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Barbero ed il 1848 italiano

“Il 1848 è davvero un anno sbalorditivo. E comincia tutto in Sicilia. Laddove c'è una forte
insoddisfazione nei confronti di Napoli. Prima c'era un regno di Napoli ed un regno di Sicilia. Erano
tutte cose che interessavano all'aristocrazia ed alla borghesia colta (un po' agli operai di città). I
contadini erano tagliati fuori. I siciliani odiavano il regime borbonico ed il fatto che gli impiegati
provenissero dal Continente.
Il 12 gennaio scoppia la prima insurrezione ed il re Ferdinando II concede la Costituzione. La
borghesia non vuole più la monarchia assoluta: vogliono essere come la Francia e l'Inghilterra.
Costituzione, partiti, libertà di stampa. Il 23 gennaio si dichiara decaduta la monarchia borbonica.
Napoli insorge il 27 gennaio. La Costituzione sarà promulgata l'11 febbraio.
Poi la Toscana. Anche qui la Costituzione viene promulgata l'11 febbraio.
Il 21 febbraio viene pubblicato il Manifesto di Marx.
L'Europa sta crescendo economicamente con tassi molto alti.
La Francia nel 1830 aveva messo sul trono un cugino dei Borbone, Luigi Filippo d'Orleans. Nel
1848, il 22 febbraio, Parigi insorge. Usano la bandiera rossa. Vogliono il suffragio universale
maschile.

La monarchia sabauda del regno di Sardegna è investita da questo vento: il 4 marzo Carlo Alberto
concede lo STATUTO. Il nome Costituzione è troppo radicale.
Il Lombardo-Veneto è sotto gli Austriaci. Il 13 marzo succede l'inatteso: gli studenti di Vienna
insorgono. Chiedono che vada via il vecchio Metternich, il cui governo cade in un giorno.
Anche Pio IX, ultimo tra i sovrani italiani, colpito dalle ondate, concede la Costituzione il 14 marzo.
Il 15 marzo Budapest, il 17 Venezia, il 18 Milano. Il 18 marzo insorge anche Berlino, dove le truppe
fanno trecento morti.
Milano in quel momento ha 160.000 abitanti. La popolazione attacca la guarnigione. Il sangue
scorre a fiumi. 4000 morti tra gli austriaci, in 5 giorni. C'era un odio etnico incredibile. Il
Maresciallo Radetzky scrive: “Il fanatismo ha pervaso ogni età.” Alla fine abbandona Milano. “La
più terribile decisione della mia vita.”
Molte altre città lombarde insorgono. Radetzky va a rifugiarsi dai pimontesi. L'esercito abbandona
la città. S'instaura un governo provvisorio. Si diffonde la voce che qualche generale voglia vendere
il Maresciallo.
Carlo Alberto dichiara guerra agli austriaci il 23 marzo. Il regno di Sardegna non è solo.
Nell'entusiamo del momento molti promettono di mandare truppe. Affluiscono volontari. Fino a
poco tempo prima il tricolore era proibito. Un esercito della Restaurazione fa una guerra sperando
che non sia troppo rivoluzionaria. L'odio contro gli austriaci è feroce e fanatico, aizzato da leggende
sulle nefandezze dei soldati stranieri.
Carlo Alberto combattè per i Francesi contro gli Spagnoli, in Spagna a stroncare la rivoluzione. Nel
1848 aveva cinquant'anni. Molte riunioni e poche decisioni.
Carlo Alberto tira su rapidamente un esercito pieno di riservisti, soldati richiamati dopo anni. “Una
gente staccata appena dagli aratri”.
Un esercito poco organizzato e molto lento. Tra il 6 ed il 7 aprile i piemontesi passano l'Oglio. La
popolazione sta con i piemontesi fino all'Oglio, poi dopo no. Si scopre che non hanno carte
geografiche e quindi bisogna usare la cavalleria leggera. Gli Austriaci hanno gli ussari, che battono
il paese ed arrivano dappertutto.
I piemontesi hanno solo i corazzieri ed i contadini non collaborano. I piemontesi attaccano i ponti
sul Mincio e ne diventano padroni. Arrivano così al quadrilatero. In Austria si diceva che erano
pochi a volere l'indipendenza, perchè i contadini stavano bene con loro. Solo 4 aristocratici idealisti.
Mantova non insorge. Provano ad assediare Peschiera. Radetzky aspetta a Verona, mentre arrivano i
rinforzi di Nugent. La battaglia di Pastrengo è una vera battaglia, la prima. I piemontesi sono in
maggioranza, sono 14.000. Il 6 maggio avviene la battaglia di Santa Lucia, alla periferia di Verona.
I piemontesi attaccano ma con poche forze: vengono respinti su tutta la linea. Lamarmora potenzia i
bersaglieri: gente che sa sparare al bersaglio, soldati scelti che sanno muoversi in fretta, occupare le
posizioni e sparare bene. Ferdinando II e il papa mandano dei soldati. Migliaia di volontari. Poi ci
sarà il voltafaccia di Pio IX, a fine aprile. Si dichiara neutrale perchè teme di essere inglobato dal
regno di Sardegna. Il 15 maggio si riunisce il nuovo Parlamento a Napoli, con la nuova
Costituzione. L'esercito di Carlo Alberto è disteso su 70 km. Radetzky attacca sotto Mantova.
Curtatone e Montanara. Poi la battaglia di Goito. Le perdite sono sempre limitate. Carlo Alberto
risulta trionfatore. Radetscky va ad attaccare Durando a Vicenza. Il governo provvisorio lombardo
ordina la coscrizione. Truppe disorganizzate per Carlo Alberto. Tra i volontari c'è un esiliato per
motivi di terrorismo, un certo Garibaldi, che arriva il 4 luglio al campo di Carlo Alberto. Il 26 luglio
Radetzky passa il Mincio e fa ritirare i piemontesi. Il 4 agosto gli Austriaci attaccano Milano e
Carlo Alberto chiede l'armistizio. A Milano si viene a sapere dei negoziati. Dopo la firma l'esercito
abbandona la città. La guerra era durata 4 mesi e mezzo. Il 48 sta finendo. Il 23 giugno a Parigi
erano insorti gli operai: 5000 morti. Ferdinando II fa bombardare Messina.

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