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L’OSSERVATORE ROMANO GIORNALE QUOTIDIANO POLITICO RELIGIOSO

Unicuique suum Non praevalebunt
Anno CLVIII n. 6 (47.739) Città del Vaticano mercoledì 10 gennaio 2018
.

Videomessaggio in occasione del viaggio in Cile e Perú

Seoul e Pyongyang Pace
verso il disgelo e speranza condivise
Gli atleti nordcoreani parteciperanno alle Olimpiadi invernali sudcoreane

SEOUL, 9. Disgelo tra Corea del
Nord e Corea del Sud dopo un lun-
go periodo di tensione a causa dei
lanci di missili balistici e del sesto
test nucleare nordcoreano. D urante
la prima fase del dialogo di alto li-
vello tra Seoul e Pyongyang — il pri-
mo da dicembre del 2015 — la Corea
del Nord ha deciso che invierà i pro-
pri atleti (due pattinatori su ghiac-
cio) alle Olimpiadi invernali, in pro-
gramma dal 9 al 25 febbraio prossi-
mi nella località sciistica sudcoreana
di Pyeongchang.
Il colloquio ha avuto luogo nella
“casa della pace” del villaggio di
Panmunjom, la zona smilitarizzata al
confine tra Nord e Sud, simbolo
della tregua tra i due paesi asiatici
divisi dal 38° parallelo.
Oltre agli atleti, la delegazione
nordcoreana comprenderà un folto
gruppo di funzionari governativi, ac-
compagnatori, un team di supporto,
uno di artisti dello spettacolo, giorna-
listi e alcuni turisti. E per facilitare il
viaggio dei nordcoreani a Pyeon-
gchang, a soli ottanta chilometri dalla
linea smilitarizzata, Seoul non esclu-
de la possibilità di revocare tempora-
neamente le sanzioni contro Pyon-
gyang. A seguito dei ripetuti test mis-
silistici condotti da Kim Jong-un, la
Corea del Sud aveva infatti imposto
un divieto di ingresso sul proprio ter-
ritorio a diversi esponenti di spicco
del regime comunista nordcoreano.
Nel caso in cui si rendessero ne-
cessarie alcune misure per venire in-
contro ai nordcoreani, ha reso noto
oggi il portavoce del ministero degli
esteri sudcoreano, Roh Kyu-deok, il
governo di Seoul studierebbe la que-
stione con il Consiglio di sicurezza
dell’Onu e i paesi coinvolti.
La Corea del Sud ha anche pro-
posto che gli atleti dei due paesi
possano sfilare insieme in occasione
delle cerimonie di apertura e di
chiusura di Pyeongchang 2018.
Ma ovviamente, ai colloqui di
Panmunjom non si è parlato solo
della partecipazione dei pattinatori
nordcoreani ai Giochi olimpici. Ap-
profittando del clima favorevole, le
autorità sudcoreane hanno infatti
chiesto l’avvio di colloqui militari
per alleviare la tensione nella peniso-
la. Inoltre, Seoul ha proposto di te-
nere un meeting della Croce rossa
internazionale il mese prossimo, in-
torno alle festività per il capodanno
lunare, che cadranno il prossimo 16
febbraio, per discutere del ricon-
giungimento delle famiglie divise dal
confine stabilito al termine della
guerra di Corea, conclusasi con la
tregua del 1953 (un trattato di pace
non è stato mai firmato).
Segnali importanti anche da
Pyongyang. I nordcoreani hanno
confermato che da oggi è stata ripri-
stinata ufficialmente la linea telefoni-
ca con la Corea del Sud. Il collega-
mento fu interrotto nel febbraio del
2016 dalla Corea del Nord, per pro-
testare contro la chiusura imposta da
Seoul del complesso industriale di
Kaesong, gestito congiuntamente dai
due paesi. La linea veniva usata per
comunicare alle autorità nordcoreane
Stretta di mano tra i rappresentanti sudcoreano e nordcoreano ai colloqui di Panmunjom (Reuters)
Espulsi dagli Stati Uniti i salvadoregni vittime del terremoto
WASHINGTON, 9. Una nuova misura
molto dura è stata assunta dalla Ca-
sa Bianca nei confronti dell’immigra-
zione. Nel mirino dell’amministra-
zione guidata dal presidente Donald
Trump sono finiti i circa 200.000 cit-
tadini di El Salvador che da oltre
dieci anni vivono nel paese. Si tratta
di individui e famiglie sfuggiti ai due
devastanti terremoti che colpirono il
paese centroamericano nel 2001 e ai
quali gli Stati Uniti riconobbero lo
status di protezione temporanea.
Ora il dipartimento per la sicurezza
nazionale si appresta a espellerli.
Finora i loro visti erano stati sem-
pre prorogati, sia dall’amministra-
zione di George W. Bush, sia da
quella di Barack Obama. Trump ha
invece deciso di porre fine a questo
regime. Le persone che perderanno
lo status di protezione temporanea
saranno costrette a lasciare il paese,
pena il rimpatrio forzoso. In parti-
colare, i cittadini salvadoregni coin-
volti nel provvedimento avranno
tempo fino al 9 settembre del 2019
per lasciare gli Stati Uniti se non
spostamenti che coinvolgevano citta-
dini sudcoreani in entrata o uscita
dal complesso di Kaesong, situato
subito a nord della linea di demarca-
zione intercoreana.
Nuove misure dell’amministrazione Trump sull’immigrazione
troveranno il modo di ottenere una
residenza legale.
La motivazione addotta dal di-
partimento per la sicurezza naziona-
le, guidato da Kirstjen Nielsen, è
che le condizioni di El Salvador so-
Proteste contro la decisione di Trump di espellere i salvadoregni
Da Pechino, la Cina ha fatto sape-
re di avere «accolto con favore» i
colloqui di alto livello a Panmun-
jom.
Lo ha detto alla stampa il porta-
voce del ministero degli esteri, Lu
Kang. «Come paese vicino della pe-
nisola coreana, la Cina accoglie e so-
stiene le recenti azioni positive adot-
tate dalle due Coree per facilitare le
loro relazioni», ha precisato Lu.
Da Mosca, Dmitri Peskov, porta-
voce del presidente russo, Vladimir
Putin, ha detto che «solo attraverso
il dialogo è possibile allentare le ten-
sioni nella penisola coreana». Peskov
ha poi ricordato che Putin si è più
volte espresso a favore della ripresa
dei contatti diretti tra Pyongyang e
Seoul, chiedendo di «astenersi da
qualsiasi azione, passo o dichiarazio-
ne che possa ostacolarli».
Nell’accogliere positivamente la ri-
presa del dialogo inter-coreano, il
Giappone ha però sollecitato una
maggiore pressione sul regime di
Pyongyang. Un tema che è stato ri-
badito nei giorni scorsi dal primo
ministro nipponico, Shinzo Abe, se-
condo il quale «il dialogo fine a se
stesso non ha alcun significato,
l’unica cosa che ha rilevanza è l’ab-
bandono completo, documentato e
irreversibile del programma nuclea-
re» della Corea del Nord.
no migliorate dai tempi dell’ondata
sismica che sconvolse il paese e che
quindi lo status di protezione non
ha più motivo di esistere.
A nulla sembrano essere valse le
proteste delle associazioni per la di-
Carmen Losana, «Esperanza» (2015)
Condividere l’annuncio della pace
e confermare nella speranza: sarà
questo il senso del viaggio che il
Papa si appresta a compiere in Cile
e in Perú dal 15 al 22 gennaio. A
sottolinearlo è lo stesso Francesco
in un videomessaggio in lingua
spagnola inviato alle popolazioni
dei due paesi latinoamericani. «De-
sidero incontrarvi, guardarvi negli
occhi, vedere i vostri volti e poter
sperimentare insieme la vicinanza
fesa dei diritti civili, che mettono in
guardia dai rischi del rientro di così
tante persone in un paese ancora se-
gnato da violenze e caratterizzato
da un’elevata instabilità politica. A
questo si aggiunge la questione dei
di Dio, la sua tenerezza e la miseri-
cordia» spiega il Pontefice. Del re-
sto, fa notare, «conosco la storia
dei vostri paesi, forgiata con impe-
gno, dedizione» e «l’amore che
provate verso quanti sono scartati
dalla società». Per questo, conclu-
de, «pongo nelle mani della Vergi-
ne Maria, Madre d’America, questo
viaggio».
PAGINA 8
circa 190.000 bambini nati dai salva-
doregni cui era stato riconosciuto lo
status di protezione e che sono cit-
tadini regolari per essere nati sul
suolo statunitense.
Lo scorso novembre l’amministra-
zione Trump aveva sospeso il pro-
gramma di protezione temporanea
anche per i 60.000 haitiani arrivati
nel paese dopo il terremoto del 2010
e per 2500 nicaraguensi vittime
dell’uragano Mitch del 1998.
Le misure si inseriscono nell’am-
bito di una politica dell’immigrazio-
ne particolarmente restrittiva avviata
dalla Casa Bianca. Nel mirino di
Trump figurano in particolare due
obiettivi. Da una parte la cosiddetta
“catena migratoria”, ovvero la possi-
bilità per uno straniero di arrivare
negli Stati Uniti regolarmente gra-
zie ai legami di parentela; dall’altra
il contrasto agli ingressi clandestini.
Su questo secondo fronte, Trump è
particolarmente attivo avendo pro-
messo in campagna elettorale di eri-
gere un muro al confine con il Mes-
sico per evitare l’ingresso di irrego-
lari. A questo scopo il presidente ha
chiesto un finanziamento di 18 mi-
liardi di dollari nell’arco dei prossi-
mi dieci anni. La cifra fa parte di
una serie di altre richieste che

La fede in dialetto Trump ha inviato al Congresso, se-

ra non parla. Che senso ha consigliare di in-
di FRANCO LO PIPARO
trodurlo nel mondo della fede mediante l’uso
l Papa, il 7 gennaio, nella Cappella Sisti- del dialetto o di qualsiasi altra lingua? La
cibernetici hanno scoperto che fin dal primo
istante in cui entriamo nel grande mondo
siamo in grado di distinguere la lingua della
mento della lingua in cui si è andato forman-
do prima di nascere.
E se la parola “dialetto” (dal greco diàlektos,
condo quanto riportato dai media
statunitensi. I 18 miliardi di dollari
dovrebbero finanziare la costruzione
di 500 chilometri di muro e il raf-
forzamento delle barriere e delle
fortificazioni già esistenti su un’altra

I na, in occasione del battesimo di alcuni

bambini ha dichiarato: «La trasmissione
della fede si può fare soltanto “in dialetto”,
nel dialetto della famiglia, nel dialetto di papà
e mamma, di nonno e nonna. Poi verranno i
catechisti a sviluppare questa prima trasmis-
sione, con idee, con spiegazioni... Ma non di-
menticatevi questo: si fa “in dialetto”».
y(7HA3J1*QSSKKM( +:!"!#!=!z!
questione, se posta in questi termini, diventa
ancora più incomprensibile.
Quelle parole il Papa le ha pronunciate in
riferimento agli infanti. La parola “infante”
proviene dal verbo latino fari (“parlare”) pre-
ceduta dalla negazione in. Un infante è dun-
que letteralmente un non (ancora) parlante. È
anche sinonimo di individuo non linguistico?
madre, nel cui grembo siamo venuti all’esi-
stenza, dalle altre lingue. L’esperimento è
più semplice di quanto non si pensi. Il neo-
nato ciuccia più intensamente e con maggio-
re frequenza quando è esposto a voci della
lingua materna piuttosto che a voci di altre
lingue. Segno inequivocabile di riconosci-
“lingua”) usata dal Pontefice facesse riferi-
mento non a questo o a quell’idioma ma al
cordone ombelicale fatto di parole che lega il
nascituro alla madre e, tramite lei, al mondo?
Torniamo alla singolare esortazione del Pa-
pa: «La trasmissione della fede si può fare
soltanto “in dialetto”, nel dialetto della fami-
glia, nel dialetto di papà e mamma, di nonno
porzione di confine lunga 650 chilo-
metri. Se il progetto venisse realiz-
zato, significherebbe che più della
metà dell’estensione totale del confi-
ne tra Stati Uniti e Messico sarebbe
delimitata da un muro o da altre
strutture.

Le parole del Pontefice sono state riprese
dalle agenzie di stampa e sono rimbalzate sul-
le pagine di alcuni giornali. Cosa mai vorrà
dire il Papa? E nelle famiglie dove non si par-
la alcun dialetto non ci può essere trasmissio-
ne della fede?
Il battesimo è il rito con cui un individuo,
un bambino di solito, entra a far parte della
comunità cristiana. Quel bambino è tecnica-
mente un infante, ossia una persona che anco-
Sappiamo da un po’ di tempo che le cose non
stanno in questi termini. Noi esseri umani sia-
mo individui linguistici ancor prima di comin-
ciare a parlare.
La parte del cervello che per prima si for-
ma quando siamo nel grembo materno è
l’orecchio. Di conseguenza, la voce di nostra
madre è il primo contatto che abbiamo col
mondo già prima di nascere. Esperimenti so-
fisticati e non invasivi condotti con ciucciotti
e nonna». Gli infanti non parlano ma sanno
distinguere le voci familiari della lingua ma-
terna da quelle di altre lingue.
Nello studio della filosofa Adele Cortina Trasmettere a un non ancora parlante la fe- I vescovi
de «in dialetto» potrebbe dunque voler dire
Chi ha paura proprio questo: fargli sentire, con parole che Provvedimento
l’infante sa riconoscere, la fede come qualcosa
dei senza ruolo di familiare. Il battesimo «in dialetto» non sa- straziante
rebbe altro che il prolungamento affettivo e
SILVINA PÉREZ A PAGINA 5 cognitivo della vita prima di nascere. PAGINA 6
pagina 2
I temi al centro della visita del presidente francese Macron in Cina
PECHINO, 9. Nella sua seconda gior-
nata di visita ufficiale in Cina, dopo
aver rilanciato ieri l’impegno comu-
ne di Bruxelles e di Pechino a difesa
dell’ambiente, il presidente francese
Emmanuel Macron ha avuto oggi
un colloquio bilaterale con il presi-
dente Xi Jinping. I due leader han-
no presieduto alla firma di circa cin-
quanta accordi, alcuni dei quali in
settori strategici come energia nu-
cleare e aerospazio.
«L’Europa è tornata, sono qui per
portare le nostre relazioni nel XXI se-
colo» ha dichiarato Macron nel suo
discorso iniziale. «Il futuro ha biso-
gno di Francia, Europa e Cina: sia-
mo la memoria del mondo» ha affer-
mato il capo dell’Eliseo, durante la
prima tappa del viaggio presidenzia-
le a Xian, antica capitale imperiale e
porta di ingresso della antica via
della Seta. Macron ha dunque sotto-
lineato che l’Ue «deve raccogliere la
sfida della nuova via della Seta», il
grande progetto commerciale annun-
ciato dal presidente Xi con un cele-
bre discorso nel 2013. Tuttavia, Ma-
cron ha ribadito la necessità di scon-
giurare una «nuova egemonia». È
stato chiaro nell’affermare che «l’Eu-
ropa guarda con favore al colossale
progetto cinese che prevede infra-
strutture per oltre mille miliardi di
dollari», sottolineando però che
«queste strade vanno percorse nei
due sensi, non possono essere lo
strumento di una nuova egemonia
per mettere in stato di vassallaggio i
paesi che attraversano».
Prima di incontrare Xi Jinping a
Pechino, Macron lo ha elogiato pub-
blicamente per aver mantenuto gli
accordi di Parigi sul clima dopo il
passo indietro degli Stati Uniti. «Pe-
chino ha dimostrato consapevolezza
e grande senso di responsabilità», ha
detto, lanciando la proposta di orga-
nizzare «un anno franco-cinese della
Rimpasto
nell’esecutivo
in Polonia
VARSAVIA, 9. Rimpasto di governo,
oggi, in Polonia. Lo ha confermato
il premier, Mateusz Morawiecki.
Tra i ministri che hanno perso la
poltrona ci sono il responsabile per
la politica estera, Witold
Waszczykowski, e il ministro della
difesa, Antoni Macierewicz, sostituiti
rispettivamente da Mariusz Błasz-
czak e Jacek Czaputowicz.
Il portavoce dell’esecutivo di Var-
savia, Joanna Kopycińska, ha ag-
giunto che il giuramento dei nuovi
ministri avverrà davanti al capo del-
lo stato, Andrzej Duda. Secondo i
media locali, il rimpasto è stato con-
cordato da Morawiecki con Jarosław
Kaczyński, il leader del partito con-
servatore al governo Diritto e giusti-
zia (Pis), già la settimana scorsa.
Dopo il giuramento, Morawiecki
partirà per Bruxelles, dove è stato
convocato per un incontro dal presi-
dente della Commissione europea,
Jean-Claude Juncker. Al centro dei
colloqui, le minacce allo stato di di-
ritto in Polonia denunciate dall’Ue.
Nel mirino di Bruxelles c’è la ri-
forma della giustizia, e più in parti-
colare tredici leggi, che secondo l’Ue
mettono a serio rischio l’indipenden-
za del sistema giudiziario e la sepa-
razione dei poteri. Alcuni paesi
avrebbero già dato il via libera alla
prima fase della procedura Ue
dell’articolo 7, che prevede un nuovo
tentativo di convincere Varsavia a
tornare allo stato di diritto, in una
pressione congiunta di Commissio-
ne, Parlamento e Consiglio Ue. Solo
in un secondo momento, in quel ca-
so con una votazione all’unanimità,
sono previste sanzioni.
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Clima e commercio
Macron e Xi Jinping durante la conferenza stampa a Pechino (Reuters)
Irlanda del Nord
da un anno
senza
governo
LONDRA, 9. Nelle scorse settima-
ne, il governo britannico ha do-
vuto prendere una decisione piut-
tosto inconsueta: ha, infatti, do-
vuto approvare il bilancio dell’Ir-
landa del Nord al posto del par-
lamento e del governo autonomi
locali. In effetti, per via di una
grave crisi politica, quest’ultimi
non si riuniscono da un anno.
Il parlamento e il governo
dell’Irlanda del Nord, una delle
quattro nazioni costitutive del Re-
gno Unito, sono stati istituiti alla
fine degli anni novanta per garan-
tire maggiore autonomia alla re-
gione. Si occupano soprattutto di
tasse, salute e istruzione. Negli
anni sono rimasti fermi più volte
(la più eclatante dal 2002 al
2007), ma la crisi politica in corso
è la più grave degli ultimi tempi.
L’ultimo governo era appoggiato
sia dagli unionisti del Partito de-
mocratico unionista, sia dai re-
pubblicani del Sinn Féin
L’esecutivo è caduto a gennaio
del 2017, quando il vice-primo mi-
nistro del Sinn Féin, Martin
McGuinness, si è dimesso in po-
lemica con il premier, Arlene Fo-
ster, colpita da uno scandalo ri-
guardante gli incentivi per le
energie rinnovabili approvati
quando ricopriva l’incarico di mi-
nistro per il commercio. Da allora
non si è più riunito.
Arresti per mafia
in Italia e in Germania
ROMA, 9. Operazione contro la
mafia in Italia e in Germania. So-
no almeno 169 gli arresti scattati
dalle prime ore di questa mattina
in diverse regioni italiane e oltre
confine, al termine di indagini
coordinate dalla Direzione distret-
tuale antimafia (Dda) di Catanza-
ro. Le indagini hanno portato a
evidenziare infiltrazioni criminali
in moltissimi settori dell’economia:
dal commercio di prodotti vinicoli
e alimentari, alla raccolta dei rifiu-
ti, ai servizi funebri, agli appalti
pubblici, riscontrando complicità
GIOVANNI MARIA VIAN Servizio vaticano: vaticano@ossrom.va
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L’OSSERVATORE ROMANO
Un’immagine della petroliera
in fiamme (Reuters)
transizione ecologica» fra il 2018 e il
2019, e chiedendo l’appoggio della
Cina al progetto di vedere ricono-
sciuto un «diritto internazionale
dell’ambiente» proposto dalla Fran-
cia all’O nu.
A proposito degli accordi com-
merciali, si nota l’impegno della
JD.com, la piattaforma di e-commer-
ce cinese, che ha preannunciato che
venderà beni francesi per il contro-
valore di due miliardi di euro nel
corso dei prossimi due anni, inclusi
vino e cognac, e spenderà cento mi-
lioni di euro in prodotti industriali
francesi.
Dal momento che il presidente ci-
nese aveva espresso grande ammira-
zione per i 104 cavalli della Guardia
repubblicana che nel 2014 lo hanno
scortato all’Eliseo, Macron ha deciso
di regalargli il più bello, «simbolo
dell’eccellenza francese»: Vésuve de
Brekka, un baio bruno di otto anni.
L’Eliseo ha spiegato che si tratta di
«un gesto diplomatico senza prece-
denti che dimostra la volontà di
stringere legami di amicizia con i ca-
pi di stato stranieri».
Mentre Bruxelles rifà i conti della Brexit
May presenta la lista dei ministri
LONDRA, 9. Theresa May ha pre- A guidare il ministero dell’istru-
sentato ieri la nuova lista di mini- zione arriva Damian Hind, 48 an-
stri: pochi i cambiamenti dell’an- ni, già viceministro per l’occupa-
nunciato rimpasto di governo, ma zione, mentre alla cultura il compi-
secondo la stampa sono strategici. to è stato affidato al trentanovenne
In serata c’è stato un ennesimo, ul- Matt Hancock, finora viceministro
timo cambiamento perché Justin delegato al digitale. Sostituiscono
Greening, che May aveva voluto due donne, rispettivamente Justin
spostare dall’istruzione al lavoro, Greening e Karen Bradley, che pe-
non ha accettato la proposta e ha rò resta nel governo, avendo accet-
preferito ritirarsi dall’esecutivo. tato la nomina a ministro per l’Ir-
Alcuni membri del nuovo governo May in uscita da Downing Street (Reuters)
In Francia si indaga
sui rallentamenti degli iPhone
pesantissime nelle amministrazioni PARIGI, 9. Dopo le polemiche delle
pubbliche. E l’operazione dei ca- ultime settimane sul rallentamento
rabinieri contro la mafia calabrese degli smartphone iPhone meno re-
denominata ‘ndrangheta ha porta- centi — come ammesso dalla stessa
Apple —, la Francia ha aperto una
to all’arresto, tra gli altri, del pre-
vera e propria indagine per presun-
sidente della provincia di Crotone,
ta «truffa» e «obsolescenza pro-
Nicodemo Parrilla, due sindaci e
grammata» nei confronti dell’azien-
svariati assessori.
da di Cupertino. La notizia è arri-
Sono emerse anche collusioni di vata alla stampa questa notte ma
un clan pure in territorio tedesco risulta che l’indagine è stata aperta
per le forniture di diversi prodotti il 5 gennaio scorso. Viene condotta
alimentari, con cellule operative a dalla procura di Parigi e fa seguito
Francoforte, a Wiesbaden, a Mo- a una denuncia presentata il 27 di-
naco e a Stoccarda. cembre dall’Associazione che pro-
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Petroliera in fiamme nelle acque cinesi
Rischio
disastro ambientale
PECHINO, 9. La petroliera iraniana
Sanchi, coinvolta sabato sera in
una collisione con un mercantile
nelle acque della Cina, potrebbe
esplodere e affondare, provocando
uno dei più gravi disastri ambien-
tali degli ultimi anni.
Il rischio è che la nave possa di-
sperdere in mare parte del suo cari-
co di greggio raffinato, quasi un
milione di barili, pari a 136.000
tonnellate. Per dare un’idea del
landa del Nord in sostituzione di
James Brokenshire, impossibilitato
per motivi di salute. Ci sarà una
donna anche a capo del ministero
del lavoro: è la cinquantenne
Esther McVey, che i giornali descri-
vono come una del gruppo dei de-
putati Tory meno favorevoli alla
Brexit. Restano al loro posto Boris
Johnson alla guida della diploma-
zia del Regno Unito, Amber Rudd
al ministero dell’interno, Philip
Hammond come Cancelliere dello
Scacchiere e David Davis come mi-
nistro per l’uscita dall’Unione eu-
ropea.
E proprio nel giorno in cui The-
resa May ha modificato il suo ese-
cutivo, la commissione europea ha
ripreso a fare previsioni e calcoli
sui costi dell’addio di Londra
all’Unione. Ieri a Bruxelles si è
parlato del quadro finanziario plu-
riennale dell’Unione subito dopo il
2020, quando le sterline britanni-
che non arriveranno più nelle casse
della Ue. La commissione farà pro-
poste dettagliate a maggio, ma in-
tanto il commissario al bilancio,
Günther Oettinger, ha ricordato
che «verranno meno tra i 12 e i 13
miliardi di euro e dunque è pensa-
bile che il contributo che ciascun
paese dovrà versare nelle casse di
Bruxelles dovrà crescere dell’1-1,1
per cento all’anno». I tagli non do-
vrebbero incidere sul programma
Erasmus né sul piano di ricerca e
innovazione Horizon 2020, ha sot-
tolineato.
muove uno stop alla obsolescenza
programmata, «Halte à l’obsole-
scence programmée» (Hop). Apple
ha infatti ammesso di rallentare de-
liberatamente gli iPhone più vecchi
con possibili problemi alla batteria,
affermando di farlo in modo da
evitare che si spegnessero all’im-
provviso. Poi ha presentato scuse ai
consumatori. E dopo che Cuperti-
no ha ammesso di usare in questo
modo gli aggiornamenti, negli Sta-
ti Uniti hanno preso subito il via
tre azioni legali collettive, una in
Illinois, due in California.
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mercoledì 10 gennaio 2018
possibile impatto ambientale, la
petroliera Exxon Valdez trasporta-
va un carico di poco più di un mi-
lione di barili quando, nel 1989, ne
riversò 260.000 al largo dell’Ala-
ska. Un incidente tra i peggiori
mai registrati per l’ambiente, che
danneggiò in maniera grave l’eco-
logia locale.
Le operazioni di ricerca dei di-
spersi e di contenimento del danno
sono state finora ostacolate dal
maltempo, ma, soprattutto, dall’in-
cendio che dalla petroliera si è
esteso anche sull’acqua, generando
gas altamente tossici. Ma a rendere
più complicate le operazioni è an-
che la natura del materiale traspor-
tato, il cosiddetto “condensato”. A
contatto con l’acqua, questo tipo di
greggio ultraleggero evapora rapi-
damente, trasformandosi in un gas
infiammabile che può generare
esplosioni.
La Sanchi, registrata a Panamá e
diretta in Corea del Sud, si è scon-
trata con il mercantile Cf Crystal
di Hong Kong, a circa 160 miglia
al largo di Shanghai, in una dina-
mica ancora poco chiara. La Cina
e la Corea del Sud hanno mobilita-
to navi e aerei per ricercare l’equi-
paggio della petroliera. Anche la
marina statunitense ha inviato da
Okinawa un aereo da ricognizione.
Per ora, è stato ritrovato il cada-
vere di uno dei 32 marinai dispersi,
quasi tutti iraniani. In salvo, inve-
ce, i 21 cinesi che erano a bordo
del mercantile.
Vittime
per il freddo
in India
NEW DELHI, 9. Almeno 44 persone
sono morte nelle ultime ore per il
freddo a New Delhi, capitale
dell’India. Il quotidiano indiano in
lingua inglese «The Pioneer», che
cita fonti delle forze dell’ordine, ha
precisato che con quest’ultime vitti-
me — soprattutto uomini e donne
senzatetto — i morti registrati fino-
ra a New Delhi nella stagione in-
vernale sono stati 290. L’ondata di
freddo sta provocando anche molti
disagi per i trasporti.
Il giornale sostiene che le autori-
tà cittadine hanno organizzato, co-
me ogni anno, ripari per i senzatet-
to, rilevando, però, che essi sono
«assolutamente insufficienti per le
necessità esistenti».
La vicenda ha provocato aspre
polemiche. Il governatore della ca-
pitale, Arvind Kejriwal, ha girato la
responsabilità di quanto accaduto
all’esecutivo centrale indiano.
In un tweet, Kejriwal ha infatti
accusato direttamente di questi de-
cessi il delegato del governo cen-
trale nella capitale, Anibal Baijal,
responsabile — secondo il governa-
tore di New Delhi — di avere no-
minato senza consultarlo un fun-
zionario «inutile» alla guida
dell’organismo che si occupa del
miglioramento dei ricoveri per i
senzatetto nella capitale dell’India.
Aziende promotrici della diffusione
Intesa San Paolo
Ospedale Pediatrico Bambino Gesù
Società Cattolica di Assicurazione
Credito Valtellinese
mercoledì 10 gennaio 2018 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 3

L’authority statunitense per l’energia blocca l’iniziativa della Casa Bianca

Bocciato il piano di Trump sul carbone

WASHINGTON, 9. Ancora un brusco La bocciatura del piano da parte pressioni degli executive miliardari «È una vittoria per i consuma-
stop ai provvedimenti dell’attuale dell’authority è stata accolta con del carbone e del nucleare per il tori, per il libero mercato e per
amministrazione statunitense. La grande favore dalle associazioni am- salvataggio dei loro impianti non l’aria pulita» ha dichiarato da pare
Federal energy regulatory commis- bientaliste che si erano battute con- economici» ha osservato in una no- sua l’ex sindaco di New York, Mi-
sion (Ferc) ha bocciato il piano del tro il progetto del presidente. ta Mary Anne Hitt, rappresentante chael Bloomberg, inviato delle Na-
presidente degli Stati Uniti, Donald «L’annuncio odierno della Ferc è di diverse organizzazioni che si bat- zioni Unite per il cambiamento cli-
Trump, che puntava al salvataggio un ritorno alla realtà dopo mesi di tono in difesa dell’ambiente. matico.
dell’industria del carbone. L’autho-
rity statunitense per l’energia, com-
posta da commissari bipartisan no-
minati dal capo della Casa Bianca e
confermati dal senato, ha respinto
all’unanimità il piano di sussidi alle
A est di Damasco centrali elettriche, come quelle a
carbone o nucleari, che mantengo-

Raid israeliano no scorte di carburante sul sito per

novanta giorni.
Il piano della Casa Bianca — ela-

in Siria borato dal segretario dell’energia

DAMASCO, 9. L’esercito siriano ha
annunciato questa mattina di aver
abbattuto un jet israeliano mentre
era in corso un attacco contro un
deposito di armi nei pressi di Al Ka-
tifa, sobborgo est di Damasco.
In un comunicato l’esecutivo ha
confermato il raid israeliano, che sa-
rebbe stato condotto non solo con i
caccia, ma anche con missili terra-
terra. Il comunicato afferma che l’at-
tacco «è stato respinto» e che sareb-
bero stati abbattuti anche alcuni
missili israeliani. Il governo ha quin-
di «messo in guardia dai rischi rap-
presentati da simili aggressioni» con-
siderando lo Stato di Israele «piena-
mente responsabile per le sue riper-
cussioni».
Fonti dell’opposizione siriana han-
no parlato di almeno quattro velivoli
che sarebbero penetrati in Siria at-
traverso lo spazio aereo libanese.
Nessuna conferma del raid è giun-
ta da Israele. La scorsa domenica —
riferiscono i media — il governo pre-
sieduto da Benjamin Netanyahu ave-
Torna
l’elettricità
a Gaza
TEL AVIV, 9. Israele ha annunciato
ieri che riattiverà la fornitura elettri-
ca verso la striscia di Gaza. La deci-
sione è stata presa dopo che le
autorità palestinesi avevano reso no-
to, la scorsa settimana, che avrebbe-
ro ripreso i pagamenti. La riattiva-
zione fornirà anche 50 megawatt in
più. Il presidente palestinese,
Mahmoud Abbas, aveva deciso di
interrompere i pagamenti lo scorso
aprile per fare pressioni su Hamas —
il gruppo che controlla il territorio
dal giugno 2006 — e costringerlo a
negoziare un accordo con Al Fatah.
La fornitura israeliana è l’unica fonte
di energia non solo per le abitazioni
di Gaza, ma anche per strutture fon-
damentali quali ospedali, scuole e
fabbriche.
Al Sisi si appresta ad annunciare la sua candidatura per un nuovo mandato
IL CAIRO, 9. Si terranno a fine mar-
zo, con eventuale ballottaggio un me-
se dopo, le elezioni presidenziali egi-
ziane. Il primo turno della tornata
elettorale si terrà dal 26 al 28 marzo
prossimo e, qualora nessun candidato
dovesse superare il 50 per cento dei
voti, il ballottaggio è già fissato per il
24-26 aprile.
L’annuncio è stato dato ieri in una
conferenza stampa dell’Autorità na-
zionale per le elezioni. Gli egiziani
all’estero voteranno il 16-18 marzo per
il primo turno. Le candidature do-
vranno essere presentate tra il 20 e il
29 gennaio e la lista definitiva dei
candidati ammessi sarà annunciata il
24 febbraio, giorno in cui inizierà la
campagna elettorale.
Il presidente Al Sisi non ha ancora
sciolto la riserva per una sua candida-
tura, ma al momento non sono emer-
si avversari che possano sfidarlo con
possibilità di successo. A novembre
va tenuto una lunga riunione pro-
prio sulla crisi siriana e sulla situa-
zione al confine. In quell’occasione
— dicono le stesse fonti — il ministro
della difesa israeliano, Avigdor Lie-
berman, aveva espresso le sue preoc-
cupazioni per le «possibili infiltra-
zioni terroristiche dal territorio siria-
no in Israele».
Il capo di stato interviene in parlamento dopo le recenti manifestazioni
Rohani
difende l’unità dell’Iran
TEHERAN, 9. «Siamo una grande
nazione. Le autorità non sono infal-
libili e tutti possono essere criticati.
Se queste critiche sono accompa-
gnate da speranza, volontà e solu-
zioni corrette, sono molto utili».
Così si è espresso ieri il presidente
iraniano, Hassan Rohani, nel corso
di una riunione straordinaria del
parlamento a Teheran convocata
per discutere delle recenti proteste.
Rohani ha lanciato un appello
all’unità del paese e ha chiesto una
maggiore trasparenza nell’azione
del governo. «Ovunque nel mondo
— ha spiegato — alcune persone
strumentalizzano a proprio vantag-
gio le richieste e le proteste, ma le
persone hanno diritto di dire
“ascoltateci e rispondete alle nostre
domande”».
Secondo l’agenzia ufficiale irania-
na Irna, durante la seduta straordi-
naria del parlamento «è stato messo
in risalto che elementi stranieri han-
no avuto un ruolo fondamentale
nell’organizzare, fomentare e mani-
polare la recente protesta» secondo
quanto ha spiegato Jalal Mirzarei,
uno dei parlamentari. Le proteste
sono cominciate lo scorso 28 di-
cembre a Mashhad a causa del ca-
rovita e della disoccupazione. Poi si
sono diffuse a macchia d’olio in
tutti i maggiori centri del paese,
compresa Teheran. I morti accertati
Parte in Egitto la corsa delle presidenziali
I rappresentanti dell’Autorità egiziana per le elezioni annunciano la data del voto (Reuters)
degli Stati Uniti, Rick Perry — pun-
tava a sostenere in particolar modo
l’industria del carbone in crisi negli
ultimi anni per il crescente ricorso
alle energie più pulite, dal gas natu-
rale al solare. Tra il 2010 e il 2015
gli impianti a carbone hanno rap-
presentato il 52 per cento di quelli
chiusi negli Stati Uniti, secondo le
statistiche governative. La difesa del
carbone è stato uno dei punti forti
della campagna elettorale di Trump
sono 23, mentre gli arresti oltre Da segnalare, intanto, che oggi
400. l’Alto rappresentante Ue per la po-
Sempre ieri nuove manifestazioni litica estera, Federica Mogherini, ha
si sono svolte in diverse città convocato per l’11 gennaio a Bru-
dell’Iran settentrionale per esprime- xelles una riunione tra i ministri de-
re sostegno al governo. Cortei si so- gli esteri dei tre paesi europei nego-
no svolti a Sanandaj, capoluogo ziatori per il nucleare iraniano
della provincia iraniana del Kurdi- (Francia, Germania e Regno Uni-
stan, a Qazvin e in altre città della to), e il ministro degli esteri di
provincia del Golestan. Teheran, Jawad Zarif.
In Sudan e Ciad
Proteste e violenze per i rincari
KHARTOUM, 9. In Sudan si molti- stati del Darfur e del Nilo Azzurro
plicano le proteste di piazza scat- oltre che nella capitale. La polizia
tate dopo il raddoppio del prezzo ha lanciato gas lacrimogeni su
del pane. Il rincaro è dovuto alla centinaia di persone che hanno in-
privatizzazione delle importazioni cendiato pneumatici e bloccato
cerealicole e al conseguente blocco strade nelle città di Nyala, di Da-
del sussidio governativo a cittadini mazin e di Geneina, dove è stato
e imprese. ucciso uno studente e sei persone
Il governo sudanese finora im- sono rimaste ferite.
portava più di due milioni di ton- Già nel 2016 il Sudan era stato
nellate di frumento all’anno e lo teatro di un movimento di prote-
vendeva a un prezzo più basso alle sta dopo la decisione delle autorità
tre aziende principali del paese. di ridurre le sovvenzioni per i car-
Le manifestazioni sono state buranti, misura che aveva provoca-
convocate dall’opposizione negli to un forte rialzo dei prezzi. Il re-
Al Sisi aveva annunciato di voler de-
cidere se ricandidarsi solo dopo «aver
sondato le reazioni» del popolo egi-
ziano alla presentazione dei risultati
del suo governo.
L’unico di un certo rilievo, Ahmed
Shafiq, l’ultimo premier sotto il presi-
dente Hosni Mubarak, ha annunciato
pochi giorni fa che non avanzerà la
propria candidatura. «Non sarei la
persona più giusta per l’incarico» ha
spiegato alla stampa l’ex premier.
A sfidare il presidente per ora re-
stano un noto attivista per i diritti
umani, Khaled Ali, sul quale però
pende una condanna in primo grado
a tre mesi di reclusione, e il colonnel-
lo Ahmed Konsowa. Si attende poi la
decisione, se candidarsi o meno, di
Mohamed Anwar Sadat, nipote del
defunto presidente egiziano della pa-
ce con Israele, ucciso in un attentato
terroristico nel 1981.
Sviluppi nell’indagine sul Russiagate
Mueller pronto
a interrogare il presidente
WASHINGTON, 9. Il procuratore
speciale che coordina le indagini
sul Russiagate, Robert Mueller,
potrebbe decidere nelle prossime
settimane di ascoltare il presidente
degli Stati Uniti, Donald Trump,
imprimendo all’inchiesta un’accele-
razione dalle conseguenze difficili
da prevedere. A ventilare la possi-
bilità di un’audizione del presiden-
gime aveva represso le manifesta-
zioni per scongiurare che si ripe-
tessero gli scontri sanguinosi del
2013, legati a una precedente ridu-
zione dei sussidi sul gas, che ave-
vano causato decine di morti.
La stampa sudanese che raccon-
ta le proteste è spesso bersaglio di
misure restrittive da parte delle au-
torità. Al potere dal 1989, sul capo
del presidente Omar Hasan
Ahmad al-Bashir pendono due
mandati di arresto emessi dalla
Corte penale internazionale.
Proteste si sono verificate anche
nel vicino Ciad, dove ha causato
un’alzata di scudi la decisione del
governo di aumentare il prezzo di
vendita del carburante e di ridurre
gli stipendi dei pubblici dipenden-
ti. Quattro partiti politici hanno
firmato una dichiarazione per con-
testare i due recenti provvedimenti
e chiederne la revisione. «In quan-
to leader politici non possiamo ri-
manere in silenzio. Chiediamo al
governo di tornare sui propri pas-
si, almeno per consentire al popo-
lo ciadiano di avere accesso al car-
burante. Senza carburante non c’è
energia» si legge nel testo diffuso
a N’Djamena dalla Cornice di
concertazione dei partiti politici
dell’opposizione democratica
(Ccppod).
Tra i firmatari della dichiarazio-
ne ci sono anche la Coalizione
dell’opposizione politica per la ri-
presa e l’alternativa in Ciad (Co-
prat) e altre formazioni. Il rincaro
del carburante, in vigore da giove-
dì scorso, è stato contestato anche
da numerosi cittadini, in un paese
povero governato dal presidente
Idriss Déby, al potere dal 1990.
Misure di austerità sono diventate
inevitabili, come richiesto dal Fon-
do monetario internazionale, per
superare la crisi finanziaria in atto
da almeno due anni.
te sarebbe stato lo stesso Mueller
che — secondo fonti di stampa —
avrebbe già affrontato la questione
a fine dicembre col team dei legali
del capo della Casa Bianca. Le in-
dagini sui legami tra lo staff presi-
denziale e il Cremlino per ora si
sono fermate ad alcuni ex manager
della campagna di Trump e ad al-
cuni esponenti del suo entourage.
Hanno coinvolto anche membri
della famiglia come il figlio mag-
giore Donald Jr e il genero Jared
Kushner, marito di Ivanka Trump,
la figlia. Gli avvocati del presidente
starebbero ragionando sulla possi-
bilità di risposte scritte da parte di
Trump, come avvenne con Ronald
Reagan all’epoca delle indagini
sullo scandalo Iran-contras. Nel
1998 invece il presidente Bill Clin-
ton, rispose per quattro ore alle
domande di tre procuratori in
collegamento audio e video dalla
Casa Bianca. Nel 2004 George W.
Bush sedette di fronte a un procu-
ratore nello Studio Ovale per ri-
spondere sul caso di un consigliere
della Casa Bianca accusato di aver
violato l’identità di un agente della
Cia.
Visita
di Bachelet
a Cuba
L’AVANA, 9. Visita a Cuba per il
presidente del Cile Michelle Bache-
let. Il capo di stato è giunto dome-
nica all’Avana per una missione di
due giorni che ha come obiettivo
principale quello di rafforzare i le-
gami politici ed economici con
l’isola. Secondo quanto riportano
media locali, proprio nel corso della
visita le autorità di Cuba e del Cile
hanno firmato un accordo di coo-
perazione nel settore dell’audiovisi-
vo. L’intesa tra il Consiglio nazio-
nale della cultura e delle arti del
Cile e dell’Istituto cubano di arte e
industria cinematografica si pone
l’obiettivo di individuare e promuo-
vere film che interessino a entrambi
i paesi. La visita a Cuba è uno de-
gli ultimi viaggi ufficiali di Bachelet
che l’11 marzo lascerà l’incarico al
successore Sebastián Piñera. La pre-
sidente aveva già visitato la capitale
cubana nel giugno 2016, per parte-
cipare alla firma degli accordi sul
cessate il fuoco tra il governo della
Colombia e le Farc.
pagina 4
Nel lungo viaggio
dei magi
La scienza al servizio della verità trascendente
di CHRISTIAN MANUEL
mo questa festa che
A commemora i magi.
Perché? Sicuramente
perché i magi, alla base
della mia rappresenta-
zione del mondo, uniscono l’uni-
verso della fede e quello del pensie-
ro creatore incarnato quaggiù.
I magi scrutano il cielo come uo-
mini di scienza, cercano di capire il
mondo attraverso le loro osservazio-
ni celesti, e il cielo annuncia loro
che un re è nato nel paese degli
ebrei. Sono loro a comprendere il
messaggio, indecifrabile per qual-
siasi mente non versata nelle scien-
ze degli astri. È attraverso la loro
scienza — la scienza del tempo, og-
gi si parlerebbe probabilmente di
astrofisica — che i magi scoprono la
luce grazie alla stella. Sanno ciò
che gli scribi e i farisei depositari
del tesoro delle Scritture non hanno
Hanno ricevuto in dono
un discernimento particolare
Che consente loro di scoprire
nel percorso degli astri
una singolarità di prima grandezza
saputo decifrare nei testi che rileg-
gono da generazioni.
E cosa ne fanno i magi della loro
scienza? La mettono ciecamente al
servizio della propria fede. La fina-
lità della loro scienza è in qualche
modo subordinata nella loro anima
pura alla scoperta di una verità tra-
scendente situata al di là della veri-
tà astronomico-astrologica che han-
no la missione terrena di esplorare.
Hanno, per così dire, ricevuto un
dono di discernimento particolare
che consente loro di scoprire nel
percorso degli astri una singolarità
di prima grandezza, e senza porre
ulteriori domande, riconoscono su-
bito l’esistenza di quel re di cui la
loro tradizione — sembrerebbe, ma
che ne sappiamo noi in realtà? —
aveva la premonizione e che la stel-
la annuncia.
Si mettono in cammino, partono
per un viaggio, poi si vedrà come
discuterne. Si comportano come il
popolo d’Israele nel deserto: Naassé
venichma «noi lo faremo e lo ascol-
teremo» (Esodo 24, 7, ed è impor-
tante l’ordine dei termini nel testo
ebraico, qui rispettato). Perché i
magi mettono al servizio della loro
Vittorio Zecchin, «I re magi» (1913)
L’OSSERVATORE ROMANO
«Il giardino dell’Eden» (1974)
fede non solo la propria scienza,
ma anche le loro energie fisiche:
credono, e manifestano concreta-
mente la propria fede intraprenden-
do subito un lungo viaggio, che fa-
rà attraversare loro, giorno dopo
giorno, la Persia, la Mesopotamia,
la Transgiordania.
L’astro è pura grazia, come i ta-
lenti che hanno ricevuto da Dio:
conoscenza, fede, dono d’adorazio-
ne. La scienza astronomica apre il
cuore dei magi al messaggio rivolto
a Israele in ogni tempo, rivelando
così la destinazione ultima di quel
messaggio che si rivolge non solo ai
figli di Abramo secondo la promes-
sa, ma a tutte le nazioni, in ogni
parte del mondo, come ricorda l’eti-
mologia della parola “cattolico”.
I magi portano oro, incenso e
mirra. L’oro: tutto ciò che mi hai
donato, oh Dio, lo pongo ai tuoi
piedi e te l’offro, a Te che sei l’ori-
gine e il termine di ogni cosa! L’in-
censo, che è riconoscimento della
tua divinità. La mirra, che annuncia
la tua passione redentrice e conferi-
sce la sua dimensione universale al-
la tua natività.
Nella natività, Dio si fa uomo, in
un momento preciso della storia,
secondo modalità che tuttavia lo se-
parano radicalmente dal resto
dell’umanità; ma solo la Vergine lo
sa in quell’istante, con Giuseppe e
con gli angeli il cui intervento è su-
scitato da Dio, quando vuole intro-
durre nel corso della storia un
evento che è al di fuori della storia.
Il Figlio s’incarna agli occhi degli
uomini che non hanno ancora ben
compreso, o non hanno compreso
del tutto, ciò che quella nascita rap-
presenta.
La stella dice loro chiaramente
che non è una nascita comune, ma
che è il messia promesso dalle
Scritture? Nella notte in cui Gesù
nasce è ancora un segreto per l’uni-
verso. È solo nel giorno dell’epifa-
nia che la natività assume la sua di-
mensione cosmica, sondata da
Isaia: «Alza gli occhi intorno e
guarda: tutti costoro si sono radu-
nati, (...) vengono da lontano»
(Isaia 60, 4), e ripetutamente spie-
gata da san Paolo: «I pagani cioè
sono chiamati (...) a partecipare alla
stessa eredità, a formare lo stesso
corpo (...) per mezzo del Vangelo»
(Efesini 3, 6) e per mezzo di Gesù
stesso. È questo il senso della pre-
senza dei magi, archetipi dei mem-
bri della Chiesa universale, liberati
dalle costrizioni del tempo e dello
spazio.
mercoledì 10 gennaio 2018
Marc Chagall
Ritorna in libreria «Il problema della sofferenza» di Clive S. Lewis
Ma se Cristo
si fosse sbagliato?
di ROBERTO RIGHETTO finire mai. Tanto che l’autore delle sinfonia, sarebbe come un’orchestra
Braci, rimasto solo a Los Angeles, in cui tutti gli strumenti suonassero
on l’aveva certo imma- preferirà togliersi la vita piuttosto la stessa nota». Le persone sono
N
ginato, Clive S. Lewis, che continuare a soffrire. eternamente diverse, unite solo dalla
allorché pubblicò nel La questione della teodicea, che disponibilità a donarsi all’altro:
1940 il saggio Il proble- pure in The Problem of Pain era un «Ogni anima sarà eternamente im-
ma della sofferenza, che caso serio da dirimere (la possibilità pegnata a dare a tutte le creature sue
vent’anni dopo avrebbe toccato sulla di conciliare l’esistenza di un Dio simili ciò che riceve». È la logica
propria pelle la violenza del dolore onnipotente e buono con il male del della solidarietà realizzata che domi-
per la perdita della moglie amatissi- mondo, i tanti mali fisici e morali na il paradiso. Temi che Lewis af-
che ci affliggono), quando la morte fronta anche nell’epistolario con don
ci colpisce sembra solo un gioco Luigi Calabria, appena ripubblicato
intellettuale e non ci aiuta più di da Jaca Book (Una gioia insolita) e
La morte dell’amata moglie tanto. recensito in queste pagine.
Se ci sembra rilevante ancor oggi Curioso infine quanto dice Lewis
mise a dura prova la sua fede il saggio di C.S. Lewis, più che per sugli animali: a suo parere saranno
Ponendolo di fronte al bivio le pagine sul dolore, è per quelle de- presenti nell’aldilà come compagni
dicate all’aldilà. Egli giunge quasi a dell’uomo, mentre Jacques Maritain
tra un Dio misericordioso non accettare la possibilità della dan- negava recisamente questa possibili-
e un Dio che ammette il dolore nazione eterna: «Al proposito divino tà. Per il filosofo francese il paradiso
di redimere il mondo — scrive — non che tutti desideriamo come meta è
è certo segua un buon risultato nelle ben diverso dall’immagine che ci sia-
anime singole: alcuni non saranno mo fatti pensando al paradiso terre-
ma. L’urto della morte l’avrebbe rac- redenti. Questa è la dottrina cristiana stre, con Adamo ed Eva in compa-
contato in un libretto, Diario di un
che io vorrei abolire dal cristianesi- gnia di animali e piante.
dolore, pubblicato nel 1961 (in Italia mo, se potessi!». Una dottrina che A suo parere però — scrive in un
da Adelphi nel 1990), in cui il grande
mal si concilia con un Dio così mise- libretto intitolato Le cose del cielo in
scrittore cristiano si mette a nudo e
con durezza descrive la propria rea-
zione dinanzi a un evento per lui
lancinante come non mai, tale da
scuotere la sua fede.
L’autore delle famose Lettere di
Berlicche, docente di letteratura ingle-
se e medievista, scrittore anche di
fantascienza (a lui si devono le Cro-
nache di Narnia), convertito dall’atei-
smo al cristianesimo anglicano e da
allora fervido apologeta, si rivela
davvero inconsolabile giungendo co-
me Giobbe a sfidare Dio.
Capace di scrivere frasi come:
«Persone di buon cuore mi hanno
detto: “È con Dio”. Almeno in un
certo senso, questo è certissimo. Essa
è, come Dio, incomprensibile e inim-
maginabile»; oppure di porsi doman-
de ardite, quasi blasfeme, quali: «È
razionale credere in un Dio cattivo?
O comunque, in un Dio tanto catti-
vo? Il Sadico Cosmico, l’idiota male-
volo?»; e ancora: «Abbiamo Cristo,
ma se si fosse sbagliato?». La sua fe-
de è insomma messa a dura prova e
si rivela tutt’altra cosa che una con-
solazione a buon mercato.
Di Lewis, che fu molto legato a
Tolkien, l’editrice Morcelliana ripro-
pone ora il volume Il problema della
sofferenza (Brescia, 2017, pagine 170,
euro 14) e giustamente Andrea Aguti
nella prefazione constata che «per il
Lo scrittore anglo-irlandese
credente l’esperienza del dolore è an-
cora più temibile che per il non cre-
dente, perché significa anche l’espe-
rienza del silenzio di Dio». È singo- ricordioso da farsi uomo e morire per Italia edito da Massimo nel 1996 —
lare fra l’altro che negli ultimi anni noi, eppure Lewis arriva ad ammette- «la creazione non subirà alcuna per-
siano stati pubblicati diversi volumi re che è proprio la bontà di Dio, dita perché tutto ciò, i nostri cari
in cui scrittori di varia estrazione, l’aver creato esseri liberi e non schia- paesaggi verdeggianti, il diletto cam-
dall’americana Joyce Carol Oates vi a far sì che Lui stesso si sottomet- pionario di bestie piccole e grandi,
(Storia di una vedova, Bompiani ta alla possibilità della sconfitta, cioè continuerà a vivere in eterno nella
2013) all’inglese Julian Barnes (Livelli il rifiuto dell’uomo e perciò la sua memoria dei beati». Qualcuno, ani-
di vita, Einaudi 2013, da cui è stato condanna: «Essi non vogliono essere malisti in primis, rimarrà deluso per
tratto un recente buon film, L’altra perdonati». la prospettiva dell’assenza di questa
metà della storia) e all’ungherese San- Bellissimo il capitolo sul paradiso, natura meravigliosa, idea che Mari-
dro Marai (L’ultimo dono, Adelphi un luogo in cui non esiste la pro- tain riprende da Tommaso d’Aquino.
2009), si confrontano con la morte prietà ma permane l’individualità: Per Lewis al contrario «l’uomo cono-
del proprio coniuge, dovuta a malat- «Se tutti avessero esperienza di Dio scerà il suo cane e il cane conoscerà
tia o a morte improvvisa. E per tutti, alla stessa maniera, il canto della il suo padrone e, conoscendolo, sarà
credenti e non, il tormento pare non Chiesa trionfante non sarebbe una se stesso».
mercoledì 10 gennaio 2018 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 5

Chi ha paura dei poveri

Studio sulle motivazioni profonde di un disagio sempre più diffuso

di SILVINA PÉREZ incarnano una versione aggiornata di tutto ciò ra diretta: Da cosa derivano veramente le pau- povero non ha nulla da offrire e quindi non
che collettivamente temiamo di più: la crisi re che affliggono le società contemporanee? ha nessun valore, nessuna “capacità contrat-
on è facile spiegare come si for- planetaria, l’impossibilità di realizzare progetti, Cosa hanno di diverso rispetto al passato? si tuale”, fondamentali invece per la definizione

N mano le paure nella nostra men-

te. In genere si pensa che tutto
parta dai sensi ma, a differenza
delle paure di vecchio tipo, quel-
le contemporanee tendono a essere difficili da
identificare, cioè dare un nome, comprenderne
la provenienza, la connotazione. Sono impreci-
Kcho, «Al borde del abismo»
(2004)
se ed elusive, si nutrono di un senso di preca-
rietà diffuso che crea contagio e che induce vi-
sioni apocalittiche in un’angoscia senza fine. I
sociologi la chiamano «sindrome dell’insicu-
rezza del vivere», che è diventata un elemento
diffuso e quasi normale della nostra società,
della nostra vita quotidiana.
Ci pensano le parole a sgrovigliare la matas-
sa di sensazioni eterogenee e a dare una fisio-
nomia concreta al disagio, anche sdoganando
parole che la storia credeva aver inghiottito
per sempre (razza, frontiere, muri). Parole che
l’allarme economico, il rischio terroristico, il chiede. Ogni giorno in Europa, in America
futuro dei nostri figli e soprattutto la paura ovunque hanno luogo infinite incomprensioni
dell’altro. verbali, perché un riferimento troppo vago
E così, nella ricerca di concetti che consenta- può essere frainteso: «non sono razzista
no una corrispondenza fra linguaggio e realtà ma...», «prima noi poi gli altri», «perché fan-
quotidiana, la parola
dell’anno 2017 in Spa-
no tanti figli se sono
poveri?» sono frasi
nella nostra società. È proprio in questa capa-
cità che Adele Cortina vede il vero collante
nelle società del mondo contemporaneo ed è
proprio in questo modo di concepire il rap-
porto fra persone trova terreno fertile l’attegia-
mento “aporofobico”, favorito da legami ispi-
rati al modello consumistico ed edonistico. Il
gna è aporofobia, che che spesso rivelano miglior antidoto all’aporofobia, secondo l’autri-
non è altro che la I sociologi la chiamano un rifiuto della pre- ce, è «evitare il rischio che le differenze diven-
paura, la ripugnanza o sindrome dell’insicurezza del vivere senza di rifugiati, mi- tino distanze», perché l’assenza di fiducia e le
l’avversione verso i granti, ma anche dei distanze aumentano la paura e si trasformano
poveri. È un neologi- Un’inquietudine diventata disoccupati, dei gio- in preoccupanti fratture che favoriscono le pa-
smo coniato nel libro un elemento diffuso e quasi normale vani precari. In so- tologie sociali. Legami sfilacciati e sfarinati.
Aporofobia, el rechazo al stanza, del crescente Persone “normali” che precipitano a un certo
pobre (Madrid, Paidós
della nostra vita quotidiana esercito di individui punto (per la perdita del lavoro, o altro), ca-
Iberica, 2017, pagine “non necessari”. Se- dendo in situazioni di marginalità e sofferen-
200, euro 19,90) dalla condo la studiosa lo za. Persone paranoiche e complottiste. È l’af-
filosofa spagnola Adele Cortina; proviene dal straniero non fa paura e non viene marginaliz- fresco estremizzato che la parola aporofobia ha
greco áporos (senza risorse) e phóbos (timore, zato se è ricco, famoso, come ad esempio i cal- il merito di descrivere in modo efficace.
paura), per identificare un atteggiamento ne- ciatori, le modelle e così via, anzi gode di pre- L’unica modalità per rendere la vita degna
gativo molto diffuso di ostilità verso i migran- stigio e viene imitato in quanto vincente, gli di essere vissuta è quella di ricostruire i legami
ti, che però va distinto dal razzismo e dalla vengono attribuite svariate qualità; solo chi è sociali, che poi è il vero tema dei nostri giorni.
xenofobia. Il termine è stato incorporato nel
celebre dizionario della Real Academia, orga-
nismo responsabile di elaborare le regole lin-
guistiche della lingua spagnola per i 414 mi-
lioni di ispanofoni nel mondo, e a incoronarla
è stata la prestigiosa fondazione Fundéu.
Per Adele Cortina, ciò che crea rifiuto non è
la provenienza dei migranti, cioè la loro condi-
zione di stranieri, ma è la povertà, intesa non
solo come indigenza ma anche come mancata
definizione di un ruolo sociale, cioè il vuoto
socio-politico in cui vivono. La loro condizio-
ne esistenziale incarna l’incertezza umana, so-
no persone che non sanno cosa accadrà loro e
quanto la loro condizione temporanea, provvi-
soria o sospesa, possa dimostrarsi definitiva.
Cortina però non cade ostaggio degli stereo-
tipi mediatici delle paure attuali nei confronti
dei migranti, ma cerca il rapporto fra realtà e
concetti, e fra questi e il linguaggio, preferisce
inventariarne gli aspetti, interrogarsi sul loro
senso. Con linguaggio tecnico ma tagliente
non aggira i problemi, ma li affronta in manie-
Kcho, «Estoi dentro
de ti» (2002)

In un libro di Franck Trentman

Una storia critica del consumismo

di CRISTIAN MARTINI GRIMALDI perta delle Americhe che si è verificata un’espan- di città europee. E se all’inizio prodotti come il ma arricchiva le nazioni allargando il mercato per
sione esponenziale nel commercio estero, che ha caffè erano consumati da una cerchia ristretta di produttori e investitori.
egli ultimi secoli l’acquisto e il flus- portato alla circolazione di prodotti destinati a persone, in pochissimo tempo arrivarono a rag- I paladini del consumo ebbero successo soprat-

N so delle cose, in poche parole il

consumo, sono diventati la caratte-
ristica peculiare della nostra stessa
civiltà. Vi sono stati però periodi
storici in cui le persone hanno trovato il proprio
senso di identità con modalità diverse, cioè svol-
gendo ruoli che, nelle diverse epoche, hanno as-
un consumo quotidiano fino ad allora scono-
sciuti, come tè, cioccolato, zucchero e ta-
bacco, per la prima volta nelle gran-
sunto una posizione dominante in grado di defi-
nire una società e la sua cultura. Ad esempio nel
medioevo la civiltà cortese dei cavalieri e dei
servi della gleba, oppure nel XIX secolo
l’industrializzazione, che diede origine
a una società divisa tra capitalisti e sa-
lariati. Oggi, anziché guerrieri o lavo-
ratori siamo più che mai definiti dal
nostro essere consumatori. Trentman, nel
libro L’Impero delle cose, come siamo diventati
consumatori (Torino, Einaudi, 2017, pagine
XXXII-944, euro 40), racconta il progresso
globale delle merci dal XV secolo sino
alla recente rinascita dei mercati
asiatici, ovvero la storia che sta die-
tro i nostri consumi.
Il libro inizia con un’immagine
che va dritta al cuore della questione,
cioè l’affermazione che un normale citta-
dino tedesco possiede nella sua casa
qualcosa come diecimila oggetti, qualco-
sa di impensabile solo qualche genera-
zione fa. Ma non è ovviamente solo
una peculiarità tedesca. Un comico
americano recentemente diceva
che siamo indotti ad acquistare
case sempre più spaziose non
per maggiore comodità, ma per
trovare posto per le cose che ac-
cumuliamo.
Tra i fattori che hanno con-
sentito la nascita del consu-
mo di massa c’è certamente
l’aumento del reddito dispo-
nibile, in questo l’urbanizza-
zione è stata determinante.
Se il villaggio poteva vantare
una fucina e un fabbro, nelle
città c’erano intere strade ric-
che di negozi e uffici di pro-
fessionisti, mille occasioni di
occupazione. Ed è con la sco-
giungere le grandi masse.
Altrettanto importanti nel processo
che ha contribuito a renderci dei con-
sumatori è stata la nascita dei luoghi
privilegiati del consumo, cioè i
grandi magazzini e supermercati,
che hanno dominato la scena degli
tutto nell’America degli anni Settanta, liberisti di
stampo classico che individuarono nella “libertà
di scelta” il fondamento stesso della democrazia e
della prosperità. I cittadini avrebbero dovuto ave-
re il diritto di seguire le proprie preferenze e fare
le proprie scelte senza che autorità alcuna potesse
indicare loro ciò che poteva essere buono o catti-
ultimi anni, diventando addirittura vo. Essere liberi di scegliere era non a caso proprio
l’icona stessa della modernità. E poi il il titolo di un bestseller scritto da Milton e Rose
momento cruciale in cui nelle nostre Friedman nel 1979.
abitazioni entrarono acqua corrente,
Infatti proprio negli anni Settanta e Ottanta
gas, elettricità, che hanno modificato le
cominciò a emergere un clima favorevole ai con-
nostre abitudini per sempre creandone
sumi e di conseguenza al piacere in sé. Lo shop-
delle nuove, come ad esempio l’acqui-
sto di macchine per l’uso domestico: ping non era più considerato un’attività frivola,
lavastoviglie, lavatrice, microonde.
Il consumismo non ha sempre avuto
vita facile. I governi nel passato hanno
cercato più volte di mettergli fre- Se non si verificherà presto
no, in quanto a lungo asso- una rivoluzione culturale che ci liberi
ciato a un’idea di spreco.
In Inghilterra, per dalla dipendenza da acquisto e consumo
esempio, Giacomo I ha rischieremo davvero
provato a vietare il ta-
bacco e Carlo II vole-
di sommergere l’intero pianeta di rifiuti
va chiudere tutti i caf-
fè. In tutta Europa le
leggi suntuarie proibi-
vano alle classi inferiori ma poteva perfino svolgere una funzione di
di acquistare vestiti co- emancipazione per la donna, per esempio offren-
stosi. Molti paesi vie- do la possibilità di crearsi nuovo senso di identità
tarono addirittura le e di presenza pubblica.
importazioni. E non mancarono antropologi che presero a
Tra il XVII e il XX suggerire che gli acquisti erano in fondo espe-
il termine consumo rienze sociali profondamente significative e non
subì una meta- semplici atti di insensato accumulo. Le persone,
morfosi, passando in poche parole, esprimevano se stesse attraverso
dal significato ne- il possesso dei loro beni.
gativo di deperi- Trentmann, nonostante si dichiari all’inizio
mento e distruzio- “super partes” nel dibattito, pretendendo di non
ne a un’accezione avere un giudizio morale sulla questione, non rie-
positiva. Gli ana- sce a nascondere il fatto che più siamo diventati
listi economici del consumatori più siamo diventati ansiosi. Così da
XVII secolo prese- concludere con una nota a dir poco cupa, cioè
ro a sostenere che avvertendo il lettore che, se non si verificherà
l’acquisto di beni presto una rivoluzione di tipo culturale che ci li-
e servizi non solo beri dalla nostra dipendenza dall’acquisto, consu-
soddisfaceva i de- mo e poi eliminazione delle cose, rischieremo di
Andy Singer, «Pensatore moderno» (2008) sideri individuali, sommergere l’intero pianeta di rifiuti.
pagina 6
WASHINGTON, 9. Una decisione
«straziante» che avrà come im-
mediata conseguenza l’inutile
frammentazione delle famiglie, ri-
servando un futuro incerto a de-
cine di migliaia di minori. È
quanto sostiene l’episcopato sta-
tunitense in una nota diffusa in
seguito al provvedimento del Di-
partimento della sicurezza nazio-
nale che lunedì 8 ha annunciato
la conclusione, seppure con una
proroga di 18 mesi, del Tempora-
ry Protected Status (Tps) accor-
dato ai cittadini salvadoregni, at-
tualmente circa 200.000 persone.
Il Tps, come è noto, è una spe-
ciale protezione che viene ricono-
sciuta a quegli immigrati che non
sono in grado di fare ritorno in
condizioni di sicurezza nel pro-
prio paese e che quindi sono au-
torizzati a rimanere e a lavorare
legalmente negli Stati Uniti.
Condizione da tempo prevista
per i cittadini di El Salvador, co-
me pure per quelli di altri paesi
centroamericani, dove soprattutto
la presenza delle bande criminali
ha spinto negli anni trascorsi fa-
miglie intere a fuggire negli Stati
Uniti.
La nota dell’episcopato è fir-
mata dal vescovo di Austin, Joe
Steve Vásquez, presidente del Co-
mitato per la migrazione, che ri-
badendo la posizione espressa
più volte nelle ultime settimane,
invita nuovamente il Congresso a
trovare una soluzione legislativa
adeguata alle aspettative di tante
famiglie immigrate. «Come detta-
gliato nel nostro recente rapporto
— sottolinea il presule — El Salva-
dor non è attualmente in grado
di gestire adeguatamente il ritor-
no dei circa 200.000 beneficiari
del Tps. La decisione odierna
frammenterà le famiglie, lascian-
do oltre 192.000 bambini cittadini
statunitensi figli di beneficiari sal-
vadoregni del Tps con un futuro
incerto. Le famiglie saranno sepa-
Denuncia di un prete del Chiapas
Indigeni in fuga nella foresta
Quasi cinquemila sfollati, uomi-
ni, donne, tanti bambini. Dove-
vano salvarsi la vita, il terrore di
essere uccisi li ha assaliti e non
hanno esitato a mettersi in viag-
gio di fretta, tra le foreste, dove
Lutto nell’episcopato
Monsignor Remídio José Bohn, vescovo
di Cachoeira do Sul, è morto sabato 6
gennaio nell’ospedale di Porte Alegre.
Era malato di cancro. Nato a Feliz, nel-
la diocesi di Montenegro, il 21 maggio
1950, era divenuto sacerdote il 29 no-
vembre 1975. Eletto alla Chiesa titolare
di Uchi maggiore il 18 gennaio 2006 e
nominato vescovo ausiliare di Porto
Alegre, aveva ricevuto l’ordinazione epi-
scopale il successivo 17 marzo. Quindi il
28 dicembre 2011 era stato nominato ve-
scovo di Cachoeira do Sul. Le esequie
sono state celebrate domenica 7 gennaio
nella cattedrale, dove il presule è stato
poi sepolto.
I vescovi statunitensi sulla sospensione della protezione ai migranti salvadoregni
Provvedimento straziante
rate inutilmente a causa di questa
decisione». Si tratta dunque di
un provvedimento «straziante». E
pur apprezzando la proroga di 18
mesi — la chiusura del program-
ma prevista per il 9 marzo 2018 è
stata rinviata al 9 settembre 2019
— resta forte la preoccupazione
per la sorte di così tante famiglie.
Di qui, da parte del presule, l’in-
vito rivolto al Congresso «a lavo-
rare in modo bipartisan per tro-
vare una soluzione legislativa per
i destinatari del Tps». Infatti,
senza l’intervento del congresso,
tante vite saranno stravolte e mol-
te famiglie saranno devastate. Da
parte loro i vescovi assicurano
che saranno pronti a sostenere ta-
li sforzi perché «i destinatari del
Tps sono parte integrante delle
nostre comunità, chiese e della
nostra nazione». Significativa-
mente la presa di posizione
dell’episcopato si registra proprio
mentre è in corso la tradizionale
settimana nazionale delle migra-
zioni (7-13 gennaio) sul tema
«Molti viaggi, una famiglia». Da
quasi 50 anni questo appunta-
le temperature di notte scendo-
no molto rispetto al giorno, arri-
vando a pochi gradi e possono
rivelarsi letali per i più gracili.
Un grido di allarme che parte
quasi quotidianamente dal Chia-
pas, una delle regioni più pove-
re del Messico, tra i municipi di
Chalchihuitán e di Chenalhó.
Padre Marcelo Pérez, sacerdote
indigeno, è la voce di questi
senza voce e senza diritti. Sono
poveri, vittime di un conflitto
per una divisione di confini vo-
luta dalle autorità locali che ha
riacceso le violenze facendo fug-
gire dalle umili abitazioni una
comunità. Il freddo delle notti
nelle alture ha prodotto le sue
vittime: dieci morti di fame e di
freddo nei giorni che hanno pre-
ceduto il Natale. Tra essi quat-
tro bambini, uno appena nato.
Per problemi di disputa di
confine, sorti nel 1973 dopo l’in-
tervento inadeguato della Segre-
teria di riforma agraria, gruppi
armati hanno creato un clima di
terrore nella comunità di Chal-
chihuitán, provocando lo sfolla-
mento forzato di persone che si
L’OSSERVATORE ROMANO
mento offre l’opportunità di sen-
sibilizzare le comunità cristiane
sui contributi offerti dai migranti,
dai rifugiati e dalle vittime della
tratta alla nazione. Nella settima-
na inoltre invitano le parrocchie, i
gruppi e i movimenti a incontrare
immigrati e rifugiati per «condi-
videre il viaggio con i nostri fra-
telli e sorelle costretti a lasciare le
loro case», ha spiegato monsi-
gnor Vásquez, che ha suggerito
tra l’altro di approfondire l’inse-
gnamento biblico sull’accoglienza
dei nuovi arrivati.
Il presidente dell’episcopato, il
cardinale Daniel N. DiNardo, ar-
civescovo di Galveston-Houston,
nel messaggio inviato a tutte le
diocesi ha chiesto di guardare
con gratitudine al dono dei mi-
granti e ha precisato che la setti-
mana è anche un momento di ri-
flessione «sulla nostra storia di
Chiesa e di nazione migrante e,
per questo, è importante guarda-
re anche alle storie delle nostre
famiglie che hanno tutte origini
da immigrati». Sempre in occa-
sione della settimana delle migra-
trovano in uno stato di precarie-
tà, come spiegano dalla diocesi
di San Cristóbal de Las Casas.
«Ci meraviglia — ha dichiarato
il vescovo Felipe Arizmendi
Esquivel — l’impunità con cui
possono agire i gruppi armati,
di fronte a cui né la polizia né
l’esercito hanno potuto attivarsi
per impedirne le violenze, né di-
sarmare coloro che effettuano il
controllo del territorio e della
popolazione con la paura. Come
persone di fede consideriamo
valori fondamentali la vita uma-
na, la giustizia e la pace, così
come il rispetto dei diritti che
sono stati violati pesantemente,
con gravi effetti per lo stato del-
le persone sfollate, particolar-
mente bambine, bambini, donne
incinte e anziani».
Quasi quattromila persone so-
no tornate a Chalchihuitán, an-
che se con il timore di subire
violenza, altre 1160 rimangono
nella foresta. Padre Marcelo
racconta che proseguono le spa-
ratorie, poiché molti sono arma-
ti e hanno bloccato alcune vie di
accesso. Numerose case sono
state saccheggiate, molti campi,
dove si coltivavano fagioli e
mais, devastati. Si teme che si
arrivi a uno scontro armato con
conseguenze gravissime, a
vent’anni dal massacro di Ac-
teal, quando quarantacinque
persone, tutte appartenenti al
gruppo pacifista «Las abejas»
(le api), vennero trucidate pres-
so la chiesa parrocchiale sulle
montagne del Chiapas, nella re-
gione conosciuta come Los Al-
tos. Un gruppo paramilitare uc-
cise i fedeli riuniti in preghiera
nella chiesetta. Erano tutti indi-
geni di etnia tzotzil. Nella regio-
ne si attendono aiuti umanitari e
soprattutto che il governo detti
le regole per una convivenza pa-
cifica tra le comunità in lotta.
(nicola nicoletti)
zioni, l’arcivescovo di Los Ange-
les, José Horacio Gómez, ha
esortato i fedeli a chiedere nelle
loro preghiere «il coraggio e la
saggezza» per i politici di Wa-
shington che hanno nelle loro
mani la possibilità di salvare
800.000 giovani dreamers (sogna-
tori) dall’espulsione. Il presule ha
chiesto ai governanti di legalizza-
re i non documentati, «soluzione
compassionevole e permanente
nei confronti di chi cerca di offri-
re i propri talenti e doni a questo
grande paese». I dreamers sono
quei giovani immigrati (circa
800.000) che l’amministrazione
Obama aveva provveduto a rego-
larizzare nel 2012. Persone arriva-
te negli Stati Uniti senza docu-
menti o comunque in modo irre-
golare prima di aver compiuto 16
anni e che hanno vissuto, lavo-
rando o studiando, nel paese in
modo permanente. La misura,
che aveva l’obiettivo di far uscire
questi giovani dall’illegalità, è
stata cancellata mesi fa dall’am-
ministrazione Trump. La settima-
na delle migrazioni è per monsi-
gnor Gómez occasione per riflet-
tere «sulla nostra storia di Chiesa
e nazione migrante», ricordando
l’invito di Papa Francesco a pre-
gare «per un maggiore rispetto
della dignità e dei diritti dei no-
stri fratelli e sorelle».
Dialogo per salvare i venezuelani
CARACAS, 9. La Chiesa cattolica in
Venezuela condivide le preoccupa-
zioni e le sofferenze della popola-
zione in questa particolare travaglia-
ta fase attraversata dal paese e rilan-
cia con convinzione la necessità e
l’urgenza del dialogo tra le diversi
parti politiche. È quanto, in estrema
sintesi, ha affermato monsignor
Diego Rafael Padrón Sánchez, arci-
vescovo di Cumaná e presidente
della Conferenza episcopale vene-
zuelana, aprendo domenica 7 i lavo-
ri della plenaria dell’episcopato riu-
nito a Caracas fino a venerdì 12.
Un’assemblea, con all’ordine del
giorno il rinnovo delle cariche diret-
tive, che giunge, non nascondono i
presuli, in uno dei frangenti più
complessi e gravi per la vita del
paese. «Noi vescovi giungiamo alla
nostra prima assemblea ordinaria
del nuovo anno dopo un Natale tra
i più tristi della storia recente del
Venezuela», ha affermato monsi-
gnor Padrón Sánchez, perché «dalle
nostre visite alle parrocchie e alle
comunità portiamo con noi l’angu-
stia e la richiesta della gente per
avere pane e soluzioni». Soprattut-
to, però, ha aggiunto, portiamo con
noi la fede e la speranza nel potere
salvifico di Dio, parole di consola-
zione e progetti di solidarietà per il
nostro popolo».
Il presidente dell’episcopato,
giunto al termine del suo secondo
mandato, nel suo intervento intro-
duttivo ha svolto un ampio resocon-
to sulla situazione ecclesiale del
paese e del continente. A tal propo-
sito ha espresso la sua gioia per
l’imminente beatificazione di madre
Maria Carmen Rendiles Martínez,
fondatrice dell’istituto delle Siervas
de Jesús de Venezuela, terza religio-
sa venezuelana elevata agli onori
Intervento del segretario generale della Cei
L’immigrazione
non è merce elettorale
ROMA, 9. Una questione centrale
come quella dell’immigrazione non
può rischiare di essere declassata a
«merce elettorale». Per questo «ser-
ve un sussulto di onestà, realismo e
umiltà da parte di chi ci chiede il
voto». È quanto ha affermato nella
mattina di oggi il vescovo segreta-
rio generale della Conferenza epi-
scopale italiana (Cei) Nunzio Ga-
lantino in occasione della presenta-
zione delle iniziative promosse per
l’annuale giornata mondiale del mi-
grante e del rifugiato in programma
domenica 14 gennaio. Il presule fa-
cendo riferimento al clima elettorale
sempre più acceso in vista delle ele-
zioni di marzo ha perciò evidenzia-
to le tre qualità — onestà, realismo
e umiltà — di cui, a partire da una
questione così cruciale come quella
dell’immigrazione, si avverte forte-
mente il bisogno perché, ha detto,
«il popolo distingue chi vende fu-
mo da chi vuole rimettere in cam-
mino l’Italia». E ha aggiunto: «Io
non intendo sostituirmi alla politica
ma la politica non può impedire al-
la Chiesa di seguire il Vangelo, tut-
to il Vangelo, anche quello in cui è
scritto: “Ero forestiero e mi avete
accolto”».
Numerose le iniziative promosse
in Italia in occasione della giornata
di domenica 14 dalle comunità cat-
toliche e in particolare dalla fonda-
zione Migrantes, l’organismo costi-
tuito dalla Cei per accompagnare e
sostenere le Chiese locali nella cura
pastorale dei migranti. La celebra-
zione principale si terrà a Chieti e
sarà presieduta dall’arcivescovo
Bruno Forte. Filo conduttore sarà il
tema del messaggio pontificio: «Ac-
cogliere, proteggere, promuovere e
integrare i migranti e i rifugiati».
Sull’argomento «Migranti Press»,
la rivista della Fondazione Migran-
tes ha diffuso un numero speciale
in cui, oltre a suggerire delle piste
di riflessione sulla scorta degli inse-
gnamenti di Papa Francesco, si dà
Auspicato dall’episcopato
degli altari, e per il riconoscimento
delle virtù eroiche di un altro vene-
zuelano, il gesuita Tommaso Mora-
les Pérez, fondatore degli istituti se-
colari Cruzados e Cruzadas de San-
ta María. In questo contesto ha de-
dicato ampio spazio alla drammati-
ca situazione politica, sociale ed
economica in cui versa il paese. «Il
2017 noi venezuelani — ha affermato
il presule — non l’abbiamo vissuto,
l’abbiamo sofferto. Tra aprile e
luglio abbiamo avuto più di 130
morti e 1500 feriti». Non solo,
«negli ultimi mesi è cresciuto e si è
esteso in modo sempre più rapido il
malessere generale del paese. Cibo e
medicinali non solo scarseggiano,
ma quando ci sono aumentano ogni
giorno di prezzo in modo esor-
bitante».
Dai vescovi arriva comunque l’in-
vito a non cedere alla tentazione
dello scoraggiamento. «Non dob-
biamo rassegnarci o abituarci al ma-
le che deriva dalle decisioni errate,
dalla violenza, dall’ingiustizia o dal-
la falsità. La prima reazione — ha
detto monsignor Padrón Sánchez —
deve essere di ribellione interiore,
come segno di salute morale». In
questo senso, aggiunge, «non biso-
gna poi sottomettersi, né rassegnar-
si, né rinunciare alla qualità della
vita alla quale tutti noi abbiamo di-
ritto». Per il presule, «l’attuale sof-
ferenza del popolo venezuelano è di
carattere ideologico, etico-politico
ed economico». In tale congiuntura
la Chiesa, pur non potendosi identi-
ficare con nessuno schieramento, «è
anche popolo, sia nel senso religio-
so-culturale che nel senso politico-
sociale», e «alza la sua voce, quella
dei suoi fedeli e dei suoi pastori, in
difesa della vita e dei diritti del po-
polo stesso». E in questa prospetti-
mercoledì 10 gennaio 2018
conto di numerose esperienze di ac-
coglienza e di integrazione promos-
se dalle Chiese locali. Tra queste
anche le Penny Wirton, le scuole di
italiano per stranieri, gratuite, fon-
date dallo scrittore e insegnante
Eraldo Affinati e dalla moglie Luce
Lenzi, che saranno oggetto di un
programma in dieci puntate in on-
da su Tv2000, a partire dal 14 gen-
naio, la domenica alle 19.30. «Le
nostre comunità sono chiamate a
essere cattoliche di nome e di fatto.
In Italia abbiamo 5 milioni di im-
migrati, di cui 1 milione di cattolici
che devono sentirsi accolti, specie
in un momento della vita del paese
in cui si fanno sentire voci discor-
di», ha detto don Gianni De Ro-
bertis, direttore generale della Fon-
dazione Migrantes, per il quale la
celebrazione della giornata deve di-
ventare occasione di «crescita di
tutte le comunità cristiane, nella
consapevolezza che tutti i popoli
sono chiamati alla salvezza».
Il fenomeno dei grandi flussi mi-
gratori, avverte il sacerdote in una
intervista al Sir, è il «sintomo del
grande dramma delle disuguaglian-
ze che si acuiscono sempre di più
tra nord e sud del mondo e all’in-
terno di ogni paese. Poi c’è il dram-
ma dei conflitti, che invece di dimi-
nuire si sono moltiplicati. Purtrop-
po l’industria che sta andando me-
glio è quella del commercio di ar-
mi. Finché non metteremo mano a
queste grandi ferite non possiamo
aspettarci che le migrazioni tornino
a numeri più contenuti. Bisogna
che Italia, Europa e Onu abbiano
un ruolo effettivo, reale, nel gover-
nare questi processi, un compito
della politica in senso alto». A pro-
posito della mancata approvazione
della legge sullo ius soli don De
Robertis punta il dito sul prevalere
di «altre logiche, nonostante sia
evidente a tutti che stiamo parlando
di 800.000 bambini e ragazzi che
sono nati e vivono in Italia».
va ha aggiunto: «Noi pastori siamo
molto preoccupati per la vita della
nostra gente: la loro salute, l’ali-
mentazione, i medicinali, la sicurez-
za, il lavoro, l’educazione, ma in
modo particolare, per la loro identi-
tà spirituale autenticamente cristia-
na e la conseguente vita morale.
Siamo feriti dalla situazione disu-
mana in cui vive la maggior parte
dei detenuti, comuni e politici, e il
nostro dolore è accresciuto dal fatto
che le autorità penitenziarie ci im-
pediscono di visitarli».
La Chiesa in Venezuela è insom-
ma accanto alla popolazione e non
smette di offrire, soprattutto me-
diante la Caritas, un aiuto effettivo
di fronte all’emergenza derivante
dalla mancanza di generi di prima
necessità. Un aiuto, tuttavia, che
non si limita alla sola assistenza ma
si caratterizza anche per una forte
progettualità. In questo senso, il
presule ha ricordato il programma
per strappare alla denutrizione i
bambini più piccoli.
Il presidente della conferenza epi-
scopale non ha poi mancato di in-
coraggiare il dialogo tra governo e
opposizione che proseguirà nella
Repubblica Dominicana, definendo-
lo «valido e necessario». Anche per-
ché, ha detto, «un negoziato senza
risultati a vantaggio del popolo sa-
rebbe un disastro». Il desiderio dei
vescovi è «che il negoziato giunga a
un accordo credibile, ponderato e
realizzabile». E che preveda «una
ristrutturazione equilibrata del Con-
siglio nazionale elettorale e la ga-
ranzia internazionale di elezioni
presidenziali libere, giuste e credibi-
li, in un clima di sufficiente pace
sociale sostenuto dal rispetto effetti-
vo per il pluralismo e la diversità di
idee».
mercoledì 10 gennaio 2018 L’OSSERVATORE ROMANO pagina 7

Prolusione del cardinale Angelo Amato per l’inizio dello Studium del dicastero

Fabbrica di santi
Come esistono “fabbriche” che pro-
ducono auto di lusso, «frutto di ri-
cerca e di continua innovazione»,
così la Congregazione delle cause
dei santi “produce” beati e santi, co-
me Teresa di Calcutta, Pio da Pie-
trelcina, Giovanni Paolo II, monsi-
gnor Óscar Arnulfo Romero y Gal-
dámez, che, «per la loro straordina-
ria testimonianza evangelica, sono
nel nostro tempo il fiore all’occhiel-
lo della Chiesa e della società». Lo
Il cardinale Tagle per la festa del Nazareno nero nelle Filippine ha detto il cardinale prefetto Angelo
Amato nella prolusione tenuta lune-
mentazione delle cause di beatifica-
zione e canonizzazione sono: virtù,
martirio, miracolo.
A proposito di ricerca e innova-
zione che caratterizzano l’opera del-
la Congregazione, il cardinale ha
fatto notare che «la procedura cano-
nica, pur fondandosi su una qualifi-
cata e collaudata esperienza plurise-
colare, non è mai definitivamente
chiusa, ma rimane sempre aperta a
ulteriori precisazioni e superamen-
ti». Infatti, nel 2017 si sono avuti
due importanti pronunciamenti:
ne, è stato sulla terra il tempio vivo
dello Spirito Santo e lo strumento
della loro santità». Il porporato ha
fatto notare che la devozione dei fe-
deli verso le reliquie dei beati e dei
santi è non solo un ricordo della lo-
ro santità, ma anche «uno strumen-
to di intercessione per ottenere gra-
zie e favori spirituali e materiali».
Nelle chiese le reliquie autentiche,
«al pari delle icone, sono tenute in
grande onore». E non a caso nei
monasteri ortodossi, ha aggiunto,
«il luogo più prezioso è la cappella

Il potere
dì 8 gennaio, alla Pontificia univer-
sità Urbaniana, per l’inizio delle le-
zioni dello Studium del dicastero.
Il porporato ha sottolineato come
«l’innovativo motuproprio di Papa delle reliquie, che costituisce il cuo-
Francesco sull’offerta della vita», re e il tesoro della comunità mona-
pubblicato l’11 luglio, e l’istruzione stica». Va ricordata, in proposito, la
della Congregazione sulle reliquie straordinaria accoglienza che, du-

è temporaneo
MANILA, 9. «La vita non si pog-
gia sul potere. Siamo nati privi
di potere, e anche quando mori-
remo non ne potremo disporre.
Per questo dobbiamo cercare di
essere uno strumento di vita per
gli altri»: è quanto ha affermato
il cardinale Luis Antonio G. Ta-
gle, arcivescovo di Manila e pre-
sidente di Caritas Internationa-
lis, durante la messa di mezza-
notte celebrata in occasione del-
la tradizionale processione della
statua in legno del Cristo (Na-
zareno nero) che si è svolta lu-
nedì scorso per le vie del centro
della capitale filippina. Durante
l’omelia il porporato ha denun-
ciato l’avidità e la fame di pote-
re nel mondo, ammonendo che
«dimenticare l’importanza di
servire Dio significa andare ver-
so un falso cammino».
Ogni anno, la traslazione del-
la scultura sacra dal suo sito ori-
ginario, la chiesa di San Nicola
da Tolentino, alla parrocchia di
Quiapo, conclude la novena (31
dicembre - 9 gennaio) e vede la
partecipazione di milioni di fe-
deli raccolti in preghiera, per
chiedere una grazia o un mira-
colo personale. Alla celebrazio-
ne presieduta dal cardinale Ta-
gle, oltre a numerosi sacerdoti e
vescovi provenienti da diverse
diocesi dell’arcipelago, era pre-
sente anche il nunzio apostolico
nelle Filippine, arcivescovo Ga-
briele Giordano Caccia.
Anche quest’anno così la cen-
tenaria statua in legno del Cri-
sto ha sfilato per le vie del cen-
tro della metropoli, accolta nel
suo passaggio da cittadini e turi-
sti raccolti in preghiera. Tra le
celebrazioni di carattere religio-
so, la processione del Nazareno
nero è infatti fra le più famose e
partecipate del paese asiatico.
La statua rappresenta Gesù pie-
gato sotto il peso della croce.
Essa fu portata a Manila da un
sacerdote agostiniano spagnolo
nel 1607 a bordo di una nave
proveniente dal Messico. Secon-
do la tradizione, l’imbarcazione
prese improvvisamente fuoco
durante il viaggio, ma la rappre-
sentazione di Cristo scampò mi-
racolosamente all’incendio, pur
assumendo il colore nero. La
processione ricorda il primo
Carlo Gilardi e Paolo Mennini profonda-
mente addolorati e commossi per la
scomparsa terrena dell’amico e stimato
sono vicini alla Signora Maruja
e ai suoi figli e assicurano preghiere
di suffragio per l’anima eletta invocando
conforto per tutti coloro che lo hanno
amato.
spostamento della statua, avve-
nuto il 9 gennaio 1767.
I funzionari per la sicurezza
della chiesa di Quiapo hanno
reso noto che il numero di fedeli
presenti alla tradizionale proces-
sione ha sfiorato quest’anno i
venti milioni, registrando un au-
mento del 5 per cento rispetto
alla processione del 2017, durata
quasi 21 ore. Il grande afflusso
di fedeli da tutto l’arcipelago fi-
lippino e dall’estero — riferisce
l’agenzia AsiaNews — ha impo-
sto come di consueto rigide mi-
sure di sicurezza, sebbene que-
st’anno le forze dell’ordine non
abbiano rilevato dirette minacce
al sereno svolgimento della ceri-
monia religiosa. Erano circa set-
temila i poliziotti in servizio, a
cui si devono aggiungere poco
più di cinquecento soldati
dell’esercito.
Per l’occasione, inoltre, la po-
lizia di Manila ha disposto il di-
vieto alla detenzione di armi
nella metropoli tra l’8 e il 10 di
gennaio e la temporanea interru-
zione delle telecomunicazioni
cellulari nel raggio di un chilo-
metro dal percorso della proces-
sione. L’intera area metropolita-
na è stata una «no-fly zone»,
non solo per gli aerei ma anche
per i droni.
Oltre alle imponenti deviazio-
ni del traffico automobilistico, il
sindaco di Manila, Joseph Estra-
da, ha firmato un decreto esecu-
tivo con il quale ha imposto il
divieto temporaneo alla vendita,
al consumo e alla distribuzione
di liquori e alcolici nel raggio di
cinquecento metri attorno al
percorso della statua.
Ieri, lunedì 8, le lezioni scola-
stiche, sia negli istituti pubblici
che in quelli privati, sono state
sospese su decisione dell’ammi-
nistrazione cittadina. Il sindaco
ha concesso infine un giorno di
ferie a tutti i dipendenti dei di-
partimenti, uffici e commissioni
pubbliche per consentire a
chiunque lo desiderasse di pren-
dere parte alle celebrazioni.
† che, Faustino Míguez, sacerdote
D r.
PETER D.
SUTHERLAND KCMG
«la meticolosità che si riserva alla
lavorazione dei prodotti di qualità»
è la stessa che «viene riservata an-
che alla procedura canonica per
giungere alla beatificazione dei servi
di Dio e alla canonizzazione dei
Pinturicchio, «Incoronazione della Vergine» (particolare, 1503-1505)
beati». La prolusione è stata anche
l’occasione per tracciare un bilancio
dell’anno appena trascorso. Nel
2017, ha riferito il prefetto, ci sono
state diciannove cerimonie di beati-
ficazione e due di canonizzazione.
Le beatificazioni hanno avuto luogo
in undici nazioni diverse: Argentina,
Brasile, Colombia, Giappone, India,
Irlanda, Italia, Lituania, Slovacchia,
Spagna, Stati Uniti d’America;
mentre le canonizzazioni sono state
celebrate a Fátima e a Roma. I nuo-
vi santi canonizzati sono stati tren-
tasette, dei quali trenta sono martiri
e sette confessori. Sono brasiliani,
messicani, portoghesi, spagnoli e
italiani. Il cardinale ha ricordato che
le due canonizzazioni sono state ce-
lebrate nel santuario mariano porto-
ghese, dove Papa Francesco ha ca-
nonizzato il 13 maggio i pastorelli
Francisco e Giacinta Marto, e in
piazza San Pietro, dove il 15 ottobre
ha canonizzato Andrea de Soveral,
Ambrogio Francisco Ferro, sacerdoti
diocesani, e Matteo Moreira, laico,
insieme a ventisette compagni, mar-
tirizzati nel 1645, oltre a Cristobal,
Antonio e Juan, adolescenti messi-
cani, martirizzati negli anni 1527-29,
chiamati protomartiri delle Ameri-
scolopio, fondatore dell’istituto cala-
sanziano delle figlie della Divina
Pastora (1831-1925), e Angelo d’Acri
(1669-1739), cappuccino.
«Il servizio della Congregazione
delle cause dei santi alla Chiesa e
alla società — ha aggiunto il cardi-
nale — è quello di celebrare uomini
e donne, piccoli e grandi, di ogni
lingua e nazione, che hanno vissuto
in modo eroico le virtù cristiane o
hanno perso la vita col martirio, ri-
badendo con fierezza la propria
identità cristiana davanti ai nemici
di Dio e della Chiesa». Il porporato
ha tenuto a ribadire che le beatifica-
zioni e le canonizzazioni hanno luo-
go «alla fine di una procedura accu-
rata e complessa, che vede al lavoro
— oltre agli officiali della Congrega-
zione e ai numerosi postulatori —
anche molti specialisti esterni, quali-
ficati in storia, teologia, diritto ca-
nonico, medicina e scienze umane».
Il prefetto ha poi ricordato che i tre
nuclei che caratterizzano la docu-
nella Chiesa, pubblicata il 17 dicem- rante l’estate del 2017, «i fedeli orto-
bre. dossi russi hanno riservato a Mosca
Il motuproprio sull’offerta della
e a San Pietroburgo, al pellegrinag-
vita, ha spiegato, «tratta di una
gio di una reliquia del corpo di san
nuova via per la beatificazione, che
Nicola di Bari, molto venerato non
si aggiunge a quelle più tradizionali
solo in Occidente ma anche in
O riente».
Del resto, nella Chiesa cattolica,
«per la consacrazione delle nuove
chiese e degli altari sono necessarie
alcune reliquie dei santi e dei marti-
ri». Durante la cerimonia di beatifi-
cazione, poi, «vengono portate in
processione all’altare, vengono in-
censate e venerate le reliquie dei
nuovi beati, come segno della pre-
ziosità della loro testimonianza di
virtù o di martirio». Il cardinale ha
fatto notare che nell’istruzione c’è
«una innovazione, che riguarda le
reliquie insigni». Tradizionalmente,
sono considerate reliquie insigni sia
il corpo dei beati e dei santi sia le
parti notevoli dei loro corpi. Nel
nuovo documento viene considerata
come reliquia insigne anche «l’inte-
ro volume delle ceneri derivanti dal-
la loro cremazione. È quindi rile-
vante l’attenzione da dare a questo
argomento».
Il prefetto ha poi annunciato tre
novità editoriali. A cominciare dal
Manuale, libro di testo dello Stu-
dium, giunto alla quarta edizione,
delle virtù, del martirio e, molto ra- che è stato rivisto, rinnovato e note-
ramente, dell’equipollenza». Per volmente ampliato. Come nelle pre-
quanto riguarda l’istruzione sulle re- cedenti edizioni, il Manuale si sud-
liquie, è «evidente la sua importan- divide in tre sezioni: teologica, stori-
za per la loro comprensione teologi- co-agiografica e giuridica. A questo
ca, liturgica e pastorale». Le reliquie si aggiungono la pubblicazione San-
nella Chiesa, infatti, «hanno sempre ti e beati giovani, che vuole essere un
ricevuto particolare attenzione e ve- contributo per il prossimo sinodo
nerazione, perché il corpo dei beati dei Vescovi, e il sesto volume
e dei santi, destinato alla risurrezio- dell’Opus magnum di Benedetto XIV.
Quattro milioni di utenti
per Vatican News
Superano i quattro milioni tra Facebook, Twitter, YouTube e
Instagram gli utenti dei canali cosiddetti social della
Segreteria per la comunicazione (Spc) in seguito
all’unificazione sotto il logo Vatican News lanciato nelle
scorse settimane. Lo ha reso noto il 9 gennaio la stessa Spc,
sottolineando come in particolare il varo di una pagina
globale su Facebook abbia consentito di aggregare oltre tre
milioni di utenti, nelle sei lingue attualmente disponibili
(italiano, inglese, francese, tedesco, spagnolo e portoghese).
Inoltre a un gruppo della Spc, in sinergia con la Segreteria
di stato, sono affidati @Pontifex su Twitter (oltre 44 milioni
di seguaci in nove lingue) e @Franciscus su Instagram (oltre
cinque milioni sul canale unico multilingue). Secondo il
prefetto della Spc, monsignor Dario Edoardo Viganò, il
rafforzamento della presenza in rete «costituisce uno degli
effetti del grande processo di riforma dei media vaticani in
corso di completamento».
pagina 8
«La doppia vita dei pastori è
una ferita nella Chiesa»: ma se
pure hanno perso l’autorità, che
viene solo dalla «vicinanza a Dio
e alla gente», non devono però
mai perdere la speranza di ritro-
vare «coerenza» e capacità di
«commuoversi». Celebrando la
messa a Santa Marta, martedì 9
gennaio, Papa Francesco ha mes-
so in guardia i pastori dal «cele-
brare i sacramenti meccanica-
mente, come un pappagallo», e
dall’aprire la porta alla gente so-
lo a orari fissi. Perché perdereb-
bero l’autorità, appunto, e se an-
che predicassero la verità non
potrebbero capire i problemi del-
la gente e arrivarne al cuore.
«Nel passo del Vangelo che
abbiamo ascoltato, due volte si
dice la parola “autorità”» ha su-
bito fatto presente il Pontefice,
riferendosi al brano dell’evange-
lista Marco (1, 21-28) proposto
dalla liturgia. Nella sinagoga di
Cafarnao, ha infatti spiegato ri-
petendo le parole del Vangelo,
«la gente era stupita “del suo in-
segnamento: egli infatti insegna-
va loro come uno che ha autori-
tà, e non come gli scribi”».
È evidente, ha proseguito
Francesco, che siamo davanti a
«un insegnamento nuovo, dato
con autorità: “Comanda persino
gli spiriti impuri e gli obbedisco-
no!”». E «la novità di Gesù è
questa autorità» ha affermato il
Papa. Perché «la gente era abi-
tuata agli scribi, ai dottori della
legge: loro parlavano e la gente
pensava a un’altra cosa, perché
quello che dicevano non arrivava
al cuore». E così «parlavano lì
di idee, di dottrine, anche della
legge, e dicevano la verità: que-
sto è vero, a tal punto che Gesù
dice alla gente: “ascoltateli, fate
quello che loro vi dicono”».
Dunque i dottori della legge
«dicevano la verità, ma non arri-
vava al cuore: era tutto calmo,
tranquillo» ha rimarcato il Papa,
facendo presente che «invece
l’insegnamento di Gesù provoca
lo stupore», il «movimento al
cuore: “Ma cosa succede?”». Co-
sì «la gente lo segue, va dietro a
lui perché capisce che quello che
dice quell’uomo lo dice con “au-
torità”».
A questo proposito però Fran-
cesco ha invitato a riflettere bene
sul concetto di autorità. Infatti,
ha precisato, «l’autorità non è:
“io comando, tu fai”. No, è
un’altra cosa, è un dono, è una
coerenza». E «Gesù ha ricevuto
questo dono dell’autorità: dico
dono, non so se sia giusta la pa-
rola, ma lui l’ha ricevuto». Così
«quando, alla fine del vangelo di
Matteo, si legge l’invio degli
apostoli a “missionare” il mon-
do, lui dice: mi è stata data ogni
autorità, sul cielo e la terra. Io
sono uomo di autorità. Andate,
ma con questa autorità». Come
a dire: andate «con questa coe-
renza».
«È un’autorità divina, che vie-
ne da Dio» ha affermato ancora
il Papa. Perciò «quando i disce-
poli lo interrogano sulla data
della fine del mondo, lui dice:
“Nessuno lo sa, neppure il Fi-
glio”. È un tempo che ha il Pa-
dre nella sua autorità». E «que-
sto è quello che Gesù aveva, co-
me pastore, e il popolo parlava
di un “insegnamento nuovo”, un
modo di insegnare nuovo che
stupiva, arrivava al cuore. Non
come gli scribi». Gesù, ha ripe-
tuto il Papa, «insegnava con au-
L’OSSERVATORE ROMANO
Alison Rylands
«Doppia vita»
più”. Lo stesso dice
all’adultera».
Il Signore poteva
dire queste parole, ha
proseguito il Pontefi-
ce, «perché era vici-
no, capiva, accoglie-
va, guariva e insegna-
va con vicinanza».
Dunque, «quello che
a un pastore dà auto-
rità, o risveglia l’au-
torità che è data dal
Padre, è la vicinanza:
vicinanza a Dio nella
torità: era un pastore che inse- preghiera — un pastore che non
gnava con autorità». prega, un pastore che non cerca
«Ma cosa facevano gli scribi?» Dio ha perso parte — e la vici-
si è chiesto il Pontefice. «Loro — nanza alla gente». È un fatto, ha
ha risposto — insegnavano le co- aggiunto, che «il pastore stacca-
se che avevano imparato: nella
to dalla gente non arriva alla
scuola rabbinica, che era l’uni-
gente con il messaggio».
versità di quel tempo, leggendo
Perciò, ha insistito Francesco,
la Torah. Insegnavano la verità. ci vuole «vicinanza, questa dop-
Non insegnavano cose cattive:
pia vicinanza». E «questa è
assolutamente no! Insegnavano l’“unzione” del pastore che si
le cose vere della legge»; ma non
commuove davanti al dono di
arrivavano alla gente «perché lo- Dio nella preghiera, e si può
ro insegnavano proprio dalla cat-
commuovere davanti ai peccati,
tedra e non si interessavano della
al problema, alle malattie della
gente».
gente: lascia commuovere il pa-
«Perché quello che dà autorità
— una delle cose che dà l’autori- store».
Invece «questi scribi, questa
tà — è la vicinanza e Gesù aveva
autorità perché si avvicinava alla gente non si lasciava commuove-
gente» ha sottolineato France- re: avevano perso quella capaci-
sco. In questo modo «lui “capi- tà, perché non erano vicini e non
va” i problemi della gente, capi- erano vicini né alla gente né a
va i dolori della gente, capiva i Dio» ha ribadito il Papa. E
peccati della gente». Ad esem- «quando si perde questa vicinan-
pio, ha spiegato il Papa, Gesù za, dove finisce il pastore?
«capì bene che quel paralitico Nell’incoerenza di vita». Gesù,
alla piscina di Betsaida era un ha fatto presente Francesco, «è
peccatore» e «dopo averlo guari- chiaro in questo: “Fate quello
to cosa gli disse? “Non peccare che dicono” — dicono la verità —
Pace e speranza
condivise
Videomessaggio in occasione del viaggio in Cile e Perú
Condividere l’annuncio della pace e confermare nella speranza:
sarà questo il senso del viaggio che il Papa si appresta a compiere
in Cile e in Perú dal 15 al 22 gennaio. A sottolinearlo
è lo stesso Francesco in un videomessaggio inviato alle popolazioni
dei due Paesi. Delle sue parole pronunciate in spagnolo pubblichiamo
di seguito una traduzione italiana.
Fratelli e sorelle del Cile ranza». Pace e speranza, condi-
e del Perú, vise fra tutti.
Con l’avvicinarsi del mio viag- Desidero incontrarvi, guar-
gio in queste terre, vi saluto af- darvi negli occhi, vedere i
fettuosamente. Vengo da voi vostri volti e poter sperimenta-
come pellegrino della gioia del re insieme la vicinanza di Dio,
Vangelo, per condividere con la sua tenerezza e la misericor-
tutti «la pace del Signore» e dia che ci abbraccia e ci con-
«confermarvi in una stessa spe- sola.
Segundo Huertas, «Raccoglitrice» (2005)
Messa a Santa Marta
La vicinanza
di Gesù
“ma non quello che fanno”». È
la questione della «doppia vita».
«È brutto vedere pastori di
doppia vita: è una ferita nella
Chiesa» ha detto il Papa. È
brutto vedere «i pastori ammala-
ti, che hanno perso l’autorità e
vanno avanti in questa doppia
vita». Ma, ha aggiunto, «ci sono
tanti modi di portare avanti la
doppia vita e Gesù è molto forte
con loro: non solo dice alla gen-
te di ascoltarli ma di non fare
quello che fanno. Ma a loro cosa
dice? “Voi siete sepolcri imbian-
cati”: bellissimi nella dottrina, da
fuori; ma dentro putredine». E
proprio «questa è la fine del pa-
store che non ha vicinanza con
Dio nella preghiera e con la gen-
te nella compassione».
Forse, ha affermato il Papa,
qualche pastore potrebbe ricono-
scere di aver «perso la vicinan-
za» dicendo a se stesso: «non
prego; quando celebro i sacra-
menti lo faccio meccanicamente,
come un pappagallo; la gente mi
stanca; sono disponibile per la
gente da tale ora a tale ora, met-
to il cartello alla porta; non sono
vicino: ho perso tutto, Padre?”».
A questo proposito, ha confi-
dato Francesco, «mi viene al
cuore una figura biblica di un
sacerdote che a me fa tenerezza:
peccatore ma fa tenerezza». È la
storia del «vecchio Eli», presen-
tata nella lettura biblica tratta
dal primo libro di Samuele (1, 9-
20). Eli «era un debole, aveva
perso la vicinanza a Dio e alla
gente, e lasciava fare» ha spiega-
to Francesco, evidenziando che
«i figli maltrattavano la gente,
erano sacerdoti, portavano avanti
Conosco la storia dei vostri
paesi, forgiata con impegno,
dedizione. Desidero, insieme a
voi, rendere grazie a Dio per
la fede e l’amore a Dio e ai
fratelli più bisognosi, special-
mente per l’amore che provate
verso quanti sono scartati dal-
la società. La cultura dello
scarto ci ha invaso sempre più.
Desidero farmi partecipe delle
vostre gioie, tristezze, difficol-
tà e speranze, e dirvi che non
siete soli, che il Papa è con
voi, che la Chiesa intera vi
accoglie, che la Chiesa vi
guarda.
le cose e lui lasciava ma era lì,
sempre, non aveva lasciato il
tempio». Un giorno Eli vede
Anna pregare «e qualcosa ha at-
tirato l’attenzione su quella don-
na e l’ha guardata» pensando
fosse «ubriaca». Da qui il suo
invito ad andare a casa per smal-
tire l’ubriachezza.
Ma Anna, si legge nel brano
dell’Antico testamento, ha rivela-
to a Eli di non essere affatto
ubriaca ma piuttosto «amareg-
giata per questo, per questo, per
questo». Risponde infatti Anna:
«Non considerare la tua schiava
una donna perversa, poiché fino-
ra mi ha fatto parlare l’eccesso
del mio dolore e della mia ango-
scia». E proprio «mentre lei par-
lava — ha fatto notare il Pontefi-
ce — lui è stato capace di avvici-
narsi a quel cuore: il fuoco sacer-
dotale salì da sotto le ceneri di
una vita mediocre, non buona,
di pastore». Ed ecco, allora, che
Eli risponde alla donna: «Va’ in
pace e il Dio di Israele ti conce-
da quello che gli hai chiesto».
Dunque Eli, «che aveva perso
la vicinanza con Dio e con la
Mario Tapia Radic, «Volo»
Con voi desidero sperimen-
tare la pace che viene da Dio,
tanto necessaria; solo Lui ce la
può dare. È il dono che Cristo
fa a tutti noi, il fondamento
della nostra convivenza e della
società; la pace poggia sulla
giustizia e ci permette di trova-
re istanze di comunione e ar-
monia. Bisogna chiederla co-
mercoledì 10 gennaio 2018
gente — ha proseguito il Papa —
per curiosità si è avvicinato a
una donna, ma poi l’ha ascolta-
ta, si è reso conto di avere sba-
gliato ed è uscita dal suo cuore
la benedizione e la profezia». E
Francesco ha voluto riproporre
l’attualità della storia di Eli: «Io
dirò ai pastori che hanno vissuto
la vita staccati da Dio e dal po-
polo, dalla gente: non perdere la
speranza, sempre c’è la possibili-
tà». Tanto che a Eli «è stato suf-
ficiente guardare, avvicinarsi a
una donna, ascoltarla e risveglia-
re l’autorità per benedire e pro-
fetizzare: quella profezia è stata
fatta e il figlio alla donna è ve-
nuto».
«L’autorità — ha concluso il
Papa — è dono di Dio, viene so-
lo da lui e Gesù la dà ai suoi:
autorità nel parlare che viene
dalla vicinanza con Dio e con la
gente, sempre tutti e due insie-
me; autorità che è coerenza, non
doppia vita». E «se un pastore
perde l’autorità almeno non per-
da la speranza, come Eli: c’è
sempre tempo di avvicinarsi e ri-
svegliare l’autorità e la profezia».
stantemente al Signore e il Si-
gnore la dona. È la pace del
Risorto che porta la gioia e ci
spinge a essere missionari, rav-
vivando il dono della fede che
ci conduce all’incontro, alla co-
munione condivisa di una stes-
sa fede celebrata e trasmessa.
Questo incontro con Cristo
risorto ci conferma nella spe-
ranza. Non vogliamo essere an-
corati alle cose di questo mon-
do, il nostro sguardo va molto
al di là, i nostri occhi sono po-
sti sulla Sua misericordia che
cura le nostre miserie. Lui ci
dà l’impulso per alzarci e con-
tinuare. Toccare con mano
questa vicinanza di Dio fa di
noi una comunità viva e capace
di commuoversi con quanti
stanno al nostro fianco e com-
piere passi fermi di amicizia e
di fraternità. Siamo fratelli che
andiamo incontro agli altri per
confermarci in una stessa fede
e speranza.
Pongo nelle mani della Ver-
gine Maria, Madre d’America,
questo viaggio apostolico e tut-
te le intenzioni che serbiamo
nel nostro cuore, affinché sia
Lei, come buona Madre, ad ac-
coglierle e a indicarci il cammi-
no verso il Figlio.
A prestissimo! E, per favore,
non dimenticatevi di pregare
per me. A presto!