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Viva garibaldini!

Da un rapporto segreto inglese, redatto dal capitano Geoffrey K. Long,


artista di guerra, si apprendono taluni aspetti della Missione Flap,
condotta tra i Partigiani, nel Basso Piemonte, del comandante Mauri e,
con culmine ai primi di ottobre 1944, tra i Partigiani della I^ Zona
Operativa Liguria. Il documento in questione venne rintracciato, ma lì non
pubblicato, a cura di Giuseppe “Mac” Fiorucci per la preparazione del suo
“Gruppo Sbarchi Vallecrosia” del 2007.
Della Missione Flap, quantomeno dei gruppi della medesima che,
unitamente ad altro personale alleato, sfuggito alla cattura nemica, e a
patrioti del Piemonte, che intendevano recarsi a Roma per conferire con
esponenti del governo Bonomi, per rientrare nelle loro linee, passarono
da Pigna, dove ricevettero dai garibaldini imperiesi anche alcune
indicazioni logistiche, scrisse inoltre il capitano Paul Morton, canadese,
corrispondente di guerra, in Mission Inside, ma pubblicato solo nel 1979 a
Cuneo da L’Arciere, soprattutto per le insistenze di partigiani piemontesi.
Del documento citato in premessa qui si intende sottolineare, ed
integrare, solo qualche aspetto particolare, riferito alla I^ Zona Operativa
Liguria.
Il comandante "Leo", Stefano Carabalona, che, impegnato in quei giorni
come comandante di Distaccamento nella strenua, ancorché vana, ma
gloriosa, difesa di Pigna (IM) e dell'appena sorta, omonima Repubblica,
era già in grado di indicare ai componenti della Missione un modo per
rientrare nelle linee alleate via mare. E Carabalona ben presto assunse la
carica di comandante della Missione Militare (dei Partigiani Garibaldini)
presso il Comando Alleato in Costa Azzurra.
Il trasferimento a Ventimiglia (IM) del relatore del dossier "Flap", capitano
G. K. Long, del capitano Paul Morton, corrispondente di guerra, di un
britannico, ex prigioniero di guerra, William McClelland, delle Guardie

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Scozzesi, e di Bob La Roche, sergente mitragliere americano. Aiutati da
una guida, Pietro Pierino Loi. Loi, capo gruppo in seno alla già citata V^
Brigata e in procinto di divenire, con altri patrioti, membro della Missione
Corsaro, con sede a Ventimiglia (IM), guidata da Giulio Caronte Pedretti.
Loi accompagnò per la maggior parte del percorso su colline questi alleati.
Alcuni di loro, il capitano Lees, comandante della Missione, con molti
documenti, due altri statunitensi delle forze dell'aviazione (tutti gli
americani qui citati erano stati abbattuti, ma si erano salvati ed erano
riusciti a sfuggire ai nazifascisti) ed altri tre ex-prigionieri britannici,
tentarono, invece, con successo in due turni di raggiungere la Francia
ormai liberata per le vie dei monti (Tenda, Olivetta San Michele). I due
ufficiali del gruppo accompagnato da Loi entrarono in Ventimiglia (IM),
vestiti da contadini.
E vestito da contadino, un contadino che accudiva degli ovini al bivio di
Dolceacqua (IM) per Rocchetta Nervina (IM) in modo da rendere sicuro il
loro passaggio in loco fu anche Ampelio Elio Bregliano, dell'altro
costituendo gruppo di contatti operativi con gli Alleati, Gruppo Sbarchi
Vallecrosia, anche questo coordinato di lì a poco da Leo.
A Ventimiglia il gruppo di Loi incontrò Giulio Caronte Pedretti, detto
anche "Corsaro", l'uomo che alla Liberazione recò sulle spalle il peso di 27
traversate in mare per trasportare ex-prigionieri alleati in fuga, altri
uomini di coegamento tra i partigiani e gli alleati, armi, munizioni, ecc.
Pedretti portò materialmente, insieme a Pasquale, Pascalin per gli amici,
Corradi, nome di battaglia Pirata, e a Loi direttamente a Montecarlo nel
Principato di Monaco, un viaggio di cui aveva già appurato la disponibilità
"Leo", in barca a remi, con arrivo, il 9 ottobre 1945, nelle prime ore del
mattino, come sembra di capire da Brooks Richards, Secret Flotillas, Vol.
II, Paperback, 2013, un viaggio di cui aveva, per l'appunto, già appurato la
possibilità "Leo".
In effetti, le fonti che hanno letto il libro di Morton, riferiscono un
approccio alquanto pittoresco del gruppo alleato che raggiunse Monaco
tramite l'aiuto dei richiamati abitanti di Ventimiglia. Ad esempio, Don
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Nino Allaria Olivieri * in Ventimiglia... sentieri della speranza, ANPI -
Istituto Storico della Resistenza e dell'Età Contemporanea di Imperia>,
Nante Edizioni, Imperia, 2006 > riporta che gli alleati comprarono
l'imbarcazione, pagandola 500 dollari, con l'intermediazione del
pescatore Bric e Brac, mentre un altro pescatore, il vero venditore fece
una proposta: Ho un figlio robusto e un suo amico ancor più robusto che
vorrebbero passare in Francia. Se accettate di portarli con voi vi prometto
che remeranno per tutto il tragitto. Sono persino tentato di ridurre un po'
il prezzo della barca.
In ogni caso, quell'approdo di italiani in Costa Azzurra, indotto dalla
Missione Flap, fu foriero di successive valide, ancorché talvolta
tormentate, specie con i francesi, relazioni dei partigiani della I^ Zona
Operativa Liguria con gli Alleati.
Sempre secondo Brooks Richards, Op. cit., Pedretti e Corradi, una volta
portati a destinazione i loro compagni di viaggio, vennero ingaggiati
dall'istanza OSS americana di Nizza, una struttura in cui operavano già
circa 25 italiani.
Dal documento scritto da Long, invece, si estrapolano ancora le seguenti
affermazioni: Alle 6 di sera del [giorno non indicato, ma dovrebbe essere
il 7 ottobre 1944: si veda infra] partimmo per ROCCHETTA [Rocchetta
Nervina (IM)] dove giungemmo dopo quattro ore di marcia. Ripartimmo
di nuovo a mezzanotte con la guida PIERINO LOI che ci diresse attraverso
la parte principale delle postazioni armate tedesche raggiungendo la
periferia di VENTIMIGLIA dopo sei ore di marcia. Qui rimanemmo in un
piccolo riparo dietro alla casa dei genitori della guida... Noi avevamo
viaggiato da PIGNA in vestiti civili e siccome stava piovendo dalle 6 di sera
quando dovemmo attraversare la città, potemmo indossare dei sacchi
sulla testa nel modo in cui lo facevano i contadini, il che si aggiunse al
nostro travestimento. Camminammo 2-3 chilometri lungo la strada
principale che costeggia il fiume ROIA ed attraversammo il ponte nella
città vecchia passando oltre le sentinelle tedesche senza sollevare il
minimo sospetto ed andando alla casa del pescatore sulla spiaggia. Qui
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rimanemmo dalle 7 di sera fino a mezzanotte... A mezzanotte portammo
la barca (lunga approssimativamente 14 piedi con quattro remi) per una
strada e giù attraverso la spiaggia di ciottoli - l'unica area non minata –
fino al mare. I pescatori ci portarono vogando, senza ulteriori incidenti, in
3 ore e mezza a Monte Carlo (MONACO) dove sbarcammo [quindi,
approssimativamente alle ore 4 del 9 ottobre 1944, data in ogni caso
indicata da Brooks Richards, Op.cit.] e ci arrendemmo alla guarnigione
F.F.I. La mattina seguente guidammo fino a Nizza e facemmo rapporto al
Maggiore H. GUNN delle Forze Speciali ... A Nizza informammo il
Colonnello BLYTHE del quartier generale della task force della settima
armata americana circa la squadra dei quattro prigionieri di guerra che ci
avevano lasciato per TENDA. Fino a quel momento non era arrivata
nessuna loro notizia attraverso le pattuglie americane in quell'area... A
Nizza informammo il Colonnello BLYTHE del quartier generale della task
force della settima armata americana circa la squadra dei quattro
prigionieri di guerra che ci avevano lasciato per TENDA. Fino a quel
momento non era arrivata nessuna loro notizia attraverso le pattuglie
americane in quell'area... I pescatori erano in grado di fornire
informazioni preziose alla Sezione di Interpretazione Fotografica del
quartier generale americano sulla Forza Tedesca, posizioni delle armi,
campi minati, ecc. a VENTIMIGLIA. (Mr. Paul Morton ha i nomi e i
documenti di questi due uomini che darà senza dubbio alla
Rappresentativa delle Forze Speciali n. 1 con P.W.B. a Roma). Questi
uomini furono poi consegnati dal Maggiore GUNN al Capitano Jones,
Esercito Americano a Nizza... PIERINO LOI, la guida procurata da LEO,
mise su un'operazione straordinaria e non perse nemmeno una volta la
pista durante le sei difficili ore di marcia da ROCCHETTA a VENTIMIGLIA...
I pescatori sono sicuri che questo percorso (Ventimiglia - Monaco o
Mentone) potrebbe essere usato con successo in entrambi i sensi. Essi
affermano che si potrebbero evacuare da VENTIMIGLIA fino a venti
persone alla volta se fosse disponibile un'imbarcazione più grande. Ciò
vedemmo ed annotammo, e si può attestare che i pescatori condussero a
termine il loro piano di evacuazione senza alcuna deviazione...
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In effetti la relazione di Long, dopo la premessa che la Missione al
completo lasciò Prea, Frazione di Roccaforte Mondovì in provincia di
Cuneo, sede della medesima, il 27 settembre 1944 per passare attraverso
montagne innevate in Liguria, tratteggia subito le linee di fuga verso la
Francia.
Ancora qualche pertinente esempio di partigiani e situazioni citati nella
relazione di Long.
Vitò, Vittorio Giuseppe Guglielmo, comandante in quel frangente della V^
Brigata Garibaldi, prima ancora organizzatore di uno dei primi
distaccamenti partigiani in provincia di Imperia, da dicembre del 1944,
poi, comandante della II^ Divisione "Felice Cascione": di lui nel citato
documento Flap si dice che era stato prigioniero politico del fascismo.
Nino Siccardi, "Curto", comandante in quel momento della II^ Divisione
d'Assalto Garibaldi "Felice Cascione", da dicembre 1944, poi, comandante
della “Prima Zona Operativa Liguria”, compresa tra Ventimiglia e
l’Albenganese.
La miseria della popolazione dell'entroterra, la penuria di generi
alimentari, gli scarsi armamenti dei partigiani, che a loro volta scontano i
primi due aspetti.
L'incontro con alcuni civili che reggono la Repubblica di Pigna, costituita il
18 settembre 1944.
L'ammirazione per il comportamento in battaglia dei partigiani.
Sull'eroismo dei patrioti combattenti a Pigna (IM) esiste, invero, una
discreta letteratura, che discende in larga misura proprio dalle parole
entusiaste (una sua frase pittoresca Vous êtes été magnifiques, una wery
well bataille, Viva garibaldini era già stata riportata in Mario Mascia, Op.
cit.), che in merito mise nel suo libro il capitano Morton.

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