Sei sulla pagina 1di 2

padlet.

com/serenagionfriddo1/mcq6b6481jotil0m

IL BRIGANTAGGIO
SERENA GIONFRIDDO 26 MAGGIO 2022 14:33

Cos'è il brigantaggio costituzionali e colpì duramente ogni sostegno al brigantaggio


da parte della popolazione. Queste misure, unite alla mancanza
Fu un fenomeno di natura criminale, frutto dell'attività di bande di coordinamento delle bande, portarono alla fine sostanziale del
di malfattori che infestavano campagne o vie di comunicazione a brigantaggio già nel 1866.
scopo di rapina e omicidio.  Sebbene il fenomeno abbia origini
remote e riguardi periodi storici e territori diversi, nella
storiografia italiana questo termine si riferisce generalmente alle
Carmine Crocco
bande armate presenti nel Mezzogiorno d'Italia tra la fine del
XVIII secolo e il primo decennio successivo alla proclamazione Detto Donatelli o Donatello, è stato un brigante italiano tra i più
del Regno d'Italia nel 1861. L'attività brigantesca è stata in varie noti e rappresentativi del periodo risorgimentale. Era il capo
occasioni strumentalmente utilizzata a fini politici, anche indiscusso delle bande del Vulture. Viveva con la sua famiglia
ricorrendo a motivazioni religiose. nella miseria più totale. 

Condannato per i reati comuni che nascono dalla povertà, gli


promettono libertà e lavoro, purché combatta per l'Unità e per
La situazione italiana dopo l'unificazione Garibaldi, ma arrivato l'esercito le promesse vengono
dimenticate. Lo cercano per arrestarlo ed è costretto a fuggire
Il compito di dare solidità al nuovo Stato
nei boschi. 
era affidato a una classe politica articolata in due schieramenti:

-una Sinistra, un insieme di ex repubblicani che avevano Si diventa briganti come Crocco o perché non si ha il denaro
per pagare i debiti o perché non si vuole servire nell'esercito, o
accettato la monarchia e che desideravano
perché si cerca vendetta per i torti subiti. Si diventa briganti
completare l’unificazione nazionale;
perché lo sono gli amici, i parenti, perché il borbone promette
-una Destra moderata e liberista, espressione della nobiltà e dei le terre.

settori più attivi della borghesia agraria centrosettentrionale, Sin dai primi anni nell'Unità si pone infatti ai contadini del
sud la triste scelta: o brigante o emigrante. Ecco una verità che
capeggiata da
non bisogna mai dimenticare.[...]

Bettino Ricasoli. 
Ma una cosa è certa: tutti erano mossi dal comune
Negli anni successivi all’Unità d’Italia, il governo fu guidato dalla malcontento, dalle comuni delusioni e, prima di ogni altra
cosa, dalla comune perdita di ogni speranza.
Destra. In questa fase l’opposizione fu rappresentata dai delusi e
dai vinti del Risorgimento.

Tra i delusi c’erano: Mazzini, che rifiutava di accettare la


monarchia, i federalisti contrari a uno Stato fortemente
accentrato e Garibaldi, che spingeva per completare subito
l’unità d’Italia con l’annessione di Veneto e Lazio.

Ad opporsi al nuovo Stato tra i vinti del Risorgimento c’erano

soprattutto: la Chiesa, che conservava una forte influenza sulle


masse e che condannò lo Stato unitario laico, e i legittimisti

borbonici, cioè coloro che ritenevano ancora legittimo sovrano


delle Due Sicilie Francesco II.

L'inizio del brigantaggio nel centro-sud


La propaganda clericale e legittimista, insieme

alla rabbia per le promesse non mantenute dai “liberatori”,


alimentarono nel Centro-sud il brigantaggio. Le bande erano
composte da contadini che chiedevano terre, clero
intransigente, lealisti locali, soldati sbandati e

semplici criminali. Il brigantaggio era dunque un fenomeno


disomogeneo. Il governo non guardò alle cause del brigantaggio,
ma si limitò a combatterlo militarmente. Ne scaturì una
sanguinosa guerra civile. Nel 1862 venne dichiarato lo stato
d’assedio e dal 1863 al 1865 la legge Pica sospese alcuni diritti
Giovanni Boncoraggio briganti più famigerati. Subito dopo a Palazzolo si costituì la
“Commissione per la repressione contro il  brigantaggio”
Figlio di Francesco originario di Ragusa e di Anna Maria (Uccello 1972). 
Mangiafico, la sua famiglia lavorava nel feudo Cardinali grazie ad
uno zio amministratore del feudo. La morte dello zio e il
passaggio di proprietà del feudo causarono la rovina economica
Testimonianze
della famiglia. Dopo aver lavorato per il barone come lacchè, nel
1857 fu accusato dallo stesso del furto di cento once e Fin dal mese di giugno il colera aveva messo in allarme Palazzolo
condannato a 7 anni di prigione. Nel 1860 beneficiò dell'amnistia e i paesi vicini. Per tale motivo il signor D. Biagio Politi si trovava
concessa da Giuseppe Garibaldi per arruolare volontari per la nella sua campagna da cinque mesi.
conquista del Regno delle Due Sicilie. Fu accusato di furto e
“Il giorno 19  (novembre) fu assalito da 23 briganti, il capo dei
andò in carcere più volte. Nell'agosto del 1866 riuscì a fuggire e quali era il famoso Boncoraggio di Canigattini. Mentre il Sig.
tornò nel suo paese di origine in Sicilia. Grazie alla fuga, alla Politi e sua sposa eran nell’atrio, un famiglio aprì il portone e
fama e alle sue doti di comando fu scelto dai briganti locali come affacciatosi gridò: Misericordia, i briganti. Tosto si videro allo
stesso portone le bocche dei fucili…” Il Politi, la moglie, il figlio
capo di una banda di 12 componenti, ma grazie all'aiuto di e tre soldati d’armi, a servizio dello stesso, riuscirono, alla fine,
Giuseppe Modica di Carlentini poté contare sul supporto di altri a respingere l’attacco dei malfattori prima dell’arrivo, a
30 uomini per attaccare fattorie segnalate dal Modica. Condusse scoppio ritardato, della Forza da Palazzolo. 
pertanto diversi furti e sequestri di persona spostandosi
Padre Giacinto Farina, cronista dell’accaduto.
continuamente fra vari covi nel siracusano. Il 18 dicembre del
1866 fu stabilita una taglia di 1000 lire sulla sua testa e su quella
di altri suoi complici. Fu arrestato all'alba del 15 dicembre 1867
Il 21 novembre 1867 segna la fine di una banda di elementi locali
presso la Grotta della Cisternazza in contrada Cavadonna, dove
che si era costituita da due anni.
si era rifugiato con altri gregari. Fu sottoposto a due processi nel
1870 presso la corte di assise di Siracusa; in ambedue fu Alcuni nostri paesani e vicini vollero pure formare un gregge
di Briganti; ed era a capo Paolo Farina Mangiaricotta, uno
condannato ai lavori forzati a vita, di conseguenza alla perdita straniero detto Pedarese, e massaro Sebastiano Puntaloro.
dei diritti politici e alla interdizione patrimoniale. Boncoraggio Cominciarono a vessare le contrade di Santa Lucia. La mano
non scontò la pena per intero perché dopo 33 anni, per aver di Dio gli posò presto sul capo. Mangiaricotta finalmente fu
mantenuto un contegno esemplare in carcere, poté riacquistare preso, legato e condotto nella Vicaria, ove trovasi attualmente.
Il forastiero fu ucciso. Mas° Sebastiano in fondo di carcere e
la libertà e ritornare a Canicattini nel 1900, accolto
suo figlio oggi si è trovato coltellato nella propria casa di
trionfalmente dai suoi concittadini; «tutto il paese gli andò campagna, ove si dividevano il bottino, mangiato dalle galline,
incontro, per vedere un brigante». dai gatti, e dal cane che ivi trovavansi chiusi con lui. E tutto
ciò in poco tempo”.

I briganti di Canicattini
Tutta la provincia di Siracusa per sette lunghissimi anni fu
interessata al fenomeno del brigantaggio, di cui il maggiore
esponente fu Giovanni Boncoraggio di Canicattini. Anche
Palazzolo e le sue contrade furono teatro di queste bande di
malfattori. L’11 maggio del 1866 una banda composta da Michele
Carpinteri di Priolo, Michele Reale (Ruociulu), Salvatore
Gionfriddo (Arsenicapatri), Paolo Aliano (Cavaddu), Paolo Gozzo
(Sipala) tutti di  Canicattini, sequestrarono il barone Concetto
Musso presso la masseria di Cardinale. Gli estorsero 400 onze
(4.900 lire) e un orologio d’oro. Qualche giorno dopo, il 29
maggio, al barone Vincenzo Messina, tramite posta, fu richiesta
una tangente di 200 onze.  La Deputazione provinciale di
Siracusa, allora, per arginare il fenomeno, in data 18 dicembre
1866 mise una taglia di lire mille per ciascuna testa dei sei

Potrebbero piacerti anche