite della snellezza posto dalla normativa :
< 200
Utilizziamo per le aste dei profilati metallici cavi di sezione quadrata, possiamo individuare il
raggio dinerzia imin minimo necessario sapendo che:
lo
= < 200
i
e quindi, poich la lunghezza libera di inflessione vale lo=300 cm, si ottiene:
imin= 300/200 = 1.5 cm
Inoltre la sezione dovr essere verificata a compressione cio dovr rispettare la relazione di
verifica di pagina 10 :
N
= = adm
cr
A
dove: N=59940 kg sforzo di compressione
A= area del profilo da trovare
adm = 1750 kg/cm tensione ammissibile dellacciaio S275
w = coefficiente che dipende dalla sezione scelta
64
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poich non conosciamo larea del profilo A non possiamo trovare w e quindi dobbiamo procedere
per tentativi con laiuto delle tabelle dei profilati quadrati cavi (vedi fig.9).
65
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DEFORMABILITA
Per concludere il progetto dobbiamo verificare la deformabilit della nostra struttura secondo i
limiti fissati dalla normativa.
La deformata della nostra struttura sar del tipo riportato in figura 10, dove probabilmente la
massima deformazione (abbassamento) fC si verificher in corrispondenza allo sbalzo C.
Per la deformazione degli sbalzi la normativa stabilisce che la lunghezza L deve essere pari a 2
volte la lunghezza dello sbalzo, quindi nel nostro caso, trattandosi di copertura avremo come limite
della freccia in C:
fmax = 2L2 /200 = 21200/200 = 12 cm
C
A B
Per una struttura reticolare con un numero di aste cos elevato, il calcolo della freccia massima in C
rappresenta un ostacolo numerico non tanto per la complicazione del calcolo ma sicuramente per la
lunghezza. La soluzione pu essere ricercata utilizzando ad esempio il Principio dei Lavori Virtuali
che fa riferimento ad un sistema di forze e tensioni virtuali EQUILIBRATO e un sistema di
spostamenti e deformazioni CONGRUENTE. Rimandiamo per la soluzione alla bibliografia
specifica.
Il calcolo della freccia massima nel vertice C (nodo 13) di figura 10 risulta:
Riducendo laltezza della capriata otteniamo ancora per il punto C una deformata compatibile, ma
troviamo anche degli sforzi sulle aste molto maggiori.
In particolare lasta maggiormente compressa, questa volta risulta lasta 8 e 9, ha un carico di
compressione:
N8,9 =M/H = 159840/1,5= 106.500 kg
66
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
Per ottenere una verifica positiva dobbiamo utilizzare un profilo tipo 200x200x10:
A = 71.62 cm J=4154 cm4 i=7.62 > 1.5
=300/7.62=39.4 w = 1.07
= N/A = 1.07106500/71.62 = 1591 < 1750 kg/cm
CONCLUSIONI
Per progettare la trave reticolare abbiamo provato due soluzioni diverse tra le infinite possibili.
Entrambe le reticolari dimensionate sono riportate in figura 11.
La prima, con altezza 300 cm, realizzata con profili 140x140x10 e nel punto C ha una
deformazione massima di 3.56 cm.
La seconda di altezza 150 cm realizzata con profili 200x200x10 e nel punto C ha una
deformazione massima di 10.53 cm.
La prima pesa complessivamente Q=37.38 x(36+36+13x3+12x4.23)= 6030 kg
La seconda pesa complessivamente Q=56.22x(36+36+13x1.5+12x3.35)=7404 kg
La seconda struttura avr un costo di costruzione superiore di circa il 20% della prima.
Entrambi i progetti sono validi poich non esiste un progetto strutturale migliore o peggiore in
assoluto, il progetto migliore semplicemente quello che meglio risponde alle necessit
architettoniche, economiche, costruttive e impiantistiche dellopera.
67
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
Per determinare la resistenza del legno di progetto necessario apportare alle resistenze di tabella
alcune correzioni. Secondo la relazione:
f k k mod
fd =
m
dove: fd la resistenza ultima di progetto
fk la resistenza di prova di laboratorio riportata in tabella
kmod un coefficiente correttivo che tiene conto della durata del carico e dellumidit
m il coefficiente parziale di sicurezza del materiale che per il legno vale 1.5
Il legno pu essere utilizzato in ambienti diversi per umidit e temperatura che definiscono tre classi
di servizio:
Classe di servizio 1 : umidit relativa dellaria non superiore al 65% alla temperatura di 20, se non
per poche settimane allanno.
Classe di servizio 2 : umidit relativa dellaria non superiore al 85% alla temperatura di 20, se non
per poche settimane allanno.
Classe di servizio 3 : umidit pi elevate
La resistenza del legno quindi legata allambiente in cui si trova e alla durata del carico. In
particolare il coeff. kmod correttivo della resistenza viene fornito dalla seguente tabella:
68
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
Se una condizione di carico comprende azioni appartenenti a differenti classi di durata del carico si
dovr utilizzare il valore di kmod che corrisponde allazione di minor durata.
Per determinare la resistenza del legno in campo elastico, cio la tensione ammissibile da utilizzare
nel modello di verifica, bisogner dividere il valore fd per il coefficiente di sicurezza =1.50
fd
=
Per il calcolo delle deformazioni in campo elastico si dovr utilizzare il Modulo elastico che risulta
dalla seguente relazione:
E medio
E elastico =
1 + k dev
Nella tabella seguente si riportano le tensioni ammissibili e il modulo elastico per il legno con
classe di servizio 1 e carico breve kmod=0.9, kdev=0.6 :
Classe di m t c
resistenza Eelastico flessione taglio trazione compressione
C18 56.250 72 8 44 72 kg/cm
C20 59.370 80 8.8 48 76 kg/cm
C22 62.500 88 9.6 52 80 kg/cm
C24 68.750 96 10 56 84 kg/cm
C27 71.875 108 11.2 64 88 kg/cm
C30 75.000 120 12 72 92 kg/cm
C35 81.250 140 13.6 84 100 kg/cm
C40 87.500 160 15.2 96 104 kg/cm
69
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7.1 FLESSIONE
La flessione la sollecitazione che si ritrova principalmente nelle strutture orizzontali a trave.
In una sezione della struttura le tensioni sono definite dalla nota espressione di Navier:
M y
=
J
dove: M il momento flettente
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione rispetto lasse baricentrico
Per la verifica della sezione bisogna far riferimento alla tensione massima che fornita dalla
seguente relazione:
M y MAX M
max = =
min J W
dove W=J/ymax il modulo resistente della sezione che, per una sezione rettangolare di dimensioni
bh, vale W= bh/6
VERIFICA A FLESSIONE
La verifica a flessione di una trave viene fatta quando si conosce il momento massimo lungo la
trave Mmax e la sezione della trave con il suo modulo resistente W. La verifica positiva quando:
M max
max = m
W
la tensione massima max minore della tensione ammissibile a flessione m del legno.
Per le strutture inflesse necessario eseguire anche la verifica della deformazione massima secondo
la relazione:
max<
Per la valutazione della deformazione max si deve utilizzare il modulo elastico Eelastico della tabella
precedente. Per i limiti di deformabilit si possono utilizzare i valori gi riportati nella tabella a
pagina 3.
PROGETTO A FLESSIONE
Il progetto a flessione di una trave viene fatto quando si conosce il momento massimo ma non si
conosce la sezione della trave. Per trovare la sezione della trave necessario utilizzare la formula
di progetto nel seguente modo:
Mmax
Wmin
m
2
per le travi in legno rettangolari il modulo resistente W=bh /6, quindi si potranno scegliere le
dimensioni b e h della trave per garantire il valore di Wmin .
70
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7.2 TRAZIONE
La trazione la sollecitazione che si ritrova per esempio nelle aste tese delle capriate.
VERIFICA A TRAZIONE
La verifica a trazione per un tirante viene fatta quando si conosce lo sforzo normale di trazione e la
sezione A del tirante stesso. La verifica positiva quando:
N
max = t
A
la tensione massima max minore della tensione ammissibile t a trazione del legno.
PROGETTO A TRAZIONE
Il progetto a trazione viene fatto quando si conosce o sforzo normale di trazione ma non si conosce
la sezione della tirante. Per trovare la sezione del tirante necessario utilizzare la formula di
progetto nel seguente modo:
N
A
t
Trovata l'area A minima necessaria si scelgono le dimensioni b e h dellelemento in legno a
trazione.
7.3 COMPRESSIONE
La compressione la sollecitazione che si ritrova nei puntoni (aste compresse) delle capriate.
Raramente si utilizza il legno per realizzare pilastri.
La verifica a compressione potrebbe essere condotta come quella a trazione ma per la compressione
c' il pericolo che l'asta ceda per instabilit elastica (fenomeno chiamato anche carico di punta).
71
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Il valore 1/kcr corrisponde al valore w delle strutture in acciaio e anche tale valore dipende dalla
snellezza dellelemento compresso. La snellezza dell'asta definita dalle caratteristiche
geometriche dell'asta stessa secondo la seguente espressione gi vista per lacciaio:
Lo
=
i
dove: Lo la lunghezza libera dinflessione che dipende dalle condizioni di vincolo
i il raggio dinerzia che per la sezione rettangolare bh vale:
h
i =
12
I valori del coefficiente kcr sono riportati nella tabella seguente in funzione della classe di resistenza
del legno e in funzione della snellezza della struttura. Per i problemi di instabilit nella
valutazione del kcr si utilizza il modulo elastico caratteristico E0,0.5. Per le snellezze non evidenziate
si possono interpolare i valori di tabella.
72
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7.4 TAGLIO
Per il legno le sollecitazioni tangenziali prodotte dal taglio sono valutate secondo la teoria di
Jourawski mediante lespressione:
T S
=
J b
dove: T lo sforzo di taglio
S il momento statico della parte di sezione confinata
J il momento dinerzia baricentrico della sezione
b la larghezza della sezione confinata
Per le strutture in legno di sezione rettangolare con altezza h e larghezza b, il valore della tensione
tangenziale massimo, in corrispondenza allasse baricentrico, risulta:
3 T
max =
2 b h
La verifica a Taglio quindi rappresentata dalla seguente espressione:
max
dove: max la tensione tangenziale massima sulla sezione
la tensione ammissibile per il legno riportate nelle tabelle precedenti.
73
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8. La MURATURA
8. 1 CARATTERISTICHE DELLA MURATURA
Le murature portanti sono realizzate con elementi squadrati in pietra o elementi artificiali pieni o
semipieni, confezionati con malte di diversa resistenza. Si tratta quindi di un materiale non
omogeneo costituito da due componenti.
Per le malte si possono individuare le seguenti classi di resistenza:
La resistenza a compressione fk della muratura quindi determinata dal tipo di malta utilizzata in
funzione della resistenza a compressione dellelemento utilizzato fbk .
Nella tabella seguente si riportano le resistenze delle murature realizzate con elementi artificiali
pieni e semipieni e con elementi in pietra squadrata:
La resistenza al Taglio per le murature riportata nella tabella seguente in funzione della tipologia
utilizzata. Tale resistenza valutata in assenza di carico verticale.
La presenza di un carico verticale sulla muratura modifica e incrementa la resistenza a taglio della
muratura stessa, secondo la relazione:
fvk = fvko + 0.4 n
74
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Il Modulo elastico normale E e il modulo elastico tangenziale G per la muratura possono essere
dedotti dalle seguenti relazioni utilizzando la resistenza a compressione fk :
E=1000fk
G=0.4E
Per determinare le resistenze della muratura di progetto necessario introdurre il coefficiente di
sicurezza del materiale m e le resistenze di progetto risultano:
per la compressione fd=fk/m
per il taglio fvd=fvk/m
dove il coefficiente di sicurezza per la muratura vale m= 3.33
Per determinare le tensioni limite in campo elastico dette anche tensioni ammissibili si dovranno
dividere le resistenze di progetto per il coefficiente di sicurezza del modello di calcolo adottato
=1.5 .
Per le verifiche delle murature, secondo il modello delle tensioni ammissibili, le tensioni limite in
campo elastico da utilizzare risultano definite dal coefficiente di sicurezza complessivo
m= 3.331.5= 5 :
per la compressione = fk/5
per il taglio o = fvko /5
possiamo quindi riportare le seguenti tabelle delle tensioni ammissibili:
75
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8.2 COMPRESSIONE
La muratura un materiale che non resiste a trazione quindi, in caso di eccentricit trasversale del
carico, la sezione reagir solo a compressione e avremo, per una sezione di spessore t e larghezza
a le seguenti situazioni:
N N N
N max max
asse neutro
asse neutro
N N N
carico interno al nocciolo centrale dinerzia (terzo medio per le sezioni rettangolari):
eccentricit trasversale 0<e<t/6
la sezione tutta compressa
tensione massima max = N/A + Ne/W
tensione minima min = N/A-Ne/W
dove il modulo resistente W=at/6
76
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1) eccentricit dei carichi verticali es dovuta alla reazione di appoggio dei solai o ai carichi
superiori
2) eccentricit di esecuzione del muro ea che deve essere assunta pari a h/200 (cm)
3) eccentricit dovuta al vento in direzione normale al piano della muratura ev=Mv/N
mt=6e/t
dove: e leccentricit trasversale del carico N
t lo spessore del muro
Per la verifica al ribaltamento del muro dovr sempre risultare uneccentricit trasversale
complessiva minore di 0.33 dello spessore del muro che equivale a :
mt < 2
VERIFICA ALLINSTABILITA DEL MURO
Per verificare il muro contro la possibilit di instabilit elastiche per leccessiva snellezza della
muratura si dovr verificare che :
h/t 12
dove: h/t la snellezza convenzionale del muro
h laltezza interpiano del muro
t lo spessore del muro
12 il limite accettabile
Quando le due verifiche sopra riportate risultano positive possibile verificare la resistenza a
compressione per la muratura secondo lespressione:
N
=
t A
77
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7
10
8
Fy
3 G
R Fx
6
9
1 2
Nella figura riportato lo schema delle murature che sostengono un solaio di dimensioni 9x6 metri.
La forza F rappresenta la forza sismica orizzontale proporzionale alla massa del piano e quindi si
pu considerarla concentrata nel baricentro geometrico del piano G (450,300) e orientata una volta
lungo X (Fx) e una volta lungo Y (Fy).
La forza F viene ripartita in forze orizzontali taglianti sulle pareti che sostengono il piano. Perch
ci avvenga essenziale che il solaio sia rigido sul suo piano. Il sistema reattivo di forze orizzontali
applicate ai setti murari ha come centro di applicazione il Centro delle Rigidezze R (nellesempio in
figura le coordinate sono R(398, 297). Per Sistemi murari non perfettamente simmetrici il Centro
delle Rigidezze R non coincide con il Baricentro delle Masse G, quindi oltre alla traslazione rigida
del piano si genera anche una rotazione aumentando le forze reattive. Per limitare la rotazione del
piano e assorbire le forze sismiche orizzontali in modo pi efficace necessario che i due centri G e
R siano il pi vicino possibile.
78
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Le forze reattive sui setti murari sono ripartite in funzione della loro rigidezza che pu essere
espressa dalla seguente relazione:
h3 1.2h
K = 1/ +
12EJ GA
dove: h laltezza del setto murario
J il momento dinerzia della sezione in pianta
A larea della sezione in pianta
E il modulo elastico normale
G il modulo elastico tangenziale
Le forze su ciascun setto murario Fi , quando agisce la forza orizzontale FX , sono ricavabili dalle
seguente espressione:
Kxi FX (K y + K yi xi )
Fi = + (FX ey ) xi i
Kx JR
Le forze su ciascun setto murario Fi , quando agisce la forza verticale FY , sono ricavabili dalle
seguente espressione:
K yi FY (Kxi yi + K yi xi )
Fi = + (FY ex )
K y JR
dove: FX la componente lungo X della Forza sul piano
FY la componente lungo Y della Forza sul piano
Kxi la rigidezza del setto in esame lungo X
Kx la somma di tutte le rigidezze lungo X
Kyi la rigidezza del setto in esame lungo Y
Ky la somma di tutte le rigidezze lungo Y
xi la distanza dalla parete dal centro di rigidezza R
yi la distanza dalla parete dal centro di rigidezza R
ex , ey sono le eccentricit delle forze Fx ed Fy
JR il momento polare delle rigidezze rispetto al centro R
Il calcolo per individuare le forze Fi risulta relativamente semplice ma per eseguirlo pi facile
organizzare il calcolo con laiuto di un foglio elettronico. A titolo di esempio, nel caso di figura, per
una forza F=10.000 kg si possono ottenere i seguenti carichi taglianti su ciascun maschio murario:
Sforzi di Taglio
Maschio dovuti alla dovuti alla
murario Fy Fx
1 66 638
2 347 3.342
3 10 2.061
4 377 3.525
5 46 434
6 3.580 14
7 295 1
8 2.434 0
9 3.146 13
10 544 2
La verifica per ciascun maschio murario sar condotta per lo sforzo di Taglio assegnato, ma anche
per sforzo di compressione N e per la flessione M=Th prodotta nelle sezioni di base dalla sforzo di
taglio stesso.
79
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
N
t T
N
M
T
a
Leccentricit longitudinale del carico N dovuta alla presenza del momento M e vale
e=M/N
Il coefficiente ma definito come coefficiente di eccentricit longitudinale e vale:
ma=6e/a
dove: e leccentricit longitudinale M/N
a la lunghezza del muro
Per la verifica al ribaltamento longitudinale del muro dovr sempre risultare uneccentricit
longitudinale minore di 0.22 della lunghezza del muro che equivale a :
ma < 1.3
80
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La verifica a resistenza per eccentricit longitudinale del carico sar espressa dalla relazione:
N
=
t a A
8.5 TAGLIO
Per la verifica a Taglio nel piano orizzontale del muro la tensione tangenziale considerata
uniformemente ripartita sulla sezione reagente e per la verifica dovr essere rispettata la seguente
relazione:
T
=
A
dove: T lo sforzo di taglio sulla sezione
A la sezione totale del muro A=ta
il coefficiente di parzializzazione della sezione che tiene conto delle zone di muro
non soggette a compressione a causa del momento M=Th
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Per ledificio riportato in pianta allinizio del paragrafo possibile fare la verifica semplificata
poich sono rispettate tutte le condizioni di edificio semplice.
In particolare:
- il rapporto Lmin/Lmax= 0.67>1/3
- larea dei muri lungo X risulta Ax=54300 cm
- larea dei muri lungo Y risulta Ay=34800 cm
- larea in pianta delledificio A=9x6=36 m
- il 4% dellarea A risulta pari a 14400 cm
- larea dei muri lungo X risulta maggiore del 4% dellarea A : Ax=54300>14400
- larea dei muri lungo Y risulta maggiore del 4% dellarea A : Ay=34800>14400
- la snellezza dei muri risulta h/t=300/30=10 12.
82
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9. LE STRUTTURE IN
CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE
Il calcestruzzo armato normale (c.a.n.) un materiale non omogeneo composto da calcestruzzo e
acciaio in barre. Genericamente il calcestruzzo reagisce alle forze interne di compressione (la
piccola resistenza a trazione del calcestruzzo viene trascurata) mentre lacciaio reagisce alle forze
interne di trazione.
Lacciaio distribuito allinterno del calcestruzzo formando un gabbia con armature longitudinali e
armature chiuse trasversali dette staffe. La collaborazione dei due materiali resa possibile
dalladerenza che si realizza tra essi e che impedisce i movimenti di scorrimento. Questo
comportamento consente di mantenere lipotesi di linearit delle deformazioni formulata per le
sezioni di materiale omogeneo.
c c
staffe
M
s
s
s
n
barre longitudinali
Figura- per una sezione in c.a.n. sono riportati: il diagramma lineare delle deformazioni,
il diagramma delle tensioni e il diagramma lineare delle tensioni per la sezione ideale omogeneizzata.
Si pu quindi affermare che la deformazione della generica fibra in una sezione in c.a.n. pu
appartenere allacciaio s oppure al calcestruzzo c e vale la relazione:
=s=c .
Le tensioni relative alle deformazioni saranno invece diverse a seconda che si tratti di una fibra
di acciaio oppure di calcestruzzo e, in particolare, mantenendo lipotesi di comportamento elastico-
lineare per i due materiali, avremo:
per lacciaio s= Es
per il calcestruzzo c= Ec
Ponendo il coefficiente n uguale al rapporto dei moduli elastici dellacciaio e del calcestruzzo:
n= Es/Ec
per le fibre in acciaio possiamo scrivere la seguente relazione:
s= Es= Es c/Ec = nc
cio le tensioni su una fibra di acciaio sono n volte maggiori delle tensioni sulla stessa fibra se fosse
in calcestruzzo.
83
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
Possiamo in questo modo definire, anche per le tensioni, un legame di linearit, trasformando le
aree di acciaio dAs in aree ideali di calcestruzzo ndAs , semplicemente moltiplicandole per il
rapporto dei moduli elastici n.
Questa operazione, definita omogeneizzazione delle aree, trasforma il c.a.n. in un materiale
omogeneo per il quale la sezione diventa larea ideale reagente composta dallarea di calcestruzzo
a compressione e dallarea di acciaio a trazione, moltiplicata per il coefficiente n.
Per larea ideale reagente vale lipotesi di linearit delle tensioni e quindi valgono le relazioni delle
tensioni definite per il modello elastico lineare delle strutture di materiale omogeneo.
9.1 IL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo un conglomerato artificiale costituito da una miscela di cemento, acqua e aggregati
(sabbia e ghiaia) e con l'aggiunta, secondo le necessit, di additivi che influenzano le caratteristiche
fisiche o chimiche del conglomerato sia fresco che indurito.
Nellambito delle verifiche delle sezioni, la classificazione che pi ci interessa quella per Classi
di Resistenza riportata in tabella:
Le due resistenze in assenza di prove a confronto sono legate dalla relazione: fck= 0.83 Rck
R ck 150
per la flessione : c ,m = 60 + [daN/cm]
4
84
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Il Taglio una sollecitazione che produce due tensioni principali, rispettivamente di compressione e
di trazione. Nel c.a.n. la sollecitazione di compressione affidata al calcestruzzo mentre quella a
trazione affidata alle barre dacciaio. Per il taglio nel c.a.n. sono previste per il calcestruzzo due
tensioni ammissibili di riferimento:
R ck 150
co = 4 + [daN/cm]
75
R 150
c1 = 14 + ck [daN/cm]
35
dove:
co rappresenta il limite superiore per cui non necessario una specifica progettazione
delle armature che sopportano la componente a trazione del taglio.
c1 rappresenta il limite superiore per la componente a compressione prodotta dal taglio.
Il Modulo elastico normale istantaneo Ec per il calcestruzzo pu essere determinato dalla seguente
relazione utilizzando la resistenza a compressione Rck :
Ec =18.000 R ck [daN/cm]
85
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
il grafico individua la tensione di snervamento s ,comunemente riportata nelle norme come fyk , e
la tensione di rottura R , comunemente riportata dalla norma come ftk.
Per le strutture in c.a.n. la normativa definisce due tipi di acciai con le stesse caratteristiche di
tensione ma con diversa duttilit:
Per entrambi gli acciai, nel modello di verifica alle tensioni ammissibili, si utilizza la tensione
ammissibile limite in campo elastico:
s = 2600 [daN/cm]
Una sezione in cemento armato normale assumer un comportamento fragile o duttile a seconda
della quantit di acciaio presente in rapporto alle dimensioni della sezione in calcestruzzo. In
particolare per le sezioni sollecitate a flessione, lincremento dellacciaio teso provoca una perdita
di duttilit. Infatti, le sezioni in c.a.n. fortemente armate raggiungono la rottura per cedimento del
calcestruzzo e quindi in modo fragile, mentre, sezioni in c.a.n. poco armate raggiungono la rottura
per superamento della fase elastica dellacciaio e quindi in modo duttile.
La duttilit viene penalizzata anche dalla presenza di sollecitazioni a compressione che impegnano
principalmente il calcestruzzo e, per pilastri soggetti a presso-flessione, il controllo della duttilit
assume particolare importanza.
Ogni progettazione di strutture in c.a.n. dovr privilegiare le dimensioni del calcestruzzo piuttosto
che lincremento delle armature in acciaio. Per consentire sufficienti riserve di duttilit alle strutture
perci preferibile progettare strutture con spessori maggiori e minor quantit di acciaio, piuttosto
che strutture sottili con elevate quantit di acciaio. Un predimensionamento eseguito con il metodo
delle tensioni ammissibili per le strutture in c.a.n. deve assolutamente essere controllato con il
metodo agli stati limite al fine di non realizzare strutture fragili.
86
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
9.4 FLESSIONE
Per il c.a.n. la relazione di Navier, per trovare le tensioni normali a flessione, ancora valida
nellipotesi di operare con larea ideale reagente:
M y
=
J id
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico della sezione ideale reagente
Jid il momento d'inerzia della sezione ideale reagente
n s
c,max Fc
asse neutro
M
n s
s n Fs
Nella sezione di figura sono rappresentati: il diagramma delle deformazioni , il diagramma delle
tensioni , la risultante delle compressioni Fc e delle trazioni Fs e il braccio di leva interno z.
Per determinare la posizione dellasse baricentrico o asse neutro sufficiente scrivere la condizione
di annullamento del momento statico per la sezione ideale reagente:
( ) ( )
2
b y
+ n A 's y d n As h y = 0
2
Si tratta di una banale equazione di secondo grado con incognita y e quindi di facile soluzione.
Trovato lasse neutro possiamo determinare le tensioni massima del calcestruzzo con la relazione di
Navier applicata alla sezione ideale reagente:
87
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012
M y
c . max =
J id
dove Jid il momento dinerzia baricentrico della sezione ideale reagente e vale:
b y 3
J id = + n A ' s ( y d ) 2 + n A s ( h y ) 2
3
Per determinare la tensione sulle barre dacciaio si pu ancora utilizzare lespressione di Navier:
M ys
s = n c = n
J id
dove y s = ( h y ) la distanza delle armature dallasse neutro.
VERIFICA A FLESSIONE
La verifica di una trave soggetta a flessione viene fatta quando si conosce il momento massimo
lungo la trave Mmax , la sezione in calcestruzzo e le aree delle armature tese e compresse.
La verifica positiva quando la tensione massima a compressione nel calcestruzzo c,max minore
della tensione ammissibile c,m del calcestruzzo e quando la tensione sullacciaio s minore della
tensione ammissibile per lacciaio:
c, max c.m
s s
PROGETTO A FLESSIONE
Il progetto a flessione di una sezione in c.a.n. riguarda le dimensioni della sezione in calcestruzzo e
il dimensionamento della quantit di acciaio As.
E possibile dividere le operazioni di progetto in due fasi distinte:
- dimensionamento della sezione in calcestruzzo
- dimensionamento della quantit di acciaio.
Per ipotesi di progetto poniamo la condizione che la tensione massima del calcestruzzo sia pari alla
tensione ammissibile c,amm e la tensione massima nellacciaio sia pari alla tensione s,amm .
Queste ipotesi di progetto individuano laltezza della sezione detta altezza normale: altezza della
sezione soggetta a flessione per la quale le tensioni massime a compressione nel calcestruzzo e a
trazione nellacciaio equivalgono ai valori ammissibili di progetto (c,amm; s,amm).
La sezione in c.a.n. potr avere anche sezioni con altezza minore di quella normale, ma ci non
permette di sfruttare larmatura al massimo. La tensione massima nellacciaio risulter inferiore alla
tensione di progetto per contenere la tensione massima nel calcestruzzo entro il valore di progetto.
Altezze inferiori allaltezza normale rendono la sezione meno duttile. Se si progetta una sezione
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con altezza molto minori dellaltezza normale si creano situazioni di fragilit non compatibili con il
progetto delle sezioni in c.a.n.
c,amm Fc
asse neutro
s
s,amm n Fs
Fig. - ricerca dellaltezza normale della sezione
Per individuare laltezza normale, per una sezione soggetta a Flessione, nel caso in cui ci sia
larmatura As solo sul lato teso (armatura compressa As=0), il diagramma delle tensioni
univocamente determinato. Geometricamente, dal diagramma di figura, si pu individuare la
distanza y dellasse neutro dal bordo compresso:
n c,amm n c,amm
y= h ponendo s = si ottiene y = sh
n c,amm + s ,amm n c,amm + s,amm
c,amm y y
Fc z = b(h ) = M
2 3
In questa equazione, in fase di progetto, sono noti il momento M , le tensioni ammissibili di
progetto del calcestruzzo e dellacciaio e anche la posizione dellasse neutro y ( che funzione del
parametro s e dellaltezza utile h).
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Il termine sinistro dellespressione formato solo dalle tensioni ammissibili poste a base del
progetto, mentre il termine destro contiene la sollecitazione M e i due lati (h e b) della sezione in
c.a.n. da progettare.
Ponendo:
6
r=
c,amms(3 s)
definiamo il coefficiente r come coefficiente per il progetto della sezione normale e lespressione
sopra scritta diventa la formula di progetto a flessione:
h
r =
M
b
Ad esempio:
per n=15, c,amm=97.5 e s,amm=2600 si ottengono i seguenti valori (vedi tabella successiva) :
s =0.360 ; r =0.254
Il valore del parametro r permette il progetto della sezione in c.a.n.. La formula di progetto a
flessione contiene due incognite, laltezza utile h e la larghezza b della sezione, si potr quindi
fissare una delle due dimensioni per trovare laltra.
Il coefficiente di progetto r pu essere calcolato per diverse tipologie di armatura e per diverse
classi di calcestruzzo. Per tipologia di armatura si intende il rapporto tra la quantit di armatura in
compressione As e la quantit di armatura in trazione As.
Nella tabella si riportano i valori di r per le classi di calcestruzzo C20/25, C25/30, C30/37, con
tensione ammissibile dellacciaio s,amm=2600 e con vari rapporti tra larmatura tesa As e larmatura
conpressa As:
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Scelto il valore del coefficiente r, in funzione della classe di calcestruzzo e della tipologia di
armatura, si potr, con la formula di progetto, determinare le dimensioni h e b della sezione.
Si evidenzia che laltezza h cos trovata rappresenta laltezza utile, cio la distanza dellarmatura
tesa dal bordo compresso, quindi, per determinare laltezza totale H della sezione di calcestruzzo
bisogner aggiungere lo spessore del copriferro d=4 cm:
H=h+d
Dopo aver determinato le dimensioni della sezione normale H=(h+d) e b della sezione in
calcestruzzo possibile trovare la quantit di acciaio teso As necessaria.
Scriviamo lequazione di equilibrio alla rotazione delle tensioni rispetto il centro di applicazione
della forza di compressione Fc, che risulta:
Fs z = M
Le aree di acciaio As sono introdotte nel calcestruzzo mediante lutilizzo di barre per le quali si
riportano le aree unitarie in funzione del diametro della barra:
Per travi a sezione rettangolare in c.a.n. la verifica a deformazione viene condotta semplicemente
rispettando i limiti dimensionali riportati in tabella.
I rapporti l/h tra la luce della trave e laltezza totale devono risultare inferiori o uguali ai valori di
cui in tabella.
Limiti per la deformazione a flessione
Schema statico trave l/h
Travi a sbalzo 7
Travi semplicemente appoggiate 20
Travi continue 26
Solette piene semplicemente appoggiate 20
Solette piene continue o incastrate 26
Solai in latero cemento 25
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9.5 TAGLIO
Dal comportamento fessurativo delle travi inflesse in c.a. si deduce che il modello resistente
formato da una struttura reticolare interna costituita da un corrente compresso, corrispondente al
calcestruzzo reagente a compressione, da un corrente teso, corrispondente all'armatura metallica
reagente a trazione e da un reticolo di aste di parete, formate da conci compressi di calcestruzzo
isolati dalle fessure a 45 e dalle armature trasversali tese ovvero dalle staffe e/o dai ferri piegati
distribuiti lungo la trave. Questa struttura reticolare rappresenta il traliccio di Morsch che individua
il modello resistente per sollecitazioni di flessione e taglio nelle travi in c.a.n.
La resistenza di una trave sollecitata a taglio collegata alla resistenza dei conci compressi in
calcestruzzo e alla resistenza delle armature tese in acciaio definite dal traliccio di Morsch.
Gli sforzi di compressione nel calcestruzzo si possono determinare a partire dalle tensioni
tangenziali prodotte dal taglio che sono valutate, per la sezione ideale reagente, secondo la teoria
di Jourawski mediante lespressione:
T S
=
J id b
dove: T lo sforzo di taglio
S il momento statico della parte di sezione confinata
Jid il momento dinerzia baricentrico della sezione ideale reagente
b la larghezza della sezione confinata
In particolare il diagramma delle tensioni tangenziali per una sezione in c.a.n. risulta:
asse neutro
max
Dal diagramma si nota che la zona di calcestruzzo che non reagisce a trazione (sotto lasse neutro)
in realt deve sopportare il massimo sforzo tangenziale e la max assume il valore:
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T
max =
0.9h b
facile determinare il valore della max se si considera che il momento dInerzia J il momento
Statico dei momenti Statici e quindi J=Sz (dove z=0.9h il braccio delle forze interne ma anche il
braccio dei momenti statici).
Le tensioni tangenziali sul piano verticale e le tensioni tangenziali reciproche sul piano orizzontale
provocano uno stato di tensione con due tensioni principali, di trazione e di compressione, su piani
inclinati di 45 in corrispondenza allasse neutro.
Le forze di compressione prodotte dal taglio sono facilmente assorbite dal calcestruzzo, ma le forze
di trazione devono essere assorbite da armature metalliche disposte nellanima della trave. Tali
armature sono rappresentate dalle staffe.
VERIFICA A TAGLIO
Per la verifica a taglio di una sezione in c.a.n. si evidenziano due condizioni, che riguardano la
tensione di trazione e la tensione di compressione prodotte dal taglio.
Nel primo caso possiamo ipotizzare che le tensioni di trazione dovute al taglio siano assorbite dal
calcestruzzo o da una quantit minima di staffe di acciaio. Questa condizione si verifica quando:
max co
dove co la tensione ammissibile a taglio e rappresenta la tensione di trazione principale
assorbibile in assenza di uno specifico progetto delle armature a taglio .
In questo caso non necessario eseguire un progetto delle armature a taglio perch le tensioni di
trazione sono sufficientemente piccole per essere assorbite dal calcestruzzo e da una quantit
minima di armature prevista dalle norme tecniche.
La normativa prevede almeno tre staffe a metro con passo minimo pari a 0.8h , al fine di
intercettare qualsiasi lesione a 45 provocata dal taglio sul calcestruzzo.
Per una trave in calcestruzzo di larghezza b , in un tratto di trave di lunghezza L1 , con taglio
massimo nel tratto pari a max , la forza di trazione Sst da affidare alle staffe risulta:
Sst = maxbL1
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L1
b
staffa
a 2 bracci
pst
MAX
L1
Solitamente le staffe hanno 2 bracci verticali che assorbono la forza prodotta dal taglio, quindi il
numero complessivo delle staffe necessarie nel tratto L1 di trave risulta:
La resistenza a taglio della trave pu essere aumentata con laumento del numero di staffe o del
diametro delle stesse (usualmente per le staffe si utilizzano diametri 8, 10 o 12 mm).
La sollecitazione di taglio produce sulla sezione in calcestruzzo armato una forza di trazione, che
assorbita dalle staffe, e una forza di compressione che assorbita dal calcestruzzo.
Il calcestruzzo in grado di assorbire la forza di compressione provocata dal taglio fino a quando la
tensione tangenziale massima raggiunge il valore c1 (valore fissato dalla normativa per le varie
classi di calcestruzzo).
Laumento delle armature al taglio, per aumentare la resistenza della sezione, pu essere fatto fino a
quando le tensioni di compressione conseguenti possono essere assorbite dal calcestruzzo.
Per verificare questa ipotesi limite di resistenza del calcestruzzo alle compressione dovute al taglio
si esegue la seguente verifica:
max c1
Se la max supera il valore c1 la sezione non ha pi riserve di resistenza ed inutile aumentare
ancora le armature, ma necessario aumentare le dimensioni della sezione di calcestruzzo.
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9.6 COMPRESSIONE
VERIFICA A COMPRESSIONE
N
c = c, c
Aid
Si determina la tensione a compressione nel calcestruzzo considerando unarea di calcestruzzo
ideale pari allarea del calcestruzzo effettiva pi n=15 volte larea dellacciaio. Questa operazione
viene detta omogeneizzazione della sezione.
La tensione ammissibile di confronto c,c fornita dalla tabella riportata nel paragrafo 9.1 in
funzione della classe di calcestruzzo utilizzata.
Per un pilastro in c.a.n. con armature verticali, soggetto ad uno sforzo normale, lo sforzo di
compressione sulle barre dacciaio elevato poich la tensione sullacciaio 15 volte superiore alla
tensione sul calcestruzzo:
s = n c = 15c
Le barre di acciaio, se non opportunamente bloccate, possono diventare instabili e uscire dalla
massa di calcestruzzo. Per evitare tale problema la normativa impone luso di staffe orizzontali che
legano le barre dacciaio. Il passo di queste staffe nei pilastri non deve essere maggiore di 15 volte
il diametro delle barre longitudinali, con un massimo di 25 centimetri.
Anche i pilastri in c.a.n. possono avere problemi di instabilit dovuti al fenomeno del carico di
punta. Quindi, come per i pilastri in acciaio, la verifica va condotta individuando prima la snellezza
del pilastro che deve risultare minore di 100:
Lo
= 100
i
dove: Lo la lunghezza libera dinflessione che dipende dalle condizioni di vincolo
i il raggio dinerzia che per la sezione rettangolare in calcestruzzo bh vale:
h
i =
12
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In funzione del valore della snellezza possibile trovare il coefficiente w che tiene conto dei
fenomeni di instabilit , come riportato in tabella:
Snellezza Coefficiente
w
50 1.00
70 1.08
85 1.32
100 1.62
N
= c ,c
A id
w
dove: Nw il carico di compressione amplificato dal coefficiente w per considerare linstabilit
Aid larea ideale della sezione pari allarea del calcestruzzo pi n volte larea di acciaio.
c ,c la tensione ammissibile a compressione per il calcestruzzo
9.7 PRESSO-FLESSIONE
Lo studio di una struttura in c.a.n. sollecitata a presso flessione, come ad esempio i pilastri in
presenza di azioni orizzontali come vento o sisma, risulta particolarmente complesso poich non
possibile utilizzare lespressione di sovrapposizione degli effetti del momento (=My/J) e dello
sforzo normale (=N/A)
Lapplicazione del principio di sovrapposizione degli effetti non applicabile poich le sezioni
ideali che reagiscono alle sollecitazioni di compressione N e di flessione M sono tra loro diverse.
Lindividuazione dellasse neutro, attraverso il legame di antipolarit con il centro di applicazione
del carico, risulta particolarmente complesso in quanto viene espresso mediante una relazione alla
terza potenza.
In queste note possiamo solo rilevare che la resistenza del pilastro soggetto a presso-flessione pu
essere aumentata incrementando la quantit di acciaio introdotta, ma tale aumento ha come limite la
resistenza a compressione del calcestruzzo e, quindi, la possibile rottura della struttura in modo
fragile. Ci risulta estremamente negativo per la sicurezza complessiva dellopera. Il modo pi
corretto di procedere risulta invece quello di aumentare la dimensione della sezione di calcestruzzo
del pilastro. Partendo perci dalla dimensione del pilastro per il carico centrato N si devono
aumentare le dimensioni della sezione in calcestruzzo per fornire al pilastro la possibilit di
assorbire eventuali flessioni M senza per questo aumentare eccessivamente le quantit di acciaio e
in modo da garantire un comportamento duttile e perci efficace e sicuro della struttura.
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INDICE
1. PREMESSA .... pag. 2
2. LA STRUTTURA pag. 3
2.1 LEQUILIBRIO pag. 3
2.2 LA RESISTENZA pag. 4
2.3 LA DEFORMABILITA . pag. 5
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