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Vita di Rosa Luxemburg

Nata il 5 marzo 1871 presso Zamość, in Polonia (ma all’epoca parte della Russia),
morta a Berlino nel 1919, Rosa Luxemburg fu un’attivista rivoluzionaria ed una
teorica del socialismo. Giocò un ruolo chiave nella nascita del socialismo polacco, e
nella fondazione dello Spartakusbund (Lega di Spartaco) nel 1916, in seguito
confluito nel Partito Comunista di Germania.
Luxemburg elaborò le teorie di Marx in chiave umanitaria e democratica, senza
mai smettere di credere fermamente che l’unico modo per ottenere il socialismo
internazionale era la rivoluzione di massa. Fu assassinata nel 1919 dai Freikorps,
corpi paramilitari tedeschi di estrema destra.

La formazione di Rosa Luxemburg


Rosa Luxemburg era la minore di cinque fratelli nati in una famiglia della
media borghesia ebraica della Polonia, all’epoca governata dalla Russia. Sin dai
tempi del liceo, Rosa partecipò ad attività politiche sotterranee, aderendo ben
presto a Proletariat, una formazione socialista rivoluzionaria. Nell’Impero Russo chi
aderiva a formazioni politiche rischiava l’ergastolo, e per questo la Luxemburg fu
costretta ad emigrare, trasferendosi nel 1889 a Zurigo.
In Svizzera, Rosa Luxemburg studiò legge ed economia politica, conseguendo un
dottorato nel 1898 con uno studio sullo sviluppo industriale in Polonia. In questi
anni a Zurigo si concentravano esuli socialisti in esilio, tra cui un gran numero di russi
e polacchi. In questo contesto Rosa Luxemburg sostenne da
subito posizioni decisamente internazionaliste, entrando in disaccordo con i leader
russi Georgi Plekhanov e Pavel Axelrod.

Il pensiero ed il disaccordo con gli esuli russi e polacchi


Insieme a Leo Jogiches, collega universitario e compagno di vita per alcuni
anni, Rosa Luxemburg entrò presto in aperta polemica non soltanto con gli esuli
russi, ma anche con il Partito Socialista Polacco, che supportava, sulla base di idee
nazionaliste, la piena indipendenza della Polonia dalla Russia. I due fondarono
così la Socialdemocrazia del Regno di Polonia (1893), riunendo i marxisti
internazionalisti in opposizione alle tendenze nazionaliste del socialismo polacco. 
Alla base di questi conflitti c’era un nodo fondamentale del pensiero della
Luxemburg: il nazionalismo. Per lei il nazionalismo e l’indipendenza nazionale non
erano altro che concessioni, inutili e dannose, alla borghesia, principale nemico di
classe del socialismo. Secondo la riflessione teorica di Rosa Luxemburg il socialismo
doveva essere per forza di cose internazionalista: queste idee, in futuro,
l’avrebbero portata ad entrare in disaccordo in modo importante con Vladimir
Lenin. 

Rosa Luxemburg a Berlino e la controversia revisionista


Nel 1898, dopo un matrimonio di convenienza che le consentì di ottenere un
passaporto tedesco, Rosa Luxemburg si trasferì a Berlino, dove si unì al Partito
Socialdemocratico di Germania (SPD), il più importante partito costituente della
Seconda internazionale socialista, organizzazione che, dal 1889, ambiva a riunire
tutti i partiti socialisti e laburisti.  
In questi anni il partito tedesco era lacerato da una controversia a cui
la Luxemburg prese parte immediatamente: secondo il revisionista Eduard
Bernstein la teoria rivoluzionaria marxista, ormai datata, avrebbe dovuto essere
sostituita da un approccio graduale, ed i partiti socialisti avrebbero dovuto fare
politica attraverso i sindacati ed i parlamenti. La Luxemburg, una rivoluzionaria
convinta, si opponeva fermamente a tutto ciò.  
Nel suo libello del 1899 “Sozialreform oder Revolution?” (Riforma o
rivoluzione?), attaccò Bernstein, definendo in modo chiaro l’ortodossia marxista,
secondo cui la rivoluzione era necessaria, il riformismo non avrebbe realizzato il
socialismo, e i parlamenti altro non erano che una finzione borghese. L’influenza del
libello, che anticipava per molti aspetti alcune teorie comuniste, fu grande. 
Oltre a ciò, la Luxemburg pubblicò numerosi articoli di analisi in giornali e riviste,
individuando molto presto le preoccupanti tendenze militariste ed imperialiste che
prendevano piede in Germania, e continuò a fare attivismo politico nell’ala sinistra
dello SPD.  

Le teorie sullo sciopero di massa di Rosa Luxemburg


Rosa Luxemburg aveva sempre creduto che il luogo in cui sarebbe scoppiata la
rivoluzione era la Germania, ma cambiò nettamente idea con la Rivoluzione russa
del 1905. Si recò così a Varsavia, prendendo parte alla lotta e finendo con l’essere
incarcerata.   
Dalla sua esperienza trasse le proprie teorie sull’attività di massa
rivoluzionaria, elaborate nel 1906 in Massenstreik, Partei un Gewerkschaften (Lo
sciopero, il partito e i sindacati). Per la Luxemburg, lo sciopero di massa era
lo strumento più importante, sia nell’Europa occidentale che in Russia, per arrivare
al socialismo. Lo sciopero di massa doveva derivare da alcune condizioni oggettive, e
avrebbe potuto radicalizzare i lavoratori e spingere la rivoluzione in avanti.   
Contrariamente a Lenin, Rosa Luxemburg non si soffermava su una struttura
partitica rigida e basata su un’avanguardia di rivoluzionari di professione, reputando
piuttosto che un’organizzazione sarebbe emersa in modo naturale dalla lotta.   

Ritorno a Berlino: L’accumulazione dei capitali


Rilasciata dalla prigionia a Varsavia, Rosa Luxemburg divenne docente presso la
scuola dello SPD a Berlino tra il 1907 ed il 1914. In questi anni scrisse la sua opera
più importante, “Die Akkumulation des Kapitals” (L’accumulazione del capitale,
1913), uno studio sull’imperialismo, interpretato come il risultato dell’espansione
del capitalismo verso le aree meno sviluppate del mondo.
Rispetto al pensiero di Marx, secondo cui il capitalismo sarebbe necessariamente
entrato in crisi, Rosa Luxemburg individuava i rischi del capitalismo internazionale e
dello sfruttamento dei paesi meno sviluppati.  
Da un punto di vista di azione politica, in questi anni Rosa Luxemburg, spostandosi
sempre più a sinistra, svolse un’incessante attività di agitazione popolare che la
portò in polemica con i principali leader dello SPD, contrari ad una eccessiva
radicalizzazione in senso rivoluzionario. 
Tra i temi che causarono maggior divisione c’era la riforma elettorale dello Stato
prussiano, proposta dal cancelliere liberale Bethmann-Hollweg, che avrebbe
allargato il diritto di voto, a cui l’ala radicale, di cui faceva parte la Luxemburg, era
nettamente contraria. Un ulteriore motivo di rottura per la Luxemburg stava nel
fatto che allo scoppio della Prima guerra mondiale il partito socialdemocratico
appoggiò le scelte belliche del governo tedesco: una scelta totalmente
incompatibile con le sue teorie contrarie al nazionalismo e all’imperialismo.
Nel 1916, con Karl Liebknecht ed altri radicali, Rosa Luxemburg si distaccò in modo
definitivo dallo SPD e fondò la Spartakusbund (Lega di Spartaco), che puntava
a porre fine al conflitto attraverso la rivoluzione ed un governo del proletariato. 
Alla base degli ideali della Lega di Spartaco c’era un libello polemico pubblicato in
Svizzera nel 1916, che la Luxemburg, arrestata per la sua contrarietà all’entrata in
guerra della Germania, aveva scritto dal carcere sotto lo pseudonimo di Junius: “Die
Krise der Sozialdemokratie” (La crisi della socialdemocrazia). In questa analisi del
movimento socialista, la Luxemburg sosteneva la necessità di un rovesciamento
del regime e la formazione a questo scopo di una nuova internazionale, in pieno
accordo con le posizioni di Lenin, con cui tuttavia era in disaccordo sul ruolo del
partito guida.

Il tentativo rivoluzionario e la fine


Per lo Stato prussiano la guerra era diventata insostenibile: il morale della
popolazione, gravemente affamata, era ai minimi storici. Dopo una rivolta di marinai
presso Keil, sul Baltico (4 novembre) scoppiarono rivoluzioni anche a Monaco e a
Berlino, che spinsero il Kaiser Guglielmo II ad abdicare. In questo contesto, a Berlino
Rosa Luxemburg, insieme a Liebknecht promosse una rivoluzione armata e
proclamò la Repubblica.
I numerosi fatti di sangue che si susseguirono a Berlino in questi mesi provocarono
una campagna di denigrazione ai danni della Luxemburg, additata dalla stampa
liberale e borghese come “Rosa la sanguinaria”.
Ispirati da ciò che stava succedendo in Russia con la rivoluzione bolscevica, Rosa
Luxemburg e Liebknecht puntavano a formare dei soviet dei lavoratori e dei
soldati, ma tali aspirazioni dovettero arrestarsi di fronte all’orientamento
conservatore dell’esercito e del partito socialista, che temeva la guerra civile. Ciò
diede il via ad una repressione armata della rivolta (4-15 gennaio 1919) ad opera
dei Freikorps, di ispirazione nazionalista e costituiti in gran parte da veterani della
guerra, che schiacciarono i rivoluzionari.
Lavoratori armati occupano il distretto dei giornali con automobili e mitragliatrici
nella Lindenstrasse a Berlino durante la rivolta spartachista (4-15 gennaio 1919)
— Fonte:  Ansa
Nel frattempo, nel dicembre del 1918, la Lega spartachista era confluita nel Partito
Comunista di Germania, tra i cui fondatori c’era Rosa Luxemburg. L’influenza del
comunismo russo era preponderante, anche se la Luxemburg aveva maturato nuove
idee che miravano a limitarla. Nel suo ultimo lavoro infatti, pubblicato postumo nel
1922 e dedicato alla Rivoluzione russa, la Luxemburg individuava nel partito di
Lenin pericolose tendenze agrarie, nazionaliste e dittatoriali. 
Rispetto al centralismo democratico di Lenin, Rosa Luxemburg continuò a
supportare la decisione democratica, ma non riuscì ad esercitare l’influenza sperata
sul nuovo partito comunista. Il 15 gennaio del 1919, a causa del loro ruolo nella
rivolta, Rosa Luxemburg e Liebknecht furono arrestati ed assassinati a Berlino dai
Freikorps. 

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