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FILOSOFIA (CLASSI QUINTE) Johann Gottlieb Fichte (parte quarta)

Indice: 1. Il pensiero politico di Fichte. 2. Fichte e la Rivoluzione francese. 3. Il Contributo del 1793. 4. Lo Stato commerciale chiuso. 5. La concezione fichtiana dello Stato. 6. I Discorsi alla nazione tedesca. 7. La missione del popolo tedesco. 8. Il pensiero di Fichte e il nazismo. 9. La seconda fase del pensiero di Fichte. 10. La filosofia della storia. 1. Il pensiero politico di Fichte. La dottrina politica di Fichte connessa con le vicende storiche comprese tra la fine del Settecento e linizio dellOttocento: alliniziale entusiasmo per la Rivoluzione francese si sostituisce, dopo alcuni anni, lavversione per il dominio napoleonico sulla Germania. Levoluzione del pensiero fichtiano trova riscontro nei contenuti e negli stessi titoli delle opere politiche del filosofo, dalla Rivendicazione della libert di pensiero del 1793 ai Discorsi alla nazione tedesca del 1807-1808. 2. Fichte e la Rivoluzione francese. La prima fase del pensiero politico di Fichte ispirata alla teoria del giusnaturalismo, secondo la quale la societ civile si fonda su un contratto stipulato tra i singoli individui; questi ultimi sono titolari, fin dallorigine, di diritti naturali. La Rivoluzione francese assume, per il filosofo, il significato di una riappropriazione da parte di ciascun individuo di tali diritti, soppressi da uno Stato dispotico (tale, in altri termini, da privare gli uomini della libert originaria). 3. Il Contributo del 1793. Nel Contributo per rettificare il giudizio del pubblico sulla Rivoluzione francese (1793) Fichte suggerisce limmagine di quattro cerchi concentrici: il primo il cerchio della legge morale (la coscienza delluomo, il quale provvisto di un valore assoluto); il secondo (compreso nel primo) il cerchio del diritto naturale (luomo come titolare di diritti inalienabili); il terzo il cerchio del diritto contrattuale (luomo come componente della societ); il quarto il cerchio del diritto dello Stato, fondato sul contratto sociale. 4. Lo Stato commerciale chiuso. Nellopera Lo Stato commerciale chiuso (1800), Fichte si allontana dalla prospettiva politica liberale degli scritti precedenti (nei Fondamenti del diritto naturale secondo i principi della dottrina della scienza del 1796 egli aveva identificato lo Stato come garante dei diritti fondamentali dellindividuo, ovvero della libert, della propriet e della conservazione); la rinnovata visione dello Stato espressa da Fichte si avvicina, almeno in parte, alla concezione socialistica e autarchica (= fondata sullidea di autosufficienza) formulata da Platone.

5. La concezione fichtiana dello Stato. Secondo Fichte lo Stato deve essere chiuso (privo di contatti con altre organizzazioni statali), in modo da poter intervenire senza interferenze esterne nei diversi settori delleconomia (senza mai giungere, tuttavia, ad abolire la propriet privata); il controllo statale sulla produzione e sulla circolazione delle merci corrisponde alla necessit di tutelare il benessere dei cittadini, assicurando loro nel contempo la disponibilit di unoccupazione (il lavoro si configura come un dovere morale, dal quale trae origine il diritto di propriet). 6. I Discorsi alla nazione tedesca. I Discorsi alla nazione tedesca furono tenuti tra il 1807 e il 1808 da Fichte a Berlino, in seguito allinvasione della Germania da parte di Napoleone. Nellopera Fichte delinea la necessit di un programma educativo rivolto a tutta la nazione tedesca e tale da determinare lo sviluppo di una coscienza comune; la nuova educazione alla quale il filosofo si riferisce potr essere recepita soltanto da parte dei Tedeschi, i quali a differenza delle altre popolazioni hanno conservato luso della lingua originariamente utilizzata. 7. La missione del popolo tedesco. La fedelt manifestata nei confronti della lingua originaria ha consentito al popolo tedesco di mantenere allopposto di quanto si verificato in Francia e in Italia un forte legame con la propria cultura (non contaminata da influenze di qualsiasi genere). I Tedeschi hanno potuto, pertanto, conservare la propria integrit (Fichte parla di Urvolk, popolo primitivo) e il legame con la propria patria; tutto ci giustifica nella prospettiva fichtiana la missione, riservata allo spirito tedesco, di guida per lintera umanit. 8. Il pensiero di Fichte e il nazismo. Il punto di vista espresso da Fichte sulla nazione tedesca stato ampiamente e intenzionalmente frainteso dal nazismo, il quale ha preteso di riconoscere nel pensiero del filosofo una giustificazione del primato militare dei Tedeschi; Fichte fa, invece, riferimento a una superiorit culturale del popolo germanico, al quale spetta il compito di condurre gli uomini di tutto il mondo sulla via della libert. Il periodo nel quale si sviluppa il pensiero fichtiano contraddistinto da una preminenza culturale della Germania (cos come era stato per lItalia del Rinascimento). 9. La seconda fase del pensiero di Fichte. La polemica sullateismo sembra avere rappresentato un momento di svolta nel pensiero fichtiano, soggetto in seguito agli eventi del 1799 a una modificazione in senso metafisico e religioso: da una concezione fondata sulluomo (nel quale si esprimevano le idee di divinit e di infinito) a una percezione del sapere umano come immagine esteriore di Dio. Lesistenza di una seconda fase della filosofia di Fichte sostenuta da Guido de Ruggiero e da Nicola Abbagnano discussa da Giovanni Fornero, il quale insiste sulla continuit della riflessione fichtiana. 10. La filosofia della storia. Nei Tratti fondamentali dellepoca presente (1806) Fichte, ispirandosi a Schelling, afferma che la storia consiste in un progressivo dispiegamento della ragione; egli distingue let dellinnocenza (nella quale la ragione non ancora cosciente) e let della giustificazione e della santificazione (simile al regno dei fini kantiano). Il susseguirsi di cinque epoche storiche definite a priori corrisponde allo sforzo compiuto dalla ragione procedendo dallistinto verso la libert; questultima consiste nel sottomettersi pienamente a Dio, riconoscendo che tutto necessario.

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