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18-06-2013
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Estratto
COSTANTINO I
ENCICLOPEDIA COSTANTINIANA
SULLA FIGURA E LIMMAGINE
DELLIMPERATORE
DEL COSIDDETTO EDITTO DI MILANO
313-2013
volume primo
isbn 978-88-12-00171-2
ISTITVTO DELLA
ENCICLOPEDIA ITALIANA
FONDATA DA GIOVANNI TRECCANI
ROMA 2013
Riccardo Chiaradonna
Sommario: Virt civili e assimilazione a dio: Plotino e Porfirio. Plotino Porfirio Giamblico
Filosofia e politica intorno a Giuliano imperatore
Epilogo
I secoli III-V sono lepoca del neoplatonismo,
lultima filosofia in un contesto religioso pagano,
databile da Plotino (205-270) alle scuole di Atene e
di Alessandria (V-VI secolo). tuttora discussa la
legittimit definitoria di una filosofia politica propriamente neoplatonica, giacch lorientamento
mistico e ascetico della tarda filosofia dambito pagano
spesso apparso come antitetico allelaborazione di
un autentico pensiero politico. Se vero, dunque,
che la filosofia tardoantica platonica, tuttavia leredit del platonismo politico vi resterebbe affatto
marginale. Questa valutazione tradizionale, per,
stata recentemente messa in discussione. Ci vale in
primo luogo per i pensatori pi celebri, come Plotino, Porfirio (234-305 circa), Giamblico (245-325
circa), Proclo (412-485). Esiste infatti un buon
numero di passi nelle loro opere nei quali sono affrontate questioni relative alla politica. Inoltre notevole, e ancora non del tutto investigato, il coinvolgimento di questi pensatori nelle vicende storiche
del tempo. La portata politica del neoplatonismo
diventa ancor pi grande se si includono in questo
movimento di pensiero autori come Giuliano imperatore (330/331-363), del quale effettivamente noto
il legame con i circoli filosofici del IV secolo. Se sia
possibile considerare Giuliano come esponente di
un neoplatonismo specificamente politico , come
vedremo, una questione difficile da risolvere e forse
destinata a rimanere aperta. In ogni caso, importante investigare il rapporto tra il suo progetto politico e lambiente filosofico dellepoca. Da simili considerazioni emerge un quadro del neoplatonismo
pi complesso e sfaccettato di quanto non si sia
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Sacca ad Alessandria (232-243), ha seguito limperatore Gordiano III nella sua sfortunata spedizione in Oriente2. Dopo essere transitato per Antiochia, Plotino si stabilisce a Roma (244), dove ha
rapporti stretti con llite politica e intellettuale (
interessante che Plotino non abbia mai visitato
Atene, per quanto possiamo sapere). La sua scuola
ma si trattava piuttosto, a quanto pare, di un circolo di intellettuali frequentata da senatori, letterati e altre personalit di rango sociale elevato.
Inoltre, Plotino intrattiene rapporti stretti con limperatore Gallieno e la moglie Salonina, tanto che,
come riferisce ancora Porfirio, sarebbe suo intento
fondare in Campania Platonopoli, una citt governata secondo le leggi di Platone3. Il progetto per
fallisce per lopposizione di altre persone vicine
allimperatore. Porfirio si premura inoltre di informare che Plotino stato impegnato nelle occupazioni pratiche, facendo ufficio di esecutore testamentario per gli orfani4. Questa serie di informazioni,
da cui emerge lattivo coinvolgimento di Plotino
nelle vicende storiche e politiche del suo tempo,
per bilanciata da elementi che vanno in direzione
opposta. La biografia si apre con la celebre descrizione di Plotino, filosofo che sembra vergognarsi
di essere in un corpo, rifiuta di farsi ritrarre e di
parlare di s stesso5. Se Plotino impegnato nelle
contingenze pratiche, in realt il suo intelletto non
mai distratto dalla contemplazione teoretica6.
Egli si adopera per distogliere il discepolo Zeto
dagli incarichi politici7, mentre un altro discepolo,
il senatore Rogaziano, arriva a rinunciare al suo
incarico dismettendo la propriet e licenziando i
servi8. C per un altro aspetto ancor pi significativo. Se vero che Plotino attraversa la crisi del
III secolo, niente di tutto questo traspare nelle sue
opere. Si sono voluti trovare riferimenti al contesto dellepoca nella descrizione delle tragiche vicissitudini umane in Enneadi III 2,6-8, oppure nellallusione alle istituzioni politiche che gli gnostici
hanno il torto di rifiutare9: ma difficile trarre conclusioni precise da passi cos generici10. Gli scritti
che compongono le Enneadi sono, quanto altri mai
nella filosofia antica (e non), privi di riferimenti al
contesto storico e sociale in cui sono stati composti (il contrasto con Platone in questo caso davvero stridente).
Inoltre, imprudente basarsi sulla biografia
composta da Porfirio per ricostruire latteggiamento
filosofico di Plotino verso la politica. Anche
lasciando da parte lintricatissima questione dellattendibilit del resoconto porfiriano, si deve considerare che una posizione ascetica e fondata sul
primato della teoresi rispetto alla prassi pu perfettamente coesistere con una condotta di vita attiva.
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Porfirio
La relazione tra Plotino e Porfirio costituisce
uno dei punti pi controversi nel neoplatonismo.
Porfirio non solo allievo di Plotino (fa parte per
cinque anni, dal 263 al 268, della sua scuola a Roma,
prima di lasciarla per recarsi in Sicilia), ma anche
editore dei trattati e autore della celebre biografia
sopracitata. Pubblicata nel 301, nellultimo periodo
della sua attivit, ledizione delle Enneadi fa probabilmente parte del progetto di Porfirio per rivendicare leredit filosofica di Plotino in contrapposizione a Giamblico (che di Porfirio era forse stato
allievo, prima di stabilirsi nella sua nativa Siria fondando una scuola ad Apamea o a Dafne, presso
Antiochia)25. In effetti, Porfirio respinge in buona
parte la principale innovazione del platonismo di
Giamblico, ossia lidea per cui lascesa dellanima
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al divino sarebbe garantita non dalla contemplazione intellettuale riservata ai filosofi, ma da pratiche teurgiche (specifiche pratiche rituali rivelate
dagli dei per permettere di entrare in contatto con
loro, delle quali anche i filosofi avrebbero bisogno)26. Porfirio, per, non stato solo un seguace
fedele di Plotino: su alcuni punti centrali, egli ha
di fatto iniziato il processo di allontanamento dallintellettualismo plotiniano che si compie dopo di
lui. Alcune opere di Porfirio (Sugli scritti di Giuliano il Caldeo, Sulle immagini divine, Sulla filosofia desunta dagli Oracoli), in buona parte perdute,
ma ampiamente ricostruibili attraverso citazioni
posteriori, testimoniano del suo vivo interesse per
i culti religiosi ellenici e, daltronde, il suo impegno a favore della religione tradizionale ampiamente confermato dalla polemica anticristiana nel
Contro i cristiani (di difficilissima ricostruzione)27.
Tutto controverso circa questi aspetti dellopera
porfiriana. Ad esempio, possibile (ma niente affatto
dimostrabile) che Porfirio sia stato tra gli ispiratori
della Grande persecuzione di Diocleziano (altri
invece ipotizzano un suo legame con Aureliano)28.
Probabilmente lincertezza destinata a permanere,
ma ormai gli interpreti tendono a respingere lidea
che gli scritti religiosi di Porfirio appartengano tutti
a una fase giovanile e segnata dallirrazionalismo,
prima dellincontro con Plotino. In realt, forse
pi plausibile che si debba collocarli avanti nel
tempo e che queste opere siano parte del progetto
ideologico anticristiano di Porfirio. Dividere rigidamente aspetti razionali e aspetti irrazionali non
corretto per Porfirio, come non corretto farlo
per gli altri autori tardoantichi. La sua opera appare
come unorganica difesa della tradizione ellenica
contro il cristianesimo, e questo carattere complessivo d conto di punti apparentemente distanti come,
da un lato, linteresse per i culti religiosi, dallaltro
il progetto di incorporare Aristotele allinterno del
platonismo commentandone i trattati e mostrando
la fondamentale armonia di Platone e di Aristotele,
i due maestri della filosofia ellenica29. Daltronde
ladesione allintellettualismo di Plotino da parte
di Porfirio implica alcune significative correzioni,
particolarmente evidenti nel caso della dottrina delle
virt.
La Sentenza 32 di Porfirio espressamente dedicata alla dottrina delle virt ed largamente basata
sul trattato I 2 di Plotino. Come molto spesso accade
nelle Sentenze, per, la sintesi e la sistemazione
della dottrina plotiniana implicano alcuni cambiamenti30. In primo luogo, il testo di Porfirio esplicitamente strutturato come una classificazione sistematica dei gradi di virt (come si visto, questo
non vale per il trattato I 2 di Plotino)31. Inoltre,
Porfirio si allontana da Plotino su alcuni punti centrali. Mentre Plotino ritiene che il dio a cui ci assimiliamo mediante la virt non sia esso stesso virtuoso, Porfirio individua una specifica classe di virt
proprie del mondo intelligibile: le virt paradigmatiche32. Questa innovazione va forse collegata
alla particolare dottrina metafisica di Porfirio,
secondo cui le cause di livello metafisico superiore
pre-contengono in s le qualit di cui sono causa
(Plotino invece riteneva che vi fosse una totale eterogeneit tra i principi intelligibili e ci che dipende
da essi)33. Pi importanti per la presente trattazione
sono due altri aspetti. In primo luogo, Porfirio caratterizza le virt politiche in modo diverso da Plotino e inserendo uno specifico riferimento alla vita
in comune: esse hanno di mira una comunanza che
non reca danno al vicino e sono dette civili in base
alla gregariet e alla comunanza34. Inoltre, tra le
virt civili e le virt contemplative Porfirio inserisce, come una classe intermedia e a s stante, le virt
purificative35. Si ha qui una novit di grande interesse, perch Porfirio viene di fatto ad ammettere
che esistono pratiche distinte dalla pura contemplazione teoretica e capaci di aiutare lanima verso
la purificazione e lascesa a dio. Pu darsi che egli
si riferisse alla teurgia (di cui ammetteva un uso
limitato e comunque subordinato alla contemplazione intellettuale), oppure al vegetarianesimo (Porfirio autore del De abstinentia, unopera quasi interamente conservata, in quattro libri, sullastinenza
dalla carne). Comunque sia, la presenza di un
gruppo di virt purificative, distinte da quelle intellettuali e contemplative, apre una breccia nellintellettualismo di Plotino, il quale aveva riassorbito
la purificazione nella teoresi. Dopo Porfirio la gerarchia dei gradi di virt si complica ulteriormente: i
neoplatonici pi tardi ammettono, ad esempio, lesistenza di virt teurgiche36. La via verso questo
sviluppo gi tracciata in Porfirio, anche se egli ne
contesta gli sviluppi pi radicali.
Giamblico
Giamblico ha una posizione cruciale nel pensiero tardoantico e pu essere considerato quasi
come un secondo fondatore del neoplatonismo dopo
Plotino. A lui infatti risale lintroduzione di alcune
novit che hanno avuto un decisivo influsso sullultima filosofia greca, in particolare sul neoplatonismo della scuola di Atene. Come si accennato, Giamblico in realt sviluppa e porta alle
estreme conseguenze elementi gi presenti prima di
lui, ma ci non deve indurre a sminuire la portata
del suo contributo. In primo luogo, egli introduce
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discusso da Giamblico e si pu dunque solo supporre lesistenza di una connessione come quella
appena richiamata.
per indubbio che, a partire da Giamblico, il
tema della legge acquisti un notevole rilievo. Si possiedono, ancora attraverso Stobeo, gli estratti di
una lettera indirizzata da Sopatro a suo fratello su
Come praticare il posto di governo che gli stato
assegnato56. Sarebbe allettante supporre che la lettera sia stata scritta dallallievo di Giamblico e consigliere di Costantino, ma pi probabile che lautore sia suo figlio (Sopatro 2) e il destinatario il
fratello Imerio57. Anche questo scritto caratterizzato da una concezione piuttosto modesta del governante, almeno se paragonata a quella del re filosofo.
Il bene a cui deve tendere Imerio non , infatti, il
bene assoluto, ma quello relativo alla situazione in
cui si trova ed consono ai rapporti di potere in cui
collocato. Lobiettivo la vita eccellente, che nel
quadro del neoplatonismo pu essere identificata
con la divinizzazione delluomo nei limiti del possibile attraverso la pratica delle virt58. Anche in
Sopatro, il tema della legge assume una notevole
importanza, e la filantropia propria del governante
comporta lamministrazione della giustizia come
strumento di educazione dei governati. Nel VI
secolo, gli ultimi neoplatonici di Alessandria svilupperanno questi temi dividendo (in accordo al
Gorgia di Platone) la filosofia pratica in due branche corrispondenti alla scienza legislativa e alla
scienza giudiziaria e subordinando la seconda alla
prima, giacch la giustizia amministrata in accordo
a canoni formulati dal legislatore. Questa divisione
sar giudicata pi appropriata rispetto alla divisione
aristotelica in etica, economica e politica59.
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ben attestata la controversia che ha opposto Temistio e un certo Massimo, forse Massimo di Efeso,
sullinterpretazione della sillogistica aristotelica, e
nella quale Giuliano ha fatto da arbitro64). Daltronde, elementi apparentemente lontani possono
in realt essere parti complementari di una posizione unitaria. Ad esempio tutta lopera di Temistio caratterizzata dalla presa di distanza, per lo
pi implicita, dal tipo di filosofia elaborato da Giamblico e dai suoi allievi. Ci visibile nelle parafrasi
aristoteliche, nelle quali non c traccia della lettura metafisica e pitagorizzante sviluppata da Giamblico. Fatto molto significativo, Temistio ritiene
inautentico il trattato di Archita sulle categorie65,
a cui Giamblico aveva invece accordato una posizione centrale nella sua interpretazione di Aristotele. Pi che uno scrupolo filologico, la posizione
di Temistio appare come una vera e propria critica
dellesegesi pitagorizzante di Giamblico, che era
invece probabilmente sviluppata dai filosofi vicini
a Giuliano (in particolare Prisco e Massimo di
Efeso)66. La discussione con Giuliano sul rapporto
tra filosofia e politica pu essere anche vista come
un altro capitolo di questo dibattito, e non un caso
che proprio linterpretazione di Aristotele costituisca uno dei punti principali di disaccordo tra Giuliano e Temistio.
Le orazioni di Temistio contengono una ripetuta difesa della scelta di essere pienamente implicato nella politica venendo meno a quella che appariva come la corretta vita filosofica. A partire da
questo dibattito, Temistio elabora la sua posizione
sul rapporto tra politica e filosofia, secondo la quale
non solo non vi opposizione tra le due, ma la politica il naturale completamento della filosofia, affinch i filosofi non siano tali solo a parole67: da qui la
critica, di ascendenza platonica68, rivolta ai filosofi
non socievoli e selvaggi69. Questo elogio della vita
attiva del filosofo costituisce il retroterra dellEpistola a Temistio di Giuliano. Per Temistio un filosofo-imperatore deve essere un vero filosofo-re pienamente impegnato nella pratica di governo,
incarnazione vivente della legge e immagine del
governo divino nel mondo: Temistio aveva forse
esortato Giuliano, negli scambi precedenti lEpistola a Temistio70, a seguire questo modello. Nella
sua risposta71, Giuliano respinge la posizione di
Temistio, distaccandosene in alcuni punti e ridimensionando limportanza della figura del re filosofo. Egli daltronde nega di essere tale e distingue
la sua posizione rispetto a quella di coloro che hanno
una piena formazione filosofica72. La critica dellunione, difesa da Temistio, tra monarchia e filosofia passa attraverso il confronto tra le figure di
Socrate e Alessandro, che Giuliano propone a tutto
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Epilogo
Con Giuliano il neoplatonismo pagano celebra
un effimero trionfo e con il suo breve regno si chiude
definitivamente ogni reale possibilit di restaurazione del paganesimo. Ci, per, non significa affatto
che la filosofia pagana si estingua subito dopo di
lui. In realt, la vicenda del neoplatonismo ancora
lunga, se si considera che nel V secolo si formano
le scuole di Alessandria e di Atene, dove operano
pensatori come Ammonio, Siriano, Proclo, Damascio e Simplicio. Le loro opere sono fondamentali
sia per ricostruire lultimo pensiero greco sia per
spiegare la transizione tra la filosofia antica e le tradizioni dei secoli successivi. Le vicende che nel 529
conducono alla chiusura della scuola platonica di
Atene per opera di Giustiniano e allesilio dei filosofi in Persia dimostrano che i filosofi pagani ateniesi sono un gruppo certamente assai poco numeroso, ma vitale e giudicato dallimperatore come
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Plot., I 2,4,15-20.
Plot., I 2,2,15-20.
Plot., I 2,7,10-12; 21-28.
Cfr. J. Wilberding, Automatic Action in Plotinus,
in Oxford Studies in Ancient Philosophy, 34 (2008), pp.
373-407.
22 Plot., I 5,10,10-12. In VI 9,7,20-28 Plotino, per
spiegare lesperienza dellunione dellanima con lUno,
fa riferimento a Minosse, il leggendario legislatore greco
che, dopo essere stato unito in amicizia a Zeus, legifera a
immagine di quella unione con dio. D.J. OMeara,
Platonopolis, cit., p. 74, sottolinea con argomenti molto
interessanti il significato politico di queste righe, che
per non va troppo accentuato: lanalogia, infatti, non
sviluppata ed veramente difficile ascrivere una specifica azione politica o legislatrice al saggio plotiniano.
23 Su questo, cfr. G. Catapano, Alle origini della
dottrina dei gradi di virt, cit.
24 Plot., IV 8,8; I 1,10 e 12.
25 Le fonti biografiche su Porfirio e Giamblico sono
particolarmente controverse e lacunose. Non neppure
dimostrabile con sicurezza che Giamblico abbia frequentato Porfirio essendo suo allievo. Spesso gli interpreti espandono le scarse notizie disponibili fornendo
un quadro dei fatti interessante, ma in larga parte ipotetico o addirittura fantasioso. Una discussione sobria e
documentata pu trovarsi in L. Brisson et al., Porphyre
de Tyr, in Dictionnaire, cit., pp. 1291-1298, e in J.M.
Dillon, Iamblichi Chalcidensis, cit., pp. 3-18.
26 Un resonto del dibattito tra Porfirio e Giamblico
sulla teurgia restituito particolarmente dalla Lettera
ad Anebo di Porfirio (perduta, ma ricostruibile principalmente attraverso Giamblico) e dal De mysteriis di
Giamblico si pu trovare in S. Knipe, Filosofia, religione, teurgia, cit., pp. 257-269.
27 Frammenti delle opere religiose in Porphyrius,
Fragmenta, hrsg. von A. Smith, Stuttgart-Leipzig 1993,
pp. 351-441. possibile che Porfirio abbia dedicato
anche unopera al culto solare, cfr. ivi, pp. 477-478. Il
dibattito sul Contro i cristiani ancora aperto. Si vedano i contributi raccolti in Le trait de Porphyre contre
les chrtiens, cit., e M. Zambon, Contra Christianos, in
Porphyre de Tyr, cit., pp. 1419-1447.
28 Il legame con Diocleziano stato ripetutamente
ipotizzato dagli interpreti, in base alla testimonianza di
Lattanzio (la cui valutazione comunque molto difficoltosa); da ultima, E. DePalma Digeser, A Threat to
Public Piety, cit. Il legame con Aureliano invece teorizzato da Porfirio. Filosofia rivelata dagli oracoli, cit.
29 Cfr. G. Karamanolis, Plato and Aristotle in
Agreement? Platonists on Aristotle from Antiochus to
Porphyry, Oxford 2006, pp. 243-330.
30 Cfr. C. DAncona, Les Sentences de Porphyre
entre les Ennades de Plotin et les lments de
Thologie de Proclus, in Porphyre, Sentences, cit., pp.
139-274, in partic. 228-230 sulla Sentenza 32.
31 Porph., Sent. 32,1-5.
32 Porph., Sent. 32,63-70.
33 Questa interpretazione stata avanzata da M.
Zambon, recensione a Marinus, Proclus ou sur le bonheur, cit., in Adamantius, 10 (2004), pp. 443-446.
34 Porph., Sent. 32,8-10.
35 Porph., Sent. 32,15-20.
36 Cfr. H.D. Saffrey, A.-P. Segonds, Introduction, in Marinus, Proclus ou sur le bonheur, cit., p.
LXXXIII, con una tavola sinottica che paragona le
liste di Porfirio, Marino, Damascio, Olimpiodoro,
Michele Psello. Da ultimo, lampia discussione di D.P.
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