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I.U.A.V.

Corso di laurea magistrale in architettura


Architettura costruzione e conservazione

LABORATORIO INTEGRATO

MECCANICA STRUTTURALE

prof. Bruno Zan

IL PREDIMENSIONAMENTO
DELLE STRUTTURE
IN ACCIAIO
IN LEGNO
IN MURATURA
IN CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE
I.U.A.V. Prof. Bruno Zan Rev.5 novembre 2012

1. PREMESSA
Di seguito si riportano le principali notazioni per consentire agli studenti il predimensionamento,
per le sollecitazioni elementari, degli elementi strutturali in acciaio, in legno, in muratura e in
cemento armato normale. Per una pi completa trattazione si rimanda alla bibliografia specifica.

La verifica delle strutture, secondo le norme italiane ed europee, eseguita utilizzando il modello
agli Stati Limite definito dalla normativa D.M. 14.01.2008 che verifica la sicurezza e le prestazioni
di unopera in relazione agli stati limite che si possono verificare durante la vita nominale della
costruzione. Lo stato limite definito come la condizione superata la quale lopera non soddisfa pi
le esigenze per la quale stata progettata.
Le strutture, nei riguardi della stabilit, devono possedere i seguenti requisiti:
- sicurezza nei confronti di stati limite ultimi (SLU): capacit di evitare crolli, perdite di
equilibrio, dissesti gravi, totali o parziali che possano compromettere lincolumit delle
persone, ovvero mettere fuori servizio lopera;
- sicurezza nei confronti di stati limite di esercizio (SLE): capacit di garantire le prestazioni
previste per le condizioni normali di esercizio;
- sicurezza nei confronti di azioni eccezionali: capacit di evitare danni spropositati nel caso
di incendio, esplosioni, urti.
Nel modello agli Stati Limite la sicurezza della struttura viene suddivisa nei i vari aspetti che
governano il procedimento di verifica. La sicurezza della costruzione definita da coefficienti di
sicurezza parziali che interpretano le varie condizioni di carico, le diverse tensioni dei materiali, i
modelli di calcolo e di verifica utilizzati.

Per le costruzioni le verifiche finalizzate al predimensionamento delle strutture possono essere


vantaggiosamente condotte, nel campo di comportamento elastico-lineare dei materiali, mediante il
modello alle tensioni ammissibili che definito dalla normativa correlata al D.M. 14.02.1992.
Nel modello alle tensioni ammissibili la sicurezza della struttura interpretata globalmente
mediante il valore cautelativo fissato per la tensione ammissibile del materiale. Tale tensione
rappresentata, per ciascun materiale strutturale, dalla tensione massima che il materiale pu
raggiungere durante la fase dellesercizio. La tensione ammissibile sempre, per ogni materiale,
inferiore al valore di comportamento elastico lineare del materiale stesso. La sua determinazione
avviene applicando un coefficiente di sicurezza globale alla tensione di riferimento; tale coefficiente
comprensivo dei coefficienti di sicurezza per i carichi, per il materiale e per il modello di calcolo
adottato.
Secondo questo modello la struttura verificata quando per ogni sezione della struttura, soggetta ai
carichi in esercizio, la tensione massima, calcolata secondo il modello elastico-lineare, risulta
minore della tensione ammissibile.
Poich il modello alle tensioni ammissibili fa riferimento al modello elatico-lineare, esso
rappresenta un valido strumento per il predimensionamento e la prima verifica delle strutture,
lasciando per la completa verifica strutturale al metodo degli stati limite che in grado di
interpretare gli aspetti comportamentali delle strutture e di indagare in modo pi efficace i livelli di
sicurezza raggiunti. Con il modello agli stati limite lapproccio alla progettazione strutturale diventa
di tipo prestazionale e non pi prescrittivo e lanalisi del comportamento della struttura viene spinto
fino alla sua condizione ultima dimpiego indagando gli aspetti legati alla duttilit locale e
dinsieme.

Per una completa verifica del predimensionamento delle strutture inflesse necessario affiancare
alla verifica a resistenza del materiale anche la verifica della compatibilit delle deformazioni
massime in esercizio, facendo ancora riferimento al comportamento elastico-lineare dei materiali.

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2. LA STRUTTURA
La struttura lorganismo costruttivo che ha il compito di sostenere i carichi e di trasferirli a terra
attraverso i vari meccanismi di resistenza del materiale di cui composta.
Una struttura per poter essere valutata e risolta viene rappresentata dallo schema statico che
definisce la geometria generale, la geometria delle sezioni, le caratteristiche del materiale, le
condizioni di vincolo di alcuni nodi e le condizioni di carico che la struttura stessa deve sopportare.
Risolvere una struttura significa trovare per lo schema statico che la rappresenta il sistema di forze
reattive (le reazioni vincolari), landamento delle sollecitazioni in ciascuna sezione (diagrammi di
Momento, Taglio e Sforzo Normale) e le deformazioni in punti significativi (spostamenti
orizzontale e verticali, rotazioni).
La struttura nello svolgere il suo compito di sostegno dei carichi non deve deformasi
eccessivamente e deve mantenere un certo grado di sicurezza nei riguardi del crollo.
Per rispondere alle funzioni di cui sopra la struttura deve soddisfare tre condizioni base:

EQUILIBRIO
RESISTENZA
DEFORMABILITA
LEQUILIBRIO definisce la forma della struttura, il modo in cui vincolata a terra e i carichi che
essa deve sostenere, in pratica lEQUILIBRIO definito e definisce ci che comunemente viene
chiamato SCHEMA STATICO.
La RESISTENZA rappresenta la capacit della struttura, configurata secondo lequilibrio, cio
secondo lo schema statico definito, di sostenere i carichi con i diversi comportamenti virtuosi dei
materiali scelti per realizzarla. La RESISTENZA definita dai modi di resistere dei materiali alle
sollecitazioni indotte nello schema statico dai carichi da sostenere.
La DEFORMABILITA la capacit di sostenere i carichi senza eccessive deformazioni che
potrebbero rendere la struttura non utilizzabile per gli scopi e gli usi per cui stata realizzata.

2.1 L EQUILIBRIO

LEQUILIBRIO definisce la forma della struttura, il modo in cui vincolata a terra e i carichi che
deve sostenere, in pratica lEQUILIBRIO definito e definisce ci che viene dettto SCHEMA
STATICO.

La soluzione della struttura in primo luogo la soluzione dello Schema Statico, cio la
determinazione del sistema di forze passive, rappresentato dalle reazioni vincolari, che equilibria il
sistema di forze attive, rappresentato dai carichi e dalle azioni esterne agenti sulla struttura.

Nei riguardi dellequilibrio le strutture possono essere ISOSTATICHE o IPERSTATICHE, in


entrambi i casi il sistema di forze attivo equilibrato dal sistema di forze passivo.

Se la struttura ISOSTATICA il sistema di forze passivo viene definito dalle sole condizioni di
equilibrio con il sistema di forze attivo, se invece, la struttura IPERSTATICA la determinazione
del sistema di forze passivo avviene anche con le condizioni di congruenza della struttura, cio con
compatibilit delle deformazioni con lo schema statico.

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Nellambito delle costruzioni le strutture a telaio o a trave continua rappresentano le pi diffuse


strutture IPERSTATICHE. Per esse la soluzione pu avvenire utilizzando il metodo degli
spostamenti e, in particolare, il pi semplice metodo delle rotazioni, che si pu utilizzare quando i
nodi della struttura (sezioni dincontro tra asta e asta) si possono considerare fissi e le sezioni dei
nodi possono solo ruotare. Lipotesi di nodi fissi nelle strutture a telaio e a trave nella pratica
molto utilizzata poich, soprattutto per le strutture in acciaio, per convenienza costruttiva ed
economica, si cerca sempre di utilizzare sistemi di controventamento per bloccare gli spostamenti
dei nodi. In questo caso, cio quando sono presenti i sistemi di controventamento, le strutture si
possono risolvere utilizzando il metodo delle rotazioni.
Il metodo delle rotazioni individua per una struttura un sistema di equazioni di equilibrio pari al
numero dei nodi che possono ruotare (ad esclusione dei nodi di estremit), quindi, la soluzione
ricercata con gli strumenti matematici necessari a risolvere tale sistema di equazioni lineari. I
programmi di calcolo automatico per risolvere le strutture funzionano proprio in questo modo:
scrivono il sistema di equazioni lineari e attraverso un solutore matematico (ad esempio il sistema
di Cholescki) individuano la soluzione del sistema.
Una applicazione molto semplice del metodo delle rotazioni rappresentata dal metodo di CROSS
per il quale si individua una procedura iterativa che conduce alla soluzione esatta. Per una pi
completa trattazione si rimanda alla bibliografia specifica.

2.2 LA RESISTENZA

La RESISTENZA rappresenta la capacit della struttura, configurata secondo lequilibrio, cio


secondo lo schema statico, di sostenere i carichi con i diversi comportamenti virtuosi dei materiali
scelti per realizzarla. La resistenza definita dai modi di resistere dei materiali alle sollecitazioni
indotte nello schema statico dai carichi da sostenere.

La verifica della resistenza delle strutture, come detto in premessa, eseguita utilizzando il modello
agli Stati Limite che verifica la sicurezza e le prestazioni di unopera in relazione agli stati limite
ultimi e di esercizio che si possono verificare durante la vita nominale dellopera. Lo stato limite
la condizione superata la quale lopera non soddisfa pi i requisiti per cui stata progettata.

La verifica finalizzate al predimensionamento delle strutture pu essere condotte nelle condizioni


di esercizio utilizzando il modello alle tensioni ammissibili per il materiale con comportamento
elastico lineare

Il modello alle tensioni ammissibili rappresenta un valido strumento per il predimensionamento e la


prima verifica delle strutture, lasciando per la completa verifica strutturale al metodo degli stati
limite che in grado di interpretare gli aspetti comportamentali delle strutture e di indagare in
modo pi efficace i livelli di sicurezza raggiunti. Con il modello agli stati limite lapproccio alla
progettazione strutturale diventa di tipo prestazionale e non pi prescrittivo e lanalisi del
comportamento della struttura viene spinto fino alla sua condizione ultima dimpiego indagando gli
aspetti legati alla duttilit locale e dinsieme.

Secondo il modello alle tensioni ammissibili le verifiche sono condotte in campo elastico. In
particolare le azioni sulla struttura sono rappresentate dai carichi in esercizio, il calcolo delle
sollecitazioni viene eseguito in campo elastico, le tensioni e le deformazioni sono definite dalla

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teoria elastica. Per una completa verifica del predimensionamento delle strutture inflesse
necessario affiancare alla verifica a RESISTENZA del materiale anche la verifica della
compatibilit delle deformazioni massime in esercizio (DEFORMABILITA).

La tensione ammissibile la tensione limite in campo elastico e la verifica alle tensioni ammissibili
rappresenta la verifica allo stato limite delle tensioni in esercizio.
La determinazione della tensione ammissibile avviene applicando un coefficiente di sicurezza
globale alla tensione di riferimento del materiale. Tale coefficiente di sicurezza comprensivo dei
coefficienti di sicurezza dei carichi, del materiale e del modello di calcolo adottato.

La verifica alla RESISTENZA (secondo il metodo alle tensioni ammissibili) positiva quando, per
la condizione di carico in esercizio, per ogni sezione, la tensione massima max risulta minore
della tensione ammissibile adm :
max < adm
Le tensioni massime sono calcolate secondo la teoria per il comportamento elastico lineare del
materiale nelle ipotesi di mantenimento delle sezioni piane (andamento lineare del diagramma delle
deformazioni) e di linearit del diagramma delle tensioni.

2.3 LA DEFORMABILITA

La DEFORMABILITA la capacit della struttura di sostenere i carichi senza eccessive


deformazioni che potrebbero rendere la struttura non utilizzabile per gli scopi e gli usi per cui
stata realizzata.

La deformazione di una struttura viene valutata in campo elastico con i carichi di esercizio, cio
nelle condizioni in cui il materiale si deforma con legge elastico-lineare. La deformazione quindi
governata dallequazione della linea elastica:
d 2 M
2
=
dx E J
dove: la deformazione della struttura lungo x
M il momento flettente sulla struttura lungo x
E il modulo elastico del materiale di cui composta la struttura
J il momento dinerzia della sezione della struttura
M/EJ la curvatura

Per determinare le deformazioni si pu :


- risolvere la doppia integrazione dellequazione differenziale della linea elastica utilizzando i
tradizionali metodi di integrazione della matematica;
- utilizzare il Principio dei lavori Virtuali che fa riferimento ad un sistema di forze e tensioni virtuali
equilibrato e un sistema di spostamenti e deformazioni congruente;
- utilizzare il teorema di Mohr che consente di risolvere la doppia integrazione con laiuto di una
trave ausiliaria caricata con il diagramma di curvatura per la quale il momento equivale alla freccia
della trave principale e il taglio equivale alla rotazione.

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Per la verifica della DEFORMABLITA viene fissata lampiezza delle deformazioni compatibili
per la struttura. Tali limiti sono indicati dalla normativa tecnica di riferimento ma spesso sono
definiti dagli appaltatori delle opere. Il valore delle deformazioni verticali compatibili viene
fissato per i carichi totali (permanenti + variabili) e per i soli carichi variabili. Tali valori limite
sono riportati nella tabella seguente in funzione della luce L della struttura inflessa e della tipologia
di utilizzo dellelemento strutturale:

Limiti massimi di deformazione delle strutture inflesse di luce L


tipologia strutturale Per i carichi totali Per i carichi variabili
Copertura in generale L/200 L/250
Coperture praticabili L/250 L/300
Travi e solai in generale L/250 L/300
Solai che reggono tramezze o pavimentazioni e
materiali di finitura fragili
L/250 L/350
Travi che reggono pilastri L/400 L/500

La luce L in tabella rappresenta la distanza tra gli appoggi delle strutture a trave, mentre per gli
sbalzi la luce L in tabella pari a 2Ls , dove Ls la luce dello sbalzo.

La verifica della DEFORABILITA per le strutture a trave soggette a flessione risulta positiva
quando, per la condizione di carico in esercizio, la deformazione verticale massima, valutata in
campo elastico, max risulta minore della deformazione limite compatibile :

max <

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3. IL MODELLO IDEALE ELASTICO-LINEARE


Il comportamento delle strutture secondo il modello elastico lineare si basa sullipotesi che il
materiale ideale sia omogeneo, isotropo, elastico e lineare.

La teoria elastico-lineare che interpreta le tensioni e le deformazioni per le strutture ha origine dalla
relazione di Hooke
= E
che stabilisce che un materiale ha comportamento elastico-lineare quando il rapporto, tra la tensione
(la forza ortogonale su un area unitaria) e la deformazione unitaria (dilatazione) , costante e
vale E, detto modulo di elasticit o modulo di Young del materiale.

Laltra ipotesi (detta ipotesi di Navier) che sta alla base del modello elastico-lineare stabilisce che le
sezioni di un elemento strutturale, dopo la deformazione prodotta da flessione e sforzo normale,
rimangono piane ovvero la distribuzione delle dilatazioni sulla sezione lineare.

Queste due ipotesi consentono di definire la distribuzione delle tensioni che sono prodotte dalle
sollecitazioni di flessione, sforzo normale e taglio sulla generica sezione di una struttura.

SFORZO NORMALE

Per un elemento strutturale continuo, di sezione retta costante, soggetto a due forze esterne N uguali
e contrarie, normali alle sezioni e passanti per i baricentri delle sezioni, lo sforzo
N assiale risulta costante in tutte le sezioni trasversali S e vale N.
Se si indica con x lasse dellelemento soggetto a Sforzo normale N, in ogni
sezione retta S di area A si hanno le tensioni normali x la cui risultante deve
fare equilibrio alla forza esterna N, quindi:
S dA = N
x
x

e utilizzando le ipotesi sopra dette di linearit delle tensioni e delle deformazioni


si ricava:
N
N x =
A
Lo sforzo normale N, applicato ad un elemento strutturale di lunghezza L, fa
variare la lunghezza di una quantit L e lallungamento o laccorciamento unitario , detto anche
dilatazione, risulta:
L
x =
L
e utilizzando la legge di Hooke che stabilisce la linearit tra tensioni e dilatazioni si ricava:
L N
x = E x x = E =
L A
N L
L =
E A

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CARICO DI PUNTA

Per unasta realizzata con un materiale elastico lineare, soggetta ad uno sforzo normale centrato P,
la sollecitazione, nellipotesi di asta indeformata, vale semplicemente =P/A. In condizioni
particolari, quando lasta snella, cio lunga e con sezione trasversale ridotta, si pu innescare un
fenomeno di instabilit per carico di punta che deforma lasta non solo a compressione ma anche a
flessione.
Supponendo che lasta subisca uno sbandamento in modo che la sua linea
P dasse (deformata) sia descritta dalla curva di equazione (x), la forza P
produce nella sezione generica il momento
M= P(x)

x a questo momento esterno si oppone il momento interno dovuto alla deformata

M= EJ(x)
Per la condizione di equilibrio si scrive:
L
EJ(x) + P (x) = 0
la cui soluzione o integrale generale risulta :

(x) = C1cos( x) + C2sen( x)

dove si posto = P / EJ , mentre C1 e C2 sono le costanti di


integrazione, che dipendono dalle condizioni al contorno, cio dalle condizioni
di vincolo dellasta.
Nel caso di figura, la condizioni di vincolo (0)=0 permette di trovare C1=0, mentre, per la
condizione di vincolo (L)=0 risulta:
(L) = C2sen( L)=0
che ha due soluzioni possibili:

se sen( L)0 deve risultare C2=0 e in questo caso la soluzione dellequilibrio la


configurazione dellasta indeformata senza instabilit per carico di
punta.
se sen( L)=0 allora la condizione al contorno soddisfatta per qualunque valore di
C2.

La condizione sen( L)=0 soddisfatta per L=n , dove n un qualsiasi numero intero
positivo. Ricordando la definizione di possiamo scrivere:
P 2
L = n 2 2
EJ
e questa si verifica per quei valori di P tali che :
EJ
P = n 2 2
L2

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Il pi piccolo dei valori di P, per n = 1, corrisponde al carico di compressione che provoca il


passaggio da una condizione di equilibrio stabile ad una instabile ed detto il carico critico
euleriano dellasta compressa:
EJ min
PE = 2 2
L0
dove Jmin il minore dei momenti dinerzia della sezione trasversale,
E il modulo di elasticit del materiale
L0=L la lunghezza libera dinflessione da porre in relazione con il coefficiente
alla lunghezza effettiva L dellasta a seconda dei vincoli di questa .

Per lespressione del carico critico euleriano la lunghezza libera di inflessione L0 assume i seguenti
valori teorici in relazione alle condizioni di vincolo per lasta di lunghezza L :

L0 = L= 2L per lasta incastrata ad un estremo e libera allaltro;


L0 = L= L per lasta incernierata alle due estremit;
L0 = L= 0.7L per lasta incastrata ad un estremo e incernierata allaltro;
L0 = L= 0.5L per lasta incastrata ad entrambi gli estremi.

=2 =1 =0,7 =0.5

Il carico critico eureliano PE provoca nella sezione trasversale dellasta la tensione critica cr

PE 2 E J min 2 E imin
2
2 E
cr = = = = 2
A 2
L0 A L0
2

dove: imin il raggio dinerzia minimo della sezione e vale imin = J min / A
=Lo/imin la snellezza dellasta compressa.

La snellezza dellasta una grandezza che dipende solo dalle caratteristiche geometriche dellasta e
assume una particolare importanza nella valutazione delle condizioni di criticit per il carico di
punta per aste realizzate con vari materiali.

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FLESSIONE

Una trave soggetta al momento flettente M si deforma in modo evidente assumendo una
configurazione curva caratterizzata in ogni punto dalla curvatura 1/r, cio dallinverso del raggio del
cerchio tangente alla curva nel punto.
max max

y
y y
M

Le sezioni trasversali (perpendicolari allasse di deformazione) rimangono piane (ipotesi di Navier)


e la distribuzione delle dilatazioni lineare:
max
=
y y
La tensione normale in corrispondenza alla dilatazione risulta, per la legge di Hooke:
=E
sostituendo nella relazione delle dilatazioni, dopo aver semplificato E si ottiene:
max max
= ; = y
y y y
La distribuzione delle tensioni normali deve rispettare le condizioni di equilibrio con il momento
flettente M. Lequilibrio delle forze orizzontali, esteso allarea A della sezione, risulta:
max
A
dA = y
A
ydA = 0

Lequilibrio si annulla quando lintegrale di ydA vale zero. Tale integrale rappresenta il momento
statico della sezione trasversale A rispetto lasse con le tensioni uguali a zero (detto asse neutro) e
stabilisce che tale asse baricentrico per la sezione trasversale.

Lequilibrio dei momenti delle , rispetto lasse neutro e baricentrico, risulta:


max
ydA = y dA = M
2

A
y A
dove lintegrale di ydA rappresenta il Momento dinerzia J della sezione trasversale A rispetto
lasse baricentrico. Possiamo perci scrivere:
max
J = M ; J = M
y y
otteniamo cos limportante equazione di Navier, che individua la legge di variabilit delle tensioni
nella sezione soggetta a momento flettente M.
M y
=
J

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SFORZO NORMALE E FLESSIONE

Per il materiale ideale, omogeneo, isotropo, elastico, lineare possibile ricavare le tensioni prodotte,
sulla generica sezione trasversale di una struttura sollecitata a sforzo normale N e flessione M,
utilizzando il principio della sovrapposizione degli effetti.

N M y
=
A J
Lo sforzo normale di compressione con la flessione rappresentano una sollecitazione di presso-
flessione, mentre lo sforzo normale di trazione con la flessione rappresentano una sollecitazione di
tenso-flessione.
Per i materiali da costruzione che non rispettano le ipotesi di comportamento del materiale ideale
non possibile utilizzare il principio di sovrapposizione degli effetti.
Per le aste soggette a presso-flessione il fenomeno del carico di punta diventa particolarmente
pericoloso per la presenza del momento flettente esterno M che favorisce linstabilit.

TAGLIO

Gli sforzi di taglio agenti su una sezione sono equilibrati dalle tensioni tangenziali distribuite sulla
sezione stessa.
Consideriamo una trave di sezione rettangolare e
S S1 determiniamo, nella sezione S, la tensione tangenziale
verticale media y che agisce lungo la linea r-r.
Nella sezione S agisce il momento flettente M e il taglio T;
n h in una sezione S1, che dista dx da S, il momento flettente
M1=M+dM, dove lincremento dM uguale a Tdx.
M T n n
M1 r
Per le tensioni tangenziali vale il principio di reciprocit
y

r r
x che stabilisce che le tensioni tangenziali, agenti su due
s piani ortogonali e dirette verso lo spigolo comune, sono
1 b uguali, quindi possiamo scrivere
s s y= x
dove y la tensione tangenziale che agisce sul piano S
dx

verticale, mentre, x la tensione tangenziale che agisce


sul piano orizzontale r-r .
Scriviamo lequazione di equilibrio delle forze orizzontali che agiscono sul solido di larghezza dx
individuato dai piani r-r e s-s:

(
Ar
1 )dA x bdx = 0

dove Ar la porzione di area della sezione S individuata dalle rette r-r e s-s.

Poich:
M 1 y My dM y Tdx y
( 1 ) = = =
J J J J

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si trova:
Tdx
ydA = x bdx
J Ar

Perci il valore medio delle tensioni tangenziali nei punti della retta r-r risulta:
T Sr
x = y = =
J b
dove: T lo sforzo di taglio che agisce sulla sezione S
Sr il momento statico rispetto lasse neutro n-n dellarea Ar definita dalle rette r-r e s-s
J il momento dinerzia dellintera sezione
b la larghezza della sezione

lequazione che determina il taglio nota come espressione di Jourawski.

Per una sezione rettangolare lespressione del taglio fornisce un andamento delle tensioni che
varia con legge di tipo parabolico con il valore massimo in corrispondenza allasse baricentrico n-n
e valore nullo sui bordi.
Il valore del momento statico dellarea individuata dalla retta
r-r , da inserire nella formula di Jourawski, risulta:

h h/2+ y
h G max
Sr = b( y )
n n 2 2
y il valore massimo di Sr in corrispondenza allasse baricentrico
y
r r risulta:
h h / 2 + 0 bh 2
b
Smax = b( 0) =
2 2 8
e, considerando J=bh3/12, il valore della tensione tangenziale massima in corrispondenza allasse
baricentrico della sezione risulta:

T (bh / 8) 3 T
max = =
(bh 3 / 12)b 2 A

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4. IL MODELLO DI VERIFICA
ALLE TENSIONI AMMISSIBILI

Il modello alle tensioni ammissibili per le verifiche di predimensionamento delle strutture si basa
sul comportamento elastico-lineare dei materiali quando le sollecitazioni sulla struttura sono dovute
ai carichi in esercizio. Il calcolo delle sollecitazioni, delle tensioni e delle deformazioni viene
eseguito secondo la teoria dellelasticit-lineare.
Per verificare in fase di predimensionamento una struttura necessario eseguire la Verifica delle
Tensioni e la Verifica delle Deformazioni

LA VERIFICA DELLE TENSIONI

La prima verifica per le strutture la verifica delle tensioni, per la quale la tensione massima in
ogni sezione della struttura deve essere minore della tensione ammissibile del materiale.
La verifica alle tensioni positiva quando, per la condizione di carico in esercizio, per ogni sezione,
la tensione massima max risulta minore della tensione ammissibile adm:

max < adm


Le tensioni massime sono calcolate, secondo la teoria per il comportamento elastico lineare del
materiale, nelle ipotesi di mantenimento delle sezioni piane (andamento lineare del diagramma delle
deformazioni) e di linearit del diagramma delle tensioni.
La tensione ammissibile (o tensione di sicurezza) , secondo il metodo alle tensioni ammissibili
utilizzato per il predimensionamento delle costruzioni, la tensione limite a cui un materiale pu
essere sottoposto con sicurezza nelle condizioni di esercizio.
Essa si ottiene con prove di laboratorio di tipo monoassiale, a trazione o a compressione, ed
definita dalla tensione di rottura (nei materiali fragili) oppure da quella di snervamento (per i
materiali duttili) dividendo per un opportuno coefficiente di sicurezza diverso a seconda del
materiale.

LA VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI

La verifica delle deformazioni, per le strutture a trave soggette a flessione, risulta positiva quando,
per la condizione di carico in esercizio, la deformazione verticale massima, valutata in campo
elastico, max risulta minore della deformazione limite compatibile :

max <

Il valore delle deformazioni verticali compatibili viene fissato per i carichi totali (carichi
permanenti + carichi variabili) e per i soli carichi variabili. Tali valori limite sono riportati nella
tabella seguente in funzione della luce L della struttura inflessa e della tipologia di utilizzo
dellelemento strutturale:

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Limiti massimi di deformazione delle strutture inflesse di luce L


Per i carichi totali Per i carichi variabili
elemento strutturale

Copertura in generale L/200 L/250
Coperture praticabili L/250 L/300
Travi e solai in generale L/250 L/300
Solai che reggono tramezze o pavimentazioni e
materiali di finitura fragili
L/250 L/350
Travi che reggono pilastri L/400 L/500

La luce L in tabella rappresenta la distanza tra gli appoggi delle strutture a trave, mentre per gli
sbalzi la luce L in tabella pari a 2xLs dove Ls la luce dello sbalzo.

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5. LE STRUTTURE IN ACCIAIO LAMINATO

Gli acciai utilizzati per la realizzazione dei profilati metallici sono definiti dalle loro caratteristiche
meccaniche. Una prova a trazione di tipo monoassiale, eseguita su un acciaio laminato, si sviluppa
secondo le progressioni riportate nel grafico (deformazioni-tensioni) seguente:

Nel grafico si individua la tensione di snervamento s (indicata nelle norme con fyk ) e la tensione di
rottura R (indicato nelle norme con ftk) . In funzione di questi valori della tensione la normativa
tecnica italiana definisce i tipi di acciaio per i laminati:

Acciai per profili laminati


UNI EN 10025-2 Tensione di Tensione Limite elastico
Snervamento di Rottura ammissibile

tipo fyk ftk adm


S 235 2350 3600 1500 [daN/cm]
S 275 2750 4300 1750 [daN/cm]
S 355 3550 5100 2250 [daN/cm]

Le resistenze caratteristiche fk sono trasformate in resistenze di calcolo fd attraverso la relazione:


fd = fk /m
dove il coefficiente di sicurezza m dipende dal materiale in relazione al modello di calcolo
utilizzato per le verifiche. Per le strutture in acciaio con il modello di calcolo alle tensioni
ammissibili si pu utilizzare il coefficiente m=1.05

Dalla tensione di calcolo fd possibile ricavare la tensione normale ammissibile adm


adm= fyd /
dove il coefficiente di sicurezza il coefficiente di sicurezza globale e vale circa 1.5.

Dalla tensione ammissibile normale adm si ricava la tensione tangenziale ammissibile adm
1
adm = adm
3
Per il calcolo delle deformazioni in campo elastico viene fissato il valore del modulo elastico
normale dellacciaio:
E = 2.100.000 [daN/cm]

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5.1 FLESSIONE
La flessione la sollecitazione che si ritrova principalmente nelle strutture orizzontali a trave.
In una sezione sollecitata a flessione le tensioni sono definite dalla nota espressione di Navier:
M y
=
J
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse neutro baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione

L'espressione fornisce il valore della tensione normale per la generica fibra individuata
dall'ordinata y (distanza dallasse baricentrico detto asse neutro) come riportato in figura :

max

sup

M
asse neutro

inf

min

Per la verifica della sezione si fa riferimento alle tensioni massime e minime che sono fornite dalle
seguenti relazioni:
M y sup M
max = + = +
J W sup
M y inf M
min = =
J W inf
dove: Wsup=J/ysup e Winf =J/yinf sono i moduli resistenti della sezione;
J il momento dinerzia baricentrico;
ysup e yinf sono le distanze dei bordi dallasse baricentrico.
Ovviamente, per sezioni simmetriche i moduli resistenti, superiore ed inferiore, sono uguali.

VERIFICA RESISTENZA A FLESSINE

La verifica a flessione di una trave viene fatta quando si conosce il valore del momento massimo
Mmax lungo la trave e le dimensioni della sezione della trave con il suo modulo resistente W.
La verifica positiva quando la tensione massima max minore della tensione ammissibile adm
dell'acciaio:
M max
max = adm
W
VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI

Per le strutture inflesse necessario eseguire la verifica della deformazione massima secondo la
relazione:
max<

16
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dove: max lo spostamento verticale massimo della trave inflessa in campo elastico nelle
condizioni di carico in esercizio.
la deformazione limite ammissibile fornita dalla tabella precedente in funzione
della luce L dellelemento inflesso.

PROGETTO A FLESSIONE

Il progetto a flessione di una trave viene fatto quando si conosce il momento massimo ma non si
conosce la sezione della trave. Per trovare la sezione della trave necessario utilizzare la formula di
progetto nel seguente modo:
MMAX
WMIN
adm
Sulla scorta del valore del modulo resistente WMIN minimo necessario si sceglie il profilo
utilizzando i prontuari dei profili metallici laminati.

5.2 TAGLIO
Per lacciaio le tensioni tangenziale prodotte da un sforzo di taglio sono definite dallespressione
di Jourawski:
T S
=
J b
dove: T il taglio sulla sezione
S il momento statico rispetto lasse baricentrico della parte di sezione individuata
J il momento d'inerzia della sezione
b la larghezza individuata

L'espressione fornisce il valore della tensione tangenziale per la generica fibra individuata
dall'ordinata y (distanza dallasse baricentrico detto asse neutro) come riportato nel disegno :

asse neutro
T max

Per la verifica della sezione si individua la tensione massima in corrispondenza allasse baricentrico
che fornita dalla seguente relazione:
T S max
max =
J b
dove : Smax il momento statico di mezza sezione
b la larghezza dellanima
J linerzia dellintera sezione
T lo sforzo di Taglio

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VERIFICA RESISTENZA A TAGLIO

La verifica a taglio di una sezione viene eseguita quando si conosce lo sforzo di taglio massimo
lungo la trave Tmax e le caratteristiche della sezione.
La verifica condotta secondo il criterio di Von Mises esposto nel paragrafo 5.6.
La tensione biassiale max viene trasformata in tensione ideale id per poter essere confrontata nella
verifica con la tensione monoassiale adm:
id < adm

id = 3 2
max = 3 max
sostituendo i valori si ricava :
id = 3 max < adm

1
max < adm
3
1 definita tensione tangenziale ammissibile adm:
La tensione di verifica adm
3
1
adm = adm
3
Quindi, la verifica a taglio risulta positiva quando:
T S max 1
max = < adm = adm
J a 3

Per eseguire la verifica si deve calcolare il valore del momento statico di mezza sezione rispetto
lasse baricentrico (asse neutro):
Smax= b(h/2) - (b-a)(h/2-e)
b

h/2

a
asse neutro
T max

VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI

Le deformazioni a Taglio sono trascurabili

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5.3 TRAZIONE
La trazione la sollecitazione che si ritrova per esempio nelle aste tese delle strutture reticolari.

In una sezione della struttura in trazione la tensione definita dall'espressione:


N
=
A
dove: N lo sforzo di trazione
A l'area della sezione del tirante

L'espressione fornisce il valore della tensione normale costante su tutta la sezione.

VERIFICA A TRAZIONE

La verifica a trazione per un tirante viene fatta quando si conosce lo sforzo normale di trazione e la
sezione A del tirante stesso. La verifica positiva quando:

N
max = adm
A
la tensione massima max minore della tensione ammissibile a trazione dell'acciaio adm.

PROGETTO A TRAZIONE

Il progetto a trazione per un tirante viene fatto quando si conosce lo sforzo normale di trazione ma
non si conosce la sezione del tirante. Per trovare la sezione del tirante necessario utilizzare la
formula di progetto nel seguente modo:
Nmax
AMIN
adm
Trovata l'area AMIN minima necessaria si sceglie il profilo utilizzando i prontuari dei profili.

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5.4 COMPRESSIONE
La compressione la sollecitazione che si ritrova nei pilastri e nei puntoni (aste compresse) delle
strutture reticolari.
La verifica a compressione potrebbe essere condotta come quella a trazione ma per la compressione
c' il pericolo che l'asta ceda per instabilit elastica (fenomeno chiamato anche carico di punta).
Il fenomeno tipico delle strutture in acciaio perch, a causa dell'elevata resistenza del materiale, il
dimensionamento per sola compressione porterebbe a sezioni molto piccole e, quindi, instabili
quando caricate di punta. Sotto il carico di compressione l'asta sbanda e la rottura avviene a causa
della flessione innescata dalla deformazione di instabilit (rottura per presso-flessione).
Nel disegno seguente si evidenziano le deformate di strutture soggette a carico di punta in diverse
ipotesi di vincolo degli estremi:

Nellambito delle costruzioni la normativa utilizza, per i coefficienti , valori maggiori di quelli
teorici per tener conto del fatto che nella realt i vincoli non sono perfetti,
Per verificare un'asta compressa necessario far riferimento alla teoria di Eulero che permette di
individuare il valore della tensione (detta tensione critica di Eulero) per la quale l'asta entra nel
campo dellinstabilit dove la rottura avviene per presso-flessione (compressione pi flessione
indotta dalla deformazione innescata dallinstabilit):
2 E
cr =
2
dove : il numero 3.14
E il modulo elastico dell'acciaio
la snellezza dell'asta

La tensione critica cr non dipende dal carico di compressione, ma dipende dal materiale
(E=modulo elastico) e dalla snellezza dell'asta (=snellezza dellasta). La snellezza una propriet
dell'asta definita dalle caratteristiche geometriche dell'asta stessa secondo la seguente espressione:
L Lo
= =
i i
dove: un coefficiente che dipende da come vincolata lasta agli estremi e, per le aste reali vale
=1 se i vincoli agli estremi sono assimilabili a cerniere
= 0.7 se i vincoli agli estremi sono assimilabili ad incastri
= 0.8 se un vincolo assimilabile allincastro e uno alla cerniera
=2 se l'asta vincolata solo da un lato con un incastro

L la lunghezza dell'asta
Lo= L la lunghezza libera di inflessione dell'asta e dipende dai vincoli agli estremi
i il raggio d'inerzia minimo della sezione dell'asta e vale i = J / A

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Per le strutture in acciaio la normativa tecnica delle costruzioni fissa un limite alla snellezza max :
massima snellezza per le strutture principali : max = 200
massima snellezza per le strutture secondarie: max = 250

VERIFICA A COMPRESSIONE

La verifica a compressione per carico di punta di unasta in acciaio viene eseguita secondo il
metodo omega.
Come prima cosa si determina la snellezza dellasta (rapporto tra la lunghezza libera di
inflessione e il raggio minimo dinerzia della sezione) e si verifica che sia minore del limite fissato
dalla normativa:
Lo
= < max
i
quindi, in funzione della snellezza si individua il coefficiente (omega) :
f
= y
cr
Il coefficiente (omega) individua, per unasta compressa, il rapporto tra la tensione fy di
snervamento dellacciaio e la tensione critica cr per cui lasta diventa instabile.
Per le strutture reali il coefficiente (omega) viene individuato in funzione della snellezza
dellasta, ma anche del tipo di acciaio, della forma della sezione trasversale e delle imperfezioni
nella lavorazione dei profilati. I valori del coefficiente (omega) sono evidenziati nelle tabelle
riportate a fine paragrafo in funzione del tipo di profilato, del tipo di acciaio e della snellezza
dellasta.
Il coefficiente , rapporto tra la tensione di snervamento e la tensione critica di Eulero, anche il
rapporto tra la tensione ammissibile e la tensione critica di riferimento in campo elastico. Infatti,
dividendo entrambi i termini della frazione per il coeff. di sicurezza globale =1.5 si ottiene:
fy fy / adm
= = =
cr cr / cr . el

quindi la tensione critica di riferimento in campo elastico diventa:


adm
cr , el =

La verifica a compressione in campo elastico nell'ipotesi di instabilit per carico di punta quindi
rappresentata dalla seguente espressione:
N
= = adm


cr , el
A
dove: N la compressione sull'asta
A l'area della sezione trasversale dell'asta
adm la tensione ammissibile a compressione
il coefficiente omega ( >1) che considera il carico di punta

Lespressione che rappresenta la verifica a compressione semplice di un'asta secondo il metodo


omega si trova comunemente scritta anche nel seguente modo:
N
= adm
A

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Dove il coefficiente (omega) assume il significato di coefficiente moltiplicatore del carico,


piuttosto che coefficiente di riduzione della tensione ammissibile per carico di punta.
Ricapitolando, per la verifica a compressione di un'asta necessario trovare il parametro che
dipende dalla snellezza dell'asta, dal tipo di sezione e dalla tensione ammissibile dell'acciaio.
Per facilitare il calcolo il parametro stato tabulato in funzione della snellezza dell'asta per
diverse sezioni e per diversi acciai. Di seguito si riportano le tabelle dei valori omega per
lacciaio tipo S275, per profili cavi quadrati, rettangolari o tondi e per profili laminati tipo IPE e
HE.

Coefficienti per profilati cavi quadri, rettangolari o tondi (acciaio tipo S275 ex Fe430 )

Coefficienti per profilati tipo IPE e HEA (acciaio tipo S275 ex Fe430)

PROGETTO A COMPRESSIONE

Il progetto a compressione di un'asta viene fatto quando si conosce lo sforzo normale a


compressione ma non si conosce la sezione dell'asta. In questo caso non possibile trovare il
parametro perch non si conosce la snellezza dell'asta. Si dovr quindi procedere per tentativi
individuando la sezione dell'asta semplicemente con la relazione [Amin N/adm ] e poi aumentarla
progressivamente verificando con il metodo omega le varie scelte.

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5.5 PRESSO-FLESSIONE

La presso-flessione la sollecitazione che si ritrova nelle aste delle strutture reticolari con carichi
ortogonali lungo lasse dellasta e nei pilastri con carichi eccentrici.

La presso-flessione la sollecitazione composta di compressione centrata e flessione semplice. Tale


sollecitazione anche definita come pressione eccentrica dove leccentricit vale e=M/N.
Poich lacciaio un materiale che si comporta nello stesso modo a compressione e trazione, le
tensioni massime e minime prodotte dalle due sollecitazioni (Sforzo normale N e Momento flettente
M) possono essere semplicemente trovate per sovrapposizione degli effetti mediante le relazioni :

N
M
e N

N M
max =
min A W
L L

N N e
max =
min A W
M N
N

Come nel caso della compressione semplice le strutture in acciaio sono soggette al problema
dellinstabilit per compressione a carico di punta, quindi lespressione sopra riportata si modifica
per considerare tale fenomeno e la tensione massima diventa:

N M
max = +
A W (1 ( cr N/ ) )
dove:
N lo sforzo normale sullasta
M il momento flettente (pari anche a Ne) sullasta
A larea della sezione trasversale dellasta
W il modulo resistente della sezione trasversale dellasta
il coefficiente omega >1 che considera linstabilit per lo sforzo di compressione N
(1-N/(cr/)) il coefficiente < 1 che considera il contributo allinstabilit della flessione M
N la tensione N/A dovuta alla sola compressione N
la tensione critica definita dalla : cr = E ; dove la snellezza dellasta
2
cr
2

il coefficiente di sicurezza globale pari a 1.5 per la verifica alle tensioni ammissibili

VERIFICA A PRESSO-FLESSIONE

La verifica a presso-flessione viene fatta quando si conosce lo sforzo normale e il momento flettente
sulla struttura e si conosce la sezione A e suo modulo resistente W.
La verifica positiva quando la tensione max minore della tensione ammissibile adm:

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N M
= +
W (1 ( cr N/ ) )
max adm
A

Ovviamente per determinare la tensione max necessario individuare, in funzione della snellezza
dellasta, il coefficiente e la tensione critica cr.
Per aste con snellezza compresa tra 20 e 50 la verifica, per considerare i problemi di instabilit per
carico di punta, pu essere condotta in fase di predimensionamento con lespressione semplificata:

1.2N 1.4M
max = adm
A W
PROGETTO A PRESSO-FLESSIONE
Il progetto a presso-flessione per un'asta viene fatto quando si conosce lo sforzo normale e il
momento flettente ma non si conosce la sezione dell'asta. In questo caso non possibile trovare i
parametri e cr perch non si conosce la snellezza dell'asta.
Si dovr quindi procedere per tentativi individuando la sezione dell'asta semplicemente con la
relazione della compressione [AminN/adm ] oppure, con la relazione della flessione [WminM/adm]
e poi aumentarla progressivamente verificando con il metodo omega le varie scelte.

5.6 TAGLIO e FLESSIONE


La sollecitazione di taglio e flessione la sollecitazione che si ritrova in tutte le travi. In particolare
possiamo suddividere le due sollecitazioni (Taglio e Momento flettente) e determinare per ciascuna
lo stato tensionale prodotto nella sezione trasversale della trave.
Quindi per la generica sezione trasversale della trave avremo i seguenti stati di tensione:

M y
per il Momento flettente M e la formula di Navier : =
J
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione

T S
Per il Taglio T e la formula di Jourawski : =
J b
dove: T il taglio sulla sezione
S il momento statico rispetto lasse baricentrico di una parte della sezione
J il momento d'inerzia della sezione
b la larghezza della sezione

Lo stato di tensione (, ) uno stato biassiale di tensione per il quale non possibile stabilire un
collegamento diretto con la tensione ammissibile adm che definita da una prova di laboratorio per
uno stato monoassiale di trazione.
Per definire la relazione di verifica tra lo stato biassiale e lo stato monoassiale necessario
individuare un criterio di resistenza idoneo per il materiale.
Per le strutture in acciaio si utilizza il criterio di Von Mises basato sul confronto tra lenergia di
distorsione per lo stato monoassiale D1 e lenergia di distorsione per lo stato biassiale D2 .
Si stabilisce, quindi, che la resistenza nei due casi equivale quando le energie di distorsione sono

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uguali: D1 = D2


[ ]
2
1
quindi: = 2 ( 12 + 2
1 2 )
6 G 12 G
2

Dalluguaglianza tra le due energie di distorsione si ricava la corrispondenza, a parit di resistenza,


tra la tensione nello stato monoassiale (che viene detta tensione ideale id) e le tensioni nello stato
biassiale:
id = 12 + 2
2 1 2

Le tensioni 1 e 2 della relazione precedente sono le tensioni principali nello stato di tensione piana
definito da sollecitazioni di taglio e flessione. La relazione pu essere riscritta utilizzando, invece
delle tensioni principali, le tensioni sui piani X,Y (x , xy , yx) prodotte da flessione e taglio:

id = 2
x + 3 2
xy

Nel caso in cui ci sia solo la tensione tangenziale si ottiene la relazione id = 3 max

VERIFICA A TAGLIO e FLESSIONE

In ogni punto della sezione la verifica alla resistenza del materiale eseguita semplicemente
confrontando la tensione ideale id , prodotta dalle tensioni di taglio e di flessione , con la
tensione ammissibile adm :

id adm
PROGETTO A TAGLIO e FLESSIONE

Il progetto della sezione di una trave soggetta a Momento e Taglio eseguito principalmente per la
flessione secondo quanto gi riportato, verificando successivamente la sollecitazione tagliante e i
vari punti soggetti agli stati biassiali di tensione.

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5.7 LE FORZE ORIZZONTALI

Tra le azioni sulle costruzioni, particolare importanza assumono le forze orizzontali prodotte dal
vento e dal sisma.

Il vento produce azioni di pressione e depressione sulle superfici verticali delle costruzioni e queste
azioni sono nella pratica costruttiva assimilate a forze orizzontali posizionate solitamente nei
baricentri geometrici delle superfici verticali.

Il sisma produce delle accelerazioni sulle masse della costruzione. Le accelerazioni imposte sono
frazioni dellaccelerazione gravitazionale terrestre a seconda dellintensit del sisma e della capacit
di risposta della struttura. Tali azioni possono essere schematizzate come forze orizzontali
posizionate nei baricentri delle masse dei vari elementi costruttivi. Ad esempio per un solaio piano
di massa uniforme la forza sismica posizionata nel baricentro della massa che equivale al
baricentro dellarea.

Per poter ripartire queste forze orizzontali tra le strutture verticali necessario che il piano di solaio
su cui agiscono sia perfettamente indeformabile. Lindeformabilit del piano di solaio si ottiene con
solai dotati di soletta di calcestruzzo armata oppure con elementi di controventamento di piano.
Le strutture verticali che si fanno carico di sopportare le forze orizzontali trasmesse dai piani di
solaio indeformabili sono rappresentate dai controventi.
Nelle costruzioni in acciaio i CONTROVENTI sono realizzati mediante strutture triangolari dove
lelemento inclinato funziona da tirante. In particolare la tipologia di controvento pi diffusa
quella a croce di santAndrea dove i due tiranti incrociati funzionano a trazione a seconda del verso
della forza orizzontale.

FORZA ORIZZONTALE DI PIANO

4
3 5

1 2
Fig.1 costruzione con controventi

I pilastri 1 e 3 non hanno alcuna capacit di resistere alle forze orizzontali, mentre, i controventi 4 e
2 funzionano lungo la direzione X e il controvento 5 funziona lungo la direzione Y.

In particolare le strutture verticali assorbiranno una quota di Forza proporzionale alla propria
Rigidezza K . La rigidezza definita dal rapporto tra la forza e lo spostamento:

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F
K =

Nellipotesi che i nodi siano tutti cerniere (ipotesi realistica per le strutture in acciaio) la rigidezza
Ki dei controventi risulta
Fi
Ki =

dove: Fi la forza che assorbe il controvento
lo spostamento orizzontale del controvento

Per i pilastri la rigidezza risulta nulla poich essi sono labile per gli spostamenti orizzontali.

Fi F
FT
T

L
F K=0
K=
Fig.2- funzionamento dei controventi

La geometria dei tre controventi 2-4-5 per tutti uguale, quindi, possiamo affermare che K2=K4=K5
e, in questo caso, non necessario determinare il valore numerico delle rigidezze.

Tuttavia per i controventi a croce di santAndrea facile determinare il valore numerico della
rigidezza nel seguente modo:

Lunghezza del tirante =T [cm]


Area del tirante = AT [cm]
Elasticit del tirante =E [daN/cm]
Altezza del controvento =H [cm]
Lunghezza del controvento =L [cm]

Forza orizz. sul controvento F


Trazione sul tirante FT = FT/L
Allungamento del tirante T = FTT / EAT = FTT / LEAT
Componente orizzontale = TL/T = FT / EAT
Rigidezza del controvento K = F/ = EAT / T [daN/cm]

La forza orizzontale pu agire in qualsiasi direzione, perci, ai fini della stabilit della struttura,
necessario che sia garantita la stabilit lungo le due direzioni ortogonali X e Y.

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STABILITA LUNGO X
Y
L L L
K 4X x

F4x

L
K 5Y
XCM
x

asse CMx Fx asse CRx


x

CM
YCM

YCR
L
piano di solaio non deformabile

K 2X x
X
F2x
Fig.3- traslazione del piano per Fx

La forza orizzontale Fx, lungo la direzione X, applicata nel centro delle masse CM individuato
dalle coordinate XCM e YCM.

Lungo la direzione X si oppongono allo spostamento x del piano i due controventi con rigidezza
K2x e K4x. I controventi reagiscono rispettivamente allo spostamento con le due forze reattive:

F2x = K2xx
F4x = K4xx
I due controventi sono geometricamente uguali, quindi, K2x=K4x quindi : F2x=F4x
per lequilibrio delle forze orizzontali: Fx=F2x+F4x
si ricava:
F2x=F4x= Fx
LAsse baricentrico delle Forze reattive F2x e F4x per lo spostamento lungo X coincide con lasse
baricentrico delle rigidezze, asse CRx .

Poich lasse baricentrico delle forze attive (asse CMx) coincide con lasse baricentrico delle forze
reattive (asse CRx) la costruzione in equilibrio per gli spostamenti lungo la direzione X.

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STABILITA LUNGO Y
Y
L L L
Y

asse CMy
K 4X ex= 2/3 L

F5Y K 5Y
L
XCM
Fy asse CRx
CM CR

asse CRy
L
piano di solaio non deformabile

X
K 2X
Fig.4- traslazione del piano per Fy

La forza orizzontale Fy, lungo la direzione Y, applicata nel centro delle masse CM individuato
dalle coordinate XCM e YCM.
Lungo la direzione Y si oppongono allo spostamento y del piano lunico controvento con rigidezza
K5y il quale dovr assorbire lintera forza Fy

F5y=Fy
Gli assi di applicazione della forza attiva Fy e della forza reattiva F5y non coincidono e, quindi, il
sistema non in equilibrio ma soggetto ad un momento torcente MT paria a

MT= Fyex
Dove ex leccentricit della forza rispetto il centro delle rigidezze, cio la distanza tra gli assi Y
del centro delle masse e del centro delle rigidezze.
Questo momento impone al piano una rotazione rispetto al Centro delle Rigidezze.
Y
L L L
x
F4x
asse CMy

K4X ex= 2/3 L


F5Y K5Y
L
XCM
Fy asse CRx
CM CR
asse CRy

L
piano di solaio non deformabile

K 2X X
F2x x

Fig.5 - rotazione del piano per Fy

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Per equilibrare il Momento torcente MT=Fyex entrano in gioco i due controventi K2x e K4x lungo
la direzione X che devono reagire con una coppia equilibrante:
MT = Fyex = F2x(2L) = F4x(2L)
E quindi le forze sui controventi risultano:
F2x= -F4x= (Fyex)/2L

RICAPITOLANDO

Per la costruzione di Fig.1 fissiamo, a titolo di esempio, le dimensioni in pianta 1200x800 cm,
ponendo il modulo L=400 cm. Il controventamento, cio la stabilit agli sbandamenti laterali, si
ottiene mediante linserimento di tre controventi di tipo a croce di santAndrea: due controventi
lungo la direzione X e uno lungo la direzione Y.

Il punto di applicazione della forza orizzontale (forza attiva) il baricentro della pianta e viene
indicato come centro delle masse CM con coordinate (600,400).
La risultante delle forze reattive prodotte dai controventi passa per il Centro di rigidezza CR con
coordinate (1200,400).

Le distanze tra i punti CM e CR risultano:


lungo lasse X ex=1200-600=600 cm
lungo lasse Y ey=400-400 = 0 cm.

Per la forza orizzontale F=Fx=1000 daN che agisce nella direzione X il momento torcente risulta

Mt= Fxey = 10000=0

quindi, le forze reattive sui controventi sono:


F2 = F = 500 daN
F4 = F = 500 daN
F5 = 0 daN

Per la forza orizzontale F=Fy=1000 daN che agisce nella direzione Y il momento torcente risulta

Mt= Fyex = 1000600 daNcm

quindi, le forze reattive sui controventi sono:


F5 = F = 1000 daN
F2 = (Fex)/2L= (1000600)/800)= 750 daN
F4 = -(Fex)/2L = -(1000600)/800)=-750 daN

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CASO GENERALE

Nel caso pi generale di una distribuzione di controventi pi articolata lungo le direzioni X e Y,


dopo aver determinato la posizione del centro delle masse CM (baricentro delle masse quale punto
di applicazione delle forze attive) e la posizione del centro delle rigidezze CR (baricentro delle
rigidezze quale punto di applicazione delle forze reattive), si possono scrivere le relazioni per
individuare le forze Fi di ciascun controvento.

Gi (Xi , Yi)
Ki (Kx,i , Ky,i)

ex

ey
CM
CR

Fig.6 : distribuzione dei controventi in pianta

Il controvento i-esimo individuato dal suo baricentro Gi , con coordinate xi e yi del sistema
cartesiano con origine in CR, ed caratterizzato dalle sue rigidezze Kx,i e Ky,i rispettivamente per le
direzioni X e Y (entrambe le rigidezze saranno diverse da zero per controventi inclinati rispetto gli
assi ortogonali).

Le relazioni che forniscono le reazione Fi del controvento i-esimo sono formate da due componenti:
il primo termine rappresenta la risposta dei controventi per la traslazione del piano, mentre il
secondo termine la risposta dei controventi alla rotazione del piano.

La reazione Fi dell i-esimo controvento per la forza Fx orizzontale risulta:


K (K y i + K Y ,i x i )
Fi = F X X ,i
+ ( F X e y ) X ,i

K X J p ,K

La reazione Fi dell i-esimo controvento per la forza Fy verticale risulta:


K Y ,i (K y i + K Y ,i x i )
F i = FY + ( FY e x ) X ,i

KY J p ,K

dove: xi yi sono le coordinate del controvento i-esimo nel sistema cartesiano con origine in CR
ex ey sono le distanze tra CM e CR (eccentricit)
Fxey il momento di rotazione del piano per la forza diretta lungo X
Fyex il momento di rotazione del piano per la forza diretta lungo Y
KX,i la rigidezza del controvento i-esimo nella direzione X
KY.i la rigidezza del controvento i-esimo nella direzione Y
KY la somma delle rigidezze KY,i dei controventi disposti lungo Y
KX la somma delle rigidezze KX,i dei controventi disposti lungo X
Jp,K il momento dinerzia polare rispetto CR di tutte le rigidezze

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6 ESEMPI DI PROGETTO E VERIFICA


DI STRUTTURE IN ACCIAIO

6.1 ESEMPIO 1 - SOLAIO


Progetto e verifica di un solaio di abitazione per una superficie rettangolare di dimensioni
5,20x7.50 m con pareti perimetrali portanti.

Il solaio scelto del tipo lamiera grecata-calcestruzzo con travi in acciaio tipo IPE poste ad
interasse di 150 cm secondo lo schema di figura.
Una pianta strutturale che rappresenta il solaio (fig.1) per convenzione una vista dal basso verso
lalto, quindi, le pareti in muratura rappresentate sono quelle che sostengono il solaio e le travi di
solaio sono viste da sotto.
trave IPE

trave IPE

trave IPE

trave IPE

fig.1- Pianta strutturale del solaio

Nella figura seguente visibile un solaio tipo lamiera grecata-calcestruzzo come quello previsto,
limmagine rappresenta il solaio in corso di costruzione dove sono visibili le puntellazioni
costruttive di rompitratta.
Per la tipologia del solaio utile una ricerca in Internet con solaio con lamiera grecata.

fig.2 - Vista di un solaio con lamiera grecata in fase di costruzione

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IL SOLAIO
ANALISI DEI CARICHI
L'analisi dei carichi la fase del progetto per valutare il peso dell'opera e per individuare le
modalit di ripartizione del carico tra le varie componenti strutturali. Nella fase di dimensionamento
lanalisi della struttura pu essere condotta con la sola ipotesi di carico che individui le condizioni
pi frequenti di utilizzo della struttura stessa.
Per il nostro solaio di abitazione lipotesi di carico rappresentata dalla somma tra i pesi propri
della struttura, i pesi propri degli elementi costruttivi (massetti, controsoffitto, pavimento, ecc.)
e il carico di utilizzo o di esercizio previsto per il solaio stesso.

Le scelte tecnologiche e tipologiche per la definizione del solaio consentono di valutare il carico
unitario, cio il carico su ciascun metro-quadrato di solaio. Tale carico distribuito su ogni metro-
quadro del solaio viene, poi, trasformato in carico a metro-lineare sulle travi e, quindi, in carico
concentrato sulle murature di appoggio.

pavimento in marmo isolamenti vari


masseto cls. 4 cm
solaio lamiera grecata calcestruzzo 9 cm
alleggerito 12 cm

travi IPE controsoffitto

fig.3 - Sezione tipo dellintero solaio per lanalisi dei carichi

Il carico reale sulla struttura non un valore assoluto, infatti, se pesiamo cento mattoni troveremo
cento pesi diversi, ma per considerare il peso del mattone possiamo riferirci al peso pi probabile
che, per definizione, quello che ha la probabilit del 95% di essere superiore al peso di ciascun
mattone. Questo peso detto caratteristico ed riportato per tutti i materiali da costruzione nel
capitolo 3 (Azioni sulle costruzioni) della normativa tecnica D.M. 14.01.2008 - "Norme tecniche
per le costruzioni". Per una corretta analisi dei pesi quindi necessario far riferimento alle
dimensioni del progetto e ai pesi caratteristici.

Il carico di esercizio, cio il carico che deve sopportare ciascuna struttura in esercizio fissato
anchesso dalla normativa Tecnica in funzione delle condizioni di utilizzo dei vari ambienti.
In particolare i carichi sono riportati nella Tabella 3.1.II del capitolo 3.1.4. della norma.

Nel nostro caso, trattandosi di un solaio di abitazione ricadiamo nella categoria A Ambienti ad uso
residenziale e il carico di esercizio risulta :

qk=2.00 kN/m2= 200 kg/m2.

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Quindi lanalisi dei carichi, nellipotesi che il solaio sia realizzato come in figura 3, fornisce il
carico unitario:

- pavimentazione in marmo 70 kg/mq


- massetto di posa 4 cm 100 kg/mq
- massetto alleggerito per impianti 12 cm 110 kg/mq
- isolamenti vari 30 kg/mq
- contro soffitto 50 kg/mq
- tramezze di suddivisione spazi 120 kg/mq
- CARICO ELEMENTI COSTRUTTIVI 480 kg/mq
- PESO PROPRIO SOLAIO H=9 cm 165 kg/mq (vedi dimensionamento solaio)
CARICO PERMANENTE TOTALE 645 kg/mq (carico sempre presente)
CARICO DI ESERCIZIO Cat.A 200 kg/mq (carico massimo di utilizzo)
CARICO UNITARIO 845 kg/mq (carico unitario totale massimo)

DIMENSIONAMENTO SOLAIO
Per dimensionare il solaio facile trovare in Internet le diverse tipologie e anche alcune tabelle che
consentono il primo dimensionamento dello spessore del solaio.

Solaio TIPO A55/P 600 HI-BOND

fig.4. - Tipologia di un solaio in lamiera grecata con spessore variabile tra 9 e 12 cm

Con la tabella di fig.4 possibile individuare il peso e le caratteristiche geometriche di verifica per
il solaio scelto nel progetto con laiuto della tabella di figura 5.

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fig.5 - Tabella di predimensionamento del solaio

Nel nostro caso la luce del solaio in appoggio tra le travi e pari a 150 cm e il carico complessivo
risulta 845 kg/m , quindi dalla tabella di fig.5 valida per lamiere di spessore 0.8 mm, verifichiamo
che sufficiente un solaio con spessore 9 cm che porta, secondo tabella, un carico di 1000 kg/m su
una luce di 206 cm .
Di seguito si riportano le verifiche alla tensione e alla deformazione dove, come era ovvio dato il
predimensionamento, il solaio risulta verificato.

luce di calcolo 150 cm


HI-BOND A55/P600 Altezza 9 cm
spessore lamiera 0,8 mm
modulo elastico lamiera 2.100.000 daN/cm
tensione ammissibile lamiera adm 1.500 daN/cm
VERIFICA IN FASE DI ESERCIZIO
modulo resistente SUPERIORE Ws 1046 cm^3
modulo resistente INFERIORE Wi 53,35 cm^3
momento d'inerzia solaio Ji 318 cm4
PESO PROPRIO DEL SOLAIO 165 daN/m
CARICO Permanente di utilizzo 480 daN/m
CARICO Accidentale di utilizzo 200 daN/m
Carico totale 845 daN/m
Momento M=1/8 ql 238 daNm
VERIFICA CALCESTRUZZO =M/W sup<adm 22,7 <80 daN/cm
VERIFICA LAMIERA =M/W inf<adm 510 < 1500 aN/cm
freccia limite fmax= 150/250 = 0.60 cm
deformazione massima fmax= 5/384 ql^4/EJ fmax= 0,07 < 0.60 cm

Taglio massimo 634 daN < 10002.06/2 =1030 daN

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LE TRAVI DI SOLAIO
CARICHI SULLE TRAVI tipo IPE
Possiamo ora passare al dimensionamento delle travi IPE, ma prima bisogna trovare il carico che le
travi devono sopportare. Tale carico rappresentato dalla porzione di solaio evidenziata in rosso
che ciascuna trave sopporta (vedi figura 6):

trave IPE

trave IPE

trave IPE

trave IPE
fig.6. - In rosso la quota di solaio che compete alla trave IPE

Complessivamente il carico risulta : Q= 845x(0.75+0.75)x5.20 = 6591 kg

Questo carico totale (area rossa) distribuito lungo la trave IPE di luce 5.20 m, quindi, il carico
uniformemente distribuito lungo la trave risulta:

CARICO UNIFORMEMENTE DISTRIBUITO SULLA TRAVE


q = 6591/5.2 =1268 kg/m

a questo carico si dovr aggiungere il peso proprio della trave IPE che pu essere
approssimativamente considerato pari a p.p.= 20 kg/ml.
Il carico uniformemente distribuito sulla trave IPE risulta infine:

carico trasmesso dal solaio 1268 kg/m


peso proprio trave IPE 20 kg/m
carico complessivo 1288 kg/m

LO SCHEMA STATICO
La definizione dello schema statico rappresenta, assieme all'analisi dei carichi, la fase pi
importante del progetto. Lo schema statico il modello interpretativo della realt e come tale deve
riprodurre il pi possibile il comportamento reale della struttura. Le deformazioni dello schema
statico devono corrispondere alle deformazioni reali della struttura.
Nel nostro caso lo schema statico delle travi molto semplice: possiamo ipotizzare che le travi in
appoggio sulla muratura siano vincolate a cerniera (rotazione libera), infatti, la parete in laterizio
non in grado di produrre un impedimento alla rotazione della testa della trave, tale da poter
ipotizzare lincastro (rotazione completamente impedita).
Lo schema statico per le travi , quindi, la trave in semplice appoggio con carico uniforme q=1288
kg/m:

fig.7. - Schema statico trave IPE

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VERIFICA E DIMENSIONAMENTO DELLE TRAVI


Per dimensionare e verificare la trave devono essere soddisfatte le tre condizioni base:
EQUILIBRIO, RESISTENZA e DEFORMABILITA

EQUILIBRIO
Lequilibrio garantito dallo schema statico di fig.8 che rappresenta una struttura isostatica, per la
quale si possono facilmente determinare le reazioni vincolari di equilibrio e i diagrammi di
momento e di taglio.

diagramma del TAGLIO

diagramma del MOMENTO

fig.8.- Diagrammi di Momento e Taglio

Landamento del diagramma di momento parabolico con momento massimo nella sezione di
mezzeria pari a:
Mmax = 1/812885.2 = 4353 kgm

Landamento del diagramma di taglio lineare con valori massimi agli appoggi e valore nullo in
corrispondenza alla mezzeria dove il momento massimo:

Vmax = 12885.2 =3348 kg

Le Reazioni vincolari risultano: RA = Rb = 3348 kg

RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi IPE sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:

tensione ammissibile normale adm = 1750 [daN/cm]


tensione ammissibile tangenziale adm = (1/3)1750=1010 [daN/cm]
modulo elastico E = 2.100.000 [daN/cm]

La verifica a resistenza deve essere garantita per il momento massimo Mmax= 4353 kgm e per il
taglio massimo Vmax=3348 kg.

RESISTENZA A FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
Wmin=Mmax / adm = 435300/1750 = 249 cm

Cercando tra i profilati metallici tipo IPE, individuiamo quello che ha un modulo resistente
maggiore di quello minimo necessario W > Wmin=249 cm.
Dalla tabella di figura 9 individuiamo il profilato IPE220 con modulo resistente W=252 cm
(maggiore di Wmin=249 cm ) e inerzia J=2770 cm4

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fig.9.- Caratteristiche dei profilati tipo IPE

Verifichiamo ora il profilo IPE220 per il momento Mmax=4353 kgm :

max = Mmax / W < adm


max =435300 / 252 = 1727 < 1750 kg/cm
La verifica a resistenza per flessione positiva.

RESISTENZA A TAGLIO
Verifichiamo il profilo IPE220 per il taglio massimo Vmax=3348 kg con lespressione:
T S max
max = < adm
J a
dove : Smax = 137 cm il momento statico di mezza sezione IPE220
a = 0.59 cm la larghezza dellanima dellIPE220
J = 2772 cm^4 linerzia dellintera sezione IPE 220
T =3348 daN lo sforzo di Taglio

Il momento statico di mezza sezione per il profilo IPE220 calcolato con lespressione
precedentemente illustrata:
Smax= b(h/2) - (b-a)(h/2-e)
Smax= 11(22/2)- (11-0.59)(22/2-0.92) = 665-528=137 cm

Sostituendo i valori numerici si ottiene:


3348 137
max = = 280 daN/cm
2772 0 . 59
La verifica a Taglio risulta positiva:
max=280 < adm =1010 daN/cm
DEFORMABILITA
Il progetto non concluso, dobbiamo anche verificare che la trave sia in grado di sopportare il
carico senza eccessive deformazioni.

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I limiti di deformabilit sono fissati dalla normativa, come riportato nella tabella del capitolo 4, e
nel nostro caso il limite della deformazione massima ammissibile (freccia massima in mezzeria)
risulta:
famm = 520/250 = 2.08 cm

La freccia massima in mezzeria per la trave appoggiata con carico uniforme facilmente
determinabile per lo schema statico di trave semplicemente appoggiata e carico uniforme.

f max

fig.10. deformata della trave

La freccia massima per la trave di solaio di figura 10 risulta:


5 q l 4
f max =
384 E J

e sostituendo i valori : carico q=1288 kg/m = 12.88 kg/cm


luce L=5.20 m = 520 cm
modulo elastico E=2.100.000 daN/cm2
momento dinerzia IPE 220 J=2770 cm4
si ricava :
5 12.88 5204
f max = = 2.10cm
384 2100000 2770

Per il profilo IPE 220 la freccia massima (fmax=2.10 cm) maggiore della freccia ammissibile
(flim=2.08 cm), quindi, la trave NON VERIFICATA per la DEFORMABILITA

fmax > famm

Si dovr, perci, utilizzare un profilo con dimensioni maggiori e, cercando nella tabella di figura 9,
scegliamo il profilo IPE 240 con le seguenti caratteristiche:

momento dinerzia J=3890 cm4


modulo resistente W=324 cm.

Per il nuovo profilo scelto IPE240, la verifica a Resistenza risulta ovviamente garantita, poich il
suo modulo resistente maggiore del modulo resistente necessario Wmin=249 cm.

Calcoliamo, quindi, la nuova freccia massima per la verifica della deformabilit del profilo IPE240:

5 12.88 520 4
f max = = 1.50 < 2.08 = f adm
384 2100000 3890

Questa volta la verifica della deformabilit positiva.

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6.2 ESEMPIO 2 - CONTROVENTI


Progetto e verifica della costruzione, adibita ad uffici (Cat.B1), realizzata con una struttura in
acciaio che sostiene un volume prefabbricato in alluminio e vetro. La struttura composta da
un solaio di superficie 8x12 m, sostenuto da una maglia 4x4 di pilastri di altezza 3 metri , e
controventata con strutture a croce di santAndrea.

volume prefabbricato in alluminio e vetro


300

solaio uffici

controvento travi
300

pilastri

400 400 400


fig.1a Sezione schematica delledificio

Il solaio scelto del tipo a lamiera grecata-calcestruzzo con travi secondarie in acciaio tipo IPE
poste ad interasse di 200 cm e travi principali tipo HEA di luce 400 cm, secondo lo schema di
figura.
Pilastri HEA
controvento 1

200
controvento 3

IPE IPE IPE


HEA

HEA

HEA

HEA

200
Pilastri HEA

solaio

solaio

solaio

IPE IPE IPE


200
controvento 4
HEA

HEA

HEA
HEA

IPE IPE IPE


200

controvento 2
400 400 400

fig.1b - Pianta strutturale del solaio

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IL SOLAIO

ANALISI DEI CARICHI


Il primo passo la determinazione dei pesi in gioco, cio dei carichi che agiscono sulla struttura.
Per il nostro solaio lipotesi di carico rappresentata dalla somma tra i pesi propri della struttura,
i pesi propri degli elementi costruttivi (massetti, controsoffitto, pavimento, ecc.) e il carico di
utilizzo o di esercizio previsto per il solaio stesso.

prefabbricato

pavimento in legno
masseto cls. 4 cm isolamenti vari
alleggerito 10 cm solaio lamiera grecata calcestruzzo 9 cm

travi controsoffitto

fig.2 - Sezione tipo solaio

La struttura prefabbricata, realizzata con pannelli in alluminio e vetro viene considerata


globalmente come peso uniformemente distribuito sul solaio: q1= 220 kg/m.

Quindi lanalisi dei carichi, nellipotesi che il solaio sia realizzato come in figura 2, fornisce il
seguente carico unitario:

- pavimentazione in legno 20 kg/mq


- massetto di posa 4 cm 100 kg/mq
- massetto alleggerito per impianti 10 cm 80 kg/mq
- isolamenti vari 30 kg/mq
- contro soffitto 30 kg/mq
- prefabbricato 220 kg/mq
- CARICO ELEMENTI COSTRUTTIVI 480 kg/mq
- PESO PROPRIO SOLAIO H=9 cm 165 kg/mq (vedi dimensionamento solaio)
CARICO PERMANENTE TOTALE 645 kg/mq (carico sempre presente)
CARICO NEVE 100 kg/mq (carico di utilizzo)
CARICO DI ESERCIZIO Cat B1 200 kg/mq (carico di utilizzo)
CARICO UNITARIO 945 kg/mq (carico unitario totale massimo)

DIMENSIONAMENTO del SOLAIO


Per dimensionare il solaio si utilizza la stessa procedura utilizzata nellesercizio precedente. In
particolare dalle tabelle di fig.4 e 5 (vedi esercizio precedente) si ricava che, per il nostro solaio con
carico totale 945 kg/mq e interasse travi 200 cm, possiamo ancora utilizzare il solaio in lamiera
grecata-calcestruzzo di tipo HI-BOND di altezza h=9 cm.
Di seguito si riportano le verifiche alle tensioni e alla deformazione per il solaio:

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luce di calcolo 200 cm


HI-BOND A55/P600 Altezza 9 cm
spessore lamiera 0,8 mm
modulo elastico lamiera 2.100.000 daN/cm
tensione ammissibile lamiera adm 1.500 daN/cm
VERIFICA IN FASE DI ESERCIZIO
modulo resistente SUPERIORE Ws 1046 cm^3
modulo resistente INFERIORE Wi 53,35 cm^3
momento d'inerzia solaio Ji 318 cm4
PESO PROPRIO DEL SOLAIO 165 daN/m
CARICO Permanente di utilizzo 480 daN/m
CARICO Accidentale di utilizzo 300 daN/m
Carico totale 945 daN/m
Momento M=1/8 ql 473 daNm
VERIFICA CALCESTRUZZO =M/W sup<adm 45.2 <80 daN/cm
VERIFICA LAMIERA =M/W inf<adm 886 < 1500 aN/cm
freccia limite fmax= 150/250 = 0.80 cm
deformazione massima fmax= 5/384 ql^4/EJ fmax= 0,25 < 0.80 cm

Taglio massimo 945 daN < 1130 daN

LE TRAVI SECONDARIE

CARICHI sulle TRAVI SECONDARIE tipo IPE


Il carico complessivo che grava su ciascuna trave IPE posta ad interasse 200 cm risulta:
Q = 945x(1+1)x4 = 7560 kg
Pilastri HEA
controvento 1

400
200
100

controvento 3

IPE IPE IPE


HEA
HEA

HEA

HEA
100

200
Pilastri HEA

solaio

solaio

solaio

IPE IPE IPE


200
controvento 4
HEA

HEA

HEA
HEA

IPE IPE IPE


200

controvento 2
400 400 400

fig.3.- In rosso la quota di solaio che compete alla trave IPE

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Il carico totale Q=7560 kg (area rossa) distribuito lungo la trave IPE di luce 4.00 m, quindi, il
carico uniformemente distribuito lungo la trave risulta:

q =7560/4 =1890 kg/m

al quale si dovr aggiungere il peso proprio della trave IPE e il carico uniformemente distribuito
risulta:
carico trasmesso dal solaio q = 1890 kg/ml
peso proprio trave IPE p.p.= 20 kg/ml
carico complessivo = 1910 kg/ml

LO SCHEMA STATICO
lo schema statico delle travi secondarie la trave in semplice appoggio con carico uniformemente
ripartito q=1910 kg/ml:

400

fig.4. - Schema statico trave IPE

VERIFICA e DIMENSIONAMENTO delle TRAVI tipo IPE

EQUILIBRIO
Lequilibrio garantito dallo schema statico di fig.5 che rappresenta una struttura isostatica, per la
quale si possono facilmente determinare le reazioni vincolari di equilibrio e i diagrammi di
momento e di taglio.

diagramma del TAGLIO

diagramma del MOMENTO

fig.5. - Diagrammi di Momento e Taglio della trave IPE

il momento massimo in mezzeria risulta: Mmax = 1/819104 = 3820 kgm


il taglio massimo allappoggio risulta : Vmax = 19104 =3820 kg
Le Reazioni vincolari risultano: RA = RB = 3820 kg

RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi IPE sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:

tensione ammissibile normale adm = 1750 [daN/cm]


tensione ammissibile tangenziale adm = (1/3)1750=1010 [daN/cm]
modulo elastico E = 2.100.000 [daN/cm]

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La Verifica a RESISTENZA deve essere garantita per il momento massimo Mmax= 3820 kgm e per
il taglio massimo Vmax=3820 kg.

RESISTENZA A FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
Wmin=Mmax / adm = 382000/1750 = 218 cm

Dalla tabella di figura 6 individuiamo il profilato IPE220 con modulo resistente W=252 cm e
inerzia J=2770 cm4

fig.6 - Caratteristiche dei profilati tipo IPE

Verifichiamo il profilo IPE220 per il momento momento Mmax=3820 kgm :

max = Mmax / W < adm


max =382000 / 252 = 1516 < 1750 kg/cm
La verifica a resistenza per flessione positiva.

RESISTENZA A TAGLIO

Verifichiamo il profilo IPE220 per il taglio massimo Vmax=3820 kg con lespressione:


T S max
max = < adm
J a
dove : Smax = 137 cm il momento statico di mezza sezione IPE220
a = 0.59 cm la larghezza dellanima dellIPE220
J = 2772 cm^4 linerzia dellintera sezione IPE 220
T =3820 daN lo sforzo di Taglio

Sostituendo i valori numerici si ottiene:


3820 137
max = = 320 daN/cm
2772 0 . 59
La verifica a Taglio risulta positiva:
max=320 < adm =1010 daN/cm
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DEFORMABILITA

Il limite di deformabilit massimo ammissibile (freccia massima in mezzeria) risulta:


famm = 400/250 = 1.60 cm

f max
400
fig.7. - Deformata della trave
5 q l 4
La freccia massima per la trave di solaio di figura 7 risulta: f max =
384 E J

e sostituendo i valori : carico q=1910 kg/m = 19.10 kg/cm


luce L=4.00 m = 400 cm
modulo elastico E=2.100.000 daN/cm2
inerzia IPE 220 J=2770 cm4

si ricava la freccia massima da confrontare con la freccia ammissibile:


5 19.10 4004
f max = = 1.09cm < f amm = 1.60cm
384 2100000 2770

quindi, la trave IPE220 VERIFICATA alla DEFORMABILITA.

LE TRAVI PRINCIPALI
CARICHI sulle TRAVI PRINCIPALI tipo HEA
Le travi secondarie IPE220 sono sostenute dalle travi principali HEA. Il carico trasmesso alla trave
principale rappresentato dalle reazioni vincolari delle travi secondarie IPE (area rossa di figura 8)
Pilastri HEA
controvento 1

400
200
100

controvento 3

IPE IPE IPE


HEA
HEA

HEA

HEA
100

200
Pilastri HEA

solaio

solaio

solaio

IPE IPE IPE


200
controvento 4
HEA

HEA

HEA
HEA

IPE IPE IPE


200

controvento 2
400 400 400

fig.8. - In rosso la quota di solaio che compete in mezzeria alla trave HEA

Il carico concentrato trasmesso dalle travi IPE nella mezzeria della trave HEA risulta:

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P=3820x2 =7640 kg

a questo carico si dovr aggiungere il peso proprio della trave HEA che pu essere
approssimativamente considerato pari a p.p.= 50 kg/ml.

LO SCHEMA STATICO
lo schema statico delle travi principali la trave in semplice appoggio con il carico concentrato
P=7640 kg in mezzeria e il carico uniformemente distribuito q=50 kg/ml:
P
q

A 400
B

diagramma del TAGLIO

diagramma del MOMENTO

fig.7 - Schema statico trave HEA

VERIFICA e DIMENSIONAMENTO delle TRAVI tipo HEA

EQUILIBRIO
LEquilibrio garantito dalla isostaticit dello schema statico di fig.7. Landamento del diagramma
di momento parabolico con una cuspide in mezzeria dovuta al carico concentrato. Il momento
massimo nella sezione di mezzeria per sovrapposizione degli effetti dei carichi risulta:

Mmax = 1/476404+1/8304 = 7700 kgm

Landamento del diagramma di taglio lineare con un salto in mezzeria:

Il taglio in mezzeria risulta: V1/2 = P/2 =7640/2= 3820 kg


Il taglio massimo agli appoggi risulta: Vmax = 504+ 7640 =3920 kg
Le reazioni vincolari risultano: RA = Rb = 3920 kg

RESISTENZA
La resistenza garantita e verificata in funzione delle caratteristiche di resistenza del materiale
utilizzato. Nel nostro caso le travi HEA sono realizzate con acciaio tipo S275 che, secondo quanto
riportato al paragrafo 5, ha le seguenti caratteristiche per la verifica:

tensione ammissibile normale adm = 1750 [daN/cm]


tensione ammissibile tangenziale adm = (1/3)1750=1010 [daN/cm]
modulo elastico E = 2.100.000 [daN/cm]

La Verifica a resistenza deve essere garantita nella sezione di mezzeria dove agiscono
contemporaneamente il momento massimo Mmax= 7700 kgm e il taglio V1/2 = 3820 kg
e nelle sezioni di appoggio dove agisce solo il taglio massimo Vmax=3920 kg.

RESISTENZA a FLESSIONE
Dimensioniamo la trave cercando il modulo resistente minimo necessario per resistere al momento
massimo:
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Wmin=Mmax / adm = 770000/1750 = 440 cm

Dalla tabella di figura 8 individuiamo il profilato HEA220 con modulo resistente W=515 cm e
inerzia J=5410 cm4

fig.8. - Caratteristiche dei profilati tipo HEA

Verifichiamo il profilo HEA220 per il momento Mmax=7700 kgm :

max = Mmax / W < adm


max =770000 / 515 = 1495 < 1750 kg/cm
La verifica a resistenza per flessione positiva.
RESISTENZA A TAGLIO

Verifichiamo il profilo HEA220 per il taglio massimo Vmax=3820 kg con lespressione:


T S max
max = < adm
J a
dove : Smax = 252 cm il momento statico di mezza sezione HEA220
a = 0.7 cm la larghezza dellanima dellHEA220
J = 5410 cm^4 linerzia dellintera sezione HEA220
T =3820 daN lo sforzo di Taglio

Il valore del momento statico di mezza sezione per il profilo HEA 200 risulta:
Smax= 22(21/2)- (22-0.7)(21/2-1.1) = 1213-961=252 cm

Sostituendo i valori numerici si ottiene la verifica a taglio positiva:


max=250 < adm =1010 daN/cm

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RESISTENZA a TAGLIO e FLESSIONE

Nella sezione di mezzeria agisce contemporaneamente la sollecitazione di taglio V1/2 = 3820 kg


e di flessione Mmax = 7700 kgm.

Le tensioni normali e tangenziali risultano quelle di figura 9:


b
max
e
S S
s
a s
h/2
M ys

asse neutro
T max

min

fig.9. - Sollecitazione M+T in mezzeria per il profilo HEA220

Osservando i diagrammi delle tensioni normali e tangenziali si evince che il punto maggiormente
sollecitato la sezione S-S (attacco ala-anima) dove agiscono contemporaneamente le tensioni s e
s con valori elevati, anche se non massimi. I profili commerciali in queste sezioni hanno dei
raccordi di rinforzo.
Trattandosi di uno stato di tensione biassiale la verifica va condotta con il criterio di Von Mises per
il quale si determina la tensione ideale per il confronto con la tensione ammissibile:

id = 2
s + 3 s2 < adm

dalla figura 9, per un profilo HEA220 si individuano i seguenti dati:

- larghezza ala b = 22 cm
- altezza sezione h = 21 cm
- spessore ala e = 1.1 cm
- larghezza anima a = 0.7 cm
- momento dinerzia J = 5410 cm^4
- distanza dellattacco ala-anima dallasse neutro ys = 21/2-1.1 = 9.4 cm
- momento statico dellala rispetto lasse neutro Ss = (221.1)(21/2-0.7/2)=246 cm

Si possono cos ricavare la tensione normale s e la tensione tangenziale s :

- tensione normale s = 7700009.4/5410 =1338 daN/cm


- tensione tangenziale s = 3820246/(54100.7)= 248 daN/cm

Si ricava, quindi, la tensione ideale id per la verifica che risulta positiva:

id = 1338 2
+ 3 248 2
= 1405 < adm = 1750

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DEFORMABILITA
I limiti di deformabilit massima ammissibile (freccia massima in mezzeria) risulta:

famm = 400/250 = 1.60 cm


P
q

f max
400

fig.10. deformata della trave

La freccia massima per la trave di solaio di figura 10 si ricava per sovrapposizione tra la freccia del
carico concentrato e la freccia del carico distribuito:
8PL3 5 q L4
f max = +
384E J 384 E J

e sostituendo i valori : carico concentrato P=7640 kg


carico distribuito q=50 kg/m = 0.5 kg/cm
luce L=4.00 m = 400 cm
modulo elastico E=2.100.000 daN/cm2
inerzia HEA 220 J=5410 cm4

si ricava : fmax = 0.897 + 0.015 = 0.912 cm < famm=1.60 cm


quindi, la trave HEA 220 VERIFICATA anche per la DEFORMABILITA.

I PILASTRI
CARICHI sui PILASTRI
I pilastri centrali sorreggono le travi principali HEA220 e le travi secondarie IPE220 che
concorrono sui pilastri stessi. Il carico trasmesso ai pilastri centrali rappresentato dalle reazioni
vincolari delle travi principali HEA e delle travi secondarie IPE (area rossa di figura 11)
Pilastri HEA
controvento 1
200

400
controvento 3

IPE IPE IPE


HEA

HEA

HEA
HEA
200

200
Pilastri HEA

solaio

solaio

IPE IPE IPE


pilastro
200
200

HEA

controvento 4
HEA

HEA
HEA

IPE IPE IPE


200

controvento 2
400 400 400

fig.11.- In rosso la quota di solaio che compete ai pilastri centrali

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Il carico concentrato sui pilastri risulta:


P=3920x2+3820x2 =15480 kg

Per controprova verifichiamo larea rossa di solaio, detta area di carico sul pilastro:
P=4x4x945=15120 kg .
La differenza di 360 kg dovuta al peso proprio delle travi non conteggiato nella controprova.

LO SCHEMA STATICO
lo schema statico del pilastro lasta compressa di figura 12 con carico P=15480 kg:
P

H=300 cm

Fig.12. schema statico pilastri

I vincoli alle estremit sono rappresentati da cerniere. La cerniera, infatti, per le strutture costruite
con profili in acciaio, rappresenta la modalit di collegamento delle aste pi semplice e pi
economica da realizzare. In figura 12 sono indicati anche dei carrelli i rosso che raffigurano
limpedimento alla traslazione orizzontale del piano del solaio. E evidente che se il piano di solaio
potesse traslare orizzontalmente lintera struttura sarebbe labile e cadrebbe a terra. Limpedimento
alla traslazione orizzontale del piano avviene ad opera delle strutture di controvento che
analizzeremo nel paragrafo successivo.
La struttura del pilastro, cos come rappresentata dallo schema statico di figura 12, un asta
compressa da verificare al carico di punta secondo la deformazione di instabilit indicata in rosso.

VERIFICA e DIMENSIONAMENTO dei PILASTRI tipo HEA


Per il predimensionamento del pilastro si pu far riferimento alle necessit geometriche di
costruzione della struttura, infatti, per realizzare in modo efficace il nodo pilastro-travi utile usare
per il pilastro un profilo HEA220 uguale a quello delle travi principali, come illustrato in figura 13.

solaio in lamiera grecata-calcestruzzo


90
220

Trave HEA220 Trave HEA220

Trave IPE220
Pilastro HEA220

Fig.13. - Nodo pilastro-travi

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La verifica del pilastro a compressione per carico di punta eseguita secondo il metodo omega.
Per il pilastro realizzato con profilo HEA220 secondo lo schema statico di figura 12 si individuano
le seguenti grandezze geometriche:
raggio dinerzia minimo i = 5.51 cm (vedi tabella profili HEA di fig.8)
lunghezza pilastro L=300 cm
coefficiente di vincolo =1
lunghezza libera dinflessione Lo=L= 300 cm

Determiniamo la snellezza dellasta e verifichiamo che sia minore del limite massimo max=200
fissato dalla normativa per le strutture principali:
L
= o < max
i
300
= = 54 , 4 < 200
5 . 51

In funzione della snellezza =54.4 individuiamo coefficiente omega nella tabella per i profili
tipo HE riportata nel paragrafo 5.4
= 1,215
Lespressione di verifica con il metodo omega:
N
= adm
A
fornisce il seguente risultato positivo:
1 , 215 15480 daN
= = 292 adm = 1750
64 . 3 cm

Per il pilastro non sono necessarie altre verifiche.

I CONTROVENTI
La struttura composta da un piano orizzontale (piano di solaio) sostenuto da una maglia 4x4 di
pilastri. In assenza di controventi, la struttura labile e una forza orizzontale porterebbe al crollo
secondo il meccanismo di figura 14.

Fig.14. Struttura labile per forze orizzontali

Per bloccare tale labilit e rendere la struttura resistente alle forze orizzontali si introducono i
controventi, realizzati con tipologia a croce di santAndrea mediante tiranti costituiti da piatti in
acciaio di dimensioni 4x1 cm, come rappresentato i figura15.

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300

400 400 400


Fig.15. Controvento per resistere alle forze orizzontali

La rigidezza del controvento definita come rapporto tra la trazione sul tirante e lo spostamento
orizzontale e vale:
E A 2100000 4 daN
K = = = 16800
T 500 cm
dove: T=500 cm la lunghezza del tirante
A=4 cm la sezione del tirante piatto 4x1
E=2.100.000 il modulo elastico dellacciaio

Per la nostra costruzione introduciamo 4 controventi uguali di rigidezza K=16800 daN/cm


distribuiti in pianta come riportato in figura 16.
Y
controvento 1
G1
controvento 3

G3
400

ex=600
X
CM
ey=0 CR
controvento 4

400

G4

G2
controvento 2
400 400 400

Fig.16. Distribuzione dei controventi in pianta

Nella figura 16 si individua il punto CM, centro delle masse e baricentro geometrico del piano. In
questo punto si applicano le forze orizzontali di piano prodotte dal vento e dal sisma che agiscono
sulla costruzione come azioni esterne.
Inoltre, si individua il punto CR, baricentro delle rigidezze Kx per icontroventi 1 e 2 e Ky per i
controventi 3 e 4.

Nel punto CR (baricentro delle forze reattive) viene posizionato un sistema di assi cartesiani X,Y e
si ricavano le distanze in X e in Y del punto CM (baricentro delle forze attive):

ex = 600 = 6,00 m
ey = 0 m
Le distanze tra CM e CR rappresentano le eccentricit delle forze attive Fx e Fy rispetto il baricentro
delle forze reattiva.
Rispetto il sistema di assi cartesiani X,Y in CR si determinano, per ciascun controvento, le
coordinate dei baricentri e i momenti statici e i momenti dinerzia delle rigidezze. I valori sono
riportati nella tabella seguente.

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controvento n. 1 2 3 4 somme
Rigidezza lungo X Kx 16.800 16.800 0 0 KX = 33.600
Rigidezza lungo Y Ky 0 0 16.800 16.800 KY = 33.600
Coordinata X xG -10,00 -10,00 0 0
Coordinata Y yG +4,00 -4,00 +2,00 -2,00
Momento statico KyxG 0 0 0 0
Momento statico KxyG 67.200 -67.200 0 0
Momento dinerzia Jx,K KyxG 0 0 0 0 Jx,K =0
Momento dinerzia Jy,K KxyG 268.800 268.800 0 0 Jy,K =537.600

I momenti dinerzia delle rigidezze Jx,K e Jy,K servono per calcolare il momento dinerzia polare Jp,K
da utilizzare nellespressione generale per il calcolo delle forze sui controventi :

Jp,K = Jx,K + Jy,K = 0 + 537.600 = 537.600

Le forze reattive sui singoli controventi per una forza FX diretta lungo X nel punto CM si
determinano con lespressione generale precedentemente illustrata:

K (K y i + K Y ,i x i )
Fi = F X X ,i
+ ( F X e y ) X ,i

KX J p ,K
quindi, sostituendo i valori riportati nella tabella otteniamo:

16800 67200
- controvento 1 : F 1 = F X + ( F X 0 ) = 0 .5 F X
33600 537600
16800 67200
- controvento 2 : F2 = F X + ( F X 0 ) = 0 .5F X
33600 537600
0 0
- controvento 3 : F3 = F X + ( F X 0 ) = 0
33600 537600
0 0
- controvento 4 : F4 = F X + ( F X 0 ) = 0
33600 537600

Le forze reattive sui singoli controventi per una forza FY diretta lungo Y nel punto CM si
determinano con lespressione generale:

K Y ,i (K y i + K Y ,i x i )
F i = FY + ( FY e x ) X ,i

KY J p ,K

quindi, sostituendo i valori riportati nella tabella otteniamo:

0 67200
- controvento 1 : F 1 = F Y + ( F Y 6 ) = 0 . 75 F Y
33600 537600
0 67200
- controvento 2 : F 2 = FY + ( F Y 6 ) = 0 . 75 F Y
33600 537600
16800 0
- controvento 3 : F 3 = FY + ( F Y 6 ) = 0 .5 FY
33600 537600
1800 0
- controvento 4 : F 4 = FY + ( F Y 6 ) = 0 .5 FY
33600 537600

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IL VENTO
Lazione del vento sulle costruzioni esposta nel paragrafo 3.3 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni, D.M. 14.1.2008.
Il vento induce sulle superfici verticali delle costruzioni una pressioni secondo la relazione :
v2
p = c e c p c d
2
dove: v = velocit di riferimento del vento [m/s]
= densit dellaria 1.25 [kg/m]
ce = coefficiente di esposizione
cp = coefficiente aerodinamico di forma
cd = coefficiente dinamico

La velocit del vento (vb) viene fissata dalla normativa in funzione dellarea geografica (Zona) dove
si trova la costruzione, ma anche in funzione dellaltitudine (as) sul livello del mare del sito dove
sorge la costruzione.
Il coefficiente di esposizione (ce) dipende dallaltezza della costruzione (z) e dalla categoria di
esposizione del sito. La categoria di esposizione del sito dipende dalla distanza dal mare e dalla
classe di rugosit del terreno (Aree urbane densamente costruite, aree suburbane, aree con ostacoli
diffusi, aree prive di ostacoli, ecc).
Il coefficiente di forma (cp) per gli edifici a pianta rettangolare con copertura piana vale cp1=+0.8
sulla superficie esposta sopravento e cp2= - 0.4 per la superficie sottovento.
VENTO

300

Y
150

X
FX
150
600

0
80

1200

Fig.17. leffetto del vento

Per il nostro esempio consideriamo un edificio posizionato a Venezia per il quale si determina la
seguente azione del vento:
EDIFICIO SITO IN COMUNE DI VENEZIA
CARATTERIZZAZIONE DEL SITO: ZONA 1- Veneto -altitudine < 1000 m.
PARAMETRI ao = 1.000 m
velocit di riferimento del vento vb,o= 25 m/s
ka= 0,010 1/s
pressione cinetica di riferimento qb= 391 N/m
CLASSE DI RUGOSITA' classe A
CATEGORIA DI ESPOSIZIONE Categoria di esposizione : IV k r= 0,22
zo= 0,30 m
zmin= 8 m
COEFFICIENTI DI ESPOSIZIONE coefficiente topografico ct= 1,000
ce(zmin)= 1,6342
altezza massima della struttura z= 6,0 m
ce(z)= 1,634
COEFFICIENTI DI FORMA sopravento cp1= 0,800
sottovento cp2= -0,400
COEFFICIENTI DINAMICO coefficiente dinamico cd= 1,000
PRESSIONI DEL VENTO pressione a quota z = 6 q( 6 )= 51,1 daN/m
depressione a quota z = 6 q( 6 )= -25,5 daN/m

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Si possono ora determinare le forze orizzontali prodotte dal vento e le forze ripartite sui controventi:
in direzione X:
forza del vento Fx = (51.1+25.5)(4.50x8) = 2758 daN
controvento 1 F1 = 0.5Fx = 1379 daN
controvento 2 F2 = 0.5Fx = 1379 daN
controvento 3 F3 = 0Fx = 0
controvento 4 F4 = 0Fx = 0
in direzione Y:
forza del vento Fy= (51.1+25.5)(4.50x12) = 4136 daN
controvento 1 F1 = 0.75Fy = 3102 daN
controvento 2 F2 = - 0.75Fy = - 3102 daN
controvento 3 F3 = 0.5Fy = 2068 daN
controvento 4 F4 = 0.5Fy = 2068 daN

VERIFICA dei CONTROVENTI per il VENTO


Il controvento a croce di santAndrea con dimensioni 4x3 metri realizzato con tiranti in acciaio
realizzato con piatto 4x1 cm con area A=4 cm e lunghezza T=5 metri.
F
FT N
5 00
300

400
Fig.18. il funzionamento del controvento

La massima forza orizzontale applicata al controvento per effetto del vento risulta F=3102 daN,
quindi, la trazione massima sul tirante in acciaio risulta:
FT = FT/L = 31025/4 = 3877 daN
Per la verifica a trazione del tirante risulta positiva:
T 3877
max = = = 969 1750 = adm
A 4
La forza F orizzontale sul controvento crea anche una forza di compressione sul pilastro:
N=FH/L = 31023/4 = 2326 daN
Tale compressione si somma, per la verifica del Pilastro, alla compressione prodotta dai carichi
verticali.

IL SISMA
Lazione del sisma sulle costruzioni esposta nel capitolo 7 delle Norme Tecniche per le
Costruzioni, D.M. 14.1.2008.
Per il nostro esercizio facciamo riferimento allanalisi lineare statica per la quale la forza dinerzia
indotta dal sisma assimilata ad una forza equivalente statica. La forza statica una accelerazione
per una massa, quindi, definendo con Sd laccelerazione orizzontale imposta alla struttura dal sisma
e con W/g la massa del carico W, possiamo scrivere :

F = accelerazione x massa = Sd W / g

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dove: F la forza statica orizzontale


W il peso della costruzione
g laccelerazione di gravit
W/g la massa del peso della costruzione
Sd lo spettro di risposta in accelerazione orizzontale per la struttura

Laccelerazione Sd viene determinata in funzione della zonizzazione sismica, della categoria del
sottosuolo, delle condizioni topografiche, della tipologia della struttura, della risposta elastica della
struttura per le azioni orizzontali, della classe duso della costruzione.
Per il nostro edificio che si trova in comune di Venezia, con grado si sismicit molto basso,
possiamo in prima approssimazione utilizzare unaccelerazione di risposta Sd = 0.04 g.

I pesi da considerare per valutare la massa della forza inerziale sono il 100% dei pesi permanenti
della struttura e una quota del 30 % dei carichi di esercizio accidentali, inoltre bisogna aggiungere
anche il peso proprio delle travi in acciaio che possiamo quantificare nel 10% del carico
permanente:
Carico permanente 645x100% = 645 kg/m
Carico di esercizio 300x30% = 90 kg/m
Peso proprio travi 645x10% = 65 kg/m
Carico per leffetto sismico = 800 kg/m

Considerando il peso dellintero piano di solaio risulta:

W = 800x12x8 = 76.800 kg

La forza statica orizzontale da applicare al baricentro delle masse CM per simulare la forza inerziale
sismica risulta:
F = Sd W / g = 0.0476.800 = 3072 daN

Si possono ora determinare le forze orizzontali prodotte dal sisma e le forze ripartite sui
controventi:

in direzione X:
forza del sisma Fx = 3072 daN
controvento 1 F1 = 0.5Fx = 1536 daN
controvento 2 F2 = 0.5Fx = 1536 daN
controvento 3 F3 = 0Fx = 0
controvento 4 F4 = 0Fx = 0
in direzione Y:
forza del sisma Fy = 3072 daN
controvento 1 F1 = 0.75Fy = 2304 daN
controvento 2 F2 = - 0.75Fy = - 2304 daN
controvento 3 F3 = 0.5Fy = 1536 daN
controvento 4 F4 = 0.5Fy = 1536 daN

VERIFICA dei CONTROVENTI per il SISMA


Le forze nei controventi prodotte dal sisma sono inferiori a quelle prodotte dal vento. Ci accade
spesso quando si opera con costruzioni che si trovano nelle zone sismiche 4 caratterizzate da grado
di sismicit molto basso.
In questo caso, quindi, per le verifiche dei controventi sufficiente quanto gi riportato per il vento.

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6.3 ESEMPIO 3 - RETICOLARE


Progetto e verifica di una grande copertura per unarea di dimensioni 36x12
metri con una zona a sbalzo di 12 metri. La copertura sostenuta da 4 pilastri.

fig.1 schematizzazione delle strutture di copertura

Si sceglie di costruire la copertura con strutture in acciaio come riportato in figura. In particolare la
struttura della copertura realizzata con due travi reticolari principali (rosse) sostenute dai pilastri,
tali travi principali sono collegate e sostengono le travi secondarie (blu) di luce 12 metri. Le travi
reticolari secondarie sostengono le travi (verdi) di piano (arcarecci) poste ad interasse 3 metri. Il
solaio di copertura appoggiato a questi arcarecci ed realizzato con lamiera grecata e
calcestruzzo. Laltezza di 300 cm delle travi reticolari e il passo di 300 cm dei nodi delle travi
reticolari sono scelte iniziali dettate dalla modularit del disegno.
Il compito del progetto quello di verificare queste scelte iniziali e di modificarle in funzione
delle necessit strutturali che incontreremo.

ANALISI DEI CARICHI


Come primo passo definiamo le scelte tipologiche della copertura per individuare i carichi
permanenti e accidentali. In particolare per il manto di copertura si sceglie una tipologia leggera
realizzato in lamiera e il solaio del tipo lamiera grecata-calcestruzzo. La struttura deve sostenere
tutte le condotte, tubazioni e canalizzazioni e apparecchi degli impianti tecnologici, sotto il solaio
presente un controsoffitto di tipo leggero. La copertura del tipo non praticabile e lunico carico
accidentale da considerare il carico della neve. Tra i carichi permanenti dobbiamo considerare
anche il peso proprio delle strutture che possiamo approssimare pari a 40 kg/mq, trattandosi di una
struttura leggera in acciaio.

I carichi permanenti risultano: manto in lamiera 15 kg/m


Solaio H=9 cm 165 kg/m (vedi esercizio 1)
Peso proprio strutture 40 kg/m
Isolamenti vari 20 kg/m
Impianti tecnologici 30 kg/m
Controsoffitto 20 kg/m
CARICO PERMANENTE 290 kg/m

Per i carichi accidentali da neve si ipotizza che ledificio sia situato in provincia di Venezia, quindi
il carico neve sulla copertura quello previsto dalla normativa per la Zona II :

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carico neve a terra qsk = 100 kg/m


carico neve sul tetto qs = qsk =0.8 100 = 80 kg/m

I carichi totali risultano: CARICO PERMANENTE 290 kg/m


CARICO NEVE 80 kg/m
CARICO TOTALE 370 kg/m

DIMENSIONAMENTO DELLA TRAVE RETICOLARE PRINCIPALE


Come primo passo del progetto proviamo a dimensionare la trave principale per controllare
soprattutto se laltezza di 300 cm scelta sia corretta. Lo schema statico della trave principale
quello riportato in figura 2 dove le frecce blu indicano i carichi trasmessi dalle travi secondarie,
mentre le frecce rosse indicano le reazioni fornite dai pilastri di appoggio.

fig.2 schema statico della trave reticolare principale

Si tratta di una trave appoggiata con uno sbalzo per la quale il diagramma complessivo di momento
del tipo riportato in figura 3:

C
A B
fig.3 andamento del diagramma di momento per la trave principale

In corrispondenza allappoggio B il momento negativo e mette in trazione le aste superiori della


reticolare e in compressione le aste inferiori. In campata, tra gli appoggi A e B, il momento diventa
positivo e, quindi, vanno in compressione le aste superiori e in trazione quelle inferiori.
Nelle prime pagine di questo scritto abbiamo visto che le aste compresse devono essere verificate
per problemi di instabilit alla compressione e che tale fenomeno influenzato anche dalla
lunghezza dellasta. Ci ci suggerisce di disporre le aste diagonali (le pi lunghe) in modo tale che
siano tese e non compresse. Per ottenere questo risultato, visto landamento del diagramma di
momento, le aste diagonali vanno disposte come in figura 2.

CARICHI SULLA STRUTTURA RETICOLARE PRINCIPALE


Per iniziare la verifica della struttura principale ora necessario individuare i carichi blu che sono
trasmessi alla reticolare principale dalle reticolari secondarie. In particolare dalla figura 4 si evince
che la porzione di solaio, e quindi il carico trasmesso dalle strutture secondarie risulta quello
evidenziato con il reticolo blu: Q= 370x6x6 = 13320 kg

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fig.4 carico della porzione di solaio trasmessa dalla reticolare secondaria alla reticolare principale

Possiamo ora rappresentare in figura 5 la reticolare principale con i carichi assegnati. Per facilitare
la lettura dello schema statico sono stati numerati tutti i nodi (numeri neri da 1 a 26) e sono state
numerate tutte le aste (numeri magenta da 1 a 49).

Q/2 =6660 kg Q =13320 kg Q =13320 kg Q =13320 kg Q =13320 kg Q =13320 kg Q/2 =6660 kg


14 13 15 14 16 15 17 16 18 17 19 18 20 19 21 20 22 21 23 22 24 23 25 24 26

25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13
1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

fig.5 schema statico della trave reticolare principale

PROGETTO E VERIFICA
Per dimensionare e verificare la struttura reticolare devono essere soddisfatte le tre condizioni base:
EQUILIBRIO, RESISTENZA e DEFORMABILITA.

EQUILIBRIO
Nel nostro caso lEQUILIBRIO garantito dallo schema statico di fig.5 che altro non che una
trave appoggiata con uno sbalzo, isostatica ed equilibrata. Per questa trave si possono facilmente
determinare le reazioni agli appoggi e il diagramma di momento con semplici condizioni di
equilibrio delle forze attive (carichi) e passive (reazioni).
La reazione in A si determina con lequilibrio delle forze in B:
RA = (+666012+133206-133206-1332012-1332018-666024) / 24 = - 19980 kg
La reazione in B si pu determinare con lequilibrio verticale
RB = (-6660-133205-6660)+19980 = - 59940 kg
Ovviamente il carico sul pilastro B molto maggiore al carico sul pilastro A e di ci si dovr tener
conto nel dimensionamento dei pilastri.
Anche il diagramma di momento, il cui andamento riportato in figura 3, facilmente individuabile
con semplici valutazioni di equilibrio:
Momento nella sezione definita dai nodi 26-13:
M= 0 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 24-11 con lequilibrio da destra:
M= -66606= -39960 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 22-9 con lequilibrio da destra:
M= -666012-133206= -159840 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 20-7 con lequilibrio da destra :
M= -666018-1332012+(59940-13320)6= 0 kgm
oppure facendo lequilibri da sinistra:

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M=(19980-6660)18-1332012-133206 = 0 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 18-5 con lequilibrio da destra :
M= -666024-1332018+(59940-13320)12-133206= +79920 kgm
oppure facendo lequilibri da sinistra:
M=(19980-6660)12-133206 = +79920 kgm
Momento nella sezione definita dai nodi 16-5 con lequilibrio da sinistra:
M=(19980-6660)6 = +79920 kgm
Momento nella sezione di appoggio definita dai nodi 14-1:
M= 0 kgm

Nella figura 6 si riporta il diagramma di momento e i valori calcolati:


S2 S1
S3
13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24

25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

A B

M=159840
M=79920

M=99900
M=0
M=79920

M=79920

M=39960
A
R=19980 R=59940

fig.6 diagramma di momento della reticolare principale

Analogamente, sommando in successione le forze, partendo da destra o da sinistra, possibile


calcolare e disegnare il diagramma di taglio della struttura riportato in figura 7. A titolo di esempio
calcoliamo il taglio massimo che si trova a sinistra dellappoggio B, sommando le forze partendo da
destra: V=+6660+13320+13320-59940 = -26640 kg

V=19980
V=13320
V=0 V=6660
A B
R=19980 V=-13320 R=59940
V=-26640

fig.7 diagramma dei tagli della reticolare principale

E facile con il diagramma di momento individuare le aste tese e quelle compresse: se il momento
negativo le aste tese sono sopra e quelle compresse sotto, se il momento positivo le aste tese sono
sotto mentre le compresse sono sopra. Nella figura 6 le aste tese della reticolare sono colorate in
rosso, mentre le aste compresse sono colorate in blu.

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GLI SFORZI DI COMPRESSIONE E TRAZIONE SULLE ASTE


Con il diagramma di momento di figura 6 e il diagramma di taglio di figura 7 facile calcolare gli
sforzi sulle aste utilizzando ancora le semplici condizioni di equilibrio.
La zona della struttura maggiormente sollecitata quella dellappoggio B dove c il massimo
momento M=159840 kgm e anche il massimo Taglio V=26640 kg. Le aste di questa zona sono,
quindi, le pi sollecitate a compressione e a trazione dellintera struttura.
Se lipotesi di progetto quella di dimensionare tutte le aste con sezione uguale, sar sufficiente
dimensionare le aste maggiormente sollecitate cio quelle vicine allappoggio B.
Dobbiamo perci determinare gli sforzi delle aste n.20, 21 (aste a trazione del corrente superiore),
delle aste n.40, 42 (aste diagonali a trazione), delle aste n.8, 9 (aste a compressione del corrente
inferiore) e delle aste n. 39, 41 e 43 (aste compresse verticali di parete).

Il calcolo degli sforzi delle aste di una struttura reticolare pu essere condotto utilizzando diversi
metodi grafici o analitici che sono di seguito elencati:
- metodo dei poligoni di equilibrio ai nodi (grafico)
- metodo dellequilibrio dei nodi (analitico)
- metodo dei diagrammi reciproci o cremoniani (grafico)
- metodo di Ritter o metodo delle sezioni (analitico)
- metodo di Culmann (grafico)

Tra questi utilizziamo il METODO di RITTER e come esempio proviamo a calcolare lo sforzo
dellasta 2 della reticolare di figura 6. Per prima cosa individuiamo una linea di sezione S che
divida la reticolare in due parti tagliando tre aste della reticolare (asta 14,28 e 2). Consideriamo ora
solo la parte di sinistra rappresentata nella figura 8.
S
P X F14

F2
8

F2

RA

fig.8 Metodo di RITTER o Metodo delle Sezioni

Questa parte di struttura in equilibrio, cio, tutte le forze applicate ad essa sono un sistema di forze
equilibrato. Le forze in gioco sono: le forze blu che conosciamo (P=6660 kg , RA=19980 kg), e le
forze rosse incognite (F14, F28 e F2) che rappresentano gli sforzi nelle aste individuate dalla sezione
S. Poich le forze blu e rosse, assieme, sono un sistema equilibrato per esse vale la legge
dellequilibrio rispetto qualsiasi punto del piano.
Se facciamo lequilibrio rispetto il punto X (incontro delle rette dazione delle due forze incognite
F14 e F28) possibile trovare la terza forza incognita F2. Lespressione dellequilibrio in X risulta:
RA3-P3-F23+F140+F280 = 0
dove 3 la distanza in metri delle forze dal punto X, e sostituendo i valori delle forze note si
ottiene: 19980300-6600300 = F23
39960 = F23
F2= 13320 kg

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E interessante notare che nella equazione di equilibrio il numero 39960 rappresenta il momento di
tutte le forze a sinistra di X ed , quindi, individuabile anche dal diagramma di momento di figura 6,
perci, lo sforzo F2 determinato anche da MX/3 = 39960/3 = 13320 kg.
Se vogliamo invece calcolare lo sforzo dellasta F28 sar sufficiente fare lequilibrio rispetto il punto
dincontro delle rette dazione delle forze F14 e F2. Le forze sono parallele e il loro punto dincontro
allinfinito quindi lequilibrio rispetto tale punto lequilibrio verticale delle forze:
RA-P F28cos = 0
dove =45 e cos=0.707 e sostituendo: 19980-6660=F280,707
quindi: F28=18840 kg

Lo sforzo F14 dellasta 14 pu essere determinato mediante unaltra sezione di Ritter oppure
facendo lequilibrio orizzontale della componente della forza F28 e della forza F2 :
F14 + F28sen +F2 = 0
da cui si ricava: F14= -188400,707-13320 = -26640 kg
Il segno negativo indica semplicemente che il verso della forza F14 indicato in figura 8 opposto,
cio la forza F14 comprime lasta.

ASTE COMPRESSE CORRENTE INFERIORE n.8 e n.9


Per trovare la compressione sulle aste 8 e 9 utilizziamo le condizioni di equilibrio poste dal Metodo
di Ritter o Metodo delle sezioni. La sezione S1 di figura 6 taglia le aste 21, 42, 9 e consente di
determinare lo sforzo nellasta 9 con lequilibrio alla rotazione della parte destra della struttura nel
punto dincontro delle aste 21 e 24. In questo punto lequilibrio alla rotazione delle forze della parte
a destra della sezione rappresentato dallespressione:
M-N9H =0
dove M=159840 kgm il momento e H=3m la distanza tra lasta 9 e il punto di equilibrio,
sostituendo risulta : N9 = 159840/3 = 53280 kg (compressione)
Analogamente, la sezione S2 di figura 6 consente di determinare lo sforzo dellasta 8:
N8 = 159840/3 = 53280 kg (compressione)

ASTE DIAGONALI TESE n.40 e n.42


Le aste diagonali maggiormente sollecitata sono quelle che si trova nella zona dove il taglio
massimo, cio lasta diagonale n. 40. Per trovare lo sforzo sullasta sufficiente osservare la
sezione S2 (vedi figura 6) per comprendere che, per lequilibrio verticale, la componente verticale
dello sforzo dellasta n. 40 uguale alla risultante di tutte le forze verticali, cio allo sforzo di taglio
V=26640 kg. Quindi, poich lasta inclinata a 45 rispetto la verticale lo sforzo sullasta N40
risulta: N40 = 26640 / sen(45) = 26640/0.707 = 37680 kg

Analogamente con la sezione S1 di figura 6 possiamo trovare la componente verticale dello sforzo
sullasta n.42 che uguale al taglio V=19980 kg, quindi lo sforzo sullasta 42 risulta:
N42 = 19980 / sen(45) = 19980/0.707 = 28260 kg

ASTE TESE CORRENTE SUPERIORE n.20 e n.21


Per determinare lo sforzo nellasta n.21 utilizziamo la sezione S1 e scriviamo lequilibrio con il
metodo di Ritter nel punto dincontro delle aste 42 e 9, ottenendo:
N21 = 99900/3 = 33300 kg (trazione)
Analogamente per trovare lo sforzo dellasta n,20 utilizziamo la sezione S2 e scriviamo lequilibrio
con il metodo di Ritter nel punto dincontro delle aste 40 e 8, ottenendo:
N20 = 79920/3 = 26640 kg (trazione)

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ASTE COMPRESSE VERTICALI DI PARETE n. 39 , n. 41 e n.43


Per determinare lo sforzo sulle aste di parete possiamo analizzare lequilibrio della sezione S3 di
figura 6. E facile capire che per determinare lo sforzo dellasta n.43 necessario fare lequilibrio
rispetto il punto dincontro delle aste n.21 e n.10. Queste aste sono parallele, quindi il loro punto
dincontro allinfinito e lequilibrio da considerare diventa la traslazione verticale.
Sapendo che le forze verticali altro non sono che gli sforzi di taglio del diagramma di figura 7
possiamo immediatamente individuare gli sforzi:
N43 =19980 kg (compressione)
N39 =26640 kg (compressione)
Per lasta n.41 lo sforzo la somma dei due tagli quindi la reazione in B
N41 =59940 kg (compressione)

RICAPITOLANDO
Dai diagrammi di momento e taglio riportati nelle figure 6 e 7 facile individuare le aste
maggiormente sollecitate a compressione e a trazione e determinare gli sforzi con semplici
considerazioni di equilibrio. In particolare abbiamo determinato le seguenti massime sollecitazioni
nelle aste:
Corrente orizzontale superiore asta n. 21 : N21 = 33300 kg (trazione)
Corrente orizzontale inferiore aste n.8 e 9 : N8= N9 = 53280 kg (compressione)
Aste diagonali di parete asta n.40: N40 = 37680 kg (trazione)
Aste verticali di parete asta n.39: N39 = 26640 kg (compressione)
Asta verticale allappoggio asta n.41: N41 = 59940 kg (compressione)

RESISTENZA
Il passo successivo del progetto riguarda il dimensionamento resistente della struttura cio riguarda
lindividuazione delle sezioni resistenti delle singole aste a partire dalle sollecitazioni (forze di
compressione o trazione) precedentemente individuate.
Una prima ipotesi di dimensionamento semplificato pu essere quella di utilizzare per tutte le aste
della struttura reticolare, siano esse tese o compresse, lo stesso profilo. In questo caso si dovr
determinare la sezione del profilo per sopportare la condizione pi gravosa rappresentata dallasta
maggiormente compressa.
Nel nostro caso lasta maggiormente compressa la n. 41 con uno sforzo di compressione N=59940
kg e una lunghezza di 300 cm. In sintonia con quanto detto nella prima parte del presente scritto si
dovr scegliere la sezione rispettando il limite della snellezza posto dalla normativa :
< 200
Utilizziamo per le aste dei profilati metallici cavi di sezione quadrata, possiamo individuare il
raggio dinerzia imin minimo necessario sapendo che:
lo
= < 200
i
e quindi, poich la lunghezza libera di inflessione vale lo=300 cm, si ottiene:
imin= 300/200 = 1.5 cm
Inoltre la sezione dovr essere verificata a compressione cio dovr rispettare la relazione di
verifica di pagina 10 :
N
= = adm

cr
A
dove: N=59940 kg sforzo di compressione
A= area del profilo da trovare
adm = 1750 kg/cm tensione ammissibile dellacciaio S275
w = coefficiente che dipende dalla sezione scelta

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poich non conosciamo larea del profilo A non possiamo trovare w e quindi dobbiamo procedere
per tentativi con laiuto delle tabelle dei profilati quadrati cavi (vedi fig.9).

Scegliamo il profilo 120x120x10 con le seguenti carateristiche:


A = 39.62 cm J=741.69 cm4 i =4.33 > 1.5
=300/4.33=69.3 w = 1.26
= N/A = 1.2659940/39.62 = 1906 > 1750 kg/cm
La verifica del profilo non risulta positiva e, quindi, dobbiamo utilizzare un profilo pi robusto e
scegliamo il profilo 140x140x10 con le seguenti caratteristiche:
A = 47.62 cm J=1263.97 cm4 i=5.15 > 1.5
=300/5.15=58.2 w = 1.17
= N/A = 1.1759940/47.62 = 1472 < 1750 kg/cm
Questa volta la verifica del profilo positiva e il profilo verificato a resistenza .

fig.9 Tabella di alcuni profilati metallici quadrati cavi in commercio

Poich il profilato scelto di dimensioni 140x140x10 mm stato dimensionato per lo sforzo


massimo di compressione, che rappresenta la condizione pi gravosa, lo possiamo utilizzare per
tutte le altre aste senza dover eseguire altre verifiche.

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DEFORMABILITA
Per concludere il progetto dobbiamo verificare la deformabilit della nostra struttura secondo i
limiti fissati dalla normativa.
La deformata della nostra struttura sar del tipo riportato in figura 10, dove probabilmente la
massima deformazione (abbassamento) fC si verificher in corrispondenza allo sbalzo C.
Per la deformazione degli sbalzi la normativa stabilisce che la lunghezza L deve essere pari a 2
volte la lunghezza dello sbalzo, quindi nel nostro caso, trattandosi di copertura avremo come limite
della freccia in C:
fmax = 2L2 /200 = 21200/200 = 12 cm

C
A B

fig.10 Deformazione della reticolare principale

Per una struttura reticolare con un numero di aste cos elevato, il calcolo della freccia massima in C
rappresenta un ostacolo numerico non tanto per la complicazione del calcolo ma sicuramente per la
lunghezza. La soluzione pu essere ricercata utilizzando ad esempio il Principio dei Lavori Virtuali
che fa riferimento ad un sistema di forze e tensioni virtuali EQUILIBRATO e un sistema di
spostamenti e deformazioni CONGRUENTE. Rimandiamo per la soluzione alla bibliografia
specifica.
Il calcolo della freccia massima nel vertice C (nodo 13) di figura 10 risulta:

f13 = 3.56 cm < 12 cm

La verifica alla deformabilit per la reticolare di altezza 300 cm ampiamente positiva.

La deformazione in C molto pi piccola di quella limite ammissibile per la struttura. Ci significa


che la reticolare di altezza 3 metri molto rigida e sovradimensionata.
Proviamo a ridimensionarla con unaltezza minore pari a 150 cm. Conducendo il calcolo nello
stesso modo sopra esposto, dopo aver ridimensionato le aste, otteniamo la seguente freccia in C
(nodo 13):
f13 = 10,53 cm < 12 cm

Riducendo laltezza della capriata otteniamo ancora per il punto C una deformata compatibile, ma
troviamo anche degli sforzi sulle aste molto maggiori.
In particolare lasta maggiormente compressa, questa volta risulta lasta 8 e 9, ha un carico di
compressione:
N8,9 =M/H = 159840/1,5= 106.500 kg

e, verificando il profilo precedentemente utilizzato 140x140x10 per la reticolare di altezza 3 metri,


otteniamo:
A = 47.62 cm J=1263.97 cm4 i=5.15 > 1.5
=300/5.15=58.2 w = 1.17
= N/A = 1.17106500/47.62 = 2616 > 1750 kg/cm

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La verifica non positiva, il profilo 140x140x10 troppo piccolo e va aumentato.

Per ottenere una verifica positiva dobbiamo utilizzare un profilo tipo 200x200x10:
A = 71.62 cm J=4154 cm4 i=7.62 > 1.5
=300/7.62=39.4 w = 1.07
= N/A = 1.07106500/71.62 = 1591 < 1750 kg/cm

CONCLUSIONI

Per progettare la trave reticolare abbiamo provato due soluzioni diverse tra le infinite possibili.
Entrambe le reticolari dimensionate sono riportate in figura 11.
La prima, con altezza 300 cm, realizzata con profili 140x140x10 e nel punto C ha una
deformazione massima di 3.56 cm.
La seconda di altezza 150 cm realizzata con profili 200x200x10 e nel punto C ha una
deformazione massima di 10.53 cm.
La prima pesa complessivamente Q=37.38 x(36+36+13x3+12x4.23)= 6030 kg
La seconda pesa complessivamente Q=56.22x(36+36+13x1.5+12x3.35)=7404 kg
La seconda struttura avr un costo di costruzione superiore di circa il 20% della prima.

fig.11 Due reticolari a confronto

Entrambi i progetti sono validi poich non esiste un progetto strutturale migliore o peggiore in
assoluto, il progetto migliore semplicemente quello che meglio risponde alle necessit
architettoniche, economiche, costruttive e impiantistiche dellopera.

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7. LE STRUTTURE IN LEGNO MASSICCIO


Le caratteristiche del legno massiccio sono riportate nelle norme UNI EN 338:2004 e sono definite
per le classi di resistenza i valori del Modulo elastico caratteristico E0,0.5 , del Modulo Elastico
Emedio, della resistenza a flessione fm,k , della resistenza a taglio fv,k , della resistenza a trazione
(parallela alle fibre) ft,0,k e della resistenza a compressione (parallela alle fibre) fc,0,k .

Classificazione del Legno Massiccio per Classi di Resistenza


Classe di
resistenza E0,0.5 Emedio f m,k f v,k f t,0,k f c,0,k
C18 60000 90000 180 20 110 180 kg/cm
C20 64000 95000 200 22 120 190 kg/cm
C22 67000 100000 220 24 130 200 kg/cm
C24 74000 110000 240 25 140 210 kg/cm
C27 77000 115000 270 28 160 220 kg/cm
C30 80000 120000 300 30 180 230 kg/cm
C35 87000 130000 350 34 210 250 kg/cm
C40 94000 140000 400 38 240 260 kg/cm

Per determinare la resistenza del legno di progetto necessario apportare alle resistenze di tabella
alcune correzioni. Secondo la relazione:
f k k mod
fd =
m
dove: fd la resistenza ultima di progetto
fk la resistenza di prova di laboratorio riportata in tabella
kmod un coefficiente correttivo che tiene conto della durata del carico e dellumidit
m il coefficiente parziale di sicurezza del materiale che per il legno vale 1.5

Il legno pu essere utilizzato in ambienti diversi per umidit e temperatura che definiscono tre classi
di servizio:

Classe di servizio 1 : umidit relativa dellaria non superiore al 65% alla temperatura di 20, se non
per poche settimane allanno.
Classe di servizio 2 : umidit relativa dellaria non superiore al 85% alla temperatura di 20, se non
per poche settimane allanno.
Classe di servizio 3 : umidit pi elevate

La resistenza del legno quindi legata allambiente in cui si trova e alla durata del carico. In
particolare il coeff. kmod correttivo della resistenza viene fornito dalla seguente tabella:

Valori del coefficiente kmod

Classe di servizio Durata del carico


permanente lunga media breve istantanea

1e2 0.6 0.7 0.8 0.9 1.0


3 0.5 0.55 0.65 0.7 0.9

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Se una condizione di carico comprende azioni appartenenti a differenti classi di durata del carico si
dovr utilizzare il valore di kmod che corrisponde allazione di minor durata.

Per determinare la resistenza del legno in campo elastico, cio la tensione ammissibile da utilizzare
nel modello di verifica, bisogner dividere il valore fd per il coefficiente di sicurezza =1.50

fd
=

Per il calcolo delle deformazioni in campo elastico si dovr utilizzare il Modulo elastico che risulta
dalla seguente relazione:
E medio
E elastico =
1 + k dev

dove: Eelastico il modulo estatico da utilizzare per il calcolo delle deformazioni


Emedio il modulo elastico medio della tabella precedente
kdev un coefficiente che tiene conto della deformabilit viscosa nel tempo del legno
secondo la tabella seguente:

Valori del coefficiente kdev


Classe di servizio
1 2 3
0.6 0.8 2.0

Nella tabella seguente si riportano le tensioni ammissibili e il modulo elastico per il legno con
classe di servizio 1 e carico breve kmod=0.9, kdev=0.6 :

Tensioni ammissibili per il legno massiccio

Classe di m t c
resistenza Eelastico flessione taglio trazione compressione
C18 56.250 72 8 44 72 kg/cm
C20 59.370 80 8.8 48 76 kg/cm
C22 62.500 88 9.6 52 80 kg/cm
C24 68.750 96 10 56 84 kg/cm
C27 71.875 108 11.2 64 88 kg/cm
C30 75.000 120 12 72 92 kg/cm
C35 81.250 140 13.6 84 100 kg/cm
C40 87.500 160 15.2 96 104 kg/cm

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7.1 FLESSIONE
La flessione la sollecitazione che si ritrova principalmente nelle strutture orizzontali a trave.
In una sezione della struttura le tensioni sono definite dalla nota espressione di Navier:
M y
=
J
dove: M il momento flettente
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico
J il momento d'inerzia della sezione rispetto lasse baricentrico

Per la verifica della sezione bisogna far riferimento alla tensione massima che fornita dalla
seguente relazione:
M y MAX M
max = =
min J W
dove W=J/ymax il modulo resistente della sezione che, per una sezione rettangolare di dimensioni
bh, vale W= bh/6

VERIFICA A FLESSIONE

La verifica a flessione di una trave viene fatta quando si conosce il momento massimo lungo la
trave Mmax e la sezione della trave con il suo modulo resistente W. La verifica positiva quando:

M max
max = m
W
la tensione massima max minore della tensione ammissibile a flessione m del legno.

VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI

Per le strutture inflesse necessario eseguire anche la verifica della deformazione massima secondo
la relazione:
max<
Per la valutazione della deformazione max si deve utilizzare il modulo elastico Eelastico della tabella
precedente. Per i limiti di deformabilit si possono utilizzare i valori gi riportati nella tabella a
pagina 3.

PROGETTO A FLESSIONE

Il progetto a flessione di una trave viene fatto quando si conosce il momento massimo ma non si
conosce la sezione della trave. Per trovare la sezione della trave necessario utilizzare la formula
di progetto nel seguente modo:
Mmax
Wmin
m
2
per le travi in legno rettangolari il modulo resistente W=bh /6, quindi si potranno scegliere le
dimensioni b e h della trave per garantire il valore di Wmin .

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7.2 TRAZIONE
La trazione la sollecitazione che si ritrova per esempio nelle aste tese delle capriate.

In una sezione della struttura la tensione definita dall'espressione:


N
=
A
dove: N lo sforzo di trazione
A l'area della sezione del tirante

L'espressione fornisce il valore della tensione normale costante su tutta la sezione.

VERIFICA A TRAZIONE

La verifica a trazione per un tirante viene fatta quando si conosce lo sforzo normale di trazione e la
sezione A del tirante stesso. La verifica positiva quando:

N
max = t
A
la tensione massima max minore della tensione ammissibile t a trazione del legno.

PROGETTO A TRAZIONE

Il progetto a trazione viene fatto quando si conosce o sforzo normale di trazione ma non si conosce
la sezione della tirante. Per trovare la sezione del tirante necessario utilizzare la formula di
progetto nel seguente modo:
N
A
t
Trovata l'area A minima necessaria si scelgono le dimensioni b e h dellelemento in legno a
trazione.

7.3 COMPRESSIONE
La compressione la sollecitazione che si ritrova nei puntoni (aste compresse) delle capriate.
Raramente si utilizza il legno per realizzare pilastri.

La verifica a compressione potrebbe essere condotta come quella a trazione ma per la compressione
c' il pericolo che l'asta ceda per instabilit elastica (fenomeno chiamato anche carico di punta).

La verifica a compressione nell'ipotesi di rottura per presso-flessione, innescata dalla deformazione


per carico di punta, rappresentata dalla seguente espressione:
N
= k cr c
A
dove: N la compressione sull'asta
A l'area dell'asta
c la tensione ammissibile a compressione per il legno
kcr il coefficiente riduttivo <1 che considera il carico di punta

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Il valore 1/kcr corrisponde al valore w delle strutture in acciaio e anche tale valore dipende dalla
snellezza dellelemento compresso. La snellezza dell'asta definita dalle caratteristiche
geometriche dell'asta stessa secondo la seguente espressione gi vista per lacciaio:
Lo
=
i
dove: Lo la lunghezza libera dinflessione che dipende dalle condizioni di vincolo
i il raggio dinerzia che per la sezione rettangolare bh vale:
h
i =
12
I valori del coefficiente kcr sono riportati nella tabella seguente in funzione della classe di resistenza
del legno e in funzione della snellezza della struttura. Per i problemi di instabilit nella
valutazione del kcr si utilizza il modulo elastico caratteristico E0,0.5. Per le snellezze non evidenziate
si possono interpolare i valori di tabella.

valori kcr per le verifiche a compressione


Classi di
Resistenza C18 C20 C22 C24 C27 C30 C35 C40
= 10 1,000 1,000 1,000 1,000 1,000 1,000 1,000 1,000
= 20 0,989 0,989 0,989 0,991 0,991 0,991 0,991 0,992
= 30 0,943 0,944 0,944 0,948 0,947 0,947 0,947 0,950
= 40 0,878 0,880 0,879 0,887 0,886 0,885 0,885 0,890
= 50 0,781 0,784 0,782 0,796 0,794 0,793 0,793 0,803
= 60 0,655 0,659 0,657 0,676 0,674 0,671 0,672 0,686
= 70 0,531 0,535 0,533 0,554 0,551 0,548 0,549 0,564
= 80 0,429 0,433 0,431 0,450 0,447 0,445 0,445 0,459
= 90 0,351 0,354 0,352 0,368 0,366 0,364 0,364 0,376
=100 0,290 0,293 0,291 0,305 0,303 0,302 0,302 0,312
=110 0,244 0,246 0,245 0,256 0,255 0,253 0,253 0,263
=120 0,207 0,209 0,208 0,218 0,217 0,216 0,216 0,223
=130 0,178 0,180 0,179 0,188 0,186 0,185 0,185 0,192
=140 0,155 0,156 0,155 0,163 0,162 0,161 0,161 0,167
=150 0,136 0,137 0,136 0,143 0,142 0,141 0,141 0,147

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7.4 TAGLIO
Per il legno le sollecitazioni tangenziali prodotte dal taglio sono valutate secondo la teoria di
Jourawski mediante lespressione:
T S
=
J b
dove: T lo sforzo di taglio
S il momento statico della parte di sezione confinata
J il momento dinerzia baricentrico della sezione
b la larghezza della sezione confinata

Per le strutture in legno di sezione rettangolare con altezza h e larghezza b, il valore della tensione
tangenziale massimo, in corrispondenza allasse baricentrico, risulta:
3 T
max =
2 b h
La verifica a Taglio quindi rappresentata dalla seguente espressione:

max
dove: max la tensione tangenziale massima sulla sezione
la tensione ammissibile per il legno riportate nelle tabelle precedenti.

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8. La MURATURA
8. 1 CARATTERISTICHE DELLA MURATURA
Le murature portanti sono realizzate con elementi squadrati in pietra o elementi artificiali pieni o
semipieni, confezionati con malte di diversa resistenza. Si tratta quindi di un materiale non
omogeneo costituito da due componenti.
Per le malte si possono individuare le seguenti classi di resistenza:

Classe delle Malte M 15 M 10 M5 M 2.5


Resistenza a
compressione 150 100 50 25
daN/cm

La resistenza a compressione fk della muratura quindi determinata dal tipo di malta utilizzata in
funzione della resistenza a compressione dellelemento utilizzato fbk .
Nella tabella seguente si riportano le resistenze delle murature realizzate con elementi artificiali
pieni e semipieni e con elementi in pietra squadrata:

Resistenza fk [daN/cm] della muratura


Resistenza a compressione Tipo di malta
fbk dellelemento
M 15 M 10 M5 M 2.5
daN/cm
50 35 34 33 30
75 50 45 41 35
100 62 53 47 41
150 82 67 60 51
200 97 80 70 61

La resistenza al Taglio per le murature riportata nella tabella seguente in funzione della tipologia
utilizzata. Tale resistenza valutata in assenza di carico verticale.

Resistenza caratteristica a taglio in assenza di carico fvko


Tipo di elemento Resistenza a Classe di malta fvko
resistente compressione fbk [daN/cm]
dellelemento
Laterizio pieno e fbk > 150 M10 M15 3,0
semipieno 75< fbk 150 M5 2,0
fbk 75 M 2.5 1,0
Calcestruzzo, cemento fbk > 150 M10 M15 2,0
autoclavato, pietra 75< fbk 150 M5 1.5
naturale fbk 75 M 2.5 1,0

La presenza di un carico verticale sulla muratura modifica e incrementa la resistenza a taglio della
muratura stessa, secondo la relazione:
fvk = fvko + 0.4 n

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dove: fvk la resistenza a taglio in presenza di compressione


fvko la resistenza a taglio in assenza di compressione
n la compressione dovuta ai carichi verticali sulla muratura

Il Modulo elastico normale E e il modulo elastico tangenziale G per la muratura possono essere
dedotti dalle seguenti relazioni utilizzando la resistenza a compressione fk :
E=1000fk
G=0.4E
Per determinare le resistenze della muratura di progetto necessario introdurre il coefficiente di
sicurezza del materiale m e le resistenze di progetto risultano:
per la compressione fd=fk/m
per il taglio fvd=fvk/m
dove il coefficiente di sicurezza per la muratura vale m= 3.33

Per determinare le tensioni limite in campo elastico dette anche tensioni ammissibili si dovranno
dividere le resistenze di progetto per il coefficiente di sicurezza del modello di calcolo adottato
=1.5 .

Per le verifiche delle murature, secondo il modello delle tensioni ammissibili, le tensioni limite in
campo elastico da utilizzare risultano definite dal coefficiente di sicurezza complessivo
m= 3.331.5= 5 :
per la compressione = fk/5
per il taglio o = fvko /5
possiamo quindi riportare le seguenti tabelle delle tensioni ammissibili:

Tensione ammissibile a compressione [daN/cm] della muratura


Resistenza a compressione Tipo di malta
fbk dellelemento
M 15 M 10 M5 M 2.5
daN/cm
50 7.0 6.8 6.6 6.0
75 10 9.0 8.2 7.0
100 12.4 10.6 9.4 8.2
150 16.4 13.4 12.0 10.2
200 19.4 16.0 14.0 12.2

Tensione ammissibile a taglio o in assenza di carico normale


Tipo di elemento Resistenza a Classe di malta o
resistente compressione fbk [daN/cm]
dellelemento
Laterizio pieno e fbk > 150 M10 M15 0.6
semipieno 75< fbk 150 M5 0.4
fbk 75 M 2.5 0.2
Calcestruzzo, cemento fbk > 150 M10 M15 0.4
autoclavato, pietra 75< fbk 150 M5 0.3
naturale fbk 75 M 2.5 0.2

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La presenza di un carico verticale sulla muratura modifica e incrementa la tensione ammissibile a


taglio della muratura stessa e risulta :
= o + 0.4 n
dove: la tensione ammissibile a taglio in presenza di compressione

o la tensione ammissibile a taglio in assenza di compressione


n la compressione dovuta ai carichi verticali sulla muratura

8.2 COMPRESSIONE
La muratura un materiale che non resiste a trazione quindi, in caso di eccentricit trasversale del
carico, la sezione reagir solo a compressione e avremo, per una sezione di spessore t e larghezza
a le seguenti situazioni:

N N N
N max max
asse neutro

asse neutro
N N N

carico perfettamente centrato: eccentricit trasversale e=0


tensione uniforme =N/A = N/ta

carico interno al nocciolo centrale dinerzia (terzo medio per le sezioni rettangolari):
eccentricit trasversale 0<e<t/6
la sezione tutta compressa
tensione massima max = N/A + Ne/W
tensione minima min = N/A-Ne/W
dove il modulo resistente W=at/6

carico esterno al nocciolo centrale dinerzia :


eccentricit trasversale t/6<e<t/2
distanza dal bordo u=(t/2-e)
la sezione parzializzata, la parte compressa pari a 3u
tensione massima max= 2N/(3ua)
tensione minima min = 0

carico esterno alla sezione: in questo caso il muro si ribalta

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ECCENTRICITA TRASVERSALE DEI CARICHI

Leccentricit trasversale del carico N dovuta a vari fattori: e= es+ea+ev

1) eccentricit dei carichi verticali es dovuta alla reazione di appoggio dei solai o ai carichi
superiori
2) eccentricit di esecuzione del muro ea che deve essere assunta pari a h/200 (cm)
3) eccentricit dovuta al vento in direzione normale al piano della muratura ev=Mv/N

Il coefficiente mt definito come coefficiente di eccentricit trasversale:

mt=6e/t
dove: e leccentricit trasversale del carico N
t lo spessore del muro

per mt =0 il carico centrato e=0


per mt =1 il carico sul limite del nocciolo dinerzia e la sezione tutta reagente e=t/6
per mt =3 il carico sul bordo della sezione e=t/2

VERIFICA A RIBALTAMENTO TRASVERSALE DEL MURO

Per la verifica al ribaltamento del muro dovr sempre risultare uneccentricit trasversale
complessiva minore di 0.33 dello spessore del muro che equivale a :
mt < 2
VERIFICA ALLINSTABILITA DEL MURO

Per verificare il muro contro la possibilit di instabilit elastiche per leccessiva snellezza della
muratura si dovr verificare che :
h/t 12
dove: h/t la snellezza convenzionale del muro
h laltezza interpiano del muro
t lo spessore del muro
12 il limite accettabile

VERIFICA A COMPRESSIONE DEL MURO

Quando le due verifiche sopra riportate risultano positive possibile verificare la resistenza a
compressione per la muratura secondo lespressione:

N
=
t A

dove: N lo sforzo normale sulla muratura


A la sezione del muro A=ta
t coefficiente 1 di riduzione della sezione A per leccentricit del carico
la tensione ammissibile a compressione per la muratura

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Il coefficiente di riduzione della resistenza t valutato in funzione alla snellezza h/t e al


coefficiente di eccentricit mt del muro. I valori di t sono riportati nella seguente tabella dove i
valori non contemplati possono essere calcolati mediante interpolazione lineare:

Valori del coefficiente t di riduzione dellarea A


per leccentricit trasversale
Snellezza Coefficiente di eccentricit mt = 6e/t
h/t 0 0.5 1.0 1.2 2.0
0 1.00 0.74 0.59 0.44 0.33
5 0.97 0.71 0.55 0.39 0.27
10 0.86 0.61 0.45 0.27 0.15
15 0.69 0.48 0.32 0.17 -
20 0.53 0.36 0.23 - -

8.3 AZIONI ORIZZONTALI e TAGLIO


La muratura svolge la funzione statica di sostenere i carichi verticali (Resistenza a compressione) e
svolge anche la funzione statica di controventamento alle azioni orizzontali (Resistenza a taglio).
Le azioni orizzontali sono dovute al vento e/o alle azioni sismiche che in prima analisi possono
essere assimilate a forze orizzontali proporzionali alle masse.
Y
4 5

7
10

8
Fy
3 G
R Fx
6
9

1 2

Nella figura riportato lo schema delle murature che sostengono un solaio di dimensioni 9x6 metri.
La forza F rappresenta la forza sismica orizzontale proporzionale alla massa del piano e quindi si
pu considerarla concentrata nel baricentro geometrico del piano G (450,300) e orientata una volta
lungo X (Fx) e una volta lungo Y (Fy).
La forza F viene ripartita in forze orizzontali taglianti sulle pareti che sostengono il piano. Perch
ci avvenga essenziale che il solaio sia rigido sul suo piano. Il sistema reattivo di forze orizzontali
applicate ai setti murari ha come centro di applicazione il Centro delle Rigidezze R (nellesempio in
figura le coordinate sono R(398, 297). Per Sistemi murari non perfettamente simmetrici il Centro
delle Rigidezze R non coincide con il Baricentro delle Masse G, quindi oltre alla traslazione rigida
del piano si genera anche una rotazione aumentando le forze reattive. Per limitare la rotazione del
piano e assorbire le forze sismiche orizzontali in modo pi efficace necessario che i due centri G e
R siano il pi vicino possibile.
78
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Le forze reattive sui setti murari sono ripartite in funzione della loro rigidezza che pu essere
espressa dalla seguente relazione:
h3 1.2h
K = 1/ +
12EJ GA
dove: h laltezza del setto murario
J il momento dinerzia della sezione in pianta
A larea della sezione in pianta
E il modulo elastico normale
G il modulo elastico tangenziale

Le forze su ciascun setto murario Fi , quando agisce la forza orizzontale FX , sono ricavabili dalle
seguente espressione:
Kxi FX (K y + K yi xi )
Fi = + (FX ey ) xi i
Kx JR
Le forze su ciascun setto murario Fi , quando agisce la forza verticale FY , sono ricavabili dalle
seguente espressione:
K yi FY (Kxi yi + K yi xi )
Fi = + (FY ex )
K y JR
dove: FX la componente lungo X della Forza sul piano
FY la componente lungo Y della Forza sul piano
Kxi la rigidezza del setto in esame lungo X
Kx la somma di tutte le rigidezze lungo X
Kyi la rigidezza del setto in esame lungo Y
Ky la somma di tutte le rigidezze lungo Y
xi la distanza dalla parete dal centro di rigidezza R
yi la distanza dalla parete dal centro di rigidezza R
ex , ey sono le eccentricit delle forze Fx ed Fy
JR il momento polare delle rigidezze rispetto al centro R

Il calcolo per individuare le forze Fi risulta relativamente semplice ma per eseguirlo pi facile
organizzare il calcolo con laiuto di un foglio elettronico. A titolo di esempio, nel caso di figura, per
una forza F=10.000 kg si possono ottenere i seguenti carichi taglianti su ciascun maschio murario:

Sforzi di Taglio
Maschio dovuti alla dovuti alla
murario Fy Fx
1 66 638
2 347 3.342
3 10 2.061
4 377 3.525
5 46 434
6 3.580 14
7 295 1
8 2.434 0
9 3.146 13
10 544 2

La verifica per ciascun maschio murario sar condotta per lo sforzo di Taglio assegnato, ma anche
per sforzo di compressione N e per la flessione M=Th prodotta nelle sezioni di base dalla sforzo di
taglio stesso.
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8.4 PRESSOFLESSIONE LONGITUDINALE


La verifica va condotta nella sezione superiore e nella sezione di base, dove il Taglio produce il
momento M=Th (Modello a mensola) e la sollecitazione la presso-flessione longitudinale per le
forze agenti sul piano del muro.

N
t T

N
M
T
a

ECCENTRICITA LONGITUDINALE DEI CARICHI

Leccentricit longitudinale del carico N dovuta alla presenza del momento M e vale

e=M/N
Il coefficiente ma definito come coefficiente di eccentricit longitudinale e vale:

ma=6e/a
dove: e leccentricit longitudinale M/N
a la lunghezza del muro

per ma =0 il carico centrato e=0


per ma =1 il carico sul limite del nocciolo dinerzia e la sezione tutta reagente e=a/6
per ma =3 il carico sul bordo della sezione e=a/2

VERIFICA AL RIBALTAMENTO LONGITUDINALE

Per la verifica al ribaltamento longitudinale del muro dovr sempre risultare uneccentricit
longitudinale minore di 0.22 della lunghezza del muro che equivale a :

ma < 1.3

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VERIFICA ALLA RESISTENZA

La verifica a resistenza per eccentricit longitudinale del carico sar espressa dalla relazione:

N
=
t a A

dove: N lo sforzo normale sulla muratura


A la sezione del muro A=ta
t il coefficiente 1 di riduzione dellarea A per leccentricit trasversale
a il coefficiente 1 di riduzione dellarea A per leccentricit longitudinale
la tensione ammissibile a compressione per la muratura

Il coefficiente di riduzione a valutato in funzione del coefficiente di eccentricit longitudinale


ma=6e/a . I valori di a sono riportati nella seguente tabella dove i valori non contemplati possono
essere calcolati mediante interpolazione lineare:

Valori del coefficiente a di riduzione dellarea A


per leccentricit longitudinale
Coefficiente di eccentricit ma= 6e/a
ma 0 0.5 1.0 1.2 2.0
a 1.00 0.74 0.59 0.44 0.33

8.5 TAGLIO
Per la verifica a Taglio nel piano orizzontale del muro la tensione tangenziale considerata
uniformemente ripartita sulla sezione reagente e per la verifica dovr essere rispettata la seguente
relazione:
T
=
A
dove: T lo sforzo di taglio sulla sezione
A la sezione totale del muro A=ta
il coefficiente di parzializzazione della sezione che tiene conto delle zone di muro
non soggette a compressione a causa del momento M=Th

Il coefficiente di parzializzazione risulta:


=1 per 6el/a 1 la sezione longitudinale tutta compressa
= 3/a( a - el) per 1< 6el/a 1.3 la sezione parzializzata e la zona
compressa risulta 3u=3( a el)

81
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8.6 VERIFICA SEMPLIFICATA


In alternativa alle verifiche sopra riportate si pu eseguire, per edifici semplici, la verifica
semplificata.

Gli edifici semplici devono rispettare le seguenti condizioni:

- numero dei piani 3 ;


- rapporto tra le dimensioni in pianta Lmin /Lmax > 1/3 ;
- Aree dei setti murari lungo X Ax> 4% A (dove A=LminLmax larea in pianta delledificio);
- Aree dei setti murari lungo Y Ay> 4% A
- Snellezza massima dei setti murari h/t 12;
- due sistemi di pareti resistenti per la direzione X e per la direzione Y con sviluppo non inferiore al
50% della dimensione della costruzione nella medesima direzione;
- linterasse massimo tra i setti murari non deve superare 7 metri .

Per la verifica semplificata deve essere rispettata la seguente relazione:


N
= 0 . 65
A tot
dove: N il carico verticale totale
Atot larea totale dei muri portanti Atot=Ax+Ay
la tensione ammissibile della muratura

Per ledificio riportato in pianta allinizio del paragrafo possibile fare la verifica semplificata
poich sono rispettate tutte le condizioni di edificio semplice.
In particolare:
- il rapporto Lmin/Lmax= 0.67>1/3
- larea dei muri lungo X risulta Ax=54300 cm
- larea dei muri lungo Y risulta Ay=34800 cm
- larea in pianta delledificio A=9x6=36 m
- il 4% dellarea A risulta pari a 14400 cm
- larea dei muri lungo X risulta maggiore del 4% dellarea A : Ax=54300>14400
- larea dei muri lungo Y risulta maggiore del 4% dellarea A : Ay=34800>14400
- la snellezza dei muri risulta h/t=300/30=10 12.

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9. LE STRUTTURE IN
CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE
Il calcestruzzo armato normale (c.a.n.) un materiale non omogeneo composto da calcestruzzo e
acciaio in barre. Genericamente il calcestruzzo reagisce alle forze interne di compressione (la
piccola resistenza a trazione del calcestruzzo viene trascurata) mentre lacciaio reagisce alle forze
interne di trazione.
Lacciaio distribuito allinterno del calcestruzzo formando un gabbia con armature longitudinali e
armature chiuse trasversali dette staffe. La collaborazione dei due materiali resa possibile
dalladerenza che si realizza tra essi e che impedisce i movimenti di scorrimento. Questo
comportamento consente di mantenere lipotesi di linearit delle deformazioni formulata per le
sezioni di materiale omogeneo.

c c
staffe

M
s

s
s
n
barre longitudinali
Figura- per una sezione in c.a.n. sono riportati: il diagramma lineare delle deformazioni,
il diagramma delle tensioni e il diagramma lineare delle tensioni per la sezione ideale omogeneizzata.

Si pu quindi affermare che la deformazione della generica fibra in una sezione in c.a.n. pu
appartenere allacciaio s oppure al calcestruzzo c e vale la relazione:
=s=c .
Le tensioni relative alle deformazioni saranno invece diverse a seconda che si tratti di una fibra
di acciaio oppure di calcestruzzo e, in particolare, mantenendo lipotesi di comportamento elastico-
lineare per i due materiali, avremo:
per lacciaio s= Es
per il calcestruzzo c= Ec

Ponendo il coefficiente n uguale al rapporto dei moduli elastici dellacciaio e del calcestruzzo:
n= Es/Ec
per le fibre in acciaio possiamo scrivere la seguente relazione:

s= Es= Es c/Ec = nc
cio le tensioni su una fibra di acciaio sono n volte maggiori delle tensioni sulla stessa fibra se fosse
in calcestruzzo.

Le forze interne per la generica fibra dA saranno, quindi:


per lacciaio dAss=dAsnc=(ndAs) c
per il calcestruzzo dAcc

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Possiamo in questo modo definire, anche per le tensioni, un legame di linearit, trasformando le
aree di acciaio dAs in aree ideali di calcestruzzo ndAs , semplicemente moltiplicandole per il
rapporto dei moduli elastici n.
Questa operazione, definita omogeneizzazione delle aree, trasforma il c.a.n. in un materiale
omogeneo per il quale la sezione diventa larea ideale reagente composta dallarea di calcestruzzo
a compressione e dallarea di acciaio a trazione, moltiplicata per il coefficiente n.

Il coefficiente n detto coefficiente di omogeneizzazione e vale convenzionalmente:


n=15
Tale valore, maggiore del rapporto dei moduli elastici istantanei dellacciaio e del calcestruzzo,
considera anche gli effetti delle deformazioni viscose (deformazioni lente e variabili nel tempo) alle
quali soggetto il calcestruzzo ma non lacciaio.

Per larea ideale reagente vale lipotesi di linearit delle tensioni e quindi valgono le relazioni delle
tensioni definite per il modello elastico lineare delle strutture di materiale omogeneo.

9.1 IL CALCESTRUZZO
Il calcestruzzo un conglomerato artificiale costituito da una miscela di cemento, acqua e aggregati
(sabbia e ghiaia) e con l'aggiunta, secondo le necessit, di additivi che influenzano le caratteristiche
fisiche o chimiche del conglomerato sia fresco che indurito.

Le caratteristiche meccaniche che pi ci interessano sono la resistenza a compressione, la durabilit


e la lavorabilit della miscela fresca. Per ottenere un buon calcestruzzo quindi necessario eseguire
il progetto della miscela.
Le caratteristiche meccaniche sono scelte in fase di progettazione e vanno controllate in fase di
esecuzione dei lavori. Il Calcestruzzo viene quindi classificato secondo Classi di Resistenza a
Compressione, Classi di Esposizione (durabilit) e Classi di Consistenza (lavorabilit),

Nellambito delle verifiche delle sezioni, la classificazione che pi ci interessa quella per Classi
di Resistenza riportata in tabella:

Classi di Resistenza a Compressione del Calcestruzzo


Resistenza cilindrica Resistenza cubica
Classe
fck [daN/cm] Rck [daN/cm]
C20/25 200 250
C25/30 250 300
C30/37 300 370

dove: Rck la resistenza caratteristica cubica, cio ottenibile con prove a


schiacciamento su provini di forma cubica.
fck la resistenza caratteristica cilindrica, cio ottenibile con prove a
schiacciamento su provini di forma cilindrica.

Le due resistenze in assenza di prove a confronto sono legate dalla relazione: fck= 0.83 Rck

Le tensioni ammissibili in campo elastico sono fornita dalle seguenti relazioni:

R ck 150
per la flessione : c ,m = 60 + [daN/cm]
4

84
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per la compressione: c , c = 0 . 7 c , m [daN/cm]

Il Taglio una sollecitazione che produce due tensioni principali, rispettivamente di compressione e
di trazione. Nel c.a.n. la sollecitazione di compressione affidata al calcestruzzo mentre quella a
trazione affidata alle barre dacciaio. Per il taglio nel c.a.n. sono previste per il calcestruzzo due
tensioni ammissibili di riferimento:
R ck 150
co = 4 + [daN/cm]
75
R 150
c1 = 14 + ck [daN/cm]
35
dove:
co rappresenta il limite superiore per cui non necessario una specifica progettazione
delle armature che sopportano la componente a trazione del taglio.
c1 rappresenta il limite superiore per la componente a compressione prodotta dal taglio.

Per le classi di resistenza del Calcestruzzo si ricavano le seguenti tensioni ammissibili:

Tensioni ammissibili [daN/cm]


per Classi di Resistenza del Calcestruzzo
Calcestruzzo flessione compressione taglio
Classe Rck c ,m c ,c co c1
C20/25 250 85 59.5 5.33 16.86
C25/30 300 97.5 68.2 6.00 18.29
C30/37 370 115 80.5 6.93 20.29

Il Modulo elastico normale istantaneo Ec per il calcestruzzo pu essere determinato dalla seguente
relazione utilizzando la resistenza a compressione Rck :

Ec =18.000 R ck [daN/cm]

9.2 L ACCIAIO IN BARRE


Gli acciai in barre, utilizzati per le strutture in calcestruzzo armato normale, sono definiti dalle loro
caratteristiche meccaniche.
Una prova a trazione eseguita su una barra dacciaio si sviluppa secondo le progressioni riportate
nel grafico (deformazioni-tensioni) seguente:

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il grafico individua la tensione di snervamento s ,comunemente riportata nelle norme come fyk , e
la tensione di rottura R , comunemente riportata dalla norma come ftk.

Per le strutture in c.a.n. la normativa definisce due tipi di acciai con le stesse caratteristiche di
tensione ma con diversa duttilit:

Tensione di Tensione Allungamento


tipo Snervamento di Rottura minimo
fyk ftk Agt,k
B450C 4500 5400 7.5% [daN/cm]
B450A 4500 5400 2.5% [daN/cm]

Per entrambi gli acciai, nel modello di verifica alle tensioni ammissibili, si utilizza la tensione
ammissibile limite in campo elastico:
s = 2600 [daN/cm]

9.3 IL CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE


Acciaio e Calcestruzzo sono i due materiali che compongono la sezione in c.a.n. Il Calcestruzzo, in
una prova a rottura per compressione, ha un comportamento definito fragile, mentre lAcciaio, in
una prova a rottura per trazione, ha un comportamento definito duttile, dove la rottura fisica avviene
con deformazioni molto pi elevate dello snervamento.

Per le costruzioni il comportamento duttile rappresenta un requisito fondamentale per la sicurezza,


in quanto permette alle strutture il superamento della fase elastica, consentendo agli elementi
strutturali ampie deformazioni in campo plastico. Questa propriet fondamentale nel caso di
eventi sismici poich le deformazioni in campo plastico dissipano grandi quantit di energia senza
che si verifichi il crollo della struttura.
Il modello di verifica agli stati limite analizza proprio il comportamento della sezione oltre il campo
elastico e valuta la duttilit della singola sezione e dellintera struttura.
Il modello di verifica alle tensioni ammissibili analizza, invece, solamente il campo elastico e
quindi non in grado di fare nessuna valutazione nei riguardi della duttilit e delle riserve di
sicurezza e resistenza che tale propriet fornisce alle costruzioni.

Una sezione in cemento armato normale assumer un comportamento fragile o duttile a seconda
della quantit di acciaio presente in rapporto alle dimensioni della sezione in calcestruzzo. In
particolare per le sezioni sollecitate a flessione, lincremento dellacciaio teso provoca una perdita
di duttilit. Infatti, le sezioni in c.a.n. fortemente armate raggiungono la rottura per cedimento del
calcestruzzo e quindi in modo fragile, mentre, sezioni in c.a.n. poco armate raggiungono la rottura
per superamento della fase elastica dellacciaio e quindi in modo duttile.
La duttilit viene penalizzata anche dalla presenza di sollecitazioni a compressione che impegnano
principalmente il calcestruzzo e, per pilastri soggetti a presso-flessione, il controllo della duttilit
assume particolare importanza.

Ogni progettazione di strutture in c.a.n. dovr privilegiare le dimensioni del calcestruzzo piuttosto
che lincremento delle armature in acciaio. Per consentire sufficienti riserve di duttilit alle strutture
perci preferibile progettare strutture con spessori maggiori e minor quantit di acciaio, piuttosto
che strutture sottili con elevate quantit di acciaio. Un predimensionamento eseguito con il metodo
delle tensioni ammissibili per le strutture in c.a.n. deve assolutamente essere controllato con il
metodo agli stati limite al fine di non realizzare strutture fragili.

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9.4 FLESSIONE
Per il c.a.n. la relazione di Navier, per trovare le tensioni normali a flessione, ancora valida
nellipotesi di operare con larea ideale reagente:
M y
=
J id
dove: M il momento flettente sulla sezione
y la distanza della generica fibra dall'asse baricentrico della sezione ideale reagente
Jid il momento d'inerzia della sezione ideale reagente

La sezione ideale reagente rappresentata dallarea di calcestruzzo compresso e dallarea di acciaio


teso moltiplicata per il coefficiente di omogeneizzazione n=15.

n s
c,max Fc

asse neutro
M

n s
s n Fs

La figura rappresenta una sezione in c.a.n sollecitata a momento flettente M dove:

b la larghezza della sezione di calcestruzzo


H laltezza competa della sezione in calcestruzzo
nAs larea delle armature tese omogeneizzata
nAs larea delle armature compressa omogeneizzata
d la distanza delle armature tese dal bordo della sezione (copriferro d=4 cm)
h=H-d laltezza utile della sezione in c.a. (distanza dal bordo compresso alle armature tese)
y la distanza dellasse baricentrico G della sezione ideale reagente detto anche asse neutro

Nella sezione di figura sono rappresentati: il diagramma delle deformazioni , il diagramma delle
tensioni , la risultante delle compressioni Fc e delle trazioni Fs e il braccio di leva interno z.

Per determinare la posizione dellasse baricentrico o asse neutro sufficiente scrivere la condizione
di annullamento del momento statico per la sezione ideale reagente:

( ) ( )
2
b y
+ n A 's y d n As h y = 0
2
Si tratta di una banale equazione di secondo grado con incognita y e quindi di facile soluzione.

Trovato lasse neutro possiamo determinare le tensioni massima del calcestruzzo con la relazione di
Navier applicata alla sezione ideale reagente:

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M y
c . max =
J id

dove Jid il momento dinerzia baricentrico della sezione ideale reagente e vale:
b y 3
J id = + n A ' s ( y d ) 2 + n A s ( h y ) 2
3
Per determinare la tensione sulle barre dacciaio si pu ancora utilizzare lespressione di Navier:
M ys
s = n c = n
J id
dove y s = ( h y ) la distanza delle armature dallasse neutro.

VERIFICA A FLESSIONE

La verifica di una trave soggetta a flessione viene fatta quando si conosce il momento massimo
lungo la trave Mmax , la sezione in calcestruzzo e le aree delle armature tese e compresse.

La verifica positiva quando la tensione massima a compressione nel calcestruzzo c,max minore
della tensione ammissibile c,m del calcestruzzo e quando la tensione sullacciaio s minore della
tensione ammissibile per lacciaio:

c, max c.m
s s
PROGETTO A FLESSIONE

Il progetto a flessione di una sezione in c.a.n. riguarda le dimensioni della sezione in calcestruzzo e
il dimensionamento della quantit di acciaio As.
E possibile dividere le operazioni di progetto in due fasi distinte:
- dimensionamento della sezione in calcestruzzo
- dimensionamento della quantit di acciaio.

DIMENSIONAMENTO DELLA SEZIONE IN CALCESTRUZZO

Per ipotesi di progetto poniamo la condizione che la tensione massima del calcestruzzo sia pari alla
tensione ammissibile c,amm e la tensione massima nellacciaio sia pari alla tensione s,amm .

Queste ipotesi di progetto individuano laltezza della sezione detta altezza normale: altezza della
sezione soggetta a flessione per la quale le tensioni massime a compressione nel calcestruzzo e a
trazione nellacciaio equivalgono ai valori ammissibili di progetto (c,amm; s,amm).

La sezione in c.a.n. potr avere anche sezioni con altezza minore di quella normale, ma ci non
permette di sfruttare larmatura al massimo. La tensione massima nellacciaio risulter inferiore alla
tensione di progetto per contenere la tensione massima nel calcestruzzo entro il valore di progetto.
Altezze inferiori allaltezza normale rendono la sezione meno duttile. Se si progetta una sezione

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con altezza molto minori dellaltezza normale si creano situazioni di fragilit non compatibili con il
progetto delle sezioni in c.a.n.

c,amm Fc

asse neutro

s
s,amm n Fs
Fig. - ricerca dellaltezza normale della sezione

Per individuare laltezza normale, per una sezione soggetta a Flessione, nel caso in cui ci sia
larmatura As solo sul lato teso (armatura compressa As=0), il diagramma delle tensioni
univocamente determinato. Geometricamente, dal diagramma di figura, si pu individuare la
distanza y dellasse neutro dal bordo compresso:
n c,amm n c,amm
y= h ponendo s = si ottiene y = sh
n c,amm + s ,amm n c,amm + s,amm

dove: h laltezza utile (normale) della sezione in c.a.


n il coefficiente di omogeneizzazione tra acciaio e calcestruzzo
s un parametro che dipende dalle tensioni ammissibili e da n
y la distanza dellasse neutro dal bordo compresso

Possiamo, quindi, scrivere lequilibrio per le risultanti a compressione e a trazione:


c,amm y
Fc = b Fs = s.amm As
2
Il braccio della coppia interna z risulta:
y
z=h
3
Possiamo ora scrivere lequilibrio ai momenti rispetto il baricentro delle trazioni:

c,amm y y
Fc z = b(h ) = M
2 3
In questa equazione, in fase di progetto, sono noti il momento M , le tensioni ammissibili di
progetto del calcestruzzo e dellacciaio e anche la posizione dellasse neutro y ( che funzione del
parametro s e dellaltezza utile h).

Possiamo elaborare lespressione sostituendo y = sh per ricavare:


6 h2
= b
c,amms(3 s) M

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dove h laltezza utile normale della sezione di calcestruzzo;


b la larghezza della sezione di calcestruzzo;
M il momento flettente.
S il parametro delle tensioni ammissibili di progetto
c,amm la tensione ammissibile di progetto del calcestruzzo

Il termine sinistro dellespressione formato solo dalle tensioni ammissibili poste a base del
progetto, mentre il termine destro contiene la sollecitazione M e i due lati (h e b) della sezione in
c.a.n. da progettare.

Ponendo:
6
r=
c,amms(3 s)

definiamo il coefficiente r come coefficiente per il progetto della sezione normale e lespressione
sopra scritta diventa la formula di progetto a flessione:
h
r =
M
b
Ad esempio:

per n=15, c,amm=97.5 e s,amm=2600 si ottengono i seguenti valori (vedi tabella successiva) :

s =0.360 ; r =0.254

Il valore del parametro r permette il progetto della sezione in c.a.n.. La formula di progetto a
flessione contiene due incognite, laltezza utile h e la larghezza b della sezione, si potr quindi
fissare una delle due dimensioni per trovare laltra.

Il coefficiente di progetto r pu essere calcolato per diverse tipologie di armatura e per diverse
classi di calcestruzzo. Per tipologia di armatura si intende il rapporto tra la quantit di armatura in
compressione As e la quantit di armatura in trazione As.

Nella tabella si riportano i valori di r per le classi di calcestruzzo C20/25, C25/30, C30/37, con
tensione ammissibile dellacciaio s,amm=2600 e con vari rapporti tra larmatura tesa As e larmatura
conpressa As:

Valori del coefficiente r


Calcestruzzo Tipologia di armatura rapporto As/As
Classe c ,m As = 0 As= 0.25As As =0.5As As=1As
C20/25 85 0.283 0.267 0.250 0.214
C25/30 97.5 0.254 0.237 0.219 0.179
C30/37 115 0.224 0.206 0.186 0.141

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Scelto il valore del coefficiente r, in funzione della classe di calcestruzzo e della tipologia di
armatura, si potr, con la formula di progetto, determinare le dimensioni h e b della sezione.
Si evidenzia che laltezza h cos trovata rappresenta laltezza utile, cio la distanza dellarmatura
tesa dal bordo compresso, quindi, per determinare laltezza totale H della sezione di calcestruzzo
bisogner aggiungere lo spessore del copriferro d=4 cm:

H=h+d

DIMENSIONAMENTO DELLA QUANTITA DI ACCIAIO

Dopo aver determinato le dimensioni della sezione normale H=(h+d) e b della sezione in
calcestruzzo possibile trovare la quantit di acciaio teso As necessaria.
Scriviamo lequazione di equilibrio alla rotazione delle tensioni rispetto il centro di applicazione
della forza di compressione Fc, che risulta:

Fs z = M

dove: Fs=As s la trazione nelle barre di acciaio


z=~0.9h il braccio di leva delle forze interne

Sostituendo i valori nellespressione precedente ed evidenziando As si ottiene larea delle armature


necessarie a flessione:
M
As =
0 . 9 h s

Le aree di acciaio As sono introdotte nel calcestruzzo mediante lutilizzo di barre per le quali si
riportano le aree unitarie in funzione del diametro della barra:

TABELLA DELLE AREE DELLE BARRE IN ACCIAIO


Diametro
8 mm 10 mm 12 mm 14 mm 16 mm 18 mm 20 mm 22 mm 24 mm
barre
Area di 0.50 0.79 1.13 1.54 2.01 2.54 3.14 3.80 4.52
una barra cm cm cm cm cm cm cm cm cm

VERIFICA DELLE DEFORMAZIONI

Per travi a sezione rettangolare in c.a.n. la verifica a deformazione viene condotta semplicemente
rispettando i limiti dimensionali riportati in tabella.
I rapporti l/h tra la luce della trave e laltezza totale devono risultare inferiori o uguali ai valori di
cui in tabella.
Limiti per la deformazione a flessione
Schema statico trave l/h
Travi a sbalzo 7
Travi semplicemente appoggiate 20
Travi continue 26
Solette piene semplicemente appoggiate 20
Solette piene continue o incastrate 26
Solai in latero cemento 25

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9.5 TAGLIO
Dal comportamento fessurativo delle travi inflesse in c.a. si deduce che il modello resistente
formato da una struttura reticolare interna costituita da un corrente compresso, corrispondente al
calcestruzzo reagente a compressione, da un corrente teso, corrispondente all'armatura metallica
reagente a trazione e da un reticolo di aste di parete, formate da conci compressi di calcestruzzo
isolati dalle fessure a 45 e dalle armature trasversali tese ovvero dalle staffe e/o dai ferri piegati
distribuiti lungo la trave. Questa struttura reticolare rappresenta il traliccio di Morsch che individua
il modello resistente per sollecitazioni di flessione e taglio nelle travi in c.a.n.

La resistenza di una trave sollecitata a taglio collegata alla resistenza dei conci compressi in
calcestruzzo e alla resistenza delle armature tese in acciaio definite dal traliccio di Morsch.

Gli sforzi di compressione nel calcestruzzo si possono determinare a partire dalle tensioni
tangenziali prodotte dal taglio che sono valutate, per la sezione ideale reagente, secondo la teoria
di Jourawski mediante lespressione:
T S
=
J id b
dove: T lo sforzo di taglio
S il momento statico della parte di sezione confinata
Jid il momento dinerzia baricentrico della sezione ideale reagente
b la larghezza della sezione confinata

In particolare il diagramma delle tensioni tangenziali per una sezione in c.a.n. risulta:

asse neutro
max

Dal diagramma si nota che la zona di calcestruzzo che non reagisce a trazione (sotto lasse neutro)
in realt deve sopportare il massimo sforzo tangenziale e la max assume il valore:

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T
max =
0.9h b
facile determinare il valore della max se si considera che il momento dInerzia J il momento
Statico dei momenti Statici e quindi J=Sz (dove z=0.9h il braccio delle forze interne ma anche il
braccio dei momenti statici).

Le tensioni tangenziali sul piano verticale e le tensioni tangenziali reciproche sul piano orizzontale
provocano uno stato di tensione con due tensioni principali, di trazione e di compressione, su piani
inclinati di 45 in corrispondenza allasse neutro.
Le forze di compressione prodotte dal taglio sono facilmente assorbite dal calcestruzzo, ma le forze
di trazione devono essere assorbite da armature metalliche disposte nellanima della trave. Tali
armature sono rappresentate dalle staffe.

VERIFICA A TAGLIO

Per la verifica a taglio di una sezione in c.a.n. si evidenziano due condizioni, che riguardano la
tensione di trazione e la tensione di compressione prodotte dal taglio.

Nel primo caso possiamo ipotizzare che le tensioni di trazione dovute al taglio siano assorbite dal
calcestruzzo o da una quantit minima di staffe di acciaio. Questa condizione si verifica quando:

max co
dove co la tensione ammissibile a taglio e rappresenta la tensione di trazione principale
assorbibile in assenza di uno specifico progetto delle armature a taglio .

In questo caso non necessario eseguire un progetto delle armature a taglio perch le tensioni di
trazione sono sufficientemente piccole per essere assorbite dal calcestruzzo e da una quantit
minima di armature prevista dalle norme tecniche.
La normativa prevede almeno tre staffe a metro con passo minimo pari a 0.8h , al fine di
intercettare qualsiasi lesione a 45 provocata dal taglio sul calcestruzzo.

Nelle zone di trave dove la tensione a taglio massima max risulta

co < max < c1


si dovr procedere al progetto delle armature a taglio cio delle staffe. Tradizionalmente gli sforzi
di taglio venivano assorbiti da barre piegate a 45 e da staffe verticali, oggi le barre piegate a 45
non si utilizzano pi per il loro eccessivo costo di realizzazione, e si utilizzano solo le staffe
verticali.

Per una trave in calcestruzzo di larghezza b , in un tratto di trave di lunghezza L1 , con taglio
massimo nel tratto pari a max , la forza di trazione Sst da affidare alle staffe risulta:

Sst = maxbL1

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dove: L1 il tratto di lunghezza di trave per il quale si calcolano le staffe necessarie


b la larghezza della trave
max il valore della tensione massimo nel tratto L1

L1
b

staffa
a 2 bracci

pst

MAX

L1

Solitamente le staffe hanno 2 bracci verticali che assorbono la forza prodotta dal taglio, quindi il
numero complessivo delle staffe necessarie nel tratto L1 di trave risulta:

nstaffe = Sst / (2asts)


e il passo delle staffe risulta
pst. = L1 / nst.
dove: 2 il numero dei bracci verticali delle staffe
ast larea del tondino con cui sono realizzate le staffe
s la tensione ammissibile dellacciaio delle staffe

La resistenza a taglio della trave pu essere aumentata con laumento del numero di staffe o del
diametro delle stesse (usualmente per le staffe si utilizzano diametri 8, 10 o 12 mm).

La sollecitazione di taglio produce sulla sezione in calcestruzzo armato una forza di trazione, che
assorbita dalle staffe, e una forza di compressione che assorbita dal calcestruzzo.
Il calcestruzzo in grado di assorbire la forza di compressione provocata dal taglio fino a quando la
tensione tangenziale massima raggiunge il valore c1 (valore fissato dalla normativa per le varie
classi di calcestruzzo).
Laumento delle armature al taglio, per aumentare la resistenza della sezione, pu essere fatto fino a
quando le tensioni di compressione conseguenti possono essere assorbite dal calcestruzzo.
Per verificare questa ipotesi limite di resistenza del calcestruzzo alle compressione dovute al taglio
si esegue la seguente verifica:

max c1
Se la max supera il valore c1 la sezione non ha pi riserve di resistenza ed inutile aumentare
ancora le armature, ma necessario aumentare le dimensioni della sezione di calcestruzzo.

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9.6 COMPRESSIONE

Per il c.a.n. la relazione per trovare le tensioni normali a COMPRESSIONE :


N N
= =
( Ac + n As ) A id
dove: N lo sforzo di compressione
Ac larea della sezione in calcestruzzo
As larea delle barre di acciaio
n il coefficiente di omogeneizzazione tra acciaio e calcestruzzo e vale n=15
Aid larea della sezione ideale reagente (Calcestruzzo + n volte Acciaio)

VERIFICA A COMPRESSIONE

La verifica a compressione per un pilastro in c.a.n. condotta con la seguente espressione:

N
c = c, c
Aid
Si determina la tensione a compressione nel calcestruzzo considerando unarea di calcestruzzo
ideale pari allarea del calcestruzzo effettiva pi n=15 volte larea dellacciaio. Questa operazione
viene detta omogeneizzazione della sezione.
La tensione ammissibile di confronto c,c fornita dalla tabella riportata nel paragrafo 9.1 in
funzione della classe di calcestruzzo utilizzata.

Per un pilastro in c.a.n. con armature verticali, soggetto ad uno sforzo normale, lo sforzo di
compressione sulle barre dacciaio elevato poich la tensione sullacciaio 15 volte superiore alla
tensione sul calcestruzzo:
s = n c = 15c

Le barre di acciaio, se non opportunamente bloccate, possono diventare instabili e uscire dalla
massa di calcestruzzo. Per evitare tale problema la normativa impone luso di staffe orizzontali che
legano le barre dacciaio. Il passo di queste staffe nei pilastri non deve essere maggiore di 15 volte
il diametro delle barre longitudinali, con un massimo di 25 centimetri.

VERIFICA DELLINSTABILITA A COMPRESSIONE

Anche i pilastri in c.a.n. possono avere problemi di instabilit dovuti al fenomeno del carico di
punta. Quindi, come per i pilastri in acciaio, la verifica va condotta individuando prima la snellezza
del pilastro che deve risultare minore di 100:
Lo
= 100
i
dove: Lo la lunghezza libera dinflessione che dipende dalle condizioni di vincolo
i il raggio dinerzia che per la sezione rettangolare in calcestruzzo bh vale:
h
i =
12

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In funzione del valore della snellezza possibile trovare il coefficiente w che tiene conto dei
fenomeni di instabilit , come riportato in tabella:

Snellezza Coefficiente
w
50 1.00
70 1.08
85 1.32
100 1.62

La verifica a compressione quindi condotta con la seguente relazione:

N
= c ,c
A id

w
dove: Nw il carico di compressione amplificato dal coefficiente w per considerare linstabilit
Aid larea ideale della sezione pari allarea del calcestruzzo pi n volte larea di acciaio.
c ,c la tensione ammissibile a compressione per il calcestruzzo

9.7 PRESSO-FLESSIONE
Lo studio di una struttura in c.a.n. sollecitata a presso flessione, come ad esempio i pilastri in
presenza di azioni orizzontali come vento o sisma, risulta particolarmente complesso poich non
possibile utilizzare lespressione di sovrapposizione degli effetti del momento (=My/J) e dello
sforzo normale (=N/A)

Lapplicazione del principio di sovrapposizione degli effetti non applicabile poich le sezioni
ideali che reagiscono alle sollecitazioni di compressione N e di flessione M sono tra loro diverse.
Lindividuazione dellasse neutro, attraverso il legame di antipolarit con il centro di applicazione
del carico, risulta particolarmente complesso in quanto viene espresso mediante una relazione alla
terza potenza.

In queste note possiamo solo rilevare che la resistenza del pilastro soggetto a presso-flessione pu
essere aumentata incrementando la quantit di acciaio introdotta, ma tale aumento ha come limite la
resistenza a compressione del calcestruzzo e, quindi, la possibile rottura della struttura in modo
fragile. Ci risulta estremamente negativo per la sicurezza complessiva dellopera. Il modo pi
corretto di procedere risulta invece quello di aumentare la dimensione della sezione di calcestruzzo
del pilastro. Partendo perci dalla dimensione del pilastro per il carico centrato N si devono
aumentare le dimensioni della sezione in calcestruzzo per fornire al pilastro la possibilit di
assorbire eventuali flessioni M senza per questo aumentare eccessivamente le quantit di acciaio e
in modo da garantire un comportamento duttile e perci efficace e sicuro della struttura.

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INDICE
1. PREMESSA .... pag. 2

2. LA STRUTTURA pag. 3
2.1 LEQUILIBRIO pag. 3
2.2 LA RESISTENZA pag. 4
2.3 LA DEFORMABILITA . pag. 5

3. IL MODELLO IDEALE ELASTICO-LINEARE.. pag. 7

4. IL MODELLO di VERIFICA alle TENSIONI AMMISSIBILI.. pag. 13

5. LE STRUTTURE IN ACCIAIO LAMINATO... pag. 15


5.1 FLESSIONE pag. 16
5.2 TAGLIO... pag. 17
5.3 TRAZIONE. pag. 19
5.4 COMPRESSIONE.. pag. 20
5.5 PRESSO FLESSIONE pag. 23
5.6 TAGLIO E FLESSIONE pag. 24
5.7 LE FORZE ORIZZONTALI . pag. 26

6. ESEMPI DI PROGETTO E VERIFICA DI STRUTTURE IN ACCIAIO pag. 32


6.1 ESEMPIO 1 SOLAIO. pag. 32
6.2 ESEMPIO 2 CONTROVENTI.. pag. 41
6.3 ESEMPIO 3 RETICOLARE . pag. 58

7. LE STRUTTURE IN LEGNO MASSICCIO....... pag. 68


7.1 FLESSIONE pag. 70
7.2 TRAZIONE. pag. 71
7.3 COMPRESSIONE.. pag. 71
7.4 TAGLIO.. pag. 73

8. LA MURATURA .................. pag. 74


8.1 CARATTERISTICHE DELLA MNURATURA pag. 74
8.2 COMRESSIONE. pag. 76
8.3 AZIONI ORIZZONTALI E TAGLIO pag. 78
8.4 PRESSOFLESSIONE LONGITUDINALE pag. 80
8.5 TAGLIO.. pag. 81
8.6 VERIFICA SEMPLIFICATA pag. 82

9. LE STRUTTURE IN CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE...... pag. 83


9.1 IL CALCESTRUZZO pag. 84
9.2 LACCIAIO IN BARRE pag. 85
9.3 IL CALCESTRUZZO ARMATO NORMALE pag. 86
9.4 FLESSIONE . pag. 87
9.5 TAGLIO.... pag. 92
9.6 COMPRESSIONE.... pag. 95
9.7 PRESSO FLESSIONE... pag. 96

97

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