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Lezione 1 16.09.2020
Elogio filosofi e studiosi vissuti in anni drammatici che non hanno creduto nelle idee che ispirarono
il totalitarismo ma + vicini alle idee liberali della rivoluzione francese.
Isaia Herling
Attitudine erasmiana: fiducia nelle idee ma diffida delle ideologie. Gli erasmiani diffidano dei sistemi
che riassumono la vita umana in una formula. Nemico degli erasmiani è Rousseau = democrazia
come univoca in ogni ambito.
Libertà unico vero valore fondamentale
Negli Erasmiani si citano per lo più intellettuali anglosassoni. x es: Popper. La società aperta e i suoi
nemici.
America e Inghilterra tradizione liberale più forte; in America fascismo e comunismo non sono mai
arrivati.
Unacknowledged Legislation di Hitchens -> contributi su autori liberali nella tradizione anglosassone
Rivista Il Mondo di Pannunzio -> raccoglie intellettuali liberali non marxisti e non cristiani, tipo:
Gaetano Salvemini, Ignazio Silone (cfr. Fontamara)
Il Mulino -> rivista
Sciascia -> scrittore laico e liberale, lettore di Brancati, Savinio ecc
Tempo di uccidere di Flaiano
Storia d’Italia -dall’unità agli anni Settanta, Asor Rosa, Einaudi - > no autori liberali
Il politecnico -> rivista di Vittorini = lavorano qui gli intellettuali marxisti del II dopoguerra
Quaderni Piacentini -> rivista degli anni 60/70/80 del Novecento
Tempo presente -> rivista non di area marxista e che pubblica contributi particolari, per esempio il
caso di Pasternak (cfr. su YouTube: Pasternak Chiaromonte).
Lo sbilanciamento verso marxisti e cattolici ha ragioni storiche e culturali -> tendenza ad andare
contro i borghesi + irrilevanza del polo liberale e laico in Italia + influenza chiesa cattolica in Italia.
Dagli anni Sessanta in poi saldatura tra marxisti e cattolici.
Erasmiani italiani ≠ anglosassoni, gli italiani hanno provato il fascismo. Su questi argomenti si sono
scritti molti libri.
L’eredità del fascismo di Luca la Rovere
Cancellare le tracce di Battista
Bobbio minacciato di venire espulso dall’università perché sospettato marxista -> vedi lettere al
fascismo di Bobbio su Wikipedia
Caso di un intellettuale liberale che passa dal fascismo -> passaggio non indolore. Bobbio si confessa
poi in una intervista nicodemita.
Cercare Diari di Pavese appena pubblicati
I fascisti invecchiano di Brancati -> anche Brancati fascista in gioventù.
Il lungo viaggio attraverso il fascismo di Zangrandi
Lezione 2 17.09.2020
Il Manifesto del rinoceronte di Gopnik -> in programma perché tradizione del liberalismo è
anglosassone. Autore americano. Scritto in forma di lettera alla figlia. Giornalista.
Profilo ideologico del Novecento di Bobbio -> sul liberalismo in Italia.
Gramsci esordisce come giornalista facendo il critico di teatro.
Eugenio Garin dà un giudizio negativo su Tilgher sul suo Cronache di filosofia italiana. Nel primo
volume dice di Tilgher che attacca Croce e in questo modo fa in sordina la sua brava apologia del
fascismo. Accusa, insomma, Tilgher di essere filofascista negli anni Venti (si avvicina al fascismo nel
28). Nel 1925 G. Gentile scrive il manifesto degli intellettuali fascisti. Benedetto Croce pochi giorni
dopo scrive un manifesto degli intellettuali antifascisti. Ma Tilgher aveva sottoscritto il manifesto
antifascista nel ‘25.
Tilgher ha una storia peculiare: dopo l’assassinio di Matteotti aderisce alla Unione Nazionale di
Amendola e sul Mondo di Amendola scrive di politica, cultura e teatro. Lo stesso T. sarà vittima di
aggressioni squadriste. Fino al 26 dichiarato antifascista. Nel ‘24 Pirandello ha la tessera del Partito
Fascista e Tilgher prende le distanze da Pirandello per questo motivo. Lo spaccio del bestione
trionfante contro Gentile. Libretto molto apprezzato anche tra i fascisti.
Nel ‘26 scrive la trattazione di un volume socialista in cui sembra prendere queste parti. Fino a
questo punto sembra nulla faccia presagire una sua adesione al fascismo.
Nel 1928 recensisce su La Stampa un volume di Croce (Storia d’Italia dal 1871 al 1915). Libro
francamente antifascista. Tilgher scrive una recensione molto critica e anche molto tenera nei
confronti del fascismo-regime. Garin alludeva a questo giudizio decisamente positivo che Tilgher dà
di Mussolini.
Tilgher vive della sua attività di pubblicista dopo aver lavorato in biblioteca ed essere stato cacciato
poi per la sua incompatibilità con il regime fascista. Nelle carte Tilgher custodite alla Nazionale di
Roma c’è il suo testamento del 1940 (redatto un anno prima di morire). Lascia quattro
appartamenti, quindi evidentemente la sua attività di pubblicista gli fruttava. Un uomo abbastanza
benestante. Dal 1926 la collaborazione con i giornali si dirada molto. Comincia a scrivere per piccole
riviste. Questo perché il regime non permette che continui a scrivere per i giornali, perché dà
fastidio, quindi man mano che Tilgher inizia ad essere malvisto dal regime, i giornali lo tagliano via
dalle loro redazioni.
Tilgher, dunque scrive a chi può salvarlo: Lettera di Tilgher a Mussolini. Gli scrive ben sei lettere. E
non solo a lui. Scopriamo dalle lettere che Tilgher era infatti pedinato dalla polizia fascista.
Negli anni Venti, Gentile inizia due grandi avventure: l’enciclopedia Treccani, e il dizionario di
biografie di italiani famosi. E non è ancora finito. Importante soprattutto per i “piccoli” per cui non
abbondano altre biografie. Adesso è anche online.
Nella biblioteca nazionale di Roma troviamo le minute (= brutte copie delle lettere definitive) delle
lettere di Tilgher. Una volta finalmente riammessa a scrivere sui giornali, esce su La Stampa il suo
articolo in cui stronca Croce. Tilgher non era un convinto sostenitore del regime.
Lezione 3 18/09/2020
Libro che nasce negli ultimi anni di vita di Tilgher: Diario Politico -> serie di annotazioni e appunti
che Tilgher scrive tra il maggio del 37 e l’ottobre del 41, pochi giorni prima di morire. Quando Tilgher
è già palesemente antifascista e non ha più nulla da perdere, sa che non vedrà la fine del regime.
Testamento di un uomo che ha molto sbagliato e che però è molto vicino a ideali liberali e in linea
con quella tradizione liberale europea. Scrive queste note che non verranno mai pubblicate se non
nel 46, 5 anni dopo la sua morte. La Scalero, la curatrice dell’edizione, nella premessa al diario dice:
Tilgher muore testimoniando gli anni peggiori d’Italia.
Lezione 6 30/09/2020
Diario politico = forse non titolo originale che gli ha dato Tilgher. A un certo punto Tilgher capisce/
lascerà capire che questo materiale confluirà in un libro. Possibile che Tilgher abbia discusso del
libro con la Scalero e abbiano parlato di un possibile titolo.
Diario politico ha lasciato poche tracce nella storia del XX secolo. Forse le cose sarebbero andate
diversamente se Tilgher non fosse morto in un momento molto delicato della storia italiana (1941)
e se le sue carte fossero finite nelle mani di un editore molto più rinomato. Gli ha nuociuto anche
l’ostilità di Croce.
Data fondamentale per Tilgher è la stroncatura della Storia d’Italia del 1928. Visto per alcuni anni
come un intellettuale filofascista.
Critica dello storicismo di A. Tilgher recensione pubblicata in volume ben sette anni dopo la
pubblicazione su La Stampa. È del 1928 ma esce nel 1935.
C’è nella storia europea un momento di fioritura e trionfo della libertà e coincide con le rivoluzioni
e gli stati nazionali. Poi questo momento comincia a venire meno in paesi come Francia e Germania
e vedono invece una forma di covatura reazionaria. In Italia c’è un settantennio invece di continuo
progresso, sia economico che ideale.
Italia liberale (Cavour – Giolitti) sono decenni positivi in cui il paese cresce e l’idea liberale prende
forza e si incarna nello stato italiano nel periodo che precede la prima guerra mondiale. Nel 1915
l’Italia e l’Europa perdono completamente la direzione e quelle promesse di progresso e di trionfo
vengono travolte. A questa visione dicotomica (che mette il fascismo e il nazismo dalla parte del
male), che è una visione fortemente antifascista, si contrappone la censura fascista.
Dodici anni dopo la recensione, Tilgher scrive Pluralità di principi sociali e libertà. Rinnega la sua
recensione scrivendo tutto il contrario di quello che aveva detto.
Saggi di Croce e De Ruggiero sono filosofici, fatti di concetti e non di nomi. Quelli di Tilgher invece
ha toni molto meno pacati, sembra di avere di fronte un vero saggista, nel senso che “soppesa”,
“valuta”. Diario di 5 anni (37-41) ci si chiede se ci sia una evoluzione del pensiero. In realtà c’è una
evoluzione di angoscia. Quanto alla sostanza del diario, si possono isolare tre temi ricorrenti:
nazionalismo, storia recente,
Genere del diario ha parecchi esempi in quel tomo di tempo (30-40), perché molti intellettuali che
in quegli anni non possono esprimersi, annotano i loro pensieri in un diario. Memorialistica
resistenziale antifascista è un genere letterario. Es. Il mestiere di vivere di Pavese.
Discussione sul termine liberale (= più vicino al liberale di Trump) che in italiano è diverso dal suo
corrispettivo liberal = avanguardia, battaglia sociale, femminismo (avversario di Trump).
Brancati, Il bell’Antonio
Croce, Contributo alla critica di me stesso (1935) -> esame di coscienza che croce quasi cinquantenne
scrive. Pubblicato alla fine della guerra.
Diario politico di Tilgher -> dicevamo che si possono isolare tre filoni:
1. Nazionalismo
- Patriottismo è amore per il proprio luogo e per la propria famiglia, radici. Funzione pacifica
- Nazionalismo è orgoglio e volontà di potenza, odio per ciò che è straniero. Apparecchia la
guerra.
Orwell, Omaggio alla Catalogna
Nel Ventre della Balena
La strada di Wigan Pier
Tilgher non aveva letto Orwell ma entrambi parlano negli stessi termini della distinzione tra
patriottismo e nazionalismo.
Gennaio 1939 esce l’articolo sulla rivista Omnibus edita da Longanesi, Il mondo chiuso.
Omnibus: rivista che ha vita breve perché va da aprile del ’37 al gennaio del ’39. Primo rotocalco
(rivista illustrata) in Italia. Rivista di fronda, accettata dal regime ma non di stampo fascista.
2. La storia recente
Ascesa del fascismo come fenomeno reazionario all’avanzata del socialismo -> interpretazione di
Tilgher.
Hanno influito nella ascesa dei fascismi i reduci smobilitati della Prima Guerra Mondiale. Questo
secondo Tilgher è stato uno degli elementi fondamentali dell’ascesa del fascismo.
Vicinanza a Tilgher su ciò che ha scritto sul fascismo è Prezzolini: Manifesto dei conservatori. Lui ha
attraversato tutto il Novecento 1882-1982. Lascia l’Italia al tempo del fascismo e va a New York a
insegnare alla Columbia. Non si schierò mai apertamente con gli antifascisti, anche per i suoi
rapporti personali con Mussolini stesso. Pensiero laico-liberale di destra. È un conservatore.
Secondo lui anche il fascismo dipese soprattutto dalla guerra e dagli smobilitati che assaggiato il
potere non volevano più tornare alla loro condizione di un tempo. La guerra è un eccitante e chi vi
partecipò si convinse che con la guerra avrebbe potuto ottenere di più di quello che avrebbe potuto
ottenere senza.
Politica di appeacement: inglesi e francesi preferiscono una pace stiracchiata con Hitler piuttosto
che una guerra frontale negli anni tra il ’33 e il ’36.
Riflessione che si scomporre in due ambiti: una da filosofo, più astratta; e una più concreta. Cfr.
dossier L’essenza del liberalismo. Italia prefascista situazione per cui un insufficiente amore per le
istituzioni liberali aveva aperto la strada al fascismo. Vita massificata sotto il controllo del regime.
Scheda: titolo, autore, edizione, 10 righe di biografia. Brani scelti dal libro dell’autore. Commento a
partire dalla lettura del libro. Come le lezioni di giunta in classe. La tesina sarà poi di 6/7 pagine.
Lezione 9 7/10/2020
Antonio Franchini, Gladiatori -> scrive libri sugli sport di combattimento perché lui stesso è un
lottatore.
Nel suo Diario Politico Tilgher descrive come gli stati democratici si avviino alla catastrofe.
Sono pochissimi nel diario i riferimenti alla storia contemporanea, cita però diversi filosofi non per
appoggiare le loro idee ma per contraddirli basandosi su quella che è la sua esperienza della realtà.
Tilgher, La filosofia di Leopardi -> ha delle tangenze con quello che l’autore dice nel diario (ormeggia
con quello che Tilgher scrive nel suo diario).
Nel diario T. non cita Leopardi direttamente, ma applica questa osservazione leopardiana delle
incombenze per vincere la noia alla vita pubblica nell’Italia degli anni Venti: si era annoiati per
questo si sentiva la necessità di introdurre il fascismo.
Situare il libro all’interno del contesto del suo autore e poi all’interno del contesto più ampio che è
l’ambiente in cui è inserito.
In alcuni di questi articoli Tilgher prende spunto dalla filosofia per parlare della realtà.
Storicismo: concezione per cui esiste un disegno razionale della storia e l’uomo deve capirlo e
assecondarlo. È un processo necessario. Concetto Hegeliano poi ripreso da Croce. Tilgher non
condivide questa visione.
Savinio e Sciascia = retorica come malattia nazionale, morbo che dai poeti passa alla piccola-media
borghesia.
Nicola Chiaromonte: è stato uno dei più grandi intellettuali del XX secolo in Italia. Liberalsocialista.
Cfr. tempo presente -> rivista fondata da Chiaromonte e Silone di ispirazione liberale; su
www.bibliotecaginobianco.it
rievoca quello che ha visto in Russia verso la fine degli anni Venti in Terra e libertà in Russia da ieri
e oggi, Milano, Pan 1972.
Vita Finzi era in Germania negli anni poco precedenti a Hitler, nella Repubblica di Weimar. Scrive
delle interessanti corrispondenze dalla Germania per Il Corriere Mercantile. Poi finisce in URSS e poi
in Argentina, la seconda volta che ci finisce sta a Buenos Aires in Argentina. Scrive su Peron (Peron
mito e realtà), due volte presidente dell’Argentina. -> vedi il termine Peronismo.
Le delusioni della libertà 18 capitoli in cui si affronta di volta in volta il pensiero di intellettuali che
involontariamente anticiparono alcune idee del fascismo. Bobbio non conosceva Vita Finzi, ma nel
suo Profilo ideologico del Novecento, si ritrovano molti dei concetti ripresi da Vita Finzi.
Intellettuali del primo Novecento: tutti un impegno pubblico. E questo è un tipico tratto dei
poeti/intellettuali latini. Peguy, Halevy ecc, non sono liberali di destra che poi sfociano nel fascismo.
Nel nominare tutti questi intellettuali, Vita Finzi focalizza l’interesse sull’evoluzione delle idee di
questi personaggi, a prescindere dal loro punto di partenza e da quello di fine.
PVF vuole dimostrare come quello che sembra un fenomeno politico estemporaneo e la
convergenza a destra di molti partiti dopo la prima guerra mondiale, non è appunto una
conseguenza estemporanea e inaspettata, ma pone le sue radici nei fatti alla fine dell’Ottocento e
inizio del Novecento. Molti intellettuali soprattutto francesi di quel tempo, infatti, nei loro testi
volgono le spalle ai valori liberali democratici settecenteschi per sfiorare idee che strizzano l’occhio
all’antidemocrazia, superuomo, idea di autorità forte, che sfoceranno poi nella loro massima
teorizzazione, nel fascismo.
Lezione 14 22/10/2020