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17 marzo 1972
11 giugno 1984
Predecessore
Luigi Longo
Successore
Alessandro Natta
1949
1956
Predecessore
Agostino Novella
Successore
Renzo Trivelli
Dati generali
Partito politico Partito Comunista Italiano
Parlamento italiano
25 maggio 1922
Luogo morte
Padova
Data morte
11 giugno 1984
Professione
Politico
Partito
PCI
Legislatura
Gruppo
PCI
Circoscrizione Roma
Pagina istituzionale
La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa diventata la
questione politica prima ed essenziale perch dalla sua soluzione dipende la
ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilit del paese e la
tenuta del regime democratico.
(Enrico Berlinguer, da un'intervista a la Repubblica del 28 luglio 1981)
Enrico Berlinguer [1] (Sassari, 25 maggio 1922 Padova, 11 giugno 1984)
stato un politico italiano, segretario generale del Partito Comunista
Italiano dal 1972 fino alla morte e principale esponente
dell'Eurocomunismo.
Indice
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1 Biografia
1.1 Ladolescenza
1.2 Il dirigente
1.3 Leader di partito
1.4 La segreteria
1.5 Il partito in movimento
1.6 La ricerca del consenso
1.7 PCI: Partito Comunista Italiano
1.8 La questione morale
1.9 Le rivolte
1.10 "Berlinguer non la Madonna"
1.11 Il 1978
1.12 Il ritorno all'opposizione
1.13 La marcia dei quarantamila
1.14 La morte a Padova
1.15 I familiari
2 Opere
3 Enrico Berlinguer nella cultura di massa
4 Note
5 Bibliografia
6 Voci correlate
7 Altri progetti
8 Collegamenti esterni
Biografia[modifica | modifica wikitesto]
Ladolescenza[modifica | modifica wikitesto]
Condotti gli studi liceali classici presso il Liceo Azuni di Sassari, nel 1943
Berlinguer si iscrisse al Partito Comunista Italiano e ne organizz la sezione
sassarese, svolgendo un'intensa attivit di propaganda. Nel gennaio del
1944 la fame spinse la popolazione a saccheggiare i forni della citt e
Berlinguer fu accusato di esserne stato uno degli istigatori. Fu quindi
arrestato e trattenuto in carcere per tre mesi, dopo i quali fu prosciolto dalle
accuse e liberato[7].
Nel 1956, esaurita non senza amarezza lesperienza nella FGCI, dovette
affrontare le ripercussioni del XX congresso del PCUS, del processo di
destalinizzazione, e dellinvasione dellUngheria da parte dellArmata Rossa;
e allVIII congresso del PCI scelse una posizione defilata e dimessa,
omettendo riferimenti allURSS e concentrandosi nella convinta difesa della
politica postbellica dei comunisti italiani. Ma, nonostante il diffuso giudizio
sulla sua statura politica, in quei mesi la sua stella era in declino e
Venne eletto per la prima volta deputato nel 1968, per il collegio elettorale
di Roma[26]. Al XII Congresso svoltosi nel 1969 a Bologna, a seguito del
peggiorare delle condizioni di salute di Longo, si pose il problema di
affiancare allanziano leader un vicesegretario che subentrasse
gradatamente alla guida dellorganizzazione politica. Furono sondati i
membri della Direzione a cui fu chiesto di esprimere una preferenza fra
Berlinguer e Giorgio Napolitano, e la larga maggioranza del gruppo dirigente
scelse il primo[27].
Nello stesso anno guid una delegazione del partito ai lavori della
conferenza internazionale dei partiti comunisti che si tenne a Mosca; in tale
occasione, trovandosi in disaccordo con la "linea" sovietica, nonostante le
pressioni sovietiche rifiut di sottoscrivere la relazione finale. La presa di
posizione, allora "scandalosa", fu memorabile: tenne il discorso
decisamente pi critico in assoluto fra quelli che mai leader comunisti
abbiano tenuto a Mosca[28][29], rifiutando la "scomunica" dei comunisti
cinesi e rinfacciando a Leonid Brenev che l'invasione sovietica della
Cecoslovacchia aveva solo evidenziato le radicali divergenze affioranti nel
movimento comunista su temi fondamentali come la sovranit nazionale, la
democrazia socialista e la libert di cultura[30].
Con sagace scelta di tempi, Berlinguer rese di pubblica notoriet una sua
privata corrispondenza con il vescovo di Ivrea, Mons. Luigi Bettazzi, che
avrebbe dovuto testimoniare della "possibilit" di un dialogo intellettuale e
sociale (e poi, certo, anche politico) fra cattolici e comunisti.
Fin dai tempi del voto a favore dell'articolo 7 della Costituzione il PCI aveva
cercato di evitare che questioni di carattere religioso diventassero motivo di
scontro sociale, e a tal fine cerc fino all'ultimo di trovare una soluzione
parlamentare per evitare il referendum popolare per l'abolizione del divorzio
introdotto in Italia dalla legge Fortuna-Baslini. molto probabile che lo
scarso impegno divorzista del PCI derivasse anche da una valutazione
gravemente errata dei rapporti forza politici sul tema (comune del resto a
vari altri partiti, divorzisti e antidivorzisti).[senza fonte] E Berlinguer era
profondamente scettico sulle possibilit dei divorzisti di vincere una
consultazione referandaria sul divorzio. Tuttavia quando il ricorso alle urne
fu inevitabile si schier a favore del NO all'abrogazione della legge e il
contributo del PCI alla campagna referendaria fu decisivo per una vittoria
pi larga di qualsiasi aspettativa contro gli abrogazionisti impersonati
dall'allora segretario della DC Amintore Fanfani[35].
Proprio a Mosca Berlinguer sarebbe andato ancora una volta pochi mesi
dopo, nuovamente per tenervi un discorso profondamente sgradito, al
punto che stavolta il testo fu addirittura censurato dalla Pravda, organo
ufficiale del PCUS. Vi espose le nuove teorie eurocomuniste, sottoline
l'opportunit di concorrere per l'accesso al governo dei rispettivi paesi
usando tutte le regole del metodo democratico (ed implicitamente
esprimendo la necessit di rinunciare a pratiche pi spicce, come suggerito
e talvolta applicato dalla dirigenza centrale). Ed enunci una serie di principi
in netto contrasto con valori dati per assodati ed immutabili dalla storia e
dalla tradizione dell'Internazionale, come la rinuncia alla pretesa del partito
unico.
La questione morale divenne centrale nella propaganda del PCI e trov una
singolare sintonia di fatto con analoghe posizioni puriste del Movimento
Sociale Italiano, per una volta coincidente nell'indirizzo critico verso la DC,
che deteneva il potere stabilmente dai tempi dell'attentato a Togliatti. Da
entrambi i partiti stabilmente d'opposizione si parlava intuibilmente di
"regime", intendendo che la DC avesse blindato i meccanismi di
perpetuazione del suo potere in spregio della correttezza (e talvolta della
legalit).
Berlinguer in primo piano; alle sue spalle Pietro Ingrao e Giancarlo Pajetta.
L'accostamento coi missini, per, quantunque non ricercato, consent agli
avversari di marcare la campagna come becero strumento propagandistico
da parte di soggetti per volont dell'elettorato non ammessi a gestire la
cosa pubblica; l'obiezione (in fondo l'unica opposta di una qualche seriet)
riusc a rinfrancare l'elettorato di maggioranza, non provocando grossi
scossoni, sebbene il tarlo della diffidenza avesse cominciato a logorarne
alcune certezze.
Nel settembre 1977, nel pieno degli scontri di Bologna che avvennero in
quel mese, Berlinguer accus gli autonomi e parte dei movimenti giovanili
di "essere fascisti". A quest'affermazione rispose Norberto Bobbio sulle
pagine de La Stampa[37], affermando che: "l'accusa generalizzata di
fascismo a tutti i movimenti alla sinistra del partito comunista
storicamente scorretta". Berlinguer, con una lettera inviata allo stesso
giornale e pubblicata il giorno seguente, ribatt che le persone aventi "come
bersaglio principale il movimento operaio e il Pci" erano per lui "lucidi
organizzatori di un nuovo squadrismo" e "non sono definibili con altro
termine se non quello di nuovi fascisti".
Spriano, la cui reazione alla vignetta era diventato un caso politico, aveva
rivolto il suo attacco anche contro la testata, Scalfari pubblic perci un
articolo nel quale il leader sardo veniva reinquadrato in una visione pi
realistica ed al quale diede il suggestivo titolo prima detto.
Una stretta di mano tra Berlinguer e il leader democristiano Aldo Moro, tra i
maggiori fautori del compromesso storico.
Il 1978 fu un anno decisivo per le sorti del PCI.
Fu nel giugno del 1978, un mese dopo la morte di Moro, che esplose con
inaudita virulenza il caso del presidente della Repubblica Giovanni Leone,
che, grazie ad una campagna cui il PCI aveva gi dato un contributo
fondamentale (e che a questo punto certo non ritir), fu costretto alle
dimissioni. Oltre al rancore verso Andreotti, cui si doveva un governo
diverso da quello concordato (e che avrebbe dovuto presentare dimissioni
almeno di cortesia, in caso di elezione di un nuovo capo dello stato), si
supposto che la campagna scandalistica sia stata ulteriormente indurita da
Berlinguer per poter insediare al Quirinale qualcuno meno avvinto dalla
pregiudiziale anticomunista di quanto non fossero stati i presidenti
precedenti.
Per decisione della famiglia, seguendo la volont che avrebbe espresso alla
moglie, Berlinguer stato sepolto a Roma nel Cimitero di Prima Porta,
nonostante il Partito desiderasse che fosse tumulato al Cimitero del Verano,
nel Mausoleo dove riposano i grandi dirigenti comunisti Palmiro Togliatti,
Giuseppe Di Vittorio, Luigi Longo, e dove nel 1999 fu sepolta anche Nilde
Iotti.
Enrico Berlinguer, L'impronta di Togliatti nella vita del PCI, Roma, sezione
centrale scuole di partito del PCI, 1973.
Enrico Berlinguer, Lottare per risolvere la grave crisi economica stroncare il
neofascismo democratizzare lo stato. Il rapporto di Enrico Berlinguer al
Comitato centrale del 26 e 27 luglio 1973 sull'impegno dei comunisti per
rendere effettiva l'inversione di tendenza e per avanzare verso una svolta
democratica, Roma, 1973.
Enrico Berlinguer, Per uscire dalla crisi. L'intervento di Enrico Berlinguer al
Comitato centrale del 17-18 dicembre 1973, 1973.
Enrico Berlinguer, Riflessioni dopo i fatti del Cile. Tre articoli di Enrico
Berlinguer, Roma, 1973. [contiene Imperialismo e coesistenza alla luce dei
fatti cileni, Via democratica e violenza reazionaria, Alleanze sociali e
schieramenti politici, da Rinascita n. 38, 39, 43 (1973)]
Enrico Berlinguer, Il nodo della crisi sta nella Dc. Relazioni e conclusioni al
CC e alla CCC del PCI del 3 giugno 1974, Roma, 1974.
Enrico Berlinguer, La linea e le proposte dei comunisti per uscire dalla crisi e
costruire un'Italia nuova. La relazione di Berlinguer in preparazione del 14
congresso, Roma, 1974.
Enrico Berlinguer, Per uscire dalla crisi, per costruire un'Italia nuova. Dal
rapporto di Enrico Berlinguer del 10 dicembre 1974, Roma 1974.
Enrico Berlinguer, Il ruolo della masse femminili nella battaglia per la
democrazia e il socialismo. Dal discorso di Berlinguer alla conferenza dei
partiti comunisti dell'Europa capitalistica sulla condizione femminile, Roma
novembre 1974, 1975.
Enrico Berlinguer, La proposta comunista. Relazione al Comitato Centrale e
alla Commissione Centrale di Controllo del PCI in preparazione del XIV
congresso, Torino, Einaudi, 1975.
Enrico Berlinguer, Unit del popolo per salvare l'Italia. Il testo integrale del
rapporto tenuto al 14 Congresso nazionale del Partito comunista italiano,
Roma, editori riuniti, 1975.
Aa. Vv., Luigi Longo: una vita per la libert, in Il Calendario del Popolo n.
425, Milano, Teti, 1980, con testi di Enrico Berlinguer.
Giorgio Napolitano, Enrico Berlinguer, Partito di massa negli anni Ottanta. I
problemi del partito al Comitato centrale del PCI, 7-8 gennaio 1981, Roma,
Editori riuniti, 1981.
La conferenza nazionale del Pci sulla casa, Roma, 1981, conclusioni di
Enrico Berlinguer.
Mario Melloni, A chiare note. Corsivi 1981, Roma, Editori riuniti, 1981,
prefazione di Enrico Berlinguer.
1982. Anno della Conferenza mondiale sulla terza et. Un futuro diverso per
gli anziani. Documento nazionale del PCI, Roma, 1982, introduzione di
Enrico Berlinguer.
Una nuova unit dell'Italia che lavora. 8 Conferenza nazionale degli operai,
dei tecnici e degli impiegati comunisti, Torino, 2-3-4 luglio 1982, Roma, a
cura del Dipartimento stampa, propaganda e informazione del Pci, 1982,
con un intervento di Enrico Berlinguer.
Enrico Berlinguer et alii, Il PCI e cultura di massa. L'effimero,
l'associazionismo e altre cose, Roma, Savelli, 1982.
Mario Mencia, Il prigioniero dell'Isola dei Pini. Fidel Castro nelle carceri di
Batista, Roma, Editori riuniti, 1982, prefazione di Enrico Berlinguer.
Pio La Torre, Le ragioni di una vita. Scritti di Pio La Torre, Bari, De Donato;
Palermo, Ciclope, 1982, con intervento di Enrico Berlinguer.
Enrico Berlinguer, Per la vita, contro la morte. Dal discorso di Enrico
Berlinguer alla manifestazione contro la droga organizzata dalla federazione
di Ravenna e dal Comitato regionale del PCI dell'Emilia-Romagna l'8
gennaio 1983, dipartimento per la propaganda e l'informazione [del Pci],
1983.
Enrico Berlinguer et alii, Cattolici e comunisti in Italia. Dal dialogo a
distanza all'impegno per il cambiamento, Roma, ADISTA, 1983.