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Muscoli con le penne

Ciò che più ci impressionava quando andavamo a vedere le nostre prime gare di culturismo era
l’estrema definizione degli atleti sul palco: gente grossissima che sembrava un vero atlante di
anatomia.
Ad una gara uno di questi mostri sul palco nel posedown ci indicava i suoi quadricipiti, li faceva
ondeggiare muovendo il femore e poi li contraeva di colpo: le striature dei vasti mediale e laterale
erano assolutamente spettacolari, con la loro forma a “lisca di pesce”, in diagonale verso il
ginocchio.

Retto del
femore

Vasto
laterale

Vasto
mediale

Una domanda che mi è sempre rimasta nella penna è: “perché le fibre dei vasti non scorrono
parallele al femore mentre quelle dei bicipiti sono belle dritte?”. Chi ama veramente il culturismo,
l’espressione della massima muscolarità a cui viene da noi associata una “bellezza”, non può non
porsi questa domanda, dato che può letteralmente vedere le fibre muscolari sui corpi degli atleti sul
palco.
La risposta è abbastanza complicata, ma permette di apprezzare ancora di più l’incredibile
efficienza del corpo umano. Efficienza che è una raffinata forma di “bellezza”, intesa come
eleganza nella soluzione ad un problema.

1
Tendine
Aponeurosi

Tendine Aponeurosi

10 10 10 10
Ton Ton Ton Ton
Fusiforme Unipennato Bipennato Multipennato
(Bicipite) (Vasti) (Gastrocnemio) (Deltoide)
Nella nostra testa quando visualizziamo un muscolo pensiamo sempre… ad un bel bicipite: sarebbe
interessante comprenderne i motivi paleo-psicologici, dato che il bicipite è uno dei muscoli meno
utilizzati direttamente nei movimenti della vita di tutti i giorni.
Il palestrato medio, io per primo per carità, conosce tante cose sulle fibre muscolari, cioè sul
materiale di cui sono fatti i muscoli ma non si sofferma mai su come questo materiale viene
montato ed utilizzato, non ha la percezione dell’architettura strutturale dei muscoli.
Il bicipite è un classico muscolo fusiforme: le fibre scorrono parallele all’asse di trazione del tendine
sull’osso, come a sinistra nel disegno precedente. Le fibre sono cioè “messe per dritto”.
Ok, proviamo invece a metterle per storto rispetto all’asse di trazione del tendine, come nel disegno
immediatamente più a destra: le fibre “storte” non si inseriscono più in una unica zona concentrata
che poi si trasforma in un tendine, ma piuttosto in una lamina tendinea detta aponeurosi
d’inserzione, delle vere e proprie lamine tendinee.
Il muscolo in questo modo assomiglia molto ad una penna d’uccello, è, come si suol dire, pennato.
In questo caso il vasto mediale e il vasto laterale sono unipennati. Esistono molti tipi di pennazione:
muscoli bipennati come il gastrocnemio e multipennati come il deltoide.
A che serve avere dei muscoli pennati? Perché, come sempre, la Natura non fa le cose a caso.

2
+ + + + + =

ACSA CSA 6 x CSA = PCSA


Prima di andare avanti devo introdurre delle definizioni criptiche e narcotizzanti quanto 50 casse di
Tavor, ma senza non è poi possibile capire certi meccanismi interessanti. Dovete anche fare lo
sforzo di considerare questi disegnini come tridimensionali, anche se non lo sono per semplicità di
rappresentazione.
A sinistra un muscolo fusiforme composto da 6 fibre muscolari. L’ACSA è la Anatomical Cross
Section Area, l’Area della Sezione Trasversa Anatomica. In pratica, si prende il muscolo nella zona
più spessa, si sega perpendicolarmente all’osso e si misura l’area di questa fetta di prosciutto umano
(se guardate una risonanza di un arto umano è proprio un bel prosciutto)
Ogni singola fibra è caratterizzata da una CSA, la Cross Section Areal, l’Area della Sezione
Trasversa che tutti conoscono. Le 6 fibre messe tutte vicine creano una area totale pari a 6CSA che
costituisce la PCSA, la Physiological Section Area, l’Area della Sezione Fisiologica.
Ok, nella vostra testa sta balenando la domanda “ma PCSA e ACSA sono la stessa cosa, e allora?”,
però devo confondervi ancora più le idee.

+ + + + + = + + + + + =

F F F F F F 6F
Il nostro muscolo si contrae, ogni fibra genera una forza F e complessivamente la forza totale sarà
6F. Non c’è niente di particolarmente emozionante in questo, sappiamo infatti che la forza di un
muscolo è pari alla forza di tutte le sue fibre e la forza di una fibra è proporzionale alla sua CSA.
Pertanto, la forza dell’intero muscolo è proporzionale alla PCSA, la somma delle singole sezioni
trasverse.

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F f  CSA
Fm  6 F  6CSA  PCSA
Fm  PCSA  ACSA
Le formule rappresentano ciò che ho appena scritto: la specie di 8 aperto e messo per orizzontale
deve essere letto come “è proporzionale”, i pedici f ed m indicano proprio fibra e muscolo.

ACSA = PCSA 2 ACSA = 2 PCSA

F 2F
Bene: adesso voglio progettare un muscolo che generi il doppio della forza del precedente:
raddoppio il numero di fibre portandole a 12. Ovviamente, ACSA e PCSA raddoppiano. Il
problema è che questo giochino comporta una espansione delle dimensioni orizzontali del muscolo
che diventa sempre più grande.
Muscolo grande, più difficoltà a farlo ruotare intorno alle articolazioni nei movimenti, soluzione
perdente. Adesso facciamo una magia…

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CSA

ACSA ACSA 6 x CSA = PCSA


Prendiamo le fibre muscolari, accorciamole e ruotiamole di un bell’angolo theta, inchiodandole a
due belle aponeurosi dalle parti. Notate come l’ACSA sia rimasta sempre la stessa, ma… cosa è
successo?
Ho ruotato le fibre, ma la loro CSA, la loro sezione non è cambiata, analogamente la somma delle
sezioni: la PCSA non è cambiata!


ACSA ACSA
PCSA 2 PCSA
F 2F 5
Ecco la magia! A sinistra il mio muscolo da 6 fibre, a destra il muscolo a 12 fibre! La sezione
anatomica ACSA non è variata, ma le 12 fibre hanno portato la sezione fisiologica a raddoppiare,
come la forza del muscolo!
Wow… la pennazione è un modo per impacchettare le fibre nello stesso volume o, se volete, per
avere più fibre lasciando inalterata la sezione anatomica, di fatto lo spessore del muscolo rispetto
all’osso.
I muscoli pennati perciò contengono un sacco di fibre muscolari impacchettate vicino
all’articolazione che fanno ruotare: il volume del muscolo, perciò il suo peso, è più raccolto vicino
all’asse di rotazione e pertanto crea meno difficoltà nella rotazione stessa (parlando forbito, il
momento d’inerzia di un muscolo pennato è inferiore a quello di un muscolo fusiforme).
Mmmmmmm…. Ma… dov’è il trucco? Ho muscoli più forti semplicemente storcendo le fibre ed
impacchettandole meglio? Mah…

1 2

PCSA1
PCSA

ACSA ACSA
Ragioniamo con il raffinatissimo criterio “du gust is megl che uan”, tipico di chi si fa le bombe: se
due punture fanno diventare grossi, quattro punture fanno diventare grossi il doppio, evidente…
Nel disegno ho aumentato l’angolo theta che è l’angolo di pennazione, l’angolazione della linea di
trazione delle fibre rispetto alla linea di trazione del muscolo: più aumenta e più le fibre tirano storte
rispetto a quanto fa il muscolo nel suo complesso.
In questo modo impacchetto ancora di più! Mantengo inalterata la sezione anatomica, ma aumento
quella fisiologica perché più le fibre sono storte e più ne posso impilare a parità di lunghezza delle
aponeurosi, perciò ho un muscolo sempre più forte.
Cosa non torna in questo ragionamento? Dobbiamo fare due conti, mi spiace: un minimo di
formalismo aiuta nella comprensione.

Fm  Lap sin 
6
Nella piccola appendice riporto i conti per ottenere questa formula, ma effettivamente la forza del
muscolo è proporzionale alla lunghezza dell’aponeurosi moltiplicata per il seno dell’angolo di
pennazione, che aumenta al crescere dell’angolo.
In altre parole, più aumenta l’angolo di pennazione, più il muscolo è forte perché aumenta il numero
di fibre impaccabili all’interno del volume muscolare.


Ft Fm

PCSA
La figura descrive perché non è tutto oro ciò che luccica: è vero che la forza muscolare aumenta, ma
questa forza è… “storta” come le fibre, dato che deriva dall’accorciamento di queste e perciò non
può che essere nella stessa loro direzione.
Ma l’effetto finale di trazione è nella direzione dell’aponeurosi, non del muscolo, pertanto solo una
parte della forza muscolare genererà trazione. Matematicamente, ecco cosa succede:

Ft  Fm cos 
La forza di trazione è pari alla forza muscolare moltiplicata per il coseno dell’angolo di pennazione,
e il coseno diminuisce al crescere dell’angolo o, se volete, più le fibre sono storte e meno forza è
trasferita nella direzione dell’aponeurosi.
Il grafico seguente dovrebbe aiutare nella comprensione e non nell’incasinare le cose:
 La forza del muscolo aumenta all’aumentare dell’angolo di pennazione, dato che come
abbiamo visto aumenta la sezione fisiologica, la PCSA.
 La forza di trazione, la componente della forza del muscolo che viene trasmessa lungo
l’aponeurosi, diminuisce all’aumentare dell’angolo di pennazione.
 Come sempre, esiste un punto di equilibrio che massimizza l’effetto: un angolo di
pennazione di 45°. Non c’è niente di magico in questo, è trigonometria come descritto
nell’appendice.
 L’effetto finale è che all’aumentare dell’angolo di pennazione la forza utile che il muscolo
genera aumenta, fino al raggiungimento dei 45°, poi inizia a diminuire.

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La forza utile aumenta
all’aumentare dell’angolo di Un angolo di pennazione di 45°
pennazione massimizza la forza muscolare
1,6 utile alla trazione

1,4

1,2

La forza utile diminuisce


1
all’aumentare dell’angolo di
pennazione
0,8

0,6

0,4

0,2

0
0 5 10 15 20 25 30 35 40 45 50 55 60 65 70
Theta (°)

La PCSA aumenta La forza di trazione


con l’angolo di diminuisce con
pennazione l’angolo di pennazione
Tutto questo significa che muscoli con angoli di pennazione superiori a 45° sono più inefficienti di
muscoli a pennazione minore, perché impaccano più fibre ma queste non generano forza utilizzabile
nella trazione delle ossa.
Sebbene la pennazione sia conosciuta dal prima del 1700, solamente negli ultimi 40 anni si è
compresa a pieno la sua importanza nell’architettura muscolare. La rilevazione dell’angolo di
pennazione è estremamente complicata perché i muscoli non sono di certo dei romboidi piani, ma
complesse strutture tridimensionali con aponeurosi e fibre curvate.
Moltissimi studi fatti su cadaveri davano come risultato angoli di pennazione abbastanza modesti,
sia in valore assoluto che come variabilità fra individui, perciò la pennazione non era considerata
rilevante ai fini della comprensione della meccanica muscolare.
Come sempre succede, altri studi hanno mostrato invece delle variabilità individuali incredibili:
specialmente i muscoli dei culturisti hanno angoli di pennazione enormi rispetto a persone
sedentarie.
Sono stati rilevati angoli di pennazione dell’ordine di 55° nei tricipiti di culturisti usati come
campione, cioè sopra la soglia di incremento della forza utile: la pennazione diventa pertanto un
parametro determinante per la comprensione di ciò che ci piace.
I muscoli di un culturista enorme, di un freak del Mr. Olympia, spiace dirlo, sono meno efficienti di
quelli di un atleta più piccolo. Attenzione: non sto dicendo che un bicipite da 55cm non sia forte
dato che si vedono curl con bilanciere anche con 100Kg… solo, la loro enormità non consente di
trasferire alle ossa l’immensa forza di trazione che potrebbero avere.
Più le fibre di un muscolo “spanciano” rispetto alla linea di trazione dei tendini o delle aponeurosi,
meno efficaci sono quelle fibre a trasferire forza: è, se volete, un elemento architetturale poco
considerato ma può avere un impatto notevole in fisici molto muscolati.
Un altro aspetto interessante dei muscoli pennati riguarda la loro velocità di contrazione.

8
l0  60% L0
l0 l1  60% L1
L0 L1

l1
t t
t0 t1 t0 t1
A sinistra una fibra di un muscolo fusiforme che si contrae, a destra quella di un muscolo pennato:
la lunghezza di una fibra di un muscolo pennato è inferiore a quella del fusiforme, a parità di
sezione anatomica (guardate i disegni precedenti). Ho ipotizzato, per scrivere dei numeri, che le
fibre del pennato siano lunghe il 60% delle fibre del fusiforme.

L1  L0
vFusif 
t1  t0
l1  l0 60% L0  60% L1 L  L0
vPenn    60% 0  60%vFusif
t1  t0 t1  t0 t1  t0
Le formule sono il calcolo della velocità di contrazione intesa come variazione della lunghezza
nell’istante di tempo considerato. Come le lunghezze delle fibre del pennato sono il 60% di quelle
del fusiforme, così per le velocità: un muscolo pennato è meno veloce di un muscolo fusiforme.
Dato che la potenza di un muscolo è pari alla forza prodotta dal muscolo stesso per la velocità con
cui si contrae, un muscolo pennato è sempre meno potente di un muscolo fusiforme, a parità di
tipologia di fibra e volume muscolare.
E’ sorprendente che la “forma” del muscolo determini la sua potenza!
Perciò, in generale, i muscoli pennati sono muscoli atti a generare forza statica, mentre i muscoli
fusiformi a far ruotare velocemente le articolazioni. Ad esempio, il soleo è un muscolo a
pennazione elevata e fibre di tipo I, mentre il gastrocnemio ha una pennazione inferiore e fibre di
tipo II: il primo serve a generare per lungo tempo forza statica per tenere in equilibrio il corpo
quando si è eretti, il secondo genera meno forza, per meno tempo, ma più velocemente e infatti è
coinvolto nei movimenti del corpo più che nell’equilibrio.
Chiaramente, non è tutto così bianco o nero, perché poi il gastrocnemio ha comunque una buona
dose di fibre di tipo I.
Il messaggio è: la forza o la velocità di un muscolo non dipendono solamente dalla tipologia di fibre
con cui è fatto e troppa enfasi viene data ai “materiali”, ma anche da elementi dell’architettura
dell’intero muscolo. Un muscolo a fibre lente non è necessariamente “debole”, perché un elevato
angolo di pennazione permette di impaccare più fibre rispetto ad un altro a fibre veloci ma meno
pennato.
Aggiungete la pennazione alla variabilità individuale e vedete come “grosso” e “forte” siano parole
sempre meno correlabili fra loro.

9
Un ultimo elemento: perché i culturisti hanno angoli di pennazione più elevati rispetto ad un
sedentario?

 CSA

S
Nel disegno due fibre muscolari di un muscolo pennato: queste hanno una CSA e si inseriscono
nell’aponeurosi su un’area S.
1 – Aumenta la
sezione della fibra…

 CSA1

S1


2 – … aumenta la
sezione di contatto
sull’aponeurosi…

PCSA PCSA1
Sappiamo che l’allenamento con i pesi aumenta la CSA delle fibre muscolari, da cui l’aumento
della forza di un muscolo. Ecco a sinistra in alto la prima idea: all’aumento della CSA delle fibre
aumenta anche l’area S di contatto con l’aponeurosi.
In questo caso, come mostrato in basso a destra, all’aumentare della PCSA, cioè della sezione di
tutte le fibre muscolari, aumenterebbe la lunghezza dell’aponeurosi, perciò dell’intero muscolo.

10
2 - … aumenta l’angolo
di pennazione…

1 – Aumenta la
sezione della fibra…

1 CSA1
S
 1
3 - … non aumenta la
sezione di contatto
sull’aponeurosi

PCSA1
PCSA
Questa invece è una seconda idea: all’aumentare delle sezioni delle singole fibre muscolari,
aumenta l’angolo di pennazione in modo che le fibre stesse ruotino mantenendo inalterata l’area S
di contatto.
Così facendo il muscolo diventa ancora più compatto, lasciando inalterata la lunghezza delle
aponeurosi, e pertanto dell’intero muscolo che, magari, si deformerà un po’.
Indovinate quale delle due idee ha scelto l’Architetto? Ovviamente, la seconda, perché mantiene
quanto più possibile inalterata la forma del muscolo. Ciò che perciò accade nella realtà è che
l’allenamento con i pesi fa crescere la sezione anatomica, lo spessore del muscolo perpendicolare
all’osso, ma molto meno rispetto a quanto cresce la sezione fisiologica e di conseguenza la forza.
Perciò, voi con i pesi “impaccate” meglio le fibre muscolari via via che queste diventano più grosse
e l’effetto estetico è minore. Che sfiga! Però questo è il motivo per cui chi si allena con i pesi ha
angoli di pennazione più elevati di un sedentario o di un giocatore di ping pong.
L’aumento dell’angolo di pennazione non è nella normalità penalizzante, perché raramente un
essere umano arriva ad oltrepassare in condizioni di riposo i 45° ma… un freak si!
Infine, un’ultima cosa che necessiterebbe di 3000 pagine per essere descritta ma che accenno e
basta: ciò che ho descritto è il comportamento statico di un muscolo durante una contrazione
isometrica. In un movimento il muscolo si accorcia e l’angolo di pennazione aumenta: più “a
riposo” l’angolo è elevato, più è facile che superi contratto i 45°, alterando del tutto lo schema di
trasferimento della forza. Una complessità descrittiva in più che rende il comportamento dinamico
del muscolo veramente incasinato.
Mi sbilancio in una teoria: certe misure muscolari sono possibili solo con il doping perché
altamente inefficienti, la Natura non permette ipertrofizzazioni inefficienti per il semplice motivo
che tutto quel tessuto muscolare che non trasferisce forza andrebbe nutrito.
Ripeto: ciò non significa che un culturista non sia forte. Lo è, ma meno di altri atleti bombati che
però non ricercano l’ipertrofia, mantenendo le loro strutture ad architetture funzionali al
trasferimento della forza ai movimenti.
Appendice

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Lap

PCSA

ACSA Lf
Considero per semplicità il muscolo come bidimensionale, se volete potete considerare uno
spessore muscolare unitario. I conti non sono perciò dimensionalmente corretti (o, se volete, sono
errati), ma preferisco dare un’idea del procedimento piuttosto che renderlo più complicato di quanto
non lo sia.

Am  ACSA  Lap
ACSA
Lf 
sin 
Il muscolo è un rombo, l’area è data dalla larghezza della sezione anatomica per la lunghezza
dell’aponeurosi, da cui la prima formula qua sopra.
Un minimo di trigonometria e la lunghezza della sezione anatomica è pari alla lunghezza della fibra
per il seno dell’angolo di pennazione. Se da questa si ricava la lunghezza della fibra si ottiene la
seconda formula.

Am ACSA  Lap
PCSA    Lap sin 
Lf ACSA
sin 
La lunghezza della sezione anatomica è pari all’area del muscolo divisa per la lunghezza della fibra,
la solita formula dell’area del rombo riscritta in un altro modo. Sostituisco ad area e lunghezza fibra
il risultato delle due formule precedenti, semplifico ed ottengo il risultato della formula qua sopra
riportata.
12
Sappiamo che la forza muscolare è proporzionale alla sezione fisiologica, sostituendo alla sezione
fisiologica il risultato appena calcolato si ottiene:

Fm  PCSA  Fm  Lap sin 


Che è la formula usata nell’articolo. A questo punto sappiamo che:

Ft  Fm cos 
Fm  Lap sin 
Sostituendo nella prima formula la seconda si ottiene:

1
Ft  Lap cos  sin   Lap sin 2
2
La forza di trazione è proporzionale al seno del doppio dell’angolo di pennazione che ha proprio un
massimo a 45°.
Ora, non dovete farvi fottere da questi conti che per chi è meno dentro queste cose sembrano così
“scientifici”. Veramente, sono 4 cagate di trigonometria in croce. Concentratevi sui concetti e
studiate un po’ cosa succede sulla carta facendo ruotare le fibre, tutto qua.
Bibliografia
 The effects of strength training on muscle architecture in humans – Kawakami –
International Journal of Sport and Health Science, 2005
 Functional, structural and molecular plasticity of mammalian skeletal muscle in response to
exercise stimuli – Fluck - The Journal of Experimental Biology, 2006
 Disproportionate changes in skeletal muscle strength and size with resistance training and
ageing – Degens, Erskine, Morse - Musculoskelet Neuronal Interact, 2009
 A mechanism for increased contractile strength of human pennate muscle in response to
strength training: changes in muscle architecture – Aagaard, Andersen - Journal of
Physiology, 2001.
 Skeletal muscle hypertrophy and structure and function of skeletal muscle fibres in male
body builders - D’Antona1 et alii - The Physiological Society, 2006
 Mechanical modeling of skeletal muscle – Van der Linden - Van der Linden 1998
 Biomechanics in sports, performance enhancement and injury prevention, Volume IX of the
Encyclopaedia of sports Medicine - Zatsiorsky - Blackwell Science Ltd 2000
L’ultimo ce lo metto sempre perchè è bellissimo

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