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Archivi del movimento operaio

René Lefeuvre
e i Cahiers Spartacus
Cedoc
Savona – Giugno 2023
Alla fine degli anni 60, tra il 1968 e il 1969, su sollecitazione di un ex bordighista che manteneva
stretti rapporti con il milieu internazionalista parigino, mi abbonai ai Cahiers delle Edizioni
Spartacus. In quella occasione René Lefeuvre mi spedì una raccolta dei quaderni apparsi dalla fine
degli anni Quaranta alla metà degli anni Sessanta, accompagnati da una lettera gentilissima.
Essendo allora poco più di un ragazzino la cosa mi riempì di orgoglio. Quel materiale, così
generosamente donato, mi aprì gli occhi sulla realtà dei crimini dello stalinismo in Spagna e
sull'orrore della realtà del gulag sovietico. Erano libri preziosi, quasi del tutto sconosciuti in Italia,
un antidoto alla vulgata tardo togliattiana di chi, come la Rossanda o Ingrao, dopo il 1956 e il XX
Congresso, quando quella realtà non si potè più negare, si nascondevano dietro a frasi ipocrite del
tipo "noi non sapevamo...allora non si poteva sapere". E invece si sapeva e come, bastava volerlo e
alzare lo sguardo verso la Francia dove da sempre quei materiali circolavano, nonostante gli
attacchi violentissimi degli stalinisti del Pcf e degli intellettuali al loro servizio che li bollavano
come falsità, fatte circolare ad arte da chi, calunniando la "gloriosa" esperienza sovietica, voleva
fermare l'avanzata del movimento operaio.
Con il '68 e il dilagare di un'editoria di sinistra, oggi quasi del tutto scomparsa, alcuni di quei lavori
apparvero anche in Italia, ma spesso frutto di traduzioni frettolose e abborraciate. Nessuno cenno
venne però fatto al lavoro svolto per oltre mezzo secolo da Lefeuvre e dai suoi compagni.
Questo quaderno cerca di colmare almeno parzialmente questo vuoto e al tempo stesso essere un
ringraziamento postumo a chi, come René Lefeuvre, per tutta la sua vita credette fermamente nei
giovani, convinto che, come affermato da Condorcet, "la verità appartiene a coloro che la cercano e
non a coloro che pretendono di possederla".

Giorgio Amico
Settant'anni di Cahiers Spartacus

I Cahiers Spartacus non possono essere visti separatamente dall'impegno, dalla vita del loro
fondatore, René Lefeuvre.

Nato in Bretagna, inizia a lavorare all'età di 16 anni. Il padre, muratore, gli insegna il mestiere, che
gli servirà quando, andato in pensione, vorrà costruirsi una casa.

Lefeuvre arriva a Parigi all'inizio degli anni 20. Attratto dalle conquiste della rivoluzione russa,
legge il Bulletin communiste di Boris Souvarine e partecipa attivamnte ai gruppi di discussione che
si erano formati dopo l'esclusione di quest'ultimo dal Partito comunista. Autodidatta, si interessa
non solo alla politica rivoluzionaria, ma anche ai vari campi della creazione artistica. Questo lo
porta a unirsi agli Amis de Monde, il cui ruolo principale era quello di promuovere questo
settimanale letterario e artistico creato da Henri Barbusse con il sostegno dell'Unione Sovietica.

Divenuto segretario dell'associazione, ne sviluppa l'azione di educazione popolare — un'attività che


continuerà per tutta la sua vita — creando gruppi di studio. Volendo secondo le sue parole
"pubblicare qualcosa", fonda Masses, un mensile il cui primo numero uscì nel gennaio 1933, e che
durò un anno e mezzo, fino a quando, dopo aver perso il lavoro che gli permetteva sia di vivere che
di farlo apparire, egli fu costretto a terminarne la pubblicazione. Fu pubblicando Masses, con l'aiuto
dei tipografi e dei correttori di bozze di Monde, che imparò il mestiere di editore. Entrato a far parte
del Sindacato, diviene correttore di bozze, che sarà il suo lavoro principale fino al momento del
pensionamento.

Masses ei gruppi di educazione popolare di cui è emanazione si richiamano Marx; ma se difendono


la Rivoluzione russa, non manifestano alcun appoggio al regime sovietico o al Partito comunista, e
Masses assume posizioni più nettamente antistaliniste di Monde, che però pubblica articoli di
Lucien Laurat o Amilcare Rossi. (1)

Nel dicembre 1934, René riprese la pubblicazione di un periodico, al quale da il titolo di Spartacus.
Come l'omonimo mensile di breve durata pubblicato da André Prudhommeaux nel 1931, ci si
riferisce non tanto alla rivolta degli schiavi romani quanto ai rivoluzionari tedeschi del 1918 di cui
Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht erano stati i portavoce. Questa nuova pubblicazione, che vuole
essere settimanale, porta lo striscione "Per la cultura rivoluzionaria e l'azione di massa", e il titolo
dell'editoriale del primo numero è inequivocabile: "Per la rivoluzione socialista".

Per René Lefeuvre, già impegnato nell'azione sindacale e culturale, è infatti giunto il momento per
un attivismo più direttamente politico. Sconvolto dalle manifestazioni di estrema destra del 6
febbraio 1934 e dalla posizione iniziale del Partito comunista in questa occasione, aderisce alla
S.F.I.O. [Il Partito socialista. Ndt] come altri collaboratori di Masses, e in particolare alla corrente
di Battaille socialiste, guidata allora da Jean Zyromski e Marceau Pivert.

Nell'ottobre 1935, Marceau Pivert e un certo numero di militanti socialisti rivoluzionari si separano
da Battaille socialiste per creare una propria corrente all'interno della S.F.I.O., denominata Gauche
révolutionnaire . René Lefeuvre si occupa della pubblicazione del bollettino omonimo, interno al
partito. Nell'estate del 1936, brevemente, sempre sotto il titolo di Masses, ne pubblicherà una
versione destinata al pubblico.

Da diversi anni René sente il bisogno di far conoscere certi testi, di trattare certi argomenti, in un
formato più appropriato di quello di una rivista, soprattutto di una rivista di lotta e di attualità. È per
questi motivi che nell'ottobre 1936 pubblicail primo dei Cahiers Spartacus, prnsati a cadenza
mensile: 16 giustiziati a Mosca, di Victor Serge, che racconta il primo grande processo farsa di
Stalin, quello che portò alla liquidazione di personaggi storici del bolscevismo come Zinoviev,
Kamenev e Smimov. Victor Serge, imprigionato e deportato in Siberia, è appena riuscito ad
abbandonare l'Unione Sovietica, dopo una campagna internazionale in sua difesa durata diversi
anni.

Questi primi Cahiers Spartacus sono opuscoli di una sessantina di pagine, venduti a 2 franchi, ossia
all'incirca il prezzo di un chilo di pane nella Parigi del 1937. Se il numero 2, pubblicato nel
novembre 1936, raccoglie, come una rivista, articoli su diversi argomenti di attualità (l'unione sacra,
la rivoluzione spagnola, la natura del regime sovietico), quelli seguenti saranno dedicatia d un
unico tema, talvolta scottante: intervento o non intervento in Spagna, al numero 3; al n°4, gli
interventi dei vertici della Sinistra Rivoluzionaria sul tema delle sanzioni prese nei suoi confronti
dalla dirigenza della S.F.I.O. che porteranno al suo scioglimento: nel marzo 1937, la Federazione e
la Gioventù socialista della Senna, guidate dai militanti della sinistra, avevano protestato
pubblicamente dopo che cinque manifestanti a Clichy erano stati uccisi dalla polizia che proteggeva
un comizio dell'estrema destra. Poiché la Gauche révolutionnaire non poteva più apparire sotto
questo titolo, René Lefeuvre si fece carico della pubblicazione dei Cahiers Rouges, il nuovo
periodico della corrente.

I quaderni 6 e 7 saranno dedicati alla Spagna rivoluzionaria: nel primo, due articoli tratti da Terre
libre, la rivista libertaria di André e Lori Prudhommeaux, spiegano come il popolo si è armato
contro l'insurrezione franchista, e cosa rappresentano la C.N.T. e la F. A. I. Nel secondo, Marcel
Ollivier tratta delle giornate del maggio 1937 a Barcellona, durante le quali la polizia politica
stalinista sequestrò militanti libertari e del P.O.U.M. (2) facendone sparire molti.

In due anni, appariranno quindici di questi Cahier "mensili"; ma nel giugno 1938 il Congresso di
Royan della S.F.I.O. conferma le sanzioni prese contro la Sinistra Rivoluzionaria, costringendo
Marceau Pivert e i suoi compagni a creare il Partito Socialista Operaio e Contadino (P.S.O.P.). René
si occupò della segreteria editoriale di Juin 1936, organo del nuovo partito. Dal canto suo, fa
rivivere nel gennaio 1939 Masses, di cui usciranno solo tre numeri.

Come molti membri del PSOP, René Lefeuvre fu condannato al carcere nel luglio 1939 a causa
dell'appello del partito alla resistenza contro la guerra. Sarà comunque mobilitato e, fatto
prigioniero, sarà detenuto in Germania per tutta la durata dellaguerra.

Alla Liberazione ritrova alcuni suoi compagni della S.F.I.O. e lavora per un certo periodo nella
redazione di Le Populaire, oltre che alle Éditions de la Liberté. Ciò gli permette nel gennaio 1946 di
rilanciare Masses, per la quarta volta, con il sottotitolo "Socialismo e libertà": perché una delle
grandi sfide del periodo era resistere alla presa dello stalinismo sul movimento operaio e sulla sua
vita intellettuale . Allo stesso tempo, riprende la pubblicazione dei Cahiers Spartacus, il cui
catalogo crescerà notevolmente nel biennio successivo. Agli opuscoli, i cui testi riprendono quelli
prebellici, alcuni classici del socialismo o trattano temi di attualità, si aggiungono veri e propri
libriccini di formato un po' più grande, fra i quali primeggiano Riforme o Rivoluzione? e Sciopero
Generale, Partito e Sindacati di Rosa Luxemburg. Con la pubblicazione in opuscolo di La
rivoluzione russa (nel gennaio 1937) e, (con il titolo Marxismo contro dittatura), di Questioni di
organizzazione della socialdemocrazia russa, questi testi di Rosa Luxemburg, divenuti irreperibili,
ricordano come il il socialismo avesse dovuto affrontare a lungo la sua usurpazione da parte di
coloro che pretendevano di esserne l'espressione, al posto e al di sopra della massa dei militanti:
prima da parte dei riformisti che lo avevano portato al disastro nel 1914 e ancora negli anni Trenta;
e poi dai leninisti che, rifiutando la democrazia operaia, avevano aperto la strada alla
controrivoluzione.

Un altro esempio: nel luglio 1949, pochi mesi prima che David Rousset riprendesse questo
argomento su Le Figaro, (3) i Cahiers Spartacus pubblica con il titolo L'U.R.S.S. concentrazionaria
una raccolta di documenti compilati da Guy Vinatrel sulla deportazione di massa e il lavoro forzato
in Unione Sovietica.

All'inizio degli anni Cinquanta i Cahiers Spartacus pubblicheranno poi altri libri in coedizione
come ad esempio una biografia di Francisco Ferrer scritta da figlia Sol o Blanqui calunniato di
Maurice Dornmanget. Ed é un altro libro di Maurice Dommanget, sulla vita e l'opera di Sylvain
Maréchal, pubblicato nel 1950, che resta, con le sue cinquecento pagine, l'opera più voluminosa mai
pubblicata dai Cahiers Spartacus. Nonostante una sovvenzione del C.N.R.S., il peso sulle risorse di
René fu considerevole! Perché, come fu fin dalla prima serie di Masses, e rimarrà sempre così,
René non viveva delle sue edizioni: erano loro che vivevano grazie a lui.

In un clima di imperante stalinismo, e con il venir meno dell'effimera speranza di rinnovamento


della S.F.I.O nata con l'arrivo di Guy Mollet alla segreteria generale del partito, i lettori dei Cahiers
si fecero più rari. Per due anni, René Lefeuvre diresse ancora Informations et ripostes, un
quindicinale che forniva argomenti antistalinisti ai militanti socialisti. Fino a quanfo la politica sulla
questione algerina dello SFIO portò lui, come tanti altri socialisti, a lasciare definitivamente questo
partito.

I Cahiers Spartacus non appariranno quindi più fino al 1969. René ne ha conservato le scorte, ma
non dispone più di un canale di distribuzione. Negli anni precedenti il maggio 1968, un gruppo di
giovani militanti, preoccupati di rilanciare l'eredità del marxismo rivoluzionario soffocato dal
riformismo e dal marxismo-leninismo, prese contatto con lui e lo aiutò a rimettere in circolazione i
Cahiers. Dopo maggio, l'interesse per le rivoluzioni passate, per il pensiero socialista, l'entusiasmo
che rinasceva tanto tra i vecchi compagni quanto tra i giovani simpatizzanti, portarono René a
riprendere la pubblicazione dei Cahiers Spartacus, il cui catalogo si sarebbe ampliato notevolmente
nel decennio successivo. Se fu la sua vecchia amica Ida Mett, di cui nel 1949 aveva pubblicato La
Cumune de Cronstadt, a fornirgli il testo del primo Cahier del 1969 (4), nuovi personaggi e piccoli
gruppi si raccolsero attorno a René e ad arricchire insieme a lui iil ventaglio delle proposte ai lettori,
nel comune spirito di critica all'ordine costituito e all'ortodossia marxista-leninista.

Ancora una volta, i Cahiers offriranno commenti critici sull'attualità, si tratti della rivoluzione
culturale in Cina, delle rivolte operaie in Polonia o del cambio di regime in Portogallo.
Arricchiranno il catalogo testi di autori libertari o dei comunisti “dei consigli”. Complessivamente
negli anni '70, i Cahiers Spartacus pubblicheranno sessanta nuovi titoli.

Inoltre, René riprenderà da editori amic alla fine della loro carriera altri titoli, in modo che gli
abbonati possano trarne vantaggio. Perché il sistema di distribuzione che utilizza e che è quello
della stampa, lo obbliga a mantenere un alto tasso di pubblicazione per giustificare lo status dei
Cahiers come periodico. La rete di distribuzione è molto più estesa di quella dei librai che
riceverebbero i quaderni, e quindi assicura una distribuzione più ampia. L'altra faccia della
medaglia: per rifornire un gran numero di edicole, le tirature devono essere maggiori, e le rese, che
sono di fatto elevate, sono tinutilizzabili poiché il destino comune delle stampe invendute è quello
di andare al macero.

L'afflusso di collaborazioni, il ritmo delle pubblicazioni, portano René a riconnettersi con la sua
principale modalità di espressione, la rivista. Rinasce così Spartacus, sempre sottotitolato
"Socialisme et liberté", di cui usciranno 15 numeri tra il 1974 e il 1979. La debolezza della rete
distributiva, unita al costo dovuta ai costi per l'eccessiva tiratura dei Cahiers, travolge ancora una
volta le risorse di René, che dovrà interrompere le pubblicazioni. È in questo periodo che,
preoccupato per il futuro delle sue edizioni, egli crea un'associazione, gli Amici di Spartacus, che
assunse ufficialmente la responsabilità dei Cahiers, che tuttavia egli continuò a dirigere fino alla sua
morte avvenuta all'età di 86 anni nel 1988.

È chiaro che questo lavoro editoriale volontario, di cui René Lefeuvre ha assicurato la continuità per
cinquant'anni, non sarebbe stato possibile senza la sua formidabile capacità di attrarre
collaborazioni, sia per un lavoro una tantum che per anni.

Dopo la sua morte, era naturale che voci preoccupate esprimessero dubbi sulla capacità dei membri
dell'associazione, suoi eredi, di continuare la sua opera con lo stesso spirito. Ma ciò che li aveva
uniti per lungo tempo attorno a lui non era stata la voglia di proporre questa o quella tesi, questo o
quel punto di vista. Essi hanno condiviso con lui questo duplice approccio alle lotte per la
trasformazione della società: per analizzarle nel loro contesto, nel modo più lucido possibile,
facendo un uso appropriato del metodo di Marx; ricercare le tendenze ei fattori che favoriscono la
realizzazione di questo fine eminentemente libertario che ci accomuna tutti: che l'emancipazione dei
lavoratori sia finalmente opera dei lavoratori stessi.

Da allora gli Amici di Spartacus hanno continuato ad arricchire il catalogo dei Cahiers,
introducendo titoli del tutto nuovi o testi da tempo dimenticati o fuori catalogo. Fortunatamente,
anche altri editori stanno contribuendo al pensiero di coloro che cercano nelle lotte passate
strumenti per le lotte presenti e future. La corsa cieca e caotica del capitalismo sconvolge
costantemente le condizioni di queste lotte, e finché sarà così, sapremo come aumentare il nostro
catalogo.

I Cahiers Spartacus sono stati criticati per il loro eclettismo. Per il miope, colui che giudica il
catalogo dal punto di vista di questa o quella obbedienza dottrinale, può essere così. Ma chi la
guarda nel suo insieme, chi si pone dal punto di vista di chi si oppone a questo sistema, comprende
bene che la lotta per l'emancipazione umana non può privarsi degli insegnamenti di ogni esperienza,
di ogni critica. L'elenco degli autori che compaiono nel catalogo la dice lunga: molti di loro hanno
vissuto l'esilio, il carcere o la morte per il loro impegno in questa lotta. Coloro che, una volta o
l'altra, hanno contribuito ad arricchire questo catalogo, a distribuirlo, hanno tutti fatto la massima di
Condorcet "La verità appartiene a coloro che la cercano e non a coloro che pretendono di
possederla". Finché i lettori ne saranno convinti, i Cahiers Spartacus possono continuare.

Les Amis de Spartacus, aprile 2006.


Note

1. Angelo Tasca, uno dei fondatori del Partito comunista italiano, membro della segreteria
dell'Internazionale comunista, espulso nel 1929.
2. Partito Operaio di Unificazione Marxista, nato nel settembre 1935 dall'unione della Sinistra
Comunista di Andres Nin e del Blocco dei Lavoratori e dei Contadini, il cui segretario generale era
Joaquin Maurin. Assieme alla CNT e alla FAI, il POUM aveva svolto un ruolo essenziale a
Barcellona nella rivolta contro il golpe franchista. La Gauche révolutionnaire si riconosceva nel
POUM a cui cercava di offrire un sostegno concreto.
3. Rispondendo a questo articolo sulle Lettres françaises, Pierre Daix aveva definito David Rousset
un falsario e affermato che le testimonianze sui campi sovietici, da questi fornite, erano solo
grossolane trasposizioni di racconti sui campi nazisti. Ciò diede a David Rousset l'opportunità di un
processo per diffamazione, il cui resoconto, pubblicato a cura di Dominique Wapler, è stato
distribuito dai Cahiers Spartacus.
4. Ida Mett, Il contadino russo nella rivoluzione e nella post-rivoluzione, Cahier Spartacus B24.

(Traduzione dall'orginale francese a cura di G.A.)


Archivi del movimento operaio

1. Giorgio Amico, Karl Korsch, Amadeo Bordiga e la sinistra comunista italiana


2. Maximilien Rubel, Karl Marx e il primo partito operaio
3. Camillo Prampolini, La predica di Natale (1897)
4. Albert Masó (Vega), Stalinismo, trotskismo, bordighismo: scritti per Socialisme ou barbarie
5. Vittorio Rieser, L'esperienza della CGIL alla FIAT (1975)
6. Il Potere Operaio di Torino (1968)
7. René Lefeuvre e i Cahiers Spartacus

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