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di Adriano Maini
Oggi posso, dunque, sottolineare al meglio che si tratta del racconto di Renzo
Biancheri (Rensu u Longu), raccolto da Giuseppe “Mac” Fiorucci per il suo
“Gruppo Sbarchi Vallecrosia”, ed. Istituto Storico della Resistenza e dell’Età
Contemporanea di Imperia, 2007.
Alla mia richiesta di autorizzazione a pubblicare sul mio blog l’emozionante
scritto di cui sopra, Fiorucci rispose mandandomi un altro “articolo”.
"La base alleata in Francia era a Saint Jean Cap Ferrat, nella baia di
Villafranca, nella Villa Le Petit Rocher [ma la Villa risulta in effetti nel comune
di Beaulieu-sur-Mer]. Da Vallecrosia si partiva, naturalmente di notte, e si
raggiungeva il porto di Montecarlo, facilmente individuabile perché l’unico
illuminato. All’ingresso del porto, una vedetta intimava l’alt e accompagnava il
natante all’approdo sotto stretta sorveglianza. Qui l’equipaggio forniva alle
sentinelle alleate del porto di Monaco solo un numero di telefono o di codice
e il nome dell’ufficiale dell’Intelligence Service. In meno di un’ora erano presi
in consegna dai servizi segreti alleati.Anche io fui condotto a Montecarlo, con
Renzo Rossi, Girò e Renzo Biancheri, già allora sordo come una campana.
Per me era la prima volta, mentre per gli altri si trattava dell’ennesima
traversata. Fummo accolti dal capitano Lamb, che ci condusse a Le Petit
Rocher. Ci diede qualche istruzione, tra le quali ricordo che, alla mia richiesta
di una qualche sorta di documento, ci disse che a eventuali controlli
dovevamo solo rispondere che eravamo maltesi e di riferire il suo nome, Cap.
Lamb con il numero di riconoscimento. Mettendo mano al portafoglio, Lamb
cominciò a distribuire una banconota da 500 franchi. La sua intenzione era di
consegnarne una per ognuno di noi, ma Renzo Rossi, intascata la prima
banconota ringraziò dicendo che 500 franchi bastavano per tutti. Il capitano,
sorpreso, ci fissò negli occhi uno per uno e domandò: “Ma voi siete proprio
Italiani?”. Scoppiò poi a ridere, ma, per un attimo, vidi nel suo sguardo il
sospetto che fossimo sabotatori. Renzo Biancheri chiese di poter usare il
telefono, compose il numero e ottenuta la comunicazione tra lo stupore
generale iniziò a cantare Polvere di Stelle [Stardust]. Renzo era sordo e
come tutti i duri d’orecchio cantava bene.Sussurrava la melodia d’amore di
“Polvere di Stelle”, alle orecchie di una interlocutrice, evidentemente
conosciuta in qualche precedente missione e con la quale di certo non
scambiava lunghe conversazioni:
In seguito, forse memore del fatto che nei nostri pregressi incontri gli parlavo
dell’opportunità di pubblicare sul Web i suoi materiali di ricerca, Fiorucci mi
inviò, a mia piena disposizione, documenti e scritti, sia pubblicati (ma, ripeto,
allora, per mia disattenzione, non lo sapevo ancora) su “Gruppo Sbarchi
Vallecrosia”, sia, per come mi risulta, inediti.
Per il momento aggiungo solo che in quel settembre 2010 una nipote di
Renzo Biancheri mi ringraziò via email per il mio pensiero, che la citazione
della morte del capitano Gino Punzi ha suscitato una successiva intensa
corrispondenza, che, purtroppo, il 19 marzo 2012 Fiorucci ci ha lasciati.