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Le forze che agiscono sulle articolazioni…

State facendo la vostra brava leg extension con il selettore ficcato nell’ultimo mattoncino in basso,
quello dei 90Kg, il secco nerd saccente con il cronometro e il libriccino si avvicina e vi dice, come
se stesse guardando un lobotomizzato che pensa di essere Napoleone, “lo sai che così puoi dan-
neggiarti il tuo crociato anteriore?” E’ vero? E perché proprio il crociato anteriore? E quello po-
steriore invece che fa, dorme?
Tutti i bravi palestrati recitano queste due frasi: “la leg extension fa male”, “il multipower fa ma-
le”. Perché “aumentano le forze di taglio”. Per quanto un po’ soporifero e sicuramente complesso,
ritengo che l’argomento meriti interesse e ci permetta di applicare le rozze nozioni di biomeccanica
dell’articolo precedente.
Forze di taglio
Le forze di taglio sono una delle tipologie di forze che agiscono sulle articolazioni, sebbene siano
quelle più complicate da descrivere. Molto spesso sentirete parlare di forze di taglio sulle ginocchia:
la spiegazione non è banale, ma è a mio avviso necessaria per comprendere un movimento così
complesso come lo squat.

Rotula
Quadricipite

Femore
Forza dei

Tendine del
quadricipite
quadricipiti F
Femorali
 Femore

Rotula Testa del


femore
F Testa del
femore

Forza della Leg


 Testa della
Tendine
rotuleo
Testa
della tibia

Extension P tibia

Tibia Gastrocnemio

Perone
P Tibia

A sinistra nel disegno una schematizzazione dell’articolazione del ginocchio sinistro, un piccolo
gioiellino di meccanica evolutiva, estremamente complesso.
Al centro un omino blu che esegue l’esercizio di leg extension. La forza P è quella del pacco pesi
che preme sulle tibie dell’esecutore tramite la leva imbottita. La forza F è quella esercitata dal qua-
dricipite tramite l’inserzione sulla tibia del tendine rotuleo. L’imbottitura della macchina preme sul-
le tibie, voi comodamente seduti contraete i quadricipiti e il pacco pesi sale mentre la leva della
macchina ruota.
Le freccette sopra le lettere indicano che parliamo di vettori, grandezze caratterizzate oltre che da
una intensità anche da una direzione ed un verso: non facciamo fatica a comprendere che le forze
siano proprio grandezze vettoriali.
Nel disegno a destra una rappresentazione semplificatissima del ginocchio: la testa superiore della
tibia non è “agganciata” a quella del femore.

1
y y y
     
Fy
F F F Fy Fx 
L1
  Fy
x Fx x Fx
x
Centro di

 
rotazione della
tibia intorno alla
testa del femore
   L2

P P P P P

Adesso un esempio di arte del riutilizzo delle informazioni: l’esempio della leg extension era stato
trattato nell’articolo relativo alle leve articolari, perciò i passaggi sono:
 Dal modello semplificato che tiene conto delle dimensioni ossee a quello a segmenti
 Sul modello a segmenti vengono riportati gli assi cartesiani e la forza F obliqua scomposta nelle
componenti relative a questi due assi
 La forza F viene eliminata in quanto vengono considerate le sue componenti che producono un
risultato finale equivalente
 Una rotazione di 90° intorno al centro di rotazione sia del braccio che della forza ad esso appli-
cata permette di ricollegarsi al modello di leva di secondo genere svantaggiosa, già analizzato
E’ adesso possibile calcolare Fy:

y
 
Fy
 
Fy
L2 F F
Fy  P x  
L1 Fx Fx
 
P P
A sinistra insieme al risultato matematico le frecce permettono di confrontare le intensità: notate
l’effetto di moltiplicazione!
Al centro, grazie al calcolo effettuato, ho disegnato correttamente la lunghezza della forza Fy che
costituisce il cateto maggiore del triangolo F-Fx-Fy: è facile adesso disegnare sia F che Fx nelle
giuste proporzioni. A destra il ritorno al modello di partenza con la forza F correttamente disegnata.

2
Ok, è finito tutto? Mmmmmm guardiamo meglio.

!!
La forza Fy

!
“spinge” la tibia
 dentro la testa
Fy 
del femore
Fy Fy

Reazione
vincolare

 
R   Fy

Consideriamo solamente le forze nella direzione alto/basso, cioè lungo l’asse y: è presente solo
componente Fy della forza F. Questa forza non è compensata da niente, pertanto tira la tibia a fra-
cassarsi sulla testa del femore.
Poiché in palestra non avete mai sentito urla lancinanti provenire dalla zona delle leg extension,
questo drammatico scenario è errato: il femore infatti preme a sua volta sulla tibia, impedendo di
spostarsi verso l’alto. A destra la situazione corretta: la forza Fy è controbilanciata dal femore che
tiene vincolata la tibia nella sua posizione, pertanto da una forza di reazione. Il femore è in questo
caso un vincolo per la tibia, perciò questa forza è detta reazione vincolare.
Forza esercitata
??
?

Reazione vincolare
del muro

Reazione vincolare
del suolo

Forza peso

Il concetto di reazione vincolare può all’inizio lasciare un po’ perplessi, ma il succo è che ogni volta
che una forza applicata ad un oggetto non ne provoca lo spostamento, questa forza deve essere equi-
librata da altre forze che reagiscono allo spostamento, impedendolo.
Se per passare il tempo in maniera emozionante vi mettete a premere contro un muro, questo non si
muoverà: la vostra forza è compensata da un’altra uguale in intensità e direzione ma contraria come

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verso, è la reazione vincolare del muro. Ancora, quando passeggiate non venite inghiottiti dal mar-
ciapiede perché questo oppone una reazione alla vostra forza peso, la reazione vincolare del suolo.

!!! Forza del


Legamento
Crociato Anteriore

     
Fx Fx Fx C  P  Fx

 La forza Fx  
P “tira” la tibia in
avanti rispetto P P
al femore

Consideriamo adesso le forze nella direzione destra/sinistra, cioè lungo l’asse x: in questo caso sono
presenti due forze, Fx e P. Nel disegno Fx ha intensità superiore a P, pertanto la tibia è indotta a tra-
slare a sinistra, disintegrando l’articolazione.
Anche in questo caso, mai avete visto i sedili delle leg extension incrostati di sangue coaugulato mi-
sto a brandelli di carne, perciò anche questo scenario è sbagliato.
La differenza con il caso precedente è che non ci sono vincoli imposti dalle ossa, pertanto nessuna
reazione vincolare che ci aiuta: il corpo umano impedisce alla tibia di spostarsi anteriormente rispet-
to al ginocchio grazie al legamento crociato anteriore, che genera la forza C nel disegno a destra e
che compensa perfettamente l’azione delle altre due forze. Il legamento crociato posteriore impedi-
sce invece alla tibia di spostarsi posteriormente.
La forza Fx è detta forza di taglio, perché agisce perpendicolarmente all’asse longitudinale della ti-
bia o, se volete, “di taglio” rispetto alla trazione utile del quadricipite: è qualcosa di indesiderato
perché non partecipa alla rotazione della gamba e va neutralizzata per salvaguardare l’integrità
dell’articolazione.


Fy

F
 
F   
 R F P C
C
  
 R   R F

Fx

P
P P C 
P

4
A sinistra nel disegno precedente la rappresentazione completa del modello di leg extension con tut-
te le forze in proporzione fra loro. Se spostate i segmenti, senza ruotarli o deformarli, in modo che
l’inizio di un vettore sia attaccato alla fine di un altro, otterrete il percorso chiuso disegnato al cen-
tro: questo significa che sulla tibia agiscono forze che si compensano fra loro, aventi come somma
vettoriale lo zero vettoriale, cioè il vettore nullo.
La somma vettoriale di più vettori è detta risultante dei vettori: perché un oggetto non si sposti è
necessario che la risultante delle forze vettoriali che agiscono sull’oggetto sia nulla: questo è il mo-
tivo per cui la tibia non trasla.
Se il percorso non fosse chiuso, come nei due disegni a destra, la tibia si muoverebbe, ma ciò non
accade grazie alla presenza del crociato anteriore e della reazione vincolare del femore.
Un esempio più complicato – forze sul ginocchio nello squat


F


 P
P par 
P perp

P
Al vero guerriero del ferro non frega una cippa della leg extension, lui si massacra di squat e stac-
chi, perciò nel disegno una situazione classica. Sappiamo adesso che la forza P è la reazione vinco-
lare del suolo ed è pari al peso dell’atleta e del bilanciere: questa forza agisce in maniera omogenea
sulle piante dei piedi, per semplicità la rappresentiamo come una freccia concentrata (parleremo più
avanti del centro di massa, per adesso fidatevi)


F

C 
 F
R 
R 
P

 C
P
5
Scomponiamo la forza nelle “solite” direzioni parallela e perpendicolare all’asse longitudinale della
tibia: provate adesso a ripercorrere i passaggi dell’esempio precedente, vedrete che la componente
Ppar viene compensata dalla reazione vincolare della testa del femore e la componente Pper è ana-
loga al caso della leg extension.
Il disegno rappresenta la situazione finale: un percorso che si chiude grazie alla forza C del lega-
mento crociato anteriore.

α
Osso sacro Osso iliaco

Grande
Testa del
femore  
gluteo
F H
Femore

Bicipite
femorale
C 
Semitendinoso R
Semimembranoso

Perone o
fibula 
Tibia P
Vi è però una rilevante differenza fra squat/stacco e in generale tutti i movimenti che implicano il
rialzarsi da terra, con la leg extension: l’utilizzo dei muscoli responsabili della rotazione del bacino,
i femorali o hamstrings. Il semitendinoso, il semimembranoso, il bicipite femorale sono muscoli
biarticolari che si inseriscono sull’anca e sulla tibia. I femorali, contraendosi per ruotare il bacino,
“tirano indietro” la tibia come nel disegno a destra dove compare una ulteriore forza H dovuta a
questa azione.


P L1

L2

L3
L4
L5
S1
Osso sacro

6
Questo effetto si chiama co-contrazione dei femorali, antagonisti dei quadricipiti: entrambi i gruppi
muscolari si contraggono, congiuntamente. La forza aggiuntiva H concorre a non far slittare in a-
vanti la tibia permettendo al crociato anteriore di subire meno stress censivo e compensando in ma-
niera più efficiente le forze di taglio.
Un altro esempio complicato – forze sulla spina nello squat
Nel disegno precedente a sinistra un omino che fa squat sotto il parallelo, a destra una zoomata delle
vertebre lombari e dell’osso sacro. La spina dorsale ha il compito di sostenere tutto il peso del ferro
che viene sollevato. Per semplicità di trattazione consideriamo l’osso sacro come base d’appoggio
per la spina e analizziamo cosa succede sulla quinta vertebra lombare, quella che sostiene tutte le
altre.

Ppar 
P perp
Reazione vincolare
 dell’Osso Sacro 
Forza degli
erettori spinali
P  P
R Forza
Forza peso

 peso
La componente

F 
perpendicolare della forza
peso genera una forza di
taglio sulla 5° Lombare
T
A sinistra una schematizzazione delle forze esterne e muscolari in gioco: la forza P agisce sulla spi-
na tramite la leva conficcata virtualmente nel midollo osseo della 5° lombare e che rappresenta il
resto della colonna vertebrale e delle spalle fino al punto di appoggio del bilanciere. Questa forza
tenderebbe a far ruotare in senso orario la 5° lombare.
La forza F è dovuta agli erettori spinali, a tutti i muscoli paravertebrali e ai legamenti che agiscono
per non far ruotare in avanti la vertebra.
A destra il modello equivalente con l’”altalena storta” che abbiamo trattato in precedenza: la forza
P è scomposta in una componente parallela e una perpendicolare al suo braccio di leva.
Anche in questo caso, poiché la spina dorsale non collassa dentro l’osso sacro, deve essere presente
una forza che compensa sia F che Ppar lungo l’asse della colonna: è proprio la reazione vincolare
dell’osso sacro.
Pperp, la componente perpendicolare di P induce la vertebra a ruotare in verso orario, ma questa ro-
tazione è controbilanciata da quella antioraria indotta dalla forza F: essendo il braccio della leva di
F molto più corto di quello della leva di P la forza F avrà intensità molto superiore a quella di P.
C’è un problema: F impedisce a Pperp di far ruotare la vertebra, ma non compensa la traslazione
dato che F e Pperp agiscono in direzioni differenti. La 5° lombare, pertanto, sarebbe soggetta ad
uno slittamento in avanti dovuto proprio ad una forza di taglio, dato che agisce “lateralmente” ri-
spetto all’asse della spina.
Anche in questo caso, nella realtà non avete mai trovato vertebre disseccate nell’area del rack della
vostra palestra, pertanto deve esistere una qualche forza che contrasta questa forza di taglio: lega-
menti, tessuto connettivo e muscoli appositamente ancorati alle vertebre compattano la struttura ed
impediscono che ciò accada.

7

Ppar 
P perp
 
Forza dei legamenti e
dei muscoli  P  P
paravertebrali
 R R
L 
 F

F L

Il disegno raffigura il risultato finale: F compensa la rotazione indotta da P e la risultante di tutte le


forze in gioco è nulla dato che si viene a creare un percorso chiuso.
Forze sulle articolazioni in generale
Una articolazione è schematizzabile come un giunto fra due segmenti ossei: all’estremità opposta
all’articolazione, detta distale, è applicata la forza-peso (bilanciere, peso corporeo, una reazione
vincolare o un mix di questa roba), all’estremità vicino all’articolazione, detta prossimale, sono ap-
plicate le forze muscolari.
     
P F Reazione
P F Reazione
vincolare P F
  
vincolare Forza di
stabilizzazione
Reazione
vincolare Ry Forza di
stabilizzazione Ry Forza di
stabilizzazione Sy
  
Rx Sx Sx
Clavicola
Femore

Omero
Rotula
Scapola

Radio

Fulcro Ulna Tibia Omero

Nei disegni delle schematizzazioni di articolazioni:


 Nel disegno a sinistra il segmento osseo è bloccato da altre ossa, come nel caso del curl:
l’articolazione del gomito blocca, con le sue reazioni vincolari, l’avambraccio. Nel punto di
contatto si vengono a creare delle forze di compressione che mettono sotto stress i tessuti della
zona: una reazione vincolare è sempre una forza compressiva.
 Nel disegno centrale il segmento osseo è bloccato da altre ossa solo parzialmente, come nel caso
dello squat o della leg extension. Nel punto di contatto della tibia sul femore vi è una forza
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compressiva fra femore e tibia, ma è necessaria una ulteriore forza per stabilizzare
l’articolazione, quella del crociato anteriore a cui può aggiungersi quella della co-contrazione
dei femorali.
In generale, quando le forze compressive di reazione vincolare non sono sufficienti a stabilizza-
re l’articolazione ma sono necessari legamenti o altri muscoli.
 Nel disegno a destra il segmento osseo non è bloccato da altre ossa, come nel caso della spalla
vista lateralmente durante la panca piana: in questo caso l’articolazione è stabilizzata nella sua
sede grazie esclusivamente a legamenti e muscoli.
Se il corpo umano non viene schematizzato con le stanghettine, è possibile identificare un’altra im-
portante forza che agisce sulle articolazioni.


F

Nel caso del ginocchio, il tendine rotuleo, la rotula (o patella) e il tendine del quadricipite “scorro-
no” sulla testa del femore come una corda (la realtà è più complessa ma la rappresentazione è suffi-
ciente per quanto verrà detto).
La trazione del quadricipite schiaccia la rotula sulla testa del femore, che a sua volta crea una com-
pressione che viene chiamata forza patellofemorale. In generale questo tipo di compressione è pre-
sente in qualsiasi articolazione in cui un tendine scorre sopra le strutture ossee e connettive.
Sono dannose queste forze?
Quando si affrontano questi argomenti è quasi automatico associare un effetto negativo alle forze
che agiscono sulle articolazioni, fragili oggetti di cristallo pronte a rompersi al primo soffio di vento
più forte della brezza mattutina. In realtà queste forze sono ineliminabili.
A sinistra nel disegno seguente un omino che sale un gradino, la reazione vincolare impedisce al
piede di penetrare nel gradino stesso, perciò deve essere pari al peso corporeo del nostro amico: il
suo ginocchio sinistro è sottoposto ad una forza di taglio che viene compensata con i crociati e con
la co-contrazione dei femorali, dato che questi fanno ruotare il bacino per mantenere la posizione
eretta durante il movimento.

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  C
 
P  P par
CH 
  P
P perp  0 
P perp P par

A destra lo stesso omino che scende il gradino: notate come la configurazione dei vettori sia ricon-
ducibile a quella dello squat. In questo caso però la forza di taglio è compensata tutta dai crociati
poiché non vi è co-contrazione dei femorali: in discesa la tibia si flette e non si estende, pertanto i
femorali non vengono utilizzati.
Azz… tutta la forza di taglio sui crociati! Marò! Ma… quante persone conoscete che si sono lesio-
nate i crociati scendendo le scale? E con la leg extension? “Un mio amico una volta…” si si, questi
amici fortissimi oppure fragilissimi.
Le articolazioni sono progettate per resistere alle forze a cui le sottoponete! Forze di taglio e com-
pressive sono la normalità nelle azioni quotidiane e in qualsiasi sport: un calcio ad un pallone crea
un impulso di forza che mette sotto stress l’intero ginocchio, ma… non succede nulla.
Il problema non è eliminare le forze che agiscono sulle articolazioni, ma gestirle al meglio mante-
nendole al di sotto della soglia di pericolosità.

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