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IL BRIGANTAGGIO
SERENA GIONFRIDDO 26 MAGGIO 2022 14:33
-una Sinistra, un insieme di ex repubblicani che avevano Si diventa briganti come Crocco o perché non si ha il denaro
per pagare i debiti o perché non si vuole servire nell'esercito, o
accettato la monarchia e che desideravano
perché si cerca vendetta per i torti subiti. Si diventa briganti
completare l’unificazione nazionale;
perché lo sono gli amici, i parenti, perché il borbone promette
-una Destra moderata e liberista, espressione della nobiltà e dei le terre.
settori più attivi della borghesia agraria centrosettentrionale, Sin dai primi anni nell'Unità si pone infatti ai contadini del
sud la triste scelta: o brigante o emigrante. Ecco una verità che
capeggiata da
non bisogna mai dimenticare.[...]
Bettino Ricasoli.
Ma una cosa è certa: tutti erano mossi dal comune
Negli anni successivi all’Unità d’Italia, il governo fu guidato dalla malcontento, dalle comuni delusioni e, prima di ogni altra
cosa, dalla comune perdita di ogni speranza.
Destra. In questa fase l’opposizione fu rappresentata dai delusi e
dai vinti del Risorgimento.
I briganti di Canicattini
Tutta la provincia di Siracusa per sette lunghissimi anni fu
interessata al fenomeno del brigantaggio, di cui il maggiore
esponente fu Giovanni Boncoraggio di Canicattini. Anche
Palazzolo e le sue contrade furono teatro di queste bande di
malfattori. L’11 maggio del 1866 una banda composta da Michele
Carpinteri di Priolo, Michele Reale (Ruociulu), Salvatore
Gionfriddo (Arsenicapatri), Paolo Aliano (Cavaddu), Paolo Gozzo
(Sipala) tutti di Canicattini, sequestrarono il barone Concetto
Musso presso la masseria di Cardinale. Gli estorsero 400 onze
(4.900 lire) e un orologio d’oro. Qualche giorno dopo, il 29
maggio, al barone Vincenzo Messina, tramite posta, fu richiesta
una tangente di 200 onze. La Deputazione provinciale di
Siracusa, allora, per arginare il fenomeno, in data 18 dicembre
1866 mise una taglia di lire mille per ciascuna testa dei sei