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DON GIUSEPPE SALA CUGGIONO

IL

MALE
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QUADERNI DI CATECHESI 1

Premessa S. Tommaso dAquino si cimentato con molti argomenti difficili nelle sue Questioni disputate; il tema che ha trattato forse pi diffusamente quello del <male>; tema trattato in ben sedici Questioni che hanno questi titoli! ". #l male $. # peccati %. &a causa del peccato '. #l peccato originale (. &a pena del peccato originale ). &a scelta umana *. #l peccato +eniale ,. # +i-i capitali .. &a +anagloria "/. &in+idia "". &accidia "$. &ira "%. &a+ari-ia "'. &a gola "(. &a lussuria "). # demoni. 0ercher1 di sbriciolare la dottrina di S. Tommaso per renderla comprensibile anche ai semplici cristiani. 2on sono certo di riuscire ma ci pro+o perch3 largomento molto interessante.

QUESTIONE 1 IL MALE
PRIMO IL MALE E QUALCOSA! #l male si pu1 intendere in due modi! ". il male pu1 essere inteso come ci1 che funge da soggetto del male cio qualcosa o qualcuno in cui il male a++iene ad es. una persona che compie il male; in questo caso il male qualcosa; $. il male pu1 essere inteso come lo stesso male; in questo caso il male non qualcosa ma la pri+a-ione o la ro+ina di qualche bene ad es. la cecit4 pri+a-ione o distru-ione della +ista. 5iciamo quindi che ci1 che male non qualcosa; in+ece qualcosa ci1 in cui accade un male; ad es. qualcosa una persona in cui accade un male. #l male pri+a-ione di un bene particolare in un soggetto; ad es. il male della cecit4 pri+a-ione del bene della +ista in una persona. SECONDO IL MALE E NEL "ENE! #& male non pu1 esistere se non nel bene perch3 il male in se stesso non qualcosa. 6er capire che il male non pu1 esistere se non nel bene bisogna capire che cos il bene. #l bene pu1 essere detto in tre modi! 3

". si dice bene di una cosa la sua stessa perfe-ione come si dice ad es. che il bene dellocchio lacute--a della +ista che la +irt il bene delluomo; in tale bene non ci pu1 essere il male; $. si dice che un bene non la stessa perfe-ione ma ci1 che possiede la propria perfe-ione ad es. luomo che possiede la +irt; in tale bene cio nelluomo pu1 esserci il male cio la perdita della +irt; in tal caso il bene diminuisce per me--o del male; il bene diminuisce nella misura in cui soppressa la perfe-ione cio la +irt e rimane il soggetto cio la persona che possiede la perfe-ione; %. si dice che un bene il soggetto in quanto in poten-a alla perfe-ione come lanima in poten-a alla +irt come il gatto in poten-a ad a+ere una +ista acuta; in tal caso non pu1 esserci il male perch3 in realt4 non c nemmeno il bene; un bene in poten-a non esiste ancora. TER#O IL "ENE $ CAUSA DEL MALE! Se il male non qualcosa causa del male non pu1 essere che il bene. #n che modo il bene causa del male7 #n due modi! il bene causa del male in quanto il bene pu1 +enir meno; ad es. un +itello un bene ma egli pu1 causare un male morendo;

il bene causa del male in quanto il bene agente in maniera accidentale; ad es. luomo un bene ma egli pu1 causare un male sbagliando qualcosa! ad es. un medico che sbaglia una cura pu1 causare il male della morte in un pa-iente.

QUARTO IL MALE SI DI%IDE CON%ENIENTEMENTE IN COLPA E IN PENA! 2ella creatura intelligente e ra-ionale cio nelluomo e nellangelo il male si di+ide in colpa e in pena. &a colpa deri+a dalla +olont4 libera; una-ione disordinata della +olont4 ha natura di colpa; infatti un uomo biasimato ed reso colpe+ole per il fatto che compie +olontariamente un atto disordinato. &a pena deri+a dalla colpa. Tre cose appartengono alla natura della pena! la prima cosa che appartiene alla natura della pena che essa abbia un rapporto con la colpa; si dice infatti che un uomo punito quando subisce un male per qualcosa che ha commesso +olontariamente; la seconda cosa che appartiene alla natura della pena che essa ripugni alla +olont4; infatti la +olont4 di ciascuno ha uninclina-ione +erso il proprio bene cosicch3 essere pri+ati del proprio bene ripugna alla +olont4; la ter-a cosa che appartiene alla natura della pena che essa consista in un certo patire; un 5

patire pro+eniente non dalla +olont4 qualcosa di esterno.

ma da

#n che modo si differen-iano la pena e la colpa7 #n tre modi! la pena si differen-ia dalla colpa per il fatto che la colpa il male della stessa a-ione la pena il male dellagente ad es. di un uomo! lagente che subisce la pena; la pena si differen-ia dalla colpa per il fatto che la colpa secondo la +olont4 di chi la compie la pena in+ece contro la +olont4 di chi la compie; la pena si differen-ia dalla colpa per il fatto che la colpa nellagire la pena in+ece nel patire. QUINTO HA PIU NATURA DI MALE LA COLPA O LA PENA! Si pu1 dimostrare che la colpa ha in assoluto una maggiore natura di male che la pena. S. Tommaso porta quattro moti+i! ". la colpa ha natura di male maggiore della pena perch3 la colpa che rende catti+o un soggetto non la pena; 5ionigi dice che <non un male essere puniti ma essere merite+oli di pena>; da ci1 consegue che il male della colpa ha maggior natura di male che il male della pena; 6

$. la colpa ha natura di male maggiore della pena perch3 pi lontana da 5io la colpa che la pena; infatti 5io pu1 essere autore della pena mai della colpa ; e poich3 5io lessen-a stessa della bont4 la colpa che allontana da 5io ha natura di male pi della pena; la colpa quindi un male maggiore della pena; %. la colpa ha natura di male pi della pena perch3 5io nella sua infinita sapien-a infligge talora il male della pena per e+itare il male della colpa e mai +ice+ersa; se un medico taglia una mano perch3 non muoia il corpo e+idente che il taglio della mano un male minore della distru-ione del corpo; se la sapien-a di+ina infligge una pena affinch3 sia e+itata la colpa segno che 5io considera la colpa pi gra+e della pena; quindi e+idente che la colpa un male maggiore della pena la quale inflitta per e+itare la colpa; '. la colpa ha natura di male pi della pena perch3 il male della colpa consiste nellagire mentre il male della pena consiste nel patire; ora ci1 che ha unopera-ione catti+a mostra gi4 desser catti+o; chi in+ece subisce qualche male non per questo mostra desser catti+o; la colpa quindi ha natura di male pi della pena.

QUESTIONE & I PECCATI


PRIMO C E UN ATTO DETERMINATO IN QUALSIASI PECCATO! S. Tommaso ricorda due opinioni. Alcuni sostengono che in qualsiasi peccato anche in quello domissione c un determinato atto; atto costituito o da una +olont4 interiore come quando uno non +olendo fare lelemosina pecca non facendo lelemosina; o da un determinato atto esteriore aggiunto a causa del quale ci si astiene da un atto do+uto; ad es. quando uno +olendo giocare 8atto esteriore aggiunto9 trascura la :essa domenicale 8atto do+uto9. Altri sostengono che il peccato domissione non ha alcun atto; peccato domissione il fatto stesso di desistere dallatto. S. Tommaso dice che per il peccato domissione non richiesto latto perch3 il peccato 8

domissione consiste nella stessa astensione dellatto comandato. 0i1 e+idente se poniamo mente alla natura del peccato. 0he cos il peccato7 &essen-a del peccato consiste nellopporsi alla regola della-ione che la regola morale. ;ra poich3 la regola della-ione istituisce un medio tra leccesso e il difetto necessario che la regola proibisca alcune cose per e+itare l<eccesso e comandi altre cose per e+itare il <difetto. =cco perch3 nella regola morale sono contenuti alcuni precetti negati+i e alcuni precetti positi+i. Quindi quando luomo contrasta i precetti negati+i pecca di a-ione; quando in+ece luomo contrasta i precetti positi+i pecca di omissione. 0os> dunque ci pu1 essere un peccato per il quale non richiesto alcun atto. SECONDO IL PECCATO CONSISTE SOLO NELL ATTO DELLA %OLONTA ! ?isogna ricordare la differen-a tra il male e il peccato o colpa. #l male pi comune; ogni cosa con un difetto un male. #l peccato o colpa consiste in un disordine +olontario; +iene imputato a colpa un atto disordinato quando tale atto disordinato

+olontario quando cio in potere di un uomo compierlo o no. TER#O IL PECCATO CONSISTE PRINCIPALMENTE NELL ATTO DELLA %OLONTA ! ?isogna dire che ci sono alcuni peccati i cui atti esterni non sono per s3 catti+i o sono addirittura buoni; questi atti esterni di+entano catti+i quando procedono da una +olont4 corrotta; per es. fare elemosina per +anagloria. #n tali casi il peccato consiste principalmente nella +olont4. 0i sono poi alcuni peccati in cui gli atti esteriori sono catti+i per s3; ad es. il furto ladulterio lomicidio. Anche questi peccati consistono principalmente nellatto della +olont47 ;ppure consistono principalmente negli atti esteriori7 5i questi peccati dobbiamo dire! lorigine del peccato si riscontra nellatto esteriore piuttosto che nellatto della +olont4; la complete--a del peccato per1 si ha quando +i si aggiunge latto della +olont4.

QUARTO OGNI ATTO E INDI''ERENTE! Alcuni dissero che tutti gli atti sono di per s3 indifferenti. 10

Altri dissero in+ece che alcuni atti sono di per s3 buoni e altri atti sono di per s3 catti+i. Qual la +erit47 #l bene e il male negli atti umani +anno considerati in rapporto alla ragione umana che ne la regola prossima informata dalla &egge di+ina che la regola ultima degli atti umani. #l male consiste nellessere contro la ragione. #l bene consiste in+ece nellessere secondo la ragione. &atto umano si qualifica per la sua conformit4 o per la sua contrariet4 alla ragione. ?isogna quindi dire che alcuni atti umani sono di per s3 buoni! quelli conformi alla ragione e altri atti umani sono di per s3 catti+i! quelli contrari alla ragione. Si pu1 parlare di atti indifferenti se tali atti non si considerano secondo la conformit4 o difformit4 della ragione ma si considerano a prescindere dalla ragione. QUINTO ALCUNI ATTI SONO INDI''ERENTI! ?isogna dire che gli atti umani possono a+ere non solo una bont4 o una mali-ia in base al proprio oggetto ma anche una bont4 o una mali-ia in base alle circostan-e. #n base alloggetto 11

alcuni atti sono buoni perch3 conformi alla ragione; per es. fare unelemosina; altri atti sono catti+i perch3 difformi dalla ragione; per es. rubare le cose altrui; altri atti non comportano n3 qualcosa di con+eniente alla ragione n3 qualcosa di difforme dalla ragione; ad es. solle+are una pagliu--a da terra; atti del genere sono indifferenti. #n base alle circostan-e per1 qualche atto indifferente quanto alloggetto pu1 essere buono o catti+o perch3 un atto indifferente quanto alloggetto pu1 essere compiuto con una finalit4 buona o catti+a; finalit4 che una circostan-a an-i la circostan-a principale. = e+idente che un atto che non procede da una +olont4 deliberata ad es. un atto che si compie nel sonno al di fuori del dominio della morale; e quindi non partecipa della bont4 o della mali-ia morale. SESTO LA CIRCOSTAN#A DA LA SPECIE AL PECCATO O CAM"IA IL PECCATO 'ACENDOLO PASSARE IN UN ALTRO GENERE DI PECCATO! 6er rispondere a questa domanda bisogna considerare tre cose! ". da che cosa il peccato rice+e la specie7 $. che cos la circostan-a7 12

%. in che modo la circostan-a d4 la specie al peccato7 5a che cosa il peccato rice+e la specie7 #l peccato rice+e la specie dalloggetto cercato. 0he cos la circostan-a7 Si dice circostan-a ci1 che sta attorno allatto del peccato ci1 che esterno allatto del peccato. Ad es. sono circostan-e il fine il tempo il luogo ecc. #n che modo la circostan-a d4 la specie al peccato7 &a circostan-a costituisce una nuo+a specie di peccato quando contrasta con la ragione. SETTIMO UNA CIRCOSTAN#A( CHE NON DA LA SPECIE AL PECCATO( LO AGGRA%A! &a circostan-a si rapporta in tre modi allatto del peccato! tal+olta la circostan-a non +aria la specie del peccato n3 lo aggra+a; ad es. percuotere un uomo +estito con un abito bianco o rosso; infatti indifferente per la ragione il fatto che chi percosso indossi questo o quel +estito; tal+olta la circostan-a cambia la specie del peccato; questo capita quando la circostan-a comporta una certa differen-a in rapporto alla ragione; ad es. c differen-a tra rubare a un ricco e rubare a un indigente; tal+olta la circostan-a non cambia la specie del peccato ma lo aggra+a; ad es. rubare peccato rubare molto aggra+a il peccato. 13

OTTA%O LA CIRCOSTAN#A AGGRA%A IL PECCATO( IN MODO DA 'AR DI%ENTARE MORTALE UN PECCATO %ENIALE! = e+idente che il peccato mortale e il peccato +eniale non appartengono alla stessa specie. 6recisato questo possiamo dire che la circostan-a aggra+ante tal+olta costituisce una nuo+a specie di peccato tal+olta in+ece no. 5unque una circostan-a aggra+ante pu1 costituire una specie di peccato mortale; per es. quando uno dice parole o-iose con un fine catti+o! per incitare alla libidine o allodio; una circostan-a che in+ece aggra+a in modo da non costituire una nuo+a specie di peccato non pu1 far di+entare mortale un peccato +eniale; infatti la gra+it4 deri+ante dalla specie del peccato sempre maggiore della gra+it4 deri+ante dalla circostan-a che non costituisce una specie. NONO TUTTI I PECCATI SONO UGUALI! 2ei peccati bisogna considerare una certa differen-a tra peccati domissione e peccati di trasgressione! i peccati domissione consistono nella sola pri+a-ione del precetto che non +iene 14

osser+ato; per1 i peccati domissione non sono uguali perch3 i precetti sono diseguali! o a causa della di+ersa autorit4 di chi comanda o a causa della di+ersa importan-a o necessit4 degli stessi precetti; i peccati di trasgressione poi consistono nella deformit4 degli atti; ora le deformit4 o i disordini degli atti in rapporto alla ragione non sono uguali. Quindi non tutti i peccati sono uguali. DECIMO UN PECCATO E PIU GRA%E PER IL 'ATTO CHE SI OPPONE A UN "ENE MAGGIORE! &a gra+it4 del peccato pu1 essere +alutata secondo due modi! la gra+it4 pu1 essere +alutata da parte dello stesso atto; la gra+it4 pu1 essere +alutata dalla parte di chi agisce. 5alla parte dellatto bisogna considerare due cose! la specie dellatto e le circostan-e dellatto. &atto rice+e la specie dalloggetto o materia; quindi la gra+it4 pro+eniente dalla specie deri+a dalloggetto; considerando loggetto si dice pi gra+e quel peccato che si oppone a un bene maggiore di +irt; da questo punto di +ista i peccati che sono contro 5io come ad es. la 15

bestemmia lidolatria sono da ritenere gra+issimi nel suo genere; fra i peccati che sono contro il prossimo la gra+it4 si misura dallopposi-ione ai +ari beni del prossimo; il massimo bene del prossimo la stessa persona delluomo alla quale si oppone lomicidio che sopprime la +ita attuale delluomo; +iene poi il peccato di lussuria il quale si oppone alla +ita in poten-a delluomo perch3 un disordine esistente nellatto della genera-ione umana; qui ci sono i peccati di adulterio di fornica-ione e simili peccati carnali; +engono al ter-o posto i peccati mediante i quali il prossimo danneggiato nei beni esteriori! furto rapina e simili. ?isogna ricordare che in questi singoli generi di peccato ci sono di+ersi gradi; a seconda dellopposi-ione a quel bene che de+e essere amato di pi o di meno. Anche dalle circostan-e si d4 una gra+it4 nel peccato una gra+it4 accidentale cio una gra+it4 che si aggiunge a quella della specie! ad es. rubare in chiesa aggiunge qualcosa al semplice rubare. 5alla parte di chi agisce la gra+it4 del peccato deri+a dalla +olontariet4 che uno impiega quando pecca; infatti la +olontariet4 la causa del peccato. UNDICESIMO 16

IL PECCATO 'A DIMINUIRE IL "ENE DI NATURA! #l peccato una sorta di ostacolo interposto tra lanima e 5io come dice #saia! <&e +ostre iniquit4 hanno sca+ato un abisso fra +oi e il +ostro 5io> 8(. $9. #l peccato +olge lanima nella dire-ione opposta a 5io cio +erso ci1 che contro la legge di 5io. = quindi e+idente che il peccato un certo ostacolo che impedisce la rice-ione della gra-ia. ;ra il peccato che di ostacolo alla gra-ia non solo elimina la gra-ia ma rende lanima meno disposta alla rice-ione della gra-ia. = poich3 la gra-ia perfe-iona la natura sia quanto allintelletto sia quanto alla +olont4 sia quanto alle parti inferiori dellanima il peccato che elimina la gra-ia ferisce anche la natura. Quindi lignoran-a la mali-ia la fragilit4 e altre cose del genere conseguenti al peccato feriscono tutta la natura umana diminuiscono quindi il suo bene. DODICESIMO IL PECCATO PUO CORROMPERE TUTTO IL "ENE DI NATURA! = impossibile che il peccato sopprima tutto il bene di natura. 6erch3 impossibile7 6erch3 la natura ra-ionale incorruttibile e non cessa di esistere; ne segue che per quanto si moltiplichi il peccato la diminu-ione del bene della gra-ia diminuisce sempre per aggiunta del 17

peccato; mai per1 la natura ra-ionale sar4 totalmente soppressa perch3 incorruttibile.

QUESTIONE ) LA CAUSA DEL PECCATO


PRIMO DIO $ CAUSA DEL PECCATO! @no pu1 essere causa di peccato in due modi! ". perch3 egli stesso pecca; $. perch3 fa peccare un altro. 2essuno di questi due modi pu1 con+enire a 5io. 5io non pu1 peccare. #nfatti il peccato pro+iene dal fatto che la +olont4 non si muo+e +erso il debito fine ma tende a un fine indebito. 6oich3 il debito fine lui stesso 5io non pu1 tendere a un fine indebito; 5io quindi non pu1 peccare. 5io non pu1 peccare anche perch3 egli la Somma ?ont4; non pu1 quindi +olere il peccato. 5io quindi non pu1 essere causa del peccato a tal punto che pecchi egli stesso. 18

5io non fa peccare un altro. #nfatti il peccato consiste nellallontanamento della +olont4 creata dallultimo fine. ;ra impossibile che 5io faccia s> che la +olont4 dun uomo si allontani dallultimo fine essendo egli stesso lultimo fine. 5io poi il Sommo ?ene; non pu1 quindi essere la causa dellallontanamento della +olont4 delluomo dal Sommo ?ene; non pu1 essere quindi causa della colpa la quale consiste nellallontanarsi da 5io Sommo ?ene. = impossibile quindi che 5io sia causa del peccato. SECONDO L A#IONE DEL PECCATO PRO%IENE DA DIO! #l peccato non pu1 pro+enire da 5io; ma pu1 pro+enire da 5io la-ione implicata nel peccato7 Anticamente alcuni pensando alla stessa deformit4 del peccato che non pro+iene da 5io dissero che anche la-ione del peccato non pro+iene da 5io. Altri dissero in+ece che latto del peccato pro+iene da 5io perch3 ogni atto non pu1 non deri+are da 5io; come 5io il primo ente che sussiste da s3 da cui deri+ano gli altri enti per partecipa-ione; cos> 5io il primo agente che agisce da s da cui ogni agente rice+e la possibilit4 di essere tale. ;ra e+idente che latto del peccato un determinato ente che deri+a dal primo ente. 6erci1 necessario dire che pro+enga da 5io. Si pu1 anche dire! ogni mo+imento delle cause seconde causato dal primo motore. 19

;ra 5io il primo motore rispetto a tutti i mo+imenti sia spirituali sia corporei. 6erci1 poich3 latto del peccato un determinato mo+imento del libero arbitrio necessario dire che latto del peccato in quanto atto pro+iene da 5io. ?isogna per1 tener presente che 5io muo+e tutti gli esseri secondo la loro natura. 5io muo+e in un modo gli esseri inanimati in un altro modo gli esseri animati. 5io muo+e in modo necessitante gli esseri pri+i di libert4 muo+e in modo libero gli esseri dotato di libero arbitrio. 5io primo motore muo+e alcuni esseri in modo tale che si muo+ono anche da se stessi! sono gli esseri dotati di libero arbitrio. 0ome questi esseri dotati di libero arbitrio possono compiere non solo a-ioni buone ma anche a-ioni catti+e se sono mossi da 5io7 Quando questi esseri si tro+ano nella do+uta disposi-ione per rice+ere la mo-ione di+ina compiono buone a-ioni le quali si riconducono totalmente a 5io come a loro causa. Quando in+ece +engono meno alla do+uta disposi-ione per rice+ere la mo-ione di+ina ne consegue una-ione disordinata quale la-ione del peccato. = cos> ci1 che +i da-ione si riconduce a 5io come a propria causa;

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ci1 che in+ece +i di disordine o di deforme non ha 5io come causa ma ha come causa solo il libero arbitrio. Si dice perci1 che la-ione del peccato pro+iene da 5io ma non pro+iene da 5io il peccato che il disordine della-ione. TER#O IL DIA%OLO E CAUSA DEL PECCATO! Tal+olta si dice che causa chi consiglia o chi persuade o chi comanda. Altre +olte si dice che la +era e propria causa ci1 che consegue un effetto. 0hi consiglia persuade e comanda non consegue subito un effetto; S. Agostino dice che <la persuasione non costringe chi non +uole>. ?isogna quindi dire che il dia+olo pu1 essere causa del peccato delluomo alla stregua di chi consiglia o di chi persuade o di chi comanda come si osser+a in coloro che manifestamente si sono dati al dia+olo. #l dia+olo non pu1 in+ece essere causa +era e propria del peccato delluomo perch3 non pu1 muo+ere direttamente la +olont4 delluomo ma solo indirettamente. #n che modo la +olont4 subisce uninclina-ione ad agire7 #n due modi! dallesterno e dallinterno. 21

#n che modo la +olont4 subisce uninclina-ione dallesterno7 &a +olont4 subisce uninclina-ione da un oggetto conosciuto; si dice infatti che il bene conosciuto muo+e la +olont4. #n questo modo si dice che muo+e chi consiglia chi persuade e chi comanda in quanto fa apparire buona una cosa che di fatto catti+a. #n che modo la +olont4 subisce uninclina-ione dallinterno7 :uo+e la +olont4 dallinterno chi produce lo stesso atto della +olont4. 0hi pu1 produrre lo stesso atto della +olont47 6roduce lo stesso atto della +olont4 ci1 che la +olont4 +uole necessariamente. 0he cosa +uole necessariamente la +olont47 Auole naturalmente e necessariamente la felicit4 piena e perfetta cio la beatitudine. 0ome lintelletto d4 necessariamente il proprio assenso ai princ>pi primi naturalmente conosciuti; cos> la +olont4 +uole necessariamente la beatitudine. &a +olont4 quindi mossa necessariamente dalla beatitudine o felicit4 piena e perfetta e da ci1 che appare necessariamente connesso con la beatitudine. Quale bene appare necessariamente connesso con la beatitudine7 #l bene perfetto qual 5io appare necessariamente connesso con la beatitudine7 ;ggetti+amente c una connessione necessaria tra 5io e la beatitudine perch3 sen-a 5io luomo non pu1 essere felice. 22

5obbiamo dire per1 che alluomo in questa +ita non si manifesta con e+iden-a la connessione tra 5io e la felicit4 perch3 in questa +ita luomo non +ede 5io nella sua essen-a. &uomo quindi in questa +ita non aderisce necessariamente a 5io. #n coloro che in+ece +edono 5io nella sua essen-a la beatitudine appare causata solo da 5io. 0hi +ede 5io +ede che =gli solo la sua beatitudine. &a +olont4 quindi mossa dallinterno da 5io che la causa prima della +olont4 ed mossa dalla stessa +olont4 perch3 dotata di libero arbitrio. ;ra 5io non causa del peccato come gi4 si detto. Besta dunque che solo la +olont4 causa diretta del peccato delluomo. = quindi e+idente che il dia+olo non in senso proprio la causa del peccato delluomo. #l dia+olo pu1 consigliare persuadere comandare alluomo di peccare; non pu1 per1 muo+ere necessariamente la +olont4 delluomo a peccare. QUARTO IL DIA%OLO PUO INDURRE L UOMO A PECCARE( CON UNA PERSUASIONE INTERNA! Ci4 si detto che il dia+olo non pu1 muo+ere direttamente la +olont4 delluomo ma la pu1 muo+ere solo cercando di consigliare persuadere e comandare luomo. 23

0ome pu1 il dia+olo consigliare persuadere e comandare luomo a peccare7 #n due modi! in modo +isibile come quando si manifesta alluomo sensibilmente sotto una certa forma gli parla e lo persuade come fece con Adamo ed =+a come fece con Ces nel deserto; in modo in+isibile come quando presenta all uomo qualcosa di male come bene. 0ome pu1 il dia+olo presentare alluomo qualcosa di male come bene7 #l dia+olo pu1 presentare qualcosa di male come bene in tre modi! allintelletto al senso interno e al senso esterno. 0ome pu1 il dia+olo presentare qualcosa di male come bene allintelletto delluomo7 &angelo buono pu1 illuminare lintelletto delluomo. Anche il dia+olo pu1 illuminare lintelletto delluomo e quindi persuaderlo a fare qualcosa tutta+ia non lo fa perch3 lintelletto quanto pi illuminato tanto meglio si pu1 guardare dallinganno che ci1 che il dia+olo ha in mente e persegue. 0he fa allora il dia+olo sulluomo7 Qualsiasi ri+ela-ione del dia+olo non a++iene per me--o di una illumina-ione dellintelletto ma solo

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per una certa impressione nelle poten-e interiori ed esteriori. 0ome pu1 il dia+olo impressionare le poten-e interiori delluomo7 6er capire bisogna tener presente che la natura corporea delluomo fatta per essere mossa localmente da quella spirituale; ad es. il corpo delluomo mosso dalla sua anima. Quindi niente +ieta che tutto ci1 che accade per mo+imento locale della materia corporea accada ad opera dei demoni se non sono impediti da 5io. 6otendo far questo i demoni possono mettere in mo+imento le poten-e sensiti+e interiori ed esteriori delluomo quando dorme e quando s+eglio giungendo tal+olta a legare completamente lo stesso uso della ragione come manifesto negli uomini posseduti. = infatti e+idente che gli atti della ragione sono impediti da una grande perturba-ione dei sensi interni 8fantasia memoriaD9 e delle passioni; ci1 che si manifesta nei pa--i nei dormienti negli ubriachi. #l dia+olo quindi persuade internamente a peccare suscitando delle impressioni nelle poten-e sensiti+e interne e anche esterne cio nei sensi interni ed esterni. #l dia+olo spinge a peccare anche muo+endo in qualche modo il corpo delluomo per inclinarlo alla concupiscen-a allira e ad altre passioni del genere; dopo che tali passioni si saranno scatenate luomo maggiormente disposto ad acconsentir+i. 25

= cos> e+idente che il dia+olo istiga interiormente luomo al peccato non dando attua-ione al peccato ma persuadendo luomo e influendo sulle sue poten-e interiori ed esteriori e anche sul suo corpo. QUINTO TUTTI I PECCATI SONO SUGGESTIONI DEL DIA%OLO! Si pu1 dire che il dia+olo causa di tutti i nostri peccati non direttamente ma indirettamente per il fatto che istig1 il primo uomo a peccare e da tale peccato conseguita in tutto il genere umano una certa inclina-ione +erso tutti i peccati. 2on si pu1 dire in+ece che tutti i peccati degli uomini sono commessi per istiga-ione del dia+olo; alcuni sono commessi dal libero arbitrio delluomo altri dalla corru-ione della carne. ;rigene dice che anche se non ci fosse il dia+olo gli uomini a+rebbero ugualmente il desiderio del cibo dei piaceri sessuali e di altre cose del genere. ;ra per questi desideri si +erifica un gran disordine a meno che essi siano tenuti a freno dalla ragione; si +erifica un gran disordine soprattutto per la corru-ione della natura umana a moti+o del peccato originale. ;ra tenere a freno e mettere ordine in desideri del genere dipende dal libero arbitrio. 2on quindi necessario pensare che tutti i peccati pro+engano dallistiga-ione del dia+olo. 5obbiamo dire per1 che anche se alcuni peccati non pro+engono dalla istiga-ione del dia+olo per 26

me--o di tali peccati gli uomini di+entano <figli del dia+olo> in quanto imitano il dia+olo che ha peccato per primo. 5iciamo anche che non c alcun genere di peccato che non possa pro+enire dallistiga-ione del dia+olo. SESTO L IGNORAN#A PUO ESSERE CAUSA DI PECCATO! :ediante la scien-a morale siamo guidati +erso il bene e siamo trattenuti dal male. &ignoran-a quindi che sopprime questa scien-a morale che guida al bene e trattiene dal male giustamente detta causa di peccato. 0ome la scien-a della grammatica insegna come parlare correttamente e fa e+itare luso delle locu-ioni scorrette cos> che lignoran-a della grammatica pu1 essere detta causa di un parlare scorretto; cos> negli atti umani la scien-a morale d4 delle diretti+e e quindi lignoran-a di tale scien-a morale di+enta causa di peccato. ?isogna per1 sapere che duplice la scien-a morale che d4 delle diretti+e a riguardo degli atti morali! c una scien-a morale uni+ersale; per me--o di questa scien-a noi giudichiamo se un certo atto retto o deforme; e mediante una tale scien-a tal+olta uno impedito di peccare come quando uno giudicando che la fornica-ione peccato si astiene dal fornicare; se tale scien-a fosse soppressa a causa 27

dellignoran-a lignoran-a sarebbe causa della fornica-ione; e se questa ignoran-a fosse tale da non scusare del tutto dal peccato tale ignoran-a sarebbe causa di peccato; c poi una scien-a morale del particolare cio delle circostan-e; scien-a che d4 delle diretti+e negli atti morali che pu1 quindi impedire il peccato; tramite la conoscen-a di qualche circostan-a uno pu1 essere impedito di commettere peccati; ad es. se larciere sapesse che chi sta passando un uomo non scaglierebbe affatto le sue frecce; lignoran-a di tale circostan-a pu1 in+ece causare un omicidio che pu1 essere peccato se si tratta di ignoran-a colpe+ole.

SETTIMO L IGNORAN#A E PECCATO! ?isogna distinguere tra la nescien-a lignoran-a lerrore. &a nescien-a comporta la semplice nega-ione della scien-a. &ignoran-a tal+olta pri+a-ione di scien-a che uno do+rebbe a+ere naturalmente; tal+olta pri+a-ione di scien-a do+uta ad una per+ersa disposi-ione da cui uno impedito di conoscere la +erit4. &errore infine consiste nel ritenere come +ero ci1 che falso; lerrore quindi aggiunge un certo atto all ignoran-a; infatti ci pu1 essere ignoran-a sen-a che uno esprima un giudi-io su ci1 che non 28

conosce; in questo caso nellignoran-a ma non nellerrore; ma quando costui esprime un giudi-io falso su ci1 che non conosce allora si dice in senso proprio che nellerrore. 0he dire dellerrore7 &errore ha manifestamente natura di peccato. #nfatti non accade sen-a presun-ione che uno esprima un giudi-io su quelle cose che ignora e massimamente su quelle in cui esiste il pericolo di sbagliare. 0he dire dellignoran-a7 &ignoran-a di per s3 ha natura di pena. &ignoran-a ha anche natura di colpa7 2on ogni ignoran-a ha natura di colpa; infatti non una colpa ignorare ci1 che non si tenuti a conoscere; non in+ece sen-a peccato lignoran-a a causa della quale si ignora ci1 che si tenuti a conoscere. ;ra ognuno tenuto a conoscere quelle cose da cui rice+e delle diretti+e per i propri atti. 6erci1 ogni uomo tenuto a conoscere quelle cose che concernono la fede perch3 la fede una diretti+a per linten-ione; i comandamenti del 5ecalogo gra-ie ai quali pu1 e+itare i peccati e fare il bene; perci1 sono stati promulgati da 5io da+anti a tutto il popolo; quelle cose che riguardano il suo ufficio. &ignoran-a di tutte queste cose non sen-a colpa. @na tale ignoran-a pu1 essere considerata in tre modi! 29

in se stessa in rapporto alla sua causa in rapporto a ci1 che ad essa consegue. &ignoran-a pu1 essere considerata in se stessa; cos> lignoran-a non ha natura di colpa ma di pena; lignoran-a infatti non un fatto positi+o ma negati+o; la pri+a-ione della gra-ia o della scien-a ad es. ha natura di pena. &ignoran-a pu1 essere considerata poi in rapporto alla sua causa; come la causa della scien-a consiste nellapplicare la mente al sapere cos> la causa dellignoran-a consiste nel non applicare la mente al sapere; il fatto stesso di non applicare la mente per sapere ci1 che si de+e sapere un peccato di omissione. &ignoran-a pu1 infine essere considerata in rapporto a ci1 che ad essa consegue; che cosa consegue allignoran-a7 Tal+olta allignoran-a consegue il peccato causato da essa. OTTA%O L IGNORAN#A SCUSA DAL PECCATO O LO 'A DIMINUIRE! ;gni peccato +olontario; lignoran-a quindi scusa dal peccato tanto quanto sopprime la +olontariet4. &ignoran-a pu1 sopprimere la +olontariet47 ?isogna ricordare che lignoran-a nellintelletto. Quindi tolta la conoscen-a dellintelletto per me--o dellignoran-a tolto anche latto della +olont4; in questo modo soppressa anche la

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+olontariet4 relati+amente a ci1 che non si conosce. &ignoran-a non pu1 per1 togliere il +olontario che la precede. = il caso di chi +uole essere ignorante. Questo si +erifica in tre modi! ". quando uno +uole direttamente ignorare la legge di 5io per non essere distolto dal peccato che +uole commettere come alcuni dissero nel libro di Ciobbe! <Allontanati da noi non +ogliamo conoscer le tue +ie> 8$" "'9; $. quando uno non si cura di conoscere ; questa lignoran-a della negligen-a; uno negligente quando non applica la mente per conoscere quelle cose che de+e necessariamente conoscere in ogni caso o in qualche caso particolare; ad es. chi scaglia una freccia in un luogo do+e sono soliti passare degli uomini de+e essergli imputato a negligen-a il fatto di non essersi curato di accertarsi se in quel momento non stia passando qualcuno; tale ignoran-a do+uta a negligen-a ritenuta +olontaria; %. quando uno +uole qualcosa cui consegue lignoran-a; per es. il caso dellubriaco che be+e un bicchiere di troppo per la qual cosa pri+ato delluso di ragione. 2el primo caso cio quando uno +uole direttamente ignorare per non essere distolto dal peccato tramite la conoscen-a una tale ignoran-a non scusa dal peccato n3 in tutto n3 in parte ma piuttosto lo aggra+a. 31

6erch3 lo aggra+a7 6erch3 per un grande desiderio di peccare accade che uno preferisca sopportare una pri+a-ione di sapere pur di darsi liberamente al peccato. 2el secondo e ter-o caso quando cio uno +uole ignorare indirettamente in quanto trascura dinformarsi per negligen-a e quando uno +uole ignorare accidentalmente una tale ignoran-a non causa totalmente lin+olontariet4 negli atti che seguono per il fatto che tali atti procedono da unignoran-a +olontaria e quindi tali atti sono in qualche modo +olontari. Tutta+ia lignoran-a che precede fa diminuire la natura del +olontario; infatti latto che procede da una tale ignoran-a meno +olontario che se fosse stato scelto scientemente sen-a nessuna ignoran-a. 6erci1 lignoran-a che precede non scusa totalmente dallatto che segue ma solo in parte. Si noti che se lignoran-a non +olontaria secondo i tre modi suddetti quando cio lignoran-a in+incibile e quando non accompagnata da nessun disordine della +olont4 allora lignoran-a rende totalmente in+olontario latto che segue e quindi scusa totalmente dal peccato. NONO E POSSI"ILE CHE UNO PECCHI CONSAPE%OLMENTE PER DE"OLE##A! S> possibile. 32

6er far chiare--a bisogna innan-itutto considerare che cosa si intende per debole--a. Questo termine +a inteso per analogia con la debole--a del corpo. #l corpo regolato da una certa energia fisica. &anima regolata dallenergia della ragione. = la retta ragione che de+e regolare le passioni dellappetito sensiti+o che S. Tommaso chiama <passioni dellanima>; sono affe-ioni interne allanima. Quando la ragione non sa regolare tutte queste passioni e affe-ioni si dice che c debole--a nellanima. @n uomo fa qualcosa per debole--a quando la compie sotto limpulso di una determinata passione per es. sotto limpulso dellira o del timore o della concupiscen-a o di altre affe-ioni del genere pur essendo consape+ole di ci1 che fa. &a passione +ince sulla scien-a. Si pu1 quindi peccare consape+olmente per debole--a. 6er capire ci1 pi a fondo bisogna tener presente tre cose! ". bisogna tener presente che in molti modi si pu1 possedere la scien-a; si pu1 possederla in modo uni+ersale e in modo particolare; si pu1 possederla come abito o come atto; ora a causa della passione pu1 certamente accadere che ci1 che si conosce per abito sia tenuto presente anche in atto ma non sempre ci1 a++iene perch3 quando forte una passione per es. la concupiscen-a luomo impedito di 33

ri+olgere la sua atten-ione alla scien-a abituale che possiede; $. bisogna tener presente anche che le passioni dellanima hanno come oggetti delle realt4 particolari; ad es. un uomo desidera questo particolare piacere! un piacere gastronomico un piacere sessuale ecc.; quando dunque la passione forte in ordine ad un determinato piacere essa respinge il mo+imento contrario della scien-a che riguarda quel determinato piacere sia distraendo da ci1 che la scien-a dice sia contrastandola; e cos> chi preso da una forte passione bench3 pensi in qualche modo secondo una conoscen-a uni+ersale tutta+ia in quel caso particolare il giudi-io della scien-a ostacolato; %. bisogna infine tener presente che luso della ragione legato al corpo; basti pensare che in chi dorme o nei pa--i luso della ragione non c; ora a causa delle passioni insorge un certo mutamento del corpo; pensiamo per es. a chi adirato; perci1 quando le passioni sono +iolente la modifica-ione del corpo tiene legata in qualche modo la ragione di modo che essa non abbia un libero giudi-io intorno alle a-ioni particolari da compiere; niente quindi impedisce che uno che conosca per abito e in generale pecchi per debole--a. DECIMO I PECCATI COMMESSI PER DE"OLE##A SONO IMPUTA"ILI ALL UOMO COME COLPA MORTALE! 34

# peccato commessi per debole--a possono tal+olta essere mortali. 0ome lo si pu1 dimostrare7 Quando la ragione +iene legata da una passione consegue necessariamente una scelta catti+a. = per1 nel potere della +olont4 e+itare che la ragione sia legata dalla passione. Quindi latto compiuto che procede dalla ragione legata da una passione un atto +olontario; quindi non scusato da colpa +eniale o mortale. UNDICESIMO LA DE"OLE##A 'A DIMINUIRE O AGGRA%ARE IL PECCATO! Bicordiamo che peccare per debole--a peccare per passione. ;ra la passione dellappetito sensiti+o pu1 precedere o pu1 seguire il mo+imento della +olont4. Quando la passione precede il mo+imento della +olont4 la passione fa diminuire la natura del merito e del demerito perch3 il merito e il demerito consistono nella scelta che procede dalla ragione e dalla +olont4; ora la passione che precede latti+it4 della ragione offusca il suo giudi-io e quindi diminuisce la +olontariet4. #n tal caso la debole--a fa diminuire il peccato. Quando in+ece la passione segue il mo+imento della +olont4 la passione fa aumentare la natura del merito o del demerito; in questo caso la +olont4 che suscita appositamente la passione. #n tal caso la debole--a aggra+a il peccato. 35

DODICESIMO SI PUO PECCARE PER MALI#IA O PER CERTA SCIEN#A! 5ice Aristotele che alcuni sostennero che nessuno catti+o +olontariamente. &o stesso Aristotele dice contro costoro che irragione+ole affermare che uno +oglia commettere +olontariamente un adulterio sen-a +oler commettere una ingiusti-ia. 0hi commette un adulterio commette uningiusti-ia. &e due cose 8adulterio e ingiusti-ia9 sono strettamente congiunte! ladulterio uningiusti-ia. 0i ser+e un esempio per capire! il malato che +uole ricuperare la salute +uole anche le necessarie medicine. 0os> chi +uole un adulterio +uole anche lingiusti-ia che +i connessa. #n due modi pu1 accadere che uno +oglia un bene mute+ole ad es. un adulterio a tal punto da non rifuggire dallallontanamento da 5io sommo bene! ". quando uno non sa che a quel bene mute+ole congiunto lallontanamento di 5io; in tal caso si dice che uno pecchi per ignoran-a; $. quando uno +uole quel bene mute+ole pur sapendo di allontanarsi da 5io; qui si danno tre casi! uno pu1 +olere quel bene mute+ole per una passione; e allora si dice che uno pecca per debole--a; 36

uno pu1 +olere quel bene mute+ole per un determinato abito catti+o contratto; e allora si dice che uno pecca per abito anche sen-a passione; uno pu1 +olere quel bene mute+ole per scelta o per delibera-ione o per scien-a certa o anche per mali-ia; in questo caso si dice che uno pecca per mali-ia o per certa scien-a.

TREDICESIMO CHI PECCA PER MALI#IA PECCA Pi* GRA%EMENTE DI CHI PECCA PER DE"OLE##A! A parit4 di condi-ioni il peccato commesso per mali-ia pi gra+e del peccato commesso per debole--a. 5iciamo questo per tre considera-ioni! ". il peccato un atto +olontario; ebbene quando uno pecca per passione il principio del peccato la passione che risiede nellappetito sensiti+o il quale non la +olont4; quando in+ece uno pecca per mali-ia il principio del peccato la +olont4; perci1 il peccato di mali-ia pi +olontario e conseguentemente pi gra+e; $. in colui che pecca per passione la +olont4 incline allatto del peccato per il tempo in cui dura la passione; per1 andata +ia la passione la +olont4 recede da quella inclina-ione si pente e ritorna al proposito del bene; al contrario in colui che pecca per mali-ia la 37

+olont4 inclina +erso latto del peccato finch permane labito che una realt4 stabile nellanima; perci1 coloro che peccano per mali-ia perse+erano nella +olont4 di peccare e non si pentono facilmente; quindi e+idente che pecca pi gra+emente e pi pericolosamente chi pecca per mali-ia che chi pecca per passione o debole--a; %. chi pecca per debole--a ha la +olont4 ordinata +erso un fine buono; infatti cerca il bene ma tal+olta recede da tale proposito a causa della passione; in+ece chi pecca per mali-ia ha la +olont4 ordinata +erso un fine catti+o perch3 ha il fermo proposito di peccare; ora e+idente che il fine nel campo morale ha le stesse fun-ioni dei principi primi nel campo del conoscere; ebbene chi si sbaglia in ordine ai principi ignorante in maniera molto gra+e; chi in+ece si sbaglia circa le conclusioni pu1 essere ricondotto alla +erit4 tramite i principi primi nei quali non si sbaglia; similmente pecca in modo molto gra+e e pericoloso chi pecca per mali-ia e non pu1 essere facilmente distolto dal peccato come si pu1 distogliere chi pecca per debole--a nel quale per lo meno permangono i buoni propositi. QUATTORDICESIMO OGNI PECCATO PER MALI#IA E UN PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO! 38

5el peccato contro lo Spirito Santo si parla nei Aangeli sinottici e molti dottori hanno cercato di spiegarne la natura specialmente S. Agostino. Qual il peccato contro lo Spirito Santo7 Secondo S. Agostino limpeniten-a che perse+era fino alla morte. 0he cosa dice S. Tommaso7 6er lui che differen-a c tra il peccato per mali-ia e il peccato contro lo Spirito Santo7 6ecca per mali-ia colui che ha la +olont4 incline +erso un certo bene ad es. +erso un piacere sessuale che un bene al quale congiunta una mali-ia ad es. la mali-ia delladulterio. 0i1 accade in due modi! tal+olta la +olont4 si porta di per s3 +erso un particolare bene cui congiunta una mali-ia per uninclina-ione propria dun abito acquisito; altre +olte la +olont4 si porta +erso un particolare bene cui congiunta una mali-ia per la rimo-ione di ci1 che impedisce il peccato; luomo distolto dal peccato dai doni dello Spirito Santo! la gra-ia il perdono il pentimento ecc. =cco propriamente pecca contro lo Spirito Santo colui la cui +olont4 tende +erso il peccato per il fatto che respinge ogni dono dello Spirito Santo che fa da freno alla +olont4 di peccare. 6ecca quindi contro lo Spirito Santo chi respinge i suoi doni che possono frenarlo dal peccato. S. Tommaso dice che parlando in senso lato anche di colui che pecca per inclina-ione dellabito acquisito si pu1 dire che pecchi contro lo Spirito 39

Santo perch3 anchegli resiste alla bont4 dello Spirito Santo. QUINDICESIMO IL PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO PUO ESSERE PERDONATO! Se il peccato contro lo Spirito Santo +iene inteso secondo lacce-ione di S. Agostino cio come impeniten-a fino alla morte e+idente che non pu1 essere perdonato in nessun modo. S. Tommaso dice! <0olui che pecca contro lo Spirito Santo respinge i rimedi della remissione del peccato in quanto costui dispre--a lo Spirito Santo e i suoi doni con i quali nella 0hiesa a++iene la remissione dei peccati. #l peccato contro lo Spirito Santo quindi detto irremissibile poich3 sono tolti quei rimedi che aiutano luomo a ottenere la remissione del peccato; tutta+ia non irremissibile se si considera la poten-a della gra-ia di+ina come principio atti+o e lo stato del libero arbitrio non ancora confermato nel male come principio materiale>.

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PREMESSA QUESTIONE I QUESTIONE II QUESTIONE III

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