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147 ANNIVERSARIO
4 MAGGIO 2008
NASCITA E DISCENDENZA
Il 4 maggio 1861 un provvedimento del Ministro della Guerra Manfredo Fanti decretava la fine dellArmata Sarda e la nascita dellEsercito Italiano.
Vista la legge in data 17 marzo 1861, colla quale S.M. ha assunto il titolo di Re dItalia, il sottoscritto rende noto a tutte le autorit, Corpi ed Uffici Militari che dora in poi il Regio Esercito dovr prendere il nome di Esercito Italiano, rimanendo abolita lantica denominazione di Armata Sarda Firmato Manfredo FANTI, Ministro della Guerra Anche se lEsercito Italiano assume questa denominazione soltanto il 4 maggio 1861, facendo seguito di poco alla proclamazione del Regno dItalia, avvenuta a Torino il 17 marzo dello stesso anno, la storia delle unit che lo costituiscono risale ben pi addietro nel tempo, traendo origine dai primi reparti permanenti costituiti dai Duchi di Savoia nella seconda met del XVI secolo. Alcuni dei reparti ancor oggi esistenti possono vantare una continuit reggimentale risalente ad oltre tre secoli, come i Granatieri di Sardegna che discendono direttamente dal reggimento Guardie creato nel 1659 da Carlo Emanuele II, ed unanzianit relativamente minore hanno gli attuali reggimenti di cavalleria Piemonte e Savoia. Tutti i reggimenti sabaudi tranne quello di Sardegna vennero disciolti nel 1798 allorch il Piemonte venne occupato e poi annesso dalla Francia rivoluzionaria.
Regno Italico. Ufficiale del reggimento Granatieri della Guardia reale 1813
Progressivamente, poi, lintera Italia continentale venne a gravitare nellorbita napoleonica ed i suoi soldati parteciparono a tutte le guerre distinguendosi ovunque dalla Spagna alla Russia, dalla Germania alla Dalmazia, inquadrati nei reggimenti francesi, oppure in quelli napoletani di Giuseppe Bonaparte e di Gioacchino Murat, oppure in quelli per la prima volta definiti ufficialmente italiani appartenenti al Regno dItalia, di cui era sovrano lo stesso Napoleone, contraddistinti per la prima volta da quelli che sono ancor oggi i tre colori nazionali.
Nella prima met dell'800 l'Italia conobbe un processo di graduale riscoperta e sempre pi netta rivendicazione della propria identit nazionale. Questo processo, noto come Risorgimento, port alla formazione dello Stato unitario Italiano, ovvero fece della penisola un organismo politico e indipendente a base nazionale
Con la Restaurazione del 1814 lArmata Sarda questa era la denominazione dellesercito piemontese ricostituisce i suoi vecchi reggimenti e questi partecipano nel 1848 alla Prima Guerra di Indipendenza insieme a reparti volontari ed a truppe regolari degli eserciti degli altri Stati italiani pre-unitari (soprattutto dello Stato Pontificio, del Granducato di Toscana e del regno delle Due Sicilie). Qui elencati vi sono alcuni tra i passi fondamentali che portarono nel giro di alcuni decenni all'occupazione di Roma da parte delle truppe italiane (30 Settembre 1870).
IL PERIODO RISORGIMENTALE I moti del 20 e 21 furono il vero battesimo del fuoco del Risorgimento
1820 A Milano vengono arrestati alcuni carbonari, tra di essi vi sono Silvio Pellico e Piero Maroncelli incarcerati nella fortezza dello Spielberg in Moravia. (1 luglio) Un'insurrezione a Napoli (Nola) obbliga il re Ferdinando I a concedere la costituzione. Levento storico risorgimentale nel reame napoletano vide protagonisti i calabresi Michele Morelli e Guglielmo Pepe. Morelli (nato a Monteleone, oggi Vibo Valentia nel 1790), giovane sottotenente della cavalleria borbonica, di fede carbonara, assieme al compagno Salvati, accese una rivolta nella guarnigione di Nola. La sommossa raccolse ladesione di numerosi alti ufficiali ex murattiani e fra essi il generale Guglielmo Pepe di Squillace. La costituzione fu concessa dal re Ferdinando I sul modello spagnolo. 1821 (Gennaio) Si riunisce a Lubiana nuovo congresso delle potenze europee. Ferdinando I su consiglio di Metternich invoca l'intervento dell'Austria. (13 Marzo) Un moto liberale organizzato dai carbonari piemontesi, capeggiati dall'ufficiale Santorre di Santarosa induce il re di Sardegna, Vittorio Emanuele I, ad abdicare in favore del fratello Carlo Felice, assente da Torino. Il principe Carlo Alberto di Savoia-Carignano, nominato reggente, concede lo Statuto.
Dieci giorni dopo il nuovo re Carlo Felice sconfessa l'operato di Carlo Alberto, gli ingiunge di lasciare Torino e fa appello all'Austria affinch lo aiuti a reprimere il moto liberale. (23 Marzo) Un esercito austriaco invade il regno di Napoli e rovescia il governo costituzionale. Le truppe austriache restaurarono il regime assoluto di Ferdinando. La costituzione fu abolita e iniziarono le repressioni: processi e condanne. In aprile Morelli e Silvati fuggirono nei Balcani. Poco dopo, al suo ritorno in Italia, Morelli fu catturato in Abruzzo e condotto in catene a Napoli. Durante la prigionia rincontr Silvati. Entrambi furono processati a Castel Capuano, presso la Gran Corte Criminale di Napoli e giustiziati il 12 settembre 1822. Guglielmo Pepe, generale borbonico (Squillace 1783 Torino 1855)che da Avellino si era posto alla testa della rivolta, fu nominato comandante supremo dellesercito costituzionale. Sconfitto assieme al fratello Florestano (capo di stato maggiore dei costituzionali) a Rieti, il 7 marzo del 1821, si rifugi in Inghilterra. Rientr a Napoli solo nel 1848 quando, nuovamente al servizio dei Borboni, comand le truppe napoletane contro gli austriaci nel Nord Italia. Disert lesercito di Ferdinando per difendere la Repubblica di Venezia. Fin da ragazzo era stato repubblicano. Sedicenne combatt per la Repubblica Partenopea, ufficiale dellesercito napoleonico, rimase fedelissimo di Murat prima di essere ammesso nel restaurato esercito borbonico.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia nellagosto del 1849, fu esule a Corf, Parigi e Torino. (8 Aprile) L'esercito rivoluzionario piemontese viene battuto presso Novara da forze austriache e realiste. Carlo Felice rientra a Torino e restaura il regime assolutista. 1831 (Febbraio) Scoppiano moti liberali nei ducati di Modena e Parma e nello Stato Pontificio (in particolare in Emilia-Romagna, dove viene creato l'effimero Stato delle Provincie Unite Italiane). L'intervento delle truppe austriache consente ancora una volta una facile repressione. Il duca di Modena Francesco IV fa giustiziare i capi della ribellione, Ciro Menotti e Vincenzo Borelli. Facendo tesoro dell'esperienza fallimentare della carboneria e delle societ segrete, il patriota Giuseppe Mazzini fonda una nuova organizzazione rivoluzionaria, la Giovine Italia, inspirata agli ideali dell'unit, della repubblica e della fratellanza universale.
1844 (15 marzo) Scoppiano i moti liberali a Cosenza, ove si animano sentimenti patriottici di libert, gi diffusi sin dal 1799. Lidea di promuovere un movimento liberale a Cosenza nacque il 21 ottobre 1843 a Napoli, ove si incontrarono Carlo Poerio, Ottavio Graziosi e Domenico Furgiuele: questi patrioti, unitamente ai calabresi Raffaele Caroleca di Castroregio e a Giuseppe Petrassi di Cerzeto, definirono la data dei moti del 15 marzo perch evocava la penosa operazione della congiura, tramata in epoca romana, che port alluccisione di Giulio Cesare. Alle operazioni venne interessato il patriota Giuseppe Franzese di Cerzeto, il quale coinvolse un numero notevole di compaesani, tra cui Michele Candreva, Domenico Sarro, Giuseppe Pollera. A capo dei moti liberali, a cui aderirono patrioti di tutti i ceti, dagli aristocratici ai popolani, dai proprietari terrieri ai braccianti e ai falegnami, ci fu il notaio Francesco Saverio Salfi di Cosenza. Laccordo preliminare era quello di adunare i partecipanti a Settimo di Montalto, unitamente ai patrioti che provenivano anche dai territori oltre confine calabrese. La citt di Cosenza, a quei tempi, centro di risveglio culturale, vide laffermarsi di noti personaggi tra cui il liberale Nicola Corigliano, il repubblicano De Roberto (seguace di Mazzini), il religioso Don Franzese (seguace del pensiero del Gioberti in relazione allunit nazionale sotto legida del Papa). La richiesta pacifica di udienza dei patrioti ai funzionari del governo borbonico, presso il pendio del convento dei gesuiti, sort gli effetti del fuoco e di conseguenza si svilupp una carneficina: la rapida sentenza a carico degli insorti decret la condanna a morte di 21 patrioti. 1844 (16 Giugno) Attilio ed Emilio Bandiera, patrioti veneziani, figli dellAmmiraglio della Marina austroungarica Francesco, vennero ambedue educati allImperiale Accademia di Marina di Venezia, da cui uscirono con il grado di Ufficiale. Ben presto conquistati alla causa dellunit e dellindipendenza dellItalia, dopo aver fondato la societ segreta Esperia passarono alla Giovine Italia di Giuseppe Mazzini. Regno di Sardegna. Caporale del Reggimento Aosta Cavalleria. 1838 42
Denunciati da un traditore si rifugiarono a Corf (1841), da dove cercarono di sbarcare nel Mezzogiorno con la speranza, allora condivisa da molti democratici, di sollevare le plebi rurali contro il malgoverno dei Borbone e iniziare cos la liberazione dItalia. Saputo in ritardo dei moti scoppiati a Cosenza, la notte del 16 giugno 1844 sbarcarono assieme ad alcuni compagni alle foci del Neto, nei pressi di Crotone. Traditi gi prima della partenza e segnalato il luogo dove si rifugiarono da un delatore, furono arrestati il 20 giugno a San Giovanni in Fiore e fucilati il 25 luglio del vallone di Rovito, nei pressi di Cosenza.
Scena di rivolta a Milano nelle 5 giornate 1848 (12 Gennaio) Scoppia a Palermo un moto insurrezionale; i liberali siciliani, guidati da Rosolino Pilo, mettono in fuga le truppe borboniche e formano un governo provvisorio che adotta la costituzione spagnola del 1812. Di fronte all'estendersi dell'insurrezione e non potendo contare sull'aiuto dell'Austria, poich il papa Pio IX aveva vietato l'attraversamento dei propri territori, il re delle Due Sicilie Ferdinando II si vede costretto a cedere agli insorti ed a promulgare una Costituzione ispirata a quella Francese del 1830. Pochi giorni dopo (11 Febbraio) anche il granduca di Toscana Leopoldo concede una Costituzione. (4 Marzo) Il re di Sardegna Carlo Alberto promulga, come concessione dall'alto, uno Statuto, che rimarr in vigore anche nel Regno d'Italia. E' poi la volta dello Stato Pontificio (14 Marzo), che istituisce un consiglio di deputati elettivo col compito di affiancare la gerarchia ecclesiastica nell'attivit legislativa. Abbandono della citt da parte degli austriaci.
(13 Marzo) L'ondata rivoluzionaria raggiunge Vienna, dove la folla (prevalentemente piccoli borghesi e studenti) scende nelle strade e si scontra con la polizia. Metternich costretto ad abbandonare il paese. L'Imperatore abolisce la censura e promette la convocazione di un Assemblea Costituente. (18-22 Marzo) Alla notizia della insurrezione di Vienna, esplode la rabbia dei Milanesi, che in cinque giornate di lotta accanita costringono le truppe austriache del generale Radetzky a ritirarsi nelle fortezze del cosidetto quadrilatero (Peschiera, Mantova, Verona, Legnano). (21 Marzo) Il duca di Modena Francesco V costretto a fuggire dallo Stato, dove viene creato un nuovo governo provvisorio. Anche il duca di Parma e Piacenza Carlo II Ludovico viene cacciato dal ducato (20 Marzo), che dopo un plebiscito viene ammesso al regno di Sardegna (29 Maggio). (23 Marzo) A Venezia, insorta il 17 Marzo contro l'occupante austriaco, viene restaurata la Repubblica Veneta. A capo del governo provvisorio posto Daniele Manin. Il re di Sardegna, Carlo Alberto, approfittando dei moti popolari di Milano, dichiara guerra all'Austria ed invade la Lombardia. Ha inizio la Prima Guerra d'Indipendenza. A seguito delle insurrezioni di Berlino e Vienna la rivoluzione si estende nel marzo anche all Polonia, specie alla Posnania, a Cracovia, alla Galizia. In Aprile truppe di tutti gli stati italiani si uniscono ai Piemontesi nella guerra all'Austria. L'esercito sabaudo coglie alcuni successi a Goito (8 Aprile) e a Peschiera (30 Aprile). Per un istante l'entusiasmo dei patrioti ha la meglio sulla prudenza dei governi, ma il clima unitario di breve durata: il 29 Aprile il papa dichiara di non avere nulla contro la "cattolicissima Austria" e richiama le proprie truppe; il suo esempio sar seguito dagli altri Stati. (15 Maggio) Con un colpo di mano, il re delle Due Sicilie, Ferdinando II, scioglie il parlamento democratico e forma un ministero composto esclusivamente da elementi conservatori. Il generale Guglielmo Pepe, comandante del corpo di spedizione inviato nell'Italia settentrionale per combattere al fianco dell'esercito del Regno di Sardegna, richiamato a Napoli, disobbedisce e si trasferisce a Venezia per cooperare alla sua difesa. 1^ guerra dIndipendenza anno 48
(30 Maggio) I Piemontesi sconfiggono nuovamente gli Austriaci a Goito, ma non approfittando del successo concedono all'Austria il tempo di riorganizzarsi. (27 Giugno) I Calabresi si distinsero, in quella data, per una storica battaglia che inflisse una sonora sconfitta allesercito borbonico, comandato dal generale Nunziante. Raffigurazione battaglia di Goito
La battaglia dellAngitola (presso il ponte che sovrasta lomonimo fiume) fu un momento di contatto tra le generazioni che militarono nelle file napoleoniche e quelle che poi parteciparono allepopea dei Mille. Il 27 giugno 1848 7000 soldati borbonici furono fermati da 5000 volontari calabresi del distretto Catanzaro Nicastro, 3500 cosentini e 2000 reggini. Dieci ore di scontri al passo de Le Grazie segnarono una straordinaria riscossa del popolo calabrese che agli ordini di Francesco Stocco e del Bianchi riusc a sfiancare le truppe borboniche. Seppure la vittoria non condusse a risultati concreti per i moti calabresi del quarantotto, lepisodio dellAngitola diede onorabilit darmi ai molti mesi di sollevazione popolare nelle Calabrie, tassello prezioso del mosaico risorgimentale. (29 Giugno) Il Piemonte decide di annettersi la Lombardia, confermando cos i sospetti di quanti ritengono che la casa di Savoia persegua esclusivamente i propri fini dinastici e destando stupore e sconforto negli ambienti democratici, che si erano distinti come i pi decisivi nel voler portar avanti la guerra. (23/25 Settembre) Poco dopo, la battaglia di Custoza rovescia le sorti della prima guerra d'Indipendenza: i Piemontesi sono pesantemente sconfitti e sono costretti a chiedere un armistizio. Particolare battaglia di Custoza
1849 (7 Febbraio) Il granduca di Toscana Leopoldo II fugge dal granducato e si rifugia a Gaeta. A Firenze si forma un governo provvisorio rovesciato da elementi aristocratici e moderati il 9 Aprile. (12 Marzo) Il re di Sardegna, Carlo Alberto, cedendo alle pressioni dei liberali piemontesi, denuncia l'armistizio con l'Austria. Il 23 Marzo l'esercito piemontese, sotto la guida del generale polacco Chrzanowski, viene nuovamente sconfitto dagli austriaci. 29 Marzo) A Roma viene insediato un triumvirato, composto da Mazzini, Armellini e Saffi, la cui politica di conciliazione non vale ad impedire un intervento armato della Francia in soccorso del papa. (29/30 Aprile) I francesi sferrano un attacco contro i volontari repubblicani che difendono Roma, ma vengono respinti dagli uomini del generale Garibaldi. (7 Maggio) Il liberale moderato Massimo D'Azeglio viene nominato capo del governo piemontese.
15 Maggio) Le truppe del Regno di Napoli riconquistano la Sicilia ed occupano Palermo. (30 Giugno) Le autorit della Repubblica Romana sono costrette a cedere ai Francesi e i triumviri si dimettono. (20 Novembre) In Piemonte, Vittorio Emanuele II scioglie il parlamento che manifesta resistenza ad approvare la pace di Milano. Repubblica Romana. Volontario della Legione Italiana di Garibaldi. 1849 Il generale Garibaldi e re Carlo Alberto 7.7.1848
LUNITA DITALIA
1850 (9 Aprile) In Piemonte, il ministro Siccardi introduce una legge che restringe notevolmente i poteri della Chiesa cattolica, abolisce i tribunali ecclesiastici ed il diritto di asilo. Viene cos confermata la volont del governo D'Azeglio di riprendere la strada delle riforme. (12 Aprile) Il papa Pio IX fa ritorno a Roma sotto la protezione delle truppe francesi. Viene abbandonata la costituzione del 1848 e si adotta una politica decisamente reazionaria, ispirata dal cardinale Antonelli. In novembre il conte Camillo Benso di Cavour , leader della destra moderata, entra nel gabinetto D'Azeglio occupando i dicasteri dell'agricoltura, del commercio estero e della marina. 1853 In Piemonte Urbano Rattazzi, leader del gruppo di centro-sinistra, entra a far Cavour in qualit di ministro di Grazia e Giustizia. Sotto la spinta riformatrice del piemontese riorganizza le proprie finanze, approva una nuova legislazione sulle cooperative ed il credito agrario, e promuove lo sviluppo industriale della regione ferrovie. parte del ministero Cavour, il governo banche, le societ e la costruzione di
1854 (26 Marzo) Viene assassinato il duca di Parma Carlo III Ferdinando di Borbone, cui succede il figlio minorenne Roberto, sotto la reggenza della madre Maria Luisa. 1851 Il governo piemontese, influenzato dalle idee liberali - scambiste del Cavour, che ha assunto il ministero delle finanze, conclude una serie di trattati commerciali con la Francia e con l'Inghilterra. Viene poi approvata una riforma delle tariffe doganali per molti prodotti e li elimina per altri (cotone, lana, concimi, etc.). 1852 (2 Febbraio) Cavour annuncia al governo piemontese la costituzione di una nuova maggioranza uscita dalla alleanza fra centro-destra e centro-sinistra, nota in seguito col nome di "connubio", che preclude ad una nuova fase, pi moderna e dinamica, nella vita politica del Regno di Sardegna. (4 Novembre) Dopo le dimissioni del gabinetto D'Azeglio in seguito ad un contrasto col re per un progetto di legge che introduce il matrimonio civile, il conte di Cavour assume la carica di capo del governo.
1855 In Piemonte, la presentazione del progetto di legge Rattazzi per la soppressione delle corporazioni religiose che non svolgano funzioni assistenziali o di insegnamento provoca la reazione dei vescovi ed un conflitto politico tra il re Vittorio Emanuele II ed il governo, intransigente nel difendere il progetto. Dopo le temporanee dimissioni di Cavour, che ottiene una nuova investitura, il progetto viene approvato. In gennaio il Piemonte aderisce all'alleanza anglo-francese contro la Russia ed li 26 gennaio stipula un accordo militare con gli alleati che prevede la partecipazione di truppe piemontesi alla guerra di Crimea. L'intervento voluto da parte di Cavour, nonostante l'opposizione di una parte del Parlamento, con lo scopo di permettere al Piemonte di partecipare ad un futuro Congresso di pace al fianco delle maggiori potenze europee e di servirsi dell'appoggio anglo-francese in funzione anti-austriaca. 1856 In Sicilia, scoppia un moto insurrezionale, prontamente represso, contro il regime borbonico. Francia ed Inghilterra rompono le relazioni diplomatiche con il Regno delle Due Sicilie. (21 Febbraio) Il governo piemontese manda un memorandum a Napoleone III in cui si propone che la "questione italiana" figuri all'ordine del giorno del Congresso di Parigi che sta per riunirsi. (25 Febbraio) Si apre il Congresso di Parigi tra le potenze partecipanti alla guerra di Crimea, con l'intervento anche della Prussia. Il Piemonte, rappresentato da Cavour, protesta per la presenza di truppe straniere (austriache) sul territorio dello Stato Pontificio e riscuote molte simpatie presso gli alleati inglesi e francesi. 1857 Un gruppo di patrioti italiani, fra cui molti ex-mazziniani, decide di fondare un'associazione tendente ad indurre il governo piemontese a patrocinare la causa dell'unit d'Italia. A capo della nuova Societ nazionale vi sono Daniele Manin, Giuseppe la Farina e Giorgio Guido Pallavicino Trivulzio. In giugno scoppia un nuovo tentativo insurrezionale dei mazzianiani a Genova, prontamente represso. Di fronte a questi continui fallimenti, alcuni elementi repubblicani, fra cui Garibaldi, si avvicinano alla Societ nazionale di Manin, la cui linea politica appare pi realistica. In giugno un gruppo di patrioti italiani guidati da Carlo Pisacane si impadronisce di un piroscafo, sbarca a Ponza, dove libera trecento ergastolani, e si dirige alla volta di Sapri dove viene affrontato dalle truppe borboniche 1858 (14 Gennaio) Un repubblicano italiano, Felice Orsini, attenta alla vita dell'imperatore Napoleone III. Cavour ne approfitta per ricordare all'imperatore i pericoli di un movimento rivoluzionario in Italia e lo induce ad affrettare i tempi dell'alleanza militare franco-piemontese. (20 Luglio) Napoleone III e Cavour si incontrano a Plombires; l'imperatore acconsente a partecipare a fianco del Piemonte alla futura guerra contro l'Austria a condizione che il conflitto sembrasse causato da quest'ultima. Il 10 dicembre Francia e Piemonte stringono un formale trattato di alleanza.
1859 Durante il decennio di preparazione e fino alla campagna del 1859, che vede la liberazione della Lombardia, lArmata Sarda incorpora nel suo seno ufficiali e volontari provenienti un po da tutte le regioni italiane, cosicch nei mesi successivi sar a essa possibile amalgamare pur se con una certa fatica assieme ai soldati lombardi, restituiti dallAustria, anche i reparti organizzati dai governi provvisori dellEmilia , lesercito toscano e, poi, lesercito meridionale di Garibaldi ed ufficiali e soldati gi appartenenti alle forze armate delle Due Sicilie. (23 Aprile) L'Austria invia un ultimatum al Piemonte e ne intima il disarmo entro tre giorni. E' l'occasione pazientemente aspettata da Cavour per provocare la Seconda Guerra d'Indipendenza. Sei giorni pi tardi gli austriaci al comando del generale Gyulai iniziano l'invasione del Piemonte, ma la loro lenta avanzata consente alle truppe francesi di affluire in massa a rinforzo dei piemontesi. (30 Maggio) Dopo aver sconfitto gli austriaci a Palestro, le truppe franco-piemontesi varcano il Ticino ed entrano in Lombardia. Il 4 giugno, dopo una confusa battaglia contro i francesi, gli austriaci si ritirano da Magenta; quattro giorni pi tardi Vittorio Emanuele II e Napoleone III entrano in Milano. (8 Giugno) Napoleone III preoccupato per i costi e la crescente impopolarit della guerra in Francia, e temendo una troppo rapida espansione del Piemonte, conclude con l'Austria l'armistizio di Villafranca. Tre giorni pi tardi Napoleone III si incontra a Villafranca con l'imperatore d'Austria Francesco Giuseppe, con il quale conclude un accordo in base al quale l'Austria cede la Lombardia, tranne Mantova, alla Francia, e questa a sua volta consegna la regione al Piemonte. L'Austria conserva il Veneto ed i principi italiani debbono venir reintegrati nei rispettivi possessi. Cavour che mirava a ben altro, si dimette in favore di La Marmora. In agosto e settembre assemblee costituenti riunitesi a Parma, Modena, in Toscana ed in Romagna, decretano la caduta dei vecchi sovrani e reclamano l'annessione al Piemonte. Vittorio Emanuele II prende tempo temendo di andare incontro all'opposizione del governo francese.
1860 (4 Aprile) Fallisce a Palermo un moto insurrezionale contro i Borboni; la rivolta prosegue nelle campagne siciliane e nei centri minori. (5 Maggio) Dopo aver raccolto un migliaio di volontari, Garibaldi si imbarca da Quarto alla volta della Sicilia per sostenere la rivoluzione anti-borbonica. Garibaldi e i suoi sbarcano a Marsala l'undici e iniziano la marcia verso l'interno raccogliendo l'appoggio delle popolazioni locali. (6 Giugno) Dopo aver sconfitto i Borbonici a Calatifimi, i garibaldini occupano Palermo e vi instaurano un governo provvisorio diretto da Francesco Crispi. Il 20 luglio le truppe borboniche sconfitte presso Milazzo sono costrette ad abbandonare la Sicilia. (7 Settembre) Garibaldi entra a Napoli accolto trionfalmente dalla popolazione. Il 18 i piemontesi, al comando dei generali Fanti e Cialdini, sbaragliano le truppe pontificie presso Castelfidardo. Capitano del Corpo reale del Genio.
1861 (18 Febbraio) A Torino si svolge la prima riunione del nuovo Parlamento Italiano, che ratifica l'avvenuta unificazione del paese.
LE PRIME FONDAMENTA
La Nota n. 76 del 4 maggio 1861 che introduceva la denominazione di Esercito Italiano rappresent latto di nascita del nuovo esercito. Una nascita, tutto sommato, abbastanza rapida e tumultuosa, che aveva visto linnesto sul robusto tronco dellArmata Sarda di apporti provenienti dalle forze armate regolari ed irregolari di ogni regione del nostro paese. In poco pi di 18 mesi aveva cos visto la luce un esercito che contava, ora, 8 Reggimenti di Granatieri, 62 di Fanteria, 36 battaglioni di Bersaglieri, 17 Reggimenti di Cavalleria, 9 di Artiglieria, 2 del Genio, 3 del Treno e 12 compagnie di Amministrazione. Questa era lintelaiatura, si trattava ora di dar vita a questo esercito, si trattava di organizzare, addestrare, rifornire, armare ed acquartierare questi reparti, ci che costituiva un insieme di problemi la cui effettiva soluzione avrebbe richiesto diversi anni, i primi anni di vita, appunto, dellEsercito Italiano, coincisi anche con un periodo di difficolt finanziarie. Liniziale adozione dei regolamenti e degli ordinamenti sardi facilit ledificazione del nuovo organismo. Ci che ne risult fu, per, qualcosa di diverso, di nuovo, anche se lelemento piemontese detenne ancora per parecchi anni pur con qualche isolata eccezione il predominio tra gli alti gradi. Il problema dei quadri, cresciuti tumultuosamente per far fronte alle necessit contingenti del triennio 1859 1861, fu risolto assai lentamente grazie anche alla riorganizzazione delle scuole militari. Laltro grande problema, ugualmente legato al fattore umano, quello del reclutamento e delladdestramento, richiese anchesso molto tempo per essere risolto. Soldato del 9 ed Ufficiale del 3 reggimento fanteria
La renitenza alla leva e le diserzioni legate nelle regioni del Sud al brigantaggio diminuirono gradualmente con il consolidarsi dello stato unitario e con laccettazione della coscrizione obbligatoria. Laltissimo tasso di analfabetismo venne parzialmente ridotto grazie anche agli sforzi delle scuole reggimentali.
La lotta al brigantaggio meridionale costitu poi soprattutto per la Fanteria lostacolo maggiore ad un razionale addestramento ed impiego dei reparti coinvolti, ed in taluni periodi si tratt di quasi la met delle unit operative. Impreparate alla guerriglia, perch di questo si tratt soprattutto nei primi anni, suddivise in distaccamenti di consistenza spesso inferiore alla compagnia, impiegate in modo estremamente faticoso contro un avversario abile e sfuggente, queste truppe pagarono un pesante prezzo, dovuto soprattutto alle malattie, senza avere n il tempo n la possibilit di prepararsi ad un conflitto di tipo tradizionale, quale sarebbe stata la campagna del 1866.
Caporale di fanteria
Buffetterie depoca
LA PRESA DI ROMA
La prima prova sul campo del nuovo esercito, la Terza Guerra dIndipendenza combattuta contro lAustria, fu abbastanza sfortunata. La mancanza di un Capo di Stato Maggiore in grado di imporsi e le rivalit tra i vertici militari portarono alladozione di un piano di guerra che prevedeva la separazione dellEsercito in due masse di manovra: una, pi forte, agli ordini del Generale La Marmora, doveva operare sul Mincio, contro le fortezze del Quadrilatero; laltra, agli ordini del Generale Cialdini, schierata sul basso Po, doveva operare nel Veneto. Appena iniziate le ostilit, il 24 giugno 1866 lArmata del Generale La Marmora si trov improvvisamente addosso gli Austriaci dellArciduca Alberto che avanzavano. LArciduca Alberto ebbe la superiorit locale su quattro delle divisioni italiane che, dopo una giornata di aspra lotta, dovettero cedere. La battaglia aveva rappresentato per gli Austriaci un successo tattico, ma la vittoria degli alleati prussiani a Sadowa obblig gli Austriaci alla ritirata, cosicch fu possibile inseguirli nel Veneto mentre Garibaldi con i suoi volontari avanzava sullestrema sinistra e, dopo, poteva minacciare Trento, quando, sopraggiunto larmistizio di Cormons, ricevette lordine di fermarsi. La successiva prova sul campo la presa di Roma il 20 settembre 1870 ebbe un grande rilievo da un punto di vista storico, unendo Roma allItalia, completando cos la prima fase dellunificazione e, al contempo, facendo cadere, con il millenario Stato Pontificio, anche il potere temporale della Chiesa.
La successiva prova sul campo la presa di Roma il 20 settembre 1870 ebbe un grande rilievo da un punto di vista storico, unendo Roma allItalia, completando cos la prima fase dellunificazione e, al contempo, facendo cadere, con il millenario Stato Pontificio, anche il potere temporale della Chiesa.
Il lungo periodo di pace seguito in Europa alla guerra franco-prussiana del 1870 coincise con lapogeo del predominio europeo nel mondo, con laccrescersi ed il consolidarsi del colonialismo in Africa ed Asia. In questo lungo periodo, tra Ottocento e Novecento, lEsercito Italiano ampli e consolid la propria struttura, sia pure in fasi alterne, legate alla difficile situazione finanziaria ed allinsufficiente sviluppo industriale. A cominciare proprio dal 1870, grazie allopera del Generale Ricotti, lesercito venne ristrutturato per tutto quanto atteneva al reclutamento ed alla mobilitazione, secondo criteri che rimasero quasi invariati fino alla seconda guerra mondiale. Alla riforma Ricotti risale listituzione degli ufficiali di complemento, dei distretti e, da questi, dei primi reparti alpini. Ad un periodo immediatamente successivo risalgono la costituzione dellIstituto Geografico Militare e listituzione, in tempo di pace, della carica di Capo di Stato Maggiore dellEsercito, con competenza sulla pianificazione della mobilitazione e delle operazioni. Primo Capo di Stato Maggiore fu Enrico Cosenz, ufficiale napoletano, difensore di Venezia nel 1849, con Garibaldi a Napoli nel 1860, e Tenete Generale nel 1862. A lui si deve un primo aggiornamento della dottrina dimpiego dellEsercito.
Primi alpini
Lultimo decennio del secolo fu un periodo difficile. A parte le ristrettezze in cui si doveva dibattere per la scarsit di mezzi finanziari, lEsercito venne largamente utilizzato con mansioni di ordine pubblico per il contenimento e la repressione di moti di protesta sociale, compiti cui era poco adatto e che dovevano alienargli le simpatie di parte della popolazione.
Sempre in quel decennio, nel 1896, la sfortunata battaglia di Adua, contro gli etiopici del Negus Menelik, pose un limite allespansionismo italiano in Eritrea, dove le prime truppe erano sbarcate nel 1885 e si erano poi insediate, scontrandosi in pi riprese con gli etiopici (Dogali, Amba Alagi, Macall) e con i dervisci (Adigrat, Cassala). Da queste prime esperienze coloniali lEsercito trasse utili ammaestramenti per quanto concerneva la costituzione di truppe indigene, gli ascari, ammaestramenti che vennero applicati successivamente anche in Somalia ed in Libia. Soldato del 16 reggimento Cavalleggeri di Lucca 1911
Soldato
Con il nuovo secolo lItalia conobbe una fase di relativa prosperit e di questo clima favorevole pot giovarsi lEsercito che sotto la guida del Capo di Stato Maggiore Generale Alberto Pollio port avanti in quegli anni il suo ammodernamento: al fucile mod. 1891 ed alle prime biciclette si andarono aggiungendo luniforme grigio-verde, le prime mitragliatrici e la motorizzazione. Tutti elementi che, assieme allaeroplano, ebbero un primo massiccio impiego nel 1911, nella guerra contro la Turchia, che port alla sovranit italiana sulla Libia e sul Dodecaneso.
LA GRANDE GUERRA
La grande guerra la prova, durissima, cui venne sottoposta lItalia a poco pi di cinquanta anni dallunificazione. Anche se oggi il ricordo di questo conflitto si un po appannato per il passaggio del tempo e delle generazioni e per il sopraggiungere della seconda guerra mondiale, che a differenza della prima vide maggiormente coinvolte le popolazioni civili, si tratt senza alcun dubbio del maggiore sforzo mai affrontato dallEsercito. Sulle Alpi o nelle trincee del Carso, lungo lIsonzo e sul Piave, ma anche in Albania, in Macedonia, in Francia e in Palestina prestarono servizio 4.200.000 uomini, cui se ne devono aggiungere altri 840.000 mobilitati. La trincea, il reticolato, la mitragliatrice, i gas, londata umana, che va allassalto seguendo lavanzare del fuoco di appoggio dellartiglieria, ed anche, pur se in misura minore, lelmetto metallico, tornato in uso dopo secoli insieme alle corazze, lutilizzo dellarma aerea in battaglia, i primi carri armati e le prime pistole mitragliatrici, questi sono gli elementi materiali che caratterizzarono questa guerra e che si sono voluti riproporre magari sotto forma di foto o di modello.
Geniere tagliafili
Quelli, come linterminabile permanenza nelle trincee, il freddo, lumidit lattesa, la paura possono essere soltanto raccontati o, meglio ancora, immaginati. Lesercito nel novembre del 1918 concluse vittoriosamente la guerra. Risultato, questo, ottenuto grazie alla tenacia, allabnegazione e dal sacrificio di unintera generazione: 680.000 morti e 1.050.000 mutilati e feriti.
Arditi
Le due mete pi importanti, Trento e Trieste, vennero raggiunte anche grazie allapporto degli irredenti, sudditi austriaci che rivendicarono la loro italianit, sfidando la morte in caso di cattura, e militarono volontari nelle file del Regio Esercito.
LA CONQUISTA DELLIMPERO
La smobilitazione, la crisi economica ed il nuovo assetto da dare allesercito vittorioso furono i problemi che dovettero essere affrontati negli anni immediatamente successivi alla fine della Grande Guerra. Una serie di ordinamenti provvisori si succedette fino al 1926, quando, scartato lesercito scudo e lancia di ridotte dimensioni proposto dal Generale Di Giorgio, venne approvato un nuovo ordinamento detto ordinamento Mussolini, visto che era allora lui il Ministro della Guerra che prevedeva una forza bilanciata sotto le armi di 250.000 uomini. Un esercito che guardava pi alle esperienze della guerra passata piuttosto che agli sviluppi di una guerra futura, forte di 3 Reggimenti Granatieri, 87 di Fanteria, 12 di Bersaglieri, 9 di Alpini, 12 di Cavalleria, 45 di Artiglieria e 15 del Genio delle varie specialit. Negli anni venti e fino al 1931 venne portata a termine la riconquista della Libia, con lutilizzo prevalente di truppe indigene, eritree e libiche. progressi nel campo della motorizzazione, in quello dellammodernamento delle artiglierie e, soprattutto, in quello delle truppe corazzate, equipaggiate prevalentemente con carri leggeri. Ad interferire con il programma di ammodernamento sopraggiunsero poi la guerra contro lEtiopia e lintervento italiano in Spagna. Contro lEtiopia vennero impegnate 8 Divisioni dellEsercito, 6 Divisioni e 2 Gruppi di Camicie Nere, 2 Divisioni Eritree, 1 Libica e le truppe della Somalia, supportate, una volta tanto, da unefficiente organizzazione logistica, ci che permise di raggiungere Addis Abeba il 5 maggio 1936, dopo otto mesi di guerra.
Lintervento italiano in Spagna a fianco dei nazionalisti del Generale Franco, tra il 1936 ed il 1939, comport linvio di circa 40.000 uomini, organizzati nel Corpo Truppe Volontarie, e linvio di armi e materiali (quasi 2.000 cannoni, 10.000 armi automatiche, 150 carri armati e materiali che sarebbero mancati nella guerra che stava per sopravvenire. Venne cos posta ufficialmente fine alla campagna, anche se durarono ancora per molti mesi le operazioni definite operazioni di grande polizia coloniale dirette ad ottenere leffettivo dominio del territorio, debellando la resistenza locale, operazioni che gravarono soprattutto sulle truppe indigene.
Pezzo da 37 in azione
Loccupazione dellAlbania, realizzata senza incontrare resistenza nellaprile del 1939, fu lultimo impegno dellEsercito prima del secondo conflitto mondiale.
Carri leggeri a Durazzo Vittorio Emanuele III Re dItalia ed imperatore dEtiopia divenne anche re dAlbania e lesercito si accrebbe di 6 battaglioni e 4 batterie albanesi, oltre ad un battaglione della Guardia Reale dalle pittoresche uniformi.
In Africa Settentrionale a uniniziale puntata su Sidi el Barrani le forze del Commonwealth risposero con una controffensiva che le port alloccupazione della Cirenaica. Segu una serie di avanzate e ritirate culminate nellestate del 1942 con lavanzata italo tedesca sino ad El Alamein, a 70 Km da Alessandria. Dopo tre anni di guerra larmamento delle truppe italiane che allinizio del conflitto era, tutto considerato, non inferiore a quello degli altri belligeranti, tranne che per i mezzi corazzati era divenuto superato sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo. La prova venne ad El Alamein, a novembre, quando i cannoni e i carri armati britannici aprirono la strada alle loro fanterie, tenacemente ma inutilmente contrastati da Italiani e Tedeschi quasi privi di mezzi corazzati. Dopo El Alamein, con gli sbarchi alleati in Algeria e Marocco, le sorti dellAfrica Settentrionale erano segnate: la prima Armata italiana, attestatasi in Tunisia, riusc a resistere fino al maggio del 1943. La guerra aveva ormai cambiato il suo corso: a luglio gli Alleati sbarcavano in Sicilia e, nonostante la resistenza incontrata nella piana di Catania, raggiungevano Messina per poi passare in Calabria. Paracadutista del 186 Reggimento Folgore
Bersagliere
In quei giorni si era giunti a stipulare un armistizio, rimasto per il momento segreto, con gli Alleati, che lo annunciarono l8 settembre, quando i comandi non erano ancora stati messi al corrente dellimminente cambiamento della situazione.
IL MESSAGGIO DI BADOGLIO IL Governo italiano, riconosciuta limpossibilit di continuare limpari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nellintento di risparmiare ulteriori e pi gravi sciagure alla Nazione, ha chiesto larmistizio al gen. Eisenhower, comandante in capo delle Forze alleate anglo-americane. La richiesta stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilit contro le forze anglo-americane deve cessare da parte delle forze italiane in ogni luogo. Esse, per, reagiranno ad eventuali attacchi da qualsiasi altra provenienza. E noto quel che accadde allora ai reparti, lasciati senza istruzioni adeguate. LEsercito reag al fulmineo attacco delle truppe tedesche, a Roma, a Cefalonia, a Corf, in Montenegro, in Dalmazia, nellEgeo, in Sardegna ed in Corsica ma, tranne che in questi ultimi due casi, la resistenza venne superata e, ad ottobre, quel che restava in armi dellEsercito era concentrato in Puglia, Basilicata e Sardegna. NellItalia occupata dai Tedeschi ufficiali e soldati, scampati alla cattura e alla deportazione, passarono alla lotta clandestina, sia formando bande partigiane in montagna che agendo in citt con compiti di sabotaggio e di informazione. Per valutare lapporto dellEsercito alla lotta partigiana baster qui ricordare i nomi del Generale Raffaele Cadorna, Comandante del Corpo Volontari della Libert, e quello del Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, preposto al fronte clandestino militare di Roma, torturato e poi fucilato alle Fosse Ardeatine. Resistenza italiana ai tedeschi il 10 settembre 43 a Roma
Al Sud, con i reparti rimasti e con i volontari che erano riusciti a sottrarsi alla cattura e ad attraversare le linee, era costituito il Primo Raggruppamento Motorizzato che entrava in azione a Monte Lungo l8 dicembre 1943 e restava poi in linea sino allaprile del 1944 quando, divenuto Corpo Italiano di Liberazione con una forza di circa 30.000 uomini, poteva partecipare alloffensiva estiva alleata nel settore Adriatico. Le truppe italiane erano poi ritirate dal fronte per essere riorganizzate su sei Gruppi di Combattimento, addestrati, equipaggiati, armati e vestiti allinglese. Quattro di questi Gruppi (vere e proprie Divisioni che per gli Alleati non volevano chiamare con questo nome) entrarono in linea nei primi mesi del 1945 partecipando alloffensiva finale ed entrando, con qualche reparto, a Bologna insieme alle prime truppe alleate.
La causa alleata si giov inoltre dellapporto delle Divisioni Ausiliarie, addette ai servizi nelle retrovie e, in taluni casi, anche in linea. In quasi cinque anni di guerra lEsercito aveva avuto, sui vari fronti, oltre 246.000 morti e dispersi e centinaia di migliaia di mutilati e feriti. Fanti del Gruppo da combattimento Cremona
Proprio nellestate di quellanno, il timore di un colpo di mano iugoslavo su Trieste ancora Territorio Libero sotto lamministrazione degli Alleati port al richiamo alle armi di un limitato contingente e ad un potenziamento dello schieramento sulla frontiera orientale. Lanno successivo, comunque, la questione di Trieste era risolta ed il 26 ottobre, sotto la pioggia ed aprendosi a fatica il passaggio tra la folla scesa nelle strade per festeggiarli, i soldati italiani tornavano nella citt giuliana. Il 4 novembre veniva festeggiato con una grande parata alla presenza del Presidente della Repubblica, Einaudi, che conferiva al gonfalone della citt la Medaglia dOro al Valor Militare.
Le truppe italiane dellEsercito di Liberazione erano, alla fine del conflitto, ripartite in tre categorie a seconda della dipendenza e dellimpiego e consistevano in: ITI-ITI su tre divisioni di sicurezza interna e truppe di comandi ed enti interni; BR-ITI ripartite in cinque gruppi di combattimento e cinque divisioni amministrative; US-ITI suddivise in un comando equivalente al corpo darmata e due divisioni amministrative. Un complesso di circa 320.000 uomini, 180.000 dei quali andarono in congedo entro la fine del 1945. Il 14 novembre 1945, su disposizione del Quartier Generale alleato in Italia, lEsercito torn sotto lautorit del Governo italiano.
Reparto in armi
In attesa delle clausole del trattato di pace di Parigi, lordinamento dellEsercito di Transizione venne concordato tra i rappresentanti della Military Mission of the Italian Army ed il Ministero della Guerra italiano. Esso prevedeva un comando centrale (Ministero e Stato Maggiore Esercito); una organizzazione militare territoriale, basata sui comandi militari territoriali, i distretti e i depositi; truppe per la protezione delle frontiere, le quali oltre ai gruppi di combattimento ed al reggimento Garibaldi, dovevano includere almeno due gruppi alpini, da costituire; truppe per la sicurezza interna, comprendenti tre divisioni e una brigata territoriale; scuole per addestramento, cio lAccademia Militare ed il Centro Addestramento di Cesano; unit varie dei servizi. La consistenza dellEsercito di Transizione fu stabilita in 140000 uomini. La ridotta forza numerica e la povert degli armamenti limitavano di molto le possibilit operative dellesercito, in grado tuttal pi di garantire la sicurezza interna e lordine pubblico.
Nel gennaio 1947 la struttura operativa dellEsercito italiano era basata su cinque divisioni di fanteria binarie, dieci reggimenti di fanteria autonomi (di cui tre alpini, uno bersaglieri e uno granatieri) cinque gruppi esploranti di cavalleria, tre brigate di fanteria oltre a undici comandi militari territoriali, undici centri addestramento reclute, scuole ed enti vari.
Le clausole militari del trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 prevedevano, tra laltro: lo smantellamento di tutte le fortificazioni alpine ai confini con la Jugoslavia e la Francia e di quelle costiere in Sardegna e nelle isole della Sicilia; il divieto di possedere e sperimentare armi atomiche, missili, razzi e cannoni con gittate superiori ai 30 km; la limitazione allimpiego di soli 200 carri armati; una forza effettiva massima di 250.000 uomini alle armi per le tre forze armate e i carabinieri. Nella ricostruzione dellEsercito, il Governo italiano prefer adottare la formula collaudata e tradizionale del servizio obbligatorio di leva, con una ferma di 18 mesi, anzich seguire gli orientamenti alleati, che auspicavano la creazione di un esercito volontario.
Alpini in parata
Attualmente sono operative undici Brigate di manovra e cinque di supporto, oltre a quattro comandi di proiezione, con cui lEsercito partecipa a varie forze multinazionali di pronto intervento NATO, dellUnione Europea e delle Nazioni Unite. Migliaia di militari dellEsercito Italiano sono schierati nei contingenti europeo, africano ed asiatico nel contesto di missioni umanitarie di sostegno alla pace, di osservazione e monitoraggio, di controllo del cessate-il-fuoco e degli accordi di pace, di cooperazione e di assistenza militare. I compiti assegnati alla Forza Armata sono la difesa degli interessi vitali del Paese, la salvaguardia degli spazi euro-atlantici; la gestione delle crisi internazionali, il concorso alla salvaguardia delle libere istituzioni e lo svolgimento di compiti specifici in circostanze di pubbliche calamit e in altri casi di straordinaria necessit e urgenza.
IL RECLUTAMENTO FEMMINILE
A partire dellanno 2000, la Forza Armata ha iniziato a reclutare anche personale femminile, novit quasi assoluta nel nostro paese, dove erano state storicamente arruolate ed impiegate per brevi periodi ed in circostanze del tutto particolari le ausiliarie della R.S.I. e le Cafine dellimmediato periodo post-bellico, rendendo ovviamente necessaria la creazione di appositi capi vestiario, operazione preceduta da tutta una serie di attivit di studio, di ricerca e di sperimentazione finalizzate allindividuazione di manufatti che risultassero idonei dal punto di vista tecnico-funzionale e fossero gradevoli esteticamente, secondi i principi organizzativi seguiti dalle aziende manifatturiere per la creazione di una linea di abbigliamento adeguata alle esigenze dello strumento militare. Le uniformi per il personale femminile,pertanto, ricalcano globalmente quelle maschili per tipo e composizione, con la sola aggiunta di indumenti tipicamente femminili, quali ad esempio la gonna, la borsa a tracolla ed i gambaletti in luogo delle calze lunghe di cotone e con alcune differenze di taglio nella giacca, quali labbottonatura al contrario e lassenza delle tasche al petto, ai quali fu aggiunto nel 2005 un modello di berretto rigido cosiddetto francesina, mutuato da quello in dotazione al personale femminile dellArma dei Carabinieri.
LA COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
Allinizio della sua storia (1861) la presenza fuori confine dellEsercito Italiano si verificava in occasione di guerre difensive e offensive, come quelle coloniali. Se si eccettuano le battaglie per il completamento dellUnificazione Nazionale, che videro lEsercito Italiano presente in territori stranieri, come quello pontificio nel 1870, la prima Missione allestero che affront fu la campagna dEritrea che si apr con lo sbarco del Col. Tancredi Saletta a Massaua nel 1885 e che impegnava 800 uomini. Molto cambiato dallultimo scorcio dellOttocento. Oggi, a pi di un secolo di distanza, la presenza allestero dellEsercito Italiano segnala la partecipazione dellItalia a Missioni Internazionali sotto legida dellONU, della NATO, nellambito di Forze Multinazionali, configurandosi moderno ed efficiente organismo dedito a consolidare la pace e la stabilit in scenari molto delicati del nostro mondo e a contrastare il terrorismo internazionale. Le missioni condotte sotto legida dellOrganizzazione delle Nazioni Unite sono diventate famose per il colore caratteristico del copricapo e degli elmetti indossati dai loro componenti: i caschi blu. Le missioni ONU sono di diversa tipologia e si compongono sia di piccoli Nuclei di Ufficiali Osservatori, sia di Reparti organici di diversa consistenza. LEsercito Italiano prende parte al momento sia alle Missioni di Osservazione che a Missioni con i Reparti. Quanto alle Missioni di Osservazione, citiamo le seguenti: UNMOGIP (India e Pakistan), UNTSO (Siria, Israele, Libano, Egitto), MINURSO (Sahara occidentale), UNIIMOG (Iran e Iraq), UNIKOM (Iraq e Kuwait), UNAVEM (Angola), MONUC (Congo), UNMIK (Kosovo), UNIMEE (Etiopia e Eritrea), UNOWA (Senegal). Quanto alle Missioni con i Reparti, citiamo le seguenti: UNIFIL LEONTE (Libano), UNIFIL (Libano), UNTAG (Namibia), UNOCA (Afghanistan), UNOSOM (missione Ibis Somalia), ONUMOZ (Missione Albatros Mozambico), UNMIS (Operazione Nilo Sudan).
MISSIONI NATO
La NATO (North Atlantic Treaty Organization) lorganizzazione di difesa delle nazioni occidentali sorta allindomani della seconda guerra mondiale intervenuta per la prima volta per pacificare i paesi della ex Jugoslavia. LEsercito Italiano ha partecipato e partecipa a varie missioni NATO con limpiego di reparti organici, di seguito indicate: Missione IFOR/SFOR nella Bosnia-Erzegovina (1995-2004); Missione Joint Guarantor in Macedonia (1998-1999); Missione KFOR in Kosovo (1999 - ancora in corso); Missione Allied Harbour in Albania (1999); Task Force Essenzial Harvest in Macedonia (2001); Operazione Amber FoxAllied Harmony in Macedonia (2002); Missione ISAF in Afganistan (2003); Operazione Indus in Pakistan (2005).
MISSIONI EU
LUnione Europea dopo l11 settembre ha sentito la necessit di elaborare un vero e proprio documento di strategia per la sicurezza dellunione. Tale documento evidenzia che, alla luce delle nuove minacce (NBC, fondamentalismi e terrorismi di varia natura, ecc) e dellevoluzione dei concetti classici di difesa in nuove forme di lotta preventiva e di contrasto su vasta scala alla criminalit organizzata, la politica estera europea deve presupporre la disponibilit di forze militari capaci di condurre missioni umanitarie volte a ristabilire la pace anche con luso della forza. LEsercito Italiano ha partecipato alla Missione EUFOR CONCORDIA FYROM in Macedonia dal 31 Marzo al 15 dicembre 2003; partecipa dal 2004 alla Missione EUFOR ALTHEA in Bosnia Erzegovina e dal 1999 alla Missione di Osservazione EUMM nella ex Yugoslavia ed Albania.
MISSIONI MULTINAZIONALI
In diverse occasioni lEsercito Italiano stato impegnato in missioni oltremare organizzate da pool di nazioni in grado di rispondere pi rapidamente alle situazioni di crisi. Sono di questo tipo ad esempio le missioni condotte in Libano, Kurdistan, in Albania. Di seguito lelenco aggiornato: Missione Libano 1 e Libano 2 (19821984); Missione Airone in Kurdistan (1991); Operazione Ippocampo in Ruanda (1994); Operazione Alba in Albania (1997); Operazione Stabilise a Timor Est (19992000); Missione ISAF in Afganistan (20022003); Operazione Enduring Freedom in Afganistan (2003); Operazione Antica Babilonia in Iraq (2003); missione si osservazione Jmm/Jmc in Sudan (2002 in corso).
DELEGAZIONI DI ESPERTI
Frutto ddi accordi bilaterali le delegazioni di esperti sono formate da nuclei di ufficiali e sottufficiali specializzati in particolari settori ed operano in concorso alle forze armate locali per migliorarne gli standard qualitativi. LEsercito Italiano e presente con proprie delegazioni a Malta (1973in corso ), in Marocco (1977 1990), in Somalia (gennaio 1983 settembre 1990), Kuwait (settembredicembre 1990), Albania (1977in corso).
SI RIGRAZIA PER LA COLLABORAZIONE: LASSOCIAZIONE CULTURALE CALABRIA IN ARMI LA PRO-LOCO DI CATANZARO Coordinamento lavori di stesura e impaginazione del volume: Ten. Col. Domenico CHIANESI Magg. Andrea GALIANO Gruppo di lavoro per la ricerca: Dott. Mario SACCA (Presidente Associazione Calabria in Armi) Dott. Salvatore BULLOTTA (storico) Ten. Col. Domenico CHIANESI Ten. Col. Salvatore MOSCHELLA Magg. Andrea GALIANO BIBLIOGRAFIA : Massimo De Leonardis, LItalia e il suo Esercito, Edizioni Rai 2005 Roma;
Stefano Ales, Piero Crociani, Uniformi, Cultura e Societ, Editrice Irradiazioni 2007 Roma;
Ufficio Storico Stato Maggiore Esercito, LEsercito e i suoi Corpi, Roma; AA.VV. recensioni siti web Esercito e Stato Maggiore.