Fatti di Sarzana
Con i Fatti di Sarzana ci si riferisce ad uno scontro armato tra fascisti e militari del Regio Esercito avvenuto nella
città di Sarzana.
All'alba del 21 luglio 1921, nella città di Sarzana, all'epoca in Provincia di Genova e attualmente in Provincia della
Spezia, giunse una colonna di circa 300[1] squadristi comandati da Amerigo Dumini per scarcerare alcuni fascisti
custoditi nelle celle della Fortezza Firmafede. I carabinieri e i militari di stanza nella città fronteggiarono i fascisti.
Nel corso delle trattative un colpo di fucile diede vita a una sparatoria che vide cadere cinque fascisti e un militare
del presidio. Una parte dei fascisti si disperse nelle campagne dove alcuni, dopo essere stati catturati, furono trucidati
dai contadini delle leghe rosse.
Il bilancio fu di 18 morti e 30 feriti tra i fascisti ed un militare di fanteria del presidio cittadino.
Il contesto storico
La Lunigiana fu sempre una zona di difficile
radicamento del fascismo, in virtù di una
forte coesione tra le forze politiche liberali e
proletarie. Nella primavera del 1921, i
nuclei ancora primitivi dei fasci di
combattimento si riunirono, a fini elettorali
e di propaganda, con i cosiddetti "elementi
d'ordine", come le associazioni
imprenditoriali e con l'appoggio di alcuni
proprietari terrieri. Nonostante il tentativo, i
consensi elettorali furono scarsi.
Proprio nella primavera di quell'anno fu affidata ai gerarchi toscani la fascistizzazione della Lunigiana. Il fascio che
si era costituito a Carrara nel mese di maggio non era numeroso ma attivo grazie al suo segretario, Renato Ricci (poi
comandante della GNR a Salò).
Tra il 29 maggio e il 5 giugno la città della Spezia fu occupata a due riprese; al termine di una settimana di violenze,
la resistenza operaia era fiaccata; le squadre fasciste, costituite da massesi, carrarini, aullesi, spezzini e fiorentini, si
erano concentrate a Pontremoli al comando di Dino Perrone Compagni, un nobile fiorentino che finanziava le
missioni squadriste per tutelare i propri interessi terrieri. Le forze di polizia in ultimo intervennero per disarmare la
popolazione ed arrestare chi resisteva: Pontremoli era occupata e l'accerchiamento della Lunigiana era completato,
mancava solo Sarzana.
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Gli eventi
L'antefatto
Il 17 luglio 1921 una spedizione proveniente
da Carrara, guidata da Renato Ricci, si
muoveva sul territorio lunigianese; vennero
uccisi due persone a Monzone, ed altre due
a santo Stefano di Magra. Sulla strada del
ritorno, gli squadristi. dopo essere stati
bloccati dai carabinieri al confine con
Sarzana, ingaggiarono un conflitto a fuoco
con un gruppo di Arditi del Popolo nella
zona a sud di Sarzana ; gli stessi carabinieri,
agli ordini del tenente Vinci Niccodemi
arrestarono 11 fascisti, compreso Renato
Ricci.
Il 18 luglio fu proclamato lo sciopero generale, mobilitando anche gli operai e i ferrovieri della Spezia. Fu creata una
fitta rete di staffette e di sorveglianza del territorio, incentrata sugli degli Arditi del popolo che, nonostante fossero
osteggiati a livello nazionale dai partiti di sinistra e considerati politicamente immaturi, controllarono il territorio del
circondario con il sostegno della popolazione e delle forze politiche.
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Il fatto
Il 20 luglio squadristi liguri e toscani conversero verso
Sarzana guidati da Amerigo Dumini, l'uomo che
divenne famoso per l'omicidio di Giacomo Matteotti,
con l'intento di far liberare i propri camerati ma anche
per assaltare la camera del lavoro e le sedi socialiste. A
questo scopo molti dei giovani partecipanti erano
muniti di taniche di benzina. Lungo il percorso
avvennero degli scontri nel corso dei quali gli
squadristi uccisero un contadino. Due giovani
squadristi spezzini, Amedeo Maiani e Augusto
Bisagno, staccatisi dalla colonna per cercare rinforzi
dopo essere stati presi prigionieri, furono mutilati e
uccisi. I corpi furono occultati in un dirupo.[3]
Qualche mese dopo, il 21 luglio 1921, accadevano altri scontri. Il Secolo XIX riportava:
Sulla sorte dei due fascisti della Spezia (Amedeo Maiani e Augusto Bisagno), della loro sorte si seppe il 26 luglio, Il
Secolo XIX così scriveva:
Sulla sorte dei 14 fascisti scomparsi il 10 agosto, quasi un mese dopo i feroci scontri, Il Secolo XIX scriveva:
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« 14 FASCISTI SCOMPARSI NEI FATTI DI SARZANA - UCCISI DAI CONTADINI E SOTTERRATI?
Notizie da Sarzana informano che il drappello di fascisti che hanno partecipato alla spedizione di Sarzana, risultano
mancanti, oltre i morti, 14 persone. Su interrogazione dell'on. Finzi, l'on. Bonomi ha promesso di ordinare indagini sulle
sorti dei quattordici scomparsi, ma fino ad oggi le indagini non hanno dato alcun frutto. È voce generale che i fascisti
mancanti siano stati uccisi dai contadini, che li avrebbero subito sotterrati per non lasciare traccia. Rimaste infruttuose le
indagini della polizia, si ricorrerà ora all'uso di cani appositamente educati, che sapranno indicare il punto ove eventualmente
i corpi sono stati seppelliti. »
I caduti di Sarzana
Il bilancio, finale, dopo che furono trovati i quattordici fascisti uccisi nelle campagne, fu di 18 morti e 30 feriti. Pare
che alla spedizione potessero aver partecipato circa 300 fascisti.
Fascisti
1. Bertozzi Dante
2. Paggelli Arnaldo
3. Lottini Guido
4. Montemaggi Giuseppe
5. Bartolini Gino
6. Dell'Amico Venanzio
7. Lombardini Rizieri
8. Gattini Pietro
9. Borghini Alcide
10. Bellotti Michele
11. Pelù Paolo
12. Taddeucci Lorenzo
13. Parducci Vezio
14. Bisagno Augusto
15. Maiani Amedeo
16. Orano Giuseppe
17. Mariani Mario
18. Bartolini Gastone Il sedicenne Gastone Bartolini, ex legionario fiumano e
squadrista caduto a Sarzana.
Militari
1. Diana Paolo
« Il sacrificio dei nostri fratelli non sarà speso invano. La nostra lotta quotidiana è una necessaria tutela privata del diritto.
Non siamo una fazione dello Stato, perchè sentiamo invece di essere noi lo Stato e la Nazione »
[11]
(Dino Grandi il 21 luglio in seguito ai fatti di Sarzana )
Ipotizzando responsabilità del governo italiano negli avvenimenti Benito Mussolini fece una interrogazione
parlamentare al Presidente del Consiglio Ivanoe Bonomi dichiarandosi poi insoddisfatto della risposta ottenuta e il
23 luglio il gruppo fascista con un discorso dello stesso Mussolini negò la fiducia al governo. Gli avvenimenti
portarono poi ad accelerare il patto di pacificazione tra il movimento fascista, il Partito Socialista e la CGL, firmato
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il 3 agosto 1921.
Tale svolta creò contraddizioni profonde nel movimento fascista, fino a vere e proprie sconfessioni da parte dello
squadrismo emiliano e toscano, che arrivò a mettere in discussione lo stesso Mussolini, il quale uscì dalla crisi
trasformando il movimento in partito.
Il 25 gennaio 1923 veniva sciolto con Regio Decreto di Vittorio Emanuele III il consiglio comunale di Sarzana, a
maggioranza socialista e comunista. Dal Il Secolo XIX del 26 gennaio 1923:
«
IL DECRETO DI SCIOGLIMENTO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI SARZANA
La "Gazzetta Ufficiale" pubblica il regio decreto che scioglie il consiglio comunale di Sarzana. Il decreto è preceduto dalla
seguente relazione al Re: "Due successive inchieste disposte dal prefetto sul funzionamento dell'amministrazione del
comune di Sarzana avevano accertato che essa aveva svolto un'azione sistematicamente contraria alle leggi e alle
istituzioni.
In ripetute occasioni l'amministrazione aveva fatto aperte enunciazioni di principii sovversivi, suscitando vivo malcontento
nella popolazione". »
Il 29 maggio 1923 veniva eletta, con brogli e violenze, la nuova giunta di 30 consiglieri, tutti fascisti. Il Secolo XIX
scriveva il 30 maggio 1923:
«
DA SARZANA. LA VITTORIA DEL FASCIO
Questa mane, nell'aula maggiore del Civico Palazzo, l'assemblea dei Presidenti dei seggi - sotto la presidenza del cav.
Voena, nostro Procuratore del Re - ha proceduto alla proclamazione degli eletti nell'ordine seguente: »
• Fiori Generale Adolfo voti 2548; • Rago Capitano Michele 2525; • Fontana Fortunato 1312;
• Podestà Luciardi Giulio 2543; • Chincaro Giuseppe 2506; • Frolla Giovanni 1307;
• Filippi Vito 2535; • Moretti Giuseppe 2506; • Mencarini Gustavo
1300;
• Carpena Giuseppe 2534; • Facini Aldo 2498; • Arzelà Giovanni 1209;
• Mazzi Annibale 2532; • Pardini Torello 2495; • Simonini Antonio 1195;
• Sarteschi Andrea 2521; • Chesi Duilio 2477; • Burtassi Giuseppe 1191;
• Saudino Luigi 2529; • Fabbri Cesare 2468; • Vitale Temistocle 1179.
• Delfino Giovanni 2527; • Olivieri Luigi 1314;
• Morini Irpio 2525; • Del Ranco Giuseppe 1313;
Bibliografia
• Luigi M. Faccini, Un poliziotto per bene, Ippogrifo Liguria, 2002.
• Autori Vari, Il Secolo XIX 1886-1986, Il Secolo XIX, 1986.
• Isa Sivori Carabelli autrice del libro Testimoni del tempo e della storia
Cinematografia
• Nella città perduta di Sarzana - [[Luigi Faccini [12]] (1980)] nell'Internet Movie Database
• [[Nella città perduta di Sarzana [13]] storia del film e critica]
Collegamenti esterni
• Intervista a Paolino Ranieri [14]
• I fatti di Sarzana: tutta la storia [15]
• Giornata della Memoria: gli studenti delle superiori di Sarzana riflettono sul 21 Luglio 1921 [16]
• Sarzana antifascista due giorni di ricordo [[La Repubblica [17]] — 18 luglio 2002 pagina 14 sezione: Genova ]
• La resistenza di [[Sarzana [18]] all' assalto dei fascisti La Repubblica — 09 gennaio 2003 pagina 9 sezione:
Genova ]
Voci correlate
• Nella citta' perduta di Sarzana
• Squadrismo
• Arditi del Popolo
• Fatti di Empoli
• Fatti di Cittadella
• Movimenti rivoluzionari nell'Italia del Primo Novecento
• Formazioni di difesa proletaria
Note
[1] Il Secolo XIX , I Dolorosi fatti di Sarzana - una strage di fascisti, 21 luglio 1921
[2] Attilio Tamaro, Venti anni di storia, Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 73:"A Sarzana poco prima, decretato dal partito socialista che il pane era
cattivo, panettieri, negozi alimentari e altri vennero depredati: si penetrò anche nelle case private per "requisire" olio, vimo, derrate.."
[3] Mimmo Franzinelli, Squadristi, Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 122
[4] Dalla Marcia su Roma alla "Normalizzazione" (http:/ / www. carabinieri. it/ Internet/ Arma/ Ieri/ Storia/ Vista+ da/ Fascicolo+ 13/
02_fascicolo+ 13. htm), dal sito web ufficiale dell'Arma dei Carabinieri
[5] Guido Jurgens (http:/ / www. comune. sarzana. sp. it/ Citta/ Cultura/ Storia/ Fatti_1921/ Jurgens_Guido. htm) A lui è stata intitolata la piazza
prospiciente la stazione ferroviaria di Sarzana, proprio virtù dei "fatti" del '21
[6] Guido Jurgens (http:/ / www. comune. sarzana. sp. it/ Citta/ Cultura/ Personaggi/ Jurgens_Guido. htm) dal sito del Comune di Sarzana
[7] Attilio Tamaro, Venti anni di storia, Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 174:"I fascisti avevano giurato ai loro capi che non avrebbero tirato
contro la forza pubblica: tiro invece il primo colpo uno degli avversari appostati, al che i carabinieri, già premuti, credendosi attaccati, senza
attendere l'ordine del loro ufficiale, risposero sparando a bruciapelo"
[8] Mimmo Franzinelli, Squadristi, Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 123: ..i fascisti scaricarono le armi nella massima confusione e dalla
contabilità dei morti si arguisce che- dopo i primi colpi- essi spararono in aria, obbedendo all'ordine di rispettare la forza pubblica.
[9] Attilio Tamaro, Venti anni di storia, Editrice Tiber, Roma, 1953, pp. 175:"Altri restarono sul luogo per raccogliere i feriti. Una squadra salvò
uno dei compagni, che i sovversivi, legatolo a un albero, stavano per bruciare"
[10] Mimmo Franzinelli, Squadristi, Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 125:"Al tragico bilancio della mattinata si aggiunse la morte di un
casellante, raggiunto dal fuoco degli squadristi asserragliati nel treno... .
[11] Mimmo Franzinelli, Squadristi, Oscar Mondadori, Cles (Tn), 2009, pag. 126
[12] http:/ / italian. imdb. com/ title/ tt0198823/
[13] http:/ / www. pipernofaccini. it/ sarzana. htm
[14] http:/ / www. anpi. it/ patria_2006/ 07/ 27-29_MADRIGNANI. pdf#search=%22%22Guido%20Jurgens%22%22
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